PREGHIERA PER L’UNITÀ E PAZIENZA ECUMENICA · Sorprende l’attualità del suo modo di...

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ECUMENISMO Eco dei Barnabiti 2/2014 9 R ileggendo, studiando e me- ditando spesso il prezioso Decreto che il Concilio Va- ticano II cinquanta anni fa’ ha dedica- to all’ecumenismo (Unitatis redinte- gratio, UR), – il primo decreto ecu- menico della storia della Chiesa cattolica, approvato da Paolo VI e dai Padri conciliari il 21 novembre 1964, unito alla Costituzione dogmatica sul- la Chiesa (Lumen gentium, LG) – e ri- salendo al pensiero espresso dal bar- nabita p. Cesare M. Tondini (1839- 1907) in vari suoi scritti a proposito dell’unione delle Chiese, nell’intento di coinvolgere il maggior numero di fedeli nella preghiera per la grande causa dell’unità, colpisce, al di là di alcune espressioni legate al suo tem- po che invitano al ritorno dei dissi- denti ortodossi russi, la saggezza e la rettitudine dell’illustre Confratello nel- la sua capacità di andare, già allora, all’essenziale richiesto per sciogliere i nodi di ogni divisione nella Chiesa e oggi confermato soprattutto dal movi- mento definito ‘ecumenico’. Al p. Tondini, conscio della com- plessa problematica, piaceva andare al centro o alle fondamenta della grave difficoltà ecclesiale e di con- seguenza richiamare i fedeli con ve- ra passione all’impegno possibile a tutti, quello della preghiera regola- re e dell’esercizio della pazienza fiduciosa. Sorprende l’attualità del suo modo di risvegliare l’attenzione a favore dell’unità, di proporre e di motivare tale sollecitudine, in una parola l’affinità con i testi conciliari che seguiranno, non solo, ma addi- rittura ancora prima della nascita del Movimento ecumenico (Edim- burgo 1910), del Movimento di fede e costituzione (Losanna 1927) e del- l’istituzione del Consiglio ecumeni- co delle Chiese (Amsterdam 1948). Stupisce la ricchezza delle sue sag- ge intuizioni che ora possiamo con- statare tutte recepite dal Concilio. E oggi immagino quanto potrebbe suggerire il p. Tondini ai fratelli or- todossi giunti finalmente alla vigilia della celebrazione del loro Sinodo pan-ortodosso, previsto nel 2016, di portata storica. nelle vene della nostra storia scorre sangue ecumenico A proposito della preghiera per l’unità e dell’esercizio della pazien- za, il p. Tondini, nonostante i limiti accennati e in sintonia col pensiero del passionista p. Ignatius Spencer (1799-1864), convertito dall’angli- canesimo e impegnato per la causa dell’unione, ha anticipato da vero pioniere dell’ecumenismo spirituale le proposte in tale senso (cfr. UR 8), soprattutto nell’impostazione del- l’attuale Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, ad opera dei pp. Jones Spencer e Paul Wattson (1863-1908) pure loro già anglica- ni, ma in seguito definita meglio dall’Abbé Paul Couturier (1881- 1953), con l’esplicito invito a torna- re tutti all’unico centro, a Gesù Cristo. Le loro proposte risalgono al 1907 e al 1934. Tocca a noi, Chierici Regolari di S. Paolo, riscoprire l’ardore ‘ecume- nico’ ante litteram del p. Tondini per risvegliarci e confermarci nell’impe- gno ecumenico, perché fa parte del nostro carisma. Nelle vene della sto- ria del nostro Ordine religioso infatti, dalla originaria riforma proposta dal S. Fondatore e grazie in particolare all’opera appassionata dei pp. Gre- gorij Agostino Šuvalov (1804-1859), Carlo Schilling (1835-1907) e Cesare Tondini (1839-1907), ma anche alla testimonianza esemplare dei pp. Pao- lo Stub (1814-1892), Giuseppe Gran- PREGHIERA PER L’UNITÀ E PAZIENZA ECUMENICA Secondo il p. Cesare M. Tondini de’ Quarenghi, a 50 anni dal Decreto del Concilio Vaticano II sull’ecumenismo Un’occasione per riscoprire l’ardore ‘ecumenico’ ante litteram del p. Tondini per risvegliarci e confermarci nell’impegno ecumenico, perché fa parte del nostro carisma barnabitico. p. Cesare Tondini de’ Quarenghi

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ECUMENISMO

Eco dei Barnabiti 2/2014 9

Rileggendo, studiando e me-ditando spesso il preziosoDecreto che il Concilio Va-

ticano II cinquanta anni fa’ ha dedica-to all’ecumenismo (Unitatis redinte-gratio, UR), – il primo decreto ecu-menico della storia della Chiesacattolica, approvato da Paolo VI e daiPadri conciliari il 21 novembre 1964,unito alla Costituzione dogmatica sul-la Chiesa (Lumen gentium, LG) – e ri-salendo al pensiero espresso dal bar-nabita p. Cesare M. Tondini (1839-1907) in vari suoi scritti a propositodell’unione delle Chiese, nell’intentodi coinvolgere il maggior numero difedeli nella preghiera per la grandecausa dell’unità, colpisce, al di là dialcune espressioni legate al suo tem-po che invitano al ritorno dei dissi-denti ortodossi russi, la saggezza e larettitudine dell’illustre Confratello nel-la sua capacità di andare, già allora,all’essenziale richiesto per sciogliere inodi di ogni divisione nella Chiesa eoggi confermato soprattutto dal movi-mento definito ‘ecumenico’.Al p. Tondini, conscio della com-

plessa problematica, piaceva andareal centro o alle fondamenta dellagrave difficoltà ecclesiale e di con-seguenza richiamare i fedeli con ve-ra passione all’impegno possibile atutti, quello della preghiera regola-re e dell’esercizio della pazienzafiduciosa. Sorprende l’attualità delsuo modo di risvegliare l’attenzionea favore dell’unità, di proporre e dimotivare tale sollecitudine, in unaparola l’affinità con i testi conciliariche seguiranno, non solo, ma addi-rittura ancora prima della nascita

del Movimento ecumenico (Edim-burgo 1910), del Movimento di fedee costituzione (Losanna 1927) e del-l’istituzione del Con siglio ecumeni-co delle Chiese (Amsterdam 1948).Stupisce la ricchezza delle sue sag-ge intuizioni che ora possiamo con-

statare tutte recepite dal Concilio. Eoggi immagino quanto potrebbesuggerire il p. Tondini ai fratelli or-todossi giunti finalmente alla vigiliadella celebrazione del loro Sinodo

pan-ortodosso, previsto nel 2016, diportata storica.

nelle vene della nostra storiascorre sangue ecumenico

A proposito della preghiera perl’unità e dell’esercizio della pazien-za, il p. Tondini, nonostante i limitiaccennati e in sintonia col pensierodel passionista p. Ignatius Spencer(1799-1864), convertito dall’angli-canesimo e impegnato per la causadell’unione, ha anticipato da veropioniere dell’ecumenismo spiritualele proposte in tale senso (cfr. UR 8),soprattutto nell’impostazione del-l’attuale Settimana di preghiera perl’unità dei cristiani, ad opera dei pp. Jones Spencer e Paul Wattson(1863-1908) pure loro già anglica-ni, ma in seguito definita megliodall’Abbé Paul Couturier (1881-1953), con l’esplicito invito a torna-re tutti all’unico centro, a GesùCristo. Le loro proposte risalgono al1907 e al 1934.Tocca a noi, Chierici Regolari di

S. Paolo, riscoprire l’ardore ‘ecume-nico’ ante litteram del p. Tondini perrisvegliarci e confermarci nell’impe-gno ecumenico, perché fa parte delnostro carisma. Nelle vene della sto-ria del nostro Ordine religioso infatti,dalla originaria riforma proposta dalS. Fondatore e grazie in particolareall’opera appassionata dei pp. Gre-gorij Agostino Šuvalov (1804-1859),Carlo Schilling (1835-1907) e CesareTondini (1839-1907), ma anche allatestimonianza esemplare dei pp. Pao-lo Stub (1814-1892), Giuseppe Gran-

PREGHIERA PER L’UNITÀE PAZIENZA ECUMENICA

Secondo il p. Cesare M. Tondini de’ Quarenghi,a 50 anni dal Decreto del Concilio Vaticano II

sull’ecumenismoUn’occasione per riscoprire l’ardore ‘ecumenico’ ante litteram del p. Tondini per risvegliarci econfermarci nell’impegno ecumenico, perché fa parte del nostro carisma barnabitico.

p. Cesare Tondini de’ Quarenghi

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niello (1834-1896), Carlo Moro(1827-1904), Pio Mauri (1840-1916),Gregorio Almerici (1822-1917), Pa-squale Scarpati (1835-1918), PaoloFumagalli (1837-1904), Albert Du-bois (1849-1927), Giovanni Semeria

(1867-1931)…, nelle nostre venescorre sangue ardente di passioneper la causa della piena e visibileunità della Chiesa. Un particolare:il p. Granniello, futuro cardinale,aveva scritto col proprio sangue,come si usava allora, l’atto di offer-ta della propria vita per la causadel l’unità.

l’anelito ecumenicodei nostri Studenti

Negli incontri formativi annualiorganizzati presso lo Studentato teo-logico internazionale romano, dedi-cati in particolare alla preparazionedei nostri Studenti alla Professionesolenne, che prevedono pure uncorso intensivo di teologia ecumeni-ca anche in chiave barnabitica, gra-zie all’articolata programmazione eall’invito del p. Maestro GiovanniVilla e della Comunità formatrice,ho potuto constatare ripetutamentee con soddisfazione quanto i nostrigiovani confratelli religiosi, prove-nienti dalle Province dei diversicontinenti, siano interessati, e ne

confermo l’entusiasmo, a conoscerecon stupore la storia dei confratelliche nel passato hanno lavorato convigorosa convinzione per la causaecumenica fino all’offerta della vitae a valorizzare i loro insegnamenti

ispirati a tale intento con sorpren-dente lungimiranza.Dal Concilio in poi il Magistero

della Chiesa cattolica non cessa diricordare ai suoi figli che il camminoverso l’unità è «un imperativo dellacoscienza cristiana, un imperativodella carità, una priorità della Chie-sa, una necessità dichiarata» (Gio-vanni Paolo II), «un imperativo mora-le in risposta alla chiamata del Signo-re» (Benedetto XVI). L’ecumenismoquindi “non è un appendice o unaccessorio”, non è un campo riser-vato solo agli specialisti e agli esper-ti: «non possiamo desistere dal no-stro sforzo ecumenico» (Papa Fran-cesco). Il Concilio ha ribadito inmodo esplicito e vincolante che il ri-stabilimento dell’unità è «da pro-muoversi fra tutti i cristiani», e tale«sollecitudine» «riguarda tutta laChiesa, sia i fedeli sia i pastori e toc-ca ognuno» (UR 1.5), perché «se icristiani ignorano la chiamata al-l’unità rivolta loro dal Signore, essirischiano di ignorare il Signore stes-so» (Papa Francesco). A maggiore ra-gione riguarda i Barnabiti, discepoli

di S. Paolo, l’apostolo dell’unità del-la Chiesa!

la pazienza non è rassegnazione

Il p. Tondini nel 1876 aveva pubbli-cato a Parigi un volume prestigiosodal titolo: Le Pape de Rome et les Pa-pes de l’Église orthodoxe d’Orient,che oggi meriterebbe una attenta rilet-tura nel clima del dialogo teologicocattolico-ortodosso in atto e anchedelle recenti controversie ecclesiolo-giche tra i Patriarcati di Mosca e Co-stantinopoli, proprio sulla questionedel primato. Alla conclusione avevaaggiunto una ricca Appendice riserva-ta alla preghiera per l’unità, con alcu-ne notizie storiche relative alle “umiliorigini” dell’Associazione di preghierein onore di Maria Immacolata per il ri-torno della Chiesa greco-russa all’uni-tà cattolica (pp. 313-433), fondata dalp. Šuvalov presso la nostra chiesa de-dicata a S. Paolo nella Capitale fran-cese. Il p. Tondini ne porterà avantil’opera con grande passione e col dar-le ampio respiro, precisando: «l’Asso-ciazione di preghiere non è un’operapersonale, non è l’opera di un ordinereligioso, fosse anche il nostro; essa èun’opera cattolica, eminentementecattolica, cioè universale».Tengo a ribadire che pur essendo

datata e pertanto limitata, scritta ov-viamente nel contesto della mentali-tà e degli orientamenti della Chiesacattolica di allora, con l’invito al ri-torno all’unità cattolica, ancora re-frattaria all’azione ‘ecumenica’ da leidefinita pancristiana, la pubblicazio-ne rivela tuttavia la sorprendente ecoraggiosa perspicacia del nostro ge-niale Confratello relativa al sensoprofondo della preghiera confidenteper l’unità, come incoraggiamento aldialogo e sostegno nell’affrontare lacomplessità del problema, con i do-vuti richiami, le precisazioni e lechiarificazioni, rifiutando, diremmooggi, ogni tipo di ecumenismo impa-ziente e selvaggio che mira ad antici-pare e a realizzare l’unità a suo mo-do, interpretando arbitrariamente ildecreto UR del Concilio e prescin-dendo dalle indicazioni del Magiste-ro come, ad esempio, quelle del Di-rettorio ecumenico (1993) a cura delPontificio Consiglio per l’unità e del-la Lettera Enciclica Ut unum sint(1995) di Giovanni Paolo II. Anchenei nostri giorni infatti non è raro

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Lodi - facciata della chiesa di S. Francesco

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sentire sbuffare e fremere cristianiscontenti e impazienti a tale proposi-to, che pretendono pericolosamentedi indicare soluzioni radicali, affret-tate e devastanti, col rischio di gene-rare nuove divisioni.Secoli di separazione infatti, con

tutte le loro relative complicazionie difficoltà, soprattutto di ordinestorico e teologico, non possono es-sere dissolti con un colpo di bac-chetta magica! Non basta dire o gri-dare “basta!” Essi esigono studio ediscernimento serio, ma soprattuttoprudenza e tanta pazienza, oltreche sincera revisione di vita, rinno-vamento della mente, ammissionedelle colpe, richiesta di perdono eguarigione. Papa Francesco ha pre-cisato che «la pazienza non è rasse-gnazione. L’impaziente vuole tuttosubito, tutto in fretta. Chi non cono-sce la saggezza della pazienza fini-sce per comportarsi come i bambinicapricciosi… Dio non agisce comeuno stregone. Dio ha il suo modo di andare avanti: la pazienza. La vita cristiana deve svolgersi sullamusica della pazienza» (Omelia del17 febbraio 2014). Dio è paziente esa come guidare la sua Chiesa che èuna e unica (LG 8; UR 3), verso il ri-stabilimento della piena unità visi-bile. Il Concilio mettendo in guar-dia da qualsiasi «leggerezza o zeloimprudente», ha invitato a «nonporre alcun ostacolo alle vie dellaProvvidenza» e a «non recare pre-giudizio ai futuri impulsi dello Spiri-to Santo» (UR 24). A noi spetta la-sciarci guidare da Dio, agire conDio e attendere fiduciosi. I progres-si ecumenici avvenuti in questi de-cenni sono sotto gli occhi di tutti,ma non possiamo accontentarci. Imuri si sono abbassati e si stannocostruendo ponti! Dialogando nellaverità e con carità, i cristiani stannoscoprendo sempre meglio che lapolifonia è una ricchezza quandogli accordi, pure nella diversità del-le voci, nascono dall’unica notafondamentale.

Dio agisce con sapienzae pazienza

«La divisione – ha affermato il Con-cilio – contraddice apertamente allavolontà di Cristo, ed è di scandalo almondo e danneggia la santissimacausa della predicazione del Vangelo

ad ogni creatura. Il Signore dei secoliperò, che con sapienza e pazienzapersegue il disegno della sua graziaverso di noi peccatori, in questi ulti-mi tempi ha incominciato a effonde-re con maggiore abbondanza nei cri-stiani tra loro separati l’interiore rav-vedimento e il desiderio dell’unione»(UR 1). «Bisogna conoscere l’animodei fratelli separati. A questo scopo ènecessario lo studio che deve esserecondotto secondo la verità e conl’animo ben disposto. In questo mo-do si verrà a conoscere meglio il pen-siero dei fratelli separati e a loro verràesposta con maggiore precisione lanostra fede» (UR 9).

la riflessione del p. Tondini

Il testo che segue e non esito a de-finire singolare, tradotto dall’origina-le francese ripreso dalle paginedell’Appendice nel volume citato(pp. 317 ss.), è del p. Tondini. Sonofacilmente riconoscibili i passaggiche maggiormente anticipano nonpoche affermazioni del decreto delConcilio Vaticano II. Tornano ad

esempio, oltre a quello della pre-ghiera e della pazienza ‘ecumenica’,col richiamo all’esperienza dei santie a lasciarsi guidare da loro, impor-tanti temi nodali relativi alla verità,all’appartenenza dei “fratelli separa-

ti” all’anima della Chiesa col deside-rio che possano far parte anche delcorpo della Chiesa; ma anche espres-sioni o argomenti vitali come: santità,grazia, salvezza, intenzione, coscien-za, volontà, buona fede, cooperazio-ne, fiducia, azione, sofferenza, errore,ostinazione, colpevolezza, indifferen-za, egoismo, pigrizia… Ma ora cedola parola al p. Tondini. I titoletti inseri-ti nel testo e le espressioni evidenziatein neretto sono del sottoscritto.

* * *

la guida e l’esempio dei santi

«Nelle cose che hanno per fine lasalvezza delle anime, le migliori gui-de sono i santi. Nessun santo ha trac-ciato un piano dettagliato di ciò chesi dovrebbe fare per assicurare il ri-torno della Chiesa greco-russa all’uni-tà cattolica, ma molti santi hanno in-trapreso e condotto a buon fine innu-merevoli opere di apostolato. Moltisanti sono arrivati anche a esercitareun influsso tale sui loro contempora-

nei che alcuni eventi offrono moltesomiglianze con quello che noi desi-deriamo, condotti e, si potrebbe dire,generati dalla saggezza che ha guida-to alla scelta dei mezzi e dalla decisavolontà nel farne uso.

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Lodi - interno della chiesa di S. Francesco

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Se non mi inganno, comel’accordo unanime dei Dotto-ri della Chiesa su un puntodottrinale costituisce un argo-mento sicuro a favore della ve-rità di quella dottrina, cosìl’accordo unanime dei santisull’utilizzo di certi mezzi perraggiungere dei fini analoghi aquello che impegna pure noi,costituisce un argomento sicu-ro a favore della saggezza so-prannaturale di questi stessimezzi.Di tutti i mezzi impiegati dai

santi nelle loro imprese, il piùimportante è sempre statoquello della preghiera. Fer-marmi a provarne l’efficacia èpressoché inutile, perché misto rivolgendo a dei cristiani.Inoltre ritengo ugualmentesuperfluo ricordare le qualitàche deve avere la preghiera alfine di essere efficace pressoDio. Tutto ciò è conosciuto enon sarebbe molto vantaggio-so ripeterlo qui. Mi limiterò diconseguenza a evidenziare, aproposito della preghiera, unadisposizione che accompa-gnava sempre quella dei santi,ma che, essendo particolar-mente necessaria nel nostrocaso, potrebbe facilmente mancarci.Si tratta della pazienza.Quando i santi chiedevano a Dio

qualche grazia, avevano cura di iden-tificare talmente la loro volontà conla volontà divina, che essi nondesideravano in realtà chequello che Dio voleva. Questadisposizione di spirito e dicuore è particolarmente ne-cessaria a tutti coloro che sipropongono di lavorare effica-cemente per la riunione delleChiese. La ragione è che nullaonora maggiormente Dio e ciottiene più abbondantementei suoi favori dell’avere nei suoiconfronti i sentimenti di unbambino verso suo padre. Ciònon significa che dobbiamoconsiderare e trattare Dio co-me un padre ed essere impa-zienti se i nostri desideri, an-che i più legittimi, non sonoesauditi prontamente comenoi vorremmo. Nel nostro ca-so, una simile disposizionenon si spiegherebbe che con

una segreta sfiducia nella sua bontàverso i nostri fratelli separati. Noi pro-veremmo un sentimento che nonoseremmo neppure formulare, tantomeno ammettere. Ciò corrisponde-

rebbe ad amare le anime piùdi Dio, e che a noi la loro sal-vezza stia maggiormente acuore che a Dio stesso.

le qualità del pensiero divino

Questo punto è così impor-tante che merita di esserechiarito ulteriormente. Nullapuò negare che, anche per-mettendo il male, Dio ha ilpotere di farlo tornare a van-taggio delle anime. La divisio-ne che da secoli affligge laChiesa è certamente un male,un grande male. Non dimenti-chiamo tuttavia che l’umanitànon ha ancora terminato ilcorso della sua esistenzaquaggiù. Nella vita individua-le, certe cadute sono state ilpunto di partenza di splendi-de santità e più di un santo haattribuito l’ardore della suapenitenza e l’eroismo dellesue virtù all’umiliante espe-rienza del peccato. Perchénon credere che i grandismarrimenti religiosi giove-ranno a delle intere nazioni eche esse troveranno nel ricor-do e nell’esperienza di questismarrimenti il segreto di virtù

e di espiazioni che le riscatterannonel logorio del tempo?Dio è paziente, si dice con ragio-

ne, perché è eterno e davanti a luinon c’è né passato né avvenire, ma

tutto è presente a lui nellostesso tempo. Ora, più i santisi avvicinano a Dio, più il lo-ro pensiero partecipa allequalità del pensiero divino:esso si allarga, scopre degliorizzonti sconosciuti, trovadelle ragioni e degli accosta-menti che spiegano i misteridella Provvidenza nel guidarel’umanità. La luce cresce; dalì l’accordo perfetto della ra-gione con la fede, dell’intelli-genza con il cuore; da lì,presso i santi, la pace, il benee un’ardita fiducia nella bontàdivina che ci stupisce e forseci scandalizza, perché noi ap-plichiamo a Dio la misura del-la nostra intelligenza e del no-stro cuore!Ma tutto ciò, si dirà, riguar-

da l’avvenire; il nostro pen-

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Lodi - chiesa di S. Francesco: cappelladell’Immacolata dove riposa il corpo delp. Cesare Tondini de’ Quarenghi

Lodi - chiesa di S. Francesco: lapide della tombadel p. Cesare Tondini de’ Quarenghi

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siero si ferma con tristezza al pre-sente, ricorda la separazione diecivolte secolare, vorrebbe trovare del-le ragioni e delle spiegazioni che cispingono a sopportare l’attesa e,mantenendo viva la nostra pazien-za, assicurassero alla nostra preghie-ra questa fiducia senza la quale ognipreghiera è vana.

Dio ama le anime

Non posso trattare qui un tema cherichiederebbe lunghe esposi-zioni. C’è tuttavia nella Scrit-tura una parola che solo essaha e vale più di mille ragioni.Dio vi è nominato come “Co-lui che ama le anime”: Deusqui amas animas (Sap 11,27).E se questa parola ha bisognodi un commento autorevoleche ci faccia cogliere i tesoridi consolazione che essa con-tiene e ci permette di appli-carli ai nostri fratelli separati,è Dio stesso che ce lo procu-ra per la bocca del primo deiPapi, San Pietro. In effetti,quando il principe degli Apo-stoli, obbedendo all’ordinedel Signore, giunse a Cesareaper aprirvi per primo le portedella Chiesa ai pagani battez-zando il centurione Cornelioe i suoi compagni: “In verità– disse – io credo che Dionon fa preferenza di persone,ma che in tutte le nazioni chilo teme e pratica la giustiziagli è gradito” (At 10,34-35).Non è mai dunque l’erroreinvolontario che può renderele anime colpevoli davanti aDio e meritare i suoi rigori,ma soltanto l’ostinazione nelnon accettare affatto la veri-tà quando essa è loro suffi-cientemente dimostrata. Ora,in quale misura la verità appare adogni anima e quale è il grado del-l’ostinazione o della buona fede nel-l’errore?Qui noi arriviamo a toccare gli in-

sondabili misteri della coscienza indi-viduale e il giudizio delle coscienzeappartiene soltanto a Dio. Fortunata-mente è a Lui che noi lasciamo que-sto giudizio. I nostri fratelli separatihanno tutto da guadagnare ad esseregiudicati da “Dio che ama le anime”,piuttosto che da noi…

se Dio continua a differirel’avvento dell’unità

Se malgrado le nostre preghiereDio continua a differire l’avvento “diun solo gregge e di un solo pastore”,oltre al fatto che esse possono serviread affrettare il compimento di questapromessa nell’avvenire, esse servi-ranno certamente a ottenere a unbuon numero di nostri fratelli sepa-rati la grazia di appartenere all’ani-ma della Chiesa. Separati esterna-

mente e senza loro colpa dalla veraChiesa sulla terra, se essi “temonoDio e operano la giustizia”, eredite-ranno le sue promesse nel cielo.Questo pensiero è sufficiente per so-stenere la nostra pazienza e farcipregare con fiducia.

buona fede e verità

Inoltre il mistero che nasconde isegreti delle anime deve stimolare ilnostro zelo e portarci anche a unire,

se occorre, l’azione alla preghiera. Siparla molto della buona fede, il cuo-re vorrebbe incontrarla dappertutto,ma Dio la trova dappertutto? La trovaalmeno nella misura in cui noi vor-remmo credere che essa ci sia? Qui ilcuore potrebbe essere un cattivoconsigliere. Si crede facilmente quel-lo che si desidera, ma credendo trop-po facilmente alla buona fede si ri-schia di cadere praticamente nell’in-differenza per la sorte dei nostrifratelli separati. Speriamo, ma temia-

mo che la nostra speranzanon ci faccia trascurare dicooperare, nella misura dellenostre forze, alla loro salvezzaeterna e non serva in realtàche a coprire il nostro egoi-smo e la nostra pigrizia. È suf-ficiente, a tale proposito, ricor-darsi che i giudizi di Dio nonsono quelli degli uomini.In fine, nella migliore delle

ipotesi, non c’è un abisso trala buona fede nell’errore e ilpossesso della verità? Si provapietà sulla sorte di coloro cheignorano gli elementi dellescienze fisiche e naturali, e si èindifferenti alla sorte delle ani-me che hanno delle credenzereligiose erronee! La veritànon ha dunque influenza sullanostra felicità anche quaggiù?E bisognerebbe non fare casoai mezzi di salvezza più sicu-ri, più abbondanti, che non sitrovano che nella sola veraChiesa di Gesù Cristo?

nell’anima e nel corpodella Chiesa

Ma coloro per i quali scrivoqueste pagine non hanno al-cun bisogno di tali argomenta-zioni. Rassicurati a propositodell’utilità delle loro preghiere

essi vorrebbero che mi fermassi aprovare che non è indifferente ap-partenere anche al corpo della Chie-sa o esserne separati. Il Calvario cimostra quanto vale una sola graziaed essi lo sanno. Che cosa può ag-giungere la mia parola alla voce delsangue di Gesù Cristo?Perché la nostra preghiera a favore

dei nostri fratelli separati porti dei ve-ri frutti, essa deve essere sostenuta dauna fiducia paziente e incrollabilenella bontà divina. Come i santi, noi

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Parigi - chiesa di S. Paolo

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attingeremo questa fiducia pensandoche Dio è il Padre sia dei nostri fra-telli separati che nostro; noi la attin-geremo anche nell’intima convinzio-ne della santità e del valore dell’ope-ra alla quale noi lavoriamo; noi laattingeremo nell’esempio dei santiche ci hanno preceduto e che tantohanno pregato, agito e sofferto perquesta stessa causa; infine nella cer-tezza, basata sulla fede, che la nostracooperazione, fosse anche minima,non è affatto vana. Potremmo appor-tare forse soltanto dei desideri, mapresso Dio alle volte i desideri con-tano più dell’azione stessa».

* * *

mendicante di preghiere

Nell’anno della sua ordinazionesacerdotale (1862), all’età di 23 an-ni, il p. Cesare Tondini, pure lui virdesideriorum come il p. GrigorijAgostino M. Šuvalov, così definitoda Pio IX, era arrivato a stabilire dirinnovare tre volte al giorno l’offer-ta della propria vita a Dio per lacausa dell’unità dei cristiani: «In-tendo coll’offrire il mio sangue cheDio mi faccia degno di darlo inunione a quello di Gesù Cristo per

questo fine». In tale contesto mipiace accostare il ricordo di questipadri desiderosi, al p. Pietro FavreS.J. (†1546), ora santo, denominatol’homme de désirs. Mosso unica-mente dal grande desiderio del-l’unione e di compiere così la vo-lontà di Dio, il p. Tondini ripeteràpuntualmente la sua offerta fino altermine della vita, in particolare du-rante la celebrazione della divina li-turgia, al momento dell’elevazionedel calice. Traslate da Roma a Lodi,dal 28 marzo 2013 – giovedì santo –le sue spoglie ora riposano ai piedidell’Immacolata, nella cappella alei dedicata nella splendida chiesadi S. Francesco, chiesa della sua pri-ma messa, ma il suo spirito è più vi-vo che mai.Concludendo la riflessione qui ri-

portata a proposito della necessitàdella preghiera per l’unità e della pa-zienza richiesta da tale gravoso im-pegno, il p. Tondini, che si definiva«mendicante di preghiere, soprattut-to dei bambini», ha aggiunto le se-guenti espressioni di incoraggiamen-to che fanno leva sul valore del-l’umiltà (pp. 332-333).

entusiasmarsi per la grande causadell’unità

«È bello entusiasmarsi per unagrande causa, e quella della riunionedelle Chiese ne è una. Non è mai tut-tavia a un facile entusiasmo che sichiederanno aiuti efficaci per un’ope-ra di lungo anelito, irta di ostacoli edi difficoltà. Il tempo di fare appelloall’entusiasmo verrà e noi lo speria-mo, presto. Nell’attesa, ricordiamocidella pazienza dei santi, di coloro so-prattutto che hanno pregato tanto,hanno agito e sofferto per la causadella riunione delle Chiese. Lavoria-mo, preghiamo e speriamo, ma co-me degli operai che posano le fon-damenta di un edificio il cui compi-mento esigerà l’opera di lunghi anni,forse di un’altra generazione. Non cisono edifici senza fondamenta, e senoi possiamo ammirare i superbi mo-numenti che decorano le nostre capi-tali e sfidano i secoli, non siamo de-bitori soltanto al genio che li ha pro-gettati, ma anche all’umile operaioche ha lavorato alla posa delle fonda-menta. Il compito al quale invito i fedeli è il più ingrato, ma è il più necessario, il più meritorio e, per far-

ECUMENISMO

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manoscritto del p. Cesare Tondini che contiene l’offerta della propria vita aDio per la causa dell’unità dei cristiani

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la breve, il più simile a quello che si è scelto il nostro divino modelloGesù Cristo».

la via maestra dell’ecumenismo

Mi preme concludere con un’ulte-riore conferma della lungimiranzaecumenica del p. Tondini. Avevascritto che «più i santi si avvicinanoa Dio, più il loro pensiero partecipaalle qualità del pensiero divino, si al-larga, scopre orizzonti sconosciuti,trova ragioni, accostamenti, spiega-zioni…». Ciò vale anche a propositodi tutti i testimoni e gli operai che la-vorano sinceramente a favore del-l’unità cristiana, presenti tra i pastori,i teologi e i fedeli delle diverse Chie-se o Comunità ecclesiali.Nella Conferenza mondiale di Fede

e costituzione di Edimburgo (1937) siè affermato: «Noi discutiamo e delibe-riamo e ciò è giusto. Ma non è con lacapacità inventiva o con gli aggiusta-menti che possiamo unire la Chiesa diDio. Solo avvicinandoci maggiormen-te a lui possiamo avvicinarci maggior-mente fra di noi». In quella di Lund(1952) si ribadirà: «L’unità della Chiesaci verrà donata da Dio e il modo mi-gliore di prepararci ad essa non è quel-lo di elaborare dei piani di riunificazio-ne, ma quello di avvicinarci semprepiù a Cristo e, di conseguenza gli uniagli altri in lui». A Santiago de Com-postela (1993): «Dobbiamo crescere

in santità… Avvicinandoci a Dio, ciavvicineremo, o piuttosto saremo at-tratti ad avvicinarci fra di noi. È im-possibile un’autentica esistenza cristia-na senza un’autentica spiritualità cheponga Dio al posto che gli spetta, alprimo posto e al centro della nostra vi-ta personale e comunitaria…per guar-dare con gli occhi di Dio, ascoltarecon le orecchie di Dio, sentire con ilcuore di Dio». Quanto all’espressione«fratelli separati», che Sorella Mariadell’eremo francescano di Campellonon voleva né dire nè sentire, e invecerisulta ancora nella traduzione italia-na, il testo latino del Concilio ha pre-ferito quella più attenta e sfumata,«fratres seiuncti», cioè fratelli che nonsono in piena comunione. GiovanniPaolo II arriverà a chiamarli «fratelli ri-trovati» (cfr. Ut unum sint 41-42).La saggia preveggenza e l’acutezza

dell’insegnamento ‘ecumenico’ delp. Tondini e dei Confratelli citati, avva-lorata dall’esempio della loro vita san-ta, è tuttora illuminante e stimolante:aiuta a credere, a collaborare nel ricu-cire con pazienza le ferite della sepa-razione e a perseverare nella preghierasperando nel miracolo dell’unità che,al dire di Francesco, «è già comincia-to», perché «ai nostri giorni il sanguedi molti cristiani è diventato semedell’unità». La via maestra dell’ecume-nismo è quella della santità.

Enrico Sironi

ECUMENISMO

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p. Cesare Tondini tra operai presso Belgrado, 1883

ANNIVERSARI 2014

Anniversari di Professione Religiosa

70°

P. BRAMBILLA Luciano 8 settembre 1944

P. MARZORATI Luigi 4 novembre 1944

P. MANCINO Giovanni 21 dicembre 1944

60°

P. VERHOEVEN Bernard 21 settembre 1954

P. BRENNA Cesare 7 ottobre 1954

50°

P. COLPANI Giuseppe Andrea 29 settembre

1964

P. FONTANESI Lino 29 settembre 1964

P. ZARDI Mario 29 settembre 1964

P. PESSINA Gianfranco 7 ottobre 1964

Anniversari di Sacerdozio

50°

P. RICCI Gabriele 22 febbraio 1964

P. RINALDI Giorgio 22 febbraio 1964

P. SCOTTI Angelo 22 febbraio 1964

P. SINISGALLO Salvatore 22 febbraio 1964

P. TRIGLIONE Michele 22 febbraio 1964

P. TRUFI Ferruccio 22 novembre 1964

25°

P. KOSEK Robert Bogusław 4 marzo 1989

P. ESPEN Mauro 23 luglio 1989

P. NUNES GONÇALVES Carlos Luiz

19 agosto 1989

P. RAMOS DAS MERCES José Adelson

26 agosto 1989

P. SAUD RAMIREZ Juan 18 novembre 1989

P. CARNELLI Alfio 7 dicembre 1989

P. REGAZZONI Mauro 7 dicembre 1989

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