Premio Mascagni, la Artech

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•• 8 BOLOGNA ECONOMIA MARTEDÌ 3 LUGLIO 2012 I NUMERI 25 15 percento È la quota degli investimenti destinati alla ricerca e sviluppo. Negli anni non è mai scesa sotto il 15 per cento percento È la quota di fatturato dovuta alle attività estere. Infatti Artech ha clienti in Francia, Germania e Bulgaria di MARCO GIRELLA SPREMERSI le meningi dalla mattina alla sera. In fondo è questo il lavoro di chi architetta continuamente nuovi sof- tware. Anche se qualcuno pensa che pro- gettare sistemi di controllo e identifica- zione automatica sia un passo avanti ver- so il Grande Fratello di orwelliana me- moria. Qualcun altro obietta che in fon- do, in un mondo sempre più insicuro, serve una maggiore sorveglianza dei pro- dotti, dei processi e dei comportamenti anomali delle persone. Nel dubbio, l’in- gegnereRenatoEstrieisuoisocidiArte- ch continuano a immaginare e realizzare sistemi che aumentano la possibilità di verificare, catalogare e dirigere accessi, entrate, uscite e presenze in un determi- nato luogo, pubblico o privato che sia. Un percorso professionale che per Estri è iniziato nel 1980, subito dopo la laurea in ingegneria elettronica, quando non esistevano ancora i personal computer.Pri- ma che i linguaggi di programmazione si diffondessero, si moltiplicassero e cambiasseroinnumerevoli volte. Per i so- ci di Artech, sette in tutto, un bello sfor- zo di aggiornamento continuo, sfociato in decine di prodotti di cui l’azienda de- tiene la proprietà intellettuale. Ingegner Estri, lei è stato un pionie- re. «Negli anni Ottanta c’era molta richie- sta e pochi tecnici informatici. Il merca- to era facile». Eppure ha impiegato tredici anni a mettersi in proprio. «Insieme ai miei soci lavoravo per un’azienda di Bologna che poi è fallita. Cosìcisiamorimboccatilemanicheeab- biamo aperto la nostra società. I primi tre anni è stata durissima». Poi i sistemi di controllo hanno co- minciato a diffondersi a pioggia. «Be’, non facciamo solo quelli. Abbiamo sviluppato un sistema di pagamento elet- tronico con carte private, sistemi specia- li di monitoraggio e sistemi di rileva- mento delle presenze in un determinato ambiente. E abbiamo inventato un pro- tocollo di controllo della produzione». Come funziona? «Piazziamo un’etichetta elettronica sui semilavorati che entrano in una fabbrica e la leggiamo automaticamente nelle di- verse fasi di lavorazione». A che scopo? «Capire cosa succede durante tutto il pro- cesso aiuta le aziende a determinare me- glio il costo di produzione. E anche a ot- timizzare le varie fasi. Se si scopre una inefficienza in un particolare passaggio si può intervenire solo su quello. In tem- pi in cui il risparmio e l’efficienza sono vitali, si migliora la competitività». Tra i vostri prodotti c’è anche un si- stema di identificazione a distanza. «Permette di sapere quante persone stan- no lavorando su una determinata linea di produzione senza che debbano stri- sciare il badge in un’apposita macchina. Oppure di capire immediatamente se un locale che è stato evacuato sia effettiva- mente vuoto». Èunaformadicontrollosuicompor- tamenti nei luoghi di lavoro? «Non necessariamente.È chiaro che que- sti sistemi devono essere resi noti a chi è soggetto all’identificazione». Costano molto? «Abbastanza. Si usano perché migliora- nol’efficienzadellagestione.C’èunostu- diosecondoilqualeglientipubbliciper- donoil75%dellelororisorseperautoge- stire la burocrazia». Un’azienda come la sua è condan- nataaunaggiornamentocontinuo. «Pensiamo continuamente a nuove idee mai realizzate prima. Sei anni fa ci sia- mo inventati Argo, un sistema touch scre- en molto meno costoso e più robusto. Poi abbiamo affidato il design a un ester- no, perché in un prodotto del genere era importante anche lo stile». Inunmercatoaltalenantecomel’at- tuale come vi sentite? «I conti sono positivi. Dipendiamo po- chissimo dalle banche perché siamo pa- trimonializzati bene. Però risentiamo delle incertezze dei nostri clienti. Se loro se ne vanno noi come facciamo?». Una società come la vostra coltiva il progetto di una killer application? Cioè del softwar-e che vi regalerà un successo incontestabile? «Ci penso tutti i giorni. E un’idea ce l’ho. Ma è presto per parlarne». Per vedere la videointervista a Renato Estri e le immagini di Artech vai all’indirizzo: VAI SUL NOSTRO PORTALE www.ilrestodelcarlino.it/bologna «La competizione industriale passa dai sistemi di controllo» Renato Estri, di Artech: una vita tra computer e software ARTECH è stata fondata a Zola Predosa nel 1993. L’azienda si occupa di svi- luppare sistemi di identifi- cazione e controllo dati in tempo reale. I soci fondato- risioccupanodiraccoltada- ti industriale fin dai primi anni Ottanta. Nel tempo, Artech ha sviluppato nume- rosi progetti di tecnologia avanzata, ottenendo ricono- scimenti e alcuni contributi economici a fronte di inno- vazioni tecnologiche, quali- tà e caratteristiche di eccel- lenza. TRA il 1994 e il 1997 Arte- ch ottiene dal ministero dell’Industria il brevetto per il sistema di pagamento elettronico Carta (l’unico in Italia coperto da brevetto per invenzione industriale), concessoperlesuecaratteri- sticheuniche di progettazio- ne, tecnologia e sicurezza e che possiede un insuperato grado di protezione contro ogni tentativo di manomis- sione fraudolenta. È impor- tante ricordare che l’azien- da investe ingenti risorse (trail15%eil25%delfattu- rato) in ricerca e sviluppo, oltre a produrre direttamen- teedetenerelaproprietàin- tellettuale di tutti i principa- li prodotti offerti come l’ hardware,il firmware,il sof- tware, ed è anche in grado di modificare e personaliz- zare i sistemi su richiesta. TRA i principali prodotti hardware e software proposti da Artech ci sono quelli per la rilevazione delle presen- ze,perilcontrollodiprodu- zione e il calcolo della pro- duttività, per il controllo de- gliaccessi,periltracciamen- to di persone e materiali, l’identificazione automati- caamanilibere,perlemen- sescolasticheeipastiazien- dali, per la rilevazione dei punti d’interesse e dei flussi di pubblico oltre al già cita- to sistema Carta. LA STORIA L’idea di sette programmatori rimasti disoccupati: fondare un’azienda MISSION «Riusciamo a verificare cosa succede a un pezzo di metallo durante ogni fase di lavorazione» INFORMATICA Renato Estri in azienda In alto, un modello di Argo

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Intervista a Renato Estri

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Page 1: Premio Mascagni, la Artech

•• 8 BOLOGNAECONOMIA MARTEDÌ 3 LUGLIO 2012

I NUMERI

25 15per cento

È la quota degli investimentidestinati alla ricerca esviluppo. Negli anni non è maiscesa sotto il 15 per cento

per cento

È la quota di fatturato dovutaalle attività estere. InfattiArtech ha clienti in Francia,Germania e Bulgaria

di MARCO GIRELLA

SPREMERSI le meningi dalla mattinaalla sera. In fondo è questo il lavoro dichi architetta continuamente nuovi sof-tware. Anche se qualcuno pensa che pro-gettare sistemi di controllo e identifica-zione automatica sia un passo avanti ver-so il Grande Fratello di orwelliana me-moria. Qualcun altro obietta che in fon-do, in un mondo sempre più insicuro,serve una maggiore sorveglianza dei pro-dotti, dei processi e dei comportamentianomali delle persone. Nel dubbio, l’in-gegnere Renato Estri e i suoi soci di Arte-ch continuano a immaginare e realizzaresistemi che aumentano la possibilità diverificare, catalogare e dirigere accessi,entrate, uscite e presenze in un determi-nato luogo, pubblico o privato che sia.Un percorso professionale che per Estriè iniziato nel 1980, subito dopo la laureain ingegneria elettronica, quando nonesistevano ancora i personal computer. Pri-ma che i linguaggi di programmazionesi diffondessero, si moltiplicassero ecambiassero innumerevoli volte. Per i so-ci di Artech, sette in tutto, un bello sfor-zo di aggiornamento continuo, sfociatoin decine di prodotti di cui l’azienda de-tiene la proprietà intellettuale.

Ingegner Estri, lei è stato un pionie-re.

«Negli anni Ottanta c’era molta richie-sta e pochi tecnici informatici. Il merca-to era facile».

Eppure ha impiegato tredici anni amettersi in proprio.

«Insieme ai miei soci lavoravo perun’azienda di Bologna che poi è fallita.Così ci siamo rimboccati le maniche e ab-biamo aperto la nostra società. I primitre anni è stata durissima».

Poi i sistemi di controllo hanno co-minciato a diffondersi a pioggia.

«Be’, non facciamo solo quelli. Abbiamosviluppato un sistema di pagamento elet-tronico con carte private, sistemi specia-li di monitoraggio e sistemi di rileva-mento delle presenze in un determinatoambiente. E abbiamo inventato un pro-tocollo di controllo della produzione».

Come funziona?«Piazziamo un’etichetta elettronica suisemilavorati che entrano in una fabbricae la leggiamo automaticamente nelle di-verse fasi di lavorazione».

A che scopo?«Capire cosa succede durante tutto il pro-cesso aiuta le aziende a determinare me-glio il costo di produzione. E anche a ot-timizzare le varie fasi. Se si scopre unainefficienza in un particolare passaggio

si può intervenire solo su quello. In tem-pi in cui il risparmio e l’efficienza sonovitali, si migliora la competitività».

Tra i vostri prodotti c’è anche un si-stema di identificazione a distanza.

«Permette di sapere quante persone stan-no lavorando su una determinata lineadi produzione senza che debbano stri-sciare il badge in un’apposita macchina.Oppure di capire immediatamente se unlocale che è stato evacuato sia effettiva-mente vuoto».

Èuna formadi controllo sui compor-tamenti nei luoghi di lavoro?

«Non necessariamente. È chiaro che que-sti sistemi devono essere resi noti a chi èsoggetto all’identificazione».

Costano molto?«Abbastanza. Si usano perché migliora-no l’efficienza della gestione. C’è uno stu-dio secondo il quale gli enti pubblici per-dono il 75% delle loro risorse per autoge-stire la burocrazia».

Un’azienda come la sua è condan-nataaun aggiornamento continuo.

«Pensiamo continuamente a nuove ideemai realizzate prima. Sei anni fa ci sia-mo inventati Argo, un sistema touch scre-en molto meno costoso e più robusto.Poi abbiamo affidato il design a un ester-no, perché in un prodotto del genere eraimportante anche lo stile».

Inunmercatoaltalenante come l’at-tuale come vi sentite?

«I conti sono positivi. Dipendiamo po-chissimo dalle banche perché siamo pa-trimonializzati bene. Però risentiamodelle incertezze dei nostri clienti. Se lorose ne vanno noi come facciamo?».

Una società come la vostra coltiva ilprogetto di una killer application?Cioè del softwar-e che vi regalerà unsuccesso incontestabile?

«Ci penso tutti i giorni. E un’idea cel’ho. Ma è presto per parlarne».

Per vedere la videointervistaa Renato Estri e le immaginidi Artech vai all’indirizzo:

VAI SUL NOSTRO PORTALE

www.ilrestodelcarlino.it/bologna

«La competizione industrialepassa dai sistemi di controllo»

Renato Estri, di Artech: una vita tra computer e software

ARTECH è stata fondata aZola Predosa nel 1993.L’azienda si occupa di svi-luppare sistemi di identifi-cazione e controllo dati intempo reale. I soci fondato-ri si occupano di raccolta da-ti industriale fin dai primianni Ottanta. Nel tempo,Artech ha sviluppato nume-rosi progetti di tecnologiaavanzata, ottenendo ricono-scimenti e alcuni contributieconomici a fronte di inno-vazioni tecnologiche, quali-tà e caratteristiche di eccel-lenza.

TRA il 1994 e il 1997 Arte-ch ottiene dal ministerodell’Industria il brevettoper il sistema di pagamentoelettronico Carta (l’unico inItalia coperto da brevettoper invenzione industriale),concesso per le sue caratteri-stiche uniche di progettazio-ne, tecnologia e sicurezza eche possiede un insuperatogrado di protezione controogni tentativo di manomis-sione fraudolenta. È impor-tante ricordare che l’azien-da investe ingenti risorse(tra il 15% e il 25% del fattu-rato) in ricerca e sviluppo,oltre a produrre direttamen-te e detenere la proprietà in-tellettuale di tutti i principa-li prodotti offerti comel’hardware, il firmware, il sof-tware, ed è anche in gradodi modificare e personaliz-zare i sistemi su richiesta.

TRA i principali prodottihardware e software propostida Artech ci sono quelli perla rilevazione delle presen-ze, per il controllo di produ-zione e il calcolo della pro-duttività, per il controllo de-gli accessi, per il tracciamen-to di persone e materiali,l’identificazione automati-ca a mani libere, per le men-se scolastiche e i pasti azien-dali, per la rilevazione deipunti d’interesse e dei flussidi pubblico oltre al già cita-to sistema Carta.

LA STORIA

L’ideadi setteprogrammatori

rimasti disoccupati:fondare un’azienda

MISSION«Riusciamo a verificare cosasuccede a un pezzo di metallodurante ogni fase di lavorazione»

INFORMATICARenato Estri in aziendaIn alto, un modello di Argo