PRIVATIZZAZIONE DELLE RISORSE IDRICHE E RINCARO … · più tardi, al Comitato delle donne contro...

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Diretto Diretto Filo Filo Marzo 2010 [email protected] ENOTECA PIZZERIA-POLLERIA DA ASPORTO Servizio TAXI Tel : 091 9820694 Cell : 328 0882950 Via Salita Garibaldi 18-Monreale FILO DIRETTO - ANNO I - N. 3/2010 - Registrazione Trib. Di Palermo n. 29 del 30/12/2009 - Stampato in proprio email : [email protected] blog: filodirettoblog.wordpress.com In distribuzione gratuita presso le edicole di Monreale e frazioni R icordo ancora le parole di Felicia Bar- tolotta Impastato l’ultima volta che l’ho incontrata a Cinisi per un’intervista. Le chiesi: come hai vissuto con in casa la mafia e l’antimafia?”. Alzò lo sguardo , puntò i suoi occhi fermi e vibranti verso i miei e mi sussurrò: “E’ stato terribile ma ho scelto di stare dalla parte di me figghiu”. Felicia è stata una delle tante donne sicilia- ne ribelli che hanno aiutato a distruggere alcuni pregiudizi sulla nostra terra. Sfoglio una copia de “I Siciliani” del 16 maggio 1984. Le foto in bianco e nero di Serafi- na Battaglia madre di Totuccio Lupo Le- ale raccontano di una donna che già negli anni 60 ruppe la cortina di silenzio che si alzava ogni volta che un uomo di mafia veniva ucciso. Un’altra immagine scattata da Letizia Battaglia ci riporta qualche anno più tardi, al Comitato delle donne contro la mafia che nel 1982 scelse di presentarsi come parte civile nei processi di mafia. E’ uno scatto che mi ricorda i volti delle don- ne impegnate per la campagna elettorale a favore di Rita Borsellino. E come pos- so dimenticare, venendo ai giorni nostri, Michela Buscemi che sceglie di costituirsi parte civile ...seguea pag. 12 Di Alex Corlazzoli A.A.A. Palestra e Tatami cercansi, percorso gratuito di autodifesa femminile ATO, CRES, Casa del Sorriso, rapporto tra politica e sindacato Intervista a Mimmo Di Matteo, segretario provinciale CISL A pag 10 Le donne chiedono “spazi pubblici” all’assessora alle pari opportunità All’ interno Piazza Vittorio Emanuele, 33 90046 Monreale (PA) tel. 091 6408135 Autoscuola “Li Greci” A pag 4 A pag 6 A pag 8 PRIVATIZZAZIONE DELLE RISORSE IDRICHE E RINCARO DEL 40% DELLA TARIFFA DELL’ACQUA Di Matteo: ripercussioni insignificanti per le tasche dei cittadini monrealesi Spazio all’esperto, quadro giuridico a difesa delle donne Servizi a pag 2 e 3 Donne siciliane

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Dir e t t oDir e t t oFi loFi loM a r z o 2 0 1 0

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DA ASPORTO

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email : [email protected] blog: filodirettoblog.wordpress.com

In distribuzione gratuita presso le

edicole diMonreale e frazioni

Ricordo ancora le parole di Felicia Bar-tolotta Impastato l’ultima volta che

l’ho incontrata a Cinisi per un’intervista. Le chiesi: come hai vissuto con in casa la mafia e l’antimafia?”. Alzò lo sguardo , puntò i suoi occhi fermi e vibranti verso i miei e mi sussurrò: “E’ stato terribile ma ho scelto di stare dalla parte di me figghiu”. Felicia è stata una delle tante donne sicilia-ne ribelli che hanno aiutato a distruggere alcuni pregiudizi sulla nostra terra. Sfoglio una copia de “I Siciliani” del 16 maggio 1984. Le foto in bianco e nero di Serafi-na Battaglia madre di Totuccio Lupo Le-ale raccontano di una donna che già negli anni 60 ruppe la cortina di silenzio che si alzava ogni volta che un uomo di mafia veniva ucciso. Un’altra immagine scattata da Letizia Battaglia ci riporta qualche anno più tardi, al Comitato delle donne contro la mafia che nel 1982 scelse di presentarsi come parte civile nei processi di mafia. E’ uno scatto che mi ricorda i volti delle don-ne impegnate per la campagna elettorale a favore di Rita Borsellino. E come pos-so dimenticare, venendo ai giorni nostri, Michela Buscemi che sceglie di costituirsi parte civile ...seguea pag. 12

Di Alex Corlazzoli

A.A.A. Palestra e Tatami cercansi, percorso gratuito di autodifesa femminile

ATO, CRES, Casa del Sorriso, rapporto tra politica e sindacato Intervista a Mimmo Di Matteo, segretario provinciale CISL

A pag 10

Le donne chiedono “spazi pubblici” all’assessora alle pari opportunità

All’ interno

Piazza Vittorio Emanuele, 33 90046 Monreale (PA) tel. 091 6408135

Autoscuola “Li Greci”

A pag 4

A pag 6

A pag 8

P R I VAT I Z Z A Z I O N E D E L L E R I S O R S E I D R I C H E ERINCARO DEL 40% DELLA TARIFFA DELL’ACQUADi Matteo: ripercussioni insignifi canti per le tasche dei cittadini monrealesi

Spazio all’esperto, quadro giuridico a difesa delle donne

Servizi a pag 2 e 3

Donne siciliane

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2 Politica e Società

Nicola FERRERIresponsabile vendite

0360 4121454

VIA CIRCONVALLAZIONE 92/A90046 MONREALE (PA)

091 6401996P.I. 04653350829

Acqua? Se hai i soldi puoi averla, altrimenti...!Un fondamentale bene comune

Fondamentale per la vita e la sopravvivenza di ciascuno di noi, viene sottoposto a logiche di mercato che, come dimostrato in questi anni, non garantiscono un mi-gliore e più accessibile servizio, ma solo più soldi per chi ne gestisce il business.

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RedazioneDirettore Editoriale

Luigi GULLODirettore Responsabile

Alex CORLAZZOLIRedattori

Piera AUTOVINO, Cecilia VIOLA, Impaginazione e Grafica

Domenico GARLISIRosolino BUCCERI

Fotografo Luciano BUSICCHIA

Vignettiste Valentina LUCCHESI, Cecilia VIOLA

Ha collaborato Maria Rita Carrà

Negli ultimi anni si sono attuate poli-tiche di privatizzazione delle risor-

se idriche gestite dalle grandi multina-zionali, pertanto l’acqua non viene più considerata un bene pubblico, diritto inalienabile ed indispensabile per ogni essere vivente, ma un bene economico, una merce nelle mani di grandi gruppi industriali che agiscono perse-guendo la mas-simizzazione dei profi tti, all’inse-gna del neolibe-rismo. La decisione parlamentare di procedere sulla strada della pri-vatizzazione dei servizi locali, le-gati alla gestione e alla distribu-zione dell’acqua è la conferma di una tendenza che in questi anni ha visto procedere verso una politica di “petrolizzazione dell’ac-qua”, una vera e propria dittatura del mercato idrico, che rilancia le grandi speculazioni connesse alla costruzione di dighe gigantesche, con la deportazio-ne di milioni di persone e danni irrever-sibili all’ambiente. Si tratta pertanto di una scelta profon-damente sbagliata, nettamente a favore delle imprese e del profi tto e a danno

dei cittadini e dei consumatori.

Infatti la privatizzazione non e’ volta a rendere più

effi ciente

un servizio per i cittadini, così come vorrebbero farci credere i fautori di

questa scelta politico\sociale, ma di “garantire” l’indisponibilità di un bene fondamentale ed universale, a vantag-gio di una logica di speculazione che in questi anni via via si è estesa ad una serie di beni primari; a tal proposito va ricordato che l’obiettivo dei privati no-nostante i “contratti di servizio”, non è far funzionare bene i servizi, ma trarne il maggior profi tto possibile, anche a costo di diminuirne i costi, con minori

spese per il personale e meno manuten-zione, in altri termini un vero e proprio lucro.Proseguire sulla strada della privatizza-zione vuol dire inoltre che entro i pros-simi quindici anni il 65% del servizio idrico dell’Europa e del Nord America sarà gestito da sole tre multinazionali.

In realtà per migliorare il servi-zio occorrerebbe trovare forme innovative per rendere prota-goniste le comunità locali, nel-la partecipazione alla gestione dei servizi idrici, per vigilare sull’applicazione di un eser-cizio trasparente ed equo, dal punto di vista sociale, ambien-tale ed economico. Oltretutto sappiamo bene che il nostro territorio nello spe-cifi co è affl itto da una piaga chiamata MAFIA, che andreb-be ad innestare le sue grinfi e nei servizi di gestione privata, volendone avere il controllo sia territoriale sia economico, pre-

scindendo dal fatto che già nella sua po-litica originaria questa manovra risulta essere di tipo “ mafi osa” visto che va ad avvalorare il “modello sociale” sici-liano, spesso fondato sull’uso privato ed improprio di quella che invece do-vrebbe essere solo una risorsa pubblica garantita a tutti.

Maria Rita Carrà

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FD

“...Care, fresche e dolci acque...privatizzate?!”

La gestione statale di beni essenziali quali l’acqua assicura quel conteni-

mento dei costi che costituisce conditio sine qua non per una fruibilità del bene improntata a criteri di equità e di non di-scriminazione. Infatti, mentre l’ente pubblico può limi-tarsi a perseguire ricavi idonei a coprire i costi, l’impresa privata, in virtù della privatizzazione della gestione delle ac-que, mirerebbe alla produzione di utili, e conseguentemente, a lievitare i costi.Probabilmente, anche la giunta comunale monrealese è arrivata ad analoghe consi-derazioni quando, con la Delibera n. 264/IE approvata il 30/12/2009 (Approvazio-ne tariffe consumi idrici – Anno 2010), ha autorizzato un adeguamento delle ta-riffe con un rincaro pari al 40% di quelle attuali, a seguito del quale il consumo di

un metro cubo di acqua costerà 43 cen-tesimi di euro rispetto ai precedenti 32. Un incremento di appena 11 centesimi di euro, che di per sè appare, in effetti, poco signifi cativo ma che spiana la strada alla tanto odiata privatizzazione prevista e disciplinata dall’art.15 del decreto leg-ge 135/09 di conversione 20/11/09 n.116 sull’affi damento dei servizi pubblici da parte degli Enti Locali ai privati.Alla base di tale rincaro, secondo le di-chiarazioni rilasciate dall’attuale Sindaco di Monreale Filippo Di Matteo, vi sareb-be l’esigenza di coprire i costi di gestio-ne. Che sia vero o meno, al fi ne di scongiurare la privatizzazione di un bene essenziale quale l’acqua, nel Comune di Monreale, da un felice incontro tra le as-sociazioni culturali “Il Quartiere”, “Con-tro Campo A.R.C.I.”, nonché “ A Sud

Sicilia”, “Nati due volte”, “Confesercenti Monreale”, “Italia dei Valori Monreale” e privati cittadini è nato un Movimento disposto a lottare nella legalità, il “Mo-vimento acqua pubblica”. Già nella pri-ma riunione, tenutasi nella sede dell’as-sociazione “Il Quartiere”, il Movimento ha assunto due importanti iniziative: 1) attivare una campagna di sensibilizzazio-ne per informare la cittadinanza a mezzo volantinaggio e sit-in in piazza e nelle frazioni; 2) Iniziare una raccolta fi rme per una proposta di delibera d’iniziativa popolare con oggetto le modifi che allo Statuto comunale di cui sopra. Che esista ancora qualcosa in grado di scuotere dal torpore piccole e grandi comunità?! Ai posteri l’ardua sentenza. Cecilia Viola

Rincaro del 40% sulla tariffa al consumo? Di Matteo: ripercussioni insignifi canti per le tasche dei cittadini monrealesi

I cittadini temono un forte aumento del costo dell’acqua

C’è molto allarme in città per l’atteso aumento del costo dell’acqua deli-

berato dall’amministrazione comunale. Chiediamo delucidazioni al sindaco. Di Matteo ritiene che la notizia sia stata oggetto di una ingiustifi cata strumenta-lizzazione ed infatti emetterà una nuova delibera per chiarire meglio la reale en-tità dell’aumento. Sindaco, i cittadini temono che la re-cente delibera di giunta comporterà un forte aumento del costo dell’acqua, quali saranno le conseguenze? La delibera CIPE prevede che il comune debba coprire i costi del servizio idrico con i ricavi derivanti dall’applica-zione della tariffa. Attualmente ciò non si verifi ca. Il ritocco alla tariffa ci per-metterà di coprire per il 2010 circa l’83% del costo del servizio, la sua totalità per il 2011.Oggi la tariffa prevede una quota fi ssa di 50 € per un consumo di 60 mcq seme-strali. Questo minimo di 100 € annuali è stato portato a 112,88 €. Il 65% dei cittadini si mantiene entro questi limiti di consumo. Quindi l’aumento del 40% della tariffa comporterà per il 65% dei cittadini un incremento annuale della bolletta di 12,88€. Per il restante 35% dei cittadini, costituito da commercian-ti, imprenditori e grandi consumatori l’aumento sarà di circa 10€ al mese. Il costo dell’acqua a Monreale salirà a 44

centesimi di euro per mcq. A Palermo il costo è di 0,95 €, più del doppio. I nostri concittadini che si avvalgono della forni-tura idrica del Biviere pagano la tariffa di 1,30 €. L’APS applica la tariffa di 0,97 € ed arriverà ad 1,10 €.

Gran parte delle nostre sorgenti idri-che ricade nel territorio di Pioppo. In un’intervista rilasciata sul numero di febbraio di Filo Diretto, il consigliere del PD, Salvino Mirto, dichiarava che l’autonomia di Pioppo avrebbe causa-to grave nocumento ai cittadini mon-realesi per la perdita di questo bene prezioso con conseguente possibile in-cremento della tariffa idrica. Le sorgenti in effetti, in base a come è stato delineato il territorio di Pioppo circa dieci anni fa, senza alcuna opposizione da parte del precedente con-siglio comunale, ricadono in quest’area. Ma questo non signifi ca che, una volta conseguita l’autonomia, il comune di Pioppo diverrà proprietario dell’acqua, dato che si tratta di un bene nazionale e non privato. Non vi può essere alcuna ri-percussione per i paesi utenti. La tariffa sul nostro territorio sarà decisa da Mon-reale e non da Pioppo.

Qual è la posizione dell’amministra-zione di Monreale sulla normativa nazionale relativa alla privatizzazione dei servizi idrici?

Siamo nettamente contrari a ce-dere il servizio all’APS. La precedente amministrazione aveva cominciato a trasferire i beni ad APS. Io ho bloccato questo passaggio che comporterebbe su-bito una triplicazione delle tariffe oltre ad un peggioramento della gestione del servizio con forti ritardi negli interventi. Difatti molti comuni che hanno già tra-sferito il servizio ad APS ne sono pentiti. Quindi fi nché non mi verrà imposto il trasferimento continueremo a gestirlo in house. Luigi Gullo l.gullo.fi [email protected]

Politica e Società

nasce a Monreale il Movimento acqua pubblica

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All’interno delle associazioni molte donne trovano gli spazi per esprimersi, per condividere ed accogliere

Ci chiediamo cosa stia progettando l’assessora alle pari opportunità per le donne del suo Paese

Frequentando alcune associazioni, e sono poche, che si occupano di don-

ne a Monreale, possiamo avere un qua-dro meno generico della condizione del-la donna nel nostro paese. All’interno di queste associazioni molte donne trovano gli spazi per esprimersi e per condividere quel tempo che decidono di dedicare a se stesse. In alcuni casi il gruppo viene seguito da persone competenti, capaci di contenere quella carica che viene repres-sa dentro le mura familiari in cui il foco-lare domestico spesso brucia di un fuoco che tutto distrugge, compresi i fi gli. Nel gruppo vengono fuori la rabbia, la tristezza, l’impotenza di quelle donne che “subiscono” perché non hanno dove andare, non hanno un lavoro, sono spin-te a sopportare e lasciarsi morire dentro, talvolta dalla famiglia di provenienza, talaltra dall’ambiente culturale e religio-so circostante. A volte sono donne che perdono la coscienza della propria dignità, della propria alterità, che fi niscono per convincersi, o essere convinte, che è “meglio continuare questa vita” che scappare e cam-biare. Sappiamo che, specialmen-te nei quartieri popolari, le donne che subiscono violenza in famiglia, spesso, tornano dall’uomo violen-to. Sono donne non autonome eco-nomicamente, rassegnate o spinte dall’illusione di far tornare “buono” l’uomo violento che, generalmente, “buono” non diventa o, in qualche caso, sono convinte di essere la cau-sa della violenza. Nel contesto ecclesiale le donne conti-nuano a essere identifi cate, essenzial-mente come madri e come mogli. Si continua a pensare che si può servire la Chiesa anche solo dedicandosi con “amore” alla pulizia della casa e all’al-levamento dei fi gli e del marito. Anche in questo contesto il corpo delle donne diventa centrale quando c’è qualcosa da vietare o da obbligare, come fosse un “corpo pubblico”, e invece rimane quasi avvolto dal silenzio se è oggetto del po-tere e della violenza maschile! Accanto a queste realtà, ci sono donne che lavorano, che decidono della propria vita, che lottano, che hanno il coraggio di rivendicare i propri spazi ed i propri diritti e che, nonostante i pregiudizi e le discriminazioni, continuano ad “abitare” a Monreale.Esistono, comunque, anche se in misu-ra molto ridotta, casi in cui le relazioni sono improntate su stima, fi ducia, rispet-

to reciproco e su un sano spirito di colla-borazione nella condivisione di oneri ed onori derivanti dalla coppia e dalla fami-glia in generale. Queste differenti condizioni, spesso, sembrano vivere in mondi separati, fun-zionali alla perpetuazione dell’individuo senza comunità di riferimento. Nelle rare occasioni di incontro, il vissuto dell’al-tro assume concretezza e rende possibile un produttivo interscambio psicologico, culturale e, talvolta, anche economico. Tutte queste donne hanno, comunque, in comune la stessa domanda di libertà e di affermazione, la domanda di spazi per esprimersi, per confrontarsi, per proget-tare insieme percorsi di accoglienza, di partecipazione e formazione.Se andiamo al di là del privato sociale, invece, il “discorso pubblico” sulle don-ne sembra assente.In Consiglio Comunale, di fatto, non fi -

gurano donne che possano facilitare que-sto “discorso” benché qualche candidata comparisse nelle liste del 2009. Analo-gamente, assente sembra essere l’asses-sora alle pari opportunità Maria Termini, l’unica donna a ricoprire una carica isti-tuzionale a Monreale. A parecchi mesi dal suo insediamento, non ha ancora in-dividuato tempi e spazi per incontrare le donne che più volte hanno richiesto una sua fattiva collaborazione per progettare interventi sul territorio e per cominciare a costruire momenti comunitari che fa-voriscano la partecipazione democratica delle donne.Da una veloce analisi relativa alle can-didature dello scorso anno, risulta che le donne candidate per il consiglio comu-nale sono state 98 su 471, il 20,8%. Si evidenzia che le donne che non hanno ottenuto nemmeno un voto sono state 44 su 98 di cui 17 della lista “Cattolici per Monreale: la famiglia al centro” che ha candidato il maggior numero di don-

ne rispetto a tutte le altre liste. Il 5,5% circa dei voti è andato alle donne, che hanno ottenuto 1.138 voti su un totale di 20.701.

Il problema non è solo monrealese e siciliano, anche se nel nostro territorio sembra che il fenomeno sia ancora piut-tosto marcato. In generale, nel resto della nostra nazione, la visione del ruolo della donna è rimasta, sempre, piuttosto arre-trata rispetto a quella degli altri Paesi eu-ropei, basti pensare che in Italia le donne hanno ottenuto il diritto al voto nel 1946 mentre in Svezia le donne votavano già dal 1866, cioè già da 80 anni.

• In Italia, solo nel 1907, entra in vigore la prima legge sulla tutela del la-voro femminile e minorile, nello stesso anno, Maria Montessori, fonda, nel quar-tiere popolare di S. Lorenzo, a Roma, la prima “casa del bambino”. La donna ve-niva ancora tenuta lontana dalle attività politiche e sociali perché ritenuta da de-stinare alla cura dei fi gli e della casa e sfruttata insieme ai minori nel lavoro in fabbrica;

• Il 1908 è l’anno di fondazione dell’Unione Donne di Azione Cattolica (UDACI), che cerca di opporsi alla lai-cizzazione della scuola e di promuovere la cultura femminile.

• Nel 1912, sulla scia della Lega Socialista nata agli inizi del secolo, si co-stituisce l’Unione Nazionale delle donne socialiste. Nel “Primo Congresso delle Donne Italiane”, al quale parteciparono le donne cattoliche e le socialiste, le ide-ologie e le mete, però, differiscono trop-po fra loro e ciascun gruppo intraprende strade differenti, perseguendo obiettivi diversi.

• Nel 1931 il Fascismo abolisce tutte le associazioni cattoliche e solo dopo la ferma presa di posizione di Pio XI, permetterà loro di vivere a condizio-ne che esse abbiano solo uno scopo reli-gioso.

• La seconda guerra mondiale, assai più della prima, porterà la donna ad occupare anche posti di grande re-sponsabilità civile considerati fi no a quel momento soltanto “maschili” ottenendo non di rado risultati anche migliori. L’ap-porto dato dalla donna alla Resistenza è stato spesso insostituibile.

Società

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• Nel 1945 nascono il Centro Femminile Italiano (CIF) che si propone di ottenere la rico-struzione della Patria (devastata dalla guerra e impoverita già pre-cedentemente dalla politica am-biziosa di Mussolini) attraverso la giusta valorizzazione delle ri-sorse femminili, e l’Unione Don-ne Italiane (UDI), propaggine del Partito Comunista, che si propo-ne di coinvolgere attivamente le donne nella vita del Paese. Anche in Italia (1946) dopo Sve-zia (1866), Finlandia (1906), Norvegia (1909), Danimarca (1915), U.R.S.S. (1917), Inghil-terra (1918), Stati Uniti (1920) e Francia (1945) viene riconosciu-to alle donne il diritto di voto.

• Nel 1958 viene approva-ta dal Parlamento una legge, pro-posta dalla senatrice Lina Merlin (socialista), in cui si sancisce la chiusura dei bordelli.

• Nel 1961 le donne pos-sono intraprendere senza più ostacoli la carriera della magi-stratura e della diplomazia.

• Nel 1976, per la prima volta in Italia, una donna, la de-mocristiana Tina Anselmi, assu-me la carica di Ministro di un settore piuttosto diffi cile, quello del Lavoro.

• Nel 1979 Leonilde Jotti (comunista) è eletta presidente della Camera dei Deputati italia-na. La francese Simone Weil, è eletta presidente del Parlamento Europeo.

Non dobbiamo dimenticare, però, che molto è stato fatto e si continua a fare e che parec-chi obiettivi sono stati raggiun-ti, grazie soprattutto al lavoro e all’impegno di molte donne che contribuiscono, lavorando nell’ombra, con il loro quo-tidiano impegno, a volte con sacrifi cio, affi nché ci sia ugua-glianza effettiva, e non soltanto a parole, fra i sessi. Molte han-no deciso di rimanere nel pro-prio territorio perché lo amano e vogliono contribuire alla sua “emancipazione” continuando, ogni giorno, a lottare, a con-frontarsi, a condividere e ad accogliere.

Piera Autovinop.autovino.fi [email protected]

Dal 18 al 25 Febbraio 2010 si è svol-ta all’Università di Palermo una fe-

sta per la Scienza: un gruppo di scuole e di enti si sono posti un obbiettivo am-bizioso, ma allo stesso tempo geniale: comunicare la scienza attraverso incon-tri, esperienze scientifi che e curiosità, di qui lo “slogan” Esperienza Insegna.Non esiste modo migliore per far ac-costare i ragazzi e le persone in genere al magico e sconosciuto mondo della scienza di quello dell’esperienza, sia essa visiva, tattile, uditiva ecc….Tutto ciò che rimane teorico è insieme incomprensibile e noioso, quello che in-vece si può vedere, manipolare, sentire, rimane nel nostro ricordo per sempre.Tema della manifestazione è stata la Biodiversità (il 2010 è per l’appunto Anno Internazionale della Biodiversità per l’Unesco). L’evento è stato dunque interessantissimo e stimolante, anche se, a parer mio, purtroppo troppo poco pubblicizzato. Anche la nostra scuo-la media Guglielmo II di Monreale ha partecipato alla manifestazione: tutte le classi terze hanno proposto l’esperi-mento della fecondazione di un riccio di mare, il cui nome scientifi co (per ri-manere in tema…) è Paracentrotus livi-dus.Abbiamo scelto questo esperimen-to perché la fecondazione del riccio è esterna e si può facilmente effettuare in laboratorio; la scelta della specie inve-ce è stata determinata dal fatto che è la più diffusa nelle nostre coste ed è dun-que facilmente reperibile. L’incontro al quale io ho partecipato si è svolto il 23 Febbraio nell’edifi cio 19 dell’Universi-tà di Palermo. Eravamo in sette e siamo state accompagnate e supportate dalle professoresse Gambino e Bellomonte. Dopo un po’ sono arrivate le classi del-le varie scuole ed anche la mia classe, la III A, con le professoresse Sabbia e Giardina A loro per primi abbiamo illu-strato l’esperimento.Il nervosismo e l’ansia erano forti ma dopo un po’ ci siamo sentite più tran-quille e a nostro agio:tutto ci sembrava naturale e divertente. Il tempo è passato in fretta, era quasi mezzogiorno ed era ormai giunta per noi l’ora prevista per il

rientro a casa, ma io e le mie compagne abbiamo deciso, di comune accordo, di rimanere sino al pomeriggio: l’espe-rienza era stimolante ed entusiasman-te. Successivamente abbiamo visitato anche noi gli stand delle altre scuole che ci hanno esposto i loro esperimenti: ce ne erano di svariati tipi, tutti molto originali ed interessanti: dalla chimica, affrontata come un gioco, alla fi sica con la luce, la visione tridimensionale e le frequenze sino ad arrivare all’energia rinnovabile.I ragazzi sono stati tutti disponibili e ci hanno spiegato tutto in modo semplice e divertente.Anche noi abbiamo cercato di fare lo stesso con le persone interessate al no-stro esperimento ed abbiamo ricevuto anche numerosi complimenti. Abbiamo effettuato la fecondazione del Paracen-trotus lividus in diverse fasi:

• Inizialmente è stato aperto il riccio perché solo dall’interno si può comprendere il suo sesso (i ricci non hanno dimorfi smo sessuale).

• Successivamente sono stati prelevati i gameti maschili e femmini-li (spermatozoi ed uova). E’ possibile identifi care la loro natura pungendo le gonadi, organo riproduttore. Esse rila-sciano così i gameti che sono di colore rosa-arancio nel caso di uova, biancastri nel caso di spermatozoi.• Infi ne sono stati uniti all’inter-no di un baker.Dopo circa 10 secondi è iniziato il processo di fecondazione con il solle-vamento della membrana di feconda-zione. A ciò succedevano 32 divisioni cellulari per mitosi. In seguito la cellula ha subito tre trasformazioni: da blastula a gastrula a pluteo (o larva).Questa esperienza è stata davvero in-teressante e, senza rendercene conto, abbiamo imparato tante nuove cose, elementi di fi sica, chimica e molte cu-riosità che, ci serviranno e ci torneranno utili.

Giulia Maria Saeli III A (Scuola Media Statale Guglielmo II)

E’ proprio vero…l’ESPERIENZA INSEGNA!!

Affi diamo, a partire dal numero di marzo, uno spazio ad insegnanti e studenti delle scuole monrealesi per esprimere le loro esigenze, esperienze e speranze. Inviate i vostri elaborati all’indirizzo e-mail fi [email protected].

CON LE SCUOLE

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6 Società

Intervistiamo Mimmo Di Matteo, segretario provinciale CISL “Non oso immaginare la nostra società senza la presenza del sindacato”

ATO, CRES, Casa del Sorriso, rapporto tra politica e sindacato

Mimmo Di Matteo, monrealese, è il segretario provinciale Cisl. Abbia-

mo voluto discutere con lui delle proble-matiche che assillano il mondo del lavoro monrealese.

Cosa contraddistingue la Cisl dagli al-tri sindacati? La fi losofi a di lavoro che connota la Cisl consiste nella scelta di privilegiare sempre la concertazione prima di assume-re posizioni di rigida contrapposizione e vertenzialità per procedere, solo in ultima analisi, all’azione di sciopero.

In alcuni casi la crisi economica sem-bra costituire un alibi per l’imprendi-tore e quindi un’occasio-ne per tagliare i costi del personale. Vanno fatte valu-tazioni caso per caso. La crisi si è presentata all’im-provviso, la disattenzione da parte della classe politi-ca e la grande superfi cialità da parte del mondo della fi nanza e bancario hanno creato una situazione tale da subirne le inevitabili conseguenze. Va affrontata e superata con l’impegno di tutti, sindacato, politica e fi nanza perché non potrem-mo oltremodo sopportare il fenomeno della disoccupa-zione e della precarietà del rapporto del lavoro.

Quali le peculiarità dell’attività sindacale in Sicilia? La diffi coltà del mondo sindaca-le in Sicilia rispetto al resto d’Italia è su-periore per la fragilità del nostro sistema produttivo, dovuto anche alla mancanza di infrastrutture, e per il sistema di illega-lità che dobbiamo contrastare ogni gior-no.

L’esperienza Fiat a Termini Imerese cosa ci insegna? E’ una sconfi tta per il sindacato? La situazione di Termini Imerese rappresenta una sconfi tta per i lavoratori e per il sindacato che vedrebbero tramon-tare nel nostro territorio un progetto di in-dustrializzazione nato negli anni ‘70. Ed è un brutto segnale per l’imprenditoria che trova già diffi coltà ad investire nel nostro territorio a causa della mancanza di infra-strutture e per la presenza del fenomeno mafi oso. Confi diamo che sia l’azienda

che la classe politica si impegnino in un costruttivo confronto con le organizza-zioni sindacali. Auspichiamo che la Fiat rimanga nel nostro territorio e allarghi la sua presenza e attività. Abbiamo bisogno di sviluppare l’aspetto manifatturiero e industriale in Sicilia oltre a quello turisti-co e agricolo. Anche per tale scopo la po-litica deve dunque occuparsi di adeguare le infrastrutture necessarie.

Mentre si verifi ca una crisi della rap-presentanza sindacale si sviluppano i patronati fi scali, il sindacato rischia di diventare un sindacato di servizi? I sindacati lavorano da 100 anni in questa società per rappresentare e tu-

telare i lavoratori, i disoccupati e le fasce deboli. In questo momento di crisi di va-lori e di rappresentanza, mentre cresce la sfi ducia nei confronti del mondo politico, l’unico riferimento certo per la società, e non solo per il mondo del lavoro, è il sindacato. Quella dei servizi è un’attività collaterale che forniamo gratuitamente ad iscritti e simpatizzanti. L’attività primaria rimane quella di rappresentanza dei lavo-ratori, dei pensionati e degli immigrati e, come sindacato confederale, della società nella sua interezza.

Quale deve essere il rapporto tra il sin-dacato e la politica? E’ un rapporto di completa au-tonomia. Il sindacato deve confrontarsi con tutte le forze politiche presenti al Go-verno, che hanno il dovere di decidere in funzione delle esigenze dei lavoratori e dei pensionati. Non possiamo fare scelte

di confronto in funzione di chi sta al go-verno. Nella nostra organizzazione sono iscritti e militano lavoratori, pensionati e cittadini che aderiscono a differenti parti-ti. Non abbiamo una collocazione politica, ma guardiamo con interesse chi è attento alle richieste dei nostri rappresentati.Gli interessi dei lavoratori si perseguo-no più profi cuamente da sindacalista o da politico? Da sindacalista, senza dubbio. Il contatto più diretto, costante e quotidiano con i lavoratori ci permette di valutare e rappresentare al meglio le loro esigenze.

Un buon sindacalista può dive-nire un buon politico? E’ auspicabile il

passaggio di ruolo?Il sindacato è una scuola di for-mazione unica per la conoscen-za delle fasce più diverse della società. Il bagaglio acquisito permette di svolgere al meglio il mandato politico per coloro i quali scelgono questo “passag-gio”.

Samuelson, premio Nobel per l’economia 1970, ha detto agli italiani “Voi non vi rendete conto ma i vostri sindacati sono il gioiello della corona”. Invece, oggi quasi tutti dicono “Come si starebbe bene senza sindacati, che sono ormai solo un elemento di disturbo”. Un mondo senza sindacati come lo vedrebbe? Malissimo, non oso im-maginare la nostra società sen-

za qualcuno che possa tutelare il lavorato-re che dovrebbe confrontarsi direttamente con il datore di lavoro per realizzare i pro-pri diritti. I contratti di lavoro che abbia-mo stipulato e i livelli di tutela previden-ziale e assistenziale acquisiti sono frutto dell’alto livello di capacità di mediazio-ne raggiunto dalle nostre organizzazioni sindacali. Prima di stipulare i contratti, i diritti dei lavoratori venivano calpestati. E’ un’ipotesi impensabile.

Prospettive future: quali strade do-vrebbero percorrere i sindacati per di-fendere e rafforzare il proprio ruolo? I sindacati stanno attraversando una fase di rifl essione e di valutazione. In Italia abbiamo raggiunto livelli di ec-cellenza perché CGIL, CISL e UIL han-no lavorato assieme. Nell’ultimo periodo c’è stata una scelta diversa da parte della CGIL. Noi crediamo nei rapporti unitari e

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Società

non nelle divisioni dannose al mondo del lavoro. Speriamo che questo momento venga superato per continuare ad essere ottimi rappresentanti dei lavoratori. La CISL ha continuato a lavorare conseguen-do risultati importanti. Abbiamo stipula-to insieme alla UIL il nuovo modello di strumento contrattuale con il Governo e tutte le parti datoriali. La CISL ha inoltre costituito l’ANOLF, Associazione Nazio-nale Oltre Le Frontiere, un’associazione autonoma che si occupa dell’integrazione degli immigrati.

L’emergenza lavoro riguarda anche il territorio monrealese. Quali le respon-sabilità della crisi che sta attraversando il Cres e quali i piani per rilanciarlo? La crisi che sta attraversando il Cres è legata al disimpegno dei soggetti che hanno contribuito alla sua costituzio-ne, il Banco di Sicilia, la Regione Sici-liana, l’Università e il Comune di Mon-reale, che dovrebbero mettere il Centro nelle condizioni di funzionare al meglio per sviluppare l’attività altamente qualifi -cata per cui è stato costituito. Data la sua unicità nella provincia di Palermo tutte le Istituzioni dovrebbero adoperarsi così come sta facendo il comune di Monreale e l’ARS. Abbiamo registrato l’impegno del Presidente della Commissione Attivi-tà Produttive dell’ARS per rivitalizzare il centro.

Come giudica la privatizzazione dei servizi idrici? La sola Cisl aveva proposto di affi dare il servizio all’AMAP già presente a Palermo e in provincia. Oggi, ci risulta, che 22 Sindaci, di diversa estrazione po-litica, tra i quali il Sindaco di Monreale, hanno espresso la volontà di non aderire alla privatizzazione.

Come giudica l’operato dell’ammini-strazione Di Matteo? E’ ancora presto per esprimere un giudizio. Dato il momento di diffi col-tà economiche che stiamo attraversando abbiamo invitato l’amministrazione a non aumentare le tariffe per i servizi for-niti. E’ inaccettabile l’aumento deliberato della tariffa dell’acqua, al quale sembra dovrebbe seguire anche l’aumento della Tarsu. Auspichiamo che da parte dell’am-ministrazione ci sia un confronto con le organizzazioni sindacali per affrontare le diffi coltà presenti nel territorio. Mancano infrastrutture e servizi, vedi gli asili nido inadeguati alla domanda. La vicenda del-la scuola Pietro Novelli mostra la carenza di attenzione e di programmazione. Le manutenzioni vanno fatte con una caden-za temporale adeguata. Ma è necessario anche disporre di altri istituti superiori data la posizione centrale di Monreale rispetto ad altri paesi. Nel passato è sta-to acquistato l’ex mobilifi cio Mulè con

tale scopo. Nessuna amministrazione ha dato esecuzione al progetto. Anche i lo-cali dell’Opera Pia del Collegio Di Maria sono utilizzati solo in minima parte come aule scolastiche. Andrebbero ristrutturati per essere riutilizzati con questa fi nalità.

I lavoratori della Casa del Sorriso la-mentano forti ritardi nel pagamento degli stipendi. Va fatta chiarezza sulla gestione dei lavoratori e sul rispetto dei loro diritti. Da sette mesi non risultano pagati gli sti-pendi né versati i contributi. E’ una lesio-ne dei diritti e della dignità dei lavoratori. Non vorremmo inoltre che i ragazzi del servizio sociale assegnati per collaborare con i lavoratori dipendenti venissero uti-lizzati in loro sostituzione. Oltre al danno economico per i lavoratori si avrebbe una penalizzazione del servizio offerto perché l’utilizzo di operatori occasionali farebbe mancare quel rapporto di continuità ne-cessario in una casa famiglia.

Altra questione è relativa al ritardo nei pagamenti dei dipendenti dell’ATO2. Questo problema è legato al modo in cui sono stati creati gli ATO, avrebbero dovuto amministrare il servizio di raccol-ta dei rifi uti con carattere di economicità ed effi cienza, secondo un modello orga-nizzativo proprio di una azienda. Invece il management è improvvisato. L’ATO di Monreale non ha un direttore generale.

Cio è inconcepibile in una azienda. Ini-zialmente il cda era composto da 9 consi-glieri, con elevati costi, a volte giustifi cati solo dall’esigenza di distribuire poltrone. Così come vi sono state assunzioni non funzionali all’organizzazione aziendale. Per un abbattimento dei costi è necessa-ria la riorganizzazione degli ATO a livello regionale così come è improcrastinabile l’avvio della raccolta differenziata. Altra causa del dissesto economico è il ritardo nei trasferimenti da parte delle ammini-strazioni comunali che, in quanto proprie-tari degli ATO, sono responsabili della loro gestione. Sono loro infatti a nomina-re i consigli di amministrazione dell’en-te.

L’amministrazione comunale ha de-liberato l’annullamento del premio di produttività dei dipendenti comunali. Il contratto integrativo dei di-pendenti comunali non viene rispettato dal 2007. Dal 2009 la nuova amministra-zione ha rivisto le risorse economiche in maniera inadeguata e non ha pagato tut-ti gli istituti contrattuali. Il dialogo con l’amministrazione è solo formale ma non sostanziale; interverremo qualora non si stabilissero corrette relazioni sindacali. Sappiamo delle reali diffi coltà fi nanziarie ma non accettiamo scelte unilaterali che spesso si sono rivelate sbagliate. Luigi Gullo l.gullo.fi [email protected]

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Spazio all’esperto: “I panni sporchi si lavano in famiglia?”….

L’esperto rispondePotrete inviare, via e-mail, i vostri quesiti su vari argomenti (legale, medico, sociale …) ai quali un esperto risponderà.

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Cara lettrice. A volte “ un pugno e una carezza” non sono solo versi

estratti da un noto testo musicale ma rispondono ad uno schema schizofreni-co e destabilizzante dove gesti e parole senza importanza scatenano inaccetta-bili violenze, fi siche o psichiche, subito seguite da scuse, regali e promesse di amore eterno e ravvedimento puntual-mente disattese….Lungi dall’essere luogo privilegiato de-gli affetti e della solidarietà, la famiglia è, ahimè, sempre più spesso uno spazio chiuso e asfi ttico in cui si innescano aspre confl ittualità talvolta degeneranti in violenze sistematiche o abusi eterogenei del forte sul debole. La scarsa pro-pensione alla denuncia, riconducibile tanto agli stretti vincoli affettivi e psicologici esistenti tra vittime e carnefi ci, quan-to alla tendenza a ritenere che “i panni sporchi” va-dano “lavati in famiglia”, fanno di tale fenomenolo-gia delittuosa quella con il più elevato numero oscu-ro.Sino al 1996, ovvero pri-ma dell’emanazione della legge 66 del 1996 (alla quale si deve l’introdu-zione nel C.P. degli att. compresi tra il 609 bis ed il 609 decies), nessuna norma condannava l’abuso sessuale commesso dal marito ai danni della moglie, considerata quasi un og-getto di sua proprietà del quale fruire a proprio esclusivo piacimento.Perché tale sconcertante verità salti agli occhi è suffi ciente leggere il testo ori-ginario dell’articolo 544 del codice pe-nale, ai sensi del quale: “ il matrimonio tra l’autore del reato e la persona of-fesa, estingue il reato,….e se vi è stata condanna, ne cessano l’esecuzione e gli effetti penali”. Il matrimonio, coartato dalle famiglie, era, pertanto, ritenuta “causa speciale di estinzione del reato” di violenza sessuale, da un ordinamento che troppo spesso ha scambiato lo stu-pro con i rapporti prematrimoniali rea-

lizzati tra consenzienti, di fatto condan-nando la vittima a morire ogni giorno sotto le mani di chi aveva violato il suo corpo e ucciso la sua anima. Ora è ben diverso e il codice punisce duramente chiunque imponga un atto sessuale o un rapporto sessuale a talaltro, uomo/don-na, indipendentemente dallo stile di vita della vittima. Ora lo stupro ai danni della propria moglie o compagna more uxorio, è, fi nalmente, reato. La tutela, dalle violenze perpetrate all’interno del nucleo familiare, cresce dopo il 1996 e raggiunge una sua prima

tappa fondamentale nel 2001.Sino al 2001, l’ordinamento giuridi-co era privo di validi strumenti idonei ad offrire una reale tutela alla vittima. Spesso, i lunghi iter normativi costrin-gevano la stessa vittima a fuggire dal focolaio domestico rimanendo priva di un tetto ( con il rischio di incappare nel reato di abbandono del tetto coniu-gale) e di idonei mezzi di sostentamen-to, quindi vulnerabile. Dal 2001 in poi, invece, il legislatore sembra aver intra-preso la giusta via. La legge 154 del 2001, prevede infatti che, qualora la condotta del “ coniuge o altro convivente”(pertanto anche in regime di convivenza more uxorio o di violenze che abbiano come autore o destinatario i fi gli), costituisca “grave pregiudizio all’integrità fi sica o mora-

le o alla libertà” dell’altro coniuge o di altro convivente, il Giudice monocrati-co possa adottare d’uffi cio, per i fatti di rato perseguibili d’uffi cio, o su istanza di parte, proposta dalla vittima median-te ricorso al Tribunale del luogo di re-sidenza o di domicilio del ricorrente, Provvedimenti di adozione di ordini di protezione.In base a tali provvedimenti, in parti-colare, il giudice può ordinare, al co-niuge o altro convivente responsabile delle condotte lesive: a) la cessazione immediata delle condotte in oggetto;

b) l’allontanamento coattivo dalla casa familiare; c) il non avvicinarsi ai luoghi abi-tualmente frequentati dalla vittima (quali luoghi di lavo-ro, domicilio della famiglia d’origine, prossimi congiun-ti o altre persone) nonché luoghi di istruzione dei fi gli della coppia salvo, in casi di necessità, previa e dettaglia-ta statuizione di modalità e limiti; d) l’intervento dei ser-vizi sociali o di associazioni deputate alla tutela di donne o minori vittime di maltratta-menti o abusi; e) “pagamen-to periodico di una somma di denaro a favore delle per-sone conviventi che, per ef-fetto dei provvedimenti…(di

protezione di cui alle lettere precedenti) rimangano privi di mezzi adeguati, fi s-sando modalità e termini di versamento e prevedendo, (qualora necessario)….che la somma sia versata direttamente all’avente diritto dal datore di lavo-ro dell’obbligato, detraendola dalla retribuzione allo steso spettante”; f) Esenzione “..dall’imposta di bollo e da ogni altra tassa o imposta, dai diritti di notifi ca, di cancelleria e di copia, non-ché dall’obbligo di registrazione..”, di atti, documenti, provvedimenti relativi all’azione civile contro la violenza nelle relazioni familiari, nonché procedimen-ti, anche esecutivi e cautelari, diretti ad ottenere la corresponsione dell’assegno di mantenimento, di cui sopra.A tale prezioso strumento normativo, grazie ad un opportuno ed effi cace la-

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I figli: “Beati i perseguitati per giustizia”

Tutti i monrealesi sanno dov’è il ci-mitero di San Martino alle Scale.

Molti ci sono passati almeno una volta nella loro vita. Ma non tutti sanno che lì tra le tombe dei propri cari è sepolto Vittorio Mangano, lo stalliere del pre-sidente del consiglio Silvio Berlusconi. L’ex capo mandamento di Porta Nuova riposa sulla nostra montagna dal 23 luglio del 2000 accanto alla sorella. Non è diffi cile trovare la lapide dello stalliere di Arcore. Valicato il cancello d’ingres-so, lasciate alle spalle le prime tombe, rivolto lo sguardo verso la piccola cappella al centro del cimitero, la lapide di Mangano si trova sul lato sinistro a pochi passi dalla tomba di famiglia dei suoceri di Leoluca Orlando. La fotografi a a colori di colui che venne defi nito da Tommaso Bu-scetta e Totò Contorno “uomo d’onore”, racconta di un uomo non avvezzo a giacca e cravatta. A dirla lunga invece è l’epitaffi o che i fi gli han-no lasciato: “Sei passato a miglior vita

lasciandoci nel dolore. Di te abbiamo nostalgia. Di te padre ineguagliabile e uomo di grandi virtù. Hai dato valore alla storia degli uomini non barattando la dignità per la libertà, hai dato un si-gnifi cato alla nostra vita vivendo con i tuoi insegnamenti. I nostri cuori colmi dell’amore che ci hai donato e fi eri del-

la dignità lasciata. E Gesù disse: beati i perseguitati per cagione di giustizia perché è loro il regno dei cieli”. Sicura-

mente noi non abbiamo nostalgia di Vit-torio Mangano. E le sue virtù le cono-sceva già bene Paolo Borsellino che il 19 maggio 1992 nella celebre intervista rilasciata a Fabrizio Calvi e Jean Pier-re Moscardo (mai trasmessa in tv e per anni censurata), cita Mangano riguardo i rapporti tra mafi a, affari e politica af-

fermando che lo stalliere era “uno di quei personaggi che erano i ponti, le teste di ponte dell’organizzazione mafi osa al Nord Italia”. Per Marcello Dell’Utri che lo assunse ad Arcore è “un eroe”. Chissà se anche Silvio Berlusconi c’era all’atto della sepoltura di Mangano a San Martino? E chissà se qualche volta l’ami-co Marcello è salito fi n sopra Monreale a portare un fi ore o a dire una preghiera al buon Mangano? E perché proprio a San Martino è sepolto? Che

legami aveva il boss di Porta Nuova con la nostra città? Alex Corlazzoli

LO STALLIERE E’ SEPOLTO A CASA NOSTRA

voro di squadra tra donne delle forze di governo e di opposizione, si è, fi nal-mente, affi ancata la normativa in mate-ria di Stalking”.Il Decreto-legge 23 febbraio 2009, n. 11 ( L. Conv. N°38 del 2009) recante “Misure urgenti in materia di sicurez-za pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché in tema di atti persecu-tori”, sembra gettare le basi necessarie a liberare le donne (per quanto esistano limitati casi di stolker di sesso femmi-nile), dalle attenzioni indesiderate di spasimanti o ex.Il capo secondo del testo normativo in esame, si compone, infatti, di sei pre-ziosissimi articoli, nei quali si ha la creazione, ed il conseguente inserimen-to nel C.P. dell’articolo 612 bis- reato

di Stolking, ovvero quello commesso da “chiunque, con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingene-rare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da rela-zione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita….”, prevedendo per l’autore una pena detentiva di durata compresa tra i sei mesi ed i quattro anni, nonché un aumento della stessa qualora il fatto sia stato commesso dal coniuge legalmente separato o divorziato o da persona che sia stata legata da relazione affettiva alla persona offesa.Si prevede la perseguibilità su presen-

tazione di querela della persona offesa salvo che il fatto sia commesso nei con-fronti di un minore o di una persona con disabilità di cui all’articolo 3 della leg-ge 5 febbraio 1992, n. 104, sia connesso con altro delitto per il quale si deve pro-cedere d’uffi cio. Fino a quando non e’ proposta querela, la persona offesa può esporre i fatti all’autorità di pubblica si-curezza avanzando richiesta al questore di ammonimento nei confronti dell’au-tore della condotta. La richiesta e’ tra-smessa senza ritardo al questore, che vi provvede, e redige dettagliato verbale. È giunto il momento di reagire e tor-nare a gustare la vita camminando a testa alta. Dott.ssa Cecilia Viola

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10 Luogo Comune

Per il mese di marzo l’attenzione va ad una piccola/grande associazione che si occupa di JU JITSU.Tony Zuccaro mi invita a visitare una palestra di Monreale all’interno della quale è stato ricavato uno spazio ido-

neo, ma costoso, per la realizzazione del progetto del gruppo di cui fa parte.Lo staff tecnico è composto dal M° Davide Franzella : “2° Dan JU JITSU, KICK JTSU, KAISENDO, 1° Dan FIGH-TING SYSTEM, istruttore di JU JITSU E KICK JITSU e istruttore nazionale di difesa personale di Polizia (KAISEN-DO); i collaboratori sono: il M° Tony Zuccaro, istruttore JU JITSU e KICK JITSU , i Maestri Giuseppe, Salvatore e Fabrizio Marcimino istruttori JU JITSU. Il Maestro Franzella si è classifi cato II ai campionati italiani di Fighting.Le prime informazioni che mi dà sono relative al signifi cato e alle tecniche degli sport che si praticano. E’ un nuovo sistema integrale di autodifesa personale rapida, concisa e risolutiva.Si segue la linea delle 4 arti marziali più conosciute e diffuse: JU JITSU, AIKIDO, JUDO, e KARATE pur non essendo le uniche su cui si fonda il nuovo sistema in quanto si serve anche di altre discipline come KICK BOXING e MUAY TAI. Il JU JITSU, in particolare, è un’antica arte marziale giapponese nata tra il 1500 e il 1600 d.C. Letteralmente signifi ca “Arte della Morbidezza”, non oppone la forza, preferisce sfruttare quella dell’avversario. Quest’arte è riuscita a trasfor-marsi e ad evolversi, fi no ad arrivare ai giorni nostri anche in Italia, grazie al contributo del M° Mario Bianchi. Oltre ad essere un affascinante sport di combattimento corpo a corpo, può essere anche un effi cace strumento di autodifesa per le donne.

Appello all’assessore Claudio Burgio Il JU JITSU… efficace corso di autodifesa per le donne

“E’ uno sport adatto ai bambini?” E’ uno sport per tutte le età. Si allenano con noi 60enni, 40enni e bambi-ni di 8/9 anni. e si può cominciare a tutte le età. Io stesso ho iniziato a 40 anni e a distanza di 10 anni ho acquisito le com-petenze per diventare istruttore. E’ uno sport che gratifi ca, fa acquisire sicurezza nelle proprie capacità, aiuta a superare le diffi coltà e a controllare le emozioni. Con i bambini ”diffi cili” il compito è arduo ma dà molte soddisfazio-ni. Qualche anno fa abbiamo presentato un progetto, che ci è stato subito appro-vato e che abbiamo portato a termine con successo, al II Circolo di Monreale. La scuola ha acquistato il TATAMI, il tappe-to indispensabile per il nostro sport e che serve ad attutire i colpi (costa circa 2 000 euro). Portare il progetto nelle

scuole non è facile proprio per questo, nei costi deve esserci compreso il TATA-MI che noi ancora non abbiamo e chi po-trebbe metterlo a disposizione non lo fa. “Quanti sono i vostri utenti e quanto pagano?” Oggi siamo una quindicina ma abbiamo raggiunto anche punte di 25/30 utenti, che per gli spazi di cui usufruia-mo, sono tanti. Si pagano 35€ mensili per 2 lezioni di 2 ore ciascuna alla settima-na. Capisco che in un momento di crisi, come quello che stiamo attraversando, 35€ siano tanti per una persona e sap-piamo che i costi si potrebbero abbattere soltanto se il Comune ci desse la possi-bilità di utilizzare uno spazio pubblico, una palestra comunale (le palestre della scuola A. Veneziano, compresa quella di

Aquino, la palestra della scuo-la F Morvillo, …) per esem-pio, e questi sono tasti che si devono suonare ad alto volu-me. Il prezzo dell’affi tto dei locali incide, infatti, almeno al 50% sul mensile.

“Cosa chiedete all’ammini-strazione comunale?” A nostro avviso l’Am-ministrazione comunale do-vrebbe permettere l’accesso, alle palestre scolastiche, a tutte le realtà sportive che operano sul territorio, grandi e piccole che siano, e non ri-servarne l’accesso a poche, di

cui qualcuna proveniente da altri comuni. Si dovrebbero ridistribuire spazi e tempi per consentire a grandi e piccole società sportive di partecipare e di offrire ai citta-dini e soprattutto ai giovani, la possibilità di fare sport di qualità a poco prezzo.

“Cosa offrireste al Paese?” Noi d’altro canto offriremmo al Paese la possibilità di fare accedere a prezzi simbolici anche quei bambini e ragazzi che non possono permettersi di pagare un mensile così alto da rinuncia-re allo sport. La nostra non è un’attività a fi ni di lucro e siamo disposti ad offri-re anche alle donne il gratuito accesso a corsi di difesa personale, ma il Comune dovrebbe affi darci dei locali idonei e l’utilizzo di un TATAMI.Altre associazioni potrebbero unirsi a noi perché ci venga affi data una sola palestra dove poter concentrare tutte le arti mar-ziali.

“Facciamo un appello?” Sì,all’assessore allo sport, Clau-dio Burgio, affi nché si faccia carico, per il ruolo che ricopre in seno all’ammini-strazione comunale, di queste nostre esi-genze, ribadendo che nel nostro gruppo ci sono persone che hanno acquisito, ne-gli anni, competenze sportive che voglio-no mettere a disposizione del Paese e dei giovani, in particolare, che non trovano spazi a Monreale per praticare sport se non a caro prezzo!

Piera Autovinop.autovino.fi [email protected]

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FiloDiretto

Filo diretto … con il lettoreAnche nel prossimo numero, in questa rubrica, daremo spazio alle Vostre proposte ed ai Vostri suggerimenti, e po-trete raccontare o denunciare inefficienze, disfunzioni e disservizi relativi alle Vostre esperienze quotidiane.Inviare e-mail al seguente indirizzo: [email protected]

Chiunque volesse contribuire alla stesura del giornale, o, condividendo l’iniziativa, volesse fornire un sostegno per coprirne i costi, da semplice cittadino o in qualità di sponsor, contatti la redazione tramite l’e-mail [email protected]

Caro Direttore, chiediamo il Vostro intervento per far conoscere la nostra storia e quindi sensibilizzare l’opinione pubblica. Sette anni fa abbiamo acquistato casa, con un mutuo di 20 anni; dopo circa due anni, si presenta uno sconosciuto che delimita, con una catena, parte del cortile in cui si parcheggiano le macchine.Liti, grida, minacce per scoprire, infi ne, che lo sconosciuto aveva ragione:il parcheggio, e addirittura i balconi di alcuni appartamenti, non sono compresi nella nostra proprietà e dunque si devono demolire.

Ma non è ancora fi nitaLa palazzina inizia ad incrinarsi e compaiono parecchie lesioni; ci preoccupiamo e, chiamato un geologo, sondiamo il terreno con una trivella e ci affi diamo ad una equipe di tecnici.Il responso è che la palazzina è posata su terreno di riporto ed il muro costruito per il contenimento della stessa è spaccato.Chiediamo al costruttore di riparare il danno, ci risponde di non averne intenzione ed allora ci imbarchiamo in una causa legale, che dopo tre anni vinciamo.Il giudice impone al costruttore di iniziare i lavori e lui (VANIGLIA “ LITO TEAM S.r.l.”), con una escamotage, riesce a bloccarli.Le crepe alle pareti si accentuano, tanto che da queste si riesce addirittura a vedere fuori; si scollano i mattoni dalle pareti, le porte si aprono da sole, si spacca il marmo della scala, i passeggini dei bambini scivolano per la pendenza del pavimento, i marciapiedi si spaccano, le porte dei box non si riescono ad aprire.Scriviamo ai Vigili Urbani, all’uffi cio tecnico, ai Vigili del Fuoco, scriviamo al Prefetto e non succede niente.Preoccupatissimi, ci rechiamo nuovamente all’uffi cio tecnico (che ha rilasciato l’autorizzazione a costruire). Vengono i tecnici del comune e… sorpresa! Dobbiamo lasciare le nostre case perché non c’è abitabilità e le lesioni alle pareti passano in secondo piano.

In conclusioneCome si fa a vendere degli appartamenti costruiti su proprietà altrui e senza alcun controllo da parte degli organi preposti? Chi garantisce, in questi casi, la giustizia ai cittadini dal momento che il Notaio ha fatto regolarmente il rogito e che, nonostante abbiamo vinto una causa, non si riesce ad attuare la sentenza emessa dal giudice e quindi fare riparare le nostre case?

La palazzina è visibilmente inclinata (tipo TORRE DI PISA) e LITO TEAM continua a costruire in maniera scorretta, impegnan-dosi, con un contratto del Notaio, a rilasciare l’abitabilità entro sei mesi ma, poco elegantemente, prende i soldi e scompare.

Terruso Giuseppe Claudio

Con la determina dirigenziale n. 37 27/01/2010 APAT è stata espletata

una gara informale mediante cottimo-appalto.La ditta alla quale è stato affi dato il lavoro di carotaggio (ovvero preleva-mento di campioni di cemento) è di San Giuseppe Jato. L’inizio dei lavori, in via uffi ciosa dovrebbe essere venerdì 5 marzo c.a.; la scuola resterà comunque aperta per le attività didattiche poiché questi lavori saranno svolti nelle ore pomeridiane; avranno la durata di circa

PASSI AVANTI PER LA RISTRUTTURAZIONE DELLA SCUOLA ELEMENTARE PIETRO NOVELLI

Riceviamo dal Comitato per il Pietro Novelli, e volentieri pub-blichiamo, un aggiornamento sullo stato dei lavori

dieci giorni al termine dei quali i cam-pioni prelevati saranno inviati ad un la-boratorio.In base alla risultanza delle analisi si procederà di conseguenza. Gli esiti dei prelievi e le conseguenti decisioni in merito alla ristrutturazione del tetto saranno comunicati ai genito-ri convocati dallo stesso comitato alla presenza del Sindaco. Ci aspettiamo, pertanto, una copiosa partecipazione nell’interesse dei nostri fi gli.Per quel che concerne le due aule che

dovranno erigersi al pian terreno della scuola, il Sindaco, con il quale il Co-mitato ha avuto un colloquio il 18 feb-braio 2010, ci ha riferito che con una determina sindacale è stato fatto già il progetto e che quest’ultimo è al visto dell’uffi ciale sanitario. Purtroppo ad oggi non abbiamo ricevuto altre noti-zie, ma siamo vigili e presseremo per ottenere queste due aule.Il comitato segue con grande attenzione l’evolversi della situazione; il compito di quest’ultimo, infatti, come da statu-to, è quello di monitorare la situazione e far da tramite tra l’amministrazione ed i genitori. Il Comitato

Page 12: PRIVATIZZAZIONE DELLE RISORSE IDRICHE E RINCARO … · più tardi, al Comitato delle donne contro la mafia che nel 1982 scelse di presentarsi come parte civile nei processi di mafia.

F i l o D i r e t t o • M a r z o 2 0 1 0

12 Giochi, Editoriale

Soluzione rebus del numero di Febbraio :

“MONREALESI ONESTI”

I 19 sindaci e Commissari Prefettizi di Monreale dal 1953, in orizzontale, in verticale, intrecciati e illustrati!

Giochi

Le 20 lettere rimaste daranno la frase nascosta!Sono stati sindaci:• Pietro, dal 1953 al 1961 e dal 1968 al 1969• Corrado, dal 1962 al 1964• Benedetto, dal 1965 al 1967, nel 1975 e nel 1980• Emanuele, dal 1970 al 1971• Lorenzo, dal 1972 al 1973• Giovanni, Comm. Pref. nel 1974• Giovanni, Comm. Pref. nel 1975 con Benedetto• Ignazio, dal 1976 al 1978 e nel 1985• Antonino, nel 1979• Castrenze, dal 1981 al 1982, dal 1986 al 1990 e nel 1993• Giuseppe, dal 1983 al 1984• Francesco, dal 1990 al 1991• Stefano, dal 1991 al 1992• Antonino, nel 1993• Antonino, nel 1994 Comm. Straord• Salvino, dal 1994 al 1997, dal 1999 al 2003 e dal … • Salvino, nel 1998• Carlo, dal 1998 al 1999 Comm. Straord.• Toti, dal 2004 al 2009• Filippo, dal 2009 al …

Spettacolo: Tra cultura e solidarietà, un’interessante ed imperdibile iniziativa dell’Unicef. Il “Concorso young music for UNICEF” sarà una vera e propria gara pensata per le giovani promesse siciliane con l’obiettivo di avvicinarli alla conoscenza di un’organiz-zazione mondiale qual è l’UNICEF, impegnata a difesa dei diritti dei bambini del globo, attraverso quel linguaggio universale che è la musica. La kermesse fi nale “La canzone per l’Unicef” si svolgerà Domenica 28/03/10 dalle 18:30 in poi presso una struttura dallo straordinario pregio storico-artistico quale il Teatro Politeama di Palermo, il biglietto di 8€ sarà interamente devoluto all’UNICEF .Chi volesse partecipare al concorso, che si avvarrà della collaborazione di esperti qualifi cati del settore, dovrà scaricare il regolamento sul sito web www.ilvelierodellasolidarietà.it.

continua da pag. 2 ...per i suoi due fratelli ammazza-ti dalla mafia. A sfidare la mafia sono state soprattutto le donne. Lo fa Rita con il suo impegno politico. Lo fa Sarina Ingrassia a Monreale cercando di togliere “manovalanza” ai clan della nostra città. Con loro ci sono le mamme degli agenti Ago-stino Catalano e Nino Agostino che ho visto girare l’Italia in lungo e in largo per tramandare la memoria della nostra terra. Sono donne che hanno nel ventre la storia della Sici-lia. Penso anche alle donne che in-segnano nella nostra terra. Che edu-cano. A chi lavora nei servizi sociali delle nostre comunità. Sono “ribelli nella quotidianità”. Sono quelle che magari lavorano accanto alla casa di Saveria Palazzolo a Corleone, la signora Provenzano. Le mogli dei boss non finiscono in carcere resta-no in paese a gestire patrimonio e affari. La signora Palazzolo, cami-ciaia ufficialmente, risultava pro-prietaria di un patrimonio valutato in centinaia di milioni già negli anni settanta. Le donne siciliane sono anche quel-le ragazze costrette a trovare lavoro al Nord, ad abbandonare il sole e il mare perché il lavoro è troppo spes-so per “gli amici degli amici”. Sono anche quelle psicologhe di Telefono Azzurro che in questi giorni sono salite sul campanile della chiesa di San Francesco Saverio all’Alber-gheria per urlare alla città la loro disperazione ora che hanno deciso di punto in bianco di sostituire la loro professionalità con chi fa il ser-vizio civile. Le parole dello storico Sebastiano Aglianò e in “Che cos’è questa Sicilia?” sono migliori delle mie per scrivere di donne: “Le ra-gazze siciliane hanno gli occhi fer-mi e seducenti, ma come velati da una malinconica apatia; quel colore suggestivo, vario di irridiscenze e di toni opachi, che ti lascia subito di-stinguere il “tipo” anche fra le cime delle Alpi o in mezzo alla vita turbi-nosa di una città moderna. In quegli occhi sono stratificate le sofferenze, l’ansia e il torpore di infinite gene-razioni, tutta la storia del popolo si-ciliano…”.