Pregare il Rosario con Bernadette - UNITALSI Word - Presentazione Tema Pastorale Pregare Rosario con...

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Pregare il Rosario con Bernadette

È l’avventura del cristiano quella di respirare all’unisono col suo Creatore, battito vitale che si inerpica sui viottoli dell’esistenza e tesse la trama del suo divenire; e la preghiera è come grembo verginale, alveo sempre fresco dal quale sembra riecheggiare la premura del Cristo perché ogni vivente possa approdare alle delizie celesti: Padre, voglio che quelli che mi hai dato siano anch’essi con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria , quella che tu mi hai dato; poiché mi hai amato prima della creazione del mondo (Gv 17,24)

Pregare è un po’ così: avere orizzonti e sentimenti vasti sui quali incontrare gli occhi di Dio e fidanzarli con quelli dell’uomo, perché dall’innamoramento reciproco possa scaturire sempre vita feconda. Pregare insomma è radicarsi nel giardino nuovo (Gv 19,14), come seme buono che penetra nella terra e attende fiducioso le prime luci dell’alba (Mt 28,1). Ma la preghiera non astrae dal contesto quotidiano, non prescinde dalle ordinarie preoccupazioni, non esula da una creazione che soffre e geme le doglie del parto1. Semmai qualifica ogni istante del nostro tempo dirompendo squarci di eternità. In una parola è Gesù che cerchiamo quando speriamo e sogniamo il meglio per noi2, è la sua esperienza che rende sapido il nostro pregare3, è il memoriale della sua vita il senso del nostro tendere le mani verso il cielo. Percorre il filo che unisce ogni singolo minuzzolo della sua vita è come ritrovare il collante per le nostre vite, a volte così frantumate e offuscate, ma comunque sempre desiderose di essere ricapitolate in Colui che viene4. La Vergine Maria è madre di questo pellegrinaggio, timoniera zelante che ci precede verso acque placide, dispensatrice e consigliera che magnifica la voce del Figlio e invita a fare quello che ci dirà (Gv 2,5)5. Non sorprende dunque che sia proprio lei ad accompagnare il cammino dell’uomo, prolungando la voce del Figlio nei meandri della storia6, come narciso che effonde rugiade di benedizioni, come fontana sigillata che irrora i gigli rinfrancandoli dai cardi della vita7. È sempre lei che nella quiete del cuore custodisce il respiro del Figlio (Lc 2,19), un respiro che blandisce le mura di Nazaret e mai smette di alitare i palpiti

1 “Sappiamo bene infatti che tutta la creazione geme e soffre fino ad oggi nelle doglie del parto; essa non è la sola, ma anche noi che possediamo le primizie dello Spirito, gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli, la redenzione del nostro corpo” (Rm 8,22-23). 2“ In realtà, è Gesù che cercate quando sognate la felicità; è Lui che vi aspetta quando niente vi soddisfa di quello che trovate; è Lui la bellezza che tanto vi attrae; è Lui che vi provoca con quella sete di radicalità che non vi permette di adattarvi al compromesso; è Lui che vi spinge a deporre le maschere che rendono falsa la vita; è Lui che vi legge nel cuore le decisioni più vere che altri vorrebbero soffocare. E' Gesù che suscita in voi il desiderio di fare della vostra vita qualcosa di grande, la volontà di seguire un ideale, il rifiuto di lasciarvi inghiottire dalla mediocrità, il coraggio di impegnarvi con umiltà e perseveranza per migliorare voi stessi e la società, rendendola più umana e fraterna” (Giovanni Paolo II, Veglia di preghiera in occasione della XV GMG, Roma Tor Vergata 19/08/2000) 3 “Voi siete il sale della terra, ma se il sale perdesse il sapore, con che cosa lo si potrà rendere salato?” (Mt 5,13) 4 “In lui, mediante il suo sangue, abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe, secondo la ricchezza della sua grazia. Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi con ogni sapienza e intelligenza, facendoci conoscere il mistero della sua volontà, secondo la benevolenza che in lui si era proposto per il governo della pienezza dei tempi: ricapitolare in Cristo, unico capo, tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra” (Ef 1,7-10) 5 “”Con Maria si orienta il cuore al mistero di Gesù. Si mette Cristo al centro della nostra vita, del nostro tempo, delle nostre città, mediante la contemplazione e la meditazione dei suoi santi misteri di gioia, di luce, di dolore e di gloria;… difatti il Rosario, quando non è meccanica ripetizione di formule tradizionali, è una meditazione biblica che ci fa ripercorrere gli eventi della vita del Signore in compagnia della Beata Vergine, conservandoli, come Lei, nel nostro cuore”. (BENEDETTO XVI) 6 “La contemplazione di Cristo ha in Maria il suo modello insuperabile. Il volto del Figlio le appartiene a titolo

speciale. È nel suo grembo che si è plasmato, prendendo da Lei anche un'umana somiglianza che evoca un'intimità spirituale certo ancora più grande. Alla contemplazione del volto di Cristo nessuno si è dedicato con altrettanta assiduità di Maria” (GIOVANNI PAOLO II, Lettera apostolica Rosarium Virginis Mariae, 10). 7 Cfr Is 35,1-5 e Ct 4,12-15

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della mangiatoia, un respiro che rallenta fino a diventare amara esalazione sul palo maledetto, per poi farsi vento nuovo e sospiro di sollievo nel vincolo mirabile del cenacolo. Ogni fazzoletto della terra percorsa da Gesù ancora vive quello stesso respiro e Maria invita ogni credente a inalarsene le narici; da madre premurosa qual è non disdegna di volgere i suoi occhi sulle creature misere – e talvolta miserabili – guardandole invece come persone8, portando un lampo di cielo in una grotta fetida9. Bernadette è tutta protesa verso la Signora senza macchia, i piedi annegati nell’acqua gelida sembrano già cogliere la direzione del nuovo andare; ora le sue mani non afferrano più la legna ma i grani bianchi di una corona, segni di un amore che anche una “buona a niente” può percorrere10; poi la “scopa” usata dalla Vergine viene riposta dietro la porta11 perché chiunque pregherà il Rosario con Bernadette possa scoprire l’umiltà del vero servizio.

8“ La Madonna mi guardava come si guarda una persona” (Bernadette) 9 Al tempo di Bernadette, la Grotta era un luogo sporco, oscuro, umido e freddo. Si chiamava " Grotta dei maiali", perché era il luogo dove si conducevano i maiali; poi Bernadette dirà: “quella grotta era il mio cielo”. 10 La superiora di Bernadette, nel giorno della sua professione religiosa, disse al vescovo che quella suora “non è buona a niente” e decise di non affidarle alcun incarico. 11 Bernadette dirà: “Io sono la scopa di cui la Vergine si è servita. Cosa si fa di una scopa quando abbiamo finito di usarla? La si mette dietro la porta. Quello è il mio posto, ci sto bene. Ci resto”.