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PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI STRUTTURE COMMERCIALI E UFFICI B 187 C. ESERCIZIO PROFESSIONALE D. PROGETTAZIONE STRUTTURALE E. CONTROLLO AMBIENTALE F. MATERIALI, COMPONENTI, TECNICHE A. NOZIONI GENERALI DI PROGETTAZIONE G. URBANISTICA B. PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI B.5. 1. B.5.1. STRUTTURE COMMERCIALI STRUTTURE COMMERCIALI B.1. FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI B.2. STRUTTURE PER LA MOBILITÀ B.3. STRUTTURE PER LO SPETTACOLO B.4. IMPIANTI E ATTREZZA- TURE PER LO SPORT B.5. STRUTTURE COMMERCIALI E UFFICI B.6. STRUTTURE RICETTIVE E PER LA RISTORAZIONE B.7. STRUTTURE SANITARIE B.8. STRUTTURE PER L’ISTRUZIONE B.9. STRUTTURE PER CULTU- RA E INFORMAZIONE B.10. STRUTTURE PER IL CULTO B.11. STRUTTURE CIMITERIALI CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE STRUTTURE PER UFFICI Le strutture per uffici possono essere classificate innanzitutto in funzione del carat- tere pubblico o privato del tipo di attività che vi si svolge: uffici integrati o comunque connessi all’esplicazione di attività direzionali e/o amministrative specifiche di istituzioni, enti locali, enti pubblici e simili; uffici destinati ad attività direzionali, amministrative, professionali e simili, di carattere privato. In secondo luogo le strutture per uffici – o parte di esse – possono essere distinte a seconda del grado e del tipo di accessibilità e fruibilità prevista o consentita da par- te di utenti esterni: strutture o parti di strutture che offrono servizi direttamente fruibili da parte del pubblico («sportelli»); strutture o parti di strutture visitabili da utenti esterni (per appuntamento o per chiamata); strutture o parti di strutture riservate esclusivamente a operatori interni. In terzo luogo le strutture per uffici possono essere distinte per articolazione di pro- prietà o titolarità: strutture integralmente destinate all’espletamento di un sistema unitario e organi- co di attività direzionale-amministrativa, come sedi di amministrazioni delle Stato, sedi di banche, sedi di società e simili; strutture che ospitano diverse unità immobiliari-operative tra loro autonome, con alcuni servizi generali ed alcune attrezzature di uso comune. Infine le strutture per uffici possono essere distinte per classi dimensionali, per livel- lo di specificità della destinazione originaria degli edifici che le costituiscono e per grado di integrazione e prossimità con estesi sistemi direzionali urbani. ARTICOLAZIONE SPAZIALE DEI «POSTI DI LAVORO» L’applicazione dei criteri di classificazione appena collocati dà luogo a una gamma di configurazioni spaziali-organizzative molto vasta, tale comunque da non consen- tire una esaustiva tipizzazione. Sussitono tuttavia alcuni caratteristiche ricorrenti, riferibili essenzialmente alle unità operative elementari – come: posto di lavoro, arredi specifici di lavoro, percorsi di distribuzione, servizi igienici ecc. – che consentono di ordinare riferimenti dimensio- nali e di fruizione essenziali. Sono quindi queste unità operative elementari che possono essere assunte in una larga generalità di casi come riferimenti di progetto e verifica. Non a caso sono proprio queste unità operative che hanno costituito oggetto di regolamentazione e coordinamento da parte dell’UNI, che interviene in materia con le seguenti norme: UNI 7367 – 74P – Posti di lavoro: scrivanie e sedie UNI 736 – 74P – Scrivanie e sedie di uso generale e per dattilografia UNI 7498 – P – Sedie e appoggiapiedi. Altre caratteristiche ricorrenti nella realizzazione-organizzazione delle strutture per uffici sono individuabili nelle modalità di aggregazione delle unità operative elemen- tari (posti di lavoro) in unità ambientali e spaziali a diverso grado di integrazione o articolazione: strutture o parti di strutture caratterizzate da una distribuzione «cellulare» dei posti di lavoro: stanze a uno o due posti di lavoro, connesse tra loro da corridoi e disimpegni; strutture o parti di strutture concepite a «open space», ovvero grandi ambienti che riuniscono insieme numerosi posti di lavoro; strutture o parti di struttura caratterizzate da una articolazione mista, che orga- nizza insieme in zone operative unità cellulari separate e unità riunite in un «open space», in diretta comunicazione, in considerazione dei requisiti ambientali ed ergonomici specifici richiesti dalle diverse attività di lavoro previste. VARIABILITÀ NEL TEMPO DELL’ARTICOLAZIONE SPAZIALE DEGLI UFFICI: FLESSIBILITÀ E VARIABILITÀ NEL TEMPO In tutti i casi, l’assetto delle attività amministrative, direzionali e professionali è carat- terizzato da una notevole variabilità, determinata dal continuo modificarsi di molti fattori come: variazione di programmi e di organizzazione del lavoro; variazione dell’organico del personale; variazione di attrezzature e strumentazioni tecnologiche e informative. Conseguentemente anche la progettazione delle strutture per uffici richiede la pre- disposizione di configurazioni ed articolazioni spaziali aperte, flessibili, variabili nel tempo agevolmente e a costi contenuti. A tale esigenza essenziale risponde una vasta gamma di offerte produttive di siste- mi integrati di componenti interni (pannelli per tramezzature opache e/o vetrate, por- te ecc.) e di arredi (scaffalature, contenitori, archivi, ecc), nonché di apparati tecno- logici per la distribuzione delle reti impiantistiche e telematiche ( canalizzazioni di reti alloggiate sotto il pavimento – in particolare nel caso di «pavimenti flottanti» –, sopra il controsoffitto o nello stesso sistema dei pannelli-divisori), tali da consentire una articolazione degli spazi interni flessibile, adattabile alle specifiche esigenze operative della struttura o di una sua parte, modificabile nel tempo con interventi «a secco», rapidi e a costi contenuti, mediante il riutilizzo di gran parte della compo- nentistica già installata. PARTI FISSE DELLE STRUTTURE PER UFFICI A parte tutto ciò che costituisce struttura ed involucro esterno degli edifici – reso sta- bile nel tempo non solo da opportunità tecnologiche e costruttive ma anche dalle norme urbanistiche ed edilizie – gli altri elementi che possono essere considerati fis- si ed invariabili nelle strutture destinate a ospitare uffici sono quelli interessati da complessità tecnologica e/o dalla cogenza di apparati normativi in materia di sicu- rezza e di igiene. Tali sono: il sistema di collegamenti verticali: scale ed ascensori; i nuclei di servizi igienici; le canalizzazioni impiantistiche primarie di adduzione e di scarico; alcune attrezzature, impianti o strutture specificamente richieste da alcuni tipi di attività (per esempio: le camere blindate delle banche, degli uffici postali e di altre sedi finanziarie), o imposte dalle norme di sicurezza, in considerazione anche della dimensione degli interventi (strutture di «compartimentazione» antincendio, vie d’esodo, scale di sicurezza, impiantistica antincendio ecc.). Al fine di assicurare flessibilità e variabilità nel tempo alla distribuzione generale del- le attività e delle singole unità operative ospitate, è buona norma riunire gli elemen- ti fissi della struttura in nuclei o sistemi integrati e disposti in maniera tale da non costituire ostacolo o discontinuità nella articolazione degli spazi di lavoro: nuclei tecnologici e di servizio centrali, che lasciano libero e continuo un anello perimetrale; nuclei periferici o estroflessi dal volume principale della struttura; sistemi lineari di spina della struttura, che lasciano libere le fasce laterali. Per quanto riguarda i servizi igienici, il DPR del 19 marzo 1956, n.303 ne prescrive dotazioni e caratteristiche: lavandini 1 ogni 5 dipendenti per turno; w.c. 1 ogni 30 dipendenti per le nuove strutture; 1 ogni 40 dipendenti per le strutture esistenti; oltre i 10 dipendenti devono essere previsti servizi igienici separati per uomini e per donne. CRITERI DI CLASSIFICAZIONE E ARTICOLAZIONE DEI POSTI DI LAVORO

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PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE COMMERCIALI E UFFICI

B 187

C.ESERCIZIO

PROFESSIONALE

D.PROGETTAZIONE

STRUTTURALE

E.CONTROLLO

AMBIENTALE

F.MATERIALI,

COMPONENTI, TECNICHE

A.NOZIONI

GENERALI DI

PROGETTAZIONE

G.URBANISTICA

B.PRESTAZIONI DEGLI

ORGANISMI EDILIZI

B.5.

1.

B.5.1.

STRUTTURE COMMERCIALI

STRUTTURE COMMERCIALI

B.1.FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI

B.2.STRUTTURE PER

LA MOBILITÀ

B.3.STRUTTURE PER

LO SPETTACOLO

B.4.IMPIANTI E ATTREZZA-

TURE PER LO SPORT

B.5.STRUTTURE

COMMERCIALI E UFFICI

B.6.STRUTTURE RICETTIVE E

PER LA RISTORAZIONE

B.7.STRUTTURE SANITARIE

B.8.STRUTTURE PER

L’ISTRUZIONE

B.9.STRUTTURE PER CULTU-

RA E INFORMAZIONE

B.10.

STRUTTURE PER

IL CULTO

B.11.

STRUTTURE CIMITERIALI

CRITERI DI CLASSIFICAZIONE DELLE STRUTTURE PER UFFICI

Le strutture per uffici possono essere classificate innanzitutto in funzione del carat-tere pubblico o privato del tipo di attività che vi si svolge:

• uffici integrati o comunque connessi all’esplicazione di attività direzionali e/oamministrative specifiche di istituzioni, enti locali, enti pubblici e simili;

• uffici destinati ad attività direzionali, amministrative, professionali e simili, dicarattere privato.

In secondo luogo le strutture per uffici – o parte di esse – possono essere distinte aseconda del grado e del tipo di accessibilità e fruibilità prevista o consentita da par-te di utenti esterni:

• strutture o parti di strutture che offrono servizi direttamente fruibili da parte delpubblico («sportelli»);

• strutture o parti di strutture visitabili da utenti esterni (per appuntamento o perchiamata);

• strutture o parti di strutture riservate esclusivamente a operatori interni.

In terzo luogo le strutture per uffici possono essere distinte per articolazione di pro-prietà o titolarità:

• strutture integralmente destinate all’espletamento di un sistema unitario e organi-co di attività direzionale-amministrativa, come sedi di amministrazioni delle Stato,sedi di banche, sedi di società e simili;

• strutture che ospitano diverse unità immobiliari-operative tra loro autonome, conalcuni servizi generali ed alcune attrezzature di uso comune.

Infine le strutture per uffici possono essere distinte per classi dimensionali, per livel-lo di specificità della destinazione originaria degli edifici che le costituiscono e pergrado di integrazione e prossimità con estesi sistemi direzionali urbani.

ARTICOLAZIONE SPAZIALE DEI «POSTI DI LAVORO»

L’applicazione dei criteri di classificazione appena collocati dà luogo a una gammadi configurazioni spaziali-organizzative molto vasta, tale comunque da non consen-tire una esaustiva tipizzazione.

Sussitono tuttavia alcuni caratteristiche ricorrenti, riferibili essenzialmente alle unitàoperative elementari – come: posto di lavoro, arredi specifici di lavoro, percorsi didistribuzione, servizi igienici ecc. – che consentono di ordinare riferimenti dimensio-nali e di fruizione essenziali.

Sono quindi queste unità operative elementari che possono essere assunte in unalarga generalità di casi come riferimenti di progetto e verifica.

Non a caso sono proprio queste unità operative che hanno costituito oggetto diregolamentazione e coordinamento da parte dell’UNI, che interviene in materia conle seguenti norme:

• UNI 7367 – 74P – Posti di lavoro: scrivanie e sedie

• UNI 736 – 74P – Scrivanie e sedie di uso generale e per dattilografia

• UNI 7498 – P – Sedie e appoggiapiedi.

Altre caratteristiche ricorrenti nella realizzazione-organizzazione delle strutture peruffici sono individuabili nelle modalità di aggregazione delle unità operative elemen-tari (posti di lavoro) in unità ambientali e spaziali a diverso grado di integrazione oarticolazione:

• strutture o parti di strutture caratterizzate da una distribuzione «cellulare» deiposti di lavoro: stanze a uno o due posti di lavoro, connesse tra loro da corridoi edisimpegni;

• strutture o parti di strutture concepite a «open space», ovvero grandi ambientiche riuniscono insieme numerosi posti di lavoro;

• strutture o parti di struttura caratterizzate da una articolazione mista, che orga-nizza insieme in zone operative unità cellulari separate e unità riunite in un «openspace», in diretta comunicazione, in considerazione dei requisiti ambientali edergonomici specifici richiesti dalle diverse attività di lavoro previste.

VARIABILITÀ NEL TEMPO DELL’ARTICOLAZIONE SPAZIALEDEGLI UFFICI: FLESSIBILITÀ E VARIABILITÀ NEL TEMPO

In tutti i casi, l’assetto delle attività amministrative, direzionali e professionali è carat-terizzato da una notevole variabilità, determinata dal continuo modificarsi di moltifattori come:

• variazione di programmi e di organizzazione del lavoro;

• variazione dell’organico del personale;

• variazione di attrezzature e strumentazioni tecnologiche e informative.

Conseguentemente anche la progettazione delle strutture per uffici richiede la pre-disposizione di configurazioni ed articolazioni spaziali aperte, flessibili, variabili neltempo agevolmente e a costi contenuti.

A tale esigenza essenziale risponde una vasta gamma di offerte produttive di siste-mi integrati di componenti interni (pannelli per tramezzature opache e/o vetrate, por-te ecc.) e di arredi (scaffalature, contenitori, archivi, ecc), nonché di apparati tecno-logici per la distribuzione delle reti impiantistiche e telematiche ( canalizzazioni direti alloggiate sotto il pavimento – in particolare nel caso di «pavimenti flottanti» –,sopra il controsoffitto o nello stesso sistema dei pannelli-divisori), tali da consentireuna articolazione degli spazi interni flessibile, adattabile alle specifiche esigenzeoperative della struttura o di una sua parte, modificabile nel tempo con interventi «asecco», rapidi e a costi contenuti, mediante il riutilizzo di gran parte della compo-nentistica già installata.

PARTI FISSE DELLE STRUTTURE PER UFFICI

A parte tutto ciò che costituisce struttura ed involucro esterno degli edifici – reso sta-bile nel tempo non solo da opportunità tecnologiche e costruttive ma anche dallenorme urbanistiche ed edilizie – gli altri elementi che possono essere considerati fis-si ed invariabili nelle strutture destinate a ospitare uffici sono quelli interessati dacomplessità tecnologica e/o dalla cogenza di apparati normativi in materia di sicu-rezza e di igiene.

Tali sono:

• il sistema di collegamenti verticali: scale ed ascensori;

• i nuclei di servizi igienici;

• le canalizzazioni impiantistiche primarie di adduzione e di scarico;

• alcune attrezzature, impianti o strutture specificamente richieste da alcuni tipi diattività (per esempio: le camere blindate delle banche, degli uffici postali e di altresedi finanziarie), o imposte dalle norme di sicurezza, in considerazione anchedella dimensione degli interventi (strutture di «compartimentazione» antincendio,vie d’esodo, scale di sicurezza, impiantistica antincendio ecc.).

Al fine di assicurare flessibilità e variabilità nel tempo alla distribuzione generale del-le attività e delle singole unità operative ospitate, è buona norma riunire gli elemen-ti fissi della struttura in nuclei o sistemi integrati e disposti in maniera tale da noncostituire ostacolo o discontinuità nella articolazione degli spazi di lavoro:

• nuclei tecnologici e di servizio centrali, che lasciano libero e continuo un anelloperimetrale;

• nuclei periferici o estroflessi dal volume principale della struttura;

• sistemi lineari di spina della struttura, che lasciano libere le fasce laterali.

Per quanto riguarda i servizi igienici, il DPR del 19 marzo 1956, n.303 ne prescrivedotazioni e caratteristiche:

• lavandini 1 ogni 5 dipendenti per turno;

• w.c. 1 ogni 30 dipendenti per le nuove strutture;1 ogni 40 dipendenti per le strutture esistenti;

• oltre i 10 dipendenti devono essere previsti servizi igienici separati per uomini eper donne.

CRITERI DI CLASSIFICAZIONE E ARTICOLAZIONE DEI POSTI DI LAVORO

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B 188

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE COMMERCIALI E UFFICIB.5.

2. STRUTTURE PER UFFICI

SICUREZZA E SALUTE SUI LUOGHI DI LAVORO

ATTUAZIONE DELLE DIRETTIVE 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE E 90/679/CEERIGUARDANTI IL MIGLIORAMENTO DELLA SICUREZZA E DELLA SALUTE DEI LAVORATORI SUL LUOGO DI LAVORO (DL 19 settembre 1994, n.626)

TITOLO VI – USO DI ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI

Art.50. Campo di applicazione

1. Le norme del presente titolo si applicano alle attività lavorative che comportanol’uso di attrezzature munite di videoterminali.

2. Le norme del presente titolo si applicano ai lavoratori addetti:

a) ai posti di guida di veicoli o macchine;b) ai sistemi informatici montati a bordo di un mezzo di trasporto;c) ai sistemi informatici destinati in modo prioritario all’utilizzazione da parte del

pubblico;d) ai sistemi denominati “portatili” ove non siano oggetto di utilizzazione prolun-

gata in un posto di lavoro;e) alle macchine calcolatrici, ai registratori di cassa e a tutte le attrezzature

munite di un piccolo dispositivo di visualizzazione dei dati o delle misure,necessario all’uso diretto di tale attrezzatura;

f) alle macchine di videoscrittura senza schermo separato.

Art.51. Definizioni

1. Ai fini del presente titolo si intende per:

a) videoterminale: uno schermo alfanumerico o grafico a prescindere dal tipo diprocedimento di visualizzazione utilizzato;

b) posto di lavoro: l’insieme che comprende le attrezzature munite di videoter-minale, eventualmente con tastiera ovvero altro sistema di immissione dati,ovvero software per l’interfaccia uomo-macchina, gli accessori opzionali, leapparecchiature connesse, comprendenti l’unità a dischi il telefono, il modem,la stampante, il supporto per i documenti, la sedia, il piano di lavoro, nonchél’ambiente di lavoro immediatamente circostante;

c) lavoratore: il lavoratore che utilizza una attrezzatura munita di videoterminalein modo sistematico ed abituale, per almeno quattro ore consecutive giorna-liere, dedotte le pause di cui all’art.54, per tutta la settimana lavorativa.

Art.52. Obblighi del datore di lavoro

1. Il datore di lavoro, all’atto della valutazione del rischio di cui all’art.4, c.1, analiz-za i posti di lavoro con particolare riguardo:

a) ai rischi per la vista e per gli occhi;b) ai problemi legati alla postura ed all’affaticamento fisico o mentale;e) alle condizioni ergonomiche e di igiene ambientale.

2. Il datore di lavoro adotta le misure appropriate per ovviare ai rischi riscontrati inbase alle valutazioni di cui al c.1, tenendo conto della somma ovvero della com-binazione della incidenza dei rischi riscontrati.

Art.53. Organizzazione del lavoro

1. Il datore di lavoro assegna le mansioni e i compiti lavorativi comportanti l’uso deivideoterminali anche secondo una distribuzione del lavoro che consente di evi-tare il più possibile la ripetitività e la monotonia delle operazioni.

Art.54. Svolgimento quotidiano del lavoro

1. Il lavoratore, qualora svolga la sua attività per almeno quattro ore consecutive, ha dirit-to a una interruzione della sua attività mediante pause ovvero cambiamento di attività.

2. Le modalità di tali interruzioni sono stabilite dalla contrattazione collettiva ancheaziendale.

3. In assenza di una disposizione contrattuale riguardante l’interruzione di cui alcomma 1, il lavoratore comunque ha diritto a una pausa di quindici minuti ognicentoventi minuti di applicazione continuativa al videoterminale.

4. Le modalità e la durata delle interruzioni possono essere stabilite temporanea-mente a livello individuale ove il medico competente ne evidenzi la necessità.

5. E comunque esclusa la cumulabilità delle interruzioni all’inizio ed al termine del-l’orario di lavoro.

6. Nel computo dei tempi di interruzione non sono compresi i tempi di attesa dellarisposta da parte del sistema elettronico, che sono considerati, a tutti gli effetti,tempo di lavoro, ove il lavoratore non possa abbandonare il posto di lavoro.

7. La pausa è considerata a tutti gli effetti parte integrante dell’orario di lavoro e,come tale, non è riassorbibile all’interno di accordi che prevedono la riduzionedell’orario complessivo di lavoro.

Art.55. Sorveglianza sanitaria

1. I lavoratori di cui all’art.54, prima di essere addetti alle attività di cui al presentetitolo, sono sottoposti a una visita medica per evidenziare eventuali malforma-zioni strutturali e a un esame degli occhi e della vista effettuati dal medico com-petente. Qualora l’esito della visita medica ne evidenzi la necessità, il lavoratore è sotto-posto a esami specialistici.

2. In base alle risultanze degli accertamenti di cui al comma I i lavoratori vengonoclassificati in:

a) idonei, con o senza prescrizioni; b) non idonei.

3. I lavoratori classificati come idonei con prescrizioni ed i lavoratori che abbianocompiuto il quarantacinquesimo anno di età sono sottoposti a visita di controllocon periodicità almeno biennale.

4. Il lavoratore è sottoposto a controllo oftalmologico a sua richiesta, ogni qualvol-ta sospetta una sopravvenuta alterazione della funzione visiva, confermata dalmedico competente.

5. La spesa relativa alla dotazione di dispositivi speciali di correzione in funzionedell’attività svolta è a carico del datore di lavoro.

Art.56. Informazione e formazione

1. Il datore di lavoro fornisce ai lavoratori informazioni, in particolare per quanto riguarda:

a) le misure applicabili al posto di lavoro, in base all’analisi dello stesso di cuiall’art.52;

b) le modalità di svolgimento dell’attività; c) la protezione degli occhi e della vista.

2. Il datore di lavoro assicura ai lavoratori una formazione adeguata in particolarein ordine a quanto indicato al c.1.

3. Il Ministro del lavoro e della previdenza sociale, di concerto con il Ministro dellaSanità, stabilisce con decreto una guida d’uso dei videoterminali.

Art.57. Consultazione e partecipazione

1. Il datore di lavoro informa preventivamente i lavoratori e il rappresentante per lasicurezza dei cambiamenti tecnologici che comportano mutamenti nell’organiz-zazione del lavoro, in riferimento alle attività di cui al presente titolo.

Art.58. Adeguamento alle norme

1. I posti di lavoro utilizzati successivamente alla data di entrata in vigore del pre-sente decreto devono essere conformi alle prescrizioni dell’allegato VII.

2. I posti di lavoro utilizzati anteriormente alla data di entrata in vigore del presen-te decreto devono essere adeguati a quanto prescritto al c.1 entro il 1 gennaio1996.

Art.59. Caratteristiche tecniche

1. Con DM del lavoro e della previdenza sociale, della sanità e dell’industria, delcommercio e dell’artigianato, sentita la commissione consultiva permanente, sonodisposti, anche in recepimento di direttive comunitarie, gli adattamenti di caratteretecnico all’allegato VII in funzione del progresso tecnico, della evoluzione dellenormative e specifiche internazionali oppure delle conoscenze nel settore delleattrezzature dotate di videoterminali.

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60÷90

STD 75

STD 150

105÷200

100÷120

AMBITO DI LAVORO SINGOLOSTD: DIMENSIONE STANDARD

60÷90

STD 75

STD 150

105÷200

100÷120

AMBITO DI LAVORO SINGOLOCON SCAFFALATURA

60 60÷90

STD 75

140÷160

AMBITO DI LAVORO SINGOLOCON DOPPIO PERCORSO

6060÷90

STD 75

100÷120

AMBITO DI LAVORO SINGOLOCON POSTO OSPITI E PERCORSO

60 140÷160 60÷90

STD 75

80÷100 60÷90

STD 75

140÷160

AMBITI DI LAVORO IN SERIE

10

10

60÷90

AMBITI DI LAVORO CON SCAFFALATUREE PIANI DI SERVIZIO LATERALI

60÷90100÷12060 90÷120

310÷390

10

105÷200

105÷200

60÷90100÷12060 140÷160

360÷430

105÷200

105÷200

90

320÷510

10

10

AMBITI DI LAVORO CON SCAFFALATURE EPOSTI PER OSPITI (CLIENTI)

60÷90100÷12060 220÷260

660÷800

105÷200

105÷200

90

320÷510

10

10

AMBITI DI LAVORO MULTIPLI CON SCAFFALATURE SERVITI DA UN PERCORSO CENTRALE

310÷530

60÷90 60

90÷120

100÷120

DATI ANTROPOMETRICI RIFERITI ALL'UTILIZZO DI UNO SPAZIO PER UFFICI DI TIPO "OPEN SPACE"

200

200

75

200

60÷90100÷12060 90÷120 60

200

74÷76

150

60 100÷120 60÷90

60÷9090÷12060 100÷140

120÷200

310÷400

80

60÷9060÷9090÷12060 90÷120 60 60÷9090÷1206060÷9090÷12060 60÷9090÷12060

150÷180

~240 ~240 ~480

"STANZA" SINGOLACON SCAFFALATURE E POSTO OSPITI

BOX DI LAVORO SINGOLI IN SERIESEPARATI DA SCAFFALATURE

BOX DI LAVORO DOPPI CON SCRIVANIE A FRONTESEPARATI DA CASSETTIERE O SCAFFALATURE

140÷160

SCAFFALATURA

SCRIVANIA

SCAFFALATURA

SCRIVANIA

SCAFFALATURA

SCRIVANIA

SCAFFALATURA

SCRIVANIA

SCAFFALATURA

SCRIVANIA

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE COMMERCIALI E UFFICI

B 189

C.ESERCIZIO

PROFESSIONALE

D.PROGETTAZIONE

STRUTTURALE

E.CONTROLLO

AMBIENTALE

F.MATERIALI,

COMPONENTI, TECNICHE

A.NOZIONI

GENERALI DI

PROGETTAZIONE

G.URBANISTICA

B.PRESTAZIONI DEGLI

ORGANISMI EDILIZI

B.5.

2.

B.5.2.

STRUTTURE PER UFFICI

STRUTTURE PER UFFICI

B.1.FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI

B.2.STRUTTURE PER

LA MOBILITÀ

B.3.STRUTTURE PER

LO SPETTACOLO

B.4.IMPIANTI E ATTREZZA-

TURE PER LO SPORT

B.5.STRUTTURE

COMMERCIALI E UFFICI

B.6.STRUTTURE RICETTIVE E

PER LA RISTORAZIONE

B.7.STRUTTURE SANITARIE

B.8.STRUTTURE PER

L’ISTRUZIONE

B.9.STRUTTURE PER CULTU-

RA E INFORMAZIONE

B.10.

STRUTTURE PER

IL CULTO

B.11.

STRUTTURE CIMITERIALI

FIG. B.5.2./1 UFFICI – RIFERIMENTI DIMENSIONALI E INGOMBRI

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UNITÀ DI LAVORO CON SISTEMA

COMPUTER-STAMPANTE-CAVI

200

STD 150

9075÷150

38÷60

63÷65

200

10

45÷60

74

65

180 180 180

UNITÀ DI LAVORO IN SERIE COSTITUITE DA SISTEMI MODULARI DI ARREDO COMPRENSIVI DI CONDOTTI

PER IL PASSAGGIO DI CAVI ELETTRICI E TELEMATICI

PASSAGGIO DI CAVI

ELETTRICI E TELEMATICI

PRESE ELETTRICHE

E TELEMATICHEPASSAGGIO DI CAVI

PASSAGGIO DI CAVI

10

SCHEDARI E CASSETTIERE PER UFFICI E STUDI PROFESSIONALIDATI DIMENSIONALI IN FUNZIONE DEL TIPO DI FORMATO UTILIZZATO

COMPUTERS

IN RETE

DATI ANTROPOMETRICI RIFERITI ALL'UTILIZZO DI UNA STAZIONE DI COMPUTER COMPLETA DI STAMPANTE

63÷65

LA PARTE SUPERIORE DELLO

SCHERMO DEVE ESSERE

APPENA AL DI SOPRA

DELL'ALTEZZA DELL'OCCHIO

45÷70

BRACCIO E AVAMBRACCIO

DEVONO FORMARE UN

ANGOLO RETTO

LE COSCE DEVONO

ESSERE IN POSIZIONE

ORIZZONTALE

NON DEVONO ESSERE PRESENTI

RIFLESSI DI LUCE SULLO SCHERMO

POLSO E MANO DEVONO ESSERE

IN LINEA RETTALO SCHIENALE DELLA SEDIA

DEVE ESSERE INCLINATO

ALL'INDIETRO

LA DISTANZA CONSIGLIATA

DELL'OCCHIO DALLO

SCHERMO È DI 45÷70 CM.

CARRELLO LATERALE PER

STAMPANTE E CARTA

COMPUTER

113÷132

39÷46

STAMPANTE

IN RETE

46÷60 60÷7448÷60

45÷70

30° - 60° LIMITEVISIONE COLORI

45÷60

75÷90

TASTIERA - 20 x 48 x 5 CM.

DIM. MIN. 15 x 40 x 3 CM.

COMPUTER - 40 x 41x 8 CM.

MONITOR DA 16 POLLICI

STAMPANTE

38 x 58 x 15 CM.

75÷150

29,7

21

29,7

27,8

30,5

34,835

42

FORMATO A4 FORMATO A3

CARTA COMPUTER DI TIPO AMODULO CONTINUO

37,8 37,6

CARTUCCE DI MEMORIA PERCOMPUTER CON CUSTODIA

17

1714

14

31,2

136÷140

56÷60

SCHEDARIO PER FORMATO A4 VERTICALEDOPPIO O PER FORMATO A3 ORIZZONTALE

SCHEDARIO PER CARTA COMPUTER A MODULOCONTINUO ORIZZONTALE O VERTICALE

140÷150

46÷60

100÷110

75÷80

SCHEDARIO PER FORMATO A4ORIZZONTALE DOPPIO

125÷135

72÷7590÷95

72÷80

CASSETTIERA PER FORMATI A1 ORIZZONTALI

B 190

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE COMMERCIALI E UFFICIB.5.

2. STRUTTURE PER UFFICI

FIG. B.5.2./2. DATI DI DIMENSIONAMENTO E DISPOSIZIONE PER POSTAZIONI DI LAVORO, ATTREZZATURE E ARREDI

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BANCO CON DIAFRAMMA DI PROTEZIONE (SCAMBI DI VALORI)FRONTE ESTERNO PER OPERATIVITÀ DEL PUBBLICO FRONTE INTERNO CON UNITÀ DI CONTATTO E SCAMBIO CON IL PUBBLICO

BANCO SENZA DIAFRAMMA DI SEPARAZIONE FRONTE ESTERNO: OPERATIVITÀ DEL PUBBLICO FRONTE INTERNO: OPERATIVITÀ PERSONALE DI CONTATTO CON IL PUBBLICO

60÷90

100÷120

60÷90

140÷160

75÷90

140÷160

150÷210min.180 ÷60 90÷120

120÷200120÷180 60÷75

1090÷120

75÷90

100÷120

75÷90

140÷160

75÷90

140÷160

PAVIMENTO FLOTTANTEPER DISPOSIZIONE EMANUTENZIONE RETI

BANCO SENZA DIAFRAMMA

ZONA INFORMAZIONI

BANCO CON DIAFRAMMA

ZONA DI SCAMBIO VALORI

UNITÀ OPERATIVA FISSA

(SPORTELLO)

PAVIMENTO FLOTTANTEPER DISPOSIZIONE EMANUTENZIONE RETI

A

B

DE

A

DE

A

G

F

GG

A

F

G

D

D

D

D

E

E

F

F

E

E

B

B B

F

F

F

ACCESSO DEL PUBBLICO

BANCO ZONA SENZA DIAFRAMMA

BANCO ZONE CON DIAFRAMMA

UNITÀ OPERATIVA (SPORTELLO)

POSTO DI LAVORO

ACCESSO PERSONALE(AGLI ALTRI UFFICI)

ZONA DI OPERATIVITÀDEL PUBBLICO

PERCORSI DEL PUBBLICO

PERCORSI PERSONALE

A -

B -

D -

E -

F -

G -

CONTATTO CON IL PUBBLICO MEDIANTE BANCO CON DIAFRAMMAE UNITÀ OPERATIVE FISSE (SPORTELLI)CASI RICORRENTI:- SERVIZI DI CASSA IN GENERALE- PAGAMENTO UTENZE - RILASCIO CERTIFICATI- EMISSIONE TITOLI DI VIAGGIO (BIGLIETTERIE)

CONTATTO CON IL PUBBLICO MEDIANTE BANCO SENZA DIAFRAMMAE UNITÀ OPERATIVE LIBERE CON POSTI DI LAVORO RETROSTANTICASI RICORRENTI:- BANCHI DI INFORMAZIONE IN GENERALE- CONSEGNA E RITIRO PRATICHE AMMINISTRATIVE- AGENZIE ASSICURATIVE- AGENZIE DI VIAGGIO

BANCO SENZA DIAFRAMMA

OPERATIVITÀ LIBERA

ATTIVITÀ RELATIVE AICONTATTI CON IL PUBBLICO

min.90

150÷210

150÷210

12075÷90120÷18060min.180

BANCO SENZA DIAFRAMMA

OPERATIVITÀ LIBERA

ATTIVITÀ RELATIVE AICONTATTI CON IL PUBBLICO

SHEDARIO, MODULISTICA

MATERIALI INFORMATIVI

GG

BB

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE COMMERCIALI E UFFICI

B 191

C.ESERCIZIO

PROFESSIONALE

D.PROGETTAZIONE

STRUTTURALE

E.CONTROLLO

AMBIENTALE

F.MATERIALI,

COMPONENTI, TECNICHE

A.NOZIONI

GENERALI DI

PROGETTAZIONE

G.URBANISTICA

B.PRESTAZIONI DEGLI

ORGANISMI EDILIZI

B.5.

2.

B.5.2.

STRUTTURE PER UFFICI

STRUTTURE PER UFFICI

B.1.FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI

B.2.STRUTTURE PER

LA MOBILITÀ

B.3.STRUTTURE PER

LO SPETTACOLO

B.4.IMPIANTI E ATTREZZA-

TURE PER LO SPORT

B.5.STRUTTURE

COMMERCIALI E UFFICI

B.6.STRUTTURE RICETTIVE E

PER LA RISTORAZIONE

B.7.STRUTTURE SANITARIE

B.8.STRUTTURE PER

L’ISTRUZIONE

B.9.STRUTTURE PER CULTU-

RA E INFORMAZIONE

B.10.

STRUTTURE PER

IL CULTO

B.11.

STRUTTURE CIMITERIALI

FIG. B.5.2./3 UFFICI – ZONA DI CONTATTO CON IL PUBBLICO (sportelli)

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SEDIE PER UFFICI E PER STUDI PROFESSIONALI - RIFERIMENTI DIMENSIONALI

÷44

100÷123

60÷65

÷44

76÷92

60÷66

÷44 75÷82

46÷84

76÷112

46

78

46

80

68÷75

60÷74

68÷75

60÷72

43÷68

40÷48

38÷70

40÷70

56

58

55

57

TAVOLI PER RIUNIONI - DIMENSIONE E ARTICOLAZIONE DEGLI SPAZI

490÷610

120÷150

120÷150

90÷120

100÷120

90÷100

100÷120

100÷120

90÷100

90÷10060 490 100÷120 90÷100

120

930÷1030

500÷560

B 192

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE COMMERCIALI E UFFICIB.5.

2. STRUTTURE PER UFFICI

FIG. B.5.2./4 UFFICI – DATI DI DIMENSIONAMENTO E DISPOSIZIONE DI SALE PER RIUNIONI

REQUISITI DEGLI AMBIENTI DI UFFICIO

1. Dimensioni degli ambienti di ufficio In assenza di specifiche normative di settore, l’altezza degliambienti di ufficio non deve essere inferiore a 2,70 ml e laloro superficie non deve essere inferiore a 9mq, e comun-que dimensionata in ragione di circa 5 mq per addetto.

2. Posizione degli ambienti di ufficio rispetto al terre-no circostante

Per la posizione degli ambienti di ufficio rispetto al terrenocircostante valgono le stesse prescrizioni impartite per gliambienti di lavoro.

3. Aereazione ed illuminazione degli ambienti di ufficio Gli ambienti di ufficio devono in genere usufruire dellestesse caratteristiche di aereazione ed illuminazione pre-scritte per gli ambienti lavorativi. In assenza di detti requi-siti, per gli ambienti di ufficio sono ammessi: a) l’aereazione forzata mediante un impianto di ventilazio-

ne forzata o di condizionamento che garantisca il ricam-bio d’aria in conformità alla norma UNI 10339;

b) l’illuminazione artificiale mediante un impianto che assi-curi livelli luminosi idonei per intensità e qualità e chenon diano luogo a fenomeni di abbagliamento in con-formità alla norma UNI 10380.

Anche quando integrate dagli impianti di aereazione e/o illu-minazione di cui sopra, l’areazione ed illuminazione natura-li devono in ogni caso essere assicurate nei seguenti limiti: a) per i locali di superficie fino a 100 mq: nella misura del

50% dei minimi prescritti al comma 134.3.2; b) per i locali di superficie oltre 100 mq: nella misura del

25% dei minimi prescritti al comma 134.3.2, con unminimo assoluto di 6,25 mq.

4. Soppalchi adibiti ad ambienti di ufficio I soppalchi possono essere adibiti ad ambienti di ufficioquando presentino le seguenti caratteristiche:

a) la superficie del soppalco non sia superiore a 2/3 diquella del locale su cui il soppalco prospetta;

b) le altezze degli spazi soprastanti e sottostanti il soppal-co non devono risultare inferiori a 2,40 ml (nel caso disoffitti inclinati si assume l’altezza media, con un’altez-za minima assoluta di 2,20 ml);

c) la profondità del soppalco non deve risultare superiorea 2,5 volte la minore tra le altezze di cui alla lettera pre-cedente;

d) i parapetti, le protezioni contro il vuoto, le scale, gliaccessi e le uscite dovranno essere conformi a quantoprevisto dalla normativa vigente per i normali ambientidi vendita.

5. Ambienti di servizioL’altezza minima consentita per gli ambienti di servizioè pari a 2,40 ml. I locali adibiti a uso doccia o wc devono rispondere aiseguenti requisiti: a) superficie non inferiore a 1,00 mq per i locali riserva-

ti al solo wc, con lato minimo comunque non inferio-re a 0,90 ml;

b) superficie non inferiore a 1,00 mq per i vani riservatial solo uso di doccia;

c) superficie non inferiore a 1,20 mq per i locali dotatisia di wc che di altri apparecchi igienici;

d) la superficie di spogliatoi, ove siano previsti, nondeve essere inferiore a 1,20 mq per ogni addettocontemporaneamente presente nel locale.

I locali adibiti a servizi igienici e spogliatoi non possonoavere accesso diretto da ambienti di lavoro se non attra-verso apposito spazio di disimpegno. Qualora nel disim-pegno sia previsto il lavabo, la superficie del medesimonon deve essere inferiore a 1,50 mq. Gli ambienti di servizio possono essere ricavati sia in loca-li fuori terra che in locali seminterrati o interrati.

Gli ambienti di servizio possono essere aereati sia inmodo naturale diretto che mediante idoneo impianto diventilazione forzata. I servizi igienici, nel caso di aereazione naturale e diret-ta, devono avere finestre non inferiori a 1/8 della superfi-cie di pavimento, con un minimo assoluto di 0,40 mq.Quando i servizi igienici siano privi di finestrature o lemedesime abbiano dimensioni inferiori a quelle prescrit-te, l’aereazione deve essere assicurata in uno deiseguenti modi : a) mediante impianto in espulsione continua, con coeffi-

ciente di ricambio non inferiore a 6 volumi/ora; b) mediante impianto con funzionamento intermittente a

comando automatico, in grado di garantire almeno 1ricambio in un tempo massimo di 5 min per ogni uti-lizzazione.

6. Ambienti accessori e di supportoSono ambienti accessori o di supporto i seguenti:• presidi sanitari (medicherie, ambulatori);• refettori o mense aziendali;• locali di soggiorno e riposo.

Le camere di medicazione, ambulatori e simili devonoavere superficie non inferiore a 12 mq. I refettori, le mense aziendali ed i locali di riposo, devonoavere superficie non inferiore a 9mq e comunque tale daassicurare una superficie di almeno 1mq per ogni addet-to contemporaneamente presente nel locale. Gli ambienti accessori e di supporto devono in genereusufruire delle stesse caratteristiche di aereazione edilluminazione indicate per gli ambienti di lavoro. Quando l’illuminazione e/o l’aereazione naturali non rag-giungano i minimi indicati, anche per gli ambienti di sup-porto sono ammessi valori minimi di areazione forzata eilluminazione artificiale indicati per gli ambienti di ufficio ingenerale.

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ESEMPI DI MONTAGGIO DI PAVIMENTI FLOTTANTI ISPEZIONABILI

SCATOLA ELETTRICA PROTETTAELEMENTI MODULARI

SUPPORTI REGOLABILI DI METALLO (ACCIAIO INOX)

10÷30

ELEMENTI SCATOLARICONTINUI

SISTEMI DI GRIGLIE SCATOLARI

CONDOTTI ELETTRICIE TELEMATICI

ELEMENTO DI FINITURA

PIASTRA DI APPOGGIO

ELEMENTO DI FINITURA

A - SISTEMA PORTATO DA PIASTRE FISSATE B - SISTEMA PORTATO DA PIASTRE A INCASTRO

C - SISTEMA PORTATO DA GRIGLIA DI SCATOLARI E - SISTEMA PORTATO DA SCATOLARI CONTINUID - SISTEMA PORTATO DA GRIGLIA DI SCATOLARI

M.

ELEMENTI DI PAVIMENTAZIONE MODULARI FLOTTANTI

SUPPORTI (IN ACCIAIO INOX) REGOLABILI

PIASTRA DI APPOGGIO

ELEMENTI DI PAVIMENTAZIONE MODULARI

MODULO DEGLI ELEMENTI FLOTTANTI

SISTEMA DEI CANALI DI ALLOGGIAMENTO DELLE RETIELETTRICHE E TELEMATICHE

PRESTAZIONI DEGLI ORGANISMI EDILIZI • STRUTTURE COMMERCIALI E UFFICI

B 193

C.ESERCIZIO

PROFESSIONALE

D.PROGETTAZIONE

STRUTTURALE

E.CONTROLLO

AMBIENTALE

F.MATERIALI,

COMPONENTI, TECNICHE

A.NOZIONI

GENERALI DI

PROGETTAZIONE

G.URBANISTICA

B.PRESTAZIONI DEGLI

ORGANISMI EDILIZI

B.5.

2.

B.5.2.

STRUTTURE PER UFFICI

STRUTTURE PER UFFICI

B.1.FRUIBILITÀ DEGLI SPAZI

B.2.STRUTTURE PER

LA MOBILITÀ

B.3.STRUTTURE PER

LO SPETTACOLO

B.4.IMPIANTI E ATTREZZA-

TURE PER LO SPORT

B.5.STRUTTURE

COMMERCIALI E UFFICI

B.6.STRUTTURE RICETTIVE E

PER LA RISTORAZIONE

B.7.STRUTTURE SANITARIE

B.8.STRUTTURE PER

L’ISTRUZIONE

B.9.STRUTTURE PER CULTU-

RA E INFORMAZIONE

B.10.

STRUTTURE PER

IL CULTO

B.11.

STRUTTURE CIMITERIALI

FIG. B.5.2./5 UFFICI – REQUISITI TECNOLOGICI SPECIFICI – PAVIMENTO FLOTTANTE