Prealpi Giulie · 2016-02-23 · IL PARCO INCENTIVA GLI SFALCI DEI PRATI E L’EDILIZIA Stefano...

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Prealpi Giulie anno XVI n. 1 nuova serie PARCO NATURALE DELLE PREALPI GIULIE Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70 % NE/UD del Parco LA VOCE

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VERSO I VENT’ANNI DEL PARCOAndrea Beltrame | Presidente dell’Ente Parco

Gentili lettrici, egregi lettoriè con molto piacere che porto il mio salutodalle pagine del nuovo numero della rivista delParco naturale delle Prealpi Giulie. Un partico-lare motivo di soddisfazione deriva dal fattoche “La voce del Parco” torna ad essere pub-blicata dopo parecchi mesi di assenza. Questaè da attribuirsi principalmente alla necessità dicontenimento dei costi legata alla progressivariduzione dei fondi regionali a disposizionedelle nostre attività, venuta a determinarsi neglianni scorsi. Negli ultimi tempi però abbiamoregistrato con piacere un’inversione di tenden-za ed una maggiore attenzione da partedell’Amministrazione della Regione FriuliVenezia Giulia, che così ci permette anche diriproporre alle stampe il nostro tradizionalestrumento di comunicazione. Dall’ultimonumero pubblicato molte sono, ovviamente, lecose che hanno segnato le attività del Parco.In primis l’approvazione del “Piano diConservazione e Sviluppo”: l’atto più impor-tante per la vita di un’area protetta. Si trattadello strumento che dice con chiarezza comedeve essere gestita, quali sono le regole daseguire, dove sono esattamente i suoi confinie quali sono i programmi che il Parco intenderealizzare nei prossimi anni. Un Piano attesoda quasi vent’anni e che la Presidente dellaRegione ha approvato nel marzo dello scorsoanno. È stato costruito attraverso un lungopercorso che ha visto il Consiglio direttivodell’Ente parco dettare gli indirizzi ed adottarela proposta, i tecnici del Parco ed i collabora-tori esterni procedere nell’elaborazione con-frontandosi a più riprese con i vari portatori diinteresse del territorio e l’Amministrazioneregionale controllare ed approvare. La visioneche sta alla base del documento è quella dellamiglior combinazione fra la conservazionedella natura e la promozione di uno svilupposostenibile a favore del territorio. Non l’ennesi-mo studio teorico ma uno strumento concretoche ha già fatto in maniera di mostrare le suericadute attraverso la concessione da partedell’Ente parco di contributi per lo sfalcio deiprati e per interventi di edilizia rispettosa delletipologie tradizionali a vantaggio di privati chene hanno fatto richiesta. Ed è solo l’inizio.

Ovviamente il lavoro non si è limitato a questo.Nel frattempo le attività ordinarie, come adesempio la manutenzione della sentieristica el’educazione ambientale, sono andate avanticome pure la gestione della bellissima e sel-vaggia Riserva naturale della Val Alba. Si sonoanche completati i lavori di realizzazione dellastrada di accesso a Borgo Cros ed il recuperodella galleria-ghiacciaia di Resiutta e portate acompimento diverse attività di manutenzionestraordinaria. Sono pure proseguiti i tradizionalimonitoraggi di camosci e stambecchi ponen-do particolare attenzione nel comprenderel’evoluzione del fenomeno della rogna che hacolpito in particolare quest’ultima specie. Si èanche rafforzato il già solido legame di collabo-razione con il Parco nazionale sloveno delTriglav con cui l’interscambio è ormai quotidia-no all’interno della cornice dell’Ecoregionetransfrontaliera Alpi Giulie. Una delle nuovesfide di questa è l’ottenimento della CartaEuropea del Turismo Sostenibile. Ma l’elencodelle cose fatte sarebbe troppo lungo per que-sto spazio ed altrettanto quello necessario perdescrivere i programmi per il 2016, quando ilParco compirà vent’anni. Una data significati-va che intendiamo celebrare degnamente: conconcretezza, così come siamo abituati a fare,ed anche con ambizione. Ambizione chedovrebbe trovare sostanza nella candidatura ditutto il nostro territorio, non solo quello delParco ma quello dei suoi Comuni, qualeRiserva di Biosfera MAB Unesco. Una nuovaavventura che ci potrà dare maggiore visibilitàe competitività; per la quale ci avvarremo dinuovi compagni di viaggio che abbiamo iden-tificato nei comuni di Artegna, Dogna,Gemona del Friuli, Montenars e Taipana. Unasfida ambiziosa per farci fare tutti insieme unsalto di qualità. E tante tante altre idee da por-tare avanti sempre restando a disposizionedelle esigenze, compatibili con la nostra esi-stenza e la nostra missione di Parco, che il ter-ritorio vorrà manifestare. A questo punto nonmi resta che formulare, a tutti voi che leggeteed alle vostre famiglie, a nome mio personalee di chi a vario titolo opera per il Parco, i miglio-ri auguri per un 2016 proficuo, sereno e dipace, per tutti.

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IL PIANO DI CONSERVAZIONE E SVILUPPO DEL PARCOStefano Santi Direttore Ente Parco

Aquasi vent’anni didistanza dalla sua

istituzione il Parco hafinalmente il suo Piano.Il 20 marzo 2015 laPresidente della Regioneha infatti firmato ildecreto con cui haapprovato questo attofondamentale per la vitadell’area protetta.Il Piano del Parco nellaRegione Friuli VeneziaGiulia prende il nome diPiano di Conservazionee Sviluppo (PCS) ed è lachiave di volta della pia-

nificazione e programmazione del territorio gestito.Il PCS definisce in maniera puntuale e definitiva il peri-metro del Parco, ne suddivide il territorio in zone adiverso grado di tutela, detta le regole da seguire all’in-terno di queste (“Norme di attuazione”) e propone unaserie di azioni per lo sviluppo sostenibile dell’area(“Interventi per lo sviluppo socio-economico eculturale”).Tutto ciò è racchiuso in una serie di relazioni, documentie mappe che possono essere consultati e scaricati all’in-dirizzo web http://www.parcoprealpigiulie.it/it/Istituzionale/Amministrazione_trasparente/Pianificazione_e_governo_del_territorio/Pianificazione_e_governo_del_territorio/Pianificazione_e_governo_del_territorio.aspxLe “Norme di attuazione” si compongono di 21 articolie 6 allegati. In esse si danno indicazioni sugli obiettivi daperseguire, sui comportamenti da tenere nello svolgi-mento di attività da parte dell’uomo e sulle possibilità di

incentivazione all’interno delle diverse zone del Parco.Queste, secondo quanto previsto dalla Legge, sono defi-nite come RN (di tutela naturalistica) maggiormentedestinata alla protezione della natura e RG (di tutelagenerale) in cui privilegiare lo svolgimento di attivitàumane ecocompatibili.Le “Norme di attuazione” contengono anche una pun-tuale descrizione dei confini del Parco, nella quasi tota-lità dei casi definiti su segni territoriali certi e visibili(strade, sentieri, creste, corsi d’acqua, ecc.).Non meno importanti sono gli “Interventi per lo svilup-po socio-economico e culturale”, ovvero i progetti chel’organo gestore prevede di realizzare nel tempo di vali-dità del PCS, fissato in 10 anni.

Ne sono stati individuati 53, per un importo complessi-vo di oltre 11 milioni di Euro, suddivisi in 9 assi:• Conservazione e miglioramento della biodiversità e della naturalità

• Realizzazione, miglioramento e manutenzione di strutture e infrastrutture del Parco

• Promozione e turismo• Editoria, informazione e didattica ambientale• Attività produttive sostenibili• Attività edilizia• Energia• Azioni transfrontaliere e transnazionali• Attività trasversali.

Alcune delle azioni programmate sono già in corso diattuazione.Dalle poche righe precedenti appare dunque chiarocome il PCS rappresenti un’iniziativa fondamentale edambiziosa, volta a dare nuovo vigore all’azione delParco, in grado di riverberarsi positivamente sull’interosuo comprensorio di riferimento.

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Periodico semestrale del Parco Naturale delle Prealpi GiulieAnno XVI – n. 1 - Nuova serie – Gennaio 2016Iscritto al Tribunale di UDINE al n. 12 in data04/12/2015

EditoreEnte parco naturale delle Prealpi GiuliePiazza del Tiglio, 3 - 33010 Resia (UD)

Direttore responsabileNatale Zaccuri

Gruppo redazionaleStefano Santi, Alexia Venturini, Natale Zaccuri

Hanno collaborato ai testiPietro Bellina, Andrea Beltrame, Luca Deganutti,Flavio Gamberini, Gino Gobbo, Luca Lapini, GiovannaMarchesich, Stefano Santi

Hanno fornito le immaginiPietro Bellina, Bruno Campagna, Giorgio Cividino, MarcoDi Lenardo, Europarc, Luca Lapini, Luciano Mattighello,Luciano Micelli, Sara Vezzaro, Stefano Santi

Foto di copertina Luciano Mattighello

Foto di retrocopertinaArchivio PNPG - Marco Di Lenardo

Grafica e stampaTipografia Moro Andrea srl - Tolmezzo (Udine)

Prealpi Giulie

LA VOCE del Parco

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IL PARCO INCENTIVAGLI SFALCI DEI PRATI E L’EDILIZIA

Stefano Santi Direttore del Parco

Grazie alla recente approvazione del Piano diConservazione e Sviluppo, il Parco naturale

delle Prealpi Giulie può finalmente concedere incen-tivi a favore di una serie di attività da svolgere all’in-terno del suo perimetro.Fra queste il Consiglio direttivo dell’Ente, guardandocon attenzione alle comunità locali, ha deciso di privi-legiare quelle di sfalcio dei prati e di recupero, ripristi-no e restauro del patrimonio storico–culturale–archi-tettonico.Si tratta di un’opportunità per quanti operano o pos-siedono immobili all’interno dell’area protetta.Per quanto riguarda lo sfalcio la scelta compiuta hapiù finalità; in particolare si vuole favorire il manteni-mento delle superfici prative esistenti e contrastarnel’abbandono. In questo modo si tutela la biodiversitàpresente in questi straordinari ambienti e si consentedi conservare e migliorare il paesaggio. E’ noto infattiche nell’ambiente prealpino l’avanzare del bosco stafacendo scomparire habitat preziosi un tempo man-tenuti dalle attività agricole e di pascolo. Possonopresentare la richiesta soggetti privati proprietari, co-proprietari delegati dagli altri intestatari e non pro-prietari delegati dai proprietari. Come ricordato inprecedenza un occhio di riguardo è rivolto ancheall’edilizia attraverso la concessione di incentivi per

gli interventi sugli immobili presenti in area Parco.Anche in questo caso la scelta compiuta intende qua-lificare il patrimonio esistente attraverso il recupero,ripristino e restauro dello stesso.Beneficiari delle provvidenze possono essere soggettiprivati proprietari o co-proprietari di immobili (qua-lora delegati dagli altri cointestatari), in regola con ipagamenti delle tasse e delle imposte comunali previ-ste sull’immobile oggetto dell’incentivo. Nel corsodel 2015 si è provveduto ad assegnare i primi contri-buti e nell’anno che va a cominciare si darà seguitoall’iniziativa.Tutte le indicazioni ed i chiarimenti, anche relativiagli importi ottenibili ed alle superfici minime,potranno essere reperite sul sito dell’Ente parcowww.parcoprealpigiulie.it o chiamando gli uffici allo0433-53534 non appena verranno emessi i nuovibandi ad inizio primavera.Entrambe le iniziative si inquadrano nell’azionenaturalistica di tutela attiva degli habitat più significa-tivi del Parco, come pure nel processo di qualificazio-ne generale dello stesso, caratterizzandolo semprepiù come concreto laboratorio di sviluppo sostenibilee sottolineandone le prerogative di opportunità perl’intero territorio di riferimento.

Prati di Borgo Cros a Resiutta(Foto: Bruno Campagna)

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DALLA CONVENZIONE DELLE ALPI UN NUOVO RICONOSCIMENTOTRANSFRONTALIERO PER IL PARCO

Stefano Santi Direttore del Parco

La naturalità del territoriorappresenta un punto

di forza del Parco natu-rale delle PrealpiGiulie.L’elevata biodiversità,attestata da oltre 1.200tra specie e sottospeciefloristiche oltre alla ricchissi-ma fauna ed all’alto e diversificatonumero di habitat, sono evidenti indicatori dellasignificatività e della qualità ambientale dell’areaprotetta sita al confine con la Slovenia.Proprio oltre tale limite politico - amministrativo sitrova uno dei più grandi e storici parchi nazionalieuropei, quello del Triglav (Tricorno). Anche questaè un’area dalle straordinarie caratteristiche naturali-stiche.Già da diversi anni le due realtà collaborano attiva-mente e quotidianamente, tanto da aver ottenuto ilriconoscimento di Ecoregione Transfrontaliera AlpiGiulie da Europarc, la federazione europea di parchi.Tale cooperazione ha conseguito nei mesi scorsi unnuovo significativo risultato attraverso il conferi-

mento dell’attestato di regionepilota transfrontaliera per laconnettività ecologica.Ciò è avvenutonell’ambito del 57°Comitato Permanentedella Convenzione delle

Alpi, il massimo organo diattuazione delle politiche in

ambito alpino, tenutosi nei giorniscorsi a Torino.A consegnare l’attestato al Presidente del Parco dellePrealpi Giulie Andrea Beltrame e al direttore delParco del Triglav Peter Skoberne c’erano ilSegretario Generale della Convenzione MarkusReiterer ed il rappresentante del Ministerodell’Ambiente italiano Paolo Angelini, presidente diturno della Convenzione stessa.Nel commentare il nuovo riconoscimento Beltrameha affermato che: “Il riconoscimento di regione pilotatransfrontaliera per la connettività ecologica ottenutoinsieme al Parco del Triglav conferma l’ottimo statonaturalistico dei nostri territori come pure la forzadel legame costruito in questi anni con i colleghi slo-

veni. L’attestazione ricevutaribadisce anche la dimensio-ne e l’importanza europeadei nostri territori. Vorreiperò ancora una volta sottoli-neare come anche questomomento debba essereaccompagnato da un sempremaggiore impegno a fare inmodo che queste eccezionalicaratteristiche ambientalipossano tradursi in ricaduteconcrete per chi vive in que-ste aree e per chi le visita”.

Il Presidente del Parco delle Prealpi Giulieed il Direttore del Parco del Triglav ricevonoil riconoscimento dai rappresentanti dellaConvenzione delle Alpi.(Foto: Archivio PNPG - Stefano Santi)

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Nei mesi scorsi 24 attività produttive dei 6 comuni delParco naturale delle Prealpi Giulie hanno ricevuto il

Marchio di Qualità dell’area protetta.Si tratta di un importante riconoscimento che attesta illoro impegno ad operare in una rete coordinata dall’Enteparco, promuovendo congiuntamente il territorio emigliorando la qualità di beni e servizi forniti nel rispettodell’ambiente, dei valori etici e delle tradizioni locali.Le realtà certificate sono aziende agricole, agriturismi,rifugi, ristoranti, alberghi, affittacamere, servizi turisticiche hanno superato la verifica dei requisiti richiesti dal-l’apposito regolamento approvato dal Consiglio direttivodell’Ente e dai rispettivi disciplinari.Attraverso questi si compie la valutazione della capacitàdei candidati all’assegnazione del Marchio a rispondere aquanto richiesto.I requisiti riguardano le caratteristiche della struttura, lagestione ambientale dell’attività (energia, acqua, rifiuti)l’accoglienza, i rapporti con il pubblico e l’impegno nellavalorizzazione del territorio.Per ottenere il Marchio deve essere superato un punteggiominimo e affrontato con successo il giudizio di un appo-sito comitato di garanzia.Le realtà certificate vengono successivamente periodica-mente sottoposte a controllo.Sono riconoscibili dai clienti perché espongono un appo-sito diploma rilasciato dal Parco oltre che materiale infor-mativo sull’area protetta e vengo promosse da questa,anche attraverso il proprio sito web.I Marchi di qualità dei Parchi sono abbastanza diffusi intutta Europa e rappresentano una strategia promozionaleper le aree protette che li attivano. Sono anche un modo disostenere i processi di innovazione e qualificazione deisoggetti economici che vi aderiscono. Questi entrano a farparte di un rete di produttori / fornitori di servizi che col-legano la propria attività a quella dell’area protetta, rite-nendo che ciò li caratterizzi e valorizzi.Nei prossimi tempi altre realtà potranno domandare diessere certificate con l’assegnazione del Marchio che potràessere richiesto sia per l’intera attività aziendale, sia perspecifici prodotti tipici dell’area, in primis quelli del“Paniere del Parco”.Quanti interessati potranno presentare la propria istanzaentro il 30 settembre.Una straordinaria opportunità per partecipare in modocoordinato alla promozione e valorizzazione di un terri-torio ricco di natura ma anche di piccole realtà economi-che che vogliono farsi conoscere e crescere in armonia conl’ambiente e nel rispetto delle tradizioni locali.

ASSEGNATI I MARCHI DI QUALITÀALLE AZIENDE DEL TERRITORIO

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A MOGGIO UDINESE NASCE LA DENOMINAZIONE COMUNALEGiovanna Marchesich Segretaria Commissione comunale per la De.Co.

Il 28 novembre del 2014, l’attuale AmministrazioneComunale del Comune di Moggio Udinese appro-va il Regolamento per la Tutela e la Valorizzazionedelle Attività Agro – Alimentari Tradizionali Localicon l’istituzione della De.Co. (“DenominazioneComunale”). Il Regolamento nasce dalla volontà dipromuovere il territorio sentite anche le necessitàdegli agricoltori, ristoratori, commercianti e altrerealtà locali. Si vede in questo regolamento una risor-sa di sicuro valore economico, culturale e turistico euno strumento di promozione dell’immagine dell’in-tero Comune. Chiunque può richiedere l’iscrizionenel Registro De.Co. dei prodotti tipici locali.Successivamente, l’apposita Commissione (compostadal Presidente Assessore Comunale MaurizioCallegarin, dal Segretario Giovanna Marchesich, dalDirettore dell’Ente parco delle Prealpi Giulie StefanoSanti, dalla cultrice della materia Rita Moretti e dalPresidente della Pro Loco Renato Valent) sulla basedella documentazione a corredo della segnalazione edegli altri elementi informativi raccolti, verificherà se ilprodotto segnalato ha le caratteristiche per l’iscrizione

al Registro De.Co., e predisporrà, per ogni singoloprodotto di cui è proposta l’iscrizione, una schedaidentificativa delle sue caratteristiche peculiari e, ove loritenga necessario, un Disciplinare di Produzione.Attualmente è stato predisposto il primo Disciplinarerelativo al Brovadâr (o Brovedâr). Questo è un pro-dotto trasformato ottenuto dalla fermentazione latticadella rapa e delle sue foglie da consumarsi, previa cot-tura, come minestra o contorno. Dopo anni di pro-mozione da parte dell’Associazione “Donne eBrovadâr”, Pro Loco, Ente Parco delle Prealpi Giulie(che ha inserito il Brovadâr nel suo “Paniere”), risto-ratori ed agricoltori; l’Amministrazione Comunale èriuscita a premiare l’impegno tutelando questo pro-dotto legandolo al territorio di appartenenza.Chiunque, sottoscrivendo questo Disciplinare potràprodurre il Brovadâr a partire dalle rape coltivateall’interno del territorio del Comune di MoggioUdinese.Attualmente al vaglio della Commissione De.Co. cisono anche altri prodotti da tutelare, proposti anchequesta volta da più soggetti.

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Rape pronte per la preparazione del brovadâr(Foto: Giorgio Cividino)

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Le conoscenze sui chirotteri del Parco delle PrealpiGiulie sono ancora molto scarse. Per ora vi sono

state segnalate meno di cinque specie, ma è probabileche l’area protetta in realtà ospiti ben più di venti specie,talora anche di grande importanza conservazionistica.Merita quindi conoscerli meglio.Con circa 1200 specie viventi, i pipistrelli sono uno deimaggiori gruppi di mammiferi viventi. Suddivisi in duegrandi gruppi: microchirotteri, con più di 1000 speciecosmopolite, e macrochirotteri, rappresentati da circa170 specie sub-tropicali. Nel Friuli Venezia Giulia sonosegnalate 29 specie di microchirotteri, pari all’83% dellaricca chirotterofauna italiana. Tutti protetti dalla leggeitaliana e da varie convenzioni internazionali, questianimali sono ancora poco conosciuti, ma in gran parte aforte rischio di estinzione. Grandi cacciatori di insetti, imicrochirotteri sono caratterizzati da un metabolismomolto particolare (sono omeotermi imperfetti, conletargo diurno ed invernale), da una grande longevità(possono vivere 10-30 anni), da una sorprendente socia-lità (si aggregano in gruppi di decine o migliaia di ani-mali sia per riprodursi, sia per ibernare), da una bassanatalità e sorprendenti modalità riproduttive (femminecapaci di conservare per mesi lo sperma negli ovidotti,oppure di interrompere per mesi lo sviluppo delle uovafecondate). Possono inoltre volare e cacciare nella piùtotale oscurità utilizzando un semplice sistema sonarcapace di rappresentare la realtà grazie agli echi riflessidei click ultrasonici emessi dagli animali attraverso labocca o il naso. Questi ultrasuoni emessi in rapide

sequenze dai pipistrelli in volorimbalzano contro gli ostacoli cir-costanti generando veri e propriechi di ritorno che vengono captatidalle orecchie degli animali e con-vertiti in immagini dettagliate alivello del loro sistema nervosocentrale. La “visione” ultrasonicadi questi animali assomiglia quindiprobabilmente ad una sequenzacinematografica ottenuta in unastanza buia illuminata da rapidicolpi di flash. Ma la socialità deipipistrelli è forse la più spettacolaremanifestazione della loro comples-sa etologia. Sia nel corso del perio-do riproduttivo, sia nel corso del-l’ibernazione, questi animali siradunano in gruppi di decine omigliaia di individui. Nella nostraregione sono noti assembramenti

riproduttivi di 7000 esemplari (Comune di Osoppo), edassembramenti letargali di 100-300 animali (Goriziano).Questi raduni non sono casuali, ma si verificano in basea lunghe tradizioni locali, spesso dovute ad un intrecciodi rapporti familiari e a veri rapporti di amicizia che neltempo legano diversi esemplari allo stesso sito. Si èpotuto infatti verificare che anche nell’ambito dei piùaffollati assembramenti riproduttivi la posizione didiverse femmine riproduttive si mantiene spessocostante negli anni. Ciò rivela chiare preferenze di fre-quentazione fra gli stessi individui, scoprendo amiciziedi lunga durata. In questo ambito di complessa socialitàstagionale si verificano veri e propri fenomeni di altrui-smo, altrimenti molto rari nel mondo animale. È adesempio piuttosto frequente che i piccoli di una femmi-na vengano allattati da un’altra della stessa nursery,oppure che un esemplare in crisi alimentare venga ali-mentato da un amico (vampiri sudamericani del genereDesmodus). Dopo i parti e l’allevamento dei piccoli lecolonie riproduttive si sciolgono (in genere a fine ago-sto), i giovani si involano e continuano ad avere rapporticon gli altri animali, radunandosi assieme agli adulti inparticolari siti di aggregazione autunnale (siti diSwarming), dove si guardano in giro, approfondisconola conoscenza di altri animali della stessa zona ed assi-stono agli accoppiamenti. Questi avvengono tra l’au-tunno e l’inverno, ma la fecondazione si verifica mesipiù tardi per garantire la nascita dei piccoli nel periodopiù adatto. Ciò è possibile grazie al fenomeno dellosperm-storage (conservazione dello sperma vitale negli

ULTRASUONI NELLA NOTTE:I PIPISTRELLI (CHIROTTERI)

Luca Lapini Museo Friulano di Storia Naturale

Vespertilione emarginato (Myotis emarginatus), Codugnella (Colloredo di M. A., UD)(Foto: L. Lapini)

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Si è concluso il 7 settembre 2015 nei pressi di Tolmino, Slovenia, il progetto "Riverwalk", che ha visto partecipi 20 ragazzie ragazze provenienti dall'Austria, dall'Italia e dalla Slovenia. Tale progetto, indetto dal WWF Austria con la collabora-zione del WWF Trieste e dell'associazione slovena "Save the Soca", si proponeva di mettere in risalto e di aiutare a preser-vare gli ultimi fiumi alpini ancora poco alteratidall’uomo rimasti sostanzialmente "naturali".Partiti dal lago di Cavazzo, in Carnia, i ragazzihanno camminato assieme per due settimanelungo il fiume Tagliamento, hanno attraversatoil confine italo-sloveno presso Uccea e infinesono scesi lungo la valle scavata dalla Soca, checontinua il suo corso in Italia e prende il nomedi Isonzo. Durante il percorso sono stati realiz-zati workshop e attività che mettessero in risal-to l'importanza di tali fiumi e che valorizzasse-ro il possibile utilizzo nel rispetto della loronaturalità: accanto al kayak e al flyfishing sisono succeduti incontri con esponenti dellecomunità locali e con i responsabili del monito-raggio e della preservazione di tali zone, come,ad esempio, con il dottor Crivelli, massimo stu-dioso della fauna ittica presente nell’Isonzo.Il progetto, già proposto nel 2014 in Austria eSlovenia, ha visto per la prima volta anche la partecipazione dell'Italia, ed oltre ad una ricaduta di tipo ambientale haavuto certamente un valore storico-sociale, in quanto il gruppo ha attraversato camminando assieme gli stessi luoghi incui cent'anni fa proprio le stesse nazioni da cui i ragazzi provenivano combattevano su fronti contrapposti la PrimaGuerra Mondiale.

La scorsa estate il Parco ha ospitato una ventina di giovani partecipanti al progetto "Riverwalk".Si tratta di un’iniziativa finanziata dall’Unione Europea nell’ambito del programma Erasmus+,

volta ad attirare l’attenzione sulla necessità di salvaguardare i fiumi alpini.I partecipanti hanno fatto avere una nota sulla loro esperienza che volentieri pubblichiamo.

IL PROGETTO RIVERWALK

Il gruppo dei partecipanti sulla terrazza della sede del Parco

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ovidotti femminili), oppure grazie all’annidamentodifferito dell’ovulo nell’utero. Questo sistema, da noiesclusivo dei miniotteri (Miniopterus schreibersii), mautilizzato anche da caprioli, faine, ermellini, ecc., èmolto particolare. In queste specie l’uovo fecondatoarresta il suo sviluppo allo stadio di blastocisti e siimpianta nella mucosa uterina soltanto dopo qualchemese, per riprendere a svilupparsi in sintonia conl’evolvere della bella stagione. Anche se per alcune spe-cie troglofile la riproduzione, lo swarming e l’iberna-zione avvengono in grotta, associare i pipistrelli allegrotte è fuorviante, perché molte specie sono in realtàassociate all’uomo (specie antropofile) o agli alberi(specie forestali). Le cassette nido per pipistrelli posso-no aiutare molte specie a trovare rifugio, ma per lo piùesse vengono utilizzate da diverse specie antropofile(legate all’uomo). Conviene dunque usarle soprattuttonei centri abitati e considerarle un aiuto eco-compati-bile nelle lotta agli insetti.

Nottola comune (Nyctalus noctula), Asilo di Teor (Rivignano Teor, Udine)(Foto: L. Lapini)

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Durante una ricognizione lungo i sentieri dellaVal Resia nel mese di agosto 2015, è avvenuto

un incontro lieto ed inaspettato sul greto del tor-rente Resia a valle dell’abitato di Zamlin nei pres-si della confluenza del Rio Lomming con il sud-detto corso d’acqua. Un’allegra comitiva formatadal sottoscritto, da una valente guida naturalisticae da amici autoctoni appassionati conoscitori delterritorio, è casualmente incappata in una dellepiù rigogliose e vitali popolazioni di Myricariagermanica (tamerice alpina) presenti in regione.Questa tamerice è un arbusto molto raro e pococonosciuto, che colonizza i greti fluviali alpini edappenninici, ha una biologia molto particolarecon peculiari adattamenti. Per sopravvivere negliambienti oligotrofici, inospitali e caratterizzatidall’elevato dinamismo, come sono i nostri gretitorrentizi, produce un numero elevatissimo disemi e si affida alla dispersione anemocora e idro-cora; è inoltre in grado di riprodursi mediantetalee. I semi hanno una germinabilità elevatissimanei primi giorni di dispersione, ma la stessa deca-de drasticamente in poco tempo, per questo moti-vo la specie non è in grado di formare banchesemi naturali. Myricaria germanica si adatta perfettamente aldinamismo fluviale essendo in grado sia disopravvivere agli eventi di piena improvvisa sia aiperiodi di siccità estrema. Eventi catastrofici pos-sono distruggere intere popolazioni ma al tempostesso creare nuove aree dove l’arbusto si puòinsediare. La sua particolare biologia la rendeperò estremamente vulnerabile; sono moltepliciinfatti le minacce a cui la specie è sottoposta:modificazioni degli alvei fluviali, attività estratti-ve, eutrofizzazione delle acque, invasione dellespecie alloctone più competitive, piene di eccezio-nale portata reiterate in brevi periodi. Per questola specie è considerata in pericolo di estinzione(Endengered) ed è elencata nell’allegato I delladirettiva Habitat, Myricaria inoltre è la specieedificatrice dell’ Habitat 3230 “fiumi alpini convegetazione riparia legnosa a Myricaria germani-ca” habitat tutelato ai sensi della Direttiva92/43/CEE.La sua presenza nei pressi dell’area protetta è par-

ticolarmente importante in quanto può oggettiva-mente incidere sulla sua conservazione, inoltre lasua presenza sul greto del torrente Resia testimo-nia l’elevato stato di naturalità dello stesso.

Bibliografia:Alessandrini et al., 2013 - Schede per la Lista Rossa dellaFlora vascolare e crittogamica Italiana. InformatoreBotanico Italiano. 45 (2): 319-390.

Oriolo G., Poldini L., 2002 - Willow gravel bank thickets(Salicion eleagni-daphnoides (Moor 1958) Grass 1993) inFriuli Venezia Giulia (NE Italy). Hacquetia, ½: 141-156.

SULLA PRESENZA DI MYRICARIA GERMANICA (L.) DESV.IN VAL RESIA

Gino Gobbo Tecnico Corpo Forestale dello Stato

Un ringraziamento particolare a Riccardo Di Lenardo,coordinatore della vigilanza ittica del Collegio 8 – Pontebba dell’ETP

Myricaria germanica (L.) (Foto: Luciano Micelli)

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La sezione CAI di Moggio Udinese, alla fine degli anni’60, dopo la costruzione del rifugio Grauzaria, decise

di valorizzare anche la catena montuosa del Çuc dal Bôr.Fu pensato di costruire un punto d’appoggio nella zona.Si arrivò così alla costruzione del bivacco Bianchi e allasua inaugurazione il 23 settembre 1973. Alla fine deglianni ’70 la sezione pensò anche alla possibilità di creareun tracciato che unisse tutta la cresta sopra la Val Alba.Da lì nacque la storia dell’Alta Via CAI Moggio. In tuttiquesti anni in moltissimi hanno percorso la cresta e salitole cime più alte, inoltre molte cose sono cambiate. Quindicirca tre anni fa è arrivata l’idea di far partire il percorsodell’Alta Via da Dordolla, sfruttando così l’ottima mulat-tiera della Forcjadice, e soprattutto il bellissimo rifugiodel Cjasut dal Siôr.Il consiglio direttivo del CAI ha valutato positivamentel’idea, e sono così partiti i lavori di rifacimento deisegnavia. Alcuni volontari hanno percorso tutto l’itine-rario rinnovando e rinfrescando completamente gli stes-si, di colore giallo e rosso.Adesso l’Alta Via ha due punti d’appoggio in quota, ilCjasut dal Siôr e il bivacco Bianchi, così da poter anchedividere l’itinerario in tre tappe.E visto che da cosa nasce cosa, sull’onda dell’entusiasmoal consiglio direttivo è venuta l’idea di valorizzare ulte-riormente la zona e il tracciato dell’Alta Via. E’ stato cosìdeciso che si poteva pensare di realizzare e proporre unaguida dedicata al percorso.Visto che tutto il comprensorio dal 2006 è Riserva natu-rale, gestita dall’Ente Parco delle Prealpi Giulie, abbia-

mo chiesto la col-laborazione all’or-gano gestore chesubito ha accettatocon entusiasmo.La guida è un pic-colo compendio diquello che è la ValAlba, bellissimemontagne da sco-prire camminando,natura con elevateparticolarità, sto-ria, insediamentiumani, attivitàlavorative oggi scomparse. E dato che l’Alta Via letteral-mente abbraccia tutta l’area protetta, oltre alla descrizio-ne del percorso, che è il filo conduttore, sono state inse-rite delle informazioni riguardanti:• gli insediamenti umani e specialmente le frazioni di

Dordolla, Riolada e Ovedasso• descrizioni di carattere naturalistico su flora e fauna

della zona protetta a cura di Stefano Di Bernardo• notizie storiche risalenti alla prima guerra mondiale

(basta pensare che buona parte dell’Alta Via sisviluppa lungo mulattiere realizzate all’epoca delprimo conflitto mondiale)

• informazioni relative alle attività umane lavorative che si svolgevano nelle valli per l’utilizzazione dellarisorsa legno fornita dai boschi di pini e faggi.

Un grazie quindi a tuttiquelli che materialmentemantengono in ottimecondizioni il percorsodell’Alta Via e i puntid’appoggio, e grazie aquelli che hanno collabo-rato con il loro sapereper la buona riuscitadella guida. Grazieall’Ente Parco dellePrealpi Giulie per ilsostegno e per aver cre-duto nel progetto.

PRESENTATA LA GUIDAALTA VIA CAI MOGGIO

Flavio Gamberini Presidente CAI Moggio Udinese

La copertina della Guida

La conca del Vuâltdal Monte Cjavâlz (Foto: Giorgio Cividino)

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La stagione escursionistica invernale nel Parconaturale Prealpi Giulie e nella Riserva naturale

della Val Alba è già iniziata. Un percorso fatto dinumerosi appuntamenti che fino al 20 marzo forniràl’opportunità di immergersi nella natura dell’areaprotetta attraverso varie attività, che vanno dalle cia-spolate alla fotografia, dall’alpinismo invernale allascoperta delle tradizioni culturali, folkloristiche egastronomiche.Non mancano poi le esplorazioni al calar della nottequando il paesaggio è illuminato dalla luce argentatadella luna e l’esperienza “senza confini”.Il programma è di quelli imperdibili, con escursioniadatte a tutti: chi vuole camminare senza stancarsitanto e chi invece vuole affrontare un’avventura piùimpegnativa.Ad accompagnare i partecipanti saranno esperteguide del Parco che sapranno fornire indicazioni suiluoghi attraversati e sulle loro caratteristiche, oltre agarantire un adeguato livello di sicurezza.Non resta quindi che partire…

Questi gli appuntamenti:

GENNAIO 2016dom. 3 Capodanno in Val Resiamar. 5 Nel cuore del Parco naturale del Triglavsab. 9 Monte Foratodom. 10 Ciaspolata all’antica Casera Berdodom. 17 Con le ciaspe sull’altopiano del Pusti Gostdom. 24 Ciaspolata a Casera Nischiuarchdom. 31 Bosco del Camet e Altopiano del Montasio

FEBBRAIO 2016dom. 7 La Val Alba nell’incanto invernalemer. 10 Carnevale in Val Resiadom. 14 Venzone: uno dei borghi più belli d'Italiadom. 21 Scorci invernali dell'Alta Val Torredom. 28 Giro delle Malghe del Montasio

MARZO 2016sab. 5 Scialpinistica a Sella Ursicdom. 6 Sul Monte Canin d'invernosab. 12 Fotografiamo la naturadom. 13 Cascate del Rio Belepeitsab. 19 Monte Musidom. 20 La Val Alba da vedere e da gustare

PROSEGUONO LE ESCURSIONI GUIDATE INVERNALI

Per partecipare alle escursioni è previsto l’obbligo della prenotazione da eseguirsipresso l’Ufficio educazione-ambientale e promozione dell’Ente Parco:

tel. 0433 53534 oppure via e-mail: [email protected]

La magia dell’inverno nel Parco(Foto: Archivio PNPG - Marco Di Lenardo)

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Il rendimento scolastico della terza media mi hapermesso di entrare a far parte del terzo grup-po di Junior Ranger del Parco delle PrealpiGiulie. Senza grandi aspettative e con l’en-tusiasmo di mettermi in gioco ho iniziato apartecipare alle uscite, incastrandole spes-so a partite di calcio, creando così wee-kend frenetici ed entusiasmanti.Oltre all’immancabile divertimento, leattività proposte mi hanno permesso diincrementare le mie conoscenze in ambitonaturalistico e ambientale grazie alla nostraguida Marco Favalli. Ho inoltre creato una forteamicizia con gli altri ragazzi, confrontandomi con lororiguardo a interessi e passioni in comune. Nel luglio scorso ho avuto l’enorme opportunità diprendere parte al campo internazionale organizzato daEuroparc e dal Nuuksio National Park, Finlandia.Durante l’intera settimana ho potuto parlare con coeta-nei provenienti da diversi paesi europei, condividendocon loro conoscenze ed aspettative e scoprendo in que-sto modo realtà diverse dalla mia. Questa esperienza decisamente significativa mi ha entu-siasmato, portandomi a partecipare al campo Youth+

nel Parco Nazionale di Aguestortes I Estani deSant Maurici, Catalogna (Spagna). Il mottodel campo era “Taking the lead for nature”che significa prendere le redini per lanatura. Attraverso specifici laboratori, gliorganizzatori hanno portato noi giovanidai 18 a 30 anni a riflettere su come pos-siamo essere parte attiva nei nostri parchinaturali e nella cooperazione europeadegli stessi. Abbiamo perciò creato unvideo per presentare i nostri propositi e le

nostre richieste alla conferenza di Europarcdello scorso ottobre, tenutasi a Ratisbona,

Germania.Il mio percorso da Junior Ranger è orami concluso, maspero in un suo prosieguo rendendomi disponibile adaiutare il nuovo gruppo ed in eventuali altre attività per-ché reputo importante che altri ragazzi, come me,abbiano la possibilità di vivere un’esperienza così signi-ficativa e sviluppino un interesse forte e sincero per lanatura.

JUNIOR RANGERS DEL PARCO: UN’ESPERIENZA EUROPEALuca Deganutti Junior Ranger

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Quest’anno il Premio “Stella d’argento della ValResia” organizzato dall’Associazione ViviStolvizza èandato a Marco Favalli, una delle guide del Parco, conla seguente motivazione "Per aver saputo coniugareprofessionalità, competenza ed amore per la natura ela montagna nel progetto "LA CASA RESIANA",una iniziativa innovativa che sta dimostrando concre-tamente come la consapevolezza delle ricchezze

ambientali presenti, ben testimoniate dall'esistenzadel Parco delle Prealpi Giulie, e la capacità di fare rete,possano trasformarsi in una reale occasione di crescitasociale ed economica ed in un significativo esempio disviluppo sostenibile di cui sta beneficiando tutta la ValResia".A Marco giungano le più sincere congratulazioni daparte degli Amministratori e dello Staff del Parco.

A MARCO FAVALLI IL PREMIO“STELLA D’ARGENTO DELLA VAL RESIA”

I partecipanti al campo internazionale YOUTH+ in Catalogna(Foto: Archivio Europarc)

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Lo scorso 16 luglio ragazze e ragazzi chevivono nei territori dei Parchi alpini si

sono dati appuntamento in diversi luoghidella catena montuosa per l’evento“GIOVANI IN VETTA”. Nell’ambitodi questo il Parco delle Prealpi Giulie hapromosso un’iniziativa congiunta con ilParco nazionale sloveno del Triglav.Giovani provenienti da entrambe le areeprotette si sono infatti dati appuntamentopresso la malga Kuhinja, in comune diCaporetto, sotto il Monte Nero / Krn.Qui, sotto la guida attenta di esperti italiani e guardapar-co sloveni, si sono dedicati insieme ad attività di cono-scenza del territorio e delle sue caratteristiche naturali estoriche.Il tema principale dell’incontro è stato l’orso. Attraversospiegazioni, presentazioni, giochi e passeggiate sonostate fornite numerose informazioni su questa specietransfrontaliera per eccellenza.Si è parlato infatti delle sue caratteristiche, delle abitudi-ni e degli spostamenti, talvolta molto ampi, che compiefra la Slovenia e l’Italia.Particolare attenzione è stata anche posta nella descri-

zione dell’importanza che i luoghi attorno alMonte Nero hanno avuto durante la primaguerra mondiale e di come ora queste sianodivenute terre di pace e di convivenza.L’iniziativa ha previsto anche il pernotta-mento in Malga ed una spiegazione pressoil caseificio della stessa di come venganoprodotti formaggio e ricotta.Si è trattato quindi di un momento importan-

te di cooperazione fra le due aree protette orga-nizzatrici che si inserisce nel processo di rafforza-

mento del rapporto esistente nell’ambitodell’Ecoregione transfrontaliera Alpi Giulie.L’evento “GIOVANI IN VETTA” è stato promossodalla Rete delle Aree Protette Alpine (Alparc) ed ha regi-strato nella medesima giornata il coinvolgimento di 24aree protette alpine, di 6 diverse nazioni, che hanno rea-lizzato 33 iniziative.Il progetto, che proseguirà nei prossimi anni, ha avutocome obiettivo quello di consentire ai giovani di vivereun’esperienza che permettesse loro di capire il valore el’importanza dei territori di montagna, sviluppando (oritrovando) un sentimento di appartenenza a questiluoghi.

GIOVANI IN VETTAINSIEME I JUNIOR RANGERS DEI PARCHI DELLE PREALPI GIULIE E DEL TRIGLAV

Stefano Santi Direttore Ente Parco

“Giovani in vetta” a malga Kuhinja(Foto: Sara Vezzaro)

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La vicenda di Martin dai Crets è emblematica e dimo-stra come dietro a una leggenda, talvolta, si nascon-

dano lacerti di verità storica.Fino agli anni ‘70 del secolo scorso, a Venzone si traman-dava la leggenda di un pastore di capre che viveva tuttosolo tra le impervie pendici occidentali del monte Plauris.Quando si narrava ai bambini la storie di Martin, moltoapprossimativamente venivano indicate le numerosecaverne che stanno sopra Portis oppure quelle che si scor-gono anche da Venzone, un paio di chilometri più a sud.Martin praticava il baratto e contrattava gli scambi gri-dando dalla montagna a coloro che abitavano nel borgoprossimo di Samonç.“Lâri1, puartimi sâl” oppure “Puartaimi farine” e, in cam-bio, offriva “formadi di cjâre”.Si diceva avesse un carattere scontroso e nessuno sapevaperché si fosse ridotto a vivere in quel modo, solo, fuoridal mondo2.Un giorno – dopo un lungo periodo di silenzio – alcunimontanari decisero di salire al suo rifugio e lo trovaronomorto, disteso sul suo giaciglio scavato nella roccia.Rimase sepolto lassù, per sempre.Fin qui la leggenda.Dopo il sisma del 1976, quasi contemporaneamente, duefatti riportarono “Martin” all’attenzione dei Venzonesi.Il primo fu il servizio fotografico di due alpinisti speleo-logi3 che visitarono l’eremo di “Martin”.Il secondo4 proveniva dall’archivio parrocchiale diVenzone, dal Liber Mortuorum, anno 1817.Quindi si trattava di un personaggio realmente esistito, epian piano la sua figura storica cominciò ad uscire dallenebbie della leggenda per assumere contorni più definiti.Un decisivo apporto di conoscenze lo diede un diario difine XVIII secolo, scritto da un nobile venzonese, con-servato alla Biblioteca Civica “V. Joppi” di Udine.Riferendosi alle vicende del periodo napoleonico, acca-dute ai suoi tempi a Venzone, questi narra come un gior-no5, un alto graduato francese – opportunamente infor-mato a proposito del personaggio Martin – venisse appo-sitamente a Venzone per incontrarlo, allestendo il suoalloggio sulla radura erbosa che sta sotto la parete mon-tuosa dove “Martin” si riparava.Bisogna sapere che a quei tempi, era vivo il mito del“buon selvaggio” e alcuni ufficiali napoleonici erano par-ticolarmente attenti a manifestazioni di tal genere. Venneimbandita una mensa, alla quale sedevano anche nobili enobildonne di Venzone. Furono mandati dei soldati sulleerte pendici a “invitare” il nostro Martino al pranzo.Per rendere l’invito più attraente, gli indicarono, qualeomaggio, un bel caprone, però Martino non voleva saper-ne di scendere. “Lassaitlu al plevan6 chel bec, – gridava –i passarai a cjôlu jo in setemane”. Correva e saltava sullependici e sui burroni come un camoscio, senza lasciarsi

avvicinare e i soldati rientrarono alla base a mani vuote espossati dalla fatica. Salirono allora due ufficiali, per sup-plicarlo stavolta, ai quali egli si disse disponibile a scen-dere, purché si mantenessero a debita distanza. QuandoDio volle arrivò e, non appena fu giunto davanti allamensa imbandita, da dietro la schiena trasse un mazzo difiori montani dicendo: “questi vengono dal mio orto!” eli distribuì sapientemente agli astanti e alle dame, con iquali si adornarono subito i cappelli. Rimase con loro emangiò con appetito.Il manoscritto narra anche che Martino in seguito fecevisita all’ufficiale francese a Gemona e che non era poi il“selvaggio” che poteva apparire.Anzi, dimostrò di gradire e saper profittare della ospita-lità che gli veniva offerta.

MARTINDAI CRETS

Pietro Bellina Ricercatore venzonese

Note1 Letteralmente: Ladro. Così chiamava chi materialmente barattava con lui, ritenendo d’essere da questi imbrogliato sul peso del sale o della farina da polenta.

2 La pratica di vita eremitica è presente a Venzone sin dal XIV secolo, ad opera dei frati agostiniani eremitani, agli eremi montani (S. Antonio abate) ma anche planiziali (S. Giacomo in Rozza, S. Bartolomeo di Portis). Agli inizi del XV secolo venne costruita la chiesa di San Giovanni Battista nel centro di Venzone presso il convento agostiniano.

3 Il documento si trova presso la Biblioteca Comunale “S. Mistruzzi-Freisingher” di Venzone.

4 21 giugno 1817, Pascolo Martinus filius Valentini annorum 64 aetatis suae in suo Heremo sito in monte supra Portis, naturae debitum solvit, ibique sepultus est hodie eo quod transferri non poterat in hoc Parrochiali Coemeterio.

5 Si ritiene che il fatto sia avvenuto nel breve periodo di tregua,susseguente alla prima campagna bellica del 1797.

6 Ciò dimostra che non viveva del tutto isolato, ma che coltivava una certa pratica religiosa.

Le impervie pendici occidentali del Monte Plauris.(Foto: Pietro Bellina)

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Pubblicato per gentile concessione dell’autoree della Società Filologica Friulana "G. I. Ascoli".

L’articolo è già stato pubblicato in“Sot la Nape”, 67 (2015), n. 2, pp. 27-28.

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Parco Naturale Regionale delle Prealpi GiuliePiazza del Tiglio, 3 - 33010 RESIA (UD)

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L’Ente parco naturale delle Prealpi GiulieAugura

Felice Anno NuovoLipë Növë Lëtu

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