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[email protected] Economia Internazionale (ECCInt) Adattamento K.A.Reinert CUP 2012 CAPITOLO IX L’ingresso sui mercati esteri e la produzione internazionale Valutare le differenti forme di ingresso sui mercati esteri, individuando le diverse motivazioni dietro ciascuna di esse

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CAPITOLO IX

L’ingresso sui mercati esteri e la produzione internazionale

Valutare le differenti forme di ingresso sui mercati esteri, individuando le diverse motivazioni dietro ciascuna di esse

Capitolo IX – L’ingresso sui mercati esteri e la produzione internazionale

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Capitolo IX – Introduzione

Quali alternative ha una impresa che produce inizialmente solo per il mercato domestico e che intenda vendere almeno parte della sua produzione sul mercato estero?

Esistono sostanzialmente tre diverse modalità di ingresso sui mercati esteri:

• Commercio – esportazioni

• Contratti / Appalti

• Investimenti diretti esteri

Ciascuna modalità presenta differenti costi che l’impresa nazionale deve fronteggiare

rappresentano due modalità di produzione internazionale

Capitolo IX – L’ingresso sui mercati esteri e la produzione internazionale

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Capitolo IX – Introduzione -2

Gli obiettivi di questo capitolo sono:

• Valutare i tre tipi di ingresso sul mercato estero

• Identificare le differenti motivazioni a sostegno della produzione industriale

• Esaminare la decisione relativa a quale strategia di ingresso adottare

Capitolo IX – L’ingresso sui mercati esteri e la produzione internazionale

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Capitolo IX – Esportazioni

Esistono sostanzialmente due modalità:

• Esportazione indiretta

L’impresa si affida ad un’altra impresa come agente commerciale per completare la transazione commerciale

• Esportazione diretta

L’impresa direttamente effettua la transazione commerciale

Costi aggiuntivi legati all’esportazione sui mercati esteri (costi di transazione) possono essere tali da limitare le attività di esportazione ad un insieme ristretto

di aziende ≠ modello teorico commercio internazionale già esaminato

Capitolo IX – L’ingresso sui mercati esteri e la produzione internazionale

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Capitolo IX – Contratti

Cessione di licenza

L’impresa consente alla impresa estera licenziataria di usare (parte) del proprio processo produttivo (marchio, logo, brevetti, design etc.) nel mercato estero. L’impresa estera riconosce in cambio delle royalties.

Molto diffuso in campo manifatturiero / Accordi di cessione in licenza di tecnologie

Franchising

Come un accordo di licenza, ma l’impresa nazionale esercita un maggiore grado di controllo sulla produzione ed il marketing per assicurare una congruenza tra differenti mercati esteri.

Diffuso nel settore dei servizi (e.g. Catene di ristorazione, Alberghi etc.)

Sub-appalto

L’impresa nazionale sposta la produzione (o parte di essa) su mercati esteri, affidandola ad una impresa estera, regolando con un contratto la cessione della proprietà e le specifiche di produzione (materiali, qualità etc.)Diffuso nel settore elettronico, dell’abbigliamento e farmaceutico

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Capitolo IX – Investimenti diretti esteri

Joint-Venture

L’impresa nazionale avvia un’impresa sul mercato estero condividendone la proprietà con una impresa estera. Con questa modalità, l’impresa nazionale acquisisce più facilmente familiarità con il mercato locale, le leggi ed i regolamenti locali

Fusioni e acquisizioni (M&A)

L’impresa nazionale compra parte delle (fusione) o tutte le (acquisizione) azioni di una impresa che già opera sui mercati esteri

Greenfield (Investimento vergine)

L’impresa nazionale direttamente stabilisce sul mercato estero una propria sussidiaria.

E’ l’opzione che richiede il maggiore impegno da parte dell’impresa nazionale ma che consente anche il maggiore controllo sulla produzione estera

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Capitolo IX – Motivazioni

Accesso alle risorse

Naturali (p.e. minerali) o umane (p.e. disponibilità di manodopera a basso costo)

Sempre meno rilevante (Canada è destinatario di IDE nonostante i livelli salariali siano maggiori che negli USA)

Accesso al mercato

Per localizzarsi vicino a mercati in rapida crescita, oppure per adattare meglio la produzione ai bisogni locali o fornire prodotti intermedi ad altre imprese

Ricerca di Efficienza

Trarre benefici (legati alle economie di scala / di scopo / a livello di impresa) dalla comune governance di attività disperse in senso geografico

Azione Strategica

Parte di una strategia che serva a contenere i propri concorrenti all’interno di mercati di oligopolio

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Capitolo IX – Motivazioni - 2

Esempi di azioni strategiche [Dunning e Lundan (2008)]

• Acquistare o collaborare con una impresa per evitare che lo facciano dei propri concorrenti

• Fondersi con propri concorrenti per rafforzare le rispettive capacità

• Acquistare un gruppo di fornitori per accaparrarsi l’intero mercato di una specifica materia prima

• Conquistare l’accesso alla distribuzione per promuovere in modo più efficace il proprio prodotto

• Comprare una impresa che produce un insieme di prodotti / servizi complementari in modo da poter offrire ai propri clienti una maggiore diversificazione della propria offerta

• Unire le forze con imprese locali con la speranza di posizionarsi più favorevolmente per acquisire commesse dai Governi locali

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Capitolo IX – Scelta delle modalità di ingresso

• L’impresa sceglierà la modalità di ingresso che le consentirà di massimizzare il rendimento atteso dall’investimento, per dato livello di rischio

Non è chiaro quali siano i rischi associati alle differenti modalità di ingresso né come differiscano i rispettivi rendimenti

• Approccio sequenziale

Si adottano le varie modalità, iniziando dalla più semplice e passando poi a quelle più complesse (Learning-by-doing)

Non molto seguito, in realtà

• Approccio attività specifiche dell’azienda

Valorizzare risorse tangibili o intangibili dell’azienda (p.e. brevetto, tecnologia, cultura aziendale etc.) che la rendano competitiva

Una importante attività strategica è il capitale di conoscenza, che può anche essere incorporato nelle risorse umane

L’impresa però si espone al rischio che questo capitale di conoscenza possa essere appropriato dalla impresa straniera (rischio di disseminazione - come negli accordi di licenza)

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Capitolo IX – Scelta delle modalità di ingresso - 2

Per ridurre il rischio di appropriazione del proprio capitale di conoscenze, un impresa potrebbe preferire gli IDE, che però richiedono un grande impegno di risorse da parte sua

Capitolo IX – L’ingresso sui mercati esteri e la produzione internazionale

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Capitolo IX – La nascita delle Imprese Multinazionali

• Le prime imprese multinazionali fanno parte delle esperienze di colonizzazione avvenute nel XVI e XVII secolo (colonialismo mercantile)

Esempi sono le compagnie commerciali di proprietà statale quali la Compagnie dell’India Orientale, Britannica e Olandese, oppure la Compagnia Africana Reale

• A seguito della rivoluzione industriale del XIX secolo si afferma il capitalismo industriale

Molte imprese britanniche si localizzano in India, Cina, America Latina e Sudafrica Soprattutto nel settore minerario, agricolo, finanziario e trasporto

marittimo Il Giappone fu interessato da questo processo al termine della

Restaurazione Meiji (1868 – 1912)

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Capitolo IX – La nascita delle Imprese Multinazionali - 2

• Nel XX secolo la produzione industriale ha sviluppato una maggiore intensità di capitale

Assumono più importanza sia il ruolo delle linee di produzione (catene di montaggio) sia le economie di scala ad esse associate

• Il capitalismo industriale si sostanziò nel Fordismo (capitalismo manageriale)

Il centro delle attività economiche innovative si sposta dall’Europa agli USA

La dimensione media di azienda aumenta

Il successo di un’impresa dipende sempre più dalla abilità di coordinare un insieme sempre maggiore di attività complementari

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Capitolo IX – La nascita delle Imprese Multinazionali - 3

• A seguito della grave depressione che emerse con la Grande Crisi di Wall Street (1928-29) e della Seconda Guerra mondiale gran parte delle attività economiche internazionali subirono un forte rallentamento

• La ricostruzione del Dopo-Guerra contribuì a rafforzare il ruolo delle imprese multinazionali USA

Il vantaggio tecnologico delle imprese USA contribuì a sviluppare la teoria del ciclo-di-vita del prodotto (Vernon, 1966)

Nelle prime fasi, la produzione è concentrata nel paese domestico per sfruttare la maggiore disponibilità di tecnologie produttive sofisticate

Successivamente , la produzione può essere spostata su mercati esteri per trarre vantaggio da una più favorevole disponibilità di risorse produttive (forza lavoro a basso costo)

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Capitolo IX – La nascita delle Imprese Multinazionali - 4

• Negli anni ‘70 si registrò la crescita della produzione industriale nei paesi di nuova industrializzazione (NICs – Newly IndustrializedCountries) dell’Asia Orientale

In particolare Giappone, Taiwan e Corea del Sud

Questo periodo è noto come Post-Fordismo o Toyotismo

L’importanza delle economie di scala è sostituita dalla flessibilità quale elemento cruciale per la produzione industriale e dall’uso delle tecnologie dell’informazione e comunicazione (ICT – Information and CommunicationTechnology) per il controllo del processo produttivo

• La crescita della produzione industriale si accompagnò ad una crescita degli IDE da parte delle imprese multinazionali operanti nell’Asia Orientale (Giappone, in particolare)

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Capitolo IX – La nascita delle Imprese Multinazionali - 5

Ascesa multinazionali del Terzo Mondo

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Capitolo IX – La nascita delle Imprese Multinazionali - 6

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Capitolo IX – La nascita delle Imprese Multinazionali - 7

Considerando le prime 25 Imprese Multinazionali non-finanziarie in base alle loro attività estere

• Predominanza di imprese dell’Europa Occidentale, USA e Giappone

• Prevalenza dei settori: apparati elettrici, telecomunicazioni, automobili, prodotti petroliferi, utilities

• Nella maggior parte dei casi, le case madri hanno un peso predominante nelle fasi produttive e nei processi di vendita

Classifica in base al Transnationality Index dell’UNCTAD (TNI)

• % attività estere sul totale

• % vendite estere sul totale

• % occupazione estera sul totale

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Capitolo IX – Aspetti controversi

• Sebbene una impresa possa essere spinta all’espansione sui mercati esteri non è detto che poi abbia necessariamente successo

E’ necessario che abbia il controllo su di una risorsa scarsa che le attribuisca un vantaggio competitivo rispetto alle imprese estere (Cap. 10)

• Esistono posizioni critiche circa il grado di condizionamento che le imprese multinazionali esercitano sui paesi ospitanti, specie nel caso dei paesi in via di sviluppo (Cap. 22)

• In che modo l’esistenza degli IDE modifica il ragionamento fatto in precedenza circa il ruolo dei vantaggi comparati (Cap.3) e della disponibilità dei fattori di produzione o intensità d’uso nei settori di produzione (Heckscher-Ohlin, Cap. 5) per lo sviluppo dei flussi commerciali?

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Capitolo IX – IDE e vantaggi comparati

• I vantaggi comparati furono valutati considerando il prezzo relativo del riso rispetto alle motociclette (Pr/Pm) nel Vietnam e in Giappone

• Poiché questo prezzo relativo era inferiore in V, allora il V ha un vantaggio comparato nella produzione di riso (il J nella produzione di motociclette)

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Capitolo IX – IDE e vantaggi comparati - 2

• La FPP del V si sposta più verso l’asse verticale (quella del J si riduce, sempre rispetto all’asse verticale)

• In condizioni di autarchia il prezzo relativo muta (linea tratteggiata): aumenta in V e si riduce in J

• Questi cambiamenti riducono la forza dei vantaggi comparati Gli IDE possono essere considerati dei sostituti per i flussi commerciali Se però la tecnologia di produzione non è la stessa nei due paesi (≠H.O.), gli IDE possono essere

complementari ai flussi commerciali (e rafforzare i vantaggi comparati)

Supponiamo adesso che ci sia un flusso di IDE dal J verso il V e.g. Chiusura di un impianto in

J ed apertura di un altro in V

Si modifica la disponibilità relativa dei fattori di produzione V aumenta la disponibilità di

capitale; quella del J si riduce