Lezioni di fumetto: Ivo Milazzo

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Lezioni di Fumetto – 9 – Davide G.G. Caci IVO MILAZZO Sulla pista di Ken Parker: un artista di frontiera © SBE

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Sulle orme di Ken Parker, un artista di frontiera

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Lezioni di Fumetto– 9 –

Davide G.G. Caci

IVO MILAZZOSulla pista di Ken Parker:

un artista di frontiera

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Partiamo dal principio, Ivo: come sei diventato un fumettista?Sono diventato disegnatore di fumetti senza sapere nemmeno che esistesse unmestiere simile. Avevo un dono di natura, legato al disegno, e amavo raccon-tare delle storie che erano una rielaborazione per sonale di quello che avevoletto nei libri, nei fumetti, o visto al cinema.Questi erano allora gli elementi fondamentali della mia fantasia.Sui banchi delle scuole superiori ho conosciuto Giancarlo [Berardi, n.d.r.].Entrambi con lo stesso de siderio di esprimerci nella narrazione: io col dise-gno, lui con la scrittura. Abbiamo intrapreso così questo percorso lavorativo,in maniera indubbiamente poco conscia. All’epoca il background era moltodiverso rispetto a oggi: non esistevano scuole e l’unico mezzo di conoscenzaera l’approccio diretto con i professionisti.All’inizio, fondamentalmente, volevamo capire se quello di diventare autori difumetti potesse essere un percorso realizzabile e un lavoro con cui camparedignitosamente. In seguito, durante la leva militare, ebbi un collega al corso ufficiali che lavo-rava per Sansoni. Seppi che c’era una possibilità ed ebbi così un forte incorag-giamento. Dopo le prime esperienze sul campo, ci siamo a poco a poco con-vinti che quella poteva essere la nostra strada.

E queste prime esperienze sono state presso lo studio Bierreci...Infatti il Bierreci (Luciano Bottaro, Giorgio Rebuffi e Carlo Chendi) è statoper noi un punto di riferi mento importantissimo, perché ci ha fatto prenderecoscienza delle nostre possibilità. Ci siamo potuti confrontare con un mecca-nismo diverso – quello del fumetto comico – rispetto a ciò cui aspiravamo.Con quell’esperienza abbiamo conosciuto persone, poi diventate amiche, checi hanno dato consigli e fatto capire ancora meglio il mondo in cui eravamoentrati. A onor del vero, un po’ tutti i colleghi con cui siamo venuti in contatto, anche

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negli anni a venire, ci sono stati di grande aiuto. In particolare Renzo Calegarie Gino D’Antonio.Stranamente, ho conosciuto solo quest’anno Mino Milani, che leggevo neglianni Sessanta su «Il Corriere dei Ragazzi»: tra i vari autori, lui era uno scrit-tore con la S maiuscola. Il suo Tommy River, in particolare, ha dato il via almio immaginario “alla Tex”.

A proposito: quali sono le letture d’infanzia che ti hanno accompagnato neiprimi anni di carriera?Sicuramente Rudyard Kipling è stato uno di quelli che mi hanno segnato dipiù. Ci sono poi una serie di autori che ho imparato a conoscere bene solo inseguito, ma che sono stati importanti già durante l’infanzia. Mia madre eraabbonata a «Reader’s Digest», su cui venivano stampati spezzoni di romanzi;talvolta magari non ricordavo esattamente chi erano gli autori, ma mi colpivala storia.Fondamentali sono stati Joseph Conrad, Jack London, R.L. Stevenson, eovviamente Emilio Salgari insieme a Jules Verne. In generale mi hannoinfluenzato tutti quegli autori più adatti a farti galoppare la fantasia.

Inizialmente disegnavi umoristico, pochi ricordano che hai firmato anchedelle storie Disney...Il fumetto umoristico faceva parte del percorso Bierreci. In realtà la nostraaspirazione era il realistico. Infatti avevamo già cominciato a fare delle storie

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l Striscia tratta da Sangue sul Colorado, «Tex», Albo speciale n. 13 (1999).

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l Tavola tratta da Sangue sul Colorado, «Tex», Albo speciale n. 13 (1999).

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l Strisce de Il Palafita, «Sorry» n. 2 (Editrice Persona, 1972).

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brevi per «Horror». Quando poi siamo arrivati da loro, ci siamo adattati perprendere confidenza con il medium. La nostra voglia era di trovare una stra-da per lavorare, anche se a livello istintivo eravamo portati per storie distampo realistico. Ma ogni via era buona per capire e lavorare! Non a caso ilnostro esordio è stata la striscia umoristica Il Palafita, che mi perseguitaancora adesso! [risata]

Con Giancarlo avete iniziato un sodalizio che è durato moltissimi anni: ilvostro primo personaggio è stato Tiki...Tiki è stato un personaggio che ci ha permesso di capire – in embrione – imeccanismi della narrazione, e di confrontarci con le nostre prerogative.Proprio in quest’ottica, potremmo dire che Tiki è stato un po’ il pre-lavoroper arrivare, poi, a Ken Parker. È stato una parentesi interessante che ci dàsoddisfazione ancora adesso, viste le numerose ristampe in Italia e all’estero.

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l Vignetta tratta da Tiki, «Ken Parker Magazine» (1993-1994).

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l Copertina per Tra le braccia della notte,«Ken Parker Magazine»

n. 25 (1995).

l Copertina per Sul filo del passato, «Ken Parker Magazine» n. 27 (1995).

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l Tavola tratta da L’uomo delle Filippine, «Un uomo un’avventura» n. 27 (1980).

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