Presentazione standard di PowerPoint...in un mezzo la cui viscosita’ e densita’ fossero pari a...

46
TECNICHE CENTRIFUGATIVE

Transcript of Presentazione standard di PowerPoint...in un mezzo la cui viscosita’ e densita’ fossero pari a...

  • TECNICHE CENTRIFUGATIVE

  • Le tecniche di separazione mediante centrifugazione sfruttano il comportamento

    delle particelle all’interno di un campo centrifugo applicato

  • Lo scopo di tali metodiche e’ quello di esercitare sulle particelle una forza maggiore

    rispetto a quella esercitata dal campo gravitazionale terrestre, in modo tale da

    aumentare la loro velocita’di sedimentazione

  • Grazie a tali metodiche, le particelle che differiscono per densita’, forma o dimensione possono essere separate tra di loro, poiche’

    sedimentano a velocita’ diverse. Ogni velocità risulta direttamente proporzionale al campo

    centrifugo applicato

  • PRINCIPI DI BASE DELLA SEDIMENTAZIONE

    La velocita’ di sedimentazione dipende dal campo centrifugo (G) applicato, che e’

    diretto radialmente verso l’esterno; esso e’ funzione della velocita’ angolare del

    rotore (, in radianti/sec) e della distanza della particella dall’asse di

    rotazione (r, in cm), in base all’equazione:

    G= 2 r

  • Essendo una rivoluzione del rotore pari a

    2 radianti, la velocita’ angolare del rotore,

    in radianti al secondo, puo’ facilmente essere espressa in termini di rivoluzioni al minuto (rpm),

    ovvero:

    = 2rpm/60

  • Il campo centrifugo (G) espresso in rpm diventa:

    G= 2r 42(rpm)2r/3600

    ed e’ generalmente espresso in multipli del campo gravitazionale terrestre, cioe’ come

    rapporto tra il peso della particella sottoposta al campo centrifugo ed il peso della stessa in

    presenza della sola forza di gravita’

  • Quindi, “ G ” e’ definito in termini di

    campo centrifugo relativo (RCF) o, piu’ comunemente, come “ numero di g”

    (dove g è il campo gravitazionale terrestre, pari a 980 cm·s-2):

    RCF= G/980

    RCF= (1,1·10 –5 ) rpm2 ·r

  • Raggio del rotore mm

    NOMOGRAMMA

    Allineando due valori, ad es. il raggio del rotore e la forza centrifuga relativa si può leggere sulla terza colonna, direttamente come intercetta della retta, il valore in rpm cercato.

    due valori noti terzo valore ottenuto

    Forza Centrifuga Relativa RCF o x g

    Velocità di rotaz. per minuto rpm

  • Si deve tener presente che la velocita’ di sedimentazione di una particella dipende non

    solo dal campo centrifugo applicato, ma anche dalla sua massa, densita’ e forma, oltre che dalla densità e viscosita’ del

    solvente in cui avviene la sedimentazione

  • Nel corso della sedimentazione, inoltre, la particella e’ sottoposta ad una forza netta verso l’esterno (F),

    che e’ data dall’espressione:

    F=4/3 rp 3

    (p - m ) 2r

    » 4/3 rp3=volume della sfera di raggio rp

    » p =densita’ della particella

    » m =densita’ del mezzo » r= distanza della particella dal centro di

    rotazione

  • Tuttavia, le particelle generano attrito quando migrano attraverso la soluzione; se si assume che la

    particella sia sferica e che si muova con velocita’ nota, allora la forza d’attrito che si oppone al moto

    della particella e’ data dalla legge di Stokes:

    ƒ0 = 6rp

    » ƒ0= coefficiente d’attrito per una particella sferica

    » = coefficiente di viscosita’ del mezzo

    » = velocita’di sedimentazione della particella

  • Una particella di volume e densita’ noti, in un mezzo a densita’ costante, sara’ percio’ accelerata in un campo centrifugo fino a quando la forza applicata sulla particella stessa sara’ uguale alla forza d’attito,

    cioe’ quando:

    F = ƒ0

    4/3 rp3(p- m)

    2r= 6rp

  • In pratica, le due forze si eguagliano abbastanza rapidamente, con il risultato che la

    particella sedimenta a velocita’ costante; quindi, la velocita’ e’ data da:

    = dr/dt = 2/9 · rp 2

    (p- m) 2r/

  • Integrando tale equazione, e’ possibile ricavare il tempo di sedimetazione di una particella sferica sottoposta ad un campo

    centrifugo, in funzione delle variabili implicate e della lunghezza del percorso compiuto dalla

    particella nella provetta da centrifuga:

    t = 9/22

    rp 2

    (p- m) · ln rb/rt

    » t =tempo di sedimentazione in secondi

    » rt =distanza radiale dall’asse di rotazione al menisco del liquido

    » rb = distanza radiale dall’asse di rotazione al fondo della provetta

  • La velocita’ di sedimentazione puo’ anche essere espressa in termini di velocita’ di

    sedimentazione per unita’ di campo centrifugo applicato, comunemente detta

    “coefficiente di sedimentazione” (s). Se il mezzo ha una composizione definita, la

    velocita’ di sedimentazione e’ proporzionale a

    2r, quindi l’equazione si semplifica in:

    =s 2r

    s= / 2r

  • Gli studi di velocita’ di sedimentazione possono essere eseguiti impiegando svariati sistemi

    soluto-solvente; il valore misurato del coefficiente di sedimentazione, influenzato dalla temperatura,

    dalla densita’ e dalla viscosita’ della soluzione, viene spesso corretto nel valore che si otterrebbe in un mezzo la cui viscosita’ e densita’ fossero pari

    a quelle dell’ acqua a 20ºC, espresso come “coefficiente di sedimentazione standard”

    (S20,w)

  • N.B.:I coefficienti di sedimentazione della maggior parte delle strutture biologiche sono

    molto piccoli e, per comodita’, viene presa come unita’ di misura il valore di 10

    -13 secondi,

    che viene definito come “unita’ di Svedberg” (S)

  • 1 S (Svedberg) = 10-13 sec

  • CENTRIFUGHE E LORO UTILIZZO

    Le centrifughe possono essere classificate in quattro categorie principali:

    piccole centrifughe da banco;

    centrifughe refrigerate a grande capacita’;

    centrifughe refrigerate ad alta velocita’;

    ultracentrifughe

  • PICCOLE CENTRIFUGHE DA BANCO

    » Sono le piu’ semplici e le meno costose

    » Impiegate solitamente per raccogliere piccole quantita’ di materiale che sedimenta rapidamente

    » Velocita’ max compresa tra 4000-6000 rpm

    » Operano generalmente a temperatura ambiente

  • CENTRIFUGHE REFRIGERATE A GRANDE CAPACITA’

    » Hanno una velocita’ max di 600 rpm

    » Sono dotate di camere del rotore refrigerate

    » Possono impiegare una varieta’ di rotori intercambiabili

  • CENTRIFUGHE REFRIGERATE AD ALTA VELOCITA’

    » Velocita’ max di 25.000 rpm

    » Rotori intercambiabili

    » Impiegate soprattutto nella raccolta di microrganismi,frammenti cellulari e organuli cellulari

  • ULTRACENTRIFUGHE

    » Preparative: » Velocita’ max di 80.000 rpm;

    » Camera del rotore refrigerata, blindata e sottovuoto;

    » Sofisticato sistema di controllo della temperatura

    » Analitiche: » Velocita’ max di 70.000 rpm;

    » Camera del rotore refrigerata, blindata e sottovuoto;

    » Dotate di un sistema ottico per l’osservazione del materiale

  • Tipi di centrifughe

    Centrifughe da banco

    Ultracentrifughe

    centrifuga

  • VELOCITA' BASSA MEDIA ALTA ULTRA

    Velocità (rpm) 7.000 14.000 26.000 100/150.000

    Gravità (xg) 7.200 18.000 75.000 800/901.000

    Capacità 9 litri 1 litro 3 litri 1.500/40 ml

    Raffreddamento no alcune tutte tutte

    Vuoto no no alcune tutte

    Velocità di centrifugazione

  • SISTEMA DI ULTRACENTRIFUGA ANALITICA CON SISTEMA OTTICO

    DI SCHLIEREN

  • PRINCIPALI TIPI DI ROTORI

    » Rotori a bracci oscillanti;

    » Rotori ad angolo fisso;

    » Rotori per tubi ad alloggiamento verticale

  • ROTORI AD ANGOLO FISSO

    » Le provette sono poste in cavita’ scavate nel corpo del rotore e formano un angolo fisso tra 14° e 40º rispetto alla verticale

  • # Coperchio del rotore (a tenuta d’aria)

    Coperchio del tubo da centrifuga

    Asse di rotazione

    Rotori ad angolo fisso - hanno gli alloggiamenti per i tubi disposti circolarmente attorno all’asse di rotazione ad un certo angolo prefissato che varia in genere tra 20° e 40°. Quando le particelle sono proiettate contro le pareti, scivolano verso il fondo con la formazione del pellet.

    ROTORI

  • ROTORE A BRACCI OSCILLANTI

    » Possiede bracci che durante l’accelerazione del rotore si portano in posizione orizzontale, in modo tale che la provetta sia perpendicolare all’asse di rotazione e parallela al campo centrifugo applicato

  • Rotori oscillanti o ad angolo mobile - A riposo, i tubi rimangono in

    posizione orizzontale, ma quando il rotore inizia a girare, per effetto della

    accelerazione centrifuga, i tubi ruotano sui perni verso l’esterno,

    disponendosi orizzontalmente. I rotori oscillanti consentono una

    formazione di bande di sedimento ben differenziate e di pellet più

    uniformi, ma hanno una maggiore delicatezza rispetto ai rotori ad angolo

    fisso.

    ROTORI

  • ROTORI PER TUBI AD ALLOGGIAMENTO VERTICALE

    » Rotore ad angolo fisso nullo, in cui le provette sono sempre allineate verticalmente al corpo del rotore

  • Tipi di rotori

    Rotore ad angolo fisso

    Rotore swing-out

    • Rotore zonale

  • Metodi di separazione nell’ultracentrifugazione

    preparativa

  • CENTRIFUGAZIONE DIFFERENZIALE

    » Il materiale che dev’essere diviso nelle sue componenti viene separato in un certo numero di frazioni per centrifugazioni successive, aumentando gradualmente il campo centrifugo applicato

    » N.B. :Alla fine di ogni centrifugazione solo il pellet viene lavato, risospeso e ricentrifugato

  • Centrifugazione differenziale

    la centrifugazione di una sospensione di particelle per un tempo determinato provoca la formazione di un sedimento e di un sovranatante

  • Centrifugazione differenziale

  • » La centrifugazione differenziale e’ la tecnica piu’ usata per l’isolamento degli organuli cellulari da omogenati di tessuto

  • CENTRIFUGAZIONE IN GRADIENTE DI DENSITA’

    Metodo che viene usato quando e’ richiesta una separazione quantitativa di tutti i componenti di una miscela di particelle.

    Si utilizza una soluzione la cui densità aumenta in gradiente, ma la densita’ massima non deve superare quella delle

    particelle piu’ dense da separare.

    Tipi di gradiente:

    a) Continuo

    b) Discontinuo

    c) Una barriera di densità a gradino singolo per sedimentare

    selettivamente una particella

  • Separazione isopicnica su gradiente di densita’

    » Centrifugazione isopicnica: dipende unicamente dalla densita’ idrostatica della particella

  • SEPARAZIONE ISOPICNICA SENZA GRADIENTE PREFORMATO

    » Il campione viene mescolato con il mezzo che costituisce il gradiente, anziche’ stratificarlo in un gradiente preformato

  • Centrifugazione isopicnica

    Si basa sulla formazione di un gradiente ripido (molte sostanze come il saccarosio o il Ficoll creano dei gradienti durante la centrifugazione). Si mescola il campione da separare con la sostanza appropriata e si centrifuga per il tempo necessario per la formazione dei gradienti. Le particelle sedimentano in funzione della loro densità (si posizionano dove la loro densità è uguale a quella del mezzo).

  • All’inizio le particelle sono stratificate al di sopra del gradiente (A), alla fine (Z) sono sedimentate in funzione delle loro dimensioni, della loro densità e della densità del mezzo.

    Cam

    po c

    entr

    ifugo

    Gra

    die

    nte

    di densità

    Campione

    Particelle piccole

    Particelle medie

    Particelle grandi

    A Z

    Centrifugazione zonale

    Si crea un gradiente poco ripido e le macromolecole si separeranno in funzione della massa ( quelle più grandi si muoveranno più velocemente)

  • MATERIALI PER GRADIENTI DI USO COMUNE E LORO APPLICAZIONI

  • La purificazione (e concentrazione) di macromolecole biologiche può essere effettuata mediante ultracentrifugazione in gradiente all’equilibrio di densità di cloruro di cesio-bromuro di etidio.

    Le due differenti forme di DNA possono essere separate mediante ultracentrifugazione in gradiente di densità di CsCl/EtBr, una tecnica di separazione che sfrutta le differenze di densità delle diverse molecole.

    DNA circolare chiuso e superavvolto intercala una certa quantità di etidio limitata. In questo caso la molecola assume una forma più compatta, con il conseguente incremento della densità di galleggiamento. Molecole di DNA circolari rilassate e lineari sono invece in grado di intercalare una maggiore quantità di etidio che ne provoca un maggior srotolamento. Di conseguenza il DNA lineare sarà meno denso.

    Isolamento e concentrazione di macromolecole