Prendi la ParOLA - n.1 Marzo 2009

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OLA|ORGANIZZAZIONE LUCANA AMBIENTALISTA Newsletter mensile d'informazione ambientale|n.1|8 Marzo 2009|Distribuzione gratuita [La Madonna di Viggiano] L'Editoriale Partendo dalla famosa conferenza stampa sulla vicenda monitoraggi, dove si è scoperto che l'ansia e soltanto l'ansia e lo stress per un lavoro che non c'è provocano tumori, innalzando la nostra media nazionale, si giunge alla solita parata dell'esercito dei “pompieri”, che tra un comunicato ed una dichiarazione gettano acqua su una vicenda che scotta, e scotta per davvero. Il comune denominatore è stata la strategia del tutt'apposto, imbastita come una vera e propria parabola. Gli “amici del presidente” non hanno battuto ciglio. [continua a pag. 3] A parte qualche nota stonata, non mi sembra di aver letto per agenzie e quotidiani, alcuna risposta decisa e concreta all'ultimo discorso del presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo. Le parole del Governatore “texano” risuonano come l'ennesima beffa che siamo costretti a subire, nella complicità generale di un Consiglio Regionale a dir poco tragicomico. Sembra essere ritornati ai tempi della “propaganda utopica dell'isola felice”, condita da convinzioni politiche, da un verbo che non trova nessun riscontro nella società reale, oltre che dal tentativo di far passare, sul piano collettivo l'unicità di di questo pensiero. Puri esercizi di retorica pre-elettorale quelli che il presidente - citando Camus, latinismi vari ed evangelisti annessi - ha deciso di sperimentare qualche giorno fa. Va, certamente, riconosciuta l'ottima capacità dialettica di fondo, in puro stile politichese, ed il rinvigorito rombo della macchina mediatica istituzionale, che ha ripreso a ruggire dopo la battuta d'arresto registrata durante il servizio televisivo di Ambiente Italia, seguito da un silenzio meditativo. L'esercito dei pompieri Quello che è venuto dopo, e al quale stiamo assistendo tutt'oggi, è ben più grave. di Pietro Dommarco www.olambientalista.it Il Vangelo secondo Vito

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Dopo il successo del numero zero, ecco il numenro 1 della newsletter mensile della OLA|Organizzazione Lucana Ambientalista

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OLA|ORGANIZZAZIONE LUCANA AMBIENTALISTA

Newsletter mensile d'informazione ambientale|n.1|8 Marzo 2009|Distribuzione gratuita

[La Madonna di Viggiano]

L'EditorialePartendo dalla famosa conferenza stampa sulla vicenda monitoraggi, dove si è scoperto che l'ansia e soltanto l'ansia e lo stress per un lavoro che non c'è provocano tumori, innalzando la nostra media nazionale, si giunge alla solita parata dell'esercito dei “pompieri”, che tra un comunicato ed una dichiarazione gettano acqua su una vicenda che scotta, e scotta per davvero. Il comune denominatore è stata la strategia del tutt'apposto, imbastita come una vera e propria parabola. Gli “amici del presidente” non hanno battuto ciglio. [continua a pag. 3]

A parte qualche nota stonata, non mi sembra di aver letto per agenzie e quotidiani, alcuna risposta decisa e concreta all'ultimo discorso del presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo. Le parole del Governatore “texano” risuonano come l'ennesima beffa che siamo costretti a subire, nella complicità generale di un Consiglio Regionale a dir poco tragicomico.Sembra essere ritornati ai tempi della “propaganda utopica dell'isola felice”, condita da convinzioni politiche, da un verbo che non trova nessun riscontro nella società reale, oltre che dal tentativo di far passare, sul piano collettivo l'unicità di

di questo pensiero. Puri esercizi di retorica pre-elettorale quelli che il presidente - citando Camus, latinismi vari ed evangelisti annessi - ha deciso di sperimentare qualche giorno fa. Va, certamente, riconosciuta l'ottima capacità dialettica di fondo, in puro stile politichese, ed il rinvigorito rombo della macchina mediatica istituzionale, che ha ripreso a ruggire dopo la battuta d'arresto registrata durante il servizio televisivo di Ambiente Italia, seguito da un silenzio meditativo.L'esercito dei pompieriQuello che è venuto dopo, e al quale stiamo assistendo tutt'oggi, è ben più grave.

di Pietro Dommarco

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FocusLe Trivelle nuovamenteall'assalto del Parco diGallipoli CognatoDopo il parere positivo della III Commissione Consiliare della Regione Basilicata che dà il via libera all'elargizione di royalty anche ai Comuni di Pietrapertosa, Accettura e Castelmezzano, inclusi nel perimetro del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, la OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) – Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini, unitamente all'Associazione “Ambiente e Legalità” di Ferrandina - denuncia il tentativo, da parte delle compagnie petrolifere, di aggirare i vincoli ambientali dei parchi, al fine di consentire le ricerche petrolifere integranti del permesso di ricerca denominato “Oliveto Lucano” della Total, Esso, International BV, per l’effettuazione di ricerche ed estrazioni petrolifere all’interno del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti lucane. In proposito, il Ministero dello Sviluppo Economico ha nuovamente sollecitato l’intesa con la Regione Basilicata, previo rilascio della valutazione ambientale compreso all’interno del Parco Regionale. La Regione Basilicata sarebbe – anche su richiesta di diversi Gruppi Consiliari - in procinto di modificare la Legge Regione n. 47/1998 in materia di VIA (Valutazione Impatto Ambientale), con l’introduzione della norma del “silenzio-assenso” estesa anche agli Enti Parco derogando, inoltre, in modo inaccettabile i vincoli imposti dalla Legge Regionale 47/1997, istitutiva del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane. La OLA e l’Associazione Ambiente e Legalità invitano, pertanto, il Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata a negare l’intesa richiesta dal Ministero dello Sviluppo Economico esprimendo alle compagnie petrolifere parere negativo di Valutazione Ambientale, ai sensi delle norme in materia di VIA, in considerazione che l’Articolo 19 della Legge Regionale n. 47/97 - istitutiva del Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane - fa espressamente divieto di esercitare all’interno dell’area protetta “attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sia liquidi che gassosi”. Si chiede, inoltre, al Presidente del suddetto Parco Regionale, Rocco Rivelli, di mantenere ferma la posizione rispetto a stravolgimenti delle leggi regionali citate che, se attuati, evidenzierebbero gravi responsabilità personali, politiche ed amministrative da parte di pubblici amministratori incapaci di salvaguardare il patrimonio naturalistico ed ambientali delle aree protette regionali.

La III Commissione Consiliareelargisce nuove royaltydel petrolio

La terza commissione ambiente del Consiglio Regionale della Basilicata, presieduta dall'ex verde Mollica, propone la distribuizione di nuove roayalties del petrolio ai comuni di Stigliano,Accettura, Cirigliano, Pietrapertota e Castelmezzano includendoli nei comuni beneficitari della L.R. 40/1995. Il sistema di accattonaggio politico ha innescato l'immediata reazione dei sindaci esclusi dalla proposta del provvedimento qualiSant'Angelo Le Fratte, Savoia, Tito, Picerno che si aggiungono al sindaco di Laurenzana "eterno" escluso". La strategia innescata dalla III Commissione di innescare la guerra tra i sindaci prelude forse a nuove autorizzazioni a permessi di ricerca petroliferi?

Tutte le TrivelleOltre all'istanza di permesso denominata "Oliveto Lucano" (British Gas, International BV, Esso, Total) nell'area parco insiste la Concessione Garaguso (Campo Accettura) la cui titolarità è dell'Edison (50,3%) e della Gas Plus Italiana (49,6%) con un giacimento di gas metano definito dalle stesse compagnie di notevole interesse. Nel territorio protetto, in cui vigono i divieti di ricerca ed estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi di cui la L.R. 47/97, insiste parzialmente anche la concessione Gorgoglione della Total (50%), Shell (25%) e Esso (25%) e concessione Calciano dell'Eni (100%). Risulta attualmente sospeso il permesso di ricerca denominato "Fosso Valdienne" appartenente ad Esso (51,7%), Total (31,7%), Shell (9,3%) ed Eni (7,3%). L'interesse per quest'area è l'estrazione del gas per la cui estrazione è in atto una forte azione di lobbing per rimuovere i vincoli della legge istitutiva del parco attraverso deroghe da introdurre nella L.R. 47 del 1998 in materia di VIA (Valutazione di Impatto Ambientale). Il presidente del parco regionale, Rocco Rivelli, ha ribadito come "il parere del Parco è stato inequivocabilmente espresso contro ogni ipotesi di ricerca e coltivazione di qualsiasi genere di idrocarburi in area parco anche con nota ufficiale resa pubblica".

Disciplina Valutazione ImpattoAmbientale: la Proposta diLegge del Prc va ritirata!Al Gruppo Consiliare del Partito della Rifondazione Comunista,Alla consigliera Emilia Simonetti. Abbiamo letto la Proposta di Legge presentata dal Partito della Rifondazione Comunista relativa alla "modifica ed integrazione della L.R. 47/1998 avente oggetto" disciplina della Valutazione di Impatto Ambientale". Dalla lettura della PdL di Rifondazione Comunista non abbiamo riscontrato, tra le modifiche, le richieste già formulate dalla nostra Organizzazionerelative alla cancellazione dell'art. 8 comma 2 della L.R. 47/98 sul "silenzio-assenso". A giudizio della OLA la PdL in oggetto presenta, inoltre, numerose lacune e gravi contraddizioni, difficilmente sanabili attraverso emendamenti, in quanto viziata da approcci culturali e metodologici difficilmente condivisibili, sia sul piano dei contenuti sia per quanto riguarda gli iter proposti, soprattutto quelli relativi alla formazione dei pareri su progetti ed opere petrolifere ancora lasciati al "silenzio-assenso" di pubblici amministratori. In particolare, gli artt. 2 e 4 enunciano iter amministrativi lesivi delle prerogative di salvaguardia ambientale attraverso la deregolamentazione delle misure di salvaguardia delle aree protette regionali, riproponendo il "silenzio-assenso", tra l'altro giudicato illegittimo in sede giurisprudenziale che, invece, secondo la PdL verrebbe addirittura esercitato dagli uffici regionali. Chiediamo, pertanto, che la Proposta di Legge venga ritirata e rielaborata secondo criteri e principi che facciano salva la tutela ambientale, considerando le gravi problematiche che investono l'ambiente ed il territorio della Basilicata, che richiede, invece, strumenti legislativi coerenti ed ispirati al principi di trasparenza, partecipazione e responsabilità nelle scelte, per contenere il pressante assalto delle lobby economiche ed energetiche. Pertanto, restiamo in attesa di un sollecito riscontro circa il ritiro della Proposta di Legge, auspicando - per il futuro - una collaborazione che eviti incomprensioni e attui un confronto su tematiche delicate e cruciali per il futuro della regione e delle comunità. [La richiesta di ritiro immediato della Proposta diLegge in oggetto è stata sostenuta ed inoltrata anche dall'associazione Ambiente e Legalità di Ferrandina, dal WWF Basilicata, dal Movimento NoScorie Trisaia ed Accademia KronosBasilicata]

proposteRichiesta modifica Legge Regionale n.47 del 14 Dicembre '98,avente oggetto "Disciplina della Valutazione di Impatto Ambientale e norme per la tutela dell'Ambiente.La OLA sottopone alla Sua coscienza di cittadino e rappresentante delle Istituzioni - la necessità di abrogare il Comma 2 dell’Art. 8 e modificare il Comma 1 dell’Art. 10 della Legge Regionale n. 47 del 14 Dicembre 1998, avente oggetto “disciplina della valutazione di impatto ambientale e norme per la tutela dell’ambiente”. [continua a pag. 4]

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Primo Piano[segue dalla prima] Hanno altresì apprezzato - senza stupore e giubilo - la lezione di democrazia, di economia, di sociologia impartitaci. Le opposizioni di sinistra hanno avallato con diplomazia, quelle di destra – abituati alla peggiore delle accezioni berlusconiane – non hanno certo confutato la teoria del “se qualcosa va male, non è colpa nostra, è colpa delle condizioni esterne”. Parole testuali: “Sappiamo che il tempo in cui abbiamo agito non è stato dei più facili". Per usare Camus è stato un tempo di resistenza vissuto quasi ad oltranza. Un tempo in cui la Basilicata ha dovuto affrontare le prove più severe e quelle più urgenti alla sua determinazione di futuro provando a non cedere nulla sul campo delle sue aspirazioni di sviluppo. Di analogo tono le recenti citazioni del presidente della Regione "colpita al cuore delle sue ambizioni più forti da crisi globali e durature, esposta ai rischi di una gravissima recessione economica e sociale, attraversata da un incredibile carico mediatico d’inchieste giudiziarie, la Basilicata non si è arresa al gioco infelice e ingiusto del destino”. L'esercito dei manovaliSi parla di “carico mediatico d'inchieste giudiziarie” e delle “aspirazioni di sviluppo”. Già, le inchieste giudiziarie, quelle che hanno portato al blocco delle attività della Total in Basilicata, che ha segnato un'ipoteca centennale con la realizzazione del secondo Centro Oli lucano, a Corleto Perticara. La risposta a questa notizia è stata data, in unanime sintonia, dall'esercito dei manovali, quelli che intervengono quando si rischia di ricevere schiaffoni dall'opinione pubblica: un'altra pagina amara del teatrino della politica lucana, una commedia del do ut des con la richiesta continua di "royalty" come compensazione alla devastazione di un territorio, la preoccupazione per un'economia locale che potrebbe accusarne i colpi. C'è solo questo nel pensiero comune dei nostri sindaci: quelli del silenzio-assenso e quelli dell'assenso. C'è la preoccupazione di perdere le briciole, di non poter più promettere posti di lavoro o appaltare qualche strada, di non poter più dire di aver dato nuove opportunità ai giovani che trovano fortuna altrove. Il discorso del presidente Vito De Filippo, pensato nel tentativo di ridare fiducia alle comunità, si è rivelato un amplificatore per la nostra pochezza. Degrado culturale che si rivela tale anche quando si parla degli effetti di quegli accordi con le compagnie petrolifere, che hanno permesso di finanziare “azioni significative al tessuto regionale delle imprese, delle giovani generazioni, della ricerca e dei territori”. E' strano, ma la tanto decantata

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"Basilicata diversa" non si vede. Delle azioni del presidente non c'è traccia. La Basilicata di tanti giovani e donne non passa per il voto utile, per il clientelismo, per la demonizzazione delle opposizioni civili, per le apparenze, per le leggi di facciata, per la finta trasparenza, per le omissioni. La parabola del tutt'appostoLa "parabola del tutt'apposto" annunciata dal presidente della Regione, se da un lato prevede un cambiamento nell'uso di alcuni termini, come ad esempio la parola “parco”, che viene associata soltanto ad “energia”, dall'altro rappresenta il sostegno filosofico a chi, come l'Arpab, nel recente convegno organizzato a Viggiano, parla di situazioni ambientali nella norma, di rilevazioni d'eccellenza, di meccanismo di monitoraggi che funziona alla perfezione e che addirittura sarà intensificato. Il problema è che i dati non ci sono. Ma com'è possibile instaurare l'invocato rapporto di fiducia con le istituzioni se mancano i termini di confronto?

8 Febbraio 2006 - 8 Febbraio 2009L'otto febbraio del 2006 prendeva forma la OLA, con l'obiettivo di mettere insieme tutte quelle realtà associative lucane, sorte e maturate durante e dopo la mobilitazione pacifica di Scanzano Jonico del 2003. Oggi, a distanza di tre anni esatti dalla nostra nascita, abbiamo deciso di regalarci e regalarvi questo nuovo progetto informativo: "Prendi la parola".

Da Incorniciare

Work over!

[Comuni Polvere | Iniziativa Eni ]

ArcheoClub per la tutela delle mura di MelfiL'Archeoclub di Melfi denuncia lo stato di degrado della cinta fortificata della città normanno-sveva che si estende per alcune decine di chilometri. I soci dell'Associazione denunciano come siano state distrutte o siano in via di distruzione molti chilometri della cinta fortificata di Melfi che costituiva l'antico sistema difensivo dominato dal castello. Il perimetro della cinta muraria è interrotto da cancelli privati e costruzioni abusive con cumuli di rifiuti di ogni tipo sparsi ovunque. Sulla tutela del patrimonio storico ambientale di Melfi, l'Associazione Archeoclub preannuncia iniziative pubbliche finalizzate a chiederne la tutela. [www.archeclubitalia.org | www.archeomelfi.altervista.org]

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Questioni irrisoltePROPOSTE[segue da pag. 2] L’Art. 8, Comma 2 della Legge Regionale n. 47 del 14 Dicembre 98, infatti, recita “entro il termine perentorio di 60 giorni le Amministrazioni Provinciali e Comunali trasmettono il loro parere sull’opera proposta all’Ufficio Regionale Competente. Trascorso tale termine il parere si intende espresso positivamente”. In merito al Comma 2 dell’Art.8 della succitata legge, la OLA fa rilevare come in molte occasioni, non ultimo nelle ben note vicende legate ai permessi di ricerca petroliferi, si siano manifestate legittime perplessità e proteste da parte di numerosi cittadini, associazioni e persino dei rappresentanti dei gruppi politici, per nulla informati sulle procedure seguite dai sindaci di opposti schieramenti, che non hanno informato su progetti ed opere che riguardavano il territorio comunale i loro amministrati e persino i gruppi politici di minoranza delle proprie amministrazioni comunali. Riteniamo che questa prassi, maldestramente applicata ed indotta dal citato Comma 2 dell’Art. 8 della Legge Regionale n. 47 del 14 Dicembre 1998, non solo contrasti con il principio di trasparenza ed informazione, ma sia lesiva dei principi democratici e di partecipazione sanciti dalla stessa legge, allorquando il legislatore all’Art. 1 afferma “La Regione Basilicata, al fine di tutelare e migliorare la salute umana, la qualità della vita dei cittadini, della flora e della fauna, salvaguardare il patrimonio naturale e culturale, la capacità di riproduzione dell’ecosistema, delle risorse e la molteplicità della specie, disciplina con la presente legge, in attuazione del D.P.R.12 aprile 1996 ed in conformità alle direttive CEE 85/377 e 97/11 la procedura per la valutazione di impatto ambientale dei progetti pubblici e privati di cui al successivo art.4, riguardanti lavori di costruzione, impianti, opere, interventi che possano avere rilevante incidenza sull’ambiente”. E’ del tutto evidente, infatti, alla luce di molteplici ripetuti casi recenti, come i cittadini e persino le forze politiche che fanno parte delle stesse amministrazioni non abbiano potuto conoscere ed esercitare il loro diritto di esprimersi su opere e progetti i cui pareri sono stati espressi dai sindaci con la procedura del “silenzio assenso”, anche nel caso di rilevanti progetti che investono la molteplicità degli aspetti connessi alla salute e all’ambiente. Analogamente la OLA, Le chiede di adoperarsi in qualità di cittadino e rappresentante delle Istituzioni per la modifica del Comma 1 dell’Art.10 della stessa Legge Regionale allorquando recita “il pubblico di cui all’art.9 può essere consultato anche su iniziativa della Giunta Regionale che, per opere di particolare rilevanza, può indire entro 60 giorni dall’avvio del procedimento ” attraverso audizioni pubbliche. Al fine di allargare il processo partecipativo sarebbe auspicabile rendere “obbligatoria” tale prassi mediante audizioni pubbliche o consigli comunali aperti. Con l’auspicio che la democrazia possa essere alimentata solo attraverso la partecipazione alle scelte e con la garanzia dei diritti fondamentali, tra i quali il diritto di informazione, la OLA Le chiede di adoperarsi in proposito con i mezzi e le procedure che Ella riterrà opportune, alle modifiche della Legge Regionale n. 47 del 14 Dicembre 1998, certi che in questo modo le Istituzioni assolvano, nella pienezza del loro ruolo, ai compiti sanciti dalla Costituzione e dagli Statuti. [La presente richiesta è stata inoltrata, in data 18 Febbraio 2009 al Presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo, all'assessore all'Ambiente della Regione Basilicata, Vincenzo Santochirico, ai Presidenti delle Commissioni Consiliari, ai Gruppi Consiliari e ai Consiglieri Regionali tutti]

Il Ministero dell'Ambiente chiede alla Regione Basilicata l'esatta ubicazione del Pozzo Eni Cerro Falcone 2X

Questioni irrisolteQuestioni irrisolte

Intendiamo informare di aver ricevuto, in data 24 Febbraio 2009, una nuova importantissima nota della Direzione Generale Protezione della Natura del Ministero dell'Ambiente, relativa ad un nostro recente esposto (del 29 Gennaio 2009), inerente la messa in produzione del Pozzo Eni Cerro Falcone 2X (concessione Val d’Agri ex Volturino). Nel sopraccitato esposto si chiedeva al Ministero competente – vista l'ubicazione del Pozzo Eni, nel SIC Serra di Calvello|ZPS Monte Volturino|Zona 1 del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese – di verificare, con urgenza, la situazione ambientale relativa alla sua messa in produzione (si ricorda che di recente sulla preesistente postazione è stata reinstallata la torre di trivellazione) che, a giudizio della OLA, sta compromettendo l’integrità di habitat inclusi nei pSIC/ZPS del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese. Infatti, il pozzo in questione, oltre ad essere ubicato a circa 1300 metri s.l.m. è inserito in uno studio del CNR e dall’Università degli Studi della Basilicata, per l'estrema importanza che riveste l’area in cui è ubicato, ad elevatissima vulnerabilità per quanto riguarda gli acquiferi. Il Ministero dell'Ambiente, prendendo atto di una situazione senza regole, ha inteso richiedere al Dipartimento Ambiente, Territorio e Politiche della Sostenibilità, Ufficio Tutela della Natura della Regione Basilicata, “l’esatta ubicazione del pozzo 'Cerro Falcone' e, qualora lo stesso dovesse ricadere all’interno del sito, […] di sapere se sia stato espletato lo Studio di Incidenza, come parte integrante della Valutazione d’Impatto Ambientale, da sottoporre alla Commissione Regionale VIA”. Inoltre - è bene precisare - come nella stessa nota ministeriale, viene ricordato che “l’attività di ricerca e di estrazione di petrolio nel territorio della Val d’Agri è già stata a suo tempo oggetto di interesse da parte della Commissione Europea, con il Reclamo nr.2000/5037, per inosservanza della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, art. 6, in materia di Valutazione d’Incidenza” e che “l’archiviazione del caso fu

determinata dalla decisione di spostare le attività di trivellazione all’esterno del SIC 'Serra di Calvello". In merito all’esatta ubicazione del Pozzo Cerro Falcone 2X, la OLA, nel ribadire come esso ricada nel SIC “Serra di Calvello” fa rilevare come la Regione Basilicata avrebbe modificato, in modo arbitrario e senza giustificazioni tecnico-scientifiche, in base ad iter previsti dalla normativa vigente, il perimetro originario della ZPS “Monte Volturino”, in modo da escludere il pozzo petrolifero dal perimetro della ZPS. Tale modifica del perimetro della ZPS “Monte Volturino” viene riportata, erroneamente, nel perimetro del Parco Nazionale Appennino Lucano Val d’Agri-Lagonegrese, allegato al DPR 8 Dicembre 2007(G.U.R.I. n. 55 del 5/3/2008). In proposito la OLA chiede al Ministero dell’Ambiente la rettifica della cartografia ufficiale del parco, ristabilendo in questo modo i confini originari della ZPS per garantire idonee misure di salvaguardia del sito incluso nella Rete Natura 2000 dell’Unione Europea e per non incorrere in procedimenti di infrazione richiamati dalla stessa nota del Ministero dell’Ambiente, purtroppo già verificatisi in altri Stati Membri. La OLA – alla luce dei fatti appena esposti – crede che la Regione Basilicata non dovrebbe più nascondersi dietro puri esercizi di facciata pre-elettorale, comizi in sede di consiglio regionale ed operazioni mediatiche atte a tranquillizzare ed illudere ulteriormente i cittadini lucani, ma pensare alla salvaguardia del Parco Nazionale Val d'Agri-Lagonegrese e alla tutela del territorio, palesemente abbandonato all'ingordigia delle compagnie petrolifere e alla propensione lobbistica dei nostri amministratori. Infine, la nostra Organizzazione, riconosce - in questo momento di particolare crisi istituzionale e far-west autorizzativo – il possibile ruolo e compito ai quali è chiamato a ricoprire e svolgere il Commissario del Parco della Val d'Agri-Lagonegrese, Domenico Totaro, che vista la situazione può soltanto rimboccarsi le maniche e lavorare per il territorio e con il territorio.

Uno stralcio della nota ministeriale ricevuta:[...] A tal proposito, si ricorda che l’attività di ricerca e di estrazione di petrolio nel territorio della Val d’Agri è già stata a suo tempo oggetto di interesse da parte della Commissione Europea, con il Reclamo nr.2000/5037, per inosservanza della Direttiva 92/43/CEE “Habitat”, art. 6, in materia di Valutazione d’Incidenza. L’archiviazione del caso fu determinata dalla decisione di spostare le attività di trivellazione all’esterno del SIC “Serra di Calvello”. A tal riguardo, si chiede di informare questo Ufficio in merito all’esatta ubicazione del pozzo “Cerro Falcone” e, qualora lo stesso dovesse ricadere all’interno del sito, si chiede di sapere se sia stato espletato lo Studio di Incidenza, come parte integrante della Valutazione d’Impatto Ambientale, da sottoporre alla Commissione Regionale VIA. [...]

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DAI COMUNI "IN" POLVERECentro Oli Eni di Viggiano a rischio incidente rilevanteD.lgs n. 334/1999 modificato dal D.lgs 238/2005 [a cura di Vito L'Erario]

IPSE DIXITA Marconia, in occasione dell'iniziativa "Berlusconi scippa le risorse della Basilicata", organizzata dal Gruppo consiliare del Pd, contro il DDL 1441ter in materia di energia.

COLANDARIO2009Dopo il successo del 2008, con circa 37000 download, abbiamo deciso di realizzare una nuova edizione del nostro calendario. Proponiamo visioni e riflessioni sui risvolti ambientali ed umani del petrolio in Basilicata. Una vicenda tanto reale quanto invisibile ai molti, che ha portato la nostra regione in un tunnel oscuro, lungo i 700 Km di oleodotti che sventrano le montagne, ove la neve appartiene al "chiaroscuro" del profondo nero dei pozzi trivellati, che feriscono a morte boschi e sorgenti. E poi, verso le fiamme perenni, maleodoranti e venefiche, con i loro gas bruciati o lungo le "curve pericolose" del Parco della Val d'Agri, congelato dagli interessi petroliferi, o quelle di Viggiano, ex paese dei suonatori d'arpa divenuta "capitale del petrolio", frequentata dalle ombre dei comuni polvere. La realtà di una terra ferita auspica il risveglio delle nostre coscienze. Scaricalo qui: www.olambientalista.it/colandario2009.htm

"La Basilicata dovrà dotarsi di regole autonome per poter continuare ad esercitare il governo reale del territorio e per poterlo salvaguardare da decisioni irresponsabili assunte dal Governo centrale"Vincenzo Santochirico, Assessore all'Ambiente della Regione Basilicata

Al Tg3 Basilicata, in occasione del lancio ufficiale del Piano strategico aziendale della Società Energetica Lucana."Dobbiamo rubare risorse dalla natura"Rocco Colangelo, Presidente della SEL

Il rischio industrialeLa presenza su un territorio di stabilimenti industriali che detengono particolari sostanze utilizzate nei processi produttivi, espone l’ambiente e le popolazioni al cosiddetto “rischio industriale”.La fabbrica dei profumiIl 10 Luglio 1976 lo stabilimento ICMESA di Meda, in Lombardia, dopo un malfunzionamento di un reattore destinato alla produzione di triclorofenolo (sostanza impiegata nella produzione di erbicidi di uso civile e di diserbanti militari, ma anche composto clorurato utilizzato per preparare prodotti cosmetici) rilasciò in atmosfera un grande quantitativo di diossina. La sostanza venne, deliberatamente, rilasciata per evitare un'esplosione. La nube formatasi venne trasportata dai venti verso i vicini comuni di Seveso, Cesano Maderno e Desio. Il comune più colpito fu proprio Seveso. L’incidente ebbe ripercussioni di tipo sanitario e ambientale sui lavoratori e le popolazioni del territorio.La normativa SevesoL’incidente di Seveso indusse la Comunità Europea a legiferare in materia, al fine di controllare i pericoli derivanti da incidenti rilevanti causate da sostante pericolose utilizzare nei processi industriali. La prima Direttiva comunitaria fu emanata nel 1982 nota come Seveso I (D.E del 24.6.1982 n. 501/CEE) che venne recepita dall’Italia con il D.P.R. 17.5.1988 n. 175 e successivamente con il D. Lgs. 17.8.1999 n. 334 che recepì la successiva direttiva denominata Seveso II (D.E. del 9.12.1996 n. 96/82). Nel 2003 la Comunità Europea con la D.E. 2003/105/CE introduce ulteriori prescrizioni relative ai controlli

dei pericoli di incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose, direttiva recepita dall’Italia con il D.Lgs. 21.9.2005 n. 238 e tutt’ora vigente.Stabilimenti a rischio incidente rilevante in ItaliaIn Italia ci sono 1.118 stabilimenti a rischio incidente rilevante soggetti al D.Lgs. n. 334/1999, di cui 599 stabilimenti soggetti agli obblighi dell’art. 6 (debbono rispettare solo alcuni adempimenti previsti dal decreto), e 519 stabilimenti soggetti agli obblighi dell’art. 8 (debbono rispettare tutti gli adempimenti previsti dal decreto). l'Inventario nazionale è a cura del Ministero dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare.Frasi di rischio e sostenze pericoloseLa Direttiva Comunitaria 2001/55/CE detta la frasi di rischio (Frasi R) e le classifica in 68 frasi. La Direttiva, inoltre, considera la cosiddetta combinazione di Frasi R e le classifica in formulazione di frasi combinate (vedi tab. A). Esse rappresentano le caratteristiche di pericolosità. La Direttiva Comunitaria 2001/59/CE prevede i consigli di prudenza, le Frasi S. Gli stabilimenti a rischio incidente in cui sono presenti sostanze pericolose, di cui l’art. 2, sono elencate nell’allegato A del D.lgs. 238/2005 che sostituisce l’allegato I del D.Lgs. 334/1999.Piano di Emergenza interna allo stabilimentoL’art.11 del D.Lgs. n.334/1999 obbliga i gestori di tutti gli stabilimenti a rischio incidente rilevante soggetti alle disposizioni di cui all’art. 8, a predisporre il piano di emergenza interno da adottare all’interno dell’impianto. Il piano di emergenza interno è obbligatorio per gli stabilimenti nuovi, prima dell’inizio attività e per...

Stabilimenti a rischio incidente rilevante in Basilicata

In Basilicata sono presenti 10 stabilimenti a rischio incidente rilevante, di cui 6 soggetti agli obblighi dell’art. 6 e 4 soggetti agli obblighi dell’art.8 del D.Lgs. n. 334/1999:

Mythen SpaFerrandinaSud Italia Poliuretani SrlMateraAcquedotto Pugliese SpaMissanelloMazzola Gas SrlPotenzaLiquigas SpaPotenzaComPass SpaVaglio BasilicataDow Italia SrlPisticciCommer Tgs SpaMelfiB.LPG SrlVenosaENI SpaViggiano

[Fonte: Ministero dell'Ambiente]

...quelli esistenti. Deve contenere almeno le informazioni di cui all’allegato IV, punto1 ed è predisposto allo scopo di controllare e circoscrivere gli incidenti, mettere in atto misure di protezione per l’uomo e l’ambiente, informare adeguatamente i lavoratori e le autorità locali competenti, provvedere al ripristino e al disinquinamento dell’ambiente dopo l’incidente. Il piano è oggetto di riesamina ad intervalli appropriati non superiore ai tre anni.Piano di Emergenza esternoIl Prefetto, d’intesa con le regioni e gli enti locali interessati, previa consultazione con la popolazione, predispone il piano di emergenza esterno dello stabilimento e ne coordina l’attuazione (art. 20 del D.lgs. n. 334/1999). Il piano deve essere elaborato tenendo conto almeno delle indicazioni di cui all’allegato IV, punto 2 (art. 20 del D.lgs. n. 334/1999) e deve prevedere il controllo e la circoscrizione degli incidenti, mettere in atto le misure di protezione per l’uomo e l’ambiente dalle conseguenze da incidente rilevante in particolare mediante la cooperazione rafforzata degli interventi di soccorso con le organizzazioni di protezione civile. Deve essere riesaminato, riveduto e aggiornato previa consultazione con le popolazioni, ad intervalli appropriati non superiori ai tre anni.L'informazioneLe Regioni, ai sensi del comma c) dell’art.18 del D.Lgs. 334/1999, definiscono le procedure per l’adozione degli interventi di salvaguardia dell’ambiente e del territorio...[continua a pag.6]

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PRENDI LA PAROLA | n.1 - 8 Marzo 2009 | www.olambientalista.it | PAGINA 6

Da Approfondire

Il popolo di Facebook contro il DDL del sen. Franco Orsi e gli altri DDL che liberalizzano la caccia!Dopo appena 6 giorni dal lancio dell'iniziativa le adesioni erano già 18.000. Oggi si contano circano 42.000 sostenitori."Un risultato in corso d’opera inaspettato, in un momento in cui questo sistema Italia voluto da Silvio Berlusconi, partorisce proposte e disegni di legge di “deregulation ambientale” a tutta forza", dichiara Vito L'Erario, fondatore del Gruppo, "La bozza del Disegno di legge del Senatore Franco Orsi (PDL) e gli altri Disegni di Legge pro-caccia a cui si connetterebbe, architettato per frantumare una legge - la n.157/1992 - in materia di caccia che tutela direttamente la fauna selvatica del nostro Paese, è uno schiaffo alle normative nazionali e comunitarie in materia di conservazione delle specie, degli habitat naturali sempre più considerati ostacolo di uno sviluppo-regresso, in cui aree naturali protette, zone tutelate dall’Unione Europea, rischiano di vedere compromessa l’intera diversità biologica. Inoltre, tale provvedimento, se diventasse legge, porrebbe ancor più gli abitanti delle zone agricole e forestali ed i cittadini in genere esposti al pericolo delle armi da caccia, come se i morti e ì feriti durante i cinque mesi della stagione venatoria non fossero rilevanti (ben 27 feriti e 17 morti tra la gente comune e in totale 94 i feriti e 42 i morti - dati documentati e scaricabili integralmente dal sito www.vittimedellacaccia.org,). L'idea di armare i minorenni ne è la conferma", continua il fondatore del Gruppo. "Proprio per questi motivi, il gruppo dei 18.000 di Facebook stanno inviando in questi giorni un documento in cui si chiede il ritiro immediato del provvedimento sotto esame presso la 13^ Commissione permanente Territorio, Ambiente e Beni Ambientali del Senato. Il documento, oltre che elencare le aberrazioni del provvedimento Orsi, evidenzia le infrazioni dell’Italia in materia di eccesso di deroghe alla caccia, le lacune che limitano la gamma di progetti potenzialmente pericolosi soggetti alle misure di salvaguardia della Rete Natura 2000, l’incostituzionalità del sistema di deroga ordinaria (Direttiva comunitaria 79/409/CEE) che tanto costa agli italiani tutti per le sanzioni inflitte. Auspichiamo invece, di vedere approvato il DDL 510 presentato dalla sen. Donatella Poretti dei Radicali Italiani che metterebbe al riparo i proprietari dei fondi privati dall'invasione di gente armata ", conclude Vito L'Erario.Per saperne di più: http://www.olambientalista.it/ddlprocaccia.htm

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[segue da pag.5] in relazione alla presenza di stabilimenti a rischio incidente rilevante.Il ruolo delle Arpa Il ruolo assegnato alle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente è definito dall’art. 18 comma b del D.lgs. n.334/1999. Le ARPA sono coinvolte nell’istruttoria tecnica, partecipano alla realizzazione del Piano di Emergenza Esterno, al gruppo di lavoro nazionale sul rischio industriale istituito presso l’ISPRA (ex APAT), e sono organo di vigilanza e ispezione. La Regione Basilicata con la Legge regionale n. 27 del 19.05.1997 modificata dalla Legge regionale n. 13 del 27.04.1999 assegna all’Arpab (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente di Basilicata) funzioni tecnico-scientifiche in materia di prevenzione e controllo ambientale, tra cui dei grandi rischi industriali. L’ARPA Basilicata si interfaccia con il Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Basilicata per le materie afferenti i Grandi Rischi Industriali.Informazione alle popolazioniI Comuni interessati dall’ubicazione di stabilimenti a rischio industriale, ivi compresi quelli che potrebbero essere interessati dagli effetti da incidente rilevante, ai sensi del comma 4 dell’art. 22 del D.lgs. 334/1999, sono obbligati di portare tempestivamente a conoscenza della popolazione, le informazioni fornite dal gestore relative alle particolari sostanze utilizzate riportate nella relativa scheda informativa. I Sindaci, che sono autorità comunale di Protezione Civile, sono tenuti a predisporre un “pacchetto informativo” da presentare alla Prefettura, all’Ufficio territoriale del Governo (Regione), e alla Provincia di appartenenza ai fini dell’inserimento nel Piano di Emergenza Esterno al fine della pianificazione e relativo aggiornamento. La Regione provvede affinché i dati del rapporto di sicurezza, di cui all’art. 8, siano resi accessibili alla popolazione interessata. Il documento informativo da divulgare alle popolazioni deve contenere le norme comportamentali di auto-protezione: in caso di emergenza con segnale di evacuazione e in caso di emergenza con segnale di rifugio al chiuso. Ad esso si deve prevedere ad una campagna informativa attraverso manifesti, opuscoli, questionari, incontri con la popolazione, esercitazioni di protezione civile con l’ausilio delle organizzazione di volontariato.Fenomeni da incidente rilevante per Deposito oli minerali e gasIl termine BLEVE è l'acronimo di boiling liquid expanding vapor explosion e sta a significare: esplosione dei vapori che si espandono a causa dell'ebollizione di un liquido. Ciò si manifesta quando l'involucro e il suo contenuto raggiungono temperature di gran lunga superiori a quelle necessarie per l'evaporazione dell'intera sostanza liquida. La rottura del contenitore determina la nuclearizzazione spontanea del liquido, ossia l'immediata evaporazione del prodotto. Il termine FIRE BALL: se i vapori contenuti nel contenitore esploso sono infiammabili, si può avere l'accensione immediata ed istantanea dei vapori i quali provocano un irraggiamento mortale. Conseguenze: onda d'urto, proiezione di frammenti, possibile fireball, irraggiamento.Conclusioni. Il centro oli di Viggiano è classificato dall’inventario nazionale del Ministero dell’Ambiente, Tutela del Territorio e del Mare, Deposito oli minerali con codice ministeriale NS008 (art. 8 D.lgs. n. 334/1999). Sul sito dell’ARPAB (Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente di Basilicata), nella sezione “rischi industriali” vengono elencate le seguenti attività del centro: trattamento di idrocarburi liquidi e/o gassosi provenienti dai pozzi, stoccaggio e spedizione di petrolio grezzo, spedizione di gas naturale, produzione di zolfo liquido. Pertanto, alla luce di quanto si evince dal sito web dell’ARPAB, e in assenza di altre informazioni relative alle cosiddette “zone” interessate da incidente rilevante previste dal Piano di Emergenza esterno, il centro oli presenta n. CAS (Chemical Abstract Service)...La versione integrale del presente documento è scaricabile qui:http://www.olambientalista.it/doc/documentoviggiano.pdf