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COMUNE DI BASTIGLIA PROVINCIA DI MODENA DOCUMENTO DI INDIRIZZO PER L’ELABORAZIONE E APPROVAZIONE DEL PROGRAMMA DI RIQUALIFICAZIONE URBANA “ PIAZZA DI BASTIGLIA” A cura di: Prof. Ing. Celestino Porrino Ing. Paolo Piazza Aprile 2011

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COMUNE DI BASTIGLIA PROVINCIA DI MODENA 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

  

 

 

DOCUMENTO DI INDIRIZZO  

PER L’ELABORAZIONE E APPROVAZIONE  

DEL PROGRAMMA DI RIQUALIFICAZIONE URBANA  

 “ PIAZZA DI BASTIGLIA”  

A cura di:  Prof. Ing. Celestino Porrino ­ Ing. Paolo Piazza 

 

Aprile 2011 

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COMUNE DI BASTIGLIA

PROVINCIA DI MODENA

DOCUMENTO DI INDIRIZZO PER L’ELABORAZIONE E APPROVAZIONE

DEL PROGRAMMA DI RIQUALIFICAZIONE URBANA

“ PIAZZA DI BASTIGLIA”

A cura di: Prof. Ing. Celestino Porrino - Ing. Paolo Piazza

Aprile 2011

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Sommario

1. Un unico grande tema collettivo pag. 3 2. Perché il Programma di Riqualificazione Urbana pag. 5 3. Il percorso procedurale previsto dalla legge pag. 7 4. I contenuti fondamentali individuati dal presente Documento pag. 10 5. Quale Piazza per Bastiglia pag. 14 6. Tavole allegate pag. 19

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DOCUMENTO DI INDIRIZZO PER L’ELABORAZIONE E APPROVAZIONE DEL PROGRAMMA DI RIQUALIFICAZIONE URBANA

“ PIAZZA DI BASTIGLIA”

1. Un unico grande tema collettivo L’insediamento urbano di Bastiglia è nato e cresciuto intorno alla vecchia Conca del Naviglio, ed agli impianti molitori ad essa collegati, che in passato hanno avuto a lungo un’importanza primaria a livello provinciale. La Conca è divenuta poi, con il suo interramento conseguente alla deviazione del corso del Naviglio, l’unica grande Piazza della città, in posizione centrale per ogni aspetto, e quindi anche per quello simbolico. Si tratta di una Piazza di tipo polivalente, ossia non specializzata, e pertanto destina-ta fin dall’inizio a rappresentare stabilmente il centro cittadino: centro che è tale per molteplici funzioni urbane integrate. Nelle piccole dimensioni urbane di Bastiglia, infatti, questo centro si presenta come un unico grande tema collettivo, e certamente non potrebbe ammettere alternative urbanistiche credibili. Il tessuto edilizio formatosi – anche se con caratteri episodici – lungo tutto il peri-metro della Piazza, già oggi contiene di fatto l’insieme delle singole emergenze ur-bane principali: la Chiesa parrocchiale, il Municipio (sostituito in tempi moderni, con risultati assai discutibili), il Museo della Civiltà Contadina, il Centro commer-ciale “naturale”, il “giardinetto”, ecc.. In realtà, più precisamente, è l’intero nucleo della formazione originaria, costituito dal suo interno e dal suo intorno, che rappresenta tutto insieme, per i cittadini, l’autentico e unitario tema collettivo della città, il “centro” senza bisogno di altre specificazioni. Un grande tema urbano collettivo, identitario, riconosciuto e condiviso, che ha un cuore – la Piazza – e che custodisce un’anima – il ricordo della Conca del Naviglio e della sua passata attività, la ragione stessa dell’origine e del ruolo territoriale di Bastiglia. E la ragione della sua continuità. Quando si parla di urbanistica, a Bastiglia, si parla insomma proprio di questo, pri-ma di tutto: il nucleo Storico, la sua Piazza. Un unico grande tema collettivo, che

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rappresenta, ad un tempo, il passato ed il futuro della città: i quali, naturalmente, non sono mai separabili, pena la “perdita del luogo”. Però, oggi, proprio questa Piazza appare anche come il punto debole di Bastiglia (un centro abitato che invece ha realizzato sviluppi recenti di prim’ordine), giacché, per diversi motivi, la Piazza risulta ormai almeno in parte inadeguata a svolgere il ruolo urbano che le compete. E’ inadeguata la sistemazione dello spazio pubblico, quasi ridotto a mero sistema circolatorio veicolare o a semplice arredo verde, senza luoghi adatti alla pratica so-ciale o allo svolgimento di attività temporanee “centrali”; al punto che, in queste condizioni, non si dispone neppure di un sagrato davanti alla Chiesa Parrocchiale. E’ insoddisfacente la qualità estetica dei fronti edilizi, a cominciare da quello deci-samente incongruo del nuovo Municipio e delle sue pertinenze, come pure lo stato della maggior parte dei fronti degli edifici privati, che potrebbero essere valorizzati attraverso interventi di manutenzione appropriata e contestualizzata. In qualche ca-so, si rilevano anche unità edilizie degradate e/o in abbandono. E’ insufficiente (sul piano quantitativo e qualitativo) la presenza e l’offerta com-merciale e dei pubblici esercizi; i quali, del resto, attualmente non troverebbero neppure gli spazi adatti alla collocazione ed allo svolgimento di funzioni terziarie qualificate: che in ogni caso sono il vero fattore principale di attrazione e rigenera-zione urbana. Infine è del tutto assente, sul piano simbolico, la presenza di un chiaro segno archi-tettonico capace di ricollegare il significato attuale della Piazza centrale con quello pregresso della Conca e del Naviglio. Tuttavia è importante ricordare che il Navi-glio stesso, nel suo nuovo tracciato, scorre proprio in adiacenza alla Piazza, con una sezione tombata; essendo oggi anche adeguatamente risanato e riqualificato. In conclusione, appare chiaro che, se la Piazza si presenta come il punto debole di Bastiglia, questo non dipende soltanto dalle sue carenze di natura architettonica. Giacché la Piazza è carente anche (e soprattutto) sul piano dell’appropriazione col-lettiva, della frequentazione, dell’incontro; è come se i cittadini – pur avendo a di-sposizione una grande piazza – non fossero in grado di utilizzarla adeguatamente, per mancanza o insufficienza di motivazioni e di occasioni condivise. Tale “rinuncia” è peraltro del tutto comprensibile, alla luce della sua scarsa attratti-vità attuale: che dipende anche – certamente – dalle specifiche questioni di architet-tura urbana precedentemente ricordate; ma che ancor più dipende – con ogni proba-bilità – da una condizione di insufficienza e debolezza, ossia di bassa densità fun-zionale e insediativa, dei tessuti edilizi che stanno intorno alla Piazza. In altri termini, sarebbe miope e velleitario non tener conto di una situazione più complessiva: e dunque proprio del fatto che, realisticamente, se le prospettive di ri-vitalizzazione della Piazza dipendono dalla qualità del suo interno, queste dipendo-no anche (e forse soprattutto) dalla qualità e dalla consistenza suo intorno, che pre-senta in più punti situazioni di debolezza, di sottoutilizzo, di degrado. Di conseguenza, lavorando urbanisticamente sul recupero edilizio, sul completa-mento e sulla ricomposizione tipologica dei tessuti più o meno consolidati

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dell’intorno stesso, risulta auspicabile cercare di ottenere anche una certa densifica-zione del contesto, intendendo questa in senso sia funzionale sia insediativo. Qua-lunque “centralità” viene meno, infatti, in mancanza di una densità sufficiente. Giacché la qualità dello spazio pubblico non è mai solo una questione “estetica” di arredo urbano: la gente va dove va la gente, ed è sempre questa la “regola” vitale della città. Da questa “regola”, poi, dipendono anche il principio della manutenzio-ne continua, e quello del controllo sociale spontaneo dello spazio pubblico; che – com’è noto – sono altrettanti aspetti decisivi per la riqualificazione e la buona frui-zione dello spazio urbano. 2. Perché il Programma di Riqualificazione Urbana La realizzazione di una possibile riqualificazione urbanistica, il suddetto ambito in-tegrato e plurifunzionale, costituito unitariamente dal centro di prima formazione e dalla sua Piazza, passa attraverso l’impiego di uno strumento di tecnica urbanistica che sia idoneo a valorizzare ed a tradurre in pratica, in maniera efficace, una sintesi di tutte le relative diverse potenzialità progettuali. Una sintesi in cui siano ben contemperati: spazi aperti e spazi costruiti, interventi pubblici ed interventi privati, funzioni urbane e destinazioni specifiche, dimensioni utili e capacità edificatorie, strumenti tecnici e modalità di attuazione. Ossia il com-plesso dei problemi del nostro centro di Bastiglia. Infatti non basta, per i fini voluti, un semplice progetto attuativo della sistemazione della Piazza, come potrebbero essere i normali piani dell’arredo urbano; poiché questo non affronterebbe efficacemente il tema della sua rigenerazione in termini di attrattività generale e di frequentazione collettiva: che nel nostro caso costituiscono il tema dell’esistenza stessa della Piazza. Non basta, per i fini voluti, neppure lo strumento del tradizionale piano particola-reggiato di recupero del centro storico o consolidato; poiché questo avrebbe solo una funzione regolativa (normativa), ma non consentirebbe di selezionare ed incen-tivare quali interventi realmente possano attuarsi, e quindi dare un concreto contri-buto alla realizzazione di quella densificazione insediativa e funzionale, che invece è la condizione imprescindibile per la rigenerazione della Piazza. Occorre dunque lavorare contestualmente sui due versanti: quello dell’intervento pubblico, per la riqualificazione architettonica dell’interno della Piazza, e quello degli interventi dei privati, dai quali invece dipendono la densificazione e la rivita-lizzazione del suo intorno. In questo modo, le previsioni progettuali e programmati-che possono risultare sempre concretamente collegate con le relative ipotesi d’attuazione: e proprio questo è il “punto di forza” offerto da una tale scelta opera-tiva. Inoltre è ovvio che occorra riuscire a far convergere, sul tema unitario della Piazza, tutte le possibili risorse utilizzabili, pubbliche e private. Per le prime, impiegando al meglio tutti gli strumenti di legge oggi disponibili; per le seconde, costruendo un’ipotesi urbanistica di valorizzazione del contesto che metta in campo – con il

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dovuto equilibrio – gli incentivi realisticamente proponibili per stimolare e attivare gli interventi dei privati. A questo fine appare assai importante il fatto che l’azione amministrativa, dal punto di vista della tecnica urbanistica, si possa basare su uno strumento che, per sua natu-ra, abbia anche la possibilità di modificare – ove del caso introducendo le necessarie specificazioni e differenziazioni – le previsioni dello strumento urbanistico generale vigente. In questo modo, contenendo i tempi tecnici necessari, che agiscono sempre come fattore negativo per le decisioni d’intervento. Nel sistema della pianificazione attualmente disponibile, uno strumento di questo genere, rispondente alle esigenze sopra accennate, si configura, in pratica, come un Programma di Riqualificazione Urbana. Si tratta uno strumento attuativo voluto dal-la Regione Emilia-Romagna, basato sul concetto di efficacia, e sulla cui applicazio-ne esiste ormai una consolidata esperienza ultradecennale. In questa materia è operante la Legge Regionale n. 19/98, modificata e integrata con le L. R. n. 5/99, 2/03, 13/06 e 6/09. Sono norme che riguardano l’intero procedi-mento per la predisposizione, l’approvazione, il finanziamento e l’attuazione dei Programmi di Riqualificazione Urbana proposti dai Comuni. Con tale politica la Regione intende favorire una più equilibrata distribuzione dei servizi e delle infrastrutture, ed il miglioramento della qualità ambientale e architet-tonica dello spazio urbano, al fine di eliminare le condizioni di abbandono e di de-grado edilizio, ambientale e sociale che investono le aree urbanizzate. Inoltre la legge favorisce le iniziative che, a livello locale, promuovono la parteci-pazione dei cittadini alla definizione degli obiettivi delle azioni di riqualificazione urbana, attraverso l’istituzione di processi partecipativi o di laboratori di urbanistica partecipata; e incentiva il ricorso da parte dei Comuni a procedure concorsuali, che consentano la scelta del progetto che meglio corrisponde agli obiettivi di qualità at-tesi. Un’ultima considerazione riguarda l’attività urbanistica complessiva del Comune. Assumere come prioritario il Programma di Riqualificazione Urbana della Piazza – secondo una priorità che nel caso di Bastiglia appare del tutto evidente – non signi-fica affatto rinunciare ad un’attività di rinnovo dello strumento urbanistico generale; attività che può anche procedere in parallelo, secondo i propri tempi e modalità, e prevedendo in essa, fin dall’inizio, il recepimento del Programma stesso, quando approvato. Il quale Programma, infatti, si riferisce soltanto a un tema specifico e ben preciso: un tema (la Piazza) che certamente è strutturale, ma non tale da condizionare nega-tivamente le scelte su altri temi della pianificazione strutturale. Tutte le diverse pos-sibilità restano naturalmente aperte. Nella redazione del nuovo strumento urbanisti-co generale, il Programma potrà essere semplicemente ricollocato nel medesimo, mantenendo intatte le sue specifiche caratteristiche attuative. In base alle precedenti considerazioni, insomma, sembra del tutto confermata l’opportunità di utilizzare lo strumento del Programma di Riqualificazione Urbana per definire progettualmente, e soprattutto per portare all’attuazione, un’iniziativa

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che per Bastiglia può assumere veramente un significato strategico. Un’iniziativa che forse Bastiglia attende da tempo. Non una semplice elaborazione tecnica da affiancare alle altre, non una retorica e-nunciazione di obiettivi, ma la concreta riscoperta – con i cittadini – di un luogo che rappresenta (e maggiormente dovrebbe rappresentare) tutta la città, con le sue moti-vate prospettive di urbanità per il futuro. Dal momento che investire nella Piazza si-gnifica investire nel futuro; questo è il punto. Per poter procedere in tale direzione, comunque, bisogna tener conto che la citata legge prevede un preciso percorso procedurale, che il Comune dovrà seguire, nello sviluppare tutta la sua iniziativa in materia di riqualificazione urbana; un percorso che è bene qui almeno riassumere per sommi capi. 3. Il percorso procedurale previsto dalla legge Al fine di avviare il processo di formazione del Programma di Riqualificazione Ur-bana, il Consiglio Comunale approva inizialmente un apposito “Documento di Indi-rizzo” (predisposto dalla Giunta) che prevede una prima indicazione dei tessuti ur-bani che presentano condizioni di degrado, e degli obiettivi generali da perseguire attraverso gli interventi di riqualificazione degli stessi; anche sviluppando processi partecipativi dei cittadini interessati, con particolare attenzione al coinvolgimento dei cittadini che risiedono o operano nell’ambito da riqualificare, ovvero negli am-biti interessati dai prevedibili effetti della riqualificazione. La presente relazione costituisce appunto la proposta di Documento di Indirizzo, se-condo le finalità ed i contenuti indicati dalla legge, da presentare al Consiglio Co-munale per la sua approvazione. In particolare, il Documento stesso considera l’ampiezza, la consistenza e le cause del degrado edilizio, ambientale e sociale, le opportunità di riuso di aree ed immobi-li, il ruolo strategico degli interventi prospettati, e le condizioni di fattibilità della riqualificazione urbana proposta; tenendo conto delle risorse finanziarie, pubbliche e private, necessarie ad attivarla. Con il medesimo provvedimento, il Consiglio Comunale deve approvare l’individuazione degli ambiti urbanizzati (anche eventualmente non caratterizzati da continuità spaziale) destinati alla riqualificazione, nonché l’individuazione di quelli interessati dagli effetti della riqualificazione. Inoltre il Consiglio indica le modalità dei processi partecipativi, e può stabilire gli ambiti di progetto per i quali debba svolgersi un concorso di architettura. Una precisazione è importante. Nel caso in cui le proposte prevedano una variante alle aree destinate a verde e servizi, il Documento stesso deve assicurare comunque il rispetto delle dotazioni minime di legge. In ogni caso, se il Documento prefigura variante al PRG vigente, la delibera di approvazione del Documento di Indirizzo è assunta previo parere della Giunta Provinciale (che si esprime entro sessanta giorni, trascorsi i quali il Comune può procedere).

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Per procedere secondo il percorso stabilito dalla legge, la Giunta Comunale, sulla base del Documento di Indirizzo approvato, ed attuando forme di consultazione e partecipazione dei cittadini e delle loro associazioni, dovrà sviluppare – con riguar-do al territorio urbanizzato – una più puntuale ricognizione dei fabbisogni di: edili-zia residenziale sociale; dotazioni territoriali; interventi per migliorare la qualità e l’accessibilità degli spazi pubblici e la mobilità sostenibile; riqualificazione energe-tica, ambientale ed architettonica degli edifici e del territorio interessato. A seguito delle suddette valutazioni, la Giunta Comunale (in quella che possiamo considerare come la seconda fase del percorso) provvederà alla redazione del “Do-cumento Programmatico per la Qualità Urbana”: ossia alla redazione di un elabora-to che dovrà contenere gli obiettivi di riallineamento funzionale e qualitativo che rappresentano, per ciascun ambito di riqualificazione, le priorità di interesse pubbli-co; alle quali dovranno essere subordinate le successive procedure partecipative, concorsuali o negoziali, per la completa definizione dei contenuti del programma di riqualificazione urbana. Dopo aver sviluppato dette procedure, tale completa definizione rappresenterà, per così dire, la terza fase del nostro percorso: la fase conclusiva, nella quale si defini-ranno – in via operativa – gli interventi che concretamente verranno a formare il programma. Per la predisposizione e l’attuazione del Programma di Riqualificazio-ne, l’Amministrazione Comunale dovrà quindi promuovere – mediante pubblico concorso – il coinvolgimento degli operatori pubblici e privati effettivamente inte-ressati a far parte del programma. Le proposte d’intervento avanzate dagli interessati dovranno contenere: uno studio di fattibilità degli interventi proposti; il progetto preliminare degli interventi pubbli-ci e privati che il soggetto si dichiari disposto a realizzare; uno studio degli effetti indotti dagli interventi stessi, in coerenza con gli obiettivi generali della riqualifica-zione contenuti nel Documento di Indirizzo. Nel caso in cui negli ambiti di riqualificazione risultino compresi immobili comun-que ritenuti necessari per l’attuazione del Programma, il Comune, in luogo del con-corso pubblico, attiverà con i diretti interessati apposite procedure negoziali, per de-finire le forme della loro partecipazione. In mancanza di un’intesa con i soggetti stessi, il Comune potrà attivare la procedura del concorso pubblico, invitando a par-teciparvi i proprietari degli immobili di cui trattasi. L’Amministrazione Comunale, valutate le proposte presentate dai soggetti interes-sati, e gli esiti delle eventuali procedure negoziali, selezionerà le proposte d’intervento che meglio rispondono agli obiettivi espressi nel Documento di Indi-rizzo approvato dal Consiglio Comunale. Contestualmente in questa fase – e quindi prima della definitiva predisposizione del Programma di Riqualificazione Urbana – l’Amministrazione dovrà formalmente acquisire l’impegno all’attuazione dell’intervento proposto da parte di ciascun sog-getto interessato, attraverso la sottoscrizione di un atto unilaterale d’obbligo o di un accordo sostitutivo ex L. n. 241/1990.

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Il Programma di Riqualificazione Urbana, così formato, conterrà la dettagliata de-scrizione degli interventi da realizzare e delle relative tipologie, nonché delle risorse da investire da parte dei soggetti pubblici e privati. Il Programma dovrà comunque prevedere: l’elenco delle unità immobiliari compre-se nel Programma e di quelle che vi sono escluse; le soluzioni progettuali previste; i tempi e i costi di esecuzione del Programma; gli atti unilaterali d’obbligo o i relativi accordi sostitutivi; i contenuti cartografici e normativi delle eventuali varianti al PRG vigente. Il Programma di Riqualificazione Urbana avrà valore di piano urbanistico attuativo, e pertanto gli interventi ivi previsti potranno attuarsi direttamente mediante permes-so di costruire, o altro titolo abilitativo previsto dalla legge. La procedura di approvazione del Programma di Riqualificazione Urbana sarà quel-la della deliberazione del Consiglio Comunale; salvo che sia prevista variante al PRG vigente, nel qual caso si ricorrerà all’Accordo di programma in variante. Vi è però un ulteriore aspetto molto importante contenuto nella legge regionale: quello di poter beneficiare dei contributi regionali per la riqualificazione urbana. In-fatti è previsto che la Giunta Regionale pubblichi un apposito Bando per concorrere all’assegnazione di finanziamenti (in conto interessi o in conto capitale, nella misu-ra e con le modalità specificate nel Bando stesso) destinati a sostenere i Programmi di Riqualificazione per le varie tipologie d’intervento. Va sottolineato che per i comuni inferiori a 5.000 abitanti – e quindi per il caso di Bastiglia – il finanziamento può raggiungere il massimo dell’80% della spesa rela-tiva agli interventi comunali di riqualificazione degli spazi pubblici, sulla base di un progetto preliminare redatto e approvato ai sensi delle norme sui lavori pubblici, e quindi, nel nostro caso, di un progetto di risistemazione architettonica della Piazza. Per poter concorrere ai finanziamenti regionali, il Comune dovrà trasmettere alla Giunta Regionale la delibera consiliare di approvazione del Documento di Indiriz-zo, unitamente al Documento stesso, con l’indicazione degli interventi di riqualifi-cazione per i quali viene richiesto il finanziamento. La Giunta Regionale, nei limiti di disponibilità e con i criteri concorsuali specificati nel Bando, s’impegna ad attribuire il finanziamento, ed invita il Comune a sotto-scrivere un apposito protocollo d’intesa. Nel caso che al Programma stesso venga effettivamente attribuito il finanziamento regionale, la procedura di approvazione dovrà essere quella dell’accordo di pro-gramma con la Regione e con gli altri soggetti (pubblici e privati) che partecipino all’attuazione degli interventi; ove si tratti di variante al PRG vigente, all’Accordo (ai sensi della L.R. n. 20/2000) partecipa naturalmente anche la Provincia. L’Accordo di Programma dovrà contenere, per ciascun intervento, gli obblighi as-sunti dai diversi soggetti attuatori in ordine alla realizzazione, ai tempi, agli oneri, alle risorse, alle garanzie e alle altre condizioni esecutive. E’ appena il caso di osservare, da ultimo, come l’importanza di un eventuale contri-buto regionale, all’interno del Programma di Riqualificazione Urbana, si manifesti

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non soltanto per il sostegno economico diretto alla realizzazione degli interventi, ma anche – cosa non meno importante – per l’effetto di poter catalizzare ed accelerare l’accordo fra i soggetti (specie privati), per i quali la possibilità di beneficiare (diret-tamente o indirettamente) del finanziamento, è tassativamente legata al rispetto del-le scadenze stabilite. 4. I contenuti fondamentali individuati dal presente Documento Il presente Documento rappresenta, come s’è detto, il primo atto propositivo per l’elaborazione e l’approvazione del Programma di Riqualificazione Urbana “Piazza di Bastiglia”. Con questo Documento, in sostanza, risultano già esplicitati i contenu-ti fondamentali che s’intende proporre per sviluppare tale iniziativa. Nelle fasi suc-cessive del percorso, gli indirizzi così esplicitati resteranno, per il Comune, la “trac-cia” fondamentale delle elaborazioni e dell’azione amministrativa conseguenti. Ve-diamo. In primo luogo, entrando nel merito, si tratta di considerare quali siano i tessuti ur-bani che – nella realtà di Bastiglia – presentano attualmente le citate condizioni di degrado edilizio, ambientale e sociale: s’intende degrado in senso relativo, natural-mente, giacché condizioni veramente gravi a Bastiglia non sono rilevabili, se non eventualmente per singoli casi puntuali di modesta entità. In generale, infatti, Bastiglia è un centro abitato che si è sviluppato piuttosto recen-temente – in pratica dagli anni ’60 in poi – e lo ha fatto sulla base di una pianifica-zione correttamente ed efficacemente applicata, fin da quel periodo. Bastiglia fu al-lora tra i primi comuni modenesi a dotarsi di un piano regolatore. Ciò ha comporta-to il fatto che gran parte del patrimonio edilizio presenta caratteristiche moderne, e spesso anche di buona o sufficiente qualità, sia in senso edilizio, sia in senso urbani-stico. Di pari passo con gli insediamenti residenziali, è cresciuta la popolazione di Basti-glia, che ha mostrato il più alto incremento percentuale a livello provinciale: in par-ticolare, con un’elevata componente del saldo migratorio, a riprova della sua capa-cità attrattiva sull’area esterna, in particolare la prima cintura del capoluogo provin-ciale. Si tratta di un incremento demografico che tuttavia – a fronte dei principi ge-nerali della pianificazione di area vasta – non rappresenta una contraddizione, se si tien conto della minima dimensione di base del Comune, che con circa 4.000 abi-tanti risulta il più piccolo della Provincia. L’ampiezza, la consistenza e le cause del degrado dei tessuti urbani di più vecchia formazione, peraltro di assai modesta entità, dipendono quindi essenzialmente dai ben noti fenomeni di abbandono e di trasferimento per “attrazione” esercitata dai nuovi insediamenti, che sono (o sono generalmente ritenuti) in grado di offrire con-dizioni ambientali meglio corrispondenti alle attuali aspettative degli abitanti. In taluni casi, propriamente del Centro Storico, è di fatto presente l’insediamento delle componenti sociali più deboli. In altri casi, nell’intorno immediato, si hanno condizioni di relativa sottoutilizzazione del patrimonio immobiliare: condizioni che,

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di per sé, possono indicare una scarsa propensione “di mercato” agli investimenti immobiliari nella riqualificazione. Anche la presenza di attività terziarie di tipo diffuso mostra una relativa debolezza. Pochi esercizi commerciali, con scarsa varietà merceologica e perlopiù di modesta qualità, stanno a dimostrare quanto poco la Piazza riesca ad essere quel “centro commerciale naturale” che dovrebbe, pur tenendo conto della esigua dimensione di Bastiglia. D’altra parte taluni esercizi commerciali e di ristorazione, proprio per la scarsa at-trattività e disponibilità della Piazza, hanno preferito localizzazioni alternative nei contesti di più recente urbanizzazione; con la perdita di un’occasione utile per fare “massa critica”, importante per l’incentivazione delle attività terziarie. Nel complesso, appare chiaro che tutto l’ambito “centrale” di Bastiglia risulta ina-deguato a svolgere un ruolo urbano polarizzante, in grado di sostenere “da vicino” la capacità attrattiva e l’animazione della Piazza: condizione auspicata e indispen-sabile affinché questa riesca ad essere veramente tale per tutto il centro abitato. Nell’intorno della Piazza, in conseguenza a tale situazione, i tessuti urbani che si devono prendere in considerazione sono certamente quelli del piccolo Centro Stori-co – come definito dal vigente PRG – ma anche quelli di un’ulteriore corona forma-tasi a immediato contatto con questo; corona che rappresenta, per così dire, il primo accrescimento moderno del nucleo originario. Tutti questi tessuti urbani presentano, nelle loro parti e condizioni meno favorevoli, talune opportunità di riuso di aree ed immobili, suscettibili di valorizzazione in sen-so qualitativo e – in qualche caso – anche in senso quantitativo. Essi (auspicabil-mente) potrebbero quindi consentire di ottenere proprio ciò che manca: una suffi-ciente densità insediativa, riferita sia agli abitanti, sia alle funzioni urbane insediate. A titolo indicativo, possiamo ipotizzare che, nei diversi casi, siano proponibili in-terventi di recupero edilizio e funzionale, interventi di riqualificazione tipologica, interventi di ristrutturazione con o senza cambio di destinazione d’uso, ed anche in-terventi di ampliamento e di completamento, nei limiti tipologici e dimensionali prestabiliti. Inoltre, in taluni casi, si possono immaginare interventi di sostituzione edilizia, e fors’anche di nuova costruzione in lotti liberi o in porzioni di lotto inuti-lizzate. Un caso del tutto particolare, ma certamente di rilevante importanza, è rappresenta-to dall’attuale sede municipale e dalla relativa area di pertinenza. Si tratta di un im-mobile di proprietà pubblica, realizzato negli anni ’60 in forme “moderne”, di cui oggi appaiono del tutto chiari i limiti di qualità architettonica, edilizia, funzionale e tecnologica. Probabilmente sarebbe da prevedersi un intervento piuttosto ra-dicale, di ristrutturazione con ampliamento, per conseguire gli standard edilizi oggi considerati indispensabili. Tuttavia, trattandosi di un intervento assai impegnativo sul piano della fattibilità tecnica ed economica, e dovendosi comunque garantire la continuità delle attività comunali, su tale aspetto del Programma sarà senz’altro richiesto uno specifico ap-profondimento in ordine alle possibili modalità d’intervento.

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Comunque, attraverso gli interventi di riqualificazione dei tessuti urbani individuati, ma anche della loro densificazione, oltre ai risultati diretti facilmente prevedibili in termini di qualità edilizia e architettonica, si devono porre e affrontare obiettivi ur-banistici perfino più importanti: da perseguire allo scopo di dotare Bastiglia di una Piazza viva e vitale, attraente e frequentata. Condizione questa che inevitabilmente richiede – come s’è detto – di lavorare non soltanto nel suo “interno”, ma anche e soprattutto per potenziare e migliorare il suo “intorno”. Il ruolo strategico degli interventi prospettati, per quanto alla riqualificazione dei tessuti urbani “di bordo”, è dunque rintracciabile nel valore di “risorsa” in senso ur-banistico che essi rappresentano; e ciò sotto un duplice profilo. Da un lato, quello di consentire la densificazione insediativa e funzionale, che appa-re come condizione decisiva per il successo della Piazza; dall’altro, quello di appor-tare, attraverso gli oneri urbanistici (e gli accordi relativi), un contributo importante per la concreta realizzazione dell’intervento di riqualificazione dello spazio pubbli-co (intervento pubblico per la sistemazione della Piazza). E’ importante sottolineare che tale logica della “densificazione”, per altro verso, s’inserisce in quel principio di completa utilizzazione delle possibilità residue dei contesti già urbanizzati, che è la prima condizione per rendere realistica l’opzione del contenimento dell’erosione antropica; cioè del minimo consumo delle aree agri-cole. Riutilizzare l’esistente, costruire nel costruito, valorizzare le potenzialità resi-due, sono ormai le scelte prioritarie e incontrovertibili di una pianificazione ambien-talmente sostenibile. Sulla base delle suddette valutazioni, è immediato procedere, in via preliminare, all’individuazione degli ambiti urbanizzati che è opportuno considerare come desti-nati alla riqualificazione secondo il presente Programma. Nella tav. 1 allegata, per-tanto, è indicato il perimetro dell’ambito da prendere in considerazione ai fini del Programma di Riqualificazione Urbana “Piazza di Bastiglia” (ambito che misura mq. 104.028). Nella stessa tavola sono riportati, per chiarezza, gli ambiti del solo Centro Storico (mq. 25.238) e della stessa Piazza (mq. 9.837). Oltre al suddetto ambito della riqualificazione, occorre precisare – come richiesto dalla legge – l’individuazione degli ambiti potenzialmente interessati dagli effetti della riqualificazione. Nel nostro caso non ci possono essere dubbi al riguardo: se la riqualificazione è centrata sulla polarità della Piazza, che è l’unico vero centro di Bastiglia, è evidente che gli effetti indotti dalla riqualificazione riguarderanno l’intero abitato di Bastiglia, giacché la Piazza è il tema collettivo per eccellenza, va-lore primario che appartiene a tutti i cittadini. Ne deriva che l’ambito degli effetti della riqualificazione è costituito dall’intero centro urbanizzato (mq. 1.085.525, pari a circa 109 ha.), come rappresentato nella tav. 2 allegata. Infine, nella logica del presente Programma di Riqualificazione Urbana, è immedia-to considerare l’area della Piazza – intesa propriamente come spazio pubblico col-lettivo – quale ambito di progetto per il quale sia opportuno svolgere un concorso di architettura. Il tema della Piazza, per il suo valore collettivo e simbolico, è sicura-mente tale da meritare l’impegno concorsuale per decidere sulla sua risoluzione ar-chitettonica. D’altra parte la procedura dei concorsi d’architettura è compresa fra le

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iniziative a cui la legge destina le risorse regionali per la riqualificazione, al punto che per la loro assegnazione è prevista una precisa priorità per i Comuni che attiva-no tali concorsi. La scelta del concorso d’architettura, tuttavia, va collocata all’interno del percorso complessivo e degli indirizzi stabiliti per il Programma di Riqualificazione Urbana. Ciò significa che un concorso d’idee, aperto a qualunque tipo di soluzione della Piazza, e soprattutto senza la condizione di dover rispondere ai presenti indirizzi (ad esempio con la scelta derivante dalla “densificazione” dell’intorno per conseguire la massima frequentazione) potrebbe avere un esito difficilmente riconducibile agli obiettivi posti dall’Amministrazione. Il problema si potrà superare, al momento necessario, predisponendo – in allegato al bando di concorso, come prevede la legge – il cosiddetto Documento Preliminare per la Progettazione, che fornisce le indicazioni necessarie per chiarire le intenzioni dell’Amministrazione ed i risultati attesi. Per quello che riguarda poi, nel complesso, le condizioni di fattibilità della riqualifi-cazione urbana proposta, tutto resta subordinato agli esiti delle successive fasi con-corsuali: sia per il concorso di progettazione dello spazio pubblico, sia per la defini-zione degli interventi privati che effettivamente potranno trovare attuazione in base agli accordi sottoscritti. Tutte le condizioni generali, in relazione alle esigenze effettive precedentemente esposte, sembrano propendere per il riconoscimento di una buona o discreta fattibi-lità operativa del Programma; anche se un aspetto d’incertezza – difficilmente supe-rabile – riguarda sicuramente l’effettiva capacità d’investimento del mercato immo-biliare di Bastiglia. Discorso analogo vale per la stima di massima delle risorse finanziarie, pubbliche e private, necessarie ad attivare il processo della riqualificazione urbana proposta. Occorre certamente distinguere i due aspetti: ma in entrambe i casi la valutazione “economica” va rinviata al momento in cui saranno disponibili i progetti a cui fare riferimento. Si può fin d’ora immaginare che la proposta – com’è logico che sia, giacché si basa su azioni di incentivazione – comporterà di fatto qualche aspetto di variante norma-tiva all’attuale strumento urbanistico vigente. Cosa che peraltro rientra in una nor-male procedura di cui s’è già detto. Non si prevede, invece, la necessità di alcuna variante alle aree destinate a verde e servizi; e quindi il dovuto rispetto delle dotazioni urbanistiche minime di legge, a livello comunale, resta sostanzialmente inalterato rispetto a quanto già stabilito dal PRG vigente. Da ultimo, va ricordato che, in tutta quest’attività, particolare importanza assume-ranno i processi partecipativi dei cittadini interessati. Ciò significa coinvolgere, nel-le forme dell’assemblea pubblica, ma anche della comunicazione per via informati-ca (e/o per altra via), la generalità dei cittadini, con particolare attenzione al coin-volgimento di quelli che risiedono o operano nell’ambito direttamente da riqualifi-

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care. Ma di fatto significa coinvolgere tutta la popolazione, in quanto residente nell’ambito interessato dai prevedibili effetti della riqualificazione. 5. Quale Piazza per Bastiglia Dal punto di vista della proposta progettuale, il tema principale da affrontare resta comunque quello della composizione e risoluzione architettonica della Piazza, della cui importanza non occorre dire altro. Non è certo un tema nuovo, giacché da molti anni a Bastiglia ci s’interroga su que-sto; e non è neanche un tema semplice, visto che si tratta di ripensare l’immagine del luogo simbolico per eccellenza; un luogo che tuttavia dev’essere anche concre-tamente e intensamente utilizzato. E che a monte implica con chiarezza l’obiettivo principale di lavorare per conseguire la massima frequentazione ed animazione del-la Piazza. Quale Piazza per Bastiglia? In questa sede possiamo ragionare su questa domanda, più che sulla sua risposta. Come si è già detto, la questione comporterà infatti un Concorso di architettura; tanto più che la Legge Regionale incoraggia concretamen-te il Comune a procedere in questa direzione. E tuttavia, per ottenere un risultato utile e utilizzabile (altrimenti il rischio può esse-re quello di lavorare a vuoto, in perdita), è opportuna una riflessione preliminare sui contenuti che questo progetto dovrà avere (in base agli obiettivi precedentemente esposti), per poi poter redigere il cosiddetto Documento Preliminare per la Progetta-zione, da fornire ai progettisti che partecipano al Concorso. Per esempio, al riguardo, bisogna tenere ben presente che la sistemazione della Piazza si pone certo come un problema di completa risoluzione architettonica di uno spazio pubblico primario (sarebbe riduttivo chiamarlo solo problema di arredo ur-bano); ma che tale problema implica anche una risposta pratica a esigenze come quelle di una pedonalizzazione che non contrasti con le possibilità di accesso veico-lare e di parcheggio, esigenze particolarmente sentite per gli esercizi commerciali e di ristorazione. In pratica, laddove debbano prevalere le esigenze della pedonalizzazione – che in qualche misura sono certo prioritarie, per la fruizione della Piazza; basti pensare al-la già accennata necessità di un sagrato per la Chiesa Parrocchiale – occorre però individuare soluzioni alternative per consentire i necessari movimenti veicolari. Per quello che riguarda le possibilità di parcheggio, in particolare, vanno tenute in conto anche le necessità della sede municipale (attuale, e a maggior ragione rinnovata). Un altro problema preliminare potrebbe riguardare anche la scelta relativa alle albe-rature esistenti. Si tratta di alberature della specie bagolaro (“spaccasassi”), messe a dimora dopo l’interramento della Conca (o Darsena), e ormai cresciute fino a rag-giungere la loro forma matura, che delimitano tutt’intorno il “parterre” centrale del-la Piazza. Al centro, è collocato il piccolo monumento ai Caduti. Il suo eventuale riposizionamento, in funzione di una nuova soluzione, non dovrebbe costituire un problema.

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Le alberature esistenti, per le loro caratteristiche di colore, portamento e disposizio-ne, non hanno attualmente un effetto architettonico particolarmente piacevole, e for-se si potrebbe prendere in considerazione la loro eliminazione e/o sostituzione par-ziale o totale. Comunque, è evidente che anche tale aspetto – tutt’altro che seconda-rio – dovrà essere valutato nella scelta relativa alla definizione della nuova immagi-ne della Piazza. Il piano stradale della Piazza è attualmente pressoché orizzontale, circa a quota 27 mt. slm, ma il suo lato est (lato minore) è costituito dal tombamento (tratto) del nuovo corso del Naviglio, il cui estradosso si trova circa a quota 28,3. Il relativo di-slivello (salvo che in corrispondenza della sezione stradale, che si presenta circa complanare alla Piazza) è infatti superato da scalette di nove alzate. L’intero tratto tombato costituisce quindi una sorta di passeggiata sopraelevata, che trova nella Piazza stessa la sua polarità di riferimento. Queste prime sommarie considerazioni – come molte altre che certo emergeranno in sede di approfondimento delle problematiche progettuali – potranno rappresentare i limiti prestabiliti entro i quali dovrà essere trovata quella risposta di composizione architettonica della Piazza che meglio risponda al tema progettuale. In prima approssimazione, a titolo soltanto indicativo, si possono immaginare tre possibili modalità di approccio, corrispondenti a tipologie di impostazioni proget-tuali, fra di loro opposte o comunque fortemente connotate. Molte altre soluzioni, che sono certamente possibili, potrebbero a loro volta essere ricondotte, schemati-camente, alle suddette tre tipologie. In questa sede ovviamente non viene fatta una scelta (che appunto resta aperta), es-sendo la scelta importante quella del Concorso. Comunque le tre soluzioni potreb-bero essere così ipotizzate (si tratta solo di esempi indicativi). A. Tipologia della Piazza antica Un primo tipo di soluzione (tav. 3A) potrebbe essere quello che assume come irri-nunciabile l’obiettivo – per quanto possibile – di restituire a questo spazio pubblico, così significativo, la sua perduta immagine storica: facendo leva proprio sugli ele-menti fortemente identitari della Conca (o Darsena) e del Naviglio, ritrovati e ripro-posti nella loro passata configurazione. In questo caso si tratterebbe di destinare un’ampia parte centrale della Piazza alla “riscoperta” di tali elementi d’acqua – un tratto del Canale e la Conca stessa – pur se non più facenti parte organica dell’originario sistema idraulico funzionale e fun-zionante. Tecnicamente l’operazione sembra possibile giacché quegli elementi idraulici, al momento della loro eliminazione, sono stati semplicemente interrati. Il Naviglio, del resto, scorre anche oggi in adiacenza, ancorché tombato. Ovviamente una soluzione di questo genere non implica per forza la loro esatta ri-proposizione – che di fatto sarebbe quasi impossibile nelle condizioni attuali – ma comunque la riproduzione di elementi del tutto analoghi, e fors’anche fortemente

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simili, e storicamente “filologici”. Ciò significa che il disegno architettonico po-trebbe essere in qualche modo un disegno stilizzato. I punti di forza di questo tipo di scelta sono dati, ovviamente, dal suo stesso signifi-cato di memoria storica, di un luogo fortemente identitario, e dalla possibilità di ri-trovare uno spazio-Piazza nettamente caratterizzato, unico e irripetibile, e certo di forte valenza estetica e magari perfino nostalgica. I punti di debolezza si rintracciano invece soprattutto negli aspetti pratici: da un lato i bacini idraulici ipotizzati, in ogni caso, riducono e condizionano considerevolmen-te lo spazio “utilizzabile” della Piazza; dall’altro si aprono diversi ovvii (e ben noti) problemi di gestione e manutenzione dell’acqua (compresi quelli della sicurezza, per esempio i bacini devono avere dei parapetti), che probabilmente comportano anche risvolti economici non trascurabili. B. Tipologia della Piazza moderna Un secondo tipo di soluzione (tav. 3B) potrebbe essere quello di rinunciare alla ri-proposizione – anche solo analogica – dell’immagine storica del luogo, trattando invece tutta la Piazza come uno spazio pubblico fruibile, nella sua unitarietà, e rein-ventandone una nuova configurazione attraverso elementi innovativi: come la pa-vimentazione, la raccolta e smaltimento delle acque meteoriche, l’illuminazione, la delimitazione degli spazi, e altre componenti d’arredo, eventualmente correlate agli stessi usi proposti. In questo caso tutto lo spazio della Piazza risulterebbe effettivamente utilizzabile per le varie funzioni “di progetto”; e le stesse alberature potrebbero essere, almeno in parte, mantenute o sostituite. Inoltre si può senz’altro immaginare che nel “disegno” architettonico della Piazza, e quindi nella stessa scelta dei suoi elementi d’arredo, sia possibile adottare una con-figurazione, o anche soltanto qualche semplice segno, che siano basati su di un con-cetto di metafora, ed in questo senso soltanto allusivi, della passata presenza idrau-lica. I punti di forza di questo tipo di scelta sono dati soprattutto dalla massima libertà organizzativa dello spazio-Piazza, che rimane tutto destinabile specificamente alle diverse funzioni (sagrato, soggiorno, mercato, verde, biciclette, parcheggio, ecc.), e che in questo senso potrà essere anche facilmente gestibile. Il risultato dipenderà tutto dal “disegno” architettonico al suolo, che potrebbe sortire effetti interessanti anche impiegando risorse economiche assai più limitate. I punti di debolezza invece – a parte la stessa rinuncia a un elemento di identità sto-rica forte e deciso – risiedono nella relativa scelta di più modesto profilo: ciò che facilmente potrebbe perfino scadere in un rischio di “banalità”, attraverso una con-cezione davvero riduttiva dell’arredo urbano.

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C. Tipologia della Piazza evento Un terzo tipo di soluzione (tav. 3C) – che solo apparentemente è intermedio fra i due precedenti, ma in realtà è derivante da un concetto molto diverso di Piazza – potrebbe essere quello definibile come Piazza-evento. Alla base c’è l’idea (tutta da verificare, se si vuole) che la Piazza, oltre ad avere la più attiva frequentazione quo-tidiana (sempre indispensabile), possa essere anche il luogo destinato ad ospitare particolari eventi temporanei, meglio se con una qualche periodicità. Eventi di cui ci sono già taluni esempi, come “Lungo le antiche sponde”, il “Merca-to contadino” collegato al Museo della Civiltà Contadina, e “La sera d’estate”: e-sempi che sono di una certa importanza per le dimensioni di Bastiglia, e che tuttavia potrebbero anche inplementarsi notevolmente; predisponendo al riguardo, se del ca-so in collaborazione con i Comuni dell’Unione del Sorbara, un vero e proprio pro-gramma di marketing urbano e territoriale finalizzato (da far conoscere adeguata-mente). Un programma e un calendario che probabilmente meriterebbero di avere un luogo deputato – la Piazza, appunto – che sia concepito esso stesso come un evento, pro-prio in quelle occasioni e per quelle occasioni. Un evento che di per sé stesso possa contribuire ad aumentare il richiamo e l’attrazione dell’occasione medesima. Un motivo in più, insomma, per andare, vedere e partecipare. Questo effetto si potrebbe ottenere collegandolo ad una “configurazione variabile” della Piazza: configurazione in cui la “variabilità” sarebbe data dalla (eventuale) presenza dell’acqua, la quale infatti apparirebbe solo nelle occasioni volute. In pratica, si potrebbe sistemare la Piazza, operando soltanto sulla sua ripavimenta-zione, realizzando una semplice “impronta” dei passati corpi idraulici. Impronta che peraltro non necessariamente dovrebbe essere fedele, in quanto sarebbe soltanto al-lusiva: e quindi, ad esempio, potrebbe presentarsi in forma di “listone” facilmente utilizzabile. L’impronta potrebbe avere un ribassamento limitato ai 15 – 20 centime-tri, e quindi corrispondente in pratica ad un gradino, utilizzabile per la seduta, e so-prattutto senza particolari problemi di sicurezza. Questo piccolo ribassamento formerebbe tuttavia un ambito “allagabile” a piaci-mento nei momenti particolari (eventi). Dunque sarebbe uno specchio d’acqua tem-poraneo – o “riviera” – però destinato a modificare sostanzialmente l’immagine (diurna e notturna) della Piazza: specialmente se accompagnato da un’illuminazione adeguata. Di particolare effetto potrebbe essere anche una piantumazione adeguata. Tutt’intorno, poi, si dovrebbero svolgere le attività che caratterizzano l’evento. L’acqua sarebbe con evidenza ricavabile dall’adiacente Naviglio, ma si tratterebbe comunque di una quantità d’acqua molto piccola (dato il piccolo volume dell’invaso), e quindi velocemente caricabile e scaricabile. Perciò anche l’onere di gestione e manutenzione risulterebbe ridotto al minimo. Nelle fasi “senz’acqua”, e cioè presumibilmente nella maggior parte del tempo, lo spazio dell’invaso sarebbe un semplice spazio di soggiorno e di gioco, ecc.; spazio individuato, magari circondato dalla seduta sul gradino.

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I punti di forza di questo tipo di scelta sarebbero soprattutto quello di “lavorare” per una politica di marketing urbano e territoriale, mentre il suo carattere mutevole e dinamico potrebbe essere comunque interessante e divertente anche dal punto di vi-sta degli abitanti. E si tratterebbe di un risultato conseguibile senza un significativo aumento dei costi di investimento e di gestione, trattandosi in ogni caso di una pa-vimentazione. I punti di debolezza, invece, potrebbero ritrovarsi nella relativa “rigidezza” della so-luzione stessa, legata alle condizioni dell’utilizzo dell’acqua; ed anche nel fatto che l’iniziativa degli enti locali si dimostri effettivamente in grado di programmare ed organizzare gli eventi: per i quali, probabilmente, sarebbe necessario un particolare impegno per assicurare, nel tempo, una qualche forma di sponsorizzazione.

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6. Tavole allegate

1. Perimetro dell’ambito di riqualificazione 2. Ambito degli effetti della riqualificazione 3A. Tipologia della Piazza antica: esempio 3B. Tipologia della Piazza moderna: esempio 3C. Tipologia della Piazza evento: esempio

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