Prisma 4/2011 Alimentazione

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www.prisma-online.ch La rivista un po’ diversa per persone con diabete. 4 | 2011 Alimentazione L’alimentazione per diabetici – ieri e oggi Margrit Ferrari, 80 anni, virtuosa dell’insulina Cosa dovrei o potrei (ancora) mangiare? ISSN 1664-4786

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L’alimentazione per diabetici – ieri e oggiMargrit Ferrari, 80 anni, virtuosa dell’insulinaCosa dovrei o potrei (ancora) mangiare?

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La rivista un po’ diversa per persone con diabete.

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AlimentazioneL’alimentazione per diabetici – ieri e oggi

Margrit Ferrari, 80 anni, virtuosa dell’insulina

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Care lettrici, cari lettori

Più gusto e piacere, meno rinunce e divieti – ovvero, quanto è cambiato nel corso degli anni il modo di considerare l’alimenta­zione dei diabetici.

Nell’articolo principale sulla salute, il prof. Keller sottolinea come la dietetica possa contribuire a una terapia efficace del diabete e come essa abbia saputo adattarsi ai cambiamenti nelle condizioni di vita.

L’intervista a Margrit Ferrari, che per 60 anni è riuscita ad adattare la propria vita al diabete, è un esempio pratico di questi cambiamenti.

La nostra redattrice è andata alla ricerca di nuove tendenze alimentari, quali lo Slow Food o il Functional Food. Che significano queste espressioni? E sono compatibili con un’alimen­tazione per diabetici?

Il piacere dei sensi e il cibo come esperienza. La gastronomia­esperienza è di tendenza, che si tratti di mangiare su una funivia in movimento, o nel silo di una miniera, oppure sotto il tendone di un circo durante lo spettacolo. Perché no? Forse troverete anche voi nella nostra rivista un’idea simpatica per una prossima festa.

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Vi auguriamo buona lettura.

Peter Jäggi

editoriale indice

impressum La rivista un po’ diversa per persone con diabete.

Organo ufficiale del Gruppo di interessi per persone con diabete. Anno XII – N. 3/2011 – ISSN 1664-4786

Frequenza di pubblicazione 4 numeri all’anno in tedesco, in francese e in italiano

Tiratura in tedesco: 32 830 copie per membri e donatori + 5 633 copie a distribuzione gratuita in francese: 7 622 copie per membri e donatori + 5 671 copie a distribuzione gratuita in italiano: 2 419 copie per membri e donatori + 1 286 copie a distribuzione gratuita tiratura certificata da REMP

Redazione «PRISMA», Postfach 96, CH-6343 Rotkreuz, [email protected], www.prisma-online.ch

Editore Gruppo di interessi per persone con diabete.

Segreteria di redazione Franziska Bachl, «PRISMA», Postfach 96, 6343 Rotkreuz, tel. 041 799 62 79, fax 041 799 65 63

Equipe redazionale Peter Jäggi (Redattore capo), Tina Ackermann (TA), Franziska Bachl (FBA), Freddy Karrer (FKA), Christian Vitorino (CVI), Bruno Candrian (BCA)

Vendita inserzioni Axel Springer Schweiz AG, Fachmedien, Postfach, 8021 Zürich tel. 043 444 51 04, fax 043 444 51 01, [email protected], www.fachmedien.ch

Casa editrice Distribuzione Pubblicità LABOLIFE-Verlagsgemeinschaft, c/o DEGRA AG, Grundstrasse 16, CH-6343 Rotkreuz, Mail [email protected]

Produzione DEGRA AG, Grundstrasse 16, CH-6343 Rotkreuz, Mail [email protected]

Traduzioni SCRIBE, CH-2500 Biel 4, tel. 032 342 77 77, fax 032 342 43 67

Prezzi di vendita abbonamento annuale CH/FL: CHF 10.– numero singolo: CHF 3.– (più spese postali e spese di spedizione)

Cambiamento d’indirizzo Inviare una cartolina al servizio abbonati oppure consultare il sito www.prisma-online.ch o telefonare allo 0800 803 303

salute 4 L’alimentazione per diabetici – ieri e oggi

vivere meglio 7 Cosa dovrei o potrei (ancora) mangiare?

16 Caccia al tesoro e pasticcini

reportage 9 Margrit Ferrari, 80 anni, virtuosa dell’insulina

prodotti 12 Accu-Chek Mobile – un pratico aiuto anche

prima e dopo i pasti

22 Maggior sicurezza grazie all’autocontrollo

della coagulazione

scienza 13 Infoteca

diversicum 19 La nostra ricetta di Natale: un piatto festivo

vegetariano

20 A tavola in luoghi particolari, per risvegliare tutti i sensi

Page 4: Prisma 4/2011 Alimentazione

4 salute

salute

L’alimentazione dei diabetici – ieri e oggi

debba essere ottenuta in maniera aggressiva o con misure alimentari a senso unico. Già una perdita dal 5 al 10% del peso corporeo è un obbiet­tivo realistico ed efficace nel lungo termine.

In passato, lo zucchero era un tabù per i

diabetici…

Oggigiorno non vengono più proibiti i prodotti che contengono zucchero. Al contrario, vi sono alcuni tipi di frutta che, benché dolci, sono asso­lutamente raccomandati; allo stesso modo, vi sono alcuni dolciumi che possono essere ammessi in quantità limitate. Questo «rilassamento» ha sicuramente fornito un grande con­tributo alla qualità della vita delle persone affette da diabete.

Su cosa ci si concentra oggi in fatto di

alimentazione?

Non più «solo» sui carboidrati o sui grassi, si cerca di considerare l’ali­mentazione nel suo complesso. Oggi si presta maggiore attenzione soprat­tutto ai principi di un’alimentazione sana, ovvero si tende verso un’ali­mentazione basata principalmente

su frutta, verdura e prodotti integrali, contenente quantità ridotte di grassi saturi e di sale. Questo corrisponde a un’alimentazione di tipo mediterra­neo.

Oltre alla riduzione di peso, quali altri

obbiettivi dovrebbero essere raggiunti

con una sana alimentazione?

Accanto a un’alimentazione «sana», equilibrata e regolata in base alle esigenze individuali, nelle persone affette da diabete si dovrebbero evi­tare i picchi di glicemia dopo i singoli pasti. La quantità di carboidrati rap­presenta il fattore decisivo nell’au­mento della glicemia dopo i pasti. Le persone affette da diabete di tipo 1, sottoposte a una terapia insulinica «funzionale», imparano ad assumere insulina «rapida» prima dei pasti in relazione alla quantità di carboidrati che assumeranno.

Accanto a un’attività fisica adeguata,

l’alimentazione rappresenta uno dei

pilastri principali nella terapia del

diabete. Qual è l’alimentazione «giusta»

per i diabetici alla luce delle attuali co­

noscenze? Esistono tuttora delle direttive

Prisma: Professor Keller, le raccoman­

dazioni alimentari destinate ai pazien­

ti diabetici subiscono sempre, nel corso

del tempo, modifiche grandi e piccole.

Quali sono i fondamenti delle ultime

linee guida basate sulle evidenze e in

che misura si differen ziano rispetto

alle precedenti raccomandazioni?

Ulrich Keller: Le odierne racco­mandazioni alimentari in presenza di diabete di tipo 2 non si riferiscono più in maniera esclusiva a grassi e carboidrati. Si tratta di forme di ali­mentazione efficaci e raccomandabili, a seconda delle preferenze o dispo­sizioni individuali, caratterizzate da un contenuto relativamente basso di carboidrati e da un contributo corri­spondentemente elevato di proteine o da un contenuto ridotto di determi­nati grassi.

Quale obbiettivo si intende raggiungere

con le diverse forme di alimentazione per

le persone affette da diabete?

La riduzione di peso continua a svol­gere un ruolo chiave nelle persone in sovrappeso affette da diabete di tipo 2. Le raccomandazioni attuali sottoli­neano come la riduzione di peso non

In passato si trattava soprattutto di divieti e di rinunce. Oggi al benessere delle persone affette da diabete

contribuiscono anche il gusto e il piacere a tavola. In questa intervista il professor Ulrich Keller, FMH in

endocrinologia e diabetologia a Basilea, ci illustrerà l’evoluzione verificatasi nel campo dell’alimentazione

per diabetici.

salute

Page 5: Prisma 4/2011 Alimentazione

5L’alimentazione dei diabetici – ieri e oggi

in fatto di ripartizione tra carboidrati,

grassi e proteine?

La ripartizione di carboidrati e grassi oggi è trattata in modo più flessibile rispetto al passato, quando si riteneva che la percentuale di grassi nell’ali­mentazione dovesse ammontare al massimo al 25 – 30% delle calorie quotidiane. Secondo il punto di vista attuale, la percentuale di carboidra­ti dovrebbe essere pari al 45 – 55% dell’energia totale, mentre quella di grassi a circa il 25 – 35%. Oggi si sottolinea come grassi e carboidrati non siano sostanzialmente «buoni» o «cattivi». Più che la quantità, a fare la differenza è il tipo di grassi o di carboidrati; in entrambe le categorie si trovano esempi positivi e negativi. Così, i grassi insaturi o i carboidrati «lenti» sono assolutamente accetta­bili.Alle proteine sono destinate le quote percentuali rimanenti dell’energia complessiva. A tale riguardo, nelle persone affette da diabete di tipo 2 in sovrappeso si tende a portare la percentuale proteica al di sopra del

fabbisogno minimo. Questo perché le proteine sono particolarmente adatte dal punto di vista energetico e offro­no un elevato grado di saturazione; inoltre, sono neutrali quanto a glice­mia e lipemia.

In passato venivano raccomandati di

preferenza cinque piccoli pasti rispetto ai

tre pasti principali. Si tratta di un punto

di vista ancora attuale?

Questa raccomandazione risale a un periodo nel quale, per la copertura dei pasti, era disponibile solo l’insu­lina ordinaria. Questa aveva effetto in tempi lenti, dalle quattro alle sei ore. Alle persone affette da diabete di tipo 1 veniva quindi consigliato di consumare dei pasti intermedi per evitare l’insorgere di ipoglice­mie. Questo non ha più senso con la moderna insulina, dall’effetto più rapido. Tre pasti rappresentano la regola per le persone fisicamente meno attive, per le quali ovviamente non sono vietati dei pasti intermedi (nel rispetto dell’apporto energetico complessivo).

Qual è il significato dell’indice glicemico

per l’odierna consulenza alimentare?

L’indice glicemico descrive l’effetto che hanno gli alimenti contenenti carboidrati di aumentare la glicemia. L’indice ha un significato ridotto per la consulenza alimentare, in quanto è corretto solo a livello teorico: il suo valore non è stimabile nei normali pasti compositi.

Per i pazienti affetti da diabete sono

raccomandabili nuove forme alimentari,

quali ad esempio il Functional Food?

Normalmente non sono necessari ali­menti speciali. Le persone affette da diabete imparano come comportarsi con gli alimenti comuni. Le eccezioni sono rappresentate, ad esempio, dalle bevande dolcificate artificialmente anziché con lo zucchero, qualora si desideri una bevanda dolce evitando tuttavia il carico zuccherino di una comune bibita.

Sconsigliereste a un diabetico di

consumare del fast food, ad esempio un

hamburger con patatine fritte?

Page 6: Prisma 4/2011 Alimentazione

Piuttosto che sconsigliarlo in assolu­to, preferirei sottolineare i numerosi aspetti negativi di un tale alimento, che sono poi gli stessi anche per le persone non affette da diabete. Il fast food tradizionale, ad esempio ham­burger e patatine fritte, è grasso e salato. Cibarsi di questi alimenti non rappresenta un’alimentazione equili­brata e può avere conseguenze sulla salute e sull’aumento di peso. Anche in questo caso vale la regola della mo­derazione.

Un bicchiere di vino rosso fa parte della

dieta mediterranea a tutti gli effetti.

Cosa pensa al riguardo? Quanto deve

essere grande il famoso bicchiere? E può

davvero accompagnare tutti i pasti?

Nel comportamento con l’alcol, per le persone affette da diabete valgono le stesse raccomandazioni valide per le persone non affette: l’alcol è un pro­dotto da assumere con moderazione. Concretamente, per una persona sana, affetta o meno da diabete, due

decilitri di vino rosso al giorno sono assolutamente accettabili, a meno che questo non confligga con particolari motivi di salute. Non si deve tuttavia dimenticare che anche il vino rosso contiene calorie.

Per la prima volta sono state diramate

anche delle direttive alimentari per la

prevenzione del diabete di tipo 2. Per chi

valgono queste raccomandazioni e qual è

il loro contenuto?

Queste raccomandazioni valgono per le persone con rischio elevato di dia­bete di tipo 2: si tratta di persone con familiarità per il diabete, di persone in sovrappeso o di persone che pre­sentano valori di glicemia vicini alla soglia limite.Le raccomandazioni chiariscono come una moderata riduzione di peso, il consumo di pochi grassi saturi e di alimenti ricchi di fibre e un’attività fisica regolare possano evitare o ritar­dare l’insorgenza del diabete.

Come cambierà il ruolo del consulente

alimentare alla luce di queste linee

guida?

Oggi è un fatto riconosciuto che una consulenza alimentare qualificata non è solo parte integrante della terapia del diabete, ma costituisce anche una forma di prevenzione. Negli USA questa viene denominata «Medical Nutrition Therapy». Ogni persona affetta da diabete dovrebbe, alla luce delle raccomandazioni delle associa­zioni specialistiche, avere accesso a una consulenza alimentare.La consulenza alimentare si occupa, fin dall’inizio della terapia del diabete di tipo 2, di modificare lo stile di vita, al fine di normalizzare i valori me­tabolici grazie a misure alimentari e con lo stimolo dell’attività fisica quo­tidiana. Il vantaggio di queste misure è che i farmaci diventano superflui; inoltre, non solo i valori della glice­mia, ma anche i valori della pressione arteriosa e della lipemia vengono mi­gliorati.

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salutesalute

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Prof. dott. Ulrich Keller FMH in endocrinologia e diabetologiaMissionsstr. 244055 BasileaTel. 061 264 9797

Page 7: Prisma 4/2011 Alimentazione

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Cosa dovrei o potrei (ancora) mangiare?

te consapevolezza della popolazione e al suo interesse per un’alimentazione sana. Che questa consapevolezza non si rifletta ancora del tutto sulle abitudini, lo dimostra il 5° rapporto svizzero sull’alimentazione dell’anno 2005. Esso stabilisce che in Svizzera esistono le premesse per un’alimen­tazione sana, ma che vengono ancora sfruttate troppo poco. Il rapporto sollecita misure di prevenzione più energiche in fatto di alimentazione. Il 6° rapporto svizzero sull’alimentazio­ne è previsto per la fine del 2012.

Prodotti light e dietetici «Light is out». I prodotti contras­segnati da diciture come «a ridotto contenuto di grassi» oppure «a basso contenuto calorico» vengono associa­ti all’idea di rinuncia. Chi non riesce a mantenersi in salute con un’alimen­tazione sana e molto movimento non viene considerato «cool».

Bio, preferibilmente da pro-duttori regionaliGli alimenti bio stanno riscuotendo un enorme successo. Essi trasmetto­no fiducia e familiarità. Il loro valore aggiunto sta proprio nella percezione della qualità degli ingredienti e della continuità della produzione. Se poi al

«bio» si aggiunge magari un rapporto personale con i produttori regionali e una preparazione accurata, allora le moderne consumatrici e i moderni consumatori si sentiranno particolar­mente bene a tavola. Nella loro men­te è radicato il principio che chi vuole mangiar sano deve mangiare prodotti naturali e controllati.

Fast food: dietrofront e nuovi concettiLe classiche catene di fast food stanno cambiando musica? La loro formula di successo «grasso e salato» è di per sé malsana e ha portato negli USA, negli anni 2000, a una stagnazione del volume d’affari. Di conseguenza, il logo rosso con la M gialla è diven­tato verde, sul menu ultimamente si trovano delle verdure, e secondo la filosofia aziendale si cerca di impe­gnarsi «attivamente per uno stile di vita equilibrato». Il fast food è, come suol dirsi, di tendenza; tuttavia deve essere sano, innovativo e degno di fiducia. Questa esigenza, avvertita soprattutto dalla popolazione attiva dei centri urbani, ha portato a nuovi interessanti con­cetti di alimentazione. In Svizzera adesso troviamo, come alternativa alle grandi catene di fast food, le offerte

TA. Le mutevoli abitudini alimentari sono vecchie quanto la scoperta del fuoco. E alla fin fine sono legate alle usanze e alle tradizioni culturali e re­ligiose, al clima e alla disponibilità di cibo, così come alle abitudini lavorati­ve di una data società. Tuttavia molte abitudini con il tempo vengono supe­rate – ad esempio il pesce il venerdì, l’arrosto la domenica – , mentre tante altre abitudini riguardanti il modo di mangiare, così come determinate preferenze, hanno lasciato il posto ad altre ancora. Mentre nell’anno 2004, secondo un giornale americano, l’uso dello zenzero, del wasabi, del succo di melagrana e di marche rétro era di moda, in Europa si riscontrano invece attualmente le abitudini alimentari descritte nel seguito.

Functional Food o integrato-ri alimentari Questo trend ebbe inizio negli anni ‘90 quando furono introdotti sul mercato, tra gli altri, anche gli yogurt arricchiti con colture di batteri pro­biotici. Grazie alle sostanze in esso contenute, come ad esempio gli acidi grassi omega 3 o le vitamine A, C ed E, il Functional Food promette par­ticolari benefici per la salute. Questa tendenza si accompagna alla crescen­

È una cosa risaputa che noi siamo quello che mangiamo. A che punto siamo dunque con il mangiare?

Una panoramica delle tendenze attuali nell’alimentazione, indipendentemente da raccomandazioni

e proibizioni.

vivere meglio

Cosa dovrei o potrei (ancora) mangiare?

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di panetterie e macellerie, oppure i «lunch» nei locali della grande di­stribuzione. A Londra, ad esempio, le persone attente all’alimentazione si servono presso «Pret A Manger». L’impresa fu fondata nel 1986 da due studenti amici con l’intenzione di of­frire fast food privi di additivi chimici o di conservanti. «Organic» fu chia­mata allora l’offerta. Adesso in tutto il mondo si contano 265 «Prets». L’of­ferta comprende sandwich, insalate, Wraps, Toasties, articoli di panetteria, succhi di frutta, tutti preparati freschi in loco. La freschezza e «purezza» degli ingredienti che ne risulta entra a far parte anche dello stile di comuni­cazione, con lo slogan «Eat with your Head» (mangia con intelligenza). Dal 1996, anche il concorrente EAT scuo­te le abitudini nutrizionali della City londinese. EAT si basa su un analogo concetto orientato al conseguimento di un ottimo stato di salute, tuttavia preferisce sperimentare. Proprio per questo, la «zuppa marocchina di ra­dici di verdure con Charmoulla» di EAT è diventata la zuppa preferita dei londinesi. Anche in Svizzera abbiamo «Organic». Il marchio «***delicates­

sa» di proprietà di Globus raggruppa sotto la sua etichetta bio verde una svariata gamma di prodotti spesso provenienti da produttori locali – da­gli anelli di mela secchi fino al Malan­ser Blauburgunder, un ottimo pinot nero. Anche l’associazione «Slow Food» intende offrire un’alternativa al fast food. L’organizzazione, impe­gnata nel tentativo di conciliare etica e piacere contro la standardizzazione del gusto, conta 100 000 soci in 130 paesi. Questo megatrend sembra affer­marsi, dai menu pronti per il forno a microonde destinati ai single, fino ai prodotti per famiglie intere: vivere in modo sano grazie ad alimenti privi di additivi, che siano stati prodotti in armonia con la natura. Questo vale in misura crescente anche per la carne. Il bestseller «Eating Animals» dello scrittore statunitense Jonathan Safran Foer (edito in italiano con il titolo «Se niente importa»), sulle atrocità dell’allevamento di massa del bestia­me e gli scioccanti metodi di ma­cellazione, ha destato scalpore. Chi l’ha letto diventa subito vegetariano, oppure si concede la carne (bio) solo

in casi eccezionali. Nonostante tutto però, la carne è sempre più amata. L’Unione svizzera dei contadini, nel suo libello su «Sviluppi e previsioni sulla produzione di prodotti alimen­tari», constata che ci sarà un crescen­te spostamento dai prodotti vegetali a quelli animali. Rispetto al 1961, il consumo pro­capite di prodotti ani­mali è aumentato del 40%. Sempre maggiori quantità di cereali vengono impiegate come mangime per gli ani­mali; con la ben nota conseguenza di affamare sempre di più i paesi di più poveri. Che il pesce non sia proprio un’alternativa alla carne l’hanno riconosciuto, nel frattempo, anche i soggetti più sensibilizzati in fatto di alimentazione. Nei mari in cui la pesca è eccessiva si è giunti all’esperi­mento di «coltivare» i pesci d’alleva­mento. Greenpeace mette in guardia rispetto al fatto che perfino per gli allevamenti di pesci bio, soprattutto di pesci selvatici come i salmoni, le trote o i branzini, il metodo non è as­similabile all’allevamento di animali, perché i pesci non hanno libertà di movimento e vengono fatti ingrassare artificialmente.

8 vivere meglio

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Margrit Ferrari, 80 anni, virtuosa dell’insulina…

Mi comporto in modo responsabile e coscienzioso. Inoltre, «sento» quando sta per sopraggiungere una ipoglice­mia. Mi faccio regolarmente l’auto­controllo, a volte anche qualcuno in più. Ma non ho mai tenuto un diario in 60 anni di diabete perché, sempli­cemente, non mi andava.

E il suo medico l’ha accettato senza

problemi?

Ma certo! Anzi, tutti e tre i diabetologi che mi hanno seguita nel corso dei miei 60 anni di diabete! Dopo essere

sfuggita a cinque anni di cure inade­guate presso il mio medico di famiglia, sono arrivata dal dottor Georg Con­stam. Negli anni ‘50 era un luminare nel campo del diabete. Per me è stato come un padre. Ho avuto piena fidu­cia in lui e, grazie a lui, non ho sofferto di alcuna conseguenza duratura delle terapie iniziali sbagliate, consigliate dal mio medico di famiglia. Quando sono arrivata da lui avevo già le gam­be blu e numerose infiammazioni ai nervi. La nostra prima figlia pesava 4 chili e 750 grammi alla nascita, men­

Prisma: Lei ha dato voti eccellenti

all’Accu­Chek Mobile nel suo questiona­

rio. È davvero così convinta?

Margrit Ferrari: Certo! L’Accu­Chek Mobile è formidabile. Niente più strisce reattive! Comodo e bello da vedere. E il pungidito è integrato. Semplicemente perfetto!

Nel sondaggio lei ha anche indicato

di essersi portata il suo Accu­Chek

Mobile in viaggio. Dove è andata?

Mio marito, che ha 84 anni, ed io, che ne ho compiuti 80 in aprile, an­diamo volentieri al caldo d’inverno. Quest’anno siamo stati in Kenya, ma abbiamo visitato più volte l’India, la Tailandia, l’Indonesia e l’isola di Bali.

E da un po’ di tempo l’Accu­Chek

Mobile parte con lei?

Proprio così. Anche se devo ammette­re che l’apparecchio potrebbe essere un po’ più leggero. Sa com’è, quando si viaggia si cerca sempre di ridurre il peso al minimo. Ma non rinunce­rei in nessun caso al mio Accu­Chek Mobile. Per me è essenziale.

Lei convive col diabete da 60 anni.

Come ci riesce?

Margrit Ferrari convive con il diabete dall’età di 21 anni. Non ha mai tenuto un diario del diabete,

ma ha vissuto in prima persona le evoluzioni nella terapia del diabete. Oggi non farebbe più a meno

del suo nuovo Accu-Chek Mobile.

reportage

Margrit Ferrari, 80 anni, virtuosa dell’insulina…

Margrit e Arnaldo Ferrari. Lei convive col diabete da 60 anni.

Page 10: Prisma 4/2011 Alimentazione

reportage

tre io all’epoca pesavo appena 40 kg. È stata una fortuna che la bambina sia sopravvissuta. Durante le due gra­vidanze successive sono stata seguita dal dottor Constam. I bambini erano di peso normale alla nascita, e questo dimostrava che il mio equilibrio era stabile.

Come andavano prima le cose col

diabete? Di sicuro c’erano molte

proibizioni?

Non con il mio medico di famiglia. All’inizio mi iniettavo l’insulina, ma quando gli ho detto che preferivo passare alle compresse mi ha detto che era d’accordo. Che incompetente! Il dottor Constam ha alzato gli occhi al cielo quando gliel’ho raccontato, era proprio indignato! Una volta non si poteva fare l’autocontrollo della glice­mia, bisognava andare dal medico – e in genere i risultati erano pronti solo dopo una settimana.

Allora con gli attuali apparecchi per la

misura della glicemia è diventato più

facile controllare l’alimentazione!

In effetti è così, ma io ho le mie abitu­dini. Non ho mai mangiato particolari leccornie e continuo a non farlo. E neppure i dolci. Mi sono abituata alla mia dieta, che funziona ed è stata una compagna fedele per tutti questi anni. E non ho neppure l’impressione di essermi fatta mancare niente.

Com’era avere il diabete 40 o 60 anni

fa? A quei tempi nessuno ne sapeva un

granché su questa malattia.

Infatti. Ma il diabete non è mai stato una priorità assoluta per me. Certo, ho sempre preso molto sul serio la mia malattia, anche grazie ai bravi medici, prima il meraviglioso dottor Con­stam, poi il dottor Peter Hochstrasser, che mi piaceva molto, e ora il dottor Daniel Zimmermann, con il quale mi sento proprio a mio agio. Per me il diabete è stato sempre come un cam­mino parallelo. Io ero diventata com­

messa nella gioielleria Strotz, lungo la Limmat a Zurigo. Il negozio non esi­ste più, ma allora era uno dei migliori. Oggi mi capita ancora di infilare delle collane di perle a domicilio. Una volta imparato, non si dimentica … Fino a 70 anni mi sono anche dedicata all’as­sistenza ai viaggiatori nella stazione di Zurigo: accompagnavo le persone disabili e le aiutavo a trovare quel che cercavano. Altrimenti ho fatto parte della commissione del presepe di Schlieren e per dieci anni ho cucinato per la Pro Senectute.

E tutto questo con la glicemia che

andava sulle montagne russe?

Sì. Ma io lo sento quando il mio tas­so glicemico scende troppo, e allora misuro e poi mangio qualcosa. E se un’ora dopo sento di nuovo che qual­cosa non va, allora misuro di nuovo la glicemia – sennò a che servirebbe il mio comodo Accu­Chek Mobile? – e faccio un altro spuntino, se necessario. Il giorno dopo può darsi che il mio tasso risalga a 9 mmol/L, ma questi sbalzi fanno parte della mia malat­tia. Li tengo sotto controllo, e i miei medici lo sanno. Anche per questo mi considero una «virtuosa» dell’in­sulina: misuro, mangio, inietto … fin quando l’equilibrio non è ristabilito. Ormai fa parte di me. Ogni persona è differente. Ogni diabete è differente. Ma vorrei approfittare dell’occasione per fare coraggio a tutti coloro che mi leggeranno: non siate ansiosi, ma siate testardi e, soprattutto, non lasciate che nessuno vi fermi!

Ecco come convivo con il diabete

Le piacerebbe raccontare la storia della sua vita e del suo diabete ai lettori di Prisma? Di tanto in tanto pubblicheremo storie tratte dal vissuto di persone affette da diabete nella nostra nuova rubrica «Ecco come convivo con il diabete».

Voglia semplicemente inviarci un’e-mail a [email protected] o una lettera indirizzata a «Prisma», Segreteria di redazione, Industriestrasse 7, 6343 Rotkreuz, indicando cortesemente il suo indirizzo e il numero di telefono. Sarà nostra cura fissare con lei un appuntamento per intervistarla.

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Insulinodipendente?Abbonatevi subito alla eNewsletter e vincete: www.accu-chek.ch/eNewsletter

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Accu-Chek Mobile – un pratico aiuto anche prima e dopo i pasti

CVI. L’Accu­Chek Mobile offre inol­tre la possibilità di contrassegnare i valori glicemici misurati prima o dopo un pasto con il simbolo della mela. Questa semplicissima funzione rende molto più evidenti gli effetti degli alimenti ingeriti sulla glicemia. Il controllo sistematico delle coppie di valori glicemici, cioè il valore pri­ma di un pasto e quello misurato da 90 a 120 minuti dopo il pasto, induce i diabetici a meglio comprendere e misurare la propria alimentazione.

L’Accu­Chek Mobile offre anche cinque funzioni memo programma­bili individualmente, ad esempio per aiutarci a ricordare di controllare il tasso glicemico dopo i pasti.

L’Accu-Chek Mobile è probabilmente il sistema di controllo della glicemia più semplice che esista,

dato che effettua i test senza strisce reattive. Inoltre, ai diabetici che devono controllarsi più volte la

settimana offre un metodo semplice e discreto.

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Misurare con regolarità la glicemia?Abbonatevi subito alla eNewsletter e vincete: www.accu-chek.ch/eNewsletter

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I valori registrati possono poi essere consultati sotto forma di valori medi – sia prima che dopo i pasti – calco­lati su 7, 14 o 30 giorni. Un’analisi di questi dati, memorizzati nell’ap­parecchio, facilita la comprensione e l’interpretazione dell’andamento del­la glicemia e consente al medico di adattare opportunamente la terapia, allo scopo di ottenere valori ottimali e ancora più stabili.

Infoteca

La riduzione dello stomaco dovrebbe avere effetti anti-diabeticiLe persone in sovrappeso affette da dia­bete di tipo 2 che sono state sottoposte a un intervento di riduzione dello stomaco dopo l’operazione hanno potuto rinun­ciare in tutto o in parte ai farmaci per il diabete. Inoltre i medici hanno riscontra­to che la glicemia si normalizza più ra­pidamente nei pazienti che, al momento dell’operazione, erano malati da meno di dieci anni ed erano in buone condizioni prima dell’intervento. Fonte: BD 2/2011

Attenzione alle frodiIn internet si viene continuamente som­mersi da offerte di nuove «terapie» con­tro il diabete, grazie alle quali i pazienti andrebbero incontro a una completa guarigione. Tali terapie parrebbero ri­farsi a studi condotti da noti ricercatori. L’unico problema è che gli studi in que­stione non esistono e che gli esperti di diabete negano qualsiasi collaborazione. Il fatto è che in tutto il mondo sono in corso ricerche per evitare o guarire defi­nitivamente il diabete di tipo 1. Sono già stati ottenuti dei risultati parziali, ma la meta finale non è ancora stata raggiunta. Fonte: BD 2/2011

Bevitori avvisatiChi ama gustare una buona birra do­vrebbe adeguare il proprio dosaggio di insulina. Infatti la birra contiene carboi­drati. Inoltre l’alcool abbassa la glicemia. Quindi, grandi quantitativi di birra po­trebbero avere effetti alquanto diversifi­cati sulla glicemia. Fonte: Diabetes Ratgeber, 7/2011

Quali sono gli effetti dei diversi alimenti?Non tutti i carboidrati vengono assimilati dal sangue con la stessa velocità. Mentre i carboidrati presenti nelle bibite zucche­rate vengono assimilati direttamente dal sangue, quelli presenti nel latte vengono assimilati più lentamente. Verdure e le­gumi vengono utilizzati in tempi ancora superiori. Fonte: BD 2/2011

I grassi giustiLe persone in sovrappeso dovrebbero prestare attenzione non solo alla quantità di grassi assunta, ma anche alla loro tipo­logia. Ai grassi di origine animale, quali burro, formaggio o panna, si raccomanda di preferire i grassi di origine vegetale, quali gli oli di oliva, colza o granoturco. Fonte: BD 2/2011

L’avanzata del diabete nelle fasce più deboliNell’odierna società del benessere, so­vrappeso e diabete sono considerate ma­lattie che colpiscono prevalentemente le fasce più deboli della popolazione. Negli USA, dove il numero di persone in so­vrappeso cresce costantemente, emerge chiaramente che i gruppi più colpiti sono rappresentati dalle fasce meno abbienti e meno istruite della popolazione e dalle minoranze. La stessa tendenza è riscon­trabile in Australia. L’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economi­co (OCSE) ha rilevato che in Australia la quota di persone in sovrappeso aumenta più rapidamente che negli altri paesi in­dustrializzati. Fonte: Australisch­Neuseeländischer Hochschulverbund, 8/11

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Con la presente acconsente a ricevere da noi periodicamente informazioni e offerte specifiche personalizzate. Il suo indirizzo non sarà divulgato a terzi. La dichiarazione completa sulla protezione dei dati può essere consultata alla pagina www.roche-diagnostics.ch/motivation.

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16 vivere meglio

Caccia al tesoro e pasticcini

sione, sia con i collaboratori di Roche presenti negli stand informativi, sia tra i partecipanti. Alcuni di loro avevano domande molto concrete. Ad esempio, Edla di Winterthur: «Mi sono infor­mata se posso continuare a utilizzare senza problemi i mie flaconi d’insulina anche cambiando microinfusore e passando all’Accu­Chek Combo. Eh già, bisogna restare informati come pazienti!» Alex, un informatico di

36 anni, si interessa invece più alle fun­zionalità tecniche del sistema. «Avrei qualche suggerimento su come miglio­rare ancora i programmi informatici associati al microinfusore. E ora so a chi rivolgermi in Roche.» Dopo alcu­ne informazioni sulla sede di Roche a Rotkreuz e sull’organizzazione svizze­ra per il marketing e la distribuzione di apparecchi diagnostici, è stato annun­ciato anche un cambiamento in seno

Gli sguardi andavano spesso alle fine­stre inclinate del «Quadra», la mensa del personale di Roche a Rotkreuz… «Reggerà o non reggerà?», ci si chie­deva con ansia. No, non la finestra, chiaramente, ma il meteo! Per l’ottava edizione della «Giornata svizzera dei portatori di microinfusore», organiz­zata dal Swiss Pumpers Club, non si voleva certo una giornata di pioggia! I collaboratori di Roche Diagnostics (Svizzera) avevano messo insieme un mix di simpatiche attività atte a pro­muovere la convivialità e le occasioni per uno scambio di esperienze e di informazioni.

I partecipanti hanno apprezzato la possibilità di informarsi sulle attuali opportunità per la cura del diabete e si sono subito immersi in scambi d’opinione con gli altri presenti. Le modalità di funzionamento e il confort nell’uso di diversi sistemi di microin­fusione sono stati oggetto di discus­

Erano circa 160 i portatori di microinfusore che a fine agosto si sono ritrovati, accompagnati

dai rispettivi partner, nella regione di Zugo per il tradizionale «Swiss Pumpers Meeting».

Ad attenderli c’era un programma variegato e sorprendente.

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ACCU-CHEK, ACCU-CHEK AVIVA COMBO, ACCU-CHEK SPIRIT COMBO e COMBO sono marchi registrati di Roche. Bluetooth® e i relativi loghi sono marchi registrati di proprietà di Bluetooth SIG, Inc., e il loro utilizzo da parte di Roche è soggetto a licenza. ©2009 Roche

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18 vivere meglio

all’organizzazione del Swiss Pumpers Club: Marcel Wüthrich, che fa parte sin dall’inizio del Pumpers Club, si è spostato in Finlandia, dove continua a lavorare per Roche. Ha quindi passato il testimone a Bruno Candrian, attuale responsabile del Marketing Infusion & Customer Care.

Per quanto riguarda le attività pome­ridiane, ce n’erano per tutti i gusti. Al­cuni hanno scelto la passeggiata sulla penisola idilliaca di Chiemen, sul lago di Zugo. Altri hanno inforcato le loro bici e seguito il «pedalatore esperto» Peter Jäggi, capo del Marketing & Sales Diabetes Care, per salire sino alla Michaelskreuz attraverso sentieri rupestri. Il portatore di microinfusore Ramon era nel gruppo e racconta: «A parte una camera d’aria bucata, tutto era splendido. Il panorama da lassù è magnifico e i sentieri molto vari. Ven­go dal lago di Costanza ed è la prima volta che partecipo, ma sicuramente non l’ultima! Infatti fa bene poter parlare con altri diabetici. E grazie al contatto che ho avuto con altri utenti di microinfusore mi sono finalmente deciso anch’io per questo sistema. E oggi posso finalmente dormire più a lungo la domenica, mentre prima era praticamente impensabile.»

Le altre due escursioni proposte sem­brerebbero a prima vista inadatte per dei diabetici. Come mai andare a visi­tare una distilleria, oppure un negozio di pasticcini? Non sarebbe meglio fare una croce su certe delizie? Roberto, anche lui portatore di microinfusore e pasticcere per hobby, ci spiega: «An­che noi diabetici possiamo apprezzare i dolciumi, ma sempre con mode­razione e naturalmente con i dovuti autocontrolli.» Il gruppo ha quindi visitato la distilleria Etter Söhne AG e, in seguito, la pasticceria Speck, di lunga tradizione familiare a Zugo. Lì l’apprendista Sebastian ha svelato con charme e competenza i segreti della famosa torta di Kirsch zughese. Tutt’altro che un prodotto per diabe­tici, dato il suo alto tenore di alcol! E la degustazione è stata logicamente ac­compagnata da animate discussioni sui carboidrati e sulla quantità di insulina necessaria a regolare il tasso glicemico. Durante questa visita, i bambini e gli

adolescenti svolgevano un programma speciale: i più piccoli erano stati man­dati sulle tracce dell’orso e del lupo nello zoo di Goldau, i più grandicelli hanno potuto partecipare a una caccia al tesoro attraverso la città di Lucerna.

La sera tutti i gruppi si sono ritrovati a Rotkreuz per una cena e uno spetta­colo divertente presentato dal gruppo «Les Serwös Nervös» (che corri­sponde a «les serveuses nerveuses», ma con l’accento svizzero tedesco). Le reazioni tra i partecipanti a que­sta giornata restano prevalentemente positive. Martin, che vive ad Alpnach, ad esempio ci ha detto: «Non è per niente scontato, per una ditta, organiz­zare un incontro del genere. Ma per noi che utilizziamo i microinfusori è molto importante poterci scambiare le nostre esperienze. E penso che il con­tatto con i portatori di microinfusori sia importante anche per Roche.» Una dichiarazione alla quale il nuovo diret­tore Marketing Infusion & Customer Care, Bruno Candrian, aderisce senza riserve. «Sono sempre molto sorpreso della fedeltà che ci dimostrano i nostri clienti. Ma questa non viene dal nulla. Per essere innovativi noi dobbiamo conoscere a fondo i bisogni, le aspetta­tive e le esperienze dei nostri clienti.» Il più grande complimento per questa riuscitissima giornata gli organizzatori l’hanno ricevuto alla fine, quando i messaggi del tipo «Ci vediamo l’anno prossimo!» non si contavano più.

Cos’è il Swiss Pumpers Club? Un’associazione nata nel 2003 che intende rappresentare una piattaforma di scambio di esperienze per i portatori di microinfusori. Ha lo scopo di favorire questo scambio sia tramite Internet, sia attraverso contatti personali in occasione dei meeting nazionali o degli incontri regionali che organizza. Promotore e sponsor principale di questo Club è Roche.

Troverete ulteriori informazioni sul sito www.swisspumpers.ch e su www.facebook.com/swisspumpers

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La nostra ricetta di Natale: un piatto festivo vegetariano

Crostata di funghi «Magia invernale»Per le tavole dei giorni di festa, dall’Avvento a Capodanno

Ingredienti per quattro persone: 250 g di pasta sfoglia, spianata a rettangolo 1 cipolla di media grandezza 3 cucchiai di olio d’oliva 1 kg di funghi freschi (misti: porcini, cantarelli, prataioli, ecc.) 2 spicchi d’aglio 2 cucchiai di dragoncello 100 g di pane grattugiato 250 ml di panna acida semigrassa 1 mazzetto di prezzemolo Sale e pepe quanto basta

Modalità di preparazione: Tagliare finemente la cipolla e farla imbiondire nell’olio d’oliva. Selezio­nare i funghi, eventualmente tagliare a metà i più grandi, aggiungere alla cipolla e rosolare a fuoco medio. Quando il liquido è evaporato, aggiungere l’aglio, il dragoncello e il pane grattugiato, quindi mescolare, condire con sale e pepe. Lasciar raffreddare completamente. Preriscaldare il forno a 220°. Disporre il miscuglio di funghi al centro della pasta sfoglia spianata. Ripiegare i bordi della pasta sopra i funghi e chiudere facendo pressione. Praticare dei fori accuratamente con una forchetta affinché il vapore possa uscire durante la cottura. Con i resti della pasta sfoglia ritagliare dei soggetti natalizi con delle formine e usarli per decorare la crostata. Spalmare quest’ultima con acqua e cuocere in forno per 20 minuti. Per la salsa, tagliare finemente il prezzemolo e mescolare con la panna acida semigrassa. Salare a volontà.

Si accompagna con un’insalata di radici d’inverno condita con una salsa al wasabi.

TA. Ogni famiglia ha le proprie tra­dizioni di Natale anche per quanto concerne il menu festivo. Alcune ci tengono a festeggiare la vigilia di Natale con la fonduta bourguignon­ne; basta apparecchiare decorando piacevolmente la tavola e non c’è molto da fare in cucina. Altre si accon­tentano di un grande buffet di piatti freddi, mentre altre ancora prepara­no un bel menu di più portate e alla fine si scambiano i regali. Tuttavia la situazione diventa difficile quando i gusti sono differenti o se la famiglia è composta sia da vegetariani che da carnivori. Beninteso il tacchino, sem­pre più amato anche in Svizzera, fa un bel figurone sulla tavola dei giorni di festa. I piatti vegetariani possono te­nergli testa? Cosa mangiano a Natale i vegetariani, tra i quali si contano il fondatore della Croce Rossa Henry Dunant, l’attore Brad Pitt e la modella Nadja Auermann? Essi rimangono un gruppo piuttosto ristretto anche in Svizzera. Nel 2002 solo il 2,5% della popolazione si nutriva in modo stret­tamente vegetariano. Ma la tendenza è al rialzo, senza contare i vegetariani occasionali. La redazione di Prisma ha scoperto per voi un piatto principale senza carne che è anche una delizia per gli occhi.

Non ci sono solo la fonduta bourguignonne o il tacchino a far bella figura in

tavola nei giorni di festa; anche certi piatti vegetariani possono essere una vera

delizia per gli occhi e per il palato.

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19La nostra ricetta di Natale…

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A tavola in luoghi particolari, per risvegliare tutti i sensi

La fonduta in funiviaSembra essere la conclusione ovvia di una giornata sugli sci: mentre la funivia vi fa dondolare dolcemente lungo il Cervino, voi bagnerete il pane nella fonduta. Nel Vallese è pos­sibile mangiare la fonduta nei tratti di funivia tra Bettmeralp e Bettmerhorn e tra Grächen e Hannigalp. L’impresa basecamp organizza sia questo tipo di fonduta, sia una fonduta in un iglù, ma anche altre serate poco convenzionali. Ad esempio quella in cui gli invitati sono a loro volta sollecitati a parteci­pare alla preparazione del pasto.

www.graechen.chwww.basecamp.ch

Mangiare nel silo di una minieraMettersi a tavola dove tempo fa si estraevano dei minerali? Certo, perché no? Il silo della miniera di Herznach nel Fricktal è stato restaurato con molto amore dai proprietari entusiasti. E ora offre non solo un pernottamento Bed & Breakfast ma, nella grande sala rotonda in alto, anche delle proposte culinarie. Il panorama, che da quassù è stupendo, e la storia affascinante dei luoghi ne fanno un’esperienza unica.

www.bergwerksilo.ch

TA. Si dice che anche l’occhio vuole la sua parte! Ma oggi non si tratta più soltanto di soddisfare il palato e la vista, ma di risvegliare anche gli altri sensi. Tutto ciò è iniziato quando alcuni hanno cercato un ambiente particolare per una cena o per un pranzo: che si tratti di una capanna di palme con le tigri in agguato, o di un castello medievale… Anche la cena sotto il tendone del circo, men­tre che gli artisti fanno spettacolo, fa parte di questo nuovo ramo della gastronomia. Le offerte di gastrono­mia­esperienza diventano sempre più particolari, sino a relegare in sordina il menu. Fa eccezione la cucina mo­lecolare, che ha suscitato per qualche stagione l’interesse dei buongustai.

Una conversazione interessante pare non sia più sufficiente a tavola. Varie offerte gastronomiche

che legano il piacere della tavola ad esperienze per gli altri sensi spuntano come funghi su Internet.

Una fonduta in funivia a Grächen, tipica desti-nazione per le famiglie.

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Guarda Val sull’alpeggio vicino a Lenzerheide: qui si tratta di riscoprire la natura.

Un’indagine criminale durante la cena? Il «giallo» è servito!Un cadavere come primo piatto? Durante una cena­indagine gli invitati sono coin­volti in un omicidio che devono risolvere nel corso della cena, o meglio dell’intera serata. Gli attori penseranno a divertire gli invitati e a catturarne l’attenzione, mentre i cuochi danno il meglio di sé per il piacere del palato. Questa formula vie­ne utilizzata in diversi siti.

www.dinnerkrimi.ch

Ritorno alla naturaE per coloro che cercano qualcosa di an­cor più particolare, perché non scegliere la valle di Lenzerheide? L’albergo Guarda Val si compone di diversi chalet e rustici magnificamente restaurati. L’autenticità dei luoghi si combina con la semplicità e offre una sensazione unica di trovarsi in montagna, di cui si può godere già al ristorante. L’esperienza include la natura, la tranquillità e il ritrovare se stessi.

www.guardaval.ch

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PRISMA: rivista a stampa o digitale?Avete partecipato in forza al nostro mini-sondaggio. E le vostre annotazioni ci hanno dato la misura di quanto voi, abbonati di PRISMA, possiate avere personalità differenti. Le vostre osservazioni ci hanno colpito positivamente. C’era di tutto, dalle nuove proposte alle critiche costruttive – e tantissimi ringraziamenti e incoraggiamenti. Nei prossimi mesi analizzeremo tutto con calma. E speriamo di potervi svelare, già nella prossima edizione, in che direzione vi saranno cambiamenti, sia per la rivista a stampa che per quella in formato digitale.

Tra tutti coloro che hanno partecipato, sono stati estratti a sorte tre iPad. Abbiamo avvertito direttamente i tre vincitori, ai quali auguriamo grande soddisfazione con i loro nuovi gingilli elettronici.

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22 prodotti

Maggior sicurezza grazie all’autocontrollo della coagulazione

stione migliora la qualità della terapia anticoagulante orale.

I pazienti in grado di effettuare essi stessi l’autocontrollo della coagula­zione con un apposito apparecchio di misura e di applicare via via gli opportuni adattamenti della terapia presentano un minor numero di complicanze rispetto a coloro che effettuano un controllo presso il me­dico di famiglia ogni 4 – 6 settimane.

È ciò che risulta dalle osservazioni sistematiche descritte in 14 studi di particolare rilevanza in questo campo. Il numero di eventi clinici, quali ad esempio emorragie cerebrali gravi, è diminuito drasticamente, ma si è osservata anche una riduzione impor­tante dei casi di mortalità. Va detto però che l’autocontrollo non si addice a tutti i pazienti; ai candidati oppor­tunamente selezionati deve essere offerta la necessaria formazione.

Il fatto che sempre più test ven­gano svolti con la collaborazione del paziente o siano effettuati dal paziente stesso ha permesso all’auto­monitoraggio di svilupparsi anche nell’ambito dell’anticoagulazione con antagonisti della vitamina K. Diversi studi clinici hanno esaminato gli ef­fetti dell’autocontrollo e dell’autoge­stione dell’anticoagulazione rispetto al monitoraggio standard e sono arrivati alla conclusione che l’autoge­

Ora i pazienti diabetici sotto anticoagulanti hanno la possibilità di misurare da soli il tasso di coagulazione

del sangue. Dal 1° luglio anche un apparecchio CoaguChek®XS e le relative strisce reattive saranno

rimborsati dalle casse malati. L’autocontrollo della coagulazione è stato infatti introdotto nell’elenco

EMAp (elenco dei mezzi e degli apparecchi) dell’Ufficio federale della sanità pubblica.

prodotti

CoaguChek® XS per un autocontrollo della coagulazione

A certi gruppi di pazienti è data la possibilità di effettuare, in collaborazione

col medico curante, l’autocontrollo della coagulazione mediante il sistema

CoaguChek® XS. L’autocontrollo della coagulazione è particolarmente adatto

per i pazienti che viaggiano molto o che si trovano spesso all’estero.

Dei medici specialisti offrono a questi pazienti un’intera giornata di forma-

zione approfondita su tutti gli aspetti importanti dell’autocontrollo della

coagulazione. Tali corsi sono offerti nella Svizzera tedesca e nella Svizzera

romanda dalla Fondazione Coagulationcare.

Per ulteriori informazioni al

riguardo, consultare il sito

www.coagulationcare.ch

Oppure richiedetele a:

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Autogestione della coagulazione con CoaguChek ®XS Precisione e conformità per maggior sicurezza

Elevata precisione coefficiente di variazione (CV) = 3,9%

Elevata correlazione con il test in laboratorio

Conforme alle raccomandazioni dell’OMS: Indice Internazionale di Sensibilità (ISI) = 1,01)

Controllo di qualità integrato prima di ogni misurazione

Possibilità di applicare la goccia di sangue da tre lati differenti della striscia reattiva

Non è necessario riporre le strisce reattive in frigorifero

Rete di formazione in tutta la Svizzerawww.coagulationcare.ch

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Apprezzato da 200’000 utilizzatori in Europa e approvato da numerosi studi clinici. Approfittate anche voi dell’esperienza ventennale di Roche Diagnostics nell’autogestione della coagulazione.

1) Raccomandazione dell’OMS : ISI = 0,9 - 1,7. Fonte : World Health Organization Committee on Biological Standardization: Guidelines for thromboplastins and plasmas used to control anticoagulant therapy. WHO Technical Report Series 1999; 889: 64-93.

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Prima dei pasti Dopo i pasti

Quando la performance incontra il design.

Desiderate ulteriori informazioni?I nostri collaboratori sono a vostra disposizione.Hotline diabete: 0800 803 303, e-mail: [email protected] sul sito Internet: www.accu-chek.ch/nano

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Accu-Chek Aviva Nano.Per un miglior controllo del diabete.• I pittogrammi prima e dopo i pasti la aiutano a monitorare gli effetti del cibo sulla glicemia

• Il display a caratteri luminosi assicura la massima leggibilità anche al buio

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