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PRIMA GUERRA MONDIALE (1914-1918)

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UNA TRAGEDIA EUROPEA

• La seconda guerra mondiale , cinque volte più distruttiva in termini di vite umane, ed incalcolabilmente più pesante per i costi economici, fu una diretta conseguenza della prima.

• A. Hitler, combattente smobilitato, il 18 settembre 1922, lanciò una sfida alla Germania: «Non è possibile che due milioni di tedeschi siano caduti invano […] No, noi non perdoniamo, noi chiediamo vendetta!» (A. Bullock, Hitler, London, 1952, p. 79.)

• La prima guerra mondiale inaugurò quella produzione di morte di massa che la seconda portò ad uno spietato compimento.

• Alla fine della guerra si stimarono circa 10 milioni di morti.

• L’Europa prebellica, per quanto imperialista fosse, garantiva il rispetto dei principi del costituzionalismo, il rispetto delle leggi e del governo rappresentativo (era l’Europa razionale e liberale dei Lumi);

• Dopo la guerra l’Europa perse velocemente fiducia in tali principi:

• 1917: rivoluzione bolscevica in Russia

• 1920: in Ungheria regime autoritario dell’ammiraglio Horthy

• 1922: marcia su Roma e inizio del ventennio fascista in Italia

• 1923: in Bulgaria vi fu un colpo di stato militare

• 1926: in Polonia regime semidittatoriale

• 1933: presa del potere di Hitler in Germania

• 1934: in Austria il cancelliere cristiano-sociale Engelbert Dollfuss varò una Costituzione in parte ispirata al modello del fascismo italiano

• 1936: vittoria dei franchisti in Spagna

• Meno di vent’anni dopo la fine della grande guerra l’Europa si ritrovò nel pieno di una politica di riarmo

• La Seconda guerra mondiale può essere vista come una prosecuzione della prima, che aveva lasciato sostanzialmente irrisolti i problemi per risolvere i quali era scoppiata.

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La belle Époque

• Da cento anni, dalla fine dell’era napoleonica, l’Europa non era teatro di una guerra continentale.

• L’ultima guerra fra due potenze europee si era combattuta nel 1870: l’esercito prussiano, in due mesi, aveva sconfitto l’esercito francese e occupato Parigi. Il cancellieri Otto Von Bismarck proclamò la nascita dell’impero tedesco a Versailles il 18 Gennaio 1871.

• Altre guerre avevano coinvolto gli Stati europei, ma fuori dal continente (nel 1898 la Spagna perse le sue colonie in America e nel Pacifico in seguito alla guerra con gli Stati Uniti; fra il 1899 ed il 1902 l’Inghilterra fu coinvolta nella guerra contri i boeri in Sud Africa nel 1904 la Russia fu sconfitta dal Giappone, nel 1911 l’Italia aveva sconfitto l’impero ottomano e ottenuto la Libia, ecc).

• La lunga pace dell’Europa aveva fatto nascere la speranza che la modernità trionfante della civiltà europea , guidata dalla fiducia nella ragione e dalla fede nel progresso, sarebbe giunta un giorno a sconfiggere definitivamente la barbarie della guerra…

• 14 Aprile 1900, a Parigi: una grande esposizione universale il cui tema dominante fu l’elettricità, che simboleggiava la vittoria del progresso sulle tenebre e l’avvento di un’umanità illuminata e pacifica.

• I movimenti pacifisti facevano proseliti fra l’opinione pubblica e gli elettori

• 1899, all’Aja: prima conferenza internazionale della pace, dove i rappresentanti dei 26 Stati partecipanti si impegnarono a prevenire la guerra o ridurne gli effetti micidiali adottando regole di condotta sia fra gli Stati belligeranti sia verso i Paesi neutrali.

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Cause dello scoppio della guerra

• La pace del continente si reggeva su fragili equilibri derivanti dalla DIVISIONE IN DUE BLOCCHI CONTRAPPOSTI:

• TRIPLICE INTESA (1907): Francia, Inghilterra e Russia (dal 1915, anche Italia)

• TRIPLICE ALLEANZA (1882; 1887): Austria, Germania, Italia

• Problemi politici e diplomatici:

• Prima (1906) e seconda (1911) crisi marocchina: Guglielmo II prende le difese del Marocco contro le mire imperialistiche della Francia, che alla fine otterrà il protettorato sul Marocco e ripagherà la Germania dandole una parte del Congo francese.

• Crisi dell’impero ottomano con la rivoluzione dei giovani turchi (1908)

• 1911: occupazione italiana della Libia e sconfitta della Turchia

• Prima guerra balcanica (1912-1913): Serbia, Montenegro, Grecia e Bulgaria si alleano contro la Turchia (nasce il principato di Albania per impedire alla Serbia lo sbocco sul mare)

• Seconda guerra balcanica (1913-14): la Bulgaria attacca Grecia e Serbia, a cui si alleano la Romania e la stessa Turchia

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Cause dello scoppio della guerra

• Riarmo navale tedesco, voluto dall’imperatore Guglielmo II (che nel 1890 aveva allontanato il cancelliere Otto von Bismarck, principale fautore del cosiddetto «concerto europeo») per contrastare la superiorità inglese nel mare del Nord

• Diffusione dei nazionalismi

• Tra il 1870 e il 1914 i governi dei principali stati (Germania, Francia, Russia, Austria) organizzarono la mobilitazione e l’armamento di grandi quantità di coscritti: nascono i moderni eserciti di massa

• Crisi dell’Impero austro-ungarico, con la pressione esercitata dalle diverse etnie che lo componevano

• 1908: l’Austria si annette la Bosnia-Erzegovina aggravando le tensioni sui Balcani con la Serbia e con la Russia (che difendeva gli slavi ortodossi)

• Esasperazione dell’irredentismo serbo (panslavismo): il 28 Giugno1914 a Sarajevo (Bosnia) Gavrilo Princip, studente bosniaco animato dal nazionalismo serbo (membro della Giovane Bosnia, associazione nazionalista, armata dalla «mano nera», associazione terroristica antiaustriaca), uccide l’arciduca Francesco Ferdinando (nipote di Francesco Giuseppe ed erede al trono d’Austria) e la moglie Sofia

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CAUSE DELLO SCOPPIO DELLA GUERRA

• La Gran Bretagna aveva il più vasto impero coloniale della storia, sul quale «Non tramontava mai il sole», mentre la Francia possedeva gran parte dell’Africa centro-occidentale e della penisola indocinese in Asia: entrambe erano decise a difendere ed incrementare i loro imperi coloniali.

• L’impero russo si estendeva dall’Europa orientale al Pacifico e, dopo la sconfitta subita per opera del Giappone, le sue mire si orientavano verso la penisola balcanica, rivaleggiando con l’Austria-Ungheria, che non aveva colonie ed era decisa ad estendere il suo dominio sui Balcani.

• Germania ed Italia potenze di recente formazione, avevano possedimenti coloniali che non ritenevano adeguati alle loro ambizioni ed al loro rango di grandi potenze.

• Accelerazione della corsa agli armamenti, accompagnata dall’invenzione o dal perfezionamento di armi sempre più micidiali, come le mitragliatrici con potenza di fuoco fino a 500 colpi al minuto e l’artiglieria pesante, costituita da mortai, obici e cannoni di grosso calibro e a lunga gittata. (Alcune di queste armi erano già state sperimentate nella guerra russo-giapponese, nella guerra di Libia e nelle due guerre balcaniche).

• Dopo l’Intesa fra Francia, Russia ed Inghilterra, la Germania si sentì accerchiata ed esposta al rischio di essere aggredita su due fronti; fra gli esponenti del militarismo prussiano si fa strada l’idea di una «guerra preventiva» per liberare la Germania dalla minaccia di essere schiacciata da un attacco congiunto di Francia e Russia.

• I tre anni precedenti lo scoppio della guerra furono anni di agitazioni sociali e di lotte sindacali (anche in seguito alle crisi economiche degli anni 1907 e 1913):

In Germania il Partito socialista, nelle elezioni del 1912, divenne il primo partito; in Russia aumentò l’ostilità verso l’autocrazia zarista, in Italia esplosero le violenze della «settimana rossa», ondate di scioperi sconvolsero la Francia e l’Inghilterra e l’Irlanda appariva sulla soglia di una guerra civile.

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La polveriera d’Europa

• All’inizio del Novecento, la polveriera che avrebbe potuto far scoppiare una guerra europea erano i Balcani.

• Mosaico di popolazioni differenti per nazionalità, etnia e religione, mescolate entro i confini dell’impero austro-ungarico e degli Stati sorti nel corso dell’Ottocento dalla rivolta contro il dominio ottomano (Grecia, Serbia, Montenegro, Bulgaria, Romania), i Balcani erano l’aria più turbolenta del continente europeo, perché in questa regione si scontravano le ambizioni egemoniche dell’Austria, della Russia e degli stati balcanici che miravano ad ingrandirsi alle spese dell’impero ottomano.

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LO SCOPPIO DELLA GUERRA

• 23 Luglio 1914: ultimatum dell’Austria alla Serbia

• La Serbia non accetta la partecipazione di funzionari austriaci alla repressione del movimento sovversivo in territorio serbo

• 28 luglio: l ’Austria dichiara guerra alla Serbia

• Scatta il sistema delle alleanze: mobilitazione russa; 1 Agosto la Germania dichiara guerra alla Russia ed il 3 alla Francia; la Germania invade il Lussemburgo ed il Belgio (paesi neutrali); il 4 Agosto l’Inghilterra dichiara guerra alla Germania; il Giappone dichiara guerra alla Germania il 23 Agosto e ne attacca le isole sul Pacifico

• Fallimento della Seconda Internazionale (1889-1914): gli interessi nazionali si mostrarono molto più forti dei legami fra

lavoratori (patriottismo, fedeltà alla dinastia

e senso del dovere prevalsero

sull’internazionalismo e sul pacifismo)

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LO SCOPPIO DELLA GUERRA• A favore della guerra: governi (unioni sacre = governi di coalizione), ceti

industriali, interessati alla produzione di armamenti, partiti proletari, conl’eccezione del Partito socialista italiano e dei bolscevichi in Russia; il socialistafrancese Jean Jaurès fu assassinato da un nazionalista per le sue posizionipacifiste.

• L’annuncio della guerra viene accolto da folle acclamanti nelle capitali dellepotenze coinvolte; fotografie filmati dell’epoca mostrano schiere di fanti chepartono per il fronte fra ali di gente festosa, abbracciati da giovani donne che lisalutano lanciando fiori, come fossero in partenza per un viaggio di avventura.

• L’entusiasmo per la guerra coinvolse prevalentemente il ceto medio urbano egiovani studenti, mentre la maggior parte dei mobilitati, i contadini, andarono alfronte rassegnati, senza conoscere neppure la causa per cui dovevanocombattere.

• I governi dei diversi Stati belligeranti si illusero che la guerra sarebbe stata

breve e si sarebbe svolta con le tattiche tradizionali.

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L’Italia di fronte allo scoppio della guerraIl 2 Agosto: l’Italia dichiara la sua neutralità (visto il carattere difensivo della Triplice alleanza e visto che né l’Austria né la Germania avevano consultato l’Italia prima di inviare l’ultimatum alla Serbia)

INTERVENTISTI NEUTRALISTI

Intellettuali dei movimenti d’avanguardia, come i Futuristi : ritenevano che la partecipazione dell’Italia alla guerra fosse un’esperienza collettiva decisiva per consolidare l’unità politica e morale degli Italiani.

Socialisti: rimanevano fedeli al l’internazionalismo antimilitarista , giudicando la guerra un conflitto scatenato da imperialismi antagonisti

Irredentisti e democratici (Leonida Bissolati, Gaetano Salvemini): si richiamavano alla tradizione mazziniana e volevano completare l’unificazione nazionale e dare l’indipendenza a tutte le nazionalità sottomesse all’impero asburgico

Cattolici (Benedetto XV): la Santa Sede aveva condannato la guerra non solo per pacifismo cristiano, ma anche perché temeva di perdere, con la sconfitta dell’Austria, cattolica e autoritaria, un valido argine contro l’espansione del panslavismo ortodosso e contro l’avanzata della modernità laica, incarnata dalla Francia repubblicana ed anticlericale.

Liberali conservatori e nazionalisti (Luigi Albertini, direttore del «Corriere della Sera», Salandra e Sonnino): volevano completare l’unità nazionale, ampliare i possedimenti coloniali, rafforzare l’egemonia della destra liberale.

Liberali giolittiani: Giolitti riteneva che l’Italia fosse militarmente impreparata a intervenire in una guerra mondiale che egli prevedeva lunga ed onerosa; Giolitti scrisse che il governo italiano avrebbe potuto ottenere «parecchio» trattando con l’Austria la cessione di territori in cambio della neutralità

Sindacalisti rivoluzionari: consideravano la guerra contro il militarismo e l’autoritarismo degli imperi centrali l’inizio di una rivoluzione per accelerare l’emancipazione delle classi lavoratrici.

Mussolini (che diventerà interventista): come direttore dell’»Avanti!» si batté per la neutralità assoluta; poi si convertì all’idea della guerra rivoluzionaria e del patriottismo; fondò un nuovo giornale, «Il popolo d’Italia», per sostenere l’intervento e fu espulso dal Partito socialista.

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IL PIANO SCHLIEFFEN

Il capo dello Stato maggiore Alfred vonSchlieffen aveva dato per scontatal’eventualità di una guerra su due fronti (acausa dell’alleanza franco-russa) e avevapredisposto un piano che mettesse fuoricombattimento in poche settimane laFrancia per poi concentrare le forzetedesche contro la Russia. Le truppedovevano passare attraverso il Belgio,nonostante la sua neutralità, per raggiungerela frontiera francese e dispiegarsi lungo ifiumi Mosa e Somme; da qui l’ala destradoveva volgersi a sud, aggirare Parigi daoccidente e schiacciare l’esercito franceseverso l’ala sinistra che avanzava versol’Alsazia-Lorena. Una grande tenagliaavrebbe così incastrato l’esercito francese,che doveva essere sconfitto in 40 giorni perpoi risalire sui treni e rivolgersi ad Orientecontro la Russia.

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IL FALLIMENTO DEL PIANO SCHLIEFFEN

• Lo «STUPRO DEL BELGIO»: Nonostante il Belgio fosse una nazione smilitarizzata e lapopolazione non opponesse nessuna resistenza i tedeschi fucilarono innocenti e diederoalle fiamme interi villaggi.

• Sul finire del 1914, al termine della “corsa verso il mare”, la cittadina di Ypres (oggi Ieper),nelle Fiandre settentrionali, assunse il ruolo di ultimo caposaldo (punto fortificato di unoschieramento difensivo) dell’esercito Inglese, prima della regione prossima alle coste delBelgio, completamente inondata per impedire l’avanzata tedesca.

• Ben tre terrificanti campagne, con il concerto di un clima quasi perennemente piovoso,ridussero l’intera zona ad un paesaggio lunare e spettrale, dove moltissimi soldati furonovittima del fango e degli elementi naturali particolarmente avversi, ancor prima dellemitragliatrici e dei cannoni.

• Il 25 Agosto a Lovanio, cittadina universitaria, ricca di tesori architettonici , dopo tre giornidi incendi e saccheggi, la biblioteca dell’Università Cattolica, che conservava 300.000volumi e preziosi manoscritti, fu ridotta in cenere, migliaia di edifici furono rasi al suolo,248 civili uccisi e 42.000 abitanti evacuati a forza.

(Emilio Gentile, Storia illustrata della grande guerra, Laterza, Roma-Bari, 2014,

pp. 57-58)

Biblioteca Università Cattolica di Lovanio dopo l’incendio (1914)

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• Primi di settembre: I tedeschi ottennero una serie di clamorosi successi iniziali attestandosi lungo il corso della Marna a poche decine di km da Parigi; qui, però i tedeschi arrivarono esausti e dal 4 al 12 Settembre dovettero affrontare il contrattacco francese: fu la prima grande battaglia della Grande Guerra i tedeschi devono arretrare attestandosi in corrispondenza dei fiumi Aisne e Somme : il «miracolo della Marna» sancì il fallimento del piano Schlieffen (affidato al generale Von Moltke)

• La fortificazione e difesa dell’Aisne segnano l’inizio della guerra di trincea e l’abbandono della guerra di movimento (manovra offensiva, spostamento rapido di ingenti masse di uomini in vista di pochi e risolutivi scontri campali) sostituita da una guerra di logoramento (due schieramenti praticamente immobili che si affrontano in attacchi sterili e sanguinosi, inframezzati da lunghi periodi di stasi)

• Tra il 21 Ottobre ed il 23 Novembre 1914, nella battaglia presso la città belga di Ypres, inglesi, francesi e belgi riuscirono a tenere testa ai tedeschi, arrestando la loro «corsa al mare».

• Fine Novembre: gli eserciti si erano attestati in trincee improvvisate su un fronte di 750 km che andava dal Mare del Nord al confine svizzero.

• La seconda battaglia di Ypres (22 aprile 1915) inaugurò l’uso indiscriminato di

gas letali, tra cui il fosgene, il cloro e il solfuro dicloroetilico: tutte queste miscele

letali presero poi il nome identificativo generico di “Iprite”, dalla stessa cittadina

belga. In seguito i gas verranno utilizzati anche dagli alleati, ma le maschere antigas

presto avrebbero ridotto notevolmente l’effetto mortale dei gas venefici.

Sulla vita nelle trincee: Emilio Gentile, Storia illustrata della grande guerra, Laterza,

Roma-Bari, 2014, pp. 59- 62

IL FALLIMENTO DEL PIANO SCHLIEFFEN

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LA GUERRA DIVENTA MONDIALE

STATI CHE SI AFFIANCANO ALLA TRIPLICE INTESA

• Agosto 1914: il Giappone dichiara guerra alla Germania (per impadronirsi dei possedimenti tedeschi nel Pacifico)

• 23 Maggio 1915: l’Italia entra in guerra contro l’Austria-Ungheria

• Portogallo

• Romania

• Grecia

• Aprile 1917: gli Stati Uniti

• Cina, Brasile ed altre Repubbliche latino-americane

STATI CHE AFFIACANO LA TRIPLICE ALLEANZA

• Novembre 1914: la Turchia interviene a favore degli Imperi centrali

• Bulgaria

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L’ITALIA ENTRA IN GUERRA

• PATTO DI LONDRA: Salandra (capo del governo) eSonnino (ministro degli esteri) allacciarono rapportisegreti con le forze dell’Intesa ed infine decisero, con ilsolo avvallo del re, di accettarne le proposte e difirmare il 26 Aprile 1915 il patto di Londra con Francia,Inghilterra e Russia.

• L’Italia, in caso di vittoria avrebbe ottenuto: il Trentino,il Sud Tirolo (Alto Adige), la Venezia Giulia, l’interapenisola istriana (eccetto Fiume) ed una parte dellaDalmazia. Nella concezione diplomatica di Sonnino, ilPatto di Londra non prevedeva la disgregazionedell’impero asburgico, ma solo un suoridimensionamento a vantaggio dell’Italia nell’Adriatico.

• La volontà neutralista manifestata dal Parlamentoitaliano fu scavalcata dal re che rifiutò le dimissioni diSalandra.

• Radiose giornate di Maggio: appoggio dellapopolazione, mobilitata dagli interventisti. Romadivenne teatro di manifestazioni contro Giolitti e controi parlamentari, accusati di essere traditori della Patria.

D’Annunzio in questaoccasione si propose comepoeta vate di una nuovaItalia in guerra.

Il 23 Maggio il Governoitaliano dichiarò guerraall’Austria

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1915 – 1916: LA GRANDE STRAGE

• Le forze austro-ungariche si dispongono sulle posizioni difensive più favorevoli: lungo il fiume Isonzo esulle alture del Carso; il fronte italiano si estendeva per circa 600 chilometri, dal Passo dello Stelvio alfiume Isonzo, e dalle Alpi carniche al golfo di Trieste. (E. Gentile, Storia illustrata della grande guerra,p. 85)

• 1915: le truppe italiane, guidate da Luigi Cadorna le affrontano in 4 battaglie sanguinose efallimentari (66.000 morti e 180.000 feriti senza riportare risultati importanti)

( J. Keegan, La prima guerra mondiale, Carrocci, Roma, 2012, p. 390)

• Febbraio 1916: le truppe tedesche attaccano i Francesi a Verdun; fu una carneficina per entrambi glischieramenti (oltre 600.000 morti, tra tedeschi e francesi, in quattro mesi)

• Sulla Somme (pochi mesi dopo): controffensiva

degli inglesi con introduzione dei tanks (carri armati)

In 6 mesi quasi 1 milione di morti

• Dal 14 Maggio al 2 Giugno 1916: Strafexpedition

(spedizione punitiva contro l’ex alleato traditore);

gli italiani riescono faticosamente ad arrestarla

sugli altipiani di Asiago (E. Gentile, op. cit. , p. 89-90)

• Dimissioni governo Salandra, sostituito da Paolo Boselli

• Altre 5 battaglie sull’Isonzo e presa di Gorizia (agosto 1916).

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IL FRONTE ORIENTALE• La guerra sul fronte orientale fu combattuta su una linea molto estesa, dal

Baltico al Mar Nero.

• Agosto e settembre 1914: i tedeschi inflissero due grandi sconfitte ai Russi sulfronte polacco a Tannenberg e sui Laghi Masuri.

• Estate del ‘15: i Russi dovettero lasciare gran parte della Polonia.

• Autunno ‘15: la Serbia viene invasa

dagli Austriaci e cancellata di fatto dal

novero dei contendenti.

• Primavera/estate ‘15: visto lo stallo sul fronte

occidentale, il governo inglese decise di organizzare

un corpo di spedizione anglo-francese (su pressione di Churchill), con la

partecipazione di truppe australiane e neozelandesi,

per occupare lo stretto dei Dardanelli, mirando

alla conquista di Costantinopoli.

Lo sbarco avvenne il 25 Aprile sulla penisola di Gallipoli,

ma l’esercito turco, coadiuvato dai tedeschi,

trincerato sulle colline sovrastanti la spiaggia, inflisse

agli alleati perdite pesantissime fino a costringerli ad abbandonare l’impresa.

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• Ogni 25 aprile in Australia e Nuova Zelanda viene celebrato l’Anzac Day, (ANZAC:Australia and New Zealand Army Corps,) giornata in cui vengono ricordati i soldatidi queste due nazioni caduti in tutte le guerre. Per alcuni la campagna denota lanascita di un'autentica identità nazionale australiana dopo la guerra, strettamentevincolata alla concettualizzazione popolare delle qualità dei soldati che lacombatterono (nel 1981 il regista australiano Peter Weir raccontò la battaglia dalpunto di vista dell'ANZAC nel film Gli anni spezzati).

• Maggio 1915: un sottomarino tedesco

affonda il transatlantico inglese Lusitania

(che trasportava anche 140 cittadini americani)

• Ottobre 1916: gli austro-tedeschi invasero

la Romania, che si era unita alla Triplice Intesa

• 31 Maggio 1916: la flotta tedesca viene sconfitta nella battaglia navale delloJutland, in Danimarca (i comandanti tedeschi dovettero ritirare le navi nei porti erinunciare definitivamente allo scontro in mare aperto)

• I tedeschi subivano gli effetti del blocco navale imposto dagli Inglesi nel Mare delNord, per impedire il rifornimento di armi, materie prime e prodotti alimentari.

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LA MOBILITAZIONE TOTALE E IL «FRONTE INTERNO»• La guerra per la prima volta investe in modo così devastante le popolazioni civili

• Tragedia dei profughi (chi abitava in prossimità del fronte doveva abbandonare la propria abitazione e la propria terra)

• Durezza delle occupazioni militari dei territori conquistati

• Chi abitava in un paese diverso da quello di origine poteva venire percepito come nemico (confisca dei beni o, addirittura, internamento)

• Minoranze etniche ritenute sospette (sterminio degli Armeni di Turchia nella primavera-estate del 1915; film: La masseria delle allodole dei fratelli Taviani, tratto dal romanzo omonimo di Antonia Arslan)

• Fin dall’inizio la guerra si estese anche ai possedimenti coloniali delle potenze europee che arruolarono truppe indigene: i Francesi arruolarono soprattutto Algerini e senegalesi e gli Inglesi arruolarono circa 870.000 indiani

• Imponente sviluppo delle industrie legate alla produzione bellica (industrie siderurgiche, meccaniche e chimiche)

• Intervento dello Stato in ambito economico (economia pianificata in contrasto con i principi del liberismo)

• Produzione agricola sottoposta a requisizioni e prezzi controllati

• In Germania si parla addirittura di «socialismo di guerra» (sistema gestito da militari ed industriali)

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LA MOBILITAZIONE TOTALE E IL «FRONTE INTERNO»

• Incremento dell’apparato burocratico

• Rafforzamento dell’esecutivo a discapito degli organismi rappresentativi

• Strapotere dei militari

• Importanza della propaganda a sostegno di una guerra che stava gradualmenteperdendo il consenso della popolazione (manifesti, stampa, manifestazioni,associazioni «per la resistenza interna»)

• Uniche voci di dissenso: settembre 1915 e Aprile 1916 Conferenze di Zimmerwalde Kienthal, in Svizzera, conferenze socialiste internazionali che condannarono laguerra e chiesero una pace «senza annessioni senza indennità»

• Iniziativa promossa dal papa Benedetto XV che inviò ai governi un appello perporre fine all’ «inutile strage» e prendere in considerazione una pace senzaannessioni

• Due partiti socialisti più attivi contro la guerra: Spartachisti tedeschi (Lega diSpartaco fondata da Karl Liebknech e Rosa Luxemberg) e i Bolscevichi russi, guidatida Lenin, staccatesi dalla socialdemocrazia e divenuti partito autonomo nel 1912.

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LA MOBILITAZIONE TOTALE: DONNE IN GUERRA

• In assenza dei mariti chiamati alle armi, le madri assunsero il ruolo di capifamiglia.

• Sulle donne, oltre che sui vecchi e sui ragazzi, ricadde tutto il lavoro delle campagne.

• Numerose donne lavorarono come impiegate, telefoniste, autiste di trasporti pubblici e, soprattutto, come operaie nelle fabbriche di armi e munizioni.

• Molte donne furono infermiere e ausiliarie nell’opera di assistenza, nella direzione di ospedali militari, nella guida di ambulanze.

• Ci furono anche giornaliste come corrispondenti al fronte e donne che si finsero uomini per essere arruolate.

• In Russia, dopo la rivoluzione di Febbraio 1917, con l’affermazione dell’uguaglianza fra i sessi, il governo

provvisorio fece organizzare battaglioni femminili.

• La partecipazione allo sforzo bellico conferiva

alle donne una nuova coscienza della propria

cittadinanza, che strideva con l’esclusione dai

diritti politici.

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LA MOBILITAZIONE TOTALE: DONNE IN GUERRA

Dopo la guerra non mancarono

importanti riconoscimenti al contributo

che le donne avevano dato alla patria

in guerra:

• in Gran Bretagna il Parlamento nel Febbraio 1918 aveva già concesso il diritto di voto alle donne che avessero compiuto 30 anni (limite abolito 10 anni dopo) e nel Novembre riconobbe il loro diritto all’eleggibilità

• negli Stati Uniti il suffragio femminile fu approvato nel Giugno 1919 ed entrò in vigore l’anno successivo

• in Germania le donne ottennero il diritto di voto attivo e passivo nel 30 Novembre 1918

• in Olanda, paese che non aveva partecipato alla guerra, il diritto di voto alle donne fu, comunque concesso nel 1919

• in Italia e Francia, invece, la parità dei

diritti politici continuò ad essere negata

alle donne.

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LA GUERRA TOTALE: GUERRA AL NEMICO INTERNO

• Nel contesto della «guerra totale» la violenza si estese non solo contro lapopolazione civile dei paesi occupati, ma anche contro il «nemico interno», cioèi civili sospettati di agire a favore degli Stati contro i quali la nazione era inguerra.

• Manifestazioni spontanee: episodi di folle isteriche che aggredivano glioppositori della guerra e i cittadini di origine straniera, sospettati di essere spiedegli stati stranieri.

• Fiammate di antisemitismo in Germania ed in Russia, che riproponevano lostereotipo dell’ebreo come un estraneo alla comunità nazionale, sospettato ditramare contro di essa.

• Reclusioni e deportazioni di cittadini originari di Paesi nemici (in Germaniafurono chiusi nei campi di concentramento i francesi e i belgi prelevati dalleregioni occupate, in Austria lo furono gli italiani, i serbi ed i rumeni).

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LA GUERRA TOTALE: GUERRA AL NEMICO INTERNO

• Gli Armeni che vivevano in Turchia all’inizio della guerra erano circa 2milioni e mezzo, in massima parte cristiani. Nel 1915 il governonazionalista turco, deciso ad imporre la «turchizzazione» della penisolaanatolica con l’omogeneità etnica e religiosa, (panturanismo), prese apretesto alcune ribellioni di comunità armene, accusate di tramare con laRussia contro la Turchia, specialmente dopo il fallimento dell’offensivaturca nel Caucaso all’inizio del 1915, per mettere in atto un’operazione disterminio della popolazione armena con fucilazioni di massa e con ladeportazione forzata di circa 800.00 persone, in gran parte anziani,donne e bambini, dall’Anatolia verso i deserti della Siria e dellaMesopotamia.

• Molti Armeni morirono lungo il tragitto per fame, malattie e violenzeinflitte dalle truppe che li scortavano; le donne subivano stupri e sevizie, ibambini morivano di stenti e di fame; chi non continuava la marcia venivaucciso o abbandonato a un destino di morte; i sopravvissuti alla «marciadella morte» furono rinchiusi in campi di concentramento nei desertidella Siria e della Mesopotamia.

• Si trattò, come ammisero i Turchi, di un «massacro mascherato, e portatoavanti in modo più diabolico, più calcolato e a sangue freddo». Dallosterminio si salvarono circa 300.000 armeni che riuscirono a fuggire neiterritori russi, alcune migliaia di fanciulle rinchiuse negli harem, orfaniadottati da famiglie musulmane, che li convertirono all’islam.

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1917: LA SVOLTA DEL CONFLITTO• 15 marzo 1917: abdicazione dello zar Nicola II (e successivo arresto di tutta la famiglia reale)

in seguito allo scoppio della rivoluzione russa

• 6 Aprile 1917: entrata in guerra degli Sati Uniti contro la Germania a causa della ripresa dellaguerra sottomarina indiscriminata da parte dei tedeschi contro tutte le navi dirette verso ipaesi dell’Intesa

• Gli Stati Uniti entrarono in guerra non come alleati, ma come «potenza associata» all’Intesaalla quale avevano già fornito aiuti economici e finanziari; il Presidente Wilson vollesottolineare che gli Usa entravano in guerra senza interessi ed ambizioni di potenza, maunicamente per la causa della giustizia internazionale e per contribuire al bene dell’umanità.

• Il crollo del regime zarista fu il preludio della disgregazione dell’esercito russo

• I tedeschi penetrarono in profondità nel territorio russo

• Ripercussioni degli avvenimenti russi sugli orientamenti delle masse lavoratici e sul moraledelle truppe al fronte (scioperi operai ed ammutinamenti dei reparti combattenti)

• 6-7 Novembre ‘17: presa del potere dei bolscevichi; Lenin si dichiara disponibile ad una«pace senza annessioni e senza indennità» e firma l’armistizio con gli imperi centrali

• Estate ‘17: accordo fra Serbi, Croati e Sloveni per la costituzione di uno Stato unitario del sud(futura Jugoslavia)

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DISFATTA DI CAPORETTO

• 24 ottobre ‘17: le truppe austro-tedesche sfondano le linee italiane nei pressi del villaggio di Caporetto; solo dopo due settimane un esercito praticamente dimezzato riusciva ad attestarsi sulla nuova linea difensiva del Piave (E. Gentile, op. cit.,

pp. 137-138)

• Sostituzione del generale Cadorna con Armando Diaz e del governo Boselli con il governo di coalizione nazionale presieduto da Vittorio Emanuele Orlando, che fece appello al paese, invocando la difesa della patria invasa dal nemico

• Dal 1918: creazione di un servizio P (di propaganda); diffusione dell’idea della guerra democratica (lotta per un più equo ordine interno ed internazionale)

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1918: ULTIMO ANNO DI GUERRA

• 3 Marzo 1918: Lenin firma la Pace di Brest-Litovsk (città ai confini con la Polonia) accettando le dure condizioni imposte dai tedeschi: perdita di circa un quarto dei territori europei dell’impero russo (Estonia, Lituania, Lettonia, Finlandia, Polonia, Ucraina, granaio dell’impero zarista). Lenin salva lo Stato socialista e dimostra che era stata realizzata la trasformazione della guerra imperialista in rivoluzione comunista

• Gli Stati dell’Intesa dovettero, di conseguenza, accentuare il carattere ideologico della guerra, presentandola come una crociata della democrazia contro l’autoritarismo e la difesa della libertà dei popoli contro l’imperialismo tedesco.

• Gennaio 1918: Quattordici punti di Woodrow Wilson

• 8-11 Agosto: i tedeschi subirono la prima grande sconfitta sul fronte occidentale ad Amiens ed iniziarono ad arretrare lentamente mostrando forti segni di stanchezza

• Bulgaria ed Impero turco chiesero l’armistizio, Cecoslovacchi e Slavi del sud proclamarono l’indipendenza, mentre i soldati abbandonavano il fronte crisi dell’Impero Austro-ungarico

• 24 Ottobre: offensiva degli Italiani sul fronte del Piave e sconfitta degli austriaci nella battaglia di Vittorio Veneto

• 3 Novembre: gli Austriaci firmano l’armistizio a Villa Giusti, presso Padova.

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L’EUROPA DOPO LAGRANDE GUERRA

• Novembre ‘18: ammutinamento dei marinai di Kiel (dove era concentrato il grosso della flotta tedesca)

• Diffusione di consigli rivoluzionari, ispirati al modello russo, a Berlino ed in Baviera

• 9 Novembre: il socialdemocratico Friedrich Ebert viene nominato capo del governo, mentre Guglielmo II fugge in Olanda (seguito poi dall’imperatore d’Austria Carlo I)

• 11 Novembre: i delegati del governo provvisorio tedesco firmano l’armistizio presso il villaggio francese di Rethondes (7 mesi prima era morto di tubercolosi, a 23 anni, nella prigione della fortezza di Terezin, vicino a Praga, Gavrilo Prinzip) La Grande guerra era finita.

• La Germania perde la guerra per fame e per stanchezza, per esaurimento delle forze morali e materiali, ma senza essere stata schiacciata sul piano militare e senza aver subito alcuna invasione del suo territorio da parte di eserciti stranieri.

• BILANCIO DELLE PERDITE UMANE CAUSATE DALLA PRIMA GUERRA MONDIALE:

• 8 milioni e mezzo di morti

• Oltre 20 milioni di feriti gravi e mutilati

(«Le classi d’età 1892-1895, uomini che avevano tra i 19 ed i 22 anni quando scoppiò la guerra furono ridotte del 35/37 per cento. Uno su tre. Non c’è da stupirsi che nel primo dopoguerra si parlasse di una

«generazione perduta»», J. Keegan, La prima guerra mondiale, p. 476)

• Oltre a ciò: drastico ridimensionamento del peso politico del vecchio continente

• I rancori e l’instabilità lasciati dalla prima guerra mondiale ci permettono di considerare la seconda guerra mondiale come una sua continuazione.

• Per la pace senza pacificazione e i Trattati di pace vedi E. Gentile, op. cit. pp. 157-207

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1918: LA FINE DELLA GUERRA

• Novembre ‘18: ammutinamento dei marinai di Kiel (dove era concentrato il grosso della flottatedesca)

• Diffusione di consigli rivoluzionari, ispirati al modello russo, a Berlino ed in Baviera

• 9 Novembre: il socialdemocratico Friedrich Ebert viene nominato capo del governo, mentre GuglielmoII fugge in Olanda (seguito poi dall’imperatore d’Austria Carlo I)

• 11 Novembre: i delegati del governo provvisorio tedesco firmano l’armistizio presso il villaggiofrancese di Rethondes (7 mesi prima era morto di tubercolosi, a 23 anni, nella prigione della fortezzadi Terezin, vicino a Praga, Gavrilo Prinzip)

• La Germania perde la guerra per fame e per stanchezza, per esaurimento delle forze morali emateriali, ma senza essere stata schiacciata sul piano militare e senza aver subito alcuna invasione delsuo territorio da parte di eserciti stranieri.

BILANCIO DELLE PERDITE UMANE CAUSATE DALLA PRIMA GUERRA MONDIALE:

• 8 milioni e mezzo di morti

• Oltre 20 milioni di feriti gravi e mutilati

(«Le classi d’età 1892-1895, uomini che avevano tra i 19 ed i 22 anni quando scoppiò la guerra furono ridotte del 35/37 per cento. Uno su tre. Non c’è da stupirsi che nel primo dopoguerra si parlasse di una

«generazione perduta»», J. Keegan, La prima guerra mondiale, p. 476)

• Oltre a ciò: drastico ridimensionamento del peso politico del vecchio continente

• I rancori e l’instabilità lasciati dalla prima guerra mondiale ci permettono di considerare la seconda guerra mondiale come una sua continuazione.

• Per la pace senza pacificazione e i Trattati di pace vedi E. Gentile, op. cit. pp. 157-207