Prefazione - staticmy.zanichelli.it · compendio Agopuntura in Oncologia, dimostrazione...

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Ho avuto modo di accompagnare per tre anni un medico agopuntore colpito da un tumore che si è esteso rapidamente. Mi chiedeva sempre di intervenire per trattare soprattutto i sintomi, alcuni dei quali erano assai intensi o dolorosi, ed entrambi siamo rimasti sorpresi dall’efficacia dell’agopuntura, che spesso, a livello sintomatico, ha permesso di evitare il ricorso a trattamenti allopatici. Mi sono reso conto così che sot- tovalutavamo non poco le potenzialità dell’agopuntura in questo campo. Mi fa molto piacere perciò vedere che adesso i miei amici italiani di ALMA AGOM, basandosi su una profonda conoscenza della medicina tradizionale cinese, fanno ancora di più, e con questo volume ci mettono a parte della loro esperienza. Sicuramente la medicina tradizionale cinese ha un ruolo in Occidente nel XXI secolo. Innanzitutto perché è una medicina con la sua fisiologia, la sua diagnostica, le sue terapie, e poi perché è una medicina tradizionale radicata nella tradizione cinese e in particolare taoista e, in quanto medicina tradizionale, ci offre una visione origi- nale della vita che allarga i nostri orizzonti, o addirittura li sovverte, e ci arricchisce. Ha pertanto il suo spazio, in parallelo alla medicina occidentale, nell’interpretazione e nel trattamento di malattie gravi come il cancro. Questo libro dà un contributo note- vole alla sua definizione. Prefazione di Jean-Marc Kespi

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Ho avuto modo di accompagnare per tre anni un medico agopuntore colpito da un tumore che si è esteso rapidamente. Mi chiedeva sempre di intervenire per trattare soprattutto i sintomi, alcuni dei quali erano assai intensi o dolorosi, ed entrambi siamo rimasti sorpresi dall’efficacia dell’agopuntura, che spesso, a livello sintomatico, ha permesso di evitare il ricorso a trattamenti allopatici. Mi sono reso conto così che sot-tovalutavamo non poco le potenzialità dell’agopuntura in questo campo.

Mi fa molto piacere perciò vedere che adesso i miei amici italiani di ALMA AGOM, basandosi su una profonda conoscenza della medicina tradizionale cinese, fanno ancora di più, e con questo volume ci mettono a parte della loro esperienza.

Sicuramente la medicina tradizionale cinese ha un ruolo in Occidente nel XXI secolo. Innanzitutto perché è una medicina con la sua fisiologia, la sua diagnostica, le sue terapie, e poi perché è una medicina tradizionale radicata nella tradizione cinese e in particolare taoista e, in quanto medicina tradizionale, ci offre una visione origi-nale della vita che allarga i nostri orizzonti, o addirittura li sovverte, e ci arricchisce. Ha pertanto il suo spazio, in parallelo alla medicina occidentale, nell’interpretazione e nel trattamento di malattie gravi come il cancro. Questo libro dà un contributo note-vole alla sua definizione.

Prefazione

di Jean-Marc Kespi

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Il m‘a été donné d’accompagner pendant trois ans un médecin acupuncteur dont le cancer s’est vite généralisé. Il me demandait toujours d’intervenir en premier pour corriger ses symptômes dont certains étaient très intenses ou très douloureux. Nous avons été surpris de l’efficacité de l’acupuncture qui, souvent, au niveau symptoma-tique, a permis de ne pas recourir à un traitement allopathique. Je me suis alors dit que nous sous estimions beaucoup les possibilités de l’acupuncture dans ce domaine. Aussi suis je aujourd’hui très heureux de voir mes amis italiens de l’ALMA AGOM, s’appuyant sur une connaissance profonde de la MTC, aller beaucoup plus loin et nous faire bénéficier par cet ouvrage de leur expérience.

Il est vrai que la MTC a sa place en Occident au 21éme siècle. Car, tout d’abord, c’est, une médecine avec sa physiologie propre, sa physiopathologie, son diagnostic et ses traitements. Qui plus est c’est une médecine traditionnelle qui s’enracine dans la tradition chinoise, taoïste en particulier; et, parce que traditionnelle, elle nous offre une vision originale du vivant qui ne peut qu’élargir notre regard, même le bouleverser, et nous enrichir. Aussi a-t-elle sa place, parallèlement à la médecine occidentale dans la compréhension et le traitement.de maladies graves comme le cancer. Cet ouvrage contribue largement à la définir.

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Non è possibile trovare e dare risposte se non si sono riconosciute le domande.

Carlo Maria Martini

Il Cerchio della Vita

La vita umana è un arco o un cerchio?Accolgo con entusiasmo l’invito ad aggiungere un mio contributo a questo nuovo

compendio Agopuntura in Oncologia, dimostrazione dell’impegno scientifico, clinico e umano da parte del dottor Carlo Moiraghi e della dottoressa Paola Poli, anche per la loro generosità ad aiutare da anni in modo volontario persone sofferenti negli angoli più poveri e nascosti nel mondo anche con l’agopuntura.

Molte sono le cose straordinarie, ma nulla v’è di più straordinario dell’Uomo.Sofocle

Oggi si tratta di compiere un passo significativo nelle conoscenze e ipotesi dei mec-canismi di azione per la validità del supporto integrativo della medicina tradizionale cinese per migliorare la salute e la qualità di vita delle persone malate di patologie tumorali.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce la salute come uno stato di completo benessere psico-fisico-sociale dell’uomo dinamicamente integrato nell’am-bito naturale e sociale, e non solo assenza di malattia.

Ci sono state delle trasformazioni nella nostra società, che hanno decisamente cam-biato la percezione che i cittadini hanno dell’assistenza medica. Oggi alla professione medica viene chiesto non solo di curare la fase acuta di una malattia, ma di accom-pagnare la persona nell’arco della vita per garantirne il suo benessere promuovendo la Cultura della Cura.

Curing versus caring. Il primato del soggetto malato visto come «persona»

Per anni ho assistito a sterili discussioni sul primato tra la medicina occidentale e la medicina tradizionale cinese, caratterizzando la prima per un principio di identità, di arte di deduzione, di pensiero speculativo e scientifico, mentre la seconda veniva connotata per l’approccio osservazionale, per il procedimento analogico e il metodo del simbolismo, con una visione di insieme psicofisico e ambientale.

Questo compendio cerca di superare anche culturalmente questo decennale dua-lismo integrando i due modelli e si pone decisamente su un percorso innovativo oli-

Introduzione

di Paolo Notaro

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Introduzione ISBN 978-88-08-78001-0XVI

stico di patient-oriented medicine, che coniuga competenza, ricerca metodologica scientifica, indicatori di risultati misurabili, appropriatezza e cura dei bisogni della singola persona malata, con tutto ciò che una scienza medica unica convergente occi-dentale e orientale può garantire.

L’obiettivo principale è cercare di contribuire a migliorare la qualità di vita della singola persona malata anche con la medicina tradizionale cinese, stimolando un aspetto di speranza pur in un contesto clinico che non lascia illusioni e in uno stato psicologico caratterizzato dalla paura.

Le parole e i gesti di chi cura e chi si prende cura dei malati hanno un’influenza sui colle-gamenti sinaptici. La vera speranza, che è formata da una parte cognitiva e da una parte affettiva, può mitigare la paura e aiutarci a restare in equilibrio per riconoscere i pericoli in modo da affrontarli.

Jerome Groopman, Anatomia della speranza

Ogni attimo di vita può essere un’alba o un tramonto. La crescita evolutiva dell’uomo è un fatto continuo, rapido dalla nascita alla maturità, poi sempre più lento fino al momento apparentemente opposto, quello della malattia o dell’invecchiamento, che invece di sviluppo può essere chiamato differenziazione per alcuni aspetti evolutivi e per altri involutivi. Momenti successivi concatenati tra loro che hanno influenza uno sull’altro, per cui il passato è determinante per il futuro: non è possibile conoscere bene un individuo senza ascoltare la sua storia.

La presa in carico, il farsi carico diretto, o il demandare alle istituzioni pubbliche o private, fa riferimento a due tipologie leggendarie: essere come Ulisse o come Enea? Ulisse è focalizzato sul piano dell’intelletto, dell’avventura e dello spirito di ricerca, recide gli ormeggi familiari e va verso un mondo nuovo di conoscenze e di innova-zioni. Enea sceglie di continuare il suo viaggio con il padre Anchise, il suo passato carico di storia e di memoria, portato in modo reverenziale sulle spalle, e il figlio Asca-nio, il suo futuro, tenuto responsabilmente per mano.

Due diverse velocità, una diretta, innovativa, in accelerazione continua, l’altra modulata, un andare lento senza perdere di vista nulla, in una relazione di aiuto, una lentezza che diventa un pregio.

Dai contenuti presentati dagli autori si evince che l’utilizzo integrativo-comple-mentare della medicina tradizionale cinese, e in particolare dell’agopuntura, ha come scopo quello di utilizzare al meglio le risorse di ogni malato per combattere la malat-tia, perseguendo sempre una informativa realistica e una consapevolezza appropriata della persona malata.

I malati affetti da malattia tumorale vengono trattati anche mediante l’agopuntura, che segnalo rappresenta una delle articolazioni della medicina tradizionale cinese insieme alla dieta, alla fitoterapia e alla ginnastica energetica. I trattamenti di agopun-tura affiancano, integrando e mantenendo tutte le usuali terapie occidentali ove indi-cate (chirurgia, chemioterapia, radioterapia, e terapia dei sintomi), per assistere e sostenere il malato nel proprio percorso.

È stato intrapreso un trattamento mirato al contenimento dei sintomi associati misurando gli esiti sulla qualità di vita, in particolare per il dolore, l’insonnia, il vomito, l’astenia, per l’inefficacia o per gli effetti collaterali dei farmaci specifici, la cui som-ministrazione non viene mai interrotta.  

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La caratteristica propria della medicina cinese è di agire sulla reattività individuale. Gli aghi non veicolano alcuna sostanza estranea, ma sollecitano il corpo, agendo sul sistema omeostatico, per stimolare delle funzioni carenti o eliminare degli impedi-menti funzionali. È l’individuo che risponde a questo stimolo.

Da questa particolarità deriva la sua efficacia nel ridurre gli effetti collaterali dei farmaci o nell’accelerare i processi di «disintossicazione».

Il sistema dei punti di comando presenti sui meridiani fornisce una via di accesso all’apparato immunitario, ed è universalmente riconosciuto che la vera battaglia a lungo termine con il cancro si combatte sul fronte immunitario.

È insieme che si vince, alleati, terapeuti, competenze e malati, tutti contro il nemico comune.

L’agopuntura mette a disposizione degli strumenti per supportare terapeutica-mente non sulla patologia tumorale X o Y, ma su quella persona specifica e unica che, in questo momento della propria vita, sta combattendo contro il cancro. E l’agopun-tura porta avanti questa lotta a modo proprio, tenendo conto, nella lotta, della costi-tuzione fisica del soggetto, del suo vissuto, della sua reattività e del suo sistema immunitario.

Le persone affette da patologia tumorale in fase attiva se non terminale sono carat-terizzate da un quadro di cosiddetto dolore totale. Sono frequenti le affermazioni da parte dei malati: “Ho paura della paura”, “Ho paura di soffrire ancora di più che di morire”, “Ho paura di dormire per paura di non svegliarmi più”.

Il dolore totale trasforma la persona psicologicamente ed emotivamente, ma tra-sforma anche il ricordo delle percezioni e la plasticità neurologica delle stesse fibre nervose al punto che le leggi della biochimica e della neurofisiologia vengono sem-pre più supportate anche dalle leggi della moderna fisica quantistica, per cercare di comprendere l’evoluzione e la rapidità di certi fenomeni.

Il dolore totale in modo schematico è la somma di diverse variabili:

• Dolore fisico. Sintomi fisici della nocicezione patologica degenerativa primaria o metastatica,

a diversi livelli anatomici, con interessamento anche delle radici nervose, neu-ropatia per esiti degli stessi trattamenti, sindrome dolorosa a volte refrattaria e di difficile controllo malgrado l’utilizzo massivo di tutti gli analgesici maggiori, quadro di stanchezza, astenia, apatia, inversione dei ritmi circadiani di sonno-veglia, invalidità, perdita dell’autonomia motoria con alto rischio di caduta, fino all’allettamento, collateralità centrale farmacologica, rischio di alterazione del sensorio.

• Dolore socioeconomico. Perdita di status sociale, perdita di guadagno, perdita di potere, perdita di ruolo,

senso di abbandono, preoccupazione per la famiglia.

• Dolore psicologico. Solitudine, essere soli e sentirsi soli, incomprensione, ansia, depressione, paura del

dolore, inefficacia terapeutica, paura del ricovero, fino ad alterazioni comporta-mentali di aggressività (autodifesa), modificazione dell’aspetto, bisogno di ascolto e di supporto psicologico.

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• Dolore spirituale. Paura della morte e del morire da soli – non sempre nel confort del proprio letto e

con intorno i propri cari, lontani da casa – inquietudine, perdita della dignità, del controllo del proprio corpo, incertezza, ridotta autonomia mentale, disperazione, crisi religiosa.

Diventa pertanto fondamentale lavorare su diversi aspetti:

• saper leggere la naturalità degli eventi;• semplificare le complessità;• operare secondo la proporzionalità delle cure;• dare valore alle capacità residuali;• creare empatia attraverso affinità d’intenti e ascolto, per arrivare a un’alleanza tera-

peutica che migliora l’aderenza alla terapia e alla finalità della cura;• trasversalità della comunicazione interdisciplinare: andare oltre il caso clinico per

arrivare alla persona, a «quella» persona nella sua specificità e unicità.

Ho l’onore di dirigere il Centro di Terapia del Dolore di II livello dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda, punto di riferimento algologico sul territorio nazionale.

Lavorando tutti i giorni e da diversi anni con persone sofferenti, sostengo da sem-pre che i medici sono persone che cercano di curare altre persone e nessuno può pen-sare con presunzione di trovare da solo una formula magica tale da risolvere tutti i bisogni e le complessità della persona malata, e del suo dolore dovuto a patologie degenerative che perdurano nel tempo (croniche), e ancor più in situazioni patologi-che degenerative purtroppo a termine.

Ma nella stessa misura ritengo che avere umiltà, nella complessità delle situazioni, vuol dire riconoscere i propri limiti e avere la capacità di mettersi in discussione. Ciò non significa fermarsi, ma al contrario agire. È necessario intraprendere tutti gli sforzi possibili, organizzativi e professionali, per aiutare le persone malate, lavorando sem-pre al meglio in team multidisciplinari, stimolando anche gli stessi cittadini e le orga-nizzazioni di associazionismo con azioni di empowerment, volte a dare speranze ma senza pregiudizi e paure culturali ex ante, per evitare nocive resistenze al cambiamento.

Un’organizzazione sanitaria e delle professioni sanitarie fondata sulla centralità dei bisogni della persona malata non è un claim, ma un obiettivo da costruire e per-seguire ogni giorno, da parte di ognuno di noi, nelle proprie diverse dimensioni scien-tifiche, culturali, etiche, organizzative e umanistiche, in cui il patient engagement rappresenta una nuova frontiera di crescita.

A proposito di team, visto che il libro degli autori è coraggioso, anche questa intro-duzione diventa particolare, e ringrazio per il loro contributo la dottoressa Maria Cesarina Montagna e il dottor Carlo Dell’Agnola, coinvolti inconsapevolmente nelle presenti riflessioni e in questa stesura.

Personalmente non sono un esperto di MTC. Confesso che per anni sono stato molto diffidente, in particolare verso certi approcci troppo riflessoterapici e protocol-lati per i sintomi e poco in realtà sulla persona; il confronto con la competenza, la metodologia e la curiosità degli autori ha evoluto il pensiero scientifico con dei nuovi saperi e pertanto li ringrazio.

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Termino dando ragione a Giuseppe Verdi, con una mia lieve aggiunta rispetto alla metafora della professione medica:

Torniamo all’antico con nuovi strumenti: sarà un progresso.

Buona lettura.Paolo NotaroDirettore del Centro di Terapia del Dolore di II livello dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano di Niguarda, MilanoFondatore e già Presidente di NOPAIN onlus Fondatore e già Presidente di FON – Federazione delle Onlus di Niguarda

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