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Il modello italiano di politiche Il modello italiano di politiche sociali: l’applicazione del sociali: l’applicazione del principio di sussidiarietà dopo principio di sussidiarietà dopo la legge 328/2000 e la riforma la legge 328/2000 e la riforma del Titolo V della Costituzione. del Titolo V della Costituzione. (Prof. Ivo Colozzi, (Prof. Ivo Colozzi, Università degli studi di Università degli studi di Bologna) Bologna)

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Il modello italiano di politiche sociali: l’applicazione del principio di sussidiarietà dopo la legge 328/2000 e la riforma del Titolo V della Costituzione. (Prof. Ivo Colozzi, Università degli studi di Bologna). - PowerPoint PPT Presentation

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Il modello italiano di politiche Il modello italiano di politiche sociali: l’applicazione del principio sociali: l’applicazione del principio

di sussidiarietà dopo la legge di sussidiarietà dopo la legge 328/2000 e la riforma del Titolo V 328/2000 e la riforma del Titolo V

della Costituzione.della Costituzione.

(Prof. Ivo Colozzi, Università (Prof. Ivo Colozzi, Università degli studi di Bologna)degli studi di Bologna)

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Le caratteristiche del sistema Le caratteristiche del sistema assistenziale pubblico alla fine della assistenziale pubblico alla fine della seconda guerra mondialeseconda guerra mondiale

• a) a) verticismoverticismo: tutte le decisioni in : tutte le decisioni in materia assistenziale venivano materia assistenziale venivano assunte nelle sedi centrali dell’ente assunte nelle sedi centrali dell’ente erogatore di assistenza;erogatore di assistenza;

• b) b) burocratismoburocratismo: le risposte : le risposte tenevano conto in prima istanza delle tenevano conto in prima istanza delle regole che la normativa aveva regole che la normativa aveva imposto all’ente erogatore;imposto all’ente erogatore;

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Le caratteristiche del sistema Le caratteristiche del sistema assistenziale pubblico alla fine della assistenziale pubblico alla fine della seconda guerra mondialeseconda guerra mondiale

• c) c) categorizzazione:categorizzazione: gli interventi erano gli interventi erano pensati e realizzati per distinte categorie di pensati e realizzati per distinte categorie di bisogno;bisogno;

• d) d) discrezionalitàdiscrezionalità: non esistevano criteri : non esistevano criteri oggettivi per quanto riguarda il diritto ad oggettivi per quanto riguarda il diritto ad ottenere una prestazione;ottenere una prestazione;

• e) e) custodialismocustodialismo: prevaleva la tendenza a : prevaleva la tendenza a segregare, tramite ricovero coatto, quanti segregare, tramite ricovero coatto, quanti manifestavano problemi di adattamento manifestavano problemi di adattamento sociale per salvaguardare l’ordine pubblico. sociale per salvaguardare l’ordine pubblico.

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Il lungo cammino delle riformeIl lungo cammino delle riforme

• Processo di decentramento regionale Processo di decentramento regionale (L. 382/75 e Dpr. 616/77) (L. 382/75 e Dpr. 616/77)

Si decise di far rientrare l’assistenza Si decise di far rientrare l’assistenza nel Settore “Sanità e servizi sociali” e nel Settore “Sanità e servizi sociali” e di escludere dalla competenza di escludere dalla competenza regionale solo le prestazioni di regionale solo le prestazioni di carattere previdenziale e le altre carattere previdenziale e le altre prestazioni di carattere generale e prestazioni di carattere generale e continuativo, come la pensione sociale.continuativo, come la pensione sociale.

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Il lungo cammino delle riformeIl lungo cammino delle riforme

• Si configurò in quegli anni lo schema Si configurò in quegli anni lo schema che assegnava alle Regioni i compiti di che assegnava alle Regioni i compiti di legislazione e programmazione legislazione e programmazione generale e ai Comuni quelli di generale e ai Comuni quelli di programmazione locale e di gestione programmazione locale e di gestione operativa dei servizi o direttamente o, operativa dei servizi o direttamente o, dopo l’approvazione della L. 833/78 dopo l’approvazione della L. 833/78 istitutiva del S.S.N., tramite le USL. istitutiva del S.S.N., tramite le USL.

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Il lungo cammino delle riformeIl lungo cammino delle riforme

• All’inizio degli anni ’90 il Parlamento e il All’inizio degli anni ’90 il Parlamento e il Governo nazionali approvano una serie di Governo nazionali approvano una serie di provvedimenti che incideranno molto sul provvedimenti che incideranno molto sul sistema dei servizi. sistema dei servizi.

• La L.142/90 su “Ordinamento delle La L.142/90 su “Ordinamento delle autonomie locali” contiene disposizioni autonomie locali” contiene disposizioni innovative, intese a dare compiuta innovative, intese a dare compiuta attuazione al dettato costituzionale con la attuazione al dettato costituzionale con la realizzazione di un compiuto decentramento realizzazione di un compiuto decentramento amministrativo. amministrativo.

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Il lungo cammino delle riformeIl lungo cammino delle riforme

• La legge 59/97 completa il trasferimento delle La legge 59/97 completa il trasferimento delle deleghe dallo Stato alle Regioni ed agli Enti locali in deleghe dallo Stato alle Regioni ed agli Enti locali in base a criteri innovativi, il più importante dei quali è base a criteri innovativi, il più importante dei quali è il principio di il principio di sussidiarietà verticalesussidiarietà verticale. La legge . La legge afferma che le funzioni amministrative dovrebbero afferma che le funzioni amministrative dovrebbero condensarsi su quegli enti che, in ragione della loro condensarsi su quegli enti che, in ragione della loro struttura e vicinanza ai luoghi dei cittadini struttura e vicinanza ai luoghi dei cittadini interessati, avvertano per primi i bisogni apportando interessati, avvertano per primi i bisogni apportando la soluzione più idonea ai problemi della collettività la soluzione più idonea ai problemi della collettività di cui sono il referente. L’assegnazione delle funzioni di cui sono il referente. L’assegnazione delle funzioni viene fatta seguendo un ordine gerarchico inverso: viene fatta seguendo un ordine gerarchico inverso: Comuni, Province, Comunità montane, Regioni ed Comuni, Province, Comunità montane, Regioni ed infine lo Stato. infine lo Stato.

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Il lungo cammino delle riformeIl lungo cammino delle riforme

• L’8 novembre del 2000 il Parlamento L’8 novembre del 2000 il Parlamento ha approvato una legge-quadro di ha approvato una legge-quadro di riforma dell’assistenza, denominata riforma dell’assistenza, denominata “Legge quadro per la realizzazione “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e del sistema integrato di interventi e servizi sociali.”(L. 328/2000) servizi sociali.”(L. 328/2000)

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I contenuti della L. 382/2000I contenuti della L. 382/2000

• L’art. 1 comma 3 sancisce che gli L’art. 1 comma 3 sancisce che gli attori, cioè chi programma e attori, cioè chi programma e organizza il sistema dei servizi, sono organizza il sistema dei servizi, sono gli enti pubblici (Comune, Regione, gli enti pubblici (Comune, Regione, Stato), secondo il principio della Stato), secondo il principio della sussidiarietà verticale affermatosi sussidiarietà verticale affermatosi con la legge 59/97 e recepito anche con la legge 59/97 e recepito anche nella riforma nella riforma terter della sanità. della sanità.

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I contenuti della L. 382/2000I contenuti della L. 382/2000

• Spetta a questi enti (comma 4) riconoscere Spetta a questi enti (comma 4) riconoscere e agevolare un ruolo di programmazione e e agevolare un ruolo di programmazione e organizzazione degli organismi non lucrativi organizzazione degli organismi non lucrativi di utilità sociale, degli organismi della di utilità sociale, degli organismi della cooperazione, delle associazioni e degli enti cooperazione, delle associazioni e degli enti di promozione sociale, delle fondazioni e di promozione sociale, delle fondazioni e degli enti di patronato nella degli enti di patronato nella programmazione, nella organizzazione e programmazione, nella organizzazione e nella gestione del sistema integrato di nella gestione del sistema integrato di interventi e servizi sociali. interventi e servizi sociali.

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I contenuti della L. 382/2000I contenuti della L. 382/2000

• I soggetti di TS hanno invece titolarità, assieme agli I soggetti di TS hanno invece titolarità, assieme agli enti pubblici, per la gestione dei servizi(comma 5). enti pubblici, per la gestione dei servizi(comma 5).

• Un accenno indiretto alla prospettiva della Un accenno indiretto alla prospettiva della sussidiarietà orizzontalesussidiarietà orizzontale si può trovare nelle si può trovare nelle ultime righe del comma 5, dove si dice: “Il sistema ultime righe del comma 5, dove si dice: “Il sistema integrato di interventi e servizi sociali ha tra gli integrato di interventi e servizi sociali ha tra gli scopi anche la promozione della solidarietà sociale, scopi anche la promozione della solidarietà sociale, con la valorizzazione delle iniziative delle persone, con la valorizzazione delle iniziative delle persone, dei nuclei familiari, delle forme di auto-aiuto e di dei nuclei familiari, delle forme di auto-aiuto e di reciprocità e della solidarietà organizzata.” reciprocità e della solidarietà organizzata.”

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I contenuti della L. 382/2000I contenuti della L. 382/2000

• Nell’art. 5 (Ruolo del terzo settore) si Nell’art. 5 (Ruolo del terzo settore) si afferma che le istituzioni “per afferma che le istituzioni “per favorire l’attuazione del principio di favorire l’attuazione del principio di sussidiarietà” devono promuovere sussidiarietà” devono promuovere azioni per il sostegno e la azioni per il sostegno e la qualificazione dei soggetti di TS. qualificazione dei soggetti di TS.

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La riforma del Titolo VLa riforma del Titolo V

• A un anno dall’approvazione della A un anno dall’approvazione della legge-quadro, il percorso di legge-quadro, il percorso di inserimento del principio di inserimento del principio di sussidiarietà nel nostro ordinamento sussidiarietà nel nostro ordinamento si è concluso con la riforma del Titolo si è concluso con la riforma del Titolo V della Costituzione V della Costituzione

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La riforma del Titolo VLa riforma del Titolo V

• L’art. 117 attribuisce alle Regioni la L’art. 117 attribuisce alle Regioni la potestà legislativa in materia di potestà legislativa in materia di servizi sociali, con l’esclusivo limite servizi sociali, con l’esclusivo limite del rispetto della Costituzione, del rispetto della Costituzione, dell’ordinamento comunitario dell’ordinamento comunitario europeo e degli obblighi europeo e degli obblighi internazionali.internazionali.

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La riforma del Titolo VLa riforma del Titolo V

• L’ art. 118, afferma: “Stato, Regioni, Città L’ art. 118, afferma: “Stato, Regioni, Città metropolitane, Province e Comuni favoriscono metropolitane, Province e Comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà”. sussidiarietà”.

• Come è evidente, questo articolo afferma il Come è evidente, questo articolo afferma il concetto molto importante che l’interesse concetto molto importante che l’interesse generale non è monopolio dei poteri pubblici. generale non è monopolio dei poteri pubblici. Oltre che di questi ultimi, può essere ‘affare’ dei Oltre che di questi ultimi, può essere ‘affare’ dei cittadini, singoli o associati. cittadini, singoli o associati.

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La riforma del Titolo VLa riforma del Titolo V

• Nel dettato dell’articolo manca un Nel dettato dell’articolo manca un aspetto che era stato largamente aspetto che era stato largamente presente nelle discussioni precedenti la presente nelle discussioni precedenti la revisione. Si tratta dell’idea che quando revisione. Si tratta dell’idea che quando la cura dell’interesse generale può la cura dell’interesse generale può essere affidata a iniziative essere affidata a iniziative autonomamente intraprese dai cittadini, autonomamente intraprese dai cittadini, piuttosto che all’esercizio dei poteri piuttosto che all’esercizio dei poteri pubblici, è bene che tale possibilità vada pubblici, è bene che tale possibilità vada a effetto. a effetto.

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La riforma del Titolo VLa riforma del Titolo V

• Si tratta di una omissione di non poca Si tratta di una omissione di non poca rilevanza, dal momento che l’idea che rilevanza, dal momento che l’idea che l’ente superiore ( o più grande) non l’ente superiore ( o più grande) non intervenga quando quello inferiore (o intervenga quando quello inferiore (o più piccolo) è in grado di svolgere il più piccolo) è in grado di svolgere il compito costituisce il contenuto compito costituisce il contenuto essenziale del principio di sussidiarietà essenziale del principio di sussidiarietà sia nella sua formulazione tradizionale sia nella sua formulazione tradizionale che in quella recepita dall’Unione che in quella recepita dall’Unione Europea. Europea.

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Valutazione sul sistema Valutazione sul sistema regolativoregolativo

• In sintesi, sulla base della ricognizioni che In sintesi, sulla base della ricognizioni che abbiamo proposto, si può affermare che in abbiamo proposto, si può affermare che in Italia il principio di sussidiarietà è stato Italia il principio di sussidiarietà è stato recepito ed è entrato formalmente a far parte recepito ed è entrato formalmente a far parte dei principi ispiratori del nostro ordinamento, dei principi ispiratori del nostro ordinamento, anche nell’ambito delle politiche socio-anche nell’ambito delle politiche socio-assistenziali, ma in una versione “anomala” assistenziali, ma in una versione “anomala” che lascia spazio ad una pluralità di che lascia spazio ad una pluralità di interpretazioni e, soprattutto, di modalità di interpretazioni e, soprattutto, di modalità di implementazione. implementazione.

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L’attuazione del principio di L’attuazione del principio di sussidiarietà verticalesussidiarietà verticale

• L’attuazione della dimensione verticale della L’attuazione della dimensione verticale della sussidiarietà ha fino ad ora trovato un sussidiarietà ha fino ad ora trovato un ostacolo molto forte, oltre che nella costante ostacolo molto forte, oltre che nella costante riduzione dei finanziamenti statali, nel riduzione dei finanziamenti statali, nel metodo della finanza derivata, cioè metodo della finanza derivata, cioè nell’assegnazione delle risorse economiche nell’assegnazione delle risorse economiche secondo il modello della redistribuzione secondo il modello della redistribuzione top-top-downdown. L’attuazione piena della sussidiarietà . L’attuazione piena della sussidiarietà verticale, infatti, esige la creazione di un verticale, infatti, esige la creazione di un sistema di finanziamento basato sul sistema di finanziamento basato sul federalismo fiscale. federalismo fiscale.

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Le posizioni sull’attuazione Le posizioni sull’attuazione della sussidiarietà orizzontaledella sussidiarietà orizzontale• Il dibattito su come debba essere attuato il Il dibattito su come debba essere attuato il

principio di sussidiarietà, ha prodotto posizioni e principio di sussidiarietà, ha prodotto posizioni e valutazioni molto diverse.valutazioni molto diverse.

• Secondo alcuni i cittadini singoli e associati non Secondo alcuni i cittadini singoli e associati non possono stabilire in che cosa consista “l’interesse possono stabilire in che cosa consista “l’interesse generale” della comunità. Il compito generale” della comunità. Il compito dell’individuazione è proprio della sfera pubblica, dell’individuazione è proprio della sfera pubblica, identificata con le relative istituzioni democratiche identificata con le relative istituzioni democratiche (comune, regione, stato). Rispetto a questa (comune, regione, stato). Rispetto a questa funzione, che rimane inalterata, l’art. 118 sollecita funzione, che rimane inalterata, l’art. 118 sollecita e favorisce la “partecipazione” dei cittadini al e favorisce la “partecipazione” dei cittadini al processo decisionale dell’amministrazione. processo decisionale dell’amministrazione.

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Le posizioni sull’attuazione Le posizioni sull’attuazione della sussidiarietà orizzontaledella sussidiarietà orizzontale

• Altri parlano di sussidiarietà Altri parlano di sussidiarietà “circolare” per indicare che il modello “circolare” per indicare che il modello italiano suggerisce e sostiene italiano suggerisce e sostiene l’intreccio o la piena collaborazione l’intreccio o la piena collaborazione tra risorse pubbliche e risorse private. tra risorse pubbliche e risorse private. Il termine si deve a Cotturri, che legge Il termine si deve a Cotturri, che legge la sussidiarietà come necessaria e la sussidiarietà come necessaria e doverosa integrazione/collaborazione doverosa integrazione/collaborazione tra Stato e società civile.tra Stato e società civile.

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I modelli di attuazioneI modelli di attuazione

• Il primo modello intende come Il primo modello intende come attuazione della sussidiarietà attuazione della sussidiarietà orizzontale da parte dell’ente orizzontale da parte dell’ente pubblico l’esternalizzazione, cioè pubblico l’esternalizzazione, cioè l’affidamento di un servizio, prima l’affidamento di un servizio, prima gestito direttamente, ad un soggetto gestito direttamente, ad un soggetto privato o di privato-sociale tramite privato o di privato-sociale tramite convenzione o gara di appalto. convenzione o gara di appalto.

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EsternalizzazioneEsternalizzazione

• Ricondotta al concetto di sussidiarietà Ricondotta al concetto di sussidiarietà si potrebbe dire che questa logica ne si potrebbe dire che questa logica ne rappresenta una forma di attuazione rappresenta una forma di attuazione invertita o rovesciata, nel senso che è invertita o rovesciata, nel senso che è l’ente pubblico che chiede al privato di l’ente pubblico che chiede al privato di essere sussidiato per la realizzazione e essere sussidiato per la realizzazione e la gestione dei servizi che lo stesso la gestione dei servizi che lo stesso ente pubblico giudica non opportuno o ente pubblico giudica non opportuno o conveniente gestire direttamente. conveniente gestire direttamente.

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EsternalizzazioneEsternalizzazione

• Così intesa, la sussidiarietà tende a Così intesa, la sussidiarietà tende a produrre effetti perversi di notevole produrre effetti perversi di notevole rilevanza che possiamo sintetizzare nel rilevanza che possiamo sintetizzare nel concetto di “isomorfismo organizzativo” del concetto di “isomorfismo organizzativo” del TS. Con questa espressione si intende TS. Con questa espressione si intende evidenziare che le OTS, per ottenere gli evidenziare che le OTS, per ottenere gli appalti dei servizi si assimilano sempre di appalti dei servizi si assimilano sempre di più ai modelli organizzativi tipici delle più ai modelli organizzativi tipici delle burocrazie pubbliche perdendo l’elemento burocrazie pubbliche perdendo l’elemento che le differenzia specificamente dallo Stato che le differenzia specificamente dallo Stato e dal mercato, cioè la capacità di produrre e dal mercato, cioè la capacità di produrre beni relazionali e di creare capitale sociale. beni relazionali e di creare capitale sociale.

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EsternalizzazioneEsternalizzazione

• Nel welfare italiano questa è la forma di Nel welfare italiano questa è la forma di sussidiarietà più diffusa e praticata. sussidiarietà più diffusa e praticata.

• Secondo i dati forniti dalla Indagine Auser su Secondo i dati forniti dalla Indagine Auser su Enti locali e Terzo settore, presentata a Roma Enti locali e Terzo settore, presentata a Roma all’inizio del 2008, nel 2006 il 40,3% della all’inizio del 2008, nel 2006 il 40,3% della spesa sociale dei medi e grandi comuni spesa sociale dei medi e grandi comuni (capoluoghi di Provincia) era già gestita (capoluoghi di Provincia) era già gestita attraverso l’intervento delle Cooperative attraverso l’intervento delle Cooperative sociali e di altri soggetti del Terzo settore sociali e di altri soggetti del Terzo settore (organismi del volontariato). Una percentuale (organismi del volontariato). Una percentuale che aumenta fino al 44% nelle aree del che aumenta fino al 44% nelle aree del Centro, e scende al 33,7% al Sud Centro, e scende al 33,7% al Sud

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2° modello:La sussidiarietà come 2° modello:La sussidiarietà come innovazione progettuale e innovazione progettuale e sperimentazione di servizisperimentazione di servizi • In questo modello viene valorizzata la In questo modello viene valorizzata la

capacità di innovazione, che è capacità di innovazione, che è considerata da molti una delle considerata da molti una delle caratteristiche più significative del TS, caratteristiche più significative del TS, mentre il pubblico si riserva il ruolo di mentre il pubblico si riserva il ruolo di valutazione della qualità, coerenza e valutazione della qualità, coerenza e sostenibilità economica dei progetti e il sostenibilità economica dei progetti e il ruolo di controllo della loro ruolo di controllo della loro implementazione. implementazione.

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2° modello:La sussidiarietà come 2° modello:La sussidiarietà come innovazione progettuale e innovazione progettuale e sperimentazione di servizisperimentazione di servizi• Questo modello ha avuto un periodo di forte Questo modello ha avuto un periodo di forte

espansione per quanto riguarda le politiche espansione per quanto riguarda le politiche per l’infanzia e l’adolescenza, grazie per l’infanzia e l’adolescenza, grazie all’approvazione della l. 285/97. Il mancato all’approvazione della l. 285/97. Il mancato rifinanziamento di quella legge e la mancata rifinanziamento di quella legge e la mancata estensione della sua logica ad altri settori estensione della sua logica ad altri settori ha fatto sì che sia rimasto abbastanza ha fatto sì che sia rimasto abbastanza residuale. E’ presente nella forma della residuale. E’ presente nella forma della predisposizione di progetti inseriti nei Piani predisposizione di progetti inseriti nei Piani di zona e della realizzazione autonoma di di zona e della realizzazione autonoma di alcune strutture o servizi, successivamente alcune strutture o servizi, successivamente convenzionati con l’Ente locale.convenzionati con l’Ente locale.

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3° 3° modello:La sussidiarietà come modello:La sussidiarietà come

valorizzazione delle iniziative della società civilevalorizzazione delle iniziative della società civile • Corrisponde ai casi in cui l’ente pubblico si Corrisponde ai casi in cui l’ente pubblico si

impegna a riconoscere e a sostenere a impegna a riconoscere e a sostenere a posteriori iniziative realizzate da soggetti di posteriori iniziative realizzate da soggetti di società civile che hanno ottenuto il società civile che hanno ottenuto il consenso e il sostegno della comunità e/o consenso e il sostegno della comunità e/o dei segmenti di comunità coinvolti ed dei segmenti di comunità coinvolti ed interessati a certe aree di disagio. interessati a certe aree di disagio.

• La metodologia con cui la legge prevede si La metodologia con cui la legge prevede si debbano costruire i Piani di Zona rende debbano costruire i Piani di Zona rende teoricamente possibile l’attuazione di teoricamente possibile l’attuazione di questo modello. questo modello.

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3° 3° modello:La sussidiarietà come modello:La sussidiarietà come valorizzazione delle iniziative della società civilevalorizzazione delle iniziative della società civile

• Al momento non esistono ricerche che abbiano Al momento non esistono ricerche che abbiano valutato a livello nazionale le modalità di valutato a livello nazionale le modalità di costruzione, i contenuti e l’implementazione dei costruzione, i contenuti e l’implementazione dei Piani di Zona. Non è possibile, quindi, dare dati Piani di Zona. Non è possibile, quindi, dare dati sicuri. L’impressione che si ricava dalla lettura e sicuri. L’impressione che si ricava dalla lettura e valutazione di parecchi di questi Piani, e, valutazione di parecchi di questi Piani, e, soprattutto, dei modi in cui sono stati costruiti, mi soprattutto, dei modi in cui sono stati costruiti, mi porta a pensare che quello della valorizzazione porta a pensare che quello della valorizzazione sia il modello oggi meno diffuso, ma anche quello sia il modello oggi meno diffuso, ma anche quello che potrebbe più essere rilanciato dal varo di un che potrebbe più essere rilanciato dal varo di un corretto sistema di federalismo fiscale. corretto sistema di federalismo fiscale.

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I percorsi regionali di attuazione della l. I percorsi regionali di attuazione della l.

328328

• Per quanto riguarda il tema della Per quanto riguarda il tema della sussidiarietà, possiamo fare riferimento sussidiarietà, possiamo fare riferimento ai dati forniti da una ricerca del Formez ai dati forniti da una ricerca del Formez che ha analizzato il processo di che ha analizzato il processo di evoluzione della riforma del welfare evoluzione della riforma del welfare locale a cinque anni dall’emanazione locale a cinque anni dall’emanazione della Legge Quadro n. 328/2000 e dalla della Legge Quadro n. 328/2000 e dalla successiva modifica del titolo V della successiva modifica del titolo V della Costituzione (L. Cost. n. 3/2001).Costituzione (L. Cost. n. 3/2001).

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I percorsi regionali di attuazione della l. I percorsi regionali di attuazione della l. 328328

• I ricercatori del Formez hanno valutato il grado e la I ricercatori del Formez hanno valutato il grado e la modalità di attuazione dei principi di sussidiarietà modalità di attuazione dei principi di sussidiarietà orizzontale e verticale nelle regioni italiane orizzontale e verticale nelle regioni italiane utilizzando i termini di governance inteistituzionale utilizzando i termini di governance inteistituzionale (per la sussidiarietà verticale) e governance (per la sussidiarietà verticale) e governance esterna ( per quella orizzontale). Riferendosi agli esterna ( per quella orizzontale). Riferendosi agli schemi interpretativi forniti dalla sociologia schemi interpretativi forniti dalla sociologia dell’organizzazione, le regioni sono state dell’organizzazione, le regioni sono state differenziate in base al “meccanismo” di differenziate in base al “meccanismo” di coordinamento che risulta essere stato preferito tra coordinamento che risulta essere stato preferito tra tre alternative possibili: i meccanismi di tipo tre alternative possibili: i meccanismi di tipo mercato, i meccanismi orientati alla gerarchia e i mercato, i meccanismi orientati alla gerarchia e i meccanismi reticolari o network.meccanismi reticolari o network.

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I percorsi regionali di attuazione della l. I percorsi regionali di attuazione della l. 328328

• Vorrei sottolineare, prima di accennare ai risultati, i Vorrei sottolineare, prima di accennare ai risultati, i limiti dell’impostazione della ricerca, specie sul limiti dell’impostazione della ricerca, specie sul piano metodologico. Infatti, pur dovendosi piano metodologico. Infatti, pur dovendosi apprezzare l’introduzione delle due variabili apprezzare l’introduzione delle due variabili relative alla sussidiarietà come criteri di relative alla sussidiarietà come criteri di misurazione del grado di passaggio dal modello di misurazione del grado di passaggio dal modello di govermentgoverment a quello di a quello di governancegovernance e come e come indicatori del tipo di indicatori del tipo di governancegovernance realizzata, le realizzata, le informazioni richieste nella scheda di rilevazione informazioni richieste nella scheda di rilevazione risultano molto limitate e insufficienti a risultano molto limitate e insufficienti a caratterizzare in particolare l’ idea di sussidiarietà caratterizzare in particolare l’ idea di sussidiarietà orizzontale che ha influenzato gli atti normativi e orizzontale che ha influenzato gli atti normativi e programmatori delle regioni. programmatori delle regioni.

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I percorsi regionali di attuazione della l. I percorsi regionali di attuazione della l. 328328

• Ad esempio, vengono assegnate al modello “mercato” Ad esempio, vengono assegnate al modello “mercato” le regioni in cui sono diffusamente presenti i voucher, le regioni in cui sono diffusamente presenti i voucher, l’esternalizzazione dei servizi e l’accreditamento, l’esternalizzazione dei servizi e l’accreditamento, mentre la reticolarità coincide con la presenza di mentre la reticolarità coincide con la presenza di forme di “partnership pubblico – pubblico o pubblico – forme di “partnership pubblico – pubblico o pubblico – privato nell’erogazione dei servizi o nel sistema di privato nell’erogazione dei servizi o nel sistema di finanziamenti.” (Formez 2006, p. 171) finanziamenti.” (Formez 2006, p. 171)

• E’ chiaro che tra le informazioni raccolte e questo tipo E’ chiaro che tra le informazioni raccolte e questo tipo di categorizzazione è intervenuto il filtro di un di categorizzazione è intervenuto il filtro di un concetto di sussidiarietà “circolare” che è del tutto concetto di sussidiarietà “circolare” che è del tutto legittimo ma che in questo contesto si pone come legittimo ma che in questo contesto si pone come opzione normativa e, in quanto tale, opzione normativa e, in quanto tale, metodologicamente problematica. metodologicamente problematica.

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I percorsi regionali di attuazione della l. I percorsi regionali di attuazione della l. 328: 328: Classifica FormezClassifica Formez

Modello tradizionaleModello tradizionale mercatomercato reterete In In transiziontransizionee

AbruzzoAbruzzo VenetoVeneto BolzanoBolzano CampaniCampaniaa

BasilicataBasilicata LiguriaLiguria TrentoTrento MarcheMarcheCalabriaCalabria LombardiLombardi

aaFriuliFriuli UmbriaUmbria

MoliseMolise Valle Valle d’Aostad’Aosta

Emilia-Emilia-RomagnaRomagna

ToscanaToscana

SardegnaSardegna

SiciliaSicilia

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ConclusioniConclusioni

• Mi pare che in Italia sia fino ad ora Mi pare che in Italia sia fino ad ora prevalsa, con qualche eccezione, una prevalsa, con qualche eccezione, una semantica della sussidiarietà che semantica della sussidiarietà che potremmo definirepotremmo definire neo- neo-socialdemocraticasocialdemocratica o o istituzionaleistituzionale. .

• In questa semantica il problema In questa semantica il problema cruciale diventa quello della cruciale diventa quello della regolazione regolazione

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ConclusioniConclusioni

• A questa vorrei contrapporre una semantica A questa vorrei contrapporre una semantica relazionalerelazionale della sussidiarietà. Entro tale della sussidiarietà. Entro tale semantica, il Privato sociale-TS, pur nella semantica, il Privato sociale-TS, pur nella sua complessa articolazione, rappresenta sua complessa articolazione, rappresenta un nuovo progetto sociale e umano che un nuovo progetto sociale e umano che esprime un modo nuovo di vivere in società esprime un modo nuovo di vivere in società e di fare società, nella misura in cui mette al e di fare società, nella misura in cui mette al primo posto la produzione di beni relazionali primo posto la produzione di beni relazionali e, tramite questa, la creazione di capitale e, tramite questa, la creazione di capitale sociale.sociale.

Page 37: (Prof. Ivo Colozzi, Università degli studi di Bologna)

ConclusioniConclusioni

• Lo Stato è sussidiario nella misura in Lo Stato è sussidiario nella misura in cui è capace di raccogliere e cui è capace di raccogliere e valorizzare i movimenti della società valorizzare i movimenti della società che stanno sperimentando forme che stanno sperimentando forme nuove di solidarietà e di aiuto per nuove di solidarietà e di aiuto per finalizzarle alla costruzione di una finalizzarle alla costruzione di una welfare societywelfare society. .