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PROFILI DI AZIENDE : AP-13 AZIENDA PETROLCHIMICA SHELL

A cura di Claudia Mattei A.A: 2009-2010 Storia

La “Shell Transport and Trading” era una società inglese fondata nel 1897 avviata inizialmente per il trasporto di valve di ostriche perlifere (da cui il suo nome inglese che significa conchiglia); è stata successivamente convertita al trasporto ed al commercio del petrolio in seguito allo sfruttamento dei giacimenti situati nella parte olandese dell’isola di Borneo.

L’affinità di interessi con la Royal Dutch Petroleum Company, fondata all’AIA nel 1890 per lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi nelle indie olandesi, portò alla fusione delle due società nel 1907 e alla costituzione del gruppo Royal Dutch Shell che oggi è una delle sette sorelle, locuzione coniata da Enrico Mattei per indicare le sette più ricche compagnie petrolifere mondiali. Royal Dutch/Shell è la terza maggiore compagnia petrolifera per reddito e un leader dell'industria petrolchimica e dell'energia solare, e opera in più di 140 paesi del mondo. Shell ha sei "core business":

1. esplorazione e produzione 2. gas ed energia 3. downstream 4. prodotti chimici 5. energie rinnovabili 6. commercio/distribuzione

Il suo mercato principale sono gli Stati Uniti d'America, in cui opera la

sussidiaria Shell Oil Company, con sede ad Houston, nel Texas. Politica aziendale

L’azienda a fronte della politica di estrazione petrolifera e della ricerca degli utili pubblicizza all’interno del suo sito i seguenti principi generali di comportamento:

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Principio 1 - I Fattori Economici La redditività di lungo termine è essenziale per raggiungere gli obiettivi aziendali e per continuare a crescere fornendo le risorse necessarie per alimentare il flusso continuo degli investimenti richiesti per sviluppare e produrre l’energia.

Principio 2 - Concorrenza Le Società Shell sostengono la libera iniziativa. Cercano di competere in modo corretto ed etico nel rispetto delle leggi vigenti in materia di concorrenza; non impedendo ad altri di entrare in libera concorrenza.

Principio 3 - Integrità negli Affari Le Società Shell esigono onestà, integrità ed equità in ogni aspetto della propria attività ed esigono lo stesso comportamento nei rapporti con tutti i soggetti con cui instaurano rapporti d’affari. Sono inammissibili compensi a scopo di corruzione in qualsiasi forma essa si presenti. I dipendenti devono evitare i conflitti di interessi .Tutte le transazioni di affari concluse per conto di una Società Shell devono essere documentate, e sono oggetto di revisione

Principio 4 - Attività Politiche Le Società del Gruppo Shell operano in modo socialmente responsabile nel rispetto delle leggi dei Paesi nei quali svolgono la loro attività, per perseguire i legittimi obiettivi economici. Le Società Shell non versano contributi a partiti ed organizzazioni politiche o a loro rappresentanti. Le Società Shell non prendono parte ad attività politiche.

Principio 5 - Salute, Sicurezza e Ambiente Le Società Shell hanno un approccio sistematico a ciò che concerne la salute, la sicurezza e l’ambiente al fine di migliorare continuamente i propri risultati. Sono continuamente alla ricerca di soluzioni che consentano di ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività, dei propri prodotti e dei propri servizi.

Principio 6 - Le Comunità Locali Le Società Shell adottano un comportamento di buon vicinato per migliorare continuamente il contributo diretto e indiretto al benessere generale delle comunità in cui svolgono le proprie attività. Gestiscono con attenzione l’impatto sociale delle attività economiche, e collaborano con altri ai fini di aumentare i benefici per le comunità locali, e per mitigare gli eventuali effetti negativi che dovessero risultare dal proprio lavoro. Le Società Shell si interessano costruttivamente agli aspetti sociali direttamente o indirettamente connessi al nostro campo di attività.

Principio 7 - Comunicazioni e Impegno Le Società Shell riconoscono l’importanza di un dialogo regolare. Nelle interazioni con il personale, con i partner economici e con le comunità

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locali si pongono l’obiettivo di ascoltare e di rispondere nel merito con onestà e responsabilità.

Principio 8 - Ottemperanza Le Società Shell rispettano tutte le leggi e le normative in vigore nei Paesi in cui svolgiamo le nostre attività In base a quanto espresso nei principi appena elencati sembrerebbe che la Shell sempre attraverso il suo sito tenga in particolare considerazione l’impatto ambientale del proprio lavoro in particolare sulla gestione degli impatti ambientali e sulla sicurezza

Gestione degli impatti ambientali Biodiversità: l’operato di Shell contribuisce alla protezione della biodiversità e alla promozione della conservazione. Oltre a mettere in atto i piani di azione per la biodiversità, opera anche con i principali gruppi di conservazione compresi il Wetlands International e l’Unione mondiale per la conservazione della natura (IUCN) per sostenere la ricerca, per una migliore identificazione delle specie in via di estinzione. Prevenzione fuoriuscite: fuoriuscite di petrolio e suoi derivati possono danneggiare l’ambiente e mettere a rischio i dipendenti e le comunità limitrofe. Pur richiamando maggiormente l’attenzione pubblica, le fuoriuscite dalle petroliere sono rare. Nel 2008, le navi gestite da Shell hanno trasportato 40 milioni di tonnellate di carico e non si sono verificati sversamenti. Presso gli impianti, è stata costantemente ridotta la quantità di fuoriuscite di petrolio e suoi derivati dovute a cause che si possono controllare, come corrosione o guasti operativi. Grazie a continui miglioramenti nella gestione e manutenzione degli impianti, i volumi di queste fuoriuscite sono inferiori di circa l’80% rispetto al 1998. Affrontare l’inquinamento atmosferico dovuto agli impianti: Shell si è molto impegnata per ridurre le emissioni di inquinanti locali dai propri impianti. Questo ha comportato considerevoli investimenti per ristrutturare gli impianti, installare apparecchiature a combustione più pulita e tecnologia di cattura del biossido di zolfo. Sicurezza Goal Zero: le Società Shell si rifiutano di pensare che gli incidenti mortali siano una conseguenza inevitabile di un lavoro pericoloso. Ritengono di poter operare con un numero di decessi e infortuni pari a zero. L’espressione “Goal zero” (obiettivo zero) che è stato coniato nel 2007, esprime questa convinzione. Sicurezza dei processi: Sicurezza dei processi significa accertarsi della corretta progettazione dei propri impianti nonché del loro utilizzo in condizioni di sicurezza e della corretta manutenzione. La Shell dispone di standard per la sicurezza dei processi a livello aziendale su come progettare

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ed eseguire la manutenzione di installazioni complesse quali raffinerie o siti di produzione del petrolio. Un team di revisori esperti, indipendenti, interni, specializzati nella sicurezza dei processi, è incaricato di controllare il rispetto di tali standard. Protezione e diritti umani: la Shell protegge il proprio personale e i propri impianti nel rispetto dei diritti umani delle comunità in cui opera. Tutte le società controllate da Shell devono gestire la protezione nel rispetto dei propri standard aziendali che comprendono i Principi Volontari sulla Sicurezza e i Diritti Umani. Il disastro ecologico causato da Shell

La Nigeria è il primo produttore africano di petrolio e l’ottavo del mondo con una potenzialità stimata in 35 miliardi di barili. Da solo fornisce più del 20% del fabbisogno degli Stati Uniti. Lungo le regioni del Delta del Niger ci sono piattaforme e pozzi di estrazione di Shell, Agip, Total e Texaco. Shell da sola sfrutta il 48% del totale. Per poter estrarre petrolio Shell, come altre compagnie, deve stipulare dei contratti di concessione con lo stato, contratti che hanno durate molto lunghe perché i costi sono elevatissimi ed hanno bisogno di tempo per essere ammortizzati. La Nigeria non ha ne i mezzi finanziari e nemmeno la tecnologie per poter estrarre petrolio autonomamente però lo stato prevede delle forme contrattuali dove si tiene le quote di maggioranza. I profitti dell’attività vengono quindi divisi con lo stato, pertanto le prime a beneficiare dovrebbero essere le popolazioni locali che sono anche quelle che soffrono maggiormente per gli impatti ambientali molto alti. Da parte loro invece le aziende dovrebbero fare il possibile per contenere i danni. Le società Shell danno molta importanza a questo aspetto e pubblicizzano la propria azienda come se fosse un leader nel settore nella riduzione degli impatti ambientali ma di fatto, da anni, la contaminazione dei terreni e l’inquinamento delle acque a ridosso degli impianti Shell rendono impossibile la coltivazione e la pesca in aree sempre più vaste. Tre quarti della popolazione non dispone di acque potabili e la parte di popolazione che se lo può permettere le deve importare. Invece la restante parte, per non morire di fame e di sete, mangia e beve i prodotti contaminati.

Dove gli oleodotti sono lesionati, viene meno anche questa possibilità, perché le fuoriuscite distruggono l’ecosistema. Shell è una delle compagnie più vecchie del Delta del Niger ed è, pertanto, una di quelle che fatto più danni. Ma non è la sola; tutte le compagnie inquinano e utilizzano i militari per tenere soggiogata la popolazione locale sopprimendo le manifestazioni di protesta. Le forti tensioni sociali che scaturiscono da questa gravissima situazione hanno trovano, come mezzo di rivendicazione, la lotta armata. Il Movimento per l'emancipazione del Delta del Niger (o MEND, Movement for the Emancipation of the Niger Delta) è un movimento militante composto

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da nativi della zona del delta del Niger, in Nigeria. Il MEND dichiara di essere impegnato in una lotta armata contro la degradazione e lo sfruttamento dell'ambiente naturale da parte di corporazioni e multinazionali straniere coinvolte nell'estrazione del petrolio dal sottosuolo della regione. L'organizzazione, nata nel contesto del conflitto del delta del Niger, è coinvolta in molti degli attacchi alle compagnie petrolifere che operano in Nigeria. Il 7 dicembre 2006 il MEND ha rivendicato il rapimento dei tre tecnici italiani e di un libanese (tutti successivamente liberati ed incolumi) avvenuto durante un attacco ad una stazione estrattiva gestita dall'Agip nello stato di Bayelsa. I gruppi di rivolta armata del MEND colpiscono nel cuore le compagnie facendo attentati alle piattaforme e ai pozzi di estrazione. Ma la violenza ha portato solo dei peggioramenti. Quando le condutture si rompono per cattiva manutenzione le compagnie si sentono legittimate, a causa della frequenza dei sabotaggi, a rifiutarsi di effettuare le bonifiche del terreno.

Nel 2006 c’è stata una grande fuoriuscita di olio. La società Shell non ha mai fatto la bonifica.

L’inquinamento da petrolio ha vanificato gli investimenti dei pescatori locali. Durante la stagione delle piogge tutto si allaga, così l’olio penetra nel terre-

no ed è arriva anche alle abitazioni. In certe aree del delta i problemi creati dall’inquinamento e dalla guerriglia sono talmente gravi che la popolazione è di fatto scomparsa.

Un pescatore di Goi, Ogoniland, accanto alla sua canoa ©Kadir van Lohuizen

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Un impiegato della Shell sorveglia la perdita di una conduttura a Iwhrekan.Tra il 1997 e il 2006, gli impianti della Shell hanno fatto registrare una media di 250 perdite di petrolio all’anno, a causa di cattiva manutenzione, errori umani e sabotaggi. ©Kadir van Lohuizen Sempre nel 2006 Shell è stata condannata dalla corte federale per non aver rispettato il trattato di Kyoto ed è stata obbligata a sospendere la pratica del gas flaring (cioè l’uso di bruciare i gas che si trovano nello strato più alto del giacimento di petrolio). La pratica del gas flaring immette nell’atmosfera tonnellate di anidride carbonica. Le emissioni CO2 derivate dalla Nigeria rappresentano infatti il 3% dell’emissioni di CO2 a livello globale.

Il gas rilasciato durante l’estrazione del petrolio viene lasciato bruciare invece di essere sfruttato a beneficio della popolazione. L’inquinamento che ne deriva danneggia la salute degli abitanti e contribuisce ai cambiamenti clima-tici globali tanto

quanto 18 milioni di automobili europee Nonostante le sanzioni, le compagnie continuano a violare le leggi con

la complicità dei governi locali perché la pratica del gas flaring da sola, basta a soddisfare la richiesta energetica di mezza Europa. Restando ancora in tema

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di leggi infrante da Shell, è noto che la stessa ed altre compagnie sono avvezze alla corruzione di polizia e militari. Il 10% del greggio prodotto, è rubato e viene immesso sul mercato nero. La colpa viene fatta ovviamente ricadere sui terroristi locali che in realtà non hanno né esperienza tecnica né mezzi per riuscire ad estrarre petrolio, contribuendo così ancor più ad alimentare le tensioni sociali. Ma adesso Shell uscirà dal Delta, il nuovo campo di esplorazione petrolifera si sta infatti estendendo a 75 miglia al largo della costa nigeriana nel suo campo petrolifero offshore di Bonga che ha costretto la multinazionale ad un ulteriore taglio di 200.000 barili al giorno. I costi sono ancora alti, ma la compagnia potrà tirarsi fuori dalla palude del delta e da tutti i suoi problemi. Ma qualcosa finalmente sta cambiando. E quanto segue fa sperare che anche quando la Shell dovesse riuscire a tirarsi fuori dalla zona del delta con le piattaforme off-shore non riuscirà comunque a scrollarsi di dosso impunemente tutte le barbarie commesse

Ad Akala Olu non cala mai il buio. Le torce di gas che si sprigionano dagli impianti illuminano la zona sempre a giorno. ©Kadir van Lohuizen Da AGORÀ I Blog del Sole24ORE del 30/12/09: Inquinamento: quattro contadini nigeriani fanno causa a Shell Un tribunale olandese ha accolto la causa intentata da quattro nigeriani che accusano la Royal Dutch Shell di negligenza per non avere ripulito una perdita di petrolio nel 2005 che danneggiò le loro proprietà agricole e di pesca.

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Il gigante petrolifero anglo-olandese ha replicato che la Corte distrettuale dell'Aia non gode della giurisdizione sulla vicenda perchè i presunti danni sono stati causati da un'azienda la cui maggioranza è di proprietà del governo nigeriano e soggetta pertanto alla legge della Nigeria. I nigeriani, sostenuti dall'associazione ambientalista Friends of the Earth, hanno spiegato di essersi rivolti al tribunale olandese perché in Nigeria sarebbe stato impossibile avere un processo equo. Il colosso petrolifero si è detto scontento della decisione della corte, mentre gli ambientalisti hanno esultato.

Una riunione di villaggio a Ikot Ada Udo. Gli abitanti discutono per decidere come costringere la Shell a bonificare le aree inquinate dal petrolio e a risarcire i danni. ©Kadir van Lohuizen

Bibliografia http://www.report.rai.it - “la ricaduta” http://www.shell.it/home/content/ita/environment_society/ http://it.wikipedia.org/wiki/Movimento_per_l'emancipazione_del_Delta_del_Niger http://www-static.shell.com/static/public/downloads/corporate_pkg/sgbp_english.pdf http://www.shell.com/home/content/nga/aboutshell/who_we_are/ http://www.shell.com/home/content/nga/aboutshell/who_we_are/history/history_logo/ http://it.wikipedia.org/wiki/Royal_Dutch_Shell http://www.google.it/imgres?imgurl=http://www.amnesty.it/flex/images/GalleryPlus/D. mostra fotografica: "Nigeria: una terra che perde, una terra che brucia" http://africa.blog.ilsole24ore.com/2009/12/inquinamento-quattro-contadini-nigeriani-fanno-causa-a-shell.html