Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale...deposito di materie prime (malto, mais e luppolo),...
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Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale
Procedura di Valutazione di Impatto Ambientale
Rev 00 Sintesi non tecnica pag. I
INDICE 1. PREMESSA ...................................................................................... 2 2. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO ......................... 5 3. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE............................... 6
3.1 Nascita ed evoluzione dello stabilimento ..............................................6 3.2 Impianto per la produzione di birra........................................................7 3.3 Produzione di rifiuti dell’intero stabilimento .......................................10
3.3.1 Dettaglio delle operazioni di movimentazione e attrezzature per i principali rifiuti ............................................... 11
3.3.2 Emissioni ..................................................................................... 13 3.3.2.1 Sistemi di contenimento/abbattimento.................................. 15
3.3.3 Emissioni sonore ........................................................................ 17 3.3.4 Emissioni idriche......................................................................... 17
3.4 Descrizione del progetto .......................................................................19 3.4.1 Realizzazione degli interventi..................................................... 22
3.5 Analisi delle alternative progettuali .....................................................24
4. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE ................................ 26
5. CONCLUSIONI............................................................................... 29
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1. PREMESSA
Il presente documento costituisce la Sintesi non tecnica allegata allo Studio di
Impatto Ambientale relativo ai “Lavori di Ampliamento dello Stabilimento Birra
Peroni di Bari previsti nell'ambito del Progetto di Investimento Promosso con contratto di Programma Regionale”.
Il documento ha lo scopo di informare il pubblico sui contenuti dello Studio di
Impatto Ambientale che, in applicazione della Legge Regionale n. 11 del 12 Aprile
2001 (Norme sulla valutazione dell’impatto ambientale) e s.m.i., analizza gli impatti
derivanti dalla fase di esercizio dell’opera in oggetto.
L’intervento rientra nell’ambito degli “Aiuti ai programmi di investimento promossi
da Grandi Imprese da concedere attraverso Contratti di Programma regionali”.
Lo stabilimento della Birra Peroni nasce a Bari nel 1924, insediandosi in una
zona a ridosso del centro della città nuova.
Nel progetto di investimento promosso con contratto di Programma Regionale,
sono state previste opere di edilizia prevalentemente finalizzate alla realizzazione di
nuovi processi industriali inclusi nei programmi di ampliamento.
In particolare, per portare a termine il processo di miglioramento produttivo si
rendono necessarie alcune attività collaterali che, in linea con le più avanzate
tecnologie, contribuiscono al miglioramento continuo della qualità della produzione
nel rispetto delle esigenze ambientali e che, una volta realizzati, permetteranno
all’azienda, nell’anno a regime, di ottenere un incremento produttivo atteso del 7%
rispetto al 2009, per un totale di 1.512.100 hl/anno.
Tutti gli interventi strutturali e di processo che ha subito lo stabilimento, fino alla
attuale configurazione e capacità produttiva, sono stati effettuati antecedentemente
agli anni ’90 (fatta eccezione per gli interventi di ripristino dei silos danneggiati in
seguito all’incendio del 2008), quindi in totale assenza di normative rigurdanti i
procedimenti di Valutazione di Impatto Ambientale e di tutela ambientale, sia a
livello comunitario che a scala nazionale e regionale.
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Di conseguenza l’opificio, che in ogni caso ha sempre operato nel rispetto delle
normative ambientali e di settore vigenti, non è mai stato, legittimamente,
sottoposto ad alcun procedimento di Screening o di Valutazione di Impatto
Ambientale.
La società proponente, nell’ambito degli interventi di miglioramento rientranti nel
Progetto di Investimento Promosso con contratto di Programma Regionale, che
porteranno ad un aumento produttivo grazie esclusivamente a perfezionamenti
qualitativi e non quantitativi (non verranno realizzate nuove volumetrie ma adeguate
alcune di quelle esistenti), intende sottoporre lo stabilimento alla normativa di
Valutazione di Impatto Ambientale.
La Legge Regionale n°11/2001 (modificata dalla L.R.n°17/2007) che, allo stato
attuale, costituisce lo strumento legislativo di riferimento per la Valutazione di
Impatto Ambientale nella Regione Puglia, prevede (Art. 4 – Ambiti di applicazione)
che:
1. Sono assoggettati alla procedura di VIA di cui all'articolo 5 i progetti per la realizzazione di interventi e di opere identificati nell'allegato A, ripartito negli elenchi A1, A2 e A3;
2. Sono assoggettati alla procedura di verifica di cui all'articolo 16 i progetti per la realizzazione di interventi e di opere identificati nell'allegato B, ripartito negli elenchi B1, B2 e B3;
3. Sono assoggettati altresì alla procedura di VIA i progetti per la realizzazione di interventi e di opere identificati nell'allegato B, ripartito negli elenchi B1, B2, B3, qualora ciò si renda necessario in esito alla procedura di verifica di cui all'articolo 16 o qualora gli interventi e le opere ricadano anche parzialmente all’interno di aree naturali protette o di siti della Rete Natura 2000 di cui alle direttive 79/409/CEE e 93/43/CEE [l.r. n. 17/2007];
4. Sono soggette alla valutazione di incidenza ambientale ai sensi dell’art. 5 del DPR n. 357/1997, così come integrato e modificato dal DPR n. 120/2003, tutti gli interventi non direttamente connessi e necessari al mantenimento in uno stato di conservazione soddisfacente delle specie e degli habitat presenti nel sito, nonché i piani territoriali, urbanistici e di settore, ivi compresi i piani agricoli e faunistico venatori, che possono avere incidenze significative sul sito stesso. [l.r. n. 17/2007]
5. Sono assoggettati alle procedure di VIA o di verifica anche i progetti di trasformazione o ampliamento dai quali derivano interventi od opere con caratteristiche e dimensioni rientranti fra quelli previsti negli allegati.
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Nell’Allegato B, elenco B.2 (progetti di competenza della Provincia) tra gli
interventi soggetti a procedura di Verifica di Assoggettabilità a VIA di cui all’art.
16 è incluso il seguente:
• B.2.t) impianti per la produzione di birra o malto con una capacità di produzione superiore a 500.000 hl/anno,
pertanto, per l’impianto in esame, è prevista la procedura di Verifica, ai sensi
della normativa nazionale e regionale.
Tuttavia, il proponente ha ritenuto opportuno sottoporre il progetto non alla
procedura di verifica di assoggettabilità a VIA, ma DIRETTAMENTE alle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale, ai sensi dell’art. 4, comma 6,
lettera b, della legge 11/2001 (VIA VOLONTARIA).
Allo scopo ha redatto lo Studio di Impatto Ambientale (S.I.A.), articolato
secondo una struttura che ricalca consolidati schemi presenti in letteratura e a loro
volta desunti dalle normative in vigore.
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2. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGRAMMATICO
Dalla verifica effettuata nel Quadro di riferimento programmatico presente nello
Studio è emersa la sostanziale congruenza dell’impianto con gli strumenti di
pianificazione e programmazione e con lo strumento urbanistico comunale.
Si rimanda allo Studio di Impatto Ambientale per i dettagli.
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3. QUADRO DI RIFERIMENTO PROGETTUALE
In questo paragrafo si riporta una sintesi del quadro di riferimento progettuale.
3.1 Nascita ed evoluzione dello stabilimento
Lo stabilimento della Birra Peroni nasce a Bari nel 1924, insediandosi in una
zona a ridosso del centro della città nuova.
Nel 1963 veniva realizzato un nuovo stabilimento che, con ampliamenti
successivi previsti da uno specifico piano industriale, ha raggiunto rapidamente una
capacità produttiva di un milione di ettolitri.
Successivamente, in diverse fasi temporali, sono stati realizzati ulteriori interventi
di adeguamento ed ampliamento come di seguito indicato (cfr. elaborati grafici in
allegato) :
realizzazione di un nuovo magazzino con concessione edilizia n. 242/79 del
27/10/1979;
realizzazione di un magazzino con concessione edilizia n. 241/80 del
08/04/1981;
costruzione, sopralzo ed ampliamento delle cantine con concessione edilizia
n. 263/81 del 18/09/1981;
realizzazione di Tanks di pressione con concessione edilizia n. 455/84 del
03/09/1985;
realizzazione di un nuovo impianto di depurazione delle acque di scarico
dello stabilimento con D.I.A. del 30/09/1995;
ampliamento del reparto di imbottigliamento mediante una concessione
edilizia n. 2/99 del 28/07/1999.
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Lo stabilimento ad oggi ha una superficie complessiva di circa 190.000 m2, di cui
50.000 m2 coperti. I capannoni e le strutture sono adibiti a reparti di produzione,
deposito di materie prime (malto, mais e luppolo), magazzini scorte e ricambi, ed a
magazzini birra. Le zone esterne sono destinate allo stoccaggio di accessori di
produzione (bottiglie, fusti, ecc.) e allo stoccaggio dei residui di lavorazione e/o rifiuti
in genere.
Lo stabilimento di Bari, strategico nella politica di consolidamento e sviluppo
dell’intero Gruppo in quanto produttore di circa un quarto dell’intera produzione
nazionale di birra a marchio Peroni, rappresenta oggi una realtà di altissimo livello
qualitativo in continua evoluzione.
3.2 Impianto per la produzione di birra
La birra è una bevanda alcolica aromatizzata con luppolo ottenuta dalla
fermentazione indotta da lieviti specifici, degli zuccheri estratti dal malto d’orzo o di
altri cereali in grani e/o fiocchi maltati o non.
Nel seguito sono descritte le fasi di processo che portano alla realizzazione del
prodotto finito imbottigliato.
Fasi di processo
Le fasi di processo per la produzione della birra, individuate nello schema a
blocchi riportato di seguito, consistono in:
• Fase 1. Produzione mosto;
• Fase 2. Produzione birra;
• Fase 3. Confezionamento birra;
A queste fasi, strettamente legate alla sola produzione della birra confezionata, si
aggiungono le seguenti fasi accessorie:
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• Fase 4. Produzione delle basse temperature (centrale frigorifera);
• Fase 5. Produzione di calore (centrale termica);
• Fase 6. Produzione di aria compressa (compressori);
• Fase 7. Trattamento dell’acqua di processo (centrale idrica);
• Fase 8. Recupero della CO2;
• Fase 9. Depurazione delle acque reflue.
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Figura 3.1. Schema di produzione
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3.3 Produzione di rifiuti dell’intero stabilimento
Da ogni fase del processo, vengono generati dei rifiuti ed in particolare i fanghi
prodotti nella fase di depurazione, le trebbie generate dalla fase di produzione del
mosto, le farine fossili generate dal processo di produzione della birra e gli scarti di
vetro e carta prodotti nella fase di confezionamento.
Inoltre, sono presenti quantità minori di rifiuti derivanti sia dalla fase di
produzione che dal trattamento dell’acqua di processo.
In particolare la tipologia e la quantità dei rifiuti prodotti dalla produzione di birra
sono di seguito riportati:
FASE 9
FASE 3
FASE 5FASE 6FASE 7FASE 8
FASE 1FASE 2
FASE 4
1220,9275,1201,868,4
cartucce filtranti
vetro
750
2contenitori in plasticalegno
TIPOLOGIA
fanghi
RIFIUTIQUANTITA' (t/anno)
trebbiefarine fossili esauste
21792239,2
carta e cartonepolietilene
La gestione dei rifiuti all’interno dello stabilimento è parte integrante del sistema di gestione ambientale ISO 14001, pertanto esiste una procedura che definisce
tempi, modi e responsabilità.
Tale procedura di gestione dei rifiuti (modulo MGRBA) ha lo scopo di
minimizzare le quantità prodotte e la loro pericolosità, ridurre lo smaltimento finale
aumentando l’utilizzo di materiale riciclato.
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La raccolta dei rifiuti all’interno dello stabilimento avviene attraverso appositi
contenitori/aree (provvisti di un cartello identificativo) per la raccolta differenziata
preliminare delle tipologie di rifiuto più frequentemente prodotte nei diversi reparti.
Successivamente, gli stessi vengono trasferiti nelle postazioni di raccolta presenti
nell’area di deposito temporaneo, all’interno di box, container, scarrabili e fusti.
Per i rifiuti pericolosi, quali olio esausto, è prevista una zona di raccolta dedicata
provvista di adeguato bacino di contenimento per evitare il dilavamento degli oli; gli
stessi vengono poi prelevati ed opportunamente smaltiti da ditte autorizzate.
3.3.1 Dettaglio delle operazioni di movimentazione e attrezzature per i principali rifiuti
FANGHI
La maggior parte dei fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue (fase 9),
dopo la digestione anaerobica, vengono filtropressati e collocati in un cassone
scarrabile, la cui movimentazione è settimanale/quindicinale.
Questi fanghi sono sottoposti ad analisi semestrale e vengono conferiti, in
considerazione delle loro caratteristiche, a ditte autorizzate per la produzione di
compost (che effettuerà una operazione di recupero R3 Riciclo/recupero delle
sostanze organiche non utilizzate come solventi - comprese le operazioni di
compostaggio e altre trasformazioni biologiche). La parte restante di fanghi,
provenienti dalla fase aerobica, sotto forma liquida vengono prelevati con
autocisterne di autospurgo e conferiti ad impianti di depurazione autorizzati (con
destinazione D8 Trattamento biologico non specificato altrove nel presente allegato,
che dia origine a composti o a miscugli che vengono eliminati secondo uno dei
procedimenti elencati nei punti da D1 a D12 oppure D9 Trattamento fisico-chimico
non specificato altrove nel presente allegato che dia origine a composti o a miscugli
eliminati secondo uno dei procedimenti elencati nei punti da D1 a D12 -ad esempio
evaporazione, essiccazione, calcinazione, ecc.).
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VETRO
Il rottame di vetro proveniente dalla fase 3 viene posto in cassoni e prelevato con cadenza mensile per essere avviato al recupero presso aziende terze (R13
Messa in riserva).
PLASTICA
Il polietilene, proveniente dai pallets di bottiglie nuove (fase 3), viene pressato in
balle da circa 1 m3 e viene venduto per essere riciclato presso aziende terze (R13
Messa in riserva).
CARTA/CARTONE
La maggior parte di carta/cartone proviene dal reparto di confezionamento
(cappucci delle bottiglie nuove) e viene posta in due press-container, i quali con
cadenza settimanale vengono avviati al recupero presso aziende terze (R13
Messa in riserva).
IMBALLI IN LEGNO
Anche questi provengono quasi esclusivamente dal reparto confezionamento
(pallets rotti o non conformi), posti in cassone scarrabile e conferiti per il recupero
presso aziende terze (R13 Messa in riserva).
In vista del potenziamento produttivo del birrificio si verificherà un proporzionale
incremento dei prodotti di scarto (vetro, plastica, farine fossili, carta e cartone,
polietilene, legno), nonché di fanghi.
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3.3.2 Emissioni
L’impianto di produzione di birra, il cui processo produttivo è stato descritto in
precedenza, inevitabilmente determina delle emissioni di vario genere in quanto
connesse alle fasi e sottofasi di produzione.
Si precisa sin d’ora, come verrà specificato nel seguito, che si tratta in ogni modo
di emissioni, aeriformi, liquide e sonore, assolutamente non nocive sia per
l’ambiente che per la popolazione.
Di seguito è riportata una tabella di riepilogo in cui è indicata la tipologia e la fase
di produzione della emissione.
RUMOREXXXXXXXXX9 X
4
7 X X8 X X
5 X X6 X
XX
3 X
FASE ATMOSFERA1 X X2 X X
EMISSIONIACQUE REFLUE
Le emissioni in atmosfera generate dall’attività in parola, pur essendo
numerose, hanno un impatto ambientale assolutamente minimo in quanto, per la
stragrande maggioranza, sono riferite ad emissioni di vapore acqueo.
Le emissioni più significative provenienti dalla sala cotte sono costituite
prevalentemente da vapore acqueo, il quale, evaporando alle temperature di lavoro,
porta con sé sia sostanze organiche volatili non idrosolubili che vengono disperse
insieme al vapore acqueo, sia sostanze organiche volatili ed idrosolubili che,
successivamente, condensano insieme al vapore per effetto del gradiente termico a
cui viene sottoposto dopo l’emissione.
Alcune di queste sostanze, originate nei processi di lavorazione del mosto,
possiedono una bassa soglia olfattiva ed un odore tendenzialmente sgradevole.
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In corrispondenza della centrale termica, l’effluente gassoso emesso in
atmosfera viene generato dalla combustione di una miscela costituita da aria, gas
metano e biogas prodotto nell’impianto di trattamento per le acque reflue.
La composizione della miscela varia a seconda della disponibilità di biogas.
All’interno del reattore dedicato alla fermentazione anaerobica dei reflui, le
trasformazioni biochimiche attive, generano una quantità di biogas, che viene
catturato e convogliato in un gasometro; il gas accumulato può essere utilizzato per
alimentare la centrale termica che mantiene in temperatura (mediante scambiatori)
sia l’acqua del reattore (34–36°C) che i fanghi del digestore.
In corrispondenza della caldaia è da segnalare la presenza di una emissione, la quale, tuttavia, si mantiene nel rispetto dei limiti normativi.
Sempre nell’ambito del processo depurativo, quando il biogas risulta in eccesso
rispetto alle necessità dell’automantenimento, è disponibile, a fianco dell’impianto,
una torcia destinata a bruciare eventuali volumi di gas eccedente. Questa
circostanza, tuttavia, si verifica raramente, dal momento che solitamente il biogas in
eccesso viene automaticamente inviato alla centrale termica per la produzione del
vapore di processo, e pertanto le emissioni in corrispondenza della torcia sono da considerarsi trascurabili.
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3.3.2.1 Sistemi di contenimento/abbattimento
EMISSIONI IN ATMOSFERA ED IDRICHE
Come descritto in precedenza, le emissioni in atmosfera prodotte nel corso del
processo produttivo sono o non significative (vapore acqueo) o contenute
ampiamente entro i limiti di legge e, pertanto, non necessitano di sistemi di
abbattimento.
Per le emissioni odorigene derivanti dalla cottura del mosto e dall’impianto di trattamento delle acque reflue, al contrario, ci si è preoccupati di adottare misure atte a minimizzarle, stante anche la sopravvenuta vicinanza di insediamenti residenziali nelle aree limitrofe.
In particolare sono stati installati i seguenti presidi di contenimento:
1) emissioni odorigene dall’impianto di cottura mosto
Il sistema di abbattimento adottato ha il seguente funzionamento:
durante le fasi in cui si chiude la valvola di scarico fumi per far salire la pressione
nella Caldaia di Ebollizione, i fumi passano in uno scambiatore a fascio tubiero
(detto PFADUCKO), riscaldando a ca. 98°C acqua che circola nel secondario.
Tale acqua viene immagazzinata in un serbatoio detto Energy Storage Tank, e
servirà per riscaldare il mosto della cotta successiva nel Wort Heater, prima del suo
ingresso nella Caldaia di Ebollizione stessa, recuperando una gran parte del calore
che andrebbe perduto. Inoltre poiché i fumi della Caldaia di Ebollizione in tal modo
condensano, vengono anche abbattute le emissioni odorigene emesse dalla
Caldaia di Ebollizione stessa. Il condensato viene avviato all’impianto di
depurazione.
2) emissioni odorigene derivanti dall’impianto di depurazione reflui
Durante l’anno 2009 è stato installato, presso l’impianto di trattamento acque
reflue, un sistema di captazione delle emissioni odorigene così costituito:
Copertura in vetroresina autoportante del serbatoio di accumulo acque reflue;
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Copertura in vetroresina autoportante del sedimentatore primario;
Copertura in vetroresina autoportante del sedimentatore lamellare (acqua in
uscita dal reattore anaerobico);
Copertura in vetroresina autoportante della vasca di ispessimento fanghi.
Tutte le coperture sono state raccordate mediante tubazioni e l’aria viene
aspirata e convogliata in un biofiltro in grado di trattare circa 1500 m3/ora di aria.
Il biofiltro è costituito da una vasca di forma parallelepipoidale in polipropilene, il
letto filtrante (materiale adsorbente) è costituito da compost e corteccia per un
volume di 18 m3.
Le caratteristiche tecniche del biofiltro sono riportate nella tabella sottostante.
Il biofiltro è dotato di sistema di umidificazione automatica.
La ditta fornitrice dell’impianto ( Ecochimica ) garantisce una efficienza così come
evidenziato nella tabella seguente:
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3.3.3 Emissioni sonore
Le fonti sonore identificate nell’area della Birra Peroni S.p.A. sono riconducibili
alle macchine e attrezzature utilizzate all’interno dello stabilimento per la
produzione della birra, ai mezzi per la movimentazione e il trasporto della merce
che circolano all’interno dei capannoni e lungo la viabilità di servizio dello
stabilimento ed infine ad impianti ausiliari ubicati sia all’interno che all’esterno
dell’azienda.
Rilievi fonometrici effettuati all’interno e all’esterno dello stabilimento hanno
dimostrato che il superamento dei limiti diurni imposti dalla normativa non è
attribuibile all’attività dell’azienda bensì al traffico veicolare della SS16.
Pertanto le emissioni sonore prodotte dallo stabilimento, come verrà descritto in
dettaglio nel Quadro di Riferimento Ambientale, sono compatibili con la normativa
vigente.
3.3.4 Emissioni idriche
Dalle varie fasi produttive giungono all’impianto di depurazione (Fase 9) le
seguenti quantità di acqua da trattare:
Dalla fase 1 circa 30.000 m3/anno
Dalla fase 2 circa 107.000 m3/anno
Dalla fase 3 circa 277.000 m3/anno
Dalla fase 5 circa 1000 m3/anno
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Dalla fase 7 circa 6300 m3/anno
Dalla fase 8 circa 8600 m3/anno
Le acque meteoriche che investono l’intera area dell’azienda vengono smaltite
nella rete fognaria cittadina previo trattamento in vasche di prima pioggia.
In particolare, le acque di prima pioggia corrispondenti ai primi 5 mm di pioggia
caduti sull’intera superficie scolante, vengono accumulati in una vasca a tenuta
stagna della capacità di 100 m3 ed inviati all’impianto di depurazione dello
stabilimento, previo trattamento di grigliatura, dissabbiatura e disoleazione.
Le acque di seconda pioggia successive, vengono sottoposte ad i trattamenti di
grigliatura, dissabbiatura e disoleazione, prima di essere convogliate verso la rete di
fognatura meteorica cittadina esistente.
Il totale delle acque reflue depurate nell’ultimo anno è pari a ca. 430.000 m3. Lo
stabilimento ha un solo punto di emissione delle acque reflue in pubblica fognatura
delle acque nere (l’AQP ha rilasciato in data 03-09-2008 l’autorizzazione allo
scarico con validità fino al 13-10-2011).
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3.4 Descrizione del progetto
Nell’ambito degli interventi previsti nel progetto industriale sono contemplate
opere di edilizia che sono prevalentemente finalizzate alla realizzazione di nuovi
processi industriali inclusi nei programmi di ampliamento.
Relativamente all’intervento di miglioramento del processo, che non andrà ad
interessare nuove superfici e volumetrie, verranno fornite:
• le caratteristiche distributive interne/esterne atte a garantire le corrette
nuove destinazioni d’uso;
• le caratteristiche statiche indispensabili per assicurare la sicurezza
strutturale dei sistemi edilizi riconvertiti;
• le caratteristiche impiantistiche atte a garantire le imprescindibili condizioni
igienico-sanitarie;
• i sistemi di sicurezza indispensabili per assicurare il corretto impiego dei
nuovi sistemi spazio/funzioni.
Il progetto interessa 9 aree di intervento nei 4 reparti produttivi (cfr. allegati grafici
al Quadro di Riferimento Progettuale del SIA) ed è teso all’ampliamento sia della
produzione che dei processi produttivi in riferimento sia agli indici energetici che di
materia dello stabilimento, con particolare riguardo al rispetto dell’ambiente.
Tale obiettivo verrà garantito attraverso:
• Miglioramento nella conservazione e nel mantenimento della materia prima;
• Miglioramento delle caratteristiche termo-igrometriche;
• Miglioramento dei servizi igienico-sanitari;
• Miglioramento sugli spazi funzionali delle fasi di lavoro.
Gli interventi previsti verranno portati a completamento in un arco temporale della
durata di tre anni permettendo così all’azienda, nell’anno a regime, di ottenere un
incremento produttivo atteso del 7% rispetto al 2009.
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L’azienda, sita nella zona industriale di Bari, in prossimità della direttrice che
collega la tangenziale di Bari al centro della città, ricade nel foglio n. 438 delle
cartografie 1:50.000 dell’Istituto Geografico Militare (IGM).
Le zone nord ed est dello stabilimento si trovano a ridosso della zona abitata; in
particolare, a circa 20 m dalla recinzione, sono presenti edifici per civile abitazione.
Ad ovest l’area aziendale confina con la strada comunale ed un vivaio, a sud con la
tangenziale SS16.
Da un punto di vista urbanistico, lo stabilimento è localizzato nel foglio di mappa
D del PRG comunale, in particolare nella zona per attività secondarie di tipo A
(attività produttive industriali di tipo non nocivo e relativi servizi, quali mense,
attrezzature ricreative, sportive, assistenziali e sanitarie) collocata nella unità
catastale del Comune di Bari foglio n°47, p.lla 4.
L’area totale coperta risulta essere di 53.720 m² di cui 9.311 m² sono costituiti da
tettoie.
L’area vincolata a parcheggi è il 50% della complessiva superficie ovvero 92.782
m², mentre quella vincolata a verde è il 10% ovvero 18.556 m².
La volumetria complessiva che risulta attualmente realizzata è di circa 42.600 m³.
Sulla base di tali dati risulta che lo stabilimento alimentare non ha attualmente
esaurito la propria capacità edificatoria, che risulta essere circa 74.226 m².
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Fig. 2.2 Inquadramento territoriale su ortofoto (fonte: Google Earth)
In tale contesto si collocano i nove edifici/aree che saranno oggetto di intervento
per l’ampliamento industriale:
EDIFICIO TORRE
LOCALE OFFICINE
MAGAZZINO PRODOTTO FINITO
EDIFICIO CONFEZIONAMENTO
UFFICI CONFEZIONAMENTO
EDIFICIO IMBOTTIGLIAMENTO e MAGAZZINO
IMPIANTO DI DEPURAZIONE
Per l’aumento della capacità produttiva e per il miglioramento qualitativo del
processo di pastorizzazione della birra, verrà installato un impianto di Flash
Pastorizzazione.
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Tale impianto garantirà l’immodificabilità del profilo organolettico e delle
caratteristiche nutrizionali del prodotto insieme ad una riduzione notevole del
consumo energetico ottimizzando gli spazi a disposizione.
3.4.1 Realizzazione degli interventi
EDIFICIO TORRE
Consolidamento delle strutture in c.a tramite applicazione di betoncino armato
dato in opera con rete di armatura e malta cementizia, contenente fibre sintetiche in
poliacrilonitrile.
Isolamento a cappotto termico posa in opera di malta adesiva e tasselli ad
espansione in plastica e successiva interposizione di lastre di polistirene espanso e
rifinitura esterna in intonaco.
LOCALE OFFICINE
Consolidamento strutturale solaio di copertura attraverso la realizzazione di
cappe collaboranti al solaio mediante connettori e resine per riprese di getto, con
calcestruzzi ad alta resistenza Rck ed aggiunta di additivi specifici, anche a base di
inerti leggeri
MAGAZZINO PRODOTTO FINITO
Realizzazione nuova copertura tramite posa in opera di pannelli di copertura in
lamiera di acciaio grecata zincata e successivo trattamento di preverniciatura a
base di resine poliesteri applicate sopra una mano di primer epossidico.
EDIFICIO CONFEZIONAMENTO
Realizzazione di nuova copertura per ottimizzazione energetica tramite posa
in opera di pannelli di copertura costituiti da doppio supporto metallico in lamiera
metallica (tipo Fe E 250 G) zincata a caldo e trattamento di preverniciatura a base
di resine poliesteri per le lamiere a vista;
Fonoassorbimento dell’ambiente tramite la posa di strutture fonoassorbenti
piane poste a file di elementi fonoassorbenti sospesi (baffles).
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UFFICI CONFEZIONAMENTO
Realizzazione di murature divisorie in mattoni e malta bastarda, rifinite con
intonaco liscio per interni;
Realizzazione di pavimentazione in grès porcellanato previa realizzazione di
massetto in malta cementizia;
Controsoffitto in pannelli prefabbricati realizzato tramite montaggio di
struttura di supporto modulare in acciaio e pannelli in fibra di legno mineralizzate ed
elevata capacità di accumulo termico e di smorzamento delle fluttuazioni di
temperatura, buon grado di protezione contro il fuoco e assenza di emissione di gas
nocivi in caso di combustione;
Impianto di condizionamento ad espansione diretta del tipo “VRF” ( Flusso di
Refrigerante Variabile ) con cui è possibile variare la portata di refrigerante di ogni
circuito in modo lineare e direttamente proporzionale al carico termico.
Impianto elettrico realizzato nel pieno rispetto della normativa attualmente in
vigore, con particolare riguardo alla Legge N.186, al DPR 547, alle Norme CEI,
VVF, ed a quelle degli Enti erogatori.
EDIFICIO IMBOTTIGLIAMENTO / MAGAZZINO
Realizzazione di impianto fisso di estinzione a pioggia (sprinkler) costituito
da tubazione di adduzione, rete di distribuzione in tubi di acciaio comprensivo di
sostegni ed ancoraggi della rete di distribuzione e di erogatori a bulbo di vetro.
NUOVA AREA DI STOCCAGGIO
Ampliamento area di stoccaggio a servizio della produzione realizzato
tramite sagomatura delle aiuole con cordoni retti o curvi in pietra calcarea e
realizzazione di pavimentazione stradale.
NUOVI UFFICI AMMINISTRAZIONE
Realizzazione uffici amministrazione costituiti da moduli prefabbricati montati
su telaio in profilati di acciaio e pannelli isolati con rivestimento esterno in lamiera
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Rev 00 Sintesi non tecnica pag. 24
zincata laminata di spessore 0,63 mm e interno in truciolato laminato di spessore 10
mm.
IMPIANTO DI DEPURAZIONE
Realizzazione nuova stazione di trattamento, costituita da un reattore
biologico (costituito da una struttura in acciaio AISI 304 avente forma cilindrica di
diametro 11,00 m e altezza 20,00 m) con soprastante cupola gasometrica a doppia
camera e chiarificatore lamellare;
Nuova viabilità di accesso alla stazione di trattamento, realizzata tramite
sagomatura delle aiuole con cordoni retti o curvi in pietra calcarea e realizzazione di
pavimentazione stradale.
3.5 Analisi delle alternative progettuali
L’analisi delle alternative, in generale, ha lo scopo di individuare le possibili
soluzioni diverse da quella esistente e di confrontarne i potenziali impatti con quelli
determinati dall’intervento proposto.
Le alternative di progetto possono essere distinte per:
alternative strategiche;
alternative di localizzazione;
alternative di processo o strutturali;
alternative di compensazione o di mitigazione degli effetti negativi;
Oltre a queste possibilità di diversa valutazione progettuale, esiste anche
l’alternativa “zero” coincidente con la non realizzazione delle modifiche strutturali
e di processo da apportare nello stabilimento, oggetto del presente SIA.
Tutte le scelte progettuali (Alternativa di Progetto) riguardanti processo o
elementi strutturali sono anche alternative di compensazione e/o di
mitigazione, in quanto risultano indispensabili ai fini della riduzione delle potenziali
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interferenze sulle componenti ambientali a valori accettabili, quest’ultime sono state
valutate e descritte nel capitolo dell’analisi degli impatti ambientali.
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4. QUADRO DI RIFERIMENTO AMBIENTALE
Nel Quadro di Riferimento Ambientale, conformemente alle previsioni della
vigente normativa, sono state dettagliatamente analizzate le seguenti componenti e
i relativi fattori ambientali:
a) l’ambiente fisico: attraverso la caratterizzazione meteoclimatica e della
qualità dell’aria;
b) l’ambiente idrico: ovvero le acque sotterranee e le acque superficiali (dolci,
salmastre e marine), considerate come componenti, come ambienti e
come risorse;
c) il suolo e il sottosuolo: intesi sotto il profilo geologico, geomorfologico e
pedologico nel quadro dell’ambiente in esame, ed anche come risorse non
rinnovabili;
d) gli ecosistemi naturali: la flora, la fauna: come formazioni vegetali ed
associazioni animali, emergenze più significative, specie protette ed
equilibri naturali;
e) il paesaggio e patrimonio culturale: esaminando gli aspetti morfologici e
culturali del paesaggio, l’identità delle comunità umane e i relativi beni
culturali;
f) la salute pubblica: considerata in rapporto al rumore, alle vibrazioni ed alle
emissioni pulviscolari nell’ambiente sia naturale che umano.
Definite le singole componenti ambientali, per ognuna di esse sono stati
individuati gli elementi fondamentali per la caratterizzazione, articolati secondo il
seguente ordine:
• stato di fatto: nel quale viene effettuata una descrizione della situazione della
componente;
• impatti potenziali: in cui vengono individuati i principali punti di attenzione per
valutare la significatività degli impatti in ragione della probabilità che possano
verificarsi;
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• misure di mitigazione, compensazione e ripristino: in cui vengono individuate e
descritte le misure poste in atto per ridurre gli impatti o, laddove non è possibile
intervenire in tal senso, degli interventi di compensazione di impatto.
Trattandosi di un impianto esistente, la valutazione degli impatti è stata condotta
esclusivamente per la fase di esercizio, relativa alla produzione industriale che si
svolge nello stabilimento.
Tralasciando i dettagli per ragioni di sintesi, individuati gli impatti prodotti
sull’ambiente circostante dall’opera in esame, si è proceduto alla quantificazione
dell’importanza che essi hanno, in questo particolare contesto, sulle singole
componenti ambientali da essi interessate.
Tale modo di procedere ha come obiettivo quello di poter redigere
successivamente un bilancio quantitativo tra quelli positivi e quelli negativi, da cui
far scaturire il risultato degli impatti ambientali attesi.
Per attuare al meglio tale proposito sono stati prima valutati, poi convertiti tutti gli
impatti fin qui individuati, secondo una scala omogenea, che ne permetta il
confronto.
In particolare è stata definita un’opportuna scala di giudizio, di tipo quali-
quantitativo: gli impatti vengono classificati in base a parametri qualitativi (segno,
entità, durata) associando poi ad ogni parametro qualitativo un valore numerico.
Evidenziate le relazioni tra le azioni di progetto ed i potenziali fattori ambientali e
stabilito un fattore ponderale da affidare alle singole componenti, sono stati
quantificati i possibili impatti ambientali, attraverso una rappresentazione matriciale
che evidenzia in maniera chiara e sintetica le interazioni esistenti e conseguenti alla
realizzazione dell’opera.
Una rappresentazione numerica di tale tipo, oltre a fornire una quantificazione
degli impatti sulle singole componenti ambientali, consentendo, durante la
definizione, una progettazione più dettagliata e mirata degli interventi di mitigazione
e compensazione, permette di effettuare un confronto diretto e numerico con le
eventuali ipotesi alternative.
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In particolare, le soluzioni rappresentate sottoforma matriciale sono relative a:
- interventi oggetto del presente SIA;
- alternativa zero, ovvero “assenza di interventi”.
Il confronto delle due soluzioni ha evidenziato come la soluzione di intervento è
senza dubbio più vantaggiosa in quanto fornisce un valore assoluto positivo.
La presenza di impatti negativi dovuti alle inevitabili interferenze su alcune
componenti ambientali, sono pienamente bilanciati e superati da quelli positivi in
termini di vantaggi per le altre e più importanti componenti ambientali.
In particolare, i punteggi negativi che si hanno in seguito al maggiore impatto
introdotto sulla componente atmosfera, sono ampiamente compensati dalle misure
di mitigazione adottate in termini di salvaguardia dello stato sanitario e del mercato
del lavoro, sia diretto che indiretto.
Dall’analisi, invece, dell’alternativa progettuale “zero” (vedi allegato - Matrice
alternativa zero) si può evincere, al contrario, che tale soluzione, che comuque
presenta un impatto positivo, rappresenta una soluzione migliorabile nel momento
in cui si interviene con le misure di mitigazione e compensazione adottate.
La valutazione quantitativa matriciale degli impatti positivi e negativi, determinati
dalle azioni di progetto sulle componenti ambientali interessate, ha permesso,
pertanto, un confronto tra le ipotesi evidenziando come la soluzione relativa alla
realizzazione degli interventi in oggetto (modifiche strutturali e di processo), rispetto
alla loro mancata realizzazione, sia più vantaggiosa in quanto produce un minore
impatto ambientale.
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5. CONCLUSIONI
Nello SIA, accanto ad una descrizione qualitativa della tipologia delle opere, delle
ragioni per le quali esse sono necessarie, dei vincoli riguardanti l’ubicazione, si è
cercato di individuare in maniera analitica e rigorosa la natura, l’entità e la tipologia
dei potenziali impatti da queste generate sull’ambiente circostante inteso nella sua
più ampia accezione.
Gli aspetti analitici sono stati affrontati con la metodologia delle matrici coassiali,
che ha consentito di condurre l’analisi sulle singole componenti ambientali
evidenziando quantitativamente l’impatto sull’ambiente mediante le relazioni di
causa-condizione-effetto.
Lo strumento grafico ottenuto ha permesso di evidenziare tutte le interrelazioni
esistenti tra azioni di progetto e fattori causali di impatto determinando le alterazioni
su ogni singola componente ambientale.
Dalle analisi qualitative effettuate nei paragrafi precedenti, rispettivamente sul
rango delle componenti ambientali e sugli impatti provocati dai fattori causali
d’impatto, sono stati ricavati i valori numerici degli impatti riportati nella matrice. Il
totale degli impatti generati su ogni componente ambientale, moltiplicato per il
relativo rango, ha permesso la valutazione dell’impatto totale.
La somma algebrica di tutti i valori ottenuti ha consentito di quantificare l’impatto
dell’intervento sul sistema ambientale complessivo costituito dall’insieme di tutte le
componenti.
Lo stesso procedimento ha consentito, inoltre, di determinare il valore
dell’impatto ambientale della soluzione alternativa, cioè l’ipotesi in cui l’impianto non
sia sottoposto alle modifiche di processo e strutturali oggetto della presente
relazione (alternativa zero).
La sostanziale differenza tra i valori ottenuti evidenzia i benefici ambientali
derivanti dalle modifiche da apportare all’impianto.
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Pertanto sulla base dei risultati numerici riscontrati a seguito delle valutazioni condotte nel corso del presente Studio si può concludere che
l’intervento genera un impatto complessivamente positivo.