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Il totalitarismo presupposti filosofici

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Il totalitarismo

presupposti filosofici

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Indice della presentazione

Definizione di totalitarismo

I teorici moderni del totalitarismo: Hegel, Comte, Marx

Il totalitarismo moderno come ritorno al paganesimo e come espressione della cultura europea

La dottrina del Fascismo

Popper e il totalitarismo

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Il totalitarismo

• Il totalitarismo è un idealtipo usato da alcuni scienziati politici e storici perspiegare le caratteristiche di alcuni regimi nati nel XX secolo, che mobilitaronointere popolazioni nel nome di un'ideologia o di una nazione.

• È il termine più usato dagli storici per definire un tipo di regime politico,affermatosi nel XX secolo al quale possono essere ricondotti il nazismo, ilfascismo e il comunismo di matrice marxista-leninista. Il regime totalitario ècaratterizzato soprattutto dal tentativo di controllare capillarmente la società intutti gli ambiti di vita, imponendo l'assimilazione di un'ideologia: il partito unicoche controlla lo Stato non si limita cioè a imporre delle direttive, ma vuole mutareradicalmente il modo di pensare e di vivere della società stessa.

• Il termine totalitarismo, inoltre, è usato nel linguaggio politico, storico e filosoficoper indicare "la dottrina o la prassi dello stato totalitario", cioè di qualsiasi statointenda ingerire nell'intera vita, anche privata, dei suoi cittadini, al punto daidentificarsi in essi o da far identificare essi nello Stato.

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I teorici del totalitarismo

il primo grande teorico del totalitarismo moderno è Hegel:

«Lo Stato è la totalità etica … l’ingresso di Dio nel mondo è loStato… solo nello Stato l’uomo ha esistenza razionale… tuttociò che l’uomo è, egli lo deve allo Stato: solo in esso eglirealizza la sua essenza …. Lo Stato non esiste per i cittadini: sipotrebbe dire che esso è il fine e quelli sono i suoi strumenti …l’elemento divino dello Stato è l’idea, come presente sullaterra…»

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I teorici del totalitarismo

Comte:

Non essendoci alcuna verità è la storia a decidere tutto. Le tesi filosofiche piùdiverse affiorano e scompaiono nel grande fiume della storia, che tutto trascina consé: e Comte propone di stare a guardare, senza passione, senza nostalgia e senzasperanza, adorando ora l'uno ora l'altro dei mostri che emergono dalle acque.

Come per Marx ed Hegel la storia è per lui un cammino (reso sensato dallaimmanenza in essa della Divinità, che anche per Comte, come per gli altri due, èl'Uomo, l'Umanità) verso il meglio, verso una meta di piena e totale attuazionedell'Umanità, ossia verso la autodivinizzazione dell'Umanità. La storia è perciò, perlui come per Marx ed Hegel, inesorabile, inevitabile Progresso, non dipendentedalla libertà umana, che per lui, come per gli altri due, non esiste, ma da unanecessità inarrestabile. Ne segue che anche per lui il nuovo è perciò stesso miglioredell'antico. L'unico problema resta allora quello di sapere se una cosa è attuale ono, mentre diventa irrilevante sapere se sia giusta o no, vera o no

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La società organica positivista

Compito della sociologia è quello di disegnare un progetto di nuova società organica, che componga due istanze

• ordine (oggetto della statica sociale) unilateralmente affermato dai reazionari, e messo in crisi dalla Riforma e dallaRivoluzione Francese,

• progresso (oggetto della dinamica sociale) unilateralmente affermato dai rivoluzionari, i cui dogmi sono inaccettabili,dato che la libertà illimitata equivale al caos, e anche l'eguaglianza appare come una chimera irraggiungibile.

Dunque la società positiva, quale lui la immagina è una società organica, ma la sua qualifica è di essere in realtàtotalitaria: nessuno spazio di pluralismo, di libertà e di senso critico, ma amorfo amalgama collettivistico dominato daipotenti (banchieri, finanzieri, industriali), che coadiuvati dagli scienziati, sceglieranno che cosa di volta in volta far credereal popolo (mescendo con sapiente arte verità scientifiche e menzogne sentimentali).

La nuova società sarà retta da una Nuova Religione, la religione atea dell'Umanità. Questa avrà un suo Dio, a suo modotrino:

• il Grande Essere: l'Umanità, il vero Essere Supremo, in cui sarà incorporato chi sarà stato altruista,

• il Grande Feticcio: la Terra, che ci nutre, animata da una volontà cieca ma inesauribilmente benefica,

• il Grande Mezzo: lo Spazio, ricettacolo benevolo, dotato di "flessibilità simpatica".

Avrà i suoi santi (i benefattori del Genere umano), i suoi angeli (donne angelicate), i suoi Templi e i suoi Riti, le sue feste,un suo Calendario.

• Comte stesso si candidò ad essere il Gran Sacerdote di questa nuova Religione dell'Umanità.

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Le concezioni totalitarie

La concezione totalitaria dello Stato, già presente in età antica(soprattutto in Platone), rinasce prepotentemente in epocamoderna a causa dell’affermazione di filosofie che perdono ilriferimento reale al cristianesimo, o affermando nuovemitologie (il positivismo: il Progresso, la Scienza, ecc.), oaffermando il cristianesimo snaturandolo (l’idealismo, che, puraffermando la validità del cristianesimo, ritiene la filosofiasuperiore alle verità della fede, in quanto queste si fondano sufatti contingenti).

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La nascita di nuove religioni

Il cristianesimo aveva laicizzato la filosofia e la politica, liberandole dalloro tratto religioso e salvifico.

La rinascita di filosofie pagane totalizzanti porta necessariamente acredere che ogni cosa trovi il suo senso entro un orizzonte terreno.

La trascendenza è persa. Le anime sono perse. I corpi sono persi.

La Storia diventa l’unica dimensione (di cui si conoscono le leggi) entrocui si realizza necessariamente il destino degli uomini, non dei singoliuomini in carne ed ossa, ma delle entità collettive protagoniste deigrandi eventi (le nazioni, le razze, le classi, gli stati, l’umanità), guidate erappresentate dagli uomini eccezionali.

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I totalitarismi del Novecento

Il Novecento, ed in particolare il periodo tra le due guerre mondiali, ha vistola nascita e l’affermazione di regimi totalitari:

Il Comunismo sovietico, il Nazionalsocialismo tedesco, ed il Fascismo italiano.

Comprenderne i presupposti filosofici, le condizioni storiche (economiche,sociali e politiche), le affinità e le differenze.

Iniziamo a studiare il Fascismo, che, pur concependosi come movimentototalitario, non è riuscito a realizzare compiutamente i suoi obiettivi.

Le pagine che seguono sono tratte dalla voce «Fascismo» dell’EnciclopediaItaliana del 1931, scritta dallo stesso Mussolini insieme al filosofo GiovanniGentile.

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Il Fascismo come filosofia e fede.

FASCISMO. - Movimento politico italiano creato da Benito Mussolini.

Dottrina.

Idee fondamentali. - Come ogni salda concezione politica, il fascismo è prassi ed èpensiero, azione a cui è immanente una dottrina, e dottrina che, sorgendo da undato sistema di forze storiche, vi resta inserita e vi opera dal di dentro. Ha quindiuna forma correlativa alle contingenze di luogo e di tempo, ma ha insieme uncontenuto ideale che la eleva a formula di verità nella storia superiore del pensiero.Non si agisce spiritualmente nel mondo come volontà umana dominatrice divolontà senza un concetto della realtà transeunte e particolare su cui bisogna agire,e della realtà permanente e universale in cui la prima ha il suo essere e la sua vita.Per conoscere gli uomini bisogna conoscere l'uomo; e per conoscere l'uomobisogna conoscere la realtà e le sue leggi. Non c'è concetto dello stato che non siafondamentalmente concetto della vita: filosofia o intuizione, sistema d'idee che sisvolge in una costruzione logica o si raccoglie in una visione o in una fede, ma èsempre, almeno virtualmente, una concezione organica del mondo.

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Fascismo= Totalitarismo

«per il fascista, tutto è nello stato, e nulla diumano o spirituale esiste, e tanto meno havalore, fuori dello stato. In tal senso ilfascismo è totalitario, e lo stato fascista,sintesi e unità di ogni valore, interpreta,sviluppa e potenzia tutta la vita del popolo.»

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Fascismo=sacrificio alla divinità

«Il mondo per il fascismo non è questo mondo materiale che apparealla superficie, in cui l'uomo è un individuo separato da tutti gli altri eper sé stante, ed è governato da una legge naturale, che istintivamentelo trae a vivere una vita di piacere egoistico e momentaneo. L'uomo delfascismo è individuo che è nazione e patria, legge morale che stringeinsieme individui e generazioni in una tradizione e in una missione, chesopprime l'istinto della vita chiusa nel breve giro del piacere perinstaurare nel dovere una vita superiore libera da limiti di tempo e dispazio: una vita in cui l'individuo, attraverso l'abnegazione di sé, ilsacrifizio dei suoi interessi particolari la stessa morte, realizzaquell'esistenza tutta spirituale in cui è il suo valore di uomo.»

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La vita come lotta senza fine

«Concepisce la vita come lotta, pensando che spetti all'uomoconquistarsi quella che sia veramente degna di lui, creandoprima di tutto in sé stesso lo strumento (fisico, morale,intellettuale) per edificarla. Così per l'individuo singolo, cosìper la nazione, così per l'umanità. Quindi l'alto valore dellacultura in tutte le sue forme (arte, religione, scienza), el'importanza grandissima dell'educazione. Quindi anche ilvalore essenziale del lavoro, con cui l'uomo vince la natura ecrea il mondo umano (economico, politico, morale,intellettuale).»

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Fascismo=religione=sistema di pensiero

«Il fascismo è una concezione religiosa, in cui l'uomo èveduto nel suo immanente rapporto con una legge superiore,con una Volontà obiettiva che trascende l'individuoparticolare e lo eleva a membro consapevole di una societàspirituale. Chi nella politica religiosa del regime fascista si èfermato a considerazioni di mera opportunità, non ha intesoche il fascismo, oltre a essere un sistema di governo, è anche,e prima di tutto, un sistema di pensiero.»

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Fascismo=hegelismo

«Il fascismo è una concezione storica, nella qualel'uomo non è quello che è se non in funzione delprocesso spirituale a cui concorre, nel gruppo familiaree sociale, nella nazione e nella storia, a cui tutte lenazioni collaborano. Donde il gran valore dellatradizione nelle memorie, nella lingua, nei costumi,nelle norme del vivere sociale. Fuori della storia l'uomoè nulla.»

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Fascismo=hegelismo

«Antiindividualistica, la concezione fascista è per lo stato; ed è perl'individuo in quanto esso coincide con lo stato, coscienza e volontàuniversale dell'uomo nella sua esistenza storica. È contro il liberalismoclassico, che sorse dal bisogno di reagire all'assolutismo e ha esauritola sua funzione storica da quando lo stato si è trasformato nella stessacoscienza e volontà popolare. Il liberalismo negava lo statonell'interesse dell'individuo particolare; il fascismo riafferma lo statocome la realtà vera dell'individuo.»

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Diverso dal nazismo

«Non razza, né regione geograficamente individuata,ma schiatta storicamente perpetuantesi, moltitudineunificata da un'idea, che è volontà di esistenza e dipotenza: coscienza di sé, personalità.

Questa personalità superiore è bensì nazione in quantoè stato. Non è la nazione a generare lo stato»

(a differenza di quanto pensa Hitler)

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Lo Stato crea il diritto

«Anzi la nazione è creata dallo stato, che dà al popolo,consapevole della propria unità morale, una volontà, e quindiun'effettiva esistenza. Il diritto di una nazione all'indipendenzaderiva non da una letteraria e ideale coscienza del proprio essere,e tanto meno da una situazione di fatto più o meno inconsapevolee inerte, ma da una coscienza attiva, da una volontà politica in attoe disposta a dimostrare il proprio diritto: cioè, da una sorta di statogià in fieri. Lo stato infatti, come volontà etica universale, ècreatore del diritto.»

(il volere volente non ha di fronte a sé nessun oggetto che lopreceda o che lo limiti: attualismo gentiliano)

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Lo stato totalitario

«Lo stato fascista, forma più alta e potente della personalità, è forza,ma spirituale. La quale riassume tutte le forme della vita morale eintellettuale dell'uomo. Non si può quindi limitare a semplici funzionidi ordine e tutela, come voleva il liberalismo. Non è un semplicemeccanismo che limiti la sfera delle presunte libertà individuali. Èforma e norma interiore, e disciplina di tutta la persona; penetra lavolontà come l'intelligenza. Il suo principio, ispirazione centraledell'umana personalità vivente nella comunità civile, scende nelprofondo e si annida nel cuore dell'uomo d'azione come delpensatore, dell'artista come dello scienziato: anima dell'anima»

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Totalitarismo: platonismo politico

«Il fascismo insomma non è soltanto datore dileggi e fondatore d'istituti, ma educatore epromotore di vita spirituale. Vuol rifare non leforme della vita umana, ma il contenuto, l'uomo,il carattere, la fede. E a questo fine vuoledisciplina, e autorità che scenda addentro neglispiriti, e vi domini incontrastata.»

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Il Fascismo = un fatto nuovo nella storia

«Le negazioni fasciste del socialismo, della democrazia, del liberalismo, non devono tuttavia far credere che il fascismo voglia respingere il mondo a quello che esso era prima di quel 1789, che viene indicato come l'anno di apertura del secolo demo-liberale.

Non si torna indietro. …

Un partito che governa totalitariamente una nazione, è un fatto nuovo nella storia. Non sono possibili riferimenti e confronti»

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Gli individui sono pensabili solo all’interno dello Stato

«Caposaldo della dottrina fascista è la concezione dello stato,della sua essenza, dei suoi compiti, delle sue finalità. Per ilfascismo lo stato è un assoluto, davanti al quale individui egruppi sono il relativo. Individui e gruppi sono "pensabili" inquanto siano nello stato. Lo stato liberale non dirige il giuocoe lo sviluppo materiale e spirituale delle collettività, ma silimita a registrare i risultati; lo stato fascista ha una suaconsapevolezza, una sua volontà; per questo si chiama unostato "etico".»

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Lo stato è il passato, il presente e soprattutto il futuro

«Lo stato così come il fascismo lo concepisce e attua è un fattospirituale e morale, poiché concreta l'organizzazione politica, giuridica,economica della nazione e tale organizzazione è, nel suo sorgere e nelsuo sviluppo, una manifestazione dello spirito. Lo stato è garante dellasicurezza interna ed esterna, ma è anche il custode e il trasmettitoredello spirito del popolo così come fu nei secoli elaborato nella lingua,nel costume, nella fede. Lo stato non è soltanto presente, ma è anchepassato e soprattutto futuro. È lo stato che trascendendo il limite brevedelle vite individuali rappresenta la coscienza immanente dellanazione.»

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Dopo il 1929 (crollo di Wall Street) trionfa lo statalismo

«Dal 1929 a oggi, l'evoluzione economica politicauniversale ha ancora rafforzato queste posizionidottrinali. Chi giganteggia è lo stato. Chi puòrisolvere le drammatiche contraddizioni delcapitalismo è lo stato.»

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Fascismo statalista e rivoluzionario

«Se chi dice liberalismo dice individuo, chi dice fascismo dice stato.Ma lo stato fascista è unico ed è una creazione originale. Non èreazionario, ma rivoluzionario, in quanto anticipa le soluzioni dideterminati problemi universali quali sono posti altrove nel campopolitico dal frazionamento dei partiti, dal prepotere delparlamentarismo, dall'irresponsabilità delle assemblee, nel campoeconomico dalle funzioni sindacali sempre più numerose e potenti sianel settore operaio come in quello industriale, dai loro conflitti e dalleloro intese; nel campo morale dalla necessità dell'ordine, delladisciplina, della obbedienza a quelli che sono i dettami morali dellapatria. Il fascismo vuole lo stato forte, organico e al tempo stessopoggiato su una larga base popolare.»

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La novità è che il popolo serve volentieri il tiranno

«Uno stato che poggia su milionid'individui che lo riconoscono, losentono, sono pronti a servirlo, non è lostato tirannico del signore medievale.Non ha niente di comune con gli statiassolutistici di prima o dopo l' '89.»

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Totalitarismo concordatario

«Lo stato fascista non rimane indifferente di fronte al fatto religioso ingenere e a quella particolare religione positiva che è il cattolicismoitaliano. (Mussolini ha un approccio puramente politico, rispetta il«cattolicismo italiano» pur disprezzando il cristianesimo) Lo stato nonha una teologia, ma ha una morale. Nello stato fascista la religioneviene considerata come una delle manifestazioni più profonde dellospirito; non viene, quindi, soltanto rispettata, ma difesa e protetta. Lostato fascista non crea un suo "Dio" così come volle fare a un certomomento nei delirî estremi della Convenzione, Robespierre; né cercavanamente di cancellarlo dagli animi come fa il bolscevismo; il fascismorispetta il Dio degli asceti, dei santi, degli eroi e anche il Dio così com'èvisto e pregato dal cuore ingenuo e primitivo del popolo.»

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Imperialismo come segno di vitalità

«Per il fascismo la tendenza all'impero, cioèall'espansione delle nazioni, è unamanifestazione di vitalità; il suo contrario, o ilpiede di casa, è un segno di decadenza:popoli che sorgono o risorgono sonoimperialisti, popoli che muoiono sonorinunciatari.»

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Popper e il totalitarismo

Nelle opere «la società aperta e isuoi nemici» e «miseria dellostoricismo», Popper critica iltotalitarismo, attraverso unademarcazione tra società aperta esocietà chiusa, individuando lecaratteristiche essenziali deltotalitarismo, che per Popper, adifferenza di altri studiosi delfenomeno come ad esempioHannah Arendt, esiste findall’antichità (Platone ne è uno deimassimi teorici nella «Repubblica»)

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Il totalitarismo secondo Popper

Società chiusa: la società tribale, che interpreta se stessa comenaturale, sacra e immutabile. E’ collettivista, gerarchica, organica.

Si fonda su alcuni strumenti concettuali e politici:

1. Essenzialismo metodologico (si conosce la vera essenza delle cose)

2. Collettivismo (gli individui valgono solo come parti del tutto, il tutto vale più delle parti)

3. Teoria organica dello Stato (lo stato è un individuo)

4. Tecnocrazia (devono governare i competenti)

5. Storicismo (la storia è governata da leggi necessarie che possono essere conosciute, e quindi è possibile prevedere il futuro)

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Il totalitarismo secondo Popper

La società aperta, invece sa di essere unacostruzione soggetta al cambiamento, conrelazioni astratte ed individualistiche.

Quindi…

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La questione non è chi, ma come

La questione che tutti si pongono è stata sempre: "chi deve governare?"Questa domanda ha provocato risposte definiti sterili, tipo: i migliori, ifilosofi, un sovrano illuminato, il popolo, la razza superiore. Si tratta anchedi una risposta falsa perché presuppone governanti buoni ed onesti. PerPopper occorre liberarsi di questa domanda, superandola con un'altra:«Come possiamo organizzare le istituzioni politiche in modo da impedireche i governanti cattivi ed incompetenti facciano troppo danno?»Serve un controllo istituzionale dei governanti. Solo attuandolorisolveremo il paradosso delle democrazie, ovvero il paradosso di unpopolo che sceglie la tirannide, come è accaduto in Germania conl'avvento di Hitler