PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali...

132
PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALE I R P E T Istituto Regionale Programmazione Economica Toscana Ivan Malevolti S

Transcript of PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali...

Page 1: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

PRODOTTI TIPICI LOCALITRADIZIONALI E

TURISMO RURALE

I R P E TIstitutoRegionaleProgrammazioneEconomicaToscanaIvan Malevolti

S

Page 2: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare
Page 3: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

1

I R P E TIstitutoRegionaleProgrammazioneEconomicaToscana

Prodotti tipici localitradizionali eturismo rurale

IVAN MALEVOLTI

Firenze, 2003

Page 4: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

2

RINGRAZIAMENTI

Il presente lavoro è stato svolto nell’ambito della convenzionetra Dipartimento di Economia Agraria e delle Risorse Territo-riali (Università degli Studi di Firenze) e IRPET.

Si ringraziano per la preziosa collaborazione nella fase diraccolta dati e informazioni: Dott.ssa Rossella Michelotti,Dott.ssa Manuela Nelli, Dott. Luca Barsotti, Dott. AlessandroCardarelli, ed in particolare il Dott. Luca Zammarchi che hacurato anche l’elaborazione dei dati.

L’allestimento editoriale è stato curato da Patrizia Ponticellidel Servizio Editoriale dell’IRPET.

Page 5: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

3

Indice

Presentazione di Tito Barbini 5

1.CAMPO DI INDAGINE 7

2.LE AREE E GLI OPERATORI INTERESSATIDALL’INDAGINE 11

3.ALCUNE CARATTERISTICHE DESCRITTIVEDEL TURISMO NELLE AREE RURALI 153.1 Le tipologie di turisti 153.2 I “tempi” dei turisti 19

4.TURISTI E DOMANDA DI PRODOTTI TLT 254.1 Motivazioni ed obiettivi dei turisti 254.2 L’interesse per i prodotti TLT 284.3 La spesa alimentare dei turisti 344.4 La fedeltà dei turisti all’ambiente visitato 36

5.EFFETTI DEL TURISMO SULL’OFFERTADI PRODOTTI TLT 395.1 Il business dei prodotti TLT 395.2 Il business dei prodotti TLT e la stagione turistica 425.3 Altri aspetti del business dei prodotti TLT 45

6.I DIFFERENZIALI DI PREZZO TRA PRODOTTITLT E STANDARD 476.1 Un plus di prezzo, ma non sempre 476.2 Prezzi di acquisto e vendita dei ristoranti 506.3 Domanda e disponibilità dei prodotti TLT 52

Page 6: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

4

7.OPINIONI DI TESTIMONI PRIVILEGIATI EOPERATORI ECONOMICI SU PRODOTTITLT E TURISMO 557.1 Offerta e formazione della domanda dei prodotti TLT 557.2 I tempi del turista 587.3 La fidelizzazione del turista 597.4 Prospettive dell’offerta di prodotti TLT 607.5 Prospettive della domanda di prodotti TLT 627.6 Vendita dei prodotti dell’azienda agricola 637.7 Potenzialità dei prodotti gastronomici 657.8 Promozione dei prodotti TLT 67

8.UN RAPIDO SGUARDO D’INSIEME 698.1 L’irrinunciabile vacanza in Toscana 698.2 Peculiarità locali 708.3 La “domanda di conoscenza” 73

BIBLIOGRAFIA 75

APPENDICE STATISTICA 77

ALLEGATI 109Questionario 1

OPERATORI DEI NEGOZI ALIMENTARI EDI ALTRI ESERCIZI COMMERCIALI 111

Questionario 2OPERATORI DELLA RISTORAZIONE 115

Questionario 3IMPRENDITORI DELL’AGRITURISMOE DELLA VENDITA DIRETTA 119

Questionario 4TESTIMONI PRIVILEGIATI 123

Page 7: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

5

Presentazione

Questa pubblicazione soddisfa una esigenza di approfondimentodella relazione tra turisti ed i prodotti agro-alimentari toscani,spesso oggetto di attenzione nel dibattito scientifico e nei do-cumenti di programmazione economica. In particolare l’obiet-tivo della ricerca è stato quello mettere a fuoco quei prodottiintimamente connessi con il territorio e che sono stati etichet-tati con l’acronimo TLT, unendo gli aggettivi più frequente-mente utilizzati in queste situazioni: tipici, locali, tradizionali.

Per molti versi si inserisce nel percorso di ricercadell’IRPET all’interno del quale un passo importante è statofatto da una precedente pubblicazione (Cavalieri, Manuelli,2001) sull’immagine della Toscana all’estero; in essa è emer-so un discreto rilievo del paesaggio rurale e degli alimenti to-scani che fanno da sfondo ai centri artistici-culturali, fra i qualiFirenze si pone come principale testimonial.

Tale studio è stato basato sulla percezione dei prodotti e del“mito” della nostra regione da parte di consumatori stranierie navigatori di internet. Il presente lavoro di Malevolti si ca-ratterizza invece per aver studiato prevalentemente la perce-zione di un’altra tipologia di soggetti: i piccoli imprenditoritoscani che hanno un diretto contatto con i turisti, come risto-ratori, negozianti, agricoltori con vendita diretta.

In questo modo emergono in primo luogo i comportamenti deituristi (la domanda) secondo l’opinione di osservatori attenti edinteressati. Ne risultata un’analisi che ha affrontato gli aspettitipici dell’economia del turismo: la fidelizzazione, la stagionalità,la promozione. In secondo luogo viene indagata la situazione del-l’offerta di prodotti agro-alimentari ai turisti mettendo in rilievoanche le eventuali carenze quantitative (discontinuità o instabili-tà della produzione), i problemi nell’organizzazione del processiproduttivi, secondo un’impostazione di economia aziendale.

L’analisi su più dimensioni dal punto di vista economico siassocia ad un approccio multidisciplinare che conferisce uncarattere di notevole originalità alla ricerca. Ci riferiamo inparticolare all’attenzione per l’analisi territoriale e alla curadello studio del sistema delle conoscenze.

Seguendo la tradizione IRPET, sono stati studiati alcuni si-stemi locali, o gruppi di essi, al fine di far emergere le differen-ze interne alla Toscana. Sono state selezionate alcune aree rap-presentative delle varie categorie socio-economiche di“Toscane” (Mugello, Valdarno Superiore, Maremma, Isola

Page 8: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

6

d’Elba ecc.) ed in ognuna di essa sono state effettuate numero-se interviste, per un totale di 700 operatori coinvolti. È statodelineato in questo modo un quadro piuttosto articolato cheevidenzia varie modalità di relazione ed integrazione tra turi-smo, agricoltura, artigianato e tradizioni culturali. Esistonotuttavia degli elementi comuni che consolidano l’idea dell’esi-stenza di un peculiare sentiero di sviluppo rurale presente inToscana, rafforzando l’opportunità della scelta della Regionedi accompagnare il Piano Regionale con appositi Piani Localidi Sviluppo Rurale che potranno avere indicazioni preziose daquesta ricerca.

Il profilo dei sistemi di conoscenze e di competenze legatoai prodotti agro-alimentari ha avuto una particolare cura. Siritrovano vari riferimenti alle modalità di produzione e dicommercializzazione ed alla necessaria attività di arricchimentodelle professionalità sull’argomento. Ma la specificità princi-pale di come è stato trattato questo profilo risiede nell’impor-tanza assegnata alla consapevolezza. Consapevolezza dell’ope-ratore economico nel rapportarsi alla domanda turistica pun-tando sul rispetto delle tradizioni e della tipicità dei propri pro-dotti e sul collegamento con il territorio. Consapevolezza delturista quale obiettivo da raggiungere pienamente puntandosu un’attività di acculturazione del turista, accrescendo le sueconoscenze sui prodotti TLT toscani.

Tito BarbiniAssessore all’Agricoltura

della Regione Toscana

Page 9: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

7

1.CAMPO DI INDAGINE

Il miglioramento o la valorizzazione della qualità dei prodottiagroalimentari, in quanto materia prima per successive mani-polazioni e in quanto prodotti finiti sia agricoli che artigianali eindustriali, sta al centro dell’attenzione di operatori economicie amministratori pubblici che ne fanno l’elemento centrale diuna strategia complessiva di sviluppo economico aziendale eterritoriale mirante anche alla salvaguardia culturale di tradi-zioni produttive e gastronomiche regionali e locali. Veicolomaggiore di mantenimento e allargamento del mercato dei pro-dotti tradizionali risultano l’informazione e la promozione, comestrumenti attivi di azione; tuttavia non si tratta di iniziative chepartono dal nulla in quanto prodotti e gastronomia toscani sonoconosciuti e consumati dagli autoctoni e da una ampia massadi turisti, nel tempo, che li hanno potuti direttamente apprezza-re o che ne hanno una conoscenza indiretta attraverso guidegastronomiche ed enologiche o attraverso l’informazione rice-vuta da conoscenti e amici che ne hanno già sperimentato lavalidità. Diversa può essere invece la prospettiva analitica quan-do ci si rifaccia ai mercati globali che si basano su grandi quan-tità e su strumenti di penetrazione a carattere industriale; tutta-via il lavoro di sviluppo delle conoscenze svolto in rapporto aiconsumatori in loco, sia di origine nazionale che internaziona-le, aiuta anche l’attività degli operatori che si muovono su unampio raggio geoeconomico. La nostra ricerca è indirizzata al-l’analisi del primo tipo di rapporto e dunque a scoprire le rela-zioni tra turismo e prodotti alimentari e gastronomici tipici,tradizionali e locali; successivamente ci riferiremo ad essi conl’acronimo TLT.

Una breve nota definitoria. In verità non abbiamo cercato difornire una definizione esatta di prodotto agroalimentare “lo-cale” “tipico” “tradizionale”, limitandoci a tenere insieme, inmaniera volutamente ambigua, i tre termini. Comunque si po-trebbe così approssimare:• locale: prodotto in loco, cioè in un ambito sub-comunale,

comunale o intercomunale, di valle, di area montana,collinare, costiera, di porzioni di più ampie pianure. Con-cetto abbastanza chiaro di confini fisici e culturali disegnatida elementi dello spazio e della storia (fiumi, catene mon-tuose, laghi, mari, amministrazioni, politica ed eventi stori-ci). In senso logico un prodotto potrebbe essere locale, manon per questo tradizionale; tuttavia la storia dei nostri ter-

Page 10: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

8

ritori ci fa presumere che questa relazione sia stretta;• tradizionale: termine simile al precedente, ma con un raf-

forzamento della componente legata al tempo storico e unaminore incidenza di quella spaziale: in effetti una tradizio-ne può andare dall’ambito locale a quello nazionale (peruna multinazionale un mercato nazionale è un mercato lo-cale), ma un “localismo” resterà tale per definizione;

• tipico: forse è il termine più ambiguo. Ci sono comporta-menti tipici della specie umana sotto qualunque latitudine:l’abitudine generale di cuocere la maggior parte dei cibi ètipica dell’uomo; i modi di produrre, preparare, cucinare emangiare sono diversi da luogo a luogo. Il prodotto alimen-tare o la pietanza tipici sono il simbolo di un comportamen-to antropologico le cui dimensioni spaziali possono andareda un’area locale anche assai ristretta (preparare, cucinare emangiare l’Amanita muscaria, fungo ritenuto altrove tossi-co, come sulla riva bresciana del Garda), ad un paese intero(spaghetti, pizza) e ad un complesso di paesi (cucina e dietamediterranee).In conclusione, dato lo scopo che ci si prefigge con la ricer-

ca in corso volto a comprendere la relazione che intercorre tral’offerta alimentare delle singole realtà subregionali ed il turi-smo in ambito rurale, ci si propone di impiegare in generale itre termini come sinonimi, con il riferimento al prodotto tipicoche risulta trasversale alle varie sub-culture che vanno a costi-tuire una cultura regionale. Le interviste hanno del resto forni-to direttamente, seppure in forma parziale, un’indicazione deiprodotti locali e indirettamente la dimensione del raggio di co-pertura di un prodotto tipico o tradizionale.

Queste definizioni appena tentate ci riportano alla realtà dellaregione Toscana la quale gode, oltre che di un immenso patri-monio artistico e di una pluralità di aspetti paesaggistici, anchedi una sua (meritata) fama in fatto di buona cucina, di ottimivini, di eccellente produzione di olio extravergine di oliva e dimolte altre specialità, che si traduce, anche in maniera definitoriasul piano normativo, in diversi riconoscimenti spaziando, adoggi: tra 6 DOCG, 33 DOC e 5 IGT per i vini; 1 IGP e 2 DOPpiù 1 DOP in fase di riconoscimento per gli oli di oliva; 6 IGPe 3 DOP per prodotti diversi; ed infine ulteriori 3 prodotti infase istruttoria (2 DOP e 1 IGP); inoltre sono individuati anco-ra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi delD.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta apreservare i processi produttivi tradizionali. Ed è proprio sugliaspetti inerenti alla specificità e ricchezza di questa offerta cheabbiamo fissato la nostra attenzione di ricercatori in quanto in-teressati, da una parte, a evidenziare i punti di forza e di debo-lezza dell’offerta di prodotti alimentari regionali e, dall’altra, ascoprire le eventuali opportunità di ulteriore valorizzazione osviluppo di mercato. La qual cosa, in definitiva, può comporta-re vantaggi anche per implementare il flusso turistico. Si noti,

Page 11: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

9

tuttavia, in negativo che la ricerca non ha trovato un’immedia-ta relazione tra gli elenchi appena citati e le indicazioni degliintervistati che si riferiscono spesso al prodotto locale o tradi-zionale in senso generale o scontato; in altre parole sembra sus-sista una certa ignoranza tra conoscenza locale e quadronormativo, se si esclude il riferimento ai riconoscimenti piùtradizionali e di vecchia data di alcune tipicità relative al vino ead altri pochi prodotti.

In ogni caso, la scelta di metodo della rilevazione ci ha per-messo di approfondire con un certo grado di chiarezza il lega-me tra turismo e aree di origine primaria dei prodotti TLT, inquanto produzioni agricole e prodotti alimentari locali nellavisione e percezione che ne hanno gli intervistati. Certamentel’intreccio degli aspetti del fenomeno produttivo e commercia-le risulta assai più ampio di questa nostra semplificazione, tut-tavia l’analisi così condotta dovrebbe permettere di prospetta-re opportunità e strumenti di sviluppo turistico e agroalimentarein aree o per prodotti con potenzialità ancora non totalmenteespresse o comunque da valorizzare ulteriormente. Ciò vale unpo’ per tutte le aree individuate e vale per l’Area costiera einsulare già molto sviluppata come volume dei flussi turisticiestivi, ma che spesso sono caratterizzati da consumi di massae standardizzati.

Il metodo di analisi seguito è basato sulla rilevazione, attra-verso questionari in parte strutturati (per gli aspetti descrittivi)ed in parte a risposta libera (per la raccolta di opinioni), di in-formazioni sul turismo, sui turisti ed i loro comportamenti esugli operatori economici prodotte ed espresse dagli operatorieconomici stessi e da testimoni privilegiati. Pertanto, soprat-tutto per quanto riguarda le caratteristiche e la domanda deituristi si tratta di idee, considerazioni, stime che derivano dal-l’esperienza e dalla percezione soggettiva di questi intervistatiche rappresentano il lato dell’offerta di prodotti TLT e di ga-stronomia basata, in parte, su prodotti TLT. In ciò sta il limite econtemporaneamente il vantaggio del metodo seguito, datoevidentemente il nostro vincolo di bilancio che non ci potevapermettere un’analisi diretta delle opinioni dei turisti in qualitàdi consumatori di quei prodotti.

Page 12: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

10

Page 13: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

11

2.1COMPOSIZIONE % DEL

CAMPIONE ESAMINATO.TOSCANA

2.LE AREE E GLI OPERATORI INTERESSATIDALL’INDAGINE

L’indagine ha preso in considerazione sei aree rurali di minore omaggiore interesse turistico, partendo dalla nota classificazioneterritoriale per “sistemi economici locali (SEL)” dell’IRPET, cosìdistinte:• MUGELLO, in quanto valli, montagne e colline

pedemontane dell’Appennino, caratterizzate da fattori cli-matici che ne determinano la vocazione agronomica tra al-levamento e colture erbacee, e legate peraltro ad aree indu-strializzate o centri urbani di servizio attraverso fenomenidi più o meno intenso pendolarismo;

• VALDARNO SUPERIORE (per brevità Valdarno nel testoe nelle tabelle), costituito da comuni di fondovalle e di col-lina, rivolti in parte alle produzioni arboree con una fortespecificità nella qualità olivicolo-olearea, e come nel casoprecedente legati dal pendolarismo alle economie dei servi-zi e dell’industria di zone viciniori ed essi stessi interessatida tale tipo di sviluppo;

• COLLINE CENTRALI, in termini più esatti Colline dellaToscana centrale in quanto area tradizionale e di pregio del-la coltivazione della vite e dell’olivo, centrata sul Chianti ezone limitrofe dove agli effetti del turismo prevalgono gliaspetti paesaggistici e artistici; nel testo vi abbiamo fattoriferimento anche come Area vitiolivata o come Collinaarborata;

• COLLINE INTERNE, a comprendere una fascia di comunitra le Colline metallifere, la Val d’Orcia e le Pendici delMonte Amiata, in quanto aree “periferiche”, volte princi-palmente a produzioni agricole estensive ma talvolta anchecon forti radici tradizionali in alcuni settori di punta o ten-denza a modernizzazioni e specializzazioni produttive;

• COSTA MAREMMANA, in quanto area principalmente manon esclusivamente legata alle vacanze estive e al turismomarino e vocata, grazie alla benefica influenza climatica aquasi tutte le produzioni agricole. Impiegati anche i terminidi Area marina, costiera, litoranea;

• ISOLA D’ELBA, in quanto specifico sistema insulare lega-to al turismo marino, spesso costretto in limiti temporalisolo estivi e fortemente dipendente dalle importazioni di der-rate alimentari dal continente.La nostra indagine in campo ha coinvolto oltre 700 opera-

tori (Tab. 1 in Appendice e Graf. 2.1). Meno della metà degliintervistati sono gestori di negozi alimentari (44%), tra un quarto

Page 14: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

12

e un terzo ristoratori (28%), meno di un quarto agriturismi eaziende agricole (23%) seguiti, infine, da un piccolo gruppo ditestimoni privilegiati (5%). Ci sono alcune differenze tra le zonerispetto alla distribuzione generale, ma d’altronde solo in teo-ria potevamo pensare di mantenere una completa uniformità dicampionamento che invece è risultata modificata in “corsod’opera” sia a causa della concreta struttura degli universi lo-cali rispetto a quelli forniti dai dati statistici ufficiali sia e so-prattutto a causa delle reali propensioni degli operatori a farsiintervistare o dalla possibilità di reperirli secondo i program-mi. Così, per fare qualche esempio, il minor numero relativo diagriturismi nella quarta zona è dipeso dalla difficoltà di reperiregli interessati su un ampio territorio mentre nella prima è dipe-so dalla minore estensione del fenomeno rispetto ad altre aree;o ancora, il maggior numero di testimoni privilegiati nell’Areacostiera e insulare si giustifica in parte per riequilibrare la baseinformativa per l’assenza fisica di operatori in alcune epochedell’anno quando l’indagine in campo prendeva più corpo. Sela composizione dei singoli campioni zonali non è strettamenteomogenea, fatto salvo lo stesso peso sostanziale dei negozi ali-mentari che peraltro costituiscono la parte preponderante delsistema, tuttavia non sembra che la qualità dei risultati ne siarisultata inficiata rispetto alle principali problematiche (che sonoil succo della ricerca) emerse con l’indagine, come potrà appa-rire nel proseguo della nostra discussione.

Molto articolato appare il panorama dei negozi alimentaricoinvolti nell’indagine (Tab. 2 in Appendice) con un terzo diessi despecializzati (34%), il che tuttavia non significa assenzadi offerta di prodotti TLT, discorso che vale anche per superettee qualche supermercato (6%). Il quarto di negozi specializzati,comprensivo anche di pizzicherie e gastronomie, risultano di-visi in parti equivalenti tra quelli con vendita di specialità e leenoteche; altra tipologia di specializzazione riguarda in manie-

Negozi alimentari44%

Ristoranti28%

Aziende agricole23%

Testimoni privilegiati

5%

Page 15: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

13

ra più tradizionale la divisione tra fornai, ortolani, macellai (in-sieme il 27%). Il fenomeno dei negozi con vendita di specialitàe in particolare le enoteche sembrano caratterizzare un certotrend dei modi di acquisto e di consumo; nel primo caso nesono investite di più l’Elba (38%) e in parte le zone costiere(15%) e, nel secondo caso, ancora l’Elba (31%) ed in minormisura le Colline interne e arborate. Si ponga attenzione al fat-to che il forte peso relativo dei negozi di specialità in zone co-stiere e specialmente insulari non sempre è diretta espressionedi una reale offerta locale di prodotti TLT.

Tra i ristoratori (Tab. 3 in Appendice) prevalgono quelli puri(ristoranti), per due terzi, o ancor più considerando l’insieme mi-sto (altro) di trattorie, pizzerie, osterie, residence, camping mentregli alberghi con ristorante coprono un quarto del campione. Latipologia mista e gli alberghi con ristorante annesso sono più rap-presentati nella Collina interna (50%) come se le maggiori distan-ze e una certa rarefazione antropica rendesse non conveniente lasola attività di ristorazione. Cosa che invece si presenta ribaltatanel caso delle Zone litoranee e della Collina vitiolivata con i trequarti di casi rappresentati proprio dai ristoranti.

L’ultimo gruppo di operatori (Tab. 4 in Appendice) è costituitodagli agriturismi e dalle aziende agricole in generale, queste inmisura minore (19%) tanto che nel proseguo del testo ci riferire-mo con dizione onnicomprensiva alle prime. In effetti la ricercaera rivolta in particolare ad esplorare, sempre in relazione ai pro-dotti TLT, le caratteristiche del primo tipo di imprese che hannoavuto una grande espansione negli ultimi anni e che hanno ricevu-to sostegno da parte della politica agraria regionale e comunitaria.La sola vendita diretta, ovviamente, non esclude i turisti ma ri-guarda anche i turisti ed è una caratteristica tipica dell’Areamugellana (82%), forse per la vicinanza alla principale area urba-na della regione, e dell’Elba (62%), per il notevole afflusso turisti-co. La Costa maremmana è pure coinvolta in una modalità di ven-dita diretta del tutto particolare, quella svolta con il “baracchino”,struttura apparentemente temporanea in materiali naturali postageneralmente nelle vicinanze dell’azienda lungo le principali viedi scorrimento del traffico stradale (9%). Il più alto grado diagriturismo con vendita di prodotti aziendali lo troviamo nellaCollina interna (93%) insieme al Valdarno (88%) mentre apparecome fenomeno in avvio nel Mugello (9%). Occorre però distin-guere le varie forme che il fenomeno assume, talvolta anche incontrasto con la normativa vigente che impedirebbe di chiamare,salvo in aree montane e svantaggiate, agriturismo l’offerta di solaristorazione in azienda e che invece affiora dalle dichiarazioni diqualche intervistato, come lungo la Costa maremmana (4,5%).Tuttavia la forma canonica comprensiva di vendita dei prodottiaziendali copre in generale oltre la metà del campione (54%) cuisi aggiunge anche il servizio di ristorazione per circa un altro quintodi casi, tipico della Collina interna (40%) e della Costa (27%).

La nostra indagine ha, infine, coinvolto nelle interviste ancheuna serie di soggetti diversi in qualità di “testimoni privilegiati”

Page 16: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

14

(Tab. 5 in Appendice) in quanto conoscitori delle condizioni so-ciali ed economiche locali; si tratta in maggioranza di funzionaripubblici (32%), come impiegati delle amministrazioni locali, se-gretari comunali e, ancora, di operatori commerciali (23%) e ma-nager (6%) di più ampie esperienze rispetto al singolo agricoltore,negoziante o ristoratore alle prese con la gestione corrente dellapropria azienda. Si tratta altresì di politici, insegnanti e di personedi cultura in generale. In ogni caso, la loro testimonianza apparepreziosa a verifica di affermazioni prodotte dagli operatori inter-vistati ma anche di aiuto nell’interpretazione di alcuni fatti e anda-menti del sistema di offerta e domanda e dei flussi turistici. Laloro area di competenza e conoscenza territoriale varia da quellastrettamente comunale a quella, nel maggior numero di casi,intercomunale per estendersi a tutto il piano regionale per un altrogruppo di soggetti. Le maggiori differenze nella distribuzione deitipi di interlocutori nelle diverse zone è dipesa sostanzialmentedalle reali possibilità di presa di contatto con essi da parte deirilevatori in campo.

In sintesi, perciò, si delineano alcune specificità zonali. Ri-spetto ad alcune aree equilibrate rispetto alla composizione delcampione, la Collina interna si qualifica nell’offerta diristorazione per un maggior numero di forme miste e di alber-ghi con annesso ristorante, e nell’agriturismo per un maggiornumero di aziende con vendita diretta e con offerta diristorazione. La Costa maremmana offre, seppure in misuraminore dell’area precedente, ristorazione agrituristica ed è ca-ratterizzata dalla presenza di “baracchini” per la vendita deiprodotti aziendali. In tutte le aree di mare sorgono enoteche,anche se difficilmente ciò si traduce in una piena o effettivavalorizzazione dei prodotti locali.

Page 17: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

15

3.ALCUNE CARATTERISTICHE DESCRITTIVE DELTURISMO NELLE AREE RURALI

Delle numerose tabelle che la ricerca ha prodotto utilizzeremo,a seconda delle esigenze del nostro discorso, sia soltanto i tota-li aggregati per zona, ovvero la somma delle risposte di tutte letipologie di operatori senza distinzioni, sia il dettaglio per tipodi operatore e, spesso, ambedue le informazioni. Nel primo casosi tratta di una semplificazione dovuta all’esigenza di allegge-rire la trattazione rispetto al numero elevato di tabelle prodotte;tuttavia vogliamo chiarire che abbiamo operato questa selezio-ne solo in presenza di risultati (dichiarazioni, risposte) sostan-zialmente omogenei tra di loro in quanto sono proprio le diffe-renze nelle percezioni, dettate in particolare dalle esperienze dilavoro dei soggetti, che spiegano l’articolazione complessa dellarealtà.

3.1Le tipologie di turisti

Consideriamo in primo luogo la provenienza geografica deituristi (Tab. 6 in Appendice e Graf. 3.1). Il modello turisticoregionale delle aree rurali che si delinea vede una maggioreincidenza relativa delle presenze internazionali su quelle na-zionali (59% rispetto al 41%).

3.1PROVENIENZADEI TURISTI. TOTALE

Regionale21%Altri europei UE

16%

Regioni limitrofe9%

Altri Europa occ.7%

Altre regioni italiane11%

Americani7%

Altri stranieri

2%Tedeschi

27%

Page 18: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

16

Esistono però distinti modelli subregionali che distinguonorealtà molto diverse tra di loro. Da una parte l’Area costiera edell’Elba richieste soprattutto da famiglie italiane per la classi-ca vacanza marina (67% e 60%), la prima appetita soprattuttodai toscani stessi mentre la seconda prevalentemente da altriitaliani. Ancora con prevalenza di ospiti nazionali (58%) e so-prattutto regionali (il 60% degli italiani) il Mugello, dove evi-dentemente la domanda di turismo è caratterizzata in particola-re dalla vicinanza di Firenze, Prato e comuni limitrofi sia perscopo di gita festiva che per la presenza di seconde case diresidenti in aree urbane. In posizione nettamente contrapposta,con prevalenza di turisti di origine internazionale, si pongonole aree del Valdarno (67%) e quelle delle Colline centrali (80%).Pur simili nella dimensione del fenomeno si tratta di situazionidifferenti, con la prima area toccata da un turismo che comun-que gravita sulle vicine città d’arte, Firenze e Arezzo ma ancheSiena, e che utilizza i servizi dell’area come punto logistico perescursioni fuori della zona di pernottamento, mentre l’area del-la Collina vitiolivata del Chianti e zone contermini costituiscedi per sé fattore di richiamo turistico. Ciò dimostra il peso au-tonomo di entità culturali locali “minori” che, pur facendo par-te del contesto culturale e artistico complessivo, legato alle prin-cipali città d’arte, non rimangono escluse dai benefici dell’atti-vità economica turistica, come in parte avviene nel caso prece-dente, anzi concorrendo alla costruzione di un’immagine com-plessiva di bellezza e piacevolezza dell’intera regione attraver-so la propria storia ed il proprio paesaggio.

Rispetto alla composizione della clientela straniera, circa lametà (46%, pari al 27% di tutti i turisti) degli ospiti internazio-nali sono tedeschi, voce generica che indica l’idioma più che ilpaese esatto di provenienza, con una loro predominanza spe-cialmente nella Collina della Toscana centrale (il 33% dei turi-sti) e altresì massicciamente presenti all’Isola d’Elba, spessoper paradosso indicata come una provincia estiva di quella na-zionalità (30%), ma anche nel Valdarno (32%) per i motivi pocosopra indicati. Le altre nazionalità, nel senso appena accenna-to, sembrano presenti nel dato aggregato con pesi relativi simi-li anche se un valore di circa il 6% dei francesi-belgi e degliinglesi, come il 3,6% degli olandesi, non è direttamenteparagonabile allo stesso valore (6,7%) degli statunitensi alme-no in termini di numerosità della popolazione nel paese di ori-gine o della distanza geografica. Questi ultimi prediligonol’Area chiantigiana (12%) aprendosi anche alla parte delle Col-line interne della Toscana (7,7%). Benché su numeri assolutimolto più contenuti l’interesse per la Collina vitiolivata è an-che espresso dal comportamento dei giapponesi (0,8%) altri-menti inesistenti nelle altre aree rurali. Un’altra particolaritàlocale riguarda la presenza di cittadini europei occidentali manon appartenenti all’Unione europea (a questo punto dovreb-bero essere praticamente solo gli svizzeri) nella Maremma in-

Page 19: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

17

terna e in Val d’Orcia (10%). Poco presenti dovunque i cittadi-ni spagnoli e portoghesi e gli europei orientali.

Le aziende agrituristiche (Tab. 7 in Appendice) forniscono in-dicazioni diverse da tutti gli altri intervistati in quanto il fenome-no, peraltro non ancora stabilizzato, coinvolge ad oggi molto piùgli stranieri (70%) che gli italiani anche se con forti differenziazionilocali. Esse riguardano le due aree di mare coinvolte per pocomeno di due terzi da italiani per le vacanze marine (61-62%) e ilMugello come area “scoperta” in primo luogo da agrituristi regio-nali e di regioni vicine (67%). Se la Collina interna si mantienesulla media regionale, già elevata, per gli ospiti stranieri, il Valdarno(85%) e le Colline centrali (89%) rappresentano indubbiamente iluoghi dove la domanda agrituristica internazionale si fa premi-nente. Si segnala come queste tre zone sono richieste principal-mente da cittadini di lingua tedesca (dal 31% al 36%), che inglesie francesi sono più frequenti rispetto al loro valore medio nelValdarno (10% e 14%) insieme ad altri europei occidentali (11%),che gli statunitensi sono per frequenza relativa i secondi nellaCollina vitiolivata e in quella interna (16% e 13%). Si tratta indefinitiva di indicazioni piuttosto interessanti anche rispetto ai rap-porti intrattenuti dai turisti con l’ambiente locale oltre il mero aspet-to della visita turistica in sé. Ulteriori elementi conoscitivi sullecaratteristiche dei turisti possono aiutare a qualificare gli aspettirelazionali.

“Turisti” è parola assai generica e rimanda ad una conce-zione di pura somma di comportamenti individuali mentre nel-la realtà socioeconomica gli stessi viaggiano in piccoli o gran-di aggregati oltre che, naturalmente, in maniera individuale.

Abbiamo pertanto distinto e classificato i turisti per tipologiedelle famiglie e dei gruppi che visitano la regione (Tab. 8 inAppendice e Graf. 3.2), anche sulla base dell’idea che esistanorelazioni tra classi di età delle coppie o dei gruppi di turisti e

3.2TIPI DI FAMIGLIE E GRUPPI.TOTALE

Coppie giovani23%

Coppie anziane23%

Piccoli gruppi10%

Singoli4%

Gruppi organizzati

3%

Famiglie37%

Page 20: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

18

capacità di spesa, da un lato, e tra classi di età e fidelizzazionedi lungo periodo alla regione. In termini aggregati, sono le fa-miglie strutturate, cioè con figli (fino all’adolescenza o pocodopo), ad incidere di più sul totale complessivo (37%) così comeavviene per ogni zona ed in particolare per l’Isola d’Elba (55%)e per quella delle valli preappenniniche, Mugello (42%) eValdarno (46%). Nel primo caso gioca a favore l’esigenzasalutistica della vacanza marina, specie a favore dei figli maanche dei genitori attratti dal richiamo della natura isolana, neglialtri la presenza di seconde case vicino ai centri urbani ed ilsoggiorno dei turisti dirottati in campagna come luogo di per-nottamento e sosta, forse anche meno onerosi, per visitare levicine città d’arte. Le giovani coppie, strutturate o meno, insie-me ai i piccoli gruppi, quasi sempre di giovani, rappresentanoinsieme un altro terzo di presenze mentre quelle anziane pesa-no per circa un quarto. I gruppi organizzati rappresentano unamodalità meno frequente di visita, ma solo come tipologia inquanto la loro dimensione quantitativa moltiplica l’effetto del-le presenze e della spesa turistica, anche se vale spesso la rela-zione che lega il gruppo ad un pacchetto di servizi a prezzorelativamente contenuto. Dobbiamo però mettere in guardia dasemplificazioni, in quanto l’importanza dei gruppi organizzatiè molto più legata alle città d’arte che alle aree turistico-rurali.Tuttavia proprio un’area più rurale, quella della Collina inter-na, sembra caratterizzarsi per un afflusso superiore di tali grup-pi (28%) che se assimilato al più alto tasso relativo di coppieanziane (28%) e a quello molto basso delle coppie giovani(16%), ma non dei piccoli gruppi (14%), farebbe pensare ad unturismo alla ricerca del riposo e della quiete e forse del “sanomangiar bene” o del mangiar bene ed in quantità dei più giova-ni, contando anche su prezzi contenuti. Prezzi che invece gio-cano in senso diverso, cioè discriminatorio per il loro alto li-vello, nell’area della Collina arborata dove sopra la frequenzamedia si ritrovano coppie anziane e coppie giovani. In tal casosorge la domanda se ci sia una corrispondenza tra livelli di classesociale e differenziazioni territoriali. La stessa area sembra es-sere interessata anche da un flusso più consistente di visitatoriindividuali (7%) la cui singolarità non ci è qui dato di com-prendere, ma che potrebbe essere spiegata tra la figura dell’at-tento cultore del paesaggio (visione forse un poco romantica) edell’uomo in viaggio d’affari.

Le risposte distinte a seconda degli operatori permettono diillustrare qualche dettaglio. Mentre i gestori dei negozi alimentaricorrispondono al modello generale (tabella omessa) i ristoranti(Tab. 9 in Appendice) sembrano premiati dalla frequentazione dellefamiglie strutturate sia nelle aree marine e soprattutto all’Elba(57%) sia nel Valdarno e nel Mugello (43% e 36%), meta peraltroanche di “turisti locali” provenienti dalle vicine città. Esiste inve-ce una sostanziale uniformità tra le tre tipologie familiari nellaCollina arborata dove, come già notato, la determinante della classedi età sembra essere sostituita da quella della classe di reddito. Le

Page 21: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

19

famiglie ben strutturate caratterizzano in maniera netta (Tab. 10 inAppendice) l’agriturismo (41%), specialmente nelle due Areepedemontane (50-55%) e all’Elba (53%) così come un dato supe-riore alla media riguarda le giovani coppie nella Zona costiera(36%) mentre esse sono meno frequenti nelle aree interne a dimo-strazione del tipo di esigenza ludica che essi esprimono.

3.2I “tempi” dei turisti

L’analisi della durata del soggiorno turistico mostra nel detta-glio delle sei zone (Tab. 11 in Appendice e Graf. 3.3) e deidiversi operatori economici (Tabb.12-14 in Appendice) com-portamenti turistici completamente diversi, veramente specifi-ci per ogni area e tali da suggerire politiche locali di offerta epromozionali adatte a soddisfare le esigenze delle differentidomande e al contempo capaci anche di “imporre” la propriapotenziale peculiarità di offerta, sia in termini di territorio chenello specifico dei prodotti agroalimentari.

La comprensione dei dati viene migliorata distinguendosoggiorni brevi (di passaggio e di 2-3 giorni), di una settimana,superiori ad una settimana. La dimensione settimanale (una solasettimana di soggiorno) rappresenta una specie di “unità dimisura” sia come modulo di base sia per essere anche la formarelativamente preferita dal 42% dei turisti, pur con fortidifferenziazioni tra una zona e l’altra e da un operatore ad unaltro. I periodi più brevi quasi controbilanciano quelli più ampi(31% contro il 27%). Dato l’importanza dell’argomento, aglieffetti della ricaduta economica anche potenziale specialmente

3.3DURATA MEDIA DEISOGGIORNI.TOTALE

2-3 giorni16%

più di una settimana21%

di passaggio15%

1 settimana42%

periodi lunghi6%

Page 22: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

20

in relazione allo scopo del presente studio, ci soffermeremo unpo’ a lungo sulle differenziazioni locali.

Il Mugello si distingue per un forte peso relativo, il più ele-vato, della fascia temporale breve (55%), pur controbilanciatodal peso dei soggiorni plurisettimanali (32%); la spiegazionedel dualismo, che nasconde un terzo aspetto, risiede nella pre-senza di due o tre distinti gruppi di turisti, tra quelli che si ap-poggiano logisticamente alle strutture ricettive della zona neiloro trasferimenti tra nord e sud dell’Italia e sono definiti dipassaggio (33%; si consideri la localizzazione della grande viadi comunicazione dell’Autosole) insieme ai veri turisti che gra-vitano sul vicino centro d’arte di Firenze ma con visite limitatea pochi giorni (22%) e, dall’altra parte, quelli che sono legati alterritorio per la presenza di seconde case e che sono residentinell’area metropolitana fiorentina tanto da poter distinguere nontroppo chiaramente tra soggiorni plurisettimanali (23%) e pe-riodi lunghi (9%), probabilmente distribuiti nell’intero anno.Queste tipologie sembrano confermate dalle dichiarazioni, di-verse ma proprio per questo convalidanti, dei diversi operatori.I negozi alimentari sono interessati dalla domanda alimentaredei turisti di medio e lungo corso (58%) anche se nel contempoevidenziano il peso del turista di passaggio (33%); i ristorantiche invece sono più coinvolti nel fenomeno del passaggio odella breve visita (66%) e che pure fanno riferimento ai periodiplurisettimanali (21%). Colpisce l’attenzione che anche gliagriturismi siano caratterizzati per due terzi da permanenze dipassaggio (27%) o brevi (32%). Vera questa analisi, si può pen-sare a forme promozionali per modificare i comportamenti dellapropria clientela.

A proposito dell’agriturismo, svolgiamo subito l’argomento inmaniera trasversale a tutte le zone, poiché a parte l’Area mugellanaappena esaminata, tutte le altre si caratterizzano per il forte pesodelle presenze modulari settimanali o plurisettimanali (56% e 24%,anche perché ci sono operatori agricoli che si rifiutano di affittareper periodi inferiori) come avviene quasi per la totalità dei casiall’Isola d’Elba (95% insieme).

Il Valdarno, contrariamente al Mugello che potrebbe essereconsiderato simile per la vicinanza a Firenze, presenta un ri-dotto peso delle permanenze brevi mentre è caratterizzato dal-le settimanali (53%) ed anche dalle plurisettimanali (20%), inogni caso più vicine al turismo che alla presenza delle secondecase, come dimostrato dalle risposte di tutti i tipi di operatori erafforzato dagli agriturismi (88% le due modalità). Con la Col-lina arborata si torna, seppure in minor misura rispetto all’Areamugellana, alla visita giornaliera o breve (40%), fenomeno ri-levato curiosamente più dai negozi alimentari che dai ristorantii quali indicano la presenza dei turisti principalmente per ilperiodo di una settimana (44%). È probabile che turisti relati-vamente stanziali e più abbienti in zone chiantigiane siavvalgano quotidianamente del servizio di ristorazione inveceche acquistare prodotti alimentari di base. Fenomeno inverso

Page 23: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

21

potrebbe caratterizzare invece la Collina interna che in presen-za di un relativo alto numero di soggiorni medi e lunghi (32%)sembra avvalersi maggiormente dei negozi alimentari rispettoai ristoranti (41% contro il 27%). La Costa e l’Isola d’Elba, inquanto località di mare, presentano invece tassi molto bassi diturismo veloce (15% e 6%), salvo nelle dichiarazioni dei risto-ratori continentali (24%) in generale caratterizzati da una com-binazione di clientela sia di effettivo passaggio sia di turististanziali ma che amano provare menù diversi in ristoranti di-versi. Di contro, proprio le località marine di Costa presentanoil tasso più elevato di soggiorni lunghi, plurisettimanali, men-sile o altro (44%), punto di vista sostenuto in particolare dainegozi alimentari (54%) che devono soddisfare le esigenze dellevacanze estive delle famiglie. L’Elba però vede in gran parteun turismo di tipo settimanale (71%) o tuttalpiù plurisettimanale(23%) ma senza arrivare all’intero mese, almeno secondo ledichiarazioni di gli operatori.

Al di là della discussione puntuale dei dati analitici, ci sembradi aver evidenziato che esistono nelle aree rurali vicine alle cittàd’arte, in particolare Firenze Arezzo e Siena, due modalità di visi-ta e permanenza turistica: da una parte dalla città alla campagna,nel senso di chi soggiorna in città e fa brevi visite nei centri mino-ri, borghi e zone di interesse paesaggistico e dall’altra dalla cam-pagna alla città da parte di chi soggiorna nel mondo rurale spo-standosi poi in visita verso le città, tipico comportamento per esem-pio degli agrituristi. Il primo caso sembra caratterizzare soprattut-to il Mugello (i testimoni privilegiati - tabella qui non riportata -indicano per un terzo di casi la permanenza di passaggio e per dueterzi quella breve di due o tre giorni), il secondo caso il Valdarnoed in misura incrociata il Chianti e aree contermini.

I precedenti dati sulle permanenze medie vanno raccordatia quelli della durata della stagione turistica (Tab. 15 in Appen-dice).

Per l’aggregato delle dichiarazioni di tutti gli intervistati ladurata più frequente va dai quattro ai sei mesi (71%) e per ilresto si suddivide in parti identiche tra tempi inferiori e supe-riori (e ad un maggior grado di dettaglio si vede che i 10-12mesi riguardano solo una ristretta minoranza di casi, il 5%).Rispetto alle medie totali si contrappongono le forti peculiaritàlocali dettate dal tipo di offerta turistica possibile. I periodi piùbrevi, fino a 4 mesi contraddistinguono per differenti motivi ilMugello (75%) e l’Elba (79%), nel primo caso per il minorimpatto turistico sulla zona e nel secondo per la concezione divacanza marina legata alla stagione migliore ma anche in rap-porto con la “distanza” dell’isola dalla terraferma che ne limitaun accesso prolungato nel tempo da parte di turisti che eviden-temente soppesano la relativa difficoltà di collegamento con labrevità dei soggiorni specie in bassa stagione. In effetti questonon avviene nella vicina Costa maremmana, ben collegata dal-la rete stradale, dove preminente è il periodo di quattro mesi(46%) che si prolunga ai 5 e 6 mesi con altre alte frequenze di

Page 24: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

22

risposta (39%). Il Valdarno, rispetto all’apparente analoga Areapreappenninica mugellana, ha presenze turistiche diffuse sui4-6 mesi (80%) a riprova di un servizio di appoggio logisticoprolungato per le città d’arte o di area attrattiva per gite dome-nicali, e non solo, mentre la zona della Collina arborata si ca-ratterizza per l’assenza del periodo breve e la concentrazionedei turisti sia in quello medio che in quello lungo (l’80% tra 5 e8 mesi) grazie al soggiorno in loco e alle visite mirate e brevidalle città d’arte. Caso particolare quello della Collina internadove accanto ad una pressoché uniforme distribuzione delleclassi di durata si nota anche l’incidenza della stagione turisti-ca più estesa, i 10 mesi (18%), segno evidente che la linea di-rettrice tra Siena o Grosseto e Roma premia gli operatori turi-stici che vi operano.

Rispetto al dato generale, abbiamo voluto mettere in evi-denza le risposte degli agriturismi (Tab. 16 in Appendice) percomprendere quanto questa nuova forma di turismo si diffe-renzi dal modello generale favorendo o meno un contatto piùlungo degli ospiti con gli ambienti rurali e di conseguenza an-che un rapporto più fecondo con i consumi di prodotti alimen-tari locali. Il dato, occorre chiarire questo punto, è un fruttocomposito di dichiarazioni degli agricoltori che nelle rispostefanno convergere la propria esperienza diretta, comunque pre-valentemente, e considerazioni intorno alla durata della stagio-ne dal punto di vista complessivo. Se è così che si può interpre-tare la frequenza molto elevata nella Collina arborata della du-rata di sei e otto mesi (38% e 36%), cui si aggiunge ancora ungruppo di risposte per durate fino all’anno completo (10%), èpur vero che in questa zona il fenomeno dell’allargamento del-la stagione agrituristica si sta potenziando, forse anticipandociò che sta per succedere anche in altre aree. In effetti, si hannofrequenze elevate per i 6 mesi anche in Valdarno (50%), Colli-ne interne (40%), Costa maremmana (43%), ma mentre in que-st’ultima non si hanno casi di ulteriore maggiore durata, comedel resto all’Elba (78% per 4 mesi), troviamo frequenze inte-ressanti nel Valdarno (13%) nella Collina interna (20%) e an-che nel Mugello (33%), talvolta forse con una certa confusionetra agriturismo e affitto di una seconda casa. In conclusione,sembra dalle dichiarazioni degli interessati che l’offertaagrituristica riesca a prolungare la durata della stagione fidandonel fatto che il turista anche in periodi climatici più difficiliapprezza o ricerca l’ospitalità e l’ambiente rurali. Sembra tut-tavia rifuggire dalle zone di mare.

Può essere interessante considerare, rispetto alla valorizzazionedei prodotti locali agricoli e alimentari delle aziende agricole, ri-ferirsi anche alla durata della stagione di vendita diretta che èespressione non solo del turismo in quanto tale ma di quella formadi viaggio-missione di acquisto perseguita da cittadini oltre cheda membri della comunità locale (Tab. 17 in Appendice). In effet-ti, la frequenza relativa agli 8-12 mesi raddoppia rispetto all’offer-

Page 25: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

23

ta del servizio agrituristico (47%), in particolare nelle aree Collinarivitiolivate e soprattutto interne (63% e 79%), le prime per i dueprodotti tipici della loro localizzazione e le seconde per un venta-glio spesso ancora più ampio di offerta alimentare. Buone anchele performance del Mugello (45%) e della Costa maremmana(50%) dove ovviamente l’agricoltura è pur sempre un’attività fon-damentale, oltre a quella turistica, grazie alla presenza di aree ru-rali litoranee di piano o di collina immediatamente interne rispet-to al mare. Del resto anche le aziende agricole elbane mostrano uncoinvolgimento temporale più ampio di quello strettamente turi-stico per la vendita dei loro prodotti (78% lungo 6 mesi).

Page 26: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

24

Page 27: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

25

4.TURISTI E DOMANDA DI PRODOTTI TLT

4.1Motivazioni ed obiettivi dei turisti

Iniziamo con questo paragrafo ad abbandonare la descrizionedelle caratteristiche generali degli operatori e dei turisti per af-frontare l’argomento principale della nostra analisi. Si partedall’analisi degli obiettivi turistici “presunti”, cioè percepitidagli operatori agroalimentari quasi in una prospettiva di co-noscenza o scoperta del mercato, ovvero delle motivazioni sem-plici o articolate dei turisti che sono state alla base della sceltadi visitare queste parti della Toscana (Tab. 18 in Appendice eGraf. 4.1). Uno degli obiettivi è senza dubbio la ricerca dellaqualità dei prodotti enogastronomici, vedremo quanto in ter-mini di prodotti TLT.

Immediatamente risalta però all’attenzione dell’analisi ildualismo netto tra i settori settentrionale e meridionale dellaregione. Se infatti si considera la motivazione artistico-cultu-rale, in quanto produttrice del principale effetto richiamo dellaToscana, da “sola e congiuntamente ad altre motivazioni”, sihanno valori all’ingrosso intorno a due terzi nella prima macro-zona e ad un terzo nella seconda con punte estreme rappresen-

4.1OBIETTIVI TURISTICI.TOTALE

a+b+d35%

b) paesaggistico-naturalistico

26%

a) artistico-culturale8%

c) mare5%d) enogastronomico

7%

b+d8%

a+b11%

Page 28: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

26

tate da una parte dal Mugello (81%) e dall’altra dell’Isola d’Elba(8,4%) dove evidentemente prevale l’effetto prettamentenaturalistico (81%) e di “puro mare” (10%). Gioca nel Mugelloe nella prima macro-area la stretta vicinanza al capoluogo re-gionale e alle altre città d’arte, a dimostrazione anche della fun-zione di punto di appoggio logistico per le visite al patrimonioartistico. In Area costiera maremmana prevale di poco il ri-chiamo paesaggistico-naturalistico (31%), cui però può essereassociata la domanda di mare (14%), su quello combinato congli aspetti artistici e gastronomici (30%), cosa ribaltata nel casodella Collina interna (40% contro 26%). Considerando anchele combinazioni a doppi obiettivi, risulta alla fine che il turi-smo degli ambiti rurali è caratterizzato in generale, parzialmenteo totalmente, da una domanda integrata (57%) sempre più for-te in aree settentrionali della regione (tra il 60 e l’80%) maugualmente interessante in quelle meridionali (intorno al 40%),salvo sempre il caso elbano volto a soddisfare pure esigenze divacanza marina.

Per quanto riguarda, invece, la domanda gastronomica essarappresenta un forte valore a sé nella Collina interna (16%)oltre che, ma in misura assai inferiore, lungo la Costa (8%) edanche in Valdarno e nella Collina centrale (6% ambedue). Sepoi la motivazione unica si lega a tutto il pacchetto integratoche contiene anche la parte gastronomica, come abbiamo fattodel resto poco sopra per evidenziare il peso del richiamo cultu-rale, allora si può dedurre che le opportunità di offrire e vende-re prodotti TLT, se non già pienamente soddisfatte, sonovalorizzabili al massimo. Si distinguono l’Area collinarevitiolivata (65%) già di per sé indicata come a domanda inte-grata, e la Collina interna (66%) come già visto caratterizzatadalla domanda esplicita di gastronomia, e comunque tutte lealtre zone con frequenze dal 40% al 50%.

Relativamente agli operatori e sempre in riferimento all’im-portanza attribuita alla componente gastronomica della domandaturistica, i negozi alimentari (Tab. 19 in Appendice) della Collinainterna sono più propensi a considerarne l’importanza (80%) ri-spetto alla media degli operatori della zona, forse per essere venu-ti a contatto con turisti che al ristorante preferiscono l’acquisto diprodotti pronti all’uso, ed in effetti i ristoratori della zona (Tab. 20in Appendice) danno indicazioni un po’ più contenute della media(60%). Viceversa i negozianti del Valdarno considerano più im-portante la domanda culturale e ambientale (35% per la compo-nente gastronomica) per l’assenza di turisti nei loro punti venditarispetto ai ristoranti che invece si trovano a servire una clientelaalla ricerca della cucina locale provenendo in parte anche dai cen-tri urbani vicini. Più interessante potrebbe apparire la percezionedegli agriturismi in quanto rivolta a considerare il rapporto com-merciale diretto con il turista (Tab. 21 in Appendice). In realtà,nella maggior parte delle zone, gli agricoltori hanno una percezio-ne lievemente più alta del fatto che la domanda turistica è integra-

d) e

Page 29: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

27

4.3REATTIVITÀ DEI TURISTI

ALL’OFFERTA DI PRODOTTITLT. TOTALE

ta, ed in effetti essi si misurano con i propri sbocchi mercantilidiretti in relazione ad arrivi turistici “per altri scopi”, culturali eambientali. Infatti, il peso relativo della risposta pura inerente laenogastronomia risulta sempre sottodimensionata rispetto al com-plesso degli operatori (3-9% rispetto a 6-16%) Tuttavia ci si puòchiedere quanto questa visione sia corrispondente se non altro aibisogni latenti dei turisti e se non esista l’opportunità di una do-manda più netta, all’azienda, per i prodotti alimentari e la gastro-nomia locali, almeno entro certi limiti.

Con altro tipo di elaborazione abbiamo riclassificato le di-chiarazioni secondo il numero di citazioni di ogni obiettivo tu-ristico preso separatamente (Tab. 22 in Appendice e Graf. 4.2),il che è metodo parzialmente corretto ma comunque capace dimisurare il peso di ogni componente di una domanda che ab-biamo definita come, principalmente, integrata.

4.2OBIETTIVI TURISTICIAGGREGATI. TOTALE

Come sopra chiarito, non esiste un modello di motivazioniunico. L’Area litoranea si qualifica in gran parte per obiettivipaesaggistici (40%) e di mare (19%), e così soprattutto per l’Iso-la d’Elba (85% e 10%); è interessante notare che da parte deglioperatori è stato messo in evidenza il primo aspetto sul secon-do, quasi a dare un valore più ampio ad un obiettivo, “vacanzeal mare”, che come tale sembrerebbe a prima vista riduttivo eche invece sposta l’interesse del turista dalla vita di spiaggiaalla conoscenza e al vissuto di quel determinato ambito natura-le. Ma il richiamo della bellezza dei paesaggi e della naturarisulta, da questa analisi, preponderante in tutte le zone esami-nate, variando invece da zona a zona il secondo obiettivo piùimportante. Da questo punto di vista vediamo allora che le Areepreappenniniche vicine a Firenze ed Arezzo sono caratterizza-te da obiettivi artistico-culturali, per un terzo dei casi data lafunzione a supporto delle visite alle città, che l’area della Costamaremmana si qualifica per la motivazione enogastronomica

a) artistico-culturale25%

b) paesaggistico - naturalistico

45%

c) mare5%

d) enogastronomico25%

Page 30: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

28

(23%) anche se non ai livelli elevati della Collina interna (32%)e che infine la Collina della Toscana centrale si divide a paripeso tra l’arte - gravitando su Firenze, Arezzo e Siena e suipaesi dell’area ricchi di storia (quasi sempre Comuni che siautodefiniscono città) - e l’enogastronomia locale.

4.2L’interesse per i prodotti TLT

Se l’importanza del richiamo anche gastronomico concorre inmaniera non indifferente alla domanda complessiva di turismo,abbiamo tuttavia cercato di comprendere in via indicativa quantosia reale e particolare l’interesse dei turisti all’offerta di pro-dotti TLT (Tab. 23 in Appendice e Graf. 4.3).

Rifiutanti 0%

Interessati 61%

Entusiasti 30%

Distratti, pigri, poco interessati

9%

È questo un problema di conoscenza, di atteggiamento, digusto e forse di nicchia di mercato, ma indubbiamente l’atten-zione riposta al problema dagli operatori intervistati dimostraalmeno una sensibilità che lega insieme, in maniera anche piùcomplessa di quanto andiamo descrivendo, operatori e turisti.In effetti, per la maggioranza degli intervistati il turista è “mol-to interessato” (61%) o addirittura “entusiasta” (29%) e solouna frangia esigua dimostra “distrazione o pigrizia” (9%) perle produzioni tipiche e locali senza peraltro arrivare al rifiutodel tipo di alimentazione o del prodotto, tranne in casi limitati.E mentre per tutti gli operatori economici (Tabb. 24-26 in Ap-pendice) il modello generale è convalidato, per i testimoni pri-vilegiati (Tab. 27 in Appendice) la quota degli entusiasti arrivaa più di un terzo (34%). Comunque, la Collina interna sembracaratterizzata al massimo per questo tipo di atteggiamento daparte dei consumatori (49%) secondo la percezione di tutti gli

Page 31: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

29

4.4FREQUENZA

DI CITAZIONE DEI PRODOTTI TLT.

TOTALE

operatori dagli agriturismi, in proporzioni assai maggiori (66%),fino ai negozi alimentari e ai ristoratori (51% e 41%). Per itestimoni privilegiati della Costa maremmana il grado di entu-siasmo risulta superiore (42%) anche se vicino a quello dellaprecedente zona (39%). Ci chiediamo, di fronte a questa quasiunanimità di giudizi locali, se l’indagine abbia avuto a che farecon un eccesso di visione ottimistica della realtà degli abitantidi queste aree o se i prodotti TLT, o il binomio prodotto-territo-rio, di questa parte della Toscana abbiano qualche caratteristi-ca davvero speciale.

Al polo opposto, ma con differente intensità, troviamo unnumero elevato di turisti pigri e distratti in due aree completa-mente diverse e distanti, il Mugello (24%) e l’Isola d’Elba (19%)a causa, rispettivamente, della posizione di prevalente suppor-to logistico della prima zona e del turismo almeno in partemassificato legato alla vacanza marina della seconda dove pe-raltro non esiste una massa critica di prodotto locale adatta asoddisfare una popolazione estiva estremamente numerosa. Sinoti tuttavia che il Mugello recupera una certa importanza nel-le dichiarazioni degli agriturismi in merito agli ospiti entusiasti(40%), segno evidente che la creazione di una base produttivadi qualità è capace di veicolare in senso positivo anche la do-manda della stessa. In area di Collina vitiolivata sono invece iristoranti che si trovano a soddisfare una clientela esigente edentusiasta dei prodotti locali (36%). Si noti anche, per quantoriguarda l’Elba, che in ogni caso i turisti si mostrano almenointeressati alle produzioni di qualità salvo nella percezione deiristoratori e dei testimoni privilegiati per i quali esiste il mag-gior peso relativo delle dichiarazioni in senso di scarsità di in-teresse (45% e 42%).

Una verifica critica dell’alta percezione che i turisti avrebberodei prodotti TLT può venire dal riscontro di quanti effettivamenteli richiedono o reclamano entrando in un negozio, stabilendosi inun agriturismo, comprando in un’azienda agricola o ordinando alristorante. Abbiamo fissato delle classi di frequenza delle richie-ste espresse di prodotti TLT (Tab. 28 in Appendice).

Dall’aggregato delle risposte risulta, in effetti, come per il41% degli intervistati la totalità o quasi dei turisti (dall’80% al100%) esprime direttamente questa richiesta; è un risultato cheviene rinforzato anche dalle immediate classi più basse tantoda poter affermare che per i tre quarti degli operatori (75%) dametà alla totalità dei clienti possiede idee precise sul valore deiprodotti TLT. Questa particolare attenzione la troviamo espres-sa in maniera più evidente nell’Area interna della Maremma(86% degli operatori per oltre la metà della clientela e il 51%per oltre l’80% dei clienti) e nell’Area collinare arborata (78%e 49%). Non appaiono, e non abbiamo riportato il dato, signifi-cative differenze tra le dichiarazioni dei diversi operatori senon per una visione più ottimistica dei ristoratori rispetto ainegozi alimentari, segno evidente che chi si reca al ristorantepretende di avere il prodotto tipico della zona mentre nel nego-

Page 32: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

30

zio esprime una preferenza un poco più attenta anche ad altriparametri della spesa. Tuttavia, e ci sembra importante dal puntodi vista delle potenzialità di mercato, si deve notare che anchein aree turistiche meno interessate dal lato della domanda aiprodotti TLT, come l’Elba, il Mugello e in parte il Valdarno e laCosta, la percentuale di turisti effettivamente richiedenti uno opiù prodotti di produzione locale o tipica è sempre superiore aquella dei non interessati.

La richiesta di prodotti TLT può anche essere espressa dauna classificazione degli stessi sulla base del numero di “cita-zioni” ottenute (Tab. 29 in Appendice e Graf. 4.4); si ha cosìuna prima formulazione del modello della domanda, diversotuttavia da quello che proporremo successivamente sulla basedelle indicazioni dirette dei diversi operatori intorno al panieredi acquisto dei turisti-clienti.

In questa prima descrizione il prodotto più richiesto appareil vino, con un quarto delle citazioni totali, e non ci sembrapotrebbe essere stato diversamente data la specificità regiona-le, rafforzata proprio nelle aree vocate della Collina della To-scana centrale (31%) ma anche nell’Area costiera dove il setto-re si sta ristrutturando (28%) e, sempre in Area marina, all’Iso-la d’Elba in misura addirittura superiore alle altre zone (54%),anche per l’assenza di reali offerte di prodotti alternativi e dovenon mancano legami d’uso con il consumo di “pietanze a basedi pesce”. All’interno del comparto dei vini abbiamo anche rac-colto sotto-citazioni di grappe e affini, che nella regione nonsono quantitativamente importanti ma sono ormai offerte fre-quentemente con qualche tentativo di qualificazione tipologica.Nell’Area collinare centrale si ha il massimo di citazioni del-l’olio di oliva in buona compagnia con l’area del Valdarno (15%e 13%). Gli altri prodotti più rappresentati sono i formaggi e i

Salumi12%

Formaggi 11%

Pasta8%

Altri24%

Vino 25%

Carni e piatti a base di carne

9%

Olio11%

Page 33: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

31

4.5PANIERE DI ACQUISTO DI

PRODOTTI TLT. NEGOZIALIMENTARI

salumi (11% e 12%) con pesi abbastanza simili nelle diversearee; se i secondi hanno una maggior frequenza nella zonavitiolivata (15%) simile del resto alle aree di Maremma internae di Costa oltre che nel Valdarno, i primi caratterizzano di più ilMugello e la Collina interna (13% e 15%). Infine il Mugello sicaratterizza per le maggiori citazioni di piatti a base di pasta(per esempio, tortelloni di patate) e il Valdarno per le carni e ipiatti a base di carne ma anche degli ortaggi (14%).

Il tipo di domanda varia però grandemente da un operatoreall’altro in rapporto alle esigenze dei clienti e alle possibilitàdell’offerta (Tabb. 30-32 in Appendice). Ad esempio, per quantoriguarda il vino e l’olio di oliva si passa dall’80% delle citazio-ni espresse dagli agriturismi (48% il vino e 32% l’olio), in quan-to legati alle produzioni effettive dell’azienda agricola, al 35%dei negozi alimentari dove peraltro il turista dopo il vino (25%)richiede salumi e formaggi (22%, 16%) e poi l’olio di oliva(9%), al 22% dei ristoranti dove assumono importanza i pro-dotti trasformati come pasta e carni (21% cadauno). Presso gliagriturismi della Collina arborata è massima la frequenza dicitazioni del vino (70%) superata da quella dell’Elba dove alleaziende agricole si richiede soprattutto questo prodotto (100%nel nostro campione) anche per una relativa mancanza di offer-ta di altre produzioni. Il Valdarno è caratterizzato dalla doman-da di olio di oliva (63%), che vi trova forse una delle miglioriqualificazioni regionali e comunque qui e nel chiantigiano ledue produzioni ottengono il massimo di citazioni relative (90-93%). Formaggi e frutta riguardano la domanda presso le azien-de agricole in Mugello mentre le due Aree maremmane torna-no al complesso del vino e dell’olio con qualche specificità perl’ortofrutta lungo la Costa (26%). Assai più articolato il feno-meno per i negozi che ad esempio vedono una buona frequen-za di citazioni in Mugello per vini ed olio, dove allora il con-cetto di prodotto locale si trasforma in quello di prodotto tipicodi altre zone della provincia o della regione (25% e 14%), ocitazioni forti ma più coerenti con il territorio per salumi (25%)e formaggi (19%) nei comuni costieri della Maremma. Per iristoranti non si può che ripetere il discorso generale appenafatto.

Possiamo riconsiderare il modello della domanda di pro-dotti TLT con la formulazione di un reale, almeno secondo lapercezione e l’esperienza di lavoro degli operatori, paniere diacquisto turistico basato sul peso dei prodotti in termini di va-lore relativo. Qui valgono in modo diverso le testimonianzedei negozi alimentari e degli agriturismi mentre il metodo nonè direttamente applicabile alla ristorazione per la quale abbia-mo seguito una diversa impostazione.

Presso i negozi si conferma ancora una volta una domandacentrata su due gruppi principali di prodotti (Tab. 33 in Appendicee Graf. 4.5): da una parte quelli delle coltivazioni arboree collinari,vino e olio (32% e 12%) e dall’altra quelli di origine animale,salumi e formaggi di pecora (15% e 11%). L’olio di oliva può

Page 34: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

32

sembrare penalizzato in questa specie di classifica delle preferen-ze rispetto soprattutto al complesso dei salumi, oggi una categoriaalimentare “demonizzata” dalla dietologia o dalle preoccupazionisalutistiche ed estetiche dei consumatori. È probabile che questotipo di considerazioni siano “messe da parte” quando il consuma-tore diventa un turista protagonista della ricerca del piacere uscendodalla routine per godere di un periodo di vacanza in ambito rurale.Questo lo si nota di più nelle aree tipicamente legate ad una “cul-tura del mangiare” o alla produzione agricola di qualità. Intendia-mo riferirci, nel primo caso, alla Maremma interna dove la do-manda di salumi (tra l’altro quelli a base di carni di cinghiale) saleal 19% del paniere acquistato accompagnandosi a quella del for-maggio pecorino e associandosi anche con un’alta richiesta di pro-dotti dolciari (13%) e di altri prodotti. Nel secondo caso, la zonavocata alle produzioni di alta qualità del vino e dell’olio, sonoquesti due prodotti ad essere maggiormente richiesti (39% e 16%)pur rispettando per il resto il modello generale della domanda.

Presso gli agriturismi (Tab. 34 in Appendice e Graf. 4.6) ladomanda si modella su quello che le aziende in realtà possonooffrire sulla base della loro produzione diretta, così che vino eolio di oliva coprono per tre quarti il paniere acquistato, conprevalenza del primo prodotto sul secondo (48% e 32%). Aquesti prodotti base dell’agricoltura toscana, si associano or-taggi e frutta (11% insieme) in quote minime ma superiori adaltri prodotti come salumi e formaggi (1,2% e 2,9%), che spes-so scontano il fatto o di essere lavorati in laboratori artigianalio ottenuti in aziende agricole specializzate dove l’agriturismopuò dimostrarsi incompatibile con alcune condizioni di produ-zione. L’area più focalizzata sul vino è evidentemente la Colli-na arborata (73%) che con l’olio di oliva esprime tutta la suacapacità di offerta. Il dato elbano relativo al vino (86%), comegià accennato, chiarisce i limiti del ventaglio di offerta del si-

Vino 32%

Formaggi 11%

Carni 7%

Dolciumi7%

Altri16%

Salumi15%Olio

12%

Page 35: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

33

stema locale. Ancora una volta il peso dell’olio di oliva nelpaniere di acquisto rappresenta l’offerta tipica del Valdarno(49%), accompagnata dal vino (31%) e da prodotti orticoli; an-che le aziende agricole della Collina interna si qualificano peruna domanda in cui al primo posto appare l’olio di oliva (42%)seguito dal vino (30%) e dai formaggi e salumi (8% e 5%) oltread una serie minore di altri prodotti che insieme fornisconouna rappresentazione meno specializzata dell’offerta e pertan-to anche una capacità di soddisfare l’intero pacchetto di do-manda potenziale del consumatore. Nella Costa maremmana idue prodotti fondamentali sono seguiti invece con lo stesso pesodalla frutta e dagli ortaggi (13% ciascuno) il cui smercio diret-to al consumatore dipende dalla presenza di turisti legati allavacanza marina ma aperta all’esplorazione delle aree imme-diatamente interne. Infine il Mugello dove il paniere di acqui-sto è caratterizzato dalla forte incidenza dei formaggi (43%),di pecora ma non solo, e dal particolare comparto della frutta(33%) e anche degli ortaggi (10%).

Notiamo il fatto che le imprese agricole, quasi tutte orga-nizzate come agriturismi, tendono a essere specializzate nel-l’offerta dei due prodotti del vino e dell’olio di oliva, a parte ilcaso limite del Mugello dove queste produzioni sono solo mar-ginali e la Costa maremmana grazie all’offerta di ortofrutta.Dal punto di vista imprenditoriale, in quanto aziende comun-que legate al turismo, questa specializzazione può essere ancheletta come un limite alle opportunità commerciali, ma il discor-so è senz’altro più ampio di questa breve annotazione.

Per il diverso contenuto di servizio, i ristoranti (Tab. 35 inAppendice) sono stati analizzati sotto l’aspetto della percen-tuale di clientela che richiede “al tavolo” prodotti TLT. Feno-meno che interessa la quasi totalità degli avventori per quantoriguarda il vino (86%), anche se nel caso di questo prodotto è

4.6PANIERE DI ACQUISTODI PRODOTTI TLT.AGRITURISMI

Vino 48%

Frutta5%

Formaggi 3%

Altri6%

Olio32%

Ortaggi6%

Page 36: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

34

probabile che il concetto di tipicità tenda ad allontanarsi piùche in altri casi da quello di origine locale, ed in fortissimamisura, nonostante il modo d’uso diverso, per l’olio di oliva(75%), prodotto generalmente ancorato alla stessa area di loca-lizzazione del ristorante. Vale ancora, per circa due terzi, nelcaso di formaggi e salumi (65%) e caratterizza anche la richie-sta del complesso delle carni (58%); pure in questo caso latipicità a base del prodotto preparato rimanda ad un prodottogenericamente toscano spesso collegato all’immagine della notarazza chianina e della derivata bistecca alla fiorentina oppurealla produzione locale di piccoli animali (bassa corte) e di agnel-li. Gli unici prodotti TLT richiesti con bassa frequenza sonofrutta e ortaggi, il che denoterebbe, per i generi effettivamenteprodotti in zona, una scarsa attenzione a una produzione che selocale potrebbe garantire se non altro il vantaggio della fre-schezza di raccolta al giusto punto di maturazione. In questocaso è da imputare alla fase produttiva la scarsa capacità disfruttare questo sbocco di mercato. Qualche debolezza la pre-sentano anche i prodotti dolciari e la pasta, richiesti come loca-li o tradizionali espressamente “solo” nella metà dei casi.

Le diverse realtà turistiche della Toscana si esprimono an-che a livello territoriale con richieste differenziate al ristorante,nel senso di una domanda di prodotti TLT più forte della mediadi ognuno di essi soprattutto nella Collina interna in manieramarcata per quasi tutti i prodotti, come anche nell’Area litoraneacon la propria specificità dei prodotti ortofrutticoli. In Mugelloinvece la frequenza di richiesta dei prodotti TLT è più contenu-ta mentre nel Valdarno si mantiene sulla media con la caratte-rizzazione della maggior domanda di prodotti a base di carne.Nell’Area di mare insulare la domanda sempre più contenutadi prodotti TLT si concentra nelle due categorie del vino e deidolciumi (42-43%).

4.3La spesa alimentare dei turisti

I dati appena esposti sono legati alla capacità di spesa in pro-dotti TLT dei turisti. Pur non essendo in grado di stimare que-sto importante aggregato possiamo fornire qualche informa-zione relativa alle fasce di spesa per “missione di acquisto” sianei negozi alimentari (Tab. 36 in Appendice), dove peraltro lastessa potrebbe ripetersi più volte specialmente nel caso deipunti vendita despecializzati, sia negli agriturismi (Tab. 37 inAppendice), dove essa spesso coincide con la partenza degliospiti. Successivamente abbiamo ripreso lo stesso argomentoma per fornire un dato medio della spesa presso i negozi ali-mentari in relazione alla destinazione della stessa. Per gliagriturismi abbiamo invece fornito un dato relativo al costo deipasti o degli spuntini. L’argomento della destinazione geogra-

Page 37: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

35

fica è stato, infine, ripreso in termini di frequenze relative.I negozi stimano che il 42% dei turisti spende cifre abba-

stanza contenute in prodotti TLT (fino a 20 mila lire) per asse-starsi con il 43% su una spesa media (tra le 20 e le 50 mila)mentre sono pochi i casi di cifre superiori (11% tra 50 e 100mila lire) o elevate (3,2% oltre le centomila lire). In termini dispesa per prodotti standard, il comportamento dei turisti risultaancora più attento addirittura con l’assenza della classe di spe-sa più alta (ma ripetiamo che al negozio si può accedere piùspesso, anche se nel caso dei turisti non stanziali ciò appareinverosimile); in altre parole il prodotto di qualità spinge tal-volta ad acquisti puntuali più consistenti. Più “virtuoso” (per ituristi che così sono più soddisfatti e per gli agricoltori chevedono premiati i loro sforzi organizzativi) l’acquistodell’agriturista la cui frequenza di spesa oltre le 50 mila lire perprodotti di qualità pesa per il 39%, quasi tre volte quella deinegozi, e oltre le centomila per un altro 16% di turisti, cinquevolte superiore ai negozi.

Esistono differenze tra le diverse zone studiate. L’area dellaCollina arborata è premiata con maggiori frequenze di acqui-sto della classe oltre le centomila lire sia nei negozi (6,8%) chenegli agriturismi (23%) e soprattutto presso questi ultimi nellaclasse 50-100 mila lire (36%). Sempre le aziende agricole spun-tano frequenze elevate di acquisto al livello di spesa più altosia nella Maremma interna (33%) che in Valdarno (21%). Ilcaso del Mugello è emblematico mostrando che i turisti, a cau-sa della provenienza “locale”, acquistano presso i negozi pochiprodotti TLT (il 79% fino a 20 mila lire) e si concentrano perl’87% nella classe intermedia della spesa per prodotti standard,o anche quando vi sostano come agrituristi (la totalità tra 10 e50 mila lire) suggerendo che la principale motivazione sia quelladello spuntino veloce, con prodotti da asporto o semplici pani-ni. Nella due aree di Maremma interna e di Costa valgono, pres-so i negozi, comportamenti più aperti alla spesa per prodottiTLT (20% e 28%) e medi per i prodotti standard (75% e 58%)mentre presso gli agriturismi l’Area interna sembra premiareal massimo il prodotto locale (33% oltre le 100 mila lire).

Abbiamo proceduto anche a quantificare la spesa media perdestinazione d’uso e geografica.

Presso i negozi alimentari (Tab. 38 in Appendice) questavaria in maniera abbastanza cospicua tra un minimo di pochedecine di migliaia di lire (27 mila lire) per il consumo in loco,evidentemente in ragione di alimentazione corrente al postodel servizio di ristorazione tanto che in questo caso la missionepuò essere reiterata più volte, ad un massimo di 38-48 mila lireper scopo di consumo differito o per eventuali regali da portarevia a fine vacanza. Si tratta sempre di cifre relativamente mo-deste, che qualificano nel dettaglio tra l’altro la classe di spesamedia vista appena sopra e che possono essere paragonate soloin parte con un’altra modalità di rapporto con il prodotto TLT

Page 38: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

36

legata all’acquisto per corrispondenza, cifra media pari a 345mila lire. Questi ordinativi provengono, anche da località lon-tane, da parte di consumatori che sono stati turisti in Toscana eche hanno mantenuto o intendono mantenere un legame conquesta terra attraverso il consumo dei suoi prodotti di qualità.Tale relazione è in realtà limitata a pochi casi, ma tuttavia rap-presenta un’opportunità di estremo interesse per gli operatoriche in alcuni casi hanno saputo anche sfruttare le nuove tecni-che commerciali basate sul commercio elettronico; l’e-commerce, almeno nel nostro campione, è utilizzato in un quartodei casi delle vendite per corrispondenza ma solo dai negozidella Collina interna. I rapporti di lunga distanza sono peraltromantenuti anche da altre zone, ma vede premiata soprattuttol’Area collinare arborata con una cifra media di circa mezzomilione di lire che invece scende a poco più di duecentomilanella Collina interna e a 150 mila all’Elba, ma come fenomenopiuttosto isolato. L’Area di costa si caratterizza anche per l’ele-vata spesa media per il consumo in loco (46 mila lire), soprat-tutto per l’alto numero di turisti che risiedono in appartamentie che si servono dei negozi per l’acquisto anche di prodottiTLT ma quale base di preparazioni gastronomiche domestiche.

Per gli agriturismi siamo potuti scendere ad un grado dimaggior dettaglio, prescindendo però dalla destinazione geo-grafica (Tab. 39 in Appendice). Per spesa giornaliera in prodot-ti aziendali, la maggiore frequenza di comportamenti e capaci-tà di spesa si pone sul livello intermedio delle 20-50 mila lire(61%) il che corrisponde al costo di un pasto in azienda (72%);gli spuntini sempre presso l’azienda si situano quasi in manieraequivalente nelle due fasce inferiori di spesa. Il dato medio perònasconde l’estrema differenziazione delle offerte agrituristichequasi sempre limitate al solo pernottamento tanto che i valoripercentuali riportati in tabella sono riferibili ad un numero dicasi veramente limitato tanto che in alcune zone il fenomenonon esiste. Solo nell’Area collinare arborata e in parte nelledue Aree maremmane esiste un ventaglio di situazioni per ipasti che copre tutte o quasi le possibilità, mentre per l’Areacostiera la distribuzione delle frequenze relativa alla spesa gior-naliera è indice dell’acquisto presso l’azienda agricola da partedi turisti e non solo di agrituristi. La conclusione è, in definiti-va, che il sistema dell’offerta agrituristica non è adeguato aduna domanda di servizio di ristorazione che potenzialmenteesiste e che potrebbe costituire una ulteriore opportunità di red-dito.

4.4La fedeltà dei turisti all’ambiente visitato

In merito all’importanza delle relazioni di lungo termine traoperatori e consumatori, abbiamo approfondito l’argomento

Page 39: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

37

della fedeltà dei turisti alla zona e ai suoi prodotti alimentari(Tab. 40 in Appendice), tenuto conto che le risposte ottenutedai nostri interlocutori non potevano che considerare il ritornoal proprio punto vendita e non tanto al territorio nel suo insie-me, ed in effetti i testimoni privilegiati hanno fornito stime su-periori agli operatori economici (46% rispetto al 34-36%).

Nel complesso viene dichiarato che più di un terzo dei turi-sti torna l’anno seguente (29%) o anche durante il corso dellostesso anno (7%), dato che caratterizza soprattutto le zone dimare: la Costa (36% e 13% le due modalità) anche grazie allapresenza di seconde case in proprietà e l’Isola d’Elba (35%,ma solo per la prima modalità). Anche il Mugello presenta unalto tasso di ritorni almeno secondo il parere di agriturismi etestimoni privilegiati, anzi questi ultimi danno un’indicazioneforte per i ritorni durante l’anno (45%) che evidentemente de-riva dalla conoscenza del fenomeno della proprietà di secondecase poste in vicinanza dei maggiori centri urbani della regio-ne. Gli agriturismi più favoriti dai ritorni annuali sono localiz-zati sia in Mugello (40%) che nella Costa maremmana (42%).

Page 40: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

38

Page 41: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

39

5.2CLASSI DI INCIDENZA

DELLE VENDITEA TURISTI SULLA

PLV TOTALE.AZIENDE AGRICOLE

5.EFFETTI DEL TURISMO SULL’OFFERTA DIPRODOTTI TLT

5.1Il business dei prodotti TLT

Abbiamo rilevato come i prodotti TLT siano richiesti in misuraconsistente da parte del turismo, anche se con differenziazionidi peso e di tipologia a seconda delle diverse zone rurali. Sia-mo di conseguenza interessati, dal lato della produzione e del-l’offerta agroalimentare, a comprendere gli effetti della domandaturistica sul giro d’affari degli operatori. Prendiamo pertanto inesame, in primo luogo, quale sia il concorso del volume d’affa-ri turistico in prodotti TLT sul giro d’affari complessivo deinegozi alimentari; opereremo in termini di “classi di incidenzadei prodotti TLT sul totale” (Tab. 41 in Appendice e Graf. 5.1),parametro che si collega a quello del punto successivo dell’in-cremento totale degli affari durante la stagione turistica. Segui-ranno analoghe valutazioni per gli altri operatori.

5.1PESO DEL VOLUMED’AFFARI IN PRODOTTITLT SU ALIMENTARETOTALE.NEGOZI ALIMENTARI

Un quarto dei negozi (26%) dichiara che il volume dellaspesa turistica in prodotti TLT rappresenta la quasi totalità, so-pra l’80%, dei loro affari; evidentemente si tratta di negozi moltospecializzati mirati espressamente al turista e meno ai consu-matori locali. Il campione però esprime in generale un’inci-denza non poi molto spinta rispetto ai prodotti TLT in quanto,da parte opposta, il 56% dichiara che questi concorrono al mas-

0-20%28%

20-40%20%40-60%

13%

80-100%26%

60-80%13%

Page 42: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

40

simo fino alla metà del volume d’affari, con frequenze già moltoelevate nelle classi fino al 20% (28%). Potremmo affermareche esistono spazi non indifferenti di espansione di questo mer-cato. Si distingue in negativo il Mugello: 69% solo fino al 20%del giro d’affari e ben l’81% fino al 50% delle vendite, anda-mento che è reso possibile dalla caratteristica di fondo di esse-re zona meno coinvolta con un turismo realmente stanziale epiù dipendente dalla domanda locale o provinciale. E mentre laCollina centrale si divide in due parti equivalenti le altre aree sitrovano sulla media generale tranne, caso eclatante, l’Isolad’Elba dove viceversa i due terzi degli esercizi dichiara pesidal 70% al 90% in prodotti TLT, segno evidente di un’offertamirata a soddisfare una domanda vacanziera che non ha unapercezione precisa della produzione strettamente locale, pro-babilmente insufficiente a coprire tutte le esigenze, ma cheè comunque alla ricerca di prodotti di qualità tipica o di specia-lità un poco generiche. Un’altra zona con qualche segno positi-vo è quella della Collina interna, già indicata come meta diturismo gastronomico, dove le frequenze per le classi sopral’80% di prodotto TLT riguardano circa un terzo dei negozilocali (32%).

I dati appena commentati possono apparire un po’ incoe-renti con la successiva analisi (cfr. § 5.2) che tiene conto degliincrementi degli affari nel periodo più propizio alla stagioneturistica e soprattutto con le affermazioni precedentemente so-stenute a proposito del numero dei turisti di interessati ed entu-siasti (ricordiamo, 60% e 29%).

Nel caso delle aziende agrituristiche (Tab. 42 in Appendicee Graf. 5.2), per le quali la nostra valutazione è riferita al pesodelle vendite sul totale della produzione vendibile, dato che ilprodotto è comunque sempre lo stesso, la classe di incidenzapiù alta è definita al massimo come “sopra il 50%”, a sottoli-

0-10 %30%

10-20 %17%

20-30 %15%

30-40 %14%

40-50 %8%

oltre 50%16%

Page 43: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

41

neare l’impossibilità di allocare completamente la produzionenel canale corto e in particolare turistico.

A detta classe appartiene solo il 16% delle imprese cui puòessere aggiunto un 8% con una ulteriore buona performance(40-50%) mentre al di sotto sono rappresentate tutte le combi-nazioni con pesi sostanzialmente identici (14-17%), salvo ilcaso di quella minima dove il 30% del totale delle aziende sod-disfa le proprie vendite ai turisti con pesi fino al dieci per cen-to. In tal senso la notevole specializzazione nella viticolturadell’area delle Colline arborate comporta un ridimensionamentodel peso del turismo sul giro di affari complessivo così che permetà delle aziende (47%) le vendite ai turisti rappresentanomeno del dieci per cento del volume degli affari mentre ancoraper un quarto di esse si arriva a quote tra il dieci e il venti percento. Diversa la situazione per le aziende esaminate in altrezone. Le aziende agricole della Collina interna e ancor più delValdarno sembrano profittare di questa opportunità con oltre lametà della produzione interessata dagli acquisti turistici (36%e 40% rispettivamente), seppure intesi in senso largo, specienel secondo caso, per il flusso di cittadini interessati a prodottibase come l’olio e il vino. Inoltre, sempre la Collina internaappare come la più propensa a sfruttare l’occasione turistica secorrisponde al vero la dichiarazione che non esistono aziende,o meglio agriturismi, con incidenza solo minima dei prodottivenduti ai turisti sul totale degli affari (ovvero fino alla sogliadel 20%). In parte anche aziende elbane presentano buone fre-quenze, tra il 20-50%, delle vendite a turisti (44%) mentre ilMugello si distingue per il minor grado di coinvolgimento nelfenomeno (nessuna azienda con incidenza superiore al 30%).

Il terzo operatore può essere esaminato per l’incidenza turi-stica sugli affari con un’ottica totalmente diversa dalle prece-denti, ovvero per il peso dei prodotti TLT nella preparazionegastronomica della ristorazione (Tab. 43 in Appendice).

Abbiamo predisposto una classificazione degli operatori perclassi di incidenza dell’impiego di questi prodotti da cui risultacome tutti si dichiarano almeno per un impiego ancor minimodi prodotti locali e tipici (5% di imprese fino ad un 20% deiprodotti presi in generale), ma al polo opposto anche con uncongruo numero di ristoratori che vi si basano esclusivamenteo quasi (7% tra il 90-100% e ancora 11% tra l’80-90% delfabbisogno). Si noti che, anche se c’è una certa ambiguità nelladefinizione di ciò che entra in alternativa tra prodotto standarde locale (il sale ed il pepe non hanno di questi problemi), addi-rittura i tre quarti dei ristoratori dichiara di adoperare prodottiTLT per oltre la metà dei propri consumi intermedi e dell’of-ferta al tavolo. Le Aree collinari vitiolivicole e maremmaneappaiono le più propense a tale impiego, rispettivamente l’84%e l’83% degli intervistati per consumi superiori al 50% (e co-munque un quarto sopra l’80%) come del resto l’Area di costa(78% e 24%). In negativo si distinguono, parzialmente, il

Page 44: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

42

Mugello (42% sopra il 50% e solo l’8% al 90-100%) e l’Isolad’Elba dove l’impiego di prodotti TLT non supera il 40% con-centrandosi casomai sulle classi minime.

5.2Il business dei prodotti TLT e la stagione turistica

La valutazione sull’impatto turistico a favore dei prodotti TLTpuò essere anche ripresa in termini di incremento degli affari du-rante il periodo turistico (Tab. 44 in Appendice), ma solo per inegozi alimentari, e non per i soli prodotti TLT, in rappresentanzadel fenomeno soprattutto a livello zonale. Non si tratta di unarilevazione di informazioni facile, dato il tipo di argomento tabùper molti operatori, ma è significativo che il 29% di essi affermi diraddoppiare o triplicare il giro d’affari mentre ancora un 13% di-chiari incrementi di quattro, cinque e sei volte e oltre.

In particolare, sono soprattutto le Aree di mare che si pre-sentano con una frequenza elevata di negozi nelle classi di for-te incremento del giro d’affari grazie all’afflusso di grandi massedi vacanzieri anche se il tutto si esaurisce nei pochi mesi dellastagione dei bagni (si veda la precedente Tab. 15 in Appendi-ce); l’Isola d’Elba si trova totalmente al e sopra il raddoppiocon due terzi tra il 150% (42%) e il 200% (25%) e anche ailivelli superiori (17%). Così anche la Costa maremmana,seppure la dimensione fisica del territorio e un turismo che siprotrae più a lungo nel tempo ammorbidiscano i picchi estivi(62% di dichiarazioni oltre il 100% di incrementi con una pun-ta del 25% per il 200%). La Collina interna si situa in una posi-zione più contenuta e senza casi di sbalzi estremi, ma dobbia-mo ricordare come questa sia la zona con il più elevato numerodi casi che dichiarano lunga la stagione turistica, cosa che av-viene in parte anche nella Collina arborata dove peraltro lacommercializzazione e valorizzazione del suo principale pro-dotto locale, il vino, passa attraverso altre vie commerciali. In-fine, le due aree preappenniniche si distinguono per l’assenzadi forti incrementi commerciali via turismo anche se nel Mugellosiamo in presenza di un numero ragguardevole di esercizi com-merciali che raddoppiano il proprio giro di affari (42%); è pro-babile che la presenza di tante seconde case comporti questastima pur in presenza di una stagione turistica definita comebreve. In Valdarno, invece, i negozi ammettono in maggioran-za incrementi contenuti (il 68% degli esercizi per solo il 25%di incremento e complessivamente l’89% fino al 25%); in que-sto caso può giocare in negativo il fatto di servire come localiz-zazione logistica per il turismo che poi gravita sulle cittàd’arte.

Se al volume e all’incremento del giro d’affari complessivoconcorrono in misura diversa i singoli prodotti agroalimentariè altresì importante conoscere il peso di ciascun prodotto TLT

Page 45: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

43

rispetto al genere alimentare commercializzato; in altre parolesi tratta dell’effetto turismo sul giro d’affari di ogni prodotto.

Presso i negozi alimentari (Tab. 45 in Appendice), logicamen-te gli unici operatori esaminati dal punto di vista di un’ampia gam-ma di offerta, la prima evidenza riguarda il vino tipico o localeche mantiene una posizione preminente rispetto alla gamma of-ferta (60%) seguito a ruota dall’olio di oliva che rappresenta quasila metà dell’intera domanda settoriale (49%) e ancora i salumi e iformaggi sempre ben rappresentati nell’interesse dei consumatori(47% e 41%). In posizione più debole si posizionano i dolciumi(26%) e poi tutti gli altri prodotti che sono presenti nella doppiaveste di standard e tipici. È un tema di indiscusso interesse quellodi esercitarsi a pensare sia ad un ulteriore incremento del mercatodei prodotti già valorizzati che, ancor più stimolante, alle opportu-nità insite nei prodotti minori quali carni fresche, ortaggi e frutta,pasta e dolciumi che peraltro si trovano già in sviluppo in alcunerealtà territoriali.

Nel gruppo dei “prodotti forti” (vino, olio, salumi e formaggi)accanto alle situazioni locali molto avanzate (o con gioco dirimandi, zone “forti”) quali soprattutto quelle della Collinaarborata per tutti e quattro i prodotti menzionati (rispettivamen-te: 72%, 63%, 54% e 53%) o avanzate per alcuni di essi comel’Isola d’Elba per vino e olio (75% e 63%) e il Mugello per ilvino (66%) si situano tutte le altre aree sui valori medi o bassiper le quali è senz’altro possibile immaginare azioni promo-zionali collettive a sostegno dell’offerta. In verità, dal punto divista dinamico siamo a conoscenza del crescente interesse peri prodotti locali della Maremma, interna e di Costa, mentrepossono sorprendere i precedenti dati relativi all’Elba e alMugello spiegabili in rapporto alle esigenze della domanda cuisi fa fronte con “importazione” di prodotti tipici ma non neces-sariamente locali. Sorprende anche il caso della bassa inciden-za vuoi del vino (35%) ma soprattutto dell’olio (24%) nelValdarno; specie per quest’ultimo prodotto si può azzardarel’ipotesi che le aziende olivicole locali soddisfino la domandadiretta dei consumatori mentre a livello dei negozi si esprimauna domanda di prodotto generico sostenuta dal basso costo eindipendente dal turismo. A suffragare l’ipotesi per l’Elba stannoanche i prodotti meno forti, come pasta e dolciumi (25% e 75%)mentre i valori relativamente elevati per la Collina interna (38%e 49%) sarebbero in rapporto ad una specificità produttiva re-almente locale, anche nel senso di provinciale. Ma al di là delvalore dei numeri, resta tuttavia l’impressione dell’esistenza dispazi di mercati ancora tutti da esplorare.

Le considerazioni appena espresse trovano parziale confer-ma con l’analisi svolta presso le aziende agricole. Nell’insie-me la vendita a turisti, ed in tal senso non solamente ai propriospiti, rappresenta uno sbocco di mercato significativo (Tab.46 in Appendice) specialmente per l’olio di oliva, per oltre unterzo della produzione (36%), e del vino per un quinto (20%).

Page 46: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

44

Per l’olio viene così messa in evidenza la realtà ben conosciutadi un prodotto, ottenuto in quantità abbastanza contenute e an-che con qualche “sacrificio” in termini di lavoro, che possiedeun’importanza per il consumo locale di nicchia cui si aggiungel’ulteriore vendita ai turisti. Ed in effetti è proprio in Valdarnoche si tocca il valore relativo più alto (55%) oltre che nellaCollina interna (52%). Di contro in Mugello non abbiamo rile-vato, contrariamente ai negozi, una vendita diretta di olio e vino.In generale il vino viene smerciato a turisti e consumatori fina-li in misura inferiore all’olio perché il volume di produzionepresuppone un mercato con una dimensione non certamentelocale, come infatti è dimostrato proprio dalla zona più tipicadi produzione, la Collina arborata (solo il 18%). Si può inoltrenotare anche il valore di altre affermazioni relative ai prodottidefiniti meno forti ma con certe potenzialità, come in Valdarnoper i casi degli ortaggi e della frutta (23% e 9%) oltre che dellecarni (12%), specialmente avicole. E ancora il caso della Colli-na interna dove le aziende agricole si differenziano in positivosia per salumi e formaggi (19% e 10%) che per ortaggi e frutta(15% cadauna), segno evidente di potenzialità ancora tutte daconquistare. Anche la Costa maremmana mostra una certadinamicità per molti prodotti oltre quelli tradizionali del vino edell’olio. Infine, non è da escludere anche il valore del riman-do ad “altri prodotti”, tra conserve, marmellate, miele ed altro,che possono concorrere in maniera interessante alla formazio-ne del reddito aziendale, proprio in relazione alle esigenze del-la clientela legata al turismo (47% nella Collina interna).

Il discorso cambia relativamente ai ristoranti la cui“commercializzazione” di prodotti TLT assume sia il significa-to di una trasformazione di servizio (per esempio, vino stappa-to al tavolo, ampolla dell’olio di oliva sul tavolo, salumi affet-tati ecc.) che di una trasformazione culinaria (ancora olio dioliva, pasta, carni per il sugo, carni varie ecc.). Abbiamo perciòdefinito insieme un aggregato altrimenti non omogeneo peravere comunque una indicazione sul peso dei prodotti TLT nel-l’offerta gastronomica locale (Tab. 47 in Appendice). L’inci-denza, nelle dichiarazioni dei ristoratori, appare piuttosto ele-vata; si distinguono alcuni blocchi di prodotti, in primo luogoquello del vino e dell’olio intorno ai tre quarti del consumo(76% e 74%), con la maggiore frequenza nella Collina interna(92% e 89%) e nella Collina arborata (ambedue i prodotti, 80%).Seguono i prodotti zootecnici: carni (59%), salumi (65%) e for-maggi (62%); la pasta e i dolciumi, intorno al 52-53%; ed infi-ne in misura più ridotta gli ortaggi e la frutta (35% e 28%). Ingenerale, la Collina interna si situa sempre al di sopra dellamedia regionale seguita dalla Collina arborata, mentre le altrearee si mantengono sui valori alti della media, con qualche spe-cificità di prodotto locale, salvo il caso dell’Isola d’Elba cheinvece si limita a pochi prodotti, vino pasta e dolciumi. In con-clusione, un modello di offerta così spinto sul piano della qua-

Page 47: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

45

-lità alimentare può giustificare la formazione di un’immaginecollettiva dei consumatori e dei turisti intorno alla stessa quali-tà della vita delle popolazioni locali. È luogo comune che inToscana “si mangia bene”; ma forse questa affermazione valeper ogni regione italiana e per ogni giudizio dei ristoratori lo-cali anche quando riferito (messo in bocca) ai turisti.

5.3Altri aspetti del business dei prodotti TLT

Vogliamo introdurre brevemente due aspetti particolari del con-corso dei prodotti TLT al volume d’affari dei negozianti e dellaristorazione. Alcune ditte possiedono infatti aziende agricole inproprio dalle quali traggono prodotti venduti con proprio marchioo comunque con garanzia sulla fiducia sia sul punto vendita checome elementi del menù o nella preparazione delle pietanze. Nonsi tratta di un fenomeno diffuso, ma indubbiamente costituisce peril cliente o l’avventore un motivo che soddisfa la sua curiosità o lasicurezza sull’origine del prodotto.

I negozi alimentari (Tab. 48 in Appendice) sono coinvoltisolo in un ristretto numero di casi (al massimo con il 3,6% nelcaso dell’olio) e non in tutte le zone (il 6% nella Collina arborataper l’olio di oliva) e non tutti i prodotti ne sono interessati (maiall’Isola d’Elba e solo per i salumi nella Collina interna).Mugello e Costa maremmana sono le aree più coinvolte men-tre le due restanti, Collina arborata e Valdarno lo sono per alcu-ni prodotti. L’incidenza del proprio prodotto sulla propria atti-vità commerciale arriva al 55% per l’olio di oliva e al 45% delvino nella Collina arborata, quasi degli spacci aziendali, o al44% di ortaggi e frutta in Mugello. La Costa maremmana ed ilMugello si qualificano per una relativa copertura per tutti oquasi i prodotti in vendita.

I ristoranti, da parte loro (Tab. 49 in Appendice), presenta-no l’interessante situazione di un maggior diffusione del feno-meno tanto da riguardare il 16% degli stessi per la produzionedell’olio di oliva ed il 13% per il vino; per gli altri settori pro-duttivi non si esce dalla fascia del 7-10% di casi. Sono diffe-renziate in positivo le aree del Valdarno, specie per l’offerta diolio di oliva (30% dei ristoranti) e del vino (27%), e per glistessi prodotti anche la Collina arborata e la Collina interna.Anche il Mugello presenta una certa diffusione del fenomenoun po’ per tutti i prodotti. Il ripetersi della situazione di mag-gior diffusione e per negozi e per ristoranti nelle zone prossimealle grandi città d’arte evidenzia, con tutta probabilità, una ca-ratteristica molto specifica di un territorio che risente in diver-se maniere (storia, storie personali, redditi popolazione, facili-tà vie di comunicazione, alternative di lavoro ecc.) della vici-nanza ai grandi flussi turistici e soprattutto dalla densità alta dipopolazione urbana. Il grado di copertura del fabbisogno dei

Page 48: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

46

ristoranti da parte della propria produzione risulta, spesso manon sempre, minore che per i negozi data la necessità di ri-spondere ai desideri dei clienti con un ventaglio di propostepiù ampio di quello legato ad un unico prodotto. Tuttavia que-sto rimane preponderante, segno anche di una capacità di ven-dere ciò che si produce.

Un secondo aspetto riguarda l’offerta, da parte dei negozi,sia di spuntini o altri piatti pronti sia di panini o altri generi daasporto per consumo leggermente differito (Tab. 50 in Appen-dice); in realtà la distinzione spesso non è così netta, perchéaccanto a chi offre servizi specifici esistono punti vendita cheoperano su ambedue o che stanno passando dalla prima fasemeno strutturata alla seconda che presuppone qualche nuovaforma organizzativa.

Comunque, dei non pochi negozi coinvolti, una prima metàe poi l’altra sembrano specializzate in un unico servizio (40%per ogni tipologia); l’Area in cui il fenomeno è più diffuso ri-sulta quella della Collina interna, con due terzi dei negozi chepreparano spuntini e una metà che offre panini imbottiti e schiac-ciate, e la Collina arborata con più panini e meno spuntini (54%e 41%). Situazione più contenuta in Valdarno e ancor meno inMugello e Costa maremmana. Dobbiamo infine aggiungere chenon sempre al servizio corrisponde un impiego effettivo di pro-dotti TLT, anche se i negozi effettivamente attrezzati in questosenso godono localmente di una certa notorietà.

Page 49: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

47

6.I DIFFERENZIALI DI PREZZO TRA PRODOTTI TLTE STANDARD

6.1Un plus di prezzo, ma non sempre

La qualità dei prodotti TLT riconosciuta dagli operatori e, quelche più conta, dai turisti dovrebbe trovare riscontro in un pre-mio di prezzo, in altre parole in un plus, che copra adeguata-mente i costi, spesso più elevati per le produzioni di pregio (sipensi alla coltivazione collinare degli olivi e alle relative resein olio), la qualità organolettica specifica (il particolare saporedi fruttato sempre dell’olio di oliva locale), l’incorporazionedei valori ambientali (il mantenimento della bellezza delle col-line olivate, per restare allo stesso esempio settoriale).

Una misura accettabile di questo premio può essere rappre-sentata dal differenziale “dichiarato” tra prezzi medi dei prodottiTLT e prezzi medi dei prodotti standard, che noi prendiamo qui inconsiderazione sulla base dell’aggregato di dichiarazioni di tuttigli operatori intervistati (Tab. 51 in Appendice e Graf. 6.1). Sitratta di un indice di massima, data anche la difficoltà di definire ilconcetto di standard di riferimento basato non su confronti anali-tici ma, in definitiva, su esperienze e percezioni degli intervistatiintorno a prodotti e prezzi comuni mentre può essere più chiaral’individuazione dei prodotti e dei prezzi locali. Come detto, ab-biamo trattato l’insieme dell’intero aggregato delle risposte di tut-

6.1CLASSIDIFFERENZIALIDI PREZZO TRAPRODOTTI TLTE STANDARDSECONDONEGOZIANTI, AZIENDEAGRICOLE ETESTIMONI PRIVILEGIATI

differenza negativa18%

prezzi +/- uguali17%

fino al 15% in più19%

dal 15% al 25% in più17%

dal 50% al 100% più22%

olre il 100% in più7%

Page 50: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

48

ti gli operatori economici e dei testimoni privilegiati, il che po-trebbe portare a confondere anche situazioni e considerazioni di-verse, talvolta anche opposti, ma un rapido esame da noi effettua-to sui dati disaggregati ci permette di garantire che queste diffe-renze percettive sono alquanto ridotte.

L’indice più generale è rappresentato dal totale di tutti i pro-dotti e di tutte le zone (e come detto, di tutti gli operatori).Colpisce molto la nostra attenzione che una parte, seppure unaminoranza, degli intervistati (18%) affermi che i prezzi dei pro-dotti TLT sono inferiori di circa il 15% rispetto a quelli standard,e per taluni anche di meno; se esistono situazioni di tal genereallora risulta plausibile che un altro 17% dichiari la sostanzialeuniformità di prezzi tra le due categorie di prodotti. I restantidue terzi degli operatori, e dunque la maggior parte degli stes-si, definisce in positivo il posizionamento TLT e scagliona lerisposte tra livelli di prezzo appena superiori, intorno al 15%per un quinto dei casi (19%), e scarti dal 25% fino al raddoppiodel prezzo in un pressoché esaustivo scenario (39%) con, infat-ti, gli ulteriori premi di prezzo superiori al 100% che riguarda-no una ristretta minoranza di prodotti (7%). La media, in que-sto ultimo caso, in realtà copre una forte dicotomia tra l’olio eil vino da una parte e tutti gli altri prodotti dall’altra. Possiamoaggiungere che i primi due sono presenti in una vasta gammadi prezzi con scarti che vanno dal minimo del 15% al massimodel 300%; l’olio di oliva trova riscontri un poco più favorevolidel vino (35% dal 75% al 100% di scarto del prezzo), ancheguardando ad una serie di offerte che invece stanno alla pari oaddirittura al di sotto dei prodotti standard (insieme le due classi:12% per l’olio e 23% per il vino). Propendiamo a dare unaspiegazione di questo fenomeno assumendo che esistono alcu-ne situazioni locali o personali di sofferenza rispetto alle capa-cità dell’offerta sul piano competitivo e promozionale o ancheuna valutazione di quanto “dovrebbe costare” il prodotto tradi-zionale o il proprio prodotto rispetto a quelli industriali.

Ancorati strettamente ai prezzi standard o con oscillazionidel 15% in più o in meno, sono i tre prodotti zootecnici, carni(71%), formaggi (92%) e salumi (89%), ma anche ortofrutta(74%) e derivati dei cereali (74%). Esistono comunque casivirtuosi relativamente al settore pane, pasta e dolci, fino ad unmassimo del doppio del prezzo standard, e per l’ortofrutta, conun 14% di casi con scarti positivi del 25% ma anche esempi divalorizzazione ai più alti gradi (250% per l’1,3% delle dichia-razioni). Anche il comparto carni presenta un peso abbastanzainteressante di casi nella classe degli scarti di prezzo superiori(5,3% al 250%). Qui probabilmente può giocare anche l’ambi-guità di alcune definizioni, ma dobbiamo ricordare che carni e“bistecche alla fiorentina” di razza chianina, bistecche oggi tem-poraneamente senza osso a causa delle misure di prevenzionedall’infezione volgarmente detta “mucca pazza”, possono indeterminati contesti essere pagate profumatamente. Il contesto

Page 51: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

49

in questione è poi quello, vicino o dentro la zona di produzionedel vitellone tipico, delle valli pedemontane dell’Appennino(50% di casi in Mugello e 10% in Valdarno).

Il richiamo alle zone ci porta a sottolineare alcune altre dif-ferenze di scenario locale. Riprendendo dal prodotto vino, nonè la zona tipica di questa produzione, la Collina arborata, cheviene premiata dai prezzi maggiorati; infatti, solo il 3% dei casisi pone sul 150% o sopra (300%) rispetto ai prodotti standard,ma occorre chiarire che qui lo standard è mediamente alto eche la massa di prodotto offerta è grande investendo un territo-rio assai ampio. Va relativamente meglio, allora, a quei territo-ri dove si produce meno, indipendentemente dal giudizio sullaqualità in sé, come quelli della Collina interna (13% di prezzialla soglia del 150% e 5% al 200%) con una metà dei casi tra il75-100% di scarto in positivo (46%). I punti di scarto più ele-vati riguardano invece l’Isola d’Elba dove viene raggiunta lamassima valorizzazione con prezzi del 250% (9%) e soprattut-to del 300% (39%) superiori ai prodotti standard; ovviamentequi gioca a favore sia la bassa incidenza quantitativa del pro-dotto locale ed il tipo di turismo che comunque richiede pro-dotti tipici, ma di altre zone, sui quali gli operatori isolani agi-scono quasi in regime di monopolio commerciale. Altre situa-zioni di rendita sono godute dal Mugello che pure non è area diproduzione salvo verso la bassa Sieve (70% di casi a prezzidoppi quelli dichiarati normali); si può azzardare l’ipotesi cheil gran consumo di carni chianine oltre che di salumi (17% aprezzi tripli quelli standard) chiama necessariamente al consu-mo di ottimi vini e di ottimi condimenti (55% di dichiarazioniper scarti del 75-100% per l’olio di oliva).

Solo con l’olio la Collina arborata recupera una certa pre-minenza, con il 33% di dichiarazioni sulla e oltre la soglia del150%, il che è determinato dalla minore importanza quantitativache però si avvale dell’effetto di trascinamento dell’immaginedel prodotto principale, il vino. Una certa casistica positiva perl’olio esiste anche in alcune altre zone: è il caso del Valdarnosuperiore, rappresentato da un prodotto di altissima qualità, conil 44% di casi al 75% di maggior prezzo (e il 14% al raddop-pio), e della Collina interna con frequenze addirittura superiorialla zona precedente (55% e 20% le stesse due classi). In am-bedue le situazioni locali il prezzo e lo scarto forse potrebberoessere ulteriormente spinti verso l’alto da politiche di promo-zione e di origine più aggressive sui mercati nazionali ed inter-nazionali, considerando tra l’altro che nella Collina interna iprezzi sono mediamente più bassi che nel nord della Toscana.Per l’Elba tende a valere lo stesso ragionamento fatto in prece-denza (75% di casi al 250% di scarto).

Gli altri prodotti e in tutte le zone appaiono, invece, essererappresentati da poche o da nessuna situazione di apprezza-mento specifico. Certo, qualche esempio esiste, per premi del75% nell’ortofrutta in Mugello (25%) e nei dolci, pane e pasta

Page 52: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

50

(premi del 50% nell’Area maremmana e costiera oltre che al-l’Isola d’Elba), ma non tali da indicare un comportamento par-ticolarmente competitivo dell’offerta locale complessiva rispettoa quella del mercato generico. Ci sembra di poter affermare, inconclusione, che le aree interessate dall’indagine si fanno fortidella classica produzione di vino e olio, ma che scontano unacerta incapacità nello sfruttare fino in fondo le opportunità le-gate all’immagine positiva che quei due primi prodotti sonoriusciti a creare intorno all’idea della qualità gastronomica lo-cale. Rientra con forza in questa ultima considerazione la pro-duzione della Zona costiera maremmana, che non si limita allasola fascia balneare, dove non esistono situazioni dichiarate diforte valorizzazione delle produzioni e dove sono limitati an-che i casi uguali o superiori al 50% di scarto di prezzo, salvoper l’olio di oliva (20% al 50% di scarto) e alcuni derivati deicereali (25% suddiviso tra le fasce 50% e 100%).

Possiamo, infine, considerare anche gli scarti in negativo oi mancati scarti. In effetti esistono situazioni diffuse di soffe-renza nel senso di mancata valorizzazione delle produzioni TLT.In particolare ne sono penalizzate le produzioni ortofrutticole,senz’altro le più difficili a differenziare sul mercato, in quasitutte le realtà locali: Mugello (50% sotto i valori standard),Collina arborata (55%), Collina interna (43%), e Costamaremmana (37%, e 26% alla pari con i prezzi correnti). Lostesso per il vino nel Valdarno (29% di casi sotto i prezzi nor-mali) e sulla Costa (22%) mentre l’olio di oliva risente in misu-ra inferiore della mancata valorizzazione. Carni, salumi e for-maggi in generale si posizionano con frequenze elevate sui va-lori correnti (35-60%) e inferiori (20-45%) praticamente in quasitutte le aree. Potremmo sintetizzare la situazione affermandoche esiste molto lavoro da fare sul piano collettivo della pro-mozione e dell’organizzazione territoriale.

6.2Prezzi di acquisto e vendita dei ristoranti

Rispetto al complesso delle dichiarazioni di tutti gli interlocutoripresi insieme abbiamo voluto estrarre e trattare a sé, senza peròdistinguere per zona, i ristoratori per le informazioni sia suiprezzi dei loro acquisti (Tab. 52a in Appendice) che sui prezzial pubblico (Tab. 52b in Appendice), sempre in termini di con-fronto tra prodotti standard e TLT. Lo scopo è quello di com-prendere quanto i produttori locali, agricoltori ma anche labo-ratori alimentari artigianali o piccole industrie, siano in gradodi sostenere i prezzi rispetto alla domanda dei ristoranti i qualipossono costituire il mezzo di entrata di prodotti concorrentioriginari di altre zone e di prodotti standard.

Si misura così indirettamente anche la capacità competitivadei prodotti TLT e della loro immagine presso il turista; o in

Page 53: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

51

altre parole la validità delle strategie imprenditoriali, espliciteo meno, degli operatori locali. Certamente entrano in giocoanche le strategie dei ristoranti rispetto all’offerta che essi in-tendono presentare tra qualità alta ma generica e qualità legataal territorio, senza peraltro escludere la competizione attraver-so il prezzo contenuto a spese della differenziazione qualitativa.

In linea generale per tutti i prodotti, i ristoranti dichiaranodi acquistare prodotti TLT a prezzi superiori a quelli standard(78%) e di contro di vendere, o ricaricare, quasi nella stessamisura i prezzi della loro offerta finale (68%). In altre parole,esiste un trasferimento diretto dei maggiori prezzi tra forniturae ricarico, anche se con una certa attenuazione nel passaggio,almeno come frequenza di casi. Non appaiono invece trasferi-menti verso differenziali più elevati, anzi c’è una lieve contra-zione di frequenze per il raddoppio o la triplicazione dei prezzidei prodotti TLT rispetto ai prodotti standard tra acquisto e ven-dita (8% verso il 10%). A parte movimenti interni non decifrabilicon questa analisi, l’interpretazione del fenomeno è duplice:da una parte, i produttori riescono in molti casi ad imporre unloro prezzo o, altrimenti detto, i ristoratori non possono fare ameno di presentare al cliente prodotti locali; dall’altra, al tavo-lo lo scarto medio si riduce perché il prodotto locale non pos-siede poi tanta forza attrattiva per spuntare grandi prezzi oppu-re perché l’offerta di qualità dei ristoratori non può escludereprodotti di altra origine con forte valenza qualitativa. Tuttavia,nella maggior parte dei casi il differenziale esiste a premiare ilprodotto locale, anche se si concentra nelle maggiorazioni del25% (35% dei casi per l’acquisto e 26% per il prodotto finale)e del 10% (21% e 18% rispettivamente). Un’altra piccola quo-ta di ristoratori paga e offre prodotti TLT ad una maggiorazionedel 50% (12% sui due fronti).

I diversi prodotti hanno comportamenti differenti. Il vino èpagato a prezzi relativamente elevati, rispetto ai prodotti concor-renti, a valori doppi (31%) o tripli (12%) ma venduto con gli stessiscarti con minore frequenza (17% e 6%); sembra valere il concet-to appena esposto di buona capacità di offerta da parte dei produt-tori agricoli, da una parte, e di concorrenza al tavolo dei prodottidi altra origine che quella locale, dall’altra. Ciò vale in parte ancheper l’olio di oliva, che in genere sconta costi elevati di acquisizionema anche frequenze più marcate nelle possibilità di ricarico anchese non sul differenziale più elevato del 200% (18% all’acquistocontro l’8% nel calcolo del ricarico) o su quello del 50% (27%nell’acquisto contro l’11% della vendita). Sempre in quanto a fre-quenze, sia i salumi che i formaggi sono pagati a cifre superioririspetto ai prodotti standard all’atto dell’acquisto rispetto all’of-ferta finale (85% e 76% rispetto a 59% e 57%); qui evidentemen-te la concorrenza si presenta difficile. L’ortofrutta è in genere pa-gata di più rispetto al prezzo finale, sempre in termini di differen-ziale di prezzo. Il complesso delle carni è quasi sempre pagato aprezzi maggiorati ma solo in parte questo si traduce in prezzi su-

Page 54: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

52

periori alla vendita (96% degli acquisti a prezzi superiori e 79%nel ricarico finale). Osserviamo che, trattandosi di ristoranti, ilconcetto di vendita del prodotto finito è più attinente al vino im-bottigliato e ancora a salumi e formaggi al taglio, mentre per lecarni e l’olio di oliva si dovrebbe parlare di ricarichi diversi perprodotti trasformati o che entrano nella trasformazione.

In conclusione, solo l’ortofrutta presenta situazioni relati-vamente vantaggiose per i ristoratori tra l’acquisizione e la ven-dita o ricarico, mentre per tutti gli altri settori il prodotto TLTviene spesso acquisito a prezzo elevato ma non sempre riescead essere smerciato agli stessi differenziali di prezzo. Se nepuò dedurre, con un po’ di approssimazione, che i produttoriagricoli e alimentari delle aree esaminate riescono a piazzareadeguatamente i loro prodotti presso i ristoranti, che non pos-sono fare a meno di presentare ai clienti l’offerta locale, mache il prodotto locale subisce comunque la forza della concor-renza e la minaccia della sostituzione. Discorso limitato dalfatto che comunque il differenziale di prezzo esiste anche sesalumi e formaggi soffrono maggiormente della competizionecon prodotti alternativi e standard.

Infine, non abbiamo considerato un’analisi per zona in quan-to dopo breve esame dei dati di dettaglio ci sembra di poteraffermare che nella sostanza essi confermano quanto appenadetto in conclusione, riguardo lo squilibrio dei differenziali traprezzi TLT e standard tra acquisti e vendite, salvo qualche si-tuazione locale leggermente più favorevole. Solo come esem-pio riportiamo, senza supporto di tabelle, il caso del vino dellaCollina arborata che per due terzi è venduto al 25% di scartorispetto ai due terzi di casi che dichiarano acquisti a scarti tra il50% e il 100%; oppure l’olio di oliva della Collina arboratacon due terzi per gli scarti 50-100% negli acquisti rispetto al28% delle classi elevate; sempre per l’olio di oliva si osserva inzona vocata, Valdarno, una dicotomia rispetto alla totalità de-gli acquisti allo scarto del 50%, con la metà dell’offerta senzascarto di prezzo e la metà ad alta valorizzazione (+200%). Infi-ne, come esempio in positivo, il Mugello per le carni con unmovimento verso gli scarti più elevati dei prezzi alla venditarispetto comunque ai già elevati scarti di prezzo all’acquisto.

6.3Domanda e disponibilità dei prodotti TLT

I prodotti presi in considerazione, in quanto tipici e locali, cioè“unici” nella loro origine ma del resto non troppo difficilmentesostituibili come dimostrato anche dalla precedente discussio-ne, hanno rispetto al prezzo comportamenti che sono un com-promesso tra mercato concorrenziale e monopolistico. Pertan-to, la disponibilità del prodotto presenta, entro certi limiti, ef-fetti sui prezzi anche se in maniera non molto chiara. Per tal

Page 55: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

53

motivo, ma senza poter approfondire l’argomento, abbiamocercato di evidenziare se esistono situazioni di domanda insod-disfatta o di offerta inevasa, il che a monte ha a che fare conproblemi legati alla variabilità biologica stagionale ma anchecon aspetti organizzativi (Tab. 53 in Appendice).

Considerati alcuni prodotti principali (vino, olio, salumi eformaggi) abbiamo fatto riferimento alle dichiarazioni dei ne-gozianti e poi, in particolare, alle aziende agricole che sonomaggiormente legate agli andamenti climatici. Si riscontranoin effetti alcune situazioni di domanda non sempre soddisfatta,ma piuttosto “raramente” (14-18% secondo i vari prodotti) checon una qualche cadenza ciclica definita come “talvolta” (4-6% e 8% per il vino nei due casi) ma quasi mai ripetuta edefinibile come “spesso”. Curiosamente, la Collina arborataha qualche problema con la domanda del vino e degli altri pro-dotti anche se raramente; vi possono concorrere cause legateall’andamento dei mercati globali specie per il settore vinicolo.Nel caso dell’Elba e specie per il vino (67%) ma anche per iformaggi (17%) il fenomeno in parte è legato al precedente maindirettamente cioè attraverso la “mediazione” delle zone vocatee in parte alla localizzazione stessa. Il Mugello e la Collinainterna presentano alcune situazioni di difficoltà per quasi tuttii prodotti considerati. Anche nel caso dell’offerta inevasa esi-stono periodiche situazioni problematiche specie nelle aree diCollina arborata ed interna. L’analisi però non è scevra di am-biguità e pertanto dovrebbe essere approfondita ad un grado dimaggior dettaglio; tuttavia, se si considera come esempio l’oliodi oliva risulta conosciuta la situazione dei “due mercati”, quellodella vendita diretta a prezzi elevati e quello della svendita agrossisti nei momenti di eccesso di offerta, con il quale termineci sembra di poter individuare più che altro una incapacità diattrezzarsi commercialmente per sopportare gli anni di caricadi produzione dovuta alla tipica alternanza di produzione del-l’olivo.

Le aziende agricole (Tab. 54 in Appendice) risentono mag-giormente di situazioni contingenti, quasi sempre stagionali (nelsenso sia dell’andamento climatico che delle oscillazioni di mer-cato), o di crisi più o meno consistenti. Ciò avviene con mag-gior frequenza sul lato dell’offerta proprio in zone vocate comeper il vino della Collina arborata (36% spesso) e per l’olio dioliva in Valdarno (43% spesso). Squilibri tipici della fase agri-cola di quasi tutti i settori, ma dove una maggiore organizza-zione collettiva locale di mercato potrebbe evitare momenta-nee inefficienze e la sfasatura temporale tra la domanda e l’of-ferta. In effetti, anche una domanda rimasta insoddisfatta (29%per il vino, 24% per l’olio, ma anche il 10% per formaggi esalumi) sta a significare che i consumatori non trovano al mo-mento opportuno il prodotto locale da essi ricercato e ciò nondepone a favore di un’effettiva capacità delle aziende di attrez-zarsi per una risposta adeguata.

Page 56: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

54

Page 57: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

55

7.OPINIONI DI TESTIMONI PRIVILEGIATI EOPERATORI ECONOMICI SU PRODOTTI TLT ETURISMO

Molti dei risultati fin qui esposti contengono, al di là dell’appa-rente precisione dei numeri, una certa dose di ambiguità dovu-ta al fatto che le affermazioni raccolte sono sempre il frutto dipercezioni dei soggetti intervistati anche se sulla base della loroesperienza diretta. A maggior ragione, non si sottrae certamen-te a questo limite intrinseco al tipo di ricerca la parte dellarilevazione dedicata a sondare le opinioni intorno alleproblematiche e alle potenzialità dei prodotti TLT in rapportoal flusso turistico. In generale, ci siamo rivolti ai testimoni pri-vilegiati per approfondire questi aspetti sul piano territoriale,ma non mancano anche le indicazioni rilasciate direttamentedai singoli operatori. In ogni caso le informazioni sono statetrattate a livello delle singole zone e non del complesso regio-nale, il che non avrebbe molto senso logico perché ogni area hala sua specificità, i suoi problemi e le sue prospettive. Infine,come avvertenza generale alla lettura di questi ultimi dati, suuno stesso argomento possono coesistere visioni totalmentediverse secondo il punto di vista dei diversi soggetti intervista-ti, il che non sta a significare una totale incomprensione deiproblemi da parte di alcuni quanto la copresenza di aspetti cri-tici intorno ad argomenti complessi.

7.1Offerta e formazione della domanda dei prodotti TLT

Iniziando con le problematiche si esaminano, in primo luogo, leopinioni intorno alle cause o determinanti della formazione delladomanda turistica di prodotti TLT (Tab. 55 in Appendice).

Gli interlocutori dell’Area arborata non hanno da indicarealcun problema in negativo e centrano la propria attenzione sulprodotto che in questi anni ha fatto la forza del territorio, ilvino, considerato capace di trascinare l’intero settore dell’of-ferta di prodotti TLT. La scelta politica di aver disegnato il per-corso delle “strade del vino” sembra poi sia stata premiantenell’aver fatto conoscere meglio sia ai consumatori locali cheai turisti i luoghi del territorio, le sue aziende e i loro prodotti.Questo tipo di promozione è stata alla base di una valorizzazioneanche nell’Area costiera mentre l’Area interna maremmanasarebbe caratterizzata anche dai funghi e dalla cacciagione e,

Page 58: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

56

in definitiva, dalla diffusa idea che in zona “si mangia bene”.In negativo, i giudizi critici che accomunano le aree al di fuoridi quella arborata sono relativi alla scarsa conoscenza dei pro-dotti TLT e delle tradizioni alimentari da parte dei turisti(Valdarno e Costa maremmana), d’altronde dovuta ad una scarsaattività promozionale e all’assenza di punti vendita specializ-zati (Mugello e Costa maremmana), ritenuti di per sé strumentipromozionali al di là del loro reale giro d’affari. In più di unazona si vede nel basso livello di massa critica di molti prodottiTLT, escluso ovviamente il vino, il principale vincolo struttu-rale e finanziario ad un maggior impegno promozionale, mad’altra parte in Area interna maremmana sembra mancare an-che una piena comprensione del fenomeno o, in altre parole, èassente una “cultura del turismo” tale da limitare le stessepotenzialità intrinseche dell’offerta di prodotti di qualità. Unulteriore specificità locale è rappresentata dall’Area marina(Costa ed Elba) dove il turismo balneare sembra poco sensibileal fascino dei prodotti TLT, come abbiamo già potuto appurarenelle precedenti dichiarazioni degli operatori.

In dettaglio si possono apprezzare le cause di eventuali di-screpanze nel soddisfare la domanda di prodotti TLT (Tab. 56in Appendice).

In Area mugellana e all’interno dell’Area costiera, si poneall’attenzione l’effetto in qualche modo “distruttivo” della tra-dizione da parte delle normative igienico-sanitarie nella lavo-razione del latte per la caseificazione del pecorino, associatedi conseguenza agli aspetti del maggior costo di produzione aquesto punto totalmente a favore della concorrente media egrande industria. Si noti peraltro che nella stessa Area costierae anche nella Collina arborata esistono inizi di attività sia nellaproduzione di formaggi che di salumi, segno evidente che icontrapposti andamenti sono copresenti, ma con prospettivediversamente vissute dai singoli operatori, spesso di zone dif-ferenti, innovatori o altrimenti poco propensi all’assunzionedel rischio. Altri problemi nascono dalle insufficienze dell’ap-provvigionamento e della distribuzione, specie nelle Areemaremmane litoranee. Ancora, la relativa incapacità di soddi-sfare la domanda sarebbe, nelle dichiarazioni di moltiinterlocutori (Collina interna e Costa maremmana) causata dalladomanda stessa in quanto i turisti avrebbero scarsa conoscen-za delle caratteristiche dei prodotti offerti. Anche se può esser-ci un fondo di verità in questo tipo di affermazione, è pur cu-rioso che si accollino ai possibili consumatori deficienze chedovrebbero essere coperte dagli operatori stessi. D’altronde unarisposta contraria a questa impostazione scaturisce dal gradodi soddisfacimento della domanda garantito dall’alta qualitàdelle produzioni offerte specialmente nel caso del vino e del-l’olio di oliva (Colline centrali e Collina interna).

Alcuni precedenti limiti da parte dell’offerta si ripercuoto-no spesso sui risultati economici del territorio e delle imprese

Page 59: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

57

ovvero possono esistere discrepanze tra l’offerta dei prodottiTLT ed il relativo volume d’affari (Tab. 57 in Appendice).

In verità il quesito che abbiamo posto ha ottenuto risposteche in qualche modo riprendono i precedenti contenuti,riproponendo i limiti dovuti al basso volume di offerta dei pro-dotti TLT, per quasi tutte le zone ad esclusione dellepedemontane, che evidentemente è un dato da leggere relativa-mente a produzioni diverse dal vino e dall’olio di oliva (comechiarito dal caso della Collina interna), e una serie di ulterioriaspetti relativi soprattutto alla Maremma interna e in parte allaCosta. Tra questi sono indicati il “molto lavoro” da fare per unulteriore miglioramento della qualità e per la promozione deiprodotti, evocando anche la possibilità di una riconversioneeffettiva di tutta l’Area verso i prodotti TLT al fine di ottenereuna massa critica territoriale tale da sostenere l’opera di diffu-sione della conoscenza presso i turisti ricorrendo tra l’altro an-che a strumenti tradizionali quali le sagre paesane.

Gli aspetti problematici dell’offerta in termini di quantità edi qualità, anche combinati tra loro, si possono ripercuoteresugli scarti di prezzo tra prodotti di qualità e prodotti standard(Tab. 58 in Appendice), come del resto già esaminato nel detta-glio delle dichiarazioni degli operatori economici.

Il problema non si pone nella zona tipica di produzione delvino, la Collina arborata, mentre assume importanza, semprein positivo, per le altre zone pur con sfumature diverse indican-do i prodotti TLT come beni di nicchia (Valdarno, specie peruna particolare offerta di olio di oliva) tali anche per l’effettivaristretta base produttiva (Collina interna e Mugello), e per l’Arealitoranea dove l’alto prezzo viene esplicitamente correlato aiproblemi della scarsa reperibilità in rapporto alla massa dei tu-risti. Qui viene anche posto in risalto che un prodotto “non in-dustriale” necessariamente costa di più o, come espresso in unaconcezione normativa dagli interlocutori, la qualità deve scon-tare margini di profitto maggiori. Dunque, in generale si affer-ma indirettamente che i prezzi dei prodotti TLT sono maggioridi quelli correnti, o dovrebbero esserlo; la precedente disanimasui prezzi aveva del resto messo in luce questa tensione trapresenza o assenza di un plus di prezzo.

Un aspetto particolare ma significativo della capacità dipenetrazione dei prodotti TLT anche nello stesso ambito localeci è fornito dalla illustrazione delle cause del grado di impiegodei prodotti TLT nella preparazione gastronomica dei risto-ranti (Tab. 59 in Appendice).

Con tale domanda abbiamo dichiarazioni “diverse” rispettoa quelle già raccolte presso i ristoratori ma anche a quelle for-nite dagli stessi testimoni privilegiati che con i primi avevanodichiarato il forte peso di alcuni prodotti nell’offerta ai clienti.In realtà i due tipi di informazione non sono direttamenteconfrontabili anche se dobbiamo tener conto proprio del valoredella problematicità, in quanto esistenza di difficoltà, per ridi-

Page 60: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

58

mensionare in parte alcune affermazioni talvolta troppo ottimi-stiche. Così, considerando come tautologica l’affermazione fattain terra di Collina vitiolivata che se si offrono prodotti TLT sioffre qualità (ma che può essere letta come “ci sono ristorantiche si basano sui prodotti locali e che perciò ne hanno un bene-ficio sul piano del riconoscimento del pubblico”), si hanno in-dicazioni più critiche in tutte le altre zone. A parte una mezzaverità che può riguardare tutti gli chef ovvero che i ristorantifanno spesso o vogliono dimostrare di fare affidamento sulleproprie capacità per ottenere un determinato effetto finale indi-pendentemente dalla tipicità del prodotto di base (il che riman-da allora alle capacità di penetrazione dei produttori locali) èpur vero che possono esistere difficoltà di approvvigionamen-to legate a varie cause. Si va dall’inesistenza di un vero merca-to locale per alcuni prodotti quali ortaggi, frutta e carni per cui“ci si deve accontentare di ciò che il mercato offre”, come af-fermato nell’Area interna maremmana e in quella Costiera, al-l’insufficienza dimensionale dell’agroindustria locale, parerecondiviso tra Collina arborata e Costa ed Elba, ai soliti proble-mi produttivi igienico-sanitari che tra l’altro metterebbero fuo-ri mercato proprio le imprese che producono i prodotti TLT,problema sentito in area di Costa maremmana. Ma, infine, an-che all’insufficiente cultura e professionalità di alcuni ristora-tori in merito alle caratteristiche dei prodotti TLT e al loro con-trollo; argomento posto in evidenza da alcuni testimoni privi-legiati delle Valli preappenniniche e anche dell’Area litoraneache ci sentiamo di condividere ma anche di estendere all’interouniverso dell’offerta gastronomica. Altrove il problema vienespostato più a monte nella mancanza di una politica di soste-gno finanziario allo sviluppo delle produzioni TLT, come inArea maremmana interna e di Costa.

7.2I tempi del turista

Consideriamo ora tre aspetti collegati con i quali miriamo aporre meglio in evidenza la relazione tra i prodotti TLT e ilturismo. Questa è dovuta, da una parte più indirettamente, alladurata della stagione turistica poi al rapporto di fidelizzazionedei turisti con la zona mentre esplicitamente è stato richiestoagli intervistati di produrre una stima di quanto il prodotto TLTinfluisce sulla formazione di relazioni durature con i turisti;tuttavia vogliamo ricordare come nella Toscana rurale la do-manda turistica sia generalmente integrata.

Viene escluso da parte di tutti i testimoni privilegiati di qua-si tutte le zone che durante l’inverno ci possano essere realiattrattive da parte dei territori a causa del clima, perciò la sta-gione turistica (Tab. 60 in Appendice) sarebbe modellata dallostesso ciclo naturale, “forzato” solo dalle vacanze natalizie e

Page 61: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

59

pasquali, anche se già la Pasqua può segnare l’inizio di unaqualche attività, specie al mare, ma non tanto in quello insularepenalizzato dal relativo isolamento quanto lungo la costa con-tinentale. Alcuni lamentano però la scarsa organizzazione, pri-vata e pubblica, per creare iniziative di richiamo (Vallipreappenniniche) specialmente quando esistono condizioni dibase per farlo, come nell’Area maremmana interna e Costiera,dalle terme alla caccia e al turismo in luoghi e città d’arte senzaconsiderare che il “mare d’inverno ha il suo fascino”. Per gliagriturismi i limiti di durata possono derivare dalla legislazio-ne che impedisce di superare con tale attività la produzionestrettamente agricola (Valdarno); questo se la norma viene re-almente osservata. In positivo, per le aree delle Colline centralie della Val d’Orcia, si fa notare che un certo flusso di turismoesiste sempre almeno lungo le principali strade di comunica-zione tra grandi città d’arte, Firenze, Arezzo, Siena e Roma.

7.3La fidelizzazione del turista

Rispetto al turista che passa e guarda vi è sempre un certo nu-mero di persone che rimane “fidelizzato” al territorio o, in altreparole, innamorato di luoghi, persone, modo di vita e gastrono-mia locali (Tab. 61 in Appendice).

Ci sono elementi in positivo e in negativo che giocano afavore o meno della fidelizzazione che, tra l’altro, può essereintesa in senso puramente di marketing (legare il cliente al pro-prio prodotto e legare sempre più clienti) o di scambi econdivisione culturali (ospitare “gente di fuori” o stranieri). InAree pedemontane, forse meno richieste come autonome zonedi turismo, giocherebbe a sfavore la mancanza di propensioneall’accoglienza, mentre in positivo il fatto che a “trattar bene iclienti, spesso tornano” e, di più, essi promuovono autonoma-mente un meccanismo di “passaparola” che fa affluire nuovituristi in zona. In questo “trattar bene” noi vogliamo vedere unaspetto non solo di azione seppure implicita di marketing quantouna modalità di essere che coinvolge gli ospiti. Tuttavia il ri-cordarlo, da parte degli stessi interlocutori, deve essere consi-derato come una lezione di autoapprendimento diretta a nondimenticare l’essenza di un certo modo, locale, di rapportarsiagli altri. I testimoni privilegiati delle Colline centrali riman-dano agli elementi concreti della fidelizzazione, dal vino, comepunto di partenza del più ampio discorso sulla gastronomia,alle manifestazioni culturali e al richiamo delle città d’arte, alpaesaggio; poi, più che in negativo in propositivo, viene svoltoun ragionamento piuttosto orientato al marketing territorialeconsiderando che esistono fattori di sviluppo turistico legatialla moda nella scelta di dove passare una vacanza (Collinacentrale e Collina interna). Da qui l’importanza di azioni pro-

Page 62: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

60

mozionali del territorio da proporre soprattutto all’estero; inaltre parole, non sarebbe sufficiente il meccanismo delpassaparola o la forza autonoma di richiamo della bellezza deiluoghi e della buona cucina per ottenere un rapporto duraturocon i turisti. Le Aree maremmane interne sarebbero caratteriz-zate da una certa incapacità nella propensione all’accoglienzadei turisti, che si traduce in mancanza di iniziative culturali inbassa stagione, anche se questi vengono richiamati dal buontrattamento ricevuto che funziona da passaparola.

Infine, possiamo guardare direttamente alle capacità dei pro-dotti TLT a concorrere alla fidelizzazione dei turisti (Tab. 62 inAppendice). Sono poche le dichiarazioni in senso relativamen-te negativo, nella Maremma interna e nelle Aree di mare, doveda parte di alcuni interlocutori si fa notare che il turista tornaper l’ambiente, la qualità dell’ospitalità e in particolare per iltipo di alimentazione ma indipendentemente dalla tipicità deiprodotti. Ma questa, anche per queste zone con esclusionedell’Elba, è solo una verità parziale in quanto nella maggiorparte delle dichiarazioni si coglie come sia proprio l’offerta diprodotti TLT a favorire le relazioni durature con i turisti, ov-viamente insieme agli altri elementi territoriali. Elementi criti-ci, comunque, esistono sempre: in tre zone (Valdarno, Collinearborate e interne) si evidenzia come il turista associ la zonacon un determinato piatto o pietanza anche se non è proprioquello di origine; nelle Aree maremmane, interne o di costa,l’offerta si sta solo ora riqualificando avendo riconosciuta l’im-portanza dei prodotti TLT. Una serie di soggetti favoriscono ilrinnovato interesse tra questi prodotti e i turisti; si tratta di gio-vani imprenditori che ne fanno un settore trainante dell’econo-mia locale (Costa maremmana) o di imprenditori che hannointrapreso l’attività agrituristica (Collina arborata). I produtto-ri si ritrovano partecipi anche delle sagre paesane dove accor-rono in massa turisti sia stranieri che di località anche vicine;sembra che la domanda di sagre sia ben stabilizzata e che coin-volga zone di montagna e di mare (Mugello e Costamaremmana).

7.4Prospettive dell’offerta di prodotti TLT

La seconda parte del complesso di osservazioni critiche svoltedai soggetti intervistati, sia operatori che testimoni privilegiati,ha riguardato le potenzialità e le prospettive dei prodotti TLTin rapporto al turismo.

Abbiamo distinto tra aspetti che riguardano la domanda el’offerta di prodotti TLT secondo negozianti e testimoni privi-legiati, cui si aggiunge il punto di vista degli imprenditori agri-coli rispetto alle prospettive di valorizzazione dei propri pro-dotti aziendali, e gli aspetti più strettamente legati alla gastro-

Page 63: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

61

nomia con domande specifiche rivolte ai ristoratori. In ognicaso, la tipologia delle risposte è assai complessa e articolata inquanto molte sono le esperienze e le impostazioni mentali.

Sull’offerta di prodotti TLT i negozianti hanno posizioni assaiarticolate, ma nello stesso tempo ci sono molti tratti comuni dauna zona all’altra (Tab. 63 in Appendice). In particolare, sonoposti in evidenza più gli aspetti critici che le potenzialità inpositivo come per i possibili problemi legati all’approvvigio-namento per carenza di prodotti o per questioni di stagionalità,il peso limitante delle normative igienico-sanitarie anche perquanto riguarda la semplice degustazione o ancor più per lapredisposizione di piatti pronti, il sacrificio di tempo e i costialla base di tali preparazioni. A questi elementi di debolezza siassocia la concorrenza della grande distribuzione che arriva adoffrire a prezzi bassi prodotti di qualità, anche se non locale.Una tendenza in atto per contrastare questa sfida è rappresenta-ta dalla trasformazione dei negozi generici in negozi specializ-zati con aumento della gamma offerta, sia in profondità che inampiezza, e l’estensione degli orari di apertura serale e festiva.Chiaramente occorre che i prodotti messi in vendita siano “sin-ceri” dato che si possono trovare prodotti locali che però nonsono tipici e prodotti tipici che non sono locali. A supporto del-l’offerta occorre una migliore preparazione professionale deivenditori sul piano delle capacità di riconoscimento dei pro-dotti e di tutte le pratiche del processo di vendita, ad esempiodel controllo delle norme igienico-sanitarie, non da intendersicome meri vincoli ma come norme da conoscere e gestire. Infi-ne, nel potenziamento dell’offerta dovrebbero giocare in posi-tivo una maggiore partecipazione pubblica alla promozione e,sul piano locale, l’attività svolta dalle sagre paesane.

Si è affermato che i negozianti si esprimono nel senso appe-na descritto indipendentemente dalla zona di pertinenza; in re-altà qualche specificità esiste. Ad esempio, nelle Areepreappenniniche non sono stati messi in evidenza gli impor-tanti aspetti della riqualificazione professionale e dellaspecializzazione dei punti vendita.

I ristoranti, considerati qui come testimoni privilegiati di unfenomeno più ampio della loro stessa area d’affari (Tab. 64 inAppendice), in tutte le zone mettono in risalto la difficoltà direperire prodotti TLT e dunque l’incapacità dell’offerta localedi adeguarsi alle richieste costringendo a rivolgersi a commer-cianti e industrie di prodotti conservati; nonostante questa scap-patoia si fa notare come il menù debba rispettare la stagionalitàdelle produzioni (Valdarno e Colline centrali e interne). I solitiproblemi igienico-sanitari tendono a limitare l’espansione dialcuni prodotti TLT (Mugello e Collina arborata), ma sembra-no esistere flussi di prodotti che riescono ad aggirare la norma-tiva (Valli preappenniniche, Collina centrale e Costa marem-mana). Le potenzialità comunque possono essere aumentate conuna maggiore affinamento delle capacità dei ristoratori stessi

Page 64: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

62

(Valdarno e Colline centrali e interne).I testimoni privilegiati confermano in buona parte l’analisi

collettiva dei negozianti (Tab. 65 in Appendice) ponendo alcentro della propria attenzione i problemi, che se risolti si tra-ducono in reali potenzialità, dell’approvvigionamento di alcu-ni prodotti per mancanza di offerta (Mugello e Maremma in-terna e litoranea), per produzione instabile e discontinua (Val-darno e Costa), e ancora i problemi dei costi dell’approvvigio-namento in confronto alla grande distribuzione (Mugello, Col-lina arborata e Costa). Ma nel contempo, in tutte le aree anchese con accenti diversi, viene anche offerta una visione più arti-colata della promozione al territorio intesa come strumento diimpulso all’investimento da parte dei produttori locali e comesede di sviluppo di idee per far esplicare le potenzialità latenticonsiderate notevoli.

7.5Prospettive della domanda di prodotti TLT

Dal lato della domanda, conforta che per tutti gli interlocutorie per tutte le zone il prodotto TLT sia in rapida crescita in pa-rallelo allo sviluppo dell’agriturismo, anche se in genere si trattadel vino (più richiesto dagli stranieri) e dell’olio di oliva (piùrichiesto dagli italiani). Molte determinanti della domanda, chepossono giocare ruoli di spinta o di freno all’espansione delmercato dei prodotti TLT, stanno nei livelli di conoscenza e neicomportamenti di acquisto dei turisti.

Da parte dei negozianti, in merito alle potenzialità e prospetti-ve della domanda di prodotti TLT (Tab. 66 in Appendice), esisto-no posizioni diverse e talvolta opposte che possono anche legger-si come riferibili a gruppi di turisti diversi. In effetti, una parte deinegozianti definisce la domanda, da cui si potrebbe dedurre unadebole potenzialità di sviluppo dei prodotti tipici e locali, comepoco preparata ed informata o poco interessata alle specificità lo-cali accontentandosi del mangiare bene o tuttalpiù interessata alvino e talvolta all’olio di oliva della zona. D’altra parte la stessadomanda viene definita come alta e in espansione, curiosa e tal-volta non soddisfatta ed i turisti individuati come molto preparatigrazie alla lettura di guide e al passaparola tra amici ed ancheesperti in fatto di vini di qualità. O ancora, una domanda viva macon poca voglia di spendere se la qualità non è assicurata; si dà ilcaso che una risposta di dettaglio mostra come la carne bovina siarichiesta solo se di produzione locale (il fatto di aver rilevato que-sto tipo di risposta oltre che in Mugello anche nell’Area litoraneamaremmana può avere più di un significato). Una ulteriore via dicrescita del mercato è resa possibile dalla presenza di stranieri chehanno acquistato una casa, in generale nell’area della Collinavitiolivata, e che funzionano da ottimi testimoni e passaparola peri loro connazionali circa le virtù dei prodotti TLT. Limiti futuri

Page 65: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

63

alla ulteriore crescita della domanda dipendono dai vincolinormativi posti alle iniziative dell’offerta mentre non sono ancoraben esplorate le possibilità di raggiungere con i prodotti locali ilturismo di massa e di passaggio breve o il turismo termale (Colli-na interna) costituito da persone anziane con pochi interessi oltrequelli delle cure. Infine, l’Elba come spesso per altre domande,limita l’attenzione a pochi aspetti, insufficienza o scarso interessedei turisti ma nel contempo disponibilità a farsi consigliare. An-che gli interlocutori del Valdarno restringono le risposte all’argo-mento delle caratteristiche della domanda senza sottolineare gliaspetti più propositivi.

I ristoratori, in quanto particolari testimoni privilegiati (Tab.67 in Appendice), esprimono in generale una visione molto posi-tiva riguardo alla richiesta presente e potenziale di prodotti tipici elocali, molto spesso più degli stranieri che dei connazionali, no-nostante la mancanza di promozione e una stagione turistica trop-po breve pur recuperando con i cacciatori o gli autotrasportatori inalcune zone (Mugello, Collina arborata) o contando sui turisti re-gionali (Mugello). Molto attenzione viene posta in alcune aree(Valdarno e Collina arborata) all’interesse dei turisti stranieri ri-spetto alla loro minore o maggiore preparazione o disposizione afarsi consigliare al di là di una loro conoscenza limitata al prodot-to vino. Di contro al grado di interesse per i prodotti TLT vienesottolineata l’attenzione posta dai clienti al livello dei prezzi; turi-sti e specialmente giovani non desiderano spendere cifre troppoalte per l’alimentazione.

I testimoni privilegiati (Tab. 68 in Appendice) si sono mo-strati in genere molto più ottimisti riguardo alle potenzialitàdella domanda e per essi, anche se rimane in tutte le aree inda-gate il problema di una scarsa conoscenza dei prodotti tipici elocali da parte dei turisti, la domanda è comunque in crescita olo è senza problemi di sorta (Collina interna). Anzi, per l’Areavitiolivata la domanda può essere considerata “quasi senza li-miti”, così come almeno per il vino nella Costa maremmana.Qualche elemento negativo tocca il Mugello, dove possonoesistere problemi di offerta limitata, e l’Area litoranea, per ladomanda incostante, salvo il vino. Si affermano comunque lun-go la Costa i classici “baracchini” di vendita diretta delle aziendeagricole; qualche dubbio viene espresso in relazione alla ga-ranzia di prodotto realmente aziendale. In generale però non cisono problemi, a causa di prezzi elevati, per il turismo di élite.

7.6Vendita dei prodotti dell’azienda agricola

Da un’ottica un po’ diversa, quella della vendita dei prodotti agri-coli ottenuti in azienda -che se non altro sono prodotti “locali” inquesto senso- gli imprenditori agricoli dimostrano punti di vistaarticolati diversamente da zona a zona (Tab. 69 in Appendice).

Page 66: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

64

Rispetto alle potenzialità della propria offerta, in tutte learee esaminate sono criticati i vincoli ad un’espansione dellavendita diretta per cause burocratiche varie e in particolare perle norme assai restrittive in caso di somministrazione di ali-menti preparati; vi sono anche aspetti tecnici non facilmentesuperabili da parte delle piccole aziende come per la possibilitàdi dotarsi di locali idonei alla trasformazione alimentare(Mugello, Valdarno, Collina centrale) o che creano incrementidi costi relativi come nel caso della volontà di produrre conmetodi biologici (Mugello e Collina arborata). Ma sono poi iproblemi di tipo commerciale e di marketing che costituisconoal contempo vincoli e opportunità di sviluppo: impossibilità adampliare la gamma di prodotti offerta perché non si possonovendere prodotti di altre aziende agricole (Valdarno), ineffica-cia di un locale consorzio di produzione (Mugello) e per esten-sione, inefficienza di molte strutture associative. Mentre, in po-sitivo, agiscono l’ampliamento della gamma come fattore direale potenziamento degli affari e maggiore partecipazione afiere e sagre quale strumento di autopromozione (Valdarno eCosta maremmana). L’Area costiera pone ancor più l’accentosugli aspetti di marketing con l’indicazione dello strumento delladifferenziazione dell’offerta quale mezzo per ampliare nel fu-turo la vendita dei propri prodotti; il limite sta nelle scarse ca-pacità delle piccole aziende di coprire un tale fabbisogno. L’areadella Collina arborata, invece, sembra porre in risalto solo pro-blemi di ordine burocratico o tecnico-burocratico come limi-tanti uno sviluppo che ormai appare consolidato. Infine, l’Areainterna maremmana dove accanto alla preoccupazione di nonpoter garantire una costanza nella qualità di produzione nel tem-po, fattore che inciderebbe negativamente sulla propensioneall’acquisto ripetuto dei consumatori e dei turisti, sono consi-derate incoraggianti le esperienze della vendita on-line e stru-mentali l’offerta congiunta di ricreazione e svago (presso gliagriturismi) e una maggiore conoscenza dei prodotti e dellacucina locale e regionale.

Ma anche per gli agricoltori, similmente che per gli altriinterlocutori, la domanda di prodotti TLT, ossia aziendali, èvista in espansione salvo che in Mugello, dove l’attenzione èposta solo sulla durata breve della stagione, e nell’Area costie-ra, dove però il turista è considerato attivo nella richiesta diprodotti genuini o comunque desideroso di conoscere; questiatteggiamenti peraltro sono caratteristici anche di altre zonetoscane (Valdarno, Collina centrale e Collina interna) specieper il vino da parte dei turisti stranieri e dell’olio da parte degliitaliani. Alcune aree sono peraltro interessate dalla domanda diprodotti TLT biologici (Collina centrale, Collina interna e Co-sta maremmana). Nonostante le buone potenzialità queste sa-rebbero però limitate da una scarsa conoscenza del prodottoTLT da parte dei turisti; in altre parole la domanda non è soste-nuta adeguatamente da parte di iniziative promozionali e da

Page 67: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

65

strutture di ricezione turistica, nel senso che le amministrazio-ni pubbliche se ne dovrebbero far carico (dichiarazioni raccol-te in tutte le aree escluso quelle pedemontane).

7.7Potenzialità dei prodotti gastronomici

Ritornando ai ristoratori abbiamo invece cercato di cogliere unaserie di osservazioni intorno alle potenzialità della loro doman-da e offerta di prodotti gastronomici (Tab. 70 in Appendice).

Le risposte inerenti l’offerta e le sue potenzialità possonoessere riclassificate in due aggregati principali; da una parteviene posta in evidenza la laboriosità delle ricette tradizionalianche in termini di tempi di preparazione e, dunque, di costiche si traducono in prezzi elevati al tavolo; di conseguenza, ipiatti tipicamente locali sono spesso fatti solo su ordinazione.In questo senso si esprimono i ristoratori di tutte le aree inda-gate. L’altro gruppo di risposte fanno capo al concetto di cono-scenza intorno alla tradizione culinaria e dei prodotti TLT dibase. Qui le impostazioni possono risultare anche diverse dazona a zona; nella Collina arborata troviamo dichiarazioni tal-volta contrastanti sul grado di preparazione dei ristoratori, se-gno evidente di percezioni diverse ma anche di intuizioni di-verse. Così si afferma che la tradizione è tutta da riscoprire,esagerando in una visione forse un poco filologica (ma spessotra i ristoratori esistono figure originali di pensatori), o che lapreparazione non è tra le migliori o viceversa che i ristoratorilocali sono preparati in materia e disponibili a fornire informa-zioni, e forse a dispensare conoscenza. Ma sulla stessa posizio-ne troviamo anche i ristoratori delle Aree maremmane internee litoranee, segno evidente che esistono elementi culturalmen-te unificanti la particolare categoria. Sempre trasversalmentesul piano territoriale e collegata con la precedente affermazio-ne anche quella che rimanda alla conoscenza dei vecchi piattiper riproporli in chiave moderna (Collina arborata, Collina in-terna e Valdarno); questione di non facile decifrazione, ma chepuò significare una riduzione di alcune caratteristiche moltospiccate del sapore delle pietanze a favore di un gusto più neu-trale, altrimenti definito “internazionale”. Ovvero, a seconda sitratti di cibi o di vini, una tipicità ammorbidita o annacquata ola rincorsa dietro la moda internazionale del vino “barricato”.Ma quanto può essere valida questa interpretazione ci può es-sere chiarito dall’analisi delle prospettive della domanda ai ri-storanti.

La domanda gastronomica di prodotti o a base di prodottiTLT risulta in crescita, confermando così i risultati dei negozialimentari e degli agriturismi, con alcune specificità. Che ladomanda sia in crescita, dunque anche come proiezione al fu-turo, è una risposta che troviamo espressa in maniera secca in

Page 68: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

66

due aree studiate (Valdarno e Collina interna), ma quello chepiù conta per le prospettive di sviluppo dei prodotti TLT è larisposta unanime da parte di alcune le zone (Collina centrale,Collina interna e Costa maremmana) che “i turisti chiedono diconoscere i piatti tipici, i prodotti locali ed anche di vedere ovivere la realtà rurale locale”. Forse potremmo chiudere suquesto punto la nostra inchiesta, ma insistiamo per sottolinearequello che ci sembra il nòcciolo centrale della questione. È in-fatti proprio nel desiderio (bisogno, esigenza, piacere) dei turi-sti consapevoli di conoscenza della realtà rurale locale che stail punto di forza dell’offerta di prodotti locali di qualità e l’op-portunità di una differenziazione reale in un futuro globalizzatoche molti temono standardizzato, seppure non necessariamen-te con prodotti di basso livello qualitativo, ché anzi questo puòessere il pericolo maggiore per i prodotti TLT. In parte ciò è esarà reso possibile approfittando della naturale discriminazio-ne di mercato per la quale esiste sempre una clientela di cetomedio-alto e alto capace di apprezzare e pagare adeguatamentele tipicità locali, come affermato dai ristoratori delle aree dellaCollina vitiolivata e del Mugello vicine ai grandi centri d’arte,quelle maggiormente frequentate da élite nazionali ed interna-zionali, ma della stessa Costa maremmana. Ma occorre chiari-re anche che la tipicità toscana in generale, come si deduce daun’altra risposta unanime tra le zone, va oltre o, meglio, vieneprima della domanda un po’ sofisticata di piatti tradizionali maelaborati per unire le diverse classi di reddito e sociali intorno apiatti semplici o poco impegnativi, ma gustosi. Certamente lepreferenze dei turisti non sono tutte assimilabili al piacere del-la scoperta; si fa notare in Mugello e in Valdarno che, forse acausa di un turismo di massa che gravita pochi giorni in zonacon l’obiettivo di visitare velocemente le città d’arte, moltespecialità sono rifiutate o non apprezzate in quanto tali (cosìviene chiesta la bistecca alla fiorentina molto cotta e con ilketchup; la prima richiesta può passare ma la seconda vienegeneralmente osteggiata dal ristoratore). Ma il discorso dellaconoscenza si articola, sempre come elemento delle potenzialitàdei prodotti TLT, con diverse sfumature (dichiarazioni per zona):la domanda cerca genuinità e freschezza o genuinità e sapidità(Collina interna), esiste poca conoscenza delle tradizioni culi-narie (Collina arborata) ma molta curiosità (Colline arborata einterna), gli stranieri conoscono meno degli italiani (Valdarno)e apprezzano i prodotti tipici “italiani” ma non conoscono quellilocali, gli italiani apprezzano le specialità regionali ma solo gliintenditori arrivano al dettaglio locale (Collina interna).

Tuttavia, rispetto ad un ventaglio ampio di considerazionici sembra che quella da noi precedentemente evidenziata possain effetti costituire il punto di approdo della nostra rilevazione.Definito un turista consapevole, l’azione successiva per tuttigli operatori locali, che gravitano intorno alla combinazionetra agroalimentare e turismo, ci sembra sia quella di costruire o

Page 69: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

67

rafforzare la consapevolezza propria di possedere una chiavefondamentale, la conoscenza, per curare questo tipo di cliente-la e, d’altra parte, far crescere il grado di consapevolezza neituristi che oggi possiedono solo vaghe conoscenze o non lapossiedono affatto.

Abbiamo esteso la domanda relativa alla gastronomia an-che ai testimoni privilegiati (Tab. 71 in Appendice) sul pianodell’attuale situazione di servizio e poi delle potenzialità delladomanda e dell’offerta. La critica trasversale a tutte le zoneriguarda la qualità in termini di prodotti TLT dell’attuale offer-ta giudicata appena sufficiente salvo pochi casi di eccellenza esalvo le dichiarazioni raccolte in Mugello (buona, ma miglio-rabile o media con poca eccellenza). Tuttavia si riconosce unosforzo verso livelli superiori. I giudizi più articolati sono venu-ti dall’Area costiera e riguardano la durata della stagione turi-stica in rapporto alla volontà di investire e alla volontà di qua-lificazione. Rispetto alle potenzialità dell’offerta peserebberoin negativo la disomogeneità dei prodotti (Collina arborata), ilricorso a prodotti di importazione come nel caso della caccia-gione (Collina arborata), la capacità di accoglienza (Mugello eCosta maremmana), e le scarse conoscenze dei turisti anchelocali (Collina interna). In positivo aiuta la semplicità delle ri-cette toscane ancora apprezzate seppure esista il problema diun qualche adeguamento al gusto moderno (Mugello, Collinainterna e Costa); tuttavia spesso vale più la qualità della prepa-razione che la tipicità degli ingredienti di base (Valdarno eCollina centrale). Sul lato della domanda si pone di nuovo l’ac-cento della scarsa conoscenza dei turisti intorno alla composi-zione gastronomica (in quasi tutte le zone), che però restanocuriosi di apprendere (Mugello, Collina interna e Costa ma-remmana). Del resto la domanda dovrebbe essere “educata”ovvero la conoscenza promossa in una visione complessiva delterritorio (Collina interna e Maremma costiera).

7.8Promozione dei prodotti TLT

In conclusione di questa parte e considerato che molto spessoda parte degli intervistati è stato posto il problema delle inizia-tive promozionali a favore dei prodotti TLT ovvero del loroterritorio di riferimento, abbiamo posto la questione diretta-mente ai testimoni privilegiati (Tab. 72 in Appendice).

Quelle in via di lancio o programmate sono attualmente ri-strette ad alcune esperienze tra le quali un corso associato dilingua italiana con degustazione di prodotti locali (Collina ar-borata), l’adesione all’organizzazione delle Città dell’olio (Co-sta maremmana), le azioni di sostegno a programmi di valoriz-zazione del territorio e del turismo (Valdarno e Costa marem-mana), l’adesione ai programmi Leader plus (Costa marem-

Page 70: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

68

mana). Come si può notare i progetti in corso riguardano quasisempre l’Area maremmana di costa, il che significa comunianche con territori collinari interni. Le iniziative già esperi-mentate si riferiscono più frequentemente alla promozione disagre (dal tortello al fungo e alla castagna) in quattro zone (Mu-gello, Valdarno, Colline interne e Costa) e alla partecipazione amanifestazioni regionali, nazionali ed estere (tutte le zone esclu-so il Valdarno). Ancora tre zone si sono rifatte alla riqualifica-zione di aziende e territori (Mugello, Collina centrale e Costamaremmana) come è stato il caso esemplare dell’iniziativa“Maremma distretto rurale d’Europa”. Il riferimento al proget-to “distretto rurale” che ha interessato la Maremma in effetti hacomportato il maggior numero di iniziative (Collina interna eCosta) tra adesione alle strade del vino e alle città dell’olio,adesione a marchi territoriali, creazione di un sito web, attiva-zione uffici pro-loco, sviluppo corsi diversi ecc. In effetti, l’Areamaremmana di costa ed interna sembra attualmente la più coin-volta tra progetti attuati ed in corso di avvio. Tuttavia anche ilMugello e la Collina arborata sono state coinvolte in iniziativedi valorizzazione territoriale e dunque dei prodotti TLT.

Page 71: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

69

8.UN RAPIDO SGUARDO D’INSIEME

8.1L’irrinunciabile vacanza in Toscana

Come molte altre regioni italiane, culle di tesori artistici epaesaggistici, la Toscana non teme crisi del settore turistico senon e limitatamente per problemi contingenti che possono sor-gere in alcuni paesi di origine dei suoi ospiti, mentre l’influen-za di andamenti economici negativi a livello nazionale può es-sere parzialmente compensata dal fatto che le provenienze sonoper il 60% internazionali. Inoltre, azzardiamo l’ipotesi con unacerta dose di attenzione scaramantica, anche una crisi di ampieproporzioni globali non limiterebbe quel flusso turistico legatoa soggetti dai redditi personali medio-alti, alti e molto alti cheassociano la vacanza in Toscana ad un bene “irrinunciabile”.

Attenendosi però alla normale ciclicità delle economie sipuò ragionevolmente ipotizzare che il flusso si mantenga equi-librato con una certa tendenza alla crescita, probabilmente piùsostenuta nelle aree fino ad oggi rimaste un po’ marginali ri-spetto ai grandi flussi turistici tradizionali. Il che, tra l’altro,comporta riflessi non indifferenti proprio per i prodotti TLT. Inogni caso, nuove e vecchie vocazioni turistiche, ciò che ha ri-lievo è la relazione dinamica tra i flussi turistici e lavalorizzazione delle produzioni agroalimentari regionali e lo-cali, come abbiamo cercato di mettere in evidenza. Non che iprodotti agricoli e alimentari non godano già di un loroposizionamento medio o alto sui mercati nazionali e interna-zionali. Infatti, si va dai principali vini, quasi tutti inquadratinelle diverse denominazioni d’origine, all’olio di oliva con lasua IGP regionale e alcune DOP locali riconosciute o in corsodi riconoscimento, da tutta una serie di altri prodotti in crescitaqualitativa e di mercato fino alla raccolta e definizione ammi-nistrativa, sulla base del D.Lgs 173/99 di quasi quattrocento“prodotti agroalimentari tradizionali”. Questi ultimi sono mer-cati di nicchia che dal riconoscimento, spesso con deroga adalcuni principi igienico-sanitari capaci per la rigidità delle nor-me di portare alla scomparsa di prodotti e tradizioni, ottengonouna immediata valorizzazione mercantile e appunto la garan-zia di sopravvivere anche come espressione culturale. Inoltre,esiste l’aspetto di una valorizzazione dei prodotti locali che sigioca sul piano più immediato del contatto dei turisti con i luo-ghi visitati e la gente incontrata, a livello di ristoranti, negozi

Page 72: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

70

alimentari, aziende agricole e agriturismi e che va sostenutaper far crescere il reddito trattenuto dalle zone rurali e per man-tenere nel tempo e nello spazio il posizionamento generale ditutta la massa della produzione generale (che non significa pro-duzione di massa). Ciò avviene legando, o fidelizzando, il turi-sta ai prodotti locali e tradizionali di qualità -dalla gastronomiaall’ampio assortimento dei vini- sia che godano di riconosci-menti di tipicità o no come è il caso, per fare un esempio, del-l’elenco di 188 prodotti tipici (dizione quantomai aperta) pre-disposto dal GAL dell’Appennino aretino.

8.2Peculiarità locali

I contenuti della premessa appena svolta valgono in generaleper tutti i territori studiati, ma esistono aspetti peculiari ad ognizona, come abbiamo rilevato, per ognuna delle quali è possibi-le anche immaginare percorsi diversi per sollecitare la doman-da di prodotti TLT in maniera opportuna sulla base delle carat-teristiche territoriali, del tipo di domanda turistica e del tipo diofferta di produzioni alimentari. Nel senso appena specificato,possiamo definire con brevi descrizioni i sei territori studiati.a) Nel Mugello, seconde case in campagna o nei borghi, il bi-

sogno crescente di conoscenza di nuovi spazi rurali e natu-rali, il legame con le origini locali da parte di chi si è trasfe-rito nell’area metropolitana fiorentina, il normale flussodomenicale dalla città alla vicina campagna, alcune mani-festazioni tradizionali come le sagre, un importante circuitoautomobilistico e motociclistico, sono tutti elementi che fa-voriscono in maniera temporanea o talvolta stabile il consu-mo di prodotti agroalimentari di qualità. Tuttavia, i limiticlimatici della zona, in generale sfavorevole alle tipichecolture della vite e dell’olivo, a meno che non si scendaverso la Bassa Sieve o ci si innalzi in una ristretta fasciacollinare tra la piana fresca e spesso umida e la boscosamontagna appenninica, restringono a pochi prodotti le pos-sibilità d’offerta. È pur interessante che tali limiti siano inqualche modo superati attraverso una buona organizzazio-ne aziendale come avviene nel caso di qualche esperienzaindividuale o cooperativa specifica e attraverso un’autorga-nizzazione del territorio supportata dagli strumenti messi adisposizione dalla Comunità montana e dal GAL locali.

b) Il Valdarno superiore sembra abbia assunto una funzione diservizio alberghiero a favore delle città d’arte su cui essogravita (Firenze e Arezzo, ma anche Siena); di conseguenzaesiste una maggiore difficoltà nello stabilire una relazionestretta del turista con i prodotti del territorio perché la cono-scenza di quest’ultimo non è un obiettivo in sé mentre esi-ste un consistente flusso di turisti, specialmente di gruppi di

Page 73: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

71

giapponesi, che si muovono dai centri d’arte per perseguireparticolari missioni di acquisto presso ditte produttrici del-l’alta moda operanti in zona. In parte questo limite vienecontrobilanciato dall’interesse gastronomico dei residentinelle città vicine e dagli abitanti delle attive e fiorenti citta-dine della valle che inoltre tendono spesso ad approvvigio-narsi di olio di oliva e anche di vino presso le aziende agri-cole locali. In particolare verso questo tipo di mercato sonoindirizzati, almeno inizialmente, le esperienze in atto diriscoperta di una serie di prodotti tradizionali e tipici dellazona (viene citato sempre più il fagiolo zolfino e alcuni tipidi ceci e viene riproposto il pollo valdarnese). Sussiste tut-tavia la difficoltà oggettiva del tentativo di valorizzare i pro-dotti TLT in rapporto ai reali flussi turistici in quanto moltoardua sembra la possibilità di poter incidere sulla tipologiabase della richiesta di servizi richiesti dai turisti che nonsiano appunto di provenienza locale o interprovinciale.

c) L’area della Collina arborata, vitiolivata, rappresenta la zonadella combinazione per eccellenza di differenti obiettivi tu-ristici, tra arte, paesaggio e gastronomia. È qui che siconcretizza quell’ideale turista che abbiamo definito come“consapevole”, che peraltro ritroviamo presente anche inaltre realtà regionali, anche se con minore incidenza. Il turi-sta visita questo ambiente partendo dalla città d’arte o vi sistabilisce per soggiorni brevi o lunghi quasi per “sprofon-darvici” facendone anche il punto di partenza per visite allecittà d’arte. Si noti il differente principio rispetto alla zonaprecedente; pur partendo dalla campagna qui la campagna èscelta come obiettivo in sé. Questa attitudine porta alla sco-perta dei prodotti alimentari locali in quanto tali e come basedell’offerta gastronomica tradizionale. E proprio nella rela-zione tra prodotto locale e ristorazione troviamo, talvolta, ilpunto debole del sistema territoriale in quanto per cause di-verse (costo prodotti TLT, grado di approvvigionamento,conoscenza effettiva dei prodotti anche da parte degli stessiristoratori, tardiva riscoperta di piatti tipici ecc.) la pur otti-ma cucina non sempre utilizza le produzioni locali. Pertan-to sta nelle capacità dei produttori locali, aziende agricole elaboratori artigianali alimentari, di organizzare, penetrare emantenere il proprio naturale mercato, quello del consumopresso i ristoranti e parallelamente quello della vendita di-retta dei loro prodotti uscendo dal classico e sicuro binomiodel vino e dell’olio.

d) La quarta area, nell’analisi indicata come Collina interna,costituita in realtà da due zone non totalmente assimilabilicome la Maremma interna e la Val d’Orcia, si offre al mon-do principalmente come sede del “mangiar bene”, incontrotra un’offerta gastronomica tradizionale, basata su saporidecisi, e viaggi o soggiorni espressamente rivolti alla ricer-ca del buon cibo. Il territorio offre anche altre attrattive,

Page 74: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

72

paesaggistiche e artistiche, con le prime forse predominantisulle seconde ma comunque tali da poterci far cogliere isegnali di un trend, non rilevato direttamente dalla nostrainchiesta ma da alcuni testimoni privilegiati e anche attra-verso altre vie di conoscenza, costituito da una nuova onda-ta di acquisti di (seconde) case, nei paesi arroccati e semi-abbandonati sulle colline vicine e poi sempre più lontanedal mare, da parte di una certa intellighenzia nazionale (daMilano a Roma) e straniera (sul modello già seguito inChianti, nel cortonese ecc.). In una fase di crescita dell’in-teresse turistico l’unica scelta che gli operatori economici egli amministratori pubblici possono fare è quella di asse-condare tale movimento sforzandosi di garantire che la tra-dizione alimentare e gastronomica, punto di forza della cul-tura locale, sia rispettata ed anzi che sia mantenuto un lega-me stretto con la produzione locale agricola e artigianalealimentare, da rafforzare ulteriormente anche facendo teso-ro di alcune esperienze negative rilevate altrove.

e) In parte diversa dalle precedenti si presenta la situazionedella Costa maremmana. Questi sono ambienti tipici di unturismo estivo e di mare con motivazioni legate più alla vitadi spiaggia che alla visita d’arte e alla conoscenza della ga-stronomia o dei prodotti agroalimentari locali. Non chemanchi il piacere della “buona mangiata”, anche di pesce,ma sembra assente o minoritario l’interesse per la ricercadei buoni prodotti di qualità locale. Tuttavia molti comunilitoranei interessati dall’indagine grazie alla loro estensioneverso l’interno, se si escludono quelli amministrativamentestretti sulla costa, sono assimilabili in parte a quelli internitanto da possedere tutte le potenzialità legate da una parte almare dell’estate e dall’altra ai valori paesaggistici e ancheartistici che contraddistinguono le aree immediatamente in-terne per le quali, come visto, proprio la tradizione alimen-tare e gastronomica costituisce il punto di forza per la valo-rizzazione dei prodotti locali, in tutte le stagioni. Inoltre,dato che la vacanza estiva è in molti casi a carattere familia-re (propensione alla ricerca di prodotti genuini ma non ec-cessivamente costosi) e prolungata sul periodo di un mese(case in affitto e in proprietà) non dovrebbe essere difficileriuscire a creare più stretti legami da parte dell’offerta diprodotti TLT con questo segmento di mercato; del resto giàsono conosciuti i rapporti di vendita diretta all’azienda e alcosiddetto baracchino aziendale, per ortaggi, frutta, vino eolio per l’uso quotidiano del soggiorno marino. Si tratta diuna modalità di relazione interpersonale capace di crearelegami al di là del puro atto di compravendita e che puòcostituire un’opportunità di ulteriori scambi economici. Unamigliore organizzazione del singolo produttore o dell’insie-me dei produttori dovrebbe portare a stabilire contatti dura-turi nell’anno attraverso la vendita di prodotti stoccabili

Page 75: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

73

(vino, olio, conserve ecc.) sfruttando sia il momento dellapartenza sia il resto dell’anno attraverso corrieri o trasportiaziendali diretti. Sforzo organizzativo che del resto potreb-be essere indirizzato anche ad allocare i prodotti finiti o dibase presso i ristoranti della propria zona, il che non sempreavviene nella giusta proporzione, come da noi rilevato.

f) Infine l’Isola d’Elba, zona eletta per le vacanze marine chetendono ad esaurirsi, almeno per i grandi numeri, nel brevevolgere della migliore stagione scontando per il resto del-l’anno anche problemi logistici di collegamento. Il proble-ma rispetto ai prodotti TLT è legato ai bassi volumi di pro-duzione locale rispetto all’enorme massa di turisti concen-trata su due o tre mesi. E tuttavia non mancano valorizzazionidi prodotti locali (vini e miele dell’Elba) all’interno di unadomanda di qualità che viene soddisfatta da prodotti tipicidi altre origini toscane o nazionali. Resta il dubbio che alcu-ne importazioni siano in realtà contraddistinte da prodottidi qualità bassa o che siano trasformate, dopo un processodi “naturalizzazione”, in prodotti locali.

8.3La “domanda di conoscenza”

Le differenti motivazioni dei turisti per la visita agli ambienticonsiderati, evidentemente anche sulla base di ciò che i territo-ri offrono, hanno riflessi diretti sulla domanda di prodotti TLT.

In particolare esisteranno differenti strutture dei prezzi deiprodotti alimentari e dei servizi di ristorazione che noi abbia-mo valutato sulla base dei differenziali di prezzo con i prodottistandard in modo da evidenziare la scala di valorizzazione deiprodotti locali e la capacità dei produttori, agricoli e alimenta-ri, di gestire, promuovere e controllare la collocazione dei pro-dotti. In generale, possiamo affermare che solo per i prodottiprincipali del vino e dell’olio di oliva possono essere raggiuntiin taluni casi valori altamente remunerativi mentre una partedelle dichiarazioni raccolte pone i prodotti locali allo stessolivello o in qualche caso ad un livello più basso di quelli defini-ti standard. Ciò dipende anche dalla zona e dalla tipologia dituristi, così che troviamo differenziali più elevati nell’Areacollinare vitiolivata rispetto a quella della Maremma interna incorrispondenza di un’offerta diversa e di classi reddituali e so-ciali differenti dei turisti. Tuttavia, in ogni area è stato rilevatoche la domanda di prodotti TLT cresce anche quando si affer-ma che la conoscenza dei prodotti e della gastronomia locali èlimitata e che esiste una certa diffidenza dei turisti nei confron-ti dell’offerta, peraltro mitigata da una buona dose di aperturadegli stessi nel richiedere informazioni. Se esiste un problemadi conoscenza, tale anche da parte degli operatori secondo glistessi intervistati, allora diventa preminente una politica di in-

Page 76: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

74

formazione promozionale, nonché di formazione specializzatae mirata per ristoratori, negozianti e imprenditori agricoli. Inparticolare questi ultimi potrebbero trovare nella formazioneimprenditoriale lo strumento adatto a confrontarsi con i pro-blemi della domanda turistica - sia di agriturismo che di acqui-sto dei prodotti aziendali oltre lo stretto periodo di soggiorno -e in merito a questi aspetti anche con i problemi dell’organiz-zazione per sostenere la propria offerta. Rispetto alla promo-zione istituzionale sui prodotti e sul territorio va da sé che glienti pubblici e consortili preposti devono operare su piani di-versi ma quasi sempre a livello nazionale e, soprattutto, inter-nazionale. Occorre però una risposta anche all’osservazione piùvolte raccolta che le sagre di paese sembrano uno strumentoassai valido di diffusione di conoscenza dei prodotti e delleaziende, forse per il merito di rappresentare una dimensionepiù umana nella formazione di relazioni interpersonali e delcontatto che avviene nelle particolari condizioni di una fieraovvero di una festa; le spiegazioni profonde di tali comporta-menti dovrebbero essere mese in luce con argomenti di altrediscipline scientifiche. Inoltre questo tipo di azione può per-mettere di creare le condizioni di richiamo anche per i periodidi bassa stagione o per allargare la gamma di prodotti offerti; ineffetti, da questo punto di vista, abbiamo potuto sottolinearecome il paniere di acquisto dei turisti sia sufficientemente equi-librato ma con il vino che costituisce l’elemento trainante. Ilche non è un limite ma un’opportunità che dovrebbe favorire,se ben organizzata, la crescita delle piccole strutture alimentarilocali sia per un riequilibrio settoriale ma soprattutto per allar-gare il volume di mercato. Dunque una proposta per un raffor-zamento dei sistemi locali di produzione che deve passare inparte per un incremento dell’impiego di prodotti TLT come basedi preparazione gastronomica della ristorazione e che passa at-traverso una maggiore fidelizzazione dei turisti ai territori visi-tati e di cui possono aver apprezzato tutte le qualità, secondouna visione (aspetto conoscitivo) o una domanda (aspetto eco-nomico) integrata di turismo che sembra caratterizzare buonaparte dei turisti che visitano la Toscana con “attenzione consa-pevole”. Del resto eravamo stati colpiti da un’osservazionemolto acuta: i turisti chiedono di conoscere i piatti tipici, i pro-dotti locali ed anche di vedere o vivere la realtà rurale locale.

Page 77: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

75

BIBLIOGRAFIA

ANGIOLINI S. (1995), “Agriturismo, turismo rurale, turismo-natura:strumenti per una politica regionale”, La Questione Agraria, 60

ANTONELLI G. (2000), “Volumi di offerta e marketing. Il caso deiprodotti agro-alimentari tipici”, Economia agro-alimentare, 2

ARFINI F. (1999), “Le implicazioni socioeconomiche nella gestionedei prodotti tipici: una nota a margine del 67° Seminario EAAE”,La Questione Agraria, 76

ARFINI F., MORA C. (a cura di), (1997), Tipical and traditionalproducts: rural effect and agro-industrial problems, Atti del 52°Seminario EAAE, Parma

ATTI del 67° SEMINARIO EAAE (1999), The socioeconomics oforigin labelled products in agrofood supply chains: spatial,institutional and coordination aspects, EAAE, Le Mans

BACCI L. (2002), Sistemi locali in Toscana. Modelli e percorsiterritoriali dello sviluppo regionale, F. Angeli, Milano

BELLETTI G., MARESCOTTI A. (1996), “Le nuove tendenze deiconsumi alimentari”, Atti del Convegno SIDEA 1995 I prodottiagroalimentari di qualità: organizzazione del sistema di imprese,Il Mulino, Bologna

CANTARELLI F. (1998), “Alimenti della tradizione mediterranea emercato comunitario”, Economia agro-alimentare, Anno I (numerozero)

CANTARELLI F. (1999), “La competitività dei prodotti tipicinell’Europa dell’euro”, Economia agro-alimentare, 2

CANTARELLI F. (2001), “Formaggi tipici e turismo”, Economiaagro-alimentare, 1

CAVALIERI A. (a cura di), (1999), Toscana e Toscane. Percorsi localie identità regionale nello sviluppo economico, F. Angeli, Milano

DE HAEN H. (2000), “Qualità e salubrità degli alimenti nel contestodella globalizzazione”, La Questione Agraria, 2

DE ROSA M., TURRI E. (2000), “Informazione e consumi alimentari.Il caso delle produzioni tipiche”, Economia agro-alimentare, 3

FONTE M. (1999), “Sistemi alimentari, modelli di consumo e percezionedel rischio nella società tardo moderna”, La Questione Agraria, 76

Page 78: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

76

MALEVOLTI I. (2000), “La valorizzazione delle produzioni agro-alimentari regionali e locali tra strategie di apprendimento estrategie di marketing”, Economia agro-alimentare, 3

MALEVOLTI I., (2002), Umbria: i prodotti tipici locali e tradizionalitra turismo culturale e pellegrinaggio religioso, Bozze di stampa

ZUCCHI G. (1999), “Il significato economico della tipicità”,Economia agro-alimentare, 2

Page 79: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

77

APPENDICE STATISTICA

Page 80: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

78

Page 81: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

79

Tabella 6PROVENIENZA

DEI TURISTI.TOTALEValori %

Tabella 7PROVENIENZA

DEI TURISTI.AZIENDE AGRICOLE

Valori %

Tabella 8TIPI DI FAMIGLIE

E GRUPPI.TOTALEValori %

Tabella 9TIPI DI FAMIGLIE E

GRUPPI. RISTORANTIValori %

Soggetti intervistati Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Valori assolutiNegozi alimentari 31 47 113 40 65 13 309Ristoranti 26 33 73 30 33 6 201Aziende agricole 12 38 58 15 31 9 163Testimoni privilegiati 3 2 6 7 14 2 34TOTALE 72 120 250 92 143 30 707

Valori %Negozi alimentari 43,0 39,1 45,2 43,5 45,4 43,3 43,7Ristoranti 36,1 27,5 29,2 32,6 23,1 20,0 28,4Aziende agricole 16,7 31,7 23,2 16,3 21,7 30,0 23,1Testimoni privilegiati 4,2 1,7 2,4 7,6 9,8 6,7 4,8TOTALE 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

Tabella 1COMPOSIZIONEDEL CAMPIONEESAMINATOValori assoluti e %

Tipologia operatori Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Negozio alimentare 32,3 23,4 48,7 25,0 27,7 15,4 34,3Negozio alimentare di specialità 0,0 8,5 10,6 7,5 15,4 38,4 11,0Supermercato, superette 9,7 8,5 2,7 7,5 7,7 7,7 6,1Bancarella o altro punto mobile 0,0 0,0 0,9 0,0 0,0 0,0 0,3Enoteca 9,7 2,1 13,3 15,0 10,8 30,8 11,7Fornaio, fruttivendolo, macelleria 48,3 44,8 12,3 35,0 29,2 7,7 27,2Pizzicheria, gastronomia 0,0 2,1 1,8 0,0 1,5 0,0 1,3Altro 0,0 10,6 9,7 10,0 7,7 0,0 8,1

Tabella 2TIPOLOGIE DEINEGOZI ALIMENTARIValori %

Tipologia operatori Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Ristoratore 61,5 69,7 71,2 33,3 72,7 66,6 64,2Albergatore con ristorante 27,0 27,3 17,8 50,0 18,2 16,7 25,4Altro 11,5 3,0 11,0 16,7 9,1 16,7 10,4

Tabella 3TIPOLOGIE DEIRISTORANTIValori %

Tipologia operatori Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Vendita diretta presso l’aziendaagricola 81,8 5,3 10,9 6,7 4,5 62,5 16,1

“Baracchino” presso l’aziendaagricola 0,0 0,0 0,0 0,0 9,1 0,0 1,3

Spaccio aziendale fuori dell’aziendaagricola 0,0 5,3 1,8 0,0 0,0 0,0 2,0

Agriturismo con venditadei prodotti agricoli 0,0 71,0 60,0 53,3 45,5 37,5 54,4

Idem, con offerta di ristorazione 9,1 18,4 16,4 40,0 27,4 0,0 19,5Idem, solo ristorazione 0,0 0,0 1,8 0,0 4,5 0,0 1,3Consegna a spaccio cooperativo

o consortile 0,0 0,0 0,0 0,0 4,5 0,0 0,7Altro 9,1 0,0 9,1 0,0 4,5 0,0 4,7

Tabella 4TIPOLOGIE DELLEAZIENDE AGRICOLEValori %

Tipologia testimoni Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Funzionario pubblico 66,7 100,0 0,0 14,3 35,7 50,0 32,4Politico 0,0 0,0 33,3 14,3 7,1 0,0 11,8Sindacalista 0,0 0,0 33,3 0,0 0,0 0,0 5,9Insegnante 0,0 0,0 0,0 0,0 7,1 0,0 2,9Operatore commerciale 33,3 0,0 16,7 14,2 35,8 0,0 23,5Manager 0,0 0,0 0,0 28,6 0,0 0,0 5,9Personaggio di cultura 0,0 0,0 16,7 0,0 0,0 0,0 2,9Altro 0,0 0,0 0,0 28,6 14,3 50,0 14,7

Tabella 5TIPOLOGIE DEITESTIMONIPRIVILEGIATIValori %

Page 82: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

80

Luogo di origine Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Regionale 34,6 18,5 6,9 20,7 39,2 21,2 20,7Regioni limitrofe 13,6 2,2 4,8 12,5 15,7 18,4 9,1Altre regioni italiane 9,6 12,0 8,5 10,5 12,6 20,9 10,8Tedeschi 17,0 32,1 33,3 24,4 18,7 30,3 27,2Francesi, Belgi 5,0 7,1 9,4 2,9 2,1 0,5 5,8Spagnoli, Portoghesi 0,1 0,0 1,6 0,2 0,0 0,0 0,6Inglesi 4,1 7,9 9,5 3,7 0,7 0,1 5,7Olandesi 3,4 6,1 4,2 2,4 1,9 0,1 3,6Altri Europa occ. 6,6 6,5 5,5 10,5 6,6 7,8 6,7Altri Europa or. 0,4 0,1 0,3 0,2 0,2 0,2 0,2Americani 1,1 5,8 12,2 7,7 1,0 0,2 6,6Giapponesi 0,0 0,3 0,8 0,2 0,0 0,0 0,4Altro 4,5 1,4 3,0 4,1 1,3 0,3 2,6

Luogo di origine Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Regionale 31,1 4,2 0,2 8,8 28,8 17,7 10,7Regioni limitrofe 12,1 0,9 1,2 10,5 17,1 17,8 6,8Altre regioni italiane 23,8 9,9 9,9 11,1 15,8 25,0 13,0Tedeschi 12,5 33,9 36,0 26,4 22,2 30,6 30,0Francesi, Belgi 4,2 14,2 8,2 4,1 3,4 0,0 7,5Spagnoli, Portoghesi 0,0 0,0 0,4 0,0 0,0 0,0 0,1Inglesi 5,0 10,3 8,0 5,8 0,4 0,0 6,2Olandesi 0,4 7,2 5,7 3,2 3,6 0,0 4,7Altri Europa occ. 2,1 10,9 6,3 11,8 5,8 7,8 7,6Altri Europa or. 0,0 0,1 0,3 0,1 0,0 0,0 0,1Americani 1,3 6,3 16,1 13,1 1,8 0,0 8,8Giapponesi 0,0 0,3 0,3 0,0 0,0 0,0 0,2Altro 7,5 1,8 7,4 5,1 1,1 1,1 4,3

Tipo di famiglia Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Singoli 1,1 1,7 7,0 2,3 3,2 0,7 3,9Coppie giovani 19,3 20,8 25,1 16,0 27,5 18,5 22,8Famiglie 42,2 46,1 30,5 32,4 38,2 55,4 37,2Coppie anziane 24,3 22,1 25,6 27,7 19,6 8,7 23,2Piccoli gruppi 9,6 7,9 8,9 13,6 9,2 9,9 9,5Gruppi organizzati 3,5 1,4 2,9 8,0 2,3 6,8 3,4

Tipo di famiglia Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Singoli 1,5 0,2 7,6 3,2 1,2 0,0 3,6Coppie giovani 17,8 24,2 25,4 16,9 24,4 13,3 22,2Famiglie 36,1 43,2 25,4 33,5 37,5 56,6 33,8Coppie anziane 28,6 18,9 24,5 24,5 20,9 11,7 23,4Piccoli gruppi 12,7 10,5 12,8 13,2 13,4 14,2 12,6Gruppi organizzati 3,3 3,0 4,3 8,7 2,6 4,2 4,4

Page 83: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

81

Tabella 16DURATA DELLA

STAGIONE TURISTICA.AZIENDE AGRICOLE

Valori %

Tabella 17DURATA DELLA

STAGIONE DI VENDITADIRETTA.

AZIENDE AGRICOLEValori %

Tabella 18OBIETTIVI TURISTICI.

TOTALEValori %

Tabella 19OBIETTIVI TURISTICI.NEGOZI ALIMENTARI

Valori %

Tabella 20OBIETTIVI TURISTICI.

RISTORANTIValori %

Tipo di famiglia Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Singoli 0,4 0,6 0,8 0,0 2,9 0,5 1,0Coppie giovani 26,5 24,5 25,5 16,0 36,2 18,5 26,3Famiglie 55,5 50,3 33,9 36,7 35,8 53,5 40,9Coppie anziane 13,5 17,9 32,9 31,0 17,4 13,5 23,8Piccoli gruppi 1,7 5,5 3,7 14,3 5,9 7,5 5,6Gruppi organizzati 2,4 1,2 3,2 2,0 1,8 6,5 2,4

Tabella 10TIPI DI FAMIGLIE EGRUPPI.AZIENDE AGRICOLEValori %

Tabella 11DURATA MEDIA DEISOGGIORNI. TOTALEValori %

Tabella 13DURATA MEDIA DEISOGGIORNI.RISTORANTIValori %

Tipo di famiglia Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Di passaggio 33,5 10,4 18,4 15,1 6,4 0,0 14,52-3 giorni 22,4 14,5 22,0 13,9 8,4 6,3 16,11 settimana 11,3 53,2 43,6 38,5 41,4 70,8 42,5Più di una settimana 23,5 20,2 15,1 24,4 27,1 22,7 20,9Periodi lunghi 9,3 1,7 0,9 8,1 16,7 0,2 6,0

Durata del soggiorno Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Di passaggio 33,5 10,3 26,9 16,5 2,9 0,0 17,12-3 giorni 2,5 15,1 22,8 15,1 6,4 7,7 15,01 settimana 6,0 50,9 36,5 27,5 36,4 74,1 36,9Più di una settimana 35,5 20,8 12,6 29,0 27,5 18,2 21,1Periodi lunghi 22,5 2,9 1,2 11,9 26,8 0,0 9,9

Durata del soggiorno Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Di passaggio 36,9 16,9 16,9 18,3 16,7 0,0 18,92-3 giorni 29,5 22,5 26,0 13,7 7,7 5,8 20,41 settimana 8,5 44,5 44,8 40,7 37,8 71,7 39,2Più di una settimana 21,5 14,2 11,8 21,0 24,5 21,7 17,3Periodi lunghi 3,6 1,9 0,5 6,3 13,3 0,8 4,2

Tabella 12DURATA MEDIA DEISOGGIORNI.NEGOZI ALIMENTARIValori %

Durata del soggiorno Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Di passaggio 27,5 5,2 3,5 2,7 5,0 0,0 5,52-3 giorni 32,0 7,2 15,0 13,3 14,4 5,0 13,41 settimana 31,0 62,6 55,2 61,0 52,6 68,9 56,2Più di una settimana 9,5 24,9 25,5 21,1 25,7 26,1 24,0Periodi lunghi 0,0 0,1 0,8 1,9 2,3 0,0 0,9

Tabella 14DURATA MEDIA DEISOGGIORNI.AZIENDE AGRICOLEValori %

Classi di durata Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

2 mesi 13,6 5,7 0,6 9,7 0,9 8,3 4,33 mesi 29,5 9,2 0,0 12,9 11,9 33,4 10,24 mesi 32,0 20,7 9,2 17,8 46,0 37,5 23,95 mesi 9,1 30,0 19,6 14,5 18,3 8,3 19,06 mesi 6,8 28,7 44,8 16,1 21,1 8,3 27,98 mesi 4,5 2,3 22,1 8,1 1,8 4,2 9,810 mesi 0,0 2,3 1,2 17,7 0,0 0,0 3,112 mesi 4,5 1,1 2,5 3,2 0,0 0,0 1,8

Tabella 15DURATA DELLASTAGIONETURISTICA.TOTALEValori %

Page 84: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

82

Classi di durata Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

2 mesi 8,3 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,63 mesi 8,3 0,0 0,0 6,7 3,3 11,1 2,54 mesi 16,7 7,9 6,9 20,0 36,7 77,8 18,55 mesi 25,0 28,9 8,6 13,3 16,7 11,1 16,76 mesi 8,3 50,0 38,0 40,0 43,3 0,0 37,68 mesi 16,7 5,3 36,2 13,3 0,0 0,0 16,710 mesi 0,0 5,3 3,4 6,7 0,0 0,0 3,112 mesi 16,7 2,6 6,9 0,0 0,0 0,0 4,3

Classi di durata Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

2 mesi 18,2 0,0 0,0 0,0 7,1 0,0 2,73 mesi 9,1 0,0 0,0 7,1 3,6 0,0 2,04 mesi 0,0 8,3 1,9 0,0 17,9 22,2 7,35 mesi 9,1 22,2 9,6 7,1 7,1 0,0 11,36 mesi 18,1 50,1 25,0 7,1 14,3 77,8 30,08 mesi 18,2 8,3 34,7 21,4 10,7 0,0 19,310 mesi 9,1 8,3 1,9 28,7 3,6 0,0 6,712 mesi 18,2 2,8 26,9 28,6 35,7 0,0 20,7

Obiettivo turistico Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

a) artistico-culturale 3,4 13,1 8,8 5,0 6,5 0,4 7,5b) paesaggistico-naturalistico 18,5 20,5 20,3 26,0 31,5 81,5 26,5c) mare 0,0 0,0 0,0 0,2 14,5 10,0 3,5d) enogastronomico 0,1 6,3 5,7 16,5 8,5 0,1 7,1a+b 37,5 15,8 5,7 3,0 1,5 6,7 10,5b+d 0,0 8,9 10,5 8,3 6,5 0,0 7,5a+d 0,0 1,4 1,7 1,2 0,5 0,0 1,0a+b+d 40,5 34,0 47,3 39,8 30,5 1,3 36,4

Obiettivo turistico Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

a) artistico-culturale 0,0 20,1 10,6 3,7 4,5 0,0 8,4b) paesaggistico-naturalistico 19,4 30,1 23,8 22,8 28,5 84,6 28,5c) mare 0,0 0,0 0,0 0,0 18,5 0,0 3,2d) enogastronomico 0,0 7,1 4,4 19,1 7,5 0,0 6,6a+b 38,7 14,7 4,9 1,8 1,0 15,4 10,5b+d 0,0 5,2 6,3 13,4 5,5 0,0 5,6a+d 0,0 1,7 0,3 3,8 0,0 0,0 0,8a+b+d 41,9 21,1 49,7 35,4 34,5 0,0 36,4

Obiettivo turistico Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

a) artistico-culturale 5,5 2,9 8,5 7,6 8,1 0,0 6,4b) paesaggistico-naturalistico 16,5 13,2 21,5 36,4 38,5 100,0 26,5c) mare 0,0 0,0 0,0 0,0 8,5 0,0 1,2d) enogastronomico 0,0 8,9 10,5 22,6 13,5 0,0 9,2a+b 35,5 15,5 1,5 0,2 1,3 0,0 9,5b+d 0,0 13,4 17,5 0,2 8,3 0,0 8,9a+d 0,0 2,6 0,3 0,2 0,4 0,0 0,9a+b+d 42,5 43,5 40,2 32,8 21,4 0,0 37,4

Page 85: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

83

Tabella 27REATTIVITÀ DEI

TURISTI ALL’OFFERTADI PRODOTTI TLT.

TESTIMONIPRIVILEGIATI

Valori %

Tabella 28INCIDENZA DI TURISTI

CHE RICHIEDONOPRODOTTI TLT.

TOTALEValori %

Tabella 29FREQUENZA DICITAZIONE DEI

PRODOTTI TLT.TOTALEValori %

Tabella 30FREQUENZA DICITAZIONE DEIPRODOTTI TLT.

NEGOZI ALIMENTARIValori %

Tabella 31FREQUENZA DICITAZIONE DEIPRODOTTI TLT.

RISTORANTIValori %

Obiettivo turistico Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

a) artistico-culturale 6,7 12,1 6,1 3,5 4,5 1,1 6,7b) paesaggistico-naturalistico 18,3 15,7 13,9 16,3 34,5 65,6 21,4c) mare 0,0 0,0 0,0 0,0 11,5 33,3 4,2d) enogastronomico 0,0 3,4 3,1 9,5 6,4 0,0 4,2a+b 41,7 16,8 13,1 12,9 1,9 0,0 14,5b+d 0,0 10,8 7,9 12,3 5,7 0,0 7,5a+d 0,0 0,0 4,4 1,0 0,0 0,0 1,4a+b+d 33,3 41,2 51,5 44,5 35,5 0,0 40,1

Tabella 21OBIETTIVI TURISTICI.AZIENDE AGRICOLEValori %

Tabella 22OBIETTIVI TURISTICIAGGREGATI. TOTALEValori %

Obiettivo Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

a) artistico - culturale 35,5 33,3 28,5 17,8 16,5 4,2 25,5b) paesaggistico - naturalistico 50,5 44,1 43,5 44,6 40,5 85,3 45,5c) mare 0,0 0,0 0,5 0,2 19,5 10,0 4,5d) enogastronomico 14,0 22,6 27,5 37,4 23,5 0,5 24,5

Reazione all’offerta Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEdi prodotti TLT centrali interne marem- d’Elba

mana

Rifiutanti 0,0 0,4 0,4 0,0 0,0 0,0 0,2Distratti, pigri, poco interessati 23,9 12,3 4,7 2,5 10,5 19,0 9,2Interessati 66,3 65,4 63,1 48,4 57,1 75,0 61,1Entusiasti 9,8 21,9 31,8 49,1 32,4 6,0 29,5

Tabella 23REATTIVITÀ DEITURISTI ALL’OFFERTADI PRODOTTI TLT.TOTALEValori %

Reazione all’offerta Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEdi prodotti TLT centrali interne marem- d’Elba

mana

Rifiutanti 0,0 0,1 0,4 0,0 0,0 0,0 0,1Distratti, pigri, poco interessati 33,1 15,2 4,4 4,2 15,7 14,6 11,5Interessati 63,2 65,4 64,3 44,8 49,1 75,0 59,0Entusiasti 3,7 19,3 30,9 51,0 35,2 10,4 29,4

Tabella 24REATTIVITÀ DEITURISTI ALL’OFFERTADI PRODOTTI TLT.NEGOZI ALIMENTARIValori %

Reazione all’offerta Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEdi prodotti TLT centrali interne marem- d’Elba

mana

Rifiutanti 0,0 0,6 0,5 0,0 0,0 0,0 0,2Distratti, pigri, poco interessati 23,6 10,3 4,5 1,0 7,8 45,0 8,9Interessati 70,4 62,5 58,5 58,3 60,3 55,0 60,5Entusiasti 6,0 26,6 36,5 40,7 31,9 0,0 30,4

Tabella 25REATTIVITÀ DEITURISTI ALL’OFFERTADI PRODOTTI TLT.RISTORANTIValori %

Reazione all’offerta Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEdi prodotti TLT centrali interne marem- d’Elba

mana

Rifiutanti 0,0 0,5 0,8 0,0 0,0 0,0 0,4Distratti, pigri, poco interessati 1,3 10,3 5,7 1,7 6,0 5,6 6,2Interessati 58,7 68,4 65,6 32,7 71,3 90,0 65,4Entusiasti 40,0 20,8 27,9 65,6 22,7 4,4 28,0

Tabella 26REATTIVITÀ DEITURISTI ALL’OFFERTADI PRODOTTI TLT.AZIENDE AGRICOLEValori %

Page 86: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

84

Classi di incidenza Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

0-10 % 3,7 8,6 2,7 0,0 0,0 10,0 3,010-20 % 5,6 8,6 5,9 3,9 4,5 0,0 5,520-30 % 11,1 2,5 3,8 0,0 6,3 5,0 4,330-40 % 7,4 4,9 4,9 3,9 9,8 20,0 6,640-50 % 5,6 4,9 4,9 6,5 8,9 0,0 5,950-60 % 18,4 7,4 8,1 7,8 10,7 0,0 9,360-70 % 13,0 8,6 9,2 13,0 17,8 15,0 12,170-80 % 11,1 17,4 11,9 14,3 9,8 5,0 12,380-90 % 9,3 23,5 34,0 27,2 15,2 20,0 24,490-100 % 14,8 13,6 14,6 23,4 17,0 25,0 16,6

Prodotti Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Vino 15,9 10,2 31,0 22,7 27,7 54,5 25,3Olio 9,9 13,1 14,7 7,8 8,4 1,8 11,2Ortaggi 2,0 13,6 5,4 4,1 7,5 3,6 6,5Frutta 2,0 0,4 0,6 0,0 1,9 0,0 0,9Carni e piatti a base di carne 7,9 15,7 9,9 6,4 5,3 3,6 8,9Salumi 7,3 13,1 14,7 11,4 13,1 0,0 12,4Formaggi 13,2 6,4 10,8 15,1 11,5 0,0 10,7Pasta 16,0 9,7 5,2 11,0 7,5 0,0 8,1Dolciumi 7,3 6,8 4,1 9,6 5,3 10,9 6,1Pane 5,3 5,9 2,1 4,1 3,7 1,8 3,6Altri 13,2 5,1 1,5 7,8 8,1 23,8 6,3

Reazione all’offerta Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEdi prodotti TLT centrali interne marem- d’Elba

mana

Rifiutanti 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0Distratti, pigri, poco interessati 3,3 15,0 2,5 0,7 2,1 42,5 5,1Interessati 80,0 55,0 67,5 60,0 55,4 57,5 60,8Entusiasti 16,7 30,0 30,0 39,3 42,5 0,0 34,1

Prodotti Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Vino 22,5 8,8 29,5 27,4 24,6 49,9 25,2Olio 14,1 3,5 15,4 4,7 5,4 3,6 9,5Ortaggi 1,4 15,8 0,7 0,9 3,6 0,0 3,6Frutta 0,0 0,9 0,7 0,0 2,4 0,0 0,9Carni e piatti a base di carne 1,4 6,1 2,1 2,8 4,8 0,0 3,2Salumi 14,1 25,3 24,3 18,0 25,0 0,0 22,0Formaggi 15,5 13,2 16,4 16,0 19,2 0,0 15,8Pasta 2,8 1,8 1,7 0,9 0,6 0,0 1,4Dolciumi 11,3 13,2 6,5 14,2 6,6 14,3 9,3Pane 4,2 5,3 1,0 4,7 4,2 3,6 3,2Altri 12,7 6,1 1,7 10,4 3,6 28,6 5,9

Prodotti Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Vino 12,3 2,5 17,0 13,8 25,0 31,3 15,4Olio 6,2 0,0 9,9 6,9 6,8 0,0 6,5Ortaggi 3,1 17,7 15,2 6,9 4,5 12,5 10,7Frutta 0,0 0,0 0,6 0,0 0,0 0,0 0,2Carni e piatti a base di carne 16,9 38,0 26,7 12,6 9,1 12,5 21,4Salumi 1,5 2,5 4,7 5,7 0,0 0,0 3,2Formaggi 4,6 0,0 5,3 17,2 4,5 0,0 6,1Pasta 30,8 26,6 13,5 24,4 24,0 0,0 20,9Dolciumi 4,6 1,3 1,8 3,4 3,4 12,5 3,0Pane 7,7 10,1 4,7 3,4 5,7 0,0 5,7Altri 12,3 1,3 0,6 5,7 17,0 31,2 6,9

Page 87: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

85

Tabella 36CLASSI DI SPESA

DEI TURISTIPER L’ACQUISTO

DI PRODOTTISTANDARD E TLT.

NEGOZI ALIMENTARIValori %

Tabella 37CLASSI DI SPESA

DEI TURISTIED AGRITURISTIPER PRODOTTI

AZIENDALI.AZIENDE AGRICOLE

Valori %

Tabella 38SPESA MEDIA PER

DESTINAZIONE DEGLIACQUISTI DI

PRODOTTI TLT.NEGOZI ALIMENTARI

Tabella 39CLASSI DI SPESA DEI

TURISTI EDAGRITURISTI INRISTORAZIONE

AZIENDALE.AZIENDE AGRICOLE

Valori %

Prodotti Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Vino 0,0 26,8 70,3 33,3 42,8 100,0 48,3Olio 8,3 63,4 23,4 39,9 26,2 0,0 32,2Ortaggi 0,0 0,0 1,6 6,7 21,4 0,0 6,0Frutta 25,0 0,0 0,0 0,0 4,8 0,0 2,7Carni e piatti a base di carne 0,0 0,0 1,6 0,0 0,0 0,0 0,5Salumi 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0Formaggi 33,4 0,0 0,0 6,7 0,0 0,0 2,7Pasta 8,3 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,5Dolciumi 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0Pane 0,0 0,0 0,0 6,7 0,0 0,0 0,5Altri 25,0 9,8 3,1 6,7 4,8 0,0 6,6

Tabella 32FREQUENZA DICITAZIONE DEIPRODOTTI TLT.AZIENDE AGRICOLEValori %

Tipologia di prodotti Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Vino 29,8 22,0 38,6 28,7 24,9 66,5 32,2Olio 11,6 6,1 15,9 9,3 13,5 7,1 12,2Ortofrutta 4,5 11,1 5,6 3,1 6,8 0,0 6,0Carni 6,1 9,5 5,7 4,3 12,0 0,0 7,2Salumi 14,1 16,2 14,7 18,8 16,7 1,9 15,3Formaggi 13,0 9,5 11,0 11,4 12,3 2,0 10,9Pasta 2,7 2,5 3,7 3,0 1,1 1,9 2,7Dolciumi 4,8 11,0 3,7 12,6 6,1 14,0 7,1Altri 13,4 12,1 1,1 8,8 6,6 6,6 6,4

Tabella 33PANIERE DI ACQUISTODI PRODOTTI TLT.NEGOZI ALIMENTARIValori %

Tipologia di prodotti Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Vino 0,0 31,3 73,1 29,7 28,6 86,1 47,6Olio 5,7 49,2 22,6 42,3 36,9 7,2 31,8Ortaggi 10,0 11,5 0,3 2,7 13,3 1,1 6,2Frutta 32,9 1,5 0,2 3,3 13,4 1,1 5,1Carni 8,6 2,2 0,8 1,0 2,5 0,0 1,8Salumi 0,0 0,9 0,5 7,7 0,2 0,0 1,2Formaggi 42,8 0,0 0,2 5,0 1,4 0,0 2,9Pasta 0,0 0,0 0,1 0,0 0,5 0,0 0,1Dolciumi 0,0 2,4 0,1 0,3 0,2 0,6 0,7Altri 0,0 1,0 2,1 8,0 3,0 3,9 2,6

Tabella 34PANIERE DI ACQUISTODEI TURISTI.AZIENDE AGRICOLEValori %

Tipologia di prodotti Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Vino 81,3 87,4 85,7 95,8 89,4 41,7 86,3Olio 58,3 73,3 77,1 92,8 81,4 0,0 74,9Ortaggi 11,5 26,7 21,0 15,8 23,9 0,0 19,8Frutta 11,5 14,4 18,3 18,8 23,3 0,0 17,2Carni 52,1 69,2 62,5 57,5 51,2 0,0 57,8Salumi 57,3 67,3 74,5 68,7 59,2 0,0 65,5Formaggi 59,4 52,0 69,2 80,3 71,1 0,0 65,0Pasta 55,2 59,4 42,7 67,3 63,0 4,2 53,0Dolciumi 55,2 38,9 44,4 69,5 54,4 43,3 50,3Altri 0,0 1,5 1,5 20,0 27,3 18,3 9,0

Tabella 35INCIDENZA DEIPRODOTTI TLT SULTOTALE DELLERICHIESTE ALTAVOLO PERPRODOTTO.RISTORANTIValori %

Page 88: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

86

Classi di spesa Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Prodotti TLTfino a 10.000 25,0 39,5 6,8 8,8 8,5 27,3 15,8oltre 10.000 fino a 20.000 54,2 20,9 26,1 29,4 10,6 45,4 26,3oltre 20.000 fino a 50.000 20,8 37,3 51,2 41,3 53,3 18,2 43,4oltre 50.000 fino a 100.000 0,0 2,3 9,1 17,6 25,5 9,1 11,3oltre 100.000 0,0 0,0 6,8 2,9 2,1 0,0 3,2

Prodotti standardfino a 10.000 12,5 36,0 32,0 25,0 3,8 0,0 21,3oltre 10.000 fino a 20.000 0,0 64,0 36,0 0,0 11,5 66,7 34,0oltre 20.000 fino a 50.000 87,5 0,0 24,0 75,0 57,8 33,3 35,1oltre 50.000 fino a 100.000 0,0 0,0 8,0 0,0 26,9 0,0 9,6oltre 100.000 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

Classi di spesa Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Fino a 10.000 0,0 8,8 2,3 0,0 0,0 12,5 4,3Oltre 10.000 fino a 20.000 37,5 23,5 11,4 0,0 26,7 12,5 18,3Oltre 20.000 fino a 50.000 62,5 35,3 27,3 50,0 46,6 62,5 38,3Oltre 50.000 fino a 100.000 0,0 11,8 36,3 16,7 26,7 12,5 22,6Oltre 100.000 0,0 20,6 22,7 33,3 0,0 0,0 16,5

Destinazione Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Consumo in loco 17.972 21.675 15.584 22.688 46.265 16.938 27.272Esportati per consumo

in proprio 51.500 57.778 26.250 48.077 48.091 53.000 47.657Esportati per ricordo

o regalo 72.500 40.000 47.500 24.000 25.000 - 37.857Acquistati per corri-

spondenza - - 488.889 215.000 - 150.000 344.722 di cui per e-mail - - 0,0% 25,0% - 0,0% 9,7%

Classi di spesa Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Spesa giornalierafino a 20.000 0,0 0,0 0,0 - 28,6 - 15,4oltre 20.000 fino a 50.000 100,0 100,0 0,0 - 71,4 - 61,5oltre 50.000 0,0 0,0 100,0 - 0,0 - 23,1

Spesa per un pastofino a 20.000 0,0 0,0 30,0 0,0 25,0 - 15,6oltre 20.000 fino a 50.000 100,0 100,0 50,0 66,7 75,0 - 71,9oltre 50.000 0,0 0,0 20,0 33,3 0,0 - 12,5

Spesa per spuntinifino a 10.000 - 0,0 - 50,0 100,0 - 40,0da 10.000 a 20.000 - 100,0 - 50,0 0,0 - 60,0

Page 89: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

87

Tabella 44CLASSI DI

INCREMENTO DELVOLUME D’AFFARINELLA STAGIONE

TURISTICA.NEGOZI ALIMENTARI

Valori %

Tabella 45INCIDENZA DEI

PRODOTTI TLT SULTOTALE VENDITE PER

PRODOTTO.NEGOZI ALIMENTARI

Valori %

Tabella 46INCIDENZA DELLE

VENDITE A TURISTISUL TOTALE DELLA

PLV DI CIASCUNPRODOTTO.

AZIENDE AGRICOLEValori %

Tabella 47PESO DEI PRODOTTITLT DI BASE NELLA

PREPARAZIONEDELL’OFFERTA

GASTRONOMICA.RISTORANTI

Valori %

Tipo relazione Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Negozi alimentaritornano l’anno seguente 29,1 26,4 25,5 27,4 33,6 26,4 28,0tornano durante l’anno 2,3 5,9 4,8 10,1 15,4 0,0 7,6

Aziende agricoletornano l’anno seguente 43,3 25,5 23,8 17,5 41,8 37,2 29,3tornano durante l’anno 6,7 5,4 3,0 6,3 8,9 0,9 5,1

Testimoni privilegiatitornano l’anno seguente 40,0 18,8 21,7 36,1 35,2 74,0 34,6tornano durante l’anno 45,0 2,5 2,5 9,1 13,7 0,0 11,1

TOTALEtornano l’anno seguente 34,4 25,8 24,8 26,0 36,1 35,1 28,8tornano durante l’anno 6,1 5,6 4,1 9,1 13,3 0,4 7,0

Tabella 40SVILUPPO DIRELAZIONI DURATURECON I TURISTIValori %

Classi di incidenza Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

0-10 % 34,6 17,0 16,9 7,5 3,1 0,0 13,610-20 % 34,7 17,0 11,6 7,5 12,3 33,3 14,920-30 % 7,7 6,4 8,0 10,0 19,9 0,0 10,330-40 % 3,8 14,9 9,8 10,0 9,2 0,0 9,640-50 % 0,0 8,5 3,6 20,0 10,8 0,0 7,650-60 % 0,0 8,5 3,6 5,0 10,8 0,0 5,660-70 % 0,0 4,3 6,3 5,0 4,6 0,0 4,670-80 % 3,8 6,4 12,5 2,5 3,1 25,0 7,980-90 % 7,7 8,5 14,3 7,5 10,8 41,7 12,390-100 % 7,7 8,5 13,4 25,0 15,4 0,0 13,6

Tabella 41PESO DEL VOLUMED’AFFARI IN PRODOTTITLT SU ALIMENTARETOTALE.NEGOZI ALIMENTARIValori %

Classi di incidenza Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

0-10 % 50,0 31,4 47,2 0,0 6,9 11,1 29,610-20 % 30,0 5,7 25,5 0,0 17,2 22,2 17,120-30 % 20,0 5,7 10,9 21,4 27,6 22,3 15,230-40 % 0,0 17,1 3,6 28,6 27,6 11,1 13,840-50 % 0,0 0,0 7,3 14,3 10,4 33,3 7,9oltre 50% 0,0 40,1 5,5 35,7 10,3 0,0 16,4

Tabella 42CLASSI DI INCIDENZADELLE VENDITE ATURISTI SULLA PLVTOTALE.AZIENDE AGRICOLEValori %

Classi di incidenza Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

0-10 % 0,0 0,0 3,2 0,0 0,0 33,3 2,210-20 % 4,2 0,0 3,2 0,0 0,0 33,3 2,720-30 % 37,4 13,3 0,0 3,3 6,3 16,7 9,230-40 % 12,5 6,7 4,8 0,0 0,0 16,7 4,940-50 % 4,2 10,0 4,8 13,3 15,6 0,0 8,750-60 % 4,2 23,3 11,3 6,7 18,8 0,0 12,560-70 % 25,0 13,3 17,7 30,1 18,7 0,0 19,670-80 % 4,2 30,1 30,8 23,3 15,6 0,0 22,280-90 % 0,0 3,3 19,4 10,0 12,5 0,0 10,990-100 % 8,3 0,0 4,8 13,3 12,5 0,0 7,1

Tabella 43CLASSI DI INCIDENZADEI PRODOTTI TLTSULL’OFFERTAGASTRONOMICA.RISTORANTIValori %

Page 90: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

88

Classi di incremento Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

+ 10 % 20,8 21,3 19,0 15,8 4,7 0,0 15,2+ 25 % 4,2 68,1 20,0 13,2 4,7 0,0 21,4+ 50 % 16,7 8,5 19,0 13,2 7,8 0,0 13,1+ 75 % 16,7 0,0 7,6 15,8 10,9 0,0 8,6+ 100 % 41,6 2,1 10,5 15,7 10,9 8,3 12,4+ 150 % 0,0 0,0 1,9 10,5 7,8 41,7 5,5+ 200 % 0,0 0,0 6,7 13,2 25,0 25,0 10,7+ 300 % 0,0 0,0 2,9 2,6 18,8 8,3 5,9+ 400 % 0,0 0,0 1,9 0,0 7,8 0,0 2,4+ 500 % ed oltre 0,0 0,0 10,5 0,0 1,6 16,7 4,8

Tipologia prodotti Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Vino 66,0 35,4 71,8 58,7 49,9 75,4 59,6Olio 44,7 23,9 62,8 45,6 44,2 63,1 49,0Ortofrutta 7,7 12,9 9,3 13,6 10,6 0,0 10,1Carni 12,0 9,8 12,6 18,2 12,9 0,0 12,4Salumi 40,8 35,1 54,4 64,9 39,7 13,8 46,6Formaggi 40,2 25,8 53,3 53,6 31,3 13,8 41,5Pasta 7,8 3,6 15,7 38,5 12,9 25,4 15,8Dolciumi 26,7 14,8 17,8 48,7 24,2 74,6 26,0Altri 17,3 9,8 2,7 43,8 25,8 33,1 16,7

Tipologia prodotti Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Vino 0,0 26,2 18,3 25,3 17,8 22,2 19,6Olio 0,0 55,4 27,5 52,3 39,3 23,3 36,2Ortaggi 4,5 22,9 3,4 15,3 16,4 0,0 11,2Frutta 6,8 9,0 0,1 15,3 13,6 0,0 6,5Carni 4,5 12,5 2,1 2,7 7,2 0,0 5,5Salumi 0,0 5,6 1,6 18,7 0,0 0,0 3,6Formaggi 6,4 0,0 0,3 10,0 6,6 0,0 2,7Pasta 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0Dolciumi 0,0 3,8 0,0 6,7 0,0 11,1 2,1Altri 18,2 20,0 5,4 46,7 18,4 36,6 17,7

Tipologia prodotti Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Vino 48,2 79,1 80,2 91,7 72,9 31,3 75,9Olio 44,3 79,5 79,5 89,2 72,3 0,0 74,1Ortaggi 0,0 39,5 33,4 39,3 55,9 0,0 34,7Frutta 0,0 17,7 28,4 39,0 51,8 0,0 28,4Carni 43,2 57,4 65,8 60,0 60,8 0,0 58,6Salumi 45,9 72,7 73,7 70,8 55,9 0,0 65,3Formaggi 50,5 56,4 66,5 73,3 61,4 0,0 61,7Pasta 40,9 56,7 43,1 68,2 60,6 25,0 51,7Dolciumi 40,9 57,9 47,9 66,2 56,7 43,8 53,1Altri 4,5 1,5 5,5 22,5 40,9 25,0 13,9

Page 91: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

89

Tipo prodotto -25% -15% +/- = +15% +25% +50% +75%

MUGELLOVino 0,0 0,0 0,0 0,0 10,0 10,0 10,0Olio 0,0 0,0 0,0 0,0 22,2 22,3 22,2Ortofrutta 25,0 25,0 0,0 25,0 0,0 0,0 25,0Carni 0,0 0,0 0,0 0,0 50,0 0,0 0,0Salumi 0,0 0,0 50,0 33,3 0,0 0,0 0,0Formaggi 0,0 0,0 50,0 50,0 0,0 0,0 0,0TOTALE 2,6 10,3 12,8 15,2 10,3 7,7 10,3

VALDARNOVino 0,0 29,4 11,8 14,7 32,4 8,8 2,9Olio 0,0 4,7 0,0 11,6 14,0 7,0 44,0Ortofrutta 4,8 14,3 14,3 19,0 38,0 0,0 0,0Carni 0,0 20,0 60,0 10,0 0,0 0,0 0,0Salumi 0,0 44,4 22,2 33,4 0,0 0,0 0,0Formaggi 0,0 15,4 53,8 30,8 0,0 0,0 0,0Pane, pasta, dolci 5,0 30,0 30,0 30,0 5,0 0,0 0,0TOTALE 1,1 23,3 17,8 20,5 16,8 3,8 10,8

COLLINE CENTRALIVino 3,0 4,5 21,2 25,9 16,7 4,5 12,1Olio 1,6 1,6 11,1 17,5 12,7 3,2 11,1Ortofrutta 22,2 33,3 11,1 11,2 0,0 11,1 0,0Carni 0,0 27,3 27,2 9,1 36,4 0,0 0,0Salumi 0,0 16,7 38,8 22,2 16,7 5,6 0,0Formaggi 0,0 21,4 35,7 28,6 14,3 0,0 0,0Pane, pasta, dolci 0,0 0,0 0,0 50,0 0,0 50,0 0,0TOTALE 2,8 12,2 19,5 19,7 19,0 4,1 6,8

COLLINE INTERNEVino 2,7 2,7 2,7 5,4 10,8 10,8 32,5Olio 0,0 0,0 3,4 6,9 3,4 10,3 55,3Ortofrutta 0,0 42,8 14,3 0,0 28,6 0,0 0,0Carni 0,0 0,0 60,0 20,0 20,0 0,0 0,0Salumi 0,0 12,5 31,3 49,9 6,3 0,0 0,0Formaggi 0,0 18,8 25,0 49,9 6,3 0,0 0,0Pane, pasta, dolci 0,0 17,4 26,1 30,4 17,4 0,0 0,0TOTALE 0,6 9,0 13,5 18,8 10,3 5,2 21,3

ISOLA D’ELBAVino 0,0 0,0 0,0 4,3 8,7 4,3 4,3Olio 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0Ortofrutta 0,0 0,0 0,0 100,0 0,0 0,0 0,0Pane, pasta, dolci 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0 0,0TOTALE 0,0 0,0 0,0 6,7 9,9 6,7 3,3

COSTA MAREMMANAVino 2,7 18,9 10,8 24,3 35,2 0,0 0,0Olio 2,5 15,0 7,5 17,5 32,5 20,0 5,0Ortofrutta 0,0 36,8 26,3 23,7 2,6 5,3 0,0Carni 10,0 0,0 10,0 50,0 30,0 0,0 0,0Salumi 0,0 26,1 34,8 17,4 21,7 0,0 0,0Formaggi 0,0 21,4 42,9 21,4 14,3 0,0 0,0Pane, pasta, dolci 0,0 0,0 50,0 0,0 25,0 12,5 0,0TOTALE 1,5 23,4 20,1 21,1 21,1 7,4 1,0

TOTALEVino 1,9 10,1 11,1 16,4 20,3 5,8 11,1Olio 1,1 4,8 5,9 13,3 16,0 9,6 24,2Ortofrutta 5,1 29,8 18,8 19,8 13,8 3,8 1,3Carni 2,6 13,2 34,2 21,0 23,7 0,0 0,0Salumi 0,0 23,5 33,3 29,7 11,1 1,2 0,0Formaggi 0,0 18,0 39,4 34,4 8,2 0,0 0,0Pane, pasta, dolci 1,9 18,5 29,5 25,9 13,0 5,6 0,0TOTALE 1,5 16,3 17,1 19,5 16,7 5,3 9,0

Tabella 51CLASSI DI DIFFERENZA

DI PREZZO TRAPRODOTTI TLT E

STANDARD SECONDONEGOZIANTI, AZIENDE

AGRICOLE ETESTIMONI

Valori %

Tipologia prodotti Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Negozi con azienda agricola / Totale negoziVino 6,5 2,1 5,3 0,0 1,5 - 3,2Olio 3,2 2,1 6,2 0,0 3,1 - 3,6Ortaggi 6,5 0,0 0,9 0,0 3,1 - 1,6Frutta 6,5 0,0 0,9 0,0 3,1 - 1,6Carni 3,2 4,3 2,7 0,0 3,1 - 2,6Salumi 3,2 4,3 2,7 2,5 3,1 - 2,9Formaggi 3,2 2,1 0,0 0,0 3,1 - 1,3Pasta 3,2 0,0 0,0 0,0 1,5 - 0,6Dolciumi 3,2 2,1 0,0 0,0 1,5 - 1,0Altri 3,2 4,3 0,9 0,0 0,0 - 1,3

Prodotto aziendale / Totale del vendutoVino 50,0 20,0 45,0 0,0 10,0 - 32,0Olio 25,0 20,0 55,0 0,0 20,0 - 34,0Ortaggi 43,8 0,0 1,0 0,0 30,0 - 13,4Frutta 43,8 0,0 1,0 0,0 25,0 - 12,4Carni 25,0 15,0 20,0 0,0 25,0 - 20,0Salumi 25,0 20,0 22,5 100,0 17,0 - 24,4Formaggi 25,0 15,0 0,0 0,0 35,0 - 14,0Pasta 25,0 0,0 0,0 0,0 2,0 - 4,4Dolciumi 25,0 2,0 0,0 0,0 2,0 - 4,8Altri 25,0 25,0 5,0 0,0 0,0 - 11,0

Tipologia prodotti Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Ristoranti con azienda agricola / Totale ristorantiVino 7,7 27,3 16,4 10,0 3,0 0,0 13,4Olio 11,5 30,3 17,8 16,7 6,1 0,0 16,4Ortaggi 0,0 24,2 13,7 3,3 6,1 0,0 10,4Frutta 0,0 12,1 6,8 3,3 3,0 0,0 5,5Carni 15,4 12,1 8,2 6,7 3,0 0,0 8,5Salumi 15,4 12,1 5,5 6,7 6,1 0,0 8,0Formaggi 15,4 6,1 5,5 6,7 6,1 0,0 7,0Pasta 19,2 12,1 6,8 3,3 6,1 0,0 8,5Dolciumi 19,2 15,2 8,2 6,7 6,1 0,0 10,0Altri 0,0 3,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,5

Prodotto aziendale / Totale del vendutoVino 12,5 27,1 31,6 8,7 6,3 0,0 19,2Olio 22,9 35,4 31,1 12,0 7,8 0,0 22,9Ortaggi 0,0 10,2 18,6 1,1 7,8 0,0 9,0Frutta 0,0 3,3 11,3 3,3 6,3 0,0 5,6Carni 25,0 14,6 12,0 6,5 6,3 0,0 11,7Salumi 27,1 10,8 10,2 1,5 12,5 0,0 10,4Formaggi 33,3 6,3 9,4 2,6 12,5 0,0 10,1Pasta 25,0 8,3 9,7 3,3 9,4 0,0 9,4Dolciumi 35,4 16,7 14,8 4,3 10,9 0,0 14,3Altri 0,0 4,2 0,0 0,0 0,0 0,0 0,9

Tabella 48NEGOZI CON PROPRIAAZIENDA AGRICOLA,PER PRODOTTO TLTValori %

Tabella 49RISTORANTI CONPROPRIA AZIENDAAGRICOLA, PERPRODOTTO TLTValori %

Tipologia prodotti Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

Spuntini e merende 25,0 30,6 41,2 68,4 24,0 44,4 39,9Panini od altro da asporto 12,5 41,7 53,6 50,0 14,0 0,0 39,5

Tabella 50OFFERTA DIRISTORAZIONEPRESSO IL PUNTOVENDITA. NEGOZIALIMENTARIValori %

Page 92: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

90

Page 93: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

91

Tabella 52bPRODOTTI FINITI PER

CLASSE DIDIFFERENZA DI

PREZZO TRAPRODOTTI TLT E

STANDARD.RISTORANTI

Valori %

Tipo prodotto -25% +/- = 10% +25% +50% +75% +100% 200% TOTALE

MUGELLOVino 0,0 0,0 25,0 0,0 0,0 0,0 25,0 50,0 100,0Olio 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 50,0 50,0 100,0Carni 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 50,0 50,0 0,0 100,0Salumi 0,0 0,0 100,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Formaggi 0,0 0,0 100,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Pane, pasta, dolci 0,0 0,0 0,0 100,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0TOTALE 0,0 7,7 23,1 15,4 0,0 7,7 23,0 23,1 100,0VALDARNOVino 0,0 50,0 50,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Olio 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0 0,0 0,0 0,0 100,0Ortofrutta 0,0 20,0 0,0 30,0 10,0 0,0 10,0 30,0 100,0Carni 0,0 5,0 20,0 60,0 10,0 0,0 5,0 0,0 100,0Salumi 0,0 11,1 33,3 55,6 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Formaggi 0,0 50,0 50,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0TOTALE 0,0 22,2 20,4 37,0 11,1 0,0 3,7 5,6 100,0COLLINE CENTRALIVino 0,0 11,1 0,0 22,2 22,3 0,0 44,4 0,0 100,0Olio 0,0 16,7 16,7 16,6 16,7 16,6 0,0 16,7 100,0Ortofrutta 0,0 100,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Carni 5,6 0,0 0,0 83,3 11,1 0,0 0,0 0,0 100,0Salumi 6,7 20,0 39,9 26,7 6,7 0,0 0,0 0,0 100,0Formaggi 0,0 20,0 60,0 20,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Pane, pasta, dolci 0,0 33,3 66,7 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0TOTALE 2,2 20,4 21,5 38,6 9,7 1,1 5,4 1,1 100,0COLLINE INTERNECarni 20,0 0,0 0,0 40,0 40,0 0,0 0,0 0,0 100,0TOTALE 20,0 0,0 0,0 40,0 40,0 0,0 0,0 0,0 100,0ISOLA D’ELBATOTALE - - - - - - - - -COSTA MAREMMANAVino 0,0 100,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Olio 0,0 0,0 100,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Ortofrutta 42,9 0,0 57,1 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Carni 0,0 11,2 33,3 44,4 11,1 0,0 0,0 0,0 100,0Salumi 0,0 0,0 50,0 50,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Formaggi 0,0 0,0 50,0 50,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Pane, pasta, dolci 0,0 0,0 0,0 50,0 50,0 0,0 0,0 0,0 100,0TOTALE 7,5 12,5 25,0 35,0 20,0 0,0 0,0 0,0 100,0TOTALEVino 0,0 18,8 12,5 12,4 12,5 0,0 31,3 12,5 100,0Olio 0,0 9,1 18,2 9,1 27,3 9,0 9,1 18,2 100,0Ortofrutta 15,8 21,1 21,1 15,7 5,3 0,0 5,3 15,7 100,0Carni 3,8 3,7 13,0 60,9 13,0 1,9 3,7 0,0 100,0Salumi 3,7 14,8 40,8 37,0 3,7 0,0 0,0 0,0 100,0Formaggi 0,0 23,5 58,9 17,6 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Pane, pasta, dolci 0,0 16,7 33,3 33,3 16,7 0,0 0,0 0,0 100,0TOTALE 2,8 19,2 21,5 35,0 12,8 0,9 4,6 3,2 100,0

Tabella 52aPRODOTTI DI BASEPER CLASSE DIDIFFERENZA DIPREZZO TRAPRODOTTI TLT ESTANDARD.RISTORANTIValori %

Page 94: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

92

Tipo prodotto -25% +/- = 10% +25% +50% +75% +100% 200% TOTALE

MUGELLOVino 0,0 0,0 0,0 0,0 12,5 0,0 50,0 37,5 100,0Olio 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 75,0 25,0 100,0Carni 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 33,3 33,4 33,3 100,0Salumi 0,0 33,3 66,7 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Formaggi 0,0 33,3 66,7 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Pane, pasta, dolci 0,0 0,0 0,0 0,0 50,0 0,0 0,0 50,0 100,0TOTALE 0,0 16,7 20,0 6,7 6,7 3,3 26,6 20,0 100,0VALDARNOVino 0,0 100,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Olio 0,0 50,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 50,0 100,0Ortofrutta 0,0 0,0 0,0 25,0 25,0 0,0 0,0 50,0 100,0Carni 0,0 42,9 0,0 42,8 14,3 0,0 0,0 0,0 100,0Salumi 0,0 0,0 66,7 33,3 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Formaggi 0,0 0,0 100,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0TOTALE 0,0 57,1 8,6 17,1 8,6 0,0 0,0 8,6 100,0COLLINE CENTRALIVino 12,5 0,0 12,5 62,5 0,0 0,0 12,5 0,0 100,0Olio 0,0 0,0 28,6 42,8 14,3 0,0 0,0 14,3 100,0Ortofrutta 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0 0,0 0,0 0,0 100,0Carni 10,0 10,0 30,0 40,0 10,0 0,0 0,0 0,0 100,0Salumi 0,0 66,7 0,0 33,3 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Formaggi 0,0 66,7 0,0 0,0 33,3 0,0 0,0 0,0 100,0Pane, pasta, dolci 0,0 0,0 0,0 50,0 50,0 0,0 0,0 0,0 100,0TOTALE 2,6 31,6 15,8 30,3 13,2 2,6 2,6 1,3 100,0COLLINE INTERNEVino 0,0 22,2 11,1 33,3 11,1 11,2 11,1 0,0 100,0Olio 0,0 28,6 0,0 57,1 14,3 0,0 0,0 0,0 100,0Ortofrutta 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0 0,0 0,0 0,0 100,0Carni 0,0 0,0 0,0 100,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Salumi 0,0 0,0 75,0 25,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Formaggi 0,0 20,0 40,0 20,0 20,0 0,0 0,0 0,0 100,0Pane, pasta, dolci 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0 0,0 100,0TOTALE 0,0 15,2 21,7 39,2 13,0 2,2 8,7 0,0 100,0ISOLA D’ELBAVino 0,0 0,0 0,0 0,0 50,0 0,0 50,0 0,0 100,0TOTALE 0,0 0,0 0,0 0,0 50,0 0,0 50,0 0,0 100,0COSTA MAREMMANAVino 5,3 26,2 31,6 15,8 10,5 5,3 5,3 0,0 100,0Olio 0,0 23,5 29,4 35,3 11,8 0,0 0,0 0,0 100,0Ortofrutta 0,0 20,0 20,0 60,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Carni 0,0 50,0 0,0 50,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Salumi 0,0 100,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Formaggi 0,0 55,6 33,3 11,1 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Pane, pasta, dolci 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0 0,0 0,0 0,0 100,0TOTALE 1,4 31,9 21,7 26,3 15,9 1,4 1,4 0,0 100,0TOTALEVino 4,2 18,8 16,7 22,7 10,4 4,2 16,7 6,3 100,0Olio 0,0 18,9 18,9 35,2 10,8 0,0 8,1 8,1 100,0Ortofrutta 0,0 7,7 7,7 30,8 38,4 0,0 0,0 15,4 100,0Carni 4,2 20,8 12,5 41,6 8,3 4,2 4,2 4,2 100,0Salumi 0,0 41,2 41,2 17,6 0,0 0,0 0,0 0,0 100,0Formaggi 0,0 42,9 38,1 9,5 9,5 0,0 0,0 0,0 100,0Pane, pasta, dolci 0,0 0,0 0,0 16,7 49,9 0,0 16,7 16,7 100,0TOTALE 1,2 30,7 17,7 25,8 12,7 1,9 6,2 3,8 100,0

Page 95: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

93

Tabella 54FREQUENZE NEGLI

SBILANCI TRADOMANDA E OFFERTA

DI PRODOTTI TLT.AZIENDE AGRICOLE

Valori %

Prodotti Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

DOMANDA INSODDISFATTA

Vino 36,4 8,5 42,5 12,5 10,9 75,0 26,8di cui:

raramente 0,0 6,4 38,1 12,5 1,6 8,3 18,5talvolta 36,4 2,1 4,4 0,0 9,4 66,7 8,4spesso 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

Olio 9,1 4,3 38,9 5,0 12,5 8,3 20,2di cui:

raramente 9,1 4,3 35,4 2,5 3,1 0,0 16,0talvolta 0,0 0,0 3,5 2,5 9,4 8,3 4,2spesso 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

Salumi 18,2 10,6 32,7 5,0 17,2 8,3 20,2di cui:

raramente 0,0 8,5 30,1 2,5 1,6 0,0 13,9talvolta 18,2 2,1 2,7 2,5 14,1 8,3 5,9spesso 0,0 0,0 0,0 0,0 1,6 0,0 0,3

Formaggi 18,2 8,5 30,1 5,0 17,2 16,7 19,2di cui:

raramente 0,0 6,4 29,2 5,0 4,7 0,0 14,3talvolta 18,2 2,1 0,9 0,0 10,9 16,7 4,5spesso 0,0 0,0 0,0 0,0 1,6 0,0 0,3

OFFERTA INEVASA

Vino 0,0 4,3 29,2 12,5 17,5 0,0 18,1di cui:

raramente 0,0 4,3 25,5 7,5 4,8 0,0 12,9talvolta 0,0 0,0 1,9 5,0 12,7 0,0 4,4spesso 0,0 0,0 1,9 0,0 0,0 0,0 0,7

Olio 0,0 2,1 26,4 12,5 14,3 0,0 15,9di cui:

raramente 0,0 0,0 23,6 7,5 3,2 0,0 11,1talvolta 0,0 2,1 0,9 5,0 11,1 0,0 4,1spesso 0,0 0,0 1,9 0,0 0,0 0,0 0,7

Salumi 0,0 4,3 24,5 5,0 12,7 0,0 14,0di cui:

raramente 0,0 4,3 22,6 0,0 1,6 0,0 10,0talvolta 0,0 0,0 0,9 5,0 11,1 0,0 3,7spesso 0,0 0,0 0,9 0,0 0,0 0,0 0,4

Formaggi 11,1 2,1 26,4 5,0 15,9 0,0 15,5di cui:

raramente 0,0 2,1 24,5 0,0 4,8 0,0 11,1talvolta 11,1 0,0 0,9 5,0 11,1 0,0 4,1spesso 0,0 0,0 0,9 0,0 0,0 0,0 0,4

Tabella 53FREQUENZE NEGLISBILANCI TRADOMANDA E OFFERTADI PRODOTTI TLT.NEGOZI ALIMENTARIValori %

Page 96: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

94

Prodotti Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isola TOTALEcentrali interne marem- d’Elba

mana

DOMANDA INSODDISFATTA

Vino 50,0 11,1 29,8 20,0 45,8 55,6 29,5di cui:

raramente 25,0 2,8 10,6 6,7 0,0 0,0 6,5talvolta 12,5 2,8 12,8 6,7 37,5 55,6 16,5spesso 12,5 5,6 6,4 6,7 8,3 0,0 6,5

Olio 37,5 27,8 25,5 0,0 29,2 11,1 23,7di cui:

raramente 12,5 2,8 12,8 0,0 16,7 0,0 8,6talvolta 12,5 22,2 6,4 0,0 12,5 11,1 11,5spesso 12,5 2,8 6,4 0,0 0,0 0,0 3,6

Salumi 12,5 5,6 0,0 13,3 29,2 11,1 9,4di cui:

raramente 0,0 2,8 0,0 6,7 8,3 0,0 2,9talvolta 12,5 0,0 0,0 6,7 20,8 11,1 5,8spesso 0,0 2,8 0,0 0,0 0,0 0,0 0,7

Formaggi 25,0 2,8 2,1 13,3 33,3 0,0 10,1di cui:

raramente 0,0 0,0 2,1 6,7 8,3 0,0 2,9talvolta 25,0 0,0 0,0 6,7 20,8 0,0 5,8spesso 0,0 2,8 0,0 0,0 4,2 0,0 1,4

OFFERTA INEVASA

Vino 0,0 34,3 50,0 13,3 16,7 0,0 30,5di cui:

raramente 0,0 0,0 9,5 6,7 4,2 0,0 4,7talvolta 0,0 0,0 4,8 6,7 12,5 0,0 4,7spesso 0,0 34,3 35,7 0,0 0,0 0,0 21,1

Olio 0,0 51,4 40,5 20,0 25,0 0,0 34,4di cui:

raramente 0,0 5,7 7,1 20,0 4,2 0,0 7,0talvolta 0,0 2,9 2,4 0,0 20,8 0,0 5,5spesso 0,0 42,9 31,0 0,0 0,0 0,0 21,9

Salumi 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0di cui:

raramente 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0talvolta 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0spesso 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

Formaggi 0,0 0,0 0,0 6,7 0,0 0,0 0,8di cui:

raramente 0,0 0,0 0,0 6,7 0,0 0,0 0,8talvolta 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0spesso 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0

Page 97: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

95

Motivazioni Mugello

Le produzioni locali sono limitate -

Scarsa conoscenza prodotti locali da partedei turisti -

Ancora molto da lavorare su qualitàe promozione -

Sarebbero importanti le “sagre” per farconoscere i prodotti -

Zona che potrebbe riconvertirsi ad unaagricoltura “vocata” per i prodotti TLT -

Non esiste un turismo enogastronomico -

Il vino è l’unico prodotto ben conosciuto;molti turisti abbastanza competentiche apprezzano le differenze e sannocosa chiedere -

Motivazioni Mugello

“Dipende dalla qualità effettiva” -

Si tratta di prodotti di nicchia -

Alta qualità e scarsa produzione X

La qualità deve avere un margine diguadagno maggiore -

La produzione “non industriale” di fattocosta di più -

Reperibilità scarsa: “rivendo il prodottoa caro prezzo” -

Tabella 58CAUSE DEI

DIFFERENZIALI DIPREZZO TRA

PRODOTTI TLT ESTANDARD.TESTIMONI

PRIVILEGIATI

Tabella 57CAUSE DELLE

DISCREPANZE TRAOFFERTA DI

PRODOTTI TLT EVOLUME D’AFFARI.

TESTIMONIPRIVILEGIATI

Motivazioni Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isolacentrali interne marem- d’Elba

mana

FORMAZIONE DOMANDA - IN SENSO NEGATIVOScarsa conoscenza dei prodotti TLT; scarsa

conoscenza territorio e tradizioniagroalimentari - X - - X -

Scarsa promozione, pubblicità deiprodotti TLT; pochi punti vendita specificiper promozione/offerta prodotti TLT X - - - X -

Manca una “cultura del turismo” - - - X - -Scarsa produzione dei prodotti TLT X - - X - XTipo di turismo (balneare) poco

sensibile ai prodotti TLT - - - - X X

FORMAZIONE DOMANDA - IN SENSO POSITIVOChi conosce già la zona sa che si mangia bene - - - X - -Zona conosciuta con pochi prodotti noti

ed apprezzati che però sono trainanti(vino, caccia, funghi) - - - X - -

Il settore del vino ha trainato il resto.La strada del vino ha permesso di farconoscere i luoghi, le aziende, i prodotti - - X - X -

Tabella 55DETERMINANTI DELLADOMANDA TURISTICADI PRODOTTI TLT.TESTIMONIPRIVILEGIATI

Motivazioni Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isolacentrali interne marem- d’Elba

mana

BASSO GRADOProdotti tipici locali limitati, non c’è tutto

quello che viene richiesto. Formaggi,salumi e vino sono prodotti tipici, masolo il vino è locale e gli altri spessocostano molto già alla produzione - - X - - X

La produzione locale è fondamentalmentedi vino ed olio, sta iniziando adessoper salumi e formaggi - - X - X -

Molti hanno smesso di caseificare in proprioper problemi di applicazione della normativaigienico-sanitaria. X - - - X -

Produzione locale scarsa per limiti strutturali - - - - - XScarso assortimento nei punti vendita. Problemi

di approvvigionamento, sia per scarsaproduzione (es. ortofrutta, carne) ma ancheper problemi della distribuzione - - - - X -

Scarsa conoscenza da parte dei turisti - - - X X -

ALTO GRADOElevata qualità dei prodotti più famosi

(es. vino e olio) - - X - - -Pochi problemi per i prodotti più famosi

(es. vino e olio) - - - X - -

Tabella 56GRADO DISODDISFACIMENTODELLA DOMANDA DIPRODOTTI TLT.TESTIMONIPRIVILEGIATI

Page 98: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

96

Page 99: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

97

Motivazioni Mugello

IN SENSO NEGATIVOImportanza della “moda” nella scelta

del luogo di vacanza, importantequindi la promozione fatta all’estero -

Manca la propensione all’accoglienzadel turista straniero che ha acquistatola casa e torna durante l’anno X

Manca un adeguata promozione per labassa stagione, in particolare diopportuni eventi “culturali” -

IN SENSO POSITIVOFattori di attrazione a cui i turisti restano

fedeli: vino, particolari manifestazioniculturali, grandi città d’arte (sempre da“finire di vedere”), mare; paesaggio -

Se trattati bene i turisti tornano; funzionamolto anche il “passaparola” -

Turisti che hanno la casa tornano spesso,la cedono ad amici e si allargail “passaparola” X

Influenza Mugello

Poco: i turisti tornano per l’ambiente e laqualità dell’ospitalità, ovvero basta chesi mangi bene anche se non è tipico -

Molto: il turista tende a legare un certo piattoo prodotto ad un dato ambiente -

Molto: però l’offerta è da riqualificare,in parte si è già iniziato -

Molto: settore trainante dell’economia locale,soprattutto grazie a nuovi giovani imprenditori -

Molto: soprattutto dagli italiani dato che stranierice ne sono pochi X

Molto: soprattutto le “sagre” frequentate in massada turisti stranieri e sopratutto da italiani,anche di zone vicine X

Molto: sopratutto gli agriturismi che tendonoa qualificarsi sempre di più. Esempi di societàdi gestione di prestigio gastronomicointernazionale -

Tabella 62STIMA

DELL’INFLUENZADELL’OFFERTA DI

PRODOTTI TLTSULLA FORMAZIONE

DI RELAZIONIDURATURE DA

PARTE DEI TURISTI.TESTIMONI

PRIVILEGIATI

Tabella 61CAUSE DELLA ALTAO BASSA FEDELTÀ

ALLA ZONA DEITURISTI.

TESTIMONIPRIVILEGIATI

Motivazioni Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isolacentrali interne marem- d’Elba

mana

IN SENSO NEGATIVOI ristoranti non fanno molto affidamento

sulla tipicità delle materie prime masull’effetto finale del prodotto servito X X - - - -

Difficoltà di approvvigionamento: mancauna cultura dei prodotti TLT ma anchele conoscenze tecniche per la lororintracciabilità X - - - X -

Difficoltà di approvvigionamento: per certiprodotti non esiste il mercato locale(es. ortofrutta, carne bovina ecc.) e ci sideve accontentare di cosa offronoi mercati della zona - - - X X -

Difficoltà di approvvigionamento: scarsaproduzione per piccole dimensioniagro-industria locale - - X - X X

Difficoltà di approvvigionamento: grossi probleminormativi igienico-sanitari che mettono di fattofuori norma le industrie più piccole che sonoproprio quelle che producono i “veri”prodotti TLT - - - - X -

Difficoltà di approvvigionamento: pochifinanziamenti per lo sviluppo della produzionedei prodotti TLT - - - X X -

IN SENSO POSITIVOÈ facile offrire qualità se si offre prodotti TLT - - X - - -

Tabella 59CAUSE DELL’ALTO OBASSO IMPIEGO DIPRODOTTI TLTNELL’OFFERTAGASTRONOMICA.TESTIMONIPRIVILEGIATII

Motivazioni Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isolacentrali interne marem- d’Elba

mana

IN SENSO NEGATIVOLimiti dati dalla bella stagione, a parte

le festività (Natale e Pasqua):cosa c’è da vedere in inverno? X - X X X -

Grande handicap dato dall’insularitàche limita il turismo all’estate - - - - - X

Scarsa organizzazione di attrattive fuori stagione X X - - - -Scarsa promozione turistica della qualità totale

del territorio che potrebbe ampliare la stagioneperlomeno all’autunno ed alla primavera:terme, caccia, Città (ma anche Paesi) d’arte,eventi culturali ecc. ma ancheil “mare” d’inverno - - - X X -

Negli agriturismi limite del volume d’affari turisticoche non può superare la PLV agricola - X - - - -

IN SENSO POSITIVOUn certo turismo c’è sempre, anche in inverno

essendoci transito tra le grandi Cittàd’arte (Roma, Siena, Arezzo, Firenze) - - X X - -

Tabella 60CAUSE DELLALUNGHEZZA OBREVITÀ DELLASTAGIONETURISTICA.TESTIMONIPRIVILEGIATI

Page 100: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

98

Page 101: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

99

Influenza Mugello

Difficile trovare i prodotti tipici locali.Difficile reperimento della cacciagione.Prodotti TLT molto più cari X

I prodotti stagionali non sono reperibilisempre (es. funghi). Impossibile compraredirettamente dai produttori ma soloda industrie e commercianti che hannoprodotti conservati. Il menù deve esserelegato alla stagione -

Problemi aspetti sanitari con le ASL. Non sipotrebbero utilizzare tantissimi prodotti(es. salumi, formaggi, pollame, conigli,vinsanto ecc.) perché provenienti da piccolifornitori locali che non riescono ad esserein regola con le norme igienico-sanitarie X

Problemi normativi igienico-sanitari per utilizzarematerie prime della propria azienda -

Produzione e vendita al nero di alcuni prodottitipici locali (es. si trova la carne di chianina;es. pollame) X

Manca una certificazione sicura di identificazionedel prodotto tipico locale -

I problemi sanitari esistono ma sono superabili.Bisogna invece aumentare le competenzeprofessionali. -

Concorrenza degli agriturismi X

Affinare le conoscenze dei ristoratori suoiprodotti tipici (i tradizionali non sono conosciuti).Associazioni o consorzi per la promozione evalorizzazione dei prodotti TLT -

Servono corsi di aggiornamento sulle nuovenormative ecc. -

Manca un adeguato sostegno pubblicoper la promozione -

L’amministrazione comunale dovrebbe fare di più -

Importanti le degustazioni guidate per lapromozione e la diffusione. Sagre -

Non esiste pesce tipico o locale, quella cheè tipica è la lavorazione -

Offerta non tanto di prodotti locali ma dellaToscana in generale -

Dato che i turisti sono internazionali anche la cucinaofferta è internazionale anche se di qualità X

Tabella 64OSSERVAZIONI

CIRCA POTENZIALITÀE PROSPETTIVE

DELL’OFFERTA DIPRODOTTI TLT.

RISTORANTI

Osservazioni Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isolacentrali interne marem- d’Elba

mana

Problemi di approvvigionamento, per carenzadei prodotti in assoluto e per la stagionalità X X X X X -

Concorrenza G.D.O. che attua una politica diprezzo contenuto e qualità relativa: le offertedi prodotti tipici le fanno quando si trovanoa prezzi convenienti X - X X X X

Problemi di approvvigionamento a causa deirequisiti igienico-sanitari dei fornitori di prodottiTLT, tanto più scarsi quanto più i prodottisono genuini. Idem con le produzionidi proprie az. agricole X X X X X -

Difficile fare preparazioni casalinghe da vendere:occorre tempo, esperienza, locali e strutturea norma ecc. X X X - - -

Problemi di approvvigionamento, perchécostano di più X X - - - -

Offrire qualità prima di tutto, tipicitàdopo e se possibile X - X X - -

Necessità di far assaggiare prima dell’acquisto:problema normativo igienico-sanitario circala degustazione nel negozio(similmente nell’az. agricola) X X X X X X

Problema degli orari di apertura da renderepiù consoni con l’afflusso turistico(es. la domenica o la sera tardi in estate) X - X - - -

Sfasamento offerta-flusso turistico (es. castagne):occorre promuovere il territorio con iniziativeche attirano turisti. Le sagre sono molto efficaci.Le sagre non bastano X - - X X -

Problemi di approvvigionamento circa ‘sincerità’dei prodotti locali che non sono tipicie tipici fatti altrove X - X X X -

Sta iniziando la specializzazione dei negoziper far fronte alla concorrenza della G.D.O.e anche degli altri dettaglianti che vendonoanche prodotti TLT. Ampliamento della gammaed accentuazione della qualità - - X - - X

Occorre una riqualificazione professionale degliesercenti per aumentare le conoscenzedei prodotti (e del territorio) e la professionalitàdella produzione e vendita (es. la gestionedei problemi igienico-sanitari) - - X X X -

Non occorre una grande preparazione professionale,basta sapere un po’ di lingue.Oneri igenico-sanitari non pressanti - - X - - -

Espandere il turismo per aumentare la domandaper potenziare l’offerta - - X - - -

Occorre una maggiore partecipazione dell’entepubblico per promozione, formazione,sostegno, incentivi ecc. - - X X - -

Dubbi sulla convenienza effettiva di una offertabasata su una ampia gamma di prodotti TLTperché i costi e gli scarti sono molto alti - - - - X -

Tabella 63OSSERVAZIONICIRCA POTENZIALITÀE PROSPETTIVEDELL’OFFERTA DIPRODOTTI TLT.NEGOZI ALIMENTARI

Page 102: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

100

Page 103: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

101

Osservazioni Mugello

Buona richiesta di piatti tipici e locali -

Buone potenzialità, ma manca promozione.Stagione turistica breve, occorre allungarla X

I turisti non vengono perché la zona offre poco.Presenti i turisti regionali che però vengonosolo per il fine settimana X

Pochi turisti, che vanno soprattutto negli agriturismi.A noi restano i cacciatori (che si fermano qualchegiorno) e gente di passaggio per lavoro (camionisti)o per svago (motociclisti, pescatori ecc.) X

I turisti che rimangono per più lungo tempo desideranoconoscere meglio il territorio e apprezzano di piùla cucina -

Si richiedono in generale prodotti e cucina italianapiù che locale -

Richiesta elevata di prodotti conosciuti: soprattuttovino e olio, poco il resto X

Non c’è cultura dei prodotti locali -

Gli stranieri sono più interessati degli italianiall’assaggio dei prodotti locali -

Gli stranieri conoscono il vino ma non gli altri prodotti,però si lasciano consigliare -

La domanda varia molto a seconda del Paese di origine X

Gli americani vogliono conoscere i prodotti e i piattilocali; i tedeschi e i danesi spesso li conosconogià e comunque li chiedono -

I clienti si basano prima di tutto sulla qualità del localee poi sulla qualità delle materie prime impiegate -

La domanda è fortemente influenzata dai consiglidel ristoratore -

Non sempre i clienti si aspettano quello che il ristoratoreha disponibile di stagione. Desiderano un’offertastandard -

Spesso chiedono di sapere da dove provengonoi prodotti ma rispondere è impossibile -

I clienti che richiedono piatti di qualità hanno fiducianel ristoratore più che nel nome nel piatto -

Una volta conosciuti i prodotti TLT, i turisti li confrontanocon i prodotti standard -

I giovani non apprezzano molto i prodotti tipici perché,se di qualità, costano molto. I giovani voglionospendere poco. I giovani non richiedono vino X

I turisti non vogliono spendere tanto per il mangiare X

Importanza delle sagre per formare la domanda X

Richiesta di pesce fresco ma poco elaborato, noninteressano le ricette locali -

Tabella 67OSSERVAZIONI

CIRCA POTENZIALITÀE PROSPETTIVE

DELLA DOMANDA DIPRODOTTI TLT.

RISTORANTI

Osservazioni Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isolacentrali interne marem- d’Elba

manaMancano alcune produzioni locali,

per esempio di ortaggi e frutta X - - X - -Scarsa produzione, instabile e discontinua - X - - X -Concorrenza imbattibile dei prodotti industriali.

Grandi diseconomie di scala per le piccoleaziende che sono anche troppo sensibilialle restrizioni normative e burocratiche X - X - X -

Occorrono idee di sviluppo ed incentivazionia tutti i livelli (territorio, giovani, facilitazioninormative ecc.) per far esplicare le notevolipotenzialità latenti - X - X X X

Occorre sviluppare la domanda con la promozione delterritorio ecc. per far investire ai produttori. Servonoanalisi di mercato per programmare la produzione X - X - X -

Osservazioni Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isolacentrali interne marem- d’Elba

manaDomanda poco preparata ed informata.

Disponibilità a farsi consigliare X X X X X XDomanda poco interessata alle specialità

tipiche locali, basta anche prodotto toscanoo italiano o genericamente “genuino” - X X X X -

Domanda alta, in espansione, talvolta nonsoddisfatta, curiosa X X X X X -

Domanda viva ma poca voglia di spenderemolto di più rispetto ai prodotti standardse la qualità non è alta e sicura X X X - X -

Carne bovina: richiesta solo quella locale X - - - X -Domanda limitata a pochi prodotti (es. vino, olio) X X X X X XI turisti sanno abbastanza bene cosa vogliono: conoscenza

acquisita su guide, per passaparola, esperienzedi visite precedenti o degustazioni in sagre ecc.Per i vini spesso sono anche molto esperti X X X X X -

I turisti (stranieri e non) che hanno acquistatola casa in zona sono una importante fontedi informazione sui prodotti TLT per passaparola - - X - - -

Stagionale, legata ai flussi turistici ed allamanifestazioni promozionali svolte(sagre, mostra artigianato ecc.) X - - X - -

Limitata dallo sviluppo ricettivo del territorio:pochi turisti perché poca ospitalità,poche attrattive ecc. X - X X X -

Degustazioni ed assaggi, in negozio o allesagre ecc. sono fondamentali per stimolarela domanda e diversificarla - - X X - X

Domanda anche di pasti pronti a basedi prodotti TLT: problemi normativi perla somministrazione in negozio - - X - - -

Ancora da raggiungere il turismo di massa odi passaggio, disinteressato ai prodotti TLT - - X X X -

Turismo termale: anziani con pochi interessie che non spendono molto - - - X - -

Tabella 65OSSERVAZIONI CIRCAPOTENZIALITÀ EPROSPETTIVEDELL’OFFERTA DIPRODOTTI TLT.TESTIMONIPRIVILEGIATI

Tabella 66OSSERVAZIONICIRCA POTENZIALITÀE PROSPETTIVEDELLA DOMANDA DIPRODOTTI TLT.NEGOZI ALIMENTARI

Page 104: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

102

Page 105: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

103

Osservazioni Mugello

DOMANDADomanda in espansione, come l’agriturismo -

Manca conoscenza dei prodotti tipici. Per migliorarela domanda servono strutture di ricezione turisticae iniziative dei promozione dei prodotti -

Prima di comprare vogliono assaggiare. Importantile sagre -

Il prodotto agricolo è richiesto ma all’azienda i turistisono richiamati dalla presenza di un laboratoriodi ceramica -

Gli stranieri spesso sono più informati rispetto agli italiani -

La ristorazione locale fa poco uso delle produzioni localie si rivolge fin troppo al mercato dei prodotti industrialio comunque non TLT -

Se ricco il turista acquista, altrimenti risparmia -

I turisti chiedono anche prodotti non realizzati in azienda -

Turisti diffidenti, funziona molto il passaparola rispettoal singolo produttore -

Turisti diffidenti, ma desiderosi di conoscere -

Richiesta di prodotti genuini e sani: comprarli in aziendasignifica essere sicuri -

Vino ed olio i prodotti più richiesti dagli stranieri. L’olioil più richiesto dagli italiani -

Cercano prodotti tipici locali ma soprattutto regionalio italiani -

Richiesta di prodotti confezionati da portare via X

L’espansione del turismo può aprire la strada alleesportazioni -

Stagione turistica breve e non costante X

In aumento la domanda di prodotti TLT biologici -

Scarsa conoscenza dei prodotti TLT: forte rischio didiffusione delle imitazioni -

Tabella 69bOSSERVAZIONI

CIRCA POTENZIALITÀE PROSPETTIVE

DELLA DOMANDA EDELL’OFFERTA DEI

PRODOTTIAZIENDALI.

AZIENDE AGRICOLE

Osservazioni Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isolacentrali interne marem- d’Elba

mana

Scarsa conoscenza dei prodotti TLT ma la domandasta aumentando costantemente X X X - X

Domanda in forte aumento - - - X - -Domanda in forte aumento, soprattutto per il vino - - - - X -Domanda praticamente “senza limiti” - - X - - XOfferta limitata per cui non si può stimolare la

domanda più di tanto X - - - - -Domanda non costante, non dà grandi garanzie

Fa eccezione il vino - - - - X -Turismo d’élite disposto a pagare prezzi elevati - - - - X -In espansione i “baracchini” lungo le strade - - - - X -

Tabella 68OSSERVAZIONICIRCA POTENZIALITÀE PROSPETTIVEDELLA DOMANDA DIPRODOTTI TLT.TESTIMONIPRIVILEGIATI

Osservazioni Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isolacentrali interne marem- d’Elba

mana

OFFERTALa gestione amministrativa e la normativa relativa

alla somministrazione di alimenti sonotroppo impegnative X X X X X X

Troppa burocrazia per la vendita dei prodotti aziendali.Inoltre causa anche difficoltà a reperire manodopera - - X - - X

Problemi con il biologico perché le rese sono inferiori X - X - - -Una ampia linea di prodotti aziendali permette

introiti maggiori - X - - X -Si cerca di differenziare l’offerta, ma risulta molto difficile

perché l’azienda è piccola - - - - X -Non si possono comprare prodotti di altre aziende per

ampliare la gamma offerta - X - - - -Burocrazia pesante per la vendita in azienda, meglio la

commercializzazione dei prodotti in negozi-punti vendita X - - - - -Progetto del Consorzio latte Mugello sottovalutato X - - - - -Manca supporto tecnico per la trasformazione. Servono

locali idonei con tutti i problemi connessi X X X - - -Il prodotto deve presentare nel tempo le stesse caratte-

ristiche per cui è conosciuto - - - - X -Occorre una profonda conoscenza dei prodotti e della

cucina toscana - - - X - -Offerta di qualità con attività di svago e ricreazione - - - X - -Importanti le sagre e le manifestazioni locali (es. mostra

del tartufo) per far conoscere i prodotti (degustazione)e contattare il cliente che poi viene in azienda - X - - X -

Molto interessante la vendita on line - - - X - -

Tabella 69aOSSERVAZIONICIRCA POTENZIALITÀE PROSPETTIVEDELLA DOMANDA EDELL’OFFERTA DEIPRODOTTIAZIENDALI.AZIENDE AGRICOLE

Page 106: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

104

Page 107: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

105

Osservazioni Mugello

POTENZIALITÀ E PROSPETTIVE DELLA DOMANDAGASTRONOMICA DI PRODOTTI TLTTradizionalità significa genuinità e freschezza -Domanda in aumento -Curiosità -Poca la conoscenza della gastronomia locale -Gli stranieri conoscono meno rispetto italiani -I vini sono meglio conosciuti dei prodotti gastronomici -I turisti non si fidano della ristorazione italiana, si è perso

il gusto del cibo e tante specialità sono rifiutate -Scarse conoscenze degli stranieri sui prodotti locali che

però, una volta assaggiati, li apprezzano. Bisognastimolare il turista che conosce poco i piatti dellatradizione se viene per la prima volta X

I turisti, soprattutto stranieri, chiedono ciò che cono-scono; il resto deve essere proposto e non semprec’è il tempo e la preparazione per farlo oppure ladisponibilità ad ascoltare -

I turisti si lasciano consigliare, l’informazione sta aumentando -Prodotto tipico inteso come genuino e saporito, si fidano

del ristoratore -Gli italiani apprezzano il prodotto regionale e solo gli

intenditori hanno conoscenze particolari; gli stranieriapprezzano il tipico italiano e solo gli intenditori scen-dono nel particolare del prodotto locale -

Gli anziani non chiedono specialità -Vengono al ristorante proprio per la cucina toscana,

altrimenti mangiano spuntini ecc. come a casa loro -La domanda di piatti a base di pesce esige la freschezza

e non la tipicità -Poca richiesta di piatti tipici elaborati, vanno di più quelli

meno impegnativi -Ognuno vorrebbe una ricetta personalizzata, spesso in

contrasto con la preparazione tradizionale -Anche se chiedono piatti della tradizione, gli stranieri li

sanno apprezzare poco (es. la fiorentina cotta moltooppure ci vorrebbero il ketchup) perché hanno unaconcezione distorta della cucina locale ed italianain generale X

Chi viene a mangiare sa già cosa scegliere e non lasciaspazio a consigli su specialità particolari X

Si punta verso una clientela di ceto medio-alto capace diapprezzare e di spendere con entusiasmo. Disponibilitàa spendere per degustare i piatti tipici della zona X

Poca disponibilità a spendere per i prodotti locali -

Concorrenza dei prodotti standard che costanomeno ma sono più conosciuti -

I turisti chiedono di conoscere i piatti tipici, i prodottilocali ed anche vedere o vivere la realtà rurale locale -

I turisti chiedono anche qualità e servizi e per essihanno una grande disponibilità a spendere -

Tabella 70b OSSERVAZIONI

CIRCA POTENZIALITÀE PROSPETTIVE

DELL’OFFERTA EDELLA DOMANDA DI

PRODOTTIGASTRONOMICI A

BASE DI TLT.RISTORANTI

Osservazioni Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isolacentrali interne marem- d’Elba

mana

POTENZIALITÀ E PROSPETTIVE DELL’OFFERTAGASTRONOMICA DI PRODOTTI TLTProblemi di approvvigionamento per alcuni prodotti - X - X X -

Occorre promozione dei prodotti da parte del ristoratore - - - X - -

Poca richiesta dai turisti locali - - - X - -

La qualità dei prodotti tipici deve essere alta X X - - - -

Prezzi elevati di prodotti stagionali - X - - - -

In sviluppo, ma andrebbero studiati meglio i menù - X - - - -

Alcune ricette tipiche sono laboriose e i piatti costano di più - X X X - -

Alcune ricette tipiche richiedono molto tempo per lapreparazione, per cui si fanno solo su richiesta - X X X X X

Prezzi alti degli ingredienti tipici X - - - - -

I piatti tipici toscani non vanno o non piacciono - - - - - X

Normative sanitarie complicate pongono limiti allaproduzione casalinga - X X - - -

Per preparare i piatti tradizionali con i prodotti freschioccorre troppo tempo, i ristoratori pertanto devonorivolgersi al mercato dei prodotti tipici con costi moltoalti o dei prodotti standard perdendo in qualità - - X - - -

La tradizione culinaria è tutta da riscoprire e da approfondire - - X - X -

I ristoratori locali sono preparati in materia e disponibili adare informazioni - - X - - -

La preparazione del ristoratore non è altissima - - X - - -

Serve un più facile accesso alla pubblicità - - X - - -

Servono ricerche storiche per scoprire i veri piatti di una volta - - - X X -

Piatto tipico è sinonimo di genuinità e riscoperta di vecchietradizioni e sapori contadini; importanti le “Sagre” perpromuovere prodotti e cultura insieme - - - X X -

Piatto tipico e cultura vanno legate alle risorse del territorio - - - X - -

Occorre conoscere bene i vecchi piatti e poi riproporli inchiave moderna - X - X X -

Elaborare menù tipici particolari, come per esempioper i vegetariani - - - X - -

Per il pesce in pratica non ci sono ricette tipiche o locali,bisognerebbe riscoprirle o inventarle - - - - X -

Tabella 70aOSSERVAZIONICIRCA POTENZIALITÀE PROSPETTIVEDELL’OFFERTA EDELLA DOMANDA DIPRODOTTIGASTRONOMICI ABASE DI TLT.RISTORANTI

Page 108: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

106

Page 109: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

107

Iniziative Mugello

INIZIATIVE PROMOSSESagre (del tortello, del fungo, della castagna) e

manifestazioni locali (tiro con la balestra) X

Partecipazione a manifestazioni a livello regionale,nazionale ed all’estero per promuovere e farconoscere i nostri prodotti ed il nostro territorio X

Selezione e riqualificazione delle aziende e del territorioin generale. Maremma distretto rurale d’Europa X

Iniziative nell’ambito di Agenda 21 -

Strade del vino. Città dell’Olio -

Marchio Val d’Orcia per i prodotti. Consorzio IGP delMarrone del Mugello X

Consorzio Maremma Export anche per i prodotti agricoli -

Qualificazione delle produzioni con disciplinari comeprogetto LEADER X

Presenza sul web di vari organismi per promuovere ilterritorio ed i suoi prodotti -

Corsi di cucina. Corsi di Italiano. Corsi di degustazionedel vino. Sentieristica ippovia. Attività ricreative perfruizione del territorio anche in periodi morti -

Sistema di informazione turistica e di segnaleticastradale opportuna -

Attivazione ed intensificazione attività degli Uffici Proloco.Ufficio Proloco anche con vendita prodotti dell’artigianato -

INIZIATIVE IN VIA DI LANCIO O PROGRAMMATECorso di italiano con degustazione -

Adesione alle Città dell’Olio -

Azioni di sostegno al sistema turistico via qualificazionee promozione del territorio -

Progetti Leader plus -

Osservazioni Mugello

La domanda deve essere educata a richiedere i piatti e iprodotti che non conosce. Deve essere promossa lagastronomia ma anche l’intero territorio di cui essa èsolo un aspetto -

Turismo di massa, sopratutto se italiano, vuol spendere poco -

Qualcuno si è accorto che l’offerta non è sempre “sincera” -

Tabella 71bOSSERVAZIONI CIRCA IL

LIVELLO QUALITATIVO,POTENZIALITÀ E

PROSPETTIVEDELL’OFFERTA E

DELLA DOMANDADI PRODOTTI

GASTRONOMICI ABASE DI

PRODOTTI TLT. TESTIMONI PRIVILEGIATI

Tabella 72INIZIATIVE DI LIVELLOLOCALE, REGIONALEO NAZIONALE PER LA

PROMOZIONE DEIPRODOTTI TLT VALIDE

PER L’AREA DIRICERCA. TESTIMONI

PRIVILEGIATI

Osservazioni Mugello Valdarno Colline Colline Costa Isolacentrali interne marem- d’Elba

mana

LIVELLO QUALITATIVO E DI SERVIZIO DELL’OFFERTAGASTRONOMICA A BASE DI PRODOTTI TLTOfferta non omogenea dal punto di vista della qualità - - X - - -Alto livello X - - - - -Buona, è però migliorabile - - - - - XMedia, poca l’eccellenza X - - - - -Qualità generalmente appena sufficiente; pochi casi di

eccellenza; da riqualificare; si sta incominciando - X X X X XChi tratta prodotti TLT è soddisfatto dei risultati - - X - - -Non si fa molto affidamento sulla tipicità delle materie

prime ma sull’effetto finale del prodotto servito - - - - X -Problema della stagionalità incide sulla volontà di investire,

anche circa le conoscenze e la qualificazione delpersonale e quindi del servizio - - - - X -

Pochi chef capaci di andare oltre alla qualità con la tipicizza-zione e la caratterizzazione del prodotto gastronomico - - - - X -

Non importa il “lusso”: l’ambiente rustico piace ma ci deveessere la qualità; l’immagine deve essere orientata allatipicità ma anche alla semplicità - - - X X -

Pochi agriturismi con qualità abbastanza alta - - - - X -

POTENZIALITÀ E PROSPETTIVE DELL’OFFERTAGASTRONOMICA DI PRODOTTI TLTOfferta non omogenea - - X - - -Occorre maggiore qualificazione e promozione, dal territorio

nel complesso al singolo esercizio X - - - - -Ricette toscane semplici perché di origine povera, saporite ma

abbastanza leggere: sono apprezzate molto. Occorre peròrivisitarle in chiave moderna e riscoprirne tante altre X - - X X -

L’offerta gastronomica non basta, occorre sviluppare anchel’accoglienza - - X - X -

Produzioni tradizionali secondarie (dalle verdure al pesce)sono ancora tutte da sviluppare - - - - - X

Certi prodotti tradizionali non si trovano più localmente(es. “pici all’anatra” con anatra congelata di provenienzaestera; similmente per gran parte della cacciagione) - - X - - -

Scarse conoscenze gastronomiche dei turisti, ma anchedella domanda locale; spariscono tutti quei piatti eprodotti tradizionali non più di moda - - - X X -

Ristorazione non basata sulla tipicità degli ingredienti masulla preparazione del piatto - X X - - -

POTENZIALITÀ E PROSPETTIVE DELLA DOMANDAGASTRONOMICA DI PRODOTTI TLTScarse conoscenze dei turisti, soprattutto gli stranieri che

però sono curiosi X - - X X -Poca domanda perché c’è poca conoscenza della cultura

locale gastronomica - X - - X -

Tabella 71aOSSERVAZIONICIRCA IL LIVELLOQUALITATIVO,POTENZIALITÀ EPROSPETTIVEDELL’OFFERTA EDELLA DOMANDADI PRODOTTIGASTRONOMICIA BASE DI PRODOTTITLT. TESTIMONIPRIVILEGIATI

Page 110: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

108

Page 111: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

109

Allegati

Questionario 1OPERATORI DEI NEGOZI ALIMENTARI E DI ALTRIESERCIZI COMMERCIALI

Questionario 2OPERATORI DELLA RISTORAZIONE

Questionario 3IMPRENDITORI DELL’AGRITURISMO E DELLAVENDITA DIRETTA

Questionario 4TESTIMONI PRIVILEGIATI

Page 112: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

110

Page 113: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

111

Questionario 1OPERATORI DEI NEGOZI ALIMENTARI E DI ALTRI

ESERCIZI COMMERCIALI

N. ____ Mod. 01 Rilevatore___________________

_______________________________________________________________________________

1. Tipologia di operatore con offerta anche di prodotti agro-alimentari tipicio locali o tradizionali, grezzi, trasformati, preparati:1 - negozio alimentare 6 - fornaio2 - negozio alimentare di specialità 7 - fruttivendolo3 - supermercato, superette 8 - macelleria, norcineria4 - bancarella o altro punto mobile 9 - pizzicheria, gastronomia5 - enoteca 10 - altra tipologia:____________

2. Principali tipologie di turisti presenti nella zona (distribuzione percentualeindicativa di tipologia, non di numero di persone):

2.a)Demograficamente, ciclo di vita famiglia ecc. (totale=100%):1 - Individuali _____ % 4 - Coppie anziane _____ %2 - Coppie giovani _____ % 5 - Piccoli gruppi _____ %3 - Coppie con figli _____ % 6 - Gruppi organizzati _____ %

2.b) Per luogo di origine (totale=100%):1 - Regionale _____ % 8 - Olandesi _____ %2 - Regioni limitrofe _____ % 9 - Altri Europa occ. _____ %3 - Altre regioni it. _____ % 10 - Altri Europa or. _____ %4 - Tedeschi _____ % 11 - Americani _____ %5 - Francesi, Belgi _____ % 12 - Giapponesi _____ %6 - Spagnoli. Portoghesi _____ % 13 - Altri (specificare) _____ %7 - Inglesi _____ % ___________________________

2.c) Per durata del soggiorno (totale=100%):1 - di passaggio _____ % 4 - più di una settimana _____ %2 - 2-3 giorni _____ % 5 - periodi lunghi _____ %3 - 1 settimana _____ %

2.d) Per obiettivo turistico (in altre parole: “il flusso turistico è determinato da …”;totale=100%):1 - a) artistico ____ % 5 - a+b ____ % 9 - b+d ____ %2 - b) paesaggistico ____ % 6 - a+c ____ % 10 - c+d ____ %3 - c) naturalistico ____ % 7 - a+d ____ % 11 - 3 combinazioni(_) ____ %4 - d) enogastronomico ____ % 8 - b+c ____ % 12 - a+b+c+d ____ %

2.e) Per reazione all’offerta di prodotti agroalimentari e gastronomici tipici, locali,tradizionali (distribuzione percentuale indicativa, totale=100%):1 - rifiutanti _____ % 3 - interessati _____ %2 - distratti, pigri, poco interessati _____ % 4 - entusiasti _____ %

3. Peso percentuale stimato di turisti richiedenti prodotti agroalimentari tipici,locali, tradizionali (nel senso di turisti interessati a tali prodotti sul totale dituristi acquirenti):❏ 0-10% ❏ 10-20% ❏ 20-30% ❏ 30-40%❏ 40-50% ❏ 50-60% ❏ 60-70% ❏ 70- 80%❏ 80-90% ❏ 90-100%

Page 114: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

112

4. Peso percentuale stimato di volume di affari turistico sviluppato con prodottiagroalimentari tipici, locali, tradizionali su totale del proprio giro di affari inprodotti alimentari:❏ 0-10% ❏ 10-20% ❏ 20-30% ❏ 30-40%❏ 40-50% ❏ 50-60% ❏ 60-70% ❏ 70- 80%❏ 80-90% ❏ 90-100%

5. Incremento percentuale del proprio giro di affari tra stagione corrente e sta-gione turistica:❏ +10% ❏ +25% ❏ +50%❏ +75% ❏ +100% (il doppio) ❏ +150% (una volta e mezza)❏ +200% (il triplo) ❏ +300% (il quadruplo) ❏ +400 (il quintuplo)❏ in misura superiore a cinque volte

6. Durata della stagione turistica:❏ 2 mesi ❏ 3 mesi ❏ 4 mesi ❏ 5 mesi❏ 6 mesi ❏ 8 mesi ❏ 10 mesi ❏ 12 mesi

7. Numero di turisti (come missioni o visite di acquisto) serviti ogni anno e spesamedia per turista in prodotti agroalimentari tipici, locali, tradizionali e inprodotti standard:n°_____, per spesa media in prodotti tipici, locali, tradizionali __________ liren°_____, per spesa media in prodotti standard __________ lire

8. Distribuzione della spesa dei turisti in prodotti agroalimentari tipici, locali,tradizionali (% su totale acquisti di prodotti tipici, locali, tradizionali):1 - vino ____% 4 - carni ____% 7 - pasta ____%2 - olio ____% 5 - salumi ____% 8 - dolciumi ____%3 - ortofrutta ____% 6 - formaggi ____% Totale spesa =100%

9. Peso percentuale di ogni prodotto agroalimentare tipico, locale, tradizionalesul totale della spesa turistica per quel genere di prodotto (es. % vino tipico,locale, tradizionale/spesa vino):1 - vino ____% 4 - carni ____% 7 - pasta ____%2 - olio ____% 5 - salumi ____% 8 - dolciumi ____%3 - ortofrutta ____% 6 - formaggi____%

10. Destinazione degli acquisti di prodotti agroalimentari tipici, locali, tradizio-nali (risposte precodificate:1- prevalentemente,2- in buona misura, 3-pariteticamente, 4-scarsamente, 5-per niente):a - consumo in loco: _____b - per esportazione a fini di consumo: _____c - per esportazione a scopo ricordo o regalo: _____

10.bis) Quantificazione della spesa dei turisti in prodotti agroalimentari tipici, locali,tradizionali per:

a - consumo in loco, lire___________________b - per esportazione a fini di consumo, lire ___________________c - per esportazione a scopo ricordo o regalo, lire ___________________

11. Sviluppo di relazioni durature tra offerente e turisti:a- percentuale di turisti che tornano l’anno seguente: _____%b- percentuale di turisti che tornano durante l’anno: _____%c- percentuale di turisti che si fanno spedire prodotti alimentari: _____%c-bis ) di cui ordinati via e-mail: _____% di c)

11.bis) Quantificazione della spesa dei turisti in prodotti agroalimentari tipici, locali,tradizionali:acquistati per via di spedizione, lire _______ sub) di cui ordinati via e-mail,______ %

Page 115: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

113

12. Sbilanci tra domanda e offerta di prodotti agroalimentari tipici, locali, tradi-zionali (per prodotto. Risposte precodificate: 1: non succede, 2: succede rara-mente, 3: ad intervalli, 4: molto spesso,5: quasi sempre, 6: sempre):

12.1. Domanda insoddisfatta:1 - vino ____ 4 – frutta ____ 7 - formaggi ____2 - olio ____ 5 - carni ____ 8 - pasta ____3 - ortaggi ____ 6 - salumi ____ 9 - dolciumi ____

12.2. Offerta inevasa:1 - vino ____ 4 – frutta ____ 7 - formaggi ____2 - olio ____ 5 - carni ____ 8 - pasta ____3 - ortaggi ____ 6 - salumi ____ 9 - dolciumi ____

13. Differenziali di prezzo tra prodotto tipico, tradizionale, locale e prodottostandard (riferimento prezzo medio prodotti standard), per tipologia di prodotto(per prodotti più significativi: vino, olio, ortaggi, frutta, carni salumi, formaggi,pasta, dolciumi, altro. Indicare i prodotti accanto alla % ):❏ - 50% _________________ ❏ +75% _________________❏ -25% _________________ ❏ +100% _________________❏ -15% _________________ ❏ +150% _________________❏ +/- identico _________________ ❏ +200% _________________❏ +15% _________________ ❏ +250% _________________❏ +25% _________________ ❏ +300% _________________❏ +50% _________________ ❏ oltre _________________

14. Notizie inerenti le caratteristiche in dettaglio dei principali prodotti tipici,locali, tradizionali (ripetere per più prodotti):Prodotto 1a. Tipologia di prodotto: ____________________________b. Denominazione locale del prodotto: ____________________________c. Aree o centri di produzione o preparazione: ____________________________d. Caratteristiche organolettiche specifiche: ____________________________e. Caratteristiche di presentazione: ____________________________f. Altre notizie ____________________________

Prodotto 2a. Tipologia di prodotto: ____________________________b. Denominazione locale del prodotto: ____________________________c. Aree o centri di produzione o preparazione: ____________________________d. Caratteristiche organolettiche specifiche: ____________________________e. Caratteristiche di presentazione: ____________________________f. Altre notizie ____________________________

Prodotto 3a. Tipologia di prodotto: ____________________________b. Denominazione locale del prodotto: ____________________________c. Aree o centri di produzione o preparazione: ____________________________d. Caratteristiche organolettiche specifiche: ____________________________e. Caratteristiche di presentazione: ____________________________f. Altre notizie ____________________________

15. Offerta di prodotti tipici, locali, tradizionali realizzati direttamente dall’inter-vistato in azienda agricola propria (Peso percentuale del proprio prodotto sutotale vendite):❏ 1 - vino ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 2 - olio ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 3 - ortaggi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 4 - frutta ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 5 - carni ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 6 - salumi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 7 - formaggi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 8 - pasta ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 9 - dolciumi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 10 - altro ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%

Page 116: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

114

16. Eventuale offerta di forme di ristorazione presso il punto vendita:pasti completi ❏ SI ❏ NO (n° pasti/anno___)spuntini, merende ecc. ❏ SI ❏ NOpreparazione panini o altro da asporto ❏ SI ❏ NO

17. Aspetti problematici, prospettive, potenzialità inerenti l’offerta del prodottotipico, tradizionale, locale (domanda aperta sulla base di: scarsa produttività,mancanza o perdita di competenze professionali, ristretta base territoriale, pro-blemi burocratici, vincoli sanitari, statuti consortili rigidi; oppure: crescita com-petenze, convinzione crescente dei produttori, supporto pubblico, nuove tecniche,riscoperta varietà locali ecc.):__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

18. Aspetti problematici, prospettive, potenzialità inerenti la domanda del pro-dotto tipico, tradizionale, locale (domanda aperta sulla base di: scarsa cono-scenza dei turisti dell’offerta e della cultura locali, diffidenza dei turisti, prezzielevati, concorrenza dei prodotti standard oppure: fiducia nelle prospettive dimercato, conoscenza del mercato, espansione turismo, sviluppo esportazioni, de-siderio dei turisti di conoscere la realtà locale, ecc.):___________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Page 117: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

115

Questionario 2OPERATORI DELLA RISTORAZIONE

N. ____ Mod. 02 Rilevatore___________________

_______________________________________________________________________________

1. Tipologia di operatore con offerta anche di prodotti agro-alimentari tipicio locali o tradizionali, grezzi, trasformati, preparati:1 - ristoratore 2 - albergatore con ristorante 3 - altro ______

2. Principali tipologie di turisti presenti nella zona (distribuzione percentualeindicativa di tipologia, non di numero di persone):

2.a)Demograficamente, ciclo di vita famiglia ecc. (totale=100%):1 - Individuali _____ % 4 - Coppie anziane _____ %2 - Coppie giovani _____ % 5 - Piccoli gruppi _____ %3 - Coppie con figli _____ % 6 - Gruppi organizzati _____ %

2.b) Per luogo di origine (totale=100%):1 - Regionale _____ % 8 - Olandesi _____ %2 - Regioni limitrofe _____ % 9 - Altri Europa occ. _____ %3 - Altre regioni it. _____ % 10 - Altri Europa or. _____ %4 - Tedeschi _____ % 11 - Americani _____ %5 - Francesi, Belgi _____ % 12 - Giapponesi _____ %6 - Spagnoli. Portoghesi _____ % 13 - Altri (specificare) _____ %7 - Inglesi _____ % ___________________________

2.c) Per durata del soggiorno (totale=100%):1 - di passaggio _____ % 4 - più di una settimana _____ %2 - 2-3 giorni _____ % 5 - periodi lunghi _____ %3 - 1 settimana _____ %

2.d) Per obiettivo turistico (in altre parole: “il flusso turistico è determinato da …”;totale=100%):1 - a) artistico ____ % 5 - a+b ____ % 9 - b+d ____ %2 - b) paesaggistico ____ % 6 - a+c ____ % 10 - c+d ____ %3 - c) naturalistico ____ % 7 - a+d ____ % 11 - 3 combinazioni(_) ____ %4 - d) enogastronomico ____ % 8 - b+c ____ % 12 - a+b+c+d ____ %

2.e) Per reazione all’offerta di prodotti agroalimentari e gastronomici tipici, locali,tradizionali (distribuzione percentuale indicativa):1 - rifiutanti _____ % 3 - interessati _____ %2 - distratti, pigri, poco interessati _____ % 4 - entusiasti _____ %

3. Peso percentuale stimato di turisti richiedenti prodotti agroalimentari tipici,locali, tradizionali (nel senso di turisti interessati a tali prodotti sul totale dituristi acquirenti):❏ 0-10% ❏ 10-20% ❏ 20-30% ❏ 30-40%❏ 40-50% ❏ 50-60% ❏ 60-70% ❏ 70- 80%❏ 80-90% ❏ 90-100%

Page 118: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

116

4. Tipologia di prodotti agroalimentari tipici, locali, tradizionali richiesti al ta-volo (% della spesa per ogni prodotto tipico, tradizionale, locale su spesa com-plessiva per il tipo di prodotto: es. vino locale su vino totale):❏ 1 - vino ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 2 - olio ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 3 - ortaggi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 4 - frutta ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 5 - carni ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 6 - salumi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 7 - formaggi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 8 - pasta ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 9 - dolciumi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 10 - altro ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%

5. Peso percentuale stimato del peso complessivo dei prodotti agroalimentaritipici, locali, tradizionali su totale dell’offerta gastronomica di ristorazione:❏ 0-10% ❏ 30-40% ❏ 60-70% ❏ 90-100%❏ 10-20% ❏ 40-50% ❏ 70- 80%❏ 20-30% ❏ 50-60% ❏ 80-90%

6. Peso percentuale dei prodotti agroalimentari tipici, locali, tradizionali di baseimpiegati nella preparazione delle vivande:❏ 1 - vino ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 2 - olio ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 3 - ortaggi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 4 - frutta ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 5 - carni ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 6 - salumi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 7 - formaggi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 8 - pasta ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 9 - dolciumi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 10 - altro ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%

7. Offerta di prodotti agroalimentari tipici, locali, tradizionali realizzati diret-tamente dal ristoratore con propria azienda agricola (Peso percentuale delproprio prodotto sul totale dell’offerta ristorativa):❏ 1 - vino ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 2 - olio ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 3 - ortaggi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 4 - frutta ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 5 - carni ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 6 - salumi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 7 - formaggi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 8 - pasta ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 9 - dolciumi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%

8. Differenziali di prezzo tra prodotto tipico, tradizionale, locale e prodottostandard (offerto come prodotto finito, 8.1., e come base della preparazione deipiatti-ricette, 8.2.):

8.1. Come prodotto finito (specificare accanto alla % il prodotto o i prodotti):❏ - 50% _________________ ❏ +50% _________________❏ -25% _________________ ❏ +75% _________________❏ +/- identico _________________ ❏ +100% _________________❏ +10% _________________ ❏ +200% _________________❏ +25% _________________ ❏ oltre _________________

8.2. Come prodotto di base (specificare accanto alla % il prodotto o i prodotti):❏ - 50% _________________ ❏ +50% _________________❏ -25% _________________ ❏ +75% _________________❏ +/- identico _________________ ❏ +100% _________________❏ +10% _________________ ❏ +200% _________________❏ +25% _________________ ❏ oltre _________________

Page 119: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

117

9. Notizie inerenti le caratteristiche in dettaglio dei prodotti tipici, tradizionali,locali e dei piatti con ricetta tradizionale locale (Ripetere schema per eventualiulteriori prodotti):Prodotto 1a. Tipologia di prodotto: ____________________________b. Denominazione locale del prodotto: ____________________________c. Aree o centri di produzione o preparazione: ____________________________d. Caratteristiche organolettiche specifiche: ____________________________e. Caratteristiche di presentazione: ____________________________f. Altre notizie ____________________________

Prodotto 2a. Tipologia di prodotto: ____________________________b. Denominazione locale del prodotto: ____________________________c. Aree o centri di produzione o preparazione: ____________________________d. Caratteristiche organolettiche specifiche: ____________________________e. Caratteristiche di presentazione: ____________________________f. Altre notizie ____________________________

Prodotto 3a. Tipologia di prodotto: ____________________________b. Denominazione locale del prodotto: ____________________________c. Aree o centri di produzione o preparazione: ____________________________d. Caratteristiche organolettiche specifiche: ____________________________e. Caratteristiche di presentazione: ____________________________f. Altre notizie ____________________________

9.bis) Aspetti problematici, prospettive, potenzialità inerenti l’offerta del prodotto ti-pico, tradizionale, locale (domanda aperta):

_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

10. Aspetti problematici, prospettive, potenzialità inerenti la domanda del pro-dotto tipico, tradizionale, locale (domanda aperta):_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

11. Aspetti problematici, prospettive, potenzialità inerenti l’offerta del prodottogastronomico tipico, tradizionale, locale (domanda aperta):_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

12. Aspetti problematici, prospettive, potenzialità inerenti la domanda del pro-dotto gastronomico tipico, tradizionale, locale (domanda aperta):_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Nota per i punti da 9 a 12:

Aspetti problematici, prospettive, potenzialità inerenti l’offerta del prodotto e del prodotto gastro-nomico tipico, tradizionale, locale (domanda aperta sulla base di: scarsa produttività, mancanza operdita di competenze professionali, ristretta base territoriale, problemi burocratici, vincoli sani-tari, statuti consortili rigidi; oppure: crescita competenze, convinzione crescente dei produttori,supporto pubblico, nuove tecniche, riscoperta varietà locali ecc.).

Aspetti problematici, prospettive, potenzialità inerenti la domanda del prodotto e del prodotto ga-stronomico tipico, tradizionale, locale (domanda aperta sulla base di: scarsa conoscenza dei turi-sti dell’offerta e della cultura locali, diffidenza dei turisti, prezzi elevati, concorrenza dei prodottistandard; oppure: fiducia nelle prospettive di mercato, conoscenza del mercato, espansione turi-smo, sviluppo esportazioni, desiderio dei turisti di conoscere la realtà locale ecc.)

Page 120: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

118

Page 121: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

119

Questionario 3IMPRENDITORI DELL’AGRITURISMO E DELLA

VENDITA DIRETTA

N. ____ Mod. 03 Rilevatore___________________

_______________________________________________________________________________

1. Tipologia di imprenditore agricolo e modalità commerciale diretta (anche piùrisposte):1 - vendita diretta presso l’azienda agricola 5 - idem, con offerta di ristorazione2 -“baracchino” presso l’azienda agricola 6 - idem, solo ristorazione3 - spaccio aziendale fuori dell’azienda agricola 7 - consegna a spaccio cooperativo4 - agriturismo con vendita dei prodotti agricoli o consortile

8 - altro ___________________

2. Principali tipologie di turisti presenti nella zona (distribuzione percentuale in-dicativa di tipologia, non di numero di persone):

2.a)Tipo difamiglia ecc. (totale=100%):1 - Individuali _____ % 4 - Coppie anziane _____ %2 - Coppie giovani _____ % 5 - Piccoli gruppi _____ %3 - Coppie con figli _____ % 6 - Gruppi organizzati _____ %

2.b) Per luogo di origine (totale=100%):1 - Regionale _____ % 8 - Olandesi _____ %2 - Regioni limitrofe _____ % 9 - Altri Europa occ. _____ %3 - Altre regioni it. _____ % 10 - Altri Europa or. _____ %4 - Tedeschi _____ % 11 - Americani _____ %5 - Francesi, Belgi _____ % 12 - Giapponesi _____ %6 - Spagnoli. Portoghesi _____ % 13 - Altri (specificare) _____ %7 - Inglesi _____ % ___________________________

2.c) Per durata del soggiorno (totale=100%):1 - di passaggio _____ % 4 - più di una settimana _____ %2 - 2-3 giorni _____ % 5 - periodi lunghi _____ %3 - 1 settimana _____ %

2.d) Per obiettivo turistico (in altre parole: “il flusso turistico è determinato da …”;totale=100%):1 - a) artistico ____ % 5 - a+b ____ % 9 - b+d ____ %2 - b) paesaggistico ____ % 6 - a+c ____ % 10 - c+d ____ %3 - c) naturalistico ____ % 7 - a+d ____ % 11 - 3 combinazioni(_) ____ %4 - d) enogastronomico ____ % 8 - b+c ____ % 12 - a+b+c+d ____ %

2.e) Per reazione all’offerta di prodotti agroalimentari e gastronomici tipici, locali,tradizionali (distribuzione percentuale approssimativa):1 - rifiutanti _____ % 3 - interessati _____ %2 - distratti, pigri, poco interessati _____ % 4 - entusiasti _____ %

3. Numero di clienti serviti in un anno:- agrituristi, acquirenti di prodotti agricoli n° ____ pari al ___% del totale- agrituristi, con ristorazione n.°____ pari al ___% del totale- ambedue n.°____ pari al ___% del totale- acquirenti-missioni di acquisto diretto dei prodotti aziendali n.°____ pari al ___% del totale

Page 122: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

120

4. Durata della stagione agrituristica:❏ 2 mesi ❏ 3 mesi ❏ 4 mesi ❏ 5 mesi❏ 6 mesi ❏ 8 mesi ❏ 10 mesi ❏ 12 mesi

5. Durata della stagione di vendita diretta:❏ 2 mesi ❏ 3 mesi ❏ 4 mesi ❏ 5 mesi❏ 6 mesi ❏ 8 mesi ❏ 10 mesi ❏ 12 mesi

6. Peso percentuale delle vendite di prodotti aziendali a turisti e agrituristi sutotale delle vendite (affitti agrituristici esclusi) :❏ 0-10% ❏ 10-20% ❏ 20-30% ❏ 30-40% ❏ 40-50% ❏ oltre il 50%

7. Spesa media per turista in prodotti aziendali (in una stagione turistica):_____________ lire

8. Spesa media per turista per la ristorazione:❏ giornaliera (completa) ________________ lire❏ solo un pasto ________________ lire❏ spuntini ecc. ________________ lire

9. Destinazione degli acquisti di prodotti aziendali:a. consumo in loco ____%b. per esportazione a fini di consumo ____%c. per esportazione a scopo ricordo o regalo ____%

10. Sviluppo di relazioni durature tra azienda e agrituristi e turisti:a. percentuale di agrituristi che tornano l’anno seguente ____%b. percentuale di agrituristi che tornano e acquistano durante l’anno ____%, con una spesa media di lire___________c. percentuale di agrituristi che si fanno spedire prodotti alimentari ____%, con una media di lire___________c-bis ) di cui via e-mail ____% di c)

11. Distribuzione (a) per prodotto della PLV venduta a turisti e agrituristi (totale100%) e (b) peso degli acquisti agrituristici e turistici per prodotto (es. vinovenduto a turisti su PLV vino):

a) Distribuzione PLV turistica e b) Peso PLV turistica eagrituristica: agrituristica/PLV di prodotto:❏ 1- vino ___% ❏ 1 - vino ___%❏ 2 - olio ___% ❏ 2 - olio ___%❏ 3 - ortaggi ___% ❏ 3 - ortaggi ___%❏ 4 - frutta ___% ❏ 4 - frutta ___%❏ 5 - carni ___% ❏ 5 - carni ___%❏ 6 - salumi ___% ❏ 6 - salumi ___%❏ 7 - formaggi ___% ❏ 7 - formaggi ___%❏ 8 - pasta ___% ❏ 8 - pasta ___%❏ 9 - dolciumi ___% ❏ 9 - dolciumi ___%❏ 10 - altro ___% ❏ 10 - altro ___%Totale = 100%

12. Sbilanci tra domanda e offerta di prodotti agroalimentari aziendali (per pro-dotto. Scegliere tra le seguenti risposte e trascrivere il n.: 1: non succede, 2:succede raramente, 3: ad intervalli, 4: molto spesso, 5: quasi sempre, 6: sempre):

12.1. Domanda insoddisfatta (ovvero non avete potuto soddisfare tutte le richieste diprodotti, per quantità, tipo o qualità):1 - vino ____ 4 – frutta ____ 7 - formaggi ____2 - olio ____ 5 - carni ____ 8 - pasta ____3 - ortaggi ____ 6 - salumi ____ 9 - dolciumi ____1 - vino ____ 4 – frutta ____ 7 - formaggi ____2 - olio ____ 5 - carni ____ 8 - pasta ____3 - ortaggi ____ 6 - salumi ____ 9 - dolciumi ____

Page 123: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

121

13. Differenza di prezzo tra prodotto aziendale e prodotto standard (riferimentoprezzo medio prodotti standard), per tipologia di prodotto (per i prodotti piùsignificativi: vino, olio, ortaggi, frutta, carni salumi, formaggi, pasta, dolciumi,altro. Indicare i prodotti accanto alla %):❏ - 50% _________________ ❏ +75% _________________❏ -25% _________________ ❏ +100% _________________❏ -15% _________________ ❏ +150% _________________❏ +/- identico _________________ ❏ +200% _________________❏ +15% _________________ ❏ +250% _________________❏ +25% _________________ ❏ +300% _________________❏ +50% _________________ ❏ oltre _________________

14. Notizie inerenti le caratteristiche in dettaglio dei prodotti aziendali (ripetereper più prodotti):

Prodotto 1a. Tipologia di prodotto aziendale: ________________b. Denominazione locale del prodotto: ________________c. Il vostro prodotto aziendale è tipico e tradizionale della zona? ________________d. Caratteristiche organolettiche specifiche: ________________e. Caratteristiche di presentazione: ________________f. Denomnazione locale del piatto ________________g. La preparazione dei piatti è tipica della zona? ________________h. Altre notizie ________________

Prodotto 2a. Tipologia di prodotto aziendale: ________________b. Denominazione locale del prodotto: ________________c. Il vostro prodotto aziendale è tipico e tradizionale della zona? ________________d. Caratteristiche organolettiche specifiche: ________________e. Caratteristiche di presentazione: ________________f. Denomnazione locale del piatto ________________g. La preparazione dei piatti è tipica della zona? ________________h. Altre notizie ________________

Prodotto 3a. Tipologia di prodotto aziendale: ________________b. Denominazione locale del prodotto: ________________c. Il vostro prodotto aziendale è tipico e tradizionale della zona? ________________d. Caratteristiche organolettiche specifiche: ________________e. Caratteristiche di presentazione: ________________f. Denomnazione locale del piatto ________________g. La preparazione dei piatti è tipica della zona? ________________h. Altre notizie ________________

15. Aspetti problematici, prospettive, potenzialità inerenti l’offerta del prodottoaziendale (domanda aperta sulla base di: scarsa produttività, mancanza o perdi-ta di competenze professionali, ristretta base territoriale, problemi burocratici,vincoli sanitari, statuti consortili rigidi; oppure: crescita competenze, convinzio-ne crescente dei produttori, supporto pubblico, nuove tecniche, riscoperta varietàlocali ecc.):_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

16. Aspetti problematici, prospettive, potenzialità inerenti la domanda del pro-dotto aziendale (domanda aperta sulla base di: scarsa conoscenza dei turistidell’offerta e della cultura locali, diffidenza dei turisti, prezzi elevati, concorren-za dei prodotti standard oppure: fiducia nelle prospettive di mercato, conoscenzadel mercato, espansione turismo, sviluppo esportazioni, desiderio dei turisti diconoscere la realtà locale ecc.):_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Page 124: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

122

Page 125: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

123

Questionario 4TESTIMONI PRIVILEGIATI

(amministratori, politici, altri operatori, personaggi di cultura)

N. ____ Mod. 04 Rilevatore___________________

_______________________________________________________________________________

1. Tipologia di “testimone privilegiato”:1 - funzionario pubblico 4 - operatore commerciale2 - politico 5 - manager3 - sindacalista 6 - personaggio di cultura4 - insegnante 7 - altro:____________________

2. Area di riferimento della propria conoscenza inerente la nostra inchiesta (spe-cificare):

1 - comune ________________________2 - area intercomunale ________________________3 - area regionale ________________________4 - altro ________________________

3. Principali tipologie di turisti presenti nella zona (distribuzione percentuale in-dicativa di tipologia, non di numero di persone):

3.a)Demograficamente, ciclo di vita famiglia ecc. (totale=100%):1 - Individuali _____ % 4 - Coppie anziane _____ %2 - Coppie giovani _____ % 5 - Piccoli gruppi _____ %3 - Coppie con figli _____ % 6 - Gruppi organizzati _____ %

3.b) Per luogo di origine (totale=100%):1 - Regionale _____ % 8 - Olandesi _____ %2 - Regioni limitrofe _____ % 9 - Altri Europa occ. _____ %3 - Altre regioni it. _____ % 10 - Altri Europa or. _____ %4 - Tedeschi _____ % 11 - Americani _____ %5 - Francesi, Belgi _____ % 12 - Giapponesi _____ %6 - Spagnoli. Portoghesi _____ % 13 - Altri (specificare) _____ %7 - Inglesi _____ % ___________________________

3.c) Per durata del soggiorno (totale=100%):1 - di passaggio _____ % 4 - più di una settimana _____ %2 - 2-3 giorni _____ % 5 - periodi lunghi _____ %3 - 1 settimana _____ %

3.d) Per obiettivo turistico (in altre parole: “il flusso turistico è determinato da …”;totale=100%):1 - a) artistico ____ % 5 - a+b ____ % 9 - b+d ____ %2 - b) paesaggistico ____ % 6 - a+c ____ % 10 - c+d ____ %3 - c) naturalistico ____ % 7 - a+d ____ % 11 - 3 combinazioni(_) ____ %4 - d) enogastronomico ____ % 8 - b+c ____ % 12 - a+b+c+d ____ %

3.e) Per reazione all’offerta di prodotti agroalimentari e gastronomici tipici, locali,tradizionali (distribuzione percentuale indicativa, totale=100%):1 - rifiutanti _____ % 3 - interessati _____ %2 - distratti, pigri, poco interessati _____ % 4 - entusiasti _____ %

4. Peso percentuale stimato di turisti richiedenti prodotti agroalimentari tipici,locali, tradizionali (nel senso di turisti interessati a tali prodotti sul totale dituristi acquirenti):❏ 0-10% ❏ 10-20% ❏ 20-30% ❏ 30-40%❏ 40-50% ❏ 50-60% ❏ 60-70% ❏ 70- 80%❏ 80-90% ❏ 90-100%

Page 126: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

124

4.bis) Cause o motivi della scarsa, non pienamente sviluppata o ben sviluppatadomanda turistica di prodotti agroalimentari tipici, locali, tradizionali:_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

5. Peso percentuale stimato di volume di affari turistico sviluppato con prodottiagroalimentari tipici, locali, tradizionali (su totale del giro di affari locale inprodotti alimentari):❏ 0-10% ❏ 10-20% ❏ 20-30% ❏ 30-40%❏ 40-50% ❏ 50-60% ❏ 60-70% ❏ 70-80%❏ 80-90% ❏ 90-100%

5.bis) Nel caso di discrepanza tra peso di turisti richiedenti prodotti agroalimentaritipici, locali, tradizionali (punto 4) e peso volume turistico di prodotti agroalimentaritipici, locali, tradizionali (punto 5), spiegarne le cause di insuccesso o di successo:_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

6. Durata della stagione turistica:❏ 2 mesi ❏ 3 mesi ❏ 4 mesi ❏ 5 mesi❏ 6 mesi ❏ 8 mesi ❏ 10 mesi ❏ 12 mesi

6.bis) Cause o motivi della brevità, non pienamente sviluppata, ben sviluppata lun-ghezza della stagione turistica:_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

7. Distribuzione della spesa dei turisti in prodotti agroalimentari tipici, locali,tradizionali (% su totale acquisti di prodotti tipici, locali, tradizionali):1 - vino ____% 4 - carni ____% 7 - pasta ____%2 - olio ____% 5 - salumi ____% 8 - dolciumi ____%3 - ortofrutta ____% 6 - formaggi ____% Totale spesa =100%

8. Peso percentuale di ogni prodotto agroalimentare tipico, locale, tradizionalesul totale della spesa turistica per quel genere di prodotto (es. % vino tipico,locale, tradizionale/spesa vino):1 - vino ____% 4 - carni ____% 7 - pasta ____%2 - olio ____% 5 - salumi ____% 8 - dolciumi ____%3 - ortofrutta ____% 6 - formaggi ____%

8.bis) Dare conto delle cause o delle ragioni della bassa, media, alta incidenza delprodotto locale sul totale della spesa turistica in alimenti (per prodotto):_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

9. Destinazione degli acquisti di prodotti agroalimentari tipici, locali, tradizio-nali (risposte precodificate: 1- prevalentemente, 2- in buona misura, 3-pariteticamente, 4- scarsamente, 5- per niente):a - consumo in loco _____b - per esportazione a fini di consumo _____c - per esportazione a scopo ricordo o regalo _____

10. Sviluppo di relazioni durature tra area di offerta turistica e turisti:a- percentuale di turisti che tornano l’anno seguente _____%b- percentuale di turisti che tornano durante l’anno _____%c- percentuale di turisti che si fanno spedire prodotti alimentari _____%c-bis ) di cui ordinati via e-mail _____% di c)

Page 127: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

125

10.bis) Cause e motivi del perdurare o della mancanza di fedeltà alla zona:_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

10.ter) Valutare quanto incide l’offerta agroalimentare o gastronomica nello sviluppoo mancato sviluppo di relazioni durature relazioni tra offerta turistica e turisti:

_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

11. Sbilanci tra domanda e offerta di prodotti agroalimentari tipici, locali, tradi-zionali (per prodotto. Risposte precodificate: 1: non succede, 2: succede rara-mente, 3: ad intervalli, 4: molto spesso,5: quasi sempre, 6: sempre):

11.1. Domanda insoddisfatta:1 - vino ____ 4 – frutta ____ 7 - formaggi ____2 - olio ____ 5 - carni ____ 8 - pasta ____3 - ortaggi ____ 6 - salumi ____ 9 - dolciumi ____

11.2. Offerta inevasa:1 - vino ____ 4 – frutta ____ 7 - formaggi ____2 - olio ____ 5 - carni ____ 8 - pasta ____3 - ortaggi ____ 6 - salumi ____ 9 - dolciumi ____

11.bis) Motivare le cause della domanda insoddisfatta e della offerta inevasa:_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

12. Differenziali di prezzo tra prodotto tipico, tradizionale, locale e prodottostandard (riferimento prezzo medio prodotti standard), per tipologia di prodot-to (per prodotti più significativi: vino, olio, ortaggi, frutta, carni salumi, formag-gi, pasta, dolciumi, altro. Indicare i prodotti accanto alla %.):❏ - 50% _________________ ❏ +50% _________________❏ -25% _________________ ❏ +75% _________________❏ +/- identico _________________ ❏ +100% _________________❏ +10% _________________ ❏ +200% _________________❏ +25% _________________ ❏ oltre _________________

12.bis) Spiegare le cause dei differenziali di prezzo o della mancanza di un differenziale:_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

13. Peso dei prodotti agroalimentari tipici, locali, tradizionali di base impiegatinella preparazione dell’offerta gastronomica della ristorazione (% del tuttoindicativa):❏ 1 - vino ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 2 - olio ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 3 - ortaggi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 4 - frutta ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 5 - carni ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 6 - salumi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 7 - formaggi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 8 - pasta ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 9 - dolciumi ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%❏ 10 - altro ❏ 10% ❏ 25% ❏ 50% ❏ 75% ❏ 100%

13.bis) Cause e motivi della scarso, non compiuto, ben sviluppato impiego prodottiagroalimentari tipici, locali, tradizionali_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Page 128: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

126

14. Definizione, aspetti e problematiche del livello qualitativo e di servizio del-l’offerta gastronomica della ristorazione locale:_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

15. Notizie inerenti le caratteristiche in dettaglio dei prodotti tipici, locali, tradi-zionali e della gastronomia locale (ripetere per più prodotti):Prodotto 1a. Tipologia di prodotto aziendale: ________________b. Denominazione locale del prodotto: ________________c. Il vostro prodotto aziendale è tipico e tradizionale della zona? ________________d. Caratteristiche organolettiche specifiche: ________________e. Caratteristiche di presentazione: ________________f. Denomnazione locale del piatto ________________g. La preparazione dei piatti è tipica della zona? ________________h. Altre notizie ________________

Prodotto 2a. Tipologia di prodotto aziendale: ________________b. Denominazione locale del prodotto: ________________c. Il vostro prodotto aziendale è tipico e tradizionale della zona? ________________d. Caratteristiche organolettiche specifiche: ________________e. Caratteristiche di presentazione: ________________f. Denomnazione locale del piatto ________________g. La preparazione dei piatti è tipica della zona? ________________h. Altre notizie ________________

Prodotto 3a. Tipologia di prodotto aziendale: ________________b. Denominazione locale del prodotto: ________________c. Il vostro prodotto aziendale è tipico e tradizionale della zona? ________________d. Caratteristiche organolettiche specifiche: ________________e. Caratteristiche di presentazione: ________________f. Denomnazione locale del piatto ________________g. La preparazione dei piatti è tipica della zona? ________________h. Altre notizie ________________

16. Aspetti problematici, prospettive, potenzialità inerenti l’offerta del prodottoagroalimentare tipico, tradizionale, locale (domanda aperta, vedi nota seguente):_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

17. Aspetti problematici, prospettive, potenzialità inerenti la domanda del prodot-to agroalimentare tipico, tradizionale, locale (domanda aperta, vedi nota se-guente):_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

18. Aspetti problematici, prospettive, potenzialità inerenti l’offerta del prodottogastronomico tipico, tradizionale, locale (domanda aperta, vedi nota seguente):_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

19. Aspetti problematici, prospettive, potenzialità inerenti la domanda del pro-dotto gastronomico tipico, tradizionale, locale (domanda aperta, vedi nota se-guente):_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Page 129: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

127

Nota per i punti da 16 a 19:Aspetti problematici, prospettive, potenzialità inerenti l’offerta del prodotto e del prodotto gastro-nomico tipico, tradizionale, locale (domanda aperta sulla base di: scarsa produttività, mancanza operdita di competenze professionali, ristretta base territoriale, problemi burocratici, vincoli sanita-ri, statuti consortili rigidi; oppure: crescita competenze, convinzione crescente dei produttori, sup-porto pubblico, nuove tecniche, riscoperta varietà locali ecc.).

Aspetti problematici, prospettive, potenzialità inerenti la domanda del prodotto e del prodotto ga-stronomico tipico, tradizionale, locale (domanda aperta sulla base di: scarsa conoscenza dei turistidell’offerta e della cultura locali, diffidenza dei turisti, prezzi elevati, concorrenza dei prodottistandard; oppure: fiducia nelle prospettive di mercato, conoscenza del mercato, espansione turi-smo, sviluppo esportazioni, desiderio dei turisti di conoscere la realtà locale, ecc.)

AMBITO AGRITURISTICO:

20. Distribuzione percentuale per tipologia di modalità commerciale diretta de-gli imprenditori agricoli (anche più risposte):1 - vendita diretta presso l’az. agricola ____% 5 - idem, con offerta di ristor.____%2 -“baracchino” presso l’az. agricola ____% 6 - idem, solo ristorazione ____%3 - spaccio az.le fuori dell’az. agricola ____% 7 - consegna a spaccio coop. ____%4 - agriturismo con vend. di prod.agricoli____% 8 - altro ____%

21. Peso percentuale delle vendite di prodotti aziendali a turisti e agrituristi sutotale della PLV (esclusi i ricavi da affitti agrituristici):❏ 0-10% ❏ 10-20% ❏ 20-30% ❏ 30-40% ❏ 40-50% ❏ oltre il 50%

22. Distribuzione (a) per prodotto della PLV venduta a turisti e agrituristi (tota-le 100%) e (b) peso degli acquisti agrituristici e turistici per prodotto (es. vinovenduto a turisti su PLV vino):a) Distribuzione PLV turistica e b) Peso PLV turistica eagrituristica: agrituristica/PLV di prodotto:❏ 1- vino ___% ❏ 1 - vino ___%❏ 2 - olio ___% ❏ 2 - olio ___%❏ 3 - ortaggi ___% ❏ 3 - ortaggi ___%❏ 4 - frutta ___% ❏ 4 - frutta ___%❏ 5 - carni ___% ❏ 5 - carni ___%❏ 6 - salumi ___% ❏ 6 - salumi ___%❏ 7 - formaggi ___% ❏ 7 - formaggi ___%❏ 8 - pasta ___% ❏ 8 - pasta ___%❏ 9 - dolciumi ___% ❏ 9 - dolciumi ___%❏ 10 - altro ___% ❏ 10 - altro ___%Totale = 100%

23. Caratteristiche, mancato sviluppo, potenzialità del sistema agrituristicolocale e indicazione delle principali strutture produttive e di offerta deiprodotti tipici, locali e tradizionali:____________________________________________________________________________________________________________________________

24. Iniziative di livello locale e regionale o nazionale per l’area di riferimento dellaricerca nel campo della promozione dei prodotti tipici, locali e tradizionali:A) Promosse - tipi, livello e anni di riferimento e grado di successo:

1) ______________________________________________________________________________________________________________

2) ______________________________________________________________________________________________________________

3) ______________________________________________________________________________________________________________

4) ______________________________________________________________________________________________________________

B) In via di lancio o programmate:1) _______________________________________________________

_______________________________________________________2) _______________________________________________________

_______________________________________________________3) _______________________________________________________

_______________________________________________________

Page 130: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

128

Page 131: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

129

... recentemente pubblicati nella stessa collana

2000 • La metodologia di stima delle unità di lavoro alivello locale per la Toscana, F. Cipollini

2002 • Firenze e le sue popolazioni, S. Iommi• Un modello di sviluppo locale sostenibile: il caso

delle Crete Senesi-Val d’Arbia. Un’analisi con lematrici input-output, M. Daviddi

2003 • Beni culturali e territorio in Toscana. P. Vezzosi• Prodotti tipici locali tradizionali e turismo rura-

le, I. Malevolti

Page 132: PRODOTTI TIPICI LOCALI TRADIZIONALI E TURISMO RURALEra 372 “prodotti agroalimentari tradizionali ” ai sensi del D.Lgs.173/99, di cui un quinto con richiesta di deroga atta a preservare

La valorizzazione economica dei prodotti agroalimentari di qualitàlegati al territorio fa parte di una strategia complessiva di sviluppoaziendale e territoriale e di salvaguardia culturale di tradizioni pro-duttive e gastronomiche locali. Informazione e promozione rappre-sentano i principali strumenti per il mantenimento e l’allargamentodel consumo dei prodotti tradizionali peraltro già conosciuti dai to-

scani e da una ampia massa di turisti che li hanno potuti diretta-mente apprezzare o che ne hanno una conoscenza indiretta attra-

verso guide enogastronomiche e l’esperienza di amici e conoscen-ti. La presente ricerca si è indirizzata a scoprire le relazioni tra turi-smo in ambito rurale e prodotti alimentari e gastronomici tipici, tra-

dizionali e locali, in breve prodotti TLT, secondo la percezione de-gli operatori economici locali.

L’analisi ha dimostrato, in estrema sintesi, che le motivazioni com-plesse dei turisti (arte, paesaggio, mare, gastronomia) hanno ri-

flessi diretti sulla domanda di prodotti TLT e che, a loro volta, taliprodotti contribuiscono alla creazione dei flussi turistici e allo svi-luppo della fedeltà ai territori visitati, il tutto secondo una visione

(aspetto conoscitivo) o una domanda (aspetto economico) integra-ta di turismo da parte degli ospiti che visitano la regione con “at-

tenzione consapevole”. In effetti, dallo stesso corpo delle intervisteveniva rilevata un’osservazione molto acuta: “i turisti chiedono di

conoscere i piatti tipici, i prodotti locali ed anche di vedere o vive-re la realtà rurale locale”. Qualsiasi proposta volta al rafforzamentodei sistemi economici rurali deve passare pertanto attraverso una

migliore diffusione della conoscenza delle caratteristiche e proprie-tà dei prodotti TLT, sia a livello dei turisti che delle stesse imprese

locali, e anche attraverso un incremento dell’impiego, troppo spes-so carente, di questi prodotti come base di preparazione gastrono-

mica della ristorazione locale.

Ivan Malevolti, docente di Economia Agroalimentare 2 (Marketing) presso la Facoltà di Agraria dell’Università degli Studi di Firenze, hainteressi di ricerca in ambito agricolo e alimentare che riguardano lestrutture e i settori produttivi, le forme associative, i comportamenti

strategici e di marketing e l’epistemologia alla base dei processidecisionali delle imprese.

IRPE

T Iv

an M

alev

olti

Pro

dott

i tip

ici l

ocal

i tra

dizi

onal

i e tu

rism

o ru

rale