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    IMPOSSIBILE PENTIRSI

    Prefazione dell'Autore

    Questa la storia di un perdente. Una storia iniziata sui banchi e sui piazzali della Accademia

    Aeronautica e approdata sui banchi degli imputati in procedimenti militari - penali e disciplinari -

    che si sono conclusi con l'infamante provvedimento della rimozione dal grado e della conseguente

    espulsione dalle Forze Armate. Ma una storia non ancora conclusa, anche se molti ed in molti

    modi avrebbero voluto scrivere la parola Fine.

    !' anche la storia di altri perdenti. "erch la storia di una speranza - una utopia forse - perseguitata

    e violentata come tutte le speranze della storia. !ssa diviene infatti un pezzo della storia del

    Movimento #emocratico dei Militari e un pezzo della storia di alcuni degli uomini che si

    riconobbero nei valori e nelle speranze di $uel Movimento.

    %el tentativo cio di dare dignit& e coscienza costituzionali ad un mondo separato, come erano le

    Forze Armate e dare diritto di cittadinanza per la (ostituzione #emocratica, i )uoi principi e le

    )ue garanzie, in una *stituzione che conservava invece intatta la natura aristocratica ed

    antipopolare della sua originaria vocazione, e che si autoriconosceva ed attribuiva un ruolo

    sovracostituzionale di "otere Militare.

    Questa natura e $uesta realt& sono spesso ben occultate dalla retorica di uomini ed ambienti politiciche continuano a pensare se stessi come detentori del potere - i "rincipi - di cui le F.A.

    dovrebbero rappresentare la garanzia pretoriana per la conservazione. )ono al tempo stesso ben

    mimetizzate agli occhi della "ubblica +pinione dalla apparente e dichiarata mansuetudine delle

    stesse F.A. alle funzioni ad esse costituzionalmente attribuite. Una mansuetudine tuttavia smentita

    da vicende storiche che si rincorrono, senza soluzione di continuit&, dalla fine della )econda uerra

    Mondiale dal )ifar a ladio, dai ripetuti piani - ora )olo, ora orghese, altre volte rimasti

    ignoti alla pubblica opinione /ne illustreremo alcuni in $uesto libro0 - alle infinite stragi impunite.

    )empre per dare corpo ai montanti furori pi1 o meno dichiarati, che altri celiavano come

    tintinnio di sciabole.

    %on era certamente facile opporsi a $uesto sistema autoritario e violento che stravolgeva ogni

    previsione costituzionale, e tuttavia dovevamo provarci. "er fedelt& al giuramento fatto a $uella(ostituzione, per fedelt& a noi stessi ed a $uello che, con $uel giuramento, avevamo accettato e

    scelto di essere i garanti della #emocrazia e della 2ibert&, per i cittadini di $uesto "aese e le sue

    *stituzioni, a $ualsiasi costo. ! naturalmente abbiamo perso. (on la stessa consapevolezza con cui

    avevamo ingaggiato la lotta. (on la amara esperienza di aver combattuto per lo )tato, ma di non

    aver potuto combattere con lo )tato, perch pezzi interi di $uello )tato erano schierati contro di noi,

    nel campo avverso.

    2a storia dei perdenti potrebbe sembrare inadeguata in momenti storici in cui si celebra la societ&

    della apparenza e del successo.

    Ma la storia ad insegnare che si pu3 essere perdenti senza essere mai vinti. (he il cammino della

    storia un cammino di civilt& solo per la ostinazione dei perdenti mentre i tanti vincenti della

    storia $uasi mai hanno raggiunto e raccolto la pienezza della vittoria. *l potere, raggiunto econservato con la violenza e la ferocia pi1 ignobili, non ha spesso resistito ai rovesci di una storia

    che conserva tutta la sua profonda ironia per le smanie ed i desideri di onnipotenza di piccoli

    uomini.

    %on necessario scomodare la memoria delle brevi ed effimere stagioni del %azismo e del

    Fascismo e le loro tragiche conclusioni di cui "iazzale 2oreto conserva tutto il suo spessore

    simbolico /che ben difficilmente le se$uenze di un $ualsiasi (ombatt-film potranno riuscire a

    sminuire0. asta guardare alla storia di 4ammamet, dei tanti finanzieri d'assalto degli ultimi anni, ai

    tragici ma miseri suicidi /perch tali rimangono, cio miseri, rispetto ad un gesto che in altri tempi o

    per altri uomini ha sempre avuto ed avr& una dimensione di altissima dignit& e capacit& di lottare

    oltre il sopportabile0 dei grandi uomini della finanza e della politica corrotte, $uando, ormai scoperti

    nelle loro miserie ed ignobilt&, non hanno saputo stare di fronte alle proprie responsabilit&. !danche in $uesti finali amari e tragici hanno trovato il conforto dei grandi - 5escovi o politici -

    incapaci di analizzare i crimini contro i poveri di coloro che furono loro amici, pupilli, compagni

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    di mense, non certo frugali.

    isogna invece che noi conserviamo ed alimentiamo la memoria della violenza che hanno operato

    gli aspiranti vincitori. 6icordare non basta. Memoria un ricordo attivo che vuole comprendere i

    meccanismi, le cause e dun$ue le ragioni che determinarono una storia, e sa rileggerle nel presente

    per capirne le mutazioni e le mimetizzazioni nelle forme nuove in cui $uella stessa violenza torna

    e torner& ad esercitarsi. Forme diverse sempre pi1 evolute e sofisticate. !' dun$ue solo la Memoria a

    dare senso al proprio impegno per costruire un futuro in cui si possa sperare che $uella violenzanon torni a mostrarsi, con volti diversi ma la con medesime atrocit&, per il nostro passivo ed ignaro

    consenso.

    "erdere la Memoria storica ci rende estranei a noi stessi, incapaci di riconoscere le nostre radici,

    di capire il nostro presente, di costruire un $ualsiasi futuro.

    %on ci lecito dimenticare che il desiderio di 2iberazione e di #ignit& di ogni "opolo, la ricerca di

    5erit& e iustizia di ogni uomo non sono mai stati completamente soffocati e vinti dalla repressione

    e dalla violenza, dalle persecuzioni e dagli stermini. "erch sempre $ualcuno si alzato a

    rivendicare la forza dei 5alori dell'Uomo. ! la 5ita sempre stata vittoriosa sulla morte e sui suoi

    gabellieri. %on solo il popolo !breo ad aver riconosciuto conservato e sviluppato la sua profonda

    dignit& ed identit& dalle persecuzioni patite nella storia. !' l'Uomo che ha ricosciuto via via la sua

    originaria sovranit& come Umanit&-"ersona dalle infinite e tragiche violenze della storia.!d in $uesto cammino di liberazione anche i salvatori di un particolare e contingente frangente

    della storia sono avvertiti per $uello che sono strumenti, solo strumenti di una storia che non ha

    bisogno di loro come uomini della "rovvidenza. !ssi spesso si fanno invece da liberatori che

    furono, i nuovi dispotici padroni. Accadde con (iro di "ersia, accaduto con gli )tati Uniti

    d'America, accadr& ogni volta che, di fronte ad una liberazione, i piccoli ed i semplici non saranno

    aiutati a rivendicare la propria dignit&. "erch ogni liberazione un atto dovuto all'Uomo, dun$ue a

    se stessi. ! come tale atto dovuto ogni prezzo, ogni sofferenza pagata per raggiungere $uella

    liberazione per raggiungerla insieme, vittima e liberatore.

    ! cos7 per $uanto i vincenti possano rifugiarsi nella celebrazione del potere, dell'impotenza dei

    singoli di fronte ad esso, rimane la angosciosa domanda di "ilato (os' la 5erit&8, di fronte alla

    sconcertante rivelazione che gli veniva da un perdente assoluto e che gli ricordava $uanto effimero

    fosse il suo potere, comun$ue condizionato dalla sottomissione ad un potere pi1 grande del suo.

    !ccezionale analisi politica e sociale di un povero che altri nella storia ha poi storpiato ed usato

    /volendola spacciare come affermazione della natura divina di ogni potere politico0 con

    l'inconfessato fine di giustificare l'uso del potere temporale allo scopo di esercitare il proprio

    istinto di violenza per la conservazione, volendo comun$ue conservare l'ineffabilit& di un ruolo

    spirituale totalmente disincarnato. #isincarnato certamente dal destino dell'Uomo, non certo dalla

    ricerca del potere, per39

    !bbene $uella domanda di "ilato condanna costoro al ruolo di servi del potere e non mai di

    servitori dello )tato. ench vincenti, la storia li ricorda solo per le nefandezze compiute contro il

    popolo, i poveri ed i giusti, come avviene dei gerarchi nazi-fascisti. "erch essi non sanno giocare lapropria pelle per cercarla, la 5erit&, e leggerla nella storia degli uomini n vogliono perseguirla, la

    iustizia, servendola con l'umilt& del povero e la forza del profeta.

    %on c' alcuna autogratificazione nell'esprimere $ueste convinzioni. * prezzi davvero disumani che

    ciascuno di noi ha dovuto pagare - nella carriera, nella famiglia, nella sicurezza personale e nella

    stabilit& psicologica - non consentirebbero simili atteggiamenti puerili.

    "otrebbe anche pensarsi che simili convinzioni siano scontate per chi come me sia un credente.

    !ducato cio a riconoscere la vittoria nella umiliazione estrema di es1 crocifisso, per la fiduciosa

    speranza che si fa certezza di Fede in una 6esurrezione.

    :uttavia proprio nei tanti non-credenti al cui fianco ho militato, e che hanno speso tutto per gli

    stessi valori etici che mi animavano, pur partendo da matrici affatto diverse, che ho potuto leggere

    la forza inarrestabile delle idee e dei valori e l'impossibilit& per $ualsiasi fede o ideologia dirivendicarne una specie di esclusiva. !ssa infatti la forza dello )pirito dell'Uomo. (erto, $uesto,

    per me credente, ha significato convincermi ancor pi1 di $uanto ogni Uomo possa partecipare alla

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    6ivelazione ed al progetto di )alvezza, per $uella scintilla di 5erit& e desiderio di !ternit& che

    in ciascuno, e che a me rivela la nostalgia di infinito - di #io - che riposa nel cuore di tutti, e che

    in tutti pu3 esplodere con forza inaspettata, solo avessimo voglia di farla germogliare.

    Ma proprio $uesta esperienza ad avermi liberato da $uel sacro fuoco di saccenteria e apologia,

    di proselitismo e becero moralismo che in $ualche misura avevo condiviso con certa specie di

    cattolici. !ssi, cos7 impegnati a proclamare la 2egge di #io, ed a pronunciare in )uo nome

    anatemi e condanne, da dimenticare la Misericordia e la iustizia. :anto impegnati a giudicare danon avere pi1 il tempo ed il modo per testimoniare in prima persona, pagandone il prezzo, i valori

    del 6egno nel $uale dicono di credere. 2a iustizia anzitutto, che frutto della 5erit&, la $uale

    nasce solo dalla 2ibert& totale alla $uale ci conduce lo )pirito che riposa in noi.

    2a iustizia. !ssa non , come ai pi1 comodo credere, il ristabilire un e$uilibrio manomesso

    attraverso una $ualche compensazione legalmente stabilita come riparatrice la legge del taglione.

    Ma solo Fare ci3 che giusto. !d allora non c' pi1 spazio per il calcolo e la convenienza.

    Quando si sceglie di privilegiare i valori, ci3 che si fa lo si fa solo perch giusto. (osti $uello che

    costi nella oscurit& di un cammino.

    Ma $uesta consapevolezza l'ho incontrata piuttosto nei cosiddetti laici, che devono rispondere

    solo alla propria coscienza, che non nei tanti cosiddetti credenti o funzionari o ministri del culto

    che - nelle F.A. come in tanti settori della vita ordinaria, pubblica, civile o religiosa - ostentanopomposamente e con retorica la propria fede nelle sole celebrazioni rituali ma la negano

    ostinatamente e la tradiscono sistematicamente nelle liturgie $uotidiane della vita vissuta. %on ho

    perso la mia Fede ma essa certamente divenuta altro in $uesta esperienza in cui la "arola vera

    solo se si incarna ogni giorno in gesti e scelte conseguenti.

    !' necessario per3 riflettere assieme a $uanto la terribile tentazione nostrana del tengo famiglia ci

    induca spesso ad essere indulgenti verso coloro che hanno ceduto. )emprech il loro cedimento e

    dun$ue la loro corruzione non abbia determinato costi diretti e mortali alla nostra vita, come

    avvenuto invece per coloro che hanno visto devastate da stragi impunite la vita dei loro cari e per

    conseguenza tutta la loro vita di relazione. ! dovremmo riflettere su $uanto la medesima tentazione

    ci induca a classificare come eroi o diversi, come fossero santi, coloro che hanno pagato tributi

    indicibili a $uella che con volgarit& chiamiamo solo coerenza. Ad essi attribuiamo una $ualche

    esemplarit& insinuando che essa tuttavia difficile da imitare cosicch solo ad essi ed ai loro

    emuli affidiamo la soluzione dei mali del mondo. "erdiamo cos7 la cultura della forza di una

    resistenza unita operata da diversi, e consegnamo alla morte ed alla inutile beatificazione $uanti non

    vogliono rinunciare alla propria vocazione a vivere da uomini liberi.

    %on necessario per $uesta riflessione riferire ai Falcone, ai orsellino, od a $ualcuno di noi.

    aster& pensare al testimone dell'omicidio del iudice 2ivatino un caso del tutto fortuito ne aveva

    aveva fatto l'unico testimone del crimine consumato con assoluta ferocia. #i certo la sua presenza

    non fu rilevata dagli assassini, ch, diversamente, non avrebbero lasciato scampo neppure a lui. !'

    un uomo ordinario, con una vita ordinaria di lavoro, famiglia, casa, progetti, aspirazioni. Ma non ha

    giurato alcun impegno alla tutela sociale come $uei militari che solennemente giurano di esserefedeli alla (ostituzione a costo della vita. Ma $uest'uomo, che deve rispondere solo alla propria

    coscienza, non arretra di fronte a ci3 che sente giusto al di l& di ogni condizione che gli

    permetterebbe di sottrarsi. ! si offre per dare testimonianza alla verit&. ! perde tutto, a partire dalla

    sua sicurezza, nella nostra generale indifferenza. "erde lavoro, casa, affetti, senza neppure poter

    avvertire il calore di una solidariet& continua e concreta della gente.

    #un$ue non si pu3 essere spettatori o lettori, di $uesta od altre storie, per provare solo emozioni e

    sensazioni senza comprendere che i giusti continueranno il loro cammino anche indipendentemete

    da noi, ma la loro sorte non indipendente da noi. (he la solidariet& che avvertiamo, anche con

    genuinit&, verso i perseguitati della storia, non muter& la loro vicenda umana se non sapremo pagare

    i nostri piccoli prezzi $uando ci3 diviene fondamentale per la salvezza di altri, $uando non basta

    pi1 la compassione delle parole.Fu cos7 che nel nostro "aese poterono portare i loro orridi frutti le 2eggi razziali che escludevano i

    ragazzi ebrei dalla comune convivenza con i loro compagni. !d i pi1 reagirono con amarezza ma

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    fatalistismo. ! tornarono a rinchiudersi a salvaguardia dei propri cari. !' cos7 che la maggioranza di

    coloro che scamparono per un puro caso - un ritardo, un'improvviso cambio di programma, uno

    schermo fortuito di un altro corpo o di una esile struttura - ad una delle troppe stragi impunite

    scomparso nel proprio anonimato accontentandosi della propria fortunosa salvezza, piuttosto che

    essere accanto, con maggiore lucidit& ed altrettanta determinazione, ai parenti di coloro che

    rimasero vittime di $uegli strazi.

    Una delle Madres de "la;a de Ma;o, le 2ocas /pazze0 come le chiamano in argentina, racconta diuna delle fondatrici del Movimento. !ssa aveva una figlia prigioniera, incinta e torturata, ed era una

    vera furia nel rivendicarne la liberazione. 2e Autorit& Militari erano preoccupate che la sua forza

    potesse trasmettersi ad altri e cos7 le restituirono la figliola, malconcia ma salva. Ma dopo averla

    posta al sicuro in Messico $uella madre torn3 sulla "iazza al ioved7 successivo a chiedere conto

    con la stessa determinazione di ogni de

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    abbiano snaturato e disinnescato lo strumento, una rappresentanza interna all'ordinamento perch

    $uesto, costituzionalmente, si informasse finalmente allo spirito democratico della (ostituzione,

    sapesse contrastare e vincere ogni tentazione di $ualsiasi vertice militare di imporsi sulle scelte

    poltiche, e dun$ue fosse in grado di contaminare piuttosto le F.A. con le attese ordinarie e la

    cultura ordinaria dei cittadini ordinari.

    )correranno davanti al lettore fatti e vicende senza una grande preoccupazione di documentazione

    saggistica. %on ho da dimostrare n giustificare nulla, anche perch so che ogni parola vera e sonopronto a risponderne davanti a chiun$ue ed a $ualsiasi :ribunale.

    *ndagini apparentemente documentatissime - come potrebbe essere ad esempio il Quinto

    )cenario, libro su Ustica scritto dal giornalista atti -, addirittura le )uper-perizie di )uper-esperti

    su Ustica hanno dimostrato come si possano giocare facilmente le 5erit& con documenti costruiti e

    ricerche pilotate dagli interessi dei colpevoli assassini. (os7 pure abbiamo visto tragicamente usare

    validi giornalisti ed il loro impegno professionale di instancabile ricerca della verit& su Ustica,

    perch una sagace manina dei servizi riuscisse a fare del loro lavoro su Ustica una in$uietante

    fiction tutta tesa a salvaguardare un uomo, (apo del overno e che molti non hanno potuto che

    identificare con (ossiga. Anche in $uesto caso stato fatto prevalere il ruolo del tengo famiglia

    per confermare che anche un "rimo Ministro, al modo di "ilato, deve soggiacere al potere pi1

    forte e pi1 alto ed occulto, piuttosto che rimanere fedele alle proprie funzioni di garanzia. *o credoche la vita di ciascuno sia la pi1 inoppugnabile testimonianza per accreditare la 5erit&.

    !' tuttavia evidente che se $uesta storia ha trovato la sua fonte editoriale, il pur pazzo editore ha

    ricevuto $uella documentazione che ha ritenuto necessaria e sufficiente per esporsi all'onere ed al

    rischio della pubblicazione. A lui va una sincera gratitudine ed il senso di una forte amicizia.

    %ella mia vicenda, e dun$ue nel libro, presente con forza la figura di un grande uomo e di un

    grande 5escovo, iuliano Agresti 5escovo di 2ucca. !gli mi stato accanto con tutto l'affetto e la

    preoccupazione di un "adre. :uttavia un padre che non voleva e sapeva di non poter sottrarre il suo

    figliolo alle esigenze di un 5angelo che non fa sconti a nessuno e chiede la responsabile fatica della

    testimonianza operativa e non solo declaratoria, cercando di non rompere la unit&. Mai, anche

    $uando avrebbe forse voluto, mi ha offerto soluzioni o ricette. Aiutandomi solo ad essere leale fino

    ad essere spietato nella verifica con me stesso sulla genuinit& della mia ricerca. %el =>> $uando si

    andava ad aprire una rinnovata stagione di lotte e di sofferenze la sua presenza come luogo di

    verifica e di confronto mi venuta meno, $uasi un segno che l'ultimo tratto di strada va sempre fatto

    da soli. Ma anche la sua morte umana stata una terribile e meravigliosa lezione di vita.

    +gnuno di noi, credo, stato una persona normale. (on gli stessi normali desideri e le stesse

    piccole aspirazioni dei pi1 di vita, di carriera e di serenit&. (iascuno di noi stato sconvolto, in

    $uesti ordinari progetti di vita, da situazioni per lo pi1 inaspettate, sempre diverse per ciascuno di

    noi. !d ognuno ha dovuto scegliere, la prima volta, senza poter prevedere ci3 che $uella scelta

    avrebbe potuto determinare. (iascuno di noi si trovato lanciato in un campo minato, in cui l'unica

    possibilit& di salvezza $uella di andare avanti. (on cautela, ma avanti. Quasi tutti, alla fine, siamo

    saltati in aria.)enza alcuna presunzione, e piuttosto con il rammarico ed il rimpianto per la consapevolezza di

    $uello che la vita di ciascuno poteva essere e non stata, siamo tuttavia consapevoli che abbiamo

    bonificato un tratto di cammino all'interno del campo minato. (hi volesse sa di poter percorrere in

    sicurezza $uello stesso tratto, per ricominciare da l7 l'opera di bonifica. (os7 oggi per tutti i

    militari e per le loro rappresentanze elettive, che godono diritti per i $uali ci battemmo noi, $uando

    rivendicarli era considerato un crimine contro la erarchia Militare e contro le *stituzioni. Ma

    $uesti diritti vengono vissuti a volte con la superficialit& e la sciatteria di chi ha trovato tutto gi&

    fatto. Accade anche agli studenti, a volte, per gli spazi di partecipazione nella scuola, accade a volte

    ai cittadini per le libert& costituzionali.

    Ma nulla ci stato ottenuto gratuitamente. ! la perdita della Memoria )torica un colpevole alibi

    che ciascuno si crea per evitare di sentirsi chiamato a bonificare nuovi tratti di campi minati!' impossibile pentirsi. )ono le ultime parole, della mia ultima memoria difensiva nell'ultimo

    procedimento disciplinare militare. !ra il Maggio =>BC e sedevo davanti alla (ommissione di

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    #isciplina che avrebbe proposto, ai responsabili politici, la mia radiazione. Una s$uallida

    commissione presieduta dal en. Dauli E.... Una commissione che aveva violato ogni regola,

    negato ogni garanzia, evitato ogni indagine ed accertamento pur di certificare la mia indegnit& a

    rivestire il grado. Ma l'Ufficiale )egretario non potette esimersi dall'obbligo rituale di leggere a

    voce alta ed integralmente la mia memoria che era piuttosto un atto di accusa e di congedo Anche

    senza il volo, anche senza divisa, continuer& la mia fiducia nelle istituzioni, il mio limpido impegno

    di Uomo 2ibero. !' impossibile pentirsi.!' impossibile perch ciascuno di noi ha conosciuto il volto del potere, deformato in violenza

    insindacabile e sanguinaria. Abbiamo visto il ghigno dei en. :ascio di fronte alle stragi di cittadini

    inermi, lo abbiamo visto e sentito mentre dileggiava il "arlamento e le *stituzioni, impunito e

    consapevole della garanzia, anche politica, di impunit&. *o ho visto la menzogna elevata a sistema di

    fronte ai corpi smembrati di CB ragazzi, allievi della Accademia %avale, morti con il loro Ufficiale

    accompagnatore, con i $uattro uomini dell'e$uipaggio ed il loro stesso carnefice, nella tragedia del

    (-=C sul Monte )erra. 4o visto la verit& sulla loro morte occultata dal en. :ascio, e di nuovo

    tradita con s$uallide menzogne dai suoi successori =? anni dopo, in nome di una incomprensibile

    onorabilit& dell'Arma Aeronautica. !d ho visto il iudice )ciascia imporsi di non-vedere e

    non-capire, forse compreso del grave rischio che $uesto avrebbe potuto comportare. %on so se

    alla sua persona od alla sua carriera.%oi tutti abbiamo visto i nostri colleghi ed amici di ventura carcerati, processati, sospesi per anni

    dall'impiego e dallo stipendio, scippati di ogni diritto per $uanto $uesto fosse ribadito da successive

    sentenze di :ribunali +rdinari ed Amministrativi. "ortati via con la camicia di forza, minati nella

    serenit& personale e familiare. Uccisi con cinica determinazione, come io credo - ed ho ribadito in

    esposti, ricorsi e pubbliche trasmissioni - sia avvenuto per )andro Marcucci, cui mi leg3 una senso

    di fraternit& ancor pi1 che di amicizia e di militanza. ! sempre abbiamo dovuto registrare la

    sicurezza di una superiore garanzia di impunit&. +gni lettore infatti potr& verificare se mai un

    $ualsiasi generale :ascio, incriminato per uno $ualsiasi dei tanti reati individuabili intorno ad una

    strage, o che abbia mentito spudoratamente al overno ed al "arlamento venendo successivamente

    smentito da fatti e documenti incontestabili, abbia poi trascorso un solo giorno in carcere o sospeso

    dall'impiego. 6icordate8 *l en. :ascio venne messo a disposizione del (apo di )tato Maggiore,

    cio di $uel en. %ardini che due anni dopo sarebbe stato incriminato per il medesimo reato - Alto

    :radimento - contestato al suo affidato. Una procedura che assomiglia dun$ue pi1 ad un

    protettorato per il criminale, che non ad una funzione di controllo e di garanzia per il "aese.

    (oggi-gennaio 2007 - per a strage di Ustica sono stati assolti tutti, n.d.r.)

    A )andro Marcucci, alla sua famiglia, alle famiglie di tutti noi dedicato lo sforzo di raccogliere in

    $uesto libro la Memoria del nostro impegno.

    Alla Aeronautica Militare *taliana, ai suoi tanti splendidi uomini e colleghi, umiliati ed offesi da

    anni di volgari menzogne ed ancor pi1 dalla incapacit& di reagire e liberarsi dei pesi che criminali e

    delegittimati occupanti dei suoi vertici istituzionali hanno posto sulle loro coscienze e sulla loro

    immagine, dedicato il desiderio di offrire una memoria in cui possanno ritrovare la storia di altricolleghi, ma anche e soprattutto la loro storia di dignit&, senza la $uale forse neppure noi avremmo

    potuto essere $uel che siamo stati.

    A 2uciana, )asha, 2eonardo e :alitha - la mia famiglia - che pi1 di tanti altri hanno resistito

    rocciosamente accanto a me, nonostante tutto, prima che colpo dopo colpo anche la loro fiducia e

    resistenza fosse piegata, nella amarezza incolmabile a cui le minacce e le azioni vili contro la vita e

    la serenit& dei figlioli li ha condotti, ingenerendo il coinvolgimento di una indifferenza mia

    personale alla loro sorte pur di portare avanti comun$ue il mio personale delirium, dedicata

    $uesta Memoria.

    "erch ciascuno di noi possa avere un giorno $ualcosa di cui poter essere orgoglioso in una

    $ualche misura. )enza potersi vantare di nulla, perch non possibile farlo della sofferenza che si

    costretti a portare direttamente o come riflesso e conseguenza delle azioni di chi ci accanto. Manon credo giusto che solo i figli dei grandi corruttori di )tato possano pubblicamente attestare il

    loro orgoglio per genitori che si sarebbero persi, cio corrotti, a causa della politica sporca.

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    "iuttosto che denunciarla loro, $uella corruzione, per salvarla, $uella politica. Mentre hanno usato

    della corruzione, distruggendo la politica, per garantire a se stessi ed ai propri figlioli benessere e

    sicurezza di vita. % pi1, n meno, di ci3 che ha fatto e far& sempre ogni capo-mafia, di cui nota

    la devozione al concetto di famiglia. * figli di :ot3 6iina ed i figli di #e 2orenzo, ognuno secondo

    il suo stile, ognuno con i mezzi che sono stati loro offerti, hanno potuto rivendicare il grande amore

    per i propri padri, dimenticando che l'uno e l'altro avevano costruito il proprio potere, e dun$ue

    anche la loro condizione sociale ed economica di figli del boss, sul sangue dei poveri. ! la sceltadi farlo con la tutela della attivit& politica ben pi1 infame di chi comun$ue rimasto un bandito

    dalla societ& civile, anche $uando era nella pienezza del suo potere criminale.

    %o, non credo giusto che i nostri figli possano averci rinnegato a causa di ci3 che hanno dovuto

    subire per la 5erit& e la iustizia, senza avere nulla che, nel momento in cui le ferite saranno meno

    vive ed i dolorosi strappi potranno essersi in $ualche misura ricomposti, possa loro consentire di

    rileggere la propria storia come una storia di dignit&.

    5oglio che essi sappiano e ricordino che tanti Ufficiali argentini tornavano a casa a preoccuparsi

    con dolcezza ed amore dei loro figli e del loro futuro, dopo aver terribilmente torturato uomini

    donne e bambini, in nome di una obbedienza dovuta che non ha invece - non deve avere - alcun

    diritto di cittadinanza nella civilt& dell'uomo. 5oglio che sappiano che costoro hanno gettato vivi,

    da aerei in volo, tanti di $uegli uomini che avevano preventivamente torturato. ! che $uesto avvenuto sotto gli occhi di cappellani militari, anch'essi dichiaratisi impotenti ad intervenire per non

    creare difficolt& ai rapporti tra la (hiesa ed il "otere. 6apporti che si riassumevano, in $uei giorni,

    in accanite partite di tennis e successive docce, prima di lauti pasti, del nunzio apostolico con

    $ualche generale golpista.

    5oglio che sappiano che costoro, per tacitare forse le loro coscienze, hanno aggiunto orrore ad

    orrore adottando come figli i bambini delle loro vittime, sottraendoli ai loro parenti superstiti.

    5oglio che ricordino che si narra che sul fondo di uno dei campi di sterminio, AuschGitz o un altro

    poco importa, ci fosse una casetta con fiori e tendine alle finestre, dove un uomo rientrava a sera

    accolto dai figlioli che abbracciava teneramente. Quell'uomo era il comandante, che aveva trascorso

    il giorno a far condurre altri bimbi ed altre madri verso i forni crematori, dopo averli divisi ed

    umiliati e torturati. ! che $uesto, non altro, ha fatto ogni militare italiano il $uale, avendo visto,

    abbia taciuto, avendo ordini criminali abbia eseguito per paura e complicit&, ed abbia continuato a

    vivere come persona ordinaria, senza nulla rischiare del suo onore e della sua sicurezza di vita,

    giustificando se stesso con l'alibi della famiglia, con l'alibi che al superiore potere non lecito

    opporsi e comun$ue non ci si pu3 opporre. +ppure con il rischio della vita che sarebbe derivato

    dall'opporsi. Quello stato di costrizione, derivante dalla subordinazione gerarchica ad un criminale,

    con il $uale alcuni - troppi - cercano di convincersi che le azioni dei "riebHe della storia possano

    essere in $ualche maniera riconosciute non colpevoli.

    Questa terribile cultura dice allora che basta ad ogni criminale riuscire a scalare l'ordine

    gerarchicofunzionale

    per garantirsi una passiva e cieca obbedienza. ! non forse $uello che ha fatto e fa ognimafia criminale8 !ssa almeno non si cela dietro costituzioni e leggi. Ma $uesta cultura anche falsa

    da un punto di vista strettamente militare. "erch, secondo $uesto paradigma, un $ualsiasi militare,

    di fronte ad un nemico che non deve rispettare alcuna garanzia nei suoi confronti, se non l'obbligo

    di ammazzarlo, potrebbe giustificare la sua diserzione nello stato di costrizione determinato dal

    pericolo di vita determinato dall'avversario. %on vi sembra8 !' $uesta miserevole cultura che ha

    costruito i tanti nostri B )ettembre. Anche, se proprio da ogni B )ettembre, laddove sembra che si

    sia raggiunta la conclamazione di una cultura di vilt&, possono poi nascere le espressioni pi1 lucide

    di una piena capacit& di responsabilit&, come fu per la 6esistenza ed i tantissimi militari che vi

    aderirono immediatamente, sebbene tardivamente rispetto alla precedente oggettiva complicit& e

    funzionalit& ai progetti devastanti del Fascismo. Ma ci3 testimonia che tutti possono riscattare il

    poco coraggio e la passivit&, con una ritrovata dignit& di persone e di popolo - che tale infattichiamata , cio riscatto, la nostra stagione di 6esistenza -. )arebbe criminale lasciare che $uesta

    capacit& di ritrovare una dimensione umana venisse lasciata ai soli pentiti di mafia, Hiller di

  • 8/10/2019 prefazione autore

    8/8

    centinaia di omicidi, senza riuscire a riconoscere $uanto la nostra singola e personale passivit& sia

    stata complice di $uegli stessi delitti.

    A loro, i miei figli, che l'hanno ascoltata tante volte da me, ed a tutti coloro che avessero la ventura

    di confrontarsi con $uesta storia non posso non ricordare una massima che ha sempre guidato la

    mia vita da $uando uno degli educatori della mia giovinezza me la inchiod3 nella pelle Abbiamo

    una o due volte, nella vita, l'occasione di essere eroi ma tutti i giorni abbiamo la opportunit& di non

    essere vigliacchiQui si gioca, molto semplicemente, la possibilit& che altri raccolgano il testimone, l& dove noi siamo

    stati costretti a lasciarlo, per continuare a bonificare altri tratti di terreni minati, e rilanciare la corsa

    di una storia di civilt&. !' tutta $ui la storia dell'Uomo, del suo cammino di liberazione dai miti della

    violenza e della guerra verso la ricerca della civilt& fondata sul diritto, e degli strumenti di "ace.

    Qui si gioca $uesto rinnovato e$uivoco dell'eroe. "erch non esistono eroi. !ssi erano solo persone

    normali che non hanno voluto essere vigliacchi, e che sono divenuti eroi perch gli altri li hanno

    lasciati soli. ! soli sono morti, facendo solo ci3 che era giusto e doveroso fare.

    (erto potremmo chiederci che senso abbia bruciare cos7 la vita propria e $uella dei propri cari, ed

    avere la amara sensazione che si tratti soltanto di gocce inutili in un grande ed arido deserto.

    "otrebbe sembrarci lontano ed insignificante $uello che scrissero con tanta serena dignit& e forza -

    senza nascondere n le paure, n la amarezza, umanissime - i tanti condannati a morte della6esistenza, di ogni ceto sociale e di ogni livello culturale.

    Ma pu3 essere utile pensare che, se ogni goccia compie con fedelt& il suo percorso, indubbio che

    le gocce finiranno per incontrarsi e diverranno sorgente e poi ruscello e poi fiume ed infine mare.

    :utto $uesto non poesia ma la 2egge fondamentale della 5ita, immutabile. #ove essa viene

    tradita tutto diviene arido ed infecondo. Questa semplice certezza stata la pelle ed il sangue di

    ciascuno di noi. 2a sofferenza e la consapevolezza di aver perso non possono mutare il giudizio

    finale !' impossibile pentirsi.

    Mario (iancarella