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PROCESSO DI ACQUISIZIONE E UTILIZZO DEI FATTORI PLURIENNALI Fattori produttivi: hanno un ruolo strumentale all’interno dell’attività aziendale e sono di tipo «durevole» (vengono utilizzati per più cicli produttivi che si protraggono per un ampio arco di tempo). Profilo: Operativo: elementi strutturali (definiscono la struttura dell’azienda, ossia la parte stabile dell’azienda nel tempo). Sono elementi caratterizzati da «rigidità», perché definiscono le condizioni operative dell’azienda. Inoltre, sono elementi di lungo periodo, ossia esplicano la loro vita nel lungo termine. Patrimoniale-economico: occupano un peso rilevante sul totale degli investimenti, e determinano un impiego durevole del capitale a lungo termine. Pertanto costituiscono un investimento stabile. Questo dal punto di vista patrimoniale. Dal punto di vista economico, essi rappresentano dei costi anticipati, poiché sono sostenuti in anticipo rispetto al loro periodo di utilizzo. Inoltre sono costi comuni a più esercizi e pertanto si presenta il problema di come «ripartire» i costi tra i vari esercizi (ammortamento). Sono dei costi tendenzialmente costanti, il cui ammontare non risente dei volumi produttivi. Finanziario: ci riferiamo ai flussi di denaro in entrata e in uscita, e in questo caso i fattori creano un’uscita iniziale (quando vengono acquisiti) ed un ritorno in forma liquida in tempi lunghi e mediante la vendita dei prodotti che concorrono a realizzare questi fattori. Prof. Michele Galeotti - Anno Accademico 2014/2015

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PROCESSO DI ACQUISIZIONE E UTILIZZO

DEI FATTORI PLURIENNALI Fattori produttivi: hanno un ruolo strumentale all’interno dell’attività aziendale e sono di tipo «durevole» (vengono utilizzati per più cicli produttivi che si protraggono per un

ampio arco di tempo).

Profilo:

• Operativo: elementi strutturali (definiscono la struttura dell’azienda, ossia la parte stabile

dell’azienda nel tempo). Sono elementi caratterizzati da «rigidità», perché definiscono le

condizioni operative dell’azienda. Inoltre, sono elementi di lungo periodo, ossia esplicano

la loro vita nel lungo termine.

• Patrimoniale-economico: occupano un peso rilevante sul totale degli investimenti, e

determinano un impiego durevole del capitale a lungo termine. Pertanto costituiscono un

investimento stabile. Questo dal punto di vista patrimoniale. Dal punto di vista economico,

essi rappresentano dei costi anticipati, poiché sono sostenuti in anticipo rispetto al loro

periodo di utilizzo. Inoltre sono costi comuni a più esercizi e pertanto si presenta il

problema di come «ripartire» i costi tra i vari esercizi (ammortamento). Sono dei costi

tendenzialmente costanti, il cui ammontare non risente dei volumi produttivi.

• Finanziario: ci riferiamo ai flussi di denaro in entrata e in uscita, e in questo caso i fattori

creano un’uscita iniziale (quando vengono acquisiti) ed un ritorno in forma liquida in

tempi lunghi e mediante la vendita dei prodotti che concorrono a realizzare questi fattori.

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CLASSIFICAZIONE DEI FATTORI PLURIENNALI

• Materiali: hanno la caratteristica della tangibilità

(macchinari, impianti, etc.)

• Immateriali: non hanno la caratteristica della

materialità (brevetti, marchi, know-how, relazioni

interne ed esterne). I fattori immateriali sono a loro

volta suddivisi in:

• Beni immateriali: diritti tutelati dalla legge (brevetti,

licenze, marchi)

• Costi pluriennali: non sono separabili dall’azienda e

non godono di una tutela autonoma

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PROCESSI DI ACQUISIZIONE/UTILIZZO

• Fattori pluriennali materiali: i processi che li

riguardano sono essenzialmente 4:

1. Acquisizione

2. Utilizzo

3. Manutenzione

4. Rinnovo

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PROCESSI DI ACQUISIZIONE/UTILIZZO

• Fattori pluriennali materiali: i processi che li riguardano sono essenzialmente 4:

1. Acquisizione: le modalità di acquisizione possono essere due, ossia l’acquisizione esterna e la realizzazione interna («costruzioni in economia»). Nel secondo caso, il modo in cui l’azienda si procura un fattore pluriennale, non deriva da un acquisto esterno, ma da un processo di realizzazione del fattore all’interno dell’azienda. La costruzione interna del fattore deriva ovviamente da scelte di convenienza economica, nel senso che si confronta il prezzo da pagare per l’acquisto esterno del fattore, e il costo che l’azienda dovrebbe sostenere per la realizzazione interna. Inoltre, la scelta può essere anche di tipo strategico. Ciò accade quando l’azienda ha bisogno di uno specifico fattore che sul mercato non è ancora presente, oppure perché un determinato fattore è alla base della realizzazione di un vantaggio competitivo (ad esempio per particolari caratteristiche tecnologiche). Infine, si può optare per la sottoscrizione di un contratto di Leasing.

Nel momento dell’acquisto di un fattore pluriennale, bisogna considerare anche la dimensione della sua capacità produttiva (aspetto quantitativo).

Inoltre, vi sono anche degli aspetti qualitativi che sono legati all’elasticità, flessibilità, specializzazione, struttura organizzativa.

• Dimensione: capacità quantitativa di produzione, ossia il numero di atti produttivi che l’impianto è capace di realizzare se sfruttato al massimo della sua potenzialità.

• Economie di scala

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L’intensità delle economie di scala è diversa tra le varie

aziende. In alcune è molto elevata, per determinate

caratteristiche produttive, in altre è molto bassa. Nel

primo caso, le aziende sono indotte ad aumentare la

propria dimensione, poiché ottengono un vantaggio

competitivo derivante dai minori costi di produzione.

Il costo unitario di prodotto è influenzato pertanto da

due elementi:

• Economie di scala

• Grado di utilizzo della capacità produttiva

disponibile

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• Specializzazione: sul piano produttivo significa scomporre i processi produttivi in unità di produzione destinate a svolgere con elevata ripetitività nel tempo uno stesso atto produttivo, con impianti che sono espressamente pensati per quello specifico atto produttivo.

In questo caso i fattori produttivi utilizzati non sono di tipo generico ma specifico. La specializzazione viene perseguita poiché la forte ripetitività di uno stesso atto produttivo si traduce sul piano economico in maggiore efficienza e quindi in costi di produzione più contenuti. Inoltre, si ottiene un maggior accumulo di know-how che determina un c.d. «effetto di apprendimento» e una ulteriore riduzione dei costi.

L’azienda può ottenere specializzazioni operando in maniera verticale o in maniera orizzontale.

Nel primo caso, la filiera produttiva (sequenze di operazioni-segmenti), individua le operazioni che l’azienda decide di effettuare direttamente (e pertanto si specializza in quelle specifiche operazioni), fino alla creazione e distribuzione di uno specifico prodotto sul mercato.

Nel secondo caso, con la specializzazione orizzontale, l’azienda si focalizza su una parte ristretta del mercato puntando sull’accumulo di conoscenze di quella parte di mercato, per essere competitiva. Ci troviamo di fronte ad aziende multi-business, che offrono diversi tipi di prodotti.

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• Elasticità/Flessibilità:

In passato, le aziende operavano secondo una logica di efficienza, ossia cercando di ottenere dei costi medi al livello più basso. Questo veniva realizzato tramite la crescita dimensionale (economie di scala) e la standardizzazione (svolgimento delle attività produttive in maniera standard).

Queste due tendenze sono state successivamente superate. L’attuale contesto economico, infatti, tende a richiedere alle aziende una varietà di prodotti e di tecniche di produzione. Ovviamente, in questo caso, non è possibile realizzare una logica di efficienza basata solo sulle economie di scala e sulla standardizzazione. Quindi si ricerca una flessibilità dell’ attività produttiva in modo tale che il cambiamento imposto dal mercato non sia una minaccia ma un fattore competitivo da sfruttare.

L’elasticità esprime l’aspetto quantitativo, ossia la capacità di un impianto di mantenersi «economico» al variare (in diminuzione) dell’utilizzo della capacità produttiva disponibile.

La flessibilità accoglie l’aspetto qualitativo, quindi l’adattamento del prodotto rispetto alle caratteristiche richieste dal mercato. Un impianto è flessibile se può essere utilizzato per realizzare prodotti che hanno tra di loro caratteristiche differenti. In questo caso si avrà una minore specializzazione poiché vengono utilizzati fattori generici che possono essere adattati per la creazione di prodotti diversi.

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• Struttura organizzativa: molteplici aspetti da prendere in considerazione.

• Livello di industrializzazione: al contrario della produzione industriale, bisogna ricordare che esiste la c.d. produzione artigianale, dove il fattore lavoro rappresenta l’elemento fondamentale per lo svolgimento delle attività. Viceversa, nella produzione industriale, le attività sono svolte in maniera meccanica, con la restituzione di un prodotto di tipo standardizzato. Il livello di industrializzazione è definito da una «media» tra la produzione artigianale e quella industriale. Esistono 3 elementi per qualificare il livello di industrializzazione:

• Meccanizzazione: sostituzione del fattore lavoro (umano) con i macchinari;

• Standardizzazione: fissazione degli standard, ossia definizione dei caratteri essenziali sia del prodotto che del processo;

• Specializzazione produttiva: frazionare il processo di produzione in unità distinte, svolte in maniera ripetitiva nel tempo.

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• Struttura organizzativa: molteplici aspetti da

prendere in considerazione.

• Livello di industrializzazione

• Layout: modalità di svolgimento dei processi

produttivi aziendali e disposizione degli impianti

in azienda. La disposizione può avvenire:

• Per reparto: lo spazio a disposizione dell’azienda viene

scomposto in varie parti. In questi singoli reparti

vengono collocati lavoratori, macchinari e impianti

«simili» (che svolgono la medesima attività produttiva).

• A catena: le fasi produttive tra i vari processi seguono

un ordine ben preciso, di tipo lineare. Questa soluzione

determina un maggior livello di industrializzazione,

poiché prevede operazioni di tipo meccanico, e

richiede un minor contributo del fattore lavoro.

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• Struttura organizzativa: molteplici aspetti da prendere in considerazione.

• Livello di industrializzazione

• Layout

• Tipologia del processo produttivo: questo processo può essere «intermittente» o «continuo». Nel primo caso vengono realizzati lotti di produzione, ossia dei quantitativi determinati e separati da un lotto ad un altro. Nel secondo caso l’azienda realizza un flusso di produzione. Esiste una relazione tra la tipologia del processo produttivo e il layout. Solitamente una produzione per reparto è collegata a una tipologia che produce lotti di produzione, cosi come una produzione a catena prevede una tipologia che procede per flussi di produzione. Questa non è una condizione che si verifica in maniera sistematica, poiché è possibile combinare le diverse alternative di layout/tipologia di produzione.

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UTILIZZO DEI FATTORI PLURIENNALI

• Aspetti operativi

• Aspetti economici: l’utilizzo dei fattori produttivi nel tempo li sottopone a un processo di logoramento fisico ed economico.

Il logoramento fisico è determinato dal:

• Tempo

• Frequente utilizzo

• Condizioni d’uso

• Manutenzione

La vita fisica di un fattore pluriennale è il periodo che intercorre tra il momento in cui il fattore entra in azienda ed il momento in cui non è più in grado di svolgere le sue funzioni.

Accanto al logorio fisico, vi è il logorio di tipo economico, ossia «obsolescenza»: è la capacità dell’impianto di partecipare a dei processi produttivi che siano economicamente convenienti. Un impianto è obsoleto quando altri impianti risultano maggiormente capaci di realizzare dei prodotti. I fattori alla base dell’obsolescenza sono riconducibili a:

• Tecnologia: il progresso tecnologico riduce l’utilità economica di un determinato fattore col passare del tempo

• Mercato: l’evoluzione del mercato e il cambiamento delle preferenze da esso imposte, determinano una riduzione di utilità economica di alcuni fattori produttivi, considerati superati rispetto alla situazione attuale.

In questo caso si parla di vita economica.

Più precisamente bisogna parlare di «vita utile» del fattore che fa riferimento al minore tra la vita fisica e la vita economica in termini temporali.

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PROCESSO DI AMMORTAMENTO

È un processo tecnico-contabile che si propone di tradurre l’aspetto economico della vita del fattore produttivo in valori capaci di riflettere contabilmente e nelle sintesi di bilancio dell’azienda gli aspetti che abbiamo individuato in precedenza. È caratterizzato da 3 distinti profili:

• Economico: il processo di amm.to consente di ripartire un costo pluriennale tra i vari esercizi che sono ricompresi nella vita utile di un fattore pluriennale;

• Patrimoniale: il processo di amm.to consente di registrare la progressiva perdita di valore economico del fattore pluriennale;

• Finanziario: il processo di amm.to consente di evidenziare come l’impego finanziario di capitali iniziali rientri in forma liquida all’interno dell’azienda mediante le entrate connesse ai ricavi realizzati dalla vendita dei prodotti.

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Processo di ammortamento

Bisogna considerare tre elementi per capirne il

funzionamento:

• Valore da ammortizzare: è dato dal costo di

acquisizione, incrementato di tutti gli oneri

accessori sostenuti, sottraendo il valore di

recupero o aggiungendo il costo di dismissione

da sostenere

• Vita utile: data dall’analisi della vita fisica e della

vita economica, e si individua un arco temporale

dell’ammortamento.

• Criteri di ripartizione: sono delle regole da

seguire per ripartire il valore del bene durante

l’arco temporale.

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Processo di ammortamento

Il processo di ammortamento viene predisposto tramite

un piano di ammortamento che tiene conto degli

elementi citati in precedenza. Viene applicato nel corso

degli anni secondo una «visione unitaria» che riguarda

l’intera vita del fattore pluriennale, ma possono esserci

degli eventi/fattori che possono modificare il piano di

ammortamento.

Analizziamo i criteri di ripartizione. Si considera:

• Valore da ammortizzare

• Tempo/Vita utile del fattore pluriennale

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• Criteri di ripartizione matematici:

Possono riguardare formule matematiche, con 3 ipotesi:

• Quote costanti per i singoli anni (Valore Ammortizzare/n°anni). È la metodologia più diffusa.

• Quote crescenti: il valore da ammortizzare viene ripartito prevedendo che la quota di ammortamento anno dopo anno aumenti. In questo caso la logica è legata al fatto che si suppone che i primi anni di utilizzo di un fattore pluriennale non siano quelli più efficienti o produttivi dal punto di vista economico.

• Quote decrescenti: il valore da ammortizzare viene ripartito prevedendo che la quota di ammortamento anno dopo anno diminuisca. In questo caso si considera più efficiente il fattore produttivo nei primi anni con minori costi di manutenzione, mentre negli anni successivi si avranno quote di amm.to più basse compensate da costi di manutenzione di più elevati.

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• Criteri di ripartizione economici:

Si valuta nel tempo il contributo economico che il

fattore pluriennale offre alla produzione aziendale. In

questo caso si guarda il concreto utilizzo del fattore

rapportato sull’utilità complessiva che il fattore

pluriennale ha dato in tutta la sua vita utile.

Anche questa impostazione è sistematica, poiché

ogni anno si verifica l’utilità del fattore produttivo dal

punto di vista fisico-economico.

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LA MANUTENZIONE DEI FATTORI PRODUTTIVI

Interventi di diverso genere sui fattori pluriennali materiali. Queste attività sono scomposti in due categorie:

• Manutenzione ordinaria: non modificano la funzionalità o la produttività dell’impianto, poiché sono interventi che si propongono di mantenere intatta questa funzionalità degli impianti. Queste attività di manutenzione possono essere preventive (prima che venga pregiudicata in modo transitorio la funzionalità del fattore) o di ripristino. Inoltre la manutenzione ordinaria può essere ricorrente (ogni anno; costi di esercizio), o pluriennale (con durata di vari anni; costi pluriennali).

• Manutenzione straordinaria: interventi che modificano la produttività e la funzionalità degli impianti, incrementando questi due fattori (costi incrementativi). Esempio: riduzione dei tempi di produzione (aumento di produttività); aumento della dimensione produttiva; aggiunta di componenti elettronici ad un macchinario con aumento della flessibilità (aumento di funzionalità).

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• PROCESSO DI RINNOVO:

Sostituzione di un fattore pluriennale obsoleto con un fattore pluriennale tecnologicamente avanzato. È un momento di decisione, in cui l’azienda valuta la possibilità di cambiare la propria struttura produttiva da un punto di vista tecnologico, o la sua capacità produttiva dal punto di vista dimensionale. Nella fase di rinnovo possono presentarsi delle situazioni che danno vita a componenti straordinari di reddito, ossia, plusvalenze e minusvalenze.

Se realizziamo una plusvalenza è probabile che le quote di ammortamento durante gli anni sono state eccessive rispetto al valore contabile del fattore pluriennale, quindi la plusvalenza è una rettifica dei redditi dei precedenti esercizi.

Al contrario, se realizziamo una minusvalenza, il valore residuo è più alto del valore di realizzo, e ciò significa che l’ammortamento è stato troppo basso.

Per questo le plusvalenze e le minusvalenze sono componenti straordinari di reddito; esse infatti, pur avendo manifestazione nell’esercizio in corso, si riferiscono a fatti di gestione di precedenti esercizi.

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• Modificazioni strutturali delle condizioni di utilizzo del fattore pluriennale:

Nel momento di acquisto di un fattore pluriennale, vengono impostate delle condizioni di utilizzo del fattore in un determinato ambito produttivo. Può succedere che, durante gli anni, alcuni eventi possano modificare le condizioni di utilizzo di quel fattore produttivo. Questa modificazione può avere cause esterne all’azienda, o cause interne all’azienda.

• Esempio: un impianto (vita utile 20 anni) che in passato era stato giudicato sostenibile dal punto di vista ambientale, viene giudicato (dopo 7 anni) non più idoneo agli standard ambientali e deve essere dismesso entro 3 anni. In questo caso vi è una modifica delle condizioni di utilizzo.

• Esempio: un’azienda inserita in una determinata area geografica, dismette o riduce la capacità produttiva di un determinato impianto, perché quell’area geografica non è più considerata competitiva come in passato.

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Fatti di gestione che interessano i fattori pluriennali:

• Acquisizione: esterna (costo di acquisizione

esterno)/realizzazione interna (costo

interno)/leasing (costi di esercizio)

• Utilizzo: quote di ammortamento/f.do amm.to/valore

residuo

• Manutenzione: costi di esercizio (manut. Ord. Non

pluriennale), costi pluriennali (Manut. Ord.

Plurienn.), costi incrementativi (Manut. Straord.)

• Rinnovo: plusvalenze e minusvalenze

• Modifica delle condizioni d’uso: svalutazioni e

rivalutazioni

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FATTORI IMMATERIALI – INTANGIBLES

La struttura operativa, oltre ad essere caratterizzata dalla presenza di fattori pluriennali di tipo materiale, è formata da elementi di tipo intangibile che molto spesso rappresentano i fattori critici di successo di una specifica azienda.

Questi elementi innanzitutto non possono essere acquistati come i fattori produttivi di tipo materiale (esempio: motivazione del personale, affidabilità finanziaria, know-how, immagine aziendale, etc.), ma possono essere formati all’interno dell’azienda o con processi di apprendimento derivanti a loro volta dai processi operativi di lungo periodo.

L’oggetto di questi Intangibles può essere:

• Fiducia (esterno)

• Conoscenza (interno)

• Capacità (interno)

I soggetti possono essere:

• Soggetti interni

• Soggetti esterni

Le attività aziendali maggiormente produttive di intangibles possono essere:

• Marketing

• Produzione

• Finanza

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FATTORI IMMATERIALI – INTANGIBLES

Per quanto riguarda la logica dei valori, non è

immediato il calcolo relativo al contributo economico

che questi fattori riescono a dare all’attività produttiva.

Solitamente ci si riferisce al mercato o ai costi per la

determinazione dei «valori». Ma, in questo caso, non è

possibile fare riferimento a questi due elementi (non c’è

un mercato degli intangibles; il valore del costo non è

oggettivamente determinabile).

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