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PIANTE BASILICALI La chiesa si sviluppa lungo un asse longitudinale. Entrando dal portone centrale la convergenza ottica delle colonne e delle arcate, il loro ripetersi ritmico, insieme a quello delle figure e dei fregi, accompagna il percorso visivo dell'osservatore in direzione dell'abside e dell'altare. Nell'interazione che si crea fra ambiente e osservatore, viene sollecitato, oltre al percorso visivo, anche quello reale verso l'altare. Lo spazio interno e la sua organizzazione diventano simbolo della vita stessa, fornita di un principio e di una fine che per il fedele si identifica con Cristo. Santa Sabina (Roma)

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PIANTE BASILICALI

La chiesa si sviluppa lungo un asse longitudinale.

Entrando dal portone centrale la convergenza ottica delle colonne e delle arcate, il loro ripetersi ritmico, insieme a quello delle figure e dei fregi, accompagna il percorso visivo dell'osservatore in direzione dell'abside e dell'altare.

Nell'interazione che si crea fra ambiente e osservatore, viene sollecitato, oltre al percorso visivo, anche quello reale verso l'altare. Lo spazio interno e la sua organizzazione diventano simbolo della vita stessa, fornita di un principio e di una fine che per il fedele si identifica con Cristo.

Santa Sabina (Roma)

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PIANTE BASILICALI

Struttura

San Pietro – Roma PIANTA ORIGINARIA

San Pietro – Roma RICOSTRUZIONE

ABSIDE (dal latino absis, giuntura, volta)

TRANSETTO (dal latino trans, oltre e saeptum,recinto)

NAVATA CENTRALE

NAVATA LATERALE

NARTECE

QUADRIPORTICO

PRESBITERIO

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Il centro geometrico dell'edificio corrisponde al centro percettivo e costituisce per

l'osservatore un punto focale da cui è attratto lo sguardo, quasi che dei vettori di forze convergano verso questa zona,

nella quale in passato era posto il sarcofago di Costanza.

La forma circolare dell'edificio sollecita alla concentrazione, soprattutto in questo

caso, in cui lo spazio interno è sovrastato da una cupola che avvolge

l'osservatore.

Contemporaneamente, il corridoio costituisce un invito a girare intorno, a

effettuare un percorso, guidato dalla circolarità continua delle pareti.

Santa Costanza .(Roma) IV Sec. d.C

PIANTE CENTRALIStruttura

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L’evoluzione della PIANTA CENTRALE

Mausoleo di S.COSTANZA (337-339 d.C.)

In Santa Costanza il rapporto di quantità luminose tra vano centrale e

deambulatorio è sottolineato dalla ripetizione, lungo le radiali, dell' elemento

di raccordo, la colonna.

Le colonne a coppia rallentano e fanno maggiormente sentire l'osmosi da un

valore all' altro; la forte trabeazione che le collega, formando un forte nodo

strutturale, libera gli archi da ogni sforzo apparente, dà alla loro curva valore di

raccordo in profondità tra la zona di luce e quella d'ombra.

La stessa trabeazione, inserendosi con la sua fascia rigonfia, tra il capitello e

l'imposta degli archi, rallenta in altezza (come le colonne raddoppiate in

larghezza) il legamento strutturale: la stessa membratura che, nell'architettura

tardoantica, articolava fortemente le masse, qui le alleggerisce, le libera

verso l'alto.

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L’evoluzione della PIANTA CENTRALE

Basilica di San Lorenzo 378 d.C.

Pianta

Interno

A Milano, di fatto capitale della parte occidentale

dell’Impero dal 379 al 402, si costruisce, probabilmente a

partire dal 378 circa, la Basilica di San Lorenzo, a pianta

centrale e preceduta da un ampio quadriportico. La

forma esterna e quella di un quadrato con i lati

trasformati, per ampio tratto, in curve.

In corrispondenza degli angoli si elevano delle torri che contrastano la spinta della cupola posta a copertura del vasto vano centrale. Questo, di fronte alle pareti curve, si dilata in quattro esedre incorniciate da arconi sui quali si imposta il tamburo a pianta ottagonale. Le esedre, coperte da un vasto catino, comprendono due ordini sovrapposti di arcate.In pianta, lo schema è complicato dalla presenza, a Est (cioè dalla parte opposta all’ingresso), dalla cappella ottagonale di Sant’Ippolito, a Nord di quella di San Sisto e a Sud fi quella di Sant’Aquilino. Ci troviamo di fronte ad uno spazio architettonico ricco di citazioni classiche, tanto che, nel Medioevo, fu paragonato al Pantheon.

Cappella di Sant’Ippolito

Cappella di San Sisto

Cappella di Sant’Aquilino

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Santa Costanza IV Sec. d.C.(Roma)

Le volte a botte del deambulatorio di Santa Costanza sono rivestite da decorazioni musive separate da fasce con motrivi geonetrici. Tra queste spicca il mosaico dedicato a Costantino Imperatore, qui ritratto in perfetto stile romano (mezzobusto). L’immagine di Costantino è al centro di un groviglio di viti che, specularmente, partono dai carri per giungere a due edicole, dove putti vendemmiano e pigiano l'uva nei tini : uno dei tanti motivi tardo antichi investiti di un significato simbolico cristiano.Ma è significativo che venga posto lassù, a diradare e a qualificare coloristicamente la penombra che ristagna nella volta.

Il Mosaico di Costantino

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L’evoluzione della PIANTA CENTRALES.VITALE a Ravenna (547)

SS.SERGIO e BACCO aCostantinopoli

VI Secolo

Pianta

EsternoInterno

Il perimetro ottagonale è replicato all’interno in un secondo ottagono marcato da otto grandi pilastri angolari e da sette esedre (l’ottava è il coro) che si dilatano attraverso due ordini sovrapposti di triplici arcate.

Soluzione presente anche nella chiesa bizantina dei SS.Sergio e Bacco

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Santa Sofia a Benevento758-774

Pianta originale

Essa riprende, quanto nel nome quanto nella tipologia a pianta

centrale, lo schema dell’omonimo modello eretto a Costantinopoli tra

il 532 e il 537.

SS. Sergio e Bacco

San Vitale

La chiesa beneventana fa comunque riferimento

agli schemi della Basilica di S.Vitale a

Ravenna e della Chiesa dei Santi Sergio e Bacco a Bisanzio.

Sia luna che l’altra si caratterizzano per il

complesso ottagonale, dove grandi arcate ospitano un doppio

ordine di colonne, alternativamente

dilatatesi in esedre.

Sotto la reggenza di Arechi II (758-774) a Benevento venne costruita la Chiesa di Santa Sofia che assunse anche il ruolo di santuario nazionale delle funzioni religiose e delle assemblee.

Realizzata forse a ricordo del luogo dove era eretta la tenda da campo di Arechi II, la chiesa di Santa Sofia, contrariamente agli edifici a pianta centrale romani o della tarda romanità o, ancora, della prima architettura paleocristiana (S.Costanza, S.Stefano Rotondo) propone una frammentarietà dello spazio architettonico capace di dare in ogni punto nuove e possibili prospettive.

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Santa Sofia a Benevento 758-774

La chiesa beneventana di Santa Sofia, a pianta centrale con tre

absidi nel muro perimetrale nord orientale. L'edificio è stato

riportato alle forme originali fra il 1951 e il 1957.

Lo spazio è scandito da pilastri e colonne disposti a formare un

esagono e un decagono concentrico, fra i quali si svolge un ambulacro interno. Intorno al

circolo del perimetro possiamo disegnare un quadrato nel quale sono due diagonali. Le diagonali

sono posate sulle direzioni cardinali nord-sud ed est-ovest; tale constatazione risulta molto

importante.

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Santa Sofia a Benevento 758-774

In un recente studio (La chiesa di S.Sofia a Benevento di Mladen Pejakovic) si afferma che la costruzione del progetto sia in pianta che in alzato è regolata da una serie di sottigliezze geometriche, e astronomiche per cui l’intera costruzione assume un significato altamente simbolico.

Schema della SEZIONE

Angelo nunzianteAffresco anteriore al terremoto dell’847

Veduta dell’interno

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L’evoluzione della PIANTA CENTRALE

Cappella PALATINA ad Aquisgrana (790-805)

Pianta

Il complesso Monumentale di Aquisgrana fu realizzato per volontà di Carlo Magno a testimonianza della discendenza imperiale del suo trono.

Sezione

Un deambulatorio su due livelli circonda lo spazio ottagonale centrale coperto da una

cupola a padiglione. Le volte alternativamente quadrangolari e triangolari, definiscono un

perimetro esterno a sedici lati: Massicci archi a tutto sesto su pilastri mettono in

comunicazione l’invaso centrale e l’ambulacro inferiore, mentre otto alte arcate schermate

da un doppio ordine di colonne corinzie definiscono il piano superiore.

Le colonne in porfido rosso – materiale a esclusivo uso imperiale presso i Romani – e

le lastre di rivestimento in marmi preziosi furono prelevate da Ravenna.