Primeira Estrela 2009

16

description

 

Transcript of Primeira Estrela 2009

Page 1: Primeira Estrela 2009
Page 2: Primeira Estrela 2009

1 – Con la maturità che hai oggi, cosa ha significato questo luogo dove lavori?

2 – Potevi immaginare che un giorno saresti stato qui?

3 – Cosa è per te lavorare qui tenendo conto della tua storia?

Simone – Ricordare la mia storia di vita e ricordare che, a causa di un Sì detto un giorno, tuttoè cambiato, mi fa rabbrividire.A volte penso, se non avessi incontrato l’asilo come sarebbe stato il mio destino; so che Diosi sarebbe preso cura di me allo stesso modo, ma lui ha anche molte cose da fare e per questochiede aiuto a persone come Rosa, per prendersi cura di molti come me.E adesso anche io faccio parte di questa storia e mi sento responsabile del destino di moltibambini, adolescenti e persone che incrocio sul mio cammino.Guardando questa bellezza che è essere abbracciata così come sono, con tutti i miei limiti, èpiù facile e naturale lavorare in un’opera come questa, perché l’unica cosa che devo fare èpassare davanti a questo abbraccio.Quando Rosa mi propose di lavorare con i bambini dell’asilo Dora, facendo quello che più amo(arte), tra di me ho pensato: impossibile. Non ho pazienza e neppure formazione perquesto…come farò…E lei mi disse: prova.Ed ho provato, confesso che all’inizio è stato difficile per me, quei bambini che appena miconoscevano, guardandomi, aspettando ansiosi ciò che avevo per loro ed io, con faccia dasciocca, non ero mai stata prima in una classe, senza sapere cosa dire. Ero piena di timore,sembrava che qualsiasi parola avrebbe potuto farmi amare o detestare da loro e questo sarebbestato terribile.Ho capito che non avevo bisogno di fare qualcosa di eccezionale, era solamente come ho dettoprima, il passare davanti a questo essere accolta che ha cambiato la mia vita.Ogni bambino ha un bagaglio, qualcuno più pesante di altri. L’asilo è per molti il rifugio, siadalla fame, sia dalle aggressioni, sia dalla stessa miseria umana. Per questo comprendo conpiù maturità quanto questo luogo sia importante, poiché il destino nel quale veniamo lanciati,non diventa una sofferenza o un dolore da dover portare, ma una sfida da affrontare, perchéabbiamo una compagnia, abbiamo un luogo che ci riempie di certezza e speranza.Oggi lavorando con i bambini vedo quanto sono cambiata e osservo che pensavo di stare giàbene, che niente…Percepisco ad ogni lezione, ogni giorno, che oltre ad educare sono educatain ogni momento da loro, i bambini.Un bambino nella classe di sostegno sta molto con me, si chiama Jander, è un bambinobrillante, ma che porta con sé un bagaglio pesante. Ha una situazione familiare complicata.Jander sta frequentando la 2° classe e non sa né leggere né scrivere, non sa distinguere lelettere in stampatello da quelle in corsivo. Al momento dei compiti per casa, Jander volevasedersi accanto a me, ho messo il suo banco di fronte a me ed insisteva che lo voleva di fianco;quando spiegavo i compiti per casa, ho percepito la sua difficoltà a leggere e scrivere. Mi disseche voleva imparare a scrivere in corsivo e così ho fatto alcune lezioni di base. Descrivere i suoiocchi in quel momento è impossibile, per me è stata l’esperienza più bella che ho vissuto conun bambino.Jander mi ha sorpreso, all’ora del gioco è rimasto in classe a fare gli esercizi, i compagni noncredevano molto a quello che stava accadendo; Jander non riesce a stare molto tempo facendola stessa attività. Era affascinante vederlo così impegnato. Sua madre è venuta a prenderloquel giorno e le ho raccontato quanto era accaduto; penso fosse meravigliata quanto Jander,lui era presente, anche lei era meravigliata, si percepiva nel suo sguardo e nel suo sorrisodiscreto, Jander era veramente felice quel giorno. Quando si sta preparando gli chiedo: madov’è quel bambino brillante? Lui non si dimentica questo, come io non lo dimentico ed èquello che mi fa credere che quest’opera è diversa da qualsiasi altro luogo, perché qui nasceun’amicizia, che per me è la prima educazione che un essere umano possa avere.Mi sento felice del mio lavoro e appassionata a quello che faccio! Ringrazio Dio e Rosa peravermi dato l’opportunità di fare un cammino bello e pieno di speranza.

Osias – Se eu soubesse teria até tomado uma para responder.Rispondendo alla prima domanda, per me è come segue: all’età in cui siamo entrati qui,avevamo 5 e 6 anni e dopo un periodo di pre-adolescenza, è un’età in cui noi dipendiamomolto da qualcuno che ci insegna, perchè tutto quello che è passato lo impariamo a quell’epoca,perchè dopo non c’è molto da imparare, quindi penso abbia significato molto ed è stato moltoimportante, perchè altrimenti, con chi impareremmo queste cose?Noi siamo solo uno specchio, il riflesso di ciò che è passato, di ciò che ci è stato insegnato.Rispondendo alla seconda domanda: questa domanda è molto complessa, no, non potevoimmaginare di lavorare qui, perché all’epoca in cui ero qui, questo luogo per me era moltoutopico, molto magico. È la mia seconda famiglia, perché noi passavamo la maggior parte deltempo qui dentro, facendo le nostre attività, conoscendo persone diverse, di paesi diversi, dilingua, di cultura diversi, convivevo con tanta gente, quindi mai mi sarei immaginato dilavorare qui, tant’è che quando sono entrato qui, ho pensato tra di me: il bravo figlio torna acasa, chi beve di quest’acqua un giorno torna. Sono stato molto felice quando sono statochiamato a lavorare qui, era una delle cose che sognavo quando ero bambino.Rispondendo alla terza domanda: per me, lavorare qui è un modo di trasmettere quello chemi è stato trasmesso, è un modo per ringraziare, è un modo di insegnare tutto quello che miè stato insegnato, e questo, senza troppe parole, è esattamente ricompensare.

Ediana – Quando Osias dice che era una cosa che lui sognava da quando era bambino, penso chetutti quelli che hanno qui una storia, hanno un desiderio: di trasmettere ad un’altra persona, nellostesso modo in cui sono stati accolti, quanto è loro capitato. La mia storia qui non inizia da quandoero piccola, è iniziata dopo che sono entrata per un progetto del Banco do Brasil e nonostante cosìpoco tempo, due anni, sentivo che anche questa era la mia casa, nonostante lavorassi in un altroambiente. Tanto che quando ho avuto un altro impiego, cercavo sempre di sapere quanto stavaaccadendo qui e qualsiasi cosa mi riportava qui, perché non riuscivo a capire come mai qualcuno possafare qualcosa per me senza conoscermi, nessuno conosceva la mia storia, nessuno mi conosceva,nonostante questo ho imparato tutto durante la mia adolescenza, tutto quello che ho potuto impararequi, i miei genitori non avevano mai tempo, dovevano sempre lavorare, come la storia di molte personequi. Quindi volevo sempre sapere ciò che stava accadendo e volevo anche trasmetterlo agli altri.Sebbene il mio lavoro non sia diretto con i bambini, mi sento anche dalla parte dell’educatrice, iolavoro con lei, per stare accanto a lei con i bambini. E lavorare qui per me è molto di più di questo; inquesti giorni stavo parlando con una amica e lei era tutta allegra perché aveva ricevuto una commessanel suo lavoro e la sua impresa aveva guadagnato non so quanti milioni; così immediatamente tantihanno iniziato a parlare del suo lavoro, che l’impresa aveva un tale fatturato e sono rimasti atterritiquando ho detto: dove lavoro io ci prendiamo cura di trecento e oltre bambini e questo spaventa,perché dove lavoro il nostro obiettivo non è il denaro e quindi volevano saperne di più; così quandoc’è stata l’opportunità, ho mostrato il luogo dell’opera ed ho iniziato a parlare e così loro hanno capitoperché sono felice quando ne parlo; sono stanca ma felice. Lavoro in un luogo che non è semplicementeun posto che mi piace, ma è la mia casa, mi sento come se fosse la mia casa. Non so se tutti sono così,quando siamo a casa di un parente o di un amico è bello, ma vogliamo andare presto a casa nostra ecosì mi sentivo quando ero in un altro posto. Desidero stare qui, desidero anche prendermi cura,desidero fare qualche cosa; come ha detto Simone, desidero mostrare e ricompensare per ciò che èstato fatto anche a me e questo per me è fondamentale. Non mi sono fatta la domanda, non mi sareimai immaginata di stare qui, ma immaginavo come sarei o starei se non fossi stata qui e vedo moltecose, possibilità che talvolta non sono buone. Per me qui ho padre e madre, una nuova casa eeducazione.

Grace Kelly – Anche io non mi sarei mai immaginata di stare qui, tenendo conto della mia storia, aproposito di mia madre, dei miei fratelli, alcuni problemi che ci sono stati. Non mi sarei mai immaginatadi lavorare qui, ma in un altro posto e pensavo: lì mio Dio devo lavorare, per prendermi cura di miamadre che ha un problema serio di alcolismo, nonostante la responsabilità di prendersi cura di noi,ogni madre ha l’obbligo di prendersi cura del proprio figlio, come anche io ce l’ho, perché ora sonomadre e pensavo tra di mè, caspita, a mia madre pareva non importassero le cose, i bebè e si dimenticavadelle nostre necessità. Allora io mi prenderò il diploma, andrò a lavorare, ma come? Non sapevo, perchénon avevo l’età e neppure la maturità. Quando sono venuta all’asilo a portare mio figlio, pensavo comesarebbe la mia vita, andavo a cercare lavoro e in molti posti non mi accettavano perché ero adolescente.Mia madre continuava ad avere problemi di alcolismo e io pensavo solo a quello che sarebbe stata lamia vita da qui in avanti. Un giorno Rosa è venuta a casa mia, c’era un problema e io non avevo ilcoraggio di chiederle un lavoro. Per me non era una questione di obbligo di lavorare, ma una questionedi necessità umana. Guardare alle persone che mi hanno accompagnata durante l’infanzia come Rosa,Silvania, che sono le mie madri, oggi guardo mia madre, lei è una persona diversa grazie a Rosa eSilvania, oltre ad altre persone. Pensavo solo se avrebbero creduto in me, se sono capace, ho forza,ho volontà, ho un desiderio, dunque ho deciso di tentare, sono uscita di casa senza pensare a niente,allora Silvania mi ha proposto di fare volontariato e quindi mi è uscito dalla testa di lavorare qui. Piùtardi Lucio, direttore del Centro Alvorada, mi ha proposto di lavorare con Silvania in cucina, ero moltofelice per la fiducia che avevano in me, non mi vedevano più come una adolescente. Lui mi prendevain gira dicendo che avevo 3 mesi di esperienza e io, morendo di paura di non riuscire, c’è sempre moltolavoro ed io ero molto insicura, perché fino ad allora non sapevo cos’era veramente lavorare, con unorario ecc., ma se volevo conquistare qualcosa, la mia chance era lì, in quel momento. Nonostante lastanchezza, pensare che un altro giorno non ci sarei più andata, ma il giorno seguente ero là, semprecon un sorriso diverso dal giorno precedente. Sono molto felice di lavorare qui, di avere i miei amiciche considero miei fratelli. E stare nella mia casa, con le mie mamme e i miei fratelli. Immaginare distare qui, mai l’avrei immaginato.

Taísa – quando penso che sto qui fino a tardi, non è per pigrizia di non andare via, ma ho voglia distare qui fino a tardi; credo molto in quello che Simone ha detto prima, qui è il nostro rifugio; perchéè lo stesso, io che ho una relazione, sono tra virgolette sposata, a volte viene il fine settimana, hovoglia di correre qua e di starci. A volte accade qualcosa nel fine settimana e mi viene voglia di venirea lavorare. Io neppure penso di uscire da qui, a volte penso se mai un giorno avrei il coraggio di dire,ciao, sto andando via.

Grace Kelly - a volte quando c’è qualche evento, l’addio di qualcuno ed è necessario rimanere finoa tardi in cucina, io rimango e a volte il mio fidanzato mi chiede se non vado via e dico che sto giàandando, ma subito penso: via? No.

Thiago – Con la maturità che hai oggi, cosa ha significato questo luogo dove lavori? Mi sono fattoieri questa domanda. Se non fossi qui, cosa sarei? Cosa starei cercando? Dove sarei? Perchè questo èun luogo dove le persone vedono le cose come sono, danno più valore agli amici e a quello che ci vieneproposto; attualmente non lavoro qui, ma lavoro facendo assistenza alle persone; penso che se nonfossi stato qui, se non avessi avuto a che fare con queste persone, della mia età e più vecchi, pensoche non ci saprei fare con questo lavoro, penso che sarei una persona molto rude, non riuscirei a capireciò che la persona desidera. Perciò cerco sempre di fare le cose per le persone come se fossero per me,è quello che mi hanno insegnato. Come dice sempre mia madre, per poter fare le cose alle personecon il cuore, anche se non mi piace, cerco sempre di farlo, ma con il cuore. Valorizzare la vita.Rispondendo alla seconda domanda: Potevi immaginare che un giorno saresti stato qui? Dunque, iosono nato qui, quindi l’unica cosa che pensavo era che non avrei mai voluto andare via da qui, hoprovato a fare il corso al Banco do Brasil per continuare, ma non è stato possibile, ma cerco sempredi restare vicino alle persone, anche se sono persone nuove, cerco di conoscerle, per non allontanarmi

Page 3: Primeira Estrela 2009

da dove sono nato, perché sono sempre stato qui ed è una cosa molto buona.La terza domanda, cos’è per te lavorare qui tenendo conto della tua storia? Bene, io non cilavoro ma quando sono qui vedo i bambini, mi immagino come ero io quando ero qui, perciòcerco di trattare i bambini come io sono stato trattato, dando affetto, attenzione, giocandocon loro, affinché si sentano a casa e non si sentano come se fossero in un altro posto, conoscerela vita. Per me è questo.

Grace Kelly – a proposito di trattare i bambini come hanno fatto gli altri è molto bello. Erada una settimana che ero qui e nessuno diceva niente, i bambini mi guardavano, si chiedevano:chi è questa? Un giorno un bambino mi ha detto: maestra mi dai un bicchiere? Maestra? Sonocosì vecchia? Ancora oggi me lo ricordo, che ancora chiamo alcuni insegnanti dell’asilo maestra,come maestra Neide, maestra Julia, dovunque le vedo le chiamo così. Anche rimanendo inuno spazio vietato ai bambini, quando esco cerco di passare loro quello che ho ricevuto, chemi sembrava molto bello, perché senza questo non sarei quello che sono, anche davanti aiproblemi. Un bambino a volte sta piangendo per qualche motivo, ma solo ricevere una carezza,uno sguardo, un bacio, un abbraccio, una attenzione. È dare loro quello che gli altri hannofatto con noi.

Ediana – I bambini sanno chi si prende cura di loro, loro lo riconoscono.

Simone – la cosa che io trovo più impressionante, è quanto siamo amici; chiaro, noi chelavoriamo qui nell’opera, stiamo più vicini, siamo disponibili a parlare, a vederci. Ricordo beneRodrigo e Rogério, anche Everton che non è più qui. Ma quando ci incontriamo è una cosadell’altro mondo, è completamente diverso.

Cicera – ci sono dei giorni in cui avrei voglia di mandare Simone a “pascolare”, sono arrabbiatacon Taísa, ma il bello è che esiste una cosa più forte che lega. Posso stare tre mesi senza parlarecon Wemerson ma indipendentemente da questo, lui continua ad essere mio amico ed è unacosa molto più grande di un litigio. Gli amici che facciamo sulla strada, se litighiamo, non ciguardano più, ma qui puoi litigare ed essere quello che eri, comunque lo sguardo è lo stesso.

Ediana – Cicera ha parlato di una cosa di cui ci si ricorda bene; io ho un’indole molto difficile,Taísa sa questo e giustamente per il mio lavoro che esige molta concentrazione e dedizioneed io devo stare lì; a volte ci stressiamo, ho un problema, tutti abbiamo la nostra vita e a volteuna brutta faccia, una parola mal detta, tu non vuoi neppure dire questo, la persona capiscein altro modo e soffre e così il tempo passa.

Daniele – Ma è bello perchè riprendiamo sempre la relazione che abbiamo, abbiamo semprela possibilità di riprenderla. Poi tutto passa. Passa perché tu sei più importante di quella parolarude, della brutta faccia.A volte li sento parlare di quello che hanno passato qui, sento un po’ di invidia per non averpotuto vivere le cose che loro hanno vissuto, ma sento, sono quasi sette anni che sono qui, ècome se fossi cresciuta assieme a loro, con ognuno di loro, con la stessa formazione che lorogià avevano. Quindi per me ogni giorno è un giorno di apprendimento, è un giorno di battagliae un giorno di difficoltà, è un giorno in cui esco dalla mia casa, con le mie difficoltà e quandoarrivo non è che tutto sia facile, ma qui noi ci aiutiamo, ci guardiamo uno con l’altro, perciòl’amicizia che abbiamo penso che sostenga.

A volte c’è paura di uscire da qui per non perdere questo, ma l’essere umano è fatto per il cambiamentoe noi dobbiamo crescere; quindi a volte mi ritrovo con dispiacere a pensare che non sono prigioniera,di pensare qui è la mia vita; io penso a volte anche queste cose, ma no, penso che il tempo in cui sonoqui è un tempo che Dio mi ha regalato per passare qualcosa a qualcuno e anche qualcuno che passaa me. Gli incontri, perché non c’è stato un incontro che io ritengo meraviglioso, ma sono stati moltigli incontri meravigliosi che ho fatto qui, quindi ogni incontro per me è un Sì che io sto rinnovandoogni giorno.

Wemerson – Risponderò alla prima domanda in modo semplice e breve, cosa ha significato questoluogo per me? È stato una cosa molto grande e bella, per esempio mia madre aveva molte difficoltàe pochi sapevano questo, che mia madre aveva creato quattro figli senza l’aiuto del padre; per noi èstato un momento molto difficile, quando tu sei piccolo senti le cose, la madre che lascia il piatto delpasto per darlo al figlio perché non c’è da mangiare, c’è cosa più bella di questa? L’affetto del padrenon l’ho mai avuto, mai; ho iniziato ad averlo con Anderson, poi qui era un luogo dove sono statoabbracciato con il mio modo di essere. Tutti i bambini che sono ribelli, gridano, a loro piace salire sultetto, hanno un dolore, perché ce l’hanno, io ero così. Il bambino fa qualche cosa, grida, ti insulta,perché ha bisogno di essere guardato. Hai già preso un bambino per parlare con lui? Cosa succede? Apoco a poco? Io sono stato abbracciato così, da Silvania, da Neide, da Wanda, da Cleber, da Alirio, Rosa;poi a poco a poco, il bambino non si affida subito la prima volta alla persona, si concede a poco a poco,lentamente. Lui ha un po’ di timore, fino ad arrivare a come sono oggi.Rispondendo alla seconda domanda, potevi immaginare che un giorno saresti stato qui? Non avreimai immaginato che avrei lavorato qui, mai. Quando eravamo piccoli, mi ricordo come se fosse oggi,Rosa arrivava vicino ad ognuno e diceva: qual è il tuo sogno? Quando crescerai cosa desideri essere?Tutti rispondevano, voglio fare il poliziotto, voglio fare il bandito, voglio fare il dentista, voglio fare ilveterinario, voglio fare l’insegnante, voglio essere Superman; io mi ricordo come fosse oggi, io voglioseguire la professione di mio padre. Qual è la professione di tuo padre? Pittore. Pensavo: bello,divertente, meraviglioso! Il tempo è passato, ho iniziato a dipingere con mio padre, caspita chedelusione, è orrendo, non sono quelle cose, dopo che tutto è dipinto! Ma mentre lo facevo, non mipiaceva. Poi sono andato a lavorare in un supermercato, luogo bello tra virgolette, là impari moltecose, ho lavorato alla cassa, alla panetteria, alla macelleria, al magazzino, ho fatto di tutto lì dentro;pensavo, caspita, questa è una professione divertente, ma non era buono perché là per esempio, sehai un problema a casa, tu arrivi, oppure hai litigato con qualcuno e ti sta disturbando; stai in unangolo, nessuno ti dà attenzione in niente. Qui no, qui quando qualcuno ti vede in un angolo mezzoangustiato, subito chiedono, cosa succede? Oggi non hai una buona faccia, cosa sta succedendo? Quic’è una unione, un affetto divertente, così tu dici: qui ho degli amici.Rispondendo alla terza domanda: cosa vuol dire per te lavorare qui tenendo conto della tua storia?La mia storia è una storia troppo divertente, se non avessimo lavorato qui durante la nostra adolescenza,saremmo potuti essere nel mondo del crimine, molti potrebbero essere nella prostituzione, moltipotrebbero usare droghe, dipendenze chimiche; alcuni che hanno frequentato l’asilo e sono usciti,oggi puoi trovarli nel traffico, usando droghe, non hanno un futuro. Non voglio dire che noi abbiamoil futuro garantito, no, ma le possibilità che abbiamo qui sono di espandere ogni volta di più, haipersone su cui appoggiarti; i bambini che sono usciti da qui, un esempio, Fabrício, il corso che ha fattodi informatica, potrebbe stare qui all’asilo, a fare manutenzione di computer, ma non ha voluto. Noiabbiamo sempre opportunità, ad esempio Simone, se vuole fare un dipinto più avanzato, può chiederel’opportunità, un aiuto. E quelli che sono usciti, hanno aiuto?

Page 4: Primeira Estrela 2009

ari amici dell'Associazione Padre Virgilio Resi,

Il sentimento che prevale in me, parlando di ciò che sta succedendo

al Centro educativo S. Charbel è la gratitudine a Dio, sorpreso dal

vedere maturare ed irrobustirsi un'esperienza educativa sorta piu di

20 anni fa dall'iniziativa di alcni cristiani della parrocchia della

Madonna del Rosario a Petropolis (città di montagna prossima a Rio

de janeiro). Attualmente funziona l'asilo con 90 bambini accolti, il

doposcuola frequentato da una sessantina di ragazzi delle elementari

e medie , ultimo nato, l'oratorio nei fine settimana aperto agli

adolescenti e giovani del quartiere. Non mancano gli utenti dell'area

sportiva che ci avete aiutato a costruire !!!

M accorgo che, dal cielo, don Gius e don Virgilio ci vogliono bene ed

accompagnano ciascuno di noi con quell'attenzione personale e

concreta che solo il Signore possiede. L'ho visto testimoniata da Virgilio

spesso, quando ci vedevamo in un posto o l'altro del Brasile. Così mi

risulta facile pensare non al Progetto o al Centro Educativo, ma a

Jadielson, Marco Aurelio, Cleidiane, Tamires, Vania, Carminha, Dona

Maria, Sione e Leo ecc. ecc. ecc. , ad ognuno di loro con affezione

personale e col desiderio di vivere insieme una storia buona.

Vi ringrazio non solo di averci aiutati per fare

l'area sportiva (che è bellissima e che

desideravamo molto),

ma di esserci amici in questa storia.

Don Stefano Volani alias "Querubim" 

Page 5: Primeira Estrela 2009

0 5

Page 6: Primeira Estrela 2009

uest anno Il CEDUC Virgilio Resi festeggia i quattro anni della sua fondazione. Una storiapiena di miracoli in cui la presenza del Prete Virgilio diventa ogni volta più viva ed attivanel nostro ambiente. In questo periodo è cresciuta la consapevolezza della nostra missioneche può essere sintetizzata come essere una compagnia per il giovane nel suo processodi formazione, inserimento e permanenza nel Mondo del Lavoro.

Oggi Il CEDUC Virgilio Resi è un luogo di riferimento per i giovani, un luogo dove si cercanodelle conoscenze per la conquista di un posto nel Mercato del Lavoro e soprattutto, dovesi cercano compagnia ed amicizia per affrontare le situazioni difficili della realtà e condividerele allegrie e i successi conquistati.

Fin dalla sua fondazione, sono stati ricevuti 1.228 giovani con età compresa tra i 16 e i 24anni nelle diverse modalità di formazione professionale; anche altri 50 giovani con etàcompresa tra i 12 e i 18 anni hanno partecipato al corso di preparazione per il teatro.

Alcune testimonianze dei giovani evidenziano il significato di questa esperienza nella lorovita:

“In primo luogo, ringrazio Dio di aver messo nella mia strada Il Centro de Educaçao para oTrabalho Virgilio Resi. Ho imparato molte cose, oltre a questo, ho fatto nuove amicizie. Quelloche mi ha veramente segnato è stato l’appoggio dei professori nell insegnamento e il fattodi essere stati solidali quando gli alunni avevano delle difficoltà in famiglia. Grazie mille atutti i funzionari, in modo particolare a don Virgilio Resi, nonostante non sia presente, lui stanei nostri cuori.”

“Qui le persone insegnano col cuore; in questo luogo sono preso sul serio;ho imparato a prendere la realtà sul serio e ora non ho più paura di avventurarmi.”

“In un mondo capitalista in cui le persone diventano dei prodotti commercializzati,esistono ancora delle persone speciali come voi, che nonostante le differenze, qualità e difetti,ci valorizzano come esseri umani.”

Il CEDUC Virgilio Resi conquista prestigio insieme alle imprese che riconoscono l importanzae la qualità del lavoro svolto. Oggi ci sono circa 45 imprese partner che assumono i giovanidopo la conclusione dei corsi offerti, ed utilizzano i servizi di reclutamento, selezione edaccompagnamento del lavoro, disponibilizzati dall istituzione.

Pian piano il CEDUC Virgilio Resi cerca di diventare un punto di riferimento anche per ilmondo imprenditoriale non solo come captazione della mano d’opera qualificata , maanche come mediatore nel rapporto tra l impresa e il giovane, tramite l’orientamento dientrambi, possono approfittare al massimo questa esperienza. Circa 656 giovani lavoranoe 30 sono entrati all’università.

Quello che ci impressiona di più nel CEDUC Virgilio Resi è l’entusiasmo con cui tutti noilavoriamo, l’equipe è formata da 10 funzionari che è connessa alla missione dell’istituzionee soprattutto, si indentifica con il suo ideale e il metodo educativo. Quello che ci muovein questo lavoro è la passione per cui ogni giovani si domandi quale sia il vero senso dellavita; per questo motivo abbiamo scelto come inno del CEDUC la canzone Alvorada (Alba),scritta da don Virgilio Resi e Arlete De Bellis, il cui ritornello dice “la festa è già cominciata,la nostra vita ha incontrato un luogo che trasforma il sogno in speranza e ci riempe dicertezza”. Auguriamo che ogni giovane che abbia un rapporto con noi possa trovare laCertezza nella sua vita.

E questo desiderio di essere compagnia per Il CEDUC Virgilio Resi si traduce anche nell’avereun rapporto con gli altri attori sociali preferiti sul territorio. Oggi sono 15 istituzioni concui stiamo costruendo un amicizia operativa. Ci mettiamo insieme per condivere dellenecessità e risorse. Questa apertura verso l altro esige umiltà e semplicità per impararee per lasciarsi correggere ed accogliere i suggerimenti e le provocazioni della realtà.

"In questo contesto la presenza di Don Virgilio è ancora più significativa, perchè tutta lasua vita si è consumata per testimoniare la presenza viva di Cristo fra noi; per questo nonconsiderò gli sforzi e si diede tutto. Anche noi vogliamo partecipare a questa dedica aCristo e stare al servizio del Regno. Che io viva, che io vada, tutto è per Cristo, per la gloriadi Cristo."

Ringraziamo tutti quelli che condividono questo ideale insieme a noi e collaborano allacostruzione di questa opera.

Elenice Matos.

• Nel mese di febbraio si è svolta la Lezione Inaugurale per 64 giovani che

hanno cominciato a prepararsi per entrare a far parte del Programma di

Apprendistato ciclo formativo, con la durata di 1.512 ore finanziato

dalla Regione Marche e da una partnership con un gruppo di istituzioni

mobilizzate dall Associazione CONDIVIDERE.

• Quest anno abbiamo stabilito una partnership con la Fundaçao Abrinq

che appoggia il Programma di Apprendistato .

• Nel mese di marzo abbiamo iniziato un corso di teatro al quale

partecipano 25 adolescenti e giovani.

• Nel mese di Aprile si è svolta la cerimonia di consegna del diploma della

prima classe del Programma di Apprendistato; un totale di 21 giovani

hanno concluso il percorso formativo. Oggi 68 giovani partecipano a

questa modalità di formazione professionale che conta sull’adesione di

29 imprese, dove i giovani fanno apprendistato pratico.

• Sempre nel mese di aprile sono partiti 2 corsi di qualificazione

professionale con un convegno con la Prefetura Municipale di Belo

Horizonte e 2 con il Governo dello Stato di Minas Gerais che hanno coinvolto

un totale di 96 giovani.

Page 7: Primeira Estrela 2009

“Voglio ringraziare l’Associazione Don Virgilio per l’aiuto ricevuto. Graziea questo aiuto posso dare continuità ai miei studi; prima era un sognoun po’ incerto e con alcuni dubbi se sarei riuscita a concretizzarlo. Oggiil mio sogno è già una realtà. Desidero porter contraccambiare questoaiuto che ricevo, facendo un bel lavoro come psicologa, migliorando lavita di molte persone e contribuendo alla loro crescita. Grazie mille, miavete dato un aiuto in modo che io potessi continuare a salire i gradinidella scala della mia vita. Avevo pensato che sarei rimasta alla metàdella strada, ma con l’aiuto dell”Associazione il mio sogno si starealizzando.Vi auguro molta salute, pace, armonia e felicità. Complimenti, voirealizzate una grande opera.”

Dayanne Nonato MatosStudentessa di Psicologia - Universidade Católica

“Studio Contabilità all’Universidade Federal, studio la sera. Avevo bisognodi lavorare per aiutare a mantenere la nostra casa, perché mio padre,mia sorella ed io eravamo disoccupati. All’inizio del semestre avevotrovato un lavoro da digitatore in un’azienda di minerazione; lavoravo6 ore al giorno e dovevo svegliarmi alle 5 di mattina per poter arrivareal lavoro, che era molto lontano da casa mia. Passati circa due mesi, imiei voti e il mio rendimento sono calati in modo considerevole; ho persoil gusto per lo studio ed ero molto criticato al lavoro a causa del calodella produzione; mancanza di attenzione e motivazione.Con la borsa di studio ho potuto dedicarmi di più agli studi e riprendereil gusto per lo studio.La borsa, oltre ad essere un aiuto economico, è stata uno stimolo perchésapevo che non avrei potuto perdere un’opportunità come questa.Mi sento molto grato in modo incommensurabile e devo solo ringraziarevoi e don Virgilio per questa opportunità”.

Rafael IndianiStudente di Contabilità dell’Universidade Federal

CENTRO di EDUCAZIONE PER IL LAVORO VIRGILIO RESI: "un luogo che cambiail sogno in speranza e che ci riempie di certezza" il Centro Virgilio Resi ho preso forma nel mio cuore a partire dalla domandache Padre Virgilio mi fece due mesi proma di morire: "Elenice, sei viva?"Questa domanda mi lasciò attonita ma, è rimasta viva nel mio cuore.più tardi capii che questa domanda ha lo stesso contenuto della domandache Gesù ha fatto a Pietro: "Pietro, mi ami?" Questa è il compito che PadreVirgilio mi ha lasciato, segno del suo amore e della sua preferenza perme; la possibilità di salvezza per lamia vita.Il Centro de Educaçao para o Trabalho Virgilio Resi è il tentativo di risponderea questa domanda che non si spegne mai, ma mantiene viva la fiammadella speranza, della certezza e della vittoria della resurrezione.Grazie a tutti voi che condividete questa festa con noi e che ci aiutate acontinuare questa opera.

con affettoElenice

L’Associazione aiuta anche due giovani che hanno già fatto il corso presso il CEDUC Virgilio Resie sono riusciti ad entrare nell’Università, offrendogli delle borse di studio.

Alba (Alvorada)La festa è già cominciata, / la nostra vita ha incontrato un luogo /che cambia il sogno in speranza / e che ci riempie di certezza. La luce del sole vibra tenue/ e il rosso macchia il cielo azzurro, /l'alba annuncia lo splendore / è il nuovo giorno che già è nato. Paura, angustia e solitudine/ appartengono alla notte e non al giorno/Già ci siamo stancati della utopia / ciò che ci muove è l'ideale. Gustiamo della vita / abbiamo passione per l'uomo /il nostro desiderio di libertà / ci porta ad abbracciare tutto e tutti. Anche con tutte le contraddizioni / si può festeggiare la vita /nel quotidiano la novità / che è fiorita nel nostro cuore!

P.S. questo è stato il motivo per il quale abbiamo scelto la musica "Alvorada" scrittada Padre Virgilio come inno del Centro. Vi trascrivo le parole.

Page 8: Primeira Estrela 2009
Page 9: Primeira Estrela 2009

11

S i a m o ta n t i ,c h e g i o i a ( V i r g i l i o )

Page 10: Primeira Estrela 2009

Il nostro stand con i nostri bellissimi gatti in occasione della “ festa d’Autunno” a MonteS.Maria Tiberina (antico borgo Medioevale situato nei pressi di Citta’ di Castello).Manifestazione svoltasi nei giorni 18 e 19 ottobre 2008.

In occasione dell’Udienza Generale del mercoledi (nel febbraio 2009), Fernando,Luciana,Isa e Fulvio hanno incontrato il Santo Padre a cui hanno donato il libretto di Poesie scritteda Don Virgilio ed hanno chiesto la benedizione per la nostra opera.

I l cinema doveva essere un’attività complementare al lavoro di teatro nelle OpereEducative Jardim Felicidade, un centro di educazione infantile per bambini a rischiosociale. Ma finì per “rubargli” la scena. Uno dei talenti artistici rivelati nel programaTeatro & Cinema Alvorada sará a breve sul grande schermo, per interpretare l’ex-“menino de rua” Roberto Carlos Ramos nel film “O Contador de Histórias”, girato dalregista Luiz Villaça a Belo Horizonte, São Paulo ed in Portogallo. L’attore in erba éPaulo Henrique Cândido Mendes, 13 anni, che vive la fase adolescente delpersonaggio principale.Per Paulinho, come é chiamato dai compagni ed educatori dell’opera sociale, esseredavanti alle macchina da presa é “un’esperienza molto bella e anche diversa dalteatro”. Se non fosse per il programma dell’opera Don Virgilio non avrei mai fattocinema, ha detto Paulinho. Il Teatro & Cinema Alvorada offre una strada nell’artedrammatica a 200 bambini e giovani del Conjunto Jardim Felicidade, uno deiquartietri piu bisognosi della regione Nord di Belo Horizonte. Di tutti questi, circa50 giovani hanno dato vita alla Compagnia Teatrale Alvorada, che ha già comeesperienza alcune pièces e letture di poesia e testi letterari come “Morte e vidaSeverina”, di João Cabral de Melo Neto, e “Escola de Mulheres”, di Molierè.

“Il cinema completa il lavoro del teatro ampiando gli orizzonti dell’arte scenica, apartire dall’uso di abiti da scena, delle luci, dei set e del trucco”, spiega il supervisoregenerale del programma, Marília Salgado. Racconta che Paulinho è stato “scoperto”grazie ad una delle assistenti del corso, una giovane attrice che aveva saputo dellanecessità di selezionare tre attori di 6, 13 e 19 anni, per il ruolo del protagonista,Roberto Carlos, nelle diverse fasi della sua vita. Per scegliere si è arrivati a provarecirca mille bambini ed abolescenti delle scuole di teatro, delle ONG che hannoprogetti sociali nelle periferie e nelle favelas di Belo Horizonte. La selezione finaleè stata fatta dal regista, insieme da chi aveva provveduto alla prima scrematura,Laís Côrrea, nota per aver scelto i protagonisti di “Dois filhos de Francisco”.“Siamo preoccupati del rischio che porta con sé la fama improvvisa, problema dicui parla spesso il professore di teatro. Però, finora il ragazzo non sembra risentirne”,afferma il supervisore, risaltando le difficoltà di un progetto che coinvolge non soloi bambini e gli adolescenti, ma le intere famiglie. “Ci teniamo in contatto continuocon Paulinho; lui può rivolgersi ad ognuno di noi per qualsiasi cosa. Insieme aPaulinho, il Teatro & Cinema Alvorada può contare su altri attori, alcuni dei qualiegualmente dotati. In un prossimo futuro, quindi, si può sperare che potrannoentrare in compagnie teatrali professionali e partecipare ad altri film”.

Per il trailer del film http://wwws.br.warnerbros.com/ocontadordehistoriasFonte: Giornale Estado de Minas / luglio 2008

Page 11: Primeira Estrela 2009

San Piero in Bagno 4 febbraio 2009

Carisssimo Ing. Sorbi, scrivo a lei come responsabile del Gruppo Proel che si è preso a cuore il sostegno di 20 bambini presso gli

Asili di “Rosetta” a Belo Horizonte.

E’ con gioia e gratitudine che le inviamo le fotografie e la storia dei bambini che avete adottato a distanza.

Il vostro gesto ci permette di mantenere vive le speranze di tante persone, il vostro gesto rende più bello il mondo.

Vi verranno inviate altre comunicazioni sulla vita dei bambini in attesa che abbiate tempo e possibilità di andarli “di nuovo” a

trovare.

Un grazie di cuore.

Fernando Resi

Fabrizio Sorbi - Presidente Proel SPA

Fabrizio Sorbi con Rosetta

utto è cominciato per un viaggio di lavoro. Dovevamo andare negli Stati Uniti a inaugurare la sede di PROEL USA,

passare dall’Argentina per incontrare un nostro distributore e, infine, “toccare” il Brasile per una fiera a San Paolo. Una

volta in Brasile, però, Marco Mescolini mi ha "costretto" a un fuori programma tanto strano per le mie abitudini lavorative

quanto straordinario.

Prendere un aereo per Belo Horizonte (città che non avevo mai sentito nominare) per andare a trovare degli amici di

Marco. Durante il viaggio ero preoccupato pensando se potevo fare qualcosa: nella mia attività di imprenditore sono

abituato a conoscere "prima" quello che mi capita di incontrare. La dinamica che Marco mi ha proposto, invece, è stata

semplice: "non dare nulla per scontato, incontra questa gente, guarda. E sappi poi che quello che accade, ultimamente,

non dipende da te".

Questa libertà improvvisa mi ha costretto a stare in modo diverso davanti alla realtà e, nonostante non fosse facile

abbracciare bambini mai visti prima, l'incontro che ho vissuto nel Jardim Felicidade è stato uno dei più belli della mia

vita. Decidere poi di contribuire all'educazione di 20 bambini con l'adozione a distanza che abbiamo fatto con

l'Associazione Don Virgilio Resi è stato un fatto semplice e immediato. Ma vorremmo fare di più, stiamo già pensando

di contribuire alla scuola di musica che sappiamo esiste all'interno delle vostre opere. La missione della nostra azienda

è creare tutti i supporti per fare spettacolo, dalla musica alle luci al video. Ora aggiungiamo un'altra missione: sostenere

opere che possano cambiare il mondo. Grazie a voi.

I 20 bambini adottati da Proel!

In mensa con uncameriere

d’eccezione

Quel primo,timido incontro

Page 12: Primeira Estrela 2009

Noi sosteniamo. Ogni anno lo dico, ma ogni anno cisono dei visi nuovi e magari non sanno che oltre aessere amici, oltre a questa grossa presenza, oltre aquesta unione che ci tiene veramente uniti, noisosteniamo parecchie opere in Brasile. Vi faccio unbreve elenco delle opere: noi sosteniamo Rosetta dasempre nei vari asili, in particolare diamo una manoall’asilo Eldora, e siamo al numero di 150 bambiniadottati, poi abbiamo aiutato l’ampliamento dell’asilo,stiamo aiutando Elenice nel centro educazionale padreVirgilio Resi, aiutiamo padre Guido a Salvador de Bahia,stiamo dando una mano anche alla Serra, diamo unamano anche a don Stefanino all’asilo aPetropolis,…perciò stiamo facendo parecchie cose.

NANDO

la cosa principale non è tanto di progettare un lavoro, ma di aver fiducia nel Signore, che poi abbiamoscoperto che la fantasia di Dio è molto più verace della fantasia dell’uomo. Ciò che non abbiamo maipensato di poter fare, il Signore l’ha potuto attuare attraverso la Provvidenza di Dio

ROMANO SCALFI

Innanzitutto vorrei cominciare ringraziando Virgilio, perché non è che tramite lui ho conosciutogli italiani, ma attraverso di lui ho conosciuto Elenice, Nena, Fernanda, Marcela e Ernani, cioètramite lui ho conosciuto di più il Brasile. E anche perché ho conosciuto lui, sono qui oggi. Alloracomincio ringraziando il giorno in cui l’ho incontrato, come San Giovanni che ricordava: ”Eraverso la decima ora…”, anche io so l’ora, il giorno, com’era il cielo, come era vestito, come ioero vestito. Così ricordo il giorno in cui l’ho incontrato.

DOUGLAS

Io penso che tutti voi che siete di là (San Piero) sappiate benissimo che lui era di una capacità diraccogliere tutti i pezzi di gente disfatta. Solo che da noi è apparso in forma molto più speciale,perché ne ne ha raccolti quattro o cinque in una volta sola e ci ha riempito la casa di gente sbronza.Insomma, tutto il fatto che questo qui non pretendeva assolutamente che questa gente sirigenerasse, per modo di dire; niente, luivoleva che ci fosse una casa dove questagente potesse stare. E siccome avevamole suore lì vicino, le ha chiamate peroccuparsi di questa gente, lavarli, stirarli,dargli da mangiare e a un certo puntouna suora si è incavolata: ”Sono passatisei mesi, nessuno è migliorato, dice, maperché e dobbiamo continuare a fare lafigura dei pistola!” ecc… e appunto luirispondeva: ” No, non li chiamiamo micaqui perché smettano di essere sbronzi,li chiamiamo perché sono loro.” E cosìpoi morivano, perché lo stato in cui siraccatta questa gente per strada èquando nessuno più li vuole, neanche incasa, sono tutti quasi terminali, per mododi dire. E così ne moriva uno, ne morival’altro e lui prendeva e ne metteva deglialtri e le suore davano di matto. Così èstato finchè l’hanno chiamato a fare ilrettore del seminario, fino alla fine.

PIGI

Per Virgilio era fondamentale soprattutto la libertà, che doveva essere preservata e coltivata. Quandofacevamo gli incontri per i giovani che volevano entrare in seminario, mi ricordo come lui spesso commentavaquella pagina della bibbia che narra la vocazione di Gedeone. Allora lui mostrava ai seminaristi o ai futuriseminaristi il senso di stima di se stesso basato non sulla propria presunzione, ma sul fatto che uno èchiamato da Dio. Poi sottolineava la radicalità nella decisione di rispondergli, di lasciare veramente tuttosenza mezzi termini, e sottolineava anche quella richiesta che Gedeone faceva che la grazia di Dio che siera manifestata continuasse a dargli forza.(...)Poi bisogna ricordare anche lo stile di vita che Virgilio erariuscito a trasmettere nel quotidiano del seminario, che non era il luogo della disciplina, delle regole rigide,degli ordini, dell’obbedienza assoluta: niente di questo, era veramente un luogo segnato dal marchiodell’amicizia, dell’allegria. Virgilio educava molto valorizzando il senso della convivenza. Lui diceva appunto:“Il solo fatto di convivere già educa.”. Il solo fatto di convivere educa, non tanto perché trasmette la disciplina(c’è anche l’aspetto della disciplina), però il convivere esige il rispetto per l’altro, la valorizzazione delledifferenze. “Le differenze, diceva Virgilio, non sono uno scandalo, ma sono ricchezze da condividere.”

GIOVANNI VECCHIO

Page 13: Primeira Estrela 2009

Il centro di educazione al lavoro Virgilio Resi è nato tre anni fa ed è nato a partire da una domandache Virgilio mi ha fatto prima di morire. Io sono andata a trovarlo a casa della Rosa e lui mi haguardato e mi ha chiesto:”Elenice, sei viva?”, e io mi sono sentita molto in imbarazzo perché inrealtà non avevo accompagnato molto nel quotidiano la sua malattia. E questa domanda rimaneviva nel mio cuore, e già da quel momento ho capito che lui non voleva una risposta a quellasua domanda in quel momento, ma questa è la domanda che io mi porto dentro durante tuttala vita. Ho capito che questa domanda è della stessa natura della domanda che Gesù ha fattoa Pietro, quando gli ha chiesto:”Mi ami tu?” e ho capito che era questa l’eredità che mi ha lasciatoper la vita. Io già lavoravo con AVSI nei progetti di formazione professionale, ma questa domandaha cambiato la mia vita. Questa domanda ha cambiato il modo con cui io lavoro in questi progettidi formazione professionale. Questo centro accoglie ragazzi dai 16 ai 24 e li formaprofessionalmente e poi cerca di inserirli nel lavoro. Per farvi un’idea, noi in questi anni abbiamoaccolto circa1500 giovani, in oltre 50 corsi di formazione professionale e circa 700 sono al lavoroinseriti nel mercato del lavoro. Abbiamo convenzioni con circa una cinquantina di imprese dovei nostri giovani possono fare degli stage. L’anno scorso abbiamo ricevuto un premio dalla bancaITAU come il miglior progetto, il miglior esempio di buone prassi per l’inserimento lavorativo deigiovani. L’idea che abbiamo del centro è che quello possa diventare uno spazio che davvero siaun punto di riferimento per i giovani. Di fatto questo sta succedendo e quello spazio sta diventandoper i giovani del quartiere un punto di riferimento. Volevo raccontarvi per concludere che duesettimane fa un ragazzo che ha fatto un corso con noi mi ha scritto una lettera. In questa letteralui scriveva quello che lui ha imparato partecipando lì al centro con ognuno delle persone cheha incontrato lì, con i suoi compagni, con i professori, con la direttrice e anche con don VirgilioResi. Ha scritto per esempio:“Con la direttrice ho capito che l’amicizia è qualcosa che vale pertutta la vita, e che per questo vale rischiare tutta la vita. Con padre Virgilio ho imparato che lapersona è amata per quello che è, e per questo esiste una possibilità di vita per ciascuno di noi.”

Grazie.

ELENICE

Page 14: Primeira Estrela 2009
Page 15: Primeira Estrela 2009

“ l vino buono migliora col tempo” afferma un conosciuto detto popolare. Così è, visto chesempre di vino e di botti - meglio barriques - si parla, per la degustazione, l’ormai tradizionalemomento di amicizia proposto nel marzo di quest’anno dalla componente trentinadell’Associazione don Virgilio Resi e dalla Fondazione Famiglia Materna di Rovereto che loospita.Era il 2004 quando Sergio, con una stretta cerchia di amici, promosse la prima edizione e daallora la degustazione è cresciuta, s’è affinata nella proposta e rafforzata nei numeri. Soprattuttopiù sentita e quindi più evidente è, per le persone oggi coinvolte, la ragione, l’humus chesorregge il gesto. La raccolta di fondi a sostegno di opere educative degli amici in Brasile èinfatti l’espressione di un qualcosa di più grande ed importante, che è il condividere unamicizia ed uno sguardo di speranza sulla vita.Amicizia come aiuto a stare davanti alla realtà delle cose e riconoscerne il senso vero, franoi che il gesto lo proponiamo, e quindi con chi, cantiniere e panettiere, vivaista e macellaio,lo rende possibile mettendo a disposizione i prodotti, ancora con i molti che, alla degustazione,decidono di partecipare.Anno dopo anno la trama degli amici si fa così più fitta. In modo semplice con semplicimodalità, quale appunto lo stare insieme a tavola a gustare buon cibo e confrontarsi sullecaratteristiche del vino per poi parlare di calcio, di viaggi e di lavoro ma anche, a volte, diciò che più preme.Come da don Virgilio e da Sergio siamo stati educati.Alla degustazione invitiamo il collega ed il capo, l’enologo, il cliente, la prof del figlio, ilsindaco conosciuto in Brasile...Arrivano alla spicciolata, singoli e piccoli gruppi, il saluto all’ingresso, la quota, il guardaroba, ed entrano nella sala imbandita con cura, dominata su un lato dall’ordinata esposizione dibottiglie, accompagnati a prender posto al tavolo.Lo spumante di benvenuto e via, in un clima di crescente cordialità e simpatia, alle raffinateproposte dei cuochi, antipasti, primi, carni e dessert, un susseguirsi di portate servite dagiovani studenti, perfetti camerieri. Ben diciotto i vini in degustazione introdotti da notedi presentazione, vini di spessore selezionati in impegnative nottate, con la consulenzapreziosa dell’amico vignaiolo. Sono gli adulti, eleganti nel grembiule nero su camicia bianca,che offrono il vino, versandolo con maestria nei grandi calici. E finalmente l’asta, col susseguirsidi battute ed animate fasi, i banditori brillanti, gli azzeccati nickname, le puntate individuali e le alleanze di tavolo, note di ulteriore calore e sana allegria.Ci ha scritto dom Guido Zendron, vescovo della diocesi di Paulo Alonso, in Bahia:“...Il gesto che state vivendo mi richiama al fatto che ciascuno di noi, per vivere bene, ha bisognodella carità, cioè di uno sguardo capace di introdurlo e sostenerlo nella realtà di tutti i giorni.L’esperienza che sto facendo, in questo primo anno da vescovo, è proprio di testimoniare questacarità di Cristo che ricevo in tutti gli incontri che la Provvidenza mi sta permettendo di fare.Auguroa tutti voi che il gesto di questa sera sia l’espressione di una gratuità che cercate di vivere neirapporti normali di ogni giorno e che nessuna crisi economica può fermare. Infatti Dio non ciha donato la vita perché Gli – avanzava - qualcosa, ma per un’abbondanza di amore, che èquello che definisce la Sua e la nostra natura più profonda...”

Mauro

Page 16: Primeira Estrela 2009

1 6