Prefettura CONCERTO · 2018-05-28 · LUDWIG VAN BEETHOVEN (Bonn 1770 – Vienna 1827) Concerto per...

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CONCERTO Festa della Repubblica Teatro Civico - La Spezia Sabato 2 giugno 2018 ore 21,00 Solisti e Orchestra del Conservatorio di Musica“ G.Puccini” di La Spezia Direttore: Giovanni Di Stefano Ingresso Libero info: 0187 770333 - [email protected] Prefettura Ufcio Territoriale del Governo della Spezia

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CONCERTO Festa della Repubblica

Teatro Civico - La Spezia

Sabato 2 giugno 2018 ore 21,00

Solisti e Orchestra del Conservatorio di Musica“ G.Puccini” di La Spezia

Direttore: Giovanni Di Stefano Ingresso Libero

info: 0187 770333 - [email protected]

PrefetturaUfcio Territoriale del Governo della Spezia

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ANTONIO VIVALDI Concerto per fagotto, archi e basso continuoin Sol maggiore RV 493

Allegro ma pocoLargoAllegro Solista: Niccolò Sergi

FRANZ ANTON HOFFMEISTER Concerto per viola e orchestrain Re maggiore

AllegroAdagioRondò. Allegro

Solista: Maria Khiacheva

*** ANTONIO VIVALDI Concerto per flauto traverso, archi e basso continuo, Il Gardellino in Re maggiore RV 428 Allegro [Cantabile] Allegro

Solista: Emma Longo

LUDWIG VAN BEETHOVEN Concerto per pianoforte e orchestra n. 3in Do minore op. 37

Allegro con brio Largo Rondò (Allegro)

Solista: Gianluca Cremona

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ANTONIO VIVALDI

(Venezia 1678 – Vienna 1741)Concerto per fagotto, archi e basso continuo in Sol maggiore RV 493

Per fanciulle fagottiste. La produzione concertistica del compositore veneziano Antonio Vivaldi è notevolissima. Egli scrisse circa 500 concerti, di cui 37 per fagotto: si tratta dello strumento cui dedicò il maggior numero di concerti dopo il violino. La destinazione di questi lavori (eccetto RV 502 e RV 496) non è chiara, ma lo stile musicale, le caratteristiche della grafia e della carta dei manoscritti autografi indicano che la massima parte dei concerti per fagotto risale al periodo tra il 1720 e il 1741 nel quale Vivaldi, oltre a viaggiare in tutta Europa, si trova a collaborare con l’Ospedale veneziano della Pietà. Nel ‘700 venivano definiti Ospedali gli istituti che accoglievano bambini abbandonati, orfani o provenienti da famiglie disagiate, ai quali era fornita un’educazione dove l’istruzione musicale svolgeva un ruolo di primo piano. La Pietà fu uno dei quattro Ospedali femminili di Venezia, celebri per le qualità delle produzioni musicali; i concerti delle cantanti e strumentiste di questo istituto erano appuntamenti fissi per amanti di musica sia veneziani che stranieri. La collaborazione con Vivaldi (iniziata già dal 1703) si interruppe improvvisamente negli anni '20 per poi riprendere tre anni dopo: egli si impegnò a fornire due concerti al mese per le necessità dell’istituto.

Si può dunque pensare che il Concerto per fagotto RV 493 sia stato scritto per la Pietà, dove è probabile vi fossero autentiche virtuose di questo strumento. Esso era sicuramente diverso rispetto a quello moderno e il tipo di scrittura parrebbe suggerire un fagotto dotato di due sole chiavi .Nell’Allegro ma poco iniziale, dopo il solenne ritornello orchestrale, la parte del fagotto si presenta come un solo di autentica autonomia e cantabilità accompagnato da un basso continuo e da una parte orchestrale molto attiva. Alle parti solistiche del fagotto (caratterizzate da grandi salti di registro, scale veloci, ma anche frasi intensamente espressive) si alternano risposte e ripetizioni di sezioni che riprendono il ritornello iniziale. Il secondo movimento consiste in un Largo in mi minore: qui risalta l’enorme potenzialità espressiva del fagotto, con il suo timbro scuro e misterioso, accompagnato dalle lente pulsazioni regolari e dal tappeto continuo di accordi degli archi, pieni di intense dissonanze. L’ultimo movimento, invece, propone toni gioiosi grazie al tempo Allegro, dando nuovamente spazio alle capacità tecniche del fagottista. La parte orchestrale è sempre interessante e fornisce un sostegno accordale o un accompagnamento in semplice stile contrappuntistico di notevole finezza, mentre l’intensità sonora varia tra il piano e il fortissimo.

Mirco De Mattei

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FRANZ ANTON HOFFMEISTER (Rothenburg a. Neckar 1754 - Vienna 1812)Concerto per viola e orchestrain Re maggiore

Un attivo imprenditore.Franz Anton Hoffmeister fu un importante e prolifico compositore ed editore musicale. Nato in Germania, si trasferì a Vienna per studiare legge, ma prediligeva la musica e iniziò la carriera come organista: quasi trentenne intraprese poi l'attività di editore. Nel 1784 annunciò sulla Wiener Zeitung l'intenzione di pubblicare tutte le sue composizioni a sue spese e successivamente si dedicò all'edizione di opere di compositori come Haydn, Mozart, Beethoven, Clementi, Albrechtsberger, Dittersdorf, Vanhal e molti altri. La sua ditta ebbe grande successo: dal 1806 però Hoffmeister preferì dedicarsi maggiormente alla composizione. Nel suo catalogo troviamo varie opere di Mozart (da KV 478 a KV 577): ad esempio molti quartetti d'archi, fra cui il KV 499 detto Hoffmeister Quartett. Hoffmeister fu in contatto anche con Beethoven (che lo definì «fratello nella musica»), la cui Sonata Patetica op. 13 e le Sei variazioni sul tema "Tändeln und Scherzen" apparvero in prima edizione nel 1799. Anche come compositore fu molto attivo: scrisse 66 sinfonie, oltre 50 concerti, una decina di opere, di cui la più importante fu Der Königssohn aus Ithaka (Vienna 1795). Infine si occupò di musica da camera: scrisse una cinquantina di quartetti per archi e brani per svariati organici.

Il Concerto per viola in re maggiore fu composto probabilmente poco prima del 1799. Anche se opera di un editore, ci giunge in una fonte manoscritta non autografa: la prima edizione completa della partitura si ebbe solo nel Novecento. Si tratta di un brano estremamente raffinato che ricorda lo stile classico viennese (Mozart e Haydn): oggi è diventato anche un pezzo obbligatorio per tutti i violisti che vogliono t en ta re un ' ammiss ione a un 'o rches t ra professionale. Si apre con un ampio Allegro in forma sonata: come di consueto l'orchestra espone il primo tema in re maggiore senza solista, ma la vera esposizione arriva con la viola che modula poi in la maggiore. Il secondo tema entra con un carattere dolce e iniziano a sentirsi arpeggi di bicordi, ripetuti in eco. Poco prima di concludere vi è la cadenza solistica, che all'epoca era improvvisata: oggi si eseguono solitamente cadenze preparate da solisti moderni. Segue l'Adagio, di carattere cantabile e rilassato, in forma a-b-a, in re minore. L'introduzione dell'orchestra presenta diversi temi ricchi di arpeggi e sincopi; segue un interludio arricchito di abbellimenti, prima in tonalità maggiore e poi in minore. Il Rondò conclusivo, in forma a-b-a-c-a-d-a, ha un tono scherzoso ed è caratterizzato dalle ripetizioni in eco nella parte del solista. L'ultima sezione culmina con una cadenza sospesa che dà ancora spazio all'improvvisazione dalla viola, prima dell'ultima ripresa orchestrale.

Francesco Lecis

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ANTONIO VIVALDI

(Venezia 1678 - Vienna 1741)Concerto per flauto traverso, archi e basso continuo, Il Gardellinoin Re maggiore RV 428

Musica ornitologica. Dei 14 concerti solistici per flauto traverso di Antonio Vivaldi pervenuti completi fa parte Il Gardellino (RV 428), terzo dei Sei concerti op. X, pubblicati nel 1729 ad Amsterdam. L'op. X viene considerata la prima organicaraccolta a stampa di concerti per flauto traverso e fu probabilmente commissionata dall’editore per arricchire il proprio catalogo con composizioni per uno strumento (il traversiere, un po' diverso dal flauto moderno) che proprio in quegli anni iniziava ad acquistare popolarità. Cinque dei sei concer t i sono r ie laborazioni d i opere preesistenti, di cui tre sono concerti a programma (La Tempesta di mare, La Notte, Il Gardellino), tra i più evocativi della produzione vivaldiana, spesso inclinata al descrittivismo naturalistico.La trasformazione del Gardellino, che in versione originaria (RV 90) si presentava come concerto da camera (per flauto, oboe, violino, f ago t to e basso con t inuo) , i n l avoro autenticamente solistico non comportò problemi eccessivi, dato che già si configurava come concerto solistico mascherato.La tonalità maggiore del concerto e del suo movimento centrale attestano la propensione verso un sentimento estroverso e brillante, caratterizzato da accentigiocosi ed idilliaci.

Il pregnante primo movimento (Allegro) è costituito da un ritornello eseguito dal tutti che viene iterato, in versione ridotta, in tre riprese, intercalate da tre episodi solistici piuttosto liberi costituiti da materiale molto spesso nuovo rispetto a quello presentato inizialmente, nei quali si sfoggia il repertorio “ornitologico” vivaldiano: trilli, salti melodici ritmicamente sempre più incalzanti, rapide scalette ascendenti e note ribattute nel registro acuto riproduconoinfatti alla perfezione il canto di un cardellino. Segue il cullante Cantabile dove la melodia del flauto/cardellino evoca un’atmosfera diidilliaca pace bucolica. Nel terzo movimento Allegro episodi solistici si alternano ai ritorni dei tutti, presentando dialoghi tra flauto e archi di magnifica imitazionenaturalistica. Il brillante modello ornitologico fornito da Vivaldi, funse probabilmente, secondo un'affascinante ipotesi, da fonte concettualeper la creazione della scena al ruscello inserita da Beethoven nel secondo movimento della Sinfonian° 6 Pastorale (1808). Nella scena, oltre all’usignolo, alla quaglia e al cucù, compareproprio il cardellino che si manifesta come nelle battute di apertura del concerto di Vivaldi. D'altra parte l'imitazione del canto degli uccelli è un tema diffuso e frequentato nella musica di tutti i tempi, da Janequin a Messiaen, da Stravinskij a Charlie Parker.

Simone Scarpellini

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LUDWIG VAN BEETHOVEN

(Bonn 1770 – Vienna 1827) Concerto per pianoforte e orchestra n. 3in Do minore op. 37

La crisi e il suo superamento. Il Terzo dei cinque concerti per pianoforte e orchestra di Beethoven fu composto tra il 1800 e il 1802, tuttavia la datazione precisa della genesi dell'opera risulta difficile. Riferimenti ai temi presenti in questo concerto si trovano su appunti risalenti a un arco di tempo compreso tra il 1796 e il 1798. Successive notizie ci informano che «un importante lavoro reca, nelle mani del Maestro stesso, la data del 1800. È il grande Terzo Concerto per pianoforte e grande orchestra in Do minore» (A. W. Thayer). Ancora più mistero reca l'interpretazione della datazione autografa rinvenuta sul manoscritto dell'op. 37, dove l'ultimo 0 della data 1800 somiglia in effetti a un 3. Queste e altre molteplici fonti discordanti ci lasciano con un dubbio: se considerare questo concerto precedente o successivo a un documento di fondamentale importanza per la biografia di Beethoven, il cosiddetto Testamento di Heiligenstadt , datato 6 ottobre 1802. Il Testamento fu il momento di svolta per il compositore viennese; ormai consapevole della sua crescente sordità, si confida con i due fratelli riguardo la sua condizione. Beethoven però non si fa scoraggiare dal suo male e, anzi, coglie l'occasione per migliorarsi.

Da qui prende avvio quello che solitamente è definito periodo Eroico. Beethoven eleva se stesso alla figura di musicista intellettuale, affidandosi la missione di comunicare all'umanità un messaggio. È il periodo della celebre Sinfonia n. 3 Eroica e della Sonata per pianoforte op. 53 Waldstein. Nella "nuova" musica di Beethoven si avverte un'esigenza di grandiosità, le opere divengono più lunghe e complesse e l ' intenzione "universale".Non da meno è il Terzo concerto. Nel primo movimento Allegro con brio l'introduzione dell'orchestra enuncia i due principali temi: il primo è energico, puramente ritmico, mentre, l'altro molto più melodico e cantabile, quasi mozartiano, lascia spazio a ornamenti del pianoforte. Segue poi l'entrata del solista e inizia il lungo dialogo con l'orchestra, articolato sui due temi precedenti. Nel movimento centrale ci attende un'atmosfera soave, caratterizzata dal canto ornato del pianoforte e dagli interventi solistici di flauto e fagotto. Il Rondò è il movimento con il carattere più brillante. Strutturato con le classiche ripetizioni, inizia con il tema del refrain suonato dal pianoforte. Per tutto il movimento solista e orchestra si inseguono in quella che ricorda una danza. Dopo la cadenza finale, il Presto conclude il concerto. Il Terzo concerto fu eseguito per la prima volta da Beethoven stesso a Vienna il 5 aprile 1803.

Nicola Sciarpa

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Orchestra del Conservatorio Giacomo Puccini della Spezia

Violini I Michela Puca - Prof.Monica Socci - Mattia Aita - Martina Tedeschi Tommaso Bruno - Liù Xinyi - Arianna Giannecchini Francesca Fratino

Violini II Benedetta Matteoni - Prof. Ruggero Marchesi Aurora Pia Argentino - Gennaro Scacchioli - Gaia Maria Figus Viola Tognoni - Giordano Musetti - Francesca Alessandra Marchi Viole Martina Calvano - Prof. Fabrizio Merlini - Maria Khachieva Edoardo Maria Palandri Raggi - Maria Antonietta Zinno Maddalena Vitali

Violoncelli Francesco Genovesi - Nicolò Zappavigna - Alicia Fuentes Prof. Carlo Benvenuti - Gabriele Ferdeghini

Contrabbassi Prof. Francesco Mercurio - Giovanni Biancalana - Simone Angeli Marta Viola

Flauti Ge Koukou - Matilde Sani

Oboi Mattia Ciampi - Carlo Veo

Clarinetti Luca Bianchi - Arianna Rossi

Fagotti Niccolò Sergi - Michele Bruno

Corni Mirco De Mattei - Andrea Gatto - Nino Giustolisi - Costanza Pennucci

Trombe Giulia Noceti - Giuseppe Sarno - Lorenzo Capurro Timpani Tommaso Scopsi

Direttore: Giovanni Di Stefano

Le note di sala sono a cura degli studenti dei corsi di Storia della Musica

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Ingresso Libero info: 0187 770333 - [email protected]