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PROCEDURA DI VALUTAZIONE COMPARATIVA AD 1 POSTO DI PROFESSORE UNIVERSITARIO DI RUOLO, FASCIA DEGLI ASSOCIATI, PER IL SETTORE SCIENTIFICO-DISCIPLINARE L17A LINGUA E LETTERATURA SPAGNOLA FACOLT¿ DI LETTERE E FILOSOFIA DELL’UNIVERSIT¿ DEGLI STUDI DELLA CALABRIA, INDETTA CON D.R. N. 1323 del 12/10/2000, PUBBLICATA IN G.U. - IV^ SERIE SPECIALE N. 81 DEL 17/10/2000. VERBALE N. 3 - ALLEGATO N. 1 VALUTAZIONE DEI TITOLI E DELLE PUBBLICAZIONI: GIUDIZI INDIVIDUALI E COLLEGIALI 1) CANDIDATO : Dott. ssa Maria Rosaria ALFANI Commissario Prof. Giovanni CARAVAGGI La Dott.ssa Maria Rosaria Alfani Ë ricercatrice confermata di Lingua e Letteratura Spagnola presso la Facolt‡ di Lettere e Filosofia dell’Universit‡ Federico II di Napoli dal 1980 e ha tenuto per supplenza durante molti anni accademici l’insegnamento di Lingua e Letteratura Spagnola presso la stessa Facolt‡ (oltre che all’Universit‡ di Bari). La candidata presenta una produzione scientifica coerentemente orientata verso aspetti della narrativa del tardo Ottocento e della poesia moderna e contemporanea, sia spagnola che ispanoamericana, con una isolata escursione nella vasta area della commedia barocca. Il percorso delle sue ricerche parte da una complessa indagine interdisciplinare su “El efecto cine en Manifestes y Ecuatorial de V.Huidobro” in cui si delineano sottili relazioni metalinguistiche e tipici procedimenti strutturali delle costruzioni ultraiste, non senza opportuni rilievi delle consonanze con le poetiche dell’avanguardia europea, e specificamente la poetica dell’occhio esaltata da RÈverdy. In un ambito contiguo si colloca la sua elegante edizione di Azul di RubÈn DarÌo, con traduzione a fronte; il volumetto Ë corredato da una densa introduzione storico-letteraria e si distingue per la finezza esegetica dei commenti testuali e la funzionalit‡ delle annotazioni esplicative. Anche l’edizione della Geografia Infruttuosa di Neruda, con testo a fronte e breve postfazione critica, rivela sensibilit‡ analitica nel ricostruire il clima emotivo in cui matura il testamento poetico dell’autore, ma anche le estreme reminiscenze quevediane che pervadono quell’ultimo messaggio di speranza nel valore della creazione artistica. L’edizione di un lungo racconto di ClarÌn, Donna Berta, finora scarsamente valorizzato, costituisce un’altra prova convincente, sia dal punto di

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PROCEDURA DI VALUTAZIONE COMPARATIVA AD 1 POSTO DI PROFESSORE UNIVERSITARIO DI RUOLO, FASCIA DEGLI ASSOCIATI, PER IL SETTORE SCIENTIFICO-DISCIPLINARE L17A LINGUA E LETTERATURA SPAGNOLA FACOLT¿ DI LETTERE E FILOSOFIA DELL’UNIVERSIT¿ DEGLI STUDI DELLA CALABRIA, INDETTA CON D.R. N. 1323 del 12/10/2000, PUBBLICATA IN G.U. - IV^ SERIE SPECIALE N. 81 DEL 17/10/2000.

VERBALE N. 3 - ALLEGATO N. 1

VALUTAZIONE DEI TITOLI E DELLE PUBBLICAZIONI: GIUDIZI INDIVIDUALI E COLLEGIALI

1) CANDIDATO: Dott. ssa Maria Rosaria ALFANI

Commissario Prof. Giovanni CARAVAGGI

La Dott.ssa Maria Rosaria Alfani Ë ricercatrice confermata di Lingua e Letteratura Spagnola presso la Facolt‡ di Lettere e Filosofia dell’Universit‡ Federico II di Napoli dal 1980 e ha tenuto per supplenza durante molti anni accademici l’insegnamento di Lingua e Letteratura Spagnola presso la stessa Facolt‡ (oltre che all’Universit‡ di Bari).

La candidata presenta una produzione scientifica coerentemente orientata verso aspetti della narrativa del tardo Ottocento e della poesia moderna e contemporanea, sia spagnola che ispanoamericana, con una isolata escursione nella vasta area della commedia barocca. Il percorso delle sue ricerche parte da una complessa indagine interdisciplinare su “El efecto cine en Manifestes y Ecuatorial de V.Huidobro” in cui si delineano sottili relazioni metalinguistiche e tipici procedimenti strutturali delle costruzioni ultraiste, non senza opportuni rilievi delle consonanze con le poetiche dell’avanguardia europea, e specificamente la poetica dell’occhio esaltata da RÈverdy. In un ambito contiguo si colloca la sua elegante edizione di Azul di RubÈn DarÌo, con traduzione a fronte; il volumetto Ë corredato da una densa introduzione storico-letteraria e si distingue per la finezza esegetica dei commenti testuali e la funzionalit‡ delle annotazioni esplicative. Anche l’edizione della Geografia Infruttuosa di Neruda, con testo a fronte e breve postfazione critica, rivela sensibilit‡ analitica nel ricostruire il clima emotivo in cui matura il testamento poetico dell’autore, ma anche le estreme reminiscenze quevediane che pervadono quell’ultimo messaggio di speranza nel valore della creazione artistica. L’edizione di un lungo racconto di ClarÌn, Donna Berta, finora scarsamente valorizzato, costituisce un’altra prova convincente, sia dal punto di

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vista delle felici scelte linguistiche della traduzione, sia per la sottile indagine introspettiva dell’introduzione.

Meno approfondito esegeticamente e con qualche limite nel supporto bibliografico, ma non privo di osservazioni pertinenti Ë il breve saggio su “Lo fingido verdadero di Lope de Vega: la sovranit‡ del drammaturgo”, che manifesta un interesse piuttosto marginale per la creazione teatrale barocca.

I problemi narratologici caratterizzanti gli ultimi decenni del secolo XIX sono affrontati nella monografia su ClarÌn, Il ritorno di Don Chisciotte. ClarÌn e il romanzo, che offre una lucida ed equilibrata ricostruzione dei condizionamenti culturali e delle motivazioni ideologiche in cui maturÚ uno dei pi_ importanti tentativi tardo-ottocenteschi di rinnovamento del romanzo. In tale direzione si orientano anche due interessanti articoli su alcune istanze galdosiane particolarmente suggestive, Da Madrid a Toledo: Angel Guerra di GaldÛs, e Teodoro GolfÌn, Augusto Miquis e i mali della Spagna; in entrambi si prospettano con chiarezza altri sviluppi decisivi della narrativa naturalistica ispanica. L’analisi di ‘El estudiante de Salamanca’ di JosÈ de Espronceda: la poesia e l’illusione, sposta l’attenzione della candidata verso l’epoca romantica (area di ricerca abbastanza laterale e non specificamente approfondita) e include una scomposizione diegetica del poemetto indubbiamente funzionale. Infine i quattro paragrafi (rispettivamente, su RubÈn DarÌo, Ricardo Jaimes Freyre, Leopoldo Lugones, Julio Herrera y Reissig) del capitolo L’apogeo del Modernismo riconfermano una felice capacit‡ di sintesi, all’interno di un progetto di storiografia letteraria di alta qualit‡ divulgativa.

Il curriculum e i lavori della candidata consentono d’individuare una maturit‡ intellettuale, una sensibilit‡ esegetica e una padronanza metodologica assai apprezzabili.

Commissario Prof.ssa Giovanna CALABR“

Ricercatrice confermata di Lingua e letteratura spagnola presso l’Universit‡ di Napoli dal 1980, ha ricoperto dal 1991 per supplenza l’insegnamento di Lingua spagnola presso L’Istituto Universitario Navale di Napoli e quello di Lingua e letteratura spagnola presso la Facolt‡ di Lettere e filosofia dell’Universit‡ di Bari dal 1992 al 1994, e presso il corso di laurea in Filosofia dell’ateneo Federico II, nel 1998/99 e 1999/2000.

La candidata presenta una assai apprezzabile produzione scientifica svolta nell’arco temporale di circa un ventennio (dal 1980 a oggi) in cui ha affrontato lo studio di temi del romanticismo, del modernismo e della avanguardia ispanica, della narrativa naturalista, del romanzo e della poesia contemporanea.

All’interno di una produzione pi_ estesa, i dieci lavori presentati dalla candidata disegnano un percorso pertinente e organico di ricerche essenzialmente svolte nell’area della letteratura spagnola moderna e contemporanea, che non esclude anzi si avvale utilmente della prospettiva critica suggerita dal confronto e dall’analisi di contesti coevi, quale quello europeo e ispanoamericano, nÈ tralascia di tener conto del barocco come momento fondativo della cultura moderna spagnola. Si vedano al riguardo l’articolo del 1995 su Lo fingido verdadero di Lope de Vega. La sovranit‡ del drammaturgo, e le osservazioni sulle suggestioni

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barocche della poesia di Neruda nel volume pi_ sotto citato. Arricchisce tale percorso un sostanzioso impegno traduttivo nell’ambito sia della prosa narrativa che della poesia, in linea coerente con l’attivit‡ critico interpretativa documentata dalla sua produzione saggistica (si vedano in particolare DoÒa Berta di ClarÌn, Sellerio, Palermo 1998 e GeografÌa infructuosa di Neruda, Marietti, Genova 1992)

Passando ad un esame in dettaglio, si puÚ osservare che le ricerche della candidata si sono articolate on intima coerenza intorno a due poli: da un lato, un’analisi del linguaggio poetico e delle poetiche dal romanticismo all’avanguardia, a cavallo tra America e Europa; dall’altro il problema della modernizzazione del romanzo sullo scorcio finale dell’800, testimoniato dal progetto naturalista del ClarÌn de La Regenta, che porta a maturazione le premesse dell’esperienza galdosiana e approda a sua volta sul territorio di frontiera del suo ultimo romanzo Su unico hijo.

Il primo filone Ë ben rappresentato da una serie di lavori fra cui segnaliamo le indagini sul creacionismo e in particolare il contributo El efecto cine en Manifestes y Ecuatorial de V. Huidobro; la pregevole edizione di Azul di RubÈn DarÌo, con traduzione, introduzione e commento; il succoso capitolo su “L’apogeo del modernismo” nel volume edito da UTET della Storia della civilt‡ letteraria ispanoamericana; la postfazione all’ultimo libro poetico nerudiano, Geografia infructuosa, di cui la Alfani bene in luce una poetica programmaticamente antimoderna e in sensibile e aperto debito verso Quevedo.

Il secondo filone, che, come dichiara la stessa candidata, costituisce nella fase attuale un centro privilegiato di interesse, Ë rappresentato dalla monografia su ClarÌn, Il ritorno di Don Chisciotte, di cui Ë molto apprezzabile l’impianto costruttivo, la sapiente andatura argomentativa, la sensibilit‡ delle osservazioni e la eleganza della scrittura; dal bel saggio introduttivo al racconto lungo DoÒa Berta, e dai due puntuali articoli di tema galdosiano, Da Madrid a Toledo: Angel Guerra di GaldÛs e Teodoro GolfÌn, Augusto Miquis e i mali della Spagna. Solo apparentemente estraneo a questa linea di ricerca appare il saggio ‘El estudiante de Salamanca’ di JosÈ de Espronceda: la poesia e l’illusione, che segna infatti una ripresa - non meramente cronologica -dell’interesse per la poesia, ben inserendosi nel quadro di una indagine complessiva e consapevole sugli esiti del soggetto romantico e sul trattamento che gli Ë riservato dallo sperimentalismo romanzesco della generazione del secondo e ultimo ottocento. Un disegno che costituisce il momento agglutinante degli interessi investigativi della candidata e il segno di una intelligenza critica pienamente matura.

La candidata non ha trascurato di promuovere iniziative culturali di rilievo, come ad esempio la fondazione della casa editrice Cronopio, e di realizzare una divulgazione di buon livello nel settore della cultura contemporanea attraverso segnalazioni e recensioni su quotidiani e riviste, conferenze, presentazioni. La didattica, infine, svolta dalla candidata Ë stata sempre caratterizzata da impegno costante e qualificato come dimostra la scelta degli argomenti trattati nei suoi corsi.Dall’esame complessivo del curriculum e dei lavori della candidata si ricava l’immagine di una personalit‡ intellettuale matura, dotata di grande sensibilit‡ nell’analisi del testo letterario e di solida cultura, criticamente aggiornata e capace di maneggiare duttilmente gli strumenti metodologici di cui Ë in possesso.

Commissario Prof. Antonio GARGANO

La dott.ssa Maria Rosaria Alfani, ricercatrice confermata di Lingua e letteratura

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spagnola presso l’Universit‡ di Napoli dal 1980, ha maturato una continuata esperienza didattica sia nell’ambito della lingua spagnola, insegnamento che ha ricoperto ininterrottamente per supplenza dal 1991 ad oggi presso la Facolt‡ di Economia dell’Istituto Universitario Navale di Napoli, sia in quello della lingua e letteratura spagnola, insegnamento che ha tenuto per supplenza dal ’92 al ’94 presso la Facolt‡ di Lettere e filosofia dell’Universit‡ di Bari e, successivamente, dal ’98 al 2000, per affidamento presso il Corso di laurea in Filosofia dell’Ateneo fridericiano.

Le pubblicazioni scientifiche presentate dalla dott.ssa Alfani rivelano un deciso orientamento per lo studio della letteratura spagnola moderna e contemporanea, rispetto al quale la non superficiale competenza e la costante considerazione che la candidata mostra di possedere e praticare dei vari contesti letterati –europeo e ispanoamericano-, costituiscono un valido, spesso irrinunciabile, arricchimento per la conoscenza dei singoli temi eletti a oggetti d’indagine. Se si eccettua il breve contributo su Lo fingido verdadero di Lope de Vega, nella produzione presentata Ë possibile apprezzare due coerenti linee di ricerca, tra le quali –peraltro- non mancano di stabilirsi sottili e meditate connessioni, frutto di un’intelligenza critica che la candidata ha progressivamente sviluppato nel corso del tempo, via via cioË che andava elaborando progetti investigativi pi_ organici e impegnativi. La linea che muove dall’interesse per la poesia, e che sfocia nell’equilibrato saggio di lettura di un’opera impegnativa come El estudiante de Salamanca di Espronceda, ha le sue pi_ lontane origini nel contributo sul creacionismo (“El efecto cine en Manifestes y Ecuatorial de V. Huidobro”), con lineari prosecuzioni nella bella edizione di Azul di RubÈn DarÌo, con traduzione, introduzione e commento; nella ponderata sintesi sulla poesia modernista, centrata sulle figure di DarÌo, Freyre e Lugones; nel saggio introduttivo sull’ultima raccolta poetica di Neruda, Geografia infructuosa. Pur risalendo a una data pi_ recente, la seconda linea di ricerca, che converge sulla grande narrativa spagnola tardottocentesta, ha concesso alla candidata l’occasione di offrire i suoi pi_ maturi e convincenti contributi critici. Spicca la monografia su ClarÌn, Il ritorno di Don Chisciotte, intorno alla quale si collocano il meditato saggio introduttivo al racconto lungo dello stesso ClarÌn, DoÒa Berta, nonchÈ i due articoli di tema galdosiano (“Da Madrid a Toledo: Angel Guerra di GaldÛs” e “Teodoro GolfÌn, Augusto Miquis e i mali della Spagna”). Nei lavori menzionati sui due pi_ grandi narratori ottocenteschi (ClarÌn e GaldÛs), la dott.ssa Alfani ottiene di mettere in pratica, riunendole, le sue migliori qualit‡ di studiosa: la solida formazione storico-letteraria, la conoscenza mai superficiale nÈ generica delle opere e autori trattati, la vigile intelligenza critico-interpretativa, l’attenzione per i contesti letterari pi_ vasti e pertinenti, la propensione al taglio saggistico che si accompagna spesso a una piacevolezza di scrittura vivace ed elegante.

Commissario Prof.ssa Carla PERUGINI

Ricercatrice confermata presso la cattedra di Lingua e letteratura spagnola nella Facolt‡ di Lettere e Filosofia dell’Universit‡ Federico II di Napoli.

L’attivit‡ di ricerca della Alfani ha toccato sia le letterature nazionali della Spagna sia quelle dell’America latina, su un arco temporale che attraversa i secoli d’Oro e la Modernit‡.Corposi e intelligenti, gli studi che accompagnano le belle traduzioni di DoÒa Berta di ClarÌn (1998) e di Geografia infruttuosa di Pablo Neruda(1992) danno

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conto di anime sul confine del silenzio definitivo. E di malattie del corpo, metafore della malattia della Spagna, tratta il lavoro sui rapporti di GaldÛs col Naturalismo, in Teodoro GolfÌn, Augusto Miquis e i mali della Spagna(2000). Anche la tesi del recente libro su Il ritorno di don Chisciotte. ClarÌn e il romanzo(2000)Ë quella della funzione terapeutica del romanzo dell’Ottocento sulla decadenza nazionale, attraverso un cosciente ritorno alla lezione cervantina.Suggestiva Ë la relazione stabilita fra cinematografia e avanguardie a proposito della poesia di Huidobro(El efecto cine en Manifestes y Ecuatorial de V.Huidobro,1987), che fa fede anche delle escursioni della Alfani nei territori della letteratura americana, a cui appartengono sia l’accurata edizione italiana di Azzurro… di RubÈn DarÌo(1990), sia l’esame che di quest’autore, insieme a R.J.Freyre, L.Lugones e J.Herrera y Reissig, viene puntualmente fatto nel lungo capitolo su L’apogeo del Modernismo(2000), all'interno della Storia della civilt‡ letteraria ispano-americana della Utet.

Il percorso dal naturalismo allo spiritualismo dei personaggi galdosiani Ë tracciato in Da Madrid a Toledo: Angel Guerra di GaldÛs(1998). E se GaldÛs, come tanti poeti moderni, riconosce in Espronceda un nume tutelare, la motivazione viene ritrovata, in El estudiante de Salamanca di JosÈ de Espronceda: la poesia e l’illusione(2000), in quella onnipotenza della parola poetica che crea attorno a sÈ un clima di eroismo.

E alla potenza della parola drammaturgica Ë affidata a sua volta la linea interpretativa de Lo fingido verdadero di Lope de Vega: la sovranit‡ del drammaturgo(1994).

Commissario Prof. Pietro TARAVACCI

Ricercatrice confermata di Lingua e letteratura spagnola presso l’Universit‡ di Napoli, dal 1980 la dott.ssa Alfani ha ricoperto per supplenza l’insegnamento di Lingua spagnola presso L’Istituto Universitario Navale di Napoli e quello di Lingua e letteratura spagnola presso la Facolt‡ di Lettere e filosofia dell’Universit‡ di Bari, e presso il corso di laurea in Filosofia dell’ateneo Federico II.

Le pubblicazioni presentate dalla candidata riguardano in gran parte la letteratura spagnola moderna e contemporanea e in misura minore quella del tardo Siglo de Oro, come testimonia l’articolo del 1995 su Lo fingido verdadero di Lope de Vega. La sovranit‡ del drammaturgo. La candidata compie altresÏ interessanti incursioni nella letteratura ispanoamericana, in relazione alla quale si puÚ citare il contributo relativo a GeografÌa infructuosa di Neruda (1992).

Gli ambiti d'interesse fondamentale nei quali si muove la candidata sono sostanzialmente due: da un lato la narrativa ottocentesca lungo la linea naturalista che conduce da GaldÛs alle mature prove di ClarÌn quali La Regenta e Su ·nico hijo e dall'altro lo studio del linguaggio poetico e della riflessione teorica sulla poesia nel periodo ottocentesco e primonovecentesco.

All'interno del primo ambito di interessi si segnala il recente saggio monografico su ClarÌn, Il ritorno di Don Chisciotte (2000), in cui la candidata, in modo raffinato e assieme chiaro passa al vaglio le tematiche e le strutture narrative di ClarÌn anche nella loro dimensione intertestuale, cosÏ come l'altrettanto apprezzabile introduzione critica al racconto DoÒa Berta, del medesimo autore. Coerentemente legati ai suddetti risultati sono i due studi relativi a GaldÛs: Da Madrid a Toledo: Angel Guerra di GaldÛs (in Il viaggio e le letterature ispaniche,

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a cura di V. Galeota, 1998) e Teodoro GolfÌn, Augusto Miquis e i mali della Spagna, (pubblicato negli “Annali dell’Istituto Universitario Orientale. Sezione romanza”, XLII, 2, 2000)

Al secondo ambito sono ascrivibili vari contributi inerenti le correnti poetiche del primo Novecento, quale El efecto cine en Manifestes y Ecuatorial de V. Huidobro, in “Discurso literario”, Stillwater, vol. IV, n. 2, 1987); l'edizione, con commento e traduzione (Liguori, 1990) della prima importante e composita opera di RubÈn DarÌo, Azul; la gi‡ menzionata postfazione a Geografia infructuosa di Neruda (Genova, 1992) che la candidata sottopone ad un vaglio critico originale e rigoroso assieme. Infine, la dott.ssa Alfani ha contribuito alla Storia della civilt‡ letteraria ispanoamericana, curata da D. Puccini e S. Yurkievich UTET (Torino, 2000) con un capitolo intitolato L'apogeo del modernismo, che conferma le sue sicure conoscenze nell'ambito storico letterario relativo e la sua capacit‡ di mettere in relazione i fenomeni culturali in area panispanica. Al costante processo indagativo dei linguaggi poetici, e in una prospettiva che vincola coerentemente le diverse fasi e forme della modernit‡, dall'Epoca romantica al Novecento, si deve anche il Saggio ‘El estudiante de Salamanca’ di JosÈ de Espronceda: la poesia e l’illusione (Napoli, 2000).

Nel complesso la produzione della candidata sembra aver raggiunto aree tematiche specifiche, indagate con sicurezza e una strumentazione metodologica che ben delineano un profilo critico riconoscibile e maturo.

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Candadato: Dott.ssa Maria Rosaria ALFANI

GIUDIZIO COLLEGIALE

Ricercatrice confermata di Lingua e letteratura spagnola presso l’Universit‡ di Napoli dal 1980, la dott.ssa M.R. Alfani ha maturato una lunga e continuata esperienza didattica sia nell’ambito della Lingua spagnola, insegnamento che ha ricoperto dal 1991 per supplenza presso l’Istituto Universitario Navale di Napoli, che in quello della Lingua e letteratura spagnola, insegnamento tenuto per supplenza presso la Facolt‡ di Lettere e filosofia dell’Universit‡ di Bari dal 1992 al 1994, e presso il corso di laurea in Filosofia dell’ateneo Federico II nel 1998/99 e 1999/2000.

La candidata rivela nella sua produzione scientifica un deciso e coerente interesse per lo studio della letteratura spagnola moderna e contemporanea fornendocontributi critici di rilievo nei quali si avvale utilmente della costante considerazione dei pi_ vasti contesti letterari europeo e ispanoamericano.

Con l’eccezione del breve saggio su Lo fingido verdadero di Lope de Vega. La sovranit‡ del drammaturgo, le ricerche della candidata si sono sviluppate organicamente lungo due percorsi fra i quali non mancano sottili e meditate connessioni che sono il segno di una acuta intelligenza critica. La linea di ricerca sul linguaggio poetico ha origine nella complessa indagine interdisciplinare sui procedimenti delle costruzioni ultraiste in consonanza con le poetiche dell’avanguardia europea (El efecto cine en Manifestes y Ecuatorial de V. Huidobro); prosegue con la pregevole edizione di Azul di RubÈn DarÌo, accompagnata da una densa introduzione storico-critica e da un fine commento testuale; con la ponderata sintesi sulla poesia modernista centrata sulle figure di DarÌo, Freyre, Herrera y Reissig, Lugones nel volume Storia della civilt‡ letteraria ispanoamericana; con l’analitica postfazione che correda l’edizione della Geografia infructuosa di Neruda; e approda alla equilibrata analisi di un testo impegnativo e complesso come El estudiante de Salamanca di JosÈ de Espronceda.

La seconda linea di ricerca, che verte sulla grande narrativa spagnola tardo–ottocentesca e nella quale la candidata ha offerto i suoi pi_ maturi e convincenti contributi critici, Ë rappresentata dalla monografia, Il ritorno di Don Chisciotte, indagine originale sul progetto naturalista del ClarÌn de La regenta che porta a maturazione le premesse dell’esperienza galdosiana e approda a sua volta sul territorio di frontiera del suo ultimo romanzo Su ·nico hijo. Altri sviluppi decisivi della narrativa realista sono convincentemente prospettati sia nel meditato saggio introduttivo al racconto lungo dello stesso ClarÌn, DoÒa Berta, sia nei due articoli di tema galdosiano Da Madrid a Toledo: Angel Guerra di GaldÛs e Teodoro GolfÌn, Augusto Miquis e i mali della Spagna.

Dall’esame complessivo del curriculum e dei lavori della candidata si ricava l’immagine di una personalit‡ intellettuale matura, dotata di una solida formazione storico-letteraria e di una vigile intelligenza critico-interpretativa, a cui si accompagna il talento espressivo di una raffinata scrittura.

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2) CANDIDATO: Dott. ssa Vanda DURANTE

Commissario Prof. Giovanni CARAVAGGI

Ricercatrice confermata di Lingua e Letteratura Spagnola presso la Facolt‡ di Lingue e letterature straniere dell’Universit‡ di Bari, ha ricoperto anche incarichi di insegnamento di Lingua e Letteratura spagnola presso la stessa Facolt‡ e di Lingua Spagnola presso la Facolt‡ di Economia dello stesso Ateneo.

Le pubblicazioni che sottopone al giudizio della Commissione propendono quasi tutte verso l’analisi di aspetti linguistici e stilistici della narrativa spagnola contemporanea, con una breve incursione, dai risultati non straordinari, nell’ambito della narrativa cinquecentesca e qualche sondaggio iniziale finalizzato alla rassegna di specifiche strategie nella didattica della lingua spagnola. In effetti il primo articolo presentato, “Ser ed estar nell’audiovisivo Vida y di·logos de EspaÒa di Tojo Sastre-Rivenc-Ferrer” include un’ampia disamina di strutture sintattiche reperite in un audiovisivo di uso scolastico, in cui si evidenziano distinti usi linguistici dell’italiano e dello spagnolo, in prospettiva contrastiva. La problematica intertestuale viene affrontata, con qualche incertezza metodologica, nello studio ormai superato su “Estilemas y vocabulario en el Buen Aviso y Portacuentos y en El Sobremesa y Alivio de caminantes de Joan Timoneda”, dove il gusto aneddotico e le scelte stilistiche dello scrittore valenzano vengono raffrontati con esemplari affini appartenenti al filone rinascimentale delle “facetiae”, inaugurato nella letteratura italiana dal Liber facetiarum di Poggio Bracciolini, con limitata attenzione, comunque, per la teorizzazione letteraria della facetudo che gi‡ si manifesta in Italia all’inizio del Cinquecento.

Nell’articolo “Para un nuevo an·lisis de La familia de Pascual Duarte” viene inaugurato un tipo di ricerca pi_ consono alla formazione e alla sensibilit‡ della candidata, dove il rilievo dei fenomeni espressivi e delle scelte linguistiche emerge in primo piano nella determinazione dell’impianto critico e tende a definire un intimo percorso interpretativo. E in effetti, poco pi_ tardi, in varie indagini su Miguel Delibes la candidata ha offerto le pi_ apprezzabili testimonianze della sua capacit‡ analitica, sottolineando distinte manifestazioni della ricerca espressiva dell’autore, dal linguaggio giornalistico (“El estilo periodÌstico de Miguel Delibes: algunas apostillas m·s a la lectura de Cinco horas con Mario”), al linguaggio confidenziale e familiare, disponibile alle forme del quotidiano, e agli apporti della scrittura di tipo autobiografico (“Supuestos teÛricos y pr·ctica de la autobiografÌa en Miguel Delibes. Una cala en Cinco horas con Mario”), al linguaggio infantile (“El prÌncipe destronado: una historia ‘a ras de tierra’ ”), alle sottili sfumature dello humor (“El humor como procedimiento estructural: tÈcnicas delibesianas en Cinco horas con Mario”); questi studi, con minimi ritocchi, sono stati raccolti poi in un volume, Brillos de heroismo cotidiano. Miguel Delibes y Cinco horas con Mario, por temas, che li rende pi_ accessibili al lettore; tale operazione risulta pertanto apprezzabile unicamente da un punto di vista pratico, sebbene contribuisca ad evidenziare la coerenza degli articoli raggruppati. Anche in seguito la candidata Ë

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tornata a percorrere questo filone di ricerca, attraverso una serie di rilievi sui linguaggi settoriali affioranti in altre due note esperienze narrative dell’autore, in particolare il linguaggio pubblicitario e farmaceutico (“Ingannevoli sogni di laboratorio. La pubblicit‡ di preparati galenici in San Camilo 1936 e Mi idolatrado hijo SisÌ ”). Meno significativo risulta essere il breve “Omaggio a Carmen MartÌn Gaite…”, a proposito della sua traduzione del Petit Prince di Saint-ExupÈry ().

I lavori presentati dalla candidata rivelano una discreta padronanza degli strumenti critici utilizzati, ma rimangono limitati a prospettive settoriali che dovrebbero essere allargate ad ambiti storico-letterari pi_ impegnativi.

Commissario Prof.ssa Giovanna CALABR“

La candidata Ë ricercatrice confermata presso l’Universit‡ di Bari dal 1980. Ha ricoperto per supplenza l’insegnamento di Lingua e letteratura spagnola presso lo stesso ateneo negli anni accademici 1991/92 e 1996/97 e di Lingua spagnola dal 1992 a oggi.

La produzione scientifica della candidata Ë prevalentemente orientata sul versante contemporaneo. Un interesse di carattere linguistico (come mostra il primo lavoro su Ser e estar nell’audiovisivo Vida y diÈalogo de EspaÒa(1980) riemerge dopo un lungo intervallo di tempo e di silenzio, nel titolo del saggio Estilemas y vocabulario en el Buen Aviso y Portacuentas y en el Sobremesa y alivio de caminantes di Joan Timoneda (1994). Il lavoro, nell’ottica di studio delle relazioni italospagnole, descrive aneddoti e chascarrillos di Timoneda ricollegandoli allo stile della facezia italiana.

I restanti lavori riguardano due autori importanti della cultura spagnola del dopoguerra, Cela e Delibes. A Delibes la candidata dedica il suo pi_ impegnativo sforzo di ricerca realizzando una serie di quattro articoli, poi riuniti, con minimi interventi, nel volume dal titolo Brillos de heroismo cotidiano. Miguel Delibes y Cinco horas con Mario, por temas (1998) in cui ella oltre a trattare la scelta della strategia autobiografica indugia nell’analisi delle peculiarit‡ del linguaggi adoperati dall’autore, fra cui quello infantile o quello pubblicitario. Quest’ultimo Ë oggetto di studio anche in un altro contributo (Ingannevoli sogni di laboratorio. La pubblicit‡ di preparati galenici in San Camilo 1936 e Mi idolatrado hijo Sisi (1999). Nel caso del contributo sul Pascual Duarte di Cela (nel Para un nuevo analisi de La familia de Pascual Duarte(1993) l’autrice predilige l’analisi di alcune scelte lessicali e linguistiche considerate spia della personalit‡ disturbata del narratore.

Succinta la presentazione in forma di Omaggio a MartÌn Gaite (2000) che precede l’introduzione premessa dalla stessa MartÌn Gaite alla sua versione in castigliano de Il piccolo principe di Saint ExupÈry.Come si evince dall’esame dei titoli la produzione della candidata, incerta all’origine nella definizione e realizzazione di una convincente linea di ricerca, Ë andata maturando nel tempo, raggiungendo apprezzabili risultati nel caso degli studi su Delibes, ma non sufficienti per consentire di esprimere un giudizio pienamente positivo.

Commissario Prof. Antonio GARGANO

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La dott.ssa Vanda Durante, ricercatrice confermata presso l’Universit‡ di Bari dal 1980, ha ricoperto per affidamento l’insegnamento di Lingua Spagnola presso la Facolt‡ di Economia dello stesso Ateneo dal 1992 a oggi, e per supplenza quello di Lingua e letteratura spagnola presso la Facolt‡ di Lingue e letterature straniere negli anni accademici 1991-1992 e 1996-1997.

La produzione presentata dalla dott.ssa Durante, con le sole eccezioni dei due brevi lavori su “Ser ed estar nell’audiovisivo Vida y Di·logos de EspaÒa” e sugli “Estilemas y vocabulario” nelle opere di Timoneda, Ë per il resto dedicata a opere ed autori della narrativa spagnola del secondo ‘900, in particolare a Miguel Delibes. Di modestissimo rilievo critico sono i contributi che si propongono, rispettivamente, un “nuevo analisis”del romanzo di Cela, La familia de Pascual Duarte, la rassegna di “materiali eclettici e apocrifi” nelle opere di Cela e Delibes, San Camilo 1936 e Mi idolatrado hijo SisÌ, e le due paginette di presentazione della traduzione di un breve testo di C. MartÌn Gaite. Pi_ impegnativa risulta la ricerca sull’opera narrativa di Miguel Delibes, alla quale la dott.ssa Durante dedica il volume Brillos de heroismo cotidiano, nei cui quattro capitoli sono riproposti altrettanti studi precedentemente pubblicati dalla candidata, come da lei riportato nell’ “Elenco delle pubblicazioni”, ai nn. 4, 5, 6, 7. L’agile volume si propone un’analisi da prospettive diverse del romanzo pi_ noto di Delibes Cinco horas con Mario, con approfondimenti di temi e problematiche presenti anche in altre opere dello stesso autore.

Nonostante la buona conoscenza che la candidata dimostra di possedere dell’opera di Delibes, e benchÈ raggiunga apprezzabili risultati nel volume che ad essa dedica, la produzione scientifica presentata dalla dott.ssa Durante si rivela eccessivamente limitata nelle linee di ricerca praticate e, pertanto, necessita di ulteriori verifiche in altri ambiti investigativi.

Commissario Prof. ssa Carla PERUGINI

Ricercatore confermato di Lingua e Letteratura spagnola presso la Facolt‡ di Linguee Letterature straniere dell'Universit‡ degli Studi di Bari, ha ricoperto, per affidamento presso il medesimo Ateneo, incarichi di insegnamento di Lingua e Letteratura spagnola.

Gli interessi specifici della ricerca di Vanda Durante sono rivolti, nell'ambito della letteratura, sia al secolo XVI, sia all'epoca contempranea, mentre, in campo propriamente linguistico, hanno riguardato l'aspetto contrastivo delle due lingue, prestando attenzione ad alcune strutture sintattiche (Ser ed estar nell'audiovisivo "Vida y Dialogos de EspaÒa" di Rojo Sastre-Rivenc-Ferrer, del 1980).Anche nei suoi studi su Delibes, la candidata ha dato ampio spazio alle peculiarit‡ del linguaggio adoperato dall'autore, sia esso il linguaggio infantile (El prÌncipe destronado: una historia "a ras de tierra"), in cui c'Ë anche un'accurata disamina dei personaggi bambini della narrativa delibesiana, sia quello pubblicitario e medico-farmacologico(Ingannevoli sogni di laboratorio. La pubblicit‡ di preparati galenici in San Camilo 1936 e Mi idoltrado hijo SisÌ).CosÏ, nell'articolo Para un nuevo an·lisis de "La familia de Pascual Duarte",l'autrice sposta l'accento sugli indizi linguistici (scelte lessicali e modismi) che denunciano la personalit‡ disturbata del narratore.Per quanto riguarda Estilemas y vocabulario en el "Buen Aviso y Portacuentos" y en el "Sobremesa y Alivio de caminantes" de Joan Timoneda (1994), l'indagine si Ë rivolta allo studio degli aneddoti de "chascarrillos" dell'opera di Timoneda vista in

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relazione con la letteratura rinascimentale italiana, in particolare con il genere della "facezia". L'analisi dell'umorismo, nel caso di Timoneda collegato all'area privilegiata dell'osceno e dello scatologico, Ë cifra interpretativa anche della narrativa di Delibes in El humor como procedimiento estructural: tÈcnicas delibesianas en "Cinco horas con Mario", (1996) poi raccolto nel volume pi_ avanti citato. Un omaggio alla memoria di Carmen MartÌn Gaite Ë la breve nota che precede la traduzione in italiano della prefazione della scrittrice al Piccolo principe (Omaggio a Carmen MartÌn Gaite. "Tra il cielo e la terra,2000).Ma il tema di ricerca privilegiato dalla candidata, a cui dedica quattro saggi poi raccolti nel volume Brillos de heroismo cotidiano. Miguel Delibes y "Cinco horas con Mario", por temas, 2000, in cui, per sua stessa ammissione, non si tiene conto della bibliografia pi_ recente, Ë la produzione letteraria di Miguel Delibes.

Nel lungo saggio dedicato a Supuestos teÛrico y pr·ctica de la autobiografÌa en Miguel Delibes. Una cala en "Cinco horas con Mario", con un tono accattivante e confidenziale, la Durante coglie gli slittamenti dalla scrittura autobiografica a quella finzionale nei vari testi di Delibes, riconoscendovi una struttura aperta prontra ad accogliere forme del quoptidiano, priva di barriere di genere e ne sottolinea l'affinit‡ con dichiarazioni teoriche di altri scrittori contemporanei, come Vargas Llosa e Carmen MartÌn Gaite.

Per l'accurata strutturazione del lavoro e la mole bibliografica, l'analisi del romanzo di Delibes si raccomanda all'attenzione della critica, tenendo tuttavia conto della ripetitivit‡ e della limitatezza dell'ambito della ricerca della candidata.

Commissario Prof. Pietro TARAVACCI

Ricercatrice confermata di Lingua e Letteratura spagnola presso la Facolt‡ di Lingue e Letterature straniere dell'Universit‡ degli Studi di Bari, la dott.ssa Vanda Durante ha ricoperto, per affidamento presso il medesimo Ateneo, incarichi di insegnamento di Lingua e Letteratura spagnola.

I contributi che la candidata sottopone alla commissione vertono prevalentemente sugli aspetti linguistici della letteratura contemporanea. Di fatto un interesse esclusivamente linguistico Ë presente fin dal primo dei contributi presentati ("Ser ed estar nell'audiovisivo Vida y di·logos de EspaÒa di Rojo Sastre-Rivenc-Ferrer", del 1980) dove, con fini glottodidattici e secondo un'impostazione contrastiva, si analizzano le strutture sintattiche presenti in un testo audiovisivo scolastico.

La candidata riserva qualche sporadica attenzione, pur nella stessa prospettiva linguistica, alla letteratura cinquecentesca, come nell'articolo dedicato a Joan Timoneda ("Estilemas y vocabulario en el Buen Aviso y Portacuentos y en El Sobremesa y Alivio de caminantes de Joan Timoneda") del 1994, nel quale l'uso dell'aneddoto e del cuentecillo da parte dell'autore spagnolo Ë messo in relazione, in un'ottica puramente descrittiva, con il filone delle "facetiae" diffuso in Italia in epoca umanistica e rinascimentale.

A partire dal pur esiguo studio Para un nuevo an·lisis de la "Familia de Pascual Duarte", la produzione della dott.ssa Durante trova una dimensione critica pi_ sicura e quindi pi_ originale nella serie di analisi linguistiche di opere letterarie contemporanee, volte, in particolare allo studio dei meccanismi espressivi delle opere prese in esame.

Ma Ë nelle indagini sullo stile sui registri linguistici e le forme di espressione dell'opera di Miguel Delibes che la candidata raggiunge i risultati pi_

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maturi della sua impostazione critica, sia in relazione ad un'opera come El prÌncipe destronado, sia, e in modo particolare, nelle numerose indagini su Cinco horas con Mario, a partire dalle indagini sul suo stile periodistico. A quest'opera la Durante torna varie volte, dapprima con l'articolo "Supuestos teÛricos y pr·ctica de la autobiografÌa en Miguel Delibes. Una cala en Cinco horas con Mario" (1999) nel quale indaga con abilit‡, le forme espressive, aperte al linguaggio confidenziale e quotidiano della scrittura autobiorafica, e successivamente con un altro studio intitolato "El humor como procedimiento estructural...", dove si analizza lo humor come struttura portante della scrittura delibesiana. Gli studi sull'importante scrittore spagnolo sono stati recentemente raccolti nel volume Brillos de heroÌsmo cotidiano. Miguel Delibes y Cinco horas con Mario, por temas, dove la Durante, con minimi interventi strutturali, intende dare unit‡ ai contributi precedentemente pubblicati e rendere pi_ fruibile il continuo dialogo che ha instaurato nel tempo con lo scrittore. Lo studio "Ingannevoli sogni di laboratorio. La pubblicit‡ di preparati Galenici in San Camilo 1936 e Mi idolatrato hijo SisÌ" (1999), rivela l'interesse della candidata per le valenze estetiche di linguaggi settoriali. Pi_ isolato resta il breve contributo in omaggio a Carmen MartÌn Gaite.

In generale la candidata presenta pubblicazioni che evidenziano un dominio analitico delle tematiche costantemente perseguite, tuttavia si avverte la necessit‡ di ampliare la strumentazione critica e di estenderla altresÏ a un pi_ vasto dominio letterario.

Candidato: Dott.ssa Vanda DURANTE

GIUDIZIO COLLEGIALE

Ricercatrice confermata di Lingua e Letteratura spagnola presso la Facolt‡ di Lingue e Letterature straniere dell'Universit‡ degli Studi di Bari, ha ricoperto, per affidamento presso il medesimo Ateneo incarichi d'insegnamento di Lingua e Letteratura spagnola.

I contributi che la candidata presenta alla commissione vertono prevalentemente sulla letteratura contemporanea, con particolare riferimento alla narrativa di Miguel Delibes. Marginalmente si Ë occupata dell'aspetto contrastivo fra italiano e spagnolo con il primo articolo "Ser ed estar nell'audiovisivo Vida y di·logos de EspaÒa di Rojo Sastre-Rivenc-Ferrer" (1980) dove, con fini glottodidattici, si analizzano le strutture sintattiche presenti in un testo audiovisivo scolastico. Sporadica attenzione ha dedicato anche alla letteratura cinquecentesca con un articolo dedicato a Joan Timoneda, "Estilemas y vocabulario en el Buen Aviso y Portacuentos y en El Sobremesa y Alivio de caminantes de Joan Timoneda", del 1994, nel quale l'uso dell'aneddoto e del chascarrillo da parte dell'autore spagnolo Ë messo in relazione, in un'ottica puramente descrittiva, con il filone delle "facetiae" diffuso in epoca umanistica e rinascimentale italiana, pur con qualche lacuna della bibliografia specifica. Alquanto marginale resta anche l'articolo su Cela Para un nuevo an·lisis de la "Familia de Pascual Duarte" (1993), che non sembra contribuire in maniera innovativa alla discussione critica sull'autore, sebbene inauguri un filone di ricerca che dar‡ i suoi frutti pi_ maturi nei lavori su Delibes.

A questo autore sono infatti dedicati cinque studi, quattro dei quali

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successivamente raccolti, senza modifiche significative, nel volume Brillos de heroÌsmo cotidiano. Miguel Delibes y Cinco horas con Mario, por temas (2000), nel quale la candidata rende pi_ fruibile la sua partecipata e sensibile lettura di uno scrittore a lei congeniale. Il volume testimonia, infatti, la contaminazione tra elementi finzionali e autobiografici della scrittura delibesiana, nonchÈ le analogie con estetiche di altri scrittori contemporanei. Esile e irrilevante Ë invece il breve scritto commemorativo della scrittrice spagnola in "Omaggio a Carmen MartÌn Gaite. Tra il cielo e la terra"...(2000).

Pur rilevando la discreta padronanza degli strumenti critici posseduti dalla candidata, la Commissione sottolinea l'esiguit‡ della sua produzione e la necessit‡ di ampliare gli ambiti di ricerca.

3) CANDIDATO: Dott. ssa Cecilia GALZIO

Commissario Prof. Giovanni CARAVAGGI

La Dott.ssa Cecilia Galzio Ë ricercatrice confermata presso la Facolt‡ di Scienze della Formazione dell’Universit‡ di Catania, e ha tenuto durante vari anni accademici supplenze di Lingua Spagnola e di Lingua e letteratura spagnola presso la stessa Facolt‡

Le pubblicazioni che presenta per la valutazione comparativa riguardano l’epoca contemporanea e quasi esclusivamente la letteratura ispanoamericana, rivelando interessi alquanto limitati per la letteratura spagnola. L’indagine pi_ antica, “Immagini del Venezuela nella narrativa di Adriano Gonz·lez LeÛn” risente di un’impostazione ancora scolastica, ma sa evidenziare nei testi presi in considerazione una tipologia descrittiva ben caratterizzante.

Nell’articolo “El arpa y la sombra. Per una lettura della Storia” inizia a definire un campo di ricerca destinato in seguito ad ulteriori approfondimenti e concernente la figura di Cristoforo Colombo e la sua proiezione in opere letterarie in cui i confini tra informazione storica e finzione narrativa risultano di volta in volta definiti in funzione dei diversi progetti di scrittura. Ne costituisce un buon esempio, appunto, El arpa y la sombra dello scrittore cubano Alejo Carpentier, su cui la candidata ritorna in un saggio di elegante fattura, articolato in parti funzionali, L’altro Colombo. A proposito di El arpa y la sombra di Alejo Carpentier; attraverso una lettura sensibilissima vi si rileva come il profilo di un personaggio ormai mitico, ridisegnato dalla penna di uno scrittore proteso costantemente alla revisione critica della conquista e della colonizzazione spagnola, perda in gran parte l’alone magico delle raffigurazioni oleografiche tradizionali, ricuperando una dimensione umana, non priva di contraddizioni, che la creazione poetica riesce a sublimare. Analoghi procedimenti analitici vengono applicati poco dopo in un’altra ricerca di buona fattura, “Il vero Colombo di Vicente Blasco Ib·Òez”, che finalmente fa riferimento a un ambito storico-letterario pi_ pertinente.

In effetti le pagine su “Concierto Barroco. Extravagancia vivaldiana de Alejo Carpentier”, come pure i saggi “AndrÈs Bello: por una identidad cultural

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latinoamericana” e “Las memorias de Mam· Blanca di Teresa de la Parra: la parola necessaria”, sviluppati con competenza ed eleganza, si orientano ulteriormente verso aree di ricerca laterali rispetto alle specifiche richieste concorsuali.

A un celebre romanzo di Camilo JosÈ Cela, La familia di Pascual Duarte, Ë dedicata una disamina accurata e penetrante, che affronta specificamente i problemi della scrittura alla luce di recenti modelli narratologici, anche se trascura altre interpretazioni non meno accreditate. In pagine brillanti, un racconto della scrittrice catalana Ana Maria Moix viene esaminato nell’articolo “Las virtudes peligrosas di Amore e Psiche”, e vi vengono sottolineati con attenzione e perizia gli indicatori linguistici strategicamente disposti in un testo di non comune ricchezza polisemica.

Merita infine di essere menzionata l’edizione di Restaurazione di Eduardo Mendoza, con traduzione italiana fedele ed elegante, e un’ampia presentazione introduttiva, che definisce la portata di questo inconsueto esperimento di scrittura, fornendone una ipotesi interpretativa accattivante. I lavori della candidata che riguardano l’area americana sono da molti punti di vista apprezzabili, ma risultano ancora troppo scarsi e limitati quelli prodotti sul versante della letteratura spagnola e non consentono in questa sede una valutazione positiva.

Commissario Prof.ssa Giovanna CALABR“

Ricercatore confermato presso la Facolt‡ di Scienze della Formazione dell’Universit‡ di Catania, e titolare di supplenze di Lingua Spagnola e di Lingua e letteratura spagnola presso la stessa Facolt‡, Cecilia Galzio si Ë dedicata allo studio della letteratura contemporanea di lingua spagnola privilegiando il versante latinoamericano, in particolare venezolano e cubano.

Uno dei temi frequentati dalla Galzio Ë quello della ermeneutica del personaggio di Cristoforo Colombo, esaminato in L’altro Colombo. A proposito di El arpa y la sombra di Alejo Carpentier, Bulzoni, Roma, 1991, (volume il cui tema Ë gi‡ in nuce in El arpa y la sombra. Per una lettura della Storia, in “Le Forme e la Storia”, a.IV (1983), n.3, settembre-dicembre, pp.617-638) e in Il vero Colombo di Vicente Blasco IbaÒez, in “Temi Colombiani”, n.4, 1993, pp.25-64.

In particolare nel suo agile ed elegante volume sul romanzo di Carpentier oscillante sempre tra storia e invenzione, la figura di Colombo funge da agglutinante delle diverse prospettive di analisi, che convergono infine nella proposta di una rilettura critica della Conquista e della storia latinoamericana. Nell’altro contributo dedicato a Carpentier (ConciertoBarroco.Extravagancia vivaldiana de Alejo Carpentier,”Revista Nacional de Cultura”, Caracas, 2, 1987, aÒo XLVIII,pp.100-109) Cecilia Galzio analizza finemente gli andirivieni spazio temporali della scrittura di Carpentier e il valore simbolico assunto dal tema musicale.

Completa il panorama dei saggi di americanistica una serie di medaglioni critici di figure e opere significative della cultura ispanoamericana, a cui sono rispettivamente dedicati i tre lavori: AndrÈs Bello: por una identidad cultural latinoamericana, Caracas, La casa de Bello, 1984, 41;Immagini del Venezuela nella narrativa di Adriano Gonz·lez LeÛn, in “Siculorum Gymnasium”, XXV, n.2, luglio-dicembre 1975, pp. 411-431; “Las memorias de Mam· Blanca” di Teresa de la Parra: la parola necessaria, “Quaderni di letterature iberiche e ibero-

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americane”, n.9-10, 1989, pp.61-87).Il versante spagnolo della produzione della Galzio suscita qualche riserva

non solo per la ridotta estensione dei contributi ma anche per l’assenza di un filone e di una prospettiva critica pienamente riconoscibile di ricerca. Citiamo, a questo proposito, lo studio su Camilo JosÈ Cela (I dintorni del testo e i sentieri della memoria:”La familia de Pascual Duarte” di Camilo JosÈ Cela, in “Annali dell’Istituto Universitario Orientale di Napoli”, sez. romanza, XXV, 1, 1993, pp. 113-135) in cui affronta il tema gi‡ molto studiato del rapporto tra testo e paratesto; quello sulla scrittrice catalana Ana MarÌa Moix, della quale analizza un racconto ascrivendolo alla categoria del fantastico(“Las virtudes peligrosas” di Amore e Psiche. Intorno a un racconto di Ana MarÌa Moix)e l’edizione italiana di un testo minore del romanziere Eduardo Mendoza, Restaurazione di cui la candidata ha fornito una scorrevole traduzione e a cui ha premesso un ampio saggio introduttivo.

Commissario Prof Antonio GARGANO

La dott.ssa Cecilia Galzio, ricercatrice confermata di Lingua e letteratura spagnola presso l’Universit‡ di Catania dal 1980, ha ricoperto per supplenza presso lo stesso Ateneo gli insegnamenti di Lingua e letteratura spagnola, dal 1993 al 1999, e di Lingua spagnola, dal 1996 al 2001, nonchÈ presso l’Universit‡ di Messina l’insegnamento di Lingua, cultura e istituzioni dei Paesi di lingua spagnola dal ’93 al ’96.

La parte pi_ consistente della produzione scientifica presentata dalla dott.ssa Galzio Ë dedicata a opere e ad autori di letteratura ispanoamericana contemporanea. Nell’agile volume su El arpa y la sombra del cubano Alejo Carpentier, che –peraltro- riprende argomenti pi_ succintamente trattati in un precedente articolo (“´El arpa y la sombraª, per una lettura della storia”), la figura di Colombo Ë il motivo intorno al quale la candidata costruisce le proprie riflessioni sul testo di Carpentier, mettendone a fuoco la centrale e problematica relazione tra storia e finzione. Al romanzo breve dello stesso autore cubano, Concierto barroco, Ë dedicato un conciso contributo, dove la candidata coglie nell’organizzazione del tempo narrativo un motivo musicale o una “insÛlita manifestaciÛn vivaldiana”. La significativa figura di AndrÈs Bello, le immagini del Venezuela nella narrativa di Adriano Gonz·lez LeÛn e l’analisi del romanzo di Teresa de la Parra, Las memorias de Mam· Blanca, sono al centro dei restanti tre contributi di ambito ispanoamericanistico, all’interno del quale la candidata mostra di avere acquisito buona esperienza e discreta competenza. Delle dieci pubblicazioni presentate dalla dott.ssa Galzio, solo quattro risultano circoscritte a tematiche di letteratura spagnola novecentesca: la traduzione di un testo minore di Eduardo Mendoza, Restaurazione,accompagnata da ampia introduzione; lo studio sulla figura di Colombo nell’opera di Blasco IbaÒez; le brevi analisi de La familia de Pascual Duarte di Cela e del racconto Virtudes peligrosas della catalana Ana Maria Moix.

Pur rinvenendo nella produzione scientifica della dott.ssa Galzio spunti di apprezzabile intelligenza critica, in particolare per quel che riguarda gli studi su alcune significative opere della narrativa ispanoamericana, Ë tuttavia difficoltoso identificare ben riconoscibili e approfondite linee di ricerca, specie per l’ambito della letteratura spagnola, al cui interno la candidata ha finora offerto contributi critici di modesto rilievo e, con l’unica eccezione del romanzo di Cela, su opere e argomenti secondari, rispetto a una tradizione che –pur volendola limitare al solo Novecento- si presenta ben altrimenti ricca e articolata.

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Commissario Prof. ssa Carla PERUGINI

Ricercatrice confermata presso la Facolt‡ di Scienze della Formazione dell’Universit‡ di Catania, e titolare di supplenze di Lingua Spagnola e di Lingua e letteratura spagnola presso la stessa Facolt‡, Cecilia Galzio si Ë dedicata esclusivamente allo studio della letteratura contemporanea, nelle due direzioni della letteratura spagnola e di quella latinoamericana, nettamente privilegiata quest’ultima nei suoi versanti venezolano e cubano.BenchÈ di buon livello, sia per la piacevolezza della scrittura sia per l’impianto metodologico e l’apparato bibliografico, la produzione della candidata Ë abbastanza limitata, toccando argomenti circoscritti nello spazio e nel tempo.

Una delle figure storiche e letterarie preferite dalla sua ricerca Ë quella di Cristoforo Colombo, esaminato ne L’altro Colombo. A proposito di El arpa y la sombra di Alejo Carpentier, 1991(volume il cui tema Ë gi‡ in nuce ne El arpa y la sombra. Per una lettura della Storia, 1983), e ne Il vero Colombo di Vicente Blasco IbaÒez, 1993. L'analisi de El arpa y la sombra sembra concentrarsi intorno alla testimonianza di un’assenza, di una perdita e di una finzione, in cui storia e letteratura si generano l’una dall’altra, in un mestizaje che Ë la cifra autentica dell’America Latina.

In Concierto Barroco. Extravagancia vivaldiana de Alejo Carpentier, 1987,Cecilia Galzio individua una pausa di umorismo e di divertimento nell’ambito di una produzione accusata a volte di eccessiva erudizione e difficolt‡, pur nel riconoscimento unanime dell’importanza dello scrittore cubano nel panorama della letteratura latinoamericana.

Sul versante della traduzione, la Galzio ha curato l’edizione italiana di Eduardo Mendoza, Restaurazione ,1996, testo teatrale del 1991 inizialmente scritto in catalano e poi da Mendoza stesso tradotto in castigliano. Cecilia Galzio ne offre una puntuale traduzione, che segue con fedelt‡, pur nell’ambito delle necessarie diversit‡ di cadenze fra le lingue, il ritmo piuttosto monotono e prosaico del testo. E’ preceduta da una lunga e articolata introduzione (pp.9-65), in cui la curatrice definisce i temi e i procedimenti di questo “capriccio teatrale”, che si discosta dalla consueta produzione narrativa di Mendoza.

Con competenza e scorrevolezza di scrittura, la Galzio esamina anche altre figure fondamentali della letteratura ispanoamericana, come AndrÈs Bello (AndrÈs Bello: por una identidad cultural latinoamericana, 1984), Adriano Gonz·lez LeÛn (Immagini del Venezuela nella narrativa di Adriano Gonz·lez LeÛn, 1975) e Teresa de la Parra (“Las memorias de Mam· Blanca” di Teresa de la Parra: la parola necessaria, 1989).

Alla letteratura del Novecento spagnolo sono invece dedicati gli studi su Camilo JosÈ Cela (I dintorni del testo e i sentieri della memoria:”La familia de Pascual Duarte” di Camilo JosÈ Cela, 1993), ampio e articolato esame del romanzo, con particolare attenzione alle problematiche dell’autobiografismo, del paratesto e delle strategie della scrittura) e sulla catalana Ana MarÌa Moix(“Las virtudes peligrosas” di Amore e Psiche. Intorno a un racconto di Ana MarÌa Moix, 1996), racconto oscillante fra il reale e il sovrannaturale, in cui la Galzio rinviene le condizioni di incertezza e di dubbio del lettore tipiche del fantastico,ricordando (ma forse in maniera superflua, considerato il pubblico di specialisti a cui si rivolge) il noto mito platonico dell’unit‡ perduta e ossessivamente ricercata del Simposio e quello, ancor pi_ famoso, di Narciso.

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In definitiva, una produzione interessante, ma suscettibile di maturazione e non ancora ben orientata in una direzione di ricerca nell'ambito della letteratura spagnola.

Commissario Prof. Pietro TARAVACCI

Laureatasi nel 1974, la dott.ssa Galzio Ë ricercatrice dal 1980 presso la Facolt‡ di Scienze della Formazione dell'Universit‡ degli Studi di Catania.

La produzione scientifica presentata dalla candidata ai fini della valutazione comparativa verte esclusivamente sulla letteratura contemporanea e nella maggior parte su quella ispanoamericana (venezolana e cubana).

Le prime pubblicazioni, comprese tra la met‡ degli anni Settanta e gli Ottanta, sono indirizzati ad una lettura del contesto storico e dell'insieme culturale dei paesi latinoamericani attraverso la letteratura, come ben dimostrano i seguenti articoli: Immagini del Venezuela nella narrtiva di Adriano Gonz·lez LeÛn (1975), "El arpa y la sombra, per una lettura della storia" (1983) e il fascicoletto dedicato ad AndrÈs Bello (1984). Nello stesso periodo la candidata torna su Carpentier, su Concierto barroco, con un'analisi questa volta di tipo un po' pi_ formale che intende presentare il testo come "divertimento" vivaldiano.

Gi‡ anticipata nell'articolo dell'83, sull'opera di Carpentier El arpa y la sombra, la figura di Cristoforo Colombo costituisce la tematica alla quale la Galzio dedica una maggiore e pi_ costante attenzione, in una prospettiva intertestuale, sia nel volume L'altro Colombo (Bulzoni, 1991, acuto volumetto che affronta, nell'opera gi‡ citata, di Carpentier, la figura dello scopritore, tra sperimentazione scritturale e discussione del mito e della storia), sia nel pi_ recente articolo Il vero Colombo di Vicente Blasco Ib·Òez (1996). Nell'ambito delle indagini sulle figure letterarie del mondo ispanoamericano, occorre ricordare l'ampio contributo relativo alla scrittrice venezolana Teresa de la Parra, "Las memorias de Mam· Blanca", di Teresa de la Parra: la parola necessaria (1989).

La Galzio si rivolge alla letteratura spagnola peninsulare in alcuni recenti contributi: un articolo del 1993 dedicato a La familia de Pascual Duarte, di Cela, nel quale si analizzano le implicazioni paratestuali e autobiografiche del romanzo; l'articolo sulle intertestualit‡ e i motivi archetipici e simbolici presenti nella breve narrazione della catalana Ana MarÌa Moix, Las virtudes peligrosas (1996); infine, sul versante della traduzione, si colloca l'edizione in italiano del "capriccio teatrale " di Eduardo Mendoza, RestauraciÛ, a partire dalla traduzione dal castigliana fornita dallo stesso autore catalano.

Nel suo complesso la produzione presentata dalla dott.ssa Galzio Ë apprezzabile per la costante attenzione ad alcune realt‡ della letteratura ispanoamericana spesso studiate in un'ottica intertestuale in cui la candidata mostra una certa dimestichezza. Tuttavia all'interno della letteratura spagnola la candidata non ha ancora individuato un ambito tematico o un orientamento critico chiaramente riconoscibile, in grado di assicurare una produzione che testimoni una vera competenza nell'ambito disciplinare per cui si presenta.

Candidato: Dott.ssa Cecila GALZIO

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GIUDIZIO COLLEGIALE

Ricercatrice confermata presso la Facolt‡ di Scienze della Formazione dell’Universit‡ di Catania, e titolare di supplenze di Lingua Spagnola e di Lingua e letteratura spagnola presso la stessa Facolt‡, Cecilia Galzio si Ë dedicata esclusivamente allo studio della letteratura contemporanea, privilegiando nettamente quella latinoamericana, e riservando alla letteratura spagnola scarsi e poco significativi contributi.

La figura alla quale la Galzio dedica la maggiore e pi_ costante attenzione, in una prospettiva intertestuale, Ë quella di Cristoforo Colombo la cui proiezione nelle opere letterarie di Vicente Blasco IbaÒez ("Il vero Colombo di Vicente Blasco IbaÒez") e di Alejo Carpentier ("L’altro Colombo. A proposito di El arpa y la sombra di Alejo Carpentier) si muove tra informazione storica e finzione narrativa. Diviso in tre parti, quest'ultimo libro Ë un continuo gioco di rimandi fra passato e presente, in cui la Galzio opera un ridimensionamento dell’eroe nella sua umanit‡, nelle sue miserie e nelle sue grandezze, permettendogli di uscire dall’oleografia per entrare nel mistero e nel disvelamento dell’arte. Il tema del libro del 1991 su Alejo Carpentier Ë gi‡ in nuce nel breve saggio pubblicato una decina d’anni prima (El arpa y la sombra. Per una lettura della Storia (1983). L'analisi dello scrittore cubano continua nelle eleganti pagine sul Concierto Barroco.Extravagancia vivaldiana de Alejo Carpentier (1987), sotto la cifra dell'umorismo e del divertissement.

Nell'ambito privilegiato dei suoi studi la Galzio esamina altre figure fondamentali della letteratura ispanoamericana, come AndrÈs Bello ("AndrÈs Bello: por una identidad cultural latinoamericana" (1984), Adriano Gonz·lez LeÛn ("Immagini del Venezuela nella narrativa di Adriano Gonz·lez LeÛn" (1975)) e infine Teresa de la Parra(“Las memorias de Mam· Blanca di Teresa de la Parra: la parola necessaria" (1989).

La Galzio si rivolge alla letteratura spagnola peninsulare in alcuni recenti contributi: un articolo (1993) dedicato a La familia de Pascual Duarte, di Cela, nel quale si analizzano le implicazioni paratestuali e autobiografiche del romanzo; l'articolo sulle intertestualit‡ e i motivi archetipici e simbolici presenti nella breve narrazione della catalana Ana MarÌa Moix, Las virtudes peligrosas (1996).

Sul versante della traduzione, la Galzio ha curato l’edizione italiana del “capriccio teatrale”, di Eduardo Mendoza, Restaurazione (1996), dalla versione castigliana che lo stesso autore derivÚ dall'originale catalano; il testo italiano Ë preceduto da una lunga introduzione in cui la curatrice definisce i temi e i procedimenti di un'opera che si discosta dalla consueta produzione narrativa di Mendoza.

I lavori della candidata, apprezzabili per la costante attenzione ad alcuni temi privilegiati in ambito latinoamericano e per la qualit‡ della scrittura, per quanto riguarda la letteratura spagnola la sua produzione risulta ancora molto esigua e non apporta contributi di qualit‡.

4) CANDIDATO: Dott. ssa Eleanor Liliana LONDERO

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Commissario Prof. Giovanni CARAVAGGI

La dott.ssa Eleanor Liliana Londero Ë ricercatrice confermata di Lingua e letteratura spagnola dall’a.a. 1986-87 presso la Facolt‡ di Lettere e Filosofia dell’Universit‡ della Calabria; documenta una lunga esperienza didattica, sia nel settore della lingua spagnola, in qualit‡ di addetta alle esercitazioni e lettrice dal ’79 all’ ’86, sia in quello della Storia della Cultura Ispanica e della Lingua e letteratura spagnola, in qualit‡ di affidataria dei suddetti insegnamenti dal 1993 al 2001.

Le pubblicazioni presentate per la procedura di valutazione comparativa evidenziano un interesse quasi esclusivo della candidata per la letteratura del Novecento, sia spagnola che ispanoamericana, e in particolare per la figura e l’opera di Max Aub. Il volumetto, intitolato Formas de la elusiÛn, raccoglie cinque studi abbastanza omogenei su tale autore; vi si svolgono indagini variegate su diversi tipi di “pr·cticas de la elusiÛn”, quali aspetti essenziali delle strategie narrative dell’autore: ricostruzioni biografiche immaginarie, invenzione di eteronimi e di opere apocrife (ma i modelli machadiani vi sono appena prospettati), traduzioni di poeti immaginari, ritratti di pittori presunti e altri tipi di pastiches storico-letterari; tali procedimenti di scrittura vengono giustamente considerati come caratteristici della complessa produzione di Max Aub, a cui consentono di assumere le distanze dalla propria creazione, non senza i tratti dell’autoironia; su questa tematica la candidata ha offerto contributi originali, che pongono in rilievo soprattutto i “signos de historicidad” e gli elementi della temporalit‡. Il capitolo finale, “Max Aub, traductor fingido”, presenta varie connessioni con un altro lavoro prodotto dalla candidata, l’edizione critica dell’AntologÌa traducida, accuratamente disposta e arricchita da una fascia di annotazioni puntuali ed efficaci; l’edizione Ë accompagnata inoltre da una “Breve historia editorial”, soddisfacente pur nella essenzialit‡ dei rimandi alle complesse vicende testuali, e da un “Aparato crÌtico”, che riunisce le varianti della tradizione manoscritta e a stampa. Max Aub si trova poi al centro di altre interessanti indagini di Eleanor Londero, come “Espacio y memoria en la narrativa del exilio espaÒol” e “La imagen del laberinto en Max Aub”, in cui viene approfondita ulteriormente una tematica suggestiva quale le modalit‡ della rappresentazione dello spazio nel ciclo narrativo sulla guerra civile, El laberinto m·gico.

Un importante racconto di F. Ayala, El Hechizado, Ë stato studiato dalla candidata attraverso due indagini distinte (“Una novela ejemplar de Francisco Ayala: El Hechizado” e “Il labirinto vuoto di Francisco Ayala”), che tornano a prospettare il tema letterario del ‘labirinto’, nella pluralit‡ delle sue accezioni; l’edizione pi_ antica di questo testo Ë stata presa in considerazione anche dal punto di vista delle relazioni dell’autore con gli scrittori argentini che collaboravano alla rivista Sur. E proprio ai rapporti letterari fra l’Argentina e la Spagna nei frenetici anni delle avanguardie postsimboliste e futuriste, sono dedicati da Eleanor Londero due saggi di ampio respiro, “Hispanoamericanismo en la dÈcada del 20 en Argentina: conflictualidad de un concepto” e “Vanguardia y nacionalismo: la polÈmica del meridiano”, apprezzabili dal punto di vista storiografico per la chiarezza della prospettiva contrastiva tracciata. Vi si pone in evidenza, mediante una rassegna attenta degli interventi critici, l’aspra polemica letteraria e la conflittualit‡ ideologica che si manifestano in riviste d’avanguardia quali la prima e la seconda “Proa”, “Nosotros” e “MartÌn Fierro”. Un altro ambito di ricerca in cui la candidata ha conseguito risultati degni di nota riguarda il tema della sopraffazione politica e del dramma dei sopravissuti alla violenza, con specifico

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riferimento alle toccanti testimonianze di J. Sempr·n sul “mundo del caos y del horror”, La escritura o la vida, testo opportunamente collegato per sottili vincoli di affinit‡ culturale con certe riflessioni non meno emozionanti di altri autori europei. La funzione della memoria nel riscatto etico a cui aspira la scrittura viene sottolineata con attenta riflessione. Meno convincente risulta invece, per qualche sbavatura stilistica, la traduzione del racconto di Horacio Quiroga, Il tetto d’incenso, preceduta comunque da una breve introduzione di buon livello divulgativo.

La candidata negli studi sopra menzionati rivela una matura consapevolezza delle proprie scelte operative e offre una testimonianza abbastanza apprezzabile delle proprie capacit‡ analitiche e delle proprie attitudini esegetiche, riuscendo a pervenire a risultati innovativi attraverso un impegno critico di buon livello, anche se applicato a tematiche relativamente circoscritte.

Commissario Prof.ssa Giovanna CALABR“

La dott.ssa Liliana Eleanor Londero, ricercatrice confermata presso l’Universit‡ della Calabria dal 1986/87, possiede una lunga esperienza didattica sia nell’ambito della Lingua spagnola (come esercitatrice e lettrice tra il ’79 e l’86) sia in quello della Storia della cultura ispanica e della Lingua e letteratura spagnola (insegnamenti che ha ricoperto per supplenza dal 1993 al 2001)

La dott.ssa Londero, Ë autrice di una serie di saggi, articoli, volumi - pubblicati in sedi nazionali e internazionali di prestigio - che prediligono la letteratura ispanica contemporanea, un vasto territorio entro cui ella Ë attenta a cogliere da un lato le originali esperienze dell’avanguardia e dall’altra i segni della resistenza che la letteratura oppone al potere e alla violenza. In questa duplice prospettiva si possono infatti collocare le sue ricerche che pur nella diversit‡ sono riconducibili a questo interesse ispiratore unitario. Non a caso, la candidata, ha ripetutamente scritto su Max Aub, intellettuale, poeta, narratore, drammaturgo, segnato dal destino della guerra civile e dalla condizione d’esilio e approdato, dopo la guerra e le giovanili esperienza dell’avanguardia ludica a una scrittura di sofferta e intensa preoccupazione morale. Apprezzabili sotto vari profili risultano gli interventi della dott. Londero su Max Aub: nonostante la brevit‡ risultano acuti e persuasivi quelli in cui ella analizza la modalit‡ in cui viene percepito e rappresentato lo spazio ( si vedano: La imagen del laberinto en Max Aub, in Los poderes de la imagen, Edition du Conseil Scientifique de l’UniversitÈ Charles De Gaulle, Lille III, 1998, e Espacio y memoria en la narrativa del exilio espaÒol, in Historia, espacio e imaginario, CollectionUL3 coordonnÈe par le Conseil Scientifique de l’UniversitÈ Charles De Gaulle, Lille III, Presses Universitaires du Septentrion, 1997). Nel volumetto Formas de la elusiÛn. Cinco estudios sobre Max Aub (Rubbettino ed. Catanzaro 1996) ella conduce l’analisi di alcune forme frequenti nella scrittura di Max Aub, (biografia fittizia, tecnica dell’apocrifo, pastiche), varianti, tutte, di una “pr·ctica de la elusiÛn” che sembra essere quasi un assillo esistenziale e creativo dell’autore. Di uno di questi testi, in particolare, la AntologÌa traducida, la dott.ssa Londero ha attentamente curato l’edizione critica fornendo una storia delle edizioni del testo, e il corredo delle varianti testuali della tradizione a stampa e manoscritta.

Il saggio su Sempr·n (Sobrevivir a la escritura: el caso Jorge Sempr·n, in “Quaderni del Dipartimento di Linguistica”, n. 18, a cura di E. Londero e C. Giordano, Rende 1999) Ë un esempio dell’interesse nevralgico della candidata

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verso le modalit‡ in cui la scrittura si pone di fronte alla violenza, alle forme di esperienza estrema.

Il motivo del labirinto, gi‡ indagato nella narrativa di Max Aub, torna ad essere oggetto di attenzione nei due contributi su un racconto di F. Ayala, El hechizado (Il labirinto vuoto di F. Ayala, in “Annali Istituto Universitario Orientale”, XXXVI,2, 199; Una novela ejemplar de F. Ayala: El hechizado, in “Quaderni del Dipartimento di Linguistica, n. 9, Rende 1993). Allo stesso modo le relazioni finemente ricostruite tra Ayala e il gruppo di intellettuali argentini riuniti intorno alla rivista “Sur” dimostrano la persistenza dell’interesse verso i rapporti tra Spagna e Argentina gi‡ indagati in due saggi: Hispanoamericanismo en la dÈcada del 20 (in L’evolution de l’idÈe de decouverte de l’Amerique….Actes du Colloque Almoreal d’Orleans le Mans, centre d’impression e d’Edition UniversitÈ du maine, 1990) e Vanguardia y nacionalismo (in “Iberoamericana”n. 36, 1989, Universitat Hamburg. Agile e sicuro il saggio introduttivo alla traduzione del racconto di Quiroga, Il tetto di incenso( Sellerio 1995)

Come si evince dal curriculum e dai titoli presentati, la candidata dimostra, in complesso, di possedere una apprezzabile cultura storico letteraria, e appare sorretta sempre da un autentico e coerente interesse di ricerca, che finisce con l’essere un buon segno di maturit‡.

Commissario Prof. Antonio GARGANO

La dott.ssa Eleanor Liliana Londero, ricercatrice confermata di Lingua e letteratura spagnola dall’a.a. 1986-87 presso l’Universit‡ della Calabria, possiede una lunga e comprovata esperienza didattica, sia nel settore della lingua spagnola, come esercitatrice e lettrice dal ’79 all’ ’86, sia in quello della Storia della Cultura Ispanica e della Lingua e letteratura spagnola, insegnamenti che in successione ha ricoperto ininterrottamente dal 1993 al 2001.

Le pubblicazioni presentate rivelano uno spiccato interesse della candidata per la letteratura novecentesca, con particolare riferimento alla figura di Max Aub. Il volumetto, intitolato Formas de la elusiÛn, raccoglie cinque studi sull’autore, che costituiscono altrettanti originali sondaggi su alcune forme delle “pr·cticas de la elusiÛn” (biografia fittizia, tecnica dell’apocrifo, pastiche), le quali risultano peculiari della vastissima produzione dell’autore studiato, e sulle quali l’indagine della candidata si Ë perspicacemente esercitata, mettendo a fuoco i “signos de historicidad” o l’ “elemento temporal”. All’ultimo studio della raccolta, “Max Aub, traductor fingido”, si ricollega l’attivit‡ svolta dalla candidata come editore di testi, con il volume AntologÌa traducida, dove il testo edito si presenta opportunamente corredato, oltre che dall’apparato di utili note a piÈ di pagina, da una “Breve historia editorial”, nella quale la curatrice traccia la storia delle edizioni del testo, e da un “Aparato crÌtico”, dove sono riportate le varianti testuali della tradizione a stampa come di quella manoscritta. Allo stesso Aub sono dedicati, infine, i due brevi e lucidi saggi (“Espacio y memoria”, “La imagen del laberinto”), nei quali la candidata studia la rappresentazione dello spazio nel ciclo di romanzi sulla guerra civile, El laberinto m·gico.

Al tema letterario del ‘labirinto’, inteso –questa volta- in senso tanto fisico come verbale, la candidata torna nei due lavori che, da diverse prospettive, analizzano il racconto di F. Ayala, “El Hechizado”, la cui prima pubblicazione testimonia anche dei rapporti che lo scrittore spagnolo intrattenne col gruppo di intellettuali argentini raccolti intorno alla rivista Sur. E alle relazioni letterarie tra

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Spagna e Argentina, negli anni ’20, sono rivolti i due contributi (“Hispanoamericanismo en la dÈcada del 20”, “Vanguardia y nacionalismo”), con i quali la candidata d‡ buona prova dell’ampiezza delle proprie conoscenze storico-letterarie. Il costante interesse della candidata per il tema della violenza del potere e le vittime di essa trova la sua pi_ diretta espressione nell’incisiva analisi della testimonianza di J. Sempr·n sul “mundo del caos y del horror”, La escritura o la vida, messa a confronto con le analoghe esperienze di scrittura di Levi e AmÈry. Meritorio saggio di rigorosa divulgazione Ë, infine, la traduzione del racconto di Quiroga, Il tetto d’incenso, preceduta da un sicuro e informato scritto introduttivo.

Nella sua produzione scientifica, la candidata dimostra maturit‡ nell’individuazione e coerente delimitazione di una propria linea di ricerca, che ha saputo realizzare con una personale impostazione dei problemi, un efficace rigore di metodo e un’apprezzabile originalit‡ dei risultati.

Commissario Prof. ssa Carla PERUGINI

La dott.ssa Eleanor Liliana Londero Ë ricercatrice confermata di Lingua e letteratura spagnola dall’a.a. 1986-87 presso l’Universit‡ della Calabria e ha indirizzato i suoi studi sulla narrativa del novecento, con saggi e traduzioni di alcuni importanti autori dell’area ispanica, quali Max Aub, Francisco Ayala e Horacio Quiroga.

Alla caratteristica strategia finzionale di Max Aub, centrata su apocrifi, teorizzazioni del falso, invenzioni e manipolazioni della storia, si ispirano i cinque studi raccolti nel volume Formas de la elusiÛn. Cinco estudios sobre Max Aub(1996), cosÏ come gli interventi a congressi intitolati La imagen del laberinto en Max Aub(1998) e Espacio y memoria en la narrativa del exilio espaÒol(1997), in cui si sottolinea l’importanza della metafora spaziale del labirinto.Un importante contributo alla divulgazione dell’opera di Aub Ë l’edizione commentata e con apparato delle varianti dell’AntologÌa traducida(2000), come meritoria per la conoscenza dello scrittore uruguaiano Horacio Quiroga Ë la traduzione italiana de Il tetto d’incenso(1995).

Studi in cui all’importanza estetica delle opere trattate si aggiunge il valore etico di dibattiti ideologici sulla identit‡ latinoamericana, sulle conseguenze della violenza sulla scrittura e sulle modalit‡ di rendere fruibili letterariamente esperienze estreme, sono Hispanoamericanismo en la dÈcada del 20 en Argentina: conflictualidad de un concepto, Sobrevivir a la escritura: el caso de Jorge Sempr·n e Vanguardia y nacionalismo: la polÈmica del meridiano(Madrid-Buenos Aires, 1927), mentre al tema del potere in un periodo drammatico quale quello del dopoguerra spagnolo sono dedicati gli articoli su Francisco Ayala (Il labirinto vuoto di Francisco Ayala e Una novela ejemplar de Francisco Ayala: El Hechizado).

Commissario Prof. Pietro TARAVACCI

La dott.ssa Eleanor Liliana Londero, esercitatrice e lettrice dal 1979 al 1986, Ë ricercatrice confermata di Lingua e letteratura spagnola dall’a.a. 1986-87 presso l’Universit‡ degli Studi della Calabria. Dal 1993 al 2001 ha tenuto gli insegnamenti di Storia della Cultura Ispanica e di Lingua e letteratura spagnola.

L'interesse scientifico della candidata Ë rivolto principalmente alla

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letteratura novecentesca, con una peculiare attenzione a Max Aub, al quale ha dedicato alcuni saggi critici raccolti nel volumetto Formas de elusiÛn (1996), che mette a fuoco con intelligenza le diverse forme dell'apocrifo, o, come recita il titolo, della "elusiÛn, ovvero il perpetuo incrociarsi di vero e falso nella affabulazione artistica di Aub. L'indagine critica della dottoressa Eleanor Londero sul versatile scrittore Ë affiancata dall'edizione della AntologÌa traducida (2000), corredata di note esplicative e da un “Aparato crÌtico” che d‡ conto delle varianti manoscritte e a stampa. Al ciclo di romanzi raccolti sotto il titolo El laberinto m·gico, dello stesso Aub, la dott.ssa Londero dedica i due brevi ma puntuali contributi Espacio y memoria en la narrativa del exilio espaÒol (1997) e La imagen del laberinto (1998).

Confermando il proprio interesse per gli sperimentalismi letterari del primo Novecento, e nell'ottica delle relazioni tra Spagna e Argentina, la candidata pubblica due saggi d'impronta decisamente storico-letteraria, il primo intitolato "Vanguardia y nacionalismo: la polÈmica del meridiano" (1989), il secondo dal titolo "Hispanoamericanismo en la dÈcada del 20 en Argentina: conflictualidad de un concepto" (1990). Nell'ambito dell'interesse per i temi sociali e in un'ottica di continuo raffronto tra distinte culture si colloca l'analisi di La escritura o la vida, di J. Sempr·n. La pregevole traduzione del racconto dell'uruguayano Horacio Quiroga, Il tetto d’incenso, Ë introdotta da un breve e agile saggio.

La produzione scientifica della candidata risulta particolarmente apprezzabile per la coerenza dimostrata nel perseguire, con crescente perizia e nell'ambito storico e letterario contemporaneo, alcuni obiettivi critici ben definiti.

Candidato: Dott.ssa Eleanor Liliana LONDERO

GIUDIZIO COLLEGIALE

La dott.ssa Liliana Eleanor Londero, ricercatrice confermata presso l’Universit‡ della Calabria dal 1986/87, possiede una lunga esperienza didattica sia nell’ambito della Lingua spagnola (come esercitatrice e lettrice tra il ’79 e l’86) sia in quello della Storia della cultura ispanica e della Lingua e letteratura spagnola, insegnamenti che ha ricoperto per supplenza dal 1993 al 2001

La dott.ssa Londero Ë autrice di una serie di contributi che evidenziano un netto interesse per la letteratura ispanica contemporanea, e in particolare per la figura di Max Aub a cui dedica le due interessanti indagini costituite da La imagen del laberinto en Max Aub e Espacio y memoria en la narrativa del exilio espaÒol in cui viene approfondita una tematica suggestiva quale la rappresentazione dello spazio nel ciclo dei romanzi sulla guerra civile spagnola, El laberinto m·gico. Il volume, Formas de la elusiÛn, dedicato allo stesso autore, raccoglie cinque omogenei studi su aspetti essenziali delle strategie narrative di Max Aub definite come “pr·cticas de la elusiÛn”: ricostruzioni biografiche immaginarie, tecnica dell’apocrifo, pastiche, procedimenti di scrittura che vengono giustamente considerati come peculiari della vasta e complessa produzione dello scrittore studiato e sui quali l’indagine della candidata si Ë sagacemente esercitata ponendo in rilievo i “signos de historicidad” o l’ “elemento temporal”. Il capitolo finale della menzionata raccolta “Max Aub, traductor fingido” si ricollega all’edizione critica della AntologÌa traducida il cui testo critico risulta arricchito da un apparato di utili e puntuali note, da una “Breve historia editorial” che ricostruisce nelle sue linee

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essenziali le complesse vicende testuali, e da un “Aparato crÌtico” che riporta le varianti della tradizione manoscritta e a stampa.

Alla tematica della rappresentazione letteraria dello spazio, in particolare all’immagine del labirinto, inteso anche nella sua dimensione verbale, si ricollegano i due lavori (Il labirinto vuoto di F. Ayala, e Una novela ejemplar de F. Ayala: El hechizado) che da prospettive diverse analizzano il racconto di Francisco Ayala, El hechizado la cui pi_ antica pubblicazione avvenuta in Argentina testimonia anche dei rapporti dell’autore con il gruppo intellettuale che collaborava alla rivista “Sur”. Le relazioni letterarie tra Spagna e Argentina intorno agli anni ’20 sono oggetto di approfondimento in due contributi (Hispanoamericanismo en la dÈcada del 20 e Vanguardia y nacionalismo) in cui la candidata mostra una solida conoscenza storico letteraria, grazie alla quale ella fornisce una attenta ricostruzione dell’aspro dibattito ideologico e delle polemiche letterarie che si manifestarono nelle riviste d’avanguardia “Proa”, “Nosotros” e “MartÌn Fierro”.

Al tema della violenza del potere e al dramma delle sue vittime Ë dedicata l’efficace analisi del ‘caso’ di Jorge Sempr·n e della sua testimonianza sul “mundo del caos y del horror” (Sobrevivir a la escritura: el caso Jorge Sempr·n), testo messo opportunamente a confronto con altre analoghe esperienze di scrittura non meno emozionanti come quelle di Levi e AmÈry. Merita infine una menzione l’agile e sicuro saggio introduttivo alla traduzione del racconto di Quiroga, Il tetto di incenso( Sellerio 1995).

Come si evince dal curriculum e dai titoli presentati, la candidata dimostra di aver individuato una coerente linea di ricerca in cui ha dato prova di apprezzabili capacit‡ esegetiche e di una solida cultura storico letteraria, pervenendo sulle tematiche scelte a risultati innovativi.

6) CANDIDATO: Dott. ssa Renata LONDERO

Commissario: Prof. Giovanni CARAVAGGI

La dott.ssa Renata Londero, ha superato brillantemente l’esame del Dottorato di Ricerca in Iberistica nel 1994; ricercatrice di Lingua e Letteratura spagnola prima presso la Facolt‡ di Lingue e Letterature Straniere dell’Universit‡ di Genova (1996-1998), poi presso l’analoga Facolt‡ dell’Universit‡ di Udine (dal 1998 ad oggi).

Le pubblicazioni che presenta per la procedura di valutazione comparativa vertono su argomenti di notevole interesse e rivelano una solida formazione metodologica nonchÈ un’apprezzabile abilit‡ ermeneutica. Gli impegni critici della candidata spaziano dai siglos de oro ai nostri giorni, con specifica attenzione verso il teatro aureo, la poesia della Generazione del 27 e la narrativa del primo Novecento. Di particolare valore risulta l’edizione critica di una commedia inedita di AndrÈs Gil EnrÌquez, No puede mentir el cielo, rappresentata con successo a Madrid nel 1659 e trasmessa da due testimoni manoscritti, che sono stati attentamente collazionati ai fini di una ricostituzione testuale secondo rigorosi principi filologici; l’edizione include inoltre un ricco apparato di note linguistiche e stilistiche ed Ë accompagnata da un ampio studio introduttivo, in cui si delinea con ricchezza di particolari la traiettoria biografica e letteraria dell’autore, attingendo a

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fonti ancora inedite, e si evidenziano con suadenti confronti intertestuali le fonti e gli sviluppi dell’enredo rimodellato dal commediografo barocco. La raccolta di saggi Varia Hispanica, omogenea e coerente, riunisce quattro studi dedicati essenzialmente a diversi aspetti dell’intertestualit‡, dalla refundiciÛn della commedia lopiana Dios hace reyes compiuta da AndrÈs Gil EnrÌquez ai raffinati intarsi di testi spagnoli, italiani e francesi dei secoli XVI e XVII operati da AzorÌn nel PolÌtico, alla produzione poetica e saggistica dello scrittore sudafricano Roy Campbell ispirata alla Spagna, e alle sue traduzioni dirette da San Juan de la Cruz, Lope de Vega, Tirso de Molina, CalderÛn de la Barca e Federico GarcÌa Lorca. Le considerazioni finali sull’ispanismo italiano pongono in rilievo soprattutto le recenti linee di ricerca orientate verso l’indagine intertestuale. Anche gli studi raccolti nel volume Percorsi intertestuali nella letteratura spagnola: da CalderÛn a oggi sono per lo pi_ dedicati all’analisi di intrecci interdiscorsivi e intertestuali di diverse opere, come La puente de Mantible di CalderÛn, pregevole riformulazione scenica di materiali cavallereschi, o El Hechizado por fuerza di Antonio de Zamora, abile rovesciamento parodistico del codice amoroso calderoniano; non meno rilevante Ë poi lo studio delle operazioni di riscrittura, di volta in volta serie o scanzonate, effettuate da autori contemporanei come AzorÌn, Cernuda e BergamÌn. Il saggio sugli Aspetti delle teorie romantiche inglesi in Cernuda pone efficacemente in rilievo l’impatto della letteratura inglese ottocentesca sulla formazione culturale, sulla produzione poetica e sull’attivit‡ critica di Luis Cernuda, indicando utilissimi percorsi esegetici. Ma l’autore approfondito con maggior impegno Ë certamente AzorÌn, a cui Renata Londero ha dedicato una monografia importante, Nell’officina dello scrittore: i romanzi di AzorÌn fra gli anni Venti e Quaranta, degna di nota per la complessit‡ dell’articolazione, la ricchezza della documentazione e la perspicacia delle analisi, nonchÈ altri saggi significativi, come Il primo AzorÌn e Montaigne, sulle convergenze di nuclei concettuali e contenutistici e di modalit‡ stilistiche ed espressive del filosofo perigordino nella fase formativa azoriniana, o ancora La novela-ensayo de AzorÌn (1928-1944): tradiciÛn y vanguardia, denso studio introduttivo all’edizione critica delle novelas azoriniane pubblicata da Espasa Calpe nella nuova serie dei Cl·sicos Castellanos. L’indagine su JosÈ MarÌa Blanco White y el Romanticismo inglÈs analizza in modo attento la partecipazione del poeta sivigliano di origine irlandese alle diverse manifestazioni del movimento romantico londinese e definisce gli stretti vincoli che lo legarono ai principali scrittori inglesi del momento; non meno preciso e puntuale Ë inoltre l’articolo su “La rosa de los vientos” di JosÈ MarÌa Hinojosa, scherzo avanguardista di un ‘minore’ della Generazione del 27, che sottolinea gli eterogenei rimandi culturali di quella gustosa fantasticheria geografica, specificando il ruolo del suo autore nelle variegate esperienze creative della Generazione del Ventisette. La produzione critica di Renata Londero risulta pertanto degna di apprezzamento per la ricchezza, la qualit‡ e l’originalit‡ dei contributi che ha saputo fornire.

Commissario Prof. ssa Giovanna CALABR“

La dott. ssa Renata Londero, ha conseguito il dottorato di ricerca in Iberistica nel 1994; dal 1996 Ë ricercatrice di Lingua e letteratura spagnola, presso l’Universit‡ di Genova e poi dal ‘99 come ricercatrice confermata presso l’Universit‡ di Udine. Oltre all’attivit‡ didattica come ricercatore, ha ricoperto per supplenza

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l’insegnamento di Lingua spagnola I e II presso l’Universit‡ di Udine.La dott.ssa Londero presenta una apprezzabile produzione scientifica che

spazia in vari ambiti della letteratura spagnola, dal siglo de oro al ‘900, nel solco di un’impostazione metodologica che si ispira alla problematica intertestuale di cui la candidata esamina varie manifestazioni. Appartengono in forma diretta e esplicita a questa ispirazione due corposi contributi: Varia Hisp·nica (che riunisce quattro studi dedicati a una refundiciÛn di Lope compiuta da Gil EnrÌquez, al sistema azoriniano di citazione e intarsi testuale, alla presenza ispanica nella produzione saggistica e poetica di Roy Campbell e alle sue traduzioni di testi spagnoli) e Percorsi intertestuali nella letteratura spagnola: da CalderÛn a oggi che esamina gli esiti di varie trasmigrazioni interdiscorsive e intertestuali: da la Puente de Mantible di CalderÛn alle riscritture di AzorÌn, BergamÌn, Cernuda. Il filone degli studi sul barocco si arricchisce anche dell’edizione critica della commedia No puede mentir el cielo, di AndrÈs Gil EnrÌquez, di cui la Londero offre una collazione dei due testimoni manoscritti, un documentato studio introduttivo in cui ricostruisce la biografia intellettuale dell’autore e un ricco apparato di note. Sul versante della letteratura moderna spiccano i contributi dedicati ad AzorÌn: il succoso studio introduttivo all’edizione critica delle novelas, il puntuale saggio Il primo AzorÌn e Montaigne e soprattutto la assai ben strutturata monografia Nell’officina dello scrittore, in cui la candidata profonde grande impegno nell’esame della poetica e della scrittura azoriniana. Un interessante sottoambito abilmente studiato dalla Londero, il cui nucleo originario risale alla tesi di laurea, Ë quello della relazione tra cultura anglosassone e scrittori spagnoli, di cui ella fornisce puntuali e documentati campioni di analisi nel saggio su Cernuda (Aspetti delle teorie romantiche anglosassoni in Cernuda) e in quello su Blanco White., J.M. Blanco White y el romanticismo inglÈs. A testimonianza degli interessi modernistici della Londero citiamo due ulteriori sondaggi compiuti dalla candidata: l’agile intervento su La rosa de los vientos di JosÈ MarÌa Hinojosa, scherzo avanguardista di un minore della generazione del ’27, e l’esame comparativo delle diverse interpretazioni sottese alle scelte di tre grandi traduttori di Aleixandre, MacrÏ, Bodini e Tentori Montalto. Un ambito quest’ultimo caro alla candidata come dimostra la sua attivit‡ come coordinatrice scientifica dal 1998 dei “Quaderni sulla traduzione letteraria” di Udine

La consistente produzione scientifica di cui si apprezzano i persuasivi risultati e il rigore d’analisi, il dinamismo organizzativo e la meditata attivit‡ didattica delineano un valido e maturo profilo di studiosa.

Commissario Prof. Antonio GARGANO

La candidata Renata Londero ha ottenuto il titolo di Dottore di ricerca in Iberistica nel 1993. Dal 1996 Ë ricercatrice di Lingua e letteratura spagnola prima presso l’Universit‡ di Genova, e successivamente –dal 1998- presso quella di Udine. La consistente produzione scientifica presentata dalla dott.ssa Londero documenta sia l’ampia variet‡ degli oggetti di studio a cui ha saputo dedicarsi, sia la diversit‡ negli specifici settori di ricerca. Buona testimonianza di ciÚ sono i due volumi dedicati, rispettivamente, all’edizione critica della commedia inedita di AndrÈs Gil EnrÌquez, No puede mentir el cielo, e allo studio della produzione romanzesca di AzorÌn tra gli anni ’20 e ’40, Nell’officina dello scrittore. Nel primo, difatti, il testo critico dell’opera teatrale seicentesca Ë ricostruito con rigorosi criteri filologici

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sulla base dei due manoscritti conservati, ed Ë corredato da un efficace studio introduttivo, dall’apparato critico e da un sufficientemente ampio commento di note. Nel secondo, invece, la dott.ssa Londero d‡ buona prova della sua formazione storico-letteraria e delle sue capacit‡ interpretative, sottoponendo a scrupolosa analisi i nove romanzi azorianiani, trascurati in parte dalla precedente critica: i tre che, pubblicati fra il ’28 e il ’30, risultano maggiormente influenzati dalle avanguardie del primo Novecento, e i sei posteriori all’esilio parigino dell’autore, dove opera con maggior peso la tradizione. Gli argomenti ampiamente trattati nella monografia su AzorÌn sono stati dalla candidata variamente ripresi e ulteriormente approfonditi nei due contributi su Il primo AzorÌn e Montaigne e su La novela-ensayo de AzorÌn (1928-1944), che costituisce lo studio introduttivo all’edizione della Novela completa de AzorÌn, pubblicata da Espasa-Calpe nella nuova serie dei “Cl·sicos castellanos”, mentre da una prospettiva pi_ marcatamente intertestuale muovono i contributi sullo stesso AzorÌn confluiti nelle raccolte, Percorsi intertestuali nella letteratura spagnola e Varia Hisp·nica, dove –peraltro- trovano posto vari studi improntati alla medesima tematica intertestuale, seppur assunta nelle sue molteplici manifestazioni: dalla ricodificazione teatrale del genere cavalleresco (“La puente de Mantible di CalderÛn) alla parodia del codice amoroso (“Le maschere del riso”), dalle ‘riscritture’ del primo Cernuda (“Sulle ali del desiderio”) e di BergamÌn (“JosÈ BergamÌn y la s·tira antiurbana barroca”) alle traduzioni di Roy Campbell (“Il corpo riscritto” e “Roy Campbell traduttore di GarcÌa Lorca”). Del resto l’interesse della candidata per argomenti che implicano rapporti tra testi o, addirittura, tra culture letterarie risulta confermato negli interessanti lavori su JosÈ MarÌa Blanco White y el Romanticismo inglÈs, sugli Aspetti delle teorie romantiche inglesi in Cernuda, sulle traduzione italiane di V. Aleixandre (“Traduttori a confronto”).

In conclusione, la produzione scientifica presentata dalla dott.ssa Londero appare ricca, coerentemente estesa, e nelle prospettive assunte, solidamente sostenuta dai singoli metodi d’indagine di volta in volta adottati.

Commissario Prof. ssa Carla PERUGINI

Ricercatrice confermata di Lingua e letteratura spagnola presso la Facolt‡ di Lingue e letterature straniere dell’Universit‡ di Udine, la dott. Londero ha profuso in un vasto corpus di scritti la sua sensibilit‡ interpretativa, il rigore filologico e la variet‡ d’interessi letterari.Le sue ricerche spaziano dal teatro barocco alla narrativa moderna, alla letteratura comparata anglospagnola.Autore privilegiato del suo studio Ë senz’altro il levantino AzorÌn, a cui sono dedicati diversi saggi(in parte raccolti nei volumi miscellanei Percorsi intertestuali nella letteratura spagnola: da CalderÛn a oggi e Varia Hispanica), nonchÈ il ricco volume Nell’officina dello scrittore. I romanzi di AzorÌn fra gli anni Venti e Quaranta, che, con chiarezza stilistica e profonda competenza, ripercorre la singolare esperienza di questo scrittore cosÏ isolato nel panorama del Novecento spagnolo, insieme eclettico e omogeneo, e di cui vengono messi in evidenza i punti di contatto con altri illustri scrittori, quali Montaigne(v.Il primo AzorÌn e Montaigne: fra atarassia e scetticismo) ovvero la ricchezza polisemica della scrittura nel gruppo di romanzi pubblicati fra il 1928 e il 44(La novela-ensayo de AzorÌn(1928-1944): vanguardia y tradiciÛn).Altri ambiti d’interesse con proficui esiti di ricerca sono stati i legami intertestuali

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sia nell’ambito delle lettere ispaniche sia nei confronti della letteratura anglosassone(si veda Aspetti delle teorie romantiche inglesi in Cernuda; JosÈ MarÌa Blanco White y el Romanticismo inglÈs), mentre i problemi dell’interpretazione nella traduzione sono scandagliati nell’articolo Traduttori a confronto: Oreste MacrÏ, Vittorio Bodini e Francesco Tentori Montalto di fronte a Vicente Aleixandre.Un’indagine volta a riportare alla luce un misconosciuto poeta del 27 Ë La Rosa de los Vientos di JosÈ MarÌa Hinojosa, scherzo avanguardista di un ‘minore’ della generazione del 27.Prova esemplare della perizia filologica ed interpretativa della dott. Londero Ë infine l’edizione critica del poco noto drammaturgo seicentesco AndrÈs Gil EnrÌquez, No puede mentir el cielo, contributo notevolissimo a una maggiore conoscenza del corpus teatrale del Siglo de Oro.

Commissario Prof. Pietro TARAVACCI

La dott.ssa Renata Londero Ë ricercatrice confermata presso la Facolt‡ di Lingue e Letterature Straniere dell'Universit‡ degli Studi di Udine.

La produzione scientifica che la candidata presenta per la valutazione comparativa spazia su di un ampio arco temporale, dalla letteratura del Siglo de Oro sino all'epoca contemporanea, e rivolge una particolare attenzione al teatro secenteso, alla poesia e al romanzo della prima met‡ del Nocecento, ai rapporti tra letteratura spagnola e inglese e infine agli aspetti teorici della traduzione letteraria. Fra i primi contributi che la dott.ssa Londero dedica al rinnovamento poetico del primo Novecento si segnala l’articolo su “La rosa de los vientos” di JosÈ MarÌa Hinojosa, scherzo avanguardista di un ‘minore’ della Generazione del 27 (1993), dove si mettono in rilievo con precisione le fantasticherie geografiche e il piglio brioso di una figura minore ma interessante della Generazione del '27.

La candidata ha confermato la propria capacit‡ di muoversi con sicurezza e rigore critico tra argomenti nodali della letteratura spagnola in una recente raccolta di saggi, Varia Hispanica (Udine 2000), dove la variet‡ delle tematiche affrontate nei diversi saggi trova una sua intima coerenza nella prospettiva dell'intertestualit‡, che, partendo dalla pratica della "refundiciÛn" del tardo Seicento ci porta ai rimandi testuali operati da AzorÌn, per arrivare alle interferenze afro-ispaniche e alle problematiche delle traduzioni lorchiane di una figura come Roy Campbell e infine alle considerazioni sulle nuove prospettive critiche dell'ispanismo italiano. Il medesimo interesse per le relazioni intertestuali Ë evidente nel volume Percorsi intertestuali nella letteratura spagnola: da CalderÛn a oggi (2000), dove si raccolgono dieci studi, scritti in un quinquennio, fra i quali si distinguono quello relativo alle trasposizioni sceniche dei "libros de caballerÌas", operate da CalderÛn e le pagine relative agli echi e ai rifacimenti classici in AzorÌn, nel nome, come sottolinea la stessa Londero, della complementarit‡ dei secoli XVII e XX.

Sul versante delle relazioni tra istanze romantiche inglesi e letteratura spagnola, si collocano due studi: JosÈ MarÌa Blanco White y el Romanticismo inglÈs (1994) –buona prova dell'impianto critico comparatistico e interculturale che la candidata fonda sulla conoscenza diretta e il raffronto dei testi letterari– e Aspetti delle teorie romantiche inglesi in Cernuda, saggio che fornisce nuove ipotesi interpretative dell'itinerario poetico e teorico dell'importante autore sivigliano del Novecento.

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L'autore cui la dott.ssa Londero dedica il pi_ costante impegno critico Ë indubbiamente AzorÌn, tanto nelle raccolte miscellane quanto in articoli quali Il primo AzorÌn e Montaigne: fra atarassia e scetticismo, (2000) o nel saggio La novela-ensayo de AzorÌn (1928-1944): tradiciÛn y vanguardia, studio introduttivo all’edizione delle novelas azoriniane pubblicata nella nuova serie dei Cl·sicos Castellanos di Espasa Calpe. Ma al prolifico autore della Generazione del '98 la Londero ha dedicato anche un maturo studio monografico, Nell'officina dello scrittore. I romanzi di AzorÌn fra gli anni Venti e Quaranta, (Padova, 1997), assai apprezzabile per la capacit‡ di seguire il percorso dell'arte e del pensiero dello scrittore e intellettuale, dalle avanguardie europee all'intimismo del periodo dell'esilio. Recente e matura prova di rigore filologico Ë l'edizione critica dell'inedita commedia No puede mentir el cielo, di AndrÈs Gil EnrÌquez, autore vissuto nella Madrid degli ultimi Asburgo. All'edizione s'accompagna un ampio commento introduttivo che mette a punto, con estrema puntualit‡, la vita e l'esperienza drammaturgica di Gil EnrÌquez, mediante materiale documentale inedito e riportato in appendice.

Le pubblicazioni presentate dalla candidata risultano indubbiamente apprezzabili per il rigore del metodo analitico, per la vastit‡ degli argomenti trattati, per la finezza esegetica e per l'originalit‡ del contributo critico.

Candidato: Dott. ssa Renata LONDERO

GIUDIZIO COLLEGIALE

La dott.ssa Renata Londero, ha superato l’esame del Dottorato di Ricerca in Iberistica nel 1994; Ë stata ricercatrice di Lingua e Letteratura spagnola presso la Facolt‡ di Lingue e Letterature Straniere dell’Universit‡ di Genova (1996-1998), passando poi presso l’analoga Facolt‡ dell’Universit‡ di Udine (dal 1998 ad oggi).

Le pubblicazioni che presenta per la procedura di valutazione comparativa concernono tematiche letterarie distribuite su un arco di tempo apprezzabile, spaziando dal siglo de oro ai nostri giorni, con specifica attenzione verso il teatro aureo, la poesia della Generazione del 27 e la narrativa del primo Novecento; rivelano nel loro insieme un’eccellente formazione metodologica nonchÈ una non comune perspicacia critica. Di alta qualit‡ risulta l’edizione critica di una commedia inedita di AndrÈs Gil EnrÌquez, No puede mentir el cielo, rappresentata a Madrid nel 1659 e pervenuta fino ai nostri giorni grazie a due testimoni manoscritti, che sono stati accuratamente collazionati e utilizzati secondo rigorosi principi filologici; l’edizione Ë arricchita da un ampio apparato di note linguistiche e stilistiche nonchÈ da un complesso studio introduttivo, in cui si delinea in modo minuzioso l’esperienza esistenziale e letteraria dell’autore, sulla base di fonti d’archivio ancora inedite, e si rilevano gli aspetti intertestuali e gli sviluppi del suo enredo barocco.

La raccolta di saggi Varia Hispanica riunisce quattro studi omogenei, rivolti ad illustrare diversi aspetti dell’intertestualit‡, dalla refundiciÛn della commedia lopiana Dios hace reyes compiuta da AndrÈs Gil EnrÌquez, agli abili intarsi di citas spagnole, italiane e francesi dei secoli XVI e XVII inseriti da AzorÌn nel PolÌtico, alla produzione poetica e saggistica dello scrittore sudafricano Roy Campbell che si ispira alla Spagna o include traduzioni di famosi autori castigliani.

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Le considerazioni finali sull’ispanismo italiano chiudono degnamente il volumetto con opportuni riferimenti a recenti linee di ricerca orientate verso l’indagine intertestuale.

Anche gli studi riuniti in Percorsi intertestuali nella letteratura spagnola: da CalderÛn a oggi sono per lo pi_ dedicati all’analisi di intrecci di tipo interdiscorsivo in diverse opere, quali La puente de Mantible di CalderÛn, pregevole riformulazione scenica di materiali cavallereschi, o El Hechizado por fuerza di Antonio de Zamora, abile rovesciamento parodistico del codice amoroso calderoniano; non meno significativi i contributi sulle operazioni di riscrittura, di volta in volta serie o scanzonate, compiute da autori contemporanei come AzorÌn, BergamÌn e Cernuda. Nell’articolo sugli Aspetti delle teorie romantiche inglesi in Cernuda si sottolinea poi efficacemente l’impatto della letteratura inglese ottocentesca sulla formazione culturale, sulla produzione poetica e sull’attivit‡ critica di Luis Cernuda. Ma l’autore approfondito con maggior impegno Ë certamente AzorÌn, a cui Renata Londero ha dedicato una monografia molto apprezzata, Nell’officina dello scrittore: i romanzi di AzorÌn fra gli anni Venti e Quaranta, che si Ë imposta per la peculiarit‡ dell’articolazione, l’ampiezza della documentazione e la perspicacia delle analisi; sullo stesso autore sono stati prodotti dalla candidata altri saggi significativi, quali Il primo AzorÌn e Montaigne, sulle convergenze di nuclei concettuali e di modalit‡ espressive del filosofo perigordino durante la fase formativa azoriniana, o ancora La novela-ensayo de AzorÌn (1928-1944): tradiciÛn y vanguardia, denso studio premesso all’edizione critica delle novelas azoriniane, che ha recentemente pubblicato Espasa Calpe nella nuova serie dei Cl·sicos Castellanos. L’indagine su JosÈ MarÌa Blanco White y el Romanticismo inglÈs analizza in modo attento la partecipazione del poeta sivigliano di origine irlandese alle diverse manifestazioni del movimento romantico londinese e i suoi vincoli con i principali scrittori inglesi del momento; non meno preciso e puntuale Ë inoltre l’articolo su “La rosa de los vientos” di JosÈ MarÌa Hinojosa, scherzo avanguardista di un ‘minore’ della Generazione del 27, che sottolinea gli eterogenei rimandi culturali di quella gustosa fantasticheria geografica, specificando il ruolo del suo autore nelle variegate esperienze creative generazionali.

La produzione scientifica presentata da Renata Londero risulta pertanto molto apprezzabile per la ricchezza, la qualit‡ e l’originalit‡ dei contributi forniti.

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7) CANDIDATO: Dott. ssa Elisabetta PALTRINIERI

Commissario Prof. Giovanni CARAVAGGI

Ha concluso il Dottorato di ricerca in Iberistica nel 1987; Ë attualmente ricercatrice confermata di Lingua e Letteratura Spagnola presso l'Universit‡ degli Studi di Torino; ha tenuto per affidamento, durante vari anni accademici, gli insegnamenti di Lingue e Letteratura Ispano-americane e di Lingua spagnola presso la Facolt‡ di Magistero (poi Facolt‡ di Lingue) della stessa Universit‡ e di sedi distaccate.

Le pubblicazioni che sottopone alla valutazione comparativa documentano interessi orientati prevalentemente verso la letteratura medievale; la candidata ha privilegiato in prima istanza le relazioni interculturali, sia fra distinte aree romanze (come nell’articolo Piemonte e Angioini in una poesia provenzale del XIII secolo, non privo certo d’interesse, ma di dubbia pertinenza rispetto all’area disciplinare del concorso), sia fra l’Oriente e l’Occidente (come nella densa introduzione all’edizione delle Antiche fiabe persiane). Lo studio sulla “Preistoria di una scoperta. Kharge vere e supposte prima di Stern” affronta con attenzione un capitolo problematico delle origini della poesia ispanica, puntualizzando aspetti suggestivi dell’antica collaborazione fra arabi, ebrei e cristiani. Nella sua tesi dottorale ha poi affinato la metodologia di questo tipo d’indagine comparatistica, e ha pubblicato un ampio volume su una delle opere pi_ rappresentative della novellistica medievale, Il "Libro degli Inganni" tra Oriente e Occidente. Traduzioni, tradizioni e modelli nella Spagna alfonsina, dove evidenzia in particolare i rapporti della raccolta con le distinte ramificazioni della tradizione testuale, ponendo in debito rilievo, fra l’altro, l’attivit‡ della Scuola dei traduttori di Toledo e l’importante ruolo di mediazione culturale che svolse soprattutto durante il regno di Alfonso el Sabio; con diffusione a tratti un po’ eccessiva, ma con sorvegliata attenzione, Ë delineata la rassegna critica delle teorie avanzate intorno alle origini dei racconti e al loro approdo nella Penisola Iberica; in vari capitoli di questa pur pregevole monografia si auspicherebbe una pi_ marcata capacit‡ di sintesi. In seguito, anche l’ampia recensione al saggio di B. Lewis, I Musulmani alla scoperta dell'Europa ha attestato l’interesse della candidata per la cultura orientale e le relazioni fra la civilt‡ islamica e il mondo cristiano.

I due succinti contributi per gli Atti in onore di Cesare Acutis (“Vedranno, lor signori, rappresentare una storia vera…”, e P. de Guevara, Juego y exercicio de las letras) si possono considerare come sondaggi esplorativi, di livello accettabile, seppure non rilevante. Di consistenza limitata si rivelano due articoli dedicati, rispettivamente, a Rafael Alberti (“Ascesa negata in Sobre los ¡ngeles”) e ad Antonio Machado (“Cronologia de Antonio Machado y su tiempo”); gli argomenti sono affrontati, comunque, con precisi procedimenti metodologici, di taglio semiologico, anche se gli sforzi interpretativi non sono corredati da una percezione altrettanto sicura della problematica critica; lo stesso supporto bibliografico andrebbe irrobustito.

L’ultimo lavoro presentato dalla candidata consiste nell’edizione critica di un opuscolo di A. Colmenero de Ledesma, il Curioso tratado de la naturaleza y calidad del chocolate (1631), con a fronte il testo della traduzione italiana uscita a Roma nel 1667; l’edizione Ë corredata da un sistema efficace di annotazioni e da un utile glossario.

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Nell’insieme della sua produzione scientifica la candiata rivela un’indubbia perspicacia critica, anche se il campo d’indagine delle sue ricerche qualificanti appare finora alquanto limitato.

Commissaro Prof. ssa Giovanna CALABR“

La dott. ssa Paltrinieri, laureata nel 1983, ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Iberistica nel 1987, ed Ë stata inquadrata nel ruolo di ricercatore nel 1990 presso la Facolt‡ di Magistero di Torino dove attualmente presta servizio come ricercatrice confermata.

La produzione scientifica della dott.ssa Paltrinieri documenta gli svariati (ma talora frammentari) interessi della dott. ssa Paltrinieri che a partire dagli studi iniziati con la sua tesi di laurea sulla influenza della lirica ispano araba su quella romanza, ha proseguito da un lato gli studi sulla lirica (come documenta l’articolo Preistoria di una scoperta. Kharge vere e supposte prima di Stern (1988) e dall’altra ha allargato la ricerca alla funzione di cerniera svolto dalla Spagna medievale tra oriente e occidente, impostando lo studio de Il libro degli inganni tra Oriente e Occidente di cui forse puÚ riconoscersi l’annunzio nell’ Introduzione a Antiche fiabe persiane (1986). E all’ interesse per le relazioni tra Islam e Occidente si collega anche la lunga e documentata recensione a B. Lewis, I musulmani alla scoperta dell’Europa. In questo ambito spicca per impegno ed estensione il corposo contributo gi‡ indicato sul Libro degli inganni uno dei testi fondamentali della letteratura esemplare del XIII secolo, di cui la Paltrinieri analizza le relazioni coi due rami della tradizione testuale, orientale e occidentale e discute le ipotesi interpretative circa il percorso seguito dall’operetta stessa dall’Oriente alla Spagna alfonsina. Il lavoro Ë apprezzabile per la seriet‡ e la documentazione pur rivelando talora segni di ingenuit‡ nella prolissit‡ e ripetitivit‡ di trattazione degli argomenti. Di dubbia pertinenza appare il contributo su Piemonte e Angioini in una poesia provenzale del XIII secolo

Il filone di ricerca sulla poesia del XX secolo Ë documentato da due esili contributi, una Cronologia de Antonio Machado y su tiempo, inserito nel volume Per Antonio Machado... (1994) e una breve lettura di un testo di Alberti, Ascesa negata in "Sobre los ¡ngeles" (1992) fondata su una pista promettente ma che risulta alla fine irrelata rispetto ad una considerazione complessiva del libro albertiano. L'ultimo titolo prodotto dalla candidata Ë rappresentato dall'edizione commentata e annotata del Curioso tratado de la naturaleza y calidad del chocolate (1631), di A. Colmenero de Ledesma.La produzione della candidata pur essendo in alcuni casi del tutto apprezzabile ispira qualche riserva per una certa frammentariet‡ della ricerca, imprecisione nella definizione della linea metodologica e degli ambiti di ricerca.

Commissario Prof. Antonio GARGANO

La candidata Elisabetta Paltrinieri ha ottenuto il titolo di Dottore di ricerca in Iberistica nel 1987, e dal 1990 Ë ricercatrice di Lingua e letteratura spagnola presso l’Universit‡ di Torino, dove per affidamento ha ricoperto gli insegnamenti di Lingue e letterature ispanoamericane dal ’95 al ’99, e di Lingua spagnola dal 1998

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al 2001.Alla produzione scientifica presentata dalla dott.ssa Paltrinieri non risulta del

tutto estranea una certa tendenza dispersiva con conseguenze nei risultati che assumono –a volte- i caratteri del frammentario. Sono i casi dei due unici e succinti contributi su autori novecenteschi: Alberti (“Ascesa negata”) e Machado (“CronologÌa de Antonio Machado”); dei due brevi interventi pubblicati negli “Atti del Convegno in ricordo di C. Acutis”; e, ancora, dell’articolo su “Piemonte e Angioini in una poesia provenzale del XIII secolo”. Perfino quando l’impegno si rivela di maggiore entit‡, l’interesse della candidata Ë rivolto a un testo alquanto marginale rispetto alle problematiche della disciplina, com’Ë il caso dell’edizione accompagnata da introduzione, glossario e note del Curioso tratado de la naturaleza y calidad del chocolate (Madrid, 1631). Le restanti quattro pubblicazioni delineano, invece, una pi_ coerente linea di ricerca, che Ë caratterizzata dall’interesse per alcune questioni di letteratura medievale, e che si concentra sulle relazioni culturali tra penisola iberica e oriente. A tale ambito appartengono, da un lato, l’articolo “Preistoria di una scoperta. Kharge vere e supposte prima di Stern”, e, d’altro lato –prescindendo dalle meno impegnative introduzione a Antiche fiabe persiane e recensione al volume di Lewis-, l’ampio e articolato volume, intitolato Il “Libro degli Inganni” tra Oriente e Occidente. Traduzioni, tradizioni e modelli nella Spagna alfonsina. In esso, la dott.ssa Paltrinieri, dopo aver dedicato ampio spazio alla “Scuola dei traduttori di Toledo” e alle traduzioni alfonsine nella prima parte di carattere generale, affronta nelle parti successive i problemi posti dalla raccolta del Sendebar o Libro de los EngaÒos, indagandone il ramo orientale, la trasmissione occidentale, i cambiamenti operatisi nel passaggio dalla versione araba al testo spagnolo. In conclusione la produzione scientifica presentata dalla candidata, pur raggiungendo risultati apprezzabili nei casi di maggiore e pi_ prolungato impegno (il volume sul Libro de los EngaÒos Ë il frutto della revisione della sua tesi di dottorato), nel suo complesso mostra caratteri non irrilevanti di discontinuit‡ e frammentariet‡, che attendono di essere sanati con l’individuazione di nuovi ambiti e linee d’indagine da perseguire con pi_ convinta dedizione e rinnovato impegno.

Commissario Prof.ssa Carla PERUGINI

Ricercatrice presso l'Universit‡ degli Studi di Torino, ha indirizzato il centro dei suoi interessi verso la letteratura medievale, nel versante dei rapporti con l’Oriente e l’Islam.A quest’ambito appartiene l’Introduzione a Antiche fiabe persiane, informato panorama della letteratura iranica in cui lo studio delle relazioni fra i due mondi prelude al voluminoso e documentato lavoro su Il "Libro degli Inganni" tra Oriente e Occidente. Traduzioni, tradizioni e modelli nella Spagna alfonsina, in cui si ripercorre con attenzione il passaggio di modelli letterari da Oriente a Occidente e la funzione primaria della scuola alfonsina. Dall'eruditissimo materiale bibliografico e dalle analisi testuali non sembra derivare, perÚ, un coerente disegno interpretativo. Lo studio di un testo provenzale, non attinente al settore disciplinare in oggetto, Ë Piemonte e Angioini in una poesia provenzale del XIII secolo, mentre al genere Khargia Ë dedicato Preistoria di una scoperta. Kharge vere e supposte prima di Stern.

La rivendicazione delle origini romanze delle Kharge, nonchÈ l’interesse dei

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musulmani di Spagna per le traduzioni, anche in ambito critico-letterario e non solo scientifico, sono le contestazioni che la dott. Paltrinieri muove allo storico Bernard Lewis, pur riconoscendo l’alto valore del suo libro, nella lunga e documentata recensione a I Musulmani alla scoperta dell'Europa.

Originale Ë lo studio del Curioso tratado de la naturaleza y calidad del chocolate (1631), di A. Colmenero de Ledesma, primo testo specifico apparso in Europa sull’argomento, premesso all’edizione curata dalla dott. Paltrinieri, con testo a fronte e riproduzione della seicentesca traduzione italiana, mentre alla memoria di Cesare Acutis Ë dedicata una breve nota su una grammatica del 600 insieme all’intervento “Vedranno, lor signori, rappresentare una storia vera…” in cui si ricorda l'interpretazione che l'ispanista italiano scomparso diede dei romances .

Testimonianze di una marginale attenzione alla poesia moderna sono i due lavori: CronologÌa de Antonio Machado y su tempo, schematica cronologia, in collaborazione con altri autori, dei principali avvenimenti artistici e scientifici coevi alla vita del poeta, e Ascesa negata in "Sobre los ¡ngeles”, che Ë un'analisi strutturale di un componimento del libro di Rafael Alberti, "AscensiÛn", apparentemente in contraddizione con quello slancio verso il basso che contraddistingue il poema.In definitiva, pur interessante sotto certi aspetti, la produzione della candidata aspetta di essere precisata per metodologia e indirizzi di ricerca.

Commissario Prof. Pietro TARAVACCI

Ottenuto il titolo di ricerca nel 1987, dal 1990 la dott.ssa Paltrinieri Ë ricercatrice confermata presso l'Universit‡ degli Studi di Torino.

Fra le pubblicazioni che la candidata presenta per la valutazione comparativa si distinguono, sia per estensione sia per numero, quelle inerenti la letteratura medievale, com'Ë dimostrato fin dall'articolo Preistoria di una scoperta. Kharge vere e supposte prima di Stern (1988) e Piemonte e Angioini in una poesia provenzale del XIII secolo, quest'ultimo di ambito non prettamente ispanico. L'interesse per le relazioni interculturali e in particolare quelle fra il Medioevo peninsulare iberico e l'Oriente appare in nuce nella "Introduzione" a Antiche fiabe persiane (1986) e matura definitivamente attorno ad un testo che la candidata ha studiato a lungo come materia della tesi di dottorato. L'ampio volume monografico dedicato ad uno dei testi fondamentali della letteratura esemplare del XIII secolo, Il "Libro degli Inganni" tra Oriente e Occidente. Traduzioni, tradizioni e modelli nella Spagna alfonsina (1992), dedica un ampio e articolato spazio alla Scuola dei traduttori di Toledo e ha inoltre il meritodi documentare con estrema precisione le relazioni che l'anonima opera mantiene con i rami sia orientale sia occidentale della tradizione testuale, nonchÈ quello di analizzare le varie ipotesi avanzate dalla critica in relazione al percorso del testo dall'Oriente alla Spagna alfonsina. Nel volume, perÚ, non manca talvolta una certa prolissit‡ e ripetitivit‡ nell'affrontare gli argomenti e si sente altresÏ la necessit‡ di un pi_ significativo raffronto fra il testo e il genere dello "speculum principis" cui esso si ascrive e, di conseguenza, di un pi_ specifico e coraggioso approccio critico-letterario all'opera. La candidata conferma la sua attenzione alle problematiche delle relazioni tra Islam e Occidente nella recensione (1993) al saggio di B. Lewis, I Musulmani alla scoperta dell'Europa.

Se si escludono i due brevi e non molto incisivi interventi presenti negli Atti

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del Convegno per Cesare Acutis, l'altro nucleo d'interesse della candidata Ë quello relativo alla poesia del secolo XX, al quale si deve il contributo compilativo Cronologia de Antonio Machado y su tiempo, inserito nel volume Per Antonio Machado... (1994) e il breve articolo relativo ad Alberti, Ascesa negata in "Sobre los ¡ngeles" (1992) dove a fronte dell'apprezzabile ipotesi di lettura di tipo semiologico si lamenta la mancanza di un pi_ vasto disegno critico in cui la medesima lettura si collochi.

L'ultimo titolo prodotto dalla candidata consiste nell'edizione commentata e annotata del Curioso tratado de la naturaleza y calidad del chocolate (1631), di A. Colmenero de Ledesma.

Nel suo insieme, la produzione della candidata, del tutto apprezzabile in relazione agli argomenti pi_ a lungo frequentati, non mostra ancora ambiti storico-letterari e metodologici perfettamente riconoscibili.

Candidato: Dott.ssa Elisabetta PALTRINIERI

GIUDIZIO COLLEGIALE

Ottenuto il Dottorato di ricerca nel 1987, dal 1990 Ë ricercatrice presso l'Universit‡ degli Studi di Torino, dove per affidamento ha ricoperto gli insegnamenti di Lingue e Letterature ispanoamericane, dal 1995 al 1999 e di Lingua spagnola dal 1999 al 2001.

La produzione presentata dalla candidata mostra, per una sua componente, una coerente linea di ricerca caratterizzata dall'interesse per alcuni aspetti della letteratura medievale, in particolare per quelli relativi alle relazioni culturali tra la Penisola Iberica e l'Oriente. A questo specifico ambito appartengono, da un lato la diligente rassegna degli studi sulle kharge anteriori a Stern ( Kharge vere e supposte prima di Stern) e, dall'altro, la recensione al saggio di B. Lewis, I Musulmani alla scoperta dell'Europa e la introduzione a Antiche fiabe persiane. Tali interessi culminano nell'ampio volume monografico Il "Libro degli Inganni" tra Oriente e Occidente. Traduzioni, tradizioni e modelli nella Spagna alfonsina (1992). In tale lavoro, apprezzabile per l'impegno profuso, la dott.ssa Paltrinieri, dopo aver dedicato un ampio spazio alla "Scuola dei Traduttori di Toledo" e alle traduzioni alfonsine nella prima parte di carattere generale, affronta nelle parti successive alcuni significativi problemi del Sendebar, indagandone il ramo orientale, la trasmissione occidentale, i cambiamenti che il testo subisce nel passaggio dalla versione araba a quella castigliana. Per la restante produzione presentata dalla candidata Ë molto difficoltoso individuare nuclei tematici d'indagine altrettanto coerenti. Di scarso rilievo risultano i due unici e succinti contributi su poeti novecenteschi, quello su Alberti Ascesa negata in "Sobre los ¡ngeles" (1992) e quello su Machado Cronologia de Antonio Machado y su tiempo. Come rispettoso omaggio all'ispanista Cesare Acutis ha offerto due brevi interventi, dei quali uno ricorda gli studi sul romancero dello scomparso studioso, mentre il secondo Ë costituito dalla trascrizione di un componimento poetico di Pedro de Guevara, accompagnato da una sintetica nota illustrativa. Di ambito non prettamente ispanico Ë uno dei primi articoli presentati Piemonte e Angioini in una poesia provenzale del XIII secolo. L'ultimo titolo prodotto dalla candidata, sebbene riveli un discreto impegno, propone un testo alquanto marginale rispetto alle problematiche fondamentali della disciplina, trattandosi dell'edizione del Curioso

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tratado de la naturaleza y calidad del chocolate (1631), di A. Colmenero de Ledesma, il cui testo Ë accompagnato da introduzione, glossario e apparato di note.

Nel suo complesso la produzione scientifica presentata dalla candidata, pur pervenendo a risultati apprezzabili nei contributi che hanno richiesto un pi_ prolungato impegno, si rivela sostanzialmente discontinua e poco omogenea nei restanti lavori che avrebbero richiesto un rinnovato impegno di ricerca sui nuovi temi esplorati.

8) CANDIDATO: Dott. ssa Pina Rosa PIRAS

Commissario Prof. Giovanni CARAVAGGI

Ricercatrice confermata di Lingua e Letteratura spagnola presso l’Universit‡ di Roma Tre, ha tenuto per supplenza durante numerosi anni accademici l’insegnamento di Lingua e Letteratura spagnola presso la stessa sede.

Le pubblicazioni che presenta per la valutazione comparativa rivelano una molteplicit‡ di interessi filologico-linguistici e storico-letterari, che si estendono a diverse epoche, fra il Rinascimento e il Novecento, anche se la sua produzione scientifica risulta molto esigua.

Il primo articolo, su “I simboli trasparenti di Sor Juana InÈs de la Cruz in Este que ves, engaÒo colorido” propone un’escursione nell’ambito della poesia ispano-americana, con la lettura attenta di un noto sonetto della poetessa messicana, diligentemente studiato nelle sue componenti formali.

Nel successivo saggio su “Liberales e intelectuales en torno a la revista Il Conciliatore” passa a evidenziare soprattutto il ruolo culturale del Berchet, con ampio rilievo della sua ispanofilia letteraria e della sua importante traduzione di testi romanceriles; la ricerca viene svolta in modo accurato, anche se non brilla per la qualit‡ dei risultati ottenuti. Un tipo di questione affine Ë trattato nella breve nota sui “Problemas de traducciÛn del lexema cautivo en el Quijote”, che dimostra una soddisfacente competenza interpretativa.

Il magistero cervantino Ë poi oggetto di una serie ulteriore di riflessioni, a partire da “Il ‘punto di vista’ nelle Cartas Marruecas e il cervantismo di Cadalso”; ma questa ricerca, a cui ha collaborato anche un’altra studiosa, non Ë molto estesa per quanto concerne la parte attribuibile alla candidata, e di fatto consiste essenzialmente in una revisione delle prospettive critiche, non priva di interesse sotto il profilo storiografico. Pi_ articolato, nella sua concisione, Ë il recente contributo su “ El cervantismo de Juan Goytisolo”, dove i fenomeni intertestuali reperiti sono opportunamente distinti in funzione della loro natura e categoria, con specifico rilievo anche dei riferimenti alla cultura islamica.

In linea con questo tipo di ricerca, la candidata ha poi dedicato due studi all’arabofilia di Federico GarcÌa Lorca, che ritiene di poter individuare gi‡ in momenti della sua formazione granadina alquanto anteriori alla gestazione del Div·n del Tamarit ed anche alla traduzione dei Poemas arabo-andalusi del GarcÌa GÛmez (si vedano sia “La ‘precoce’ cultura islamica di Federico GarcÌa Lorca”, sia “La Nota di Emilio GarcÌa GÛmez al Div·n del Tamarit”). A un altro celebre rappresentante della stessa generazione poetica si riferisce poi il saggio “Rafael

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Alberti interpreta il Romancero della guerra civile spagnola”, in cui vengono rievocate importanti esperienze letterarie suscitate dall’impegno politico e dalla tensione ideologica.

Sulla cultura dei gesuiti spagnoli esuli in Italia e la sottovalutazione del loro apporto verte l’articolo “Nella storia della linguistica: Lorenzo Herv·s y Panduro”, in cui si ricostruiscono con apprezzabile sforzo erudito i tratti di una personalit‡ ingiustamente trascurata. Meno significativo risulta essere invece il recente saggio su “Il Cortegiano in Spagna: Juan Bosc·n e Garcilaso de la Vega”, che ripropone senza consistenti apporti originali e con qualche lacuna bibliografica le note vicende di una collaborazione letteraria di fondamentale importanza nella storia dei rapporti fra il Rinascimento italiano e quello spagnolo.

Nel suo insieme la produzione scientifica presentata dalla candidata Ë alquanto limitata e non sembra ancora giunta a un grado di consistenza qualificante; si auspicherebbe, fra l’altro, la produzione di un saggio dalle dimensioni pi_ ragguardevoli e dall’impegno critico pi_ ampio.

Commissario Prof.ssa Giovanna CALABR“

Ricercatrice confermata dal 1980 presso l’Universit‡ di Roma Tre, la Piras ha ricoperto per supplenza l’insegnamento di Lingua e letteratura spagnola nel 1991/92 presso l’Universit‡ di Roma La Sapienza e presso l’Universit‡ di Roma Tre dal ‘94 al ‘98.a medesima universit‡.

I dieci titoli prescelti dalla candidata evidenziano la presenza di vari interessi e spunti di ricerca che vanno dal Rinascimento alla letteratura del ‘900. L’analisi delle relazioni tra diversi sistemi culturali e linguistici Ë il motivo conduttore di alcuni suoi contributi quali il lavoro Problemas de traducciÛn del lexema “cautivo” en el “Quijote”(1991), il puntuale saggio su G.Berchet traduttore delle “Vecchie Romanze Spagnole” (Liberales e intelectuales en torno a la revista “Il Conciliatore”, (1983), la monografia su Il Cortegiano in Spagna:Juan Bosc·n e Garcilaso de la Vega(1999) orientata a tracciare con un lavoro di attenta compilazione il percorso della storia del libro, e a ricostruire l’impresa dei due amici poeti.

Sul versante degli studi novecenteschi la candidata ha prodotto saggi sulla poesia e sulla narrativa, in cui privilegia l’indagine sulla presenza della tradizione islamica nella cultura spagnola che costituisce un comune denominatore di vari lavori della candidata. Da un lato compie alcuni sondaggi sulla poesia del ’27 - con due contributi su Lorca in cui esamina le tracce della tradizione islamica (La precoce cultura islamica di F. GarcÌa Lorca (1991) e La Nota di Emilio GarcÌa GÛmez al Divan del Tamarit)(2000) e uno sull’impegno militante di Rafael Alberti (Rafael Alberti interpreta il Romancero de la guerra civile spagnola)(1999). Dall’altro passa in rassegna con precisione i segni di una ben nota presenza cervantina nello sperimentalismo romanzesco di Juan Goytisolo, evidente anche nell’affine attitudine verso il mondo islamico - (El cervantismo de Juan Goytisolo (1999), di questo debito cervantino. A questa pista ultima - la presenza di Cervantes nella cultura moderna - si riallaccia il contributo su Cadalso (“Il “punto di vista” nelle Cartas Marruecas e il cervantismo di Cadalso(1985) nel quadro anche di un interesse pi_ articolato verso la cultura del settecento di cui Ë traccia nel lavoro sull’importante contributo del gesuita Herv·s y Panduro agli studi di linguistica (Nella storia della linguistica: Lorenzo Herv·s y Panduro(1990).

Da ultimo ricordiamo il pi_ antico dei lavori della Piras I simboli

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trasparenti di Sor Juana InÈs de la Cruz in “Este que ves, engaÒo colorido” , analisi di un sonetto della poetessa messicana, che risulta alquanto marginale rispetto al complesso della produzione della candidata.

Nel suo insieme la produzione rivela il profilo di una studiosa attenta e curiosa anche se non sempre originale e profonda nella ricostruzione di una problematica o nell’analisi di un testo..

Commissario Prof. Antonio GARGANO

La dott.ssa Pina Rosa Piras, ricercatrice confermata di Lingua e letteratura spagnola dal 1980, ha ricoperto per supplenza l’insegnamento di Lingua e letteratura spagnola presso l’Universit‡ di Roma “La Sapienza” nell’a.a. 1991-1992, e presso l’Universit‡ di Roma Tre , dal ’94 al ’98.

Con la sola eccezione del contributo su Juana InÈs de la Cruz, di cui la candidata fornisce una puntuale analisi del sonetto “Este que ves, engaÒo colorido”, tutte le restanti pubblicazioni presentate dalla dott.ssa Piras appaiono collegate dal comune interesse che le ispira per problematiche inerenti alla mediazione culturale e al contatto tra testi o generi letterari. CiÚ risulta con particolare evidenza nel lavoro su Giovanni Berchet, traduttore delle “Vecchie Romanze Spagnole”, e in quello sulla presenza del Cortigiano in Spagna, ai quali –per certi versi- potrebbe collegarsi il breve intervento sulle traduzioni del lessema “cautivo” nel Quijote. Del cervantismo, peraltro, la candidata fa l’oggetto di due succinti contributi dedicati ad altrettanti autori spagnoli, Cadalso e Juan Goytisolo. Altrove, invece, Ë l’origine dell’appassionato interesse di Garcia Lorca per la cultura islamica ad essere indagata in una nuova coppia di brevi lavori. A forme di contaminazione tra nuovo “romancero della resistenza spagnola” e “romancero tradizionale”, Ë improntata la sintetica analisi di “Defensa de Madrid” del poeta R. Alberti. Nelle pubblicazioni presentate dalla dott.ssa Piras, quasi tutte di estensione piuttosto limitata, non Ë dato cogliere singole linee di ricerca che siano state seguite con determinazione e abbiano prodotto indagini esaurienti e risultati approfonditi.

Commissario Prof. ssa Carla PERUGINI

Ricercatrice confermata presso l’Universit‡ di Roma Tre, la dott.ssa Piras ha presentato un elenco di pubblicazioni molto differenziate per tematiche. E’ notevole il suo interesse per le problematiche della traduzione, a cui dedica l' articolo su G.Berchet traduttore delle “Vecchie Romanze Spagnole” (Liberales e intelectuales en torno a la revista “Il Conciliatore”, 1983), quello sul Lexema “cautivo” en el Quijote(1991) e su Il Cortegiano in Spagna:Juan Bosc·n e Garcilaso de la Vega(1999), i primi due portatori di originali spunti interpretativi e di una corretta padronanza degli strumenti ermeneutici, il terzo piuttosto un diligente percorso nella storia del libro, pi_ compilativo che innovativo, fra aneddotica e scambi culturali fra i due paesi, in cui si ricostruisce l’impresa dei due amici poeti nonchÈ la centralit‡ della figura di Bosc·n nella meritoria opera di traduzione.

L’interesse per Cervantes si riflette anche nella prima parte di un lavoro a due mani(con M.Teresa Ferraris) su “Il “punto di vista” nelle Cartas Marruecas e il cervantismo di Cadalso(1985). I due temi a cui fa riferimento il titolo del saggio vengono in verit‡ solo annunciati dalla Piras, che si limita a fare una rassegna dello stato della questione cadalsiana, mentre essi sono affrontati nello specifico nella

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seconda parte del lavoro, affidata ad altra studiosa.La Piras parte da un vecchio articolo della Adinolfi per aderire alle sue tesi,

volte sia a sfatare i pregiudizi sul Settecento spagnolo, sia a collocare decisamente JosÈ Cadalso fra gli innovatori nei vari ambiti della cultura, in ciÚ differenziandosi da una visione preromantica dell’autore, quale quella per esempio di R.P. Sebold.

Viene anche accennato il tema del cervantismo di Cadalso, rifacendosi a un articolo del ’52 di A.RamÌrez Araujo.

Ne El cervantismo de Juan Goytisolo, 1999, la studiosa segnala diligentemente le varie connotazioni cervantine nell’opera dello scrittore, a partire da titoli espliciti, come nel recente romanzo Las semanas del jardÌn, fino a un vero e proprio dialogo intertestuale, riconoscibile sia nelle opere teoriche sia in quelle di finzione.

La Piras rinviene l’ispirazione cervantina nell’innovazione delle forme narrative e nella sperimentazione della scrittura, nella relazione autore/personaggio, nella mescolanza dei generi.

A supporto della sua tesi, fa una sorta di status quaestionis, citando numerosi critici dell’opera di Goytisolo.

Lo studio di Goytisolo ci riporta a un’altra tematica privilegiata dalla dott. Piras, ovvero le tracce della cultura islamica nella letteratura spagnola. A questo tema sono dedicati due brevi lavori sull’islamismo di GarcÌa Lorca, La Nota di Emilio GarcÌa GÛmez al Div·n del Tamarit e La “precoce” cultura islamica di Federico GarcÌa Lorca. In quest’ultimo lavoro, l’autrice intende dimostrare, forse pi_ sulla scorta di suggestioni che di prove certe, come l’interesse di GarcÌa Lorca per il mondo islamico sia di gran lunga precedente al famoso Div·n del Tamarit.

Un’analisi puntuale di un famoso sonetto della poetessa messicana Ë l’argomento de I simboli trasparenti di Sor Juana InÈs de la Cruz in “Este que ves, engaÒo colorido”, mentre l’interesse per la cultura illuministica e per lo studio del comparatismo si riflette in: Nella storia della linguistica: Lorenzo Herv·s y Panduro(1990). In Rafael Alberti interpreta il “Romancero” della guerra civile spagnola(1999) ribadisce la nota visione della letteratura come impegno del poeta andaluso.

In definitiva una produzione che, accanto a titoli interessanti, presenta risultati ancora suscettibili di maturazione nei vari ambiti di ricerca.

Commissario Prof. Pietro TARAVACCI

Ricercatrice confermata di Lingua e Letteratura Spagnola dal 1980 presso l'Universit‡ degli Studi di Toma Tre, la dott.ssa Piras ha ricoperto l'insegnamento di Lingua e Letteratura Spagnola presso la Facolt‡ di Lettere e Filosofia dello stesso Ateneo e presso la Facolt‡ di Magistero dell'Universit‡ degli Studi di Roma "La Sapienza".

Le pubblicazioni sottoposte al giudizio della commissione riguardano vari aspetti e periodi della letteratura spagnola. Un probabile filo conduttore che lega alcuni dei contributi Ë rintracciabile nell'attenzione alla ricezione e alla fortuna delle opere letterarie in ambito italo-spagnolo, come testimonia l'articolo Liberales e intelectuales en torno a la revista "Il Conciliatore" -G. Berchet divulgador de la cultura espaÒola en Italia y traductor de las "Vecchie Romanze Spagnole" (1982) e quello in opposta direzione interculturale, su Il "Cortegiano" in Spagna: Juan Bosc·n e Garcilaso de la Vega, contributo assai pi_ recente (1999), nel quale tuttavia non giunge a risultati del tutto originali. Talvolta la candidata fa emergere

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un pi_ specifico interesse per la traduzione letteraria, come nell'articolo Problemas de la traducciÛn del lexema "cautivo" en el Quijote (1991).

Se si prescinde dal suo primo e promettente contributo, un'analisi del sonetto "Este que ves engaÒo colorido", di Sor Juana InÈs de la Cruz (1979), la candidata torna ad occuparsi di argomenti aurei solo indirettamente, in prospettiva intertestuale, come nell'articolo (del 1985 e scritto in collaborazione con Maria Teresa Ferraris) intitolato "Il 'punto di vista' nelle Cartas Marruecas e il cervantinismo di Cadalso", che risulta alquanto disomogeneo nelle due parti di cui si forma; di analoga impostazione Ë il pi_ complesso contributo sul cervantismo di Juan Goytisolo (1999), nel quale il filo conduttore, inizialmente perseguito, degli echi formali cervantini nello scrittore contemporaneo, finisce per perdersi in osservazioni storico-critiche e ideologiche non del tutto fondate su materiale di prima mano. L'impostazione privilegiata, di taglio storico-critico e storico-culturale, alla quale la candidata torna in varie occasioni, Ë evidente nell'articolo dedicato a Lorenzo Herv·s y Panduro (1990). I tre restanti titoli sono relativi alla letteratura contemporanea: il primo Ë dedicato a Rafael Alberti interprete del romancero della guerra civile spagnola (1999) e gli altri due brevi lavori sono dedicati a GarcÌa Lorca: il primo, intitolato La "precoce" cultura islamica di Federico GarcÌa Lorca, del 1991, nel quale si avanza un'ipotesi non propriamente documentabile sulla genesi dell'interesse del grande poeta granadino per la cultura islamica e il pi_ recente, La 'Nota' di Emilio GarcÌa GÛmez al "Div·n del Tamarit" (2000), ancora di impostazione storico-critica.

La produzione della candidata, pur apprezzabile per la variet‡ degli argomenti affrontati, non sempre tende ad un'analisi che si fondi su dati testuali certi e comprovabili.

Candidato: Dott.ssa Pina Rosa PIRAS

GIUDIZIO COLLEGIALE

Ricercatrice confermata di Lingua e Letteratura spagnola presso l’Universit‡ di Roma Tre, ha tenuto per supplenza durante numerosi anni accademici l’insegnamento di Lingua e Letteratura spagnola presso la stessa sede.

Le sue pubblicazioni risultano molto differenziate per quanto concerne le tematiche affrontate, che si estendono a diverse epoche, fra il Rinascimento e il Novecento; tuttavia la sua produzione scientifica Ë alquanto esigua.

Il primo articolo, su “I simboli trasparenti di Sor Juana InÈs de la Cruz in Este que ves, engaÒo colorido” offre una lettura attenta di un noto sonetto della poetessa messicana, diligentemente studiato nelle sue componenti formali.

Nel successivo saggio su “Liberales e intelectuales en torno a la revista Il Conciliatore” evidenzia soprattutto il ruolo culturale del Berchet e la sua ispanofilia letteraria, soffermandosi sulla sua importante traduzione delle “Vecchie Romanze Spagnole”; la ricerca viene svolta in modo diligente. Questioni abbastanza simili vengono trattate nella nota sui “Problemas de traducciÛn del lexema cautivo en el Quijote”, che include qualche originale spunto interpretativo.

L’interesse per Cervantes si riflette poi in una serie di riflessioni, a partire da “Il ‘punto di vista’ nelle Cartas Marruecas e il cervantismo di Cadalso”; ma questa ricerca, a cui ha collaborato anche un’altra studiosa, non Ë molto estesa per quanto concerne la parte attribuibile alla candidata e consiste per lo pi_ in una rassegna

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dello stato della questione. Pi_ articolato, pur nella sua concisione, Ë il recente contributo su “ El cervantismo de Juan Goytisolo”, dove si segnalano diligentemente varie connotazioni cervantine reperite, che portano fino a un vero e proprio dialogo intertestuale; vi si pongono in evidenza anche i riferimenti alla cultura araba.

In linea con questa tematica di ricerca, la candidata ha poi dedicato due studi all’islamismo di Federico GarcÌa Lorca, che ritiene di poter individuare gi‡ in momenti della sua formazione granadina alquanto anteriori alla gestazione del Div·n del Tamarit ed anche alla traduzione dei Poemas arabo-andalusi del GarcÌa GÛmez (si vedano sia “La ‘precoce’ cultura islamica di Federico GarcÌa Lorca”, sia “La Nota di Emilio GarcÌa GÛmez al Div·n del Tamarit”). A un altro celebre rappresentante della stessa generazione poetica si riferisce poi il saggio “Rafael Alberti interpreta il Romancero della guerra civile spagnola”, in cui ribadisce una nota visione critica sulla rilevanza dell’impegno politico e della tensione ideologica nella produzione letteraria del poeta gaditano.

Sulla cultura dei gesuiti spagnoli esuli in Italia e la scarsa valutazione del loro contributo verte l’articolo “Nella storia della linguistica: Lorenzo Herv·s y Panduro”, in cui si ricostruiscono, sulla base di una documentazione accurata, i tratti di una personalit‡ ingiustamente trascurata. Pi_ compilativo che innovativo risulta essere invece il recente saggio su “Il Cortegiano in Spagna: Juan Bosc·n e Garcilaso de la Vega”, che ripropone, con qualche lacuna bibliografica, le note vicende di uno scambio culturale di notevole importanza nella storia dei rapporti fra il Rinascimento italiano e quello spagnolo, insistendo sulla centralit‡ della figura di Bosc·n.

Nel suo insieme la produzione scientifica presentata dalla candidata Ë alquanto limitata e non sembra ancora giunta a un grado di maturazione sufficiente; si auspicherebbe, fra l’altro, la produzione di un lavoro di pi_ ampio respiro e dall’impegno critico pi_ ragguardevole.

9) CANDIDATO: Dott. Franco QUINZIANO

Commissario Prof. Giovanni CARAVAGGI

Ha compiuto il Dottorato di ricerca presso l’Universit‡ di Salamanca e ha ottenuto per contratto vari insegnamenti di Lingua e Letteratura Spagnola presso lo IULM di Milano, dove svolge anche la funzione di Esperto e collaboratore linguistico.

La produzione scientifica che presenta per la valutazione comparativa riguarda campi d’indagine differenziati. Vi sono inclusi due manuali finalizzati all’insegnamento della lingua: EspaÒol sin fronteras. Sintaxis del espaÒol para italÛfonos, in collaborazione con un’altra studiosa (le singole responsabilit‡ vi sono chiaramente evidenziate), e Corso rapido di spagnolo, entrambi d’indubbia utilit‡ pratica. Di modestissimo valore scientifico risulta essere il contributo offerto dal candidato nel capitolo sull’Ispanistica edito in un prontuario “ad usum Delphini” recentemente prodotto, Consigli pratici per la tesi di laurea in Lingue e Letterature Straniere.

Pi_ apprezzabile Ë invece il contributo delle sue ricerche, peraltro non

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molto estese, che affrontano alcune problematiche riguardanti l’epoca ilustrada e in particolare l’opera di Cadalso; la sua Introduzione all’edizione (con testo a fronte) delle Noches l·gubres, accompagnata da una nota bibliografica ampiamente sviluppata, rivela una diligente capacit‡ espositiva e presenta una sintesi chiara; il saggio “Le Noches l·gubres e il modello cadalsiano della sensibilit‡ ilustrada” si dilunga nella definizione di tipo sensistico di determinate nozioni dell’autore, le cui modalit‡ d’espressione vengono ricondotte in modo abbastanza ovvio ai presupposti illuministici.

Al dibattito sulla portata del riformismo culturale nella stampa cubana della fine del secolo XVIII fa riferimento lo studio “Las Cartas de El Amante del PeriÛdico: p·blica utilidad y dirigismo ilustrado en la prensa dieciochesca cubana”, in cui emergono gi‡ gli interessi del candidato per la storia della cultura americana, che verranno approfonditi ulteriormente in indagini costruite soprattutto attraverso varie ricognizioni nelle pagine della stampa periodica argentina. Verso il mondo ispano-americano e i suoi inevitabili confronti ideologici con la madrepatria si orientano in effetti altri studi. “EspaÒa desde Argentina. MonarquÌa y Constitucionalismo en la Gazeta de Buenos Aires (1820-21)”, di prevalente interesse socio-politico, ripercorre gli echi delle innovazioni istituzionali spagnole nella stampa della capitale argentina. “La ‘eterna’ EspaÒa de Manuel G·lvez: del ensueÒo de EspaÒa a la Argentina soÒada” delinea con diligente applicazione le proiezioni di miti e di idealizzazioni spagnole nella formazione della coscienza nazionale argentina. Di proporzione pi_ modesta e meno approfondito sembra essere il contributo offerto in “El murmurador molesto: Manuel Ugarte y la pr·tica intelectual en las primeras dÈcadas del siglo XX”.

La narrativa unamuniana viene alquanto sommariamente indagata in “Niebla: M. de Unamuno y el sueÒo de la nÌvola”, dove, prendendo l’avvio da prospettive narratologiche di tipo bajtiniano, si procede a un diffuso rilievo di metafore oniriche considerate funzionali nella raffigurazione narrativa dell'esperienza agonica dell'autore.

I lavori scientifici del candidato, ancora molto esigui e frammentati, in gran parte orientati verso la didattica della lingua o verso la storia della cultura argentina, non apportano un contributo consistente allo studio delle discipline a concorso e non consentono di esprimere un giudizio favorevole.

Commissario Prof. ssa Giovanna CALABR“

Il candidato ha conseguito il dottorato di ricerca a Salamanca ed Ë collaboratore ed esperto linguistico dal 1996/97 presso lo IULM di Milano.

La produzione scientifica presentata dal candidato Franco Quinziano, Ë caratterizzata essenzialmente dalla presenza di tre nuclei: la didattica della lingua spagnola, la cultura ‘ilustrada’ in Spagna nella seconda met‡ del secolo; la visione della Spagna dalla prospettiva d’oltremare. Gli interessi linguistici presumibilmente maturati nel corso e in occasione della sua esperienza didattica, hanno prodotto la stesura di due opere di impianto manualistico: una sezione della Sintaxis del espaÒol para italÛfonos, Coopli, Milano 1994, pp. 202 (volume scritto in collaborazione con Mirna Meler) e un Corso rapido di spagnolo, edito da De Vecchi Milano, 1998, pp. 286.

La linea di ricerca sulla letteratura spagnola Ë documentata da un breve contributo sulla metafora onirica nel romanzo unamuniano Niebla (Niebla: M. de Unamuno y el sueÒo de la nÌvola) e dalle pagine di due contributi dedicate alla

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figura di Cadalso: il primo costituito da una introduzione di taglio espositivo e da una nota bibliografica all’edizione italiana delle Noches l·gubres e il secondo da un saggio che si propone, sia pure con qualche confusione e prolissit‡ argomentativa, di ricondurre la nozione di “corazÛn” e la correlativa costellazione di sentimenti, alle premesse della filosofia sensista e alle coordinate di un maturo illuminismo, svincolando quindi Cadalso dal clichÈ di romantico ante litteram.

I restanti contributi corrispondono a una linea di ricerca orientata verso lo studio della cultura latinoamericana dal 700 a oggi, in particolare all’analisi di episodi e aspetti del processo di modernizzazione delle societ‡ argentina e cubana: il primo ricostruisce il dibattito suscitato nella stampa cubana riformismo illuministico (Las Cartas de El Amante del PeriÛdico (1791): p·blica utilidad y dirigismo ilustrado en la prensa dieciochesca cubano; il secondo sceglie di condurre ancora una volta un esame della stampa periodica per registrare l’impatto suscitato dalla esperienza spagnola della monarchia costituzionale nella societ‡ argentina del primo ottocento (EspaÒa desde Argentina. MonarquÌa y Constitucionalismo en la Gazeta de Buenos Aires (1820-21); il terzo Ë un’analisi di come la visione di una Spagna mitica alimenti la nascita del mito nazionalista argentino (La ‘eterna’ EspaÒa de Manuel G·lvez: del ensueÒo de EspaÒa a la Argentina soÒada, in “Taller”, n. 8 (1998), pp. 101-109); il quarto infine si sofferma sagacemente sulla figura di un intellettuale del nostro secolo documentando la riflessione che Ugarte dedica alla figura dello scrittore e al ruolo che esso svolge nelle moderne societ‡ ispanoamericane (“El murmurador molesto.: Manuel Ugarte y la pr·tica intelectual en las primeras decadas del siglo XX, in “Guaragao”. Revista de cultura latinoamericana, n. 9, otoÒo de 1999, pp. 50- 72).

Intonato a una esigenza pratico divulgativa appare l’ultimo contributo Ispanistica nel volume miscellaneo, a cura di G. Moscati, Consigli pratici per la tesi di laurea in Letterature straniere,, Firenze, Le lettere 2000, pp. 157-211.Dall’esame complessivo delle pubblicazioni si evince il profilo di un studioso interessato a problematiche storico ideologiche essenzialmente in ambito ispanoamericano indagate con risultati soddisfacenti, ma il cui impegno nell’area della lingua e della letteratura spagnola non ha prodotto in generale contributi di rilievo critico.

Commissario Prof. Antonio GARGANO

Il candidato Franco Quinziano, che ha ottenuto il titolo di dottore in Filologia Moderna presso l’Universit‡ di Salamanca (Spagna), dal 1996 lavora come collaboratore ed esperto di lingua spagnola presso lo IULM di Milano, dove dal ’90 al ’96 ha anche ricoperto per contratto l’insegnamento di Lingua e letteratura spagnola.

Delle dieci pubblicazioni presentate dal dott. Quinziano, i due volumi Impara e migliora rapidamente il tuo spagnolo e EspaÒol sin fronteras(in collaborazione con M. Meler) sono, rispettivamente di tipo pratico e manualistico. Il secondo, in particolare, finisce col presentarsi come un ampio repertorio di esercizi per gli studenti. A tematiche di cultura e letteratura ispanoamericane sono dedicati i contributi sulla stampa cubana tardo settecentesca e su quella argentina primo ottocentesca, in particolare sulle Cartas pubblicate da J.A. Caballero nel Papel PeriÛdico del 1791 e sulla rivista Gaceta de Buenos Aires; un articolo sullo scrittore argentino M. Ugarte; una nota sull’opera saggistica di M. G·lvez, El solar

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de la raza. Alle tematiche di letteratura spagnola, il dott. Quinziano dedica quattro delle dieci pubblicazioni presentate, per un’estensione complessiva di poche decine di pagine. La propensione del candidato per lavori di finalit‡ pratica, gi‡ prevalente nei lavori linguistici, Ë ulteriormente attestata dal capitolo “Ispanistica”, raccolto nel collettivo Consigli pratici per una tesi di laurea. Sostanzialmente finalizzato alla divulgazione Ë il volume di J. Cadalso, Notti lugubri, di cui il candidato ha curato l’Introduzione, in cui presenta autore ed opera con sufficiente informazione , ma senza apprezzabile approfondimento. Alcuni argomenti della menzionata introduzione sono ripresi dal candidato nel breve intervento “Le Noches l·gubres e il modello cadalsiano della sensibilit‡ ilustrada”. Di modesto rilievo critico risulta anche il succinto contributo su Niebla di Unamuno.

La produzione presentata dal dott. Quinziano rivela un prevalente interesse per la didattica della lingua spagnola, con contributi di scarso o nullo valore critico, e per tematiche di cultura ispanoamericana; mentre per quel che riguarda la letteratura spagnola, la sua produzione, oltre che esigua, Ë del tutto priva di ricerche e risultati approfonditi e di rilievo.

Commissario Prof. ssa Carla PERUGINI

Esperto di lingua spagnola presso la IULM di Milano, il dott. Quinziano Ë autore di una Sintaxis del espaÒol para italÛfonos in collaborazione con Mirna Meler e di un Corso rapido di spagnolo.

La sua formazione di studi sull’et‡ dell’Illuminismo si Ë tradotta in alcuni scritti di notevole interesse. EspaÒa desde Argentina. MonarquÌa y Constitucionalismo en la Gazeta de Buenos Aires (1820-21) Ë una documentata analisi, sulla base dello spoglio degli articoli della progressista “Gazeta de Buenos Aires”, dei contrastati giudizi dell’opinione pubblica argentina durante il triennio costituzionale spagnolo, e della mutua incomprensione fra settori rivoluzionari dellamadre patria e della ex-colonia.

Anche Las Cartas de El Amante del PeriÛdico (1791): p·blica utilidad y dirigismo ilustrado en la prensa dieciochesca cubana esamina la funzione della stampa, a Cuba e nell’ultimo scorcio del XVIII secolo, come propaganda della politica borbonica nei territori coloniali, mentre La ‘eterna’ EspaÒa de Manuel G·lvez: del ensueÒo de EspaÒa a la Argentina soÒada, e “El murmurador molesto”: Manuel Ugarte y la pr·tica intelectual en las primeras dÈcadas del siglo XX, esaminano la discrepanza fra mitizzazione e realt‡ fra gli intellettuali latinoamericani nei confronti della Madre Patria.

Altro scrittore decimottavo oggetto dello studio del dott. Quinziano Ë stato JosÈ Cadalso, di cui ha curato, insieme a R. Crisafio, l’edizione delle Noches L·gubres. Rifacendosi alle interpretazioni di R. Froldi, J. Arce e J.Caso Gonz·lez, Franco Quinziano sostiene, contrariamente a buona parte della critica, che non ha tenuto conto della confusione fra personaggio e autore, l’inattendibilit‡ dell’ascrizione dello scrittore spagnolo a una sensibilit‡ preromantica, (v. Le Noches L·gubres e il modello cadalsiano della sensibilit‡ ilustrada: Tediato:’espÌritu fuerte’ e ‘corazÛn sensible’).

Il ricorso alla metafora del sogno come segno polisemico per esprimere la complessit‡ e il mistero della vita dell’uomo Ë la chiave di lettura dell’intervento a un convegno, dal titolo Niebla: M. de Unamuno y el sueÒo de la nÌvola, mentre isolato nel contesto della sua produzione appare il contributo su Ispanistica nel volume miscellaneo, a cura di G. Moscati, Consigli pratici per la tesi di laurea in

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Letterature straniere.Pur fra spunti interessanti, si auspicano per la produzione del candidato pi_

solidi esiti di ricerca in una pi_ ampia variet‡ di filoni tematici, soprattutto per quanto riguarda la letteratura spagnola.

Commissario Prof. Pietro TARAVACCI

Laureato presso la Facolt‡ di Lettere e Filosofia dell'Universit‡ degli Studi di Milano, nel 1994, il dott. Quinziano ha conseguito il titolo di Dottore di ricerca presso il Dipartimento di Filologia moderna dell'Universit‡ di Salamanca; attualmente Ë Collaboratore ed esperto linguistico presso lo IULM di Milano.

Le pubblicazioni presentate dal candidato per la valutazione comparativa si muovono essenzialmente attorno a tre nuclei di interessi: quello storico-letterario, quello storico-culturale e, infine, quello linguistico glottodidattico.

Gli studi letterari mostrano un interesse precipuo verso la letteratura spagnola del tardo Settecento, e in generale verso la letteratura moderna. A questo primo ambito appartengono i due contributi su JosÈ Cadalso e quello su Unamuno. La pubblicazione di Notti lugubri, in collaborazione con Ra·l Crisafio (1995) d‡ l'occasione a Quinziano di anticipare, nella breve introduzione dedicata soprattutto allo studio della "nuova sensibilit‡", alcune idee poi precisate nell'articolo Le "Noches L·gubres" e il modello cadalsiano della sensibilit‡ "ilustrada": Tediato, "espÌritu fuerte" e "corazÛn sensible" (1996), nel quale, a partire dalla nozione di "corazÛn" presente nell'opera, il candidato delinea un profilo dello scrittore quale ilustrado e hombre de bien, in stretta relazione con le istanze illuministiche e quindi sostanzialmente estraneo al profilo di preromantico che la convenzione critica gli attribuisce. Resta in qualche misura eccentrico rispetto agli altri contributi l'articolo "Niebla": Miguel de Unamuno y el sueÒo de la nivola (nel vol. Sogno e scrittura nelle culture iberiche, 1996)

Di ambito storico-culturale sono quattro studi improntati alla visione della Spagna da una prospettiva "americana": nel primo, Las Cartas de El Amante del PeriÛdico (1791): p·blica utilidad y dirigismo ilustrado en la prensa dieciochesca cubana (“Dieciocho” 1998), il candidato torna a sondare nei modelli della cultura della "IlustraciÛn" in territorio oltreoceanico, con un contributo di taglio decisamente storico-culturale in cui si fatica a trovare una coerente linea di indagine, come dimostra anche l'eccessivo peso delle note; il secondo e breve articolo ("Taller", 1998) analizza come il mito della Spagna "eterna" di Manuel de G·lvez contribuisca alla formazione del mito nazionalista dell'Argentina; il terzo "El murmurador molesto": Manuel de Ugarte y la pr·ctica intelectual en las primeras dÈcadas del siglo XX ("Guaraguao", 1999) attento all'identit‡ della figura dello scrittore-intellettuale e alle sue funzioni politico-culturali nella Buenos Aires del primo Novecento; infine, nell'articolo EspaÒa desde Argentina: monarquÌa y costitucionalismo en la "Gazeta de Buenos Aires" (1820-21) ("Spagna Contemporanea", 1999) analizza, attraverso la testata argentina, il ruolo determinante che gli episodi della Spagna costituzionale delle due prime decadi del sec. XIX hanno avuto nel processo indipendentista argentino.

Gli interessi linguistici e glottodidattici hanno portato il dott. Quinziano alla pubblicazione di due manuali di rapido apprendimento della lingua spagnola e alla redazione del capitolo dedicato all'Ispanistica nel vol. Consigli pratici per una tesi di laurea (2000).

Nel suo insieme la produzione del candidato sembra eccessivamente segnata

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da una prospettiva che da un lato privilegia il dato storico-culturale a scapito di quello letterario e, dall'altro, lega eccessivamente la letteratura peninsulare ad un'ottica ispanoamericana.

Candidato: Dott. Franco QUINZIANO

GIUDIZIO COLLEGIALE

Il candidato ha conseguito il dottorato di ricerca presso l’Universit‡ di Salamanca e ha ottenuto per contratto vari insegnamenti di Lingua e letteratura spagnola presso lo IULM di Milano, dove svolge anche la funzione di collaboratore e esperto linguistico.

La produzione presentata dal dott. Quinziano riguarda ambiti differenziati di ricerca: la didattica della lingua, la cultura ‘ilustrada’ spagnola, la storia della cultura ispanoamericana. Appaiono evidentemente orientati verso una finalit‡ pratica i due manuali Sintaxis del espaÒol para italÛfonos, (in collaborazione con Mirna Meler) e Corso rapido di spagnolo. Di modesto valore e di dubbia pertinenza Ë il contributo’ Ispanistica’ nel volume collettivo a cura di G. Moscati, Consigli pratici per la tesi di laurea in Letterature straniere, Firenze, Le lettere 2000,

Le sue ricerche sulla letteratura spagnola sono documentate da un breve contributo (Niebla: M. de Unamuno y el sueÒo de la nÌvola) sulla metafora onirica nel romanzo unamuniano Niebla e da due contributi dedicati alla cultura ‘ilustrada’, in particolare alla figura di Cadalso: il primo costituito dall’introduzione e da una nota bibliografica che accompagnano l’edizione italiana delle Noches l·gubres in cui il dott. Quinziano con sufficiente chiarezza espositiva presenta autore e opera; il secondo da un saggio che si propone, pur con qualche prolissit‡ e confusione, di presentare il modello cadalsiano della sensibilit‡ ‘ilustrada’, riconducendone le modalit‡ d’espressione alle premesse della filosofia sensistica e ai presupposti illluministici.

Pi_ apprezzabile Ë il contributo offerto dalle sue ricerche in ambito ispanoamericano volte ad analizzare alcuni episodi del processo di modernizzazione delle societ‡ cubana e argentina, e attente a cogliere i segni di un inevitabile confronto ideologico con la madrepatria. Al dibattito sulla portata del riformismo nella stampa cubana della fine del ‘700 fa riferimento lo studio Las Cartas de El Amante del PeriÛdico (1791): p·blica utilidad y dirigismo ilustrado en la prensa dieciochesca cubana. Agli echi suscitati dalle innovazioni istituzionali spagnole nella capitale argentina Ë dedicato l’altro intervento dal titolo EspaÒa desde Argentina. MonarquÌa y Constitucionalismo en la Gazeta de Buenos Aires (1820-21)

Il terzo lavoro (La ‘eterna’ EspaÒa de Manuel G·lvez: del ensueÒo de EspaÒa a la Argentina soÒada) analizza come l’immagine di una Spagna mitica alimenti la nascita del nazionalismo argentino; il quarto infine (El murmurador molesto”: Manuel Ugarte y la pr·tica intelectual en las primeras decadas del siglo XX) si sofferma sull’apporto rappresentato dalle riflessioni di Manuel Ugarte nella nascita di una coscienza critica del ruolo attribuito all’intellettuale nella societ‡ sudamericana.

La produzione del dott. Quinziano risulta in gran parte orientata verso la didattica della lingua, con contributi di stampo manualistico, e verso la storia della

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cultura ispanoamericana, mentre per quel che riguarda la letteratura spagnola essa Ë ancora molto esigua e non raggiunge risultati critici di rilievo.

10) CANDIDATO: Dott. ssa Ines RAVASINI

Commissario Prof. Giovanni CARAVAGGI

La dott.ssa Ines Ravasini ha ottenuto il titolo di Dottore di Ricerca in Iberistica nel 1991, e dal 1993 Ë Ricercatrice di Lingua e Letteratura spagnola presso la Facolt‡ di Lingue e Letterature Straniere dell’Universit‡ degli Studi di Bari. A partire dal 1998 ha tenuto per supplenza l’insegnamento di Lingua e Letteratura spagnola presso la Facolt‡ di Lettere e Filosofia dello stesso Ateneo.

Le pubblicazioni presentate dalla candidata per la procedura di valutazione comparativa sono di apprezzabile qualit‡ e risultano orientate quasi esclusivamente verso l’analisi di minuti aspetti della tradizione lirica spagnola fra il Quattrocento e il Seicento, con rare escursioni nell’ambito della narrativa della stessa epoca e una ricerca estesa all’area catalana. I suoi contributi pi_ significativi in questo specifico campo d’indagini concernono innanzitutto alcuni fenomeni dell’intertestualit‡, definiti secondo la loro successione diacronica (“Presenza della letteratura spagnola nelle Anotaciones di Herrera” e “Fortuna di una redondilla quattrocentesca: ´Ven Muerte tan escondidaª”); questi primi lavori sono imperniati essenzialmente sulla rassegna di citazioni letterarie particolarmente fortunate e sulla documentazione delle modalit‡ della loro trasmissione. In collaborazione con Emma Scoles, la candidata ha poi realizzato due distinte indagini (dove non mancano di essere nettamente definite le singole responsabilit‡): “Tre diverse letture del V carme di Catullo nella letteratura spagnola dei secoli d’oro”, in cui si esplorano i diversi risultati di traduzioni e rifacimenti aulici, e “Intertestualit‡ e interpretazione nel genere lirico della glosa”, interessante soprattutto per quanto concerne la definizione delle origini e della codificazione poetica del genere; per estensione dello stesso tipo d’interesse, sono stati percorsi due filoni di ricerca abbastanza affini, che hanno portato a loro volta a risultati soddisfacenti: “Justas poÈticas e generi lirici: l’esempio della glosa” e, pi_ recentemente, “Pervivencia lÌrica, intertextualidad y funciÛn dram·tica en el teatro del Siglo de Oro”; si tratta nuovamente di rassegne attente di fenomeni intertestuali rilevati con acume critico e rigore analitico. Anche gli studi su Francisco de la Torre y Sevil si sono concretati in saggi di buona qualit‡, soprattutto quello sulla RelaciÛn stesa per le Reales fiestas di Valenza del 1667, in cui si definiscono alcune peculiarit‡ innovative rispetto alla tradizionale codificazione del subgenere letterario (“Una ‘metapoetica’ in un vejamen di Francisco de la Torre y Sevil”), e in parte anche quello, pi_ limitato e conciso, sulla traduzione degli Epigramata di Owen. Merita di essere ricordata inoltre, seppur incidentalmente, l’indagine sulle sestine del poeta catalano Joan Brossa. Infine si rivela degno di apprezzamento lo studio sui “Percorsi intertestuali tra citazione e rifacimento”, con cui la candidata si addentra

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ulteriormente nel filone gi‡ menzionato, attraverso un raffronto suadente, sempre di taglio interdiscorsivo, fra testi di Enea Silvio Piccolomini e Gonzalo de CÈspedes y Meneses.

La produzione scientifica presentata dalla dott.ssa Ravasini si rivela compatta e omogenea, testimoniando una solida preparazione filologica e un rigore metodologico non comune, anche se la sua esperienza di ricerca risulta ancora frammentata in sondaggi minuti su problematiche molto circoscritte; in effetti si lascia ancora desiderare, nel suo curriculum scientifico, un saggio di pi_ ampio respiro, relativo ad argomenti dalle dimensioni pi_ ragguardevoli ed ermeneuticamente pi_ impegnativi.

Commissario Prof. ssa Giovanna CALABR“

La dott. Ines Ravasini dopo aver conseguito il titolo di Dottore di ricerca in Iberistica nel 1991, Ë ricercatrice confermata dal 1993 presso l’Universit‡ di Bari dove ricopre anche per supplenza l’incarico d’insegnamento di Lingua e letteratura spagnola dal 1998.

La dott.ssa Ravasini, ha prodotto nell’arco temporale di poco pi_ di un decennio una densa serie di contributi in cui sono particolarmente apprezzabili l’intima coerenza dei filoni di ricerca, il rigore dell’impostazione filologica e la finezza analitico interpretativa, Ella mostra di prediligere nella sua produzione scientifica la lirica tra XV e XVII secolo, riservando invece solo al momento didattico e a quello divulgativo la possibilit‡ di spaziare anche in altri ambiti tematici e cronologici.

Uno dei filoni di ricerca Ë quello delle traduzioni in prosa e in versi nella Spagna tra XV e XVII sec., studiate con competenza e finezza analitica in rapporto alla specifica teoria e prassi coeva e alla tradizione culturale in cui si iscrivono. Ne sono esempio il saggio Percorsi intertestuali tra citazione e rifacimento: dalla ‘Historia de duobus amantibus’ di Enea Silvio Piccolomini alla ‘Varia fortuna del soldado PÌndaro di Gonzalo de CÈspedes y Meneses’ che si riallaccia all’argomento della sua tesi di dottorato, e i contributi su John Owen y Francisco de la Torre y Sevil: de la traducciÛn a la imitaciÛn e su Tre diverse letture del V carme di Catullo nella letteratura spagnola dei secoli d’oro, (in collaborazione con E.Scoles, in cui appartiene alla candidata l’analisi dei procedimenti traduttivi di Quevedo e di Villegas) (“Il confronto letterario”, a. XI, n. 21, maggio 1994, pp. 3-22). Un’altra linea di ricerca percorsa con risultati di rilievo Ë quella della lirica cancioneril in cui ha studiato l’opera di singoli autori ma soprattutto ha seguito la genesi e l’evoluzione di determinati generi lirici. Ne Ë esempio l’ottimo lavoro sulla diffusione della redondilla iniziale di una nota canzone quattrocentesca “Ven muerte tan escondida” apparsa nel Cancionero general di Hernando del Castillo e attribuita al poeta valenzano Escriv·(Fortuna di una redondilla quattrocentesca); l’indice delle opere poetiche castigliane citate da Herrera nelle Anotaciones (Presenza della letteratura spagnola nelle Anotaciones de Herrera. Il sistema teorico delle citazioni); lo studio sulla sestina seguita fino agli esiti moderni in lingua catalana (La sestina sull’Everest); la ricca indagine sulla glosa di cui ella analizza la genesi, l’evoluzione, la presenza nelle “justas poÈticas” del XVII sec. e nel teatro classico come dimostrano rispettivamente i saggi Intertestualit‡ e interpretazione nel genere lirico della ‘glosa’; ‘Justas poÈtica’s e generi lirici: l’esempio della’ glosa’; Pervivencia lÌrica, intertextualidad y funciÛn dram·tica en

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el teatro del siglo de oro.La produzione scientifica della candidata essenzialmente orientata a seguire

in forma raffinata e rigorosa le varie manifestazioni della problematica intertestuale, rivela il profilo di una ricercatrice attrezzata culturalmente e metodologicamente da cui ci si aspetta che si cimenti in realizzazioni di maggior respiro per raggiungere un giudizio di piena maturit‡ scientifica.

Commissario Prof. Antonio GARGANO

La dott.ssa I. Ravasini ha ottenuto il titolo di Dottore in Iberistica nel 1991, e dal 1993 Ë ricercatrice di Lingua e letteratura spagnola presso l’Universit‡ degli Studi di Bari. Dal 1998 ricopre per supplenza l’insegnamento di Lingua e letteratura spagnola presso la Facolt‡ di Lettere e Filosofia dello stesso Ateneo.

Le pubblicazioni presentate dalla candidata mostrano uno spiccato, se non esclusivo, interesse per il genere lirico tra Quattro e Seicento, con particolare predilezione per la problematica intertestuale, indagata, generalmente con acume, in molte delle sue possibili variet‡ di manifestazione. In tale coerente linea di ricerca finisce per rientrare la totalit‡ dei lavori presentati: l’utile rassegna delle citazioni di opere poetiche castigliane nelle Anotaciones herreriane; il documentato studio sulla eccezionale diffusione, nei secoli XVI e XVII, della redondilla iniziale di una nota canzone quattrocentesca “Ven muerte tan escondida”; lo studio sui diversi esiti del V carme di Catullo nelle traduzioni e nei rifacimenti di Quevedo e di Villegas (in collaborazione con E. Scoles, alla quale si debbono l’Introduzione e il capitolo su Castillejo); le competenti ricerche sulle sestine del catalano J. Brossa e, soprattutto quelle sulla glosa, quest’ultima indagata sia nella sua nascita e progressiva definizione come genere (“Intertestualit‡ e interpretazione”, in collaborazione con E. Scoles), sia nella sua presenza ed evoluzione nelle justas poÈticas del s. XVII (“Justas poÈticas e generi lirici”) e nel teatro classico (“Pervivencia lÌrica”); i contributi su F. de la Torre y Sevil, del quale –oltre alla traduzione degli Epigramata di Owen- la candidata considera la RelaciÛn composta in occasione delle Reales fiestas di Valenza del 1667, esaminandola in rapporto alla struttura codificata del genere del vejamen de academia, e mettendone in risalto i diversi elementi specifici e innovatori di riflessione teorica, di esercizio retorico, e di satira di stampo lucianesco (in particolare delle opere di Quevedo).

La dott.ssa Ravasini presenta una produzione scientifica che si caratterizza sia per l’intima connessione delle parti che la compongono, sia per l’apprezzabile e noncomune rigore di metodo filologico e storico-letterario; pregevoli doti e qualit‡ che la candidata mostra indubbiamente di possedere, ma che avrebbero meritato e meritano di essere esercitate nella realizzazione di un lavoro di maggiore impatto e consistenza rispetto ai singoli contributi finora prodotti.

Commissario Prof.ssa Carla PERUGINI

Ricercatore confermato di Lingua e letteratura spagnola presso la Facolt‡ di Lingue e letterature straniere dell’Universit‡ di Bari, la Ravasini ha dedicato la sua attivit‡ di ricerca all’ambito della letteratura del Siglo de Oro, sia per quanto riguarda lo studio di singoli autori, sia quello di particolari generi letterari, con un limitato interesse a un autore catalano contemporaneo, Joan Brossa, di cui viene esaminata la sestina scritta per celebrare la scalata all’Everest di una spedizione catalana nel

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1985(La sestina sull’Everest, 1996).Gli ambiti su cui la Ravasini ha presentato i lavori pi_ significativi sono

quelli delle traduzioni, delle citazioni e delle glosse, testimoni anche della sua partecipazione a una ricerca dipartimentale codiretta con Emma Scoles all’Universit‡ di Roma. In collaborazione con la Scoles ha scritto Intertestualit‡ e interpretazione nel genere lirico della glosa (1996) e Tre diverse letture del V carme di Catullo nella letteratura spagnola dei secoli d’oro (1994), che sono delle puntuali documentazioni diacroniche sulle evoluzioni della traduzione e del commento ai testi, basate sul presupposto metodologico che le variazioni sullo stesso testo riportano ai nuclei fondamentali del pensiero del traduttore/commentatore e della sua epoca.

La dott. Ravasini ha studiato la presenza dell’intertestualit‡ anche nelle rielaborazioni e traduzioni di un’opera notissima del Quattrocento italiano (Percorsi intertestuali tra citazione e rifacimento: dalla Historia de duobus amantibus di Enea Silvio Piccolomini alla Varia fortuna del soldado PÌndaro di Gonzalo de CÈspedes y Meneses, 1998), come pure nella Fortuna di una redondilla quattrocentesca:”Ven muerte tan escondida”(1990). I generi del vejamen e della Justa poÈtica hanno fornito lo spunto per un nuovo esame delle trasformazioni semantiche e strutturali che certi modelli subiscono nel corso del tempo(Justas poÈticas e generi lirici: l’esempio della glosa, 1996; Una ‘metapoÈtica’ in un vejamen di Francisco de la Torre y Sevil; John Owen e Francisco de la Torre y Sevil: de la traducciÛn a la imitaciÛn). Sempre l’intertestualit‡, con particolare riferimento al teatro di Lope e CalderÛn, Ë il tema di Pervivencia lÌrica, intertextualidad y funciÛn dram·tica en el teatro del Siglo de Oro, 1998, mentre Presenza della letteratura spagnola nelle Anotaciones di Herrera(1989) Ë un originale excursus nelle citazioni di poeti spagnoli del Cinquecento all'interno del commento di Herrera a Garcilaso, che testimoniano l’adesione a una poetica dell’imitazione e all’esaltazione della lingua nazionale. Fornita di buoni strumenti interpretativi e di sensibile capacit‡ di analisi, la produzione della dott. Ravasini lascia in attesa di un contributo di maggior peso e di pi_ ampio respiro.

Commissario Prof. Pietro TARAVACCI

Dottore di ricerca in Iberistica nel 1992, dal 1993 la dott.ssa Ravasini Ë ricercatrice di Lingua e letteratura spagnola presso la Facolt‡ di Lingue e letterature straniere dell'Universit‡ degli Studi di Bari. Negli ultimi tre anni ha tenuto la supplenza di Lingua e Letteratura spagnola presso la Facolt‡ di Lettere del medesimo Ateneo.

La produzione scientifica presentata dalla candidata verte pressocchÈ totalmente sulla letteratura dei secoli XV-XVII, con una particolare attenzione alla lirica del XV secolo, volgendosi ora alla produzione di singoli autori, ora alla genesi, ai tratti costitutivi e allo sviluppo di particolari generi lirici: si vedano, a tale riguardo, i contributi dedicati alle sestine del catalano Joan Brossa (1996) e quelli dedicati al genere della "glosa". Nell'arco di un quinquennio la candidata rivolge infatti una costante attenzione alla "glosa", dapprima studiandone il ruolo e le funzioni nelle "justas poÈticas" ("Studi Ispanici", 1994-1996), poi mettendo in rilievo gli elementi fondanti della sua natura interpretativa e intertestuale (in collaborazione con E. Scoles, 1996) e infine, nella pi_ recente delle pubblicazioni presentate, studiando la complessit‡ e le potenzialit‡ del genere della glossa nel testo teatrale del Siglo de Oro, con particolare attenzione a Lope e a CalderÛn

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(Pervivencia lÌrica, intertextualidad..., 1998). Il primo contributo, del 1989, di carattere sostanzialmente intertestuale, Ë

relativo alle citazioni di testi poetici castigliani nelle Anotaciones di Herrera. Coerentemente a quest'ambito si attestano gli articoli dedicati alla fortuna di alcune tipologie liriche, in particolare quattrocentesche e di estrazione cancioneril nei due secoli successivi; si veda a tale proposito Fortuna di una redondilla quattrocentesca: "Ven muerte tan escondida" (1990). In un analoga prospettiva si colloca lo studio (1994), scritto in collaborazione con Emma Scoles, in cui la Ravasini, con acume ermeneutico, analizza le diverse letture del V Carme di Catullo nei rifacimenti di Quevedo e di Villegas. Nell'articolo del 1996, dedicato alle relazioni tra John Owen e Francisco de la Torre y Sevil –autore di un "vejamen" del quale la candidata aveva messo in rilievo le qualit‡ metaletterarie in un articolo apparso in "Studi Ispanici" nel 1993– si riscontra un medesimo impegno a registrare, con sensibilit‡ e notevole attenzione al testo, le esperienze di riscrittura che vanno dalla traduzione all'imitazione. Infine, nell'analisi dei processi di citazione e riscrittura di Gonzalo de CÈspedes y Meneses (1995-1998) la dott.ssa Ravasini mette in rilievo le possibilit‡ di una definitiva ricodificazione del materiale narrativo della Historia de duobus amantibus di Piccolomini.

La produzione scientifica della dott.ssa Ravasini appare caratterizzata da un evidente rigore filologico esercitato in analisi puntuali di argomenti e realt‡ poetiche coerentemente connesse tra loro. Tuttavia, si auspica che la candidata applichi le proprie capacit‡ a pi_ ampie aree della letteratura spagnola e che arrivi ad una prova di maggiore peso bibliografico.

Candidato: Dott.ssa Ines RAVASINI

GIUDIZIO COLLEGIALE

La dott.ssa Ines Ravasini, che ha ottenuto il titolo di Dottore di Ricerca in Iberistica nel 1991, Ë Ricercatrice di Lingua e Letteratura spagnola presso l’Universit‡ degli Studi di Bari. Dal 1998 ricopre per supplenza l’insegnamento di Lingua e Letteratura spagnola presso la Facolt‡ di Lettere e Filosofia dello stesso Ateneo.

Le pubblicazioni presentate dalla dott.ssa Ravasini risultano nettamente orientate verso lo studio della tradizione lirica tra il Quattrocento e il Seicento, di cui esplora prevalentemente alcuni significativi fenomeni dell’intertestualit‡. In tale direzione si muovono, infatti, l’utile rassegna delle citazioni di opere poetiche castigliane nelle Anotaciones di Fernando de Herrera; lo studio ben documentato sulla diffusione letteraria, nei secoli XVI e XVII, della redondilla iniziale di una fortunata canzone quattrocentesca, “Ven Muerte tan escondidaª”; il contributo (in collaborazione con Emma Scoles) che esplora i diversi risultati raggiunti nelle traduzioni e nei rifacimenti del V carme di Catullo, in particolare quelli di Quevedo e di Villegas.

Condotti con particolare competenza risultano i lavori sui generi poetici, dei quali, oltre alla sestina (esaminata nelle realizzazioni del poeta catalano J. Brossa ), Ë privilegiata la glosa, a cui sono dedicati tre studi. Nel primo di essi, “Intertestualit‡ e interpretazione nel genere lirico della glosa”, scritto in

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collaborazione con Emma Scoles, sono definite le origini e la progressiva codificazione poetica del genere; nel secondo e nel terzo la presenza e l’evoluzione della glosa sono indagate, rispettivamente, nelle justas poÈticas del secolo XVII (“Justas poÈticas e generi lirici: l’esempio della glosa”) e nel teatro classico (“Pervivencia lÌrica, intertextualidad y funciÛn dram·tica en el teatro del Siglo de Oro”).

Anche gli studi su Francisco de la Torre y Sevil risultano di buona qualit‡, in particolare quello sulla RelaciÛn composta per le Reales fiestas di Valenza del 1667, (“Una ‘metapoetica’ in un vejamen di Francisco de la Torre y Sevil”), nel quale la candidata esamina il subgenere letterario in relazione alla struttura codificata del vejamen de academia, e ne mette bene in evidenza i caratteri peculiarie innovativi, per quanto riguarda i diversi aspetti della riflessione teorica, dell’esercizio retorico, della satira di stampo lucianesco, con particolare riferimento ai precedenti quevediani. Pi_ limitato e conciso appare il contributo sulla traduzionedello stesso Francisco de la Torre y Sevil degli Epigramata di Owen.

Degno di apprezzamento risulta infine lo studio “Percorsi intertestuali tra citazione e rifacimento”, su un episodio relativo alla fortuna spagnola della Historia de duobus amantibus di Enea Silvio Piccolomini, in cui la candidata propone un convincente raffronto con un episodio del romanzo spagnolo seicentesco di Gonzalo de CÈspedes y Meneses, Varia fortuna del soldado PÌndaro.

La produzione presentata dalla dott.ssa Ravasini si caratterizza per la particolare coerenza della linea di ricerca seguita, oltre che per la solida preparazione filologica e l’apprezzabile rigore metodologico di cui d‡ prova. Tuttavia essa risulta ancora limitata a problematiche alquanto circoscritte, e attende pertanto di essere arricchita di un lavoro di pi_ ampio respiro rispetto ai singoli, pur pregevoli, contributi finora prodotti.

11) CANDIDATO: Dott. Andrea ZINATO

Commissario Prof. Giovanni CARAVAGGI

Dottore di ricerca in Iberistica nel 1996, nel 1998 Ë stato inquadrato come ricercatore presso la Facolt‡ di Lingue e Letterature Straniere dell'Universit‡ degli Studi di Pisa; deve ancora ottenere la conferma nel ruolo.

Le pubblicazioni che presenta per la procedura di valutazione comparativa sono orientate quasi esclusivamente verso la letteratura iberica tardomedievale e umanistica, nelle sue tre aree culturali e linguistiche pi_ significative, galego-portoghese, castigliana e catalana. Sono innanzittutto i volgarizzamenti delle Epistulae senechiane effettuati nella vasta area iberica nel corso del Quattrocento a costituire l’oggetto dei suoi interessi, che si sono concretati in successivi contributi, in primo luogo un prospetto ben documentato, “Volgarizzamenti delle Epistulae morales di L.A.Seneca e loro diffusione nella penisola iberica”, e successivamente singole proiezioni areali come “La vulgarizaciÛn al catal·n de las Epistulae

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morales ad Lucilium de L. A. Seneca”, puntule nella definizione fenomenologica, o come “Fern·n PÈrez de Guzm·n e le glosse alla traduzione medievale castigliana delle Epistulae morales ad Lucilium: un itinerario filologico e filosofico”, ulteriore testimonianza di precisione analitica.

Gli articoli “El imperio de Nero: un episodio della Estoria de EspaÒa di Alfonso el Sabio e i rapporti con le sue fonti” e “Can con ravia de su dueÒo traba: fonti, varianti e fortune letterarie di un proverbio iberico” sono apprezzabili per l’attenzione rivolta alle modalit‡ della trasmissione e del ricupero di testi tradizionali, e gi‡ lasciano intravedere il maturare di una competenza in questo campo; in effetti altre indagini del candidato saranno dirette verso lo studio dei fenomeni intertestuali, e in modo pi_ specifico verso distinte testimonianze delle relazioni interculturali ebraico-ispaniche, con particolare riferimento alla diffusione e alla sopravvivenza di testi sefarditi in diverse aree della ex-Jugoslavia. A stretti contatti interculturali fanno riferimento inoltre le pagine di un breve articolo, “Era cristiana, era spagnola, era israelitica, era islamica: cronologia e fine secolo nell’opera storiografica di Rodrigo XimÈnez de Rada”, meritevole forse di ulteriore approfondimento.

Pi_ impegnative risultano le indagini ecdotiche compiute dal candidato, che si sono realizzate finora in due lavori consistenti. L’edizione critica di MacÌas. L'esperienza poÈtica galego-castigliana Ë corredata da un apparato filologico rigoroso e da una introduzione articolata, ove trova uno spazio appropriato sia la definizione delle peculiarit‡ stilistiche del cancionerillo, sia lo studio della tradizione testuale e del ruolo dell’autore, in un momento tanto decisivo per l’evoluzione della lirica ispanica. L’altra edizione riguarda un’opera in prosa del tardo Quattrocento, il Mar de historias di Fern·n PÈrez Guzm·n, che rappresenta il titolo pi_ importante prodotto dal candidato; anche in questo caso si puÚ apprezzare la qualit‡ dello studio introduttivo, in cui la figura dell’autore viene proiettata su un vivace fondale storico-letterario; il testo stesso viene analizzato in rapporto alle fonti e alle finalit‡ didascaliche, alla tradizione manoscritta e alle sue componenti strutturali; se ne definiscono in modo accurato vari altri aspetti, in particolare quelli stilistici e linguistici; l’edizione Ë inoltre arricchita da un ampio apparato di note esplicative. Recentemente Andrea Zinato ha pubblicato una nuova indagine sulla creazione poetica dello stesso autore, “Auctoritates y poesÌa: el Cancionero de F. PÈrez de Guzm·n”; risulta perÚ meno esaustiva nella ricognizione dei fenomeni intertestuali, e forse richiederebbe un’ulteriore riflessione.

Ad un esame della sua produzione scientifica, il candidato indubbiamente meriterebbe di essere preso in considerazione, soprattutto per quanto concerne il rigore metodologico; tuttavia sarebbe auspicabile un’estensione dei suoi interessi ad ambiti di ricerca meno settoriali e a periodi della letteratura spagnola di pi_ vasta portata culturale.

Commissario Prof.ssa Giovanna CALABR“

Il dott. Zinato, laureato presso l’Universit‡ Ca’ Foscari, ha conseguito il dottorato in Iberistica nel 1996 e successivamente, nel 1998 Ë stato inquadrato come ricercatore presso l'Universit‡ degli Studi di Pisa, dove Ë in attesa di conferma nel ruolo. Il suo curriculum documenta un notevole impegno didattico nell’area della Lingua a letteratura spagnola e della Storia della lingua spagnola prestato rispettivamente in qualit‡ di ricercatore e di supplente.

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All’interno di una produzione ampia realizzata in breve arco temporale, in cui il dott. Zinato ha affrontato con competenza la molteplice realt‡ del mondo culturale iberico medievale sotto il profilo storico e linguistico, i dieci titoli prescelti dal candidato documentano la sua attivit‡ anche in altre aree oltre la castigliana come dimostrano i lavori su MacÌas. L'esperienza poÈtica galego-castigliana, del 1996 e l'articolo La vulgarizaciÛn al catal·n de las "Epistulae morales ad Lucilium" de L.A. Seneca, del 1993. Quest’ultimo evidenzia il particolare interesse per i volgarizzamenti realizzati in ambito iberico durante il secolo XV tema a cui si riferiscono anche la prima pubblicazione presentata (del 1992) e il saggio su Fern·n PÈrez de Guzm·n e le glosse alla traduzione medievale castigliana delle "Epistulae morales"..., del 1995. I suddetti contributi, cosÏ come l'articolo (del 1994) dedicato ad un episodio della Estoria de EspaÒa e quello intitolato 'Can con ravia de su dueÒo traba': fonti, varianti e fortune letterarie di un proverbio iberico (1997), sono apprezzabili per l’attenzione che il dott. Zinato presta sia agli aspetti della ricezione che alla forte tessitura intertestuale della prosa medievale castigliana. Alla prosa di Fern·n PÈrez Guzm·n il candidato dedica ulteriore attenzione nel suo cospicuo lavoro di edizione del Mar de historias, corredata da un ampio e articolato saggio introduttivo, da un ricco apparato di note esplicative di carattere storico e erudito e da una ampia bibliografia. Nel suo pi_ recente contributo, "Auctoritates" y poesÌa: el "Cancionero" de F. PÈrez de Guzm·n (2000) viene ricostruita la figura dell’autore e della sua cultura attraverso l’esame delle sententiae e delle auctoritates. Le restanti pubblicazioni (Documenti in giudeo spagnolo della rivista Jevreijski Glas (Sarajevo) in “Annali di Ca’ Foscari”, XXXVIII, 1998, pp. 629-45 e Era cristiana, era spagnola, era israelitica, era islamica: cronologia e fine secolo nell’opera storiografica di Rodrigo Ximenez de Rada, in “Atti del Convegno dell’AISPI”, Roma, Bulzoni 1999, pp. 31-40) evidenziano un altro filone di ricerca prediletto dal candidato che esamina con profitto la realt‡ interculturale giudeo-spagnola e in special modo l’area slava.

Nel complesso della sua produzione il dott. Zinato da prova della sua cultura storica e delle sue doti di filologo nella descrizione e analisi del testo. Ci si auspica che egli si misuri anche con una realt‡ letteraria pi_ differenziata, dando una definitiva prova di impegno critico-letterario maturo.

Commissario Prof. Antonio GARGANO

Il candidato Andrea Zinato ha ottenuto il titolo di Dottore di ricerca in Iberistica nel 1996, e dal 1998 Ë ricercatore di Lingua e letteratura spagnola presso l’Universit‡ di Pisa, dove ha ricoperto per supplenza l’insegnamento di Storia della lingua spagnola nell’a.a. 2000-2001.

Le pubblicazioni presentate dal dott. Zinato toccano quasi esclusivamente testi e autori di letteratura castigliana umanistica della prima met‡ del Quattrocento, con attenzione estesa ad altre aree e ambiti linguistici, come testimoniano l’edizione del poeta galego MacÌas, e i contributi su una questione puntuale dell’opera storiografica in latino di R. XimÈnez de Rada, sul volgarizzamento catalano delle Epistulae morales ad Lucilium di Seneca, e sui documenti in giudeo-spagnolo pubblicati da una rivista culturale di Sarajevo nelle annate 1928-29. Alle traduzioni castigliane delle Epistulae senechiane il dott. Zinato dedica due brevi lavori, in uno dei quali rivolge particolare attenzione alla traduzione realizzata, su incarico di Fern·n PÈrez de Guzm·n, mentre nell’altro prende in considerazione soprattutto il testimone glossato ms. 9443 della BNM, il cui apparato di glosse ipotizza che fosse

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stato ispirato dallo stesso PÈrez de Guzm·n. All’autore quattrocentesco, del resto, in aggiunta al breve contributo sulla presenza di auctoritates nei testi poetici, Ë dedicato il lavoro di maggiore impegno del dott. Zinato, l’edizione del Mar de historias. Il testo critico, che risulta ricostruito sulla base della collazione dei 4 mss. conservati (il quinto, presente nella Biblioteca del Conde de Haro, non Ë stato possibile individuare) e dell’edizione a stampa di Valladolid 1512, Ë accompagnata da un ampio studio introduttivo, nel quale il candidato affronta e analizza le pi_ importanti questioni relative al testo edito, da un ricco commento di note, dall’apparato delle varianti, nonchÈ dall’elenco delle “Rubriche anteposte ai capitoli” in due dei quattro mss. e dalla “Tabla di VA 12”. Contributi minori riguardano, infine, le “fonti, varianti e fortune letterarie” del proverbio ´Can con ravia de su dueÒo trabaª, e un episodio della Estoria de EspaÒa considerato in relazione alle sue fonti classiche e mediolatine.

In conclusione, la produzione scientifica presentata dal dott. Zinato, pur apprezzabile per il rigore filologico e la costante e documentata attenzione per i fenomeni storico-culturali, mostra di essere ancora troppo concentrata su determinate tematiche e figure letterarie.

Commissario Prof.ssa Carla PERUGINI

Ricercatore presso l’Universit‡ degli studi di Pisa, Facolt‡ di lingue e letterature straniere, presenta una produzione centrata sul Medio Evo castigliano, con alcune puntate nel mondo galego e catalano.

Forniti di solide basi filologiche e di erudizione classica, i lavori del dott. Zinato privilegiano i filoni tematici della storia, collegata alle traduzioni degli autori latini, della poesia e della paremiologia. Un altro tema d’interesse specifico Ë fornito dal mondo giudeo-spagnolo, con particolare riferimento alle vestigia della lingua sefardita in area slava, al cui proposito si veda Documenti in giudeo-spagnolo dalla rivista “Jevrejiski Glas”(Sarajevo).

Un accurato lavoro di ricerca delle fonti tradizionali e letterarie di un curioso proverbio spagnolo, nelle sue varianti linguistiche, Ë l’oggetto dell’articolo “Can con ravia de su dueÒo traba”:fonti, varianti e fortune letterarie di un proverbio iberico, mentre pi_ volte esplorate sono le traduzioni in area iberica delle epistole senecane, di cui si ricostruisce l’iter attraverso il francese e l’italiano, nonchÈ l’importanza delle glosse ad esse apposte dallo scrittore PÈrez de Guzm·n(Volgarizzamenti delle Epistulae Morales di L.A.Seneca e loro diffusione nella penisola iberica; La vulgarizaciÛn al catal·n de las Epistulae Morales ad Lucilium de L.A.Seneca; Fern·n PÈrez de Guzm·n e le glosse alla traduzione medievale castigliana delle Epistulae Morales ad Lucilium: un itinerario filologico e filosofico).

Quest’ultima citazione ci rimanda all’opera pi_ importante del candidato, per vastit‡ d’impegno, profusione di acribia filologica e analisi dei testi, ovvero l’edizione critica del Mar de Historias dell’autore castigliano, a cui si accompagna un’ulteriore pregevole edizione critica, seguita dalla traduzione italiana, delle poesie di MacÌas(MacÌas. L’esperienza poetica galego-castigliana).

Nuova indagine sugli autori fonti della poesia di Guzm·n Ë l’intervento a un convegno, ancora in corso di stampa, intitolato Auctoritates y poesÌa: el Cancionero de Fern·n PÈrez de Guzm·n, mentre uno studio comparato delle diverse cronologie in uso nella Spagna medievale occupa le pagine di Era cristiana, era

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spagnola, era israelitica, era islamica: cronologia e fine secolo nell’opera storiografica di Rodrigo XimÈnez de Rada.

La produzione di Andrea Zinato, pur nella limitatezza dei suoi argomenti tematici, per rigore d'impianto e per capacit‡ interpretative, si presenta foriera di ulteriori prove pi_ impegnative.

Commissario Prof. Pietro TARAVACCI

Dottore di ricerca in Iberistica nel 1996, nel 1998 il dott. Zinato Ë stato inquadrato come ricercatore presso l'Universit‡ degli Studi di Pisa, dove Ë in attesa di conferma nel ruolo.

Le pubblicazioni che presenta per la procedura di valutazione comparativa riguardano la letteratura medievale e del periodo prerinascimentale, non solo di ambito linguistico castigliano, ma anche galego-portoghese e catalano, come dimostrano, rispettivamente, il lavoro MacÌas. L'esperienza poÈtica galego-castigliana, del 1996 e l'articolo La vulgarizaciÛn al catal·n de las "Epistulae morales ad Lucilium" de L.A. Seneca, del 1993, articolo, quest'ultimo, che evidenzia la notevole agilit‡ di Zinato nel trattare argomenti storico-testuali.

L'attenzione ai volgarizzamenti realizzati in ambito iberico nel sec. XV delle Epistulae senechiane Ë presente fin dalla prima pubblicazione presentata (del 1992) ed Ë confermata dallo studio Fern·n PÈrez de Guzm·n e le glosse alla traduzione medievale castigliana delle "Epistulae morales"..., del 1995. I suddetti contributi, cosÏ come l'articolo (del 1994) dedicato ad un episodio della Estoria de EspaÒa, e altresÏ quello intitolato 'Can con ravia de su dueÒo traba': fonti, varianti e fortune letterarie di un proverbio iberico (1997), fanno emergere il forte interesse del dott. Zinato per gli aspetti sia intertestuali che ricettivi che la prosa medievale castigliana presenta, ed evidenziano la puntualit‡ delle sue osservazioni.

Alla prosa di Fern·n PÈrez Guzm·n il candidato torna con il suo contributo pi_ impegnativo, ovvero l'edizione del Mar de historias, preceduta da un ampio studio introduttivo in cui si affronta la figura dell'autore nel suo contesto storico, si mette in relazione il testo –nelle sue funzioni esemplari e didascaliche– con le fonti e la tradizione cui esso rimanda e infine si analizzano, mediante una rigorosa analisi filologica e linguistica, la tradizione manoscritta, la struttura dell'opera e i suoi aspetti stilistici. L'edizione del testo Ë completata da un ampio apparato di note esplicative di carattere storico ed erudito, mentre l'estesa bibliografia testimonia l'ampiezza della prospettiva in cui si colloca il lavoro. L'attenzione alla figura dell'umanista e allo stesso tempo alla sua erudizione Ë confermata dalla pi_ recente delle pubblicazioni presentate dal candidato, "Auctoritates" y poesÌa: el "Cancionero" de F. PÈrez de Guzm·n (2000), breve contributo nel quale, pur essendo apprezzabile la precisione dell'indagine, tuttavia lo studio delle sententiae e delle auctoritates richiederebbe un maggiore sviluppo critico. Le restanti pubblicazioni testimoniano l'interesse per la realt‡ interculturale giudeo-spagnola, con particolare predilezione e competenza per le testimonianze di area slava.

Nel suo insieme la produzione scientifica del candidato si apprezza per la forte attenzione ai fenomeni storico culturali e per l'esattezza dell'indagine documentativa funzionale alla descrizione del testo che di volta in volta si prende in esame, cosÏ come allo studio dei rinvii intertestuali che esso implica. Tuttavia le pregevoli doti sia filologiche sia storico-letterarie che il candidato ha mostrato e mostra di possedere nella sua ancor breve, seppure assai densa, attivit‡ di ricerca, attendono ancora di essere utilizzate in un lavoro di definitivo impegno critico-

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letterario ed ermeneutico e in relazione ad un ambito storico-letterario pi_ differenziato.

Candidato: Dott. Andrea ZINATO

GIUDIZIO COLLEGIALE

Dottore di ricerca in Iberistica, nel 1998 Ë stato inquadrato presso la Facolt‡ di Lingue e Letterature Straniere dell’Universit‡ di Pisa, dove Ë in attesa della conferma in ruolo.

Le pubblicazioni che presenta per la procedura di valutazione comparativa rivelano un esclusivo interesse per la letteratura iberica tardomedievale e umanistica primoquattrocentesca, nelle tre aree linguistiche galego-portoghese, catalana e castigliana. Nella prima di esse rientra l’edizione critica di MacÌas. L'esperienza poÈtica galego-castigliana, corredata da un apparato filologico rigoroso e da un’introduzione sulle peculiarit‡ stilistiche del piccolo canzoniere. Alla seconda appartiene il contributo sul volgarizzamento catalano delle Epistulae morales ad Lucilium di Seneca; opera alla quale il candidato dedica pure due brevi e documentati lavori relativi alle versioni castigliane, in uno dei quali particolare attenzione Ë rivolta alla traduzione realizzata su incarico di Fern·n PÈrez de Guzm·n, mentre nell’altro si prende in considerazione soprattutto il testimone glossato ms. 9443 della BNM, il cui apparato di glosse si suppone che fosse stato ispirato dallo stesso Fern·n PÈrez de Guzm·n. All’umanista quattrocentesco il dott. Zinato, oltre alla rassegna delle auctoritates citate nei suoi testi poetici, dedica il suo maggiore e pi_ impegnativo contributo, fornendo l’edizione critica del Mar de historias, basata su tutti i testimoni manoscritti e a stampa disponibili, e accompagnata da un ampio studio introduttivo che affronta e analizza in modo esaustivo le pi_ importanti questioni relative sia al testo edito che alla figura e al contesto culturale dell’autore.

Interessanti contributi minori confermano l’attenzione del candidato per lo studio dei fenomeni intertestuali e, in particolare, riguardano un episodio della Estoria de EspaÒa considerata in relazione alle fonti classiche e mediolatine, le “fonti, varianti e fortune letterarie” del proverbio Can con ravia de su dueÒo traba, e infine una questione puntuale dell’opera storiografica in latino di R. XimÈnez de Rada.

Alle testimonianze delle relazioni interculturali ebraico-ispaniche, con particolare riferimento alla sopravvivenza di testi sefarditi in diverse aree slave, dedica il repertorio di documenti giudeo-spagnoli tratti dalla rivista Jevrejiski Glas (Sarajevo).

Nel complesso la produzione scientifica presentata dal dott. Zinato risulta apprezzabile per la consistenza, il rigore metodologico e la documentata attenzione per i fenomeni storico-culturali. Tuttavia sarebbe auspicabile l’apertura ad ambiti di ricerca meno settoriali e un arricchimento mediante un pi_ marcato impegno critico-letterario ed ermeneutico.