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Associazione Culturale Nero Cafè Primo Corso di Editing a Modalità Mista Principi di redazione e impaginazione La messa in pagina del testo di Laura Platamone lezione 6

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Associazione Culturale Nero Cafè

Primo Corso di Editing a Modalità Mista

Principi di redazione e impaginazione

La messa in pagina del testodi

Laura Platamone

lezione 6

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Principi di redazione e impaginazione - La messa in pagina del testoDispensa n. 6 del Corso di Editing a modalità mistaAssociazione Culturale Nero CafèAutore: Laura Platamone

Questa dispensa è proprietà esclusiva dell’autore che ne detiene tutti i diritti di riproduzione, diffusione, distribuzio-ne e alienazione, nonché ogni ulteriore diritto individuato dalla vigente normativa in materia di diritto d’autore.Le dispense e il loro contenuto non possono pertanto es-sere cedute, copiate, diffuse o riprodotte, né citate, sinte-tizzate o modificate, anche parzialmente, senza l’esplicito consenso del loro autore e al di fuori del Corso per il quale sono state realizzate.

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Indice

Introduzione 3

L’impaginazione 4

Indesign 4

Le cornici di testo 7

Le pagine Mastro 8

La gestione del testo. Carattere e paragrafi 9

La gestione dei paragrafi 12

L’esportazione del file per la stampa 13

Esercitazione 15

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Introduzione

In questa sesta lezione impareremo le nozioni base per usare Indesign e quindi impaginare un testo. Spiegheremo le funzio-ni essenziali del programma soffermandoci su quelle necessarie per la realizzazione di un libro e tralasciando tutto ciò che non ci interessa e servirebbe solo a complicare le cose. Indesign è infatti un programma molto ricco e articolato e il suo uso per la realizzazione di prodotti complessi può essere molto complica-to. Noi impareremo solo ciò che ci serve e ci concentreremo sul modo più semplice per ottenere un risultato professionale ed elegante. questa premessa è necessaria perchè aprire per la prima volta Indesign può essere un’esperienza straniante: tante finestre, tanti strumenti, tanti comandi. Non lasciatevi scoraggiare, in breve tempo e con un po’ di esercizio riuscirete a organizzare la vostra area di lavoro e orientarvi senza problemi.

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L’impaginazione

L’Impaginazione è quel processo che fa sì che il testo, già sotto-posto a una prima correzione, venga inserito in un programma specifico che permetta di ottenere quello che poi sarà il file fi-nale di stampa in pdf. Anche con Word è possibile esportare in questo formato eppure risulta essere uno strumento inadatto a ottenere una buona forma editoriale perché non permette di gestire alcuni elementi in maniera versatile come invece avviene coi programmi di Desktop Publishing. Analizzeremo questi ele-menti nello specifico andando avanti in questa lezione. Intanto bisogna fare una breve premessa che riguarda questo tipo di Software. Fino a qualche anno fa in editoria si usava QuarkXpress, un pro-gramma che non aveva rivali fino a che l’Adobe non ha lanciato InDesign. Oggi sempre più operatori del settore stanno viran-do verso questa alternativa. Il motivo è presto spiegato. L’Ado-be è una casa produttrice di software di grafica di diverso tipo. Tra i più noti dei suoi prodotti possiamo ricordare Photoshop e Illustrator. Il primo è in genere usato in casa editrice per la realizzazione delle copertine. I programmi di casa Adobe sono perfettamente integrati l’uno con l’altro ciò significa che io pos-so aprire in InDesign una immagine realizzata con photoshop. I programmi Adobe hanno inoltre interfacce molto simili e quindi è abbastanza semplice imparare a usare l’uno se si è capaci di lavorare con l’altro. Questa possibilità di “far lavorare insieme” tutti i programmi necessari alla realizzazione del libro è una del-le motivazioni alla base della preferenza che sempre più editori stanno accordando a InDesign a scapito di Xpress.

InDesign

Come abbiamo accennato InDesign è un programma di Desktop Publishing, ossia un software che permette di creare file adatti alla pubblicazione. Tra le sue funzioni avanzate ci sono anche tipi di esportazioni complesse come quella in Epub (per gli ebo-ok) o flash (per le presentazioni e le riviste interattive) ma noi ci concentreremo principalmente sulle funzioni di base per realiz-

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zare un impaginato editoriale per la stampa nella forma libraria.

Creare nuovi documentiLa progettazione grafica di una pagina inizia con gli elementi di base: aprite un nuovo documento, impostate le pagine e posi-zionate margini e colonne.

Scegliete file > nuovo > Documento

La finestra di dialogo Nuovo documento unisce le finestre Im-posta documento e Margini e colonne, in modo da poter impo-stare la dimensione della pagina, i margini e le colonne. Potete modificare queste impostazioni in qualsiasi momento. Scegliete le dimensioni pagina desiderate o specificate i valori di larghez-za e altezza per il documento.In genere nell’editoria si lavora su formati A5 di 15x21 cm.Specificate poi le opzioni nelle sezioni Margini e Colonne. Se si sta creando un file per la stampa tipografica probabilmente sarà necessario anche impostare le abbondanze tramite i comandi della pagina al vivo. Questa si estende oltre i bordi della Dimen-

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sione pagina specificata e serve ad avere alcuni mm di margine necessari per il rifilo della pagina stampata. Non è molto impor-tante quando si lavora su testi in bianco e nero stampati su carta ma è fondamentale nel caso delle copertine e di testi con imma-gini al vivo (ossia che arrivano al bordo della pagina)

Gli strumenti di InDesign

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Area indicazioni L’area indicazioni viene tolta quando il documento

informazioni per la stampa, barre colore personalizzate e istruzioni

e informazioni del documento. Gli oggetti posizionati nell’area

dalla pagina al vivo o dall’area indicazioni non vengono stampati.

Panoramica della finestra del documento

Normale. Per passare alla visualizzazione Normale, scegliete Visualizza>

Modalità schermo> Normale. Quando il documento viene visualizzato in

uno sfondo grigio. Potete cambiare il colore di sfondo dell’anteprima e

il colore delle guide nelle preferenze Guide e tavolo di montaggio

B. Pagina (linee nere)

C. Guide margini (linee

magenta) D. Guide colonne

(linee viola) E. Area di

pagina al vivo (linee rosse) F.

Area indicazioni (linee blu)

Le linee di altri colori sono le guide righello, nel colore del livello selezionato.

Le guide colonne sono visualizzate davanti alle guide margini. Quando una

guida colonna si trova davanti a una guida margine, quest’ultima risulta nascosta

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Nell’area di lavoro, troverete la palette degli strumenti. Chi ha già usato programmi Adobe la troverà simile a quella presente in Photoshop o illustrator, per gli altri sarà necessario un po’ di tempo per imparare a orientarsi ma nessuna paura è meno com-plicata di quello che sembra!Tenete conto del fatto che nell’impaginazione di un libro gli strumen-ti che si usano sono in genere solo quelli di selezione (le due freccet-te) e lo strumento testo più di rado la penna, le forme e i colori. Lo strumento selezione normale (freccia nera) serve per seleziona-re i vari elementi della pagina e cambiare la loro disposizione. Lo strumento selezione diretta serve per cambiarne la forma, lo stru-mento testo per qualsiasi tipo di intervento da applicare sul testo.

Le cornici di testo

Tutto il testo in Adobe InDesign è racchiuso in contenitori detti cornici di testo. Come le cornici per grafica, le cornici di testo possono essere modificate. Lo strumento usato per sele-zionare una cornice di testo determina il tipo di modifica che potete apportarvi:• Usate lo strumento testo per modificare il testo in una cornice.• Usate lo strumento selezione per operazioni di layout generali• Usate lo strumento selezione diretta per modificare la forma

di una corniceLe cornici di testo possono essere collegate e vengono definite concatenate. In questo modo un testo più lungo di una pagina verrà distribuito in varie cornici di testo collegate fra loro scor-rendo in maniera fluida ogni volta che viene modificato. Per im-portare il testo da word usate lo strumento inserisci dal menù fi-le. Potete anche copiare e incollare il testo da word su InDesign.Attenzione quando importate perchè parte della formattazione potrebbe andare persa. Questo è infatti il momento più critico del lavoro di impaginazione. Per ovviare all’inconveniente si possono usare gli stili di paragrafo e di carattere impostandoli dalle appo-site finestre, ma la verità è che non esiste uno strumento perfetto che permetta di importare il testo dando tutte le istruzioni neces-sarie a evitare qualunque tipo di intervento successivo. Quando importerete il testo il più delle volte il programma si li-

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miterà a riempire la prima cornice, in basso a destra spunterà un segno rosso che indica che c’è del testo nascosto.

Per inserire il testo rimanente bisogna cliccare col puntatore su questa piccola casella, vedrete che accanto al puntatore com-pariranno dei segni, ora posizionatevi sulla pagina successiva, nell’angolo superiore sinistro della cornice di testo e tenendo premuto shift incollate il testo rimanente. Questo scorrerà nelle pagine successive creando tutte quelle necessarie a contenere tutto il testo nascosto.

Le pagine mastro

Una pagina mastro è come uno sfondo che potete applicare rapidamente a più pagine. Gli oggetti della pagina mastro compaio-no in tutte le pagine a cui è applicata. Nelle pagine del documento, gli elementi provenienti dalla pagina mastro sono identificati da un bordo punteggiato. Le modifiche apportate alla pagina mastro vengono riportate automaticamente sulle pagine associate ad es-sa. In genere le pagine mastro contengono logo ripetuti, numeri di pagina, intestazioni e piè di pagina. Possono anche contenere cor-nici di testo o di grafica vuote, che fungono da segnaposto nelle pagine del documento. Potete creare una nuova mastro da zero oppure usare come base quelle preesistenti. Trovate i set di mastro in alto nel pannello pagine e da lì potete modificarle a vostro piacimento. I set di mastro necessari quan-do si impaginano il libro sono in genere una mastro bianca per le pagine di apertura e quelle di chiusura capitolo, una Mastro con i numeri di pagina e una con le testatine (quando richieste).Per applicare una mastro a una pagina, trascinate l’icona del-la pagina mastro sull’icona di una pagina nel pannello Pagine. Quando un rettangolo nero circonda la pagina desiderata, rila-sciate il pulsante del mouse.Per applicare la mastro a più pagine, selezionatele dalla finestra pagine e poi trascinate la Mastro sopra alla selezione oppure clic-cate col tasto destro e selezionate applica mastro alle pagine.

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La gestione del testo. Carattere e paragrafi

Impostati il layout del documento e le Mastro non resta che ge-stire il testo e tutti i suoi attributi. Di molti di questi abbiamo già parlato nella lezione precedente (font, interlinea, giustificazio-ne, ecc). Tutti questi elementi si regolano dalle finestre carat-tere e paragrafo che potete aprire andando sul menù finestra > testo > carattere/paragrafo.

Da questi due pannelli è possibile gestire tutti gli attributi del testo sia per quanto riguarda il singolo carattere che per il para-

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grafo. I simboli sono piuttosto intuitivi quindi la gestione dei vari parametri risulta immediata e con un po’ di pratica orientarsi diventa abbastanza facile.

I fontDalla Palette dei caratteri o dalla barra in alto è possibile gestire i font. Come abbiamo già spiegato nella lezione precedente, un font è un insieme completo di caratteri, cioè di lettere, numeri e simboli che condividono spessore, larghezza e stile.I tipi di carattere, detti anche famiglie di caratteri o famiglie di font, sono raccolte di font che condividono lo stesso aspetto e progettati per essere usati insieme.Il formato di stile è una variante di un singolo font appartenente a una famiglia di font. In genere, lo stile Roman o Plain è il font di base, che può includere formati quali normale, grassetto, se-migrassetto, corsivo e grassetto corsivo.Per impostazione predefinita, la dimensione del font viene cal-colata in punti. È possibile specificare qualsiasi dimensione di font compresa tra 0,1 e 1.296 punti, in incrementi di 0,001 punti.Selezionate i caratteri o gli oggetti di testo da modificare. Se non si seleziona del testo, la dimensione del font verrà applicata al nuovo testo.Se aprite o inserite documenti che usano font non installati nel sistema, un messaggio elenca i font mancanti. Se selezionate del testo in cui sono usati font mancanti, il pannello Carattere o Controllo indicherà questa informazione tra parentesi nel menu a comparsa dello stile del font. InDesign sostituisce i font man-canti con un font disponibile. Quando ciò accade, potete sele-zionare il testo e applicare qualsiasi altro font disponibile. Per impostazione predefinita, il testo formattato con font mancanti viene visualizzato con evidenziazione rosa.

L’interlineaLa spaziatura verticale tra le righe di testo è detta interlinea. L’interlinea è misurata dalla linea di base di una riga di testo a quella della riga di testo sopra di essa. La linea di base è la linea invisibile su cui poggiano le lettere senza discendenti.Per impostazione predefinita, l’interlinea è impostata sul 120%

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della dimensione del testo, ad esempio su 12 punti per un testo di 10 punti. Se viene usata l’opzione di interlinea automatica, In-Design visualizza il valore dell’ interlinea tra parentesi nel menu Interlinea del pannello Carattere.In genere nei prodotti editoriali, l’interlinea deve essere di 1,5/1,7 pt superiore alla dimensione del carattere. Questo vuol dire che se usiamo un testo 12 l’interlinea dovrà essere impostata a 13,5/13,7 e via dicendo.

Il TrackIl comando track serve a gestire gli spazi tra le lettere di una parola. Questo comando è molto importante perché consente di risolvere alcuni dei problemi relativi all’impaginato come ve-dove, orfane e righini. Il righino è nel gergo tipografico una riga eccessivamente breve rispetto alla giustezza della pagina e che per questo è ritenuta poco elegante (in genere una parola o meno).

Tipi particolari di righini sono la vedova e l’orfana. La vedova è una parte di parola che finisce nella riga successiva.

L’orfana è l’ultima sillaba di una riga che chiude quasi al margine dello specchio di pagina lasciando solo un piccolo spazio.

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L’interlinea

La spaziatura verticale tra le righe di testo è detta interlinea. L’interlinea

è misurata dalla linea di base di una riga di testo a quella della riga di

testo sopra di essa. La linea di base è la linea invisibile su cui poggiano

le lettere senza discendenti.

dimensione del testo, ad esempio su 12 punti per un testo di 10 punti.

Se viene usata l’opzione di interlinea automatica, InDesign visualizza il

valore dell’ interlinea tra parentesi nel menu Interlinea del pannello

Carattere.

A. Interlinea B. Altezza del

testo C. La presenza di una

parola con dimensione font

maggiore comporta l’aumento

dell’ interlinea per quella riga.

Usare i capilettere

Potete aggiungere un capolettera a

La linea di base del capolettera si

trova una o più righe sotto la linea di

base della prima riga del paragrafo.

Potete anche creare uno stile di carattere da applicare ai caratteri del

capolettera.

Creare un capolettera

Con lo strumento testo selezionato, fate clic sul paragrafo in cui »intendete inserire il capolettera.

Nel pannello » Paragrafo o Controllo, digitate un valore in Numero righe

per capolettera per indicare il numero di righe che il capolettera dovrà

E guardava, l’uomo, quel corpo modellato nella pietra più preziosa della terra. Nessun artista al modo avrebbe potuto scolpire �gura più affascinante. Quella era l’essenza dell’amore, della libidine.

Poi le fu di nuovo al �anco e con il tocco delicato dei polpastrelli salì dalle caviglie �n su le cosce, immaginando di sollevare la leggera sottana, duro ostacolo a protezione del fuoco intimo della donna. Si chinò a baciarle il collo, mentre la mano continuava a giocare con toc-chi delicati sulle gambe. Era fredda, la Regina, e immobile, e assente, e… tutto quello che un’amante non doveva essere, lei lo incarnava. Chiuse gli occhi, Giorgio, e allontanò la razionalità dalla sua mente. È una donna. Una donna. Una donna. Solo quello doveva essere il suo pensiero. Una donna. E come tale, doveva amarla.

Quando sotto ai polpastrelli credette di intuire qualcosa di morbi-do, quasi si ritrasse, spaventato. Sentì il cuore accelerare la sua corsa nel petto e un brivido strisciare lungo il corpo. Cacciò ogni sensazione con un sospiro lungo e rumoroso. E tornò a carezzarla e baciarla e carezzarla e baciarla.

Fino a che la sottana non divenne della consistenza della seta e sci-volò in alto, liberando un’altra porzione di gambe, scoprendo il cen-tro del fuoco di ogni donna. Giorgio continuò senza fermarsi. A quel punto si sarebbe comportato diversamente, ma quella era la Regina, e le regole andavano riscritte in quel momento.

E fu proprio lei, quella donna fatta di diamanti, a suggerire il passo successivo. Il suo corpo composto di luce e trasparenza si mosse sotto le sue carezze. Giorgio credette di vedere un abbozzo di sorriso su quel volto rigido. Le braccia si distesero sul letto, così come le gambe vennero divaricate, lentamente, con un movimento languido e sensua-le. Fu l’uomo a sollevare ancora un poco la sottana e a scoprire che l’intimità di quell’amante di pietra non nascondeva altri indumenti.

Un raggio di sole tagliò in due la stanza, perdendosi nel corpo della donna, prigioniero. Nello stesso momento Giorgio si chinò tra le sue gambe, baciando le cosce con tocchi lievi. Quando la s�orò con la punta della lingua, si sorprese. Non credeva che un corpo fatto intera-mente di diamanti potesse nascondere, tra le pieghe della sua madida femminilità, tanto calore.

Perché a un certo punto, e lo fanno solo le donne, vogliono guardarti negli occhi e cercano cercano cercano chissà cosa. Forse il pensiero di un’altra donna. E se c’è, lo trovano. E se c’è, non avete scampo. Ti guardano negli occhi e non puoi fuggire. Lo sanno fare bene. Altri-menti non sarebbero donne.

DUE..Non è che Giorgio fosse proprio instancabile. Con le donne. Tra amici certe cose si raccontano e Alessio ne sa molte di queste faccende. A un certo punto si lascia servire, si mette comodo e… gli piace pro-prio fare così. E forse è bravo a convincerle tutte, o forse no, ma lui ci prova e chissenefrega se lei s’incazza. Chissenefrega non lo può dire là dentro. Chissenefrega la Regina non lo accetta. No di certo. Non lo accetta.

TRE…Non è che Giorgio certe cose se le tiene per sé. Delle donne. Ne par-la, ne parla, ne parla appena può. Con gli amici, certo, qualche volta anche con qualcun altro. Ma ne parla, è questo che conta. E non è che tutte le donne stanno lì a far parlare di sé. Non tutte, ma molte sì. Non la Regina. Di lei parlano in molti, ma prima di andare. Dopo, è tutta un’altra storia. Non è una conquista, la Regina. Non è una che sta lì per fartelo poi raccontare. No, non è così la Regina. E lo capirà, che a Giorgio piace parlare. Certo, lo capirà.

QUATTRO….Non è che Giorgio voglia proprio ricucire. Con Lidia. È che gli brucia dentro quel fatto di essere stato beccato. Non gli era mai capitato pri-ma, neanche una volta, mai. Poi era successo con Lidia, mentre lui e Giulia… e adesso Giorgio vuole cancellare lo smacco. Vuole che tutto torni come prima. Giocare senza essere dif�dato. Per questo è dalla Regina, non per Lidia. Chissenefrega di Lidia. E le donne non amano quando giochi con loro, e se sei una Regina, soprattutto, questa cosa ti fa imbestialire. Incazzare era forse il termine più adatto. Anche a una Regina come lei. Di Amante.

La donna sentì il calore crescere in lei come un fuoco appiccato tra le sterpaglie, inarrestabile. Erano pochi gli uomini che sapevano do-sare bene le prime carezze. Baci lievi, tocchi appena accennati, mani danzanti.

Qualcosa si accese quasi subito e un senso di sollievo risalì lungo un percorso smarrito nella sua mente. Piacere, calore, piacere, calore… desiderio. Era quella la parola chiave. Andava costruito un po’ alla volta, �no a farlo esplodere.

Alla �ne, dopo un tempo brevissimo, riuscì a sciogliere il freddo che la bloccava e con più naturalezza di quanto ricordasse essere in grado di fare, si mosse. Aveva chiaro in mente il passo successivo. Anche lui probabilmente mirava a quello e quando lei socchiuse le gambe lui non perse l’occasione. Scivolò tra le cosce con un movimento abile e studiato, strusciando la pelle morbida delle gambe, indugiando il giu-sto, pizzicando con la punta della lingua e… l’affondo scivolò in un umore denso e caldo.

E allora, dopo anni che non accadeva, la Regina avvampò, pregu-stando il momento in cui sarebbe stata vinta da un’ondata di piacere. Il suo corpo, non più completamente pietra, non del tutto carne, ades-so le permetteva di assecondare l’abile gioco dell’uomo. Quando un piccolo morso le strappò un gridolino di piacere, sul viso le si sciolse anche un pianto morbido.

Giorgio �nalmente la sentì godere. Un suono distinto, un gemito che la donna non riuscì a trattenere, proprio quando le mordicchiò la pel-le morbida tra le gambe. Adesso il suo corpo aveva quasi la consisten-za reale, benché rimanesse trasparente come la pietra preziosa che la teneva prigioniera nel suo peccato.

Fra poco sarai libera, pensò l’uomo, concedendo alla sua lingua un affondo più deciso. Quando credette che fosse giunto il momento, alzò la testa e si rizzò in piedi. Senza scendere dal letto si scostò legger-mente e abbassando lo sguardo cercò la �bbia della cinta. Ora quella donna avrebbe conosciuto con�ni del piacere prima solo immagina-bili.

Incrociò il suo sguardo nel momento esatto in cui iniziò a s�larsi i pantaloni.

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Alcune righe di testo, nonostante la sillabazione, presentano spaziature troppo ampie tra le parole. Anche questo è un pro-blema del testo che può essere risolto modificando il track.

Anche una riga che passa a pagina successiva senza riempirne la giustezza è un errore da evitare.

Tutti questi errori si correggono modificando il track. Assegnan-do valori che vanno fino a massimo di -25 si stringe lo spazio tra le lettere di un paragrafo permettendo ai righini di risalire nella riga superiore. Si possono anche usare valori positivi fino a +10 per allungare le righe. Bisognerà capire di volta in volta quale può essere l’intervento più efficace per risolvere il problema.

Gli attributi del testodalla palette caratteri si possono anche facilmente attribuire al testo qualità specifiche.

Troviamo nell’ordine grassetto, corsivo, maiuscoletto, apice, pedice, sottolineato, sbarrato. Basta selezionare il testo da mo-dificare e cliccare sull’icona dell’attributo desiderato.

La gestione dei paragrafi

Illustrerò in maniera sintetica i vari comandi.

L’allineamentoA sinistra , centrato a destra e i vari tipi di giustificato. Nei Libri si usa il primo tipo ossia quello che giustifica tutte le righe tranne l’ultima che rimane a sinistra.

RientriCon questa funzione è possibile inserire un rientro su tutte le righe. Si usa in genere per le citazioni.

mi odiai, anche allora, per quel vago senso di orgoglio che farlo mi infondeva.

Rimanemmo qualche minuto così, �nché lei si calmò. Poi ci alzam-mo. Tendemmo le orecchie in ascolto. Nessun rumore, perlomeno non nelle vicinanze. E allora proseguimmo a rasentare a tentoni la parete. Non sapevamo dove stessimo andando. Vagavamo, ciechi, in quel buio soffocante.

Procedemmo non so per quanto tempo, forse minuti, forse ore. Na-vigavo immerso in un oceano di orrore. La mente, ovattata, faticava a ragionare. A un certo punto, Tania mi fermò, tirandomi per il braccio al quale ormai era appesa quasi come un peso morto.

«Aspetta, sai dove stiamo andando?» chiese.Era una domanda sciocca, ma comprensibile. «No, sto cercando Gabriele e il modo per andarcene di qui».«Accendi un �ammifero, ho bisogno di vederti» implorò.La luce della �amma mi restituì lo sguardo sperduto. Sembrava un

pulcino bagnato, nulla era rimasto della ragazza volitiva e bellissima della quale mi ero innamorato.

Feci per dire qualcosa, ma un fruscio ormai �n troppo noto ci fece girare di scatto. Di nuovo quella protuberanza, che nasceva dal terre-no fetido. Non avemmo esitazioni e mettemmo di nuovo le ali ai piedi. Tiravo Tania per una mano, forse troppo, perché lei cadde urlando e sfuggì alla mia presa. La cercai freneticamente nel buio, mentre il fruscio, si avvicinava in cerca di prede. La raccolsi, tremante, da terra, e riprendemmo la nostra fuga.

Ci fermammo solo dopo che ogni rumore, a parte il nostro ansima-re, fu scomparso.

«Sono attratti dalla luce, Matteo» sussurrò lei. Annuii, anche se al buio lei non poteva vedermi. Trovammo di nuovo la parete e avanzammo lungo di essa. Un’altra

apertura nel muro. Fermi, in ascolto. Nulla. Dovevo capire se quello fosse l’inizio di un condotto o una stanza, per

cui dissi a Tania che avrei acceso un altro �ammifero, solo per un attimo. Rivolsi la luce della �amma all’apertura, ma non vidi né un condotto

né una pozza. Feci un passo all’interno e quello che mi si parò davanti non lo scorderò mai.

e a sinistra, in�ne sparisce.«Oscar! Oscar!» Gabry sta applaudendo «ma l’hai visto, Fabry? Un

grande!»Fabry non risponde, si limita a fare un passo per allontanarsi dal

lago. La ragazza ha smesso di fare lap dance, guarda l’acqua ormai immobile.

Un nuovo sbuffo, la testa di Ricky riemerge vicino all’isolotto, si-lenzio.

«Grande Ricky! Grandissima interpretazione!» gli urla Gabry.La ragazza si avvicina all’acqua, distende un braccio per toccare la

testa, questa si gira come una boa, troncata di netto all’altezza del collo.

Un urlo, la ragazza urla. Si porta le mani al viso, si allontana dall’ac-qua. La testa adesso si mette di lato, un occhio sott’acqua, l’altro fuori. Galleggia abbandonata adagiandosi sulla riva dell’isolotto.

«Oh Cristo!» riesce appena a dire Gabry, la sigaretta gli cade dalla bocca.

Fabry sale sul fuoristrada, lo avvia.«Fabry, cazzo fai?» gli chiede Gabry.«Allontano la mia macchina dall’acqua, ti pare strano?» inserisce

la retro e percorre qualche metro in retromarcia prima di fermare di nuovo il motore, fari sempre �ssi sull’isolotto sul quale la ragazza sta continuando a urlare.

«Non mi piace quell’acqua» dice in�ne scendendo dal fuoristrada e sistemandosi qualcosa sotto la giacca.

«Io non ci torno a riva a nuoto! Non ci torno a riva a nuoto!» urla la ragazza fra le lacrime.

«E adesso?» Gabry guarda Fabry.«Boh? Ricky mi sembra abbastanza andato, per lui non c’è più nien-

te da fare, mi sa…»«Ma cosa può essere stato?»«Lo chiedi a me?»«Sei tu quello infognato di diavolerie che si legge tutti i libri sui

mostri, cazzo!»«Non ne ho idea. Magari il mostro della palude, che dici? Sai, quello

dei �lm in bianco e nero».

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Diverso è il caso del rientro prima riga che si usa invece per se-gnalare l’inizio di un nuovo paragrafo.

Nei libri, anche quando si decide di inserire un rientro di prima riga (la scelta non è obbligatoria e dipende dai criteri editoriali) il primo paragrafo di un capitolo o quello che inizia dopo un bian-co tipografico (una riga bianca che stacca due parti del testo) non va mai rientrato.Questi sono i comandi che è necessario conoscere per realiz-zare un libro. Come potrete notare da uno sguardo alle palette degli strumenti, InDesign offre molti altri strumenti per gestire aspetti più complessi del testo e della paragrafazione ma quelli descritti fino a questo punto sono quelli più usati nell’impagina-zione di un libro.

L’esportazione del file per la stampa

Una volta che il file è stato impaginato secondo tutte le indica-zioni e gli attributi necessari bisognerà esportarlo in pdf per la stampa.Il formato PDF (Portable Document Format) è un formato di file universale che mantiene i font, le immagini e il layout di docu-menti sorgente creati in molte applicazioni e piattaforme. Ado-be PDF è lo standard per la distribuzione e lo scambio affidabili e sicuri di documenti elettronici e moduli, adottato in tutto il mondo. I file Adobe PDF sono compatti e completi e possono essere condivisi, visualizzati e stampati da chiunque disponga del software gratuito Adobe Reader.L’esportazione dei documenti InDesign nel formato PDF con-sente di mantenere l’aspetto e il contenuto dei documenti origi-nali InDesign.

Esportare in PDFPer esportare un documento o un libro in formato PDF è suffi-ciente scegliere uno dei set di impostazioni predefinite o defini-re impostazioni personalizzate per le vostre esigenze.

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Predefiniti Adobe PDFUn predefinito PDF è un gruppo di impostazioni che influiscono sul processo di creazione di un PDF. Queste impostazioni sono state concepite per bilanciare dimensioni e qualità, a seconda di come dovrà essere usato il file PDF. Stampa di alta qualità Consente di creare PDF per la stampa di qualità su stampanti desktop e periferiche di prove di stampa. Qualità tipografica Consente di creare file PDF per stampe di alta qualità ed è il predefinito utilizzato per l’esportazione dei prodotti editoriali che andranno stampati in tipografia. In que-sto caso la qualità del contenuto è della massima importanza. L’obiettivo è conservare tutte le informazioni del file PDF che serviranno a una tipografia o a un fornitore di servizi di stampa per stampare il documento correttamente. Dimensioni file minime consente di esportare pdf leggeri che possono facilmente essere allegati ad email o visualizzati sul web.

Opzioni relative a indicatori e pagine al vivo per i PDFCome abbiamo accennato, nel PDF esportato epr la tipografia vi potrà essere chiesto di inserire i segni di taglio che guideranno la macchina quando dovrà rifilare le pagine del libro. Le aree al vivo sono le porzioni di grafica che si estendono oltre il riquadro di selezione di stampa o oltre i segni di taglio e i rifili. Potete usare le aree al vivo per prevedere un margine di errore, ossia per assicurarvi che l’inchiostro si estenda fino bordi della pagina dopo la rifilatura o per garantire il corretto montaggio di un ele-mento grafico all’interno di un dato ingombro in un documento.Settando le opzioni relative a indicatori e pagine al vivo potete regolare le dimensioni delle aree al vivo e aggiungere segni di stampa al file.

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Esercitazione 1

• Importate il file “Il bacio di Scilla” per due volte una con lo strumento importa e una con copia/incolla.

• Formattate il primo usando un carattere serif e il secondo con un sans-serif.

• Scegliete la dimensione del font e applicate la giusta interli-nea.

• Rientri di 3 mm e ricordate che il primo paragrafo e quelli che vengono dopo un bianco tipografico non vanno rientrati.

• Sillabate e giustificate.• Le citazioni vanno centrate, in corsivo, con corpo e interlinea

diminuiti di due pt.• Inserite i numeri di pagina usando una Mastro apposita (Per

farlo create una casella di testo dove volete inserire il nume-ro e poi inseritelo andando su > Testo > Inserisci carattere speciale > indicatori > numero di pagina corrente).

• Esportate in pdf qualità tipografica.

Esercitazione 2

Prendete i racconti Strane creature notturne (pag 106) e Il ban-chetto (pag 194) della raccolta Tremare senza paura e segnalate gli errori di impaginazione presenti (righini, vedove, orfane, spa-ziature irregolari, ecc). Potete farlo segnalando direttamente su pdf o lavorando su carta e facendo poi le scansioni.

Entrambe le esercitazioni vanno inviate per mail all’indirizzo [email protected] entro lunedì prossimo.