Premio Marina di Ravenna 2011 - I Vincitori al MAR

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Premio Marina di Ravenna 2011 Rassegna di pittura _ 55 a edizione I vincitori al MAR Edizioni Capit Ravenna

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Rassegna di pittura 55a edizione I vincitori al MAR Capit Ravenna

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Premio Marina di Ravenna2011Rassegna di pittura _ 55a edizione

I vincitori al MAR

Edizioni Capit Ravenna

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Premio Marina di Ravenna 2011Rassegna di Pittura _ 55a edizione

I vincitori al MAR

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Premio Marina di Ravenna 2011Rassegna di pittura _ 55a edizione

I vincitori al MAR

Capit Ravenna

Ringraziamenti

In collaborazione conMAR Museo d’Arte della città di RavennaPresidenza Nazionale CapitPro Loco Marina di Ravenna

PatrociniPresidenza del Consiglio dei MinistriMinistero per i Beni e le Attività CulturaliRegione Emilia RomagnaProvincia di RavennaCamera di Commercio di RavennaComune di Ravenna

A cura diPericle Stoppa

Segreteria OrganizzativaBarbara BertozziSerena Tondini

Comitato di selezione Paola BabiniRosetta BerardiRoberto Pagnani

Giuria del concorsoClaudio SpadoniMarco Di CapuaSabina Ghinassi

Ufficio Stampa e Comunicazioni esterneAnnamaria CorradoAnna De LutiisSerena GarzantiElena NenciniVania RivaltaAttilia Tartagnicoordinamento diFrancesca BoschettiNada Mamish

Schede biograficheRosetta Berardi

Servizio fotograficoValeria Botrugno

AllestimentiDavide CaroliMauro FocacciaGino BabiniFranco BertacciniGiovanni Sarasini

RecapitiPremio Marina di Ravennac/o Capit Ravennavia Gradenigo, 6 – 48122 Ravennatel. 0544.591715 – fax 0544.598350e-mail: [email protected]

CatalogoGrafica e cura editoriale Edizioni Capit RavennaStampa Grafiche Morandi Fusignano, dicembre 2011

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PremioMarina di Ravenna

2011

I vincitori al MARMassimiliano Errera

Filippo FarnetiEttore Frani

Banafsheh RahmaniManuela Vallicelli

10 dicembre 2011 - 6 gennaio 2012

MAR Museo d’Arte della città, Ravenna

Edizioni Capit Ravenna

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Con la mostra al Museo d’Arte della città, dedicataai cinque vincitori del Premio Marina di Ravenna2011, e documentata dalla pubblicazione delpresente catalogo, si conclude un’edizione molto significativa della rassegna che, per la primavolta nella sua lunga storia, è stata riservata alla partecipazione di artisti di età inferiore aiquarant’anni.Si è trattato di una scelta opportuna che hariscontrato consensi e apprezzamenti rafforzandoin noi la convinzione di proseguire con la stessaformula, pur con i dovuti aggiustamenti, anche neiprossimi anni. Siamo convinti, infatti, che la definizione di unaspecifica identità della rassegna possa contribuireal consolidamento qualitativo della stessamanifestazione e che la sua caratterizzazionequale “premio di pittura” possa costituire la sceltadistintiva rispetto ad altre espressioni artisticheche fanno parte del variegato panorama delle artifigurative.Rivolgiamo merito ai trentuno artisti selezionati peril livello qualitativo delle loro opere i quali, tra l’altro,partecipando attivamente al nutrito programma diiniziative promosse a Marina di Ravenna nei tregiorni della rassegna, hanno contribuito a rendere

più interessante e festoso il programma dellaprima fase del Premio Marina. Ai vincitori, Massimiliano Errera, Filippo Farneti,Ettore Frani, Banafsheh Rahmani, ManuelaVallicelli, auspichiamo che l’opportunità offerta lorodi esporre le proprie opere in una sede prestigiosaquale il MAR, rappresenti una tappa importane edi ulteriore crescita nel loro percorso artistico.Alla Commissione di selezione rivolgiamo unsentito ringraziamento per avere svolto un delicatoe rigoroso lavoro che ha garantito trasparenza allamanifestazione. Un significativo riconoscimento, infine, ai membridella giuria e in particolare a Claudio Spadoni perla sensibilità e l’aiuto sempre riservati al Marina,oltre che per l’importante funzione che egli svolgein veste di direttore del MAR, significativaIstituzione che valorizza, in Italia e all’estero,l’immagine della città di Ravenna, candidata adivenire capitale europea della cultura nel 2019.Ultimo, ma non meno importante, il ruolo deivolontari e collaboratori a vario titolo, sempredisponibili e attenti, e quello degli sponsor che ciaccompagnano nel rinnovare, anno dopo anno,l’antico legame che dal 1955 unisce la pittura allalocalità di Marina di Ravenna.

PresentazionePericle Stoppa

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Non è facile per una manifestazione artistica distoria pluridecennale mantenere nel tempo unasua identità senza il rischio di risultare obsoleta,ormai sostanzialmente estranea agli inevitabilimutamenti di gusto, di obiettivi, di orizzonte, chenon può essere più solo locale. Anche per questo,oltre che per mutate strategie culturali e relativirisvolti economici, si sono via via estinte nonpoche iniziative, magari anche di apprezzabileprofilo, e che vantavano una buona continuità.Com’è accaduto, appunto, a diversi ‘Premi’ sortinella maggior parte dei casi negli anni Cinquantalungo l’intera Penisola. A maggior ragione variconosciuto al ‘Premio Marina di Ravenna’ unatenuta quasi sorprendente, e anzi, la volontà,soprattutto da alcuni anni a questa parte, disperimentare nuove formule, di darsi una diversafisionomia, per risultare quanto più possibile alpasso con l’attualità delle vicende artistiche. Chenon è certo di pacifica definizione, tanto appareaperta, proteiforme, a parole senza più steccati fratendenze di più largo credito internazionale e altredi più periferica frequentazione o comunque diminore fortuna nei circuiti dell’ufficialità piùacclarata. Anche se nella realtà lo sbandieratopluralismo linguistico – un ritornello di largo usonegli ultimi decenni – cede il passo al privilegioaccordato, per motivi diversi, alle linee guidaindicate da centri di potere conclamati, dastrategie di mercato e il sostegno di una critica cheha le sue buone ragioni per fare la propria parteanche nelle scelte indotte.Nella sua dimensione il Premio Marina miracomunque a preservare un rapporto con la propriastoria anche nelle correzioni di rotta e gliaggiustamenti mirati, come s’accennava, arenderlo non proprio estraneo a questo tempodelle vicende artistiche. La stessa, discussaformula del ‘Premio’, è stata in qualche misura

salvaguardata anche se in un’accezione quantomai lontana dalle sue origini di manifestazione‘estemporanea’, com’era del resto per la maggiorparte dei ‘Premi’ di quelle stagioni. Per questaedizione, infatti, cinque artisti, scelti fra svariatedecine di nomi, saranno appunto premiati con unasala personale in una mostra al MAR. Unriconoscimento che si vorrebbe beneaugurantenon fosse altro perché richiama l’esempio illustredelle sale personali concesse per numeroseedizioni della Biennale di Venezia ad artisti di giàriconosciuto prestigio. Anche se in questo caso sitratta di giovani. Giovani pittori nell’accezionepropria del termine, perché anche in questo vienericonfermata una continuità del ‘Marina’ qualemanifestazione dedicata appunto alla pittura,come fu fin dai suoi esordi. In tal senso sipotrebbe aggiungere che questa fedeltà alleorigini, pur nelle trasformazioni avvenute, che nonsono state di poco conto, del pensiero, dellapratica, dell’idea di qualità della pittura, potrebbeanche essere intesa come una scommessa sullasua tenuta nel panorama artistico d’oggi, dove lapittura, se non risulta proprio minoritaria,quantomeno non sembra godere di incondizionaticonsensi. Che dei giovani, come questi selezionatifra i molti altri della stessa fascia generazionale,puntino le loro carte sull’esercizio del dipingere,nonostante tutto, ci sembra, intanto, una realtà davalutare con attenzione e soprattutto senzapregiudizi.Massimiliano Errera, Filippo Farneti, Ettore Frani,Banafsheh Rahmani, Manuela Vallicelli, interpre-tano la pittura in modi molto diversi l’uno dall’altro,così da offrire, anche all’interno di questa praticacomune, un panorama sfaccettato di soluzioniespressive, certo calate in questo nostro tempo,ma anche riferibili, per quanto possibile, a distinteradici storiche, più o meno consapevoli. Perché si

Un premio per i giovani all’insegna della pitturaClaudio Spadoni

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comprende bene che l’esercizio del dipingereporta implicita, e anzi dichiarata, la scelta diappartenenza a una identità storica ritenutaancora vitale. Questa opzione di giovani artisti,viene a costituire, nell’anno in corso, un altrocontributo alla documentazione offerta percampionature della condizione delle ultimegenerazioni artistiche che il Museo ha intesopromuovere a partire da un decennio fa, vale a dire

dalla nascita dell’Istituzione MAR. Di fatto, questaedizione del ‘Marina’, attraverso la mostra deicinque vincitori, viene a coprire il vuoto – si sperasolo temporaneo – della edizione annuale di‘Critica in arte’, un appuntamento periodicodedicato alle ultime generazioni di artisti e di critici.E qui, infatti, non manca nemmeno l’apporto della‘giovane critica’, che con distinte voci accompagnain catalogo il lavoro di ogni singolo pittore.

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gli artisti e le opere

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Massimiliano Errera

nasce a Erice nel 1980. Vive e lavora a Bologna.Trascorre l’infanzia tra Paceco, Trapani ed Erice,borgo medievale di montagna, fonte di grandeispirazione. A 17 anni conosce la poesia “surrealista” e i testi diPirandello e rimane incantato da quel sapore ironi-co: l’impossibilità di avere una visione unica e certadella realtà. Abbandona così la pittura paesaggisti-ca per una pittura surrealista. È il perido, questo, incui conosce e frequenta la bottega del pittore escultore trapanese Giovanni Safina, che gli tra-smette, ancora più forte, la passione per la pittura.Dopo il diploma al Liceo Artistico “E. Catalano” diTrapani, si trasferisce a Bologna per iscriversiall’Accademia Belle Arti. Il contatto con l’ambiente artistico bolognese,ricco di stimoli, e con il gruppo “C-Voltaire” famaturare il giovane pittore pacecoto. La sua pittu-ra diventa più raffinata, s’impossessa di uno sce-nario onirico e acquista un nuovo colore anche

grazie all’incontro con artisti del gruppo H2o, inparticolare con il pittore Luigi Mastrangelo, uomodi fondamentale importanza per la sua evoluzioneartistica e personale. Da questi contatti trae linfacreativa e arricchisce la sua personalità artisticasottoponendosi costantemente ad un costruttivoconfronto. Dal 2008 partecipa a diverse rassegne d’arte fra lequali: Paceco si mostra, Vicolo Matrice, Paceco2008; Il teatro dell’Io, Galleria La Salerniana, Erice2009; Il teatro dell’Io II, Galleria d’Arte Vicaria,Trapani 2009; I confini delle mente, Museo delSale, Trapani 2009; Bo-Héme 2010, Galleria H2o,Bologna 2010; Pin-Up 80, Sala Celeste, Bologna2011; Eros e Thanatos, Sala Celeste, Bologna2011; Lo scenario onirico, spazio Venza, San Vitolo Capo (Trapani) 2011; In Scena Veritas, GalleriaLa Salerniana, Erice; Nel 2011 è vincitore (exaequo) della 55.ma edizione Premio Marina diRavenna, Galleria FaroArte, Marina di Ravenna.

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Lo scenario oniricoDanilo Fodale

l’esistenza dell’uomo. Uno sposalizio tra pittura,teatro e vita.L’uomo è una maschera di se stesso.L’io che vive di questo palcoscenico è quell’io maiuguale a se stesso, infinite maschere a sua dispo-sizione, in continua evoluzione e figura dopo figuracompie il passo verso la propria verità che innessun altro luogo potrebbe essere rappresentatase non nella sua naturale scena, la tela.Massimiliano Errera si fonde alla sua stessa arte eponendosi come fulcro dell’opera raggiunge quel-l’equilibrio che in modo inesorabile cattura lo spet-tatore e lo rende protagonista dell’opera. Le sue telenon si osservano e non si commentano, si vivono.L’uomo che porta sulle spalle il peso della propriapotenza esplosiva concede a terzi la facoltà ditenerlo vivo. Quale miglior comunione tra arte edumanità?Massimiliano concede di poter guardare oltre all’o-pera stessa, di poter proseguire il racconto dellatela all'infinito e di raggiungere anche le destina-zioni più surreali che conducono ai suoi orizzonti.A chi osserva viene concesso il biglietto per il piùsurreale dei viaggi, si provi ad immaginare dove ecosa stiano tirando nella tela i suoi tre primitivi.Vivere le sue opere significa anche abbandonarsiall’ascolto di tutte le emozioni che pervadono l’umanità dell’individuo, ascoltare e comprendere i sogni.Se mai un uomo comprenderà i suoi sogni, avràimparato a vivere.

Dove può arrivare un pensiero?Non esiste linea di confine che possa contenerlo,nasce liberoe non c'è ragione che dia spiegazione alla suaesistenza.Da un’immagine mi arriva una straordinariasensazione di benesseree la divina espressione dei suoi tratti mi costringe a dipingerla.Non c’è perchè,una maschera tolta per dare spazio all’essenza,solo la conversione in tela del mio pensiero.Nato da una luce.

Onirico è il mondo in cui ci accompagnaMassimiliano Errera, ci tiene per mano e a ritmocadenzato del suo pennello si scopre ciò che lorende vivo.La capacità dell’artista di sconvolgere la perce-zione della realtà è sorprendente e l’ambientazionesurreale della sua vita viene posta con sublimecapacità al centro del lavoro. In questa nuovadimensione surreale si può ammirare la prorom-pente crescita artistica del pittore dove primeg-giano figure primitive avvolte da una luce abba-gliante che regala una grande intensità di colore,contribuendo così a dare luminosità all’operastessa facendola rimanere magicamente in straor-dinario equilibrio.Nelle sue “lunghe strisce orizzontali” vive quell’ioche circonda le infinite maschere di cui è avvolta

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Cielo verticaleacrilico su tela, cm 65x95, 2011

Massimiliano Errera

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Inseguendo l’ombraacrilico su tela, cm 70x100, 2011

Massimiliano Errera

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La memoria del corpoacrilico su tela, cm 100x150, 2011

Massimiliano Errera

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Le bugie di due bambineacrilico su tela, cm 50x100, 2011

Massimiliano Errera

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Senza titolo71acrilico su tela, cm 100x200, 2011

Massimiliano Errera

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Lo specchio della crudeltàacrilico su tela, cm 80x100, 2011

Massimiliano Errera

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Filippo Farneti

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nasce nel 1972 a Ravenna dove vive e lavora.Dopo la maturità artistica si diploma in pitturaall’Accademia di Belle Arti di Ravenna. Parallelamente all’attività artistica si dedica all’illu-strazione, alla grafica e alla didattica dell’arte.Le tecniche con le quali si esprime, nelle sue opere,spaziano dall’illustrazione alla pittura, dal videoall’installazione. La sua ricerca si muove in duedirezioni parallele: l’esplorazione della misteriosacomplessità dei pensieri e del mondo dell’incon-scio e l’indagine sul rapporto tra arte e società, traarte e vita quotidiana. La sua attività espositiva inizia nel 1998 con alcunepersonali. Fra le più recenti: nel 2003 Disidentità,all’Artestudio Sumithra, Ravenna; It’s a babel, nellospazio fotografico Liverani, Ravenna; nel 2008FARNETIcare, all’Ex Serigrafia, Ravenna; nel 2010RAID, presso Ikea di Rimini; nel 2011 Tracce, istan-

ti di danza urbana, installazione nell’ambito delFestival Ammutinamenti, danza urbana e d’autore,presso Arteficerie Almagià, Ravenna.Principali esposizioni collettive più recenti: nel 2005Sinapsi, Galleria d’Arte Moderna di Tirana; nel2006 Più opere al Mar, Le nuove acquisizioni delMuseo d’Arte della città di Ravenna; nel 2007 OraElabora, ex Convento dei Cappuccini, Modigliana;nel 2008 Selvatico 7 ‘Out of the map, Museo Varoli,Cotignola; III Biennale delle chiese laiche,Magazzini del sale, Cervia; nel 2010 Anima zone,Galleria Fragile-Continuo, Bologna; nel 2011Premio Opera Fabbrica, Chiostri Biblioteca Oriani,Ravenna; vincitore (ex aequo) della 55.ma edizionePremio Marina di Ravenna, Galleria FaroArte,Marina di Ravenna; O(Ax) = dO(Am)EquazioneImpossibile, a cura di Marte AssociazioneCulturale, Galletti Abbiosi, Ravenna.

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chiariscono nell’insieme, invitando lo spettatore aritrovare le fila (im)possibili del senso di questitarocchi dai destini pressoché infiniti e vivi: cometali essi potrebbero debordare dai confini che pernecessità l’autore impone loro, risalendo pareti,invadendo stanze, o come un blob senza freni,uscendo all’esterno per ricoprire tutto, divenendomisura immisurabile della biblioteca borgesiana.A questo versante di ricerca risponde su un polo aprima vista opposto l’assenza e il bianco e nerodella sequenza detta “Dalle ombre”, epifania d’ec-toplasmi in cui il soggetto è uno, umano e non, riaf-fiorante alla mente dal pozzo del tempo e ora quichiuso in una nicchia.L’analisi si fa stringente, eppure qualcosa inter-rompe il processo di emersione e attraverso lastresatinate di plexiglas, l’artista fa intendere che laverità resta opaca, avvicinabile come volevaPopper, ma alfine irraggiungibile.A ben vedere, il tema dell’io sfuggente, dellamemoria irrecuperabile per il tradire della mente(radice comune al verbo mentire) torna anche inquesto teatro delle ombre: recita una formula dellacrisi iconoclasta dell’Impero bizantino: “la verità èimmagine, ma non c’è immagine della verità”.Ciò nonostante, solo un fare artistico incessantepuò tentare di conoscere e colmare ciò che si puòdella distanza fra l’uomo e se stesso, unendo alla saggezza eraclitea (“la natura delle cose amanascondersi”) la consapevolezza di Beckett: “No matter. Try again. Fail again. Fail better.”

Il mondo è caos, anagramma di cosa regolata daleggi che fanno natura feroce e armonica a untempo: l’uomo è specchio inconsapevole delmondo.Oggetto dell’indagine di Filippo Farneti è l’identitàumana, la sua inafferrabilità nel flusso dei pensieri,meandri pericolosi, liberati per paradosso su carta,supporto fragile, e con mezzi delicati quali la matitao le tempere acquerellate, al più la penna permarcare i segni.Ed è il disegno punto di partenza e snodo dell’ar-tista, pratica quotidiana di autoanalisi priva di infin-gimenti (ossessivi gli autoritratti in cui sembradomandare: chi sono io, dov’è l’io, cos’è l’io?),unita a certa riflessione sulla memoria d’ascen-denza boltanskiana, oltre ad una vocazione narra-tiva, degna della miglior graphic novel.Due al momento gli approdi principali del suo fare:i quadri-puzzle e la serie ultima delle ombre.I primi sono una sorta d’equivalenza grafica delmonologo joyciano di Molly Bloom, formati da unelenco di piccoli riquadri, in ognuno dei quali sonoomini o particolari di paesaggi oggetti corpi volti e occhi che ci chiamano nell’opera, istantanea del complesso dei pensieri dell’artista, montatisecondo analogie precise: l’arcata sopraccigliarediviene ponte o reminiscenza di elmo iliaco nell’im-magine successiva, mentre una figura può trovarsiripetuta ma sbiadita in quella accanto o completarel’azione o un particolare di una sopra o sottostante. Tutto è dunque connesso e i soggetti singoli si

Sketches of JoyceLuca Maggio

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Dalle ombre (particolare)Tecnica mista su tavola e plexiglass satinato, 2011

Installazione dimensione ambiente

Filippo Farneti

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Dalle ombre (particolare)Tecnica mista su tavola e plexiglass satinato, 2011

Installazione dimensione ambiente

Filippo Farneti

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Perdendo le tracceTecnica mista su carta applicata su tavola, cm 100x100, 2011

Filippo Farneti

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Self portraitTecnica mista su carta applicata su tavola, cm 100x100, 2011

Filippo Farneti

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Ultime notizieTecnica mista su carta applicata su tavola, cm 100x100, 2011

Filippo Farneti

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Ultime notizie (particolare)

Filippo Farneti

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Ettore Frani

nasce a Termoli (CB) nel 1978. Vive e lavora aRoma.Si diploma in Pittura nel 2002 presso l’Accademiadi Belle Arti di Urbino e nel 2007 pressol’Accademia di Belle Arti di Bologna. Dal 1998 espone, in mostre personali e rassegnecollettive, in spazi pubblici e privati tra i quali: ilMuseo dei Fori Imperiali, le Terme di Diocleziano, ilMuseo Crocetti a Roma, Castel Sismondo aRimini, il Muspac a L’Aquila, l’Arcos a Benevento,il Museo Michetti a Francavilla a Mare, la GalleriaSan Fedele a Milano. Nel 2009 è finalista al Premio Artivisive San Fedele“L’uomo e il suo destino” ed è invitato alla XLII edi-zione del Premio Vasto.Nel 2010 vince il Premio Artivisive San Fedele“Il segreto dello sguardo” ed è invitato al LXIPremio Michetti Diorama Italiano e al IV PremioRazzano. Nel 2011 esce la sua prima monografia

d’artista Vanillaedizioni, presentata in occasionedella personale Limen presso l’Ariete arte contem-poranea di Bologna, con testi di Stefano Castelli e Massimo Recalcati. Nello stesso anno è selezionato da Vittorio Sgarbiper l’Evento Speciale Lo Stato dell’Arte/PadiglioneAccademie alla 54.ma Biennale d’Arte di Veneziaed è invitato a Giorni Felici a Casa Testori. Sempre nel 2011 vince (ex aequo) la 55.ma edizio-ne del Premio Marina di Ravenna e la 1.ma edizio-ne del Premio Ciaccio Broker per la giovane pittu-ra italiana.Per il 2012 ha in programma una mostra per-sonale a Casa Raffaello ad Urbino. È stato invi-tato a partecipare alla seconda edizione di selvati-co.spore.due/e bianca, collettiva che avrà luogopresso varie istituzioni della Romagna.Galleria di riferimento: L’Ariete arte contempora-nea, Bologna.

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tura richiama immediatamente una ribellione chesignifica tentativo di apparizione, l’apparizione unridimensionamento del fenomeno umano che signi-fica distacco rispetto alla volontà di potenza, einsieme è sintomo delle spinte eterodirette che l’in-dividuo oggi subisce. La ferita cauterizza, la suturaapre abissi: tutto chiama il contrario di se stesso,non alla ricerca di un vile ecumenismo ma allastrenua ricerca di una dialettica compiuta che per-metta la completezza del discorso. L’unico elemento che finisce per prevalere è propriola schermatura, una velatura con richiami anchepsicanalitici che però esime dal dover stabilire se sitratti di offesa o di elemento protettivo nei confrontidella figura umana (e dell’individuo). Sia detto senzaalcuna connotazione amniotica o regressiva, lafigura umana è in ultimo esentata dalla passione, inquesti dipinti. Essa è in salvo - cosa che non leaccade nel mondo reale d’oggi - proprio perchéinserita in un contesto dialettico che apre tutte lepossibilità. La ferita, la passione, il martirio sonoesternalizzati ed è la pittura a subirli. L’unico sog-getto veramente cristico è qui la pittura. L’agone sucui si disputa la contesa tra presenza e assenza èun campo ancora aperto, su cui si può innestare lariflessione e da cui la poetica di Frani continua adevolversi. Con la coerenza del discorso, in un’operaprogressivamente messa a punto con la precisioneche solo l’organizzazione di un sistema consente.

A rigore, bisognerebbe lasciare la pagina bianca.L’oggetto dell’opera di Ettore Frani si colloca infattiin una terra di mezzo che non è fedelmente descri-vibile con le parole. Un territorio contrito che non simanifesta secondo lo svolgimento armonioso di undiscorso verbale, ma che nondimeno si strutturasecondo le logiche del discorso e del linguaggio. Il contrasto di cui vive questa terra di mezzo è pre-cisamente il confine tra presenza e assenza, vuotoe pieno, figurativo e astratto. Luogo privilegiato del-l’umano e al contempo spazio disertato da ogniconcrezione conclamata, tale territorio cumula pro-dromi, manifestazione e sparizione del fenomeno,comprimendoli nella compresenza. Una compre-senza che dissimula la componente drammaticadella simultaneità propria di ogni opera pittoricavalida. L’indagine di Frani muove da premesse che atten-gono a questioni ermeneutiche, intellettuali e poli-tiche. Ontologiche, addirittura, originarie, se è veroche dietro queste velature occhieggia la cosalitàheideggeriana. E, sempre heideggerianamente,terra e mondo sembrano conciliabili, in questidipinti, la concrezione delle cose non è in nessunsenso un limite alla socialità, in questa terra dimezzo.Come interpretare allora le caratteristiche fisi-che/visuali di queste opere? Si tratta di ferite,umori, velature, ostensioni o occultamenti? La vela-

Scandaglio dell’interregnoStefano Castelli

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Pneuma I (trittico)olio su tavola, cm 80x100, 2011

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Pneuma II (trittico)olio su tavola, cm 80x100, 2011

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Pneuma III (trittico)olio su tavola, cm 80x100, 2011

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Ascensione o Attrazione celeste (trittico)olio su tavola, cm 100x70 cad., 2011

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Manaunaun (dittico)olio su tavola, cm 65x65, 2011

Ettore Frani

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Manaunaun (dittico)olio su tavola, cm 65x65, 2011

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Banafsheh Rahmani

è nata a Teheran (Iran) nel 1972. Vive e lavora a Trieste.Dopo gli studi superiori, sotto la guida di GholamaliFarhat, frequenta l’Università Azad “Arte eArchitettura” di Teheran. Segue i corsi dei profes-sori Amame Pich e Etminani e, nel 1996, si laureain Pittura. Sceglie come campo d’indagine ilCubismo di Braque per la sua tesi di critica d’arte,accompagnata da un suo progetto artistico di circaventi dipinti realizzati con la tecnica del collage.Prosegue gli studi universitari e, nel 2002, conse-gue il master in Ricerca sull’Arte. Sotto la guida del Prof. Zeimaran ha svolto un’attenta ricercasulla simbologia delle miniature del ShahnameBaisonghori, codice persiano del XV secolo. Neglistessi anni, intraprende la carriera dell’insegna-mento, portando avanti il suo impegno per un inte-ro decennio. Ha insegnato Pittura presso il presti-gioso Kanoon, l’Istituto per lo sviluppo intellettualedei ragazzi e degli adolescenti. Nel 2001, approdaall’insegnamento universitario, tenendo il corso diBasi figurative dell’arte per due anni accademici

consecutivi; termina la sua docenza all’Azad nel-l’autunno 2003. Nel 2004 si trasferisce in Italia per proseguire glistudi; nel 2009 si laurea, presso la Facoltà diLettere e Filosofia dell’Università di Trieste, con latesi La morte nell’arte: l’opera di Marlene Dumas.Complice anche la frequentazione del LaboratorioCervi Kervischer, a Trieste è riuscita a liberare la propria pittura dalla rigidità di qualsiasi canoneestetico, dando pieno sfogo alla propria vervecreativa.Espone fin dal 1995, in Iran, in diverse gallerie. Ha partecipato inoltre alla 5.a Biennale di pittura a Teheran. La sua attività espositiva continua prendendo parte a mostre collettive in Italia e inGermania. Nel 2011 è invitata alla Biennale di Venezia, padi-glione Friuli Venezia Giulia. È vincitrice (ex aequo)della 55.ma edizione Premio Marina di Ravenna,Galleria FaroArte, Marina di Ravenna 2011.

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non teme di mettere il colore sulla tela come sestesse amabilmente parlando. E non teme di sba-gliare e di rifare. Tutto deve funzionare, deve rag-giungere quell’armonia sperata. Perciò rimaneamabile ma implacabile al contempo. Colore egesto stanno alla base del suo dipingere. E nonbasta per spiegare ciò che realizza. Partendo daun’immagine che le si para davanti, il suo occhio lefa scegliere una riproduzione, una foto, un’istan-tanea da una rivista ma, fatto splendido ed in leinaturale, il suo occhio già filtra il tutto in dipinto, inimmagine pittorica. Può essere anche l’immagineterribile di morte, l’immagine apparentementeinnocua di un bimbo, un girotondo di persone, unavvenimento che si sta svolgendo dall’altra partedel pianeta o, un semplice pesce. Tutto rivivrà neisuoi dipinti, con una luce nuova, colori nuovi e vitenuove. Come fossero riscattate, quelle vite, e nonè poco, nei suoi dipinti. Guardiamo alle sue ultimefolgoranti creazioni: Intermezzo con farfalla eIntermezzo con fiori. Quanto le figure appaionosospese in un’atmosfera acquatica, tanto la pitturaè fluida e sinfonica. I protagonisti dei suoi quadri ciosservano e non possiamo collocare quei volti checi fissano o quelle spalle che ci vengono date inuno spazio determinato, come accade in Isole; ciòche a qualcuno sembrerà desolazione e morte, adaltri darà una sensazione di forza e respiro.Inquietudine e speranza si mescolano nei dipinti di Banafsheh. Ma in fondo, cos’è la nostra vita?Non è forse quella continua altalena fra abisso eslancio?

Dominare lo spazio in poche linee è il sogno e latragedia dei grandi artisti. Matisse avrebbe rovinatol’arte, secondo il suo maestro Gustave Moreau,indirizzando le proprie ricerche verso uno spaziodominato da poche linee ritmiche. Ma, quellaricerca, quel gesto che cerca una soluzione all’e-nigma “dipinto” portando quasi tutto a una scarni-ficazione dei volumi, significa, e continuerà a signi-ficare, modernità. È un segno che parte dallamente. Così funziona anche l’occhio della mente diBanafsheh Rahmani. Che importa il cosa si vede?Ciò che conta è il come si vede. Un magnificopunto d’inizio che farà vivere l’arte sino alla fine deigiorni e in ottima salute, poiché in costante dive-nire. La ricerca di Banafsheh non è solo onesta,ma testarda e affascinante, con la sensazione chequalsiasi tempo sottratto alla pittura, sia tempoperso, “sabbie mobili” come sosteneva Delacroix.Ciò che colpisce, nel vederla in azione, è un’asso-luta naturalezza di segno, come una tradizioneorientale che vive da sempre e si rinnova nel suomuovere la mano sulla tela. Come il rito del the inGiappone o quello della musica persiana. Tuttosenza rigidità, pregiudizi, tanto che l’esito finale èmolto vicino ai risultati più felici della pittura inglesedel Novecento ma con una forza che la fa dialo-gare a distanza con Marlene Dumas, altra animaerrante e lucida della pittura d’oggi. Tutto convivein Banafsheh senza contrapposizioni, arrivando aesiti sorprendenti; come l’Isola dei Naufraghi, doveBöcklin non è più solo metafisico ma pittorico eattuale. L’artista non teme di essere vista all’opera,

Colore e gesto nella naturalezza del segnoMatteo Gardonio

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Intermezzo con farfallaolio su tela, cm 100x280, 2011

Banafsheh Rahmani

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Isoleolio su tela, cm 70x100, 2011

Banafsheh Rahmani

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Intermezzo con fioriolio su tela, cm 100x280, 2011

Banafsheh Rahmani

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Pesceolio su tela, cm 50x70, 2011

Banafsheh Rahmani

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Isola dei naufraghiolio su tela, cm 100x120, 2011

Banafsheh Rahmani

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L’uomo dell’isolaolio su tela, cm 70x50, 2011

Banafsheh Rahmani

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Manuela Vallicelli

è nata nel 1971 ad Ancona. Dal 1972 al 1983 ha vissuto all’estero. Si è diplo-mata in Pittura presso l’Accademia di Belle Arti diRavenna dove vive attualmente. Dal 2003 al 2010ha vissuto a Milano dove ha iniziato la sua attivitàespositiva partecipando, in Italia e all’estero, adiverse esposizioni collettive e personali e fra que-ste: 2004, Polaroid in via di sviluppo, murale per lacollezione permanente d’arte contemporanea delMuseo d’Arte Paolo Pini MAPP di Milano; videodocumentario Fragments, Nextarts production;Arte dal vivo performance presso il MAPP, Milano;2005, progetto Blog on Arthur Rimbaud, mostraitinerante realizzata al Castello di Rivara di Torino,alla 291 Gallery di Londra e alla New YorkUniversity; Il luogo zero dello scambio, mostrasatellite di MiArt, Museo d’Arte Paolo Pini, Milano;

Psicol’ Abile, presso il MAPP, Milano; 2006,Album dei Ricordi, Galleria Pittura Italiana, Milano;Take Five, Galleria Obraz, Milano; 2007, Lo Statodell’Arte 2007, Galleria Obraz, Milano; Che cos’è

la Pittura, workshop presso Centro didattico ViaFarini, Milano; 2008, World’s Artists, GalleriaArtemisia, Nizza e Montecarlo; 2009, Incontri conl’artista, presso la Fondazione Bevilacqua LaMasa, Palazzetto Tito, Venezia; 9° PremioNazionale d’Arte Città di Novara, Salone Arengodel Broletto, Novara; Spaesaggi, Galleria SvettiniNuovo Spazio, Milano; 2010, ICCIE fiera interna-zionale d’arte di Pechino; Manuela Vallicelli,Galleria 9 Colonne, Fondazione d’Ars, Milano;2011, Il respiro della Terra, Fucina Art Gallery,Pechino; Interminati spazi sovrumani silenzi,Galleria Ninapì, Ravenna; Manuela Vallicelli GalleriaIl Coccio, Ravenna. Nel 2011 vince (ex aequo) la55.ma edizione del Premio Marina di Ravenna,Galleria FaroArte, Marina di Ravenna. I colori che utilizza sono pigmenti naturali in polve-re che combina per ottenere le trasparenze e i toniche identificano il suo stile. Sue opere si trovanopresso collezioni private e pubbliche. Il suo lavoroè stato pubblicato in vari cataloghi e riviste d’arte.

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un respiro infinito che sospinge la navicella spa-ziale oltre le nuvole, in alto, dentro a quel cielo stel-lato che tante volte aveva fissato, da bambina, inNigeria.

“E se tutto questo non esistesse?” La capacità disuperare la paura generata da questa domanda hareso ardimentosa la futura pittrice. Se l’arte poveraci ha mostrato oggetti che mille volte avevamoincontrato con lo sguardo, senza notarli, l’artericca e sontuosa della Vallicelli sa raccontarci il BigBang, la collisione con Andromeda e la bellezzadella via Lattea, proponendoci queste immagini inun linguaggio a noi comprensibile. Quando tornadai suoi viaggi lontanissimi nel tempo e nellospazio, la Vallicelli sa dividere col pennello ciò cheha visto. Dio è con noi anche nelle piccole valli.Anche in quelle di Saturno e della Luna.Perché le meduse dei fondali marini somigliano allegalassie? Voci gregoriane e tamburi africani ciportano la risposta. È scritta in ideogrammi cinesi:“Siamo tutti collegati, ci sono altri mondi ed esisteil mistero, ma senza la luce delle stelle la vitasarebbe buia e grama”.

Vive oggi a Ravenna una pittrice che sa rappre-sentare gli urti molecolari, che riesce a separaresulla tela lo stato gassoso da quello liquido. Nellesue prospettive non ci sono confini; ha tradotto le tessere d’oro dei mosaici bizantini nei fondali siderali dei suoi dipinti, distanti da noi quattordicimilioni di anni luce.

Dio è con noi anche nelle piccole valli. Questo èil significato del nome e del cognome di ManuelaVallicelli, un significato che avrebbe potuto condi-zionare la sua poetica pittorica, indirizzandone illavoro verso scelte umili, francescane, proto-cri-stiane. Forse ciò è accaduto soltanto per quantoriguarda il suo animo che ha saputo difendersidagli attacchi della contemporaneità con determi-nazione testarda, intuendo che l’ingenuità è unanoce segreta da conservare gelosamente, ad ognicosto. Soprattutto per un pittore. Protetta daquesto nome e da questo cognome che le rega-lano delle fondamenta di semi-invulnerabilità,Manuela Vallicelli è partita per un viaggio fatto dicoraggio e creatività.

Una padronanza assoluta della tecnica pittorica edun immaginario, composto principalmente di Africa(dove ha trascorso l’infanzia) e di Ravenna (la suacittà), hanno fatto il resto. Con pigmenti e colori,pennelli e pennellesse, ci porta sulla sua navicellaspaziale a visitare il cosmo che a volte ritrova in unlaghetto alpino, molto simile al pianeta Marte,oppure nelle ali di una farfalla. Si ha l’impressioneche Manuela Vallicelli non tema la vita e la sua finee che abbia saputo guardare le cose terrene infaccia, a quattr’occhi, senza timori. Per questomotivo è riuscita a costruire quell’astronave sullaquale viaggia e ci fa viaggiare, quando guardiamo isuoi quadri.

Il carburante, il propellente sono il respiro africano,

Dio è con noi anche nelle piccole valliJean Blanchaert

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Blue rabbits crossing the bridgepigmenti in polvere su tela, cm 140x260, 2011

Manuela Vallicelli

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Icaruspigmenti in polvere su tela, cm 200x140, 2011

Manuela Vallicelli

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Wolf islandpigmenti in polvere su tela, cm 150x150, 2011

Manuela Vallicelli

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Cape Pointpigmenti in polvere su tela, 130x130 cm, 2011

Manuela Vallicelli

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Gateless passagepigmenti in polvere su tela, cm 60x60, 2011

Manuela Vallicelli

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Gateless Passage (particolare)

Manuela Vallicelli

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Il Premio Marina di Ravenna 2011, dedicato per laprima volta ai giovani pittori, ha riscontratol’adesione di circa 80 concorrenti.Fra questi, la Commissione di selezione compostada Paola Babini, Rosetta Berardi, Roberto Pagnani,ha ammesso alla manifestazione 31 artisti: Fabio Adani, Sonia Agosti, Tobia Anzanello,Esmeraldo Baha, Barbara Baroncini, MauroBendandi, Rachele Biaggi, Danilo Busia, MarcelloCarrà, Giampaolo Carroli, Saul Costa, MirkoDadich, Massimiliano Errera, Filippo Farneti, EttoreFrani, Stefania Gagliano, Lorenzo Marabini, AndreaMassara, Eleonora Mazza, Ignazio Mazzeo,Riccardo Negri, Mattia Paiè, Alberto Palasgo,Mario Pastore, Alessia Porfiri, Michele Puddu,Banafsheh Rahmani, Marco Tamburro, MarcoUseli, Manuela Vallicelli, Cristina Volpi.Il programma della rassegna si è svolto in granparte presso il Park Hotel di Marina di Ravenna, dal24 al 27 agosto 2011.Sono stati tre giorni vissuti in un’atmosfera di festae di amicizia e, sopratutto, di approfondimento sualcuni temi di particolare interesse culturale.Mercoledì 24 agosto, all’inaugurazione dellamostra delle opere presentate, ha partecipato unfolto pubblico interessato, oltre ad autorità,giornalisti, appassionati ed esperti d’arte chehanno espresso compiacimento per il livelloqualitativo della manifestazione.Al termine del vernissage, la serata è proseguita inun raffinato locale alla moda sulla spiaggia.

Nel pomeriggio di giovedì 25 agosto, si è svoltauna prima conferenza sul tema “Arte in Italia: il caso della Biennale di Venezia” con interventi di Stefano Castelli, Marco Di Capua e ClaudioSpadoni.In serata, nel salone dei congressi del Park Hotel èstato ricordato Diego Valeri ed il suo legame conRavenna, città in cui visse negli anni Trenta, dallostorico Gaetano Chiappini, da Walter Della Monica,Franco Gàbici e dall’attore Gianfranco Tondini.Il dibattito di venerdì 26 agosto ha avuto cometitolo “Prospettive per gli artisti dell’ultima gene-razione”. Ai relatori della precedente conferenza si è aggiunta Beatrice Buscaroli che ha apportatoil proprio contributo alla discussione.A conclusione dei tre giorni della manifestazione,prima della proclamazione dei vincitori, è statodedicato agli artisti un concerto di musica live.In un clima di attesa che ha coinvolto non solo i partecipanti ma anche il pubblico presente, i componenti della giuria formata da Marco DiCapua, Sabina Ghinassi e Claudio Spadoni, hanno annunciato i nomi dei cinque vincitori:Massimiliano Errera, Filippo Farneti, Ettore Frani,Banafsheh Rahmani, Manuela Vallicelli.La mostra di tutte le opere presentate al concorso,dopo l’anteprima al Park Hotel, è stata allestitanella nuova Galleria FaroArte di Marina di Ravenna,inaugurata per l’occasione.La rassegna fotografica che segue descrive alcunimomenti significativi della manifestazione.

Diario della Rassegna

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Un folto pubblico ha partecipato al vernissagee ha ammirato le opere in mostra.

Paola Babini, componente del Comitato diselezione, si intrattiene con alcuni visitatori.

Claudio Spadoni intervistato.

Un’altra immagine dell’inaugurazione. A destra,nella foto, Roberto Pagnani, componente delComitato di selezione.

Alcuni dei giovani artisti selezionati presenti all’inaugurazione dellamostra.

La serata si è conclusa in un’atmosfera di festa sulla terrazza del BBKnella spiaggia di Marina di Ravenna.

Mercoledì 24 agosto, inaugurazione del Premio 2011. Da sinistra,l’assessore alla cultura del Comune di Ravenna Ouidad Bakkali,Sabina Ghinassi e Claudio Spadoni componenti della Giuria, PericleStoppa e Rosetta Berardi componente del Comitato di selezione.

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Alla conversazione hanno partecipato, fra gli altri, diversi artisti.

Nella serata si è svolto l’incontro letterario “Un poeta da ricordare”dedicato a Diego Valeri.

Venerdì 26 agosto, conversazione sul tema “Prospettive per gli artistidell’ultima generazione”. Al centro della foto, fra i relatori, BeatriceBuscaroli, docente di Arte contemporanea all’Università di Bologna.

Giovedì 25 agosto, conversazione sul tema “Arte in Italia: il caso dellaBiennale di Venezia” con interventi di Stefano Castelli, giornalistapubblicista, Claudio Spadoni e del critico Marco Di Capua, componentedella giuria del Premio.

Un folto pubblico ha presenziato alla serata dipremiazione.

Parte del pubblico presente alla conversazione. In attesa della proclamazione dei vincitori èstato offerto il concerto di musica “Voci dalmondo” con Serena Bandoli e Fabrizio Tarroni.

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Scorci della Galleria FaroArte che ha ospitato la mostra del “Marina 2011”.

La serata di premiazione è stata condotta dalla giornalistaClaudia Graziani. Nella foto, l’intervista a Filippo Farneti.

Pericle Stoppa si congratula con Ettore Frani.

Il Vice sindaco di Ravenna, Giannantonio Mingozzi, consegna lapergamena all’artista Banafsheh Rahmani.

Manuela Vallicelli risponde alle domande di rito riservate aivincitori del Premio.

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1955 Corrado Corazza, Bologna

1956 Giuliano Manoni, RavennaFranco Miele, Roma

1957 Raffaele Costi, RomaFrancesco Verlicchi, Fusignano RA

1958 Mario Massarin, VeneziaManlio Serra, Roma

1959 Tino Pelloni, ModenaGiovanni Perbellini, VeronaBerto Ravotti, Mondovì CNErmanno Vanni, Modena

1960 Nino Gagliardi, RomaRomano Reviglio, Cherasco CNGiulio Ruffini, RavennaRenzo Sommaruga, Verona

1961 Mariano Benedetti, Ascoli PicenoMario Carletti, Cossato VCShingu Susumo, Giappone

1962 Tosco Andreini, Prato FIGino Croari, RomaMarcello Di Tomaso, UdineRiccardo Galluppo, Padova

1963 Giovanni Barbisan, TrevisoGiuseppe Cavallini, LivornoFrancesco Rossini, Ancona

1964 Stefano Cavallo, MilanoAndrea Gabbriellini, PisaGuido Onofri, Ravenna

1965 Vittorio Basigli, RavennaMario Benedetti, CremonaGuido Botta, AlessandriaMauro Cozzi, Firenze

1966 Ulisse Bugni, ForlìAlessandro Filippini, RomaNevio Nalin, FerraraNerio Tebano, RomaFranco Toscano, Roma

1967 Piero Albizzati, MilanoNevio Bedeschi, Faenza RAAlberto Cavallari, ModenaAdolfo Grassi, BariGiorgio Spada, Forlì

1968 Nino Andreoli, S. Benedetto delTronto AP

Vanni Ratti, S.Terenzio SPFrancesco Rossini, AnconaCostantino Spada, Sassari

1969 Paolo Brambilla, Casalecchio BOAlberto Cavallari, Modena

1970 Aldo Mari, MilanoMichele Toscano, RavennaUmberto Zaccaria, Modena

1971 Natale Filannino, FirenzeFerriano Giardini, Ravenna

1972 Vito Montanari, Terra del Sole FOPietro Ribaldone, Busto Arsizio VA

1973 Enzo Cescon, TrevisoAldino Salbaroli, Ravenna

1974 Elvio Bernardi, Riccione FOGiosuè Biancini, Arona NO

1975 Franco Patuzzi, VeronaGiorgio Rinaldini, Rimini

1976 Dorian Bettancini, RavennaGiulio Picelli, Milano

1977 Adolfo Grassi, BariGiorgio Spada, Forlì

1978 Giorgio Rinaldini, RiminiGiacomo Vieri, Prato FI

1979 Ivo Capozzi, MilanoRoberto La Carrubba, Roma

1980 Giorgio Rinaldini, Rimini

1981 Giuseppe Simionato, Giulianova TE

1982 Marcello Di Tomaso, Udine

1983 Anteo Tarantelli, Teramo

1984 Walter Coccetta, Terni

1985 Nazareno Cugurra, Roma

1986 Franco Sumberaz, Livorno

1987 Elio Carnevali, Pegognaga MN

1988 Franco Chiarani, Arco TN

1989 Gaetano Tajariol, Cordenons PN

1990 Claudio Gotti, AlmennoSan Salvatore BG

1991 Elvio Zorzenon, Udine

1992 Giuseppe Siccardi, Padova

1993 Vanni Saltarelli, Saronno VA

1994 Temistocle Scola, Livorno

1995 Romano Bertelli, Ostiglia MN

1996 Renzo Codognotto, Codroipo UD

1997 Ido Erani, Vecchiazzano FOAlbino Reggiori, Laveno VA

1998 Franco Ferrari, ModenaGamal Gad Meleka, Vimodrone MI

1999 Nadia Cascini, ArezzoUgo Rassatti, Latisana UD

2000 Marino Collecchia, Montignoso MSGianni Gueggia, Castrezzato BS

Premio Marina di RavennaAlbo d’oro dei vincitori

Concorso di pittura estemporanea

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2003 Tommaso Cascella, Bomarzo VTBruno Ceccobelli, Todi PGMaurizio Di Feo, Gioia del Colle BAJean Gaudaire Thor, FranciaGraziano Pompili, Montecchio RE

2004 Ugo Nespolo, TorinoAurelio Caruso, PalermoLuigi Milani, RovigoHelmut Tollmann, Germania

Premi alla carrieraRenzo Morandi, RavennaConcetto Pozzati, Bologna

2005 Erio Carnevali, ModenaTommaso Cascella, Bomarzo VTEugenie Jan, FranciaFranck Moeglen, GermaniaFranco Sumberaz, LivornoAntonio Tamburro, Isernia

Premi alla carriera:Biagio Pancino, FranciaGermano Sartelli, Imola BO

2006 Lorenzo D’Angiolo, LuccaGiuliano Ghelli, FirenzeClaudie Lacks, FranciaGiuseppe Simonetti, Palermo

Premi alla carriera:Gabriella Benedini, MilanoAntonio Possenti, Lucca

2007 Franco Batacchi, VeneziaBernd Kaute, GermaniaTone Lapajne, SloveniaEnrico Manera, RomaFerran Selvaggio, Spagna

Premi alla carriera:Eugenio Carmi, MilanoHermann Nitsch, Austria

2008 Luca Alinari, FirenzeGiuliano Barbanti, MilanoDavide Benati, ModenaRenata Boero, MilanoNicola Carrino, RomaGiancarlo Cazzaniga, MilanoVittorio D’Augusta, RiminiEnrico Della Torre, MilanoGiosetta Fioroni, RomaWalter Fusi, Siena

Fathi Hassan, Fano PURomano Masoni, PisaMario Nanni, BolognaGiorgio Olivieri, VeronaMario Raciti, MilanoRino Sernaglia, MilanoMedhat Shafik, PaviaFausta Squatriti, MilanoTino Stefanoni, LeccoWalter Valentini, Milano

Premi alla carriera:Tullio Pericoli, MilanoAchille Perilli, Roma

2009 Laura Baldassari, RavennaCesare Baracca, Lugo RAXante Battaglia, MilanoEnnio Calabria, RomaPablo Echaurren, RomaMarco Gastini, TorinoFranco Guerzoni, ModenaMassimo Kaufmann, MilanoUgo la Pietra, MilanoEliana Maffei, GenovaRenzo Margonari, MantovaVittorio Mascalchi, RavennaFranco Mulas, RomaCarlo Nangeroni, MilanoKatja Noppes, MilanoLorenzo Piemonti, MilanoSergio Sermidi, MantovaVanni Spazzoli, RavennaGrazia Varisco, MilanoGiorgio Vicentini, Varese

Premi alla carriera:Gianfranco Baruchello, RomaGuido Strazza, Roma

2010 Premi alla carriera:Vasco Bendini, ParmaGeorges Mathieu, FranciaArnulf Rainer, Austria

2011 Massimiliano Errera, BolognaFilippo Farneti, RavennaEttore Frani, RomaBanafshes Rahmani, TriesteManuela Vallicelli, Ravenna

Rassegna di pittura

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Riconoscenza

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S.E.R.S. srlSOCIETÀ ESERCIZIO RIMORCHI

E SALVATAGGI

Marina di Ravenna

Mario Boccaccini

Terme di Punta Marina

Matteo Cavicchioli

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Finito di stampare nel mese di novembre 2011

da Grafiche MorandiFusignano (Ra)