Alzheimer demenze e centri per i disturbi cognitivi e demenze (cdcd) frosinone 24.6.2017
prima serata cronos 2018 [modalità compatibilità] serata cronos... · Ilaria Bedini Psicologa...
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RICONOSCERE E
GESTIRE LA MALATTIA
DEMENZA E COMPETENZA:
Centro distrettuale disturbicognitivi e demenze Reggio Emilia
Comune di Albinea
RELATORI serata del 31 -5 -2018
Giovanna Del Din Medico Responsabile CDCD AUSL RE
Luana Casolari e Francesca Salsi Medici Geriatri CDCD AUSL RE
Monica Gabbi Infermiera Responsabile SAA RE
Cristina Menozzi Psicologa Programma Anziani e Fragilità AUSL RE
Ilaria Bedini Psicologa AIMA RE
Maria Pia Baroni Educatrice Professionale CDCD AUSL RE
Un ringraziamento particolare a Agostino Pastore (Medico Geriatra CDCD AUSL RE ) e Federica Aleotti
(Psicologa Programma Anziani e Fragilità AUSL RE ) per la stesura delle slide e la scelta delle immagini
CASO CLINICO
LA SIG.RA GINA HA COMPIUTO 76 ANNI
SCOLARITÀ 5 ANNI.
EX PARRUCCHIERA IN PENSIONE
VEDOVA, DUE FIGLI. VIVE SOLA.
NON FAMILIARITÀ PER DEMENZA.
STORIA CLINICA: IPERTENSIONE
ARTERIOSA, POLIARTROSI.
DA UN ANNO I FIGLI HANNO NOTATO
UN CALO DI MEMORIA PER GLI
EVENTI RECENTI (DIMENTICA
CONVERSAZIONI ED INFORMAZIONI
RECENTI), È PIÙ RIPETITIVA, PIÙ
PIGRA, “DISTRATTA” E “SVOGLIATA”.
HA DIFFICOLTÀ AD ORGANIZZARE
CENE E PRANZI COMPLESSI (NON
INVITA PIÙ I FIGLI CON LE MOGLI E I
NIPOTI A PRANZO LA DOMENICA).
APPARE PIÙ TRASCURATA NELLA
CURA DELLA CASA (SEMPRE MOLTO
ORDINATA… ORA LO È MENO) E
DELLA PROPRIA PERSONA.
CASO CLINICO
COSA FARE?
IL RUOLO DEL MMG:ESAME OBIETTIVO EDEVENTUALIAPPROFONDIMENTIDIAGNOSTICI DI PRIMOLIVELLO
RICHIESTA DI VISITAGERIATRICA PERDISTURBI COGNITIVI
PRENOTAZIONECUP,CUPWEB,FARMACUP O CUP-TEL 800.425.036
CASO CLINICO
LA VALUTAZIONE PSICOGERIATRICA
Alla prima visita emergono deficit dimemoria, disorientamento lieve nel tempo(non ricorda la data ed il giorno dellasettimana).
Ancora consapevolezza dei propri deficitcon umore depresso.
Sul piano delle abilità è ancoracompletamente autonoma per le attività divita quotidiana (usa il telefono, fa la spesa,prepara i pasti, accudisce la casa, fa ilbucato, gestisce i farmaci ed il denaro,guida l’automobile) e per la cura dellapropria persona. Tende a delegare aifamiliari le situazioni più complesse.
ESAMI RICHIESTI DAL GERIATRA:
Valutazione neuropsicologica: deficitprevalente di memoria con inizialeinteressamento dell’attenzione ( MMSE24/30).
RMN encefalo: negativa
Esami ematochimici: non significativi
RUOLO DELLA VALUTAZIONE NEUROPSICOLOGICA
Attraverso la somministrazione di una batteria di testabbiamo la possibilità di valutare diverse e singole funzionicognitive e le alterazioni conseguenti a danni cerebrali dinatura organica.Il punto di forza dei test neuropsicologici è la capacità didiscriminazione fra la condizione dinormale funzionamentocerebrale e la condizione di funzionamentoalterato/patologicoAvendo a disposizione linee guida e studi sulle demenze èpossibile individuare pattern neuropsicologici caratteristicidelle diverse patologieLa valutazione neuropsicologica ci permette di effettuareunbilancio di tutte le funzioni cognitive in termini di:- Grado di compromissione: quante e quali funzioni cognitivesono compromesse;- Riconoscimento delle capacità «residue» (ancoraconservate) con lo scopo di aiutare il familiare acomprendere le aree in cui il proprio congiunto puòrichiedere maggiore sostegno e per sollecitare ad un costanteallenamento delle stesseRappresenta anche un punto di riferimento in caso di ulterioredeclino (follow up) o per valutazione della risposta alleterapie
L’albero della vita G. Klimt, 1909
LE FUNZIONI COGNITIVE
LA MEMORIA
E’ una funzione molto complessache ci consente di conservaretraccia degli eventi e rievocarliquando vogliamo.
I disturbi della memoriarappresentano uno dei motivi chepiù frequentemente induconol’anziano o il famigliare arivolgersi ad un geriatra
La persistenza della memoria, S. Dalì 1931
LE FUNZIONI COGNITIVE
LA MEMORIA: COME FUNZIONAPerché una informazione venga memorizzata è necessario che vengaraccolta e poi fissata (collocata nel magazzino della memoria).
I sensi sono essenziali per l’acquisizione di nuove informazioni ed ènecessaria la loro integrità.
La memoria dipende anche dal grado di attenzione, dalla risonanza affettivache l’evento rievoca, dalle circostanze in cui l’evento deve essere richiamato(avere tempo per ricordare o no, essere rilassati o no, ambiente tranquillo ocaotico)
Diverse malattie (endocrine, infettive, neoplastiche) possono interferirecon la memoria. La loro cura permette il recupero della memoria
Presenza di depressione ed ansia (causa frequente potenzialmente reversibile)
Utilizzo di farmaci (soprattutto sonniferi)
LE FUNZIONI COGNITIVE
LA MEMORIA
Esistono vari tipi di memoriagrazie ai quali siamo in grado diarchiviare episodi della nostraesistenza
da Il Posto delle fragole, I. Bergman 1957
LE FUNZIONI COGNITIVE
LA MEMORIA SEMANTICA
magazzino che conserva leinformazioni relative alsignificato delle parole, aiconcetti e alle conoscenzeculturali e scolastiche
L’interpretazione dei sogni, R. Magritte 1930
LE FUNZIONI COGNITIVE
LA MEMORIA AUTOBIOGRAFICA
è quella relativa a tutti gliavvenimenti che riguardano lanostra storia personale
Amarcord, F. Fellini 1973
LE FUNZIONI COGNITIVE
LA MEMORIA PROCEDURALE
ricordi che riguardano attivitàripetute tante volte nel tempo
I giocatori di carte, P. Cézanne 18973
LE FUNZIONI COGNITIVE
LA MEMORIA RECENTEA tutti capita di dimenticare, specie se la nostra mente èdistratta da altri pensieri o se le cose da ricordare ci interessanopoco. Nelle persone anziane questo accade più spesso.
Tende a diminuire la cosiddetta "memoria recente”: un numerodi telefono, il luogo dove abbiamo riposto un oggetto, il nome diuna persona.
Che la memoria si modifichi con l’età è un dato di fatto. E’ statoinfatti dimostrato un progressivo declino della memoria recentenelle diverse epoche della vita.
LE FUNZIONI COGNITIVE
MEMORIA E INVECCHIAMENTONegli anziani l’apprendimento e le capacità di memoria nel lorocomplesso rimangono relativamente conservate
Vi sono alcune modificazioni fisiologiche: diventa più difficilericordare le cose recenti rispetto alle tracce più lontane ancheper motivi di ordine psicologico (meno interessanti esignificative, o meno frequentemente evocate)
Anche la minore efficienza dell’attenzione può essereresponsabile dell’aumentata difficoltà a conservare traccia dieventi recenti
LE FUNZIONI COGNITIVE
MEMORIA: QUANDO PREOCCUPARSIQuando una persona presentadisturbi di memoria cheinterferiscono con la capacità divita indipendente allora èopportuno consultare il medicogeriatra
Vecchio che soffre (“Alle porte dell’eternità”) , V. Van Gogh 1890
LE FUNZIONI COGNITIVE
MEMORIA E DEMENZA: MODIFICAZIONILa difficoltà a ricordare eventi recenti si accentua associandosi adifficoltà nell’immagazzinare nuove informazioni
Inizialmente sono meglio conservati i ricordi del passato(memoria remota) ma anche questi possono subiretrasformazioni: il malato spesso mescola i ricordi, attribuendo alpresente informazioni e avvenimenti che risalgono invece a moltianni prima
Con il progredire della malattia vengono cancellati anche i ricordipiù lontani
LE FUNZIONI COGNITIVE
MEMORIA E DEMENZA: COSA FARE?Aiutarlo a ricordare, dirgli di non abbattersi se non ricorda
Semplificare l’ambiente per aiutarlo a non perdere gli oggetti;
Biglietti scritti come promemoria nelle fasi iniziali
Orientarlo nel tempo (orologi, calendari; ricordare spesso al paziente che giorno è, qualemomento della giornata è, quale attività state per compiere, fissate una routine giornaliera ecercate di mantenerla costante)
Orientarlo nello spazio (cartello sulla porta della stanza che fatica a trovare; uscire con lui oppureseguirlo a distanza, se si trova in difficoltà fingere di passare di lì per caso)
Se non ricorda il concetto/significato di una cosa (memoria semantica) cercare altre modalità peraiutarlo a comprendere (es. non ricorda cos’è un cane: ricordargli il cane che aveva un tempo, ilverso dell’animale, un cane famoso visto in TV che gli piaceva, fargli vedere una fotografia..)
Quando il deterioramento aumenta correggerlo diventa inutile e controproducente (es. setrasferisce eventi del passato nel presente o ci riferisce informazioni errate…“stare al gioco”)
LE FUNZIONI COGNITIVE
L’ATTENZIONEE’ un importante filtro per tutti gli stimoli checontemporaneamente, in ogni momento,bombardano i nostri organi di senso (vista, udito,tatto, olfatto, gusto).
Consente di lasciare in secondo piano la maggiorparte degli stimoli e di concentrarsi su uno inparticolare.
Spesso è difficile mantenere a lungo concentratal’attenzione su qualcosa, in particolare se gli stimolisono numerosi o poco interessanti
La concentrazione dell’attenzione su uno stimoloha una durata limitata (20 minuti) e questo temposi riduce fisiologicamente con l’età.
Dittico di Marilyn, A. Warhol 1962
LE FUNZIONI COGNITIVE
ATTENZIONE E DEMENZA: MODIFICAZIONILa demenza modifica l’efficienza dell’attenzione:
il malato fatica a concentrare l’attenzione su uno stimolo perché vienecontinuamente distratto/disturbato dalla presenza di più stimoli presenticontemporaneamente (perdita della funzione di filtro)
Non è più in grado di effettuare più azioni simultaneamente perchél’attenzione che ha a disposizione serve per un solo compito per volta(parlare o ascoltare la radio mentre sta facendo un lavoro o seguire ildiscorso di qualcuno che gli sta parlando...)
Queste difficoltà compaiono gradatamente nel malato
E’ facile attribuire un deficit di attenzione a stanchezza; la continuità el’accentuarsi del deficit deve essere un campanello di allarme
LE FUNZIONI COGNITIVE
ATTENZIONE E DEMENZA: COSA FARE?
Non creare confusione attorno alpaziente
Riconoscere quando l’ambientediventa troppo complesso perl’attenzione del malato
Evitare di chiedere al paziente dueprestazioni contemporaneamente
Prestare attenzione ai compiti chegli si affidano (non troppocomplessi, perché creanofrustrazione).
Ciclo, M. C. Escher 1938 (litografia)
CASO CLINICO
TERAPIE NON FARMACOLOGICHE: LASTIMOLAZIONE COGNITIVA
Posta diagnosi di deficitcognitivo lieve (MCI), datela buona tenuta ecologicae le caratteristiche dimalattia, in equipe sistabilisce di sottoporre laSig.ra Gina ad un ciclo distimolazione cognitiva
Mani che disegnano, M. Escher 1948
La stimolazione cognitiva è un intervento multidimensionale costituito da:
1 esercizi volti ad allenare le abilità cognitive
John Cage "Solo for piano, Suite 8 di 63, dalla partitura del Concerto
2 esercizi psicomotori/musicoterapici volti agli aspetti emotivi e funzionali
3 feedback con i familiari al fine di ottimizzare le risorse comportamentali-gestionali quotidiane
Attività proposte
• Esercizi al pc • Schede operative cartacee • Verbalizzazione guidata e reminiscenza • Attività psicomotoria
(vedi domini cognitivi di intervento elenco esercizi)
•Esercizio di orientamento spaziale (luogo di appartenenza, concetti topologici primari)
temporale (data completa calendario festività), storia personale. Si pongono quesiti al paziente relativi a ciò che lo circonda.
•Esercizio di attenzione: ricerca di uguaglianze e differenze, figure geometriche. Al pc si può proporre anche con oggetti in movimento.
•Esercizio di memoria di lavoro: (E’ ciò che ci permette di tenere in memoria e contemporaneamente
manipolare delle informazioni) esecuzione di brevi compiti, consegne verbali per l’esecuzione di un esercizio.
Gli esercizi pratici sono:
•Esercizi di memoria a breve termine uditivo-verbale: ripetizione o scrittura di liste di parole, che può avvenire con e senza distrattori, dopo l’ascolto di brevi sequenze . Rievocazione di brevi racconti proposti dall’operatore.Riconoscimento di suoni fonetici
• Esercizio di memoria a breve termine visuo-spaziale: determinare la posizione di oggetti o parti del corpo nello spazio, ricostruzione di percorsi, labirinti , tabelle (scaffali) da comporre o conteggiare .
• Esercizio di memoria semantica: Significato delle parole, denominazione e riconoscimento di oggetti, o immagini di oggetti , loro utilizzo. Costruzione di categorie. Significato metaforico di proverbi , frasi fatte, stringhe di parole. Lettura di poesie, testi celebri, opere d’arte.
• Esercizio di riattivazione prassica: firmare il lavoro grafico, copiare figure geometriche, colorare (es. mandala) ,
Esercizi per la mano (contare con le dita, opposizione pollice-dita, afferrare oggetti con qualità differenti caldo, tagliente, pesante , ecc)
sequenze motorie (accendere e spegnere interruttore , slacciare una scarpa , fare un nodo, chiudere una maniglia, un chiavistello, la moka del caffè, ecc)
• Esercizio di pianificazione: ricostruzione di una giornata tipo del paziente.Progettazione spiegazione di azioni complesse della vita quotidiana (se vuoi mangiare il
minestrone cosa devi fare?) .
• Esercizio di memoria episodica-autobiografica: rievocazione di fatti del passato remoto o recente della storia di vita.
Ascolti musicali con verbalizzazioniQui si lavora su componenti cognitive ma con forti valenze affettive e motivazionali
Terapia di ReminiscenzaEsempi di materiale (da Bruce et al., 2003)
Tatto Oggetti della vita quotidiana propri del passato
Vista oggetti, le fotografie e le immagini che evocano episodi significativi del pz
Udito Musica, canzoni popolari, filastrocche
Olfatto Profumi ed aromi legati a consuetudini di vita del pz
Gusto I cibi della tradizione e/o dell’infanzia (es. caramelle di liquirizia e limone o dolci tipici )
CASO CLINICO
LA PROGRESSIONE DI MALATTIADopo un anno il quadro peggiora eviene posta diagnosi di Malattia diAlzheimer.
La terapia farmacologica al Centroper i Disturbi Cognitivi e leDemenze (CDCD): la nota 85
Il figlio di Gina, Luca, chiede unaiuto su come affrontare icambiamenti della madre
http://federicobabina.com/ARCHIATRIC
• Lo psicologo/psicoterapeuta viene attivato dagli specialisti dei centri, che colgono dalla relazione con i familiari (ma anche su loro richiesta ) l’utilità di un intervento che può essere articolato in termini di :
- contatto/informazione: fornire informazioni riguardanti la malattia ed i cambiamenti a livello del paziente e del familiare per quanto concerne gli aspetti psicologici, informazioni inerenti tecniche di gestione dei problemi di tipo psicologico e comportamentale del paziente, informazioni sulle conseguenze del lavoro assistenziale e sulle modalità di gestione dello stress e del disagio psicologico;
- consulenza/ sostegno: al familiare sulle difficoltà del lavoro assistenziale che possono essere riferite sia al singolo che al contesto familiare allargato,
Nostro compito fondamentale è offrire ai familiari e ai cg formali (operatori, assistenti privati) informazioni sulla malattia in termini di sintomatologia cognitiva e comportamentale, fasi di malattia, suggerimenti operativi oltre che una
assistenza/accompagnamento durante il percorso di malattia
• La demenza è una malattia che non consente di fare i conti con la perdita una volta per tutte ma rinnova le ferite psicologiche del caregiver ogni volta che un nuovo deficit si aggiunge a quelli precedenti
Il sostegno psicologico: il ruolo dello psicologo
Il sostegno psicologico:
La FAMIGLIA
è a tutt’oggi il luogo privilegiato della cura nel nostro paese, ma non è più il “contenitore” stabile di un tempo
LA DEMENZA MODIFICA PROFONDAMENTE LO STILE DI VITA DEL SISTEMA FAMILIARE
Le principali problematiche del caregiver riguardano :
� la mancanza di conoscenze adeguate sulla malattia (e di conseguenza le
dinamiche evolutive della malattia)
� I cambiamenti del proprio caro, proprio perché non si comprendono, sono spesso emotivamente intollerabili e la concomitante presenza di altri disturbi (cognitivi e non) sono elementi che influiscono pesantemente sulla relazione malato –famiglia
Ciò non permette una visione oggettiva della realtà e crea false aspettative
I sentimenti che spesso si scatenano sono:
-la negazione: il rifiuto di credere vero ciò che sta accadendo può indurre alla
ricerca di nuove diagnosi, alla ricerca del farmaco “risolutore”, al tentativo di
convincere il malato a comportarsi “come prima”
-l’iperattivismo: può condurre al tentativo di volersi sostituire in tutto al
malato
-la collera: è dovuta alla frustrazione per il consistente investimento di energie
che non vanno a buon fine
- la fuga: dovuta al tentativo di allontanarsi dalla fonte di ansia, al fine di
preservare intatta l’immagine del malato che non si è in grado di modificare
LA SOFFERENZA DI CHI ASSISTE
LA SOFFERENZA DI CHI ASSISTE
A questo si aggiungano le grosse difficoltà assistenziali che la malattia comporta:
la perdita di autonomia, secondaria all’aumento dei deficit cognitivi e
funzionali, richiede una nuova riorganizzazione ed eventualmente il ricorso ad
aiuti esterni con nuovi costi emotivi ed economici
� Costi fisici ed emotivi più elevati quando il cg non ha supporti esterni ed è
impegnato costantemente in una assistenza 24/24h
Grado di stress direttamente correlato all’aumento delle ore di assistenza
Depressione secondaria più all’aumento di stress che alla gravità della patologia
Si creano difficoltà sociali e relazionali legate alle speranze e ai progetti per ilfuturo che svaniscono man mano che ci si impegna nell’assistenza del malatooltre al grosso imbarazzo e vergogna che questi malati possono generare,provocando così l’isolamento sociale sia del soggetto sia del caregiver
Con il progredire della malattia, chi si prende cura del paziente finisce perallontanarsi dagli amici e dalle normali attività sociali.
Attraverso colloqui con gli specialisti (medico, psicologo, infermiere, assistente sociale, educatore) ma anche in momenti strutturati dedicati alle famiglie (colloqui psicologici, gruppi di sostegno) e alla popolazione generale nei vari territori (con serate informative, convegni)
Noi come centri disturbi cognitivi ci impegniamo a fare conoscere meglio la malattia, i sintomi, le possibilità di cura, le strategie per poter mantenere e allenare le capacità residue, ci poniamo in ascolto rispetto alle paure, resistenze e richieste di aiuto dei familiari
Come aiutare ?
CASO CLINICO
LA PROGRESSIONE DI MALATTIA
Dopo 2 anni la paziente è moltodisorientata nel tempo e, inmisura minor nello spazio (nonriconosce la casa della figliadove si è recata per anni).Peggiorato il linguaggio,comparsa di anomie, perifrasi…
L’impero delle luci, R. Magritte 1954
LE FUNZIONI COGNITIVE
IL LINGUAGGIO
Permette di comunicare verbalmente o periscritto utilizzando un certo numero di segnicondivisi da più persone (le parole), diselezionarli ed organizzarli in modo da renderlimessaggi.
Ha una funzione espressiva, serve adesternare stati d’animo, sentimenti, emozioni,sia intenzionalmente che involontariamente(tono della voce, velocità con cui parliamo).
Serve per la formulazione di concetti eragionamenti.
Strumento fondamentale per la comunicazionecon il mondo.
Creazione di Adamo, M. Buonarroti 1511 ca
Annunciazione, Beato Angelico 1338-46
LE FUNZIONI COGNITIVE
In seguito al progressivo deteriorarsidelle aree cerebrali preposte allaelaborazione del linguaggio, il malatosi trova sempre più in difficoltà neltradurre il proprio pensiero in parole ele parole degli altri nei concetticorrispondenti (afasia).
Viene perso l’aspetto simbolico dellaparola
Nella demenza le parole si svuotanoa poco a poco dei loro significati
La ragazza che legge una lettera, J. Vermeer 1663-64
LINGUAGGIO E DEMENZA: MODIFICAZIONI
LE FUNZIONI COGNITIVE
LINGUAGGIO E DEMENZA: MODIFICAZIONIIl paziente fatica a trovare la parola giusta per esprimersi (rinuncia a parlare)
Utilizzo di perifrasi (bicchiere = per bere)
Quando le parole non trovate sono molte e molte le perifrasi il discorso diventa strano (il malatoparla molto e dice poco)
Perde il filo del discorso (il malato si perde dietro altri concetti che si affacciano alla sua mente, chesono collegati al primo, ma lo allontanano dal ragionamento iniziale).
Con il progredire della malattia, oltre ad aumentare il numero di parole non trovate, vi sono errori dipronuncia, compaiono neologismi (parole inventate) e/o parole passe partout (il coso).
Difficoltà del malato a capire il nostro linguaggio (comprensione)
Perdita della capacità di scrittura (ultima ad essere perduta è la capacità di scrivere il proprionome).
Comparsa di linguaggio scurrile (parolacce contenute in una zona del cervello deputata allacomunicazione verbale automatica)
LE FUNZIONI COGNITIVE
Suggerire la parola mancante, cercare di cogliere il senso del discorso
Non fare emergere i difetti del discorso
Piccoli giochi di ripetizione o produzione di parole (dimmi una parola che cominciaper B)
La difficoltà di comprensione può essere < di quella di espressione
All’inizio fargli scrivere frasi autonomamente, poi farlo scrivere sotto dettatura, allafine fargli scrivere il proprio nome, cognome ed i dati anagrafici che ricorda(rallenta la perdita dell’identità).
Ignorare il linguaggio scurrile, spesso è una reazione automatica a qualcosa chelo ha innervosito (distrarlo o eliminare la causa)
LINGUAGGIO E DEMENZA: COSA FARE?
CASO CLINICO
LA PROGRESSIONE DI MALATTIA
Peggiorata l’attenzione (non è più in grado diseguire un telefilm). MMSE 15/30
La paziente deve effettuare un ECG dicontrollo. In sala d’aspetto si lamenta a vocealta per il tempo di attesa, vuole uscire etornare a casa, discute ad alta voce con lafiglia, chiede più volte all’infermiera,rincorrendola, quanto tempo c’è ancorad’aspettare (perdita della capacità dicritica).
Non è più in grado di capire pensieriastratti (gioia, felicità, pace).
http://fabiomagnasciutti.blogspot.it
LE FUNZIONI COGNITIVE
GIUDIZIO CRITICO
Capacità di identificare e di valutare ilsignificato delle situazioni in cui citroviamo.
Ci permette di rapportarci correttamentecon l’ambiente esterno e di modulare inostri comportamenti in funzione delcontesto in cui ci troviamo.
Nella demenza il malato perde la capacitàdi giudicare il contesto ambientale in cui sitrova, l’adeguatezza del suocomportamento, e la capacità di effettuarestime cognitive corrette.
Il Paradiso, M. Chagall 1961
LE FUNZIONI COGNITIVE
GIUDIZIO CRITICO: COSA FARE?
Nelle fasi iniziali correggere con tatto
Nelle fasi avanzate è necessario alzare il livello di tolleranza edevitare situazioni che richiedono stime cognitive che non è più ingrado di fare
LE FUNZIONI COGNITIVE
PENSIERO ASTRATTO
Capacità di usare il pensierofacendo riferimento a categorienon concrete, ma ad ipotesi,ragionamenti complessi, concetti
Nella demenza il malato hasempre più difficoltà a seguireragionamenti lunghi ed astratti enon basati su contenuti concreti;non comprende espressionimetaforiche e proverbiali.
Bunter Risonanza multicolore, V. Kandisky 1928
LE FUNZIONI COGNITIVE
PENSIERO ASTRATTO: COSA FARE?
Evitare di spiegare con frasi lunghe e non basate su contenuticoncreti
Evitare metafore e proverbi.
CASO CLINICO
LA GESTIONE QUOTIDIANA
Gina non è più in grado di stareda sola di giorno e i figli Luca eMilena di giorno lavorano.
Il Geriatra del CDCD proponeingresso in Centro Diurno e leattività di AIMA.
Mistero e malinconia di una strada, G. De Chirico 1914
IL SERVIZIO ASSISTENZA ANZIANI (SAA)
LE RISORSE PER I PAZIENTI E LE LORO FAMIGLIE
PRESENTI SUL TERRITORIO
• I COMUNI ,LE UNIONI DEICOMUNI E AUSL ,STIPULANO CONVENZIONI, CONTRATTI DI SERVIZOCON ASSOCIAZIONI , ENTIPER LA GESTIONE DIRISORSE DA OFFRIRE AICITTADINI E ALLE LOROFAMIGLIE AL FINE DISUPPORTARLE NELLADOMICILIARITA’ E/OALLEGGERIRE IL LAVORODI CURA
• I SERVIZI SOCIALITERRITORIALI SONOLA PORTAD’ACCESSO ALLERISORSE ….
ATTRAVERSO LACONOSCENZA …LAPRESA IN CARICO ….
QUALI RISORSE?
• DAI CAFFE ALZHEIMER,AI GRUPPI DI CAMMINO,ALLA LOCANDA DELLAMEMORIA ……
• AL …CENTRO DIURNO…ALL’ASSISTENZADOMICILIARE … ALLACASA RESIDENZAANZIANI ....
• AL NUCLEO SPECIALEDEMENZA …
• E’ IMPORTANTERAPPRESENTARE ALSERVIZIO SOCIALETERRITIORIALE LASITUAZIONE…
• AFFRONTARE LAMALATTIA INSIEME….
“ Demenza e competenza: riconoscere e gestire la malattia”Giovedì 31 maggio 2018Sala Civica Biblioteca comunale di Albinea
La demenza rappresenta oggi un problema sociale e culturale.
La malattia coinvolge non solo le persone malate ma anche la famiglia
Criticità in ambito sanitario
Criticità in ambito familiare
•Il percorso di accettazione della diagnosi è molto complesso
•Si tende a fare da soli
•Le famiglie vanno sostenute da subito e nel tempo •Convinzione di “non poter fare più nulla”
•Terapie più efficaci: relazione, socializzazione, possibilità di esprimere ciò che ancora si è in grado di fare e di essere
Centro di ascolto
Gruppi di Sostegno
Caffè Incontro
Tempo d’Incontro
Incontri di Formazione e Sensibilizzazione
I progetti e attività di AIMA
Centro di Ascolto• Punto di accoglienza esperto, gestito da operatori
qualificati.
• La sua finalità è accogliere e ascoltare i bisogni delle famiglie.
• È a disposizione di tutta la cittadinanza con un’apposita linea telefonica (Tel. 0522-335033 ) e per ricevimento diretto presso la sede.
Gruppi di sostegno• Preziosi incontri di scambio e condivisione di
esperienze con i familiari, condotti da professionisti esperti.
Caffè Incontro – Tempo di Incontro
• Momenti di ritrovo per le persone malate ed i loro familiari come occasione di relazione e socializzazione.
• Tempo d’incontro è un progetto gestito insieme ad Auser ed Emmaus
Sin dalla sua nascita l’associazione haorganizzato momenti periodici diinformazione, condivisione ediscussione sulla demenza rivolti inparticolare ai familiari, ma aperti a tuttala cittadinanza
Incontri informativi
Caffè Incontro: stare insieme per stare meglio
Caffè Incontro al Mare
Grazie per l’attenzione!