POTENZIAMENTO DELL'IMPIANTO DI DEPURAZIONE DI … · Potenziamento dell’Impianto di depurazione...

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contr. dis. descrizione appr. data rev. / / / Elaborato: Acquedotto Pugliese S.p.A. - 70123 Bari - Via Vittorio Emanuele Orlando, n.c. - Tel. 080.5723670 - Fax 080.5723628 Emesso per PROGETTO DEFINITIVO REGIONE PUGLIA Codice CUP: E66D11000110005 Attività Geologiche: Dott. Alfredo De Giovanni POTENZIAMENTO DELL'IMPIANTO DI DEPURAZIONE DI MONOPOLI (BARI) PROGETTO DEFINITIVO Prot. N°: Data: Febbraio 2013 Nome file: Cod. Progetto: 0448 Cod. SAP: 230000000726 Scala: ACQUEDOTTO PUGLIESE S.p.A. DIREZIONE INDUSTRIALE PROID Il Responsabile del Procedimento Ing. Massimo PELLEGRINI Il Direttore Tecnico Ing. Raffaele ANDRIANI RELAZIONE GEOLOGICA Responsabile Progetto: Ing. Donato De Giorgio Ing. Maria Luisa D'Aluiso Ing. Marco D'Innella Progettisti:

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Emesso per PROGETTO DEFINITIVO

REGIONE PUGLIA

Codice CUP: E66D11000110005

Attività Geologiche:Dott. Alfredo De Giovanni

POTENZIAMENTO DELL'IMPIANTO DIDEPURAZIONE DI MONOPOLI (BARI)

PROGETTO DEFINITIVO

Prot. N°: Data: Febbraio 2013 Nome file:

Cod. Progetto: 0448 Cod. SAP: 230000000726 Scala:

ACQUEDOTTO PUGLIESE S.p.A.DIREZIONE INDUSTRIALEPROID

Il Responsabile del ProcedimentoIng. Massimo PELLEGRINI

Il Direttore TecnicoIng. Raffaele ANDRIANI

RELAZIONE GEOLOGICA

Responsabile Progetto:Ing. Donato De GiorgioIng. Maria Luisa D'Aluiso

Ing. Marco D'InnellaProgettisti:

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INDICE

1.0 PREMESSA .................................................................................................................... 2

2.0 CARATTERI GEOLOGICI DEL TERRITORIO ..................................................... 4

3.0 CARATTERI IDROGEOMORFOLOGICI ............................................................... 6

4.0 PERICOLOSITA’ IDROGEOMORFOLOGICA E COMPATIBILITA’ AL PAI 8

5.0 CARATTERI IDROGEOLOGICI ............................................................................. 12

6.0 INDAGINI EFFETTUATE ......................................................................................... 15

6.1 SONDAGGI DIRETTI A CAROTAGGIO CONTINUO ................................................................ 16 6.2 RISULTATI PROSPEZIONI GEORADAR ................................................................................ 17 6.3 RISULTATI PROSPEZIONE SISMICA A RIFRAZIONE IN ONDE P ............................................ 18 6.4 RISULTATI DELLA PROSPEZIONE SISMICA RE.MI. ............................................................ 21 6.5 RISULTATI DELLE TOMOGRAFIE ELETTRICHE ................................................................... 22 6.6 VIDEO-ISPEZIONE DEI FORI DI SONDAGGIO ...................................................................... 29 6.7 PROVE GEOTECNICHE DI LABORATORIO .......................................................................... 30 6.8 PROVA DI PERMEABILITÀ DEL FORO DI SONDAGGIO S06 .................................................. 30 6.9 RISULTATI SISMICA IN FORO (DOWN-HOLE) ..................................................................... 31

7.0 SISMICITA’ DEL SITO ............................................................................................. 33

7.1 STIMA DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA DEL SITO ............................................................... 35

8.0 CARATTERISTICHE GEOTECNICHE .................................................................... 36

9.0 CONCLUSIONI ............................................................................................................ 38

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1.0 PREMESSA

Il presente studio geologico, giusto incarico prot. n. 77412 del 28/12/2012 della Direzione Industriale – Progettazioni e Costruzioni dell’Acquedotto Pugliese S.p.A., è stato redatto a corredo del “PROGETTO DEFINITIVO PER L’ADEGUAMENTO AL PTA DELL’IMPIANTO DI DEPURAZIONE DI MONOPOLI”, in ottemperanza alle nuove Norme Tecniche per le Costruzioni emanate con il D.M. 14/01/2008, entrate ufficialmente in vigore dal 01/07/2009.

Si rammenta che il territorio di Monopoli ricade in zona sismica n. 4 secondo la D.G.R. n°153 del 02/03/2004, emanata in attuazione della OPCM 3274/2003.

In considerazione delle caratteristiche del sito d’interesse: distribuzione di una fitta rete di sottoservizi; strutture fondate a ridosso della costa del mare Adriatico; presenza di un substrato calcareo e calcarenitico fratturato naturalmente predisposto al fenomeno del carsismo, le attività eseguite sono consistite in:

- ricerca bibliografica e, ove presenti, analisi dei risultati di campagne geognostiche effettuate per interventi pregressi;

- rilevamento di superficie comprendente l’individuazione e l’analisi delle unità litostratigrafiche presenti, delle lineazioni morfologiche, nonché delle eventuali aree di dissesto;

- campagna geognostica eseguita nel mese di ottobre 2012 consistita in:

prospezioni georadar (G.P.R.), lungo n. 37 linee sviluppate su circa 720 metri, per l’individuazione dei sottoservizi;

rilievo GPS per la ricostruzione plano-altimetrica delle superfici e delle

strutture presenti;

n.5 prospezioni del tipo sismico a rifrazione in onde P per ricostruire la sismostratigrafia del sottosuolo;

n.1 prospezione sismica del tipo Down Hole per ricostruire la sismostratigrafia

del sottosuolo;

n.5 prospezioni sismiche del tipo Re.Mi. per conoscere il valore del VS30 per l’attribuzione della categoria del sottosuolo secondo quanto è richiesto dall’O.P.C.M. n. 3274 del 20/03/2003 e successive modifiche ed integrazioni dell’ O.P.C.M. n. 3519 del 28/04/2006, “Criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l’aggiornamento delle medesime zone” G.U. n.108 del 11/05/2006, poi recepite nelle Norme Tecniche per le Costruzioni (D.M. 14/1/2008);

n. 5 Tomografie Elettriche per conoscere l’andamento della resistività del

sottosuolo al fine d’individuare anomalie geoelettriche riconducibili a condizioni geostrutturali critiche (vuoti carsici, fratture, sacche e livelli di “terra rossa”);

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n. 6 Sondaggi diretti a carotaggio continuo per la ricostruzione della stratigrafia locale;

n. 4 Prove di Laboratorio su campioni disturbati prelevati durante le

perforazioni.

n. 3 Registrazioni di video-ispezioni in fori di sondaggio;

n. 1 Prova di permeabilità;

La presenza di manufatti, apparecchiature dell’impianto in esercizio, nonché l’esistenza di sottoservizi hanno fortemente condizionato la scelta dei luoghi dove ubicare le indagini geognostiche.

Ad ogni modo, quanto ottenuto nel corso delle indagini svolte per il presente studio è riportato nell’Allegato “Indagini geognostiche” del Progetto definitivo; si allegano, inoltre, i seguenti elaborati:

- Fig. 1 – Stralcio dalla carta Topografica d’Italia in scala 1:25.000

- Fig. 2 – Stralcio dalla cartografia allegata al P.A.I. in scala 1:25.000/10.000

- Fig. 3 – Stralcio dalla carta idrogeomorfologica della Regione Puglia in scala 1:25.000/10.000

- Fig. 4 – Carta geolitologica in scala 1:10.000

- Fig. 5 – Sezioni geologiche in scala 1:1.000/1:400

- Fig. A – Stralcio dalla Carta Geologica d’Italia in scala 1:50.000

- Fig. B – Stralcio dalla TAV. 6.2. del PTA – Puglia

- Fig. C – Stralcio dalla TAV. 9.1.1 del PTA - Puglia

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2.0 CARATTERI GEOLOGICI DEL TERRITORIO

L’area in esame ricade all’interno del territorio di Monopoli la cui geologia è riportata nel Foglio n° 190 “Monopoli” della CARTA GEOLOGICA d’ITALIA in scala 1:100.000 (cfr. Fig.A).

Lo schema geologico generale dell’area può essere così descritto dal basso verso l’alto:

- un basamento calcareo dolomitico mesozoico riferibile alle unità del "Calcare di Bari"; questi si presenta costituito da un’alternanza irregolare di calcari, calcari dolomitici e dolomie, disposti in strati talvolta sottili, con un variabile grado di fratturazione e carsismo. Frequenti sono i depositi residuali (conosciuti come "terre rosse") a varia profondità rispetto al piano campagna. Tale tipologia rocciosa non è affiorante nel sito in oggetto, ed è quindi presente solo in profondità.

- Depositi calcareo-arenacei (“Tufi delle Murge”) con livelli limoso- argillosi giallastri più o meno cementati riferiti in letteratura in parte alla formazione della “Calcarenite di Gravina” ed in parte ai “Depositi marini terrazzati” (cfr. Pieri P. et al.: “Carta geologica dell’area urbana di Bari”, 2009);

- depositi sabbioso limosi e terre argillose bruno rossastre impostate nei pressi dei solchi erosivi (“lame”).

- Depositi antropici rappresentati da terreni di riporto e di riempimento dei cassonetti stradali e costituiti da sabbie limose con pezzame lapideo di natura calcarea, a volte veri e propri blocchi di grandi dimensioni.

L’assetto strutturale del versante adriatico delle Murge riflette la collocazione in un’area tettonicamente stabile. La giacitura delle rocce calcareo dolomitiche è caratterizzata da strati debolmente inclinati (0÷10°) conseguenti le blande ondulazioni ad ampio raggio. Le rocce calcaree sono altresì interessate dalla presenza di numerose faglie di tipo diretto a prevalente direzione NW-SE, che dislocano il substrato in blocchi ribassati procedendo dalle aree murgiane interne verso mare. La giacitura dei sovrastanti depositi calcarenitici e delle alluvioni è data da strati orizzontali o con deboli inclinazioni verso l’attuale linea di costa.

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Pagina 5 di 42 Fig.A - Stralcio del Foglio 190 della Carta geologica d’Italia in scala 1:100.000 con ubicazione dell’area in esame

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Pagina 6 di 42 3.0 CARATTERI IDROGEOMORFOLOGICI

Dal punto di vista topografico l’area dell’impianto depurativo di Monopoli si situa a quote comprese tra 3÷5 m s.l.m. quasi a ridosso della costa del Mare Adriatico che in questo tratto si mostra rocciosa e costituita da calcareniti biocostruite appartenenti ai “Depositi marini terrazzati” (o “Tufi delle Murge” come riportato nella Carta Geologica d’Italia in scala 1:100.000).

L’altezza di questa piccola falesia è compresa tra 2,5÷3,0 m e risulta in diversi tratti interessata da fenomeni di erosione e di dissoluzione carsica, oltre ad essere caratterizzata da un quadro fessurativo che ha portato nel tempo a distacchi di blocchi e massi rocciosi accumulatisi ai piedi della stessa.

Foto n.1: costa rocciosa in calcareniti biocostrutite a margine dell’impianto depurativo di Monopoli. In generale, i caratteri morfologici del territorio richiamano il motivo caratteristico di questa porzione di area murgiana, rappresentato da una serie di terrazzi marini modellati durante le fasi di temporaneo stazionamento della linea di riva, verificatesi durante il graduale ritiro del mare nel pleistocene. Orli di terrazzo sono chiaramente individuabili a sud dell’area dell’impianto come si evince dallo stralcio della carta idrogeomorfologica della Regione Puglia (Fig. 3).

Sulle spianate di abrasione marina e sulle scarpate dei terrazzi sono visibili i segni del ruscellamento superficiale rappresentati da ampi solchi erosivi comunemente chiamati "lame", generalmente impostatesi su lineamenti tettonici e strutturali. Tali solchi rappresentano i naturali impluvi delle acque meteoriche di ruscellamento in occasione di eventi particolarmente piovosi. A riguardo, come si evince dalla cartografia allegata (Figg. 2÷4), si segnala a sud dell’impianto la presenza di un piccolo solco erosivo fossile, in parte tombato a monte, che sfocia nel mare Adriatico dando luogo a una modesta spiaggia sabbioso-ciottolosa (cfr. Foto n.2). L’area golenale di tale solco erosivo risulta

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Pagina 7 di 42 ben individuata all’interno di ripe fluviali, e l’alveo in modellamento attivo attraversa la strada comunale per mezzo di un tombino in calcestruzzo che sfocia direttamente a mare.

Foto n.2: piccola spiaggia sabbioso-ciottolosa nel punto di sbocco del modesto solco erosivo che scorre a sud

dell’impianto depurativo di Monopoli.

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Pagina 8 di 42 4.0 PERICOLOSITA’ IDROGEOMORFOLOGICA E COMPATIBILITA’ AL PAI

Ai sensi dell’”Atto di indirizzo per la definizione e perimetrazione delle aree a pericolosità geomorfologica in ambito costiero”, approvato dall’Autorità di Bacino della Puglia nella seduta del Comitato tecnico del 29/11/2010, la linea di costa che borda l’impianto depurativo di Monopoli rientra nei tratti di costa classificabili come “erodibili” in quanto costituito da calcareniti biocostruite appartenenti ai “Depositi marini terrazzati” (Pleistocene medio-superiore).

Nel caso specifico, l’azione morfodinamica del mare ha portato alla formazione di una piccola falesia con pareti a tratti sub-verticali e a tratti degradanti con altezza variabile tra 2,5÷3,0 m. L’ammasso calcarenitico si mostra interessato da fratture sub-verticali e da un sistema fessurativo che ha prodotto massi e blocchi di distacco dalla falesia (cfr. Foto nn. 3,4,5,6).

Sono visibili lungo la costa forme di dissoluzione carsica prodotte da fenomeni di erosione sub-aerea e da circolazione idrica sotterranea, testimoniata dalla presenza di una probabile sorgente sottomarina (censimento ad infrarosso termico del Piano di Tutela della Acque della Regione Puglia – cfr. Fig. C) e riportata nella Carta idrogeomorfologica (cfr. Fig. 3). Questi fenomeni di dissoluzione hanno prodotto anche piccole cavità e “grotticelle” visibili lungo le pareti della falesia in questione (cfr. Foto n.7).

Tali fattori morfodinamici hanno imposto il livello massimo di pericolosità geomorfologica (P.G.3) per la fascia costiera finitima all’impianto di depurazione di Monopoli, con un’ampiezza a partire dal piede della falesia compresa tra 8÷62 m circa e, quindi, la presenza di una fascia contermine cautelativa (“buffer”) a pericolosità geomorfologica elevata (P.G.2) di ampiezza compresa tra 10÷38 m.

Alla luce di quanto sopra, la campagna di indagini geognostiche condotta per la progettazione definitiva, oltre a fornire un modello geologico e geotecnico del sottosuolo delle nuove opere, è stata mirata all’individuazione dell’eventuale presenza di fenomeni di erosione e dissoluzione carsica occulti (fessure, cavità, inghiottitoi, etc.) che testimoniassero l’eventuale avanzamento in sotterraneo dei fenomeni di erosione visibili superficialmente lungo la costa.

In ogni caso, dal rilievo geologico di campagna non sono state individuati fenomeni di erosione o di instabilità in corrispondenza dell’attuale piano di calpestio dell’impianto di depurazione anche sul lato prospiciente la falesia costiera, né fenomeni di fessurazione o cedimenti delle opere in c.a. esistenti. Come sarà dettagliato nel seguito, le indagini indirette (in particolare quelle georadar e di tomografia elettrica) hanno riscontrato anomalie riconducibili a piccole cavità carsiche e fratture beanti sature d’acqua oltre i 2 m di profondità soprattutto lungo i profili più vicini alla costa, mentre le indagini dirette (perforazioni a carotaggio continuo e video-ispezioni nei fori) effettuate nei punti accessibili più vicini alle nuove opere a costruirsi, non hanno intercettato vuoti o cavità importanti, ma fessure o microcavità centimetriche a cavallo della linea di saturazione della falda acquifera (livello piezometrico).

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Pagina 9 di 42 Da ciò si deduce che i fenomeni di erosione e di dissoluzione carsica riscontrabili lungo costa non hanno ancora interessato massivamente il sottosuolo dell’impianto di depurazione di Monopoli.

Alla luce di quanto sopra, e tenendo conto che i bordi lato mare delle nuove opere a costruirsi sono posti a un distanza dalla linea di costa compresa tra 28÷67m e che solo la recinzione del nuovo gasometro e il bordo del nuovo sedimentatore primario lambiscono l’area a pericolosità PG2, è possibile rappresentare la compatibilità geologica e geotecnica delle nuove opere con l’area in esame, a condizione che in fase esecutiva sia effettuata una bonifica preventiva del fondello in corrispondenza dei manufatti aventi piano di posa oltre i 2,5 m dal p.c. attuale.

Tale bonifica, da effettuarsi per mezzo di iniezioni mirate di boiacca cementizia (ad es. con micropali tipo tub-fix) avrà lo scopo di consolidare e impermeabilizzare le eventuali discontinuità (fratture beanti, microcavità) presenti nell’ammasso calcarenitico a ridosso della linea di saturazione della falda acquifera.

Sarebbe, altresì, auspicabile in sede di progetto esecutivo prevedere una rete di monitoraggio con sonde inclinometriche fisse da installare in fori idonei ubicati lungo il bordo prospiciente la line di costa, al fine di tenere sotto controllo l’evoluzione morfodinamica della falesia costiera.

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Foto n. 3: frattura sub-verticale nell’ammasso calcarenitico costiero a margine dell’impianto depurativo di Monopoli.

Foto n. 4: frattura sub-verticale nell’ammasso calcarenitico con principio di distacco.

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Foto n. 5: blocchi e massi prodotti da fenomeni di distacco.

Foto n. 6: blocco roccioso di distacco dalla parete della falesia.

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Foto n. 7: grotticella poco profonda prodotta da fenomeni di erosione e dissoluzione carsica.

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5.0 CARATTERI IDROGEOLOGICI

Il “Calcare di Bari” costituisce l’acquifero di base del territorio di Monopoli; in queste rocce, infatti, si stabilisce un’imponente falda idrica (detta “falda profonda” o “falda principale”, per distinguerla da quelle “superficiali” aventi sede nei terreni post- cretacei) di tipo artesiano che raccoglie le acque meteoriche, per la parte che non evapora e non defluisce superficialmente, provenienti da un bacino idrogeologico non delimitato, ma comunque molto ampio in quanto si spinge nell’entroterra sino ai rilievi murgiani.

Lo scarso e discontinuo stato di fessurazione e carsificazione che caratterizza l’ammasso roccioso, sia in senso orizzontale che in senso verticale, costringe la falda a circolare quasi sempre in pressione al di sotto del livello marino con una configurazione geometrica molto irregolare, condizionando i suoi parametri geometrici, idrogeologici, nonché le modalità di deflusso e di discarica delle acque di falda. In generale, il flusso idrico si esplica in direzione perpendicolare alla costa, concordemente con le principali direttrici del deflusso superficiale.

Sulla base delle notizie bibliografiche, delle tavole redatte per il Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia (Fig. B), nonché delle indagini svolte, in corrispondenza dell’area dell’impianto depurativo di Monopoli il livello piezometrico della falda acquifera si attesta tra -0,80 e 0,00 m s.l.m. e quindi tra -5,80 e -3,60 m di profondità dal p.c.

Trattandosi di un acquifero costiero, la falda è in contatto con l’acqua marina di invasione continentale su cui galleggia per via della minore densità. La presenza di acqua marina al di sotto della falda dolce comporta delicati problemi di equilibrio per quanto concerne l’utilizzazione e la conservazione. Infatti, al contatto tra i due tipi di acqua si producono fenomeni di miscelamento idraulico e di diffusione molecolare, che causano la contaminazione della falda dolce.

Un quadro generale della qualità delle acque di falda si ottiene consultando la cartografia allegata al Piano di Tutela delle Acque (P.T.A.) della Regione Puglia che riporta, sulla base delle elaborazioni di dati disponibili nel periodo 1999-2002, la “distribuzione del contenuto salino delle acque circolanti negli acquiferi carsici della Murgia e del Salento”.

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Relativamente alle aree in esame (cfr. Fig. C) l’acqua di falda ha valori di salinità sicuramente superiori a 2 g/l, in funzione anche della penetrazione in falda e della profondità dei pozzi.

Per quanto sopra, in fase esecutiva dovrà prevedersi l’aggottamento degli scavi di fondazione con altezza superiore a 3,0 m e l’eventuale realizzazione di paratie di contenimento con micropali e/o pali accostati. In tali casi, risulterà opportuno bonificare e impermeabilizzare preventivamente anche il fondello, al fine di evitare l’infiltrazione delle acque di falda negli scavi di fondazione. La permeabilità delle calcareniti è stata misurata in sito attraverso una prova di permeabilità in foro e risulta pari a K = 4x10-4 m/s.

Fig. B – Stralcio dalla Tav. 6.2 del Piano di tutela delle acque della Regione Puglia

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EMERGENZE CENSITE DA INFRAROSSO TERMICO

* Gruppo di efflussi a mare probabilmente coincidenti con sorgenti

Concentrazione di più efflussi di limitato contrasto termico

Singolo efflusso a mare probabilmente coincidente con una sorgente

Singolo efflusso a mare di limitate dimensioni e modesta anomalia termica

Singolo efflusso a mare di rilevanti dimensioni ed elevata anomalia termica

Distribuzione del contenuto salino- 1989 (g/1)

Fgi . C- Stralcio dalla Tav. 9.1.1 del Piano di tutela delle acque della Regione Puglia.

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6.0 INDAGINI EFFETTUATE

Per la caratterizzazione geologica e geotecnica dei terreni interessati dai lavori di adeguamento dell’impianto depurativo di Monopoli, è stata svolta una campagna geognostica in sito riferendosi anche alle numerose campagne di indagini effettuate in zona sui medesimi litotipi nel corso di progettazioni dell’Acquedotto Pugliese S.p.A.

In particolare, nel mese di ottobre 2012 è stata effettuata una campagna geognostica dalla APOGEO s.c.a.r.l. di Altamura, giusto incarico dell’Acquedotto Pugliese S.p.A. e consistita nell’esecuzione di:

- prospezioni georadar (G.P.R.), lungo n. 37 linee sviluppate su circa 720 metri;

- rilievo GPS per la ricostruzione plano-altimetrica delle superfici e delle strutture presenti;

- n.5 prospezioni del tipo sismico a rifrazione in onde P per ricostruire la sismostratigrafia del sottosuolo;

- n.1 prospezione sismica del tipo Down Hole per ricostruire la sismostratigrafia del

sottosuolo; - n. 5 prospezioni sismiche del tipo Re.Mi. per la misura della VS30

- n.5 Tomografie Elettriche per conoscere l’andamento della resistività del sottosuolo

al fine d’individuare anomalie geoelettriche riconducibili a condizioni geostrutturali critiche (vuoti carsici, fratture, sacche e livelli di “terra rossa”);

- n.6 Sondaggi diretti a carotaggio continuo per la ricostruzione della stratigrafia locale;

- n.4 Prove di Laboratorio su campioni disturbati prelevati durante le perforazioni. - n.3 Registrazioni di video-ispezioni in fori di sondaggio;

- n. 1 Prova di permeabilità;

L’ubicazione di tutte le indagini, i profili stratigrafici dei sondaggi, i risultati e la rappresentazione delle sezioni sismiche, elettriche e radar sono riportati nell’Allegato D.4-Indagini geognostiche del Progetto definitivo.

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6.1 SONDAGGI DIRETTI A CAROTAGGIO CONTINUO

Sono stati eseguiti N.6 sondaggi geognostici la cui ubicazione é visionabile in Fig.5. Le attività d’indagine sono iniziate il 15/10/2012 e terminate il 17/10/2012. Durante le attività non sono state fatte sospensioni e, quindi, i lavori d’indagini dirette sono stati eseguiti in tre giornate lavorative.

La quota assoluta e le coordinate geografiche dei punti, nel sistema di riferimento UTM33 - WGS84, sono state riportate sugli elaborati stratigrafici di ciascun sondaggio.

Tre dei cinque sondaggi realizzati sono stati rivestiti per tutta la loro lunghezza, con tubi in PVC del diametro di 80 mm, in particolare:

o Il sondaggio S01 è stato rivestito fino a 30 metri di profondità e l’intercapedine tra le pareti del perforo e quelle esterne del rivestimento è stata cementata affinché potesse in seguito essere realizzata la prova Down-Hole;

o I sondaggi S04 e S03 sono stati, invece, rivestiti con tubi fessurati per tutta la loro lunghezza di 15 metri ciascuno.

Rispetto alla cartografia ufficiale l’area in esame non presenta differenze rispetto ai materiali rinvenuti dalla superficie topografica.

I materiali perforati, hanno permesso di rilevare, sotto uno spessore variabile di materiale di riporto e/o terreno vegetale, dei depositi calcareo-arenacei variamente cementati e con livelli bio-ricostruiti posti in contatto su depositi calcarei ben cementati, stratificati, fratturati e carsificati con livelli di terra rossa e laminazioni di argillite verde.

La stratigrafia media registrata è la seguente:

Da 0,00 a 1,30 m dal p.c.: Terreno di riporto sabbioso limoso di colore rossastro con frammenti calcarenitici (in corrispondenza dell’estrema porzione ovest dell’impianto lo spessore di terreno di riporto è pari a 4,50 m).

Da 1,30 a 3,00 m dal p.c.: Sabbie e porzioni superficiali poco cementate delle

calcareniti organogene.

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Da 3,00 a 9,50 m dal p.c.: Calcareniti organogene cementate a luoghi fratturate e carsificate con microcavità.

Da 9,50 a 30,00 m dal p.c.: Calcari detritici stratificati, fratturati e carsificati

con terra rossa. É stata rilevata, per tutti i sondaggi, la presenza della falda superficiale alla profondità media di 4 metri dal p.c. attuale. Ad ogni modo, per tutti i dettagli stratigrafici si rimanda all’Allegato D.4 - Indagini geognostiche del Progetto definitivo.

6.2 RISULTATI PROSPEZIONI GEORADAR

Considerando la finalità delle indagini sono stati determinati i target di misura (costante dielettrica e profondità d’indagine) e quindi, le antenne di acquisizione: GSSI - Antenna 270 MHz e GSSI-Antenna da 400 MHz; l’utilizzo simultaneo di entrambe le antenne ha permesso di poter investigare contemporaneamente profondità diverse e con gradi di dettaglio differenti. In generale con l’antenna da 400 MHz si ha maggiore risoluzione ma minore profondità (circa 2,5 – 3,0 m) di investigazione; con l’antenna da 270 MHz si ha una minore risoluzione ma una maggiore profondità di penetrazione (circa 6-7m).

Ogni singola linea acquisita è stata rappresentata mediante due radargrammi sovrapposti ovvero uno superiore, relativo alla linea acquisita con l’antenna da 270 MHz e l’altro inferiore e relativo alla linea acquisita con l’antenna da 400 MHz. In fase d’interpretazione per ogni linea radar (vedi immagine seguente) sono state evidenziate le anomalie più significative distinguendo quelle puntali, da quelli lineari e da quelle iperboliche. In particolare:

1. le anomalie puntuali indicano, con dei cerchi verdi, discontinuità presenti nei primi due metri di profondità, dove sono spesso collocati i sottoservizi dell’impianto di depurazione (antenna da 400 MHZ),

2. le anomalie lineari, con linea tratteggiata arancio, ad indicare passaggi tra materiali

differenti come, per esempio, tra il materiale di riporto del sottofondo stradale e la roccia in posto;

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3. le anomalie iperboliche correlabili a discontinuità del sottosuolo oltre i due metri di profondità; queste, quando intense, sono state indicate con iperboli tratteggiate di color magenta mentre se deboli di color azzurro. Data la profondità e il materiale investigato, è presumibile che queste indichino discontinuità nell’ammasso calcarenitico come fratture, discontinuità, piccole cavità, ecc.

Si precisa che:

• i radargrammi presentano delle zone disturbate giustificabili con le irregolarità del manto stradale e dei diversi strati sovrapposti che lo costituiscono. Poiché non è nota la natura del sottofondo stradale, non si esclude che tali riflessioni siano correlabili alla presenza di materiale eterogeneo che potrebbe aver “nascosto” altri sottoservizi o elementi geologici d’interesse.

• in fase di acquisizione simultanea dei segnali radar, con le due antenne,

si ottengono i rispettivi radargrammi. Su questi sono registrate, quindi, contemporaneamente le riflessioni radar di un medesimo elemento come, per esempio un sottoservizio; tuttavia si genera una riflessione che sui radargrammi appare, sulle rispettive linee delle antenne, in punti distanti tra loro della stessa lunghezza della dislocazione tra le due antenne e quindi le antenne rilevano lo stesso elemento non simultaneamente ma in modo susseguente. Di seguito sono state riportate delle immagini delle fasi di acquisizione e registrazione di un segnale radar per meglio spiegare quanto su scritto.

In definitiva l’indagine georadar ha permesso di individuare:

• la presenza di diversi sottoservizi a profondità variabili dal piano di indagine;

• la presenza, oltre la profondità di 2 metri, di anomalie attribuibili ad irregolarità dell’assetto stratigrafico del sottosuolo e a discontinuità, fratture e/o cavità.

6.3 RISULTATI PROSPEZIONE SISMICA A RIFRAZIONE IN ONDE P

Sono state eseguite in totale n.5 prospezioni sismiche a rifrazione in onde P (BS1÷BS5) di lunghezza pari a 62.5 m, con distanza intergeofonica e offset di 2,5 metri, e solo per la BS04 di lunghezza 50 metri con distanza intergeofonica e offset di 2 metri. Per tutte le basi sono stati eseguiti 5 scoppi: in particolare per le basi BS01 - BS02 - BS03 - BS05 gli scoppi esterni 1 e 5 sono stati ubicati in posizione esterna allo stendimento e a 2,5 metri rispettivamente dal 1° e dal 24° geofono, mentre per la BS04 a 2.0 metri; lo scoppio 3 è stato posto al centro dello stendimento stesso (fra il 12° e il 13° geofono) mentre gli altri due scoppi intermedi 2 e 4 ubicati rispettivamente tra 6° e 7° geofono e tra il 18° e il 19° geofono. Ai fini della corretta interpretazione dei risultati dell'indagine sismica è importante precisare che, generalmente:

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a) i sismostrati non sono necessariamente associabili a litotipi ben definiti, ma sono rappresentativi di livelli con simili caratteristiche elastiche, in cui le onde sismiche si propagano con la stessa velocità;

b) la risoluzione del metodo è funzione della profondità di indagine e la risoluzione diminuisce con la profondità: considerato uno strato di spessore h ubicato a profondità z dal piano campagna, in generale non è possibile individuare sismostrati in cui h<0,25*z.

c) nelle indagini superficiali, meno veloci, arrivano in un tempo successivo, per cui il segnale registrato sarà la risultante delle onde S con le onde P e quindi la lettura dei tempi di arrivo delle onde S può risultare meno precisa della lettura dei tempi di arrivo delle onde P;

d) i terreni esaminati possono ricoprire un ampio campo delle velocità sismiche, in relazione alla presenza di materiale di riporto, di terreno vegetale e di acqua di falda nonché ai vari gradi di stratificazione, carsificazione e di fratturazione dell'ammasso roccioso.

Riguardo al punto d) (vedi Zezza1-1976), possono essere distinti 5 differenti gradi di carsificazione ai quali corrispondono le seguenti caratteristiche dell'ammasso roccioso carsificato1: grado V: Vp = 0,7-1,0 km/sec. Sono cancellati i caratteri tessiturali della roccia in posto i cui relitti si trovano inglobati in abbondanti terre rosse;

grado IV: Vp = 1,1-1,9 km/sec. Sono conservati i caratteri tessiturali della roccia in posto attraversata in ogni senso da cavità carsiche attive e fossili;

grado III: Vp = 2,0-3,0 km/sec. Diffusa presenza di cavità collegate ai processi di dissoluzione carsica;

grado II: Vp = 3,1- 4,5 km/sec. Giunti di fessurazione interessati solo parzialmente da manifestazioni carsiche;

grado I: Vp > 4,5 km/sec. Assenza completa di manifestazioni carsiche; giunti di fessurazione radi e bancate compatte. Dai valori di velocità di propagazione delle onde P, è stato possibile ricavare la sismo-struttura del sottosuolo in corrispondenza delle Basi Sismiche BS01÷BS5.

Il sottosuolo investigato è stato distinto, per ciascun profilo, in due/tre sismostrati ciascuno caratterizzato da un determinato valore di velocità delle onde di compressione. Generalmente, data la lunghezza degli stendimenti eseguiti, è stato possibile investigare il sottosuolo fino alla profondità media di circa 10,0 metri dalla superficie topografica.

Di seguito si riportano i risultati di ogni base sismica:

1 Valutazione geologica-tecnica degli ammassi rocciosi carsificati con particolare riferimento alle aree carsiche pugliesi. Mem. Soc. Geol. It., 14,1976

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BS01

N. sismostrati

Velocità Onde P in

m/s

Velocità Onde S in m/s ricavate dalle indagini

Re.Mi

Intervallo di profondità

(m)

Descrizione 1 587 247 0,0 ÷ 1,80 Terreno vegetale frammisto a

materiale di riporto

2 1125 559 0.3 ÷ 4,0 Deposito sabbioso mediamente addensato

3 2182 1108 2,0 ÷ 10,0 Ammasso calcarenitico ben cementato, a luoghi fratturato

BS02

N.

sismostrati

Velocità Onde P in

m/s

Velocità Onde S in m/s ricavate dalle indagini

Re.Mi

Intervallo di profondità

(m)

Descrizione

1 810 398 0,0 ÷ 5,0 Deposito sabbioso da poco a mediamente addensato

2 1994 996 3,0 ÷ 11,0 Ammasso calcarenitico ben cementato, a luoghi fratturato

BS03

N.

sismostrati

Velocità Onde P in

m/s

Velocità Onde S in m/s ricavate dalle indagini

Re.Mi

Intervallo di profondità

(m)

Descrizione

1

686

334

0,0 ÷ 2,0 Terreno vegetale e/o riporto frammisto a dep. sabbioso da poco a mediamente addensato

2 2237 1115 0,5 ÷ 10,0 Ammasso calcarenitico ben cementato, a luoghi fratturato

BS04

N.

sismostrati

Velocità Onde P in

m/s

Velocità Onde S in m/s ricavate dalle indagini

Re.Mi

Intervallo di profondità

(m)

Descrizione 1 390 153 0,0 ÷ 1,0 Terreno vegetale

2 861 414 0,5 ÷ 2,5 Deposito sabbioso da poco a mediamente addensato

3 2150 1086 2,0 ÷ 9,0 Ammasso calcarenitico ben cementato, a luoghi fratturato

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BS05

N.

sismostrati

Velocità Onde P in

m/s

Velocità Onde S in m/s ricavate dalle indagini

Re.Mi

Intervallo di profondità

(m)

Descrizione 1 466 200 0,0 ÷ 1,5 Terreno vegetale frammisto a

materiale di riporto

2 866 420 0,0 ÷ 4,0 Deposito sabbioso mediamente addensato

3 2096 1063 1,0 ÷ 11,0 Ammasso calcarenitico ben cementato, a luoghi fratturato

Si precisa che l’indagine sismica ha permesso, tramite l’elaborazione ed interpretazione dei dati acquisiti, di ricostruire l’andamento sismostratigrafico del sottosuolo fino a circa 10 metri di profondità. Tale ricostruzione, però, non è stata sempre correlabile con i dati delle indagini dirette: infatti, nell’ambito delle profondità investigate, in nessuno degli stendimenti eseguiti è stato possibile individuare il rifrattore associabile al passaggio tra l’ammasso calcarenitico e quello calcareo poiché a tali profondità la quantità dei dati sismici a disposizione non ha permesso di rilevare altre superfici di rifrazione.

6.4 RISULTATI DELLA PROSPEZIONE SISMICA RE.MI.

Al fine di calcolare il valore di velocità delle onde di taglio (S) fino alla profondità di 30 metri (VS30) e determinare la classe di appartenenza del terreno di fondazione, secondo quanto richiesto dalle Nuove Norme Tecniche per le Costruzioni D.M. 14/1/2008 (G.U. 4 febbraio 2008, n.29 – s.o. n.30), sono stati eseguiti n.5 profili Re.Mi. (Re.Mi. 01 ÷ Re.Mi. 5) ubicati in corrispondenza delle basi sismiche. La tecnica utilizzata consente una stima accurata dell’andamento delle velocità di propagazione delle onde S nel sottosuolo; ciò avviene registrando semplicemente il rumore di fondo ed elaborando il segnale con un opportuno software.

A rigore, quella misurata è la velocità delle onde superficiali (Onde di Rayleigh), ma essa è in pratica uguale alla velocità delle Onde S (95 ÷ 97%).

È così possibile definire, con un’approssimazione valutabile tra il 5% e il 15%, il profilo “VS30”. Per il caso in esame, la strumentazione utilizzata è consistita in 24 geofoni verticali a 14Hz, in un sismografo a 24 canali della “MAE” modello A6000/S con acquisizione computerizzata dei dati.

Sulla base delle indagini sismiche eseguite e applicando l’espressione riportata nel DM 14/01/2008:

𝑉𝑆30 =30

∑ ℎ𝑖𝑉𝑠, 𝑖𝑖=1,𝑁

è stato possibile calcolare il parametro Vs30, per ciascun profilo sismico, a cui è poi stata associata la relativa categoria di suolo di fondazione secondo quanto indicato nella Nuova Normativa Sismica, come di seguito sintetizzato in tabella.

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Profilo remi Velocità di propagazione (vs30) Categoria di suolo Re.Mi. 01 939 m/s A Re.Mi. 02 999 m/s A Re.Mi. 03 1160 m/s A Re.Mi. 04 1133 m/s A Re.Mi. 05 1094 m/s A

Per tutti i siti in esame è possibile definire come categoria di fondazione un suolo di classe “A”, è definito come: ”Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs,30 superiori a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3 m”.

6.5 RISULTATI DELLE TOMOGRAFIE ELETTRICHE

Sono state eseguite in totale n.5 (TE01÷TE05) prospezioni geoelettriche del tipo “Dipolo- Dipolo Assiale” e “Wenner” con distanza elettrodica pari a 1,5 m ubicate così come mostrato nelle planimetrie dell’Allegato “Indagini geognostiche”.

L’acquisizione ha consentito di elaborare i dati secondo una modellazione bidimensionale (profilo) dello spazio investigato, valutando quantitativamente i volumi di aree elettricamente omogenee.

I dati ottenuti dalle configurazioni dipolo-dipolo e Wenner sono stati interpolati ed elaborati con il Software RES2DINV e TOMOLAB il quale ha permesso di evidenziare al meglio la struttura di resistività del sottosuolo investigato.

La profondità massima d’investigazione, letta nel punto centrale degli stendimenti elettrici elaborati è di circa 12 metri. Le pseudosezioni riportate presentano una differenziazione delle classi di resistività secondo diverse tonalità di colore.

Ai fini dell’interpretazione dei risultati delle indagini geofisiche è di fondamentale importanza la conoscenza geologica dell’area e la taratura delle prospezioni geofisiche con indagini di tipo diretto. Infatti, come si evince dalla tabella riportata di seguito, è possibile che rocce diverse siano caratterizzate dalla stessa resistività.

Inoltre gli intervalli di resistività delle varie formazioni sono molto variabili, in funzione delle condizioni locali, della porosità, del grado di saturazione, del grado di alterazione ecc.

Nella tabella sono riportati gli intervalli tipici dei valori di resistività di alcuni tra i terreni costituenti il sottosuolo.

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Tabella – Resistività delle rocce (da “Le indagini geofisiche per lo studio del sottosuolo” di Carrara – Rapolla – Roberti e da “La prospezione Geofisica in campo ambientale” della Provincia di Milano).

LITOTIPO RESISTIVITA’ (Ohmxmt) Acqua di mare 2-3 Acqua 10 Argille, marne, grasse 3-30 Argille, marne, magre 10-40 Rifiuti domestici 12-30 Suolo di copertura 10-200 Argille sabbiose, silt 25-105 Fanghi industriali 40-200 Sabbie con argille 50-300 Detrito alluvionale 50-1000 Olio esausto 150-700 Tufi 150-900 Sabbia, ghiaia in falda 200-400 Arenaria 300-3000 Calcare, dolomie, gesso 500-10000 Sabbia, ghiaia asciutta 800-5000 Gneiss 400-6000 Granito 2000-10000

Come riportano anche in allegato 04 ciascuna tomografia è stata rappresentata secondo l’elaborazione dei dati mediante sia il software RES2DINV sia TOMOLAB e considerando i dati acquisiti con le configurazioni Dipolo-Dipolo e Wenner.

Nel medesimo allegato, per ogni tomografia, inoltre, è stato riportato uno specifico commento sull’interpretazione delle tomografie con i riferimenti fotografici delle zone in corrispondenza delle anomalie più significative lungo il profilo.

In generale non si riconoscono elettrostrati continui; è possibile riconoscere delle zone mediamente più resistive, a minore profondità, correlabili al materiale di riporto, a sottoservizi e strutture di fondazione mentre più in profondità si notano progressive diminuzioni dei valori di resistività a causa della presenza della falda. A tali zone resistive si contrappongono, infatti, zone mediamente conduttive presumibilmente riferibili alla presenza di roccia fratturata e satura sotto il livello di falda.

In generale, nell’ambito delle profondità investigate, non si possono rilevare anomalie elettriche di significativo valore ed entità da correlarsi a strutture carsiche o importanti discontinuità strutturali, data la presenza della falda che saturando la roccia ha omogeneizzato la distribuzione dei valori.

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6.6 VIDEO-ISPEZIONE DEI FORI DI SONDAGGIO

Durante la trivellazione dei sondaggi a carotaggio continuo sono state rilevate variazioni improvvise nella velocità di trivellazione, con aumento repentino della profondità della sonda, e in seguito all’estrusione delle carote i materiali sono stati definiti come calcari fratturati e carsificati; pertanto è stato dedotto che tali variazioni di velocità fossero state dovute alla presenza di vuoti e discontinuità nell’ammasso calcareo trivellato.

In seguito a tali considerazioni e in virtù della necessità di conoscere le caratteristiche geologiche e geotecniche dei materiali su cui saranno fondate le nuove strutture progettate, sono state pianificate delle video-ispezioni nei fori di sondaggio al fine di visionare in posto il materiale trivellato e l’entità delle cavità rilevate.

Per mezzo di una telecamera subacquea del diametro di 80 mm, collegata ad un sistema di acquisizione e registrazione video sono state visualizzate e registrate, tramite un computer portatile collegato al sistema di acquisizione, le video-ispezioni eseguite nei fori di sondaggio non rivestiti, per la prova di permeabilità, ovvero nei sondaggi S02, S05,S06. Un file digitale con le registrazioni delle videoispezioni è stato allegato alla presente relazione, di seguito, invece, sono stati riportati alcuni frame dei punti più rilevanti delle videoispezioni per ciascun sondaggio.

Nel caso del sondaggio S02, la videoispezione ha permesso di constatare anche l’efficacia delle indagini georadar con cui è stata individuata la fitta rete di sottoservizi presenti in corrispondenza delle aree ove sono stati ubicati i sondaggi e ha permesso, quindi, di evitare l’intercettazione e rottura dei sottoservizi.

In generale le discontinuità rilevate riguardano diverse fratture beanti della roccia sia calcarea che calcarenitica sature di acqua come anche discontinuità della stratificazione della rocca calcarea, sacche di terra rossa e variazione del grado di cementazione dell’ammasso calcarenitico. L’intercettazione da parte del carotiere di livelli di calcarenite poco cementata ha causato la disgregazione del materiale e dilavamento da parte dell’acqua di circolazione con conseguente allagamento delle pareti del foro e perdita di materiale di perforazione.

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6.7 PROVE GEOTECNICHE DI LABORATORIO

Durante la campagna di sondaggi direttii, sono stati prelevati n.4 campioni disturbati sottoposti a prove Point Load e di Resistenza a compressione semplice che hanno dato i seguenti risultati:

N.

SOND.

N.

CAMP.

PROF. PRELIEVO

(METRI DA/A)

NATURA DEL

CAMPIONE

TIPO DI PROVA

Peso di volume

nat. (KN/mc)

Rc daN/cmq

Is(50) – Point Load)

daN/cmq

Rc da Point

Load – daN/cmq

S01

CD1

22.60 - 22.80

Roccia calcarea

Prova di resistenza a compressione uniassiale

21,3 147,1

S04 CD1 4.10 - 4.40 Roccia calcarenitica

Point Load Test

2,8 56

S04

CD2

13.60 – 14.00

Roccia calcarea

Prova di resistenza a compressione uniassiale

23,3 289,9

S06 CD1 8.70 – 8.90 Roccia calcarenitica

Point Load Test

3,2 64

6.8 PROVA DI PERMEABILITÀ DEL FORO DI SONDAGGIO S06

La determinazione del coefficiente di permeabilità del terreno attraverso prove in sito presenta non poche difficoltà e incertezze fatta eccezione nei casi di terreni omogenei e isotropi che si trovano in ambiti le cui condizioni al contorno sono note. La misura sperimentale della permeabilità di un terreno può essere fatta sia in laboratorio sia in sito: per i terreni naturali le misure in sito sono generalmente più efficaci e quindi preferibili (essendo la permeabilità molto influenzata anche dai caratteri macro-strutturali).

In questo specifico caso è stata eseguita una prova in sito utilizzando il foro di sondaggio S06 profondo 15 metri.

Le prove in fori di sondaggio mediante l’immissione di acqua all’interno del foro stesso, permettono di determinare la permeabilità dei terreni al di sopra o al di sotto del livello della falda e possono eseguirsi sia a carico costante sia a carico variabile.

Nel caso specifico è stata eseguita all’interno del foro S06 una prova a carico costante sopra il livello di falda. Il foro è stato, pertanto, riempito d’acqua ed è stata misurata la portata necessaria per mantenere costante il livello dell’acqua. Sono stati eseguiti 3 gruppi di lettura, mentre a fine prova, invece, sono state registrate le velocità di abbassamento nel tempo.

I risultati ottenuti dalle prove di permeabilità sono stati preliminarmente elaborati secondo le normative specifiche di riferimento A.G.I. 1977 (Associazione Geotecnica Italiana) ed hanno evidenziato una generale uniformità dei dati, nonché una correlazione attendibile del parametro idraulico individuato K.

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I dati della prova a carico costante sono consultabili di seguito come anche quelli delle letture dei tempi di abbassamento. Da questi è possibile definire che la roccia calcarenitica ivi presente sia caratterizzata da una permeabilità K=4*E10-4.

6.9 RISULTATI SISMICA IN FORO (DOWN-HOLE)

La tecnica del down-hole, a differenza di altre metodologie di superficie, essendo eseguita in un perforo, fornisce dati sismici con caratteristiche puntuali, ossia fornisce valori delle velocità sismiche di compressione e di taglio relative ad una stratigrafia più dettagliata. In questo modo le informazioni ricavate si riferiranno esclusivamente alla porzione di sottosuolo presente nelle immediate vicinanze del perforo all’interno del quale è stata eseguita la prova.

In questo caso è stato realizzato n.1 profilo sismico in foro (DH1) in corrispondenza del sondaggio meccanico S01. La strumentazione utilizzata è composta da un sismografo a 24 canali, della “MAE” modello A6000/S, ubicata sulla superficie del sito, con acquisizione computerizzata dei dati. La misura dei tempi di propagazione delle onde elastiche longitudinali (P) e trasversali polarizzate (S) è stata condotta nel foro di profondità pari a 30 m, con diametro di 101 mm, appositamente rivestito con tubo in PVC da 80mm di diametro cementato sulle pareti del perforo con miscela di fanghi bentonitici.

La prova è consistita nel calare nel foro la sonda contenente cinque geofoni di frequenza 4,5 Hz (geofono tridimensionale) uno a oscillazione verticale e quattro ad oscillazione orizzontale determinando, per ogni metro di profondità, fino alla profondità suddetta, i tempi di propagazione secondo le tre componenti di registrazione ed effettuando due o più registrazioni.

Il punto di energizzazione è stato posto ad off-set fisso a 3 m rispetto alla bocca del foro. Come sistema energizzante è stato utilizzato una massa battente del peso di 8Kg, la quale è sottesa da un piattello in acciaio di raggio r pari a 20 cm posto sul piano campagna per quanto riguarda l’acquisizione delle onde P, lo stesso, viene posto trasversalmente al piano campagna a contrasto con una trave di legno per quanto riguarda l’acquisizione delle onde S.

Le oscillazioni sono avvenute in due direzioni opposte tra loro e quindi in verticale e in orizzontale ciascuna delle quali è stata recepita dai geofoni di competenza.

Dei dati raccolti in campagna, sono stati in primo luogo calcolati i tempi di arrivo sia delle onde P e delle onde S mediante il programma Pickwin e poi successivamente sono state calcolate le velocità sismiche mediante un foglio di calcolo, nell’ambito del quale sono stati, inoltre, ricavati i vari moduli elastici dell’ammasso terroso.

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Dai risultati dell’indagine sismica in foro è stato ottenuto un valore di VS30 compreso tra 1264 m/s e 1940 m/s per cui è possibile classificare i suoli in esame come appartenente alla categoria di suolo di fondazione del tipo “A” definito come (punto 3.2.2. cap. 3 tabella 3.2 II del DM 14-01-2008): “Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs,30 superiori a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3 m”.

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7.0 SISMICITA’ DEL SITO

Il territorio comunale di Monopoli risulta classificato sismico in Zona n. 4 ai sensi della D.G.R. n°153 del 02/03/2004, emanata in attuazione della OPCM 3274/2003.

Si riporta la tabella ove ciascuna zona è individuata secondo valori di accelerazione di picco orizzontale del suolo ag, con probabilità di superamento del 10% in 50 anni.

Zona

sismica

Accelerazione orizzontale con

probabilità di superamento pari al 10% in 50 anni [ag/g]

Accelerazione orizzontale di ancoraggio dello spettro di risposta elastico [ag/g]

1 > 0.25 0.35

2 0.15 – 0.25 0.25

3 0.05 – 0.15 0.15

4 < 0.05 0.05

Con l'entrata in vigore del D.M. 14 gennaio 2008 la stima della pericolosità sismica viene però definita mediante un approccio “sito dipendente” e non più tramite un criterio “zona dipendente”.

L’azione sismica di progetto in base alla quale valutare il rispetto dei diversi stati limite presi in considerazione viene definita partendo dalla “pericolosità sismica di base“ del sito di costruzione, che è l’elemento essenziale di conoscenza per la determinazione dell’azione sismica. La pericolosità sismica di base può essere determinata in assenza di uno studio di risposta sismica locale (RSL), facendo riferimento ad un approccio semplificato, che si basa sull’individuazione di categorie di sottosuolo di riferimento e sulle condizioni topografiche.

Dalle prove sismiche NASW (Re.Mi.) e down-hole effettuate, la velocità media delle onde di taglio nei primi trenta metri (VS30) è risultata compresa tra 939÷1940 m/s e congruente con la descrizione stratigrafica di cui alla tab. 3.2.II delle NTC 2008, per cui il sito in esame ricade nella categoria di sottosuolo “A” (VS30 >800 m/s).

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Dal punto di vista delle condizioni topografiche il sito in esame ricade nella categoria T1.

Tabella 3.2.11-Categorie di sottosuolo

Categoria

Descrizione

A Ammassi rocciosi affioranti o terreni molto rigidi caratterizzati da valori di Vs.30 superiori a 800 m/s, eventualmente comprendenti in superficie uno strato di alterazione, con spessore massimo pari a 3

B

Rocce tenere e depositi di terreni a grana grossa molto addensati o terreni a grana fina molto consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 compresi tra 360 m/s e 800 m/s (ovvero NSPT,30 > 50 nei terreni a grana grossa e Cu,30 > 250 kPa nei terreni a grana fina).

C

Depositi di ten·eni a grana grossa mediamente addensati o terreni a grana fina mediamente consistenti con spessori superiori a 30 m, caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori dt Vs,30 compresi tra 180 m/se 360 m/s (ovvero 15 < NSPT,30 < 50 net terreni a grana grossa e 70 < Cu.30 < 250 kPa nei terreni a grana fina).

D

Depositi di terreni a grana grossa scarsamente addensati o di terreni a grana fina scarsamente consistenti, con spessori superiori a 30 m. caratterizzati da un graduale miglioramento delle proprietà meccaniche con la profondità e da valori di Vs,30 inferiori a 180 m/s

(ovvero NSPT,30 < 15 nei terreni a grana grossa e Cu.30 < 70 kPa nei terreni a grana fina).

E Terreni dei sottosuoli di tipo C o D per spessore non superiore a 20 m, posti sul substrato di riferimento

Tabella 3.2.IV-Categorie topografiche

Categoria

Caratteristiche della superficie topografica

T1

Superficie pianeggiante, pendii e rilievi isolati con inclinazione media i≤15°

T2

Pendii con inclinazione media i > 15°

T3

Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media 15°<i<30°

T4 Rilievi con larghezza in cresta molto minore che alla base e inclinazione media i > 30°

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7.1 STIMA DELLA PERICOLOSITÀ SISMICA DEL SITO

Per determinare le azioni sismiche di progetto è necessario stimare la “pericolosità sismica” del sito oggetto di studio, rappresentata dalla probabilità che, in un fissato lasso di tempo (“periodo di riferimento” VR espresso in anni), in detto sito si verifichi un evento sismico di entità almeno pari ad un valore prefissato; la probabilità è denominata “Probabilità di eccedenza o di superamento nel periodo di riferimento” = PVR. Il periodo di riferimento si ricava, per ciascun tipo di costruzione, moltiplicandone la vita nominale VN per il coefficiente d’uso CU :

VR = VN ×CU

dove la vita nominale VN è data dalla Tab. 2.4.I (NTC-08): il coefficiente d’uso CU è dato dalla Tab. 2.4.II (NTC-08):

e le classi d’uso sono quelle definite al punto 2.4.2. delle NTC 2008.

Nel caso del progetto in esame, la costruzione rientra nella classe d’uso III: CLASSE D’USO III: Costruzioni il cui uso preveda affollamenti significativi. Industrie con attività pericolose per l’ambiente.Reti viarie extraurbane non ricadenti in Classe d’uso IV. Ponti e reti ferroviarie la cui interruzione provochi situazioni di emergenza. Dighe rilevanti per le conseguenze di un loro eventuale collasso.

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Pertanto, nel caso in esame il periodo di riferimento è pari a:

VR = 100 × 1,5 = 150 anni Per ciascuno stato limite e relativa probabilità di eccedenza PVR nel periodo di riferimento VR il periodo di ritorno TR del sisma è dato da:

TR = -VR/ln(1-PVR) = -CUVN/ln/1-PVR)

Calcolato il periodo di riferimento VR, la pericolosità sismica è definita in termini di :

- accelerazione orizzontale massima attesa ag su sito di riferimento rigido (bed- rock); - ordinate dello spettro di risposta elastico in accelerazione ad essa corrispondente

Se(T), con riferimento a prefissate probabilità di eccedenza PVR nel periodo di riferimento VR.

Ai fini delle NTC 2008 le forme spettrali sono definite, per ciascuna delle probabilità di superamento nel periodo di riferimento PVR, a partire dai valori dei seguenti parametri su sito di riferimento rigido orizzontale:

- ag accelerazione orizzontale massima al sito; - Fo valore massimo del fattore di amplificazione dello spettro in accelerazione orizzontale.

- TC* periodo di inizio del tratto a velocità costante dello spettro in accelerazione

orizzontale. Una delle novità delle NTC 2008 è appunto la stima della pericolosità sismica basata su una griglia di 10751 punti, ove viene fornita la terna di valori ag, Fo e TC* per nove distinti periodi di ritorno TR.

Si determina, quindi, la maglia di riferimento in base alle tabelle dei parametri spettrali fornite dal ministero e, sulla base della maglia interessata, si determinano i valori di riferimento del punto come media pesata dei valori nei vertici della maglia moltiplicati per le distanze dal punto. Nel caso in esame si hanno i seguenti parametri e coefficienti sismici

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8.0 CARATTERISTICHE GEOTECNICHE

Sulla base di tutte le indagini svolte (n. 6 Perforazioni a carotaggio continuo; n. 5 profili sismici ed elettrici di tipo tomografico; n. 1 prova down-hole in foro; n.37 profili georadar; n. 5 profili Re.Mi.-Vs30; n.4 analisi geotecniche di laboratorio; n.1 prova di permeabilità in foro), è possibile indicare le caratteristiche geotecniche e geofisiche medie dei principali litotipi che condizioneranno i manufatti previsti in progetto:

MODELLO GEOLOGICO E GEOTECNICO

LITOTIPO A: Terreno di riporto sabbioso-limoso di colore rossastro con frammenti calcarenitici Da 0,00 a 1,30 m dal p.c. (in corrispondenza dell’estrema porzione ovest dell’impianto lo spessore di terreno di riporto è pari a 4,50 m)

Velocità onde P: 560 m/s Velocità onde S: 250 m/s Coefficiente di Poisson: 0,38 Peso di volume naturale: 15,0 KN/m3 Angolo di attrito efficace (φ’): 28°÷30° Coesione efficace (c’): 0,00 daN/cm2 Coesione non drenata: 0,00 daN/cm2 Modulo di deformazione statico (Young): 75 daN/cm2

LITOTIPO B: Sabbie e porzioni superficiali poco cementate delle calcareniti organogene Da 1,30 a 3,00 m dal p.c.

Velocità onde P: 800 m/s Velocità onde S: 390 m/s Coefficiente di Poisson: 0,345 Peso di volume naturale: 16,7 KN/m3 Angolo di attrito efficace (φ’): 35° Coesione efficace (c’): 0,00 daN/cm2 Modulo di deformazione statico (Young): 340 daN/cm2 Carico limite di rottura: 6÷7 daN/cm2

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LITOTIPO C: Calcareniti organogene cementate a luoghi fratturate e carsificate con microcavità Da 3,00 a 9,50 m dal p.c.

Velocità onde P: 1830 m/s Velocità onde S: 920 m/s Coefficiente di Poisson: 0,33 Peso di volume naturale: 20,0 KN/m3 Classificazione ammasso roccioso (Bieniawski, 1989): Classe IV – “scadente” Rock Quality Designation (RQD): 35÷40% Angolo di attrito efficace (φ’): 23° Coesione efficace (c’): 1,20 daN/cm2 Modulo di deformazione statico (Young): 5300 daN/cm2 Resistenza a compres. (alla scala del campione di laboratorio): 60÷75 daN/cm2

LITOTIPO D: Calcari detritici stratificati, fratturati e carsificati con terra rossa Da 9,50 a 30,00 m dal p.c.

Velocità onde P: 1830 m/s Velocità onde S: 920 m/s Coefficiente di Poisson: 0,33 Peso di volume naturale: 22,0 KN/m3 Classificazione ammasso roccioso (Bieniawski, 1989): Classe III – “discreta” Rock Quality Designation (RQD): 60% Angolo di attrito efficace (φ’): 30° Coesione efficace (c’): 2,00 daN/cm2 Modulo di deformazione statico (Young): 12.000 daN/cm2 Resist. a compres. (alla scala del campione di laboratorio): 135÷300 daN/c

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9.0 CONCLUSIONI

Alla luce di tutti gli studi geologici, idrogeologici e geotecnici svolti in sito ed in laboratorio è possibile fornire indicazioni circa la fattibilità e la compatibilità delle opere in progetto con l’ambiente geologico. La campagna di indagini geognostiche svolte, oltre a fornire un modello geologico e geotecnico del sottosuolo, è stata mirata all’individuazione dell’eventuale presenza di fenomeni di erosione e dissoluzione carsica occulti (fessure, cavità, inghiottitoi, etc.) che testimoniassero l’eventuale avanzamento in sotterraneo dei fenomeni di erosione visibili superficialmente lungo la costa finitima l’impianto depurativo di Monopoli.

Dal rilievo geologico di campagna non sono state individuati fenomeni di erosione o di instabilità in corrispondenza dell’attuale piano di calpestio dell’impianto di depurazione, né fenomeni di fessurazione o cedimenti delle opere in c.a. esistenti. Le indagini indirette (in particolare quelle georadar e di tomografia elettrica) hanno riscontrato anomalie riconducibili a piccole cavità carsiche e fratture beanti sature d’acqua oltre i 2 m di profondità, soprattutto lungo i profili più vicini alla costa, tenendo conto che il livello piezometrico della falda acquifera si attesta tra -3,60 m e -5,80 m di profondità dal p.c.; le indagini dirette (perforazioni a carotaggio continuo e video-ispezioni nei fori) effettuate nei punti accessibili più vicini alle nuove opere a costruirsi, non hanno intercettato vuoti o cavità importanti, ma fessure o microcavità centimetriche a cavallo della linea di saturazione della falda acquifera. Da ciò si deduce che i fenomeni di erosione e di dissoluzione carsica riscontrabili lungo costa non hanno ancora interessato massivamente il sottosuolo dell’impianto di depurazione di Monopoli.

Alla luce di quanto sopra, e tenendo conto che i bordi lato mare delle nuove opere a costruirsi sono posti a un distanza dalla linea di costa compresa tra 28÷67m e che solo la recinzione del nuovo gasometro e il bordo del nuovo sedimentatore primario lambiscono l’area a pericolosità PG2, è possibile rappresentare la compatibilità geologica e geotecnica delle nuove opere con l’area in esame, a condizione che in fase esecutiva sia effettuata una bonifica preventiva del fondello in corrispondenza dei manufatti aventi piano di posa oltre i 2,5 m dal p.c. attuale.

Tale bonifica, da effettuarsi per mezzo di iniezioni mirate di boiacca cementizia (ad es. con micropali tipo tub-fix) avrà lo scopo di consolidare e impermeabilizzare le eventuali discontinuità presenti nell’ammasso calcarenitico a cavallo della linea di saturazione della falda acquifera.

Proprio la presenza di acqua e di terreni di riporto di spessore pari a 4,5 m nell’estrema porzione ovest dell’impianto (dove è prevista la realizzazione della nuova vasca di equalizzazione) impongono, in fase esecutiva, l’aggottamento degli scavi di fondazione con altezza superiore a 3,0 m e l’eventuale realizzazione di paratie di contenimento con micropali e/o pali accostati. In tali casi, risulterà opportuno impermeabilizzare preventivamente anche il fondello, al fine di evitare l’infiltrazione delle acque di falda (con salinità totale superiore a 2,0 g/l) negli scavi di fondazione; la permeabilità delle calcareniti è stata misurata in sito attraverso una prova di permeabilità in foro e risulta pari a K = 4x10-4 m/s. Sarebbe, altresì, auspicabile in sede di progetto esecutivo prevedere una rete di monitoraggio con sonde inclinometriche fisse da installare in fori idonei ubicati lungo il bordo prospiciente la linea di costa, al fine di tenere sotto controllo l’evoluzione morfodinamica della falesia costiera. E’ importante sottolineare, infine, che le indagini geognostiche non hanno rilevato la presenza di cavità sotterranee di dimensioni importanti; pur tuttavia, bisogna tener presente che l’ubicazione delle indagini è stata fortemente condizionata dai manufatti esistenti e dai sottoservizi, per cui

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non si può escludere tout court il rinvenimento di cavità carsiche proprio in presenza delle rocce calcarenitiche. Per tale motivo, non avendo potuto coprire interamente l’area di sedime dei vari manufatti con indagini geognostiche puntuali e/o lineari, prima che vengano realizzate le strutture di fondazione dovranno essere effettuati opportuni controlli diretti ed indiretti delle sezioni e del fondo degli scavi (ad esempio a mezzo geo-radar).

In conclusione, al termine degli studi effettuati ed alle condizioni sopra espsoste, si rappresenta la fattibilità positiva del progetto in esame, dal punto di vista geologico, sismico ed idrogeomorfologica. Bari, febbraio 2013

Il geologo di Acquedotto Pugliese S.p.A. dott. Alfredo DE GIOVANNI

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STRALCIO DALLA CARTA TOPOGRAFICA D'ITALIA Scala 1:25.000

Fig.1

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STRALCIO PAI AGGIORNATO (AdB_Puglia) Scala 1:25.000

Fig.2

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STRALCIO DALLA CARTA IDROGEOMORFOLOGICA DELLA REGIONE PUGLIA

Scala 1:25.000

Fig.3

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CARTA GEOLITOLOGICA Scala 1:25.000

Fig.4

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Fig.5