“PROGETTARE UNA DIDATTICA PER I DSA” I.P.S.S.C.T.S … · Il metodo di studio a scuola: 1....

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“PROGETTARE UNA DIDATTICA PER I DSA” I.P.S.S.C.T.S "Pietro Verri" - Busto Arsizio (VA) Proposta didattica Proposta didattica 1. metodo di studio 1. metodo di studio 2. attività di laboratorio 2. attività di laboratorio sull’apprendimento delle mappe sull’apprendimento delle mappe concettuali concettuali Prof.ssa Laura Cassani Prof.ssa Laura Cassani

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“PROGETTARE UNA DIDATTICA PER I DSA”

I.P.S.S.C.T.S "Pietro Verri" - Busto Arsizio (VA) Proposta didatticaProposta didattica

1. metodo di studio1. metodo di studio

2. attività di laboratorio 2. attività di laboratorio sull’apprendimento delle mappe sull’apprendimento delle mappe

concettualiconcettuali

Prof.ssa Laura CassaniProf.ssa Laura Cassani

Come è difficile studiareCome è difficile studiare…………………….…………………….

…….soprattutto se la lettura .soprattutto se la lettura serve ad imparare ed io non ci serve ad imparare ed io non ci riesco!!!!!riesco!!!!!

ogni argomento disciplinare, dal più semplice al più specialistico, spesso utilizza come canale comunicativo principale la lettura/scrittura…si potrebbe dire che …

TUTTO è TESTO

capire un testo argomentativo, espositivo, regolativo costituisce uno dei bisogni linguistici

del futuro cittadino ( lettura funzionale).Adriano Colombo Giscel

Capire il testo è un’operazione complessa

perché il significato NON è semplicemente ricavato dai dati testuali

ma piuttosto costruito ATTIVAMENTE dal lettore alla luce del contesto linguistico / di quello

extralinguistico/ delle proprie conoscenze.

Competenza testuale

capacità di cogliere i rapporti di coesione lessicale e grammaticale del testo (es. muro fatto di tanti mattoni)

Parole costruttori= connettivi che servono a segnalare le relazioni fra avvenimenti e situazioni

Parole calamita=anafore cioè parole riferite ad altre presenti nel testo in precedenza e catafore cioè parole riferite a un termine posto dopo nel testo

Ellissi = cancellazione di elementi che vengono ripresi in un testo.

e di riconoscere le unità testuali ed i loro rapporti semantici cioè la coerenza del testo (è il risultato dei processi cognitivi degli utenti)

Saper risconoscere unità testuali diverse: unità di introduzione / esempio / sviluppo di un’idea e fare una gerarchia

Capire vuol dire smontare un testo e fare una gerarchia delle unità d’informazione ma come?

…………. il famoso “metodo di studio” ??????. il famoso “metodo di studio” ??????

per uno studente/essa DSA il metodo di studio è il primo ed il più

importante strumento di compensazione

È importante considerare la relazione degli studenti/esse con il loro disturbo e la sua trasparenza:

l’uso del p.c.è una opportunità non una differenza sminuente

Per tutti gli studenti/esse è importante il Per tutti gli studenti/esse è importante il metodo di studio /abilità di studiometodo di studio /abilità di studio

Il metodo di studio

a scuola:

1. attenzione

2. adattamento all’insegnante = vuol dire sapere COSA devo fare

3.chiedere spiegazioni

4. trovare sostituti agli “appunti”

Il metodo di studio

a casa:

1. consultare il materiale affrontato in classe, il giorno stesso

2. farsi delle domande sul materiale (servono alla memorizzazione)

3.cercare le risposte utilizzando strategie per la ricerca definita delle informazioni

Non è sufficiente CAPIRE per RICORDARE…

Il metodo di studio è PERSONALE perché tiene conto di:

a) autoconsapevolezza del proprio funzionamento cognitivo : la conoscenza dei propri punti forza e punti di debolezza permette di riflettere sul proprio modo di lavorare

• impostare un approccio multisensoriale agli argomenti(per evitare che la letto/scrittura sia l’unico veicolo dell’apprendimento e soprattutto la ri-lettura non affatichi troppo, rendendo precario il processo di comprensione/elaborazione del testo)

• sviluppare abilità di problem solving• saper gestire il fattore “tempo”• utilizzare schemi, mappe concettuali, sintesi vocale e p.c

b) motivazione e autostima: migliorano se riesce a scoprire strategie personali

a) strategie di controllo metacognitivo: servono a riconoscere ed evitare gli errori

Prof. Cassani Prof. Gimona

Un esempio di metodo di studio strutturato in modo rigido: il “ PQ4R”

• Preview:scorrere il testo per individuare l’argomento principale attraverso anche gli indicatori extralinguistici (grafici, immagini) e linguistici (titolo e parole in grassetto)

• Questions: porsi delle domande che riguardano l’argomento del testo( cosa? dove?come?chi?quando?)

• Read: leggere o ascoltare la lettura del testo cercando di trovare le risposte alle domande formulate precedentemente

• Reflect: cercare di mettere in relazione quello che il testo espone conquanto si conosce sull’argomento

• Recite: rispondere oralmente alle domande• Review: controllare con il testo davanti se le risposte sono corrette

faccio …………….imparo

vedo…………….ricordo

“far parlare le mappe”

Cosa devo fare?Considero tutte le possibilità

Fisso l’attenzione

Scelgo una risposta

Controllo la mia risposta

Cosa devo fare?Considero tutte le possibilità

Fisso l’attenzione

Scelgo una risposta

Controllo la mia risposta

Imparare a

studiare

scrivendo con il computer

costruendo

mappe

mentali

Organizzando Organizzando l’argomento l’argomento disciplinare in disciplinare in mappa mappa concettualeconcettuale

•permette di descrivere in un grafico le proprie permette di descrivere in un grafico le proprie conoscenze intorno a un argomento secondo un conoscenze intorno a un argomento secondo un

principio cognitivo di tipo costruttivista; principio cognitivo di tipo costruttivista;

•aiuta a memorizzare i contenuti perché ne aiuta a memorizzare i contenuti perché ne favorisce l’organizzazione logica ed evidenzia i favorisce l’organizzazione logica ed evidenzia i collegamenti tra le informazioni;collegamenti tra le informazioni;

•favorisce la memoria visiva;favorisce la memoria visiva;

•facilita e potenzia anche la comprensione facilita e potenzia anche la comprensione grazie all’insieme delle connessioni logiche che grazie all’insieme delle connessioni logiche che collegano i concetti anche in modo flessibile e collegano i concetti anche in modo flessibile e dinamico.dinamico.

•minimizza i punti deboli dello studente/essa minimizza i punti deboli dello studente/essa DSA compensando la lentezza nella lettura, la DSA compensando la lentezza nella lettura, la stanchezza nell’attenzione, la disorganizzazione, stanchezza nell’attenzione, la disorganizzazione, la difficoltà di comprensione del testo e la la difficoltà di comprensione del testo e la scarsa organizzazione delle ideescarsa organizzazione delle idee

perchè la mappa concettuale ??????perchè la mappa concettuale ??????

Dal libro di testo alla mappa = la costruzione delle Dal libro di testo alla mappa = la costruzione delle mappe concettuali necessita di una mappe concettuali necessita di una specifica specifica

attività formativaattività formativa

1.1. Brainstorming sull’argomento disciplinare affrontatoBrainstorming sull’argomento disciplinare affrontato

2.2. Prima lettura del testo (attraverso la sintesi vocale o un Prima lettura del testo (attraverso la sintesi vocale o un docente)docente)

3.3. Seconda lettura del testo con sottolineatura delle parti Seconda lettura del testo con sottolineatura delle parti importanti anche attraverso l’analisi degli indicatori testuali importanti anche attraverso l’analisi degli indicatori testuali (titolo e altre informazioni tipografiche di struttura, immagini)(titolo e altre informazioni tipografiche di struttura, immagini)

4.4. Selezione dei concetti importanti da tradurre in parole chiave, Selezione dei concetti importanti da tradurre in parole chiave, distinguendo tra parole-concetti e parole-legamedistinguendo tra parole-concetti e parole-legame

5.5. Costruzione della prima versione della mappa con un software Costruzione della prima versione della mappa con un software specifico (Inspiration, C-map, FreeMind, Super mappe)specifico (Inspiration, C-map, FreeMind, Super mappe)

6.6. Confronto con mappe di altri compagni e discussioneConfronto con mappe di altri compagni e discussione

RAFFREDDORE

Due concetti inseriti in nodi

combatte il

VITAMINA C

Alcune possibilirelazioni

si cura con

non miglioracon

previene il

Una possibileproposizionesignificativa

RAFFREDDORE

VITAMINA C

previene il

È la relazione che definisce sia il significato di una proposizione tra due concetti, sia quale concetto è subordinato all’altro.

Una possibileproposizione

di conoscenzadichiarativa

RAFFREDDORE

VITAMINA C

cura il

Una possibileproposizione

di conoscenzaprocedurale

Quando si èRAFFREDDATI

VITAMINA C

si assume la

Le due proposizioni hanno significato correlato. Nelle proposizioni procedurali compaiono concetti evento e il parametro ordinatore dei concetti diviene il tempo.

Questa mappa concettuale complessa mostra come

1. Il principio di inerzia sia costituito da una proposizione complessa che coinvolge i concetti di corpo materiale, forza applicata e gli stati di moto (parte arancione)

2. Da esso si origina un nuovo concetto, che è quello di inerzia (parte gialla e rossa)

Entrano in gioco poi altri concetti con funzione ausiliaria (parte verde)

A. Tifi 2005

Una mappa concettuale contiene concetti racchiusi in nodi,

collegati tra loro da frasi legame ( che giustificano la relazione esistente tra di essi )

e da linee di collegamento. concetto 1 frase legame + concetto 2 = proposizione

concetto = unità di conoscenza

un concetto può essere formato da una singola parola, o anche da una serie di parole. Il concetto può anche comprendere alcuni attributi che

lo connotano.

I concetti possono essere di due tipi: concetti oggetto (fiore, storia, legge…) e concetti evento (rivoluzione, eclissi, arrugginimento…)

Ogni concetto compare una sola volta in una mappa concettuale.  

  

frase legame = servono a rendere esplicita la relazione tra i concetti

Le frasi legame contengono in genere predicati che esprimono

denotazione, azione, consequenzialità-dipendenza (logica, temporale, mezzo-fine), appartenenza, articolazione, esemplificazione, ecc.

Ciascuna di tali relazioni individua un concetto 1 più sovraordinato, generale o inclusivo e un concetto 2, a questo subordinato.

Dalle frasi legame sono escluse domande, avversative, pronomi relativi.

Le parole concetto possono entrare a far parte delle frasi legame solo se sono concetti molto ricorrenti e inclusivi, o se non appartengono al

contesto della mappa. (es. inserire la parola “numero” in una mappa concettuale sui numeri).

La triade: Concetto 1 --- Frase legame -→ Concetto 2 forma una proposizione coerente, in genere leggibile solo nella direzione

dall’alto verso il basso.

Le frecce si aggiungono solo nei casi in cui una proposizione deve essere letta in direzione orizzontale, leggermente obliqua o dal

basso verso l’alto (per evitare ambiguità)

 

Un singolo concetto può essere collegato a più concetti. Se la stessa relazione unisce il concetto 1 ai diversi concetti ad esso direttamente legati, non occorre ripetere la frase legame e da

questa si dirameranno tante linee di collegamento quanti sono i concetti di livello inferiore.

Le relazioni• La struttura gerarchica delle mappe concettuali si basa sul

criterio di inclusività: ciascun concetto inserito in una mappa ha un dato grado di inclusività rispetto agli altri concetti della mappa. Il concetto di inclusività è relativo al processo di costruzione del significato, non all’inclusione fisica. È il compito di apprendimento che determina quale concetto sia più o meno sovraordinato. È questo un punto delicato, affrontato nella prossima diapositiva.

• Le relazioni sono espresse da “frasi legame”, e queste possono essere raggruppate in varie categorie.

• Le relazioni inclusive più comuni vanno dal generale al particolare, dall’astratto al concreto, dalla causa all’effetto, indicano un fine - scopo, una sequenza temporale, una suddivisione in parti, un’articolazione o rappresentano un’azione-predicato.

A. Tifi 2005

Soggettività del criterio di inclusione

“A prima vista può apparire sconcertante il fatto che lo stesso insieme di concetti possa essere rappresentato con due o più strutture gerarchiche valide”

J. Novak B. Gowin, Imparando a Imparare, SEI 1989 pag. 32.

Ogni proposizione contiene quindi una relazione potenzialmente significativa tra due concetti.

I principi rientrano in questa categoria, sono cioè delle proposizioni che mettono in relazione più concetti e a volte definiscono nuovi concetti.

Le proposizioni possono esprimere unità di significato dichiarativo o anche procedurale (contestualizzando eventi e procedure).

Il significato di una mappa emerge non dalla somma dei singoli concetti, ma dalle relazioni e dal modo di interlacciare tali proposizioni tra loro.

Poiché ogni relazione va letta dall’alto in basso, dovrà esistere un concetto più inclusivo di tutti gli altri: il concetto radice, che si troverà

al vertice della struttura piramidale. Da esso si diramano alcune le proposizioni con i concetti di primo livello e da questi si procede

verso il basso ampliando la struttura ad albero del secondo livello e dei successivi, con concetti via via sempre più specifici e subordinati.

Scegliere le parole più semplici possibili per i concetti e non scrivere interi periodi, contenenti più concetti, in ciascun nodo. Evitare anche l’errore opposto di frammentare il testo piano in tanti nodi quante sono le parole, ricordando che ogni nodo deve contenere un singolo concetto rilevante.

In ogni proposizione individuare qual è il concetto da disporre a un livello gerarchicamente superiore e scegliere il termine o le parole più semplici e più possibile accurate al fine di indicare con la relazione peculiare tra i due concetti.

Per questo compito è spesso utile un buon dizionario. Se ci sono più concetti accomunati dallo stesso tipo di relazione, rispetto a un

concetto più comprensivo, evitare di concatenarli con “e”, come si farebbe nel testo normale; collegarli, invece, tutti alla stessa frase legame, parallelamente e al di sotto del concetto più inclusivo. In alternativa, se tali concetti si trovano in posizione terminale, si possono elencare tutti in un singolo nodo.

Per quanto possibile costruire relazioni binarie dotate di senso compiuto (“coerenti”), evitando gerundi, pronomi relativi e congiunzioni che richiedano di estendere i periodi secondo una lettura testuale obbligata.

Occorre rileggere ogni proposizione come a sé stante. Le frasi-legame non devono contenere concetti che potrebbero avere funzione nodale

nella struttura della mappa, ma solo quei termini necessari a fungere da collegamento (verbi preposizioni, articoli ecc.)

Non inserire lo stesso concetto in diverse regioni nella mappa, anche se con etichette diverse (si può fare eccezione a questa regola per concetti molto comprensivi, e per questo ricorrenti, o per attributi). Eventualmente accorpare nello stesso nodo i diversi termini denotativi e connotativi (es. <imperatore Carlo Magno>)

 

Classificazione delle relazioni inclusive Da evitare:

se, allora, altrimenti, ma, anche se, sebbene, invece, infatti, neppure…e simili.

Da evitare:

domande, per es.: perché? Quando? Come? Dove? Ecc.

Le congiunzioni elencate in verde vanno evitate perché non permettono la costruzione di relazioni binarie e costringono a una lettura sequenziale.

Sviluppare una mappa tenendo conto di una chiave interpretativa o domanda focale precisa (F.Q.)

Iniziare a valutare la presenza di concetti più comprensivi di quelli relativi alla domanda focale, che potrebbero essere utili a inquadrare il contesto e i presupposti per dare senso e autonomia di significato all’intera struttura.

Limitare lo sviluppo gerarchico ai livelli strettamente necessari a rispondere alla domanda focale e non introdurre ulteriori legami arbitrari o di tipo associativo con altri concetti superflui.

Se ci sono molti concetti di primo livello, legati al concetto radice (quello al vertice), occorre individuare altri concetti di livello gerarchico intermedio, per raggrupparli in due-quattro categorie al massimo, quindi sviluppare in modo bilanciato tali categorie

ATTENZIONE: i collegamenti trasversali, proposizioni tra concetti distanti nella mappa, indicano processi di integrazione della struttura cognitiva - se non se

ne abusa. Un numero eccessivo di collegamenti trasversali rende semplicemente intricata la mappa, pertanto vanno usati solo per chiarire

connessioni “rivelatrici” all’interno della materia trattata.

Nel caso di argomenti molto vasti, frazionare la mappa in più sezioni (anche diversificate per colore).

Se ciascuna sezione deve essere strutturata in dettaglio, si consiglia di costruire delle mappe concettuali distinte e di collegate la legami ipertestuali

tra loro o a una mappa – indice, creando quello che viene chiamato Modello di Conoscenza (KM); oppure

delineare la sola ossatura dell’argomento complessivo in una singola mappa.

E-mail:E-mail: [email protected]

Grazie dell’attenzione