Processi urbani e dinamiche di comunità II. urbani e din. di comu… · al 1435 e fu battezzato...
Transcript of Processi urbani e dinamiche di comunità II. urbani e din. di comu… · al 1435 e fu battezzato...
Processi urbani e dinamiche di
comunità II
Renato Ferlinghetti
Università degli Studi di Bergamo
Centro Studi Sul Territorio ‘L. Pagani’
Bergamo, 22 maggio 2019
Anno accademico 2018-2019
Dipartimento di Scienze umane e sociali
Processi urbani e dinamiche di comunità
• Il nostro percorso:
• Il processo di territorializzazione
• La geografia della geografia
• La Geografia urbana e la sua attualità
• Tanti modi di essere città (sito, posizione)
• La città di Bergamo, il nostro luogo di formazione
• Tanti modi di essere città il caleidoscopio urbano
• L’urbanizzazione del mondo
• Popolazioni urbane
• Partecipazione e governance urbana e territoriale
• La rappresentazione cartografica
• Globalizzazione tra tensioni e opportunità
• Elaborati individuali
• Itinerari di studio
Quando recuperare quattro ore?
• Venerdì 24 e/o 31 maggio 15.00- 17.00
• Lunedì 27 maggio
• Martedì 28 maggio 11-13 o 15-17
• Sabato 1 giugno
Possibili classificazioni delle città: in base
alle loro funzioni
• Le funzioni costituiscono l’elemento di continuità di una città, a volte una
città è sorta per svolgere una specifica funzione e da questa ha tratto
occasione per svilupparsi e rafforzarsi come struttura urbana.
• Le città del commercio (città di confine, città portuali)
• Le città del potere (Città capitali, le città stato e stato città,
città fortezza e città fortificate, le città sacre)
• Le città della produzione (città minerarie, città contadine,
città della bonifica agraria, città della pesca, città
manifatturiere, città industriali, città fabbrica)
• Le città della conoscenza e della cultura
• Le città del turismo
Le città della produzione • Sono centri sorti principalmente per attuare attività
lavorative in diversi settori. Il manuale ne ri conosce
alcune principali categorie:
• Le città minerarie
• Le città contadine
• Le città della bonifica agraria
• Le città della pesca
• Le città manifatturiere
• Le città industriali
• Le città fabbrica
Detroit una rigogliosa città fabbrica appesa a un unico filo ora
reciso
Il villaggio operario di Crespi d’Adda, un esempio di ‘città
fabbrica’ di valore mondiale
• il villaggio era dotato di chiesa (è una copia in scala ridotta del
Santuario di Santa Maria di Piazza di Busto Arsizio, loro città
natale), scuola, cimitero, ospedale, campo sportivo, teatro,
stazione dei pompieri e di altre strutture comunitarie.
Insomma, era una città in miniatura a tutti gli effetti.
• In questo piccolo mondo perfetto il padrone “regnava” dal suo
castello e provvedeva come un padre a tutti i bisogni dei
dipendenti: dentro e fuori la fabbrica e “dalla culla alla
tomba”, anticipando le tutele dello Stato stesso. Nel Villaggio
potevano abitare solo coloro che lavoravano nell’opificio, e la
vita di tutti i singoli e della comunità intera “ruotava attorno
alla fabbrica stessa”, ai suoi ritmi e alle sue esigenze.
Il villaggio operario di Crespi d’Adda, un esempio di ‘città
fabbrica’ di valore mondiale
Il villaggio operario di Crespi d’Adda, un esempio di ‘città
fabbrica’ di valore mondiale
I Crespi e il loro villaggio sulle sponde dell’Adda
Il villaggio operario di Crespi d’Adda, un esempio di ‘città
fabbrica’ di valore mondiale
Dalmine, uno splendido esempio di città fabbrica, ancora viva ed
in continua evoluzione
L’alta pianura Bergamasca, un laboratorio unico per la genesi di nuovi
modelli urbani: Comun Nuovo, Crespi d’Adda, Dalmine, Zingonia.
Dalmine la città dei tubi, una
città fabbrica ancora vitale e in
espansione
Dalmine dall’impresa alla città
• Come
• I periodi più significativi della costruzione della città-fabbrica si collocano tra il 1906 e gli anni Quaranta, tre fasi cronologiche ben distinte:
• 1906/1916 gestione tedesca Mannesmann, (1916/17 Gestione della Banca Commerciale);
• 1917/1920 gestione Franchi-Gregorini;
• ancora Banca Commerciale 1920/anni Cinquanta nuova denominazione Stabilimenti di Dalmine.
• Fra il 1920 e gli anni Quaranta la Dalmine provvederà alla realizzazione di numerosi edifici civili e privati, facendosi promotrice esclusiva dell’urbanizzazione del luogo dove è insediata.
• I dipendenti passarono dai 209 del 1908, ai 573 del 1910, ai 977 del 1915, ai 2696 del 1920 e raggiunsero la massima quota di circa 15.000 nella metà degli anni Sessanta.
• Mannesmann (1906/1916), Franchi-Gregorini (1917-1920), Banca Commerciale (1920-1930),Sofindit (1930-1933), Iri (1930-1996), Techint (1996-2001), Tenaris (2001 oggi).
La gestione Comit e la conferma della struttura tripartita della
città fabbrica
1
2
3
Il nuovo centro direzionale di Dalmine, il disegno della fabbrica
oltre la fabbrica
Dalmine dall’impresa alla città
Greppi a Dalmine: nasce l’assetto urbanistico
• Dal ‘24 alla fine degli anni Quaranta del Novecento vengono realizzate:
• La Casa di riposo per i vecchi operai della fabbrica;
• Asili;
• Scuole;
• Chiesa e Casa parrocchiale;
• Colonia estiva marina a Riccione;
• Colonia estiva montana a Castione della Presolana;
• Centro elioterapico;
• Casa Termale a Trescore Balneario;
• Albergo per escursionisti e sciatori a Foppolo;
• Poliambulatorio,
• Piscina;
• Campo sportivo;
• Cooperativa di consumo con spaccio alimentare rifornita da oltre dieci
case coloniche agricole costruite e gestite direttamente dalla fabbrica
• Nella costruzione della company town, da subito si investono
notevoli risorse non solo per gli edifici produttivi e residenziali
(‘Dare la possibilità di risiedere in luogo’ è la finalità
perseguita), ma anche per la costruzioni di servizi che creano
comunità. A tale fine nel 1935 viene istituita la Pro Dalmine,
società anonima senza scopi di lucro. La società gestisce gli
affitti delle abitazioni, le mense, la foresteria, gli istituti
formativi, le attività sportive, l’acquedotto e anche alcune
strade interne ai quartieri operai e degli impiegati. Provvede
inoltre a elargire borse di studio, prestiti, premi fedeltà,
servizi per l’infanzia, attività dopolavoristiche, e gestisce le
aziende agricole a servizio della collettività. Gestisce inoltre
l’ambulatorio comunale, sostituito poi da un moderno
Poliambiulatorio, la casa di riposo per operai anziani (mai
entrata in funzione, ed utilizzata come edificio scolastico).
Dalmine dall’impresa alla città
Dalmine dall’impresa alla città
La campagna dell’impresa a servizio delle città
impresa
La Pro Dalmine si occupa anche della formazione
primaria e tecnica. Nel 1925 viene fondata la scuola
elementare di Dalmine composta da cinque classi miste
(quella di Stato sorgerà solo nel 1928). Nel 1916 era già
sorta la Scuola operaria, della durata di tre anni,
finalizzata alla formazione di operai specializzati. Nel
1922 è avviata la scuola professionale serale per il
reinserimento e la riqualificazione dei reduci della prima
guerra mondiale. Nel 1929 corsi serali e domenicali per
capi operai e corsi pratici di meccanica per studenti
dai 10 ai 18 anni. Nel 1937 prende avvio la scuola
Apprendisti. Molte di queste attività si spengono tra la
fine degli anni Quaranta e Cinquanta, quando molte
attività vengono statalizzate.
La Parrocchiale di Dalmine, dedicata a S. Giuseppe in stile
decò
Casa del Fascio, 1936, ora edificio privato, secondo lo stile del
razionalismo italiano
Dalmine una città per l’uomo e per il lavoro industriale
L’evoluzione e le sfide di Dalmine continuano, oggi, a fianco della
città del lavoro sta sorgendo una città della cultura ….
Sopra il deposito delle biciclette, oggi
sede (a fianco) della Facoltà di
Ingegneria dell’Università di Bergamo
Dalmine dall’impresa alla città
Per saperne di più:
LUSSANA CAROLINA ( a cura di), Dalmine dall’impresa
alla città. Committenza industriale e architettura,
Quaderni della Fondazione Dalmine, 3, Fondazione
Dalmine, Dalmine, 2003.
AA.VV., L’area di Dalmine-Zingonia tra natura e storia:
assetti, dinamiche, prospettive, in Otto comuni per una
strategia. Un’identità culturale per l’area Dalmine-
Zingonia, SERVITEC, Università degli Studi di Bergamo,
Politecnico di Milano, Bergamo 2002, pp. 1-60.
Categorie di città, in base alle loro funzioni
• Le funzioni costituiscono l’elemento di continuità di una città, a volte una
città è sorta per svolgere una specifica funzione e da questa ha tratto
occasione per svilupparsi e rafforzarsi come struttura urbana.
• Le città del commercio (città di confine, città portuali)
• Le città del potere (Città capitali, le città stato e stato città,
città fortezza e città fortificate, le città sacre)
• Le città della produzione (città minerarie, città contadine,
città della bonifica agraria, città della pesca, città
manifatturiere, città industriali, città fabbrica)
• Le città della conoscenza e della cultura (città
universitarie, tecnopoli, città della cultura e città d’arte)
• Le città del turismo (città termali, città delle vacanze: città
balneari – città dei divertimenti – città del turismo della neve,
ecc.).
Le città della conoscenza e della cultura
• La funzione culturale era in origine legata a quella religiosa,
vedi Delfi in Grecia, o le scuole islamiche associate alle
mosche nelle città islamiche o i monasteri e le cattedrali nel
medioevo europeo o i templi buddisti nelle città tibetane….
• . Ma non solo! Si pensi ad Atene con l’Accademia di Platone
o ad Alessandria d’Egitto
• Dal 1100 nascita delle città universitarie (Bologna, Parigi,
Cambridge, Salamanca…)
• Parchi tecnologici o tecnopoli
• Città della cultura e di città d’arte e l’Italia è il paese che
offre gli esempi più numerosi!!
Un passato che si fa memoria, un passato radice del futuro
http://rettorato.unibg.it/santagostino/we
b/it/sezioni/1/storia-dell-edificio
Anche la nostra Università recupera la funzione culturale
svolta dal Convento di S. Agostino fin dal XIII secolo e dal
Collegio Baroni tra XIX e XX secolo!
Ambrogio Calepio, detto il Calepino da S. Agostino alla
conquista dell’Europa
Ambrogio, detto il Calepino. Figlio naturale del conte Trussardo,
primo feudatario della Val Calepio, nacque probabilmente intorno
al 1435 e fu battezzato con il nome di Giacomo. Legittimato dal
padre insieme col fratello Marco, entrò col nome di Ambrogio
nell'Ordine degli eremitani agostiniani nel 1458, seguendo una
abitudine assai comune per i cadetti delle famiglie nobili. Novizio
a Milano nel convento dell'Incoronata, passò poi due anni a
Mantova (1461-62); fu a Cremona nel 1463 e a Brescia nel
1464-65, e di nuovo a Cremona nel 1466, dove fu ordinato
sacerdote. Ritornato a Bergamo, si dedicò intensamente allo
studio: qui compose il Dictionarium latinum, pubblicato poi nel
1502 dallo stampatore reggiano Dionigi Bertocchi.
Dalle stanze di S. Agostino alla conquista dell’Europa
• Il dizionario latino del C. apparve a stampa nel 1502 .
• La stampa, molto trascurata, e lo stesso successo dell'opera
(che tra il 1502 e il 1509 ebbe nove edizioni) indussero il C. a
correggere e rifare il lavoro. Il rifacimento era pronto nel
1509, quando il C. morì. Mentre il Dictionarium continuava a
esser ristampato, anche fuori di Italia (15 altre edizioni tra il
1509 e il 1520), i frati del convento di S. Agostino di
Bergamo, in possesso dei quali era rimasto il manoscritto
corretto, trattavano per una nuova stampa, che si ebbe a
Venezia nel 1520 presso lo stampatore Bernardino Benaglio,
sotto il titolo: Ambrosius Calepinus Bergomensis, dictionum
Latinarum, et Graecarum interpres perspicacissimus,
omniumque vocabulorum insertor acutissimus . Secondo
Agostino Salvioni, "questa edizione… deve essere tenuta
l'unica, la genuina, ed originale, sulla quale il Calepio vuol
essere giudicato".
Dalle aule di S. Agostino alla conquista dell’Europa
• Il dizionario latino del C. apparve a stampa nel 1502 .
• L'opera ebbe traduzioni in italiano, ma soprattutto rifacimenti
e adattamenti bi e plurilingui, che aggiungevano, accanto al
lemma latino, i corrispondenti greci, ebraici (raramente) e dei
vari "volgari" europei. Un più sistematico Calepinus septem
linguarum (latino, greco, ebraico, italiano, tedesco, francese,
spagnolo) fu redatto nel Settecento.
Dalle aule di S. Agostino alla conquista dell’Europa
Un luogo, una persona, un’opera,
un lemma internazionale
• calepino s. m. – 1. Nome dato a una serie di vocabolarî latini, con traduzioni
in varie lingue moderne, modellati sul dizionario latino compilato nel 1502 (e
poi più volte rifatto) dall’umanista bergamasco Ambrogio da Calepio o
Calepino (c. 1440-1510 o 1511). 2. scherz. Grosso vocabolario antiquato,
vecchio o malandato, spec. latino; anche vecchia opera di erudizione di
faticosa lettura; in senso fig., un c. ambulante, un gran sapientone.
Il Calepino, un erudito esponente di una folta compagine
Le città della conoscenza e della cultura
• Città della cultura e di città d’arte
• L’innovazione culturale e artistica e umanistica
avviatasi a partire dal Rinascimento ha dato avvio a
importanti ‘rivoluzioni’ urbane che hanno generato centri
storici oggi oggetto di fruizione turistica.
• Città storiche dell’arte e della cultura sono soprattutto
quelle italiane sia di grande ( Roma, Milano, Torino, Napoli,
Firenze, Venezia), che di media e piccola scala (Ravenna,
Siena, Lecce, Siracusa, San Geminiano, Gubbio, Assisi,
Taormina, Amalfi, ecc.).
• Anche Bergamo da città manifatturiera e finanziaria si sta
sempre più qualificando, anche grazie allo scalo
aeroportuale di Orio al Serio, come città storica, città
d’arte, città murata e ora anche città del verde e del
paesaggio
Le città della conoscenza e della cultura• Parchi tecnologici o tecnopoli
• Il rapporto della scienza con la tecnologia trova una sua realizzazione
nella seconda metà del XX sec. con i parchi tecnologici o tecnopoli (p. 26)
• Per parco tecnologico, parco scientifico tecnologico, polo
tecnologico, polo scientifico tecnologico, polo dell'innovazione,
incubatore, cluster, s'intende di solito un'area che raggruppa le sedi di
diverse aziende di alta tecnologia e informatica ed alcuni dipartimenti
universitari, situata generalmente nella vicina periferia d'una grande città.
• In Italia, ad oggi, i parchi tecnologici sono una trentina tra i quali:
• Erzelli
• Parco tecnologico e archeologico delle Colline Metallifere grossetane
• Parco Tecnologico Padano
• Bioindustry Park Silvano Fumero
• Parco tecnologico Torinese
• Chilometro rosso a Dalmine
Il Kilometro rosso un parco tecnologico a nostra disposizione!
Il Kilometro rosso un parco tecnologico a nostra disposizione!
Sophia Antipolis è un parco tecnologico sito tra le città francesi di Nizza e
Cannes, È stato formato nel 1970, su idea di Pierre Laffitte, uno scienziato
francese, e ospita aziende soprattutto di informatica, elettronica,
telecomunicazioni, biotecnologie e farmacologia; inoltre ospita le sedi di
numerose istituzioni, come la sede europea di W3C
Categorie di città, in base alle loro funzioni
• Le funzioni costituiscono l’elemento di continuità di una città, a volte una
città è sorta per svolgere una specifica funzione e da questa ha tratto
occasione per svilupparsi e rafforzarsi come struttura urbana.
• Le città del commercio (città di confine, città portuali)
• Le città del potere (Città capitali, le città stato e stato città,
città fortezza e città fortificate, le città sacre)
• Le città della produzione (città minerarie, città contadine,
città della bonifica agraria, città della pesca, città
manifatturiere, città industriali, città fabbrica)
• Le città della conoscenza e della cultura (città
universitarie, tecnopoli, città della cultura e città d’arte)
• Le città del turismo (città termali, città delle vacanze: città
balneari – città dei divertimenti – città del turismo della neve,
ecc.).
Le città del Turismo
• L’Organizzazione Mondiale del Turismo,
definisce il turismo come l’attività di chi si
sposta dalla sua residenza verso un’altra
località per almeno una notte e per non
più di un anno, per soddisfare esigenze
di divertimento, cultura, salute, evasione
dal quotidiano.
• Se rientriamo la sera senza pernottare si
parla di escursionismo!
Le città del Turismo
• - Turismo della salute, sebbene compare già V sec. a.C.,
esplode come turismo termale, esplode nel Sette-
Ottocento quando certe località termali si trasformano in
vere e proprie città eleganti e mondane, Baden Baden in
Germania, Aix-Les Bains in Francia, Bath in Inghilterra,
Merano in Tirolo, S. Pellegrino Terme in prov. di Bergamo
• - Turismo montano e balneare trasforma villaggi e
piccoli centri in vere e proprie città delle vacanze. Es.
Rimini, Viareggio, Cannes, Brighton, San Sebastian e
Malaga in Spagna, Yalta sul Mar Nero, ecc. Per il turismo
montano Saint- Moritz, Cortina d’Ampezzo, Courmayeur,
ecc.
• - città dei divertimenti Las Vegas
Le città termali, centri dalla forte e specifica
personalità territoriale
Salsomaggiore (PR), Palazzo Berzieri, simbolo del termalismo europeo
Le città termali
• luoghi insieme fantastici e funzionali, esuberanti e
rilassanti, solenni e fatui
• Dove ?
• Intorno alle sedi delle fonti, per le bevande, delle piscine,
delle vaporizzazioni, degli esercizi ginnici,
• Da quando?
• Fino Ottocento
• Come?
• Con alberghi, ristoranti, luoghi di ritrovo, passeggiate
coperte, case da gioco.
• Spesso i punti di riferimento sono le terme romane e la
cultura orientale i cosiddetti bagni turchi
Richiami antichi o esotici per le nuove città termali
Il salone moresco al Gran Hotel di Salsomaggiore
Le città termali, la magia delle città
d’acque
• Luoghi insieme fantastici e funzionali, esuberanti e
rilassanti, solenni e fatui.
• Incredibili le città termali sono gli unici paesi incantati
della terra. In un paio di mesi vi accadono più cose di
quante ne succedono nel resto dell’universo negli altri
dieci. Si potrebbe proprio dire che le fonti non sono
mineralizzate, ma fatate
• Maupassant, 1887, Mont-Oriol (il monte aureolato-dorato, ma anche
dell’acqua)
• Le città termali perseguono un triplice miraggio:
salute, amore, fortuna,
i miraggi però non sono reali ma ingannevoli e illusori!
S. Pellegrino, un
esempio virtuoso
di città termale
Dallo
splendore di
inizio
Novecento alla
crisi di fine
secolo, a un
nuovo ritorno
S. Pellegrino, una città termale che sta uscendo dalla crisi del settore,
Le città termali vincenti quelle che passano dalla cura al benessere (Wellness)
Struttura urbana tipica delle città balneari: estensione sul fronte costiero,
eleganti passeggiate, serie lineari di alberghi e di strade commerciali, alle
spalle le aree residenziali e le cortine di seconde case, alle spalle anche i
centri commerciali e le strutture della moìbilità
Processi urbani e dinamiche di comunità
• Il nostro percorso:
• Il processo di territorializzazione
• La geografia della geografia
• La Geografia urbana e la sua attualità
• Tanti modi di essere città (sito, posizione)
• La città di Bergamo, il nostro luogo di formazione
• Tanti modi di essere città il caleidoscopio urbano
• L’urbanizzazione del mondo
• Popolazioni urbane
• Partecipazione e governance urbana e territoriale
• La rappresentazione cartografica
• Globalizzazione tra tensioni e opportunità
• Elaborati individuali
• Itinerari di studio
Dalla campagna alla città: l’urbanizzazione
del mondo
• Fino al XIX secolo la crescita della popolazione era
concentrata nelle campagne con la fine del XIX
secolo grazie alla rivoluzione industriale la crescita
si è concentrata soprattutto nelle città
• La città: spazio ristretto in cui vivono accentrate un certo
numero di persone sono oggi in continua espansione
per:
• - Urbanizzazione: processo di crescita della
popolazione urbana.
• - Inurbamento: processo di migrazione della
popolazione dalla campagna alla città.
Dalla campagna alla città: l’urbanizzazione
del mondo
• 1950 29% della popolazione mondiale urbanizzata
• 1990 il 45% «
• 2030 il 75% «
L’urbanizzazione del mondo un processo in continua ascesa
Impara a commentare i grafici!
La città la casa dell’uomo
L’urbanizzazione del mondo un processo a velocità spaziale e
temporale differenziata
Dalla campagna alla città:
l’urbanizzazione del mondo• L’urbanizzazione un processo lento prima
della rivoluzione industriale, rapido dopo
tale soglia
• L’urbanizzazione del mondo è più antica
nei paesi sviluppati
• Più lenta nei paesi in via di sviluppo.
Dalla campagna alla città: l’urbanizzazione del mondo
• I motivi dell’inurbamento:
• I redditi delle attività agricole, tipiche della campagna,
crescono meno rapidamente di quelle della popolazione
urbana
• Sovraffollamento delle campagne del sud del mondo, per il
maggior tasso di crescita naturale delle popolazioni rurali
• Sviluppo di una agricoltura industriale intensiva che richiede
poca manodopera
• Maggiori opportunità di formazione, di offerte culturali e di
ascesa sociale, di servizi e consumi, di comodità.
• Vita sociale più intensa e minor controllo sociale della
comunità sugli individui in città.
• Offerta anche nelle baraccopoli di servizi urbani, solidarietà
sociale, stili di vita legati alla modernità
Dalla campagna alla città: l’urbanizzazione
del mondo
• L’inurbamento nei paesi del nord del mondo:
• Il processo di inurbamento è ora in gran parte cessato perché
anche la ‘campagna’ presenta modi di vita e servizi analoghi a
quelli della città (campagna urbanizzata).
• I giovani continuano a preferire i contesti urbani anche per le
maggiori possibilità lavorativa.
• Nei paesi economicamente più sviluppati dagli anni settanta si
è registrato, soprattutto negli USA, una parziale inversione
passando da uno stato di maggior concentrazione ad uno di
minor concentrazione. Il fenomeno è stato denominato
contro-urbanizzazione ed ha segnato l’inversione di una
tendenza alla concentrazione urbana che era in atto da oltre
due secoli.
Dalla campagna alla città: l’urbanizzazione
del mondo
• L’inurbamento nei paesi in via di sviluppo:
• Il processo di inurbamento è ancora elevato e non pare aver
fine…..per i forti squilibri economici, sociali e cultursali tra città
e campagna.
• Nei paesi in via di sviluppo la crescita urbana non è
accompagnata spesso da un progresso economico tipico dei
contesti urbani, per la prima volta nella storia l’aumento delle
dimensioni e della diffusione delle città non è accompagnato
da un significativo miglioramento delle condizioni di vita.
• Questo fa si che nelle città del nord del mondo si persegue il
miglioramento delle condizioni ambientali, energetici e sociali
della dispersione urbana ; nei paesi in via di sviluppo si
persegue il rallentamento della concentrazione urbana
riducendo il flusso dalla campagna verso le mega-città
Inurbamento e classificazione
delle principali città e loro
distribuzione geografica
• Città: popolazione inferiore a 1 milione di abitanti
• Grandi città: popolazione maggiore di 1 milione di
abitanti;
• Megacittà: popolazione superiore a 10 milioni di abitanti
• Più diffuse nella fascia compresa tra le zone temperate e
quelle tropicali dell’emisfero nord
• Nell’emisfero nord distribuzione più omogenea
• Nell’emisfero sud distribuzione concentrata sulle coste
Gli abitati delle maggiori città non sono costituite da una sola
municipalità, ma dalla municipalità originale e da quella dei centri
vicine si parla quindi più correttamente di aree urbane o
agglomerazioni.
San Paolo del Brasile, una megacittà di circa 20 milioni di abitanti
La transizione demografica urbana
Il ciclo di vita delle città
nucleo anello agglomerazione
Urbanizzazione + - +
Suburbanizzazione - + +
Disurbanizzazione - - -
Riurbanizzazione + - +/-
Il ciclo è stato verificato nelle città europee dagli anni ‘50 ad oggi, la 4°
fase è per ora debole e non generalizzata.
La situazione è più articolata nelle altre parti del mondo
Inoltre il ciclio di vita si basa solo sull’andamento demografico, ma per
meglio interpretare le dinamiche urbane dovremmo tener conto
anche di altri aspetti (variazione dell’occupazione, congestione,
costo della vita, ecc.)
Processi urbani e dinamiche di comunità
• Il nostro percorso:
• Il processo di territorializzazione
• La geografia della geografia
• La Geografia urbana e la sua attualità
• Tanti modi di essere città (sito, posizione)
• La città di Bergamo, il nostro luogo di formazione
• Tanti modi di essere città il caleidoscopio urbano
• L’urbanizzazione del mondo
• Popolazioni urbane
• Partecipazione e governance urbana e territoriale
• La rappresentazione cartografica
• Globalizzazione tra tensioni e opportunità
• Elaborati individuali
• Itinerari di studio
• Dalla Città alla campagna: espansione e dispersione urbana (cap. 3 Dematteis Lanza, Le città del mondo)
• L’urbanizzazione contemporanea cambia la forma, ladensità e la dimensione spaziale delle città, rendendodifficile stabilirne i confini, sempre più dilatati e invasivi dellacampagna circostante.
• Nelle città del Nord del mondo si manifesta un’espansionedelle città preesistenti che ha dato origine a sistemi di areavasta, caratterizzati da bassa densità e da una molteplicitàdi centri, tra cui hanno particolarmente rilevanza le areemetropolitane.
• Nei Paesi del Sud del mondo persiste una accentuatainurbamento con produzione di agglomerati urbani chesuperano i 10 milioni di abitanti (megacittà).
Le mutazioni spaziali delle città dal XVIII a XXI secolo, dalla città
nucleare alla città rete
• Dalla Città nucleare alla città estesa
Città nucleare, città caratterizzato con nucleo abitato denso, compatto e ben definito nettamente separato dalla campagna adiacente con densità che può giungere fino a mille volte quella delle campagne circostanti.
Città estesa, città caratterizzata da una densità di demografica che sfumano gradualmente nella campagna, senza che ci sia più, come un tempo, uno stacco netto tra spazi urbani e spazi rurali. Spesso i primi presentano densità poco superiori a quelle degli spazi rurali circostanti.
Sistema urbano ambito territoriale costituito da più municipalità tra loro fuse e connesse frutto della formazione di una città estesa
Si parla di Regione urbana quando un sistema urbano è molto esteso
Milano 1704, Un chiaro esempio di città nucleare, cinta da mura, con un confine netto,
fisico e al tempo stesso giuridico-amministrativo, che la distingueva dalla campagna.
Fuori dalle nostre finestre, una città nucleare o estesa?
Il territorio lombardo pedemontano, dai centri nucleari, alla città
estesa
Alla città diffusa, una rete di centri tra loro in stretto contatto fisico e funzionale in
cui assumono carattere relittuale gli spazi agricoli spesso interclusi nella fitta
matrice dell’edificato
La ‘Grande Bergamo’ un esempio
di città estesa
Le mutazioni spaziali delle città dal XVIII a XXI secolo, dalla città
nucleare alla città rete
• La formazione della città estesa
I sistemi e le regioni urbane si formano per :
Agglomerazione (espansione di un centro maggiore che ingloba progressivamente i centri limitrofi di scala minore)
• Conurbazione (saldatura di due centri o agglomerazioni di pari rango un tempo separati)
• Con l’avvento della motorizzazione di massa i sistemi urbani si formano anche per:
• Dilatazione multicentrica (formazione di una città discontinua a maglie larghe, fondata sulla mobilità automobilistica, che si espande in territori semi-vuoti, il prototipo è Los Angeles)
• Periurbanizzazione dispersione urbana, urban sprawl (dispersione della città nei territori circostanti lungo gli assi viari e attorno ai centri minori preesistenti, generando spazi interclusi non edificati anche assai estesi)
La ‘Grande Bergamo’ dove abbiamo
conurbazione? Dove agglomerazione?
La ‘Grande Bergamo’ Bergamo e Torre Boldone conurbazione o agglomerazione?
Torre Boldone e Ranica conurbazione o agglomerazione?
La conurbazione della Ruhr, costituita da oltre 50 città
ospita, su una superficie di circa 4600 km2, una
popolazione pari a oltre 6 milioni di ab., i cui principali
nuclei di espansione topografica e di sviluppo
economico si possono individuare nelle città di
Duisburg, Essen, Gelsenkirchen, Bochum e Dortmund.
Sebbene tale conurbazione presenti
strutture architettoniche e funzionali
di una modernità piuttosto uniforme,
la persistenza, nelle aree
periferiche, di attività agricole
discretamente evolute e la
salvaguardia, ai margini e
nell’interno delle aree urbanizzate,
di spazi destinati a parchi e giardini
vi determinano una condizione di
sia pur relativo equilibrio ecologico.
La città estesa della Ruhr,
conurbazione o agglomerazione?
La città diffusa veneta un esempio di città a rete
• Vantaggi della città diffusa:
• Minor costo delle costruzioni e dei terreni, possibilità per gli abitanti di vivere
in case singole con giardino o orti, in molti casi di permettere ad alcuni
membri della famiglia di continuare l’attività agricola mentre altri lavorano in
attività industriali e artigianali, sovente da essi stessi avviate in locali contigui
alle vecchie abitazioni contadine. (p.69)
• Svantaggi:
• Tempo eccessivo necessario agli spostamenti delle persone e delle merci;
la congestione del traffico stradale; i prezzi delle case, convenienti all’inizio,
ma poi in continua crescita; i costi di una rete di infrastrutture (strade,
acquedotti, fognature, elettrodotti, ecc.) enormemente più estesa di quella
della città compatta; l’impossibilità di servire tutto l’insediamento sparso con
il trasporto pubblico. L’eccessivo consumo di suolo e il degrado
paesaggistico e ambientale causato dalla cementificazione della campagna
(p.69)
• Dalla Città alla campagna: espansione e dispersione urbana (cap. 3 Dematteis Lanza, Le città del mondo)
• Nelle città del Nord del mondo si manifestaun’espansione delle città associato a una sua diluizione equindi una diminuzione della sua densità in funzionedell’affermarsi dell’automobile e delle tecnologiedell’informazione e della comunicazione, laconseguenza è il passaggio dalle città nucleari a quelleestese, con densità a volte di poco superiori a quelle deglispazi urbani rurali circostanti con una difficolta sempre piùmarcata nel distinguere l’urbano dal rurale.
• (Viene così meno una delle caratteristiche principalidella città la sua densità abitativa)
• La formazione della città città estesa
I sistemi e le regioni urbane si formano per :
Agglomerazione (espansione di un centro che ingloba progressivamente i comuni rurali limitrofi)
• Conurbazione (saldatura di due centri o agglomerazioni un tempo separati)
• Con l’avvento della motorizzazione di massa i sistemi urbani si formano anche per:
• Dilatazione multicentrica (formazione di una città discontinua a maglie larghe, fondata sulla mobilità automobilistica, che si espande in territori semi-vuoti, il prototipo è Los Angeles)
• Periurbanizzazione dispersione urbana, urban sprawl (dispersione della città nei territori circostanti lungo gli assi viari e attorno ai centri minori preesistenti, generando spazi interclusi non edificati anche assai estesi)
La ‘Grande Bergamo’
Dove dilatazione multicentrica e
periurbanizzazione?
La ‘Grande Bergamo’ Bergamo Torre Boldone periurbanizzazione o dilatazione
multicentrica?
Sviluppo dell’urbanesimo lungo le direttrici stradali, dando vita a
insediamenti lineari, filiformi ( crescita per peri-urbanizzazione!)
La ‘Grande Bergamo’ dove abbiamo dilatazione
multicentrica? Dove periurbanizzazione?
Le mutazioni spaziali delle città dal XVIII a XXI secolo, dalla città
nucleare alla città rete
• Dalla Città estesa alla città a rete
• Le forme di crescita urbana più recente hanno in comune la formazione di città a rete, cioè di sistemi territoriali urbani multicentrici formati da reti di città che hanno tra loro relazioni particolarmente intense. La loro dimensione è assai varia quella di Londra ha un diametro di un centinaio di chilometro, ma possono raggiungere anche dimensioni regionali di alcune centinaia di chilometri.
• Le città estese danno origine a Città rete: sistemi territoriali urbani multicentrici di dimensioni regionali formato da reti di città che hanno tra loro relazioni particolarmente intense.
• Dalla Città estesa alla città rete
• Le città rete si dividono in :
• Area metropolitana Grande agglomerazione centrale, circondata da numerosi altri centri vicini, che hanno con essa e tra di loro intensi movimenti pendolari, in un territorio piuttosto densamente abitato, anche rurale, ma con una popolazione quasi esclusivamente occupata in attività extra-agricole.
• Città rete. Rete di dimensioni macro-regionale, formata da più città e aree metropolitane, con funzioni complementari, connesse tra loro da flussi intensi di persone, merci, informazioni e decisioni; separate da vasti spazi rurali.
La ‘Grande Bergamo’ un esempio di area
metropolitana
La ‘Grande Bergamo’ un esempio di area metropolitana dentro la
città rete della megalopoli padana, il corpo urbano di maggior
complessità territoriale
Le anime della megalopoli padana: 1 le fasce a maggiore urbanizzazione, 2 Il
cuore verde, 3 Gli ambiti a grande naturalità, 4-7 Le polarità urbane.
Da E. Turri, La megalopoli padana, Marsilio, Venezia 2000, pp. 18-19.
Le mutazioni spaziali delle città dal XVIII a XXI secolo, dalla città
nucleare alla città rete
Scatta delle immagine nel tuo viaggio tra il luogo di
residenza e l’Università degli Studi di Bergamo
• Privilegia:
• Vie di comunicazione ad alto scorrimento
• Centri commerciali
• Aree protette e verdi
• Aree agricole, e agriturismi o aziende a produttività di
qualità
• Centri storici
• Aree produttive d’eccellenza
• Aree residenziali di diversa tipologie