Premiata la nostra passione! - giornaleathenaeum.com · remo e la prima passeggiata per lo ......

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Direttore Gabriele Russo Russo Vicedirettori Danilo Bucciarelli e Giorgio Astrei Caporedattore Daniele Rodolico Mensile redatto dagli studenti del Liceo Classico “Leoniano” FONDATO DA MARCO CECILI E FRANCESCO CARLETTI www.giornaleathenaeum.com Anno V Numero 3 - Marzo 2011 L’Ordine dei Giornalisti stila la classifica dei migliori giornali scolastici Premiata la nostra passione! Athenaeum inserito tra i primi venti classificati a livello nazionale Via Rotabile S. Francesco - 03012 Anagni (FR) Via Aldo Moro, 415 - 03100 Frosinone Gabriele Russo Russo Quando si porta avanti un pro- getto – nel nostro caso, quello del giornale studentesco – ciò che conta, prima ancora delle idee, delle capacità tecniche, delle disponibilità economiche, è la passione, senza la quale qualsiasi buona iniziativa sa- rebbe destinata (quasi) inevi- tabilmente al fallimento. Fortunatamente la passione per il “lavoro” che portiamo avanti non è mai mancata tra i membri della Redazione e, in generale, tra tutti coloro che collaborano in varia maniera alla buona riuscita di Athena- eum. E’ per questo che in ogni momento possiamo essere soddisfatti ed orgogliosi di ciò che facciamo, avendo la con- sapevolezza di impegnarci co- stantemente perché il risultato sia sempre il migliore possi- bile. In ogni caso, bisogna stare bene attenti a non eccedere nell’autostima, a non dimenti- care i propri limiti e, soprat- tutto, a non chiudere gli occhi di fronte agli errori commessi. Quando si è contemporanea- mente autori e giudici di uno stesso lavoro, si rischia di con- fondere i due ruoli. E’ quindi opportuno (e doveroso) con- frontarsi quanto più possibile con la “concorrenza”, affinché la qualità del proprio lavoro non venga riconosciuta solo tra gli “amici”, ma anche pub- blicamente. La Redazione di Athenaeum, all’inizio dell’anno scolastico, ha accettato questa sfida e ha deciso di partecipare ad un concorso nazionale per giornali scolastici, indetto dall’Ordine dei Giornalisti. Proprio in que- sti giorni, abbiamo ricevuto la buona notizia: siamo tra i mi- gliori venti d’Italia, nella cate- goria dei periodici redatti da studenti delle scuole superiori. Considerando che il concorso, “Il giornale nelle scuole”, con- tava nell’ultima edizione ben 700 iscritti e che la commis- sione giudicante è composta da professionisti del settore, possiamo ritenere questo suc- cesso significativo e di valore: una conferma che la strada in- trapresa ormai quattro anni fa da Carletti e Cecili è quella giusta! (...) SEGUE A PAG.7 In Libia scoppia la guerra Giorgio Astrei - A PAGINA 6 Si aggrava la crisi li- bica e intervengono le forze della Nato per applicare una risolu- zione dell’ONU. Ma davvero può es- sere giusto combat- tere? Giappone: dallo tsunami all’incubo nucleare Anna Lucia Russo Russo E’ l’11 marzo. In Giappone sono le 14:46 (6:46 in Italia). Una scossa di terremoto di magnitudo 8.9 scuote il nord- est del Paese; l’epicentro si trova nel Pacifico, a circa 24 km di profondità. Tutto il Giap- pone si ferma: autostrade, ae- roporti, tutte le 53 centrali nucleari. Il primo ministro, Naoto Kan, durante una se- duta del parlamento, avverte la scossa ma continua a par- lare, ignorando i lampadari sopra di lui che oscillano pauro- samente. Molti video ci mo- strano anche cos’è successo a Tokyo:non c’è nessuno che corre per le strade, nessuno che tenta una fugga disordinata dai palazzi,... Segue a pagina 6 Foto e commenti alle pagine 2, 3 e 4 viaggio d’istruzione a nizza, sanremo e monaco

Transcript of Premiata la nostra passione! - giornaleathenaeum.com · remo e la prima passeggiata per lo ......

Direttore Gabriele Russo RussoVicedirettori Danilo Bucciarelli e Giorgio Astrei

Caporedattore Daniele Rodolico

Mensile redatto dagli studenti del Liceo Classico “Leoniano”

FONDATO DA MARCO CECILI E FRANCESCO CARLETTI

www.giornaleathenaeum.com

Anno V Numero 3 - Marzo 2011

L’Ordine dei Giornalisti stila la classifica dei migliori giornali scolastici

Premiata la nostra passione!Athenaeum inser i to tra i pr imi vent i c lassi f icat i a l ivel lo nazionale

Via Rotabile S. Francesco - 03012 Anagni (FR)Via Aldo Moro, 415 - 03100 Frosinone

Gabriele Russo Russo

Quando si porta avanti un pro-getto – nel nostro caso, quellodel giornale studentesco – ciòche conta, prima ancora delleidee, delle capacità tecniche,delle disponibilità economiche,è la passione, senza la qualequalsiasi buona iniziativa sa-rebbe destinata (quasi) inevi-tabilmente al fallimento.Fortunatamente la passioneper il “lavoro” che portiamoavanti non è mai mancata tra imembri della Redazione e, ingenerale, tra tutti coloro checollaborano in varia manieraalla buona riuscita di Athena-eum. E’ per questo che in ognimomento possiamo esseresoddisfatti ed orgogliosi di ciòche facciamo, avendo la con-sapevolezza di impegnarci co-stantemente perché il risultatosia sempre il migliore possi-bile.

In ogni caso, bisogna starebene attenti a non eccederenell’autostima, a non dimenti-care i propri limiti e, soprat-tutto, a non chiudere gli occhidi fronte agli errori commessi.Quando si è contemporanea-mente autori e giudici di unostesso lavoro, si rischia di con-fondere i due ruoli. E’ quindiopportuno (e doveroso) con-frontarsi quanto più possibile

con la “concorrenza”, affinchéla qualità del proprio lavoronon venga riconosciuta solotra gli “amici”, ma anche pub-blicamente.

La Redazione di Athenaeum,all’inizio dell’anno scolastico,ha accettato questa sfida e hadeciso di partecipare ad unconcorso nazionale per giornaliscolastici, indetto dall’Ordinedei Giornalisti. Proprio in que-sti giorni, abbiamo ricevuto labuona notizia: siamo tra i mi-gliori venti d’Italia, nella cate-goria dei periodici redatti dastudenti delle scuole superiori.Considerando che il concorso,“Il giornale nelle scuole”, con-tava nell’ultima edizione ben

700 iscritti e che la commis-sione giudicante è compostada professionisti del settore,possiamo ritenere questo suc-cesso significativo e di valore:una conferma che la strada in-trapresa ormai quattro anni fada Carletti e Cecili è quellagiusta! (...)

SEGUE A PAG. 7

In Libia scoppiala guerraGiorgio Astrei - A PAGINA 6

Si aggrava la crisi li-bica e intervengono leforze della Nato perapplicare una risolu-zione dell’ONU.Ma davvero può es-sere giusto combat-tere?

Giappone: dallotsunami all’incubonucleareAnna Lucia Russo Russo

E’ l’11 marzo. In Giapponesono le 14:46 (6:46 in Italia).Una scossa di terremoto dimagnitudo 8.9 scuote il nord-est del Paese; l’epicentro sitrova nel Pacifico, a circa 24km di profondità. Tutto il Giap-pone si ferma: autostrade, ae-roporti, tutte le 53 centralinucleari. Il primo ministro,Naoto Kan, durante una se-duta del parlamento, avvertela scossa ma continua a par-lare, ignorando i lampadarisopra di lui che oscillano pauro-samente. Molti video ci mo-strano anche cos’è successo aTokyo:non c’è nessuno checorre per le strade, nessunoche tenta una fugga disordinatadai palazzi,...

Segue a pagina 6

Foto e commentialle pagine 2, 3 e 4

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2 Viaggio d’istruzione Marzo 20112

Anche quest’anno abbiamochiesto ad ogni classe unpensiero sul viaggio d’istru-zione appena conclusosi e,come sempre, anche laprofessoressa Fantini havoluto offrirci le sue rifles-sioni.

Prof.ssa Claudia Fantini

Un viaggio nato all’insegna dellacrisi economica, del risparmio, del-l’impossibilità di andare a Barcel-lona… nato come seconda scelta.

Ma poi l’attesa è cresciuta, e conessa le aspettative e le speranze. Legallerie, con l’alternanza di luci eombre, ci hanno guidato fino a San-remo e la prima passeggiata per lo“struscio” della cittadina ha messotutti di buon umore; l’albergo acco-gliente e confortevole ha fatto ilresto.

La pioggia ha tentato di rovinare ilgioco. Ma Nizza ha avuto il tempo diriempirci gli occhi con i colori deisuoi fiori, e la bocca con le sue dolcispecialità. Antibes ci ha conquistati(anche se dal pullman) con la vio-lenza delle onde del mare e Cannes

si è fatta ricordare per unatempesta di vento e acqua(lì ho indossato l’antipiog-gia arancione, a Monacoquello rosso). Il principatodi Monaco si è fatto prean-nunciare da scorci mozza-fiato e poi ci ha accolto unpo’ freddo, umido e di-stante, comunque sopra lerighe. Ventimiglia, comeuna vecchia signora, ci hamostrato le sue rughe, di-ventate solchi da quando ladogana non esiste più e leiha perso il suo ruolo dicittà frontaliera.

Solo cinque giorni, ma chiha partecipato al viaggio sentiva chesi trattava di una interruzione del nor-male flusso del tempo, si trattava diun tempo regalato, di una possibilitàda cogliere per parlare con l’amico di

que l l ’ a r gomen tolasciato a metà,per riallacciare le-gami, per guardarecittà diverse dallapropria, apprez-zarne lo stile e pervedere come vivela gente del nord.L’ultimo giorno,sulla via di casa, lamalinconia hapreso molti di noiper la bellezzadello stare insiemee per l’idea di

dover riprendere il proprio posto e ilproprio ruolo a scuola e nella vita. Ilpullman allora si è riempito di risate,lacrime, “Gli Anni” di Max Pezzali can-tata con il cuore in mano, baci e ab-bracci, le tesine per gli esami dimaturità e le minacce dei professorisu possibili interrogazioni il giornodopo… tanto per riprendere il tono piùrassicurante della normalità.

Insieme abbiamo “fermato” il tempo

Viaggio d’istruzioneSanremo, Nizza,Monaco, Cannes

14 - 18 marzo 2011

Viaggio d’istruzioneAnno V · Numero 3 3

Emanuele Rossi

Tante volte mi chiedo se l’uomopotrà mai domare il tempo. In effettino.

È passato un altro anno, è passataun’altra gita. L’emozione di prepa-rare la valigia, l’emozione del pul-man cha parte, l’emozione di unasettimana di puro divertimento. Cheemozioni! E ti ritrovi dentro cittàstupende, con la loro storia, le loroleggende, le loro avventure, ma so-prattutto ti ritrovi circondato da unpullman di amici…ed è stato proprioquesto, che ha caratterizzato la gitadi quest’anno.

Inutile a dirsi che per ogni III liceol’ultima gita è speciale, è la gita“della vita”, dove non vuoi perdereneanche un attimo e cerchi di rima-nere sveglio anche tutta la notte,perché sai che ogni secondo è im-portante; cerchi di passare seratetranquille e spensierate, perché sai

che ti aspettano “notti di lacrime epreghiere”. Poi, tra una risata e un’al-tra, il tempo passa e ti ritrovi all’ul-tima sera a preparare la valigia, poisul pulman che parte e una settimanaunica alle spalle.

E allora capisco che l’uomo non potràmai domare il tempo…ma è proprioquesto il bello della vita: sai che ogniistante è unico, è quello e basta, evuoi viverlo al meglio, al massimodelle tue energie.

E grazie a questa scuola, a questa fa-miglia, a tutti i ragazzi ogni attimo diquesta gita, ogni attimo di quest’annoè stato unico e indimenticabile… equesti attimi nessuno mai potrà por-tarceli via. Tutto molto bello!

“Questi attimi nessuno potrà portarli via”

Giulia Geraci

“Son stati giorni che han lasciato ilsegno…”. Così comincia una dellecanzoni di Ligabue e direi che è pro-prio appropriata la frase se voglioparlarvi della gita. Che dire, sono treanni che partiamo insieme e insiemeabbiamo vissuto esperienze indi-menticabili, Parigi, la Sicilia e que-st’anno la Liguria.

Possiamo tranquillamente definire lagita come l’evento più atteso daglistudenti dell’intero anno scolastico,non si fa in tempo a tornare che giàsi vorrebbe ripartire per chissà dove,non è importante la meta basta chestiamo insieme!

La nostra scuola ci dà una grandeopportunità sotto questo punto divista e cioè quella di poter partire

tutti: grandi e piccoli. Nelle altrescuole non è così, ma noi veramentepossiamo dire di essere fortunati (eaggiungerei unici).

Stando insieme si impara sempre: ilpiù piccolo dal più grande, ma anche(e soprattutto) il contrario: nascononuove amicizie e si rinforzano quellegià esistenti. Accidenti quante cosepossono cambiare in cinque giorni!

Momenti che restano così, impressinella mente e nel cuore di ciascuno dinoi, tra una pedalata e una passeg-giata al mare; Sanremo poi che in-canta tutti con i suoi vicolicaratteristici e ci fa innamorare con isuoi paesaggi indimenticabili; Nizza,Cannes ed il Principato di Monaco, chesono bellissimi anche sotto la pioggiae di pioggia ne abbiamo presa tanta!

Una gita indimenticabile non c’è che

dire. Per alcuni è stata la prima, peraltri l’ultima per altri ancora sempli-cemente una delle cinque, ma in tuttirimarrà qualcosa, che lo si voglia ono.

Si cresce insieme in questo “pezzettodi vita” che rimarrà tra i nostri ricordimigliori, carico di emozioni, risate edallegria.

Fatto questo veloce bilancio, beh… ioripartirei anche ora, chi viene con me?

“Son stati giorni che han lasciato il segno...”

4 Viaggio d’istruzione Marzo 2011

Virginia Quattrocchi

Quando ci hanno chiesto dove vole-vamo andare in gita, se in Spagna, aBarcellona, o in Liguria, noi era-vamo abbastanza confusi, forse per-ché pensavamo alla prima come aduna grandissima città, moderna,straniera, alla seconda come ad unaRegione composta da città noiose egià conosciute.

Poi ci siamo resi conto delle troppeore di nave che avremmo dovutofare per raggiungere la meta spa-gnola e di come sarebbe stato stan-cante il viaggio per noi. Grazie aqueste, ed altre considerazioni,siamo partiti per la Liguria, entusia-sti per i posti meravigliosi che sicu-ramente avremmo trovato!

Dopo le molte ore di pullman pas-

sate a vedere film, a chiacchierare difrivolezze e a chiedere ai professoriquanto mancava alla prossima area diservizio, siamo arrivati a Sanremo eabbiamo visto da lontano la scritta delnostro Hotel: “Lolli palace”.

Prese tutte le valigie, siamo entratinelle stanze e abbiamo subito notatocome erano grandi e pulite; alcunecon un balconcino, altre senza, matutte con una splendida vista sulmare.

In quei cinque giorni pieni di postimeravigliosi da visitare, come la pro-fumata Nizza, la nobile Monte Carlo,Cannes, Antibes e Ventimiglia, nonpoteva non farci compagnia la nostraacerrima nemica: la pioggia!

Nonostante le visite sotto l’acqua deiprimi giorni, il cielo ci ha regalato unpo’ di sole nelle ultime quarantotto

ore. Noi ne abbiamo approfittato pe-dalando simpatici risciò che ci hannopermesso di raggiungere quasi la rivadel mare.

Oserei definirla: una gita bagnata mafortunata!

Gita bagnata, gita for tunata...!

Irene Erculei

Mi eccitava l’idea di partire, scoprirenuovi orizzonti e condividere quei mo-menti con le persone con cui trascorrola maggior parte del tempo. Preparaiminuziosamente il mio zaino, quello dalfondo senza fine; infilai anche gli oc-chiali da sole, con la speranza che iltempo potesse migliorare (ma le spe-ranze furono impietosamente disat-

tese). Senza accorgermene erano già lesette meno un quarto e papà sull’usciodella porta continuava a ricordarmi cheera tardi. Arrivai nel parcheggio del cimi-tero, luogo di incontro per la partenza,tanti erano già lì, ma stranamente nonero in ritardo. Presi la mia valigia, salutaipapà e mi precipitai a dare il buongiornoai miei compagni di classe. Erano le settedel mattino, la pioggia diventava semprepiù copiosa, avevo voglia di divertirmi eci sono riuscita!

Anche se stare sul pullman è stato dav-vero stancante, la lunghezza del viaggioci ha aiutato molto a conoscerci meglio.Non avrei mai immaginato di condividerecosì tante cose con persone anche piùgrandi di me. Abbiamo discusso di ognisorta di argomento: dalla partita di calcioalla fragranza preferita di profumo, dallibro più bello che abbiamo letto al migliorfilm visto.

Arrivata a Sanremo ero ansiosa di vedere

l’ albergo, di capire se c’ era corrispon-denza tra quello che avevo visto sul sito ela realtà. Mi meravigliai alla vista dellamia stanza. Magari non era niente di spe-ciale, ma svegliarsi la mattina con la vistadel mare ti fa eliminare qualsiasi tipo dipregiudizio. Il sole all’orizzonte che di-pinge il mare di un’arancione brillantemotiva la giornata e alimenta la felicità.

Non voglio cercare di ricordare minuzio-samente quello che abbiamo fatto, comeabbiamo trascorso le giornate insieme,perché, anche a distanza di poco più diuna settimana, la nostalgia è tanta. Cam-minare per le lunghe strade di Sanremo,piene di negozi e di fiori variopinti, guar-dare le ricche signore percorrere il lungomare con la bicicletta, rimanere sbigottitidopo aver visitato il grande quartiere diMontecarlo e soprattutto i suoi negozi, as-sistere ad una folata di vento sul lungo-mare, trascorrere il giorno delcentocinquantesimo anno d’Italia con unaspilla tricolore sul petto, da veri patrioti,osservare le tue compagne di stanza dor-mire. Sono piccoli ricordi che arricchi-scono la nostra esperienza e, facendolinostri, ci permettono di maturare e ac-crescere la nostra cultura personale.

“Piccoli ricordi per crescere...”

5ScuolaAnno V · Numero 3 5

Ar r i ve ranno i l 12 apr i l e i ragazz i g rec i che sa ranno osp i t i de i nos t r i s tudent i

Anagni-Patrasso: è l’ora del gemellaggio!T a n t e l e i n i z i a t i v e i n p r o g r amma e q u e l l e g i à a v v i a t e i n q u e s t i g i o r n i

Anna Ceci

La nostra scuola si dedica da diversi annia tante attività, tra cui quella del gemel-laggio, coinvolgendo ogni anno diverseclassi, quest'anno gli alunni del I liceo, al-cuni ragazzi del II e altri del IV ginnasio.La città con cui intraprenderemo questoscambio culturale sarà Patrasso, che sitrova in Grecia e per questo motivol’esperienza diventa ancora più coinvol-gente, per noi, che studiamo il greco an-tico e abbiamo un particolare interesseper la civiltà greca.

Abbiamo pensato di realizzare diversiprogetti, molti dei quali sono già statiportati a termine, invece altri sono an-cora in via di realizzazione, perché hannobisogno di maggiore impegno e di piùtempo; abbiamo creato un sito dal nome”Leoniano and friends“ dove possiamopubblicare i nostri articoli oppure sempli-cemente i nostri pensieri e dove gli amicigreci possono fare altrettanto; è un modoper scambiarci delle informazioni. Infattisu di esso è possibile trovare le nostrepresentazioni, ad esempio quella dellascuola, c’è il copione dello spettacolo tea-trale che realizzeremo alla fine dell’annoe tante altre cose. Poi abbiamo creato ungruppo su Facebook dove chattiamo conquesti ragazzi e cerchiamo di conoscerlimeglio. Un’altra iniziativa importante che

stiamo intraprendendo è quella dei ballimedievali: ci stiamo mettendo in gioco estiamo cercando di realizzare delle danzemedievali con dei maestri molto bravi e pa-zienti, che ringrazio e saluto; ci esibiremoil 17 aprile nella Sala della Ragione di Ana-gni con il ballo "Echo la primavera", che sieseguiva a quei tempi per accogliere labella stagione. Ci stiamo impegnandomolto in questo periodo per la riuscita diquesto ballo (sarà in costume): stiamopreparando i vestiti per noi e per i nostriamici della Grecia, ai quali do-vremo insegnare questedanze perché si esibirannocon noi.

Ci sono tante altre iniziativeche stiamo portando avantiper accogliere nel migliore deimodi i nostri compagni greci:presenteremo loro Anagni e lesue bellezze medievali e altripaesi come Alatri, poi la no-stra scuola, la nostra regioneecc. Questi ragazzi arrive-ranno il 12 Aprile e sarannocon noi fino al 20. In loro com-pagnia faremo tante attività tra cui anchediverse gite. Credo che quest’esperienzasarà indimenticabile e già ci sta permet-tendo di conoscere meglio diversi aspettidel nostro Paese e del loro: stiamo risco-

prendo tradizioni su cui difficilmente si hal’occasione di soffermarsi a causa dei ritmifrenetici attuali, a causa dei quali non ca-pita spesso di trovarsi di fronte a realtàmolto antiche come quella medievale, ed èper questo motivo che quella del gemel-laggio per noi è un’occasione preziosa;sarà sicuramente un momento di granderilevanza culturale, un vero e proprioscambio di tradizioni antiche e moderne.

Spero che i nostri amici si trovino bene nelnostro paese e che ne comprendano la bel-

lezza: sarà unmomento di ar-ricchimento cul-turale e umanoche auguro atutti di vivere al-meno una volta.Personalmente èla prima voltache affrontoun’esperienza si-mile ed è inutilenegare che houn po’ di timore,ma la voglia di

conoscere supera qualsiasi cosa. Spero chela nostra scuola continui a dare questepossibilità ai suoi studenti, perché sonodavvero molto importanti per una forma-zione completa, culturale e umana!

Visita al Quirinale!Giacomo Polce

Giovedì 3 marzo noi studenti abbiamovissuto uno di quei giorni speciali di cuirimangono indelebili ricordi. Abbiamoavuto infatti avuto la fortuna di visitare aRoma un luogo ricchissimo di storia, unPalazzo che tutti noi conosciamo, ma chequasi nessuno aveva mai potuto visitaredavvero: il Quirinale.

E' un palazzo straordinario. La sua strut-tura, la sua architettura, persino i suisplenditi giardini, riflettono fedelmente lastoria d'Italia. Ogni epoca, vi ha lasciatouna sua impronta. Dalla sommità di unodei leggendari sette colli di Roma, il Qui-rinale, troneggia sul centro storico diRoma con la sua mole imponente ed ele-gante allo stesso tempo. Ampliato piùvolte nel corso dei secoli ha visto l'operadi molti dei più grandi artisti che Roma ri-cordi, tra i quali il Bernini, che hanno con-segnato uno splendido edificiorinascimentale, residenza odierna delPresidente della Repubblica Italiana.

Nell'antichità vi sorgeva un tempio dedi-cato al dio Quirino, che ha lasciato ilnome al colle e poi al Palazzo. Recente-mente sono riemersi i resti di un'anticavilla di età romana con preziosi mosaici,che ci descrivono il colle quando non c'era

ancora il Palazzo. Con l'epoca d'oro il Pa-lazzo diventa sede papale si trasforma inuno dei palazzi più ricchi di opere d'arted'Italia. In tre secoli ospiterà trenta Papi.Sono di quell'epoca la Sala Regia, un sa-lone immenso lungo 37 metri, oggi dettoSala dei Corazzieri e utilizzato per leudienze pubbliche e le premiazioni; laCappella Paolina, gemella della CappellaSistina, dove si tenevano i conclavi; la piùintima Cappella dell'Annunziata, con gliaffreschi di Guido Reni.

La visita è poi proseguita nel Cortiled'onore, lungo la stupenda Scala elicoi-dale del Mascarino, fino al celebre Torrinosu cui oggi sventola la bandiera presi-denziale. Il Quirinale è stato testimone dimolti capitoli della storia che hanno datoil volto alla nostra Nazione, alcuni curiosi.Persa Roma il 20 settembre del 1870, ilPapa Pio IX si ritira in Vaticano e fa svuo-tare il palazzo. Si racconta che si portòvia persino la chiave del portone, per cuiper entrare si dovette chiamare un fab-bro. Per i Savoia si trattò di trovare i mo-bili per l'enorme palazzo. Per restituirloallo splendore degno di una dimora realefurono saccheggiate le residenze di tuttaItalia. La reggia che fu più depredata fuquella di Parma.

Il Quirinale fu la residenza di quattro Red'Italia e durante la Prima Guerra Mon-

diale il Palazzo venne anche trasformato,per volere del Re, e soprattutto della Re-gina, in ospedale per i soldati italiani. L'ul-timo Re, Umberto II, lo abbandonò nel1948 lasciando posto a nuovi inquilini: iPresidenti della Repubblica. Oggi oltre adessere diventato il punto centrale per ilfunzionamento delle istituzioni della no-stra politica, il Quirinale è anche fonda-mentale riferimento di rappresentanzainternazionale.

Siamo rimasti affascinati di aver avuto lapossibilità e il privilegio di visitare ed am-mirare le straordinarie collezioni artisti-che: arazzi, statue, dipinti, orologi,strumenti d'epoca, porcellane e infineuna vasta collezione di lampadari in vetroprovenienti da Murano. Finito di visitarel'interno abbiamo fatto una visita al Reg-gimento dei Corazzieri, un corpo anti-chissimo: oggi assicurano la guardiad'onore al Capo dello Stato e danno so-lennità con la loro imponenza ad ogni ce-rimonia... Nel pomeriggio, stanchi masoddisfatti, siamo ripartiti per la nostracittà, consapevoli di aver vissuto un'espe-rienza indimenticabile.

La grande occasione che abbiamo avutoci ha consentito infatti, di sentire più forteil senso di appartenenza alla nostra Na-zione, senso che a mio parere non an-drebbe mai dimenticato.

6 Attualità Marzo 2011

Precipita la situazione nel Paese: interviene la Nato contro i l regime di Gheddafi

Libia, scoppia la guerra: inevitabile?Anche l’Italia in campo per applicare risoluzione ONU: potevamo fare diversamente?

Giorgio Astrei"Odyssey Dawn" è il nome dell'operazionemilitare ONU in Libia. "Odissea all'alba".Scelto in modo del tutto casuale. Nessunriferimento colto, intelligente o astruso,nessun messaggio recondito. Bisognavatrovare un nome che non avesse nulla ache fare con la Libia e che iniziasse con lelettere da Oa ad Os, per seguire le regolecon cui si assegnano i nomi in codice neidiversi comandi. Cosìun gruppo di colon-nelli e maggiori sedutiintorno ad un tavolohanno iniziato ad ipo-tizzare e proporre;essendo quasi tuttiamericani hanno tro-vato opportuno sce-gliere un bel nome dafilm.Ancora non ce ne siamo resi conto, conti-nuiamo a fare le cose di tutti i giorni (menomale): continuiamo a vivere, andiamo a

fare la spesa, andiamo al cinema il sabatosera … ce ne accorgiamo solo quando cam-minando per casa, o scorrendo i canalidella TV, fortuitamente il telegiornale ce loricorda : " Diciotto civili libici carbonizzati","Quattro giornalisti del Times sono statipresi in ostaggio", "Attacco a Gheddafi, 110missili sulla Libia"… Forse domenica mattina, il giorno dopo laprima incursione aerea, abbiamo iniziato a

pensare, ma soltanto perqualche attimo... Le cosebrutte le pensi e le can-celli, come se non volessineanche che attraversas-sero il cervello. Via, fuoridalla mente e dal ricordo.Quindi domenica al baraspettando il cappuccinocon uno sbadiglio, dinuovo casualmente, leggi

il giornale o vedi il notiziario e pensi:guerra. Sì, è inutile negarlo, guerra. Fadavvero paura come parola ed è quasi proi-bita. Peggio di morte, perché quest'ultimaarriva per tutti ma non puoi saperequando: quindi vivi; la guerra sai quandoarriva e sicuramente porta morte, è condi-zione di morte: quindi sopra-vivi. Proprio per evitare di pensarci si preferiscechiamarla "missione di pace", quando dipace non c'è proprio niente. Concordia emissili sono due cose abbastanza diverse.

Purtroppo però non c'era altro da fare:"Abbiamo fatto la cosa giusta, l' unica pos-sibile […]. Non potevamo di certo tirarci in-dietro. Impedire a Gheddafi di fare unbagno di sangue in Cirenaica è sacro-santo." Così, all'alba dell'Odissea, scrivevail 21 marzo Panebianco Angelo su "Il Cor-riere della Sera". Non sempre si può farela cosa giusta e perfetta, ma a volte si devefare quella meno sbagliata. Non si potevanon aderire, non si poteva dire no. La Rus-sia lo ha fatto è vero, ma la Russia non è alcentro del Mediterraneo ed è perenne-mente contro gli USA. Noi non potevamo.Abbiamo fatto l'unica cosa possibile, fac-ciamola bene. Benedetto XVI nell'angelus del 20 marzoha rivolto un appello "a quanti hanno re-sponsabilità politiche e militari, perché ab-biano a cuore, anzitutto, l'incolumità e lasicurezza dei cittadini e garantiscano l'ac-cesso ai soccorsi umanitari". Morti ce ne sono stati e ce ne saranno pur-troppo e non per colpa di Dio, ma del-l'uomo. Non è Dio che fa scoppiare leguerre, e paradossalmente non è neancheEgli a far accadere terremoti e tsunami.Sono modi diversi di morire. “Tutti muo-iono, cambia solo il dove e il quando”, è undato di fatto, che sia per terremoti, malat-tie, incidenti…o guerre. Cosa ci rimane dafare?Vivere e non far morire…hai detto niente.

Giappone: dallo tsunamiallì’incubo nucleareAnna Lucia Russo Russo

(segue dalla prima pagina)...ma c’è qualcuno che cerca perfino dicontinuare il proprio lavoro, mentre fuoridalle finestre i palazzi si muovono comese fossero fili d’erba. E’ proprio la rea-zione dei Giapponesi alla scossa di terre-moto a suscitare lo stupore el’ammirazione di tutto il mondo; infatti al-l’inizio risulta un solo morto accertato. Maecco che arriva la catastrofe: solo pochiminuti dopo la scossa, uno tsunami colpi-sce le coste orientali del Giappone. Ondealte anche più di 10 m travolgono interecittà, trasportando con loro le macchinecome se fossero giocattoli, distruggendole case che trovano sul loro percorso e fa-cendone sparire le macerie. Tutto vieneinghiottito dall’incontrastabile mareanera, che tra l’orrore e lo sgomento deitestimoni, porta via tutto e lascia solo de-vastazione. E mentre i Giapponesi ve-dono scomparire la loro casa, i lorofamiliari e la loro vita nel fango, mentrevedono bruciare città sommerse dall’ac-qua e credono sia arrivata la fine delmondo, gli esperti segnalano che il disa-stro naturale avvenuto in Giappone haprovocato uno spostamento dell’asse ter-restre di 10 cm. L’evento, già accaduto inmisura minore dopo il terremoto del 2004a Sumatra, non avrà conseguenze rileva-bili se non l’impercettibile diminuzione deltempo di rotazione della Terra. Tornandoal Giappone: oggi si contano circa 11 milamorti accertati e 17 mila dispersi e i dannirisultano essere pari a circa 320 miliardi

di dollari. La grande quantità di vittime ela scarsità di carburante ha costretto iGiapponesi a seppellire i morti invece dicremarli secondo il loro rito, abbattendoancora di più il morale del popolo nippo-nico. Il problema più pressante, però, ora nonè la sepoltura o la ricostruzione, ma risol-vere la difficile situazione della centralenucleare di Fukushima, nella parte nord-orientale del Paese. A causa del sisma, illivello dell’acqua di refrigerazione nellacentrale si è abbassato e il conseguentesurriscaldamento dei reattori ha fatto fuo-riuscire delle radiazioni. Tutta la zona in-torno a Fukushima è stata evacuata ma ilrischio si è purtroppo esteso in brevetempo a tutta la popolazione. Infatti sonostate rinvenute tracce di contaminazionenell’aria, negli ortaggi, nell’acqua dei ru-binetti, anche nel mare. Cinquanta uo-mini tra gli impiegati nella centrale hannodeciso di rimanere a cercare di risolverela situazione, raffreddando i reattori dal-l’esterno ma ora alcuni di loro sono statiricoverati per essere entrati a contattocon l’acqua di raffreddamento contami-nata. La situazione è peggiorata rapida-mente: il nocciolo del reattore 2 èparzialmente fuso e il reattore 3 sta fa-cendo fuoriuscire plutonio (rinvenuto inpiccole quantità nel suolo intorno alla

centrale). Nel raggio di 30 km non c’ènessuno e la situazione della centrale ri-mane incontrollabile e imprevedibile.L’emergenza nucleare sale al livello 6 suuna scala di 7 (il livello massimo è rap-presentato da Chernobyl). Greenpeace ri-vela però che secondo alcuni studi siritiene che il livello di radiazioni emesseabbia raggiunto o forse superato Cherno-byl e che quindi il disastro di Fukushimasi possa classificare al livello 7. Ora i cit-tadini hanno davvero paura e non vo-gliono più l’energia nucleare. E’ una pauralegittima ma per il Giappone questo nonè certo il momento di rinunciare alla suaprincipale fonte di energia. Nel resto delmondo, invece, si critica il modo in cui laTepco (Tokyo Electric Power Company)sta gestendo questa drammatica situa-zione, si riflette (come in Italia) su quantosiano vantaggiose le centrali nucleari e,soprattutto, si vive nel timore e nell’at-tesa di una catastrofe.Così il disastro che l’11 marzo ha colpitoil Giappone si conferma l’evento peggioredalla Seconda Guerra Mondiale nella sto-ria del Paese. Ricostruire tutto non saràfacile ma i Giapponesi ce la faranno. Cosasuccederà invece a Fukushima non pos-siamo ancora immaginarlo. Tutto quelloche si può fare è sperare di non assisteread un’altra Chernobyl.

7CulturaAnno V · Numero 3 7

Dalla lettura dell’ultimo libro della giornalista Igiaba Scego, una riflessione sul mondo odierno

“Un paese vuol dire non essere soli”Tra globalizzazione e identità nazionale: la consapevolezza delle differenze nel rispetto

Daniele Rodolico“Così questo aese, dove non sono nato,ho creduto per molto tempo che fossetutto il mondo. Adesso che il mondo l’hovisto davvero e so che è fatto di tantipiccoli paesi, non so se da ragazzo misbagliavo poi di molto. […] Un paese civuole, non fosse per il giusto di andar-sene via. Un paese vuol dire non esseresoli, sapere che nella gente, nellepiane, nella terra c’è qualcosa di tuo,che anche quando non ci sei resta adaspettarti.”Cesare Pavese, “La luna e i falò”In questi giorni assistiamo con appren-sione alle rivolte nell’Africa Mediterra-nea; ogni mass media ci riporta intempo reale gli sviluppi. Lampante si ri-vela, in questo contesto, il ruolo cheogni paese ha nel tessuto delle organiz-zazioni internazionali e l’importanzadella diplomazia all’estero. Tutto ciò sitraduce in una sintesi evidente del bi-nomio globalizzazione-nazionalismo,concetti spesso tesi all’estremo che in-vece di incontrarsi, si allontananoescludendosi a vicenda: l’uno non puòimplicare l’altro. Apodittiche prove losono persino i festeggiamenti del cen-tocinquantenario dell’Unità di’Italia, du-rante i quali, oltre alla genuinamaggioranza galvanizzata dal sano or-goglio italiano e ai trascurabili Padanifilo-secessionisti, abbiamo visto anchecoloro che ritenevano superficiale inun’era globalizzata riconoscersi inun’identità nazionale non meglio deli-neata e chi, definendosi nostalgico (in-fantile?), al contrario, la scindeva dalcontesto internazionale e rivendicava“la purezza” italiana ritenendo che fos-simo i migliori del mondo. Nell’antichità, il senso di appartenenzaa una collettività e il rispetto delle isti-tuzioni culminava nell’anteporre l’inte-resse dello Stato al di sopra di ogni

priorità personale. Oggi, la tendenza èa ritirarsi in una dimensione più intimae negare il valore della cittadinanza, de-filando l’impegno civico consapevole, oper disaffezione nei confronti della poli-tica (nel significato originario del ter-mine) oppure credendo che, in unmondo in cui i confini sono sempre piùsottili e la maggior parte delle frontieresono state abbattute, ogni vano tenta-tivo di far riemergere il senso di nazioneè anacronistico. Come si conciliano,dunque, “amor di patria” e globalizza-zione? Qual è il collante tra le entrambiindispensabili inclinazioni? Qual èl’ideale di cosmopolitismo?Almeno per me, a rispondere a questedomande è stata la lettura de “La miacasa è dove sono” (consigliato da Athe-naeum) di Igiaba Scego, giornalistaitalo-somala che si serve della scritturaper veicolare toccanti vicende umanedella sua terra, portare l’attenzionesulla situazione sociale in cui attual-mente versano numerosi paesi africanie ritrarre in modo personale l’espe-rienza coloniale italiana, troppo spessotrattata superficialmente a scuola econsiderata una parentesi velleitaria einconcludente nonostante abbia lasciatoin Somalia, come in Libia o Etiopia,tracce profonde. Nei racconti di IgiabaScego si scorse la coralità di tutte le se-conde generazioni, ovvero dei figli deimigranti. Suscita malinconia l’immaginedi tutto ciò che l’Italia ha lasciato neinomi delle strade, nei volti dei figli de-finiti “bastardi”. Sicuramente anche ilbackground coloniale ha alimentato lasete di democrazia che sta divampandoin questi mese in molti paesi africani. Lascrittrice coniuga un attaccamentoquasi “romantico” alle sue radici con unmessaggio forte che prescinde da ogniforma di pregiudizio e, fautore di un re-lativismo etnico che concili le differenzein un comune essere uomini, ammoni-

sce e denuncia partendo dall’esperienzapersonale situazioni di degrado e diffi-coltà realmente constatabili relative al-l’integrazione degli stranieri. In questigiorni, l’isola di Lampedusa sta dandoprova di grande umanità nell’accoglierei profughi, ma sappiamo bene comequotidianamente si incontrino atavicipregiudizi nella lotta contro le barriereche impediscono il dialogo con gli extra-comunitari. Ciò accentua, da entrambele parti, la distanza e dà vita a spacca-ture sempre più difficilmente rimargina-bili. Ferite profonde, nell’animo.Fratture da cui spesso ci si potrebbenon riprendere. Inoltre, un tempo si emigrava per svan-taggi economici, ma oggi ad andarsenedall’Italia sono ricercatori, professioni-sti e, quindi, non persone borderline.Come si concilia l’onere di rendere ilproprio paese un posto migliore perchéè un diritto irrinunciabile quello di poteressere felici anche nel posto in cui si ènati e di non dover fuggire con la libertàindividuale di realizzarsi? Forse conquesta nuova consapevolezza: la coo-perazione che non allontana il cittadinodal suo Paese, ma che avvicina il paeseal cittadino in un abbraccio di reciprocoscambio non precluso a chiunque de-cida di farne parte benché straniero.Per i greci xenos significa straniero, maanche ospite. Il mondo classico ci forni-sce, ancora una volta, una lezione ma-gistrale sull’importanza dellaaccoglienza. L’esperienza di IgiabaScego, così come un’attenta e ponde-rata riflessione personale, ci permettedi capire che per evitare l’aut aut dob-biamo, dopo aver accettato le diffe-renze, unirci tutti sulla base del rispettoper perseguire obiettivi comuni, dal-l’ambiente all’economia, dalla pace allagiustizia.

Premiata la nostrapassioneGabriele Russo Russo

(segue dalla prima)

Fortunatamente, sin dalla sua nascita,Athenaeum ha ottenuto l’apprezza-mento di molti, sia nel nostro ambitoscolastico, sia all’esterno. Non sonomancate – come è giusto che sia – lecritiche, fondamentali per crescere, macredo di poter dire che questo successopremi il nostro progetto e la nostra ma-niera di condurre il giornale. Athena-eum non teme il confronto con leredazioni di altre scuole, nonostantequeste possano contare su molti più

iscritti di noi.

Il merito di questo risultato va in primoluogo a tutti Voi, studenti/scrittori/let-tori, perché il contributo di tutti, anchese limitato ad un solo articolo, è fonda-mentale per la crescita del giornale;

dobbiamo poi ringraziare i docenti, laPreside e la Direzione della Scuola, chehanno sempre creduto e continuano acredere nel nostro progetto, e ovvia-mente gli sponsor, senza i quali – lo ab-biamo sempre detto – Athenaeumneanche esisterebbe.

La passione dunque – riallacciandomialle prime righe dell’articolo – ci spingea proseguire in questa avventura e i ri-conoscimenti sono una conseguenzadiretta dell’impegno profuso da tutti.Se terremo viva questa passione, nonsolo potremo ambire anche nei pros-simi mesi e anni a ottenere successi diquesto livello, ma potremo migliorareulteriormente la qualità del giornale.

Grazie a tutti e buon lavoro!

8 Cultura e cinema Marzo 2011

Dopo mesi di preparativi, è giunta l’ora dei festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità

Il 17 marzo tra celebrazioni e sterili polemicheCentinaia di manifestazioni organizzate: un successo, parzialmente rovinato da alcuni politiciMarco CeciliIl centocinquantesimo è finalmente ar-rivato. Grandi erano le paure su questadata, ma anche i più critici si sono do-vuti ricredere.La notte tricolore è stata colpita dalmaltempo, ma milioni di persone sisono riversate nelle piazze italiane perassistere alle centinaia di manifesta-zioni organizzate.Tre sono stati i cuori pulsanti della ma-nifestazione: Torino, Firenze e Roma, letre capitali. Soprattutto Roma si è ve-stita a festa e si è mostrata in tutto ilsuo splendore. Piazza del Quirinale, ilCampidoglio, la Camera dei Deputati, laStazione Termini e soprattutto PiazzaVenezia e il Vittoriano, tutti sono stativisitati da migliaia di turisti e italianiche hanno sfidato il maltempo. Il 17 è stato il giorno del ricordo uffi-ciale: l’alzabandiera al Vittoriano,l’omaggio al Re Vittorio Emanuele II(prima volta da parte delle istituzioniRepubblicane), la visita al Gianicolo el’inaugurazione del Museo sulla Repub-blica Romana (che aveva una delle Co-stituzioni più avanzate del tempo), unamessa officiata da Mons. Bagnasco e,infine, il Discorso al Parlamento in se-duta comune ( c’erano in più Presidentidi Regioni e Province, sindaci e stu-denti). Tutte le manifestazioni eranoaccompagnate dalle cariche più alte

dello Stato. È stato un giorno quasiperfetto. Già, perché, l’aria di Unità èstata rotta dai soliti guastafeste. Dauna parte i parlamentari e i militantidella Lega, sempre restii a considerarel’Italia “Una e indivisibile”, dall’altra,addirittura l’opposizione “democratica”.Innanzitutto i suoi militanti hanno fi-schiato più volte alcune cariche delCentro-destra che governano a livellonazionale, regionale, provinciale o co-munale, dimenticando l’Aria di Unità.Per un giorno non ci sarebbero dovuteessere divisionipolitiche, masolo italiani.Anche i dirigentidel PD hanno af-fermato che sonoloro i “patrioti delterzo millennio”.I politici difficil-mente possonoessere patrioti,siano di destra odi sinistra. Nonpenso che lottarecontro una partepolitica democra-ticamente eletta sia patriottico, eranopatrioti i pensatori e i cittadini che nonvolevano dittature o limitazioni delpensiero. Oggi tutto questo non manca.La classe politica ha nuovamente fallitoquando è stata sottoposta a delle do-

mande riguardanti il 150° da “Le Iene”.Dal sottosegretario Santanchè al presi-dente del PD Rosi Bindi,tutti colti infallo, nessuno schieramento si è sal-vato. L’unica nota positiva è il sindacodi Firenze Renzi, che ha affermato “lacosa strana non è che io abbia risposto,ma che gli altri non lo abbiano fatto”. Scusate per queste amare considera-zioni, ma spero che un giorno la poli-tica torni ad essere vera e i politicipersone serie: non si può pensare di

fare il politico finda ragazzo e faresolo quello, que-sto è il metodoseguito da i nostripolitici attuali,prima ognuno sidovrebbe formareumanamente eintellettualmentee poi quando hamaturato compe-tenze lavorativepuò veramentedare qualcosa alproprio comune,

provincia regione o Paese. Ecco percosa bisogna lottare, serve un nuovomodo di diventare politici.Viva l’Italia!

S i è svo l ta i l 27 febbra io s co rso a Los Ange les l a t rad i z i ona le p remiaz ione

Conse gnat i i P remi Oscar 2011M i g l i o r f i l m “ I l d i s c o r s o d e l r e ” , c h e o t t i e n e i n t u t t o q u a t t r o s t a t u e t t e

Grazia CacioloNegli States (ma anche nel resto delMondo) la Notte degli Oscar è unevento molto atteso, che premia i mi-gliori film dell’anno. L'83ª edizione dellacerimonia di premia-zione degli Oscar siè tenuta ovviamenteal Kodak Theatre diLos Angeles il 27febbraio 2011 ed èstata trasmessa indiretta televisiva sulcanale ABC negliStati Uniti. A con-durre la serata sonostati scelti i giovaniattori statunitensiJames Franco eAnne Hathaway eper entrambi era la prima esperienza.Ha trionfato (come previsto) “Il di-scorso del re”, film diretto da Tom Hoo-

per, ormai già divenuto una vera leg-genda del cinema contemporaneo, conben quattro Oscar conquistati, e non ipiù modesti: miglior film in assoluto,miglior regia (per di più ottenuto da un

regista esor-diente), migliorattore protago-nista (ColinFirth) e migliorsceneggiaturaoriginale. Sfiora il titolocome migliorfilm “Il cignonero”, che rac-conta la rivalitàtra due balle-rine classichecoinvolte nella

produzione newyorkese de “Il lago deicigni”, anch’esso ha già ottenuto un di-screto successo sia per gli incassi cheper il premio di miglior attrice protago-

nista, assegnato a Natalie Portman. Ha ottenuto lo stesso numero di Oscarde “Il discorso del re” , ma di meno va-lore specifico, “Inception”, che è statopremiato con le statuette per il migliorsonoro, i migliori effetti speciali, il mi-glior montaggio sonoro e la miglior fo-tografia. “The social Network",detentore del Golden Globe, una rico-struzione della storia della creazione diFacebook, ha vinto tre premi: per la mi-glior sceneggiatura non originale, per lamiglior colonna sonora e per il migliormontaggio. Parlando di film d’animazione, invece,possiamo dire che il vincitore era giàpraticamente scelto: non poteva cheessere “Toy Story 3”, dato che era pre-sente anche nella categoria del migliorfilm dell’anno, che ha vinto anche il pre-mio per la miglior canzone.

9RubricheAnno V · Numero 3

Amica Luna““EE ssee llaa LLuunnaa ppootteessssee ppaarrllaarree??””

Cara Amica Luna,

una mia amica parla sempre male di un'altra mia amica,perché la considera antipatica. Io non voglio litigare connessuna delle due, che mi consigli per risolvere questa si-tuazione?

C.

Caro amico,

la vita è come una bellissima melodia, ma purtroppo haanche le sue note stonate … a volte capita di trovarsi da-vanti a situazioni spiacevoli, e non sapere come venirnefuori, specialmente se queste situazioni riguardano i nostriamici. E questa melodia non è come una canzone salvatasull’i-pod, e non è possibile stopparla quando siamo stan-chi di sentirla … no …bisogna ascoltarlafino alla fine e cer-care di capire quelloche ci dice, anchequando le sue parolesembrano troppo in-comprensibili. Ma lacosa più bella diquando si ascoltauna canzone è sa-pere che qualcunopuò sentirla insiemea noi.

Ho letto da qualche parte che una gioia condivisa è unagioia raddoppiata, e un dolore condiviso è un dolore di-mezzato … beh, i nostri amici ci permettono di fare moltodi più, non solo di ascoltare quella canzone insieme a loro… ma di viverla.

La tua è effettivamente una situazione non troppo felice,perché è come se dovessi scegliere tra due amiche … espesso in situazioni così si è portati ad assumere una dop-pia faccia … è difficile dire quale sia la cosa giusta da fare,ma proverò a darti un consiglio. Ho appena detto che lavita è come una stranissima meravigliosa melodia chescorre nel misterioso i-pod dei nostri giorni … ora è comese tu avessi un paio di cuffiette e non sapessi a quale delledue tue amiche darne una, perché rischi di far rimaneremale l’altra … la soluzione è una soltanto: mettine una nel-l’orecchio di una e l’altra nell’orecchio dell’altra, e fai ascol-tare ad entrambe la stessa straordinaria musica della tuavita ...

In altre parole cerca di essere sempre tutto\a te stesso\ada entrambe le parti, non stancandoti mai di ricordare atutte e due quanto sono importanti per te e che l’amiciziaha un valore immenso … solo così quella melodia potretescriverla insieme, cantarla, ascoltarla … viverla … In boccaal lupo!

La tua amica Luna ♥

Potete consegnare i Vostri messaggi per Amica Lunaalla Direzione, oppure se preferite che rimanganoanonimi, tramite il nostro sito web, all’indirizzo:www.giornaleathenaeum.com/luna

Athenaeum consiglia......il libro del mese

La Somalia, una nazione devastata dadecenni di dittatura e di guerra civile,è legata a filo doppio all’Italia, di cui èstata colonia. E in Italia, e soprattuttoa Roma, sono approdati moltissimisomali, spesso appartenenti all’élitepolitica e diplomatica, dapprima giuntia “scuola di democrazia”, e poi in esilioda una patria martoriata. IgiabaScego è figlia di un ex ministro degliEsteri, rifugiato a Roma dopo la presadel potere di Siad Barre. Appartiene dunque alla secondagenerazione dell’immigrazione, e in questo libro racconta conpassione e ironia la sua vita e il presente di un’Italia fatta ditante culture diverse: un’Italia in cui amiche italosomale,argentine, calabresi, toscane si incontrano a mangiare sushiin una trattoria lucana di San Lorenzo divenuta ristorantecinogiapponese.

Titolo La mia casa è dove sonoAutore Igiaba ScegoEditore Rizzoli, 2010Collana 24/7Pagine 250Prezzo € 16,50

Scritto nella prima metà del secoloXIX, quando Silvio Pellico decide diaffiliarsi alla Carboneria percontribuire alla realizzazione degliideali di libertà e riscossa anti-austriaca, questo diario di prigioniaassume una duplice valenza: da unaparte si trova la condanna dellanuova ondata rivoluzionaria,dall'altra un grande messaggio difede. Il fulcro del libro è incentratosull'esperienza del carcere, fraalternanza di ricordi felici e tristi pensieri. Ecco l’incipit:"Il venerdì 13 ottobre 1820 fui arrestato a Milano, e condottoa Santa Margherita. Erano le tre pomeridiane. Mi si fece unlungo interrogatorio per tutto quel giorno e per altri ancora. Madi ciò non dirò nulla. Simile ad un amante maltrattato dallasue bella, e dignitosamente risoluto di tenerle broncio, lasciola politica ov'ella sta, e parlo d'altro. Alle nove della sera diquel povero venerdì, l'attuario mi consegnò al custode, equesti, condottomi nella stanza a me destinata, si fece da merimettere con gentile invito, per restituirmeli a tempo debito,orologio, denaro, e ogni altra cosa ch'io avessi in tasca, em'augurò rispettosamente la buona notte."

Titolo Le mie prigioniAutore Silvio PellicoEditore BUR, 2011Collana Romanzi d’ItaliaPagine 235Prezzo € 12,00

10 Rubriche Marzo 2011

Ho visto un posto che mi piace...a cura di Daniele Cernicchi

PPPPeeeerrrr vvvvoooocccceeee ssssoooollllaaaa.... .... .... Fili di luceDaniele Rodolico

Veglio

al confine con la Terra

dell’alba l’imminenza.

Subitanei fili di luce

in sovrumani intrecci

disegnano opposte

armonie

con le ombre e i timori.

Qualcun altro li afferra.

Non sono pronto

E immortalo

lo sguardo

sul passato.

Precari gomitoli

di ambiziose volontà

emergono dal buio.

Ma veloce

corre lontano l’eco degli errori

come vento che tutto spazza via.

Impossibile

nascondere il terrore.

Madidi pensieri

di ostinanti tentativi

lungo desolati sentieri

vincono tenebrosi silenzi.

Raggi di sole

lontani

risvegliano i desideri

e colpiscono i rimpianti.

Reticenti passi

si muovono

sull’uscio dell’antro

nostra mente.

gridare qualcosa nell’arco di due, tre o avolte quattro minuti... La musica è ilmezzo attraverso il quale milioni di per-sone si sono espresse per secoli, a par-tire dall’età preistorica, e al contempo èil luogo dove altrettante persone hannotrovato conforto, comprensione e ispira-zione, motivazioni e quant’altro... E seogni persona sulla faccia della terra è di-versa da un’altra, allora anche la musicalo è. Ci sono generi e sotto-generi, stili ebranche di stili, come ci sono canzonirock e canzoni pop, musica rap e musicaclassica... Da tutto ciò scaturiscono lemode, i vari stili di ballo e di essere, ilmodo di vestire e di esprimersi, ma tuttociò è partito da una sola, piccola richie-sta: il potersi esprimere. E questo fapensare. Per generazioni la musica èstata una sorta di ringraziamento o dipreghiera, o comunque un modo persvagarsi. Ora, invece, sempre più stiliraccolgono la rabbia delle ultime gene-razioni, sempre più canzoni parlano didelusione e odio, e in contrapposizionea queste una valanga di album e singolisull’amore e sui sentimenti... Con il pas-sare del tempo, i sentimenti si sonosempre più insinuati nella musica, ren-dendo l’espressione di alcuni stili estre-mamente personali. E forse è questo ilmotivo per cui la musica sia la passioneincondizionata di tutti, che una personaascolti metal o raggae, hip hop o clas-sica, pop o dance, questi non sono che idiversi volti del mondo, le milioni di sfac-

Spesso mi hanno chiesto cosa sia per mela musica.

Okay, allora, esaminiamo la parola “mu-sica”. Definizione del dizionario:

Prima definizione: l’arte di combinare isuoni secondo regole.

Seconda definizione: opera compostaper mezzo di suoni o le opere di un au-tore, un'epoca e simili.

Terza definizione: suono dolce e grade-vole.

Ma, andiamo, se qualcuno mi chiedessecosa sia per me la musica, potrei dareuna di queste tre risposte? È ridicolo...

La musica non è un qualcosa che sipossa esprimere a parole, è più o menocome una sensazione... Mi spiego me-glio: noi abbiamo chiamato “amore” l’af-fetto che ci lega a una persona “odio” larabbia verso un’altra, e così via... Masolo il nome non ci dà la piena consape-volezza di ciò che in realtà è l’amore, ol’odio... È per questo che molti ragazziche provano affetto per una personachiamano erratamente quella sensazione“amore”... Ma sto divagando. Torniamoal nostro discorso.

La musica non è descrivibile con le pa-role. Non sono note su un foglio, né ariache esce dai polmoni, né testi ben fatti.Musica significa esprimere qualcosa. Nonè solo il dare forma ai tuoi pensieri, maanche il fatto di dargli una voce e unapersonalità, dargli il fiato sufficiente per

cettature derivanti dalle personalità dichi le ascolta. Un’altra descrizione per lamusica potrebbe essere specchio.Ognuno si rispecchia – chi più chi meno– in alcune canzoni, in alcuni artisti, e daquesti trae consolazione e compren-sione... Per essere brevi, la musica ècome un fedele amico, con cui puoi sfo-garti se sei arrabbiato, consolarti se seitriste, divertirti se sei allegro...

Ma cosa parlo a fare? Tanto non mi ca-pite... Come ho già detto, la musica nonè una cosa che si può descrivere a pa-role, e non basteranno decine e decinedi pagine per farvi capire cosa sia, figu-riamoci un breve testo come il mio! Stosolo tentando di farvi capire come ogniartista tenda a dare personalità alla pro-pria musica, tenda a perfezionarla e a li-mare ogni canzone, rifinendo ognisingola parola perché sia perfetta, comeun moderno scrittore decadentista... Maora basta, credo di aver detto anchetroppo, forse vi sto annoiando... Dopo-tutto ognuno di voi sa nel profondo cosasia e cosa possa fare la musica, qualepotere abbia... Solo, dopo aver lettoquesto testo, se vi va, fate come me.Aprite il dizionario – quel caro, vecchio elogoro Zanichelli – andate alla parolamusica, disegnatevi un asterisco, e a pièdi pagina riportate l’ennesima descri-zione.

Musica = emozione.

La poesia è stata premiata il 27marzo 2011 presso il Castello diDuino (Trieste) tra le vincitricidella Sezione Under 16 della Vedizione del Concorso Interna-zionale di Poesia bandito dal-l’Associazione Poesia e Solidarietàin collaborazione con UnitedWorld College of Adriatic e il pa-trocino della Presidenza della Re-pubblica Italiana, dell’UNESCO,del Ministero degli Esteri e del-l’Università di Trieste.

Ed è colma

di attesa e speranza e paura

di indifferenza e velleità

questa vita

tesa alla novità.

11SportAnno V · Numero 3

Domin io Red Bu l l ne l Gran Premio inaugura le de l la s tag ione 2011 in Austra l ia

Formula Uno: la prima gara a VettelSolo quarto Alonso e sett imo Massa per la Ferrar i: ma c ’è tempo per migl iorare

Niccolò PolidoriLa gara inaugurale del CampionatoMondiale di Formula Uno 2011, tenu-tasi a Melbourne, in Australia, è statavinta a mani basse dal campione incarica Sebastian Vettel della Red Bull,dimostratosi nettamente più velocedegli avversari per tutto il week-end.Sul podio, insieme al tedesco, sonosaliti Lewis Hamilton della McLaren eVitaly Petrov dellaLotus. Il piazzamento diquest’ultimo è statopiuttosto clamoroso, siaperché la sua vetturanon era consideratauno dei “top team”, siaperché è la prima voltache un pilota russo salesul podio in FormulaUno. Il ferrarista Fer-nando Alonso si è do-vuto accontentare delquarto posto, al ter-mine di una gara in rimonta, a causadi una partenza tutt’altro che posi-tiva, in cui aveva perso parecchie po-sizioni. La monoposto di Maranello hacomunque lanciato dei messaggi inco-raggianti in vista dei futuri appunta-menti, anche se la strada da fare percompetere con le Red Bull sarà lungae faticosa.Bella gara anche per il debuttantePerez, settimo al traguardo (dopo es-sere partito 13°) anche grazie ad unastrategia con un solo pit-stop. Ma poialla fine è stato squalificato per delleirregolarità all’ala posteriore, cosìcome il compagno di squadra Kobaya-shi. Di questa squalifica ha approfit-tato l’altro pilota della Ferrari, FelipeMassa, giunto nono al traguardo e poi

“promosso” in settima posizione. Lagara del brasiliano è stata alquantodeludente e non sono mancate le cri-tiche della stampa nei suoi confronti.Week-end da dimenticare per la Mer-cedes Gp, che ha visto costretti al ri-tiro entrambi i suoi piloti. Sia MichaelSchumacher che Nico Rosberg, infatti,sono stati coinvolti in degli incidenti enon hanno potuto terminare la gara.

A tornare vit-toriosa dal-l’Australia èanche la Pi-relli, l’aziendaitaliana cheda quest’annofornisce ip n e um a t i c ialle squadre.Dopo tantep r e o c c u p a -zioni emerse

nei test invernali, riguardo al rapidodegrado delle gomme, nel primo GranPremio della stagione i pneumatici sisono comportati molto bene e, invecedelle 4-5 cambi di gomme previsti daqualcuno, ne abbiamo visti da 1 a 3.Grande interesse hanno suscitato ledue principali novità tecniche di que-st’anno: il KERS e l’ala mobile. E’stato infatti reintrodotto il KERS, undispositivo che recupera l’energia svi-luppata dalle frenate e fornisce unapotenza aggiuntiva al motore quandorichiesto, presentato da qualche scu-deria già nel 2009 ma poi abbando-nato. Quest’anno era previstol’utilizzo di tale soluzione tecnica daparte di tutte le squadre, ma clamoro-samente si è scoperto che proprio laRed Bull, che ha dominato la gara,

aveva deciso di rinunciare – almenoper il momento – al KERS. Questodato torna quindi a far discutere sullareale utilità del dispositivo, decisa-mente poco influente sulle prestazionidelle vetture.L’altra novità è come detto l’ala mo-bile, ossia la possibilità di sollevarel’alettone posteriore sui rettilinei peraumentare la velocità e facilitare isorpassi, che da anni ormai sono sem-pre meno frequenti durante le corse.Anche questa soluzione purtroppo nonsembra aver sortito gli effetti deside-rati e anche in questa prima garadella stagione abbiamo dovuto assi-stere all’impossibilità per molti pilotidi portare a compimento un sorpasso.La prossima gara si terrà il 10 aprile aKuala Lampur, in Malesia. Sarà sicura-mente l’occasione giusta per capire seeffettivamente i valori delle squadresono quelli apparsi in Australia, o sequalcuno ha i mezzi per fare di meglioe contrastare il dominio delle RedBull. Bisogna sperare in questa se-conda eventualità, se si vuole scon-giurare l’ipotesi di un campionatovinto in partenza.

Cruciverba

Redazione www.giornaleathenaeum.comDIRETTOREGabriele Russo RussoVICEDIRETTORI CAPOREDATTOREDanilo Bucciarelli e Giorgio Astrei Daniele RodolicoFONDATORI E DIRETTORI ONORARIMarco Cecili, Francesco Carletti

COLLABORATORI DI REDAZIONESara Ciaralli, Ilaria Cultrera, Virginia Quattrocchi, Anna Lucia Russo RussoGrazia Caciolo, Marco Fantini, Viviana Astazi, Matteo Tasca, Giorgio Astrei,Andrea Paris, Emanuele Rossi, Prof.ssa Claudia Fantini.Giornale chiuso in Redazione il 30/03/2011

Perla di saggezza"Nessuna medicina è in grado di curare ciò che la felicitànon riesce a curare."

Gabriel Garcìa Màrquez (1927), scrittore colombiano

02/04 Carlo Cittadini 15

03/04 Giacomo Minori 15

12/04 Matteo Tasca 18

13/04 Gabriele Menenti 16

14/04 Alessandro Cianca 16

21/04 Veronica Pellegrini 19

24/04 Beatrice Bottini 15

ORIZZONTALI: 1. Passaggio, sen-tiero – 7. La città italiana con i“Sassi” – 12. Affondano nel terreno– 14. Cagliari – 15. Il capo dellatonnara – 16. Arrabbiate, alterate –17. Tormentano la coscienza – 20.Il centro della Mosa – 21. Fiumedella penisola iberica – 22. Topo dibiblioteca! – 23. Raccoglie l’acquadel rubinetto… - 24. Dono senzapari – 25. Il rame del chimico – 27.Sale da pranzo dei conventi – 28.Mitologico in breve – 29. Bagna Mo-dane – 31. Mappe geografiche – 32.

Le stende il mendicante – 33. Ideasoggettiva – 34. Antico rogo – 35.Preposizione articolata – 37. Cifrada stabilire – 38. Si può passare congli amici – 40. Un favolista greco –41. Il paese di un fiabesco mago –42. Sono stagne sulle navi. VERTI-CALI: 1. Elettrodomestico in cucina– 2. Quasi unica, introvabile – 3.Proverbi, motti – 4. Leggenda, fa-vola – 5. Il ghiaccio degli inglesi –6. Particella pronominale – 7. An-dare a male, decomporsi – 8. Dettoe ridetto – 9. L’isola della maga

Circe – 10. Rimessi a posto – 11.Non rispondono all’appello – 13.Estorsione di denaro – 14. Funeparticolarmente robusta – 17. Ono-rato – 18. Piccole caramelle – 19.Non hanno bisogno di cure mediche– 22. Pianta dalle radici piccanti –23. Ammesso dalla legge – 26. Lacittà di Abramo – 28. Fu ucciso dallaCorday – 30. Filtro del cuoco – 32.L’ha buona il bravo tiratore – 34.Segno tra fattori – 36. Breve esem-pio – 38. Fine di messa – 39. Inizialidi Einstein.