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Il Sole 24 Ore Finanza & Mercati 23Martedì 4 Luglio 2017 N. 176
Riassetti. Imminente la chiusura dei colloqui con le banche per il rifinanziamento del debito e per il prestito da 1,2 miliardi di euro
Pirelli, il filing dell’Ipo a fine luglioTronchetti Provera: «Tutto procede. La quotazione avverrà nell’ultimo trimestre»
Marigia ManganoMILANO
p«Entro fine luglio, inizio agosto presenteremo il filing. Tutto procede». Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato di Pirelli, conferma la tabella di marcia per il ritorno a piazza Affari del gruppo della Bicocca. Un debutto atteso e annunciato nei mesi scorsi al mercato e i cui contorni sono ancorain via di definizione.
Le indiscrezioni emerse negli ultimi giorni indicavano ilmese di ottobre come possibiledata per la quotazione. Tuttavia il numero uno del gruppodegli pneumatici non ha confermato la tempistica, ribadendo che per ora l’unica certezza, come peraltro detto in occasione dell’annuncio del rientro a piazza Affari, è che l’operazio
ne è prevista «nell’ultimo trimestre e sarà nell’ultimo trimestre. E’ reale che sarà nell’ultimo trimestre». Il manager non si è voluto poi esprimere sulle stime di una valutazione «novevolte sull’Ebitda» rilanciate da indiscrezioni circolate nei giorni scorsi: «non abbiamonessuna valutazione ad oggi. Sono valutazioni fatte da terzi», ha detto a margine del Deloitte Innovation Summit 2017, in corso ieri a Milano.
Nessun numero o valore,dunque. E nemmeno una data definitiva. Almeno per ora. Anche perché, si fa notare, appare difficile, alla luce dell’iter tradizionale, decidere con così largoanticipo una data certa di rientro in Borsa. Tanto più che Pirelli, dopo aver perfezionato alcune operazioni societarie volte ad accorciare la catena di controllo, è ora impegnata a definire con le banche il piano per riequilibrare la struttura finanziaria, elemento chiave per il ritorno a piazza Affari.
Sono infatti in corso di finalizzazione gli ultimi passaggi tecnici con gli istituti creditori che mirano a ridefinire il profilo finanziario del gruppo dellaBicocca centrando tre obiettivi: una riduzione del rapportotra debito netto ed ebitda sotto 3 volte, la riduzione del costodel debito e l’allungamento delle scadenze. In particolare, si tratta di un finanziamento a Marco Polo International Italy,unico azionista di Pirelli, da parte di un pool bancario di circa 1,2 miliardi di euro che saràutilizzato per sottoscrivere unaumento di capitale di pari entità in Pirelli. Ciò si tradurrà così in una riduzione dell’indebitamento della società portando ilrapporto tra debito ed ebitda sotto le 3 volte.
Per migliorare ulteriormentela struttura finanziaria, Pirelli sta inoltre per concludere un rifinanziamento di linee bancarieper circa 4,2 miliardi di euro che– considerate le favorevoli condizioni di mercato permetterà di ridurre il costo del debito e anche di allungarne la scadenza. Secondo alcune fonti, la definizione di queste due partite finanziarie sarebbe imminente.
A quel punto, subito dopo ladefinizione di questi aspetti finanziari, Pirelli sarà pronta per la Borsa. Un appuntamento al quale il gruppo si presenterà come una pure consumer tyre company, questo dopo l’assegnazione ai soci delle attività Industrial, destinate all’integrazione con Aeolus per creareuno fra principali player mondiali nel settore Industrial tyre. Nell’ambito della quotazione che avverrà tramite un’offertapubblica di vendita il gruppo cinese ChemChina scenderà almeno al 50 percento, ma non è escluso che la quota in venditasia superiore. Così come Rosneft e Camfin ridimensioneranno le partecipazioni in essere. La dimensione del collocamento dovrebbe essere intornoal 30%, ma c’è chi non esclude una dimensione superiore. E proprio con la vendita delle quote sarà rimborsato il prestito di 1,2 miliardi di Marco Poloappena perfezionato.
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PARTERRE
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Per la Bank of England primo sciopero da 50 anni
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Neuberger, dopo il Fondo Italianoin campo anche per Comelz
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Garofalo si espande in Liguriacon l’obiettivo di un’Ipo
È la prima volta che accade in 50 anni. I lavoratori della Bank of England, come i minatori ai tempi della Thatcher, incrociano le brac
cia. Sciopereranno quattro giorni, dal 31 luglio al 3 agosto, per chiedereaumenti salariali. Lo sciopero è stato votato dal 95% dei dipendenti della Boe che si occupano di facilities: sicurezza, servizi amministrativi, manutenzione. Un’azione inusuale per i corridoi ovattati della banca d’Inghilterra, «the Old Lady of Threadneedle Street». la «Vecchia signora» , vetusta istituzione britannica fondata tre secoli fa. Tanto che i sindacati hanno richiesto un intervento del governatore centrale in persona, Mark Carney, per tentare di risolvere la questione con il management e scongiurare l’astensione dal lavoro. La protesta riguarda il fatto che per il secondo anno consecutivo è stato offerto ai lavoratori un aumento dei salari dell’1% che è inferiore all’aumento dell’inflazione del 2,9%. Lo sciopero potrebbe essere l’inizio di una lunga agitazione, proprio come i minatori, nel caso in cui non venga trovata una soluzione. La BoE, seconda al mondo solo dopo la Fed, nei suoi forzieri custodisce qualcosa come 400mila lingotti d’oro. (Ri.Ba.)
I l gruppo americano Neuberger Berman punta con decisionesulle Pmi: dopo aver ottenuto l’esclusiva a trattare le 22 parteci
pate del Fondo Italiano d’Investimento, sarebbe infatti in lizza anche per acquistare il controllo di Comelz, azienda tra i leader italiani nelle macchine per il taglio della pelle. Le due operazioni per Neuberger sono complementari, anche se la filosofia è diversa,come pure i veicoli che sono in trattativa per realizzarle. Sulle partecipazioni di minoranza del Fondo Italiano sarà infatti attiva Neuberger con un progetto di newco da quotare per sfruttare i vantaggi dei Pir. Su Comelz invece, dove sul piatto ci sarebbe ilcontrollo, starebbe operando il fondo Nb Renaissance. Comelz, che fa capo alla famiglia Zorzolo, è una Pmi ad alta crescita: con una cinquantina di milioni di fatturato e un Mol sui 18 milioni. Daqualche mese sarebbe in corso un processo di vendita, gestito da Pwc, e oltre a Nb Renaissance avrebbero mostrato interesse anche altri private equity come Ardian e i cinesi di Agic Capital. La scorsa settimana sarebbero arrivate le offerte vincolanti. (C.Fe.)
I l gruppo sanitario Garofalo si espande in Liguria con l’obiettivo diessere pronto, entro il 2018, per la quotazione in Borsa. Lo ha spiega
to ieri a Genova il presidente del gruppo romano, Maria Laura Garofalo. L’azienda fondata, alla fine degli anni ’50, dal chirurgo Raffaele Garofalo, è oggi proprietaria di 13 strutture sanitarie (in Lazio, Piemonte,EmiliaRomagna, Veneto e Toscana), ha un fatturato di 300 milioni e ha appena acquisito la ligure Fides Medica, con le sue 11 strutture sociosanitarie dislocate tra Genova e provincia. A capo di Fides resterà l’attuale ad , Umberto Suriani, che entra anche nel board della Garofalo. Con l’acquisizione, quest’ultima aumenterà il personale da 4mila a 4.500 addetti e conta di alzare l’Ebitda dagli attuali 35 milioni a circa 40. «Con l’ingresso di Suriani – ha detto la Garofalo – vogliamo arrivare a un’organizzazione più managerializzata del gruppo, dopo averlogià riorganizzato dal punto di vista societario, gestionale, contabile e informatico, nell’ottica di giungere alla quotazione in Borsa. Potremmo essere pronti nel 2018, ma bisogna vedere il mercato». (R.d.F.)
Private equity. Dotazione da 100 milioni a disposizione del nuovo veicolo della Sgr
Hat Orizzonte lancia fondo nella tecnologiapNuovo fondo per la tecnologia in rampa di lancio. Hat Orizzonte Sgr ha approvato illancio del nuovo fondo Technology & Innovation. L’obiettivo di raccolta sarà a quota 100 milioni di euro per investimenti in aziende del settore «tech» in espansione.
Il nuovo fondo della Sgr guidata dal presidente Nino Attanasio e dall’amministratore delegato Ignazio Castiglioni ha caratteristiche in linea con quelle del precedente fondo Ictlanciato dalla Sgr nel 2010 e totalmente investito.
In particolare, il veicolocontinuerà ad operare attraverso acquisizioni di partecipazioni di minoranza qualifi
cata. L'obiettivo di raccolta èfissato a 100 milioni di euro,con una durata prevista di 10 anni, di cui 5 anni destinati alperiodo di investimento e finoa 5 anni per la gestione e il successivo disinvestimento dellepartecipazioni. Il target di investimento saranno aziendegià attive nel settore «tech».
Hat Orizzonte è stata la prima società in Italia a lanciareun fondo di private equity dedicato esclusivamente alla tecnologia, con una dotazione di50 milioni di euro completamente investiti in sette operazioni di expansion capital. Leaziende acquisite spaziano da Sia (leader europeo nei servizitecnologici dedicati alle istitu
zioni finanziarie), Wiit (uno dei principali player italianinei servizi Cloud per le imprese), Lutech (system integration ed outsourcing), Gpi (sanità), Docflow (digitalizzazione dei processi aziendali), Enn o v a ( i n c u b a t o r euniversitario del Politecnico diTorino) ed, infine, una startupin ambito big data (Tykli).
In particolare Gpi e Wiit sonostate recentemente oggetto di valorizzazione attraverso due quotazioni a Piazza Affari.
Fund manager del nuovofondo Technology & Innovation sarà Carlo Gotta, già cofounder del precedente fondodi Hat Orizzonte dedicato allatecnologia, affiancato da DarioAlbarello nel ruolo di investment manager.
C.Fe.© RIPRODUZIONE RISERVATA
Credito. Emissione Tier2 da 100 milioni
Credem rafforza la retedi consulenti finanziaripCredem spinge il pedale sulla rete dei consulenti finanziari. Entro il 2018 la banca emiliana, come comunicato ieri dall’istituto, conta di reclutare 120 consulenti finanziari e aprire 10 negozi finanziari dedicati per raggiungere quota 700 consulenti e 50 punti vendita. La banca guidata da Nazzareno Gregori prosegue così il suo percorso di rafforzamento della divisione, che oggi vale il 20%della raccolta della banca e il 23% della raccolta gestita. In particolare, la rete guidata dal nuovo responsabile Moris Franzoni, che riporta al coordinatore delle reti di private Banking e Consulenza Finanziaria Matteo Benetti, ha recentemente superato a maggio 6 miliardi di euro di masse totali e 580 consulenti finanziari, figure che nel caso di Credem possono collocare non solo i prodotti di gestione del risparmio ma anche tutti i prodotti bancari tradizionali.
«I primi 5 mesi del 2017 con l’ingresso di 30 nuovi consulenti fi
nanziari ed una raccolta netta di circa 300 milioni di euro conferma il trend di sviluppo della rete dell’ultimo triennio grazie a 2 principali drivers, innalzamento del livello qualitativo della rete e la prosecuzione dell'attività di sviluppo della stessa», ha dichiarato Matteo Benetti, coordinatore delle reti di private banking e consulenza finanziaria Credem. Intanto sempre ieri l’istituto ha annunciato l’emissione di una obbligazione subordinata di classe 2 (Tier 2) per un ammontare nominale complessivo di 100 milioni. Le obbligazioni spiega unanota hanno una scadenza finale pari a 10 anni e prevedono la possibilità di rimborso anticipato (call) alla pari ad opzione dell’emittente dopo il quinto anno. I titoli corrispondono una cedola fissa annuale lorda pari al 3,625% sino alla data di esercizio della facoltà di rimborso anticipato.
L. D.© RIPRODUZIONE RISERVATA
M&A. Il gruppo svizzero Richemont ha venduto il brand all’imprenditore toscano
A Bastagli il lusso cinese di Shanghai TangGiulia Crivelli
pAlessandro Bastagli si conferma uno dei più attivi, versatili e coraggiosi imprenditori del tessilemoda italiano. Richemont lancia un nuovo segnale della volontà di concentrarsi sulla parte “hard luxury”(orologi e gioielli), uscendogradualmente dalle attivitànon core del portafoglio.
Potremmo presentare cosìl’accordo annunciato ieri: il gruppo svizzero, che controlla
maison come Cartier, Van Cleef&Arpels, Piaget e molte altre, cede il controllo del brand Shanghai Tang a Bastagli, che haorchestrato l’operazione insieme al fondo Cassia Investmentse a un altro fondo di investimenti britannico. Per una volta è un italiano a scegliere una preda cinese dell’alto di gamma e non viceversa: Shanghai Tang è un marchio di abbigliamento, accessori e complementi d’arredofondato nel 1994 a Hong Kong
da David Tang, diventato in pochi anni il primo brand di moda di lusso contemporaneo cinese.Tanto da attirare l’interesse di Richemont, che nel 1998 entrò
nel capitale con una quota di minoranza, per poi salire al 100% nel 2008, favorendo la crescita del marchio in Cina e all’estero, anche grazie a un network retailsempre più esteso, che oggi conta 32 boutique nel mondo.
Bastagli è un imprenditore emanager con una profonda conoscenza dell’intera filiera del tessilemodaabbigliamento italiano: attualmente è proprietario di Finalba, A.Moda e di Lineapiù, eccellenza dei filati da
42,5 milioni di fatturato, che ha appena annunciato un piano di investimenti nell’ottica di Industria 4.0. Qualcosa di più sui dettagli finanziari dell’operazione si saprà il 13 settembre, quando Richemont, quotata alla Borsa di Zurigo, pubblicherà i dati dei primi cinque mesi dell’esercizio. Ma secondo gli analisti interpellati da Bloomberg e Reuters, il gruppo svizzero non è mai riuscito a far decollare ricavi e utili di Shanghai Tang e Bastagli sarebbe già al lavoro con una squadra di manager e creativi per il rilancio a livello globale del brand.
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LA SCOMMESSA ITALIANAIl proprietario di Lineapiù (eccellenza dei filati) ha 40 anni di esperienza nel tessilemoda e intende rilanciare il marchio nato nel 1994 a Hong Kong
Alta gamma. Arrivano a migliaiadi euro gli abiti Shanghai Tang
Fonte: dati societari
La catena societaria del Gruppo Pirelli
Nuovepartecipazioni
IntesaSanpaolo UniCredit
76% 12% 12%
Cnrc(ChemChina) Camfin Lti
65% 22,4% 12,6%
Marco Polo
100%
Pure Consumer
La catena di controllo
Siderurgia. Trattative in corso con Tata per una joint venture
Thyssen studia la cessione dell’acciaiopThyssenKrupp in futuro potrebbe rinunciare alla parte più storica del sui gruppo: l’acciaio. Il colosso tedesco, che già nel 2011 aveva scorporato l’attività dal resto del conglomerato industriale, secondo quanto riportato ieri dal giornale Handelsblatt, potrebbe ora cedere ilcomparto, nucleo originario della società nata nel 1891 dai fratelli August e Joseph Thyssen a Duisburg.
Il settore acciaio della ThyssenKrupp impiega 27 milapersone e contribuisce per unquinto del fatturato dell’impresa. «Dopo sette anni allaguida di ThyssenKrupp, il ceoHeinrich Hiesinger sarebbedavanti alla sua decisione piùdifficile scrive il quotidianovicino alle imprese tedesche ed entro settembre vuole ratificare la separazione dalle attività dell’acciaio».
Per Handelsblatt, HeinrichHiesinger sarebbe propenso a una fusione con l’indiana TataSteel Europe. I negoziati sareb
bero in corso da due anni, ma potrebbero concretizzarsi adesso,dopo un cambio ai vertici e l’arrivo di Natarajan Chandrasekaran, che sarebbe «molto interessato all’affare coi tedeschi».
Quello che è certo è che la storica divisione dell’acciaio èl’unica che in questo momento da segnali di crisi all’interno del gruppo: ThyssenKrupp ha realizzato ricavi per 39,3 miliardi dieuro nel 2016 e, di questi, circa 7,6 miliardi sono arrivati dalleattività di produzione e vendita dell’acciaio. Il problema è il settore, all’interno del gruppo è l’unico in forte contrazione. Mentre le attività tecnologiche di ThyssenKrupp hanno un tasso di crescita nei tre anni del 3,4% (e già fatturano 12,5 miliardi all’anno), quelle dei servizi sono in aumento dello 0,63% (11,6 miliardi) e quelle degli ascensori crescono del 6,67%(7,5 miliardi di euro nel 2016) la divisione acciaio registra una flessione delle vendite del 7,34%. Il calo dei ricavi e della
marginalità del settore acciaio spiegano in parte perché ThyssenKrupp abbia iniziato già dal2011 a scorporare il business nella ricerca di una soluzione industriale che consenta di aumentare le sinergie e di contenere la competizione internazionale.Che alla fine sia Tata il partner industriale si saprà nelle prossime settimane ma la borsa di Francoforte inizia a credere nell’operazione: il titolo ThyssenKrupp ha fatto registrare ieri i massimi dal 2015, chiudendo lecontrattazioni a 26,10 euro per azione in rialzo del 4,9% rispetto alla seduta di venerdì. Il gruppo tedesco, che ha 154 mila dipendenti, potrebbe scorporare l’intera divisione con Tata mantenendo una partecipazione inferiore al 50% nella eventuale joint venture che nascerebbe dall’alleanza. Una soluzione al problema di sovracapacità produttiva che che permetterebbedi integrare le attività prevalentemente in Germania di ThyssenKrupp con quelle prevalentemente in Gran Bretagna di Tata. Al momento ThyssenKruppnon ha rilasciato commentisulle indiscrezioni.
R.Fi.© RIPRODUZIONE RISERVATA
BLOOMBERG
Sulle piste di F1. Le gomme della Pirelli
IL SOCIO DI CONTROLLONell’ambito della quotazione ChemChina scenderàalmeno al 50%, manon è escluso che la quotain vendita sia superiore
Crediti. Valore nominale di circa 250 milioni
Banca Ifis ora vende Npl: ceduti due portafoglipQuesta volta vende: Banca Ifis ha definito i dettagli per la vendita di due portafogli di NonPerforming Loans per un valore nominale complessivo di circa 250 milioni di euro corrispondenti a circa 27.000 posizioni. Il primo accordo raggiunto è relativo alla cessione di un portafoglio di crediti di difficileesigibilità consumer del valore nominale di 151,6 milioni. Il secondo accordo ha come ogget
to la cessione di un portafoglio di crediti reperforming e prevede il trasferimento di un rapporto di credito nel quale è stataavviata con successo la fase di rientro. Si tratta di crediti assistiti da piani cambiari per un valore nominale di 98,4 milioni di euro. Questo secondo accordo è stato finalizzato con LCM Partners, un investment manager paneuropeo attivo nel settore dell'acquisto crediti.
Industria. Manifattura 4.0
Bnl, con Bonfiglioli finanziamento di filierapÈ il primo modello sistemicoin Italia per finanziare lo sviluppo di filiere manifatturiere 4.0 attraverso il supporto a investimenti di mediolungo termine intecnologie digitali da parte dei subfornitori, avallati dall’azienda leader capofiliera. A firmare ilprogetto, presentato ieri a Bologna in Confindustria Emilia, è BnlGruppo Bnp Paribas con il colosso della meccatronica Bonfiglioli e Porsche Consulting.
«Questo è solo il primo step diun percorso che segna un nuovo modo di fare credito e un nuovo rapporto tra banca e piccola impresa di filiera: diventiamo partner mirati e veloci che offrono unsostegno sia finanziario sia consulenziale di lungo periodo alla Pmi. Ed è un percorso che si può estendere a tutte le filiere e a tuttoil Paese», sottolinea Regina Corradini D’Arienzo, responsabile divisione Corporate banking di BnlGruppo Bnp Paribas. che ha
stanziato 2 miliardi di euro per il piano “Filiere 4.0”.
La prima esperienza concretaè già partita a Bologna nella filiera meccatronica, grazie al champion capofila Bonfiglioli, che ha fatto mappare a Porsche Consulting tutto il parco dei suoi 180 fornitori strategici in Italia, all’interno dei quali sono stati scremati quelli «industria 4.0 ready» dal punto di vista industriale, finanziario e di potenzialità digitale. Arrivando così a individuare un primo panel di dieci fornitori cheBnl sta iniziando ora a finanziareapplicando il rating di filiera.
«È un progetto pilota moltoimportante perché la filiera è un elemento cardine del nostro contesto territoriale per garantire la nostra futura capacità competitiva», commenta i presidente di Confindustria Emilia, Alberto Vacchi.
I.Ve.© RIPRODUZIONE RISERVATA
pIl Gruppo Piaggio ha emesso una obbligazione alungo termine del valorecomplessivo di 30 milionidi euro, sottoscritta daFondo Sviluppo Export, ilfondo nato su iniziativa diSace (Gruppo Cdp) e gestito da Amundi Sgr.
L'obbligazione, delladurata di cinque anni, è finalizzata al consolidamento dell'internazionalizzazione del gruppoPiaggio e a supportarel'espansione in nuovi mercati e si inserisce fra le costanti azioni di ottimizzazione della struttura del debito finanziario consentendo un allungamento delle scadenze.
BOND
Piaggio collocaper 30 milioni
pCapitali coreani in Agras Pet Foods, tra i leader italiani negli alimenti per animali. Nella società (con l’assistenzadell’advisor Ubs) entra infatti il fondo Nxmh, con sede a Bruxelles ma con capitali coreani,del magnate Kim Jung Ju, fondatore della multinazionale dei giochi Nexon. Nel gruppo resterà l’Ad Pietro Molteni.
ACQUISIZIONI ASIATICHE
Capitali coreanidel magnate J. Kimin Agras Pet Foods