Premio di Architettura ANCE Catania - Edizione 2010 - Catalogo della mostra

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Premio di Architettura ANCE Catania EDIZIONE 2010 CATALOGO DELLA MOSTRA

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CATALOGO "PREMIO ARCHITETTURA ANCE CATANIA 2010"

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Premio di Architettura ANCE Catania

EDIZIONE 2010

CATALOGO DELLA MOSTRA

IN COPERTINAIl Premio: una scultura realizzata da Antonio Santacroce

IMPAGINAZIONEPasquale Strazza

STAMPAEurografica srl

Edilstampa gennaio 2011

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Il restauro architettonico che tende a recuperarestrutture del nostro passato più o meno recente hagenerato notevoli contrasti sulla metodologia diapproccio.Già nell’800 l’architetto francese Eugène Viollet-le-Duc sosteneva: «Restaurare un edificio non èconservarlo, ripararlo o rifarlo, è ripristinarlo in unostato di completezza che può non essere mai esistitoin un dato tempo».Nello stesso secolo un altro grande studioso, questavolta di origini anglosassoni, John Ruskin, affermava:«Il Restauro è distruzione! Prendete cura solerte deivostri monumenti e non avrete alcun bisogno direstaurarli. Perché, invero, la gloria più grande di unedificio non risiede né nelle pietre né nell’oro di cui èfatto».A sua volta un grande critico d’arte italiano, Cesare Brandi, vissuto nel secolo scorso, tra il 1906e il 1988, scriveva: «Vergogna ingannare icontemporanei; Vergogna anche maggiore ingannare iposteri… È vero, si restaura solo la materia dell’operad’arte. Ma l’obiettivo del restaurare deve esserequello del ristabilimento dell’unità potenzialedell’opera d’arte, senza commettere un falso e senzacancellare le tracce del passaggio dell’opera d’artenella storia». Da sempre la materia è stata fonte di parericontrastanti. Con l’organizzazione di questo premionon abbiamo certo la presunzione di esprimere unparere, ma solo dare un contributo ad un dibattito.

Andrea VecchioPresidente Ance Catania

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Tra progetto moderno e conservazione del patrimonioarchitettonico del passato, sin dall’affermarsi delrestauro come disciplina, si è instaurato un rapportoconflittuale. Il dissidio tra l’approccio oggettivante delrestauratore, che considera del tutto ingiustificate leoperazioni di modificazione mediante aggiunte osottrazioni, e quello soggettivo del progettista, ilquale, viceversa, vede nei metodi del restauro unforte limite all’espressione della propria creatività ealle ragioni della contemporaneità, risiede nellastessa identità del restauro così come si è sviluppatodalla sua nascita alla fine del Settecento. Taledissidio è male interpretato ed estremizzato dallacultura architettonica italiana, a tal punto da portarealla scontata equazione secondo cui il progetto delnuovo implica un coinvolgimento vitale, mentre,all’opposto, la conservazione è sinonimo di rinuncia enostalgia. Ma se un quoziente di creatività ènecessario in ogni atto volto alla conservazione di unedificio, certamente un quoziente di rigoremetodologico dovrebbe presiedere a ogni progetto cheintervenga su un edificio con un valore riconosciutodalla collettività.Quello che è importante affermare è il principio deldialogo tra l’architettura contemporanea e quellaantica. E proprio una rinnovata capacità al dialogosembra contraddistinguere la produzionecontemporanea come testimoniano la maggior partedei progetti siciliani selezionati per questo Premio diArchitettura ANCE CATANIA che per il 2010 è statodedicato al Restauro.

Giuseppe Nannerinidirettore de “l’industria delle costruzioni”

SOMMARIO

Il Premio Ance Catania per il Restauro ................................................................................................................ 7

Il regolamento del Premio................................................................................................................................... 8

I progettisti selezionati ....................................................................................................................................... 10

Indice delle opere .............................................................................................................................................. 11

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Il premio era articolato in tre sezioni.La prima sezione premiava il restauro architettonicodi un edificio o struttura pubblica realizzato inSicilia, progettato da un architetto siciliano ecompletato entro un arco di tempo compreso tra il2003 e il 2010. In questa categoria sono statipremiati, per il Restauro della Chiesa di S. Maria La

Nova in Scicli, l’architetto Gaetano Manganello

coadiuvato dall’ingegnere Ignazio Stancanelli;il Dipartimento della protezione civile di Ragusa inqualità di committente; la CO.REA.L. Societàcooperativa a r.l. come impresa di costruzione. Il progetto rivela una profonda esperienza sul temadel rapporto tra antico e nuovo, manifestataattraverso la capacità di rivisitare l’architettura delpassato nella configurazione degli spazi. Da un lato un attento recupero dell’esistente edall’altro l’inserimento di nuove strutture chesuggeriscono una rilettura della complessa storiadell’edificio.

La seconda sezione assegnava un premio a unintervento di restauro architettonico di un edificio ostruttura privata, realizzato in Sicilia da un architettosiciliano, in un periodo compreso tra il 2003 e il2010. In questa categoria sono stati premiati: per ilRestauro della residenza turistico-alberghiera nell’ex

convento de La Gancia a Trapani, l’architetto Vito

Marcellomaria Corte con A. Angileri, A. Damiano,

A. Di Giovanni, G. Garofalo; la Società “La Gancia”

s.r.l. come committente; EDILCASA come impresacostruttrice. La giuria ha apprezzato la capacità delprogettista di dialogare con la storia recuperandola inchiave moderna. L’intervento, ricostruendo l’angolodella piazza del mercato del pesce, ha ridato dignitàurbana a un brano significativo della città di Trapani.La terza sezione assegnava un riconoscimento a unapersonalità che ha contribuito allo sviluppo dellacultura architettonica in Sicilia. Il premio è andato aOdile Decq, architetto di fama internazionale,coinvolta in alcuni importanti progetti nella regione.

IL PREMIO ANCE CATANIA PER IL RESTAURO

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IL REGOLAMENTO DEL PREMIO

Premio di Architettura ANCE CATANIA per il RestauroEdizione 2010

Art. 1 - Oggetto dei PremiL’ANCE CATANIA bandisce un premio di Architettura “ANCE Catania”. L’obiettivo dei Premi è promuovere il valore dell’opera restaurata intesa come esito della partecipazione di soggetti diversi:dal committente, agli imprenditori, ai progettisti.

Art. 2 - PromotoriPromuove i Premi l’ANCE CATANIA, con il patrocinio dell’Assessorato Regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana econ la collaborazione delle Soprintendenze BB.CC.AA.

Art. 3 - Tipologia dei PremiL’iniziativa è articolata in 3 tipologie di Premi, e precisamente:

1. PREMIO PER RESTAURO ARCHITETTONICO DI UN EDIFICIO O STRUTTURA PUBBLICAIl Premio è assegnato ad un intervento di restauro localizzato in Sicilia, progettato da un progettista siciliano, completato inun arco di tempo tra il 2003 e il 2010.Sono premiati i tre principali soggetti che hanno contribuito alla realizzazione dell’intervento: committenti, progettista, im-presa esecutrice.

2. PREMIO PER RESTAURO ARCHITETTONICO DI UN EDIFICIO O STRUTTURA PRIVATAIl Premio è assegnato ad un intervento di restauro localizzato in Sicilia. Gli interventi selezionati devono essere stati realiz-zati in un periodo compreso tra il 2003 e il 2010.

3. PREMIO PER LO SVILUPPO DELLA CULTURA ARCHITETTONICA IN SICILIAIl Premio è assegnato ad una personalità italiana o straniera che meglio ha contribuito, con scritti, progetti ed opere in Sici-lia, allo sviluppo della cultura architettonica nella Regione.

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Art. 4 - Natura dei PremiI Premi consistono in una scultura realizzata per la manifestazione dal Maestro catanese Antonio Santacroce.

Art. 5 - CandidatureLe candidature ai premi sono proposte alla Giuria da un comitato di esperti appositamente nominato da ANCE CATANIA.

Art. 6 - GiuriaPresidenteGesualdo Campo, Dirigente Generale del Dipartimento regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana

ComponentiGiovanni Chiaramonte, fotografo d’architetturaNicola Colombrita, Membro del direttivo ANCE Catania Giuseppe Nannerini, Direttore de l’industria delle costruzioniFranco Porto, Presidente In/Arch SiciliaLuigi Prestinenza Puglisi, Critico di architetturaAndrea Vecchio, Presidente ANCE Catania

La Giuria assegna i Premi esclusivamente a soggetti selezionati tra le candidature presentate dagli esperti. Non sono previ-sti Premi ex aequo.I membri della Giuria ricevono dalla “Segreteria tecnica dei Premi” un dossier su tutte le candidature presentate dal comi-tato di esperti.Le decisioni sono prese a maggioranza dei presenti. Il giudizio della Giuria è inappellabile.

Catania, maggio 2010

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I PROGETTISTI SELEZIONATI

EDIFICIO O STRUTTURA PUBBLICAFulvia Caffo

Alfonso Cimino

Vito Marcellomaria Corte

Raffaele Cuius, Claudio Altamore

Alessandro Ferrara

Vincenzo Latina

Gaetano Manganello

Mariella Muti

Giovanni Nucera

Teotista Panzeca

Gaetano Renda

Giovanni Rizza

Fabrizio Russo

Giovanna Susan

Salvatore Tringali

Alfio Zappalà

EDIFICIO O STRUTTURA PRIVATASalvatore Angilella

Renato Arrigo

Vito Marcellomaria Corte

Calogero Giglia

Antonio Iraci

Giuseppe Parito

Fausto Provenzano

Michele Sclafani

Giuseppe Scravaglieri

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INDICE DELLE OPERE

RESTAURO ARCHITETTONICO DI UN EDIFICIO O STRUTTURA PUBBLICA

Area esterna di scavo del Castello Ursino, Catania ................................................................................................ 14

Chiesa Anime Sante del Purgatorio, Militello Val di Catania................................................................................... 18

Chiesa museo Santa Maria la Vetere, Militello Val di Catania ................................................................................. 22

Ex Chiesa Madre del Belice oggi Museo della Memoria, Santa Margherita di Belice, Agrigento................................. 26

Capannone industriale adibito a Chiesa, Salaparuta, Trapani ................................................................................. 30

Chiesa San Michele Arcangelo, Grammichele ....................................................................................................... 34

Ex centrale elettrica “Palladio”, bacino minerario di Trabia-Tallarita, Riesi e Sommatino, Caltanissetta..................... 38

Area Tempio Ionico, Siracusa .............................................................................................................................. 42

Chiesa di Santa Maria la Nova, Scicli, Ragusa...................................................................................................... 46

Fortificazioni del Castello Maniace, Siracusa........................................................................................................ 50

Forte spagnolo, Portopalo di Capopassero, Siracusa .............................................................................................. 54

Forte Vittoria, Augusta, Siracusa ......................................................................................................................... 58

Castello Manfredonico, Mussomeli, Caltanissetta .................................................................................................. 62

Riserva naturale Grotte di S. Ninfa, Castello di Rampinzeri, Santa Ninfa, Trapani ................................................... 66

Cine-teatro “Guglielmo Marconi”, San Cataldo, Caltanissetta................................................................................. 70

Torre Cabrera, museo “Bernat Cabrera”, Pozzallo, Ragusa ..................................................................................... 74

Ex centrale elettrica a Vittoria, Ragusa................................................................................................................. 78

Palazzo della cultura, Letojanni, Messina............................................................................................................. 82

Palazzo Nicolaci di Villadorata, Noto, Siracusa ..................................................................................................... 86

Torre Vendicari, Noto, Siracusa ........................................................................................................................... 90

Chiesa della SS. Annunziata, Ispica, Ragusa........................................................................................................ 94

Santuario SS.MM. Alfio, Cirino e Filadelfo, Trecastagni, Catania ............................................................................ 98

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RESTAURO ARCHITETTONICO DI UN EDIFICIO O STRUTTURA PRIVATA

Palazzetto Redini già Lanza-Branciforti, Palermo .................................................................................................. 104

Casa Sisci, Scala Torregrotta, Messina ................................................................................................................. 108

Ex Convento de La Gancia, Trapani ..................................................................................................................... 112

Belmonte Hotel Favara, Favara, Agrigento ............................................................................................................ 116

Romano House, Catania ..................................................................................................................................... 120

CAM - Campus Archeologico Museale, Castelvetrano, Trapani ................................................................................ 124

Restauro e riuso alberghiero della sede della ex Cassa di Risparmio “Vittorio Emanuele”, Palermo........................... 128

Stamperia Regionale Braille, Unione Italiana Ciechi, Catania ................................................................................ 132

Sir Ashbee Hotel, Taormina, Messina................................................................................................................... 136

Casa Laudani, Nicolosi, Catania .......................................................................................................................... 140

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RESTAURO ARCHITETTONICO DI UN EDIFICIO O STRUTTURA PUBBLICA

I progetti sono riportati secondo l’ordine alfabetico degli autori

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Due anni di ricerche, oltre 20.000 mc di mate-riale basaltico estratto, 130 metri di mura ripor-tate in luce e restaurate, questi appaiono i datisalienti delle campagne di scavo realizzate tra il2001 e il 2009, attorno alle quali si sviluppa ilprogetto di recupero e valorizzazione dell’areaesterna del Castello Ursino.A fianco della fortezza federiciana, edificata in-torno al 1239 sotto la direzione di Riccardo daLentini, emergono dallo scavo di parte del fron-te lavico dell’eruzione del 1669, le possenti mu-ra cinquecentesche – la cortina est e quella sud– costruite tra il 1550 ed il 1552 su progettodell’ingegnere militare Antonio Ferramolino daBergamo che ristruttura – “ammodernandole” –parte delle mura medioevali volute da FedericoIII d’Aragona negli anni 1296-1337. Ad angolola seicentesca “garitta al passo del castello”. I lavori hanno riportato in luce il camminamen-

to di ronda e mostrato la tecnica costruttiva del-l’opera, costituita da muri a scarpa e da contraf-forti in basalto, scaglie di laterizi regolarizzatoda un intonaco bianco.Il progetto coniuga il restauro conservativo aduna contemporanea idea di riqualificazione del-l’area: il collegamento tra la quota della piazzae quella del fossato è risolto attraverso una ram-pa in coccio pesto, una sorta di viaggio a ritro-so nella storia, che prosegue attraverso la nuo-va soluzione a verde che rinnova lo spirito cul-turale dello spazio, un tempo destinato al pas-saggio dei militari e delle armi, ed oggi apertoal pubblico. L’inserimento di una scala in accia-io diviene elemento di contatto fra il castello-museo e l’arena esterna, dove nelle ore serali laluce artificiale crea un’atmosfera evocativa cheprolunga la fruizione dell’area divenuta natura-le estensione dello spazio museale del castello.

Area esterna di scavo del Castello Ursino, Catania

PROGETTOFulvia Caffo

COMMITTENTESoprintendenza Catania

REALIZZAZIONESanfratello Costruzioni(Palermo)

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La chiesa delle Anime Sante del Purgatorio co-stituisce uno degli esempi seicenteschi di archi-tettura ecclesiastica legata alle attività nell’iso-la delle antiche confraternite. Lo schema icono-grafico ad aula presenta ai lati due altari simme-trici dedicati a San Vito e a San Gregorio Magno,e un’area presbiteriale, di forma quadrata, cheaccoglie l’altare maggiore. Alla semplicità del-l’impianto strutturale si contrappone il ricco ap-parato decorativo degli altari, del coro ligneo esoprattutto dell’arco trionfale realizzato nel1681. Lo schema decorativo di quest’ultimo, ri-facendosi alla tradizione linguistica tipica deiportali barocchi dell’area mediterranea, uniscealla membratura architettonica di supporto ele-menti scultorei e plastici, secondo un precisoprogramma iconologico legato al tema del-l’espiazione delle colpe delle anime purganti cuiè intitolata la chiesa. Gli evidenti richiami stili-

stici e letterari di cui l’opera è pregna sono daricondurre all’ambito culturale della corte di ar-tisti ed eruditi creata a Militello dai principiBranciforti, tra il XVI e il XVII secolo, e alle con-temporanee produzioni artistiche dei fiorentiniDella Robbia e a quelle isolane della scuola deiGagini presenti nell’area. Evidente l’apporto di artisti locali come l’Inter-ligi, lo Zingarella o il Brusca e il contributo diartisti minori nella grossolana fattura di alcuneparti e nella colorazione più volte rimaneggiatadell’insieme. L’intervento in somma urgenza hapreso in esame il restauro dell’imponente porta-le, modellato in malte e stucchi e gravementedanneggiato da fessurazioni e umidità, quellodel piccolo coro ligneo, costituito da appena trestalli, aggredito da insetti xilofogi e dei quattroaffreschi sormontanti le cornici ai fianchi dellanavata.

Chiesa Anime Sante del Purgatorio, Militello Val di Catania

PROGETTOFulvia Caffo

COMMITTENTESoprintendenza Catania

REALIZZAZIONECalvagna Giovanni (Aci Sant’Antonio, CT)

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L’area è caratterizzata da insediamenti rupestri,grotte un tempo abitate poi divenute stalle e ma-gazzini, una piccola cappella con l’altare e i se-dili in pietra scavati nella roccia – la Grotta del-lo Spirito Santo – segno archetipo di quel com-plesso monumentale religioso che sorgerà a par-tire dall’età normanna e noto come Chiesa diSanta Maria la Stella, poi della la Vetere.Posta nel limite sud-orientale del centro storicoil complesso religioso è integrato da tracce diantiche fortificazioni medioevali: la grande tor-re che domina la vallata e la piccola torretta con-giunta all’unica navata della chiesa sopravvissu-ta, quella minore, in parte ricomposta dopo l’in-cendio del 1618 e il terremoto del 1693. Sottoil governo dei Cammarana e successivamentedei Barresi e dei Branciforti, la chiesa si riveste

di un prezioso e singolare apparato decorativo:il protiro con il portale policromo a rilievo raffi-gurante scene della vita di Maria, la pseudo fac-ciata laterale, un tempo interna alla navata mag-giore, scandita dal ritmo degli intagli e, ancora,gli altari. Il progetto rivede la complessità delmonumento sia sotto l’aspetto conservativo, equindi del restauro, che sotto quello della valo-rizzazione; le indagini archeologiche affiancanol’intervento architettonico che focalizza l’atten-zione sulla sistemazione di tutta l’area esternaalla chiesa, preservando l’antico percorso dellaprocessione, al quale integra un sistema di ram-pe destinate al superamento delle barriere archi-tettoniche. L’unica navata diviene Museo dellafabbrica, grazie ad un allestimento permanentedi reperti rinvenuti durante i lavori.

Chiesa museo Santa Maria la Vetere, Militello Val di Catania

PROGETTOFulvia Caffo

COMMITTENTESoprintendenza Catania

REALIZZAZIONEConsortile Santa MariaLa Vetere (Favara, AG)

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L’oggetto dell’incarico era il recupero e la ricon-figurazione filologica delle caratteristiche archi-tettoniche originarie della Chiesa.Così, a partire da uno scrupoloso studio storicoe architettonico è stata prevista la ricostruzionedella ex Chiesa Madre con forme nuove e mate-riali nuovi, procedendo alla ricerca delle matri-ci e moduli geometrici che avevano condotto al-la realizzazione della Chiesa originaria. La struttura presentava vari tipi di degrado chesono stati dettagliati con apposito elaborato cheevidenzia i degradi e dissesti sulla scorta delleraccomandazioni date dalla NORMAL UNI 1/88.Il progetto di conservazione prevedeva la pulitu-ra delle macchie esterne, la dismissione di er-bacce interne e la relativa pulitura, un precon-solidamento di parte degli stucchi che si trova-no in pericolo di distacco, pulitura e consolida-mento degli stucchi e ricomposizione lineare de-gli stessi. Gli obiettivi del progetto di restauro sono stati:non aggiungere parti mancanti per riconfigurarel’unità di stile; assicurare la persistenza delle te-stimonianze architettoniche senza improprie ge-rarchie di valori; riconoscere pari dignità ad ogni

stratificazione nella consapevolezza che tutti glieventi storici hanno carattere di singolarità, diautenticità e non possono essere ripetuti; rego-lare le trasformazioni ammissibili per assicurareai monumenti permanenza e usi compatibili.La struttura del tipo in acciaio su fondazione in-diretta ha consentito di ricreare il volume origi-nario della chiesa. La posizione dei pilastri inferro riprende la posizione delle originarie para-ste. Per scelta progettuale, saranno riconoscibi-li sia dall’interno e sia dall’esterno.La realizzazione del muro laterale destro scatu-risce dall’idea di dare le uguali proporzioni geo-metriche dell’ex Chiesa e di rendere riconosci-bile sia l’intervento sia ciò che di fatto esiste nelmomento in cui il progetto verrà realizzato. Si èsuddiviso il muro laterale in due parti distintedalla cornice del 1° ordine rappresentata nelprogetto con una cornice marcapiano in accia-io. Si è però cambiata la disposizione tra il “pie-no” delle cappelle ed il “vuoto” delle soprastan-ti finestre; infatti nel nuovo muro detta disposi-zione viene invertita realizzando un’ampia vetra-ta al di sotto della cornice ed una parete into-nacata nella parte superiore della stessa corni-

Ex Chiesa Madre del Belice oggi Museo della Memoria, Santa Margherita di Belice, Agrigento

PROGETTOAlfonso Cimino

COMMITTENTEComune di SantaMargherita di Belice

REALIZZAZIONEConsorzio Ravennate(Ravenna), CoopHimera (Siracusa),Asperia Srl capogruppoATI (Siracusa)

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ce; i moduli delle vetrate e dell’intonaco rappre-sentano l’idea del modulo costruttivo originario,tutto ciò a differenza di una parte del prospettoal di sotto della cornice che verrà trattata ad in-tonaco liscio, poiché rappresenta una disconti-nuità dettata dalla Chiesa in origine, infatti inquella parte di parete esisteva la sacrestia. Anche per il prospetto principale la riproposizio-ne del “modulo” ha portato alla progettazione diun fronte principale che in lontananza, ad ecce-zione delle torri campanarie, dia l’idea volume-

trica della ex Chiesa. Il fronte è suddiviso in al-tezza da una cornice marcapiano (trave in accia-io) dove nella parte bassa, al centro, troviamo ilportone di ingresso in legno, nelle zone lateralii cantonali della stessa tipologia del nuovo pro-spetto laterale (ovest), e quindi con riproposizio-ne lineare delle paraste, il tutto viene coniuga-to dai moduli in vetro. Nella parte superiore alla cornice è prevista larealizzazione di cantonali con intonaco e para-ste lineari.

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Subito dopo il terremoto del Belice che nel1968 distrusse la Chiesa Madre di Salaparuta,un’azienda privata donò alla Caritas un capan-none prefabbricato perché potesse essere tem-poraneamente utilizzato come luogo sacro per lecelebrazioni liturgiche.Quel capannone venne utilizzato da allora finoal 2002, quando cioè venne dichiarato inagibi-le per gravi problemi di sicurezza e tenuta.Il Comune, di concerto con la Diocesi di Maza-ra del Vallo, promosse una progettazione per lamanutenzione straordinaria, che tenesse ancheconto delle nuove norme per la celebrazione li-turgica.I lavori ebbero inizio nel 2003 e si conclusero

nel 2006, comportando un impegno di spesaper complessivi euro 1.101.415,33 oltre ad eu-ro 22.477,86 per oneri sicurezza, interamentea carico di fondi regionali.Il nuovo organismo architettonico, pur vincolatodalla preesistenza, cerca di stabilire nuove rela-zioni urbane con il contesto grazie ad un esonar-tece che descrive un grande recinto scoperto pri-ma dell’effettiva facciata, un campanile che di-venta elemento di attrazione percettiva e un in-terno che ospita sia lo spazio ecclesiale che glispazi per le attività parrocchiali (aule, uffici eservizi).L’opera è stata già gratificata da diverse pubbli-cazioni da parte della stampa di settore.

Capannone industriale adibito a Chiesa, Salaparuta, Trapani

PROGETTOVito MarcellomariaCorte

COMMITTENTEComune di Salaparuta

REALIZZAZIONEImprese Riunite R.B.Costruzioni (Partinico,PA), Billeci Francesco(Partinico, PA)

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La chiesa san Michele Arcangelo di Grammiche-le è ubicata nella piazza Carlo Maria Carafa, do-ve prospetta con la facciata principale a defini-re parte del perimetro esagonale del grande spa-zio. L’edificio presenta il fronte meridionale sul-la via Roma, quello settentrionale prospicente illargo Municipio ed il cortile parrocchiale, men-tre ha il lato posteriore adiacente la parete late-rale della chiesa di San Leonardo. La chiesa Madre di Grammichele, dedicata aSan Michele Arcangelo, viene costruita a parti-re dal 1724 secondo il progetto dell’architettomessinese Andrea Amato e con la direzione delcapomastro Onofrio Grosso di Grammichele.L’opera di edificazione della chiesa nella sua at-tuale configurazione può considerarsi conclusaintorno al 1798 con la realizzazione della lan-terna della cupola. Solo nel 1898 si completal’odierna facciata principale con l’aggiunta deltimpano triangolare ad opera dell’architetto Car-lo Sada, autore anche del prospetto del nuovoPalazzo Municipale (1890 circa) che sorge a si-nistra della chiesa.Dall’esame architettonico della fabbrica e sullascorta dei rilievi eseguiti, emerge tuttavia l’im-magine di un edificio significativamente altera-to nei rapporti volumetrici originari delle partiappena citati. Risulta, infatti, eccessivo lo svi-luppo in altezza dei corpi alti della fabbrica,anomalo il sistema organizzativo delle falde ditetto, con la conseguente la scomparsa alla vi-sta dal basso dell’alto tamburo su cui poggia lacupola.La causa è stata un improprio intervento di rifa-cimento delle coperture dell’edificio eseguitonegli anni ’50: per sottrarre le volte dal peso deltetto, che si doveva poggiare direttamente, fu in-trodotto un sistema di capriate e, al fine di con-sentire alle catene di superare l’estradosso del-

le volte, furono sopraelevati di circa due metri imuri perimetrali della navata centrale, del tran-setto e del presbiterio absidato.L’alterazione apportata all’edificio monumenta-le ha fortemente compromesso l’identità confi-gurativa del bene in termini di forma e dimen-sione, mentre sotto il profilo statico, alla suddet-ta sopraelevazione è da imputare il maggiore pe-so che si scarica sui pilastri e piloni interni del-la chiesa, oltre che una maggiore instabilità del-le stesse pareti soprelevate nei confronti delleazioni sismiche ad esse ortogonali. Le previsioni progettuali sono state condotte sul-la scorta di un attento studio sullo stato di con-servazione e di stabilità dell’organismo architet-tonico. Per una corretta metodologia d’interven-to in tema di recupero statico è stato preliminar-mente svolto lo studio geologico-tecnico, nonchél’indagine strutturale che ha consentito di carat-terizzare le murature portanti, valutarne lo statodi degrado dal punto di vista statico, e quindi dipervenire alla definizione di una serie di provve-dimenti tecnici di adeguamento sismico. Sono state svolte, altresì, indagini conoscitivesui materiali al fine di indirizzare l’interventoesecutivo per un corretto restauro dei manufat-ti lapidei architettonici e/o ornamentali, e parti-colarmente per il recupero e conservazione del-la monumentale facciata. Assumendo quale fondamentale l’obiettivo disalvaguardia dell’identità storica ed estetica del-l’edificio, il progetto ha proposto l’eliminazionedelle modifiche e delle alterazioni apportate al-le coperture esterne della chiesa, restituendo albene monumentale la propria immagine origina-ria in termini di forma e dimensioni, e ripropo-nendo nei giusti termini i rapporti ed i valori am-bientali esistenti tra il monumento e l’ambienteurbano circostante.

Chiesa San Michele Arcangelo, Grammichele

PROGETTORaffaele Cuius, Claudio Altamore

COMMITTENTERegione Sicilia,Assessorato allaPresidenza,Dipartimento dellaProtezione Civile

REALIZZAZIONEEurocostruzioni Srl(Catania)

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Si è proceduto a: smontare e rimuovere le pree-sistenti coperture, abbassare i muri perimetrali,formare dei cordoli in muratura armata e inseri-re un sistema di archi-timpano (doppia capriatain ferro) per la formazione della struttura portan-te della nuova copertura a tetto a due falde, nelrispetto dello schema originario della chiesa. Lacopertura è stata realizzata con travature longi-tudinale in legno lamellare.

Interventi strutturali e consolidamento delle mu-rature in elevazioneInserimento dei tiranti in perforazione ed appo-sizione dei relativi capochiave nella facciata, nelcorpo campanario, nelle navate laterali e realiz-zazione di cerchiature nella cupola e nella lan-terna; restauro del paramento murario; bonificalocalizzata con iniezioni di miscela a base digrassello di calce e sabbia fine.

Strutture orizzontaliEsecuzione di opere di pulitura delle superficiestradossali delle volte delle navate, successivasarcitura delle lesioni e formazione di cappa ingesso o calce.

CoperturaSmontaggio e rimozione delle coperture preesi-stenti ed abbassamento dei muri con eliminazio-ne del sopralzo; riportando le quote all’assettooriginario; realizzazione cordoli sommitali in mu-ratura armata, inserimento degli archi-timpanoe rifacimento delle nuove coperture a falde construttura lignea.

Restauro manufatti lapideiIl progetto ha contemplato il restauro dei manu-fatti lapidei architettonici e/o ornamentali pre-senti nell’edificio monumentale.

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L’inaugurazione del Museo delle Solfare di Tra-bia-Tallarita è una realtà nel panorama minera-rio siciliano. Dopo secoli di storia nei quali l’in-tera isola fu portata in auge dall’estrazione del-lo zolfo, seguì la fine e l’abbandono di tutto.L’estrazione fu possibile solo grazie al lavoromassacrante di uomini e “carusi”. Il recupero diTrabia-Tallarita, esempio unico di archeologia in-dustriale, parte dall’ex Centrale Elettrica. Al suointerno sono stati allestiti un museo interattivo,una mostra fotografica e un percorso di istalla-

zioni di artisti siciliani. Il complesso gode di unasala conferenze, una sala didattica, uno spaziodestinato a temporanee, un grande volume peri servizi di ospitalità, una palazzina per uffici ecustodia. I cortili esterni hanno dimensioni talida poter garantire la realizzazioni di eventi al-l’aperto, anche di grande attrattiva. Molto spes-so i sogni diventano realtà. La proprietà è delDemanio della Regione Siciliana. Il sito ricadenei Comuni di Riesi e Sommatino, nella Provin-cia di Caltanissetta.

Ex centrale elettrica “Palladio”, bacino minerario di Trabia-Tallarita, Riesi e Sommatino, Caltanissetta

PROGETTOAlessandro Ferrara

COMMITTENTESoprintendenzaCaltanissetta

REALIZZAZIONESerena Costruzioni(Valverde, CT)

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Il giardino di Artemide nell’isola di Ortigia, Si-racusa 2003-2005Lo spazio è stato immaginato come una “offer-ta” ad Artemide che, nell’immaginario mitologi-co, è rappresentata come dea vergine della fer-tilità, protettrice delle belve feroci, dei boschi,e delle ninfe. Le opere realizzate sono state im-maginate proprio come “dispositivi” preposti adaccogliere la flora naturale del sito. Infatti, do-po pochi mesi dalla fine dei lavori, le essenzespontanee hanno conquistato nuovamente il lo-ro spazio naturale mediante un’“invasione”spontanea e ciclica del giardino. Gli interventi realizzati sono in prevalenza rever-sibili, a basso impatto e compatibili con le ca-ratteristiche archeologiche del sito. Il momento più emozionante e lirico è in prima-vera quando la natura-Artemide si rende presen-te, non solo come oggetto di contemplazione,ma materia viva e materiale dell’architettura, innessuna misura artefatto. Le essenze spontaneeinvadono il luogo: le fredde lastre di acciaio del

recinto e le perimetrali reti elettrosaldate inglo-bano e incorniciano i fiori dai diversi colori cherispuntano con grande vigore. Il giardino diven-ta così espressione del ciclo biologico e natura-le: ogni anno, lo spettacolo, simile ma variato,si ripeterà.

Padiglione di accesso agli scavi dell’Artemision,Siracusa 2007-2011La realizzazione del giardino di Artemide è solola prima fase di un intervento più ampio, che ri-guarda anche l’assetto dell’area “libera” su viaMinerva tramite la realizzazione di un padiglio-ne di accesso agli scavi del Tempio Ionico. Talireperti, di inestimabile interesse archeologico,sono ad oggi situati all’interno dei sotterranei dialcuni uffici comunali e sono poco accessibili.Il Padiglione diventerà un antiquarium che con-terrà principalmente i numerosi reperti greci rin-venuti con gli scavi archeologici già eseguiti, nelcorso dello scorso secolo, presso l’area dei tem-pli di Artemide e di Atena.

Area Tempio Ionico, Siracusa

PROGETTOVincenzo Latina

COMMITTENTEComune di Siracusa

REALIZZAZIONEGiardino: Giovanni Avola(Ragusa)Padiglione: 26 Costruzioni (Firenze)Scavi archeologici: Mac Restauri (Favara, AG)

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La chiesa di S. Maria La Nova a Scicli, una del-le città del Val di Noto patrimonio Unesco, pre-senta una imponente facciata in pietra costrui-ta nel settecento con interventi successivi dellaprima metà dell’ottocento. Il progetto prevede ilrecupero di spazi inutilizzati all’interno dellafacciata, attraverso l’inserimento di alcuni ele-menti contemporanei. Una grande scala elicoidale in acciaio con gra-dini in legno e tiranti di stabilizzazione, collegai vari livelli dei vani della facciata. Sulle due fac-ciate laterali sono state realizzate quattro gran-

di vetrate, in seguito alla rimozione dei tampo-namenti in pietra esistenti, ricostituendo in talmodo l’originaria struttura settecentesca. Nuovi solai in ferro e legno lamellare sono staticostruiti all’interno dei vani di facciata, svolgen-do insieme ai tiranti sulle murature perimetrali,una importante funzione di consolidamentostrutturale. Il progetto contemporaneo si con-fronta con le preesistenze, senza prevaricazionema con l’obiettivo di valorizzare e riutilizzare glispazi esistenti, altrimenti condannati ad un si-curo degrado.

Chiesa di Santa Maria la Nova, Scicli, Ragusa

PROGETTOGaetano Manganello

COMMITTENTEProtezione civileRagusa

REALIZZAZIONECO.REA.L (Bompensiere, CL)

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Il Castello Maniace, opera federiciana dei primidecenni del 1200, fu edificato nella parte piùestrema dell’isola di Ortigia, cuore storico del-l’antica Syracusae, colonia dorica di grande im-portanza nel mondo pre-romano. Il Castello Maniace probabilmente fin dal 1300è stato cinto da una cortina muraria di protezio-ne sia dal mare e sia da attacchi militari. Talecinta di fortificazione è stata nei secoli modifi-cata, con successivi ampliamenti e integrazioni:interventi necessari per rendere la fortezza sem-pre più sicura ed adeguata al cambiamento del-le tecniche di guerra. Tale evoluzione si è completata nel ‘600: infat-ti dall’esame delle carte storiche, ed esattamen-te dalle celebri cartografie del 1640 redatte dalNegro, si evince come la fortificazione ancoraoggi esistente (ad esclusione della punta delForte Vignazza) sia quella di quattro secoli fa.Dalla planimetria da F. Negro, appare evidentecome l’entrata del castello sia difesa da un fos-sato o istmo e da una porta a tenaglia, mentre ifianchi laterali del castello sono protetti da unacortina muraria con torrioni che creano un rin-fianco di protezione dai colpi d’artiglieria prove-nienti dal mare.Nel 1800 la cinta muraria fu completata con la

realizzazione del Forte Vignazza, con il quale lafortificazione occupa anche la punta estremadell’isola di Ortigia.Dunque la “Fortezza” del Castel Maniace èun’importante testimonianza di architettura mi-litare che si è preservata fino ai giorni nostri eche consente di comprendere tecniche ed esi-genze di una difesa dal militare da attacchi dalmare.Nel 2002 la Soprintendenza Beni Culturali edAmbientali di Siracusa ha redatto un progetto ri-volto al restauro del complesso delle “fortezza”rimandando l’intervento sulla fabbrica del ca-stello federiciano al completamento delle cam-pagne di indagini conoscitive.Il progetto predisposto per i finanziamenti diAgenda 2000 ha individuato tre aree di inter-vento: – interventi di consolidamento sulla cinta mura-ria esterna; – interventi di ripristino della configurazione ori-ginaria (cinquecentesca): liberazione-riaperturadell’istmo e riconfigurazione della “Piazza d’ar-mi” antistante al Castello; – interventi per la fruibilità turistica: realizzazio-ne di percorsi di visita e illuminazione dell’inte-ro complesso.

Fortificazioni del Castello Maniace, Siracusa

PROGETTOMariella Muti

COMMITTENTESoprintendenzaSiracusa

REALIZZAZIONEAti Asperia Aps, Simel Soc. Consortilearl (Siracusa)

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La fortezza svevo-aragonese fu eretta agli inizidel XIV secolo, durante il dominio aragonese inSicilia, su un edificio preesistente, come avam-posto per l’avvistamento delle navi saracene eper la difesa dell’area Sud-Orientale dalle fre-quenti incursioni piratesche. Il Forte venne raf-forzato sotto il regno di Carlo V, sostituendo latorre di ispezione preesistente. Il vicerè Don Fer-dinando Gonzaga, nell’anno 1535, scriveva in-fatti al re una relazione con la quale invocavauna maggiore protezione della fascia costierameridionale. Contro la nuova costruzione fortifi-cata si accanì più volte il pirata Dragut, che, nel1526, la distrusse, riducendola a un cumulo dirovine.Scarse le notizie relative al periodo della rico-struzione a zampa d’elefante, probabilmente av-venuta intorno al 1600. “Dalla Guardia del Tur-co al luogo dove si deve fare la forza del Passe-rino ci sono miglia, e due terzi. E già un’altravolta s’è trattato, e risoluto farsi la detta forza,la quale così serva per difesa dell’isola, e dellidue porti, quanto per i segnali della risponden-za. E perciò non occorre trattare qui da farsi latorre, poichè invece della torre s’hà à fare la for-za, o castello sopradetto.”Così, Camillo Camilliani, ingegnere fiorentino,incaricato da Carlo V descrive la situazione del-l’isola allora chiamata del Passerino nella suaescursione per il potenziamento delle fortifica-zioni e torri dell’isola fra la fine del 1583 e l’ini-zio del 1584.Il forte, quindi, ha pianta quadrata e sorge su unpianoro a 22 metri s.l.m. Venne sopraelevato dal

piano di campagna per mezzo di una massicciabase e la cortina muraria presenta pochissime fi-nestre. L’accesso alla fortezza, il cui ingresso inizial-mente regolato da un ponte levatoio è rivolto ver-so oriente, avviene per mezzo di una costruzio-ne successiva, una lunga scalinata a due rampedisposte a “L”. Il portale è sormontato da unostemma in pietra calcarea raffigurante un’aqui-la imperiale, stemma appartenente agli Aragone-si di Spagna. Entrando, si accede subito ad unampio cortile con un pozzo al centro, intorno alquale sono disposti dei vani squadrati con voltea botte. Dentro le mura del forte, in un locale alpiano basso si può ancora osservare la chiesa-cappella dedicata all’Annunziata, nella quale siritiene furono seppelliti alcuni defunti nel corsodel Seicento, come testimoniato dalle lapidi ri-maste sul posto, e dai resti della tomba, ormaivuota e profanata da tempo, di un capitano spa-gnolo, ivi sepolto nel 1631. Al piano superiore erano situati gli alloggi degliufficiali del presidio. Attraverso una scala di pietra si giunge suglispalti. In un angolo adiacente si riconosce unantico posto d’osservazione; un moderno farooccupa uno dei quattro angoli degli spalti. Èpossibile inoltre osservare una torre che s’innal-za fino a 15 m.Nel Monte Carmelo, è ancora visibile una chie-sa-cimitero dedicata alla Madonna del Carmelo,dove venivano sepolti i defunti del castello e gliospiti delle sue prigioni e una piccola corte digente locale, adibita ai lavori più vari.

Forte spagnolo, Portopalo di Capopassero, Siracusa

PROGETTOMariella Muti

COMMITTENTESoprintendenzaSiracusa

REALIZZAZIONEConsart soc. coop. arl(Valverde, CT)

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Il Forte Vittoria faceva parte di un più ampiocomplesso di fortificazioni militari che rientrava-no nella strategia cinquecentesca di difesa del-le coste siciliane.Nel 1565 il Vicerè D. Garsia di Toledo, dopo lavittoria riportata sui Turchi a largo di Malta, fe-ce costruire due forti, collegati tra loro, su dueisolette situate nella parte Nord del porto di Au-gusta: Forte Vittoria e Forte Garsia.Dal 1701 il forte fu utilizzato come prigione e,durante le epidemie di peste (1743) e colera(1836), anche come lazzaretto.Sul finire del XIX secolo la costruzione subì unaradicale trasformazione per la realizzazione, sul-la struttura originaria, di una sopraelevazione

destinata ad ospitare un ospedale.Cessato l’utilizzo come nosocomio, nel periodoche intercorre tra la prima e la seconda guerramondiale, il forte fu utilizzato come polverieradalla Marina Militare, successivamente fu la-sciato nello stato di abbandono nel quale si tro-vava fino agli inizi del restauro.Il progetto di restauro, redatto dal Servizio BeniA.P.N.N.U., ha cercato nel rispetto della valen-za storico-artistica del monumento, di contene-re il degrado della struttura e garantirne la frui-zione in una più ampia azione di recupero e ri-qualificazione. Il Forte sarà destinato ad attivi-tà culturali, di ricerca e di formazione nel cam-po ambientale.

Forte Vittoria, Augusta, Siracusa

PROGETTOMariella Muti

COMMITTENTESoprintendenzaSiracusa

REALIZZAZIONEAti Bosco Aldo(Acireale), ImpresaAgricola Giarrese(Giarre), Geogrà srl(Sermide, MN)

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La costruzione del Castello è da collocare intor-no alla metà del XIV secolo, nel periodo in cuiMussomeli fu feudo della famiglia Doria, e ap-parterrà a Manfredi Chiaramonte dal 1374 al1392. Il progetto di completamento funzionaleper la valorizzazione e la fruizione del Castelloredatto dall’arch. Giovanni Crisostomo Nucera,ha prediletto condurre l’intervento di completa-mento, mediante la chiusura esterna della scu-deria, integrando la parte mancante della voltaa botte, a direttrice ogivale, con una strutturatrasparente, seguendo la stessa direttrice, realiz-

zata in acciaio e policarbonato, nonché preser-vare la pavimentazione medievale in acciottola-to, preesistente, con un pavimento “galleggian-te” trasparente, realizzato con struttura in travidi acciaio a traliccio e vetro strutturale, contor-nato con un rifascio perimetrale di tavolato diabete, interponendo, tra tavolato e vetro, unagriglia per l’aerazione anticondensa. L’intervento progettuale si è concentrato sulprincipio della reversibilità del monumento, fa-vorendone l’utilizzo quale spazio espositivo econvegnistico per eccellenza.

Castello Manfredonico, Mussomeli, Caltanissetta

PROGETTOGiovanni Nucera

COMMITTENTESoprintendenzaCaltanissetta

REALIZZAZIONECO.REA.L.(Bompensiere, CL)

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Il Castello di Rampinzeri è situato nell’omonimacontrada su un promontorio collinare a circa500 m sul livello del mare alla base delle pen-dici sud-occidentali di Monte Finestrelle. Il pro-spetto principale del Castello in stile neogoticodomina tutta la vallata. È sormontato da merlidai pinnacoli svettanti e, ai lati del balcone delpiano nobile, vi è la presenza di colonne a cop-pie di due realizzate con rocchi alternati di pie-tra arenaria bianca e gialla. L’ingresso del pianoterra e l’apertura centrale del primo piano sonodefiniti da stipiti e archi realizzati con la stessaalternanza di conci utilizzata nelle colonne. Il prospetto principale si affaccia su un’area ret-tangolare, completata da merli a coronamento diun muro di contenimento, che costituisce unospazio dal quale è possibile godere della vistadella valle sottostante.Il Castello presenta due cortili. Il primo (ester-

no) è più ampio e vi si trovano le abitazioni deicoloni, una chiesa consacrata a navata unica, gliovili, le stalle, le scuderie, il granaio, il trappe-to, il palmento per la pigiatura dell’uva e la pa-netteria. Il secondo cortile, più piccolo, si apresull’abitazione padronale e su alcuni corpi mi-nori di servizio.Le prime notizie certe sulla data di fondazionedella città risalgono alla fine del 1500 e fontidel periodo riferiscono dell’esistenza del Casaledi Rampinzeri. L’intero complesso risultava in un visibile statodi degrado. Gli interventi adottati per migliorarestaticamente la fabbrica sono stati i seguenti: ilconsolidamento della muratura, il rifacimentodei solai, il rifacimento delle coperture, alcuniinterventi minori.Per garantire un comportamento monolitico del-la struttura, quindi più efficace alle azioni sismi-

Riserva naturale Grotte di S. Ninfa, Castello di Rampinzeri, Santa Ninfa, Trapani

PROGETTOTeotista Panzeca

COMMITTENTEComune di Ninfa

REALIZZAZIONEC.E.L.I. (Santa Ninfa)

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che, sono state inserite coppie di funi tesate inacciaio ad ogni piano nelle due direzioni ed a di-verse altezze. Per quanto riguarda i solai di calpestio si è rea-lizzato un sistema di connessione mediante cuf-fie singole o doppie che permettono di diminui-re la freccia ad un quinto rispetto alla frecciadella classica trave appoggiata. Alloggiate all’in-terno delle cuffie sono inserite travi in legno la-mellare di adeguate dimensioni al di sopra del-le quali viene posto il tavolato ed uno strato dicls. Lo scopo di tale intervento è quello di resti-tuire al fabbricato rigidezza lungo il piano ed unefficace collegamento del solaio con la muratu-ra. L’intervento risulta conservativo e reversibi-le.Con la stessa tecnica sono previsti i solai di co-pertura che vengono completati tramite tre ca-priate zoppe di appropriate dimensioni, ma sen-za strato di cls.È altresì previsto il riposizionamento dei conci inchiave degli archi utilizzando malta espansiva.

Si è osservato durante i sopraluoghi che le vol-te che sono rimaste nei vari ambienti sia al pia-no terreno che al primo piano sono in discretecondizioni e se ne prevede il recupero proceden-do con la rimozione dei detriti nella parte estra-dossale e la successiva sigillatura delle lesionicon canapa e gesso.Gli architravi sono stati consolidati mediantel’inserimento di profilati in ferro di numero va-riabile (2 o 3) a seconda dello spessore del mu-ro.Nella struttura definita magazzino oltre alla ne-cessaria bonifica della muratura e degli archi asesto acuto, è stata realizzata una copertura adue falde, come quella originaria, ma con diver-si accorgimenti.: infatti considerato che gli ar-chi all’interno della fabbrica non risultano piùidonei a sopportare i carichi della copertura, so-no state previste capriate collocate all’altezza diogni arco che poggiano direttamente sui duemuri perimetrali, mantenendo l’arco nella suaconfigurazione originaria.

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Il progetto affronta il restauro di un manufattoarchitettonico degli anni Trenta (1937) su pro-getto dell’arch. Luigi Pantano.L’intervento conserva il complesso mediante ilrestauro e consolidamento delle strutture e nel-lo stesso tempo riqualifica mediante una serie diinterventi puntuali di interconnessioni tra l’edi-ficio e il suo intorno. Si sono quindi realizzati la liberazione del corpooriginario del teatro dall’annessa arena, il con-solidamento statico delle membrature, la crea-zione di una nuova volta interna e la sostituzio-ne del tetto di copertura, la riconfigurazione del-

la torre scenica mediante la costruzione di unanuova struttura lignea, graticciata e passerelle,l’ampliamento della struttura dei servizi a sup-porto delle attività di spettacolo e la creazionedi nuovi impianti tecnologici. Inoltre a fiancodell’edificio del teatro, in luogo degli obsoleti edestranei ambienti dell’arena, il progetto realizzauna passerella inclinata dallo svolgimento curvi-lineo, coperta con una struttura vetrata e inglo-bante l’ascensore per il collegamento dei diver-si livelli del teatro e della viabilità circostante,che al piano superiore ha un percorso pubblicodi valenza urbana.

Cine-teatro “Guglielmo Marconi”, San Cataldo, Caltanissetta

PROGETTOGaetano Renda

COMMITTENTESoprintendenzaCaltanissetta

REALIZZAZIONEC.E.L.I. (Santa Ninfa, TP)

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La maestosa torre costruita alla fine del XIV se-colo, si erge imponente sul mare di Pozzallo nel-la suggestiva insenatura dell’omonimo golfo, inuna posizione congeniale sia alla funzione rap-presentativa del palazzo-residenza del potenteconte di Cabrera che a quella legata all’attivitàdi “caricatore” e magazzino destinato ad acco-gliere le derrate per l’intera contea. Il progettodi restauro della torre comprende tutte le ope-razioni di consolidamento e di inserimento diparti strutturali per la fruizione del complessomuseale e tiene conto sia della memoria storicadelle trasformazioni che della lettura e messa invalore della fabbrica mediante il recupero della

scala originale inglobata nel bastione, la libera-zione di alcune finestre murate e il ripristino dialtre la cui ampiezza era stata ridotta per muta-te esigenze militari. Il tema del restauro propo-ne di ricucire le “lacune” facendo ricorso allatecnica dell’astrazione cromatico-formale offren-do l’immagine virtuale delle parti mancati sen-za riproporle. Una sorta di trasposizione ologra-fica dell’immagine ottenuta mediante la scom-posizione delle stesse. In questa poetica ricadela riprogettazione degli elementi di collegamen-to verticale e la proposizione di scala “appesa”la cui leggerezza visiva ricorda una sorta di ve-lario di divisione tra gli ambienti.

Torre Cabrera, museo “Bernat Cabrera”, Pozzallo, Ragusa

PROGETTOGaetano Renda

COMMITTENTESoprintendenza Ragusa

REALIZZAZIONEImpresa Pisciotta diRaspante Maria(Camporeale, PA)

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Il progetto dell’antica centrale elettrica di Vitto-ria si pone nella direzione della valorizzazione diquei contenitori a carattere industriale che han-no rappresentato per le città siciliane dei primidel Novecento l’inizio di una condizione socialeavviata verso la modernità. La creazione quindidi spazi di incontro, dell’auditorium, di spazimuseali ed espositivi esprimono al meglio la po-tenzialità del contenitore e questo rapporto traedificio storico e modernità prima richiamato.Gli interventi progettuali prevedono una serie diopere strettamente necessarie a ridare agli spa-zi, sia interni che esterni, la loro dignità di con-tenitori sede di funzioni innovative, un tempo le-

gate alla produzione di energia elettrica, oggi le-gate alla produzione di eventi culturali. Le scel-te progettuali principali sono le seguenti: – la messa in sicurezza e il miglioramento strut-turale degli edifici esistenti;– la previsione di una nuova struttura metallicache si sovrappone sugli edifici esistenti inte-grandosi e richiamando con la sua conformazio-ne un’immagine industriale;– una seconda struttura metallica viene posta al-l’interno del corpo principale alla quota + 4.50,costituendo un nuovo solaio che copre l’audito-rium al piano terra e rende disponibile uno spa-zio con funzione espositiva, al primo livello.

Ex centrale elettrica a Vittoria, Ragusa

PROGETTOGiovanni Rizza

COMMITTENTEComune di Vittoria

REALIZZAZIONECooperativa EdiliziaAppalti (Catania)

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Il programma dell’Amministrazione prevedeva ilrecupero funzionale dell’immobile e l’adegua-mento alla vigente normativa. Il Palazzo dellaCultura è stato costruito tra gli anni ‘20 e ‘30del secolo scorso. Originariamente è stato utiliz-zato come clinica dal celebre prof. Durante, me-dico di fiducia della Casa reale dei Savoia. Suc-cessivamente è stato adibito ad orfanotrofio easilo nido, mentre negli ultimi decenni ha ospi-tato il Museo Comunale e la Guardia Medica.L’immobile è libero da tutti e quattro i lati e di-spone di un ingresso principale ad ovest sullaomonima piazza e un ingresso secondario ad estsul lungomare. Dal punto di vista architettonicol’immobile al momento dell’inizio dei lavori sipresentava privo di particolare interesse ad ec-cezione della straordinaria posizione sul lungo-mare con la splendida vista della baia tra CapoS. Alessio e Capo Taormina. Il volume esternodell’edificio è stato “semplificato” asportando losporto di 30 cm su tutti i prospetti in prossimi-tà del solaio della terrazza. Tale demolizione hacomportato in alcuni punti il livellamento degliintonaci esterni. I due livelli fuori terra dell’edificio, con struttu-ra mista in muratura portante di tufo e solai inc.a., si ergevano su un livello seminterrato inmuratura. Tali murature erano celate da una in-tercapedine realizzata con il tentativo (vano) diarginare i fenomeni di umidità che rendevanol’ambiente inagibile. Appena iniziati i lavori discavo per la realizzazione del vespaio areato, fu-rono rinvenute le suddette murature di buonafattura in pietra lavica e cotto con archi in mat-toni e volte in gesso e pomice. Tale scoperta fe-ce sbilanciare l’interesse della D.L. per la riqua-lificazione di questi spazi che, grazie alle carat-teristiche costruttive molto diverse dai piani su-periori, consentono un passaggio emotivamente

molto forte a chi vi accede sia dal vano scala chedall’ascensore per il contrasto tra le superficigrezze in pietra e mattoni e le superfici lisce in-tonacate e tinteggiate dei piani superiori. Di concerto con l’Amministrazione, la direzionelavori propose quindi una variante al fine di va-lorizzare questi locali considerando la loro po-tenziale vocazione come sale per esposizionitemporanee in una ambientazione più suggesti-va. Dopo la demolizione delle tramezzature di in-tercapedine ed il rinvenimento della muraturaoriginaria, è stato effettuato allora uno scavo perla sostituzione del vecchio vespaio in pietramecon un solaio areato poggiato su casseri a per-dere in plastica riciclabile alti circa 40 cm. Laventilazione del vespaio con l’ambiente esternoè stata quindi implementata collegandolo attra-verso canalizzazioni murate sotto ciascun sotto-finestra dei prospetti nord e sud al fine di favo-rire una circolazione d’aria naturale. Il corridoiodel seminterrato che non ha mai avuto illumina-zione naturale, è oggi servito da un “tubo di lu-ce” che trasferisce l’irradiazione solare dalla ter-razza di copertura al seminterrato grazie ad undiffusore architettonicamente integrato in unaparete di mattoni in cotto. Tutte le superfici verticali, orizzontali e voltatedel seminterrato sono state rispistinate utilizzan-do gli stessi materiali: pietra lavica, cotto e ges-so. Solo alcune pareti funzionali per il vanoascensore ed il collettore idrico, sono state rea-lizzate in forati e rifinite con intonaco di cocciopesto opportunamente “staccate” dalle altre pa-reti mediante scuri e canaline. La pavimentazio-ne, anch’essa in cotto, non “tocca” le muraturegrazie ad una canalina che nasconde una illu-minazione radente a led. Al piano terra insistono i locali ufficio e le saledi lettura e conversazione. Nel piano primo so-

Palazzo della Cultura, Letojanni, Messina

PROGETTOFabrizio Russo

COMMITTENTEComune di Letojanni

REALIZZAZIONECooperativa EdiliziaAppalti (Catania)

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no ubicati i locali museali e un’ampia sala con-ferenza. Il progetto ha previsto la sostituzionedel volume emergente del casotto, posto sullaterrazza, con una struttura leggera in ferro adunica falda che unisce il vano scala con il vanoascensore. Tale copertura è stata altresì proget-tata per realizzare un piccolo impianto fotovol-taico a totale integrazione architettonica grazieall’utilizzo di pannelli di coibentazione/im per -meabilizzazione già sagomati con binari per l’an-coraggio dei moduli fotovoltaici. Sul terrazzo lato mare emerge infine il cupolinodi captazione dei raggi solari che illumina natu-ralmente il seminterrato. I prospetti esterni so-no stati intonacati con intonaco di coccio pestocolor “sabbia”.

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Dopo il tragico terremoto del 1693, la val di No-to si trasformò in un enorme cantiere. Nell’am-bito di questo intenso processo di rinnovamen-to si inserisce la costruzione a Noto del PalazzoNicolaci. La storia del palazzo, nato dal lento edirregolare accorpamento di diversi lotti edilizi li-mitrofi all’area Majoris Ecclesiae, è strettamen-te connessa alle complesse vicende della fami-glia Nicolaci, allora nel pieno dell’ascesa socia-le. L’importanza della famiglia raggiunse il suoculmine con il barone Giacomo Nicolaci (1711-1760), celebre matematico e sommo erudito.Alla morte del padre Corradino (1717) il palaz-zo era composto di due sole rustiche, e non fi-nite stanze fu quindi il figlio Giacomo il verocommittente dell’edificio (1737-1755).Nel 1985 il palazzo è stato dichiarato di parti-

colare interesse storico-artistico e dieci anni piùtardi sono cominciati i lavori di restauro, grazieai finanziamenti congiunti dell’Assessorato Be-ni Culturali ed Ambientali e della P.I. (“Agen-da2000” e Legge regionale 32 del 23/12/2000)e della Presidenza della Regione Sicilia (Legge433 del 31/12/1991). Una lunga e complessa stagione di restauri, pre-ceduta da un’attenta e scrupolosa fase di inda-gini e supportata da un’accurata analisi storica,ha restituito nel 2008 alla pubblica fruizioneuna delle testimonianze più significative nellastoria della ricostruzione di Noto. Il palazzo ètornato ad essere sede della prestigiosa biblio-teca comunale e le sale di rappresentanza delpiano nobile ospitano eventi e manifestazioniculturali.

Palazzo Nicolaci di Villadorata, Noto, Siracusa

PROGETTOGiovanna Susan

COMMITTENTESoprintendenzaSiracusa

REALIZZAZIONECostruzioni Pozzobon(Acireale)

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Sebbene a lungo attribuita all’età federiciana, lefonti documentarie ed il contesto costiero in cuiinsistono altre torri connesse all’attività di portigranari, la collocano in età aragonese, epoca incui l’Infante Pietro d’Aragona la fece edificare adifesa del Caricatore di “Bendicari”. Inserita nelprogramma di potenziamento dell’apparato di-fensivo dell’Isola voluto da Carlo V, fu più voltemodificata e rafforzata fino ad acquisire l’aspet-to attuale.Una campagna di indagini materiche e struttu-rali ha permesso di individuare materiali e tec-niche costruttive e di escludere la sussistenza diparticolari problemi di stabilità. Le operazioni direstauro hanno tenuto conto anche della singo-lare esposizione agli agenti meteo-marini. Sonostate infatti effettuate apposite campionatureche hanno poi consentito la scelta del metodo edel materiale idoneo tra quelli che hanno dimo-strato un’adeguata resistenza all’azione meteo-

rica. Il restauro e la protezione delle superficiesterne ed interne hanno richiesto una specialeattenzione per la ricostituzione della stereome-tria dell’apparecchio murario così rappresentati-vo della cifra stilistica dell’edificio, da giustifi-carne il collegamento ad opere sveve. È stato inoltre necessario provvedere ad un’ade-guata protezione con parziali colmate ed integra-zioni della scogliera artificiale, della parte basa-mentale del fronte sud che in determinati perio-di dell’anno risulta sommersa. Infine qualche problema di intepretazione hacomportato il consolidamento della scala a“babbalucia“ che, per consentire un agevole ac-cesso alla terrazza è stata completata con l’ag-giunta di due gradini in acciaio corten, lascian-do irrisolte le contraddizioni esistenti con lo svi-luppo della scala inserita nel fronte murarioovest, testimonianza di rimaneggiamenti succes-sivi.

Torre Vendicari, Noto, Siracusa

PROGETTOGiovanna Susan

COMMITTENTESoprintendenzaSiracusa

REALIZZAZIONEAps Costruzioni srl(Palazzolo Acreide,SR), Restaurarte srl(Acireale), Recoop(Torrenova, ME)

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La pietra di fondazione della chiesa della SS.Annunziata ad Ispica (Rg) fu posta il 21 ottobre1703, la consacrazione risale al 1720. Il 23 marzo 1869 crollò il prospetto: la ricostru-zione fu affidata al capomastro locale Di Grego-rio. L’edificio presenta la tipologia tipica delle chie-se a tre navate a croce latina: presentava evi-denti segni di degrado e dissesto statico (di-stacchi murari, lesioni in alcuni pilastri e nellenavate).

Gli interventi effettuati sono: incatenamentodella facciata principale, degli archi di sostegno,del tamburo, della cupola e delle navate; conso-lidamento della volta della navata principale;imperniatura degli stucchi della volta; consoli-damento dei pilastri e dei piloni, delle volte, deltransetto e dell’abside; cerchiatura della cupo-la; sarcitura delle lesioni; rifacimento dell’into-naco interno ed esterno, delle pavimentazioni,degli infissi, dell’impianto elettrico, idrico e fo-gnario.

Chiesa della SS. Annunziata, Ispica, Ragusa

PROGETTOSalvatore Tringali

COMMITTENTERegione Sicilia, Curia Vescovile di Noto

REALIZZAZIONEI.C.M. (Scicli, RG)

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La costruzione della chiesa, tra le principaliChiese Nere dell’Etna risale al 1593.Nel 1650 subì un primo ampliamento e nel cor-so dell’Ottocento viene costruito il campanile ele navate laterali. La facciata, rigorosamenteunitaria, è tripartita da paraste in pietra lavicache si alternano a ricchi portali. Due finestre cir-colari, sopra i portali laterali, svelano il giocodella simmetria della facciata.Il restauro ha interessato le facciate, il campa-nile e la copertura e ha compreso i seguenti in-terventi: la rimozione dell’intonaco a base di ce-mento Portland di recente fattura, in parte am-malorato e distaccato dal supporto e la sua so-stituzione con un intonaco a base di calce idrau-

lica naturale, inerti vulcanici e cocciopesto; il re-stauro delle superfici lapidee attraverso il rifaci-mento delle stuccature, la disinfestazione, lapulitura, il consolidamento e la protezione; lamanutenzione del tetto e la revisione del siste-ma di smaltimento delle acque piovane; la rea-lizzazione dell’impianto d’illuminazione esternoattraverso l’utilizzo di apparecchi da incasso aterreno e di proiettori.È stata posta infine particolare attenzione allescelte cromatiche, con un piccolo accento sullaguglia per rafforzare, nel rispetto della tradizio-ne etnea, il valore simbolico del campanile chesi staglia alto nel cielo e dialoga con il cono delvulcano.

Santuario SS.MM. Alfio, Cirino e Filadelfo, Trecastagni, Catania

PROGETTOAlfio Zappalà

COMMITTENTEParrocchia SS.MM.Alfio, Filadelfo e Cirino

REALIZZAZIONEAngelo Cristaudo(Acireale, CT)

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RESTAURO ARCHITETTONICO DI UN EDIFICIO O STRUTTURA PRIVATA

I progetti sono riportati secondo l’ordine alfabetico degli autori

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Il Palazzetto Redini già Lanza-Branciforti, è co-stituito da quattro elevazioni fuori terra con de-stinazione d’uso a residenza plurifamiliare ad ec-cezione del piano terra destinato ad attività com-merciali e a locali di pertinenza condominiale.Quasi del tutto distrutto dagli eventi bellici del1943, presentava all’epoca dell’intervento esclu-sivamente il portale d’ingresso su via Butera conuna “porzione di muratura” soprastante.La modalità di intervento, stabilita dal P.P.E., èstato il ripristino tipologico. L’andamento dei set-ti murari originari, così come le tracce esistentidel prospetto principale, hanno permesso di fis-sare le linee guida del progetto sia sotto il profi-lo architettonico-tipologico che strutturale, con-sentendo una ricostruzione guidata, oltre che daisuddetti elementi, dai caratteri propri della tipo-logia di appartenenza, documentabili attraversole planimetrie storiche delle unità immobiliari.Tutto ciò ha permesso un dialogo con il passatoarchitettonico attraverso un processo d’interpre-

tazione dei contenuti culturali e costruttivi inevoluzione. L’intervento di consolidamento strut-turale è stato limitato solo alle fondazioni esi-stenti; il resto della struttura in elevazione è sta-to ricostruito con l’impiego di conci di tufo concaratteristiche meccaniche e costruttive simili aquelle dell’epoca di costruzione del Palazzetto.Le strutture orizzontali sono state realizzate intravetti prefabbricati e laterizio, mentre la coper-tura presenta falde inclinate con capriata in le-gno lamellare e manto di coppi del tipo tradizio-nali. La scala condominiale realizzata con una ram-pa incastrata nella muratura, con gradini portan-ti in acciaio, avvolge l’ascensore oleodinamicoanch’esso con struttura in acciaio a vista e pan-nelli in vetro.Infine, gli spessori murari utilizzati, unitamentealle qualità degli intonaci, degli infissi e dellecoibentazioni impiegate, hanno permesso unaclasse energetica globale dell’edificio “A+”.

Palazzetto Redini già Lanza-Branciforti, Palermo

PROGETTOSalvatore Angilella

COMMITTENTEBranciforti Srl

REALIZZAZIONEImpresa Edile Reale Giuseppe(Partinico, PA)

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Villa con dependance.Un muro perimetrale che scandisce nella villaun ritmo di pieno e vuoti, di aperture e chiusu-re, per poi riallinearsi con l’altro, parallelo, nel-la dependance, divenuto di cinta, tra trasparen-ze e chiusure.

Una scala, senza confini, proiettata verso un tet-to trasparente, là dove si incontrano le nuvole.Un percorso di accesso, quello esterno, che en-tra dentro casa, ne esce fuori, diventando oraparquet, poi cemento.

Casa Sisci, Scala Torregrotta, Messina

PROGETTORenato Arrigo

COMMITTENTESisci

REALIZZAZIONE2C Costruzioni(Rometta, ME)

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Due giovani imprenditori di Trapani nel 2006acquistarono una porzione di un edificio fati-scente che un tempo era stato il seicentescoconvento de La Gancia dei Carmelitani, già ce-duto a privati alla fine del XIX sec. perché ne fa-cessero magazzini ed abitazioni. Il fabbricato,posto in una straordinaria posizione paesaggisti-ca nel centro storico di Trapani, da decenni eradisabitato e versava in disastrose condizioni diconservazione.I lavori di ristrutturazione ebbero inizio nel2008.Il complesso degli interventi ha riguardato il mi-glioramento sismico della struttura, interventiedilizi ed impiantistici vari ed opere di finitura,ivi compresi gli arredamenti realizzati su dise-gno.

Sono state realizzate venti unità residenziali do-tate dei servizi e degli accessori richiesti per laclassificazione a quattro stelle, oltre che spazidi uso comune per il relax e la convegnisticaaziendale, un roof garden con caffetteria ed unsolarium, per un impegno di spesa che comples-sivamente si attesta attorno a € 1.600.000,00.Tutto l’intervento si caratterizza per la sostenibi-lità ed il rispetto della tradizione costruttiva lo-cale. Sono stati utilizzati materiali naturali (ades. gli intonaci sono stati realizzati in cantierecon pozzolana e calce), tecniche costruttive peril risparmio energetico, per l’utilizzo di energiasolare e tecniche non invasive (ad es. il sistemadi consolidamento CAM per le murature).Il complesso turistico è entrato in attività nelgiugno 2010.

Ex Convento de La Gancia, Trapani

PROGETTOVito MarcellomariaCorte

COMMITTENTELa Gancia Srl

REALIZZAZIONEEdilcasa (Erice, TP)

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La rimozione totale di un fatiscente e dimenti-cato edificio, una volta stalla, nel pieno centrostorico di Favara in prossimità di Piazza Cavour,sede amministrativa e culturale della città, ge-nera un grande vuoto urbano, tra vecchi edificiottocenteschi e lungo una stretta via. L’impianto generale dell’hotel è molto semplice,funzionale e ricopre per intero il lotto a disposi-zione: un piano terra che funge da filtro urbano,due piani di stanze, solarium sulla terrazza.Il piano terra è nettamente aperto verso la stra-da; lo spazio in comune è costituito da un’uni-ca sala (reception/ristorante con annessa cuci-na) sobriamente elegante, calda e confortevoleche si conclude su una corte stretta che fa dafondale luminoso al ristorante; la luce, disegnae misura tempo e dimensioni.La scala di collegamento tra i vari piani, in pie-tra serena a rampa unica, posta al centro del-l’edificio, costituisce il fulcro dell’impianto di-stributivo sia del piano terra che degli altri duelivelli; questa posizione ha facilitato in modo deltutto naturale la suddivisione degli spazi inter-ni. Il piano primo e il piano secondo mostranola stessa identica distribuzione, con una lobbycentrale davanti all’uscita dell’ascensore ed uncorridoio (che diventa spazio espositivo) dal qua-le si diramano le quattro camere.La parte basamentale (fondazioni) della struttu-ra fuoriesce di circa 60 cm rispetto al livellostrada e nell’immagine generale del prospetto ri-sulta essere come uno zoccolo su cui poggial’edificio.Il piano terzo, viene servito da un’ampia terraz-za/solarium utilizzata soprattutto nei periodi cal-

di della stagione; da essa è possibile ammirarediversi scorci del centro storico, nonché, un’inu-suale vista dell’imponente cupola della ChiesaMadre.Il prospetto, relativamente anonimo, di un bian-co candido, è una reinterpretazione in chiavecontemporanea dell’originario; sono state man-tenute le vecchie bucature e soprattutto si è te-nuto conto della presenza dei vecchi portali co-stituiti da poderosi blocchi di pietra locale.Questi una volta rimossi, sono stati ricollocatinella loro originale posizione, dando un’ulterio-re ricchezza alla facciata; questa operazione haconferito un forte richiamo alla memoria storicadel passato, ma nello stesso tempo ha permes-so di lavorare nel contemporaneo, facendo at-tenzione alla cura dei particolari e al dosaggioin modo sapiente dei materiali tradizionali ed in-novativi.Tale lavoro può identificarsi come un’operazio-ne vera e propria di bourrage, diffusa in moltecittà europee, che permette all’interno di conte-sti storicizzati di mantenere intatta la continui-tà del fronte urbano, e al contempo di dotare ilnuovo edificio di tutti gli adeguamenti funziona-li, tecnici e prestazionali necessari per un’otti-mizzazione degli spazi e del relativo uso. È, so-prattutto, un adeguamento a una nuova imma-gine che pur restando “discreta” vuole dichiara-re il carattere attivo dell’edificio, aldilà dell’ap-partenenza ad un contesto sociale e urbano de-cisamente connotato e vincolante. L’edificio è dunque un esempio di un perfetto edintegrato inserimento di architettura contempo-ranea all’interno della città storica.

Belmonte Hotel Favara, Favara, Agrigento

PROGETTOCalogero Giglia

COMMITTENTEAntonino Alba

REALIZZAZIONEGiorgio Parrino (Favara, AG)

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Romano House nasce nel cuore di Catania dalrecupero e dal restauro di un edificio dell’800,carico di valore storico ed artistico. Tutto il pro-getto si sviluppa intorno alle preesistenze archi-tettoniche e artistiche dell’edificio, trasportandoil cliente in realtà suggestive e ricche di signifi-cato. L’ingresso principale su via Di Prima è ca-ratterizzato da un’area bar e ristorante, la qualesi estende, mediante delle grandi vetrate unichea bilico, nello spazio aperto antistante al pro-spetto principale. L’aspetto esterno è dominato dalle superfici tra-sparenti delle camere, che offrendo piena visi-bilità e lasciando entrare l’esterno, si trasforma-no di notte in lanterne che riverberano l’edificiodella propria luminescenza. Per garantire lamassima comodità di fruizione dei vari spazi daparte del pubblico, si è pensato di allocare i va-ri collegamenti con gli altri piani attorno alla cor-te che, in questo modo, si trasforma da spazioaperto a zona living e reception e centro nevral-gico di attività e spazi comuni. Tra le 49 came-re distribuite sui quattro piani, le suite, con leloro volte ricche di decorazioni e bassorilievi, sitrasformano in spazi del passato atti ad acco-gliere linee ed elementi contemporanei; volumiin pietra lavica e legno si inseriscono negli am-bienti a volta stravolgendo la spazialità classica.Le varie camere del piano “nobile” si presenta-no con la tutta la storicità del loro tempo, gra-zie all’intervento del maestro decoratore AndreaPierotti, che, con un intervento diretto e puntua-

le, è riuscito a riportare in vita gli splenditi af-freschi e bassorilievi presenti. La terrazza all’ul-timo piano si caratterizza come uno spazio inte-ramente dedicato al relax, accogliendo un’areadi lounge bar, che offre ai clienti uno spazio pri-vato e confortevole, ed un’area palestra. Perquando riguarda l’uso dei materiali, è stata con-dotta una lunga ed approfondita ricerca forma-le, al fine di unire storicità e contemporaneità inun’ideale simbiosi. Sia per la pavimentazioneche per i rivestimenti dei bagni, si è fatto uso dimarmi pregiati, provenienti dall’India per i pavi-menti, e dalla Turchia e da Carrara per i rivesti-menti. L’utilizzo del legno di rovere nei rivesti-menti a boiserie, nelle porte d’ingresso alle ca-mere e nei mobili, è impreziosito dall’uso del po-liestere, il quale dona al legno un tono elegantee raffinato. Il tutto è legato dalla presenza di ma-teriali innovativi, quali l’alulife ed il corian, uti-lizzati rispettivamente nei rivestimenti della re-ception, del bar e del ristorante e nel portaled’ingresso all’albergo. Inoltre, grande attenzioneè stata posta allo studio della climatizzazione,sia sotto il profilo estetico che funzionale: l’uni-formità di distribuzione dell’aria è garantita dal-l’uso di un sistema radiante posto sotto il pavi-mento d’ingresso e di uno canalizzato, che si mi-metizza grazie allo studio di elementi di diffu-sione lineare. Infine grande attenzione è stataposta in tema di risparmio energetico, con l’in-serimento di un sistema di pannelli solari postie mimetizzati nella falda del tetto.

Romano House, Catania

PROGETTOAntonio Iraci

COMMITTENTERomano House srl

REALIZZAZIONETI.FI. Costruzioni spa(Camporotondo Etneo, CT)

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Il progetto architettonico ruota intorno alla valo-rizzazione dell’impianto a corte disegnato a pro-tezione di un suggestivo pozzo e dell’annesso si-stema di distribuzione idrica “a gebbia e saie”.Il disegno è risolto dal prolungarsi dell’anticocamminamento che sovrastava i due grandi ar-chi di accesso alla corte. L’estensione realizza-ta fin oltre i vecchi magazzini affaccia sulla con-tigua area rurale di pertinenza oggetto di studioarcheologico, permettendo di osservare e rende-re intellegibile al contempo la zona degli scavi,

il complesso di edifici che compongono il baglioe l’intero territorio circostante.L’attento recupero conservativo è stato pensa-to per dialogare con i nuovi elementi architet-tonici e strutturali in carpenteria metallica co-sì come gli impianti tecnologici a vista fannoda cornice alle vecchie murature in conci di tu-fo squadrati e agli intonaci realizzati in calcenaturale con una apposita miscela di elementiche miscelano le sabbie tufacee locali al coc-ciopesto.

CAM - Campus Archeologico Museale, Castelvetrano, Trapani

PROGETTOGiuseppe Parito

COMMITTENTEKEPHA Onlus (Roma)

REALIZZAZIONEMA.DI. Costruzioni diClemente Gaspare & co.(Castelvetrano, TP)

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Il progetto interviene su di un complesso edili-zio nel centro storico, esteso ad un intero isola-to e comprendente: un antico convento del XVIIsecolo; porzione del palazzo Cattolica Briuccia;la sede della Cassa di Risparmio – opera di Er-nesto Basile – e altre unità edilizie minori di ti-po elencale.Il complesso apparteneva alla Cassa di Rispar-mio, già liquidata, e rappresenta, per la molte-plicità delle tipologie che contiene, quasi unasintesi della stratificazione tipica del centro sto-rico.

Gli interventi di ammodernamento degli anni‘50 hanno cancellato molte delle valenze deco-rative originarie.Il restauro è stato declinato a finalità compati-bili con le differenti tipologie edilizie che com-pongono la fabbrica: da quello filologico, perl’edificio del Basile e parte del convento, a quel-lo teso alla riduzione dell’impatto indotto nellefabbriche dalla nuova destinazione alberghieraattraverso la costante ricerca di compatibilitàfunzionali e il “nascondimento” delle comples-sità impiantistiche.

Restauro e riuso alberghiero della sede della ex Cassa di Risparmio VittorioEmanuele, Palermo

PROGETTOFausto Provenzano

COMMITTENTECosta degli Ulivi spa

REALIZZAZIONEIacopelli Costruzioni(Cinisi, PA), Do.Vit. Costruzioni srl(Palermo)

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L’edificio sorge su un lotto d’angolo tra la via Et-nea e vicolo Giglio, a poche centinaia di metridalla piazza Cavour; è costituito da un unico cor-po di fabbrica a pianta irregolare avente due ele-vazioni fuori terra. Il piano terra, destinato pre-valentemente a botteghe su via Etnea, ha duedepositi su vicolo Giglio con copertura fatiscen-te. Al primo piano si trovano due appartamenticon ampi vani dalle volte affrescate.L’edificio ha un ampio giardino interno.Gli input dati dal committente sono stati moltie complessi, ma stimolanti. Da qui l’obiettivo difar diventare protagonisti i cinque sensi. La Vista: se è vero che è il senso mancante ainon vedenti, è anche vero che questi danno par-ticolare importanza alla possibilità di essere “vi-sti” dai “vedenti”: ecco giustificata l’ubicazionedell’intervento, in pieno centro, con le vetratedel museo tattile e del pro shop sulla strada sto-rica della città, via Etnea. Il pro shop, specializ-zato in articoli per ipo e non vedenti, è il terzonegozio di questo tipo esistente in Europa dopoLondra e Parigi.Il Tatto: tramite il tatto i non vedenti leggono,studiano e tramite i plastici, riescono a conosce-re le opere più significative che ci circondano:dal progetto del ponte sullo stretto, alla cappel-la Sistina (rappresentata in bassorilievo), dal Da-vid di Donatello, al Colosseo.

Il Gusto: una sfida, il bar al buio. Far entrare nelloro mondo i vedenti, muoversi, parlare, annu-sare, e assaporare cibi e bevande. In parole po-vere mettendo da parte la vista, moltiplicare percento gli altri sensi, ed ecco che anche un caf-fè diventa protagonista. L’Olfatto: passeggiare in giardino e attraverso gliodori riconoscere le piante che ci circondano,riuscire a distinguere non solo le piante aroma-tiche, ma praticamente quasi tutte le essenzearboree. Nel giardino è presente anche l’acqua,la fontana realizzata ha una piccola cascata eper i visitatori del giardino è bellissimo passarvi“dentro” sentendone lo scroscio.L’Udito: è stata realizzata anche una sala confe-renze: ascoltare, discutere, confrontarsi e spes-so, ascoltare musica, ed il pianoforte è lì a con-fermarlo.Il progetto ha previsto il restauro della facciataprospiciente la via Etnea dando particolare rilie-vo all’illuminazione della stessa. Anche gli affre-schi del primo piano sono stati oggetto di un at-tento intervento di restauro volto a valorizzare glispazi destinati agli uffici e alla sala riunioni.La ristrutturazione di tutto l’edificio ha previstointerventi di consolidamento strutturali, la rico-struzione dei depositi crollati e l’abbattimentodelle barriere architettoniche, anche con l’inseri-mento di un ascensore che collega tutti i livelli.

Stamperia Regionale Braille, Unione Italiana Ciechi, Catania

PROGETTOMichele Sclafani

COMMITTENTEStamperia RegionaleBraille dell’UnioneItaliana Ciechi

REALIZZAZIONERusso Mario (Santa Venerina, CT)

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La costruzione di villa S.Giorgio a Taormina eb-be inizio nel 1907 da un progetto che l’archi-tetto inglese Charles R. Ashbee elaborò su com-missione del colonnello Shaw-Hellier su di unterreno posto alle spalle della chiesa di S. Pan-crazio, costruita sulle rovine di un tempio grecodedicato alla dea Iside. C.R. Ashbee fu uno dei rappresentanti più signi-ficativi del movimento Arts and Crafts fondato inInghilterra da William Morris.Villa S. Giorgio rappresenta un “unicum” nel la-voro di Ashbee per la commistione di due tradi-zioni differenti qui felicemente mescolate: l’ar-chitettura gotico-siciliana da una parte e quellainglese dell’Arts and Crafts dall’altra.L’impianto si compone di tre corpi di fabbrica ol-tre il corpo principale della villa. L’intervento progettuale muove su due direzioniben distinte, da un lato il restauro della villa,dall’altro una sua riqualificazione funzionale alfine di renderla una delle strutture ricettive dimaggior pregio di Taormina.

Un importante intervento strutturale ha consen-tito di ottenere al piano interrato tutti quei ser-vizi essenziali ad un albergo contemporaneo distandard superiore: è stata ricavata un’importan-te area benessere, con piscina coperta, e un’areaper meeting e conferenze con annesso americanbar in diretto collegamento con il giardino ester-no. La copertura piana è stata trasformata in ter-razza panoramica ed è raggiungibile anche tra-mite il nuovo ascensore che collega tutti e quat-tro i livelli della villa, indispensabile per l’abbat-timento delle barriere architettoniche.La sistemazione esterna ha mantenuto le speciearboree esistenti che caratterizzano il giardino eche ne sono diventate protagoniste insieme allapietra a spacco dei muri e alle curve della pisci-na a sfioro che si affaccia su un fantastico pa-norama.L’albergo ha 25 camere di cui sei suites, distri-buite al’interno dei quattro corpi di fabbrica. Tutti gli arredi sono su disegno ad eccezione dialcuni pezzi di antiquariato siciliano.

Sir Ashbee Hotel, Taormina, Messina

PROGETTOMichele Sclafani

COMMITTENTESI.AL srl

REALIZZAZIONETesta Andrea(Misterbianco, CT)

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L’intervento è stato realizzato nel centro storicodi Nicolosi. L’edificio insiste su uno spazio stret-to e lungo ed è per tre lati del suo perimetro inaderenza con i fabbricati confinanti. La ristrut-turazione è stata finalizzata al rinnovamentofunzionale dell’edificio senza alterare la sagomaesterna, ovvero le altezze e il volume comples-sivo dell’immobile, mentre l’interno è stato mo-dificato per ottimizzare la distribuzione degliambienti e degli impalcati che hanno subito va-riazioni di quote. L’ingresso principale rimane collocato su via G.

Garibaldi da dove si accede direttamente al ne-gozio. Un corridoio adiacente lo spazio commer-ciale consente di raggiungere in modo disimpe-gnato il corpo scala che porta ai piani superioridella residenza. Il prospetto è caratterizzato daun’unica grande bucatura dove si concentranol’ingresso, la vetrata del negozio e l’infisso scor-revole della residenza. Il vuoto all’interno dellabucatura svela la divergenza tra la giacitura del-l’edificio e quella della strada principale, ampli-ficando le irregolarità del tessuto urbano in ungioco di incastri.

Casa Laudani, Nicolosi, Catania

PROGETTOGiuseppe Scravaglieri

COMMITTENTEMatteo Laudani

REALIZZAZIONETirenni Calogero(Centuripe, EN)

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Finito di stampare nel mese di gennaio 2011