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RT12010i Comune di San Lazzaro di Savena (BO) PROCEDURA DI VERIFICA (SCREENING) AI SENSI DELLA L.R. 3/2012 (EX L.R. 9/99) AZZONAMENTO ASP.AN1.85 GLOBO - VIA EMILIA N. 265 Settembre 2012 MARE BLU s.r.l. Via Roma, 447 64014 Villa Rosa di Martinsicuro (TE) STUDIO MATTIOLI s.r.l. Dott. Ing. Michele Pinna ………………………………… Dott. Matteo Mattioli …………………………………..

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RT12010i Comune di San Lazzaro di Savena (BO)

PROCEDURA DI VERIFICA (SCREENING) AI SENSI DELLA L.R. 3/2012 (EX L.R. 9/99)

AZZONAMENTO ASP.AN1.85 GLOBO - VIA EMILIA N. 265

Settembre 2012

MARE BLU s.r.l. Via Roma, 447 64014 Villa Rosa di Martinsicuro (TE)

STUDIO MATTIOLI s.r.l. Dott. Ing. Michele Pinna …………………………………

Dott. Matteo Mattioli …………………………………..

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INDICE

1 PREMESSA ........................................................................................................................... 3 2 INQUADRAMENTO DELL’AREA.................................................................................... 4 3 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO....................................................... 5

3.1 Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR)............................................................................... 5 3.2 Piano Stralcio Assetto Idrogeologico (PSAI) ................................................................................... 7 3.3 Piano di Tutela delle Acque – Regione Emilia Romagna ............................................................. 10 3.4 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – Provincia di Bologna ................................ 11 3.5 Piano Strutturale Comunale (PSC) – Piano Operativo Comunale (POC) – Regolamento Urbanistico Edilizio (RUE) – Comune di San Lazzaro di Savena............................................................ 28

4 QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE........................................................... 35 4.1 Identificazione della ditta .................................................................................................................. 35 4.2 Descrizione dell’area .......................................................................................................................... 35 4.3 Modalità e tempi di attuazione ......................................................................................................... 36 4.4 Contenuti e obiettivi del PUA .......................................................................................................... 37 4.5 Interventi di progetto......................................................................................................................... 39 4.6 Sottoservizi esistenti ........................................................................................................................... 41 4.7 Sostenibilità ambientale dell’intervento........................................................................................... 42

5 QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE.............................................................. 43 5.1 Impatti ambientali del progetto e sue alternative........................................................................... 43 5.2 Schema riassuntivo degli impatti ambientali attesi a scala locale ................................................. 44

5.2.1 Impatti per atmosfera e clima ...................................................................................................... 45 5.2.2 Impatti sulle acque superficiali e sotterranee ............................................................................. 47 5.2.3 Impatti su suolo e sottosuolo....................................................................................................... 49 5.2.4 Impatti per rumore ........................................................................................................................ 53 5.2.5 Impatti per flora, fauna ed ecosistemi......................................................................................... 56 5.2.6 Impatti per la salute ed il benessere dell’uomo.......................................................................... 60 5.2.7 Impatti per il paesaggio ed il patrimonio storico/culturale ..................................................... 60 5.2.8 Sinergie d’impatto ambientale ...................................................................................................... 64 5.2.9 Mitigazione degli impatti ambientali negativi............................................................................. 64

6 CONCLUSIONI ................................................................................................................. 65 7 ELENCO DELLE TAVOLE E DEGLI ALLEGATI A FINE TESTO............................ 67

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1 Premessa

Lo scopo del presente documento, è quello di sottoporre a verifica di assoggettabilità (Screening) di cui

alla L.R. 9/1999 “Disciplina della procedura di valutazione dell'impatto ambientale ” e smi , il progetto

di ampliamento della superficie di vendita presso l’area del centro commerciale Globo, Via Emilia n.

265 in Comune di San Lazzaro di Savena (BO). La L.R. 9/99 e smi, all’articolo 4 bis comma 1, prevede

infatti che:

“1. Al fine di verificare se possano produrre impatti significativi e negativi per l'ambiente e vadano sottoposti alla

procedura di V.I.A., sono assoggettati alla procedura di verifica (Screening), i seguenti progetti:

…………

b) i progetti di modifiche o estensioni di progetti di cui agli Allegati A.1, A.2, A.3, B.1, B.2 e B.3, già autorizzati,

realizzati o in fase di realizzazione, per le parti non ancora autorizzate, che possono avere notevoli ripercussioni negative

sull'ambiente.

………..”

Autorità competente ai sensi dell’art. 5 della L.R. 9/99 è il Comune di San Lazzaro di Savena.

Il presente studio ha quindi la finalità di analizzare gli impatti indotti dall’intervento di ampliamento

del centro commerciale (appartenente all’allegato B.3, punto B.3.5), mediante una valutazione degli

effetti sulle componenti ambientali ed una verifica della conformità alla pianificazione urbanistica e

territoriale dell’area.

La relazione è stata articolata nelle seguenti parti:

Quadro di Riferimento Programmatico: il Quadro di Riferimento Programmatico fornisce

gli elementi conoscitivi sulle relazioni tra l’opera progettata e gli atti di

pianificazione/programmazione territoriale e settoriale, verificandone la conformità.

Quadro di Riferimento Progettuale: dove viene fornita una descrizione dell’intervento di

progetto e delle principali azioni che possono determinare effetti positivi o negativi

sull’ambiente;

Quadro di Riferimento Ambientale: contenente un inquadramento del territorio e

dell’ambiente interessati dall’opera, la definizione dell’area di influenza potenziale del progetto

per le diverse componente ambientali analizzate, l’analisi dello stato attuale delle componenti

ambientali potenzialmente interessate dall’intervento, la valutazione dell’impatto nello scenario

futuro, la descrizione degli interventi di mitigazione.

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2 Inquadramento dell’area

L’area di intervento è ubicata nel Comune di San Lazzaro di Savena (BO) in Via Emilia, 265 (Vd.

Figura 1), in località Cicogna, ed è rappresentata nelle seguenti Carte Tecniche della Regione Emilia

Romagna:

Tavola 221 SO: toponimo “Bologna Sud-Est - scala 1:25.000;

Sezione 221100: toponimo “Idice” - scala 1:10.000;

Elemento 221103: toponimo “Idice” - scala 1:5.000.

Figura 1 – Inquadramento cartografico

Il sito è raggiungibile dalle autostrade A1-A13-A14, uscita Bologna-San Lazzaro, proseguendo su via

Caselle verso il centro di San Lazzaro di Savena per circa 3 km in direzione SS9/Via Emilia oppure

dalla vicina uscita n. 12 Quartiere Mazzini della tangenziale.

Le aree di proprietà sono censite al N.C.T di San Lazzaro di Savena al Foglio n. 9 particelle n. 223

parte 858, 896, 897. Le aree di intervento sono censite al Foglio n. 8 particelle n. 400, 525, 107, al

Foglio n. 17 particelle n. 570, 572 e al Foglio n. 19 particella n. 605.

Per l’inquadramento topografico si rimanda alle Tavole 1÷3 raccolte a fine testo.

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3 Quadro di riferimento programmatico

La presente sezione verificherà la conformità della proposta progettuale alle previsioni in materia

urbanistica e ambientale che corrisponde a quello che, nella legislazione nazionale, viene definito

“Quadro di riferimento Programmatico”.

Il Quadro di Riferimento Programmatico fornisce gli elementi conoscitivi sulle relazioni tra l’opera

in progetto e gli atti di pianificazione e programmazione territoriale e settoriale. Tali elementi

costituiscono parametri di riferimento per la costruzione del giudizio di compatibilità ambientale. In

queste fasi il progetto viene messo in relazione agli stati di attuazione degli strumenti pianificatori di

settore/territoriali, e vengono valutati i rapporti di coerenza del progetto con gli obiettivi perseguiti

dagli strumenti pianificatori.

Prima di analizzare le caratteristiche tecniche del progetto e di stimare il potenziale impatto di

quest’ultimo sull'ambiente, è dunque necessario verificare la congruenza con gli strumenti di

programmazione e pianificazione.

In particolare si procederà ad analizzare la coerenza con i seguenti strumenti pianificatori di rilevanza

regionale e locale:

Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR);

Piano Stralcio Assetto Idrogeologico (PSAI);

Piano di Tutela delle Acque – Regione Emilia Romagna;

Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP);

Piano Strutturale Comunale (PSC) – Comune di San Lazzaro di Savena

POC

RUE.

3.1 Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR)

Il Piano Territoriale Paesistico Regionale (PTPR) della Regione Emilia Romagna, approvato con

D.C.R. n. 1388 del 28.1.1993 e n. 1551 del 14.7.1993, è entrato in vigore a seguito della pubblicazione

sul Bollettino Ufficiale della Regione n. 75 del 8.9.1993. Il PTPR assume piena efficacia ai sensi della

Legge 8.8.1985, n. 431, quale strumento di pianificazione urbanistico territoriale con specifica

considerazione dei valori paesaggistici ed ambientali, ed ai sensi della L. R. 5.9.1988, n. 36, quale piano

territoriale regionale stralcio. Tale Piano detta disposizioni costituenti indirizzi (norme di orientamento

per l’attività di pianificazione e programmazione), direttive (norme operative da osservare nell’attività di

pianificazione e programmazione) e prescrizioni (norme vincolanti ed anche immediatamente

precettive).

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Il PTPR ha quali oggetti di Piano i “Sistemi, zone ed elementi di cui è necessario tutelare i caratteri

strutturali la forma del territorio” (sistema dei crinali, sistema collinare, sistema forestale e boschivo,

sistema delle aree agricole, sistema costiero, sistema delle acque superficiali), le “Zone ed elementi di

specifico interesse storico e naturalistico” (zone ed elementi di interesse storico archeologico,

insediamenti urbani storici e strutture insediative storiche non urbane, zone ed elementi di interesse

storico testimoniale, zone di tutela naturalistica, altre zone di particolare interesse paesaggistico

ambientale), le “Zone ed elementi caratterizzati da fenomeni di dissesto ed instabilità, in atto o

potenziali” e le “Zone od elementi caratterizzati da elevata permeabilità dei terreni con ricchezza di

falde idriche”. Il piano individua inoltre le Unità di Paesaggio.

L’intervento oggetto del presente studio è collocato nell’Unità di paesaggio della “Pianura di

conurbazione bolognese”.

Figura 2- Tavola delle Unità di paesaggio (figura non in scala)

L’area ricade all’interno delle zone di tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei (Art. 28), alla

quale sono associate limitazioni per lo svolgimento di determinate attività.

Nell’ambito del progetto in esame non vi sono attività appartenenti a queste categorie.

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Figura 3- Estratto PTPR (figura non in scala)

3.2 Piano Stralcio Assetto Idrogeologico (PSAI)

Il Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico” (PSAI), redatto dall’Autorità di Bacino del Fiume Reno

e adottato con Delibera del Comitato Istituzionale n. 1/1 del 6.12.2002, è elaborato in attuazione di

quanto previsto dal comma 1 dell’articolo 1 del decreto-legge 11 giugno 1998, n. 180, convertito, con

modificazioni, dalla legge 3 agosto 1998, n. 267 e modificato dal DL 13.05.99 n. 132, convertito nella

L.266 del 13.07.99, e dal DL 12.10.2000 n. 279, convertito nella L. 365 dell’11.12.2000. (art. 2 NTA)

Ai sensi dell’art. 3 comma 1 della L. 183/89 gli obiettivi del Piano sono (art. 2 NTA):

l’individuazione delle aree a rischio idrogeologico e la perimetrazione delle aree da sottoporre

a misure di salvaguardia, nonché le misure medesime;

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la riduzione del rischio idrogeologico, la conservazione del suolo, il riequilibrio del territorio

ed il suo utilizzo nel rispetto del suo stato, della sua tendenza evolutiva e delle sue

potenzialità d’uso;

la riduzione del rischio idraulico e il raggiungimento di livelli di rischio socialmente

accettabili;

l’individuazione, la salvaguardia e la valorizzazione delle aree di pertinenza fluviale in base

alle caratteristiche morfologiche, naturalistico-ambientali e idrauliche.

Il PSAI si suddivide in due titoli:

1. Titolo I - il Rischio da Frana e Assetto dei Versanti;

2. Titolo II - il Rischio idraulico e assetto della rete idrografica.

Dal punto di vista idrologico l’area è ricompresa nel bacino del torrente Idice – Savena vivo ed i

corsi d’acqua presenti nell’area ed identificati nelle tavole di Piano sono:

Torrente Savena (reticolo idrografico principale);

Torrente Idice (reticolo idrografico principale);

Canale dei Molini (recettore del sistema di raccolta delle acque meteoriche del comparto).

Dall’esame delle tavole di Piano (tav. B.0/m5) si evince che l’area oggetto di intervento è ricompresa

all’interno della zonizzazione di Piano “Aree soggette al controllo degli apporti d’acqua” Art. 20 delle

NTA di Piano, secondo il quale, al fine di rispettare il principio di invarianza idraulica e non

incrementare gli apporti d’acqua piovana al sistema di smaltimento i Comuni devono prevedere nelle

zone di espansione, per le aree non già interessate da trasformazioni edilizie, la realizzazione di sistemi

di raccolta delle acque piovane per un volume complessivo di almeno 500 mc per ettaro di superficie

territoriale, ad esclusione delle superfici permeabili destinate a parco o a verde compatto.

Per trasformazione del territorio “ad invarianza idraulica” si intende la trasformazione di un’area che

non provochi un aggravio della portata di piena del corpo idrico che riceve i deflussi superficiali

originati dalla trasformazione stessa.

Il piano di bacino recepisce il principio di invarianza idraulica (cioè della trasformazione urbanistica

che non produca un aumento della portata di piena nel corpo idrico che riceve i deflussi o gli scarichi

provenienti dalla relativa superficie, rendendone obbligatorio il rispetto nella predisposizione dei piani

di livello comunale all'atto di definire gli indici e gli standard urbanistici.

Di fatto, l'unico modo per garantire l'invarianza idraulica delle trasformazioni è quello di prevedere

volumi di stoccaggio temporaneo dei deflussi che compensino, mediante un'azione laminante,

l'accelerazione dei deflussi e la riduzione dell'infiltrazione che sono un effetto inevitabile di ogni

trasformazione di uso del suolo da verde ad edificato.

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La portata dell’acqua nel comparto oggetto di studio non aumenta e l’incremento della superficie

impermeabile risulta minimo (2.087,21 mq) passando da un 77,84% di superficie impermeabile ad uno

85,13% .

Pertanto, sotto all’ampliamento del capannone è in previsione una vasca di laminazione interrata di

20 x 10 metri x 1,2 m di profondità (240 mc) che soddisfa i requisiti delle disposizioni in esame potendo

stoccare circa 3,5 volte il volume richiesto per l’incremento di superficie impermeabile.

Per quanto concerne l’assetto versanti, il Piano ha come finalità la stabilita del territorio, in

particolare la difesa del suolo e l’individuazione delle attitudini del territorio per utilizzi di tipo agro-

forestale e urbanistico nonché all'individuazione delle aree a rischio idrogeologico, alla loro

perimetrazione e alla definizione delle misure di salvaguardia e dei relativi interventi.

Al fine della limitazione e della riduzione del rischio da frana per centri abitati, nuclei abitati,

previsioni urbanistiche, insediamenti industriali e artigianali principali, il PSAI perimetra e norma le aree

in cui detti insediamenti interferiscono o possono interferire con i fenomeni di dissesto (art. 5 NTA).

Tali aree sono individuate e classificate a rischio molto elevato (R4) ed elevato (R3). La perimetrazione

comprende la suddivisione nelle seguenti zone a diverso grado di pericolosità:

zona 1 - area in dissesto;

zona 2 - area di possibile evoluzione del dissesto;

zona 3 - area di possibile influenza del dissesto;

zona 4 – area da sottoporre a verifica;

zona 5 – area di influenza sull’evoluzione del dissesto.

A tale zonizzazione sono associate norme specifiche di tipo urbanistico-edilizio e di tipo agro-

forestale (artt. 6, 7, 8, 9 e 10).

Nell’ambito dell’area in esame non vi sono aree appartenenti a queste categorie.

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Figura 4- Stralcio Tav II.4.B2 Piano Stralcio Assetto Idrogeologico Bacino Idice (figura non in scala)

Figura 5- Legenda Tav II.4.B2 Piano Stralcio Assetto Idrogeologico Bacino Idice

3.3 Piano di Tutela delle Acque – Regione Emilia Romagna

Conformemente a quanto disposto dal D. Lgs. 152/99 e dalla Direttiva europea 2000/60 (Direttiva

Quadro sulle Acque), il Piano Tutela Acque (PTA) è lo strumento regionale volto a raggiungere gli

obiettivi di qualità ambientale nelle acque interne e costiere della Regione, e a garantire un

approvvigionamento idrico sostenibile nel lungo periodo.

Gli obiettivi generali del PTA Regionale sono i seguenti:

1. attuare il risanamento dei corpi idrici inquinati;

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2. conseguire il miglioramento dello stato delle acque ed adeguate protezioni di quelle destinate a

particolari utilizzazioni;

3. perseguire usi sostenibili e durevoli delle risorse idriche, con priorità per quelle potabili;

4. mantenere la capacità naturale di autodepurazione dei corpi idrici, nonché la capacità di

sostenere comunità animali e vegetali ampie e ben diversificate.

Tra le misure previste dal Piano per il raggiungimento degli obiettivi di qualità dei corpi idrici

sotterranei si evidenziano:

• rispetto dei deflussi minimi vitali (DMV);

• azioni di risparmio e razionalizzazione della risorsa nei comparti civile, agricolo e industriale;

• contenimento degli apporti ai suoli da concimazioni chimiche ed organiche provenienti dagli

effluenti zootecnici secondo i disciplinari di buona pratica agricola;

• valutazione della riduzione dei carichi connessi agli effluenti zootecnici, in relazione

all’aggiornamento delle aree vulnerabili da nitrati, facendo riferimento ai limiti unitari del

D.C.R.570/97;

• progressivo riuso delle acque reflue a fini irrigui relativamente ai depuratori prioritari

individuati.

Il PTA è stato recepito all’interno del PTCP, pertanto si rimanda al paragrafo 3.4 per una descrizione

più approfondita.

3.4 Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale – Provincia di Bologna

Il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale della Provincia di Bologna, redatto in base

all’articolo 20 del D. Lgs. 267/2000, all’articolo 57 del D. Lgs 112/1998 ed all’articolo 26 della L. R.

20/2000, è stato approvato dal Consiglio Provinciale con Delibera n. 9 del 30.3.2004, costituisce atto di

programmazione generale e definisce l’assetto del territorio con riferimento agli interessi

sovracomunali, articolando sul territorio le linee di azione della programmazione regionale, nonché

raccorda e verifica le politiche settoriali della Provincia ed indirizza e coordina la pianificazione

urbanistica comunale.

Il PTCP attua le prescrizioni del Piano Territoriale Paesistico Regionale ed assume efficacia di piano

territoriale con finalità di salvaguardia dei valori paesistici, ambientali e culturali del territorio, ai sensi

dell’articolo 149 del D. Lgs. 490/1999 e costituisce unico riferimento, per gli strumenti di pianificazione

comunali e per l’attività amministrativa attuativa, in materia di pianificazione paesaggistica ai sensi

dell’articolo 24 della L.R. 20/2000. Con la medesima logica il PTCP, con i Titoli 4 e 6 delle Norme di

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Attuazione e con le Tavole n. 1 e n. 2, costituisce disciplina di coordinamento e di attuazione anche del

Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico – PSAI (Delibera del C.I. n 1/1 del 6.12.2002) dei bacini del

Fiume Reno e dei Torrenti Idice, Sillaro e Santerno (approvato con D.G.R. n. 567 del 7.4.2003) e le

prescrizioni degli articoli 4.11 punto 1 e 6.11 punto 2 hanno carattere immediatamente vincolante ai

sensi dell’art. 17, comma 5, della Legge 183/89

Il piano è stato modificato a seguito di: Variante al PTCP sul sistema della mobilità provinciale

approvata con Delibera del Consiglio Provinciale n. 29 del 31/03/2009, Variante al PTCP in materia di

insediamenti commerciali (POIC) approvata con Delibera del Consiglio Provinciale n. 30 del

07/04/2009 e Variante al PTCP in recepimento del Piano di Tutela delle Acque (PTA) della Regione,

approvata con Delibera del Consiglio Provinciale n°15 del 04/04/2011 e Variante non sostanziale al

PTCP per il recepimento dei Piani Stralcio per i Bacini dei Torrenti Samoggia e Senio e aggiornamenti-

rettifiche di errori materiali approvata con Delibera del Consiglio Provinciale n. 27 del 25/06/2012.

Gli elaborati costitutivi del PTCP sono:

• Quadro conoscitivo • Norme di Attuazione • Elaborati grafici:

o Tavola 1 “Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico culturali” o Tavola 2a “Rischio da frana, assetto versanti e gestione delle acque meteoriche” o Tavola 2b “Tutela delle acque superficiali e sotterranee” o Tavola 3 “Assetto evolutivo degli insediamenti, delle reti ambientali e delle reti per la mobilità” o Tavola 4 “Assetto strategico delle infrastrutture e dei servizi per la mobilità” o Tavola 5 “Reti ecologiche”

• Valutazione di sostenibilità ambientale e territoriale”.

Di seguito si analizzerà il sistema dei vincoli e delle tutele che interessano l’area in cui è ubicato

l’azzonamento per ogni tavola del Piano. A conclusione del presente capitolo è riportata una tabella

contenente la sintesi in merito alla conformità al PTCP

Tavola 1 “Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico culturali”

L’area di sviluppo del centro commerciale è ubicata in prossimità di:

Fascia di rispetto archeologico della via Emilia (PTCP Art. 8.2e)

La Tav. 1 individua i Complessi archeologici e aree di concentrazione archeologica e tra questi la

Fascia di rispetto archeologico della via Emilia. In questa fascia di ampiezza pari a 30 m per lato,

all’esterno del TU (territorio urbanizzato v.) e del TPU (territorio in corso di urbanizzazione v.), la

norma dispone che “i Comuni, all’interno del quadro conoscitivo del proprio PSC, sono tenuti a recepire tale prima

individuazione e ad approfondire e sviluppare, previa consultazione con la competente Soprintendenza per i Beni

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Archeologici, la conoscenza del proprio territorio per quanto riguarda l’insediamento storico-archeologico al fine di dotarsi

di adeguata strumentazione tecnica per la specificazione e l’applicazione della relativa disciplina di tutela”.

Viabilita' storica (prima individuazione) (PTCP Art. 8.5)

Il PTCP contiene una prima individuazione della viabilità storica nella Tav. 1 costituita dalla sede

viaria e l’insieme delle sue pertinenze ancora leggibili.

La sede viaria storica non può essere soppressa né privatizzata o comunque alienata o chiusa salvo

che per motivi di sicurezza e di pubblica incolumità; devono essere inoltre salvaguardati gli elementi di

pertinenza i quali, se di natura puntuale (quali pilastrini, edicole e simili), in caso di modifica o

trasformazione dell’asse viario, possono anche trovare una differente collocazione coerente con il

significato percettivo e funzionale storico precedente.

La Via Fondè, interessata dal collegamento con la nuova rotatoria prevista all’incrocio Via Emilia –

Via Aldo Moro – Via Fondè prevista dal PUA, è classificata dal PTCP come viabilità d’impianto storico

tuttora in uso nella rete della mobilità veicolare, che svolge attualmente funzioni di viabilità principale o

secondaria o di scorrimento o di quartiere. Il PTCP detta i criteri generali per la tutela della viabilità

storica articolandoli in base al ruolo da questa rappresentato attualmente. Il PSC, sottopone a specifiche

prescrizioni di tutela la viabilità storica tutelando la riconoscibilità dell’assetto storico di tale viabilità in

caso di modifiche e trasformazioni, sia del tracciato che della sede stradale, attraverso il mantenimento

percettivo del tracciato storico e degli elementi di pertinenza

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Figura 6 – Stralcio PTCP Tavola 1- Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico-culturali

Legendaprogetto

! ! TAV1- Viabilita' storica (prima individuazione) (PTCP Art. 8.5)

TAV1- Fascia di rispetto archeologico della via Emilia (PTCP Art. 8.2e)

Figura 7 – Legenda Tavola 1 PTCP - Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico-culturali

Tavola 2a “Rischio da frana, assetto versanti e gestione delle acque meteoriche”

Controllo degli apporti d’acqua (Art. 4.8)

L’articolo recepisce ed integra i contenuti dell’Art. 20 del PSAI. Pertanto si rimanda alla verifica di

conformità delle disposizioni riportate al capitolo Piano Stralcio Assetto Idrogeologico (PSAI).

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Figura 8 – Stralcio PTCP Tavola 2a- Tutela Rischio da frana, assetto versanti e gestione delle acque meteoriche

Legendaprogetto

Ambito di controllo degli apporti d’acqua in collina zona A

Ambito di controllo degli apporti d’acqua in collina zona B

Ambito di controllo degli apporti d’acqua in p ianura Figura 9 – Legenda Tavola 2a PTCP - Tutela idrografica

Tavola 2b “Tutela delle acque superficiali e sotterranee”

Aree sottoposte a particolare tutela (Art. 5.2)

In recepimento del PTA le “zone di protezione delle acque superficiali e sotterranee” si identificano

a loro volta in:

− “zone di protezione delle acque sotterranee nel territorio pedecollinare e di pianura”, − “zone di protezione delle acque sotterranee nel territorio collinare e montano”, − “zone di protezione di captazioni delle acque superficiali”

Le “zone di protezione delle acque sotterranee nel territorio pedecollinare e di pianura” sono

riportate nella Tavola 2B e si identificano nella fascia di territorio che si estende lungo il margine

pedecollinare, a ricomprendere parte dell’alta pianura caratterizzata dalla presenza di conoidi alluvionali

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dei corsi d’acqua appenninici, che presentano, in profondità, le falde idriche da cui attingono i sistemi

acquedottistici, finalizzati al prelievo di acque destinate al consumo umano.

Esse si articolano in:

− Aree di ricarica di tipo A,

− Aree di ricarica di tipo B,

− Aree di ricarica di tipo C,

− Aree di ricarica di tipo D.

L’area oggetto della presente procedura ricade nella Aree di ricarica di tipo B, definite come aree

caratterizzate da ricarica indiretta della falda: generalmente presenti tra la zona A e la pianura,

idrogeologicamente identificabili come sistema debolmente compartimentato in cui alla falda freatica

superficiale segue una falda semiconfinata in collegamento per drenanza verticale.

All’interno delle “zone di protezione delle acque sotterranee nel territorio pedecollinare e di pianura”

di tipo B si applicano particolari disposizioni, tra le quali specificatamente per l’intervento in esame:

− gli ambiti per i nuovi insediamenti (L.R. 20/2000) dovranno presentare indici e parametri

urbanistici tali da garantire il mantenimento di una superficie permeabile pari almeno al 20%

della superficie territoriale ricadente in zona B, nel caso di aree a destinazione

prevalentemente produttiva (per le Apea cfr. art. 4.8 punto 6) e commerciale, e pari almeno

al 35% nel caso di aree a destinazione residenziale e terziaria. Una quota non superiore al

10% della superficie permeabile potrà essere costituita da pavimentazioni permeabili e

coperture verdi.

Come si evince dalla Tabella 1, pur non rispettando la percentuale costituita da pavimentazioni

permeabili e coperture verdi , la superficie permeabile totale, data dalla somma della semipermeabile

(nei limiti del 10% della permeabile) e la permeabile supera la percentuale minima richiesta dal RUE.

Superficie Pre-intervento (mq) Post-intervento (mq)

Superficie impermeabile 24.655,56 (77,84%) 23.291,51 (74,15%)

Superficie semipermeabile 3.875,80 (12,34%)

Superficie permeabile 7.017,71 (22,16%) 4.245,43 (13,51%)

Superficie Territoriale 31.673,27 (100%) 31.412,74 (100%)

Superficie ceduta 260,54

Superficie impermeabile totale 26.742,77 (85.13%)

Superficie permeabile totale 4.669,97 (14.87%)

Tabella 1 - Calcolo superfici permeabili

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Figura 10– Stralcio PTCP Tavola 2b- Tutela delle acque superficiali e sotterranee

Le g e nd apro ge tto

A ree di rica rica dirett a

A ree di rica rica in diret ta

Zo ne a m o nte d elle are e a ricarica d ire tta

Zo ne pe rifluv ial i Figura 11 – Legenda Tavola 2b PTCP - Tutela delle acque superficiali e sotterranee

Tavola 3 “Assetto evolutivo degli insediamenti, delle reti ambientali e delle reti per la

mobilità”

Principali aree produttive (Art. 9.1)

In applicazione dell’art. A-13 della L.R. 20/2000, il PTCP individua gli ambiti specializzati per

attività produttive di rilievo sovra-comunale. Da un’analisi della Tav. 3 e delle NTA di Piano si

evidenzia che l’azzonamento ASP. AN1.85 – Globo rientra tra gli Ambiti produttivi consolidati

(Cicogna) ed in particolare viene classificato come “Ambiti produttivi consolidati per funzioni miste

manifatturiere e terziarie o la cui evoluzione è indirizzabile verso funzioni miste o terziarie”.

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Denominazione Comuni interessati

Castel Maggiore CASTEL MAGGIORE

Roveri - Villanova BOLOGNA – CASTENASO

Lavino - Anzola ANZOLA Z.I. di Via Lunga CRESPELLANO

Riale - Galvano CASALECCHIO - ZOLA P.

Bargellino CALDERARA - BOLOGNA

Cicogna S. LAZZARO

Z.I. Ozzano OZZANO

Rastignano - Pianoro PIANORO Tabella 2 - Elenco ambiti produttivi consolidati PTCP

Per tutti gli ambiti specializzati di rilievo sovracomunale il PTCP indica indirizzi generali all’Art 9.1

delle NTA ed in particolare per gli ambiti consolidati aggiunge i seguenti ulteriori indirizzi specifici:

− l’utilizzo delle potenzialità insediative residue e di quelle derivanti da dismissioni, va

governato privilegiando prioritariamente le esigenze di sviluppo e di eventuale

reinsediamento di attività produttive già insediate nell’ambito o nel territorio circostante;

− le ulteriori espansioni insediative, di cui al precedente punto 2 lettera A), oltre a quanto già

previsto al momento dell’adozione delle presenti norme, si motivano solamente in relazione

a esigenze, non diversamente soddisfabili, di sviluppo di attività produttive già insediate

nell’ambito, o di eventuale reinsediamento di attività già insediate nel comune o nei comuni o

nell’associazione o unione di comuni in cui l’ambito ricade, che debbano trasferirsi, o ancora

di realizzazione di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti.

L’azzonamento ASP.AN1.85 - GLOBO è un “Ambito produttivo sovracomunale di nuovo

insediamento, a conferma delle previsioni previgenti” (artt. 4.4.1 – 4.4.3 del RUE) in attuazione delle

previsioni inserite nel primo P.O.C., con i conseguenti impegni attuativi anche extra comparto per le

infrastrutture:

− sulla base della scheda di PSC, realizzazione della nuova rotonda stradale di via Emilia

Levante - via Aldo Moro - via Fondè , integrata con i necessari raccordi con via Fantini e via

A. Moro;

− dotazione di parcheggi pubblici a disposizione delle attività già insediate.

Dal momento che il PUA è in attuazione del P.O.C approvato dal Comune di San Lazzaro, esso

risponde ai criteri richiesti dal PTCP all’art. 9.1 in materia di:

− Riqualificazione e completamento delle dotazioni infrastrutturali ed ecologiche.

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− Individuazione di risposte in sito alle esigenze di sviluppo o di re-insediamento delle attività

già insediate nell’ambito, fermo restando il rispetto delle compatibilità ambientali e delle

limitazioni d’uso dettate dalle altre norme del presente piano.

− Utilizzazione, ancora per attività di tipo produttivo, secondarie o terziarie, delle aree e degli

insediamenti che si rendano disponibili per dismissione.

− Valutazione dell’entità e tipologia dei consumi idrici dell’ambito, delle opportunità di

risparmio, di riciclo, di riutilizzazione irrigua delle risorse in uscita dalla depurazione, nonché

di eventuale realizzazione di reti acquedottistiche dedicate, alimentate con acque grezze di

origine superficiale, con riferimento all’art. 13.4 punti 3 e 4;

− Miglioramento dell’immagine complessiva degli insediamenti in termini di riordino

urbanistico, di qualità architettonica, di opere di mitigazione e ambientazione paesaggistica

attraverso adeguate dotazioni ecologiche e ambientali, anche destinando a tali finalità parte

delle dotazioni prescritte di aree per attrezzature e spazi collettivi.

− Miglioramento della qualità ecologica dell’insediamento e del contesto e della fruizione del

verde di comparto.

Grandi strutture di vendita del settore non alimentare (Art. 9.5)

Ai sensi della L.R. 14/1999 e della Delibera del Consiglio Regionale n. 1410 del 29/02/2000, il

PTCP, in materia di insediamenti commerciali, punta a realizzare una efficace intelaiatura territoriale

policentrica sulla base di una qualificata, robusta e, al tempo stesso, articolata polarizzazione dei servizi

attrattivi, con l'obiettivo di migliorare le condizioni di vita e le opportunità di acquisto e di servizio della

popolazione nei propri ambiti territoriali di riferimento.

In relazione alle individuazioni effettuate dal PTCP, il centro commerciale Globo ricade nell’ambito

territoriale sovracomunale n. 5 ed è classificato come “Singola struttura di rilevanza provinciale con

attrazione di livello superiore Tipo 2 - grandi strutture non alimentari di livello superiore, con

almeno 10.000 mq di superficie di vendita del settore non alimentare”.

Gli strumenti e le procedure per l’attuazione degli insediamenti commerciali sono, tra le altre:

− i PSC, POC, RUE, di cui agli art. 28, 29, 30 della L.R. 20/2000;

− i Piani Urbanistici attuativi (PUA) di cui all’art. 31 della legge regionale 20/2000, ivi

compreso il ricorso al PUA per dare attuazione ai progetti di valorizzazione commerciale di

aree urbane previsti dal POC, se comprensivi di iniziative commerciali rilevanti.

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Per gli insediamenti commerciali di rilevanza sovracomunale il PTCP definisce gli indirizzi per la

pianificazione comunale da recepire nel PSC, POC, RUE indicando anche che i Comuni sono tenuti,

negli strumenti di pianificazione generale e attuativa, a conformarsi agli indirizzi contenuti nelle norme

regionali e nel PTCP, in particolare ai seguenti punti:

− gli insediamenti dovranno essere collocati entro il perimetro dei territorio urbanizzato e di

preferenza inserirsi all’interno di assi commerciali esistenti o di progetto, con esclusione di

localizzazioni isolate;

− eventuali localizzazioni ricadenti nel territorio urbanizzabile potranno essere previste solo in

caso di una dimostrata impossibilità di individuare soluzioni alternative e verificando

l’effettiva sostenibilità commerciale al fine di definire un adeguato mix funzionale; le

strutture previste dovranno essere comunque contigue ad aree già urbanizzate;

− i Comuni sono tenuti in sede attuativa a verificare i limiti e le condizioni di sostenibilità

socio-economica, ambientale e territoriale ai sensi del PTCP e in specifico del presente

articolo 9.5; spetta inoltre ai Comuni individuare, in proporzione all'impatto, misure di

mitigazione e compensazione dell'intervento in sintonia con gli indirizzi delle norme

regionali e del PTCP in materia di insediamenti commerciali.

− i Comuni sono tenuti ad inserire le scelte relative alle strutture di vendita di rilevanza

sovracomunale nei PSC, nel quale nel rispetto delle indicazioni contenute nelle norme

regionali e nel PTCP, dovranno essere esposte le scelte generali di sviluppo e qualificazione

delle diverse tipologie di commercio, nonché definiti i criteri per l'autorizzazione delle

strutture in oggetto.

La previsione del Centro commerciale Globo, contenuta nel PSC e nel POC del Comune di San

Lazzaro risponde ai requisiti richiesti dalle disposizioni sopra riportate

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Figura 12 – Stralcio PTCP Tavola 3- Assetto evolutivo degli insediamenti, delle reti ambientali e delle reti per la mobilità

Legendaprogetto

" " " " "" " " " " TAV3- Interventi di riqualificazione Via Emilia Est

TAV3- Ambiti produttivi di rilievo sovracomunale consolidati per funzioni miste manufatturiere e terziarie o la cui evoluzione e' indirizzabile verso funzioni miste o terziarie (PTCP Art.9.1)

") TAV3- Grandi strutture di vendita del settore non alimentare (PTCP Art. 9.5)

aree urbanizzate e aree pianificate per usi prevalentemente produttivi negli ambiti produttivi di rilievo sovracomunale

TAV3- Discontinuita' del sistema insediativo della conurbazione bolognese da salvaguardare (PTCP Art.10.10)

TAV3- Centri abitati:aree urbanizzate e aree pianificate per usi urbani (residenza, servizi, terziario, attivita' produttive)(PTCP Titolo 10 e 13) Figura 13 – Legenda Tavola 3 PTCP - Assetto evolutivo degli insediamenti, delle reti ambientali e delle reti per la mobilità

Tavola 4 “Assetto strategico delle infrastrutture e dei servizi per la mobilità”

In data 31/03/2009, con Delibera del Consiglio Provinciale n. 29, è stata approvata la Variante al

PTCP sul sistema della mobilità provinciale. Tale variante, denominata “Piano della mobilità provinciale

PMP”, delinea l'assetto futuro delle infrastrutture e dei servizi di trasporto, nonché i necessari strumenti

operativi per garantire l'accessibilità al territorio e la mobilità dei cittadini, salvaguardare la qualità

ambientale lo sviluppo economico e la coesione sociale, ed individua le condizioni che concorrono ad

una reale fattibilità degli interventi.

L’assetto infrastrutturale ha valore vincolante per quanto riguarda il rango funzionale di ciascuna

infrastruttura, mentre ha valore indicativo per quanto riguarda il preciso posizionamento ed andamento

planimetrico dei tracciati; parimenti ha valore indicativo la distinzione, rappresentata nella tav. 4A, fra

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tronchi da consolidare o potenziare nella loro sede attuale e tronchi da realizzare in nuova sede. Il

posizionamento dei tracciati stradali potrà quindi essere precisato e modificato in sede di progettazione,

fermo restando il rango funzionale.

Per quanto concerne gli interventi in progetto, la realizzazione della nuova rotatoria sulla via Emilia

Est si inserisce nell’ambito degli interventi di riqualificazione della rete di base di interesse regionale per

la quale sono previsti interventi di riqualificazione della sede viaria esistente, miglioramento

dell’accessibilità e razionalizzazione delle intersezioni, così come riportato dalla Tav. 4A.

Figura 14 – Stralcio PTCP Tavola 4A- Assetto strategico delle infrastrutture per la mobilità

Legendaprogetto

" " " " "" " " " " TAV3- Interventi di riqualificazione Via Emilia Est

TAV4A- Centri urbani

Figura 15 – Legenda Tavola 4A PTCP - Assetto strategico delle infrastrutture per la mobilità

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Figura 16 – Stralcio PTCP Tavola 4B- Assetto strategico delle infrastrutture e dei servizi per la mobilità collettiva

Legendaprogetto

TAV4B- Viabilità attrezzata per velocizzazione del TPL (PTCP Art.12.12, comma 7)

Linee portanti del TPL, ad alta frequenza

Linee portanti del TPL, a media frequenza

Principali linee locali del TPL, a media frequenza

Principali linee locali del TPL, a bassa frequenza

Figura 17 – Legenda Tavola 4B PTCP - Assetto strategico delle infrastrutture e dei servizi per la mobilità collettiva

Tavola 5 “Reti ecologiche”

La rete ecologica di livello provinciale è strutturata nei seguenti elementi funzionali esistenti o di

nuova previsione, come definiti all’art. 1.5 alla voce “rete ecologica” (v): nodi ecologici semplici, nodi

ecologici complessi, zone di rispetto dei nodi ecologici, corridoi ecologici, direzioni di collegamento

ecologico, connettivo ecologico di particolare interesse naturalistico e paesaggistico, connettivo

ecologico diffuso, connettivo ecologico diffuso peri-urbano, area di potenziamento della rete ecologica

di area vasta, varchi ecologici.

La Tav. 5 del PTCP contiene l’individuazione preliminare dei punti di criticità fra sistema

insediativo, infrastrutture per la mobilità e rete ecologica di livello provinciale; queste situazioni devono

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essere affrontate in sede di PSC o di elaborazione di specifici progetti di cui al precedente punto 7

anche attraverso l’applicazione dei contenuti delle Linee guida allegate al PTCP.

Inoltre in prossimità dell’area di intervento la Tav. 5 riporta anche

− Connettivo ecologico diffuso;

− Varchi ecologici: nelle zone in cui l’edificazione corre il rischio di assumere il carattere di

continuità, i “varchi ecologici” segnalano i lembi residuali di territorio non edificato da

preservare perché interessati dalla presenza di Corridoi ecologici o di Direzioni di

collegamento ecologico.

L’intervento non interferisce con le funzioni di tale elemento della rete ecologica

Figura 18 – Stralcio PTCP Tavola 5- Reti ecologiche

Legenda

progetto

TAV5- Direzioni di collegamento ecologico (PTCP Art. 3.5)

* * * * TAV5- Varchi ecologici (PTCP Art.3.5)

TAV5- Connettivo ecologico diffuso periurbano (PTCP Art. 3.5)

TAV5- Sistema insediativo (PTCP Tit.9 e 10)

Figura 19 – Legenda Tavola 5 PTCP- Reti ecologiche

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Tavola PTCP Elemento/zona Norme Verifica di conformità

Fascia di rispetto archeologico della via Emilia

Art. 8.2e

In questa fascia di ampiezza pari a m. 30 per lato, all’esterno del TU (territorio urbanizzato v.) e del TPU (territorio in corso di urbanizzazione v.), la norma dispone che “i Comuni, all’interno del quadro conoscitivo del proprio PSC, sono tenuti a recepire tale prima individuazione e ad approfondire e sviluppare, previa consultazione con la competente Soprintendenza per i Beni Archeologici, la conoscenza del proprio territorio per quanto riguarda l’insediamento storico-archeologico al fine di dotarsi di adeguata strumentazione tecnica per la specificazione e l’applicazione della relativa disciplina di tutela”

Tav. 1 Tutela dei sistemi ambientali e delle risorse naturali e storico culturali

Viabilita' storica (prima individuazione) Art. 8.5

La sede viaria storica non può essere soppressa né privatizzata o comunque alienata o chiusa salvo che per motivi di sicurezza e di pubblica incolumità; devono essere inoltre salvaguardati gli elementi di pertinenza i quali, se di natura puntuale (quali pilastrini, edicole e simili), in caso di modifica o trasformazione dell’asse viario, possono anche trovare una differente collocazione coerente con il significato percettivo e funzionale storico precedente. La via Fondè, interessata dal collegamento con la nuova rotatoria prevista all’incrocio Via Emilia – Via Aldo Moro – Via Fondè previsto dal PUA, è classificata dal PTCP come viabilità d’impianto storico tuttora in uso nella rete della mobilità veicolare, che svolga attualmente funzioni di viabilità principale o secondaria o di scorrimento o di quartiere. Il PSC, sottopone a specifiche prescrizioni di tutela la viabilità storica tutelando la riconoscibilità dell’assetto storico di tale viabilità in caso di modifiche e trasformazioni, sia del tracciato che della sede stradale, attraverso il mantenimento percettivo del tracciato storico e degli elementi di pertinenza. La Via Fondè sarà interessata dalla creazione di nuovi parcheggi pubblici nell’ansa viaria derivante dal nuovo tracciato terminale della via (per rispettare i requisiti di sicurezza veicolare prescritti dal Nuovo Codice della Strada), con contestuale “liberazione” di spazi verdi in corrispondenza dell’antico tracciato storico di via Fondè.

Tav. 2A: Rischio da frana, assetto versanti e gestione delle acque meteoriche

Controllo degli apporti d’acqua Art. 4.8

In relazione alla prescrizione di volumi di laminazione (500 mc/ha per superficie impermeabilizzata) si rileva che al di sotto del comparto in ampliamento verrà realizzata una vasca di stoccaggio delle acque meteoriche per un volume di 375 mc più che sufficiente per il rispetto del principio di invarianza idraulica vista la superficie di maggiore impermeabilizzazione pari a 0,2 ha. Per una migliore trattazione della verifica di conformità delle disposizioni si rimanda ala paragrafo inerente il Piano Stralcio Assetto Idrogeologico.

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Tavola PTCP Elemento/zona Norme Verifica di conformità

Tav. 2B: Tutela delle acque superficiali e sotterranee

Zone di protezione delle acque sotterranee nel territorio pedecollinare e di pianura

Artt. 5.2 e 5.3

Area di ricarica di tipo B (ricarica indiretta) Gli ambiti per i nuovi insediamenti (L.R. 20/2000) dovranno presentare indici e parametri urbanistici tali da garantire il mantenimento di una superficie permeabile pari almeno al 20% della superficie territoriale ricadente in zona B, nel caso di aree a destinazione prevalentemente produttiva e commerciale. Una quota non superiore al 10% della superficie permeabile potrà essere costituita da pavimentazioni permeabili e coperture verdi. Pur rispettando la percentuale di superficie permeabile costituita da pavimentazioni permeabili e coperture verdi, in tabella definita come superficie semipermeabile e pari al 12,34%, la superficie permeabile totale data dalla somme della semipermeabile + la permeabile (25,85%) raggiunge la percentuale minima richiesta dalle NTA di Piano

Principali aree produttive Art. 9.1 Tav. 3 Assetto evolutivo degli

insediamenti, delle reti ambientali e delle reti per la mobilità

Ambiti produttivi di rilievo sovracomunale consolidati per funzioni miste manufatturiere e terziarie o la cui evoluzione e' individuabile verso funzioni miste o terziarie

Art. 9.1

L’azzonamento ASP. AN1.85 – Globo rientra tra gli Ambiti produttivi consolidati ed in particolare viene classificato come Ambiti produttivi consolidati per funzioni miste manifatturiere e terziarie o la cui evoluzione è indirizzabile verso funzioni miste o terziarie. Per tutti gli ambiti specializzati di rilievo sovracomunale il PTCP indica indirizzi generali all’Art 9.1 delle NTA ed in particolare per gli ambiti consolidati aggiunge i seguenti ulteriori indirizzi specifici: • l’utilizzo delle potenzialità insediative residue e di quelle derivanti da dismissioni, va governato

privilegiando prioritariamente le esigenze di sviluppo e di eventuale reinsediamento di attività produttive già insediate nell’ambito o nel territorio circostante;

• le ulteriori espansioni insediative, di cui al precedente punto 2 lettera A), oltre a quanto già previsto al momento dell’adozione delle presenti norme, si motivano solamente in relazione a esigenze, non diversamente soddisfacibili, di sviluppo di attività produttive già insediate nell’ambito, o di eventuale reinsediamento di attività già insediate nel comune o nei comuni o nell’associazione o unione di comuni in cui l’ambito ricade, che debbano trasferirsi, o ancora di realizzazione di impianti di smaltimento e recupero di rifiuti.

L’azzonamento ASP.AN1.85 - GLOBO è un “Ambito produttivo sovracomunale di nuovo insediamento, a conferma delle previsioni previgenti” in attuazione delle previsioni inserite nel primo P.O.C e risponde ai requisiti sopra riportati

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Tavola PTCP Elemento/zona Norme Verifica di conformità

Grandi strutture di vendita del settore non alimentare

Art. 9.5

In relazione alle individuazione effettuate dal PTCP il centro commerciale Globo ricade nell’ambito territoriale sovracomunale n.5 ed è classificato come Singola struttura di di rilevanza provinciale con attrazione di livello superiore Tipo 2 - grandi strutture non alimentari di livello superiore, con almeno 10.000 mq di superficie di vendita del settore non alimentare; Oltre a quanto è tenuto a fare il Comune in sede di individuazione nei POC in merito alla verifica delle condizioni di sostenibilità socio-economica, ambientale e territoriale prevedendo adeguate misure di mitigazione e compensazione degli impatti, il presente PUA soddisfa anche i seguenti criteri riportati nell’ Art. 9.5: • gli insediamenti dovranno essere collocati entro il perimetro dei territorio urbanizzato e di preferenza

inserirsi all’interno di assi commerciali esistenti o di progetto, con esclusione di localizzazioni isolate; • eventuali localizzazioni ricadenti nel territorio urbanizzabile potranno essere previste solo in caso di

una dimostrata impossibilità di individuare soluzioni alternative e verificando l’effettiva sostenibilità commerciale al fine di definire un adeguato mix funzionale; le strutture previste dovranno essere comunque contigue ad aree già urbanizzate

Tav. 4A Assetto strategico delle infrastrutture per la mobilità

Per quanto concerne gli interventi in progetto la realizzazione della nuova rotatoria sulla via Emilia Est si inserisce nell’ambito degli interventi di riqualificazione della rete di base di interesse regionale per la quale sono previsti interventi di riqualificazione della sede viaria esistente, miglioramento dell’accessibilità e razionalizzazione delle intersezioni, così come riportato dalla Tav 4A

Tav. 4B Assetto strategico delle infrastrutture e dei servizi per la mobilità collettiva

Nessuna indicazione

Connettivo ecologico diffuso periurbano Art. 3.5

Nelle aree individuate come Connettivo ecologico diffuso peri-urbano, per garantire la funzione di connessione ecologica, si dovranno realizzare nodi e corridoi di estensione limitata, ma maggiormente diffusi, perseguendo contemporaneamente l’obiettivo di qualificare il territorio agricolo e di costituire un filtro fra i limiti della città e la campagna e quindi?? Tav. 5 Reti ecologiche

Varchi ecologici Art. 3.5

Nelle zone in cui l’edificazione corre il rischio di assumere il carattere di continuità, i “varchi ecologici” segnalano i lembi residuali di territorio non edificato da preservare perché interessati dalla presenza di Corridoi ecologici o di Direzioni di collegamento ecologico. L’intervento non interferisce con le funzioni di tale elemento della rete ecologica

Tabella 3 – Riepilogo verifica di conformità PTCP

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3.5 Piano Strutturale Comunale (PSC) – Piano Operativo Comunale (POC) – Regolamento

Urbanistico Edilizio (RUE) – Comune di San Lazzaro di Savena

La Legge Regionale n. 20 del 24 marzo 2000 e smi “Disciplina generale sulla tutela e l’uso del

territorio” introduce innovazioni al processo di pianificazione territoriale e urbanistica. La nuova

disciplina prevede la sostituzione del tradizionale Piano Regolatore Generale (PRG) con un innovativo

assetto normativo che introduce nuovi strumenti per la pianificazione, uno di natura programmatica:

◊ il PSC (Piano Strutturale Comunale, che delinea le scelte strategiche di assetto e sviluppo del

proprio territorio, tutelando l’integrità fisica ed ambientale e l’identità culturale dello stesso), due

di pianificazione operativa:

◊ il RUE (Regolamento Urbanistico Edilizio, che disciplina il territorio urbanizzato e rurale oltre

che comprendere il regolamento edilizio) e

◊ il POC (Piano Operativo Comunale, che disciplina per ogni quinquennio le grandi aree oggetto

di trasformazione del territorio).

Il Comune di San Lazzaro di Savena ha elaborato il PSC in forma associata con i Comuni della

Valle Idice al fine di avere una pianificazione condivisa e coerente su tutto il territorio. Questo è stato

possibile anche sulla base di un Accordo territoriale con la Provincia di Bologna e la Regione Emilia

Romagna.

Conformemente a quanto disposto dall’Art. 32 della normativa sopra riportata in merito al

procedimento di approvazione del PSC e RUE, in data 7 Aprile 2009 con deliberazione n. 27, il

Consiglio Comunale di San Lazzaro di Savena ha approvato il Piano Strutturale Comunale (PSC).

Al fine di valutare le previsioni di Piano che insistano sull’area di intervento sono state analizzate le

tavole:

• Sl-PSC.1 - Schema intercomunale di assetto territoriale 1:25.000

• Sl-PSC.2d - Tutele e vincoli di natura storico-culturale, paesaggistica, ambientale, relativi alla

sicurezza e vulnerabilità del territorio 1:5.000

• Sl-PSC.3a - Ambiti e trasformazioni territoriali 1:10.000

Dalla Tav. SL-PSC.3a si evince che l’area di intervento è classificata come Ambiti produttivi

sovracomunali di nuovo insediamento, a conferma delle previsioni previgenti soggette alle

disposizioni dell’Art 4.29 delle NTA che per i suddetti ambiti ammettono limitate integrazioni

attraverso nuovi insediamenti, sempre attraverso PUA entro una porzione di territorio perimetrata (con

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caratteri di autonomia funzionale), oppure attraverso intervento diretto quando ammesso dalla scheda

normativa.

L’azzonamento ASP.AN1.85 è ricompresso nella Tavola SL.POC.3a del POC-Variante 1 del

Comune di San Lazzaro, adottato con Delibera di Consiglio Comunale n. 46 del 19/07/2012.

In particolare il POC ha apportato rettifiche non sostanziali al perimetro dell’ambito individuato dal

PSC, conformando i perimetri a quelli previsti negli strumenti sovracomunali vigenti.

Le disposizioni di attuazione delle previsioni del POC per il comparto in esame sono riportate

all’Art. 18 – Ambiti specializzati per attività produttive e comparti di attuazione delle NTA. Per

le sedi di attività ricettive esistenti negli ambiti ASP alla data di adozione del RUE, il POC assegna

potenzialità edificatorie entro il limite del 20% della Su esistente finalizzate all’adeguamento e

potenziamento delle funzioni ricettive.

Sl-PSC.1 - Schema intercomunale di assetto territoriale 1:25.000

Sl-PSC.2d - Tutele e vincoli di natura storico-culturale, paesaggistica, ambientale, relativi alla sicurezza e vulnerabilità del territorio 1:5.000 Il sito ricade all’interno delle aree di ricarica di tipo B e ai margini della fascia di rispetto archeologico della Via Emilia

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Sl-PSC.3a - Ambiti e trasformazioni territoriali 1:10.000

Figura 20 - Stralcio Tav PSC Comune di San Lazzaro di Savena (figura non in scala)

Figura 21 - Stralcio Tav. SL-PSC.3a PSC Comune di San Lazzaro di Savena (non in scala)

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Figura 22 - Legenda Tav. SL-PSC.3a PSC Comune di San Lazzaro di Savena

I vigenti PSC e RUE, tramite le specifiche schede di P.O.C. e Val.S.A.T., prescrivono per

l’azzonamento ASP. AN 1.85 quanto segue:

Scheda di POC

Superfici

ST : mq 32.258 circa.

Carichi insediativi previsti dal PSC

L’ambito ASP.AN1.85 deriva dal PRG e conseguentemente il PSC ha attribuito, oltre alla Su

esistente, la medesima quantità di nuova edificazione prevista incrementandola di ulteriori 500 mq di Su

e integrandola con la Su prevista dallo stesso PRG sulle aree cedute dal Comune di San Lazzaro di

Savena.

Usi, funzioni e carichi insediativi

Su esistente oltre a mq 2.964 circa di Su di nuova edificazione così ripartiti:

• mq 800 previsti dal PRG previgente;

Ambito di intervento Comparto ASP.AN1.85

Ambito di PSC (modificato col POC) ASP.AN1.85

Localizzazione Cicogna - Via Emilia, Via Aldo Moro

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• mq 1.664 circa in applicazione di Uf = 0,70 mq/mq su lotto alienato dal Comune;

• mq 500 previsti dal PSC.

Funzioni non residenziali:

• Funzioni di servizio complementari alla residenza, Usi: b1, b2, b3, b4, b5, b6, b7, b8

• Servizi e attrezzature di interesse collettivo, Usi: b10.1, b10.3, b10.4

• Funzioni commerciali e terziarie a forte concorso di pubblico, Usi: b11.1.a, b11.1.n, b11.2n,

b11.3.n

• Funzioni alberghiere e comunque per il soggiorno temporaneo, Uso: e1

Dotazioni territoriali e aree di cessione

Quantità minime di aree per dotazioni territoriali:

• Parcheggi pubblici P1: nella misura prevista dal RUE

E’ ammessa la monetizzazione, da definire in sede di PUA e da corrispondere contestualmente alla

sottoscrizione della Convenzione urbanistica

• Aree per attrezzature e spazi collettivi U: nella misura prevista dal RUE

E’ ammessa la monetizzazione, da definire in sede di PUA e da corrispondere contestualmente alla

sottoscrizione della Convenzione urbanistica

Aree di cessione:

• Cessione gratuita al Comune delle aree funzionali alla realizzazione della nuova rotatoria prevista

all’incrocio Via Emilia, Via Aldo Moro, Via Fondè.

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Figura 23 - Stralcio Tav. SL-POC.3a POC Comune di San Lazzaro di Savena (non in scala)

Figura 24 - Legenda Tav. SL-POC.3a POC Comune di San Lazzaro di Savena

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TAVOLA PSC Elemento/zona Norme Verifica di conformità

S1-PSC.1 Schema intercomunale di assetto territoriale

L’area rientra nell’areale di potenziale sviluppo degli ambiti specializzati per attività produttive

S1-PSC.2d Zona di tutela dei corpi idrici superficiali e sotterranei

Art. 2.21 e art. 8.2e PTCP

Il sito ricade all’interno delle aree di ricarica di tipo B e ai margini della fascia di rispetto archeologico della Via Emilia

S1-PSC.3a Ambiti e trasformazioni territoriali Art. 4.28

L’area è classificata come Ambiti produttivi sovracomunali di nuovo insediamento, a conferma delle previsioni previgenti

Tabella 4 – Riepilogo verifica di conformità PSC

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4 Quadro di riferimento progettuale

Nel presente capitolo viene fornita la descrizione dell’intervento in progetto. 4.1 Identificazione della ditta

I dati generali del soggetto proponente gli interventi di progetto sono esposti nella tabella che segue:

Ragione Sociale Mare Blu s.r.l.

Sede legale Via Roma 447 – 64014 Villa Rosa di Martinsicuro (TE)

Legale Rappresentante Gabriele Di Nicola

C.F. - Partita I.V.A 00654350677

4.2 Descrizione dell’area

Il progetto riguarda l’ampliamento di un edificio commerciale, ubicato in Via Emilia n. 265 a San

Lazzaro di Savena. Il fabbricato principale, nato con destinazione produttiva come sede della OM

autoveicoli, venne realizzato nei primi anni ’60.

Nelle vicinanze dell’edificio si trovano altre unità a destinazione produttiva sui lati nord e ovest,

mentre sul lato est si trova un complesso residenziale costituito da un edificio di 4 piani e da due file di

villette a schiera, facente parte del progetto originario quali residenze dei lavoratori del complesso

produttivo, secondo il modello architettonico della “fabbrica-giardino”, assai in voga nella metà del

secolo scorso.

Attualmente il fabbricato ospita il grande magazzino Globo, specializzato nella vendita di

abbigliamento. Nelle condizioni di progetto non è previsto un cambio di destinazione d’uso ma la

ricerca del miglioramento dell’organizzazione funzionale dell’area di vendita principale.

Partendo dalla via Emilia e procedendo verso nord si incontrano:

• l’edificio principale circondato da un’area a parcheggio;

• un edificio più stretto e allungato, ortogonale al primo (che verrà in parte demolito e al quale

l’ampliamento andrà a porsi in aderenza);

• un’area a verde.

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Figura 25 - Stato di fatto

4.3 Modalità e tempi di attuazione

Di seguito sono indicati i tempi e le modalità di attuazione, gli obblighi del soggetto attuatore e le

prescrizioni progettuali:

- presentare il PUA entro 90 giorni dalla delibera di approvazione del POC;

- sottoscrivere la Convenzione urbanistica entro 30 giorni dalla delibera di approvazione del

PUA;

- richiedere il Permesso di costruire per la realizzazione delle infrastrutture per l’urbanizzazione

degli insediamenti e delle attrezzature e spazi collettivi entro 60 giorni dalla delibera di

approvazione del PUA, previa stipula della Convenzione urbanistica e iniziare i lavori entro 90

giorni dal rilascio dello stesso Permesso di costruire;

- progettare e realizzare la nuova rotatoria prevista all’incrocio Via Emilia – Via Aldo Moro – Via

Fondè, nonché il nuovo raccordo tra la rotatoria e via Fantini dotato di parcheggi pubblici;

- le indennità degli eventuali espropri per la realizzazione delle opere suddette saranno a carico

del soggetto attuatore;

- richiedere il Permesso di costruire per la realizzazione di tali opere entro 60 giorni dalla delibera

di approvazione del PUA, previa stipula della Convenzione urbanistica e iniziare i lavori entro

90 giorni dal rilascio dello stesso Permesso di costruire.

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4.4 Contenuti e obiettivi del PUA

L’obiettivo generale della proposta progettuale è una più ottimale distribuzione degli spazi nel lotto

ottenuta con le seguenti azioni:

1. incentivare la frequentazione dello spazio commerciale sfruttando l’attrattiva dell’area bar-

ristorazione. L’ampliamento e la valorizzazione degli spazi di esposizione e vendita è stato

richiesto dalla committenza per l’inserimento di nuove funzioni e per fare spazio (come

indicato nella Relazione Illustrativa del progetto), “alla moderna concezione del commercio

in una importante Città di prima fascia e all’attuale domanda di mercato estremamente

articolata”.

2. rendere più fruibile il verde del comparto: la progettazione del comparto ha permesso un

contestuale ridisegno del verde, concentrato e meglio utilizzabile.

I contenuti e gli obiettivi specifici principali del PUA in sintesi, intervenendo in un lotto su cui

insistono edifici di valore architettonico primario (per la maestosità formale e strutturale) di cui è stata

riconosciuta meritevole la salvaguardia, sono quelli di soddisfare i seguenti requisiti:

- salvaguardare l’immobile principale da ovvii e non ammissibili “ampliamenti e o prolungamenti

atipici” ed in parte l’immobile secondario retrostante, per il quale si può considerare un parziale

utilizzo delle sole campate centrali;

- demolire corpi isolati incongrui ed ormai fatiscenti, non aventi odierna giustificazione (come il

parallelepipedo di vetro un tempo utilizzato per mostra - vetrina);

- concentrare e rendere fruibile il verde.

Sono state considerate attentamente l’ubicazione ed il dimensionamento delle nuove parti da

edificare ed altre, attualmente completamente asfaltate, da rinverdire e rendere permeabili.

Il confronto tra le superfici permeabile ed impermeabile relativamente allo stato di fatto e allo stato

di progetto è esposto nelle due figure che seguono. Si osserva, come esposto anche nella tabella sotto

riportata, un lieve calo della superficie permeabile totale (data dalla somma della superficie permeabile e

parte della semipermeabile) rispetto alla situazione pre-intervento.

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Superficie Pre-intervento (mq) Post-intervento (mq)

Superficie impermeabile 24.655,56 (77,84%) 23.291,51 (74,15%)

Superficie semipermeabile 3.875,80 (12,34%)

Superficie permeabile 7.017,71 (22,16%) 4.245,43 (13,51%)

Superficie Territoriale 31.673,27 (100%) 31.412,74 (100%)

Superficie ceduta 260,54

Superficie impermeabile totale 26.742,77 (85,13%)

Superficie permeabile totale 4.669,97 (14.87%)

Figura 26 – Planimetria superficie permeabile e impermeabile – Stato di fatto

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Figura 27 – Planimetria superficie permeabile e impermeabile – Stato di progetto

4.5 Interventi di progetto

L’azzonamento ASP.AN1.85-GLOBO è un “Ambito produttivo sovracomunale di nuovo insediamento, a

conferma delle previsioni previgenti” in attuazione delle previsioni inserite nel primo P.O.C., con i

conseguenti impegni attuativi anche extra comparto per le infrastrutture:

• realizzazione della nuova rotonda stradale di via Emilia Levante - via Aldo Moro - via

Fondè, sulla base della scheda di PSC, integrata con i necessari raccordi con via Fantini e via

A. Moro;

• dotazione di parcheggi pubblici a disposizione delle attività già insediate.

L'Attuatore intende realizzare una superficie di vendita complessiva (Sv) pari a circa mq. 6.000

generati dall'applicazione degli indici perequativi previsti dal PSC così calcolati:

• 6.000 mq di superficie di vendita complessiva di cui mq. 600 destinabili al settore alimentare

• 9.000 mq di superficie utile complessiva derivante anche dall’utilizzo della sup. fondiaria del

lotto edificabile acquistato dall‘Amministrazione Comunale con indice Uf= 0,7 mq./mq.

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Gli interventi di progetto consistono nella realizzazione:

• all’interno dell’ambito ASP.AN1.85 (Centro Commerciale) di:

- un nuovo corpo di fabbrica (corpo L) nell’area attualmente utilizzata a piazzale;

- prolungamento dell’esistente struttura di vendita (corpo A) fino a collegarsi con

l’esistente corpo B + corpo C con contestuale parziale demolizione degli stessi corpi

lungo la direttrice Est - Ovest;

- risistemazione dell’aree esterne;

- riorganizzazione della circolazione e viabilità interna per meglio ubicare i parcheggi

pubblici e pertinenziali anche alla luce di quanto previsto per la viabilità nell’immediata

adiacenza.

• all’esterno dell’ambito ASP.AN1.85 di:

- una nuova rotatoria stradale, come da previsioni di PSC ed indicazioni di RUE,

raccordante la Via Emilia , Via Aldo Moro e Via Fondè;

- rettifica dell’attuale tracciato di Via Fondè per innestarsi correttamente nella nuova

rotatoria e collegare alla Via Emilia anche la Via Fantini;

- creazione di nuovi parcheggi pubblici in fregio alle Vie Fonde’ e Fantini.

Intervenendo inoltre in un lotto su cui insistono edifici di valore architettonico primario, la proposta

progettuale non può non risentire dell’esigenza di soddisfare i seguenti requisiti prioritari:

- salvaguardia dell’immobile principale (a firma del Dott. Arch. G. Gresleri) da ovvii e non

ammissibili “ampliamenti e o prolungamenti atipici“;

- salvaguardia dell’immobile secondario retrostante (anch’esso a firma del Dott. Arch. G.

Gresleri) per il quale si può considerare un parziale utilizzo delle sole campate centrali;

- demolizione di corpi isolati incongrui ed ormai fatiscenti , non aventi odierna giustificazione

(es.:parallelepipedo di vetro per mostra - vetrina).

La proposta progettuale, dopo aver valutato compiutamente tutte le problematiche del caso, ipotizza

in prima istanza la “clonazione” di quanto già realizzato. La realizzazione delle “grandi ali” di copertura

(di luce libera pari a circa 58 m) viene proposta con materiale diverso dall’originario conglomerato

cementizio armato, ma con identiche forme strutturali più leggere, attraverso l’impiego di legno

lamellare.

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L’effetto che ne deriva appare soddisfacente in quanto, replicando ulteriormente la matrice formale

originaria, si avverte oltretutto una sorta di ri-proporzionamento complessivo del complesso edilizio

originario.

La nuova viabilità prevista dal POC come impegno attuativo del presente PUA è tra gli interventi

più significativi riportati dal Piano Generale del Traffico Urbano del Comune di S. Lazzaro di Savena.

La modifica dell’intersezione tra la Via Emilia e la Via Fondè è indicata infatti con il numero 11 nella

Tav. 6.4 “Interventi per la fluidificazione e la sicurezza stradale” del PGTU, inserita nel POC e prevista

come onere per gli attuatori del PUA.

Figura 28 - Immagine tratta dalla Relazione del POC (elaborato SL.POC.1)

4.6 Sottoservizi esistenti

L’intera area è completamente servita da esistenti reti per:

- acquedotto

- fognature

- metanodotto

- elettrodotto interrato

- linee telefoniche

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Figura 29 – Sottoservizi esistenti

4.7 Sostenibilità ambientale dell’intervento

Le attività in progetto per minimizzare i possibili impatti sulle componenti ambientali, più

ampiamente descritti nei paragrafi successivi, includono:

- messa a dimora di una adeguata superficie boscata per l’incremento di biomassa, anche in area

contigua esterna al comparto;

- previsione di sistemi di stoccaggio delle acque meteoriche per irrigazione delle aree verdi

private, per la pulizia delle strade private e per altri usi non potabili;

- previsione di tetti verdi per quanto possibile sulle coperture degli edifici;

- realizzazione di posti auto pertinenziali inerbiti o permeabili.

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5 Quadro di riferimento ambientale

Nel presente capitolo viene svolta l’analisi della qualità ambientale con riferimento alle componenti

dell'ambiente potenzialmente soggette ad un impatto significativo in seguito alla realizzazione

dell’ampliamento in progetto.

Si procederà inoltre alla descrizione delle misure previste per evitare, ridurre e compensare dal punto

di vista ambientale gli eventuali effetti negativi indotti dal progetto sull'ambiente.

5.1 Impatti ambientali del progetto e sue alternative

Ogni proposta di progetto che si prefigga un determinato obiettivo presenta, per il raggiungimento

dello stesso, linee d’azioni alternative: l’analisi delle alternative ha lo scopo di individuare possibili

soluzioni diverse da quella di progetto e di confrontarne i potenziali impatti con quelli determinati

dall’intervento proposto. Lo spettro delle possibili alternative, che possono essere considerate per una

attività quale quella in oggetto, è rappresentato da:

1. alternative di processo o strutturali: si tratta di modifiche tecniche o tecnologiche del progetto

per ridurre gli impatti negativi preconizzati. Nel presente progetto, alla descrizione dei potenziali

impatti ambientali negativi derivanti dall’attuazione dell’intervento proposto segue la trattazione

di tutte le misure che verranno adottate per mitigare tali impatti. Misure che risultano essere

tecnologicamente le più efficaci e disponibili a costi non eccessivi, in modo tale da rendere

l’attuazione dell’intervento economicamente concorrenziale;

2. alternative di compensazione o di mitigazione degli effetti negativi: si tratta della ricerca di

contropartite, transazioni economiche o accordi vari per limitare gli impatti negativi

ineliminabili. Si tratta di alternative generalmente contemplate in caso di impatti negativi

permanenti: nel caso del presente PUA, secondo quanto emerso dall’analisi del comparto pre e

post intervento compiuta nel POC, ai fini delle matrici ambientali, non sono state evidenziate

differenze significative. La scelta finale di concentrare gli edifici necessari allo sviluppo

dell’attività, per riordinare le funzioni per lo sviluppo e l’offerta alla Cittadinanza, ha privilegiato

la fruibilità del verde. Lasciando infatti inalterati i punti di accesso dalla pubblica viabilità (Via

Emilia Levante e Via A. Moro) si è cercato di proporre una soluzione più compatta, che

lasciasse quanto più spazio possibile adibito a verde effettivamente fruibile. Inoltre, le modifiche

progettuali alla viabilità presso l’intersezione Via Emilia/Via Fondè/Via A. Moro (rotatoria che

sostituirà incrocio semaforizzato) porteranno ad una fluidificazione dei flussi di traffico, con

conseguente beneficio dal punto di vista delle emissioni in atmosfera.

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3. alternativa zero (assenza di progetto od opzione zero): consiste nel non procedere con il

progetto sotto alcuna forma. Tale alternativa non risulta realisticamente percorribile o realmente

auspicabile, poiché l’intervento di ampliamento in oggetto è stato inserito negli strumenti di

pianificazione e si rende necessario per rispondere alle esigenze della cittadinanza, per

consolidare e valorizzare l’attività produttiva, per rafforzare i servizi e le dotazioni delle frazioni

anche attraverso la modifica dell’intersezione stradale che porterà ad una fluidificazione del

traffico.

5.2 Schema riassuntivo degli impatti ambientali attesi a scala locale

Gli impatti che si prevede di avere con la realizzazione dell’intervento in progetto sono tutti a scala

locale e riassunti nella tabella che segue:

Matrice ambientale Impatti previsti Entità Mitigazioni

Atmosfera e clima Emissioni provocate da traffico veicolare e impianti termici Trascurabile

• Installazione caldaie a condensazione

• Modifica viabilità (Inserimento nuova rotatoria) per la fluidificazione del traffico

• Istallazione impianto fotovoltaico

• Messa a dimora di bosco urbano e tetti verdi

Ambiente idrico superficiale e sotterraneo

Diminuzione superficie permeabile Bilancio idrogeologico negativo

Trascurabile

• Vasca laminazione per raccolta e riutilizzo acque meteoriche

• Eliminazione parcheggi in asfalto e realizzazione posti auto inerbiti

Suolo e sottosuolo

Demolizioni, nuove costruzioni, nuovi parcheggi, nuova viabilità, scavo vasca interrata

Trascurabile --

Rumore Rumore provocato dal traffico veicolare e impianti termici Trascurabile

• Utilizzo caldaie a condensazione

• Installazione unità roof top • Modifica viabilità

(inserimento nuova rotatoria)

Flora – fauna - ecosistemi Positivo Realizzazione di tetti verdi e messa a dimora nuove

--

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Matrice ambientale Impatti previsti Entità Mitigazioni

alberature

Benessere umano Positivo

Aumento offerta lavorativa e mantenimento memoria storica

--

Rischio di incidenti Non sono previsti impatti Nullo --

Paesaggio e patrimonio storico/culturale

Positivo

Demolizione edifici fatiscenti, realizzazione area verde, riequilibrio spazi

--

Il metodo di valutazione prescelto per la stima e la misura degli impatti relativi al progetto e alle

alternative è basato su confronti prevalentemente qualitativi degli impatti prodotti dalle varie alternative,

confrontando separatamente gli impatti di ogni componente ambientale. Lo studio è incentrato sulle

azioni di progetto e sugli impatti ambientali che risultano essere significativi, cioè che rivestono maggior

importanza nell’ambito del processo decisionale, o che hanno un maggior livello di incidenza.

5.2.1 Impatti per atmosfera e clima

Le principali fonti di emissioni in atmosfera sono legate al traffico e ai sistemi di generazione

impiegati per il riscaldamento invernale e la produzione d’acqua calda a servizio degli edifici.

A servizio del centro commerciale sono presenti e già installate due caldaie a condensazione

Viessmann Mod. Vitoplex 300 da 345 kW ognuna. Le caldaie sono collocate in un opportuno locale

tecnico e alimentano rispettivamente le U.T.A. (Unità Trattamento Aria) che climatizzano l’edificio

esistente e le batterie acqua calda dei due roof-top (climatizzatori monoblocco da esterno concepiti per

essere collocati sopra gli edifici) previsti per l’ampliamento. Questo tipo di gruppi termici offre

numerosi vantaggi rispetto alle tradizionali caldaie a temperatura costante.

Le caldaie che saranno utilizzate per il nuovo comparto sono del tipo a condensazione Viessmann

Mod. Vitoplex 300. Tali caldaie, rispetto ad un gruppo termico tradizionale, consentono di risparmiare

fino al 20% circa di combustibile.

L’elevato contenuto di acqua unito all’utilizzo di bruciatori garantiscono una combustione ottimale,

un funzionamento affidabile e duraturo nel tempo, e ridotte emissioni di sostanze inquinanti per

un’ulteriore salvaguardia dell’ambiente.

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Le caldaie a condensazione sono in grado di ottenere un rendimento termodinamico superiore al

100% del potere calorifico inferiore del combustibile utilizzato grazie al recupero del calore latente di

condensazione del vapore acqueo contenuto nei fumi della combustione, con una conseguente

riduzione delle emissioni di NOx e CO2. Le caldaie tradizionali infatti, seppure "ad alto rendimento"

(91-93% alla potenza termica nominale), riescono a utilizzare solo una parte del calore sensibile dei

fumi di combustione.

Le caldaie installate sono assicurate dalla ditta installatrice ad elevata qualità, del tipo “a tre giri di

fumo” e con superfici di scambio termico convettivo a più strati, con carico termico ridotto in camera

di combustione quindi combustione a basso tenore di sostanze inquinanti con ridotte emissioni di

ossidi di azoto.

L'utilizzo di tali caldaie di nuova generazione riduce notevolmente il consumo di combustibile e

quindi le emissioni inquinanti.

Per il nuovo ampliamento, la scelta è quella di installare due unità roof-top per la climatizzazione

dell’area commerciale del tipo “con recupero rotativo entalpico” e modulazione della capacità termo-

frigorifera.

Il progetto di ampliamento prevede inoltre l’uso di energie rinnovabili e la riduzione dei consumi

energetici finali e delle corrispondenti emissioni climalteranti, mediante la costruzione di un impianto

fotovoltaico, che sarà installato sulle coperture delle tettoie dei parcheggi auto.

Un’altra fonte di emissioni per l’atmosfera è rappresentata dal traffico veicolare generato/attratto

dall’attività commerciale.

Presso l’intersezione semaforica Via Emilia/Via Aldo Moro/Via Fondè, dove è prevista da progetto

la realizzazione di una rotatoria, è stato condotto uno studio dei flussi di traffico, la cui relazione è

allegata alla documentazione progettuale (“Studio dei flussi di traffico dell’intersezione semaforizzata Via

Emilia/Via Fondè/Via A. Moro” di Agosto 2012).

Tale studio ha previsto l’acquisizione di dati di campo nella giornata e nella fascia oraria ritenuta più

critica (Venerdì 29/06/2012 dalle 17:30 alle 18:30) con suddivisione del tempo totale di osservazione in

n. 4 periodi di 15 minuti cad., condizione che creava la possibilità di evidenziare eventuali picchi

anomali, che non sono stati individuati. I dati acquisiti in campo sono stati poi elaborati mediante il

programma SIDRA INTERSECTION, un software per la verifica, il confronto e l’ottimizzazione del

funzionamento delle intersezioni semaforizzate, con rotatoria o regolate mediante segnale di “stop” o di

“dare precedenza”.

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Dallo studio eseguito è emerso che lo stato attuale, identificato in un’intersezione semaforica, può

presentare delle criticità, pertanto la soluzione geometrica prevista concorrerà ad un miglioramento

della situazione attuale. L’incremento della domanda determinato da quanto in progetto risulta

trascurabile in relazione al traffico attualmente presente e gli interventi di adeguamento della viabilità

porteranno ad una fluidificazione dei flussi di traffico, con conseguente beneficio dal punto di vista

delle emissioni in atmosfera. In sostanza, le emissioni legate al maggior afflusso veicolare legato

all’ampliamento del centro commerciale, possono essere assorbite dal miglioramento della viabilità.

Per quanto riguarda gli interventi di mitigazione delle emissioni in atmosfera, è prevista la messa a

dimora di un bosco urbano di latifoglie e la realizzazione di un tetto verde sulla copertura dell’edificio

adibito a bar/ristorante.

Saranno inoltre eseguite le necessarie attività di manutenzione e controllo (es. potatura, sfalcio,

rasatura tappeto erboso, irrigazione, ecc.) atte a garantirne lo sviluppo e la crescita.

5.2.2 Impatti sulle acque superficiali e sotterranee

L’area di ubicazione dell’intervento in progetto ricade all’interno del territorio urbanizzato e ricade

nella zona B di protezione delle acque sotterranee di cui all’art. 5.3 delle NTA di PTCP.

L’art. delle Norme di Attuazione (elaborato SL.POC.2a) del POC richiede che venga fatto un uso

razionale delle risorse idriche negli insediamenti urbani, in particolare secondo l’art. 12 comma 2 lettera

C: “E’ obbligatorio per gli interventi disciplinati dal POC contenere l’effetto di impermeabilizzazione delle superfici”.

Il comparto è situato a nord della via Emilia e perciò ricadente in area che secondo le definizioni

della “Direttiva per la sicurezza idraulica nei sistemi idrografici di pianura nel bacino Reno” è

considerata come potenzialmente inondabile a seguito di eventi di pioggia con tempi di ritorno critici

maggiori o uguali di 25 anni e minori o uguali a 200 anni, per essa dovrà essere dimostrato il “non

incremento di rischio idraulico” (art. 12 comma 2 NTA del POC).

Per quanto riguarda le reti fognarie del progetto si evidenzia che il comparto sarà attrezzato con una

doppia rete:

- acque nere per la raccolta dei reflui che dovrà collegarsi alla fognatura mista pubblica;

- acque bianche per la raccolta delle acque meteoriche dei tetti e di quelle di dilavamento

provenienti da strade e parcheggi. Le acque meteoriche di dilavamento suscettibili di

contaminazione (strade e parcheggi) prima di recapitare in corpo idrico superficiale subiranno

un trattamento conforme alla normativa vigente in materia.

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Il progetto delle reti fognarie allegato al progetto è stato realizzato nel rispetto del Regolamento

Comunale per il servizio di Fognatura del Comune di San Lazzaro (approvato con delibera di Consiglio

Comunale n. 152 del 30.10.1990).

Nel Quadro Conoscitivo del PSC viene riportata l’analisi dell’area che compare nell’accordo

territoriale siglato tra l’associazione comunale Valle Idice e la provincia di Bologna nel 2004:

“La rete fognaria della Cicogna è in parte di tipo separato e in parte mista. Non è presente alcun sistema di laminazione.

E’ in corso di realizzazione uno scolmatore delle acque bianche sul Canale dei Molini per controllare la portata massima

delle acque che confluiscono al canale di bonifica. Rimane necessario all’interno dell’ambito provvedere alla realizzazione

di un sistema di laminazione anche per sanare le problematiche pregresse.”

Il recapito finale dell’ambito ASP.AN1.85 è costituito dal Canale dei Molini di Idice.

L’attività commerciale non genera impatti significativi sulla matrice acque superficiali e sotterranee e

per perseguire l’obiettivo di miglioramento quantitativo della funzione di ricarica dell’acquifero saranno

adottate le seguenti misure:

• realizzazione di posti auto pertinenziali inerbiti o permeabili, costituiti da autobloccanti

riempiti di ghiaietto per consentire il perfetto drenaggio ed il conseguente defluire delle

acque superficiali anche in occasione di eventi atmosferici (piogge) di forte intensità, con

capacità di accumulo temporaneo e successiva proficua infiltrazione negli strati profondi del

terreno;

• realizzazione di un sistema di raccolta delle acque meteoriche, che opportunamente filtrate,

potranno essere riutilizzate per l’irrigazione delle aree verdi private, per la pulizia delle strade

private e per altri usi non potabili. La raccolta delle acque piovane avverrà in una vasca di

raccolta interrata opportunamente dimensionata secondo le indicazioni della norma UNI

10724 (20 x 10 m con profondità di 1,2 m per un totale di 240 mc, sufficienti a garantire

l’invarianza idraulica) e la loro distribuzione sarà garantita tramite elettropompe. In questo

modo, acque che andrebbero disperse all’interno della condotta fognaria comunale possono

essere riutilizzate, costituendo così una riserva ideale per l’irrigazione. Allo stesso tempo

questo sistema è in grado di offrire un immediato contributo alla soluzione dei problemi

dello spreco, della penuria e dei crescenti costi dell'approvvigionamento idrico.

Per quanto riguarda le acque sotterranee:

• le indagini ambientali eseguite nel 2002 nei pressi dell’area in oggetto (ex P.V. Agip n. 5599)

non hanno evidenziato la presenza di circolazione idrica sotterranea fino alla massima

profondità indagata di 7,0 m da p.c.

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• le indagini eseguite nel 2012 in occasione dello studio geologico da allegare al PUA, non

hanno evidenziato la presenza di circolazione idrica sotterranea fino alla massima profondità

indaga di 10,2 m da p.c.

5.2.3 Impatti su suolo e sottosuolo

In allegato al PUA è stata effettuata un'indagine geologica e geotecnica su terreno sito in via Emilia

Levante, nel Comune di San Lazzaro di Savena.

Scopo dell'indagine è stato quello di ricostruire il modello geologico del comparto dove è previsto

l’ampliamento del fabbricato commerciale esistente (Globo) e la realizzazione di una nuova

costruzione.

Le indagini sono state sviluppate attraverso sopralluoghi atti a riconoscere il quadro geologico

generale, mediante l’esecuzione di n° 4 prove penetrometriche statiche C.P.T. e di un’ indagine sismica.

Lo studio geologico è stato eseguito in accordo con le normative di seguito elencate:

• Norme tecniche per le costruzioni: Decreto 14/01/2008 del Ministero delle Infrastrutture

(GU n.29 del 04/02/2008);

• Circolare Cons. Sup.LL.PP. – Istruzioni per l’applicazione delle “Norme tecniche per le

costruzioni”di cui al D.M. 14 gennaio 2008 –bozza aggiornata al 7 marzo 2008;

• Circolare Cons. Sup.LL.PP. N° 617/2009: Istruzioni per l’applicazione delle “Norme

tecniche per le costruzioni”di cui al D.M. 14 gennaio 2008;

• Ordinanza PCM 3274 (20/03/2003): primi elementi in materia di criteri generali per la

classificazione del territorio nazionale e di normative tecniche (G.U. n.105 del 08/05/2003);

• Eurocodice 7.

L'area oggetto di studio, inserita nell’elemento n° 221103 della C.T.R. (Carta Tecnica Regionale,

scala 1:5.000), è ubicata nella fascia di alta pianura ad una quota di ca. 64 m s.l.m., in un contesto

caratterizzato da gradienti topografici contenuti.

Il lotto ricade tra il Torrente Idice, situato a Est, ed il Torrente Savena, situato a Ovest, in un area di

interconoide dei due corsi d’acqua, che rappresenta l’elemento morfologico dominante dell’area, ed è

separato da cospicue estensioni di depositi argilloso-limosi a permeabilità bassa o praticamente nulla e

verticalmente da setti di più ridotta potenza. Esso è costituito da sedimenti clastici trasportati e

depositati dal Fiume, aventi caratteristiche granulometriche molto eterogenee a causa del carattere

rapido e discontinuo tipico della sedimentazione fluviale. Tutto ciò si traduce in una selezione dei clasti,

sia in senso longitudinale (granulometria decrescente da monte verso valle) che in senso trasversale

(granulometria decrescente dal centro verso le sponde). La selezione dei clasti si riscontra anche in

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senso verticale (alternanza di sedimenti grossolani e minuti dovuti, rispettivamente, a sedimentazioni

avvenute in periodi di piena e di magra).

Da quel che si evince, in particolare, dalla lettura della Carta Geologica di Pianura (a cura di R.E.R. -

scala 1:250.000) l’area è interessata da “depositi di conoide e di terrazzo” costituiti da Sabbie, limi

sabbiosi e limi - ghiaie sabbiose e sabbie in corpi canalizzati e lenticolari.

Le indagini condotte in campo sono state spinte fino alla profondità max di 10,2 m da p.c. e sulla

base dei risultati ottenuti, è stata schematizzata la seguente stratigrafia:

Le prove indicano, al di sotto del primo strato di riporto superficiale, la presenza di limi da

mediamente consistenti a consistenti con spessori variabili da circa 3 m in corrispondenza della prova

CPT1 a circa -10.2 m in corrispondenza delle prova CPT3 e CPT4. Più in profondità si incontrano lenti

ghiaiose e ghiaioso-sabbiose, imperforabili dalla strumentazione utilizzata. Il tetto delle suddette lenti

ghiaiose, risultano poste a quote variabili da – 4,4 m nella CPT 1 a –10,2 m nelle CPT 3 e 4

Nei fori di sondaggio non è stata rinvenuta la presenza di acqua, inoltre nella CPT n° 3 (la più

profonda) è stato installato un piezometro di tipo Norton aperto. Le misure sono state effettuate con

un apposito freatimetro calato fino a fondo foro, ottenendo i risultati esposti nella tabella che segue:

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Sulla base di un’analisi di dettaglio dei litotipi affioranti e considerando le caratteristiche

geomorfologiche ed idrografiche dell’area esaminata, si desume uno schema di circolazione idrica

sviluppato prevalentemente nei pressi dei depositi permeabili profondi (oltre i 20 m di profondità).

Tale valutazione è confermata dai dati reperiti in bibliografia specialistica, ed in particolare dalla

consultazione dei dati piezometrici di un pozzo profondo situato circa 100 m a SE del lotto. I dati

sono stati reperiti dalla banca dati della Regione Emilia-Romagna (Piezometrie e qualità della acque

sotterranee nella pianura emiliano-romagnola pozzo ARPA BO53-2 ), da cui si evince che la profondità

della falda risulta sempre maggiore dei 30 m.

Nella seguente tabella vengono riassunti i principali parametri geotecnica, che sono stati desunti

dall’elaborazione dei risultati delle prove eseguite, dalla consultazione di bibliografia specialistica e per

comparazione tenendo conto di analisi di laboratorio eseguite su terreni aventi le stesse caratteristiche.

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Per la rilevazione del rumore sismico ambientale è stato utilizzato il tromografo digitale TROMINO

(Micromed), progettato specificamente. Lo strumento è dotato di tre sensori elettrodinamici

(velocimetri), orientati N-S, E-W e verticalmente, che permettono la registrazione del microtremore nel

campo di frequenze compreso tra 0 e 200 Hz. Dopo che il segnale è stato acquisito da tre velocimetri

per un determinato tempo t, e digitalizzato a 24 bit, esso viene trasmesso ad un software dedicato

(Grilla) per l’elaborazione.

Nel sito di indagine è stata effettuata una misura di sismica passiva a stazione singola della durata di

12', attraverso il quale il sottosuolo è classificabile in categoria C, definita come:

“C - Depositi di terreni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente

consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà

meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 180 m/s e 360 m/s (ovvero 15 <

NSPT,30 < 50 nei terreni a grana grossa e 70 < cu,30 < 250 kPa nei terreni a grana fina)”.

Presso l’area in oggetto, nell’ambito dell’intervento di dismissione dell’area da parte del precedente

proprietario (Agip Petroli S.p.A.) è stata eseguita nel 2002 un’indagine ambientale per l’accertamento

della qualità del sottosuolo contestualmente alla rimozione di n. 11 serbatoi metallici interrati.

Le attività di caratterizzazione ambientale svolte hanno previsto la caratterizzazione del sottosuolo

nell’area di pertinenza dell’ex P.V in corrispondenza degli scavi effettuati per l’estrazione dei serbatoi e

l’individuazione dell’eventuale presenza di sostanze inquinanti caratteristiche delle attività svolte dal

precedente proprietario dell’area. I risultati analitici di laboratorio su detti campioni di terreno hanno

presentato valori inferiori ai limiti indicati dalla normativa vigente (ex D.M. 471/99) in relazione alla

destinazione d’uso verde pubblico, privato e residenziale per tutte le sostanze esaminate.

Allo stato attuale, sulla base delle informazioni disponibili, non sono pertanto presenti serbatoi

interrati o altre possibili fonti di contaminazione del suolo e del sottosuolo.

Per quanto riguarda la produzione di rifiuti, non si ipotizza un aumento del carico dei rifiuti per

effetto dell’ampliamento e si conferma l’ubicazione sul lato nord della zona attualmente adibita a

contenitori tipo "scarrabile" o "press container", per la raccolta di rifiuti.

La proprietà sta valutando inoltre di accollarsi l’impegno, attraverso un nuovo protocollo adottato

dal Centro Commerciale, per far crescere la percentuale di raccolta differenziata.

Non si prevede, quindi, che l’attività possa provocare impatti negativi sulla componente suolo e

sottosuolo.

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5.2.4 Impatti per rumore

Per quanto riguarda la componente acustica è già stata dichiarata nella Valsat del POC l’invarianza

della matrice ambientale in seguito all’attuazione del PUA, ed è stata confermata l’attuale V classe

acustica (vedi Figura 25).

Figura 30 - Stralcio della Tav n. 1 della Zonizzazione acustica del Comune di San Lazzaro. L’area ricade in classe 5.

L’art. 81 delle Norme del RUE del Comune di S. Lazzaro, nell’elenco degli elaborati da presentare

con il PUA, include la “Documentazione Previsionale di Clima Acustico”, ad esclusione delle aree che,

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come quella in oggetto, ai sensi della zonizzazione acustica, sono classificate o classificabili in classe V o

VI.

In allegato al documento “Valsat del P.U.A. conforme al vigente Piano Operativo Comunale (POC)

azionamento ASP.AN1.85 – Globo” è stata presentata la dichiarazione, firmata da un tecnico abilitato in

acustica, attestante che all’esterno del fabbricato non sono presenti emissioni sonore significative

prodotte da attività, strumenti, macchinari o impianti di climatizzazione o altro in relazione alla

posizione dei ricettori sensibili più prossimi.

Figura 31 – Planimetria dell’area.

A supporto dell’attività è prevista da progetto l’installazione, all’interno di un apposito locale tecnico,

di due caldaie mod. Viessmann Vitoplex 300, mentre in copertura sono previste due unità roof top

Climaveneta mod. Whisper. Tali macchinari, di potenza acustica pari a 90 dB(A) cad., risulteranno

installati ad almeno 75 m dal ricettore residenziale più prossimo, e saranno tali da generare livelli di

pressione sonora al ricettore medesimo non superiori a 45 dB(A) (vedi Figura 27).

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Figura 32 – Estratto di zonizzazione acustica e individuazione di sorgenti sonore e recettori sensibili

In prossimità della rotonda in progetto su Via Aldo Moro, sarà inoltre realizzato un nuovo

fabbricato destinato ad attività di bar/ristorante. Si ipotizza che l’attività sarà servita da un nuovo

impianto per la climatizzazione estiva ed invernale, costituito da n. 2 unità esterne motocondensanti di

marca e modello da definirsi. È noto che questo tipo di macchinari produca in posizione laterale livelli

di pressione sonora di poco superiori a 60 dB(A) misurati ad 1 m di distanza. È altresì possibile

l’installazione di una U.T.A. per il ricambio aria della zona cucine, dotata di due ventilatori, uno per la

mandata e uno per la ripresa dell’aria interna; per una macchina di questo tipo opportunamente

silenziata è ipotizzabile un livello di potenza sonora non superiore a 75 dB(A).

Considerando il recettore più prossimo ai macchinari, come l’appartamento al piano primo sul lato

opposto di Via Emilia, distante circa 20 m, attraverso i calcoli di verifica del limite di immissione sonora

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imputabile alle sole sorgenti impiantistiche, si ottiene un valore pari a ca. 42,5 dB(A), che non collabora

al superamento del limite assoluto di immissione della classe V, pari a 70 dB(A) nel periodo di

riferimento diurno.

Per quanto riguarda il traffico aggiunto, sulla base dello studio condotto (“Studio dei flussi di traffico

dell’intersezione semaforizzata Via Emilia/Via Fondè/Via A. Moro” di Agosto 2012), l’incremento della

domanda determinato da quanto in progetto risulta trascurabile in relazione al traffico attualmente

presente e gli interventi di adeguamento della viabilità porteranno ad una fluidificazione dei flussi di

traffico, con conseguente beneficio anche dal punto di vista del rumore.

5.2.5 Impatti per flora, fauna ed ecosistemi

Il comparto in oggetto non interessa zone che presentino rilevanza da un punto di vista faunistico,

quali le zone designate come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e

quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e dalla flora

e della fauna selvatica, nonché i territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità, di cui

all’art. 21 del D. Lgs. 228/2001.

La Tav. 5 del PTCP contiene l’individuazione preliminare dei punti di criticità fra sistema

insediativo, infrastrutture per la mobilità e rete ecologica di livello provinciale. In prossimità dell’area di

intervento la Tav. 5 riporta:

− Connettivo ecologico diffuso;

− Varchi ecologici: nelle zone in cui l’edificazione corre il rischio di assumere il carattere di

continuità, i “varchi ecologici” segnalano i lembi residuali di territorio non edificato da

preservare perché interessati dalla presenza di Corridoi ecologici o di Direzioni di

collegamento ecologico.

L’intervento non interferisce con le funzioni di tale elemento della rete ecologica.

È possibile prevedere quindi che l’attività in progetto non avrà ripercussioni negative sulla flora e

sulla vegetazione, né tanto meno sulla fauna e più in generale sugli ecosistemi.

Per quanto riguarda il verde, il progetto di ampliamento prevede l’incremento locale della fitomassa

anche tramite l’uso di soluzioni innovative (es. tetti verdi sul locale adibito a ristorazione).

La maggior parte delle alberature presenti nell’area risalgono agli anni ‘60-’70 (ad eccezione di quelle

che sono state introdotte negli anni 2000 quando si è proceduto alla sistemazione dell’edificio “Ex

Gandolfi”), periodo in cui, la scelta delle alberature non era dettata da criteri naturalistici ed ambientali.

Le specie rilevate dal tecnico incaricato per la progettazione del verde sono in prevalenza “specie

alloctone”: ciò ha portato a non poter godere di alberature sane e di grandi dimensioni, ma di alberature

deperite in seguito a condizioni atmosferiche e pedologiche sfavorevoli.

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Come si legge nella relazione che accompagna il progetto del verde, al capitolo descrittivo dello stato

di fatto, molti esemplari presentano infatti “sviluppo stentato, clorosi, asfissia e patologie ed

entomopatie gravi che ne hanno compromesso e che pregiudicano in avvenire sicuramente la loro

condizione”.

Il progetto del verde prevede l’abbattimento di alcune alberature per motivi fitosanitari, per esigenze

edificatorie, di ristrutturazione o di riordino della viabilità, come esposto nelle figure che seguono:

Figura 33 – Stralcio Tav. 10 Tavola del Verde n. 1 “Abbattimento alberature per motivi fitosanitari” (non in scala)

Figura 34 – Stralcio Tav. 10 Tavola del Verde n. 1“Abbattimento alberature per esigenze edificatorie” (non in scala)

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I criteri progettuali hanno tenuto conto di quanto espressamente indicato sia nella “Scheda

normativa prescrittiva del POC”, sia nelle prescrizioni indicate nella “Scheda di VAS” relativamente alle

mitigazioni da introdurre per la sostenibilità dell’intervento.

Riguardo poi alla scelta delle specie e delle cultivar si sono preferite “piante autoctone”, nel rispetto

del vigente Regolamento comunale per la tutela del verde” e nello specifico “Parte 2 “Specie ammesse in

tutto il territorio comunale e nelle aree urbanizzate”, nonché tenendo, in debito conto, dove le piante verranno

collocate e precisamente:

A) negli spazi ridotti (parcheggi, aiuole ecc.):

• acero campestre (Acer campestre);

• carpino bianco (Carpinus betulus e Carpinus betulus pyramidalis);

• orniello (Fraxinus ornus);

• pero da fiore (Pyrus chanticleer);

• ligustro (Ligustrum japonicum);

• quercia piramidale (Quercus peduncolata”Fastigiata”);

• leccio (quercus ilex);

• orniello (Fraxinus ornus).

B) negli spazi più grandi (come dimensioni)

• frassino maggiore (fraxinus excelsior).

Nella realizzazione dei posti auto pertinenziali ineriti o permeabili, saranno inoltre rispettate le

indicazioni fornite dal Responsabile dell’Ufficio Verde del Comune di S. Lazzaro di Savena, in

particolare:

- preservare il “segno” delle alberature esistenti nell’area che verrà utilizzata a “bosco urbano di

latifogle” e precisamente gli olmi (N. 89, 90, 93, 96) e l’acero campestre (N. 103) anche, se

necessario, sacrificando alcuni posti auto;

- preservare la quercia posizionata sul fronte della Via Emilia identificata con il N. 4;

- introdurre nella sostituzione del “filare” sul lato ovest del fabbricato principale esistente anche il

leccio (Quercus ilex).

Per quanto attiene le nuove aree destinate a parcheggio, inoltre, la soluzione progettuale adottata è

quella di un autobloccante riempito di ghiaietto che consentirà il perfetto drenaggio ed il conseguente

defluire delle acque superficiali anche in occasione di eventi atmosferici (piogge) di forte intensità , con

capacità di accumulo temporaneo e successiva proficua infiltrazione negli strati profondi del terreno.

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Da un punto di vista agronomico, questa soluzione garantisce l’indispensabile aerazione

dell’apparato radicale e l’approvvigionamento idrico naturale; inoltre ciò evita danni per sollevamento

della superficie a parcheggio riscontrabile in tutte le situazioni con pavimentazioni impermeabili.

La scelta varietale tiene conto altresì del fatto che le foglie, i fiori ed i frutti delle piante utilizzate non

siano in alcun modo responsabili di eventuali danni alle automobili parcheggiate.

In prossimità dell’albero all’interno del parcheggio, la pavimentazione in autobloccante verrà

interrotta per l’inserimento di una “griglia in ghisa” che avrà una doppia funzione: quella di consentire

la sosta degli automezzi anche in prossimità del colletto della pianta e quella di accompagnare la crescita

dell’albero nel tempo, visto che è possibile asportarne via via porzioni concentriche, dando così modo

alla pianta di aumentare, senza danno, la sua circonferenza

Figura 35 – Stralcio Tav. 11 Tavola del Verde n. 2 “Ipotesi parcheggi lato Sud-Ovest” (non in scala)

Per quanto riguarda l’arredo vegetale delle superfici a verde pensile relativamente al nuovo

fabbricato di progetto, trattandosi di un verde estensivo, si propone l’utilizzo di varie cultivar di Sedum,

notoriamente molto adatte per questa tipologia di intervento anche nelle nostre zone, essendo una

specie rustica, particolarmente resistente alla siccità, insensibile alle basse temperature, tappezzante,

sempreverde che offre fioriture e cromatismi autunnali che per lo scopo risultano ineguagliabili.

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Figura 36 – Stralcio Tav. 11 Tavola del Verde n. 2 “Progetto sistemazione aree a verde” (non in scala)

5.2.6 Impatti per la salute ed il benessere dell’uomo

L’attività in progetto avrà diverse ripercussioni positive per la salute ed il benessere dell’uomo: in

primo luogo l’ampliamento dell’attività commerciale garantirà un incremento dell’attuale offerta

lavorativa, in secondo luogo la riqualificazione del comparto contribuirà a mantenere viva la memoria

storica dell’edificio principale.

Per l’esercizio dell’attività in progetto non è previsto l’utilizzo di sostanze pericolose.

È da escludere quindi la possibilità che eventuali incidenti possano avere ripercussioni significative

per l’uomo o l’ambiente.

5.2.7 Impatti per il paesaggio ed il patrimonio storico/culturale

La Via Fondè, interessata dal collegamento con la nuova rotatoria prevista all’incrocio Via Emilia –

Via Aldo Moro – Via Fondè prevista dal PUA, è classificata dal PTCP come viabilità d’impianto storico

tuttora in uso nella rete della mobilità veicolare, che svolga attualmente funzioni di viabilità principale o

secondaria o di scorrimento o di quartiere.

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• I caratteri paesaggistici sono all’attualità quelli del territorio urbanizzato del Comune di San

Lazzaro di Savena nella fascia di levante, a valle della via Emilia e cioè:

• Edificazione intensiva di contenitori industriali di altezza oscillante tra gli 8 e i 10 m. (zona

artigianale della “Cicogna” , ex Grimeca, ex Bertagni , ex OM ecc.., risalenti agli anni 60-70)

con episodi incongrui di tipo residenziale al confine Est del comparto ASP.AN1 85

(Villaggio dei Ragazzi – AUC. 5);

• Edificazione di margine, a monte della via Emilia, con ancora contenitori ad uso industriale

ed edifici di residenza con sottostanti servizi di vicinato;

• In fregio a via A.Moro, a sud della medesima, esiste inoltre una vasta area ex comunale per la

dotazione di servizi di zona (ASP.AN1 40) ancora però in attesa di realizzazione;

• Sul lato ovest dell’area in oggetto ASP.AN1 85, sia a valle della via Emilia sia a monte della

stessa vi sono vaste superfici destinate a Parco;

• L’edificio principale del comparto ASP.AN1 85 (corpo A) è stato classificato per l’eccellenza

raggiunta in questo caso dalla moderna architettura; in tale contenitore ed in quello a margine

nord del lotto si svolge un’attività di commercio al dettaglio (Globo);

• A valle della via Emilia , in fregio alla medesima , il paesaggio urbano appare in qualche caso

degradato per la dismissione di attività in essere, le cui proprietà sono state però

recentemente acquisite dalla suddetta Ditta Globo: alcune imponenti alberature incombono

sul fabbricato tutelato, a ridosso del quale furono all’epoca messe a dimora.

In sintesi, sulla base della relazione paesaggistica prodotta in allegato a Progetto Preliminare, per il

comparto ASP.AN1.85, riguardando una superficie inserita in un contesto urbanizzato e scarsamente

rilevante dal punto di vista paesaggistico, si è appurato comunque che:

• non appartiene a sistemi naturalistici (biotopi, riserve, parchi naturali, boschi);

• non si rilevano sistemi insediativi storici (centri storici, edifici storici diffusi);

• non vi sono paesaggi agrari;

• non vi è traccia di tessiture territoriali storiche (centuriazioni,viabilità storica);

• non appartiene a sistemi tipologici di forte caratterizzazione locale e sovralocale;

• non appartiene a percorsi panoramici o ad ambiti di percezione da punti o percorsi

panoramici;

• non appartiene ad ambiti a forte valenza simbolica.

Le opere in progetto, per quanto attiene all’Ambito ASP. AN1.85 riguardano dunque:

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• la riqualificazione del fronte stradale della via Emilia mediante la demolizione di esistenti

corpi annessi incongrui e la sistemazione a raso con dotazione di percorsi ciclo-pedonali ed

incremento di parcheggi di uso pubblico e pertinenziali;

• il riassetto del verde alberato ed il potenziamento delle zone permeabili di alimentazione

delle falde sotterranee con accumulo in idonee vasche dell’acqua meteorica per l’invarianza

idraulica del complesso;

• la rivisitazione complessiva della circolazione in sicurezza di utenti a piedi e o con velocipedo

oppure motorizzati, eliminando punti di frizione e o vera criticità;

• l’accorciamento degli esistenti corpi B+C per aprire visuali al Villaggio dei Ragazzi e sul

realizzando bosco urbano nel lato nord-est;

• l’ampliamento mediante “clonazione” della matrice architettonica di pregio a congiungere

l’esistente corpo A con i corpi B+C, da ridimensionare in lunghezza. Con la riduzione in

lunghezza del corpo B+C si ottiene altresì di allontanare dal confine Est (Villaggio dei

Ragazzi) il costruito e aprire anche alla visuale dei fruitori del Centro Commerciale

l’appendice a verde (bosco urbano) disponibile sul lato Nord per ricostituire una continuità

paesaggistica percepita ed inopinatamente interrotta dal suddetto corpo B+C.

• la creazione di servizi in fregio alla nuova rotatoria, per la socializzazione della popolazione.

Discorso a parte riguarda la proposta formulata per il corpo a ridosso della nuova rotatoria della

quale ne subisce invece “la rotondità formale e funzionale” (edificio per servizi) per un miglioramento

della qualità complessiva dei luoghi e della socialità.

Le opere in progetto, per quanto attiene invece il contorno viario dell’Ambito ASP. AN1.85

riguardano:

• la realizzazione di nuova rotatoria di via Emilia,via A. Moro,via Fondè con arretramento di

residuali pericolanti colonne in muratura al margine di accesso alla Proprietà del Castello

Ratta- Dolfi, per segnalarne come in origine l’accesso al lungo viale biforcato con rondò

terminale;

• la creazione di nuovi parcheggi pubblici nell’ansa viaria di risulta derivante dal nuovo

tracciato terminale di via Fondè (per rispettare i requisiti di sicurezza veicolare prescritti dal

Nuovo Codice della Strada) con contestuale “liberazione” di spazi verdi in corrispondenza

dell’antico tracciato storico di via Fondè;

• la connessione ed integrazione degli esistenti percorsi ciclo-pedonali del Parco di Villa

Cicogna all’Ambito ASP.AN1.85 e dintorni prossimi.

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La trasformazione proposta comporterà dal punto di vista paesaggistico notevoli migliorie d’insieme

e di dettaglio, dirette ed indotte, a breve e medio termine, in particolare:

• sul fronte Sud della Via Emilia si otterrà un riequilibrio degli spazi antistanti il costruito;

• sul lato Est dell’Ambito si percepirà l’allargamento delle visuali da parte dei fruitori del

Comparto e del contorno abitato, con percezione visiva della realizzanda area boscata;

• sul lato Ovest si provvederà all’impianto di essenze autoctone in sostituzione di quelle

(alloctone) seriamente malate;

• sul lato Nord si provvederà altresì alla rimozione dell’esistente traliccio metallico (h. m. 21)

adibito nel passato al sostegno di insegna pubblicitaria.

Figura 37 – Simulazione vista Nord-Ovest

Figura 38 – Simulazione vista Sud-Ovest

Figura 39 – Simulazione vista Sud-Est

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Sulla base di quanto sopra esposto e data la natura dell’intervento in oggetto, che comprende la

demolizione di edifici fatiscenti, l’ampliamento di una struttura già esistente, la realizzazione di rotatoria

che sostituisce l’attuale intersezione semaforica, si può ragionevolmente ritenere che l’attività in

progetto non avrà ripercussioni negative alcune sul paesaggio e sul patrimonio storico/culturale.

5.2.8 Sinergie d’impatto ambientale

Gli impatti prodotti dall’opera sono tutti a scala molto ridotta e non sono sinergici tra loro.

L’unico aspetto che ha impatti sinergici riguarda il traffico veicolare indotto dall’ampliamento

dell’attività commerciale: questo produce inquinamento atmosferico e rumore; considerando però che

l’intervento si colloca già in un ambito caratterizzato da traffico veicolare intenso, si può

ragionevolmente ritenere che la sinergia non sia tale da compromettere la qualità dell’ambiente e della

zona.

5.2.9 Mitigazione degli impatti ambientali negativi

Gli impatti prodotti dall’opera sono tutti a scala locale e tale da non compromettere lo stato

dell’ambiente che caratterizza l’area, pertanto gli interventi di mitigazioni descritti all’interno del

presente documento si ritengono sufficienti

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6 Conclusioni

Il presente documento è relativo alla procedura di verifica “Screening” per il progetto di

ampliamento della superficie di vendita presso l’area Globo, Via Emilia n. 265 in Comune di San

Lazzaro di Savena (BO).

Gli impatti prodotti dall’attività e i relativi interventi di mitigazione si possono riassumere come

segue:

• Atmosfera e clima: emissioni prodotte da traffico veicolare e impianti termici. Tali impatti

sono stati considerati di entità trascurabile e gli interventi di mitigazione previsti sono: 1)

installazione di caldaie a condensazione; 2) modifica della viabilità con inserimento di nuova

rotatoria per la fluidificazione del traffico; 3) installazione di impianto fotovoltaico sulle

tettoie di copertura dei parcheggi; 4) messa a dimora di bosco urbano e tetti verdi;

• Ambiente idrico superficiale e sotterraneo: diminuzione della superficie permeabile e bilancio

idrogeologico negativo. Tali impatti sono stati considerati di entità trascurabile e gli

interventi di mitigazione previsti sono: 1) realizzazione di vasca di laminazione interrata per

la raccolta e il riutilizzo delle acque meteoriche a scopo di irrigazione del verde; 2)

eliminazione dei parcheggi in asfalto e realizzazione posti auto ineriti;

• Suolo e sottosuolo: Demolizioni, nuove costruzioni, nuovi parcheggi, nuova viabilità, scavo

vasca interrata. Tali impatti sono stati considerati trascurabili;

• Rumore prodotto da traffico veicolare e impianti di riscaldamento/condizionamento. Tali

impatti sono stati considerati di entità trascurabile e gli interventi di mitigazione previsti

sono: 1) utilizzo di caldaie a condensazione, 2) installazione unità roof top; ) modifica della

viabilità con inserimento di nuova rotatoria per la fluidificazione del traffico;

• Flora – Fauna – Ecosistemi: gli interventi in progetto generano impatti positivi su queste

componenti, legati all’aumento della superficie adibita a verde (messa a dimora nuove

alberature e realizzazione tetti verdi);

• Benessere umano: per questa matrice gli interventi in progetto generano impatti positivi,

legati all’aumento dell’offerta lavorativa, al mantenimento della memoria storica del luogo;

• Rischio di incidenti: non sono previsti impatti per questa matrice;

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• Paesaggio e patrimonio storico/culturale: gli interventi in progetto generano impatti positivi

su queste componenti, legati alla demolizione di edifici fatiscenti e alla realizzazione di aree

verdi.

Bologna, Settembre 2012

STUDIO MATTIOLI s.r.l.

Ing. Michele Pinna ________________________________________

Dott. Matteo Mattioli ____________________________________

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7 Elenco delle tavole e degli allegati a fine testo

TAVOLA 1............................................................................................................................................................ 68

AREA DI INDAGINE. ESTRATTO DALLA TAVOLA 221 SO “BOLOGNA SUD-EST” DELLA

CARTA TECNICA DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA – SCALA 1:25.000................... 68

TAVOLA 2............................................................................................................................................................ 68

TAVOLA 2............................................................................................................................................................ 69

ESTRATTO DALL’ELEMENTO 221103 “IDICE”, DELLA CARTA TECNICA DELLA

REGIONE EMILIA ROMAGNA – SCALA 1:5.000.......................................................................... 69

TAVOLA 3............................................................................................................................................................ 70

FOTO SATELLITARE...................................................................................................................................... 70

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TAVOLA 1 AREA DI INDAGINE. ESTRATTO DALLA TAVOLA 221 SO “BOLOGNA SUD-EST” DELLA CARTA TECNICA

DELLA REGIONE EMILIA ROMAGNA – SCALA 1:25.000

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TAVOLA 2 ESTRATTO DALL’ELEMENTO 221103 “IDICE”, DELLA CARTA TECNICA DELLA REGIONE EMILIA

ROMAGNA – SCALA 1:5.000

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TAVOLA 3 FOTO SATELLITARE