Potere di mercato: il Monopolio - Giuseppe...

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Potere di mercato: il Monopolio 1 G. Pignataro Microeconomia SPOSI

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Potere di mercato: il Monopolio

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● Monopolio Mercato con un solo venditore.

● Monopsonio Mercato con un solo acquirente.

● Potere di mercato Capacità del venditore o dell’acquirente di influire sul prezzo di un bene.

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Variazioni del prezzo e della quantità

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Ricavo medio e ricavo marginale per la curva di domanda P = 6 − Q.

RICAVO MEDIO E RICAVO MARGINALE NEL CASO DI UNA DOMANDA LINEARE

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Massimizzazione del Profitto in Monopolio

La parte (a) mostra il ricavo totale R, il costo totale C e il profitto, vale a dire la differenza tra i primi due.

La parte (b) mostra il ricavo medio e marginale e il costo medio e marginale.

Il profitto per unità è €15, la differenza tra il ricavo medio e il costo medio. Poiché si producono 10 unità, il profitto totale è pari a €150.

Costo di produzione: C(Q) = 50 + Q2

Domanda: P(Q) = 40 – Q

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La scelta di produzione del monopolista

Q* è il livello di produzione in cui R’ = C’.

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Misurazione del potere monopolistico

Per l’impresa concorrenziale, il prezzo è uguale al costo marginale; per l’impresa con potere monopolistico, il prezzo è superiore al costo marginale.

Indice Lerner del potere monopolistico Misura del potere monopolistico calcolato come eccedenza di prezzo sul costo marginale divisa per il prezzo.

Questo indice di potere monopolistico può anche essere espresso come:

L = (P – C’)/P

L = (P – C’)/P = –1 /Ed

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Calcolo dell’ indice di Lerner

Si noti che il ricavo addizionale derivante da un incremento unitario della quantità Δ(PQ)/ΔQ, ha due componenti:

1. La produzione di un’unità aggiuntiva e la sua vendita al prezzo P.

2. Poiché l’impresa affronta una curva di domanda con inclinazione negativa, la produzione e la vendita di tale unità aggiuntiva determinano anche una piccola riduzione del prezzo ΔP/ΔQ, che riduce il ricavo per tutte le unità vendute.

Quindi,

Il ricavo marginale è:

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Esso si può anche scrivere:

Ora, poiché l’obiettivo dell’impresa è quello di massimizzare il profitto:

Cioè,

In modo equivalente, possiamo riordinare l’equazione in modo da esprimere il prezzo direttamente come ricarico sul costo marginale:

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Confronto tra differenti domande

L’indice di Lerner (P − C’)/P è il negativo dell’inverso dell’elasticità della domanda che affronta l’impresa. Se la domanda dell’impresa è elastica, come in (a), il ricarico è contenuto e l’impresa ha uno scarso potere monopolistico. È vero il contrario se la domanda è relativamente anelastica, come in (b).

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Reazioni legate ad uno spostamento della curva di Domanda

Nel mercato monopolistico non esiste alcuna curva di offerta: in altri termini, non esiste una relazione uno a uno tra il prezzo e la quantità prodotta. La scelta di produzione del monopolista dipende non solo dal costo marginale, ma anche dalla forma della curva di domanda. Gli spostamenti della Domanda non descrivono le serie di prezzi e quantità che corrispondono a una curva di offerta concorrenziale. Al contrario tali spostamenti possono portare a variazioni di prezzo senza variazioni della produzione, a variazioni della produzione senza variazioni di prezzo o entrambi.

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SPOSTAMENTI NELLA CURVA DI DOMANDA

Lo spostamento della curva di domanda mostra che non esiste alcuna curva di offerta in un mercato monopolistico, ossia non esiste alcuna relazione uno a uno tra il prezzo e la quantità prodotta.

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La reazione ad una variazione

proporzionale del costo marginale

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Costo Marginale 1: C’(Q) = 200

Costo Marginale 2: C’(Q) = 250

Domanda: P(Q) = 1000 – 5Q

L’effetto di un’imposta

Con un’imposta t per unità, il costo marginale effettivo dell’impresa aumenta dell’ammontare t a C’ + t.

L’aumento del prezzo ΔP è maggiore dell’imposta t nel caso di curve di domanda non lineari.

Supponiamo che venga introdotta un’imposta specifica pari a t, per la quale il monopolista debba t euro allo Stato per ogni unità venduta. Se il costo marginale originario dell’impresa era C’, la scelta di produzione ottimale ora è data da:

R’ = C’ + t

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Potere monopolistico e potere oligopolistico

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Produzione, prezzo e potere monopolistico

Sebbene l’impresa A non sia un monopolista puro, possiede comunque un potere monopolistico: può applicare con profitto un prezzo superiore al costo marginale.

Ovviamente si tratta di un potere monopolistico inferiore a quello che l’impresa potrebbe avere in caso di monopolio. 1. Come misurare il potere monopolistico al fine di confrontare

un’impresa con un’altra? 2. Quali sono le fonti del potere monopolistico?

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Fonti del potere monopolistico

L’indice di Lerner dimostra che minore è l’elasticità della curva di domanda, maggiore è il potere monopolistico dell’impresa. Il determinante ultimo del potere monopolistico è, pertanto, l’elasticità della domanda dell’impresa.

L’elasticità della domanda di un’impresa è determinata da tre fattori:

1. L’elasticità della domanda di mercato.

2. Il numero di imprese presenti nel mercato.

3. L’interazione tra le imprese.

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Determinazione del ricarico: dai supermercati ai jeans griffati

Sebbene l’elasticità della domanda di mercato per i prodotti alimentari sia ridotta (circa −2), molte aree sono servite da più supermercati.

L’elasticità della domanda per ogni singolo super- mercato è spesso grande, fino a −10.

Come calcolare il ricarico?

I piccoli negozi di vicinato praticano generalmente prezzi più alti rispetto ai supermercati perché ha una clientela meno interessata al prezzo. L’elasticità è quindi circa pari a − 5.

Nel caso dei jeans griffati, valori di elasticità della domanda compresi tra − 1.5 e −2. Essi sono tipici per le firme più importanti. Ciò significa che il prezzo dovrebbe essere superiore al costo marginale di una percentuale superiore al 100 per cento.

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Chi guadagna e chi perde dal potere di mercato

Costo Marginale: C’(Q) = 200

Domanda : P(Q) = 1000 – 5Q

PERDITA SECCA DERIVANTE DAL POTERE MONOPOLISTICO

Il rettangolo e i triangoli colorati mostrano le variazioni di surplus del consumatore e del produttore quando si passa da prezzo e quantità concorrenziali, Pc e Qc, a prezzo e quantità di monopolio, Pm e Qm.

A causa del prezzo più elevato, i consumatori perdono A + B e il produttore guadagna A − C. La perdita secca è B + C.

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Senza regolamentazione, il monopolista produce Qm e applica il prezzo Pm.

Se il governo impone un tetto al prezzo di P1, il ricavo medio e il ricavo marginale dell’impresa sono costanti e uguali a P1 per livelli di produzione fino a Q1.

Per livelli di produzione maggiori si applicano le curve di ricavo medio e marginale.

Regolamentazione dei prezzi (1)

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Quando il prezzo scende a Pc, nel punto in cui il costo marginale interseca il ricavo medio, la produzione aumenta al valore massimo Qc. Questa è la quantità che sarebbe prodotta da un settore concorrenziale.

Abbassando ulteriormente il prezzo a P3 si riduce la produzione a Q3 e si determina una scarsità Q’3 − Q3.

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Regolamentazione dei prezzi (2)

Un’impresa è un monopolio naturale perché ha continue economie di scala (costo medio e marginale in diminuzione) sull’intera gamma di produzione.

Se il prezzo fosse regolamentato in modo da essere fissato in Pc, l’impresa perderebbe denaro e fallirebbe.

Con un prezzo fissato in Pr l’impresa produce la massima quantità rimanendo comunque in attività, mentre il profitto eccedente è pari a zero.

Monopolio naturale

Situazione in cui un’impresa è in grado di generare l’intera produzione del mercato a un costo inferiore a quello che sarebbe praticato in presenza di diverse imprese.

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Limitazione del potere di mercato: le leggi antitrust

Leggi antitrust Regole e normative che vietano azioni che limitino, o che possano limitare, la concorrenza.

Un potere di mercato eccessivo danneggia potenziali acquirenti e solleva problemi di equità e giustizia. In aggiunta, il potere di mercato riduce la produzione, e questo porta a una perdita secca.

In generale non è illegale essere un monopolista o avere un potere di mercato. Al contrario, i brevetti e le leggi sul diritto d’autore proteggono le posizioni di monopolio delle imprese che sviluppano innovazioni uniche.

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