PR 2013-14 14 MagicFlute - Filarmonica marchigiana · primo violino concertatore Alessandro Cervo...

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MAGIC FLUTE flauto Davide Formisano primo violino concertatore Alessandro Cervo venerdì 14 marzo 2014, ore 21.00 Jesi, Teatro Pergolesi sabato 15 marzo 2014, ore 21.15 Fabriano, Teatro Gentile domenica 16 marzo 2014, ore 17.00 Fermo, Teatro dell’Aquila In collaborazione con Fondazione G.M.I - sede di Fermo martedì 18 marzo 2014, ore 21.00 Macerata, Teatro Lauro Rossi ministero per i beni e le attività culturali regione marche assessorato alla cultura orchestra filarmonica marchigiana filarmonicamarchigiana.com sinfonica

Transcript of PR 2013-14 14 MagicFlute - Filarmonica marchigiana · primo violino concertatore Alessandro Cervo...

MAGIC FLUTEflautoDavide Formisanoprimo violino concertatoreAlessandro Cervo

venerdì 14 marzo 2014, ore 21.00Jesi, Teatro Pergolesisabato 15 marzo 2014, ore 21.15Fabriano, Teatro Gentiledomenica 16 marzo 2014, ore 17.00Fermo, Teatro dell’AquilaIn collaborazione con Fondazione G.M.I - sede di Fermo

martedì 18 marzo 2014, ore 21.00Macerata, Teatro Lauro Rossi

ministero per i beni e le attività culturaliregione marche assessorato alla cultura

orchestra filarmonica marchigianafilarmonicamarchigiana.com

sinfonica

Programma

W. A. Mozart (Salisburgo, 1756 – Vienna, 1791)

Concerto per flauto e orchestra n. 1 in sol magg., K. 313I. Allegro maestosoII. Adagio non troppoIII. Rondò: Tempo di Menuetto

P. De Sarasate (Pamplona, 1844 – Biarritz, 1908)

Carmen Fantaisie, op. 25rielaborazione per flauto e archi di Davide FormisanoI. Introduzione (Allegro moderato) – ModeratoII. Lento assai – Allegro moderato – Moderato

- intervallo -

F. Schubert (Lichtenthal, Vienna, 1797 – Vienna, 1828)Sinfonia n. 5 in si bemolle magg., D. 485I. AllegroII. Andante con motoIII. MinuettoIV. Allegro vivace

Chiare, fresche e dolci acque… Basta richiamare alla mente que-sto celeberrimo verso del Petrarca per racchiudere in parole lasostanza poetica del Concerto per flauto e orchestra n. 1 in sol magg.,K. 313, scritto da Mozart all’inizio del 1778, a Mannheim, insiemeal Secondo concerto per flauto in re magg., K. 314, dietro insistenterichiesta del ricco flautista dilettante Willem De Jean che in prece-denza gli aveva già commissionato un paio di quartetti per flauto earchi – Mozart, per la verità, assunse l’incarico di malavoglia; maciò non gli impedì di generare un gioiello musicale che superassedi gran lunga, per ricchezza di idee e varietà di soluzioni sul pianotecnico ed espressivo, le esigenze del committente. Petrarchesca è infatti l’acqua di ruscello, chiara e freschissima, chescorre vivace nei due movimenti estremi del concerto, maestosacome quella di un fiume nel primo, zampillante come quella di sor-gente nel terzo, sotto una superficie orchestrale limpida, quasi tra-sparente, sulla quale si riflette la scia luminosa del flauto che vol-teggia leggera al di sopra, come una creatura dei boschi. E petrar-chesca è soprattutto l’acqua cheta che quasi ristagna, in un’atmo-sfera sospesa, incantata, nello splendido tempo centrale: per quelsottile velo di malinconia che sempre avvolge i dolci versi del poetaaretino e che nell’Adagio non troppo mozartiano si esprime attra-verso la luce crepuscolare emanata dagli archi in sordina, di tantoin tanto appena oscurata dalle lievi inflessioni cromatiche dell’ar-monia, dalle note ribattute piano dai corni, quasi un’eco lontana, edalle dolenti appoggiature melodiche del flauto. Come se quellaserena, idilliaca immagine di bellezza apollinea rappresentata dallamusica fosse, in realtà, solo una visione della fantasia, un sogno diperfezione irraggiungibile.

Tra le diverse tradizioni musicali popolari che dalla seconda metàdel XIX secolo in avanti influenzarono profondamente la produzio-ne europea di musica colta, una soprattutto esercitò sui compositoriun fascino irresistibile in virtù della sua elementare carica vitalisti-ca: quella ispanico-zigana. Ad essa, fra gli altri, si rivolse GeorgeBizet, il primo compositore che seppe sfruttarne ad alto livello tuttala forza espressiva legandola indissolubilmente ad uno dei maggioricapolavori operistici dell’Ottocento: la Carmen.Il colore iberico dell’opera, potenziato da un’inedita fusione con gli

Note

elementi più avanzati del linguaggio armonico dell’epoca, evoca conimmediatezza un’idea originaria e mitica della Spagna, fatta di san-gue, passione e fatalità. La musica della Carmen, come scrisseNietzsche, è la più alta espressione della gaiezza sensuale mediterra-nea, «infuocata, ardente... breve, subitanea, senza scampo...», vis-suta con leggerezza fluttuante e divina, come divino è tutto ciò che«corre su piedi leggeri». Apprezzata da tutti i più grandi compositori del tempo, la Carmensuscitò anche la fervente ammirazione di numerosi musicisti spa-gnoli, che vi ritrovavano tutta la passione infuocata della musica tra-dizionale della loro terra. Tra questi, il violinista Pablo Sarasate, unodei più grandi virtuosi della seconda metà dell’Ottocento, il qualerese omaggio alla musica di Bizet nella sua Carmen Fantaisie, op. 25,costruita su alcuni dei più noti temi dell’opera, quali ad esempio ledue celeberrime arie di Carmen, l’Habanera e la Seguidilla. Questacomposizione, in seguito divenuta quasi una tappa obbligata delrepertorio di tutti i più grandi violinisti, deve la sua fortuna soprat-tutto al fatto che in essa Sarasate non si limita semplicemente a tra-sferire al violino i temi della Carmen, bensì compie una vera e pro-pria opera d’interpretazione, infiammando ulteriormente l’energiasensuale della musica di Bizet attraverso le entusiasmanti evoluzionipirotecniche del virtuosismo strumentale. Tali caratteristiche per-mangono invariate anche nella particolare versione del brano quiproposta, dove il flauto, strumento in grado di rivaleggiare con ilviolino in agilità ed espressività, aggiunge alla composizione unanuova, ammaliante levità di tocco che pone in evidenza un lato fon-damentale del personaggio di Carmen: la sua fatale leggerezza.

Il desiderio di emulare i grandi classici del Settecento, Haydn masoprattutto Mozart, fu ciò che spinse Schubert alla composizionedella sua Quinta Sinfonia in si bemolle magg., capolavoro di straor-dinaria bellezza scritto dal giovane musicista tra il settembre e l’ot-tobre del 1816. Un desiderio che, tuttavia, non si esaurì in una sem-plice imitazione, bensì si tradusse in una vera e propria possessio-ne poetica e stilistica, da parte di Schubert, dello spirito di Mozart.Nella sinfonia, infatti, le anime dei due compositori, così diverseper natura, paiono fondersi alchemicamente in una sola, tanto cheè quasi impossibile separare ciò che, immerso nell’incantevole flui-do di grazia, naturalezza e leggerezza, appartiene all’una o all’altra.In ciascuna frase musicale, in ciascun motivo o passaggio melodico

si avverte questa intima fusione. Così nel primo come nel terzomovimento, il Minuetto, brano di chiara ispirazione mozartiana(evidente la somiglianza con il terzo tempo della Sinfonia n. 40, K.550) ma nel contempo intessuto di elementi melodici e armonicisquisitamente schubertiani che saltano in primo piano soprattuttonello splendido Trio, costruito su uno di quei motivi di caratterepopolareggiante che Schubert amava trasfigurare in momenti diincantamento sublime. Ma è forse nel secondo movimento, l’Andante con moto, che la fusio-ne tra Mozart e Schubert si realizza più intimamente. Per tutto iltempo, una dolcissima, cullante melodia, così schubertiana in quelsuo oscillare continuamente tra il maggiore e il minore fino a sfo-ciare con stupefacente facilità in tonalità lontane, si salda indisso-lubilmente ad accompagnamenti, appoggiature ritmico-melodiche eraccordi strutturali segnati da un chiaro sigillo mozartiano, eviden-te soprattutto in quelle emozionanti divaricazioni dinamiche earmoniche verso terre ignote che si originano come per incanto daun semplice unisono.

Cristiano Veroli

Alessandro Cervo primo violino concertatore

Alessandro Cervo è nato a Napoli nel 1974. Diplomatosi in violino con il massimodei voti presso il Conservatorio “L. Refice” di Frosinone, si è perfezionato con G.Franzetti, G. Cappone, G. Pieranunzi e L. Spierer. È stato primo violino di spalladi varie orchestre, tra cui l’Orchestra Sinfonica di Roma della Fondazione Cassa diRisparmio (nel periodo 2003-2006), la “Haydn” di Bolzano e Trento, l’Orchestradel Teatro lirico di Cagliari, l’Orchestra Internazionale d’Italia, la “NuovaScarlatti” di Napoli e l’Orchestra del teatro Marrucino di Chieti con le quali haspesso suonato come solista e ha eseguito molti importanti “a solo”, tra cui “Vitad’eroe”, “Zaratustra” e “Don Chisciotte” di R. Strauss. Per la stagione 2007-2008è stato invitato come prima parte all’Orchestra del Teatro Massimo di Palermo.Collabora con i “Filarmonici di Roma” (Orchestra da camera di S. Cecilia) con iquali si è esibito come solista in sale prestigiose come la “sala Tchaikowsky” diMosca. Ha effettuato concerti in tutta Europa, Cina, Malesia, Corea, Tailandia,

Davide Formisano flauto

Diplomatosi a Milano, la sua città natale, col massimo dei voti e la lode sotto laguida di Carlo Tabarelli, Davide Formisano si impone presto all’attenzione di gran-di artisti come Aurele Nicolet, Sir James Galway e Patrick Gallois, fondamentaliper la sua formazione flautistica e musicale. Giovanissimo, si aggiudica il PrimoPremio al Concorso “G. Galilei” di Firenze ed al Concorso Internazionale di Stresa,ottenendo successivamente prestigiosi riconoscimenti presso tutti i più autorevo-li concorsi internazionali. Diciassettenne, si presenta al IV Concorso Jean-PierreRampal di Parigi e consegue il Prix Special du Jury, ottenendo negli anni seguen-ti il Primo Premio al Concorso Internazionale di Budapest ed il Secondo Premio,con primo non assegnato, al concorso ARD di Monaco di Baviera.Primo flautista italiano ad aver ottenuto tali riconoscimenti, Davide Formisanoaveva già suonato giovanissimo con le più importanti compagini giovanili euro-pee, come l’Orchestra Giovanile Italiana, lo Schleswig-Holstein Festival Orchestere la European Community Youth Orchestra, diretta da maestri del calibro di LorinMaazel, Carlo Maria Giulini e Kurt Sanderling. In seguito, il ruolo di Primo FlautoSolista ricoperto in seno all’Orchestra Filarmonica della Scala gli ha permesso dicollaborare con altri direttori di fama mondiale, quali Mehta, Savallisch, Gergev,Pretre, Sinopoli, Muti, Baremboim.Lodato dal pubblico e dalla critica per “… precisione, magnifico controllo delfiato e un suono sempre sicuro e rotondo…”, Davide Formisano vanta una bril-lante e crescente carriera cameristica e solistica che lo ha già portato ad esibirsi inEuropa, Asia, Nord America ed America Latina nei maggiori teatri e sale da con-certo con partners di fama mondiale, quali Bruno Canino, Radovan Vlatkovic,Phillipp Moll, Sergio Azzolini, Fabio Biondi, James Galway.Ha già inciso l’integrale dei Quartetti di Mozart per flauto ed archi con il QuartettoTartini, un Recital live con pianoforte in occasione del debutto alle SettimaneMusicali di Lucerna, un cd su arie di opere italiane accompagnato da PhillippMoll, in collaborazione con Sergio Azzolini e J. C. Gerard. Nel 2011 registra per lacasa belga “Chant de Linos” le sonate autentiche di J. S. Bach.Davide Formisano suona con un flauto Muramatsu 24k All Gold.

OrchestraFilarmonicaMarchigiana

** Primo Violino Concertatore* Prime parti

Ispettore d’orchestraMichele Scipioni

Violini IAlessandro Cervo **Giannina Guazzaroni *Alessandro MarraLaura Di MarzioLisa Maria PescarelliCristiano PulinElisabetta Matacena

Violini IISimone Grizi *Laura BarcelliBaldassarre CirinesiAlberto De StefaniSimona Conti

VioleLadislao Vieni *Massimo AugelliCristiano Del PrioriLorenzo Anibaldi

VioloncelliAlessandro Culiani *Antonio ColocciaGabriele BandiraliNicolino Chirivì

ContrabbassiLuca Collazzoni *Andrea Dezi

FlautoFrancesco Chirivì *

OboiFabrizio Fava *Marco Vignoli

FagottiLuca Franceschelli *Giacomo Petrolati

CorniDavid Kanarek *Roberto Quattrini

Russia, Stati uniti, Cuba, Brasile, Ecuador, Venezuela e Giordania, collaborandocon molti dei maggiori solisti e direttori d’orchestra. È Stato fondatore e primoviolino concertatore dell’orchestra da camera “XXI secolo” di Viterbo dal 1996 al2001. Ha eseguito in prima assoluta brani di A. Clementi, S. Bussotti, F. Pennisi,L. De Pablo, F. Festa, R. Bellafronte e il compositore F. Bastianini gli ha dedicato ilproprio concerto per violino, pianoforte e orchestra che ha eseguito a Roma conl’orchestra “Roma Symphonia”. Ha inciso per le case discografiche “Amadeus”“Egea” “Ricordi”, “Dinamic” e “Universal”. Ha tenuto corsi di perfezionamentocome docente preparatore degli archi per gli stage internazionali “Spazio Musica”di Orvieto, per il Conservatorio di Fermo e per i Corsi di alto perfezionamento diSaluzzo. Ha inoltre tenuto masterclass a Brasilia e alla “Roosevelt University” diChicago. Attivo anche nella musica da camera in varie formazioni e soprattuttocon il Quintetto Bottesini col quale ha effettuato concerti in diretta su radioeuroRAI al Quirinale, in sale prestigiose come quelle del Parco della musica diRoma, di Chicago e di Washington alla presenza del presidente GiorgioNapolitano. Nei suoi concerti alterna preziosi strumenti, in particolare uno“Stefano Scarampella” del 1904, un”Antonio Gragnani” del 1776 e un “BernardoCalcanius” del 1737.

FORM ORCHESTRA FILARMONICA MARCHIGIANA

Via degli Aranci, 2 - 60121 Ancona | Tel. 071 206168 - Fax 071 206730filarmonicamarchigiana.com | [email protected]

supporto informatico e multimediale

www.gruppoeidos.itVia Gola della Rossa, 15 - 60035 JesiTel. 0731 207079

prossimi concertiCAJKOVSKIJ4ProgettoGiovaniU35W. A. Mozart Il Flauto Magico: OuvertureC. M. von Weber Concerto per fagotto, op. 75P. I. Cajkovskij Sinfonia n. 4, op. 36Fagotto Katarzyna Zdybel Direttore Jacopo Rivani

venerdì 21 marzo 2014, ore 21.00 – Jesi, Teatro Pergolesi

lunedì 24 marzo 2014, ore 21.00 – Ancona, Aula Magna d’AteneoIn collaborazione con Università Politecnica delle Marche

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