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Prof. Monti – a.s. 2018-2019 La Grande Guerra - PARTE TERZA - <CAPORETTO: L ITALIA DI FRONTE AL DRAMMA > - PARTE TERZA - < CAPORETTO: L ITALIA DI FRONTE AL DRAMMA > Il generale Cadorna pareva rifiutare l’evidenza: dal maggio al settembre 1917 nuove offensive lungo l’Isonzo portarono in dote il solito carico di morte e di inutilità. Sia fra i soldati che nella popolazione civile aumentava l’insofferenza di fronte a una guerra il cui senso appariva sempre più sfuggente una guerra il cui senso appariva sempre più sfuggente. Nonostante ciò, si registrò un unico vero e proprio moto eversivo : fra 22 e 26 Agosto 1917 a Torino una protesta nata dalla mancanza di pane degenerò anche Agosto 1917, a Torino, una protesta nata dalla mancanza di pane degenerò anche per la presenza di una forte componente operaia.

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La Grande Guerra- PARTE TERZA -

< CAPORETTO: L’ITALIA DI FRONTE AL DRAMMA >

- PARTE TERZA -

< CAPORETTO: L ITALIA DI FRONTE AL DRAMMA >

Il generale Cadorna pareva rifiutare l’evidenza: dal maggio al settembre 1917 nuove offensive lungo l’Isonzo portarono in dote il solito carico di morte e di inutilità.

Sia fra i soldati che nella popolazione civile aumentava l’insofferenza di fronte a una guerra il cui senso appariva sempre più sfuggente una guerra il cui senso appariva sempre più sfuggente.

Nonostante ciò, si registrò un unico vero e proprio moto eversivo: fra 22 e 26 Agosto 1917 a Torino una protesta nata dalla mancanza di pane degenerò anche Agosto 1917, a Torino, una protesta nata dalla mancanza di pane degenerò anche per la presenza di una forte componente operaia.

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< CAPORETTO: L’ITALIA DI FRONTE AL DRAMMA >

Il fronte russo era, come abbiamo visto, in smobilitazione: tedeschi e austriaci poterono così spostare numerosi contingenti di truppe sul fronte italianosul fronte italiano.

27 / 10 / 1917 – Truppe austriache a tedesche attaccarono il fronte italiano sull’alto Isonzo sfondando le linee italiane presso il villaggio di Caporetto (posto a sull alto Isonzo, sfondando le linee italiane presso il villaggio di Caporetto (posto a nord di Gorizia).

Determinante per la penetrazione nel Friuli fu anche l’uso di una nuova tattica Determinante per la penetrazione nel Friuli fu anche l’uso di una nuova tattica militare: l’infiltrazione.

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< C O O ’I O >

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< CAPORETTO: L’ITALIA DI FRONTE AL DRAMMA >

La manovra ebbe successo, al punto tale che la più parte delle truppe italiane, onde evitare un fatale accerchiamento, dovettero abbandonare le posizioni che tenevano praticamente dall’inizio abba do a e e pos o c e e e a o p a ca e e da odella guerra.

La ritirata assunse l’aspetto di una vera e propria rotta: occorsero due settimaneperché quanto restava dell’esercito – circa la metà dei precedenti effettivi –perché quanto restava dell esercito circa la metà dei precedenti effettivi potesse attestarsi sul fiume Piave.

Austriaci e tedeschi avevano fatto circa 300 000 prigionieri requisendo anche Austriaci e tedeschi avevano fatto circa 300.000 prigionieri, requisendo anche ingenti quantità di armamenti e rifornimenti vari.

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< CAPORETTO: LO “SCARICA BARILE” >

Cadorna, prima di essere sostituito da Armando Diaz a capo delle truppe, scaricò la responsabilità della cocente sconfitta sui soldati, accusandoli di essersi arresi senza combattere.

Le ragioni di quanto accaduto erano, in effetti, altre: da una parte l’efficacia e la rapidità dell’azione austro tedesca dall’altra laparte l’efficacia e la rapidità dell’azione austro-tedesca, dall’altra la evidente impreparazione dei comandi italiani, che non seppero attuare rapide contromisure.

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< CAPORETTO: DALLA DISFATTA A UN NUOVO INIZIO >

Il disastro di Caporetto costrinse gli italiani a un radicale cambio di strategia: cosa che, ben presto, si dimostrerà determinante per le sorti del conflittodeterminante per le sorti del conflitto.

Sul fiume Piave il fronte risultava di molto accorciato Sul fiume Piave il fronte risultava di molto accorciato.

La guerra assumeva, ora, un carattere difensivo e il suo senso risultava più f il t ibil t t ll l i i il t i ld tifacilmente comprensibile, tanto alla popolazione civile quanto ai soldati.

Diaz si mostrò più comprensivo di Cadorna: riducendo il ricorso alla repressione e sforzandosi di migliorare le condizioni di vita dei soldati.

Gli italiani adottarono una meno dispendiosa tattica difensiva.

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< CAPORETTO: DALLA DISFATTA A UN NUOVO INIZIO >

La sconfitta di Caporetto portò anche alla nascita di un nuovo governo di coalizione nazionale, il secondo dall’inizio della

i d t t lt d Vitt i E l O l dguerra, presieduto questa volta da Vittorio Emanuele Orlando.

Dall’inizio del 1918, anche la propaganda assunse toni nuovi:

Agli onnipresenti ideali patriottici si affiancò una martellante campagna di persuasione nei confronti dei soldati: la vittoria avrebbe portato “terra ai persuasione nei confronti dei soldati: la vittoria avrebbe portato “terra ai contadini” (ricordate che, per lo più, i soldati erano proprio contadini!).

L’Italia, inoltre, abbracciò anche l’idea di guerra per la democrazia, idea ufficialmente alla base dell’intervento americano e base politica sfruttata dal presidente USA Wilson.

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< LA FINE DELLA GRANDE GUERRA: RIVOLUZIONED’OTTOBRE >

Nella notte tra il 24 e il 25 ottobre (per il calendario russo; 6-7Nella notte tra il 24 e il 25 ottobre (per il calendario russo; 6-7 novembre per il nostro) i bolscevichi di Lenin assunsero il Comando in Russia: la celebre “Rivoluzione d’ottobre” è compiutacompiuta.

Immediatamente, Lenin dichiarò la sua disponibilità alla pace e, nel marzo del 1918 fi ò l’ di B Li k i di l fi l 1918, firmò l’oneroso trattato di Brest-Litovsk, cittadina sul confine polacco, accettando le dure condizioni dei tedeschi.

Anche in risposta alla “sfida” di Lenin, l’Intesa accentuò il carattere ideologico della guerra, che venne presentata sempre più come una lotta per la democrazia e la libertà contro la tirannide.

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L G G “14 ”

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< LA FINE DELLA GRANDE GUERRA: I “14 PUNTI” >

Anche il presidente americano Woodrow Wilson, nel gennaio del 1918, espose un chiaro programma di pace articolato in 14 punti: sono i famosi 14 punti di Wilson.punti: sono i famosi 14 punti di Wilson.

Vediamone qui alcuni:Vediamone qui alcuni:

- abolizione della diplomazia segreta e dei conseguenti trattati- libertà di navigazione g- soppressione delle barriere doganali- riduzione degli armamenti- autodeterminazione dei popoliautodeterminazione dei popoli- istituzione della Società delle Nazioni

Questi (e altri) elementi avrebbero dovuto assicurare in futuro pace e prosperitàQuesti (e altri) elementi avrebbero dovuto assicurare, in futuro, pace e prosperità.

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< LA FINE DELLA GRANDE GUERRA: I “14 PUNTI” OBTORTO< LA FINE DELLA GRANDE GUERRA: I 14 PUNTI OBTORTOCOLLO... >

Il programma di Wilson, che pure raccolse ampi consensi, non poteva essere interamente condiviso dalle potenze dell’Intesa, che però fecero mostra di accettarlo in pieno...

Gran Bretagna e Francia non potevano rinunciare all’aiuto americano, inoltre il “nuovo vangelo” made in USA sarebbe stato un antidoto contro il possibile contagio rivoluzionarioun antidoto contro il possibile contagio rivoluzionario.

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< LA FINE DELLA GRANDE GUERRA IL TEMPO STRINGE >

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< LA FINE DELLA GRANDE GUERRA: IL TEMPO STRINGE... >

Al di là di queste novità, sul piano militare l’inizio del 1918 vedeva i due schieramenti ancora su un piano di equilibrio.

• Consci di avere ormai poco tempo a disposizione, i tedeschi concentrarono tutte le forze sul fronte occidentale e giunsero di nuovo in giugno sulla tutte le forze sul fronte occidentale e giunsero di nuovo, in giugno, sulla Marna.

• Nello stesso mese, gli austriaci tentarono un risolutivo sfondamento sul fronte del Piavefronte del Piave.

Entrambe le offensive non sortirono gli effetti sperati, mentre i soldati provenienti d li St ti U iti i ffl iti i Edagli Stati Uniti erano ormai affluiti in Europa.Alla fine di luglio l’Intesa passò al contrattacco e fra l’8 e l’11 agosto, presso Amiens, i tedeschi subirono la prima vera sconfitta dall’inizio della guerra.

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< LA FINE DELLA GRANDE GUERRA: I MILITARI SI FANNO DA< LA FINE DELLA GRANDE GUERRA: I MILITARI SI FANNO DAPARTE >

Le gerarchie militari tedesche, consce della ormai inevitabile sconfitta, si adoperarono per sbarazzarsi di quel potere così asconfitta, si adoperarono per sbarazzarsi di quel potere così a lungo detenuto: l’armistizio, infatti, si preannunciava come estremamente duro...

Anche in Germania si formò, a questo punto, un governo di coalizione nazionale che tentò la via della trattativa con l’Intesa, ma ormai era troppo tardi per i ripensamentima ormai era troppo tardi per i ripensamenti.

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< LA FINE DELLA GRANDE GUERRA: ITALIA VITTORIOSA >

Sul fronte degli Imperi centrali, la Bulgaria cedette per prima, it fi tt b d ll’I tt d ll A tseguita a fine ottobre dall’Impero ottomano e da quello Austro-

ungarico.

Il 24 ottobre 1918, gli italiani lanciarono un’offensiva sul Piave contro un Impero ormai in dissoluzione.Impero ormai in dissoluzione.

Sconfitti nella battaglia di Vittorio Veneto, gli austriaci firmarono a Villa Giusti, presso Padova l’armistizio: il 4 novembre 1918 cioè il giorno successivo i presso Padova, l armistizio: il 4 novembre 1918, cioè il giorno successivo, i termini dell’accordo entravano in vigore.

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< LA FINE DELLA GRANDE GUERRA: CALA IL SIPARIO >

All’inizio di novembre, i marinai della flotta tedesca di stanza a Kiel, sul mare del Nord, si ammutinarono dando vita, con gli operai del l i li di f bb i l d ll d i i tluogo, a consigli di fabbrica sul modello dei soviet.

Mentre l’imperatore Guglielmo II fuggiva in Olanda, il 9 novembre il socialdemocratico Friedrich Ebert venne nominato capo del governo: l’11 novembre i suoi delegati firmarono l’armistizio.

La Germania era sì stata sconfitta, ma si trattava di una “strana sconfitta”:

o sul campo di battaglia, in fondo, vi era stato un solo vero rovescio (Amiens) o il territorio tedesco non era mai stato pesantemente invaso

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< INIZIA LA CONFERENZA DI VERSAILLES >

La conferenza di pace si aprì a Versailles, il 18 gennaio 1919, e durò oltre un anno e mezzo. Partecipavano oltre 30 nazioni ma non i Paesi vintiPartecipavano oltre 30 nazioni, ma non i Paesi vinti...

L it i i t i l diffi il dLa situazione si presentava assai complessa e difficile da gestire:

- Quattro imperi – russo, turco, tedesco e austro-ungarico – erano scomparsi: l’Europa andava “ridisegnata”.

Occorreva in qualche modo tener conto delle istanze democratiche - Occorreva, in qualche modo, tener conto delle istanze democratiche ampiamente sbandierate nell’ultima parte del conflitto.

- Era necessario, parimenti, dar peso alla pressione dell’opinione pubblica così Era necessario, parimenti, dar peso alla pressione dell opinione pubblica così come alle diverse esigenze delle potenze vincitrici.

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LLa Grande GGuerra

- PARTE TERZA -

L’Europa dopo la Conferenza di

Versailles

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< UNA PACE CONTRASTATA >

I rappresentanti dei Paesi vincitori – l’americano Wilson, il francese C ’ G ’ OClemenceau, l’inglese Lloyd George e l’italiano Orlando (quest’ultimo in posizione assai marginale) – discussero questi difficili problemi.

L’effettiva realizzazione del programma di Wilson, i 14 punti, risultava ostacolata da molteplici fattori. pIn particolare, applicare il principio di autodeterminazione era tutt’altro che semplice – dato il fitto intreccio delle etnie europee – e occorreva anche tener conto del desiderio di Francia e Gran Bretagna di punire duramente gli sconfitti (in conto del desiderio di Francia e Gran Bretagna di punire duramente gli sconfitti (in primis la Germania)!

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< LA QUESTIONE TEDESCA >

È soprattutto in relazione alla Germania che il contrasto fra l’ideale di una pace foriera di democrazia e il desiderio di rivalsa –fortissimo soprattutto in Francia emerse nitidofortissimo soprattutto in Francia – emerse nitido.

I francesi chiedevano ben più della restituzione dell’Alsazia e della Lorena: bb l t h i fi i i fi ll i d l Ravrebbero voluto che i confini giungessero fino alla riva del Reno.

Clemenceau rinunciò di fronte alla forte opposizione di Wilson e di Lloyd George, ma ottenne che USA e Inghilterra si facessero garanti del rispetto dei confini tra Francia e Germania.

La responsabilità della guerra venne interamente addossata alla Germania e le conseguenti riparazioni di guerra ammontavano ad una cifra così esorbitante che, se interamente pagata, avrebbe per decenni affossato l’economia tedesca.se interamente pagata, avrebbe per decenni affossato l economia tedesca.

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< LA QUESTIONE TEDESCA: CONDIZIONI DURISSIME >

Ecco che il trattato di pace, firmato il 28 giugno 1919 sotto la minaccia della occupazione militare, fu un vero e proprio Diktat,

f i ff tti hi t i G icome fu in effetti chiamato in Germania.

- Le regioni dell’ Alsazia e della Lorena tornavano alla Francia.

- Alcuni territori orientali vennero ceduti alla ricostituita Polonia: il cosiddetto “corridoio polacco”, che rompeva l’unità territoriale tedesca e permetteva alla Polonia l’accesso al mar Baltico presso Danzica (che venne dichiarata “città Polonia l’accesso al mar Baltico presso Danzica (che venne dichiarata “città libera”, nonostante fosse abitata da una popolazione a maggioranza tedesca).

- La Germania perse anche tutte le sue colonie, che vennero spartite tra Francia, Inghilterra e Giappone.

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< LA QUESTIONE TEDESCA: CONDIZIONI DURISSIME >

- Servizio militare abolito, annullata la marina militare, concessione di un massimo di 100.000 soldati, smilitarizzazione dell’intera valle del Reno, una fascia di circa 50 km sulla riva destra del fiume (territorio che sarebbe stato presidiato per 15 anni da truppe inglesi e francesi).p p pp g )

- Alle amputazioni territoriali si aggiungano le riparazioni di guerra (oltre 130 Alle amputazioni territoriali, si aggiungano le riparazioni di guerra (oltre 130 miliardi di marchi – per l’epoca una cifra assolutamente spropositata – da pagarsi nel giro di trent’anni), oltre alla cessione dell’utilizzo alla Francia (per quindici anni) del bacino minerario della Saarquindici anni) del bacino minerario della Saar.

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La Grande Guerra- PARTE TERZA -

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NUOVI STATI

Più che di una pace, si trattò di una vera e propria umiliazionenei confronti del Paese che era pur sempre il più popoloso e industrializzato d’Europa.industrializzato d Europa.

L’impero degli Asburgo era sparito: la nuova Repubblica d’Austria divenne il piccolo Stato che è ancora oggi. L’indipendenza del Paese, inoltre, sarebbe stata “tutelata” dalla Società delle Nazioni: lo scopo era quello di impedire che l’Austria potesse unificarsi alla Germania.

L’Ungheria, anch’essa costituitasi in Repubblica, subì a sua volta ampie amputazioni territoriali.

La nuova Polonia si accrebbe grazie a territori provenienti dagli ex imperi tedesco e russo, mentre boemi e slovacchi confluirono nella Repubblica di Cecoslovacchia che comprendeva anche una ampia minoranza tedesca (la Cecoslovacchia, che comprendeva anche una ampia minoranza tedesca (la regione dei sudeti).

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NUOVI STATI

Gli Slavi del Sud Croazia Slovenia Bosnia Erzegovina siGli Slavi del Sud – Croazia, Slovenia, Bosnia-Erzegovina – si unirono a Serbia e Montenegro a formare la Jugoslavia.

L’I tt i t f d l iù t d iL’Impero ottomano si trasformava, dopo aver perso la più parte dei suoi possedimenti (Libano e Siria divennero “mandati” francesi, Iraq e Palestina “mandati” inglesi), in uno Stato nazionale che occupava la sola penisola anatolica: l’attuale Turchia.

Il mandato era una nuova istituzione prevista in seno alla Società delle Nazioni. Si trattava diuna tutela temporanea che le potenze vincitrici avrebbero dovuto esercitare nei confronti diuna tutela temporanea che le potenze vincitrici avrebbero dovuto esercitare nei confronti diquesti Stati, in modo da avviare questi territori ex-ottomani verso l’indipendenza.

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La Grande Guerra- PARTE TERZA -

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LA RUSSIA

Le potenze vincitrici non solo si rifiutarono di riconoscere laLe potenze vincitrici non solo si rifiutarono di riconoscere la legittimità della Repubblica socialista, ma aiutarono in tutti i modi possibili i gruppi controrivoluzionari.

Le repubbliche di Finlandia, Lettonia, Estonia e Lituania, invece –nate sulle spoglie dell’impero zarista – vennero sostenute proprio in un’ottica di difesa contro il contagio comunista.

Questi quattro Stati, insieme a Polonia e Romania, formarono quello che venne definito “cordone sanitario”.

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La Grande Guerra- PARTE TERZA -

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LA SOCIETÀ DELLE NAZIONI

Essa, il cui atto costitutivo venne firmato nell’aprile 1919, avrebbe dovuto garantire il rispetto dei trattati di pace I Paesi membridovuto garantire il rispetto dei trattati di pace. I Paesi membri rinunciavano all’uso della forza per la soluzione di eventuali controversie, accettando di ricorrere all’arbitrato.

Questa Società, però, portò con sé gravi handicap:

I P i fitti l R i i f t- I Paesi sconfitti, come pure la Russia, non vennero ammessi a farne parte.- La società era priva di un reale potere di dissuasione nei confronti di chi

avesse voluto rifiutarne l’azione pacificatrice.- Nel 1920, il Congresso USA respinse l’adesione al nuovo organismo:

cominciava il periodo dell’“isolazionismo”.

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LA “GENERAZIONE PERDUTA”LA GENERAZIONE PERDUTA”

La fine della Grande Guerra significò anche l’inizio di una sorta di lutto epocale: la maggior parte dei molti milioni di morti era concentrata in una fascia di età fra i 20 ed i 40 anni, si trattava della cosiddetta “generazione perduta”.g

Non bisogna, poi, dimenticare i numerosissimi reduci dalla guerra: feriti, mutilati, psicologicamente traumatizzati. Il reinserimento nella vita civile fu estremamente psicologicamente traumatizzati. Il reinserimento nella vita civile fu estremamente difficile per queste persone.

Se la guerra era stata terribile il dopoguerra si presentava quanto mai ricco di Se la guerra era stata terribile, il dopoguerra si presentava quanto mai ricco di incognite sia sul fronte politico e sociale, quanto su quello delle relazioni internazionali.