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«La psicoanalisi scommette sul fatto che è nelle esagerazioni, quando la vita va oltre misura, che cogliamo una verità. Esagerando, la psicoanalisi cerca di mettersi al livello di quell’eccesso che ci turba e ci determina.» (Benvenuto , Leggere Freud. Dall’isteria alla fine dell’analisi) Sigmund Freud (1856 - 1939) Cenni biografici Gli studi sull’isteria La prima topica e le vie d’accesso all’inconscio La teoria della sessualità e il complesso edipico Dall’Edipo all’origine della religione, della morale e della civiltà Al di là del principio di piacere La seconda topica La riflessione sulla civiltà Voci critiche

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«La psicoanalisi scommette sul fatto che è nelle esagerazioni, quando la vita va oltre misura, che cogliamo una verità. Esagerando, la psicoanalisi cerca di mettersi al livello di quell’eccesso che ci turba e ci determina.»

(Benvenuto , Leggere Freud. Dall’isteria alla fine dell’analisi)

Sigmund Freud (1856-1939)

❖Cenni biografici

❖Gli studi sull’isteria

❖La prima topica e le vie d’accesso all’inconscio

❖La teoria della sessualità e il complesso edipico

❖Dall’Edipo all’origine della religione, della morale e della civiltà

❖Al di là del principio di piacere

❖La seconda topica

❖La riflessione sulla civiltà

❖Voci critiche

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Cenni biografici (pp. 348-350)

Freiberg 1856 – Londra 1939

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Gli studi sull’isteria (pp. 350-353)

❖ Charcot e il metodo ipnotico

❖ La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.)

❖ Dall’ipnosi alle associazioni libere

❖ Transfert e Controtransfert

❖ Eziologia delle nevrosi: la rottura con Breuer e la teoria della seduzione precoce (il caso di Katharina)

❖ L’isteria oggi

Brouillet, Una lezione clinica à la Salpêtrière

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Anna O.

✓ Indicazioni per la prassi terapeutica✓ Psichico ≠ Cosciente

«Invertendo il detto: cessante causa cessateffectus, ci sarà lecito dedurre da queste osservazioni che l’evento determinante continua ad agire in qualche modo ancora per anni, non indirettamente per il tramite di una catena di anelli causali intermedi, ma come causa diretta, circa come un dolore psichico coscientemente ricordato da sveglio provoca, anche dopo molto tempo, secrezione di lacrime: l’isterico soffrirebbe per lo più di reminiscenze»

(Freud, Studi sull’isteria)

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«Freud ha marcato il secolo XX perché ha

imitato la servetta Lisette: chiamato come

medico a curare donne, come nel dipinto di

Steen, deviò occupandosi della lettera caduta

per terra.

Un secolo dopo Freud, il medico occidentale è

tornato a occuparsi non proprio del polso, ma

certo dei processi organici del paziente. Del

polso cerebrale direi, magari mettendo degli

elettrodi nel cranio del poveretto. Negli ultimi

decenni la psichiatria organicista sembra aver

ripreso il sopravvento, ci si aspetta che le

neuroscienze riescano a fornire quella soluzione

rapida e certa delle nevrosi che la psicoanalisi

tratta in modo lungo e incerto. Dobbiamo oggi

ridere dei neurologi così come Molière e gli altri

scrittori e pittori del Seicento si permettevano di

ridere dei medici dell’epoca?»(Benvenuto, Leggere Freud. Dall’isteria alla fine dell’analisi)Jan Steen, La visita del dottore, 1663

Quando perciò accadeva che alla

domanda: «Da quando ha questo

sintomo?» oppure: «Da dove proviene

questo?» ricevevo la risposta «Questo

davvero non lo so», agivo nel modo

seguente: mettevo la mano sulla

fronte della paziente o prendevo il

suo capo fra le mie due mani,

affermando: «Le verrà ora in mente sotto

la pressione della mia

mano […] lei vedrà

qualcosa davanti a sé o

le passerà qualcosa

per la testa, e lei questa

cosa la deve afferrare. È

proprio ciò che noi

cerchiamo».

(Freud, Studi sull’isteria)

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«[…] il paziente scorge in lui [nell’analista] un ritorno –

reincarnazione – di una persona importante della sua infanzia,

del suo passato, e perciò trasferisce su di lui sentimenti e

reazioni che sicuramente spettavano a questo modello.

Il fatto della traslazione si rivela ben presto come un momento

di inaspettata importanza, da un lato come mezzo

ausiliario d’insostituibile valore, dall’altro come fonte di

seri pericoli. Questa traslazione è ambivalente; essa

comprende impostazioni positive e affettuose come anche

negative e ostili nei riguardi dell’analista, il quale di solito

viene messo al posto di uno dei genitori, il padre o la madre.

Finché è positiva, la traslazione ci rende i migliori servigi.

Essa modifica tutta la situazione analitica, lasciando in

disparte l’intento razionale di guarire e liberarsi dalle

sofferenze. In suo luogo subentra l’intenzione di piacere

all’analista, di guadagnare la sua approvazione, il suo affetto.

Essa diventa la vera molla della collaborazione del

paziente; l’Io indebolito diventa forte, sotto l’influenza della

traslazione riesce a far cose che altrimenti gli sarebbero

impossibili, fa cessare i suoi sintomi, apparentemente diventa

sano, ma solo per amore dell’analista»(Freud, Psicoanalisi)

MEDICOPAZIENTE

TRANSFERT

CONTROTRANSFERT

Anna O.

MEDICO

CHARCOT

BREUER

FREUD

TERAPIA

Ipnosi

Ipnosi

Terapia catartica

Libere associazioni

Terapia catartica

APPROCCIO

Cura della sintomatologia

Approccio eziologico

Approccio eziologico

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«Non è l’ultima offesa, in sé minima, quella che

ha provocato il pianto spasmodico, la crisi di

disperazione, il tentativo di suicidio,

infirmando così il principio della

proporzionalità tra causa ed effetto: questa

piccola offesa attuale ha invece destato e

attivato il ricordo di così tante e più profonde

offese precedentemente subite, dietro le quali

tutte ancora si cela il ricordo di un’offesa grave,

mai sanata, subita durante l’infanzia.

[…] Alla base di ogni caso di isteria vi sono uno

o più episodi di esperienza sessuale precoce

della prima infanzia, episodi che il lavoro

analitico è in grado di rievocare nonostante i

decenni trascorsi.»

(Etiologia dell’isteria, 1896)

«Lascia che ti dica direttamente il grande segreto che è spuntato lentamente in me

negli ultimi mesi. Non credo più ai miei neurotica.

[…] ti racconto le ragioni che mi hanno fatto dubitare. I continui insuccessi dei

miei tentativi di portare le analisi ad una reale conclusione, lo sfuggirmi

di individui che per un certo tempo sembravano i miei pazienti più convinti, la

mancanza del completo successo sul quale avevo contato e la possibilità

di spiegarmi i successi parziali alla maniera consueta[…].

Poi, la sorpresa che in tutti i casi la colpa fosse sempre da attribuire alla

perversità del padre… e l’accorgermi dell’inaspettata frequenza

dell’isteria in ogni caso in cui si realizza la medesima condizione, mentre è

difficile credere ad una tale diffusione delle perversioni verso i

bambini… Viene, in terzo luogo, la precisa convinzione che non esista “un

segno di realtà” nell’inconscio[…]. In quarto luogo la considerazione che anche

nelle più profonde psicosi il ricordo inconscio non si fa strada, così che il segreto

delle esperienze infantili non si rivela neppure nei più confusi stati di delirio. Se

dunque si constata che l’inconscio non vince mai la resistenza del conscio,

naufraga anche la speranza che, durante il trattamento, si possa verificare il

processo opposto, cioè che il conscio arrivi a dominare completamente l’inconscio.»(Lettera a Fliess, 1897)

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«Sì, adesso lo so, la testa è la testa di [mio

padre], ora la riconosco, ma non di

quell’epoca lì. Più tardi, quando sono sorti

tutti quei litigi [tra mio padre e mia madre],

allora a [mio padre] è venuta un’ira

insensata contro di me; diceva sempre che

ero io la colpa di tutto; se non avessi

chiacchierato, non si sarebbe giunti alla

separazione; […] quando mi vedeva da

lontano, la faccia gli si contorceva dall’ira e

si avventava contro di me con la mano

alzata. [...] La faccia che vedo sempre adesso

è la faccia sua quando era furibondo.»

(Freud, Casi clinici 2. Miss Lucy R., Katharina…)

«Dora – come ogni isterica – non si lascia accalappiare dalle

interpretazioni finali, comprese quelle, acutissime, di Freud e di

Lacan. Ma, come nei suoi sogni e sulle rive del Garda, fugge via…

Essa fugge via anche dal sapere psicoanalitico che pur l’ha non

posseduta ma direi abbracciata, e immortalata. L’isterica si sfila via

dalla stretta psicoanalitica […]. Forse la

“verità fondamentale” dell’isteria è proprio

questa: il suo oscillare tra varie verità

fondamentali senza decidersi. […] Come ogni

isterica, Dora anela alla libertà, per cui cento

ne pensa, e nessuna ne fa.

[…] Il nevrotico è fondamentalmente qualcuno

che anela alla libertas, al privilegio. Ma il

guaio è che da una parte il nevrotico, come il

bambino, non vuole servire nessuno, dall’altra

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però vuole essere come tutti gli altri – uno che serva a

qualche cosa, vuole anch’egli svolgere il suo

ministerium. È questo il double bind, l’impossibile.

[…] L’analista, rinunciando ad adattare il paziente, lo

adatta de facto. Lo adatta a che? A servire, come tutti.

Servire a qualche cosa, agli altri. Questa è la sola

grazia che ci sia concessa in questa vita: poter essere grati agli altri

del fatto che ci hanno consentito di servire a qualche cosa.

Così l’isterica attrae tanti – in particolare donne – perché mette in

scena paradigmaticamente il viaggio della donna oggi, in un’epoca

in cui essa è costretta – per il cambiamento storico del modo di

vivere – ad abbandonare la confortevole e chiusa Casa del Padre, e

a marciare verso una casa sconosciuta, che sarà comunque un

risveglio dal sogno.»(Benvenuto, Leggere Freud. Dall’isteria alla fine dell’analisi)

La prima topica e le vie d’accesso all’inconscio (pp. 354-357)

❖ La prima topica

❖ La psicoanalisi e la ricerca di vie d’accesso all’inconscio

❖ L’interpretazione dei sogni

❖ Psicopatologia della vita quotidiana

❖ Il motto di spirito

❖ Psicoanalisi e interpretazione letteraria

❖ Critiche all’approccio psicoanalitico

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«La rappresentazione più rozza di questi sistemi – e cioè la

rappresentazione spaziale – è per noi la più comoda. Paragoniamo

quindi il sistema dell’inconscio a una grande anticamera, in cui gli

impulsi psichici giostrano come singole entità. Comunica con

questa anticamera una seconda stanza più stretta, una specie di

salotto, in cui risiede anche la coscienza. Ma sulla soglia tra i due

vani svolge le proprie mansioni un guardiano, che esamina,

censura i singoli impulsi psichici e non li ammette nel salotto se

non gli vanno a genio. Comprenderete subito che non fa molta

differenza se il guardiano respinge un impulso non appena esso

compare sulla soglia, o se lo caccia via dopo che è entrato nel

salotto. È solo questione del grado della sua vigilanza e della sua

tempestività nel riconoscimento. L’attenerci a questa immagine ci

permette ora un ulteriore ampliamento della nostra nomenclatura.

Gli impulsi nell’anticamera dell’inconscio sono sottratti allo

sguardo della coscienza, che infatti si trova nell’altra stanza:

inizialmente essi sono destinati a restare inconsci.

Se si sono già spinti fino alla soglia e sono stati rimandati

indietro dal guardiano, ciò significa che sono inammissibili

alla coscienza. In tal caso li chiamiamo rimossi. Ma anche gli

impulsi che il guardiano ha ammesso oltre la soglia non sono

per questo diventati necessariamente coscienti; lo possono

diventare solo se riescono ad attirare su di sé lo sguardo

della coscienza. A buon diritto chiamiamo perciò questo

secondo vano il sistema del preconscio. In questo sistema il

diventare cosciente mantiene soltanto il senso descrittivo

[…]. Incorrere nella rimozione significa invece, per ogni

singolo impulso, che il guardiano non gli consente di

penetrare dal sistema dell’inconscio in quello del preconscio.

È lo stesso guardiano con cui facciamo conoscenza sotto

forma di resistenza quando cerchiamo di eliminare la

rimozione mediante il trattamento analitico.»

(Freud, Introduzione alla psicoanalisi)

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CONSCIO

PRECONSCIO

INCONSCIO

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«Ho dovuto rendermi conto che si tratta, anche qui, di uno di quei casi, non rari, in cui un’antichissima credenza popolare, tenacemente conservatasi, sembra essersi avvicinata alla verità delle cose più del giudizio della scienza che vige attualmente. Debbo affermare che il sogno ha effettivamente un significato e un procedimento scientifico nell’interpretazione del sogno è possibile».

«Nel corso di questi studi psicoanalitici mi sono imbattuto nell’interpretazione del sogno. I pazienti che io avevo impegnato a raccontarmi tutte le idee e i pensieri che si imponevano loro di fronte a un determinato argomento, mi raccontavano i loro sogni, dimostrando così che un sogno è inseribile nella concatenazione psichica che, partendo da un’idea patologica, va inseguita a ritroso nella memoria. Non ci volle dunque che un passo per trattare il sogno come un sintomo e per applicare al sogno il metodo d’interpretazione già elaborato per il sintomo». (IS)

LAVORO ONIRICO

CONTENUTO MANIFESTO DEL SOGNO

LIBERE ASSOCIAZIONI

CONTENUTO LATENTE

DEL SOGNO

• condensazione

• spostamento

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«A questo punto la prima e più importante obiezione è che i sogni degli adulti hanno

di solito un contenuto incomprensibile, che non consente affatto di riconoscervi un

appagamento di desiderio. La risposta è questa: questi sogni hanno subito una

deformazione; il processo psichico che sta alla loro base avrebbe dovuto trovare in

origine tutt’altra espressione verbale. Dovete distinguere il contenuto onirico

manifesto, che ricordate vagamente al mattino e rivestite con fatica di parole,

apparentemente in modo arbitrario, dai pensieri onirici latenti, che dovete

supporre presenti nell’inconscio. Questa deformazione onirica è lo stesso processo

che avete imparato a conoscere nell’indagine sulla formazione dei sintomi isterici;

essa indica che anche nella formazione del sogno interviene lo stesso antagonismo

di forze psichiche che interviene nella formazione del sintomo. Il contenuto

onirico manifesto è il sostituto deformato dei pensieri onirici inconsci, e questa

deformazione è opera di forze di difesa dell’Io, di resistenze che nella vita vigile

impediscono del tutto ai desideri rimossi dell’inconscio l’accesso alla coscienza:

queste resistenze si riducono nello stato di sonno, mantenendo tuttavia una forza tale

da imporre ai pensieri inconsci un travestimento che li maschera. Per questo

il sognatore riconosce il significato dei suoi sogni altrettanto poco quanto l’isterico

la connessione e il significato dei suoi sintomi.»(Cinque conferenze sulla psicoanalisi)

Il sogno dell’esame

Il sogno di Irma

Johann Heinrich Füssli, Incubo

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«Alla domanda se ogni sogno possa

essere interpretato, bisogna

rispondere di no […]. Anche nei

sogni meglio interpretati è spesso

necessario lasciare un punto oscuro,

perché nel corso dell’interpretazione

si nota che in quel punto ha inizio

un groviglio di pensieri onirici che

non si lascia sbrogliare, ma che non

ha nemmeno fornito altri contributi

al contenuto del sogno. Questo è

allora l’ombelico del sogno, il

punto in cui esso affonda

nell’ignoto [Unerkannte].»

«risultano, se si applica loro il metodo dell’indagine psicoanalitica, come ben motivati e determinati da motivi ignoti alla coscienza.»

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«risultano, se si applica loro il metodo dell’indagine psicoanalitica, come ben motivati e determinati da motivi ignoti alla coscienza.»

Ricavo un certo numero di esempi da Wilhelm Stekel. "Il seguente esempio svela una porzione sgradevole dei miei pensieri inconsci. Premetto che nella mia qualità

di medico ho sempre di mira l'interesse dei miei malati, e mai il mio guadagno, cosa del resto naturale. Mi trovo presso un'ammalata alla quale presto assistenza medica nella sua convalescenza dopo grave malattia.

Abbiamo passato giorni e notti difficili. Sono felice di trovarla migliorata, le dipingo in rosei colori le gioie di un soggiorno ad Abbazia e concludo: 'Se Ella, come spero, non lascerà presto il letto...' Evidentemente questo

sbaglio nacque da un motivo egoistico dell'inconscio, dal desiderio di conservare ancora più a lungo questa ricca cliente, desiderio che è assolutamente estraneo alla mia coscienza vigile e che respingerei sdegnato.”

Un dottore, allontanandosi dal capezzale di una signora disse al marito, con una stretta di mano:

«il suo aspetto non mi piace». «A me il suo aspetto non piace da

molto tempo», si affrettò a convenire il marito.

Come è vero Dio, signor dottore, stavo seduto accanto a Salomon

Rothschild e lui mi ha trattato proprio come un suo pari, con

modi del tutto familionari! (Heine)

A questo proposito esiste un altro motto di spirito del signor N.: egli sentì un signore, anche lui ebreo, fare un’osservazione antipatica sul carattere degli ebrei. «Sinor Hofrat», disse,

«conoscevo bene il vostro antesemitismo; ma mi giunge nuovo il vostro antisemitismo».

In questo caso è alterata una sola lettera, e, questa modifica si noterebbe ben poco se si pronunciasse la frase senza marcare

l’intenzione polemica. Questo esempio ci ricorda altre modifiche con cui il signor N. realizza i suoi motti di spirito, ma la differenza

è che in questo caso non c’è condensazione; ogni cosa che va detta è detta nel motto di spirito: «So che prima anche voi

eravate un Ebreo; quindi sono sorpreso che voi parliate male degli Ebrei.»

«Come vai?» chiede il cieco allo zoppo. «Come vedi» risponde

lo zoppo al cieco.

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«Il sintomo diventa infatti la modalità attraverso cui l’inconscio comunica il materiale esperienziale che non

avrebbe consentito la vita, se mantenuto a livello cosciente, e che, tuttavia, stipato nell’inconscio, non può

rimanere muto, ma manda segnali che condizionano il comportamento del paziente in maniera patologica. Solo

risalendo alla radice che ha innescato il meccanismo di rimozione è possibile che il paziente si liberi del sintomo

che, appunto, è solo un linguaggio dell’inconscio. La malattia diventa, in un certo senso, una richiesta alla

coscienza perché rammenti e riordini il conflitto antico.» (Andreoli, Freud)

«Io sono il dottore di cui in questa novella si parla talvolta

con parole poco lusinghiere. Chi di psico-analisi s’intende,

sa dove piazzare l’antipatia che il paziente mi dedica.

Di psico-analisi non parlerò perché qui entro se ne parla

già a sufficienza. Debbo scusarmi di aver indotto il mio

paziente a scrivere la sua autobiografia; gli studiosi di

psicoanalisi arricceranno il naso a tanta novità. Ma egli

era vecchio ed io sperai che in tale rievocazione il suo

passato si rinverdisse, che l’autobiografia fosse un buon

preludio alla psico-analisi. Oggi ancora la mia idea mi

pare buona perché mi ha dato dei risultati insperati, che

sarebbero stati maggiori se il malato sul piú bello non si

fosse sottratto alla cura truffandomi del frutto della mia

lunga paziente analisi di queste memorie.

Le pubblico per vendetta e spero gli dispiaccia. Sappia

però ch’io sono pronto di dividere con lui i lauti onorarii

che ricaverò da questa pubblicazione a patto egli riprenda

la cura. Sembrava tanto curioso di se stesso! Se sapesse

quante sorprese potrebbero risultargli dal commento

delle tante verità e bugie ch’egli ha qui accumulate!…

Dottor S. .

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«Io vi dico: bisogna

avere ancora un caos

dentro di sé per

partorire una stella

danzante.

Io vi dico: voi avete

ancora del caos

dentro di voi.

Guai! Si avvicinano i

tempi in cui l’uomo

non partorirà più

stella alcuna.»

(Z)

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«[…] Foucault, per la prima volta e non di passaggio, fa i conti con Freud e in particolare con il Freud dell'Interpretazione dei sogni. Freud avrebbe il torto, agli occhi di Foucault, di avere infine preso partito, nonostante tutto (cioè nonostante il fatto che l'Interpretazione dei sogni inauguri un' epoca), per l’idea ottocentesca che il sogno sia una "rapsodia di immagini" da interpretare e quindi da tradurre in una forma di pensiero. Per Foucault, invece, il sogno è un’esperienza fondamentale dell'esistenza umana. Fin dall’antichità - afferma Foucault - l'uomo sa che nel sogno incontra ciò che egli è e ciò che sarà: incontra la propria libertà, il proprio destino, la propria destinazione mortale. Perciò la morte è così importante nel sogno, ed è forse per questo - suggerisce Foucault -che Freud si è arrestato di fronte alla questione dei sogni di morte. Dunque i sogni - come d' altronde si è sempre creduto - "dicono la verità". Ma come la dicono? Attraverso un vestito di immagini, figure, metafore, allusioni, al modo dei poeti e dei letterati? Certamente, ma se ci fermassimo qui non avremmo ancora compreso perché il sogno è un'esperienza fondamentale. Per farlo, dovremmo scalfire lo schema mentale secondo il quale l'immagine è una copia indebolita della realtà. Freud (e in seguito Lacan, che nel testo di Foucault è significativamente citato) dà grande rilievo all' immagine ma poi finisce col trascurarne il movimento cercando dietro le immagini le parole, riducendo il linguaggio dell'immaginazione a un fatto di parole. Le immagini sarebbero parole velate, dunque da svelare.»

(Rovatti, “I sogni muoiono all’alba”, Repubblica, 22 gennaio 1994)

«È nello spazio della pura visione che la follia dispiega i suoi poteri. Fantasmi e minacce, pure apparenze del sogno e destino segreto del

mondo: la follia detiene in questo caso una forza primitiva di rivelazione: rivelazione che l’onirico è reale, che la sottile superficie dell'illusione si

apre su una profondità innegabile, e che il momentaneo brillio dell’immagine lascia il mondo in preda a simboli inquieti che si eternano

nelle sue notti; e rivelazione inversa, ma altrettanto dolorosa, che tutta la realtà del mondo sarà assorbita un giorno nell’Immagine fantastica, nel

momento intermedio dell’essere e del nulla che è il delirio della pura distruzione: il mondo già non è più, ma il silenzio e la notte non si sono ancora chiusi del tutto su di lui; esso vacilla in un ultimo scoppio, in un

estremo disordine che precede immediatamente l’ordine monotono del compimento. È in questa immagine subito abolita che giunge a perdersi

la verità del mondo. […] Dall’altro lato, con Brandt, con Erasmo, con tutta la tradizione

umanistica, la follia è accolta nell’universo del discorso. Essa viene raffinata, sottilizzata, ma anche disarmata.»

(M. Foucault, Storia della follia)Bosch, La nave dei folli

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«Anche dall’incubo peggiore […] saremmo dunque delusi di essere risvegliati, perché ci ha comunque dato da pensare l’insostituibile, una verità o un senso che la coscienza rischia

di dissimularci al risveglio o di addormentare di nuovo. Come se il sogno fosse più vigile della veglia, l’inconscio più pensante della coscienza, la letteratura e le arti più

filosofiche, più critiche, in ogni caso, della filosofia.Mi rivolgo dunque a voi nella notte come se all’inizio fosse il sogno. Cos’è il sogno? E il

pensiero del sogno? E la lingua del sogno? Potrebbe esserci un’etica o una politica del sogno che non ceda né all’immaginario né all’utopia, che non sia dunque rinunciataria,

irresponsabile ed evasiva?[…] Bandire il sogno senza tradirlo […], è quel che occorre fare, secondo Benjamin […]:

risvegliarsi, coltivare la veglia e la vigilanza, pur restando attenti al senso, fedeli agli insegnamenti e alla lucidità di un sogno, avendo cura di quel che il sogno dà da pensare,

soprattutto quando ci dà da pensare la possibilità dell’impossibile. […] Bisognerebbe, pur risvegliandosi, continuare a vegliare sul sogno. Da questa possibilità

dell’impossibile, e da quel che occorrerebbe fare per tentare di pensarla altrimenti, di pensare altrimenti il pensiero, in una incondizionatezza senza sovranità indivisibile, al di

fuori della modalità che ha dominato la nostra tradizione metafisica, tento a modo mio di trarre alcune conseguenze etiche, giuridiche e politiche, si tratti del tempo, del dono,

dell’ospitalità, del perdono, della decisione – o della democrazia a venire.»(Derrida, Il sogno di Benjamin)

La teoria della sessualità e il complesso edipico (pp. 357-360; 362-364)

❖ Risemantizzazione della sessualità

❖ Sessualità infantile

❖ Le fasi dello sviluppo sessuale

❖ Il complesso edipico (il caso di Hans)

❖ Il complesso di Elettra

❖ Critiche

❖ L’enigma del femminile in Freud: Analisi terminabile e interminabile

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«In primo luogo la

sessualità è sciolta dai suoi

legami troppo stretti con i

genitali, è definita come una

funzione somatica più vasta

tendente al piacere la quale,

solo secondariamente, entra

al servizio della

procreazione. In secondo

luogo, abbiamo annoverato

tra gli impulsi sessuali

anche tutti gli impulsi

solamente affettuosi o

amichevoli, per i quali

adoperiamo, nel linguaggio

corrente, la parola

polivalente amore.»

(Freud, Autobiografia)

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«Le nevrosi sono il negativo delle perversioni»

Jung

✓Libido✓Eziologia della nevrosi

«Si vede facilmente che il maschietto vuole avere la madre

soltanto per sé, avverte come incomoda la presenza del

padre, si adira se questi si permette segni di tenerezza verso

la madre e manifesta la sua contentezza quando il padre

parte per un viaggio o è assente. Spesso dà diretta

espressione verbale ai suoi sentimenti, promette alla madre

che la sposerà. Si penserà che ciò è poca cosa in confronto

alle imprese di Edipo, ma di fatto è abbastanza, in germe è

la stessa cosa […]

Quanto alla femmina, esso [il complesso edipico] si

configura in modo del tutto analogo, con le necessarie

varianti. L’attaccamento affettuoso al padre, la necessità di

eliminare la madre come superflua e di occuparne il posto, e

una civetteria che mette già in opera i mezzi della futura

femminilità, contribuiscono a dare della bimbinetta un

quadro incantevole, che ci fa dimenticare il lato serio e le

possibili gravi conseguenze che giacciono dietro questa

situazione infantile. Non trascuriamo di aggiungere che

spesso gli stessi genitori esercitano un’influenza decisiva sul

risveglio dell’atteggiamento edipico del bambino […].»(Freud, Introduzione alla psicoanalisi)

COMPLESSO DI EDIPO

De Chirico, Edipo e la Sfinge

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«La visita fu breve. Il padre cominciò col dire che,

nonostante tutte le spiegazioni, la paura dei cavalli non

era diminuita. Dovemmo anche convenire che tra i

cavalli, di cui aveva paura, e i moti palesi di tenerezza

verso la madre, non c’erano molte relazioni. Ciò che

sapevamo non era certo in grado di spiegare i

particolari che appresi soltanto allora: che lo infastidiva

soprattutto ciò che i cavalli hanno davanti agli occhi e il

nero intorno alla loro bocca. Ma mentre guardavo i due

seduti davanti a me e ascoltavo la descrizione dei

cavalli che incutevano paura, mi venne

improvvisamente in mente un altro pezzo della

soluzione, tale, come capii, da sfuggire proprio al padre.

Chiesi a Hans in tono scherzoso se i suoi cavalli

portassero gli occhiali, e il piccino disse di no; poi se il

suo papà portasse gli occhiali, e anche questa volta egli

negò, nonostante fosse evidente il contrario; gli chiesi

ancora se con il nero intorno alla “bocca” non intendesse

dire i baffi, e infine gli rivelai che egli aveva paura del

suo papà, e proprio perché lui, Hans, voleva tanto bene

alla mamma. Credeva che perciò il babbo fosse

arrabbiato con lui, ma non era vero, il babbo gli voleva

bene lo stesso e lui gli poteva confessare tutto senza

paura.

[…] Sappiamo che questa parte dell’angoscia di Hans ha due componenti: paura

del padre e paura per il padre. La prima proviene dall’ostilità verso il padre, la

seconda dal conflitto tra tenerezza, che qui è esagerata per reazione, e ostilità.

[…] Hans è veramente un piccolo Edipo, che vorrebbe togliere di mezzo,

sopprimere il padre per essere solo con la bella madre, per dormire con lei. Questo

desiderio era nato durante le vacanze estive, quando l’alternarsi di presenza e

assenza del padre aveva richiamato l’attenzione del bambino sulla circostanza da

cui dipendeva l’ambita intimità con la madre. Tale desiderio si contentava allora di

tradursi nella speranza che il padre sarebbe “partito”, speranza cui

successivamente la paura di essere morso da un cavallo bianco poté direttamente

collegarsi […]. Più tardi, probabilmente solo a Vienna, dove non c’era più da far

conto sulla partenza del padre, il desiderio si era ampliato fino ad assumere il

seguente contenuto: il padre avrebbe dovuto partire per sempre, essere “morto”. La

paura provata di fronte al padre, che derivava da questo desiderio di morte rivolto

contro di lui ed era quindi normalmente spiegabile, costituì il maggior ostacolo

dell’analisi finché non venne chiarita durante la consultazione nel mio studio.

[…] In verità tuttavia il nostro Hans non è uno scellerato, e neppure un bambino

in cui le tendenze crudeli e violente della natura umana si dispieghino ancora

irrefrenate in questo stadio della vita.

[…] Hans inoltre ama profondamente suo padre, anche se ne desidera la morte […]

Non dobbiamo scandalizzarci di una simile contraddizione; la vita emotiva

dell’uomo si compone appunto di tali antinomie; anzi, se così non fosse, non vi

sarebbe forse né rimozione né nevrosi.»

(Freud, Casi clinici. Il piccolo Hans)

Page 23: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

«Quando, nel fiore degli anni, Leonardo si

imbattè nuovamente nel sorriso di

beatitudine ed estasi, che una volta era

stato sulle labbra della madre mentre lo

vezzeggiava, si trovava da molto tempo

sotto il dominio di una inibizione che gli

impediva di desiderare mai più simili

carezze da labbra di donna. Ma era

diventato un pittore e quindi lottò per

riprodurre il sorriso con il suo pennello,

dandolo a tutti i suoi dipinti (sia che li

eseguisse egli stesso, sia che li facesse fare

ai suoi allievi sotto la sua direzione) da

Leda a Giovanni Battista e a Bacco.»

(Freud, Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci)

Leighton, Elettra sulla tomba di Agamennone, 1869

«[…] quest’idea dell’inferiorità della

bambina e della donna rispetto

all’uomo risponde a una cultura che è

stata dominante fino a trent’anni fa e

che di certo non veniva messa in

discussione nella Vienna dei primi

del Novecento.»(Andreoli, Freud)

COMPLESSO DI ELETTRA

Page 24: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

«[…] l’interpretazione offerta da Freud

attenga non già alle dinamiche umane in

generale, quanto, piuttosto, a una

particolare società, quella viennese, in un

dato momento storico.

Il rapporto diadico madre-figlio era tipico di

quella nazione e di quella classe sociale a

cui Freud si rivolgeva: la borghesia. Freud

si occupò, infatti, di giovani rampolli di

agiate famiglie, come Dora o il piccolo Hans,

in parte di cultura ebraica – a cui lui stesso

apparteneva –, una cultura dove la figura

del padre è centralissima […]. Quindi,

sostenere che la vita infantile si leghi al

complesso di Edipo e che tutto sia

funzionale ad esso non è che lo specchio di

un’epoca, non una verità assoluta.»

Malinowski isole Trobriand

Page 25: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

RIFIUTO DELLA FEMMINILITÀ

NEVROSIANALISI

(terminabile o interminabile?)

«La fine dell’analisi è insomma sempre – sembra dire Freud –

un’interruzione; non perché essa non sia giunta alla mitica «normalità

psichica completa», ma perché il fine ultimo non è stato raggiunto! E

questo fine non è stato raggiunto perché era un fine impossibile:

chiedere la Luna. È proprio perché non si raggiunge il fine che

l’analisi finisce; ma in questo fallimento brilla proprio il suo

possibile successo. Perché se ogni essere umano tende a qualcosa che

non potrà avere mai, capire finalmente che non potrà mai averlo

potrebbe essere proprio ciò che alla fine avrà. Ci si rassegna al

possibile, o si chiederà apertamente l’impossibile, ma senza il

camuffamento nevrotico che spaccia l’impossibile per possibile.

Per Freud la fine dell’analisi sembra quindi essere un’interruzione di un

percorso che proprio interrompendosi raggiunge il suo bersaglio.»

(Benvenuto, Leggere Freud)

«Come se questo esser femminili

che ci costa tanto, oggi, fosse un

rassegnarsi ad amare, dato che

amare è sempre una forma di

accoglienza dell’altro, ma anche di

soggezione all’altro. Optando per

un amore attivo, maschile,

conquistatore, l’umanità si

scontrerebbe con una «roccia

storica» pagando il duro prezzo

dell’Unbehagen, del malessere,

dell’insoddisfazione, della nevrosi.»

(Benvenuto, Leggere Freud)

Page 26: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

«Edipo è sempre aperto in un

campo sociale aperto. Edipo

esposto ai quattro venti, ai

quattro angoli del campo

sociale (neanche 3+1, ma 4+n).

Triangolo mal chiuso, triangolo

poroso o sgocciolante, triangolo

scoppiato donde sfuggono i

flussi del desiderio verso altri

luoghi.» (Deleuze e Guattari, L’anti-Edipo. Capitalismo e

schizofrenia)

«Mi ripeteva in seduta, per l’ennesima volta, fino a che punto sua

madre era invadente, inopportuna, esagerata nella necessità di

comunicare con lei per telefono. E come sempre, suo padre non

mostrava nessun interesse per lei, per la sua vita professionale, che le

riusciva così bene, e per la sua vita sentimentale, sempre complicata

ecc. “Quante volte sua madre la chiama in settimana?” le chiedo io in

seduta. “Mi chiama ogni due, tre settimane,” mi risponde la paziente.

“Non mi sembra molto,” le faccio notare. E aggiungo: “Forse non è

tanto l’invasione da parte di sua madre che l’opprime, ma la posizione

di rifiuto che lei assume nei suoi confronti”.

Ho fatto un’interpretazione, non c’è dubbio, un’interpretazione

classica, oserei dire “freudiana”. La giovane donna in un primo tempo

rifiuta violentemente la mia ipotesi, accusandomi di essere come suo

padre, che non la capisce. […] Ma nelle sedute successive la giovane

donna comincia ad associare diversamente, senza andare per forza

nella mia direzione, ma abbandonando i sentieri battuti di quello che

lei conosceva già sulla sua storia famigliare (mia madre m’invade e

mio padre non mi ama). Fare oscillare il senso concentrato su di uno

scenario fisso permette l’“apertura” dell’Edipo: l’importante non era

mostrare alla paziente che non era vero che sua madre l’assillava, ma

cercare di staccarla dalle significazioni conosciute, incollate al

godimento del sintomo. E in più, io stessa entravo in scena come

quarto elemento, separato dalle figure parentali: non era più una

partita a tre!»

Page 27: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

«La psicoanalisi si vanta di restituire agli

uomini la loro capacità di godere, turbata

dalle nevrosi. Come se la semplice

espressione «capacità di godere» non

bastasse a ridurre al minimo la

medesima, ammesso che esista. E come se

una felicità che è il prodotto di un calcolo

non fosse il contrario della felicità,

un’ulteriore irruzione di condotta

istituzionalmente pianificata nell’ambito sempre più contratto dell’esperienza. »

Dall’Edipo all’origine della religione, della morale e della civiltà(pp. 360-362)

❖ Totem e tabù

❖ il complesso edipico,

❖ la nascita della civiltà, della morale e della religione

❖ Critiche

❖ L’avvenire di un’illusione

Page 28: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

«Sappiamo che il bambino dell’uomo non può compiere il suo percorso verso

la civiltà senza attraversare una fase ora più ora meno evidente di nevrosi.

Il che si spiega con il fatto che egli deve domare con atti di rimozione,

dietro ai quali di norma si nasconde un motivo di angoscia, le

numerosissime pretese pulsionali, inutilizzabili in futuro, che non è

in grado di reprimere con il lavoro razionale della mente. Gran parte

di queste nevrosi infantili […] vengono spontaneamente superate durante la

crescita. Le rimanenti potranno essere eliminate, anche in una fase

successiva, con il trattamento psicoanalitico. In modo del tutto simile

potremmo supporre che nel corso della sua secolare evoluzione

l’umanità, nel suo insieme, si sia trovata in condizioni analoghe alle

nevrosi; e per gli stessi motivi, perché nelle fasi di ignoranza e di

debolezza intellettuale ha messo in atto le rinunce pulsionali

indispensabili alla convivenza umana solo attraverso forze

puramente emotive. […] In questa prospettiva, la religione rappresenta la

nevrosi ossessiva universale dell’umanità, e al pari di quella del

bambino scaturisce dal complesso edipico, dal rapporto con il padre.

Se si accetta questo punto di vista, si può prevedere che il distacco dalla

religione debba avvenire con la fatale inesorabilità di un processo di

crescita e che noi ora ci troviamo in pieno in questa fase evolutiva.»

Page 29: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

«Si viene cosí a creare un patrimonio di rappresentazioni nato dal bisogno di rendere

sopportabile l’inermità umana […]. Appare evidente che questo patrimonio protegge

l’individuo in due direzioni: dalle minacce della natura e del destino, e dai danni

provocati all’interno della società stessa. In sintesi si dice: la vita in questo mondo è al

servizio di uno scopo superiore che non è facile indagare, ma che in ogni caso mira a un

perfezionamento dell’essere umano. […] Su ciascuno di noi veglia una provvidenza

benevola e solo apparentemente severa, la quale impedisce che possiamo diventare il

gingillo di forze della natura strapotenti e implacabili; la stessa morte non è un

annientamento, né un ritorno all’inorganica assenza di vita bensì l’inizio di un nuovo tipo di

esistenza sul cammino verso un superiore sviluppo. E, considerato dall’altro punto di vista,

le leggi morali istituite dalle nostra civiltà dominano anche gli avvenimenti mondiali,

ma vengono fatte osservare con potere e coerenza incomparabilmente maggiori

dall’autorità di un giudice supremo. Tutto il bene alla fine viene ricompensato, tutta la

malvagità punita, se non in questa forma di vita certamente nelle successive esistenze che

iniziano dopo la morte.

[…] E la superiore saggezza che governa questo corso degli eventi, l’infinità bontà che in

essa si esprime, la giustizia che per suo tramite si impone, sono le qualità degli esseri divini

che hanno creato anche noi e il mondo in quanto tale. O più precisamente di quell’unico

essere divino nel quale nella nostra civiltà si sono condensati tutti gli dèi del passato. Il

popolo che per primo fu capace di realizzare siffatta concentrazione delle qualità divine era

non poco orgoglioso del progresso compiuto. Aveva fatto emergere quell’essenza paterna

che da sempre si celava dietro ogni figura divina; in fondo si trattava di un ritorno ai

prodromi dell’idea di dio. Adesso che dio era uno solo, i rapporti con lui potevano ritrovare

l’intimità e l’intensità che caratterizzano il rapporto del bambino con il padre.»

Al di là del principio di piacere(pp. 364-365)

❖ Pulsioni e principio di costanza

❖ Al di là del principio di piacere

Page 30: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

«La pulsione ci appare

come un concetto limite

tra lo psichico e il

somatico, come il

rappresentante psichico

degli stimoli che

traggono origine

dall’interno del corpo e

pervengono alla psiche,

come una misura delle

operazioni che vengono

richieste alla sfera

psichica in forza della

sua connessione con

quella corporea»(Freud, Pulsioni e loro destini)

PULSIONE

Principio di realtà

Principio di costanza o principio di piacere

Inconscio e organizzazione dell’economia

pulsionale

Pulsione (Trieb)

Drang (spinta)

fonte: somatica

meta: soppressione

Diversamente dall’istinto può

1 – mutare oggetto2 – differire la soddisfazione

Page 31: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

PRINCIPIO DI REALTÀ PRINCIPIO DI

PIACERE

Dati empirici che smentirebbero la sua teoria

Sogni traumatici

Giochi infantili

Transfert

«nevrosi di destino»

Nevrosi di guerra

Spettacolo tragico

Soddisfazioni

sostitutive?

EROSTHANATOS

«Il bambino aveva un rocchetto di legno con un pezzo di spago arrotolato; ebbene, mai gli venne in mente di trascinarselo dietro per il pavimento, di usarlo, per esempio, come un carrettino. Quel che invece gli piaceva fare era tenere in mano lo spago e scagliare con consumata precisione il rocchetto dietro la spalliera a tendina del suo letto, di modo che l’aggeggio sparisse; contemporaneamente egli emetteva il suo caratteristico “o-o-o-o”. Quindi ritirava il rocchetto dal nascondiglio e salutava la sua riapparizione con un festoso “da!” [“eccolo!”]. Questo, dunque, era l’intero gioco: scomparsa e ritorno.»

(Freud, Al di là del principio di piacere)

✓Storia della civiltà

✓Psiche individuale

EROSTHANATOS

Page 32: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

«Un comportamento «primario»

è la coazione a ripetere,

ritenuta da Freud un elemento

fondamentale per valutare

l’inconscio. Con la coazione a

ripetere il soggetto tenta di

bloccare, e addirittura negare, il

flusso dell’esistenza, come se la

reiterazione dell’azione potesse

dominare lo scorrere del tempo.

Si tratta di una modalità

indiretta, non consapevole, fatta

di scappatoie simboliche per

esprimere la voglia di morire.

Freud la definisce un sintomo di

morte.»

(Andreoli, Freud)

La seconda topica(pp. 365-370)

❖ Dalle stanze alle istanze

❖ Il difficile equilibrio dell’Io

Page 33: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

52. Contenuto della coscienza. Il contenuto della nostra coscienza è tutto ciò che negli anni dell’infanzia ci fu regolarmente richiesto senza motivo da parte di persone che veneravamo o temevamo. Dalla coscienza viene dunque suscitato quel sentimento della necessità («questo devo farlo, questo no»), che non domanda: perché devo? In tutti i casi in cui una cosa viene fatta con «giacché» e «perché?», l’uomo agisce senza coscienza; ma non per questo contro di essa. La credenza nell’autorità è la fonte della coscienza: questa non è dunque la voce di Dio nel petto dell’uomo, bensì la voce di alcuni uomini nell’uomo. (UTU II, 52)

«L’Io può quindi essere paragonato, nel suo rapporto con l’Es, al cavaliere che deve domare la potente forza del cavallo, con la differenza che il cavaliere cerca di farlo con mezzi propri, mentre l’Io lo fa con mezzi presi a prestito. Si può proseguire nell’analogia. Come il cavaliere, se non vuole essere disarcionato dal suo cavallo, è costretto spesso a ubbidirgli e a portarlo dove vuole, così anche l’Io ha l’abitudine di trasformare in azione la volontà dell’Escome se si trattasse della volontà propria.» (L’Io e l’Es)

- p. n. contr.

- Spazio e tempo

- Bene e male

- distinzione desiderio/

realtà

«Per quanto riguarda la superstizione dei logici, non mi stancherò mai

di tornare sempre a sottolineare un piccolo, esiguo dato di fatto, che

malvolentieri questi superstiziosi sono disposti ad ammettere, vale a

dire, che un pensiero viene quando è «lui» a volerlo, e non quando «io»

lo voglio; cosicché è una falsificazione dello stato dei fatti dire: il

soggetto «io» è la condizione del predicato «penso». Esso pensa: ma

che questo «esso» sia proprio quel famoso vecchio «io» è, per dirlo in

maniera blanda, soltanto una supposizione, un'affermazione,

soprattutto non è affatto una «certezza immediata». E infine, già con

questo «esso pensa» si è fatto anche troppo: già questo «esso» contiene

un'interpretazione del processo e non rientra nel processo stesso. Si

conclude a questo punto, secondo la consuetudine grammaticale:

«Pensare è un'attività, a ogni attività compete qualcuno che sia

attivo, di conseguenza».

[…] forse un bel giorno ci si abituerà ancora, anche da

parte dei logici, a cavarsela senza quel piccolo «esso» (nel

quale si è volatilizzato l'onesto, vecchio io).» (Nietzsche, Al di là bene e del male, 17)

Page 34: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

«Spinto così dall’Es, stretto dal Super-io, respinto dalla realtà, l’Io lotta per venire a capo del suo compito economico di stabilire l’armonia tra le forze e gli influssi che agiscono in lui e su di lui; e noi comprendiamo perché tanto spesso non ci è possibile reprimere l’esclamazione: “La vita non è facile!”.»

(Freud, Introduzione alla psicoanalisi)

«Il povero Io [...] è costretto a servire tre severissimi padroni, deve sforzarsi di mettere d’accordo le loro esigenze e le loro pretese. Queste sono sempre fra loro discordanti e appaiono spesso del tutto incompatibili; nessuna meraviglia se l’Io fallisce così frequentemente nel suo compito. I tre tiranni sono: il mondo esterno, il Super-io, l’Es.»

(Freud, Introduzione alla psicoanalisi)

«se la rimozione scatena la

malattia, lo scopo della cura

è quello di permettere al

soggetto di trovare un

accomodamento alla

pulsione, invece di

respingerla o di reprimerla

rinforzando le difese dell’Io

(attraverso la rimozione).»

(Lippi, Freud)

Page 35: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

«L’intenzione degli sforzi terapeutici della psicoanalisi è in definitiva di rafforzare l’Io, di renderlo più indipendente dal Super-io, di ampliare il suo campo percettivo e perfezionare la sua organizzazione, così che possa annettersi nuove zone dell’Es. Dove era l’Es, deve subentrare l’Io. È un’opera della civiltà.»

(Freud, Introduzione alla psicoanalisi)

«La teoria psicoanalitica di Freud è dunque profondamente schopenhaueriana. Nella separazione di inconscio e coscienza e nella loro descrizione risuona potente il mondo come volontà e rappresentazione, con una differenza, però, che mentre Schopenhauer invita con la noluntas, con la non-volontà, a rinunciare al gioco della volontà e a togliere la maschera alla sua rappresentazione, Freud sta, come del resto Nietzsche, dalla parte della rappresentazione che però Freud legge, a differenza di Nietzsche, non come liberazione dellepulsioni, ma come salvaguardia dalle pulsioni. Volendoci esprimere in termini nietzschiani potremmo dire che l’intenzione di Freud non è la liberazione del dionisiaco, ma la liberazione dal dionisiaco, quindi ‘ascesi’ e ‘rinuncia’ schopenhaueriana. Sollevata la maschera della cura delle pulsioni, ciò che rimane è il trionfo della morale e le dimissioni dell’estetica: “In ogni tempo,” scrive infatti Freud, “si è assegnato alla morale il massimo valore come se tutti se ne aspettassero importanti conseguenze.

Ed è vero che la morale, come è facile riconoscere, tocca il punto più vulnerabile di ogni civiltà. Perciò essa va intesa come un esperimento terapeutico, come uno sforzo per raggiungere, attraverso un imperativo del Super-io, ciò che finora non fu raggiunto attraverso nessun’altra opera di civiltà”. E ancora: “L’intenzione degli sforzi terapeutici della psicoanalisi è in definitiva di rafforzare l’Io, di renderlo più indipendente dal Super-io, di ampliare il suo campo percettivo e perfezionare la sua organizzazione, così che possa annettersi nuove zone dell’Es. Dove era l’Es, deve subentrare l’Io. È un’opera della civiltà”. Da Eraclito a Goethe, “la natura ama nascondersi”. Con Freud l’itinerario che si dischiude porta a scoprire il nascondimento segreto. L’ipotesi è illuministica, la categoria che la presiede è il progresso della civiltà sulla natura, la metafora che fa da sfondo è il colonialismo: “Dov’era l’Es, deve subentrare l’Io”. La morale che ne scaturisce non è quella degli asceti, ma quella dei conquistatori. L’inconscio non è eterna creatività di forme, “spettacolo per sempre nuovi spettatori”, ma landa da civilizzare, terra disponibile per le opere della ragione. Il pessimismo di Schopenhauer, da cui Freud era partito, si risolve nell’ottimismo della ragione che, scoperto il segreto della natura, non è più rappresentazione illusoria, ma struttura d’ordine che trasforma il caos in cosmo, la natura in cultura.

Page 36: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

Con Freud nasce una morale del tutto nuova regolata non più dell’ascesi, ma dal lavoro, dall’opera di civiltà. Il suo dover-essere non ha in vista un altro mondo, ma la colonizzazione di questo mondo, il suo ordinamento. La ragione umana, che era rappresentazione finché la natura conservava il suo segreto, ora diventa la verità del ‘mondo’ che è stato strappato alla ‘natura’. Espansione del cosmo e riduzione del caos. Freud non ha scoperto l’inconscio, che semmai ha scoperto Schopenhauer, Freud ha scoperto le regole per aver ragione dell’inconscio; la sua ‘psicologia’ è una celebrazione della potenza della ragione. Ma in che cosa consiste la ragione di Freud? E soprattutto che cosa maschera? Volontà di vita, nient’altro che volontà di vita.»

(Galimberti, Idee: il catalogo è questo)Ricoeur

La riflessione sulla civiltà(pp. 370-373)

❖ Il disagio della civiltà

❖ Altre opere

❖ Critiche

Page 37: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

«Dentro una dimora sotterranea a forma di caverna […] pensa di vedere degli uomini che vi stiano dentro fin da fanciulli, incatenati gambe e collo, sì da dover restare fermi e da poter vedere soltanto in avanti, incapaci, a causa della catena, di volgere attorno il capo.»

(Platone, Repubblica)

«E ricordandosi della sua prima dimora e della sapienza che aveva colà e di quei suoi compagni di prigionia, non credi che si sentirebbe felice del

mutamento e proverebbe pietà per loro? –Certo. – Quanto agli onori ed elogi che

eventualmente si scambiavano allora, e ai primi riservati a chi fosse più acuto nell’osservare gli

oggetti che passavano e più rammentasse quanti ne solevano sfilare prima e poi e insieme,

indovinandone perciò il successivo, credi che li ambirebbe e che invidierebbe quelli che tra i prigionieri avessero onori e potenza? o che si troverebbe nella condizione detta da Omero e

preferirebbe “altrui per salario servir da contadino, uomo sia pur senza sostanza”, e

patire di tutto piuttosto che avere quelle opinioni e vivere in quel modo? – Così penso anch’io, rispose; [e] accetterebbe di patire di

tutto piuttosto che vivere in quel modo.»

«Ho imparato ad andare:

da quel momento

mi lascio correre.

Ho imparato a volare:

da quel momento non voglio

più essere urtato per

smuovermi.

Adesso sono lieve,

adesso io volo,

adesso vedo al di sotto di

me, adesso è un dio a

danzare,

se io danzo.» (Z)

Page 38: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

«Dove era l’Es, deve subentrare l’Io.

È un’opera della civiltà.» (Freud, Introduzione alla psicoanalisi)

«L’umanità ha sempre barattato

un po’ di felicità per un po’ di sicurezza.»

Page 39: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

«[…] questo predominio della vita fantastica e dell’illusione scaturita dal desiderio non appagato è determinante per la psicologia delle nevrosi. Abbiamo scoperto che per i nevrotici ciò che conta non è la realtà comune, oggettiva, ma quella psichica. Un sintomo isterico poggia quindi su una fantasia, non sulla ripetizione di un’esperienza vissuta effettiva, un senso di colpa nevrotico ossessivo poggia sul fatto che vi è un proponimento malvagio mai tradotto in atto. Proprio come nel sogno e nell’ipnosi, nell’attività psichica della massa l’esame di realtà soccombe alla forza dei moti di desiderio investiti affettivamente.»

(Freud, Psicologia delle masse e analisi dell’Io)

istinto gregario

legami libidici

«Come psicologo professionale, egli

accoglie acriticamente, staticamente, il

contrasto socialità-egoismo, in cui non

riconosce l’opera della società repressiva e

il segno dei fatali meccanismi che egli

stesso ha descritto. O piuttosto, egli

oscilla, senza rigore teorico, e

conformandosi al pregiudizio, tra la

negazione della rinuncia all’istinto come

repressione contraria alla realtà e

l’esaltazione di questa rinuncia come sublimazione promotrice di cultura.»

Page 40: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

Voci critiche(pp. 376-379)

❖ Le fratture della psicoanalisi

❖ La psicoanalisi come «terza ferita narcisistica»

❖ Lo statuto epistemico della psicoanalisi

❖ La problematicità dell’efficacia terapeutica della psicoanalisi

❖ Psicoanalisi e sessualità

❖ Psicoanalisi e controllo

Page 41: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:
Page 42: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

«Non so quante guarigioni si possano attribuire

alla psicoanalisi freudiana, non so se Dora sia

stata felice dopo l’analisi, ma certo, al di là dei

risultati terapeutici, Freud ha offerto un’idea

capace di sconvolgere la cultura e il modo di

pensare di un’epoca. Per questo va collocato tra

tutti quei grandi pensatori e teorici che hanno

fatto la storia dell’uomo, non necessariamente

curandolo. La scoperta dell’atomo e delle sue

particelle, per esempio, ha sovvertito le scienze e

ha aperto straordinarie prospettive per le

conoscenze umane, ma ha anche permesso che si

arrivasse a costruire la bomba atomica.

Se, dunque, non posso ritenere valida la teoria di

Freud dal punto di vista scientifico, psichiatrico e

terapeutico, sicuramente la considero, insieme al

suo geniale fondatore, una tappa che ha cambiato

la cultura e, con la cultura, ha cambiato la storia.»

Page 43: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

«Se la psicoanalisi non può più

essere scienza, sia almeno arte. E,

anche se l’arte è meno rassicurante

della scienza, non le è preclusa la

via delle belle creazioni. E chi sa

mai se sotto la richiesta di salute

rivolta da ogni paziente al suo

analista, l’uno e l’altro condizionati

dalla maestà del linguaggio medico,

non ci sia in fondo la domanda più

modesta, ma forse più praticabile,

che è poi quella di una bella

creazione?»

Page 44: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

«quel non so che di vacuo e

di meccanico che si osserva

in molti di coloro che sono

stati sottoposti con successo

all’analisi, non va attribuito

solo alla malattia, ma anche

alla guarigione, che spezza ciò che libera.»

«Così avvizzirà la viva immagine della ragione in fiamme. Il gioco così familiare di mirarci all’altro termine di noi stessi nella follia, e di protenderci all’ascolto di vociche, venute da molto lontano, ci dicono da vicino ciò che siamo; quel gioco […] non sarà più, e per sempre, se non un rituale i cui significati saranno stati ridotti in cenere. […] Quale sarà il supporto tecnico di questo mutamento? La possibilità per la medicina di padroneggiare la malattia mentale come una qualsiasi affezione organica? Il controllo farmacologico preciso di tutti i sintomi psichici? O una definizione delle deviazioni del comportamento abbastanza rigorosa da permettere alla società di prevedere agevolmente per ciascuna di esse il conveniente modo di neutralizzazione? O altre modificazioni ancora, nessuna delle quali forse sopprimerà realmente la malattia mentale, ma che avranno tutte il significato di cancellare dalla nostra cultura l’immagine della follia?So bene che avanzando quest’ultima ipotesi io contesto ciò che è comunemente ammesso: che i progressi della medicina potranno far scomparire completamente la malattia mentale, come già la lebbra e la tubercolosi; ma so che una cosa sopravvivrà, e cioè il rapporto tra l’uomo e i suoi fantasmi, il suo impossibile, il suo dolore senza corpo, la sua carcassa durante la notte; che, una volta messo fuori circuito ciò che è

Page 45: Presentazione standard di PowerPoint · La collaborazione con Breuer (il caso di Anna O.) Dall’ipnosi alle associazioni libere Transfert e Controtransfert Eziologia delle nevrosi:

patologico, l’oscura appartenenza dell’uomo alla follia sarà la memoria senza età di un male cancellato nella sua forma di malattia, ma irriducibile come dolore. A dire il vero, questa idea presuppone come inalterabile ciò che, senza dubbio, è la cosa più precaria, molto più precaria delle costanti del patologico: il rapporto di una cultura proprio con ciò che essa esclude, e più precisamente il rapporto della nostra cultura con quella verità di se stessa, lontana e contraria, che nella follia essa scopre e ricopre.[…] Questo soltanto si saprà, che noi altri, occidentali vecchi di cinque secoli, siamo stati sulla faccia della terra quei tali che, tra molti altri aspetti fondamentali, abbiamo avuto questo, strano quant’altri mai: abbiamo mantenuto con la malattia mentale un rapporto profondo, patetico, forse per noi stessi difficile da descrivere, ma impenetrabile a tutto il resto, e nel quale abbiamo provato il più vivo dei nostri pericoli, e la nostra verità, forse la più vicina. Si dirà non già che noi siamo stati a distanza dalla follia, ma dentro la distanza dalla follia.»

(Foucault, La Folie, l'absence d'oeuvre, maggio 1964, in Storia della follia)

«Freud […] ha sfruttato la struttura che avvolge il personaggio medico; ha ingrandito le sue virtù di taumaturgo, preparando uno statuto quasi divino alla sua onnipotenza. Ne ha fatto lo Sguardo assoluto, il silenzio puro, il Giudice che punisce e ricompensa in un giudizio che non accondiscende neppure al linguaggio; ne ha fatto lo specchio in cui la follia, in un movimento quasi immobile, s’innamora e si disamora di se stessa.[…] ll medico, come figura alienante, resta la chiave della psicanalisi. Forse perché non ha soppresso quest’ultima struttura, e perché vi ha riportato tutte le altre, la psicanalisi non può e non potrà ascoltare le voci della sragione né decifrare per se stessi i simboli dell’insensato. La psicanalisi può risolvere qualcuna delle forme di follia, ma rimane fuori del dominio incontrastato della sragione. Essa non può né deliberare né trascrivere né, a più forte ragione, spiegare ciò che v’è di essenziale in questo lavorio. A partire dalla fine del XVIII secolo, la vita della sragione si manifesta ormai soltanto nella folgorazione di opere come quelle di Hölderlin, di Nerval, di Nietzsche o di Artaud: assolutamente irriducibili a queste alienazioni che guariscono, resistenti per forza propria a questo gigantesco imprigionamento morale […].»

(Foucault, Storia della follia)