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Presentazione

Questaunitàdistudioelavorosiarticolaintrefasi,daconsiderarsiinsequenza.

Iltemacomuneatuttetrefacapoalladupliceesigenzadi:

-intendereadeguatamenteilruolodellibroedellalettura inquantorisorsematerialieconcettualiperladidattica,- individuare le prospettive che il passaggio al digitale rende praticabili sia sul frontedell’autoeducazionedeldocentesiasuquellodell’azioneformativadellascuola.

Laprimafasediquestoitinerarioaffrontalepiùrilevantiquestioniditipoteoricoescientificoconnesseallatematicadellibroedellaletturaedellelorotrasformazioni.

La seconda fase affronta alcunedelledimensioni tecnicheepsicologiche implicate nel coinvolgimentopersonaledell’utentelettore.

Laterzasviluppaalcunedellepossibiliprospettivediinterventodidatticoche l’aperturaaldigitale rendepraticabilisuiversantidellaproduzioneedellaricezionedilibro.

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Gliautori

RobertoMaragliano:haconclusolasuacarrieraaccademicapressol’UniversitàdegliStudidiRomaTre.Qui ha dato vita alla Piazza Telematica e, in ambito dipartimentale, al Laboratorio di TecnologieAudiovisive. Tra gli ultimi suoi titoli: Immobile scuola (Castellovolante), Pedagogia della morte(Doppiozero);e,inself publishing:Adottarel’e-learningascuola,Storiaepedagogianeimedia(conMarioPireddu). E’ direttore, con Silvano Tagliagambe, della collana Studio digitale presso Antonio TomboliniEditore.

AndreaPatassini:èassegnistadiricercapressoilDipartimentodiScienzedellaFormazionedell’UniversitàdegliStudidiRomaTre,sioccupadieditoriadigitaleperladidatticaetecnologieperl’apprendimento.

MarioPireddu:èricercatorepressoilDipartimentodiScienzedellaFormazionedell’UniversitàdegliStudidiRomaTre,doveèdocentediTecnologieperlaFormazionedegliAdultieScritturediRete.

IllaboratorioLaboratoriodiTecnologieAudiovisiveèunastrutturadiricerca,produzione,formazionedelDipartimentodiScienzedellaFormazionedell’UniversitàdegliStudidiRomaTre.

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Indice

PresentazioneGliautori

TEORIALibro,letturaeapprofondimentoincontestidigitali.Prendersiiltemponecessarioperpensare

1.Versounanormalitàdellarete2.Interattività,connettivitàeriproducibilità3.Cornice,apprendimento,comunità4.Chiinglobachi5.Ilpostodellibro

PRATICADicosaparliamoquandoparliamodidigitaleLibriealgoritmiSulself-publishingConvertirsiall’ebook

DIDATTICACreareunebookconWikipedia(ascuola)

1.Ilcomando“Creaunlibro”2.Impostarel’ebook3.Leggere,condividereeimparare

TrasformareuntestoinunfileePubconGoogleDriveSperimentareilsocialreadingDuestrumentiperlarealizzazioneautonomadiebook

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TEORIA

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Libro,letturaeapprendimentoincontestidigitali.Prendersiiltemponecessarioperpensare

diRobertoMaragliano

1.Versounanormalitàdellarete

ChiunquehafamiliaritàconInternetsacheinretesifannotantissimecose,anchemoltodiversetradiloro.Sifaposta,ovviamente:èquantocaratterizzava leattivitàdeiprimicoloni.Poisi faricerca,peresempioconun“motore”,equestaèstatalapraticaprevalentedellasecondagenerazionedeifrequentatoridellarete.Edopo?Sifannoinfinitealtrecose.Alpuntocheoggi,inpresenzadellaterzaoquartagenerazione,conuntrentenniodivitadireteallespalle,nonsaremmoingradodiindividuareunaqualcheattivitàchedavveroprevalgasututtelealtreediaunsensounivocoall’esserecittadinidellarete.Allimite,potremmodirecheciòchelidistingueèappuntol’esserecittadinidirete,valeadireilfattodiesseretuttilegatitradiloro,edistarenellostessoluogo,siapurevirtuale:dunque,lalorocondizioneesistenzialeèdiesserelegatiallacittàdigitale proprio in quanto sono legati dalla città digitale. Basta, a conferma di questo dato di fatto, farriferimentoall’appartenenzaattivadiogniutenteattualedellareteadunoopiùsocialnetwork.

Si pensi a quel che potrebbe capitare e di fatto capita di fare, nell’arco di una giornata, ad un “utentenormale” della rete: contattare gente tramite audio e video chiamate, ricevere e produrre messaggifrequentementecarichidiallegati,seguireprogrammiradiofoniciotelevisivi(indirettaoinregistrazione),ascoltaremusiche,vederefilm,acquistareoggetti(digitaliefisici),leggeregiornalielibri,giocare(dasolooincompagniavirtuale),cercareeacquisiredocumentazioneeprodurneefarnecondivideredinuova;inpiù,aggiornareeampliarecostantementeglistrumentitramitecuidarseguitoatuttequesteazioniefunzioni.

Se un tempo si credeva di poter distinguere la “realtà dura” del mondo fisico da quella “morbida” delmondo digitale e di attribuire a quest’ultima un’ineliminabile componente illusoria, oggi non è più così.L’ideadirealtà che appartiene alcittadinodella rete (indipendentemente dal fatto che egli ne sia o noconsapevole)includeildigitale,eilsuoesserecostantementeconnesso(oanche,soltanto,ilpotersipensarecomecostantementeinclusodentrol’universodellarete)nefaunsoggettolacuiidentitàrealesicostruisceecostituisceanchetramiteleinnumerevoliidentitàvirtualichelepratichedireteloportanoadassumere.C’èdipiù.Comeinunametropolisuccedecheconvivano,avolteincrociandosiealleandosi,avolteignorandosi,avolteconfliggendo,unamiriadedisoggettieazioniespazi, legaliepureillegali,cosìnellametropolivirtualediInternet, infinitamente più grande delmondo fisico e comunque in crescita costante (ed esponenziale), ènormale che soggetti e oggetti e ambienti di tutti i tipi convivano in una quantità illimitata, ai confinidell’infinito.Edèaltrettantonormalecheleattivitàdicuidannoprovasianoaltrettantoillimitateeinfinitecomelosono,unavoltachelesimettaassieme, lepraticherealidegliesseriumaniequelleprodottedallaforzadellaloroimmaginazione.Cisipuòperdere la testa.E infatti,nonpochi,oggi,anche incampoeducativo,preferisconoastenersidalcompitodipensarelarete, impegnandosipiuttostoapensarealla reteea farlo (e farlo fare)pressochéesclusivamenteneiterminidellapreoccupazione.

Questonondevesorprenderci.Difatto,inmolteareedellanostraesperienzafacciamopiùcosediquellechesiamoingradodipensare,masenzadubbionell’esperienzadiInternetlaquantitàdicosechefacciamoha

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più peso e valore della quantità di cose che siamo in grado di sottoporre all’analisi e all’interpretazione,almeno allo stato attuale.E questo spiega,ma non giustifica che la rete, anche nei contesti educativi, siavissuta da molti (e pure temuta ed osteggiata) come il luogo della libertà o addirittura dell’anarchia,insommacomeunacondizione“naturale”diassenzadiregole:certotuttociòderivaanchedall’assenzadiunanormativavincolante,manonvaignoratochemetterlaapuntoequivarrebbeasollevareinterrogativisututtaunatradizionedilegalitàcentratasuiprincipidellaproprietàfisica,queglistessichelapraticadireteinvitaadaggirareoannullare.

Probabilmenteèsemprestatocosì,anchenelpassato,ognivoltachesiè impostounnuovoassettoper lacomunicazione e che ciò ha comportato una revisione o addirittura un annullamento delle regolepreesistenti.Una piccola tipografia collocata vicino ad una via fluviale poteva, cinque secoli fa, con ladiffusionedilibelli,inocularepiùdannoemaleallospirito(enonsoloaquello!)diquantononsisarebbepotutofareeaddiritturapensaresoloqualchedecennioprima.Quellainizialeanarchia,comesappiamo,hasmosso e posto in movimento le coscienze, liberando non poche energie, e le regolamentazionisuccessivamente messe a punto tramite i controlli politici e religiosi della stampa intervenivano su unambienteculturalecheormaieragiàampiamenteeprofondamentemodificatorispettoaquelloprecedentel’introduzionedellastampastessa.Insomma,nientedinuovoavvienesottoilsole(einparticolaredentrolemura),quandounatecnologiasiimpegnaalottareperlasopravvivenzaolasupremazia.Cosìèsemprestato.Comediconoglianglofoni,nelsuoaffermarsic’èsempreunagrossacomponentedisruptiva.

Maoggi,conildigitaleelarete,ilfenomenoassumedimensionieprofonditàdeltuttonuove:nemmenoconl’affermazione dei mezzi della cosiddetta comunicazione di massa (la stampa popolare prima, poi ilcinema e la radio, poi ancora e soprattutto la televisione) eramai avvenuto che la novità coinvolgessepopolazionicosìesteseesiproiettassesuporzionicosìampiedellavitadiciascuno,quellarealecomequellavirtuale.Selaquantitàèanchequalità,nonc’èragionechegiustifichiilmantenimento,nelnuovoambiente,delleregole chegarantivano il funzionamentodeiprecedenti:questoper ledue ragionidi cuihoappenadetto,perchécosìèsemprestato,nellastoriadeimedia,eperchétantopiùèoggi,incontestisocialieumanicosìampi.

Indubbiamente ciascuno di noi, o, meglio, ognuno di quelli che sono nati prima dei cosiddetti “natividigitali”,recainséun’ideadilegalitàesacheinfrangerequella legalitàsignifica,almenointeoria,andareincontroadunasanzione.Sacherubandounameladalcestodiunverduraiorischiaunapena,ovviamentesequalcunolovedeelodenuncia,eseun“giustoprocesso”glielasanziona:hasottrattounbeneacoluichenedetenevalaproprietà,dunquedovràrestituirloeperdipiùglitoccheràpagareuna“multa”.Macomelamettiamoconilfurtodioggettichenonsonounici(comequellamela)echepossonoessereagevolmentemoltiplicatitramiteunmeccanismodiriproduzionepressochéinfallibile,taledarenderelacopiauguale,intuttoepertutto,all’originale?Comelamettiamo,insomma,conilfurtodioggettidigitali(ammessochesipossa intenderlicomeoggetti)?Sihaunbeldirecheoccorrerebberonuoveregole,di fattononsiamoancoraingradodidarciun’adeguatarappresentazionedelmondoentroilqualedovremmopattuirle.Questaèlasituazione.Dunque,ilmenochesipossadireèche,datesimilicondizioni,siaopportunosospendereilgiudizio, almenoper unpo’, e allo stesso tempo impegnarsi ad aprire gli occhi e la testa. Insomma, perarrivare a stabilire delle regole bisogna prima farsi un’idea chiara di ciò che si vuole regolamentare.Inevitabilmente le regoledelcomportamentostradalenonsono le stesse, se si fa riferimentoalla trazioneanimale o a quella amotore, e le seconde sono venute amaturare solo dopo che ci si è resi conto delleenormidifferenze tra i due sistemi: un fattore, questo, che rendeva inefficace il semplice trasferimentodi

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regoledalprimaaldopo.

Non c’è rimpianto che valga, a questo proposito, né età dell’oro che possa fungere da riferimento inpositivo. Prendiamone atto, il mondo è cambiato, e continua a cambiare. Impegnamoci dunque ainterpretarloecapirlo, primadi giudicarlo e impegnarci a regolamentarlo.Fino a che verrà visto come“anormale”, cioè fino a che non avremo interiorizzato la sua “normalità”, sarà impossibile “normarlo”,questo“mondonuovo”,edarglidunquedelleregole.C’èunprimaeundopo,inquestefaccende,chelovogliamoono.

2.Interattività,connettivitàeriproducibilità

Dentro il regime di proprietà centrato sul possesso di oggetti fisici e “unici”, per noi tutti nativigutenberghianisonotuttosommatointuitivisiailsensodelleregoledicomportamentosialeragionidellaloro osservanza. In tale ordinamento, per esempio, chi è interessato a rendere nota una storia o unragionamento scrive un testo (anche ispirandosi ad altre storie o ragionamenti scritti ma evitando diriprodurli senza autorizzazione) e poi sottopone ilmanoscritto o dattiloscritto ad un editore che, a suavolta,provvedeatrasformarequelmanoscrittoinuntestostampatoeafarsìche,previadistribuzione,essovengamessoadisposizionedipossibiliacquirenti(futurilettori).L’identitàdelprimosoggetto(l’autore)ègarantitadalsuoingegno,l’identitàdelsecondo(l’editore)loèdalfattodidetenerelaproprietàdeimezzidiriproduzione,odipoterneacquisireiservizi:esitrattasiadimezziculturali(peresempio,unadirezioneingradodidecideresefardiventarelibroquelmanoscrittoodattiloscritto;peresempio,unaredazionecapacediallestireiltestoperlastampa)siadimezzimateriali(peresempiounatipografia,peresempiounaretedidistribuzione).Altrettantogarantitaè,lì,l’identitàdiunterzosoggetto,ilfruitorediquelbene:comprandol’oggettolibroeglinediventaproprietario,enepuòfareunusoindividualeomediatoconaltri(ilprestitopersonale);oppurediquelbenepuòusufruire, temporaneamente, tramiteprestitopubblico (mettiamo,daunabiblioteca).Laripartizionedeicostiedeiricavi,inquestosistema,vedeunruolocentraleattribuitoalsecondosoggetto:èl’editorechedecidepubblicazione,prezzo,attribuzionedellaquotaall’autore,strategiadipromozione,ecc.;secondounodeicapisaldidellalogicadimercato,l’acquirente(cioèil lettore)tieneinvitatuttooquasituttoilsistema.

Ildigitale,lovogliamoono,sconvolgetuttoquestoassetto.Ilcomeeilquantol’abbiamogiàverificato,eplatealmente, nelsettoremusicale; e lo stiamo proprio in questi tempi provando all’interno del settorecinematografico e televisivo. Cambiano i supporti su cui si muovono le comunicazioni, certo, macambiando imodi della loro circolazione e del loro uso inevitabilmente cambiano i contenuti stessi (glioggetti e i soggetti) delle comunicazioni: il fenomeno dei serial tv o quello delle dirette teatrali neicinematografièlìamostrarlo.Oraquestotipoditrasformazionistainiziandoadintaccareglistratipiùdelicatidelcontinentechefinquihagarantitosostanzaepraticabilitàallacircolazionedeitestiscritti.Tresonoglielementinuovidicuioccorre tenerconto.Appartengonotuttie tre,ormai,alpatrimoniodiabitudinidelcittadinodigitale,manonsonostatisottoposti,almenofinora,adun’adeguatariflessione,ciascunoper la parte che svolge nel nuovo scenario e tutti assieme anche per la quantità e la qualità deirapportireciprocichelicaratterizzano.

Ilprimoelemento consiste nellanatura interattiva delmateriale digitale. In quanto file un documento

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scrittopuòessereoggettodicontinuemodifiche,siadapartedichil’haprodottosiadapartedichiseneserve.Naturalmentesidannosituazioniincuiquestacondizionetrovadeilimitimateriali:cosìlaversionefilediunromanzod’autoreègeneralmenteprotetta,cioènonsiprestaadesseremodificatae/ocopiata.Maè inevitabile,perchi leggeuntesto informadi file,siapureuntestoprotetto,cheeglisisentaproiettatodentroiltestostessocomeautoreocoautorevirtuale.Nonessendociunatecnologiacheostacolaunsimileatteggiamento (come è nel caso della stampa) ed essendo questo un precipitato culturale dell’abitudine ecomunicare in rete, è inevitabile che il lettore digitale si rappresenti più o meno consciamento comediversodallettorecartaceo,certamentepiùdinamicodiquelloperchépiùattivovirtualmente.

Ilsecondoelementovienedalfattochel’utente“normale”dellareteviveoggiinunostatodiconnessionepermanente. Il fatto che egli abbia a disposizione, assieme e in più rispetto agli strumenti fissi dellatradizione computeristica, deidispositivimobili e apronto uso come gli smartphone e i tablet fa diquestostatounelementoforteinordineallacostruzionedellasuaidentitàpersonale.Inaltriteminiquelcheegliècorrisponde,moltopiùdiquantononeraprima,aquantoglialtrivedonoeglirimandanodiluistesso(sipensialfenomenodeiselfie,eallapraticadelvedersieriprodursi infotosecondol’otticadell’altro).Isocialnetwork,daquestopuntodivista,sonograndibacinidicostruzioneevalidazionedelleidentità.Ecomesivannoformandoleidentitàindividualimescolandoeintegrandolivellidirealtàallostessomodoeanziancorapiùmassicciamentequestomescolanzaequestaintegrazionedeilivellidirealtàintervengonoasegnare iprocessidi costruzionedelle identità collettive,quelle cioèdei gruppi,diqualunquenatura essisiano:traamici,colleghidi lavoro,compagnidistudio,partecipidellostessointeresse,seguacidellostessomovimento, ecc. In questo senso il lettore digitale non vive una condizione di isolamento, al contrariofortissima è la spinta a condividere con altri le sue esperienze e ricevere da altri il frutto delle lorocondivisioni. Consiglia ed è consigliato, relativamente ad altre letture. Commenta come lettore e semprecomelettoreècommentatodaaltrilettori.

Ilterzoelementosembrapiùlegatoadaspettimateriali,maisuoieffettisulpianoculturale,oaddiritturasuquelloantropologicosonodiassolutorilievo.Consisteinquesto,cheognidispositivodicuiilcittadinodigitalesiserverecaalsuointernounapparatodiriproduzione.Inaltritermini,ognunodinoi,inquantoutentediuncomputer,untelefoninodelleultimegenerazioniountabletdetienelaproprietàdiunmezzodiriproduzione. Innonpochi casi, infatti, possiamo fare copia del file di cui siamo inpossesso e usarequesta in modalità totalmente coincidenti con quelle del file di origine; a sua volta la copia potrebbegenerarneun’altra equestaun’altra ancora,perdendosi semprepiù il riferimento adun“originale” fattosisemprepiùipotetico.Seproviamoafaragireassiemequestitrattichesonopropridellettoredigitalericaviamounaseriediideeguida,importantiperfarcicapirenonsolochecosaèingiocoeinchemisuramaanchel’inattualitàdeiregolamentivigentiattiasalvaguardiadellefiguredell’autore,dell’editore,dellettore.

Seinetàmoderna,cioènelperiododiegemoniadelmediumstampa,cisiamoabituatiaincludereildirittod’autore all’interno del copyright, delegando la gestione del tutto all’editore e chiedendo al lettore difinanziare il meccanismo con l’acquisto dell’oggetto libro, nell’età della modernità avanzata che stiamovivendo,anchepereffettodellarivoluzionedeldigitaleedellarete,questirapportiequelsistemaperdonoviaviadi consistenza.Tendonoa franare,nonavendopiùun terrenosolidosucuipoggiare,gli elementicostitutivi della pratica di circoazione e uso dei libri. Vale a dire: l’oggetto che si decide di mettere sulmercato, ilmacchinarioper la riproduzionechesipossiede, l’autorechesièvincolato tramite ingaggio, illettorechesièconvintoadiventareacquirente.Interattivitàconnettivitàeriproducibilità.

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3.Cornice,apprendimento,comunità

Cisonoaltritreaspetticheconvienemettereinevidenzainquesto“viverelarete”,contutta lavarietàdicondizioniesituazionicheciòcomporta.Diquestodiremoqui,perpoipassare,carichidinotazionisuquelcheInternetsvelaanoiesveladinoi, allamessa inchiarodei terminientrocui sidibatteundiscorsopedagogico relativo alla rete e dello spazio che lì si potrebbe/dovrebbe riservare al fenomeno dellaproduzione/ricezione/utilizzazione di libro, inteso come irrinunciabile risorsa per l’insegnare el’apprendere.

Il primo aspetto ha a che fare con il tema della cornice. Internet è incredibilmente malleabile: diconseguenza i suoi paesaggi cambiano e simodellano continuamente, in funzione di chi vi opera e dellanaturadiquestooperare.L’utentegeneralmentestaall’internodiquestetrasformazionienonsempreneèconsapevole.Matalvolta,pereffettodeisuoimovimentiediquelliprodotti,dentrolostessoterritorio,daimovimentideisuoisimili,potràavvenirecheegliconquistiunaposizionediversa,echequestaglipermettadivedere le coseunpo’piùdall’alto eunpo’piùda lontano; allora il suo“stare” sarà relativonon soloall’ambiente internodelquadro,ma lo saràancheallospazioprospetticodellacornice che talequadrocontiene.Insomma,diversamentedaquantocapitaquandounohaachefareconunlibrooungiornaleocon la televisione o il cinema (o che capita solo se di quegli ambienti egli è produttore o studioso), lapossibilità di stare contemporaneamente in un luogo e del vedersi stare in quello stesso luogocostituisce una prerogativa specifica dell’esperienza digitale. Ed è quanto, generalmente, viene lì inscrittonella categoriadelmultitasking, la possibilità cioèdieseguire contemporaneamentepiùprogrammi,anchesedisolitononsitienecontodelfattocheunoopiùdeiprogrammiinesecuzionepotrebbeavereunafunzionemetacognitivaocomunquedichiarimentometodologico.Leggereunlibrocartaceooascoltareunamusicaallaradiosonoesperienzeadunadimensione, amenochenonsi sia specialistidel settore:vivendolenonsièinfattitoccatidaistanzeditrasformazione,cioèdallaconsapevolezzadipotermodificarel’oggetto stesso di cui si fa esperienza, mentre nella lettura o nell’ascolto digitali l’istanza ditrasformazione è costitutiva dell’esperienza stessa, ed è quanto fornisce ad essa una sorta dibidimensionalità: vedere il quadro dalla cornice e la cornice dal quadro, praticare o comunque sapere dipoterpraticaresia l’oggettosia imodidellasuaeventualetrasformazionesono,appunto,esperienzeaduedimensioni.Edèquestoelementodibidimensionalitàciòcheconsenteall’utentedigitale,peresempio,diseguire un programma televisivo (o anche una lezione accademica) in streaming (cioè da una sorgentetelematica),producendocommentie leggendocontemporaneamente icommentidialtri, senzamaiusciredall’ambientedirete;oanchediprodurreecondividereconaltriinterventisu(oanotazioniamarginedi)untesto o un’immagine. È dunque giustificato ipotizzare che tale bidimensionalità, se opportunamenteutilizzataepromossa,diventiunasignificativarisorsadiconoscenzaeconsapevolezzaperl’utente,cheglisarebbepossibilespendereancheinaltricontestidivita.Certo,nonèunapraticaimmediataodiautomaticarealizzazione, questa su cui stiamo attirando l’attenzione, ed è evidente che la prospettiva di assumere iterminidiunpensierobidimensionalecomeguidametodologica, partendo proprio dall’esperienza direte, presuppone una pronunciata disponibilità a concettualizzare, dunque a “filosofeggiare”Ma non c’èaltra via percorribile, se si mira a porre in discussione gli argomenti ricattatori di chi vede nel digitalel’espressionedituttoquantoèautomatismo,semplificazione,condizionamentodelpensiero,cioè“tecnologiabruta”(o“bruttatecnologia”),esesiintendedarecreditoalleistanzepiùavanzatedellamediaeducation.

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Ilsecondoaspettoèdipiùdirettacomprensione,almenoapparentemente.Prendetetuttigliesempidicuiabbiamodettoprima,apropositodelvivereinreteomegliodelviverelarete.Aggiungetenepurealtri,dicuiabbiateesperienzadirettaoindiretta.Bene,noncenesaràunodentroilqualeilpraticareinternetnonfungadaoccasionediapprendimento,nonsia insommaunmomentonelqualesiapprendonocosee,contemporaneamente, si apprende come far funzionare i modi per apprendere cose. Si obietterà chequesto avviene anche nel mondo fisico: leggere un giornale è un modo per apprendere cose chiamate“notizie”econtemporaneamenteperapprenderecomefunzionailmedium“quotidianoastampa”,chetalinotiziepresentaetratta.Ma,passandoall’ambientedigitale,imodiperapprendererisultanocosìarticolati,differenziatiepersonalizzabilidafarpassareinsecondopiano,talvolta, l’oggettoo ilcontenuto stessodell’apprendimento.Così,ilcometendeaprevaleresulcosa.Ciòpotràdarfastidioachi,considerandolasola dimensione strumentale del mezzo, e, ritenendo che il libro digitale sia un oggetto simile al librocartaceo,soltantopiùfacileedeconomicodaacquisire,interpretil’usodellerisorseperorientareeincanalarela lettura alla stregua di futili attività ludiche: ma sarà un modo per sfuggire al tema che abbiamobattezzato della bidimensionalità e che, indubbiamente, coinvolge la natura stessa dell’apprendere in rete.Fare attività in Internet significa sempre imparare, e imparare due volte: gli oggetti e i modi(modificabili)dellaloroconfezione.Soltanto,vachiaritoemessoindebitaevidenzachequestodoppioapprendimentoprocedeperlopiù,allostatoattuale,all’insegnadell’immediatoedell’informale.Siapprendesenzasapere,ilpiùdellevolte,chesistaapprendendo,inquantosiesperisceapprendimentoinsituazione,incondizionediimmersione,vivendoerespirandolacittàdigitale,dunquesecondodinamicheeandamentiprofondamentediversidaquelli inscrittinellepratichedell’apprendimento formale, dove i rumori dellacittà arrivano, quando arrivano, attenuati e dove ciò che si impara deriva, o meglio dovrebbe derivare,dall’aver fruito di un contesto di insegnamento (il più delle volte di un testo di insegnamento).Insomma,tuttoqualchesifainreteèintuttoepertuttounapprendere,cheincludepureun(nonsempreconsapevole)apprenderedalproprioapprendimento.

Ilterzoaspettocheciprememettereinevidenza,apropositodelladisposizioneapraticarelareteinunostatodipienezzae,secisiperdonailtermine,dinaturalezza,èilfattochelostarenellacorniceelostarenelquadro,cosìcomel’apprendereilchecosael’apprendereilcome,tuttiquestielementiinsommaemoltialtri che potremmo elencare scaturiscono e si fissano (sia pure provvisoriamente) all’interno di spazi econtesti sempre più sociali, dentro i quali le esperienze sono condivise e dove sull’isolamento, tipicodell’esperienza tradizionale del conoscere (o almeno di quella codificata dall’apprendere tramite lamediazionedellalettura),prevaleladimensionedell’agirel’unosull’altroel’unoperl’altro.Itemidelfarsidellecomunitàedelvivereledinamichedirete,quelleattualialmeno,profondamentesegnatedaistanzecomunitarie,sonoquellichedannosostanzafilosoficaallaformulafintroppofortunatadelweb2.0.Sonotemi dirompenti per l’educazione, riconosciamolo, in quanto portano dentro gli spazi della produzione ericezionedisapere,tradizionalmentesegnatidaprospettiveditipoindividualeelineare,elementidinaturainterindividualeereticolare.Non intendiamosostenere, conquesto, cheprimadell’avventodella rete ilpensierocollettivofosseintesosolocomelasommaaritmeticadeipensieriindividuali,anzideimigliori(opiùpotenti)pensieridegliindividuimigliori(opiùpotenti),vogliamosemplicementemettereinevidenzailfattochequestopensierocollettivodessepiùimportanzaalledinamichedellatrasmissionechenonaquelledell’interazione. In altri termini, si preferiva ignorare, o comunque considerare come poco rilevanti imeccanismi della pattuizione di sapere (il dialogo, il confronto, la collaborazione, il conflitto)attraversoiqualiundatodiconoscenzadiventapatrimoniodisingoliedigruppi,meccanismicheperaltroagisconoanchenellaricezione/fissazionecollettivadiunanotiziagiornalistica,diunfilm,diunromanzo,diunatrasmissionetelevisiva.Equestasceltaportavaadassumerecomechiavediinterpretazionedeifenomeni

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dellaproduzione/riproduzioneculturalelatrasmissioneunidirezionale(unoaunoounoamolti),doveiruoli attivi e quelli passivi sono ben distinti. Oggi, anche per effetto dell’esperienza di rete, questasemplificazioneepistemologicacominciaaperderedilegittimità:lapraticadell’apprendereinreteciaiutaacapirelacomponentereticolarediogniformadiapprendimento,anchediquellacheiericisembravaesserelapiùevidentemanifestazionedelpoteredellatrasmissione.

4.Chiinglobachi

Cornice, apprendimento, comunità: questi ci sembrano essere i tratti che meglio caratterizzanol’esperienzadiInternet,almenoallostatoattuale.Vienedunquedachiedersiinchemisuraquestielementisianorecepiti inambitopedagogicoequantocontribuiscanoarendereaccettabileInternetagliocchidelleistituzioni scolastiche (in senso ampio) e le istituzioni scolastiche agli occhi di Internet.Vogliamo esserechiari,suquestopunto,edevitareognisortadiequivoco.Sel’interrogativoriguardaladisponibilitàdapartedella cultura pedagogica ereditata dal passato ad assumere la rete come risorsamateriale la risposta nonpotrànon esserepositiva, almenoper unaqualcheparte.Népotrebbe esserediversamente, considerato ilruolo che l’infrastruttura Internet svolge oggi in ogni settore dell’attività umana. Sul fatto che Internetintesocomerisorsastrumentalepossacontribuireasviluppareattivitàdi insegnamentoeapprendimentoc’è convergenza e le voci dissonanti, quando ci sono, hanno una collocazione marginale. Se invecel’interrogativoriguardaladisponibilitàdapartedellaculturapedagogicaufficialeadassumerelaretecomerisorsaculturale,dunquecomechiaveperpensareeripensareimodidell’apprendereedell’insegnare,alloralarispostanonpotràesseredeltuttopositiva.

Ciò è dovuto, noi pensiamo, al fatto che buona parte delle pratiche di insegnamento e apprendimento,soprattuttoquellechehannocomemodellogliapparatiaccademiciescolastici,percomesisonosviluppatinellamodernità inambitooccidentale,hannofattodiquelprincipiodella trasmissioneunoaunoeunoamoltiunparadigmaistituzionaleedellasuamatricetecnologica(cherisiedeneimediaastampa)unasortadidogmaticaevidenzaepistemologica.Neconsegueche,standoall’internodiquestaevidenzal’apprendimentoinformareticolareolacomponentereticolaredell’apprendimentosianointesecomepratichecaotiche,superficiali,dispersive,dunqueinnaturali,contrarie a quella che si ritiene essere la vera natura dell’apprendimento. E poiché le mura delleistituzioni scolastiche e accademiche che fin qui hanno retto all’assalto dei media della comunicazioneaudiovisuale non sono in grado di reggere all’impatto con imedia della comunicazione di rete, e poichéquesti, dopo essersi assicurati significative condizioni di egemonia nella gestione di tanti deimeccanismidella circolazione sociale di sapere, stanno iniziando a colonizzare gli spazi interni di tali istituzioni, èdoverosochiedersicheesitopotràmaiaverequestoprocessoesoprattuttoquale,insostanza,sialapostaingioco.

Anostroavvisolaquestionecrucialecheoggisiponeèseefinoaquandolascuola(insensolato)possacolonizzarelareteeseefinoaquandolarete(insensolato)possacolonizzarelascuola.Siamo,anchequi,in una fase di transizione: sappiamo cosa abbiamo alle spalle, vediamo la varietà e la complessità deiprocessiinatto,nonpossiamoprevedereconsicurezzaqualesaràlosboccodeimovimentiinatto.Lanostraideainpropositoèchesipossa,anzisidebbavivereallagiornataaccettandoegestendosapientementeiterminidelconflittochesistagiocando,traun’ideaclassicadiscuolachesubordinaasél’usodellareteeunapraticadiretechesubordinaasé,ridimensionandola,questaideaclassicadiscuola.

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In altri termini, traunmodellodi scuolapensata epraticata come luogoper la trasmissionedi saperichiusi epreorganizzati e unmodello di scuola pensata e praticata come luogo per la produzione disaperiapertieinviadiorganizzazione,nonc’ècomposizionepossibile,elasceltainfavoredell’unaodell’altra opzione comporta undiversousodelle tecnologie di rete.Nel primo caso Internet si riduce adessereunveicolo tramite il qualemettere tali saperi adisposizionedi chi apprende,nel secondo Internetdiventa lamatrice cognitiva per l’affermazione di un sapere reticolare e, parallelamente, di unamodalitàreticolarediacquisiresapere.Oggi come oggi, dentro il tempo della transizione di cui abbiamo detto, non è possibile dire qualesoluzionerisultipiùpraticabile,sequellachesacrificapartedellanaturadellanuovatecnologiainrelazionealmantenimentodi alcuneprerogative che si considerano fondamentali dell’istituzione educativaoquellache sacrifica parte della natura della dell’istituzione educativa, così come ci si è abituati a concepirla, inrelazione almantenimentodi alcuneprerogative che si considerano fondamentali della tecnologiadi rete.Ecco perché è corretto, almeno a nostro avviso, dire che occorre accettare di vivere alla giornata,tenendo gliocchibenaperti sulmondo ed evitandodi proiettare su di essoschemi precostituiti,maprendendosilìdentroitempieimodiperpensare.

5.Ilpostodellibro

Èdentrounsimilegirodiriflessionicheandrebbecollocataanziricollocata laquestionedel libroedellacentralità che tradizionalmente gli è riconosciuta nell’ambito della didattica, scolastica e non solo. I seiconcettidicuiabbiamodetto(interattività,connettività,riproducibilità,cornice,apprendimento,comunità)rappresentano i nodi di una rete che occorre conoscere epraticare epensare, se davvero si intenderàprocedereall’impegnodiricollocazionedicuiabbiamodetto.Pereffettuareunasimileoperazione,chenonpuòessereintesacomeesperienzasoltantointellettualemacherichiede,peresserefunzionaleall’obiettivocheessastessasipropone,ilconcorsoeilsostegnodiun’ampiadosediesperienzaedunquedistoriapersonalevissuta,ènecessariointerrogarsipreliminarmentesullagranquantitàdielementichefannocapoall’ideaeallapraticaattualmentepiùdiffusadilibroeconquantogiraattornoaquell’ideaequellapratica.Direche il libroèunmosaicodi elementi equindi accettarediguardare al passato, al presente e al futuro di questo mosaico con l’ottica del cambiamento e delletrasformazioni,dunquedellediverseconfigurazioniattuateeattuabili,vuoldire,noicrediamo,partirecolpiedegiusto.Significa,perintenderci,assumerel’impegnodinonassolutizzarenulla:nélapaginafisicasucuièstampatalacopiachestoprendendoinmanodeIpromessisposi,né questa edizione che sto consultando rispetto ad altre edizioni possibili, anche non scolastiche, dovecompaiano altri commenti, e che,mettiamo, possano essere corredate, diversamente da quelle scolastiche,delleimmaginivolutedalManzoniperlacosiddettaQuarantana,néicaratteridistampaelalorograndezzaolagabbiadi impaginazionediquestolibrofisicochestoprendendoadesempioecheinaltreversioniastampapotrannofigurarediversamente,intalmodoaumendandooriducendoillivellodileggibilità;néillivellostessodileggibilitàdiquestamiacopiafisica,chepotràmutareseunaltrocisiesercitaoseiostesso cambio il contesto entro cui pratico la mia lettura (all’aperto o al chiuso, con buona o cattivailluminazione),néparadossalmenteiltestooggiconsiderato“ufficiale”dellaversione“definitiva”delromanzomanzoniano,sucuiundomani,inbaseanuovericerche,potrebberoesseresollevatiinterrogativi.

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Eppure, quando parliamo di libro tendiamo il più delle volte ad assolutizzare: nel dire di un libro lettociascuno di noi tende infatti a fissare (su) un oggetto fisico, un’immagine, una sensazione tattile, un“profumo”econtemporaneamente(su) latrasformazioneetrasfigurazionediquell’esperienzamateriale inun’esperienzapiùampiache,muovendoaldilàdelfisico,avrebbecoinvoltoledimensionidelconoscere,delpensare, dell’immaginare, in una qualchemisura fissandosi a sua volta e fissandole. Perché avviene tuttoquesto? E perché, poi, ci sorprendiamo se, nei rapporti di scambio con altri o ancor più in quelli dieducazione(pernondiredeirapportitraitempidanoistessivissuti),queglielementidifissitànontrovanoconferma,evaporanoosisgretolano?Perchénonciricordiamodelleletturefatteequandoriapriamoquellostessolibro,quellastessacopiadellibro,latroviamolaletturadiversadaquelchecierasembratauntempo,perchéfacendoleggereestudiareapiùstudentiquellostessopassochecisembracosìevidentecapitacheuno riescaa fissarlocapendolo,unaltromostridi averlocapitomapoi se lo siapersoealtri ancoranonl’abbiacapitonéfermatoinsuperficie.

L’aperturaalledimensionideldigitaleeallaretediconcettidicuiabbiamodettodovrebbeaiutarciadarerisposte a tali interrogativi, e dunque a ridurre il peso degli elementi più illusori che generalmente sileganoall’ideadi fissità associata allapraticadi lettura:unaquesione,questa, che s’è fatta tantopiù seriaquanto più l’insegnamento e l’apprendimento di tipo scolastico/istituzionale sono andati sempre più esemprepiùintimamentelegandosi,neltempo,conlapraticadellaletturaedellostudiodilibri;alpuntoche,oggicomeoggi, ingranpartedelleattività scolasticheapprendimentoe letturadi libro (a stampaosusupporto digitale ma con una configurazione in tutto e per tutto simile a quella della stampa) di fattocoincidono.Ma prima di arrivare a formulare risposte a simili interrogativi, dovremmo impegnarci ad individuare letessere, se non tutte almeno le più importanti tra quelle che concorrono a comporre ciò che abbiamoindicatocomemosaicolibro,eche,tutteassieme,dannocontodeidiversiassettimaturatioipotizzabiliperlaformalibro,inrapportoallemodificheintervenuteopossibilinegliassideltempoedellospazio.Quandoparliamodilibrointendiamomoltecoseassieme:

unoggetto,unsupporto,untesto,unospaziomentale,unospaziosociale,unastoria,unapedagogia.

Nessunodiquestielementimantienelasuaidentitàsecisimuovedauncontestofisicoadunaltro,dauncontesto temporale ad un altro.Così laDivinaCommedia della lecturaDantis del Trecento a Firenze, inpiazza,nonèdifficile immaginarechesiaassolutamentediversadaquellasucui,nelchiusodellastanzaodellabiblioteca, èchino il licealedeinostri tempiepossaesserenonmenodiversadaquella proposta daCarmeloBenenellugliodel1981dallaTorredegliAsinellidiBolognapercommemorarel’anniversariodellastragedellaStazionediBologna.Cambianoitempieicontesti,cambial’ideadilettura,macambianoancheledimensioni fisichedel libro,ossia l’oggetto e il supporto su cui e tramite cui si effettua l’esperienzadilettura.Senzacheunadebbaesserepiùlegittimaegiustadell’altra,contrariamenteaquantounoèportatoacredere,peresempionotandochenelprimoenelterzocasol’utentedellibroascolta,mentrenelsecondoazionalui,direttamente,ilmeccanismodelleggere:anzi,avoleresserepignoli,sipotrebbefarnotarecome

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nelprimoenelterzocasoemergailcaratteresonorodiun’operaancorafortementeepositivamenteintrisadi cultura orale, elemento che rischia di sfuggire nella lettura silente e scandita da un denso apparato diannotazioniesercitatadallostudentecontemporaneo.

La copiadellaDivinaCommedia su cui ho studiato a scuola, quella col commentodiNatalino Sapegno, èancoralìnellamiabiblioteca,identificataconquell’oggetto,conilsupportocartaceochelehapermessodisopravvivere nel tempo, sia pure procurandosi qualche acciacco. Ma, attenzione, non è quel supportomateriale,fattodicartagrammaturaimpaginazionerilegaturacopertinaecc.,chedasolohapermessoaqueltesto di diventare una parte del mio spazio mentale, di integrarmi dentro uno spazio sociale condiviso(quellodell’insegnamentoscolasticoditipoliceale)edifarmivivere,siapureinmodomoltoinconsapevole,una storia e una pedagogia, quelle, appunto del libro.Non è certo l’aspettomateriale di quello specificolibro,custoditonellamiabiblioteca,cherendecomparabilileesperienzesiapurecosìdiversedellostudenteoderno,dimestudentediallora,delcittadinodellaFirenzedelTrecentoedelnavigatorediretecheapprodaoggialvideodiCarmeloBene.DituttiglielementichecompongonoilmosaicodellibroDivinaCommedia,ammettiamolo, questo dell’oggetto e del supporto sembra essere il più labile emutevole, almeno se lo sivuole mettere in relazione con tutti gli altri: sia pure entro certi limiti, laDivina Commedia è un testodefinito,ebendefinitaèlasuacollocazionenellospaziosocialeeinquellodeisingoliindividuichenefannoesperienza,né sarebbepossibile corredarne la letturadiannotazionicritiche se quel testo, fattosilibro,nonavesseunasuastoriariconosciuta,dunquedefinita,enoncontribuissetuttoraalasciareunsegnosignificativo,asuomododefinito,nellaformazioneditantiindividui,enelnostrocomeintantialtripaesi(cosìnellalinguaitalianacomeinaltrelingue:ulterioreelemento,questo,dimessaindiscussionedell’ideadifissità).

Attenzioneperò,unavoltasgretolatalasoliditàchesoventemaimprovvidamenteattribuiamo,nelmosaico,alla tesseraoggetto o alla tessera supporto, non tutto si appiana, tutt’altro. Su questo aspetto convieneesseremoltoesplicitiechiari:iltrasferimentodiunelementotestualedauncontestocartaceoadunodigitalenon ne intacca l’identità, almeno in linea di principio, ma ne modifica, e non di poco, le possibilità diapproccio,dunquelaricezioneel’uso.Proviamoadirloinaltromodo:mutandoilsupportoepassandodalfisicoaldigitalenonmutailtesto(seditestoufficialmentericonosciutocometalesiparla,comeIpromessisposiolaDivinaCommedia)macertamentemutanootendonoamutaretuttiglialtripezzi.Prendere atto del fenomeno e ragionarci è necessario, almeno per chi intenda sfruttare al meglio leoccasionicheildigitaleelareteoffronoall’innovazionedidattica.Ma dev’essere detto e ribadito che nessun insegnante o educatore potrà far fronte positivamente ad unimpegno di questo tipo se prima di tutto non lo avrà seriamente provato su se stesso. L’uso del librodigitale come risorsadi apprendimento rischiadiperderebuonapartedella suepotenzialità se il docenteprimadiadottarlocomeesperienzadimediazionenonnematuraun’esperienzadiretta,personale.

Aconclusionediquesto ragionamentopreliminare invitiamodunque tutti coloroche si interroganosullevalenzeeducativedellaletturadigitaleedell’impiegodilibridigitaliall’internodellapropriaazionedidatticaa sperimentare su se stesso, compiutamente, l’arcodipossibilità che il cambiodi infrastruttura comporta.Perché,appunto,dicambiodiinfrastrutturasitratta:cioèdiunqualcosachederivada(ecoinvolge)aspettisottostanti,piùprofondiesoventenascostirispettoaquellichedisolitosivedonoesievidenziano.Inaltritemini, il passaggio dall’infrastrutturadella stampa (dove troviamomedia diversima accomunati dallostessotipodiproduzioneericezione,comeillibro,ilperiodico,ilmanifesto)all’infrastrutturadeldigitaleedellarete(dovetroviamomediacomeilcomputer,losmartphone,iltablet)apreaimportantirevisionidei

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terministessidell’apprendereedell’insegnareinquantotocca,riconfigurandole,alcuneprerogativedifondodelleggere.Providunque,ildocentevolonteroso,segiànonl’abbiagiàfatto,afamiliarizzarepersonalmenteconlalettura di libri digitali, superando la logica che mette al primo posto l’individuazione di ciò che lemancherebbe rispetto a quella del libro fisico, che poi è la componente oggettuale (importante certo,maanche foriera di atteggiamenti feticistici), e cercando invece di cogliere quanto potrebbe valere comearricchimentodell’esperienzacomplessivadelleggere.Elofacciariservandounacostanteattenzioneainodiconcettualidicuiabbiamodettoeallapossibilitàdiusarlicomemappaperconoscereeconoscersi.

Qui,per concludere,proponiamoalcuni essenziali spuntiper la riflessione, sviluppatinodopernodo,masiamo sicuri che, sgombrato il campodeimoltiatteggiamentipregiudiziali (non sempre disinteressati)che tuttora vi stazionano, chi voglia seguire questo nostro suggerimento saprà trovare, nella propriapersonale esperienza di lettura digitale, tanti e originali spunti per mettere meglio a fuoco le idee e lepratiche di libro proprie di questa importante fase di transizione e le prospettive che esse apronoall’innovazione educativa e didattica. L’attuale periodo storico offre infatti, ed egli stesso potrà offrirla aisuoi allievi, un’occasione davvero unica, quella di poter vedere e praticare contemporaneamente duemondi,omeglioduemanierediversedifaremondo,quellachefacapoallastampaequellachefacapoaldigitale. Ma perché questa educazione uniduale possa davvero risultare produttiva occorre che ledifferenzefraledueinfrastrutturevenganoindividuateevalorizzatepiùnellachiavedell’arricchimentochenoninquelladellamanchevolezza.

Interattività. Il librodigitale induce almovimento.Diversamente dalla nota posta alla base della paginacartacea,cherestaperlopiùinerte,illinkaquantostafuorideiconfinidellibrocompareall’internodeltestostesso ed è sempre a portata di click: attivarlo può contribuire a contestualizzare e dunque sostenerel’impegnolettura.Leggere,qui,equivaledunqueadagiresullibro,adialogareconesso.Condizioneperchéquesto avvenga e dia frutti è comunque che il lettore, nelle sue scorrerie reticolari, indotte oautonomamenteprodotte, sappia tener fedeall’ideadi testodacuiparteeacui ritorna.L’interattivitàdellibrohadeiprecisiconfini.

Connettività. Supportata dalla connessione, la lettura del libro può trasmigrare profiquamente da unsupporto ad un’altro portandosi dietro tutti i segni di personalizzazione, come le sottolineature o leannotazioni.Puòessereiniziataconuncomputerstanzialeeproseguitasullosmartphoneosuuntablet.Illibroèvirtualesì,mainsensopositivo,inquanto,collocatocom’ènellacloud,consentechevisiaccedainqualunquemomentoedaqualunquepostazioneegeneradiconseguenzaunamolteplicitàdidifferentiattidilettura.

Riproducibilità.Entrandoneldigitale,ilsingololibroesoprattuttolasingolacopiadilibroperdel’aurachegli è riservatadentro lo spaziomentaleeculturaledella stampa.Nelmisurarsi con il librodigitale, illettore che abbia familiarità con la rete sa che quella della riproduzione ed esportazione di testo(volgarmente copiatura) è una pratica legittima, che alcuni software addirittura prevedono, naturalmenteponendodeilimitiquantitativi.Indipendentementedalfattochequestaprerogativapossaessereusata,lasuastessa esistenza rende più attivo e operativo l’impegno di lettura, ponendo sullo stesso piano diintercomunicazionel’attivitàdiletturael’attivitàdiscrittura.

Cornice. Le tre caratteristiche di cui abbiamo appena detto hanno in comune il fatto di promuovere e

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sostenere la dinamicità della lettura digitale. Ciò consente all’utente di libro di maturare un doppiosguardosullibrostesso:dunque,sultestocheveicolaesuimodidellasuaveicolazioneeriproduzione.Seperunverso,potendoscrivercieperuncertoversopotendoriscriverlo,illettorediquellibronediventaperunaqualcheparteautore,eperun’altrasenefaancheeditore.

Apprendimento.Seneicontesticonsuetil’apprendimentotramitelibrooperaperlopiùdentrolalogicadellaricezione, in ambito digitale alla ricezione si collegano istanze di produzione e ciò incrementa ledimensionicostruttivesiapotenzialisiarealidell’apprendere.Inunospazioporosocomequellodellareteil librodigitale,azionatodaunlettorepotenzialmenteattivo,ricevealimentoearricchimentodalcontestopiùprossimo(enonsolo)aisuoiconfinitestualieaquellostessospazio(vicinooanchelontano:dipendedaquelcheilettorisonoefanno)fornisceasuavoltaalimentoearricchimento.

Comunità. L’atto di lettura, generalmente inteso come esperienza individuale e coerentementevalorizzatocomecondizioneesemplaretramitecuiricavarefruttidall’isolamento,almenoall’internodelleconsuetudiniindottedall’eserciziodellastampa,siapre,coldigitale,allapossibilitàdifarsiancheesperienzacomunitaria, nel senso che diventa praticabile ed è di fatto praticato, dentro le comunità di rete, sia ilconfrontosulleesperienzediletturaviaviamaturatesial’interazionecollettivaeconnettivatramiteseriediannotazioniamarginediunmedesimotesto.

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PRATICA

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Dicosaparliamoquandoparliamodidigitale

diMarioPireddu

In uno dei suoi puntuali articoli su La Stampa, Giuseppe Granieri rifletteva sulla relazione tra crisidell’industriaculturaleeusodiInternet,ricordandocomelaletturadeterministaditalerelazione(es.:“ècolpadiInternetsel’editoriaèincrisi”)siainrealtànient’altrocheunabanalizzazione.Lacomplessitàdelloscenarioattuale, suggerisceGranieri, è fatta invecedimutamentinei comportamentid’uso,di acquisto,diproduzione, che – almeno per chi scrive – sono naturalmente anche legati all’abitare ecosistemicomunicativiincontinuomutamento.Uno dei link contenuti nell’articolo rimandava a un post sul sito di Business Insider relativo all’eventoIGNITION,dedicatoagli scenaripresentie futuridell’industriadigitale: ilpostè interessanteperché–alnettodelleprevisioni,dellafuturologiaedeglisloganda“evangelist”spessopresentiinquesticasi–riportaleslideutilizzatedaHenryBlodget (CEOdiBusiness Insider), ricchissimedidati sull’industria culturaledegliultimianni.

Partiredaidatièforsel’unicomodoperpoterparlarediquestiargomenticoncognizionedicausa,restandolontanida letture troppo ideologichedella realtào comunque senza fare troppivolipindarici.Daanni siparladicrisietrasformazionedell’editoria(einItalialosifaquasisemprerimpiangendonostalgicamenteunpassatotintodicolorazionimitiche),dicrisietrasformazionedellatelevisionegeneralista (non larimpiangenessunosenonchivilavora),dicrisidellamusicaedell’industriamusicale,delcinema,dicrisi dei sistemi educativi (e in pochi parlano delle opportunità legate alle nuove piattaforme didistribuzionedeicontenuti,dellepossibilitàdiautoformazioneedisociallearning),etc.Vediamodunquedicapirnedipiùanalizzandoqualchedato.

Iprimifannoriferimentoallasituazionenordamericana,ma–comevederemotrapoco–sonointeressantiperavereunquadropiùchiarodiscenaripiùampichecomprendonoanchelanostraporzionedimondo.Unprimodatosignificativosull’utilizzodidevicedigitali,comeèintuibile,èloscartogenerazionale:

L’utilizzodismartphone,rarotrachièpiùanziano,èinvecelanormaperlegenerazionipiùgiovani:l’ascesadelmobilecomputingmostracomelacosiddettapost-pcerasiaunarealtàgiàdaqualcheanno(sivedaancheilcalostrutturaledellevenditedipcdesktopdal2012inpoi).Seciconcentriamosull’utilizzodeisoli

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dispositividigitali,poi,abbiamounaulterioreconfermacheemergedaidati sul tempodedicatoall’usodiappebrowsersusmartphone:

Daidatiemergeancheunaltroaspettosignificativo:quasi il90%deicosiddetti“millennials”–lepersonenatetraglianniottantaeiprimiduemila,quindilafasciadipopolazionechevadai15-16annifinoai32-33–dichiaradinonsepararsimai,neanchedinotte,dalpropriosmartphone,echelaprimacosadafarealmattinoappenasveglièpropriocontrollarelosmartphone.Nessunostupore,datochelostessodatovienepuntualmentefuoridalleconversazioniconglistudentideinostricorsiall’università.Bene,constatatochelasituazioneèquesta,cosac’èdirilevanteintuttoquestoperl’industriaculturaleconcuiabbiamoachefare?Idatimostranocheleiscrizioniaiservizidistreamingvideosonoinrapidaecostanteascesa:inItalial’arrivodiNetflixè lì aconfermareche indietrononsi torna (ed’altrondegiàdaanni ipiùgiovanieglistudentivedonofilmeserietvattraversostreamingillegale).Inambitomusicaleaccadelastessacosa:negliultimiannisiamopassati–passandoancheattraversol’usodiambientinonprettamentemusicalicomeYouTube–daiservizibasatisuldownloadaquellibasatisullostreaming(Deezer,Spotify,Amazon,GoogleMusic,etc.).

Gliabbonamentialleedizionidigitalidiquotidianierivistesonoinascesa,e ilmantradel“digitaleinutile”perché“nonripagheràmai leentratedelcartaceo”pareaveresempremenosenso.Lodimostranoancheiprofittiditestatechehannoavutoallespalleanninonfacili,comeilNewYorkTimeschepropriodirecentehadatoconto–attraversoleparoledelsuochief executive–diunaumentodellesottoscrizioniedelleentratepubblicitarie.AnchecolossidelwebcomeGoogleeFacebookdevonomoltoallacrescitaneltempo del digital advertising, e c’è da rilevare come alla crescita della pubblicità online si accompagni ladiffusionedicomportamentipiùsmaliziatidapartedegliutenti(soprattuttoquellipiùgiovani),comel’usodegliadblocker:

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Lenostrerelazionisociali,lagestionedeinostricontatti,passasemprepiùdaisocialnetworkmaanchedaservizidimessaggisticanondiradoanchepiùimportantiedaiqualispessononpossiamopiùprescindere:

Leveredomandedaporsiquinonsonotantoquelleallequalisiamoabituati,perviadiungiornalismoediuna classe intellettuale e accademica il cui sguardo è rivolto spesso unicamente al passato (e allaconservazione di rendite di posizione). Non viviamo più in quel mondo, perché perdere tempo con ledomandesbagliate,mentreiveriproblemidaaffrontareliabbiamosottoilnaso?Secrediamochelarispostaallenuovesfidesiaunamaggioreconsapevolezza,perchécondurreundibattitosurrealesunonproblemiesu domande mal poste? Non “le relazioni via smartphone fanno male?”, dunque, ma “chi controlla la

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maggiorpartedellenostrerelazioni?”.Peraffrontareiproblemirelativialnuovoecosistemacomunicativo,dobbiamoconcentrarci sullacomprensionediquantoabbiamodavanti.Peresempiosul fattochequattrodelle applicazionipiùusate (Facebook,Messenger,Whatsappe Instagram)appartengonoaunostessosoggetto,dicui sappiamocheconduceesperimentidivario tiposuipropriutentieche faprofittipersinosuinonutenti.Un’altradomandainteressantedaporsièquellacheriguardal’accessoainostridatidapartedisoggettiterziel’utilizzochediquestidativienefatto,siasulpianogovernativochesuquellodegliinteressiprivati(entrambiavoltelegittimiealtrevoltemeno).Ancora,domanderilevantiriguardanolanaturadeldirittod’autoreedellelicenzedidistribuzionedeicontenuti,oggisemprepiùinreteesemprepiùreplicabili,citabili,copiabili,modificabili.

Continuando con le domande che hanno senso, perché continuare a ripetere che per l’editoria – unodeipilastridell’industriaculturale–“nienteècome ilprofumodellacarta”,quando idatimostranoanche inItaliaunpresentechediventa futuro semprepiùdigitale?Le rilevazioni degli ultimi anni, fatte salvepochenicchiebenconsolidate,mostranouncalosensibileecostantedeiconsumiedeiprofittidell’editoriacartacea,eunalentamacostanteascesadiquellilegatiall’online:

Sel’unicocanaleinrealecrescitaèquellodell’editoriachepassadallarete (e inprospettivaquellodella trasformazione dell’intera filiera), perché ostinarsi a portare avanti battaglie di retroguardia? Perchécontinuarearipetereaglistudenti–iqualivivrannonelfuturomoltipiùannirispettoachiglifalezione,soprattutto in Italia – che libri e riviste digitali sono il male o fanno male? Non sarebbe più utile – eeducativo! – invitarli a esplorare la nuova realtà, a fare confronti tra possibilità e opportunità offerte daidiversiambientimediali?Nonèpiùlaicoeformativolasciarechesial’esperienzadelpluralismoadaiutarlinellaproduzionedipensiero autonomo? Infine, perché continuare a tenere inpiedi undibattito stanco esteriletra“apocalittici”e“integrati”,tra“conservatori”e“innovatori”,trapaladinidellacartaeevangelistideldigitale?Sembraavoltedirisentirelelodiquattrocentescheagliamanuensidell’abateGiovanniTritemio,acerrimonemicodellacartaacaratterimobilidiGutenberg(mache,ironiadellasorte,decisedifarstampareilproprioDelaudescriptorumpergiungereaunpubblicopiùampio–propriocomeoggii“critici”asensounicodeldigitaleprosperanoancheesoprattuttograzieallarete).

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Semplicemente,abrevenonavràpiùsensoparlaredi“musicadigitale”,“videodigitale”,“editoriadigitale”,“apprendimento digitale” o del “digitale” stesso, perché l’intera industria culturale sta diventandodigitale. L’intera struttura produttiva e distributiva, così come il consumo e la reputazione stessa deiprodotticulturali,sarannodigitaliebasatisullarete.Questononvuoldiresemplicementecheciòcheeradivinileodicartaoggisireggesulflussodibit,oche“ivecchimediamoriranno”,machestannomutandoabitudiniecomportamenti,epersinoimodidivedereilmondo.

ÈquelcheintendevaDavidWeinbergernelsuo“Lastanzaintelligente”,quandoscrivevachelaconoscenzastaprendendolaformadellarete.Chisioccupadieducazioneeformazionepuòoggipensarediprescinderedalla presa d’atto di questa semplice verità? Dalla consapevolezza che per generare consapevolezzaoccorreabitareilmondoenonfarfintachesiadiversooimmaginandolounicamentecomeunpalazzoinrovina?Avoilerisposte.

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Libriealgoritmi

diMarioPireddu

Quandocompriamounlibroonline,cartaceoodigitale,quasisemprelasciamounatraccia.Cosasignificalasciareunatraccia?Significacheiservizicheutilizziamo–italianiono(Amazon,Ibs,GooglePlayBooks,etc.) – registrano i nostri comportamenti d’acquisto, per sapere chi siamo e per incrociare i dati via viaraccolti.Siamonaturalmentenelcampodeibigdata(cosaogginonloè?),inquestocasorelativiallaletturae al consumo di libri. La parola consumo è qui da intendersi esattamente per quel che è, ovvero unriferimentoall’utilizzodibenieservizichedasemprecaratterizzailsettoreeditoriale,grazieall’operatononsolodiumanistiestudiosimaanchediimprenditoripiùomenoabili.Lastoriaculturaledellamodernità,èbene ricordarlo, deve tutto all’imprenditoria, almercato e allaproduzione in serie resa possibile dallapressaacaratterimobili.Definire“lettoreforte”unapersonachecompraeleggetantilibrièunaltromodoperindicarequalcunocheconsumamoltitesti(eperleedizionicartacee,l’ideadiconsumoèconcretamentevisibile nel lento ma progressivo deteriorarsi dell’oggetto): insomma, una persona che di norma –bibliotecheaparte–acquistamoltilibri.

Quandocompriamoun libroonline, solitamenteutilizziamocartedicredito, ed èunaprima traccia (otracciamento); tendiamo a selezionare alcune tipologie di prodotti (libri) e a scartare il resto, e anchequesto viene archiviato; a voltecompriamopiù libri insieme, e i sistemi che utilizziamo – va da sé –registranoquestescelte.Ealloraè lecitochiedersiperché tuttoquelchefacciamovienesalvato.C’èchisilimita a rispondere a questa domanda semplicemente indicando l’avidità delle grandi aziende, le qualiutilizzerebbero i dati raccolti per generare ulteriore consumo eprofitti sempremaggiori.Naturalmente èvero ed è banale, l’obiettivo di qualsiasi rivenditore di libri non è diverso da quello di qualsiasi editore:venderedipiù,enoncertovenderemeno(vederequiilpostdiRobertoMaraglianosullaguerratraeditoriedistributori,quelchescrivonoquiLetiziaSechiequiGiuseppeGranierisupolitichedegliebook,oancoraleggere qui del possibile ruolo di Facebook nel mercato ora dominato da Amazon). C’è però dell’altro:servizi al lettore. Nell’ultimo aggiornamento del software Kindle, per esempio, è stata introdotta lafunzioneWordWise,pensataperaiutareilettoripiùgiovanieilettorinondimadrelinguaingleseallepreseconterminologiadinonfacilecomprensione.Marestandosuicomportamentid’acquisto,quandocerchiamounlibrosuAmazon,IbsoGooglePlayBooks,nellapaginarelativacitroviamodavantiaschermatecomequeste:

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“Spessocomprati insieme”,“Simili”,“Chihaacquistatoquestoarticolohaacquistatoanche”,“Qualialtriarticoliacquistanoiclienti,dopoavervisualizzatoquestoarticolo?”,“Chiscegliequestolibroleggeanchequesti autori”, etc. Si tratta dialgoritmi che di norma cambiano in base al profilo dell’acquirente(lettore), concepiti con l’obiettivo di fornire rapidamente suggerimenti personalizzati a partire daimilionidiprodottidisponibili.Alcunialgoritmisfruttanoleanalogietraclienti,epropongonotestisimiliaquelliacquistatida lettoridalprofilosimile,mentrealtricostruiscono lerispostesullabasedeiprodottiacquistatidaglialtrilettoriinsiemeaquellodanoiscelto.Ormaidatempochifaacquistionlinescopreeacquistaspessocosenuoveoltreaquellechestavacercando,equestosistemavaleperlamaggiorpartedeisitiedeiservizicheutilizziamoquotidianamente,anchequandononcomportanol’acquistodiretto.Ivideoconsigliati di YouTube o NetFlix, i suggerimenti di Facebook, la scoperta di nuovi gruppi musicali daLast.fm a Spotify, etc. Si possono criticare alcuni aspetti del sistema economico e le strategie tendentiall’oligopolio delle grandi aziende, ma di sicuro scoprire nuova musica, nuovi contenuti, nuovi libriinteressantirestaqualcosadimoltoutile.Glialgoritmiplasmanosemprepiùlanostracultura(c’èchicomePierreLévyparladi“mediumalgoritmico”),equestononènecessariamenteunmale.

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Chicontrapponelafigura“calda”del libraioalla“freddezza”dell’algoritmoedellemacchinenonfaaltrochespostareladiscussionedalpianodell’analisiaquellodelromanticismo,unpo’comequandosirimpiangeildiscoinvinile,ilprofumodellacartaolaconsegnamattutinadellabottigliadellatte.L’analisi,infatti,deveesserelaicaenonpuòchemostrarelerealidifferenzetraillibraioel’algoritmo:ilprimopuòfarebenealcune cose (e dipende dal libraio, ché non tutti sono eccezionali), il secondo può forse essere ‘menocaloroso’manonèHALdi2001epuòfarebenetantissimealtrecose.Chiconsumamoltasaggistica,peresempio, sa bene che difficilmente un libraio può essere utile quanto un algoritmo: sempre più spessoveniamo a conoscenza di testi rilevanti o pertinenti anche grazie ai suggerimenti dei software che ciaccompagnanonelle sceltedi acquisto.Soprattutto,vistoche siamoancoradavanti a sistemi tutt’altrocheperfetti, l’algoritmo puòmigliorare con il tempo. Il limite degli attuali algoritmi è ben chiaro a chidesideramigliorarli:traquestiAdrianoGuarnieri,creatoreinsiemeaLorenzoLosadiunastartupvenezianache ha vinto ilDigital PublishingCreative IdeaAward 2014 comemiglior progetto imprenditoriale.Nelsottolineareche“lepotenzialitàdelbookdiscoveryonlinesonoelevatissime”,Guarniericiricordavaanchecheisistemidianalisiesistentisibasanosuicomportamentideilettorielestatistichediacquisto,piùchesuicontenuti,espiegavachelasuaTwoReads,perironiadellasortenatanellacittàdiManuzio,nascevacome“mappa di possibili connessioni tra opere”. In quel caso il software si occupa di suggerire nuove letturetramite estrazione e organizzazione dei riferimenti bibliografici tra i testi: connessioni in grado diproporrenuovipercorsidi letturaapartiredaun libro letto odauna serie di testi. Software che ciaiutano in modo inedito: qualcosa che il sistema precedente, pur così efficiente nell’epoca del mediumcartaceo,noneraingradodigarantire.

DietroilconcepimentodiTwoReads(ogginonpiùinsviluppo)c’eralaletturadeLaGalassiaGutenbergdi

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McLuhan:untestoanalogicocheconlasuascrittura“amosaico”el’utilizzoinusualediriferimentiadaltritestisiconfermautileancheintempidiebooke“libriinstreaming”.IltestodiMcLuhanhasuggeritocontuttaprobabilitàancheloslogancheaccompagnalapromozionediTwoReads,“everybookisalibrary”:noipotremmoaggiungerecheilibrisonoanchemoltodipiù,perchéormaisappiamochesonoambiente,rete,ecosistema.

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Sulself-publishing

diMarioPireddu

Ildibattitosulself-publishing,argomentointeressanteperchistudial’evoluzionedeltestodigitaleedeisuoimeccanismidiproduzioneefruizione,siarricchisceciclicamentediinterventimeritevolidiattenzione.GinoRoncagliasuIlLibraio(qui,quiequi),LoredanaLipperinisuLipperatura(quiequi),eFFesuMedium(qui)ealtricommentatorihannodiscussoalungosusviluppoeevoluzionedell’autopubblicazione.Nel suoprimo post sull’argomento, Roncaglia si chiedeva se sia realmente un vantaggio saltare la mediazioneeditoriale rappresentata dalla selezione dei titoli da pubblicare, o in altri termini, se il self publishing servedavvero.

Gli interrogativi sonoquelli giusti: il concettodi“qualità” (diun testo,ma il discorsovale ancheper lamusica,l’audiovisivo,ivideogameetc.)èutilizzabileinmodooggettivo?Eancheincasodiunconsensosucosa èbuonoe cosano, i “titoli spazzatura” appartengono solo almondodi chi autopubblica leproprieopere, o fanno parte anche dei cataloghi dell’editoria tradizionale? Il professionista (chi per mestierelavoranell’editoria)fasemprelesceltemigliori?

Ci si chiede ancora: la selezione garantisce, se non la qualità, almeno l’esistenza di un processo divalutazionedel testo edi cura e costruzioneprofessionaledelprodotto editoriale? Se ilmercato èinflazionato(ovveroseilnumerodeitestiaumentaesponenzialmente),perilettorièunvantaggiol’esistenzadiquesteprocedure?

Equesteprocedureriguardanosoltantol’editoriatradizionale?UnarticolodelGuardianriportavanel2012alcunidatiinteressantiaquestoproposito,tracuiilfattochegiàalloraancheil40%degliautoridilibriautopubblicati ricorrevaalproof-reading. Sidirà che a sceglierequesti servizi e avalutarnegli esiti èl’autore(che,comericordaRoncaglia,“nonhanecessariamentelecompetenzenecessarieafarlonelmiglioredeimodi”),mavadettoanchecheèpursemprel’autore,spesso,ascegliereaqualecasaeditriceaffidarsi,elecaseeditricinonsonotutteaffidabiliallostessomodoocomunquegaranziaautomaticadiqualità.

Neldibattitosopracitatolamaggiorpartedeicommentatoriharilevatocomeinnonpochicasiunabuonacuraeditorialesiacarenteancheinprodottivendutidaeditoriblasonati.

Trairuolidellabuonaeditoriacisarebbepoi,quellodiconsulenzaprofessionaleancheindirettaoimplicita.ScriveRoncaglia:“ancheungiudiziocompletamentenegativopuòaiutare:anoncoltivaretroppeillusioni,e

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magariarinunciareaunsognochesisarebbealtrimenticomunqueinfrantodopounaperditaditempoeuninvestimentoeconomicoedemotivoassaimaggiori”.Unavisionediquestotipopresupponeperòunasortadi “competenza a priori” di qualsiasi editore, o quantomenouna sorta di figura ideale di editore capace,mentrelarealtàdelmercatoèbenpiùcomplessa.LacelebrevicendadiAmandaHocking,rifiutatapiùvoltedall’editoriatradizionaleepoidaquestarincorsadopol’enormesuccessoavutoconl’autopubblicazione,èsolounadelletante.Sipuòcertodiscuterealungosulla“qualità”deitestidellaHocking,madaunpuntodivista editoriale e dimercato resta l’enorme errore fattoda chi li ha inizialmente rifiutati: il pubblicodilettori ha trovato interessanti e meritevoli di acquisto dei libri che un sistema professionale (inteoriaingradodicapirecosailpubblicopuògradire)avrebbedestinato–inassenzadiInternetedel self-publishing – all’oblio. Lo riconosce anche Gino Roncaglia quando scrive: “d’altro canto gliinnumerevoliesempiditestipoidivenuticlassicimachehannofaticatoatrovareuneditoremostranocomelostessoprocessodiselezioneeditorialenonsiacertoimmunedaerrori,abbagli,condizionamentidiognigenere”. Ormai sappiamo che moltissimi autori di successo (non solo in ambito letterario ma anchemusicale, attoriale, artistico etc.) sono nati e nascono “in rete”, nel senso che sono riusciti e riescono acostruire fan base inmodo autonomo e attraverso una propria platform di riferimento.Non è più solol’editore–difattononloèmaistato,maeraunfiltroobbligato–ariconoscereoadecretareilvalorediunautoreodeisuoitesti.

Cisonoeditoricheoffronoriconoscibilitàai libripubblicati, siaattraversomarchieditorialisiaattraversocollanetematicheecuratedaesperti:ciòaiutaacollocaremeglioititoli,arenderemaggiormentevisibililelineeeditoriali,etc.Collaneericonoscibilitànonsonoappannaggiodellasolaeditoriatradizionale,maesistonoanchenelself publishing:lanostracollana-delLaboratorioLTA-#graffi(ilcuilibrodipuntaStoriaepedagogianeimedia,comeriportatonell’insertoLaLetturadelCorrieredellaSera,èrisultatoadicembre2015ilpiùvendutodei libriStreetLib)èunesempio,masipotrebbecitareanche– inambitoscientifico,laddovecuraerigoresonoancorapiùrilevanti–l’ascesadellepubblicazioniinOpenAccess.Bastaosservare ledirectorydegliOpenAccess Journalsdi tutto ilmondo, infatti, per rendersi conto chesemprepiùstudiosi,ricercatorieistituzioniuniversitarielavoranoperaffrancarsidasistemididistribuzionedeicontenuti troppospessomonopolisticieormaipiùcostosicheutili.Iricercatoridinormapubblicanocontenuti su riviste che non pagano per averli, ma che vengono vendute dietro salati abbonamenti allebibliotechedicentridiricercadimezzomondo(laqualcosacostituisceunproblemasemprepiùgraveperibudgetsemprepiùrisicatidelleuniversità).Sitrattadiuncasoevidentedimantenimentodiunsistemacheha sempremeno ragiond’essere: se una volta l’editore era necessario per poter diffondere testi erisultati di ricerche (era colui che deteneva i mezzi di produzione), ora le università – continuandol’operaavviataintempidisolastampacartaceaconleuniversitypress,econlestessegaranziedicontrolloscientifico–possonoospitaretutti icontenutisuipropriserver, rendendoliperò liberiegratuitiperchiunque.Quandosidiscutediself-publishingvienspessofuorilafiguradelloscrittoresolitariochecaricailproprioromanzosuKindleDirectPublishing,ma–anchequi–larealtàèpiùcomplessa,eincontinuomutamento.

Si ricordagiustamentecheself-publisherdi successosonorelativamentepochi rispettoalgrannumerodiopereautopubblicate,equestosappiamochenonstupisce,perchéèlanormaledistribuzionecheritroviamoinmoltissimialtriambiti,compresoquellodell’editoriatradizionale(gliscrittoricheguadagnanorealmentedallapropria scrittura sonomoltopochi rispettoallaquantitàdi testipubblicati).Sipuòdire anzi che lalegge80/20valenell’offlinecomenell’online,conladifferenzachel’onlinepuò–nonèdettochelofacciaautomaticamente,mapuò–sfruttaremaggiormentelacodalunga.D’altronde,ècuriosoche

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nonsiparliquasimaidei tempidipermanenza inscaffaleodeidatisulcartaceoinvendutoedestinatoalmacero,cheinvecesonointeressanti:ilmaceroèunacomponentestrutturaledelsistemadiproduzioneeditorialesucarta,chedestinaogniannomilionidicopiealladistruzione (ilcostoper ilmantenimentodellecopiedilibriinvendutièpiùaltodelcostodellalorodistruzione).

Alcuni editori indipendenti si battono da anni contro questo sistema di produzione, distribuzione ecommercializzazionedeilibri,denunciandoneglisprechielestorture(sivedaquiperapprofondire).Nonèqualcosa su cui riflettere, soprattutto inunmondoparadossale fatto anchedi editori inpossessodiricchicataloghiditestiesauritimachenonvengonodigitalizzatiedunquerestanonondisponibiliperilettori?

Chicontrapponeinmodorigidoilself-publishingel’editoriatradizionale,quasiadovertrovareunvincitoreinunacontesachedifattononesiste,nonsirendecontocheiduesistemicoesistonoeprobabilmentecontinueranno a farlo per lungo tempo. Vi è chi sottolinea il ruolo “inflattivo” del self-publishingsull’offertadilibritracuiillettorepuòscegliere,cosacherenderebbe“insostenibile”lacrescitanelnumerodititolidisponibili.Argomentazionepermoltiefficace,eppureanchequilastoriadeimediaciraccontaunastoria in parte già vista: viene in mente, infatti, quanto detto e scritto già nel Quattrocento a seguitodell’introduzionedellastampaacaratterimobili,laddovesicriticavalafacilitàdipubblicazioneediffusionedi ogni sorta di prodotto scritto (si veda ancora una volta questa bella raccolta di testi del periodo,maitroppo citata, edita da Marsilio). L’invenzione di Gutenberg ha reso più semplici, accessibili edeconomichelepratichediscrittura,diffusioneeconsumoditesti,dituttiitestiedituttiitipiditesti:nonèquelchehafattoestacontinuandoafareInternet–primaconiblog,levariepiattaforme“2.0”eoraancheconilself-publishing?

Innovazioni tecnologiche (caratterimobili e stampa) sonoallabasedell’enormeproliferazionedi testidalCinquecentoinpoi,cosìcomeinnovazionitecnologiche(web,bandalarga,dispositivieschermi)sonoallabase dell’enorme proliferazione di contenuti (compresi testi di vario tipo e libri) disponibili su scalaplanetaria. Naturalmente, a un nuovo ecosistema mediale corrispondono nuovi problemi e nuovesfide,cheperòspessohannoallespallestorieanchemoltoantiche.Ilproblemadeifiltrièstatocentralenellalunga storia della produzione culturale umana, lo è ancoraoggi e probabilmente lo sarà anche in futuro,comerilevagiustamenteeFFe inquestopost.Oggi il filtraggiononèpiùunicamentequellobibliotecario(classificazione e catalogazione “verticali”) o quello autoriale/professionale (l’esperto o il critico che ciconsiglia cosa leggere, etc.) ai quali eravamo abituati. Il web sociale ha offerto nuove soluzioni alproblemadelfiltraggio,rendendoloanchecollaborativo,ealcontempoglialgoritmi(sivedaqui)aiutano sempre più nel reperimento e nella scoperta di testi utili o interessanti (contribuendo adaggiungerenuovesfumaturedisensoalconcettodiserendipity).Afaredaapripistanegliultimiquindiciannièstatoilsocialbookmarking,cherispondevaalladomanda:“datochehoinseritotraimieipreferitituttiquesti

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sitiinteressanti,perchénoncondividerliconaltri?”.Dalì,ilwebsocialeècresciutoincomplessità,sièarricchito di sistemi di etichettamento e di gestione della reputazione, di algoritmi in grado di gestirecontemporaneamentescelteumaneeanalisisoftware,diambientiperlagestionedelcapitalerelazionale,etc.ComescriveeFFe, lepratichecollaborativepossonogarantirepluralismoeallostessotempoefficienza,“emettonoalriparodallaperversionedell’autorevolezza,ossial’autoreferenzialità”.

Certamenteglistrumentidevonoancoraessereaffinati(d’altrondeviviamointempidieterneversionibeta)emaiepoimairaggiungerannounaperfezioneideale(checomunquenonèmaiesistitaneancheinpassato),magliinvestimentinelsettoreelesceltedeilettorilascianopensarechelastradaintrapresasiaquellagiusta.Perquantocriticabili,glialgoritmidipiattaformecomeAmazonfunzionanogiàpiuttostobenenell’indicaretestiprobabilmenteinteressantiperillettore,el’interessedichivendequeiprodottispingepersuggerimentiche abbiano più elevate probabilità di acquisto. In questo ambito come in altri non ci sono certezzematematiche, ma con l’aumentare della complessità dei software sta aumentando anche la lorocapacità di proporci contenuti mirati (ancora ci lamentiamo per le spesso grottesche proposte degliannuncichecivengonopropinatisuFacebookodaGoogle,maforselelamenteleaumenterannoancoradipiùquandoquestisistemiciconoscerannodavveroperciòcheamiamoconsumare).Aisoftwaresiaffiancapoi la componente “social”, o meglio lo sfruttamento delle reti di lettori e del proprio capitalerelazionale e sociale su piattaforme dedicate alla lettura comeGoodreads o sulle varie piattaforme disocialnetworking.

Nonsitrattadiunmondofacilmentegestibileinmodoautomatico,sipuòanzidirecheoggiall’autore(espessoancheal lettore) sono richiesteanchecompetenzenuove. In un suopostLoredanaLipperiniauspica la scrittura di unOn writing (testo di Stephen King sul mestiere di scrivere) ai tempi del self-publishing.Inchiusuradiarticolo,èilcasodisegnalarecheuntestodelgenereesiste,menoambiziosomautileeinlinguaitaliana:lohascrittoFrancescaCarabiniehapertitoloIlself-publishing(non)èpertutti:comeauto-pubblicarsinell’eradigitale. Se siete interessati al tema (chehanotevoli risvolti sulpianodelladidattica),spendete1europercomprarloeleggetelo…buonalettura!

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Convertirsiall’ebook

diRobertoMaragliano

Quello del libro digitale è un argomento oggi molto dibattuto, ma perlopiù trattato in chiave negativa.Proviamo dunque a cambiare tono e argomenti. Non più controma tendenzialmente a favore, non piùelencandociòcheillibrodigitaleavrebbeinmenorispettoallibrocartaceomaindividuandociòchehaopotrebbeavere inpiù.Lopossiamofare,vistochecomeinsegnantisiamosìabituatiadaccumulare librieperiodiciastampa,econsiderarliipiùefficacitragliattrezzidilavorodicuiciserviamo,masiamoanchespinti a misurarci con quest’altro tipo di strumenti: ce lo impongono le circostanze economiche ecommerciali ma anche il fatto di rivolgerci a giovani che non hanno le nostre abitudini e familiarità.Consideratochesiamo(odobbiamo)essereemigrantidigitali,tantovaleaccettaredifarlononsoltantoperragionidiufficiomamettendociunpizzicodicuriositàepartecipazione.

Emigrando,comesuccedeinsimilicasi,cisitrovaabbastanzamale,almenoall’inizio:cosìdovremomettereincontononpochi sforziper ambientarci.Maalla fine, statenecerti, tuttoandràaposto:quandosi avràinteriorizzataeresaautomaticalapraticadellaletturadigitale,anchedilibri,enonsolodipagineweb,nonsivedràpiù lamacchina (tablet, smartphone, reader,al limitecomputer)masoloquelchesi legge,cioè iltestodilettura.All’ostacolodiprimasubentralatrasparenza.

Insintesi,cisisentirà“anfibi”nelsensochepiaceràillibrocartaceoperciòcheillibrodigitalenondà,népotràmaidare,macipiaceràanche il librodigitaleperquelloche ilcartaceononpotràmaioffrire.Nellafaseattuale,propriadelneofita(excurioso),ènormalechelasecondapropensionetendaaprevaleresullaprima.Anchesepiacepensarecheundomani,consolidatosiilmercatodeldigitale,sicominceràainvestirepositivamentesuuncartaceoripensatocomeoggetto“bello”e“insostituibile”(quandoinvece,oggicomeoggi,granpartedeglioggettilibraricartaceipotrebbeessereagevolmenteecongranvantaggiosostituita,acominciaredaicosiddetti“economici”).

Insomma,si trattadi“convertirsiall’ebook”.Perquesto (facilebattuta)potremofigurarecomepervertito.Machecivolete fare?Come in tutte leconversioni,occorreportarepazienza.Eguardareal futurosenzafarsitrascinareininutilie(psicologicamente)dispendioserisse.

A seguito di un ragionamento non dissimile da quello che avete letto fin qui, ho maturato la scelta direalizzare,nel2015,perilcanalevideodiPsychiatryonlineItalia,letresequenzevideoindicatequisotto.Nondunquepersostenereche“digitaleèbello”,masemplicementeperdire“digitaleèquesto,nonquellochetanti,perlopiùmossidainteressidiparte,sostengono”.

Economiadell’ebookPsicologiadell’ebookPedagogiadell’ebook

Coerentemente con questa impostazione da qualche anno noi del Laboratorio di Tecnologie Audiovisivepubblichiamo(einvitiamochicisegueapubblicare)prioritariamenteinversionedigitale;solodigitale,cioèsenza avere necessariamente dei corrispettivi cartacei. Inizialmente abbiamo provveduto con l’aiutodell’editoreGaramond,pressoilquale,inun’otticadisperimentazioneatermine,sononate,nel2011e2012,

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due collane pedagogiche di editoria digitale successivamente dismesse, e con il quale abbiamo condotto,presso Bookliners, un’interessante sperimentazione di social reading. Negli anni seguenti abbiamosperimentato,sempresuldigitale,ilcoinvolgimentodialtrieditori:primaCastelloVolantepoiDoppioZero.Infine, abbiamo optato per il self publishing, grazie ad Antonio Tombolini e alla lama Selfpublish diStreetlibdaluistessodefinito“ilcoltellinosvizzerodell’editoria”.Lìabbiamovaratilacollana#graffi,chevantaadoggicinquetitoli.Nonsolo,conLauraBiancatoeElisabettaNanniabbiamodatovitaallacollanascolasticaColl@borare,conilprimotitoloGoogleDriveeladidattica,dellacuigenesicometestopartecipatoAndreaPatassinihascrittoqui.

Ciò che non abbiamo ancora avuto modo di presentare e discutere, almeno per ora, è quanto il selfpublishingha inmeno rispetto alle forme tradizionalidipubblicazione.La risposta iniziale è automatica:l’editore.Mainpiù?Larispostasaràlastessa:l’editore.Cheinquestocasoseituautore.Edèate,ipoteticoautoreautoeditore,chemirivolgoconleannotazionicheseguono.

Trovandoticidentro,mettendocilemaniinpasta,tirendicontochel’editore(siaquelloclassico,siaquellochecoincideconlatuafiguradiautore)nonsilimitaaselezionareuntestoeallestirloinformadilibro.Seèperquesto,unavoltachehaiuntestoStreetlibtiaiutaadallestirlo,afarlodiventarelibro,inversioneepub,conunaminimaspesa.PoisempreStreetlibtigarantisceladistribuzionegratuitaeautomaticadeltitolointuttelelibreriedigitalidelmondo(dimodocheancheiltuocuginoaustralianopuòcomprarlosubito).Delrestoèquesta laragioneoriginariadell’impresadiTombolini,cheèdidistribuzione.Manonèquellocheabbiamoappenadettol’aspettopiùinteressanteeavvincenteditaleesperienza.Piuttostoèquantol’editoreclassico tende a non fare più, oggi. A meno che tu autore non ti chiami Baricco o Saviano. Cioè lapromozione.Seentri inquestomondodelself publishing,te l’assicuriamo, imparerai tantodell’editoria,edei suoi problemi.E, nel caso tu come insegnante voglia far fare questa esperienza ai tuoi studenti siinecerto:saràunacosaelettrizzante.Nessunlibrosimuovedasoloedasoloarrivaall’acquirente.Simuovesec’èqualcunochelometteinmovimento.Illibrodigitalepermuoversihabisognodelmondodigitale,dellarete. Ha bisogno, insomma, dell’azione degli acquirenti. Ecco perché chiediamo a te, futuro autoreipoteticamenteinteressatoalself publishing,diessereprimadituttolettorepostcartaceo,apprezzandotuttigli aspetti di novità del libro digitale (cose che il cartaceo non può avere e che noi abbiamo cercato divalorizzare nei cinque titoli prodotti; non ultimo il prezzo di 2,99 € ciascuno) e darci una mano apromuoverequestaesperienza.

Anchese,diciamolo,spintidaun’irresistibilebisognodiesplorarenuoveterrenegliultimissimitempisiamoapprodatialladecisioneditentareunavoltaancoralaviaclassicadell’editore,madiunochepromettesseepraticasseunimpiantonuovo.AncoraunavoltaèdiscenaAntonioTombolinichehaapertounanuovacasa,laAntonioTomboliniEditore e ci ha invitato a sperimentare libri pensati per il digitalema chepossanoavere, in seconda battuta e con versioni inevitabilmente limitate, delle edizioni cartacee, dunque ilcapovolgimento di quel che fin qui è stato (malamente) fatto.È così nata, nell’estate del 2016, la collanaStudio Digitale, co-diretta da me e il filosofo Silvano Tagliagambe, il cui primo titolo, dello stessoTagliagambe,recanonacasoiltitoloIdeadiscuola.

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DIDATTICA

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CreareebookconWikipedia(ascuola)

diAndreaPatassini

Probabilmente molti di voi utilizzano uno strumento come Wikipedia e conosceranno la natura e lastruttura di una delle più importanti e libere enciclopedie online. Attualmente sono presenti più di unmilionedivociinlinguaitaliana,unnumeroimportantearappresentareunsupportopreziosoancheperleattivitàdidattiche.WikimediaorganizzaincontriconclassidituttelescuoleperfarconoscereaglistudentiWikipedia, scoprire insieme lemodalitàorganizzativedell’enciclopediaonline, la struttura tecnologicachesupporta tale servizio, le regole fondamentali di costruzione e redazione delle voci pubblicate e così via.Iniziativesimili risultanoutiliperchéconsentonoagli studentidientrarenelledinamichediWikipedia,diconosceregli ingranaggidiunamacchinaorganizzativaorientataallaproduzioneecondivisionedisaperedal basso, di comprendere i concetti fondamentali per la selezione, la produzione e l’organizzazione diconoscenza. Tematiche che spesso la scuola non affronta e che di fatto alimentano quelle praticheampiamente criticate di copia e incolla o di ricerche superficiali prive di competenze nella selezione evalutazionedelle informazioni da parte degli studenti.Anche queste, di fatto, possono essere consideratecompetenzedigitaliimportantisenonfondamentalidaattribuireastudentiedocenti.Ovviamentesarebbepocoutilecostruireun’attivitàdidatticaattornoallasolarisorsadiWikipediaenonpuòvalereneanche lasemplice attivazione degli studenti in “ricerche in rete” senza descrivere ed offrire, come accennato,strumentiemetodologieutiliamigliorarepratichesimili.

Tra le necessità che possono emergere in fase di progettazione o realizzazione di una specifica attivitàdidattica, c’è quella relativa alla raccolta e all’organizzazione di voci di Wikipedia utili al percorso diapprendimento.NonsitrattadiprediligereWikipediaescludendocategoricamentel’adozionedialtrefonti,madisaperfareuso(oquantomenoconoscere)unarisorsacomel’encliclopediaonlineanchepernecessitàdidattiche.Unabuona soluzioneèpotercreare inmodosempliceeveloceuneBookche raccolga levociselezionate,iltuttoinpochiclickesenzaalcunacompetenzatecnicaspecifica.Larisorsacreataquindisaràfruibileanchealdifuoridelwebepotràessereutilizzatacomecontenutodidatticoocomestrumentoconilquale progettare una specifica attività. Tale opportunità è offerta direttamente daWikipedia. Proviamo ascoprirelafunzioneinquestioneelesuecaratteristiche.

Ilcomando“Creaunlibro”

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DandounosguardoallastrutturadiqualsiasivoceinWikipediapotretenotarechenellacolonnadisinistraèpresentelavoce“Stampa/esporta”checontienediversicomandi.Traquestic’èquellochefaalcasonostro,ovvero“Creaunlibro”.Dopoilclickappariràunanuovapaginadovepoterattivarelafunzionedicreazionediundocumentodigitalecontenentelediversevociselezionate.

DalmomentoincuisiattivatalefunzioneinognipaginadiWikipediaapparirà,inalto,unabarrarelativaallaraccoltaeallaselezionedellevocidedicateallibrodigitale.InoltrenelmomentoincuistiamoleggendounavoceetroviamounaparolacontenenteunlinkdirettoadaltrilemmidiWikipediaapparira,comepop-up,ilcomandoperaggiungeretalelemmaallaproprialista.Basteràcliccaresulcomando“Aggiungiquestapaginaaltuolibro”perfarsìchelavoceselezionataprendapostonellalistadeilemmiraccolti.

Impostarel’ebook

Terminata laselezionedellevocisipuòpassareallacreazionedel librodigitale.NellafasediesportazioneWikipedia offre la possibilità di selezionare differenti tipologie di estensioni del file che verrà prodotto.Oltre al formato ePub, tra i più diffusi per gli eBook, sono presenti i formati pdf, OpenDocument eOpenZim(formatodifileperlettoriKiwixcheconsentonol’accessoelaconsultazionediWikipediaancheoffline). Ora non ci resta che dare un’occhiata all’interfaccia che consente di impostare le caratteristichefondamentali dell’eBook che vogliamo realizzare.Un eBookpuò avereun indice con capitoli e paragrafi,anche in questo caso è possibile dall’interfaccia di Wikipedia creare i capitoli che conterranno le vociselezionate.

Bastacliccaresu“Creacapitolo”,dargliunnomeeappenacreatotrascinareall’internolevociselezionate.Lapossibilitàdicrearecapitoliconsentedirenderepiùorganizzatol’eBookconlevociraccolte.Hoprovatoarealizzareunpiccololibrodiprova,cosìdacomprendernelecaratteristichedirealizzazione,selezionandodiversevocidiWikipediacheapprofondisconoletematicheattornolaPizzaMargherita(mentreprogettavoil piccolo eBook era ora di pranzo, questo spiega e giustifica il tema scelto…). Certo, il risultato che siottiene non è paragonabile alla produzione professionale di un libro digitale, ma in sé l’eBook creato

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automaticamenteconWikipediacontienetuttequelleproprietàdibasechenepermettonounrealeutilizzo.Sesivuoleintegrarenell’eBookl’indicecreatovasempreselezionatoilcomando“Includil’indice”.

Leggere,condividereeimparare

Non appena creato l’eBook è pronto per essere condiviso con gli altri e può essere letto su qualsiasicomputer o dispositivo.Qui è possibile trovare una buona panoramica di software e dispositivi utili allaletturadilibridigitali.Poterselezionare,organizzareepoiconfezionarelerisorsediWikipediapuòessereun’occasione importante non solo sotto il profilo tecnologico, ma anche come attività didattica vera epropria.NaturalmentenonbastaaifinididatticimettereinsiemequalchevocediWikipediaeformulareunfileePubdacondividere.Maèpossibilepensareadun’attivitàarticolatadovealsuointernocipossaesserelaricerca, laselezione, lavalutazionedellevocidiWikipediadaraccogliereeorganizzare inuneBook.Nonsolo, quelle risorse possono essere rielaborate, ampliate, mescolate, si può agire direttamente sull’eBookcreatoattraverso l’utilizzodiqualsiasieditorper lo sviluppodi libridigitali.Recentementenelladidatticauniversitaria che progettiamo e attuiamo abbiamo proposto ed utilizzato Sigil come strumento per lacreazione di eBook. Così una voce di Wikipedia si trasforma in un oggetto sul quale agire e costruirepratichediapprendimento.

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TrasformareuntestoinunfileePubconGoogleDrive

diAndreaPatassini

GoogleDriverappresentaunodeiservizidicloudcomputingpiùdiffuso tragliutentidella rete.RientranellavastaevariegataoffertadistrumentigratuiticheGooglemetteadisposizionedeisuoiutenti:consentedi disporre di uno spazio di archiviazione online e dà la possibilità di produrre documenticollaborativi. Il passaggio da una gestione e produzione di documenti digitali “al chiuso” dei nostricomputer alla possibilità di trasferire tali attività in un ambiente di rete comporta l’analisi di diversicambiamenti in atto. Uno di questi è il modo in cui possiamo raggiungere, fruire, modificare econdividereinostridocumentidaqualsiasiluogoinqualsiasimomento.CosìvaleperGoogleDriveetutti quei servizi cloud con caratteristiche simili. L’unico elemento imprescindibile è la presenza di unaconnessione di rete fissa o mobile. La produzione e la gestione dei documenti può essere facilmentesostenutaattraversol’usodelcomputer(bastaaprireunqualsiasibrowserperlanavigazioneinternet)oundispositivomobile (smartphone e tablet) accedendo alla applicazione gratuita diDrive e le corrispettiveapplicazioniofferteperisingolistrumenti(documentidiscrittura,foglidicalcolo,presentazioniecc).

Unulteriorefattoredaconsiderareèquellodellaaperturaaglialtridipratichesolitamentereputatesolitarie:Drive rende possibile la costruzione di un testo collaborativo grazie agli strumenti presenti. È possibilepraticare, inmodosempliceed immediato, tuttiqueiprocessidi scritturacollaborativacheconsentonodimettereapuntountestoinmodochesiafruttodelcontributodipiùpersone.Taliprocessiciobbliganoariflettere,anchedalpuntodivistadidattico,sucomelascritturapossaassumereunvalorecollaborativoenonsoloindividuale.Nonsolo:siapronoquestioniche,sesperimentatesullapropriapelleinprimabattuta,aiutanoacomprendere lepotenzialitàeducative rintracciabili inattivitàcomequelleoffertedalla scritturacollaborativa.Non si tratta solamentedi inquadrare tali processinell’ambitodisciplinaredi riferimentoo,almeno, non dovrebbe bastare ad un insegnante interessato a costruire percorsi di apprendimento nonprettamentenozionistici.Scrivereassiemesignificasapermettereapuntoregolecondivisefruttodiunpatto,di un’adesione di gruppo. Significa saper leggere e comprendere l’altro e, allo stesso tempo, farsicomprendere. Significa saper modulare diversi piani della comunicazione testuale e, quindi, sapercomprenderecomeundocumentocondivisopossaaccogliereunaveraepropriastratificazionedifunzionidifferentideltesto.

PerchièalleprimearmiconGoogleDrive,perchivuolecominciaredaorapuòessereutilelaletturadelgiàaccennatoGoogle Drive e la didattica, che mette assieme molti aspetti pratici con riflessioni di ordinedidattico.È unmodoper avviare un percorso di esplorazione dello strumento e delle sue caratteristichesenzaalcuntimorerispondendoalledomandeealledifficoltàiniziali.Qui,invececheapprofondireimoltiediversistrumentidiproduzionechefannocapoaDrive,utilituttialfinedidarvitaadundocumentoreticolareemultimediale,ciconcentriamosuunsolopunto:sulleopzionicheilsistemaprevedeperl’esportazionediundocumentodiscritturaDriveinaltriformati.Anzi,megliodireinunformatospecifico:ilformatoePub.

L’interfacciaperlascritturadidocumentidiGoogleDriveèdecisamentefamiliareperchiunqueabbiafattousodiuncomuneeditorditesto.Sefacciamousodell’applicazionediscritturainmodalitàdesktop,equindiattraversoilnostrocomputer,troviamoinaltosullasinistralaclassicadisposizione(comeinqualsiasialtrosoftware)deidiversicomandi.

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Cliccando sul comando“File” apparirà unmenù a tendina con tutte leopzionipossibili.Unabrevissimaconsiderazione,utileprobabilmenteachinonconosceancoraDrive: tra lediverseopzioniadisposizionenon appare la più classica e la più conosciuta: “Salva” e “Salva come”. Perché? Google Drive salvaautomaticamente qualsiasi modifica apportiamo ad un documento, che sia personale o condiviso.Nessunproblemaquindiconfilenonaggiornatiomodificheperdute.Inoltreoffreunutilissimo“storico”dove sono disposte in ordine cronologico tutte le modifiche effettuate, ognuna delle quali può essereripristinata.Così,sesbagliamoqualcosaeDrivesalvainostrierrori,possiamotornareindietroeriprenderelaproduzionedeldocumentodadovevogliamo.

Tornandoanoi,traleopzionipresenticliccandosulcomando“File”troviamo“Scaricacome”:sepassiamoilcursoredelmousesuquestaopzioneeccoapparireunalistadelleestensionipossibiliperildownloaddeldocumento.Talelistainfattiindicaconqualiformatipossiamoscaricareildocumentodiscritturarealizzato.Cenesonodifferentiemoltidiquesticonosciutiepraticatinellanostraquotidianità: il formato .docxdi

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Word, lostrumentodi scritturapresentenelpacchettoOfficediMicrosoft, il formato .odtsolitamente inusosututtiglieditordiscritturaopen,ilformato.rtf e.txt,ilpopolare.pdf e,oltreallapossibilitàdipoterscaricareiltestoinformato.htmlperuneventualeutilizzoall’internodiunapaginaweb,eccopresentarsiilformato .epub.Va specificato che attualmente è possibile scaricare la versione ePub di un documento discritturaDrivesolamentetramitelaversionedesktopdellostrumento.

Taleformatoèlostandardaperto,adottatoperlapubblicazionedilibridigitali,icosiddettieBook.Perchéstandard e soprattutto perché aperto? Nel 2007 l’International Digital Publishing (IDP) ha definito ilformatoePub,basatosuXML,comelostandarddipubblicazioneperlibridigitali.Adoggirappresentaunodei formati più diffusi nel campo dell’editoria digitale. In informatica si definisce aperto quello standardcapace di offrire al pubblico dominio specifiche tecniche da adottare, analizzare emigliorare. Il fine è diliberarsi dalle restrizioni che ne impediscono un utilizzo diffuso. Solitamente tale approccio prevede lapresenza di un ente che ne comunica e sostiene le specifiche, nel nostro caso appunto l’IDP il soggettocoinvolto in tali funzioni. Il formato ePub adoggi risultabasepiù adottata da editori o venditori che sioccupanodieditoriadigitale.Qui,però,èassenteAmazon,cheproponeunsuostandardproprietarioconspecifiche diverse da quelle fornite da ePub.Quello della condivisione e relativa adozionedi un formatocomunedapartedituttiisoggetticheproduconoedistribuisconoeBookèuntemacaldo,pernullabanaleche,ancheincampoeducativo,necessitadiapprofondimentiesoprattuttodiauspicateazionirisolutive.

La domanda che potrebbe sorgere è:maperché esportare un testo realizzato conGoogleDrive nelformatoePub?Qualinesonoivantaggi?Senzadubbiol’opzioneDrivedeveesserecoltaepraticatase,amonte,èprevistaun’attivitàounpercorsodidatticochevoglianofarusointelligentedistililetturacoerenticonlecaratteristichediflessibilitàeaperturadell’universodigitale.Ivantaggiemergonoconchiarezzanelmomento in cuimettiamo a confronto un testo in formato ePub con un testo presentato nel comune ediffuso formatopdf.Frequentemente si senteuna simileobiezionequandoci simisura con lavolontàdiportaregli eBooknelladidattica:nonbasta, ci viene rinfacciato, fareunbuonusodiundocumentopdf?Nonsiraggiungelostessorisultato?No,vadettointerminimoltochiari:ilformatoePubhasuepropriecaratteristiche che, nell’ambito della didattica, aprono a potenzialità e possibilità di importanzacruciale.

L’ePubconsentediinteragireconiltesto.Bastafareusodiunvalidosoftwaredilettura,diunreaderodi un tablet con all’interno una delle tante applicazioni dedicate ai libri digitali per poter sottolineare eannotare.All’apparenza sembra la scoperta dell’acqua calda,ma è necessario provare in prima persona lasemplicitàd’usodiunsistemadievidenziazionechepossaraccogliere,organizzareedisporrefacilmenteditutto quel testo evidenziato. Come è altrettanto comodo per chi studia aggiungere note senza limiti dispazio,solitamentepresentiperchistudiasuunsupportocartaceo.Infinelaricercaimmediatadeitermini,dei punti di riferimento all’interno di un testo rendono agile la consultazione, l’approfondimento o ilrecuperodiunaspecificainformazione.

Un altro vantaggio offerto dal formato ePub è il suoadattamento sui diversi supporti e schermi chedisponiamo. Il pdf non si adatta al dispositivo che utilizzate, studiare può risultare allora poco pratico.L’adattarsi alla dimensione dello schermo è una delle caratteristiche più importanti del formato ePub: difatto consente una fruizione su qualsiasi device utilizziamo. In un contesto didattico che, solitamente,mostraunaforteeterogeneitàdimezziadisposizione,lapossibilitàdiuncontenutodifacileadattamentosututtiidispositivi,èun’opportunitàdacogliere.

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TorniamoalloraalnostrodocumentoditestodaesportareattraversoDrive.Comegiàaccennato,unavoltacliccato “Scarica come”, scegliamo l’opzione “Pubblicazione EPUB (.epub)”: il sistema scaricheràautomaticamenteilnostrodocumentoditestonelformatoePub.Sarebbeinteressanteprevederelamessaapuntodiuna raccoltadi risorsedidattichee lo sviluppodiquesta raccolta attraversoprocessidi scritturacollaborativa(glistessicheoffreGoogleDrive)chepossonopoitramutarsiincontenutiinformatoePubequindifacilidadiffondereefruire.Imarginidisviluppoalriguardosonotantiemeritanodiessereesplorati.Tutto sta nel provare, sperimentare le possibilità offerte e, infine, introdurre tali processi nel contestodidattico.

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Sperimentareilsocialreading

diRobertoMaragliano

Sulsocialreadingmoltos’èdettoesicontinuaadire,soprattuttoinlinguainglese.Esonoinfattiinlinguainglese,perlopiù, gli ambientipiùdiffusi entro i quali sperimentarenoi stessi e far sperimentare ainostriallievilapraticadelsocialreading,cioèdellacondivisionedellalettura.Partiamo da tutto quanto tiene lontano le due dimensioni: quella classica del leggere e quella,apparentementenuova,delcondividere.Laprimal’abbiamosempreconcepitacomeesperienzatipicamenteindividualeeperesercitarelaqualel’individuohabisognodiisolamento,raccoglimento,silenzio.Laseconda,nonpossiamonascondercelo,vaindirezionecontraria:condivideresignificaintercomunicare,edunquecomeèpossibileattuarequestadimensionesenzainfrangerequellaesigenzadiisolamento?Maintanto,èsemprestatocosì?

Sesivaallastoriadellepratichedellaletturasiscoprecheprimadell’avventodellastampalaletturaerauna pratica prevalentemente, anche se non esclusivamente sonora, dove dunque la lettura eraconcepitaepraticatacomeun’esperienzacomunitaria,propriadelgruppocostituitoattornoallettore.Insensostretto,inquantoascoltatoriimembridiquellacomunitàcondividevanolalettura.Conl’avventodellibroastampaelosviluppodell’alfabetismo(fenomenistrettamentecorrelati)lalettura si fa sempre più esperienza individuale, e conseguentemente lo studio praticato attraverso lalettura è inteso come esperienza che l’individuo può positivamente compiere solo se gli è garantita unacondizionedipositivoisolamento.All’internodiunasimilelogicalacondivisioneèesperienzachevienedopolalettura:sicondividonoallimiteglieffettieleimpressioniindividualimaturatidurantel’esperienzadelleggere,comeavvienetalvoltanellediscussioniinaula(manonneicompitiinclasse,dovecondividereequivaleadinfrangereildivietodicopiare!).Con la rete e lo sviluppo dei social network si apre per la lettura la possibilità di darsi un assettocomunitario. Cosa significa? Significa che attorno ad un testo, necessariamente residente in rete, si puòcostituireungruppodi lettori impegnatia scambiare reazionie impressioni sotto formadiannotazioniamarginedeltestoedisponibiliadavviarediscussioniattornoatalireazionieimpressioni.Così,seneltestoclassicoastampa,lenotepotevanoveniresolodall’autoreodalcuratore,quilenoteverrannodailettoriedocumenterannounasortadi“messainscena”dell’attocollettivodilettura.

Nonsaràarduointuirelepotenzialitàdidattichediunasimileesperienza.Infatti,sel’allievosisentiràliberodimanifestarelesuereazionieseildocentefaràcapirechesuquesteannotazioninonpesalavalutazioneindividuale,dall’insiemedelleannotazionialtestosipotràricavareungrannumerodiinformazionisucomeilgruppoedentroadessociascunindividuohacondottol’esperienzadilettura,sullezonedeltestosucuisisonopiùaddensate le reazionie sul tipodi annotazionipiù ricorrenti. Inaltri termini, si entrerebbecosìpressoché in tempo realenella fucinadella lettura ricavandonepreziose indicazioni su checosa e comeintervenireper evitare chedeterminati fraintendimenti si tramutino, condensandosi, in errori permanenti.Cosa che è impossibile fare, di solito, quando in sede di valutazione, tramite interrogazione o compitoscritto,siprendeattodiunalacunaormaicostituitaelasisanziona.Perfareunaprimaprovadiquestapratica,ancheinclasse,propongodipartiredauntestopubblico.Come i più ricordano, il Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella ha pronunciato il suodiscorsodiinsediamentodavantialleCamereriuniteil3difebbraiodel2015.Findalleprimeoresuccessivesen’èdiscussoinreteneiblogesuisiti,esuccessivamenteallatv,allaradioesuigiornali.Sonomaturatie

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resipubblicigiudizidiuntipoegiudizidiunaltro.Maperlopiùs’ètrattatodigiudizicomplessivi.

Eppure questo discorso, come tanti altri di tipo politico/istituzionale, è costruito secondo criteri diaccortezzaemisuracheinvitanoacommentieannotazioniditipospecifico,analitico,contestuale.Qualeoccasionemiglioreperprovare il social reading,cioèunapraticadi lettura/scrittura incui ipropricommenti al testo sono condivisi con gli altri lettori e con cui si può arricchire il testo stesso dicollegamentidiognitipo?Riprendendolodal sitodelQuirinale, abbiamoprovatoad inserire il testoufficialedelPresidentenel sitostatunitenseGenius.ChivuolsaperequalcosadiGeniuspuòpartiredaquestoarticolotrattodall’archiviodelquotidianoonlinePost.Selodesidera,puòaggiungercieventualmentequestomiovidepost.IltestointegraleeufficialedeldiscorsodiSergioMattarella,cosìcomefiguradentroGenius,lotrovatequi.Entratedunqueeannotate.Èuninvitodarivolgereatuttigliuominieledonnedibuonavolontàpedagogicaemediale.

Senonaltroserviràa farequelloche, tra l’altro, ilPresidentechiedea tutti, cioè impegnarsi a superare ildivariodigitale.Chiunqueda lettoresocial,anchesenza iscriversi,può introdurreannotazioniscritte,oanche informadivideo;puòinserirelinkallarete;puòrispondereadannotazionidialtri.Nonsolo.IscrivendosiaGeniuspuòmettereinretetestisuoioanchetestichecomunquesianodidominiopubblicoeinvitarealtriadiscuterli.Inquestomodo,conpochissimosforzo,sipuòsperimentareefarsperimentareilsocialreadingcomerisorsadidattica.

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Duestrumentiperlarealizzazioneautonomadiebook

diAndreaPatassini

Comeabbiamovisto,èdavverosemplicepoteresportareuntestorealizzatoconGoogleDrivenelformatoePub.Ilfileottenutociobbligaapensarediaveretralemaniunebookbelloepronto?Nonproprio,quellochesiottieneèuntestofruibilesuqualsiasideviceosoftwarecapacedipoterleggerefileePub.Unebookcome abbiamo visto può presentarsi con un’estensione ePub, ma solitamente risulta più articolato, conspecifichetecnichechenedeterminanoilsuocorrettoutilizzo.Unlibrodigitaleècompostodadiversiparti,unadiquesteènaturalmenteilcontenutocheleggiamofattoditestoedituttoquell’apparatomultimedialechepuòessereintegrato.Cisonoulteriorisezionichenedeterminanolastruttura,lostileel’organizzazionedei contenuti. Sono elementi non visibili agli occhi di chi è interessato alla sola lettura di un ebook,maassumonounruolofondamentaleperchénedeterminanolacorrettapresentazioneefruizione.Perchiè interessatoalla realizzazionediunebookperusodidattico,nonènecessarioconoscerea fondotuttequestecaratteristiche.Adoggiesistonodiversistrumentieservizicheoffronoottimesoluzioniperchivuoleprodurreun ebook inmodo semplice.Queste soluzioni consentonodi produrre agilmente e senzagrandi conoscenze tecniche dei libri digitali di buona fattura, facilmente riproducibili e agibili su tutti idispositivi o software a disposizione. Tra le diverse realtà disponibili, senza dubbio merita di esseresperimentatalasoluzionepropostadaePubEditor.Sesihaildesideriodicuriosarel’usodegliebooknelladidatticae,allostessotempo,dimettereapuntouncontenutodefinitoecompleto,questasoluzionevapiùchebene.InfattiePubEditorconsentedisviluppare,strutturareerealizzareunebookattraversoun’interfacciadifacileusoecherendeimmediateeintuitivemoltepratiche.L’editoradisposizioneconsentediagirefindasubitonellarealizzazionedeltesto.Èpossibileinserireaudio,videoeimmaginiedesportareiltuttonellaversioneePub3.Dicosasi tratta?Un librodigitalesipresentasolitamentecon indicata l’estensione .epub.Nonè ilsoloformatoincircolazione,neesistonodeglialtrima,comesiègiàdetto,questorappresentaunodeipiùdiffusi. La versione ePub3 consente di accogliere tutti i contenuti multimediali come audio e videoall’interno del libro digitale. La versione precedente di ePub, al contrario, non offriva tale opzionegarantendo larealizzazionedi libridigitalicompostisolodi testoe immagini.Nonèun’opzionedapoco,questa dell’aprirsi e dell’aprire alla multimedialità, soprattutto se su questa si investe, riconoscendole epromuovendone specificità e autonomiaenon facendone, come talvolta avviene,un’inerte illustrazionediquanto èpropostonel testo scritto.Dovrebbe essere evidente chequeste aperturenon costituiscono soloaggiunteoappendicisecondarie,mafungonodarisorseprimarieperdeterminatiinsegnamentieinnescanoapprendimentidi tiponuovo: tuttecosecheun librocartaceodasolononpuòfareeche inveceunbuonlibrodigitalepuòsollecitare.UnulteriorevantaggiodiePubEditorèdirealizzareipropriebookattraversoun ambiente online accessibile attraverso semplice iscrizione. Né va trascurato il fatto che in YoutubecompareunanutritaseriedivideotutorialdedicatiaePubEditor.

Un ebook in quanto tale non comporta significativi cambiamenti nella didattica se, ovviamente, non èaccompagnatodaunacrescitadiconsapevolezzarelativaall’oggettoeaimutamenticheinnescanelmodoincuiciapprocciamoalsapereese,infine,ilsuousononcomportaunariflessionegeneralesulrapportofradidatticaepratichedi letturaescritturainambientidigitali.InquestosensoePubEditorfunzionabeneinquantoèpensato,realizzatoepraticatoinrelazioneaicontestididattici.Einfattinell’insiemedeglistrumentiedelle integrazionimesseadisposizionedell’utentecompaionoalcuneopzionipensateespressamenteperrispondereadesigenzediformazione:peresempio,domandearispostamultipla,esercizidrag&drop(con

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lapossibilitàditrascinarespecificielementidaun’areadelloschermoerilasciarliinun’altraarea),questionarivero/falso. Non solo. ePubEditor permette di esportare l’ebook come pacchetto SCORM (ShareableContent Object Reference Model): ossia offre ai docenti la possibilità di inserire il libro digitale inqualunque piattaforma di e-learning garantendo il tracciamento e la raccolta dei dati sulle attività e leinterazionideglistudenti.Questeopzioninonsonodapoco:permettonoinfattidivalorizzareledinamichedi apprendimento sollecitate dalla flessibilità e dalla reticolarità dei libri digitali all’interno di percorsididatticiorganizzati.Nonultimadàlapossibilitàdiattuarelacostruzionedellibrodigitaleinunalogicadicondivisione.Sonoaspetti,questi,moltointeressantiestimolantiperchisioccupadididatticaeintravedenelle caratteristiche tecniche, culturali e didattichedegli ebookdegli spiragli perdar vita ameccanismidiinsegnamento/apprendimentopositivamentecentratisuinterazioneecondivisione.

Esistono comunque altri strumenti a disposizione di chi voglia far un’esperienza autoriale nel campo.Presentanogradidipraticitàefunzionalitàdifferenti.Dunquechivorràmettersiallaprovaeprovarli,dovràmuoveredaunaserenaconsiderazionedelleproprieesigenzeedellepropriedisponibilità.Insomma,dovràrispondereadomandepernullascontate:dicosahobisogno?qualeprogettodidatticovogliocostruire?perottenerechecosa?Dettoquesto,facciamounultimopassoinavanti.

Chiha ildesideriodiandarepiùinprofonditànellarealizzazionediunebookeconoscernedaldidentroalcunedellecaratteristichetecnichepuòservirsidiSigil.Sitrattadiuneditoropensourceperlaproduzionedi libridigitali:natonel2009è, adoggi, incontinuaevoluzioneeaggiornamento.Èpossibile scaricare ilsoftware gratuitamente e installarlo sui sistemi operativiWindows, OS e Linux. Sigil presenta anch’essoun’interfacciagraficaintuitivacheneagevolal’uso,maèsenzadubbiounambientepiùcomplessorispettoaquellidicuisièdettoqui.Ilvantaggiocheoffreall’utenteèdimetterlonellecondizionidiesploraretuttelecaratteristichetecnichediunfileePubedicomprenderecomegestirlee integrarlenellaproduzionediunlibrodigitale.Dicevamoprimachegarantiscefindasubitofamiliarità,ricalcandonell’impiantograficononpochideimotividell’editorstandardcheutilizziamoquotidianamenteperlaproduzioneditestidigitali.Ma,diversamentedaquesto(almenopercomelosipraticadisolito),Sigilconsentedilavoraresuduelivelliditesto:unprimo livellochepresenta la solascritturae restituisceciòchevedràun lettorechevorrà fruiredell’ebook,dunqueun testo formattato (congrassetti, corsivi, link,caratteridifferenti);unsecondo livelloche,invece,mostracomesiarticolailtestoattraversoilcodiceXHTMLchelodetermina.

Mac’èmoltoaltro.Eallora,chivogliavedereecapirelepiùimportantidellecaratteristichediSigil,edancheaverestimoliesuggestioniinvistadirealizzazionipersonali,puòutilmentefarriferimentoadunaseriedivideotutorialchenoidelLaboratoriodiTecnologieAudiovisiveabbiamorealizzatotempofaperesigenzeformative di ambito universitario: si tratta di unpercorsodidatticoper l’insegnamentodi “Informatica ecompetenzedigitali” affidatoaMarioPireddunell’ambitodelCorsodiLaurea inFormazioneeSviluppodelle Risorse Umane (Dipartimento di Scienze della Formazione, Università Roma Tre), cui hopersonalmenteprovvedutoavvalendomianchedellacollaborazionediFrancescaLazzari.Ivideorispondonoappunto a questa esigenza: permettere, a chi, essendo comunque alle prime armi, abbia curiosità edisponibilità a fare, di entrare nel laboratorio di produzione di ebook attraverso una delle sue porteprincipaliedidareconcretezzaaideeeprogettipersonali.

Ilprimovideoproponeun’introduzioneaSigil:lesuecaratteristichegenerali,l’interfacciaadisposizioneeglielementifondamentalidaconoscere.Guardailvideotutorial.

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Il secondo video è dedicato all’editor di testo. Si scoprono tutte le funzioni, gli strumenti messi adisposizione e soprattutto, come s’è detto, la possibilità di accedere alla visualizzazione e all’editing delcodiceXHTML.Guardailvideotutorial.

Il terzovideo si concentra sulle caratteristiche e sull’utilizzodel fogliodistile. Si tratta di un elementofondamentaleper laproduzionedi ebook,necessario a indicare conquali caratteristiche sipresenterà agliocchidellettoreillibrodigitalechesiintenderealizzare.Guardailvideotutorial.

Ilquartovideoèutileaconoscereunaltroelementoessenzialedellibrodigitaleinproduzione,laTableofContent(TOC).Ilvideoillustracomemettereapuntounindicedeicontenutidell’ebook.Guardailvideotutorial.

Il quinto video illustra la funzione fondamentale del content.opf. Si tratta di un elemento necessario agestiretuttiicontenutipresentinellibrodigitale.Guardailvideotutorial.

Ilsestoeultimovideoèdedicatoallecaratteristichediunacopertinaperebook.Facapirequalisonoglielementifondamentalidateneresottocontrolloeledimensionidaadottare.Guardailvideotutorial.