Presentazione iulmbarcamp

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Buzz Marketing nei social media Milano, 8 giugno 2010 Umberto Lisiero

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Buzz Marketing nei social media

Milano, 8 giugno 2010

Umberto Lisiero

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Americans make about2.3 billion brand

impressions a day just through conversation.

- Keller Fay Group

Americans make about2.3 billion brand

impressions a day just through conversation.

- Keller Fay Group

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Sportmain

Potenziale collasso a causadel marasma informativo

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Cosa significa brand nell’era della conversazione?Cosa significa brand nell’era della conversazione?

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BRAND è anche l’insieme delle conversazioni attorno a un prodotto/servizio dei (reali e potenziali) consumatori

Dalla Brand Image alla Brand ReputationDalla Brand Image alla Brand Reputation

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Forum, blog e social network sono sempre più una risorsa di informazione per i consumatori

Forum, Blog & Social Network = Persone

Forum, blog e social network sono sempre più una risorsa di informazione per i consumatori

Forum, Blog & Social Network = Persone

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Avrei proprio bisogno di una vacanza

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Cosa cambia per le imprese con il web 2.0?

…potenzialmente dovrebbero cambiare molte cose… due, a mio avviso, le principali:

1. basare il modello di business più su un servizio intangibile che sulla sola vendita di prodotti (vedi Amazon)

2. l'utente, sempre più "smaliziato", sempre più protagonista, desidera assolutamente dire la sua

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I clienti che in ottica business si rivelano di maggior importanza non sono necessariamente coloro che spendono di più, ma possano invece essere quelli che, parlando di un prodotto/servizio, sono in grado di attirare al brand nuovi consumatori.

La fiducia da pari a pari, quindi, si dimostra sempre più l’arma vincente per incuriosire il pubblico di potenziali clienti e spingerlo all’acquisto.

Una semplice considerazione…

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Peer-to-Peer Credibility

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Buzz marketing è creare rumore (buzz è una parola onomatopeica che richiama il brusio delle api), conversazioni che parlino di prodotti, aziende e marche. E’ un particolare ed innovativo modo di fare comunicazione che, nella sua connotazione online, vuole sfruttare il potenziale positivo del passaparola con e nella Rete.

Secondo Emanuel Rose, l’autore del best-seller The anatomy of buzz. How to create Word of Mouth Marketing, il buzz si contraddistingue dal viral marketing, in quanto contestualizzato nell’ambiente della Rete.

Se è infatti vero che il web può essere considerato una sorta di conversazione in corso, risulta allora quanto mai importante individuare i network nei quali il ronzio dei messaggi circa prodotti, servizi e iniziative possa risultare amplificato e quindi, almeno potenzialmente, più incisivo.

Cos’è il Buzz Marketing? (1)

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Con blog, forum, social network, i mercati sono sempre più conversazionali per citare la prima e forse la più celebre tesi di quel “testo sacro” della comunicazione che è Cluetrain Manifesto. Questo significa che le aziende devono essere pronte e disponibili a mettersi in ascolto e dialogare con i propri utenti/clienti, senza fare affidamento sulle sole pubbliche relazioni di tipo tradizionale e monodirezionale.

Per un'azienda è infatti fondamentale accrescere la notorietà del brand insieme ad una buona reputazione.Il segreto, quindi, è quello di coinvolgere direttamente i potenziali e reali clienti sfruttando le potenzialità di quel mezzo interattivo per eccellenza che è il Web.

Cos’è il Buzz Marketing? (2)

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Paul Lazarsfeld, analizzando le elezioni americane, individuò l'importanza del passaparola attorno alla metà del Novecento teorizzando il Two steps flow of communication, ossia il flusso di comunicazione a due stadi.

Gli elettori ricevevano informazioni sia direttamente dai media e dai candidati, sia da mediatori (gli opinion leader) che riportavano, commentando e analizzando, notizie e dati appresi da altri.

Il ruolo di questi mediatori, non semplici trasmettitori ma veri e propri filtri che rielaborano l'informazione, e la loro influenza, avevano una notevolissima ricaduta sul processo comunicativo.

un esempio delle sfere di influenza dei blogger

Passaparola e Opinion leader

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Diavolo o acqua santa?

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I “comandamenti” del W.O.M. (1)

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I “comandamenti” del W.O.M. (2)

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1. Monitorare il web per comprendere come la Rete parli del brand/prodotto/servizio e scoprire gli spazi dove le conversazioni siano più attive;

2. Entrare in contatto con gli utenti negli spazi più gettonati (forum, blog, social network)3. Tentare il coinvolgimento dei talker più attivi

Come coinvolgere?

1. Fornendo una esperienza online2. Instaurando un dialogo per presentare il prodotto/servizio e rispondere a dubbi/curiosità3. Raccogliendo e facendo propri i feedback4. Facendo testare direttamente il prodotto/servizio agli utenti più attivi

How-to: Buzz for dummies

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Buzz? Dai blog ai social network…

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…ai motori di ricerca

Ormai circa l’80% dei consumatori prima di acquistare un prodotto/servizio cerca nel web informazioni in merito

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Renault Koleos:community conversation (3)

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E ora un po’ di sana autopromozione :)

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