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Istituto Comprensivo ‘’A.Manzi’’ Calitri Gli allievi delle Classi Terze dei Plessi di Calitri e Conza della Campania presentano

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Istituto Comprensivo ‘’A.Manzi’’ Calitri

Gli allievi delle Classi Terze dei Plessi di Calitri e Conza della Campania

presentano

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• La resurrezione non viene raffigurata prima del IX secolo, la scena delle donne

al sepolcro fu l'unica allusione alla resurrezione.

• L'evoluzione iconografica segue strade diverse in Oriente e in Occidente.

L'avvenimento mistico della discesa all'inferno sostituì gradualmente, in

Oriente, la raffigurazione delle donne, mentre in Occidente venne ad

affiancarla; qui, le donne al sepolcro continuarono a comparire nei cicli

pittorici.

In Occidente - in Oriente mai - si cominciò gradualmente a rappresentare la

resurrezione stessa. Ciò avviene per la prima volta nel IX secolo, come in una

visione contemplata da Davide (Salterio di Utrecht, 820-830 circa: cfr. Sal 19). Più

avanti, sono possibili diverse soluzioni: Gesù si desta nel sepolcro, sorge da esso o

vi sta accanto. A partire dal XII secolo, l'episodio viene raffigurato in termini

realistici, con il petto scoperto a mostrare la ferita sul costato e con l'asta della

croce (quella della discesa all'inferno) tra le mani, il risorto esce dal sepolcro, la

cui pietra di chiusura è spostata lateralmente. In alcuni casi sono presenti degli

angeli in atteggiamento riverente.

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La maestria raggiunta da Giotto nel Trecento – vero “precedente storico” per la rappresentazione naturalistica che poi dominerà la pittura moderna dal Rinascimento agli Impressionisti – fa sì che a Padova riesca a rappresentare nello stesso affresco due soggetti correlati. A sinistra abbiamo infatti tutti gli elementi dell’iconografia della Resurrezione di Cristo: il sepolcro scoperchiato, le guardie addormentate ai suoi piedi mentre gli angeli si siedono sul bordo. Il Cristo che vediamo rappresentato a destra, nella tipica posa “trionfante”, si sta però rivolgendo a Maria Maddalena in un incontro che – riportano i testi sacri – è successivo alla resurrezione. È il momento in cui Gesù dice alla Maddalena “noli me tangere”, ovvero di non toccarlo (trattenerlo), perché non appartiene più al mondo materiale.

Giotto : Resurrezione ‘’Noli me tangere ‘’1303-05 circa. Affresco, Cappella degli Scrovegni Padova

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Se Giotto impiega tutta la sua capacità per esprimere moti drammatici nei corpi ed emozioni nei volti dei suoi soggetti, Piero della Francesca riporta la resurrezione di Gesù a una composizione più statica, ma che per questo ispira una maggiore riverenza. Il Cristo si erge dal sepolcro con una solennità e una forza che non è certo umana, se alle sue spalle lo stesso paesaggio percepisce la potenza del miracolo in atto: a sinistra, è inverno e morte; a destra, al contrario, splende una rigogliosa estate. Allo stesso modo, i soldati dormienti sono destinati a passare il resto della loro vita nelle tenebre dell’ignoranza, perché non conoscono l’illuminazione divina.

Piero della Francesca, Resurrezione, 1450-63.

Affresco, Museo Civico, Sansepolcro

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Già con Piero della Francesca, la perfezione divina e quella delle forme geometriche vengono direttamente accostate. Andrea Mantegna approfondisce una simile relazione, ma alla purezza di composizioni basate sul triangolo e il cerchio preferisce una costruzione prospettica, dove persino la grotta della sepoltura diventa un perfetto abside naturale che incornicia il miracolo della resurrezione. Anche qui, calcolo e spiritualità coincidono in senso letterale, perché tutte le linee di fuga conducono alla figura del Cristo avvolto dalla luce.

Andrea Mantegna, Resurrezione, 1457-59. Tempera su tavola,Musée des Beaux-Arts, Tours

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Il napoletano Luca Giordano – detto Luca Fa Presto per la velocità e copiosità della sua produzione artistica – ha ormai fatto proprio un intero secolo di sperimentazioni con luci dinamiche e composizioni drammatiche. Dopo Tiziano, ma anche il barocco dei chiaroscuri di Caravaggio e delle opere popolate di Rubens, Giordano può rappresentare una Resurrezione con luci e ombre, il Cristo che ascende in trionfo al regno divino e gli uomini miscredenti, irrimediabilmente schiacciati nella porzione più bassa della tela (e dell’universo).

Luca Giordano, Resurrezione, dopo il 1665. Olio su tela, Residenzgalerie, Salzbugr

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RAFFAELLO

Resurrezione 1501-1502 …il Risorto si solleva dal sepolcro e ascende al cielo…

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Giovanni Battista Tiepolo Da un maestro della leggiadria qual è stato Tiepolo, potremmo aspettarci una composizione ben più vertiginosa di questa. Eppure, gli ultimi anni del pittore veneziano lo vedono tornare a rappresentazioni dove domina ancora il cielo, sì, eppure i soggetti evitano di sfoggiare pose improbabili per sottolineare la sola maestria tecnica del pittore. La Resurrezione del Duomo di Udine risulta così viva e vitale ma anche intima, meditata perché non c’è vergogna nel mostrare che un risultato eccellente viene comunque da un travaglio interiore, che ben si addice al tema sacro

Resurrezione, 1738Olio su tela, Cattedrale di Santa Maria Annunziata Udine

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RUBENS

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Van Gogh

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SALVATORE DALI

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FERRAZZI

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Colpito nel profondo dalle vicende belliche, Chagall nel 1943 taglia una sua tela precedente Rivoluzione del 1937, per dare vita a un trittico Resistenza, Resurrezione, Liberazione, che porta a termine soltanto nel 1952 . Quest’ opera, la cui lettura procede da sinistra verso destra, deve essere considerata come un’ etnia unitaria tutto ciò che accade nella prima tela si evolve nella seconda e si conclude nella terza . Il trittico affronta il difficile e travagliato tema della guerra, che Chagall osserva da lontano con preoccupazione ed angoscia. Il dolore e la distruzione imperversano su Vitebsk facendone l’icona del mondo ebraico e dell’ Europa distrutta.

Marc Chagall

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RESISTENZA

La guerra e la follia si accaniscono anche sugli abitanti della città che cercano di fuggire in un cielo rosso fuoco o sangue in cui un raggio di luce illumina un gruppo di persone: tra queste una madre con un bambino in braccio, un rabbino con la Torah e numerose figure , già incontrate nel universo immaginifico del pittore, che si allontana verso destra. al centro si erge la figura del cristo crocifisso, simbolo di questo dolore straziante e insensato, martire che si fa carico del dolore e della morte, dietro e intorno fa mostra di sé la popolazione di Vitebsk e del mondo, in particolare quello ebraico, che si oppone allo sterminio, alla distruzione, ai fucili dei soldati. la composizione spaziale rafforza l’intento iconografico del pittore, che costruisce un ambiente privo di limiti strutturali, in cui i personaggi sono in balia di un’ invisibile forza che li muove contro la loro volontà.

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RESURREZIONE

Tra le tre tele è quella che presenta maggiori affinità con il dipinto originale, la massa popolare si stringe intorno alla figura rassicurante del rabbino che tiene la Torah tra le braccia. In un clima meno tragico e incombete i popoli cercano la soluzione al loro dolore nella fede e nell’ organizzazione, di cui parlano scale, bastoni, bandiere, retaggio della precedente rivoluzione, la forza per sopraffare le contingenze.

Cristo crocefisso ,emblema delle vittime della guerra, la figura centrale affiancata dal rabbino, completamento di una nuova costruzione iconografica che indica continuità storica e dà significato alla scena. Accanto alle due figure, una donna si rivolge loro stingendo in braccio il suo bambino, cercando salvezza, speranza e conforto. Il cielo e ancora rosso di sangue ma una luce, la medesima che prima giungeva in volo con una mucca, si alza dalla folla e indica il cammino, la resurrezione, la rinascita.

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Nel terzo pannello, liberazione , Cristo, protagonista in primo piano nei due precedenti, è una piccola figura lontana e sfocata confusa nella gioia della libertà, nell’esaltazione della vita. I piccoli Ebrei che fuggivano terrorizzati nelle due precedenti tele ora celebrano la liberazione danzando e cantando inni alla vita. Al centro della composizione un grande cerchio giallo, il sole, illumina l’ atmosfera inondandola di luce ; trionfa la fiducia nel sole dell’ avvenire. Sembra svanito , o rasserenato, quel cielo carico di sangue e di fuoco , l’aria è luce e pace.

LIBERAZIONE

I musicisti suonano e i giocolieri eseguono le loro evoluzioni mentre in città tornano serenità e amore, simboleggiati da due sposi abbracciati che fluttuano sul tetto di una casa, che divenne il tavolo dove festeggiare l’ avvenimento, un banchetto con fiori, frutta e vino. Tornano ad ardere le candele rituali ; il popolo di Mosè , che danza sollevando le tavole della legge e vino.

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L’evoluzione dal dolore alla gioia, dalla morte alla vita, la potenza indissolubile dell’ amore sono alcuni dei tanti significati di questo dipinto; l’ amore degli uomini per gli uomini che insegna a non permettere, a fuggire, queste grandi catastrofi, l’ amore delle madri per i figli, di tutte le donne mentre stringono un bambino alla ricerca della sicurezza della serenità, della possibilità di salvarlo; l’ amore tra un uomo e una donna che si fa forte durante la tragedia e tenero nell’ abbraccio del ritrovamento; l’ amore di Dio che non lascia soli i suoi figli , ma che invia tra loro come punti di riferimento, i suoi messaggeri, per dare coraggio e speranza; infine ma non ultimo, l’ amore per la vita, dono e bene assoluto, festa continua.

Chagall raffigura se stesso in tutte e tre le tele: in Resurrezione è a terra in una smorfia di dolore, mentre tiene la tavolozza ; in Resurrezione è uno spirito, azzurro e parallelo alla croce, ma a testa in giù, con lo sguardo fisso mentre dipinge la figura del cristo sofferte ; infine compare due volte , in Liberazione intento a dipingere sulla tela l’ evento, mentre osserva la moglie dietro di sé e nel giorno delle nozze, sotto il baldacchino, abbracciato a lei.

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‘’Perché cercate trai morti colui che vive’’

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‘’Cristo è risorto e cammina con me’’

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‘’Vedo dei Cristiani che credono nella Resurrezione’’

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‘’È Risorto come aveva detto…’’