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Ag i re NT Fondazione IRCCS “Istituto Nazionale dei Tumori” Periodico dell’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano Ottobre 2009 Anno 2 - numero 4 Poste Italiane s.p.a. Spedizione in Abbonamento Postale 70%-DCB Milano SOMMARIO Il Progetto Tevere donne pag. 2 Una nuova chance per battere il tumore al polmone pag. 3 I giovani tornano a fumare pag. 5 La missione: "Dal letto, al laboratorio, al letto" pag. 6 Importanti risultati della ricerca INT sul funzionamento dei telometri pag. 6 Vado a farmi la chemio e torno pag. 8 Una guerra da vincere pag. 9 Viaggio tra chi sostiene l'INT pag.10 Congresso per il Cancer Control a Cernobbio pag 11 L segue a pag. 4 Proiettare nel futuro un grande passato e un autorevole presente Assistenza domiciliare e cure palliative Più servizi sul territorio per i malati oncologici Per un grande gioco di squadra Antonio Colombo L a nomina alla Presidenza della Fon- dazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, una delle più prestigiose isti- tuzioni che ha come finalità primaria il promuovere contemporaneamente prevenzione, cura e ricerca in campo oncologico, è, per me che vengo dal mondo delle imprese, un grande ono- re, ma anche una grande sfida. La necessaria, continua ricerca dell’ot- timizzazione delle risorse a disposizio- ne (in primo luogo umane, ma anche fi- nanziarie, tecnologiche ed immobiliari), per definizione limitate, si misura con la massimizzazione di un bene, la salute, che ha differenti criteri di valutazione, non sempre facilmente misurabili. Un primo criterio fa riferimento al nu- mero complessivo di prestazioni effet- tuate in un determinato periodo, che riguarda non solo la cura di una o più determinate patologie e complicanze, ma anche il più generale stato di be- nessere psico-fisico delle persone as- sistite. Un secondo criterio impone di valutare i benefici di medio-lungo pe- riodo, che lo sviluppo della ricerca può apportare, sia in termini di prevenzione, sia di innovazione delle cure, al benes- a Giunta della Regione Lombardia, dal 2008, ha avviato su tutto il territo- rio regionale il percorso sperimentale di Ospedalizzazione Domiciliare Cure Pal- liative Oncologiche che rappresenta un ampliamento sostanziale dell’offerta di cure, da un decennio assicurata in ho- spice o nelle strutture ospedaliere di cure palliative. Dall’agosto 2009, sono state date ulteriori nuove autorizzazioni ed il servizio sperimentale, ad oggi, vede im- pegnate complessivamente 32 Strutture Sanitarie, pubbliche e private accreditate, che coprono quasi tutto il territorio regio- nale. Il modello organizzativo prevede la segnalazione medica o richiesta sponta- nea alla ASL di riferimento a cui segue un colloquio di valutazione che fa scattare: l’attivazione del servizio entro 72 ore dal- la domanda; la definizione settimanale del piano di assistenza; la disponibilità/ reperibilità del servizio 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno; la dispensazio- ne o ricettazione diretta dei farmaci ; la dispensazione diretta di ausili e presidi; l’esecuzione a domicilio di prestazioni come, per esempio, prelievi, paracente- si, trasfusioni; la definizione di canali pre- ferenziali di accesso a consulenze spe- cialistiche ospedaliere; il ricorso diretto a servizi diagnostici ospedalieri. Tutto ciò, con l’aiuto insostituibile delle Associazioni di Volontariato ed in stretto rapporto con i Medici di Medicina Gene- rale, viene assicurato dalla presenza di un’équipe multidisciplinare (medico, in- fermiere, psicologo, assistente sociale, etc) che integra le diverse competenze venendo incontro, con ancora maggior attenzione e adeguatezza, alle necessi- tà familiari e psicologiche del paziente oncologico. Luciano Bresciani Assessore alla Sanità della Regione Lombardia In continua crescita la produzione scientifica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori (valore medio triennale dell’Impact Factor nel periodo 2003-2008) l mandato che il Presidente della Regione Lombardia, On.Roberto Formigoni, ha voluto assegnarmi, nominandomi alla Direzione Generale della Fondazione IRCCS Istituto Na- zionale dei Tumori, è, per me, fonte di grande motivazione. Interpreto il mio incarico con la volontà di continuare a mantenere alto e, perché no, ulterior- mente elevare il prestigio di una delle più importanti strutture oncologiche del Paese e che gode di un grande credito a livello internazionale. E’, dunque, necessario migliorare l’at- segue a pag. 9 I Gerolamo Corno

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AgireNT

Fondazione IRCCS“Istituto Nazionale dei Tumori”

Periodico dell’Istituto Nazionale per lo Studio e la Cura dei Tumori di Milano

Ottobre 2009 Anno 2 - numero 4

Poste Italiane s.p.a.Spedizione in Abbonamento Postale 70%-DCB Milano

SOMMARIO

Il Progetto Tevere donne pag. 2

Una nuova chance per battere il tumore al polmone pag. 3

I giovani tornano a fumare pag. 5

La missione: "Dal letto, al laboratorio, al letto" pag. 6

Importanti risultati della ricerca INTsul funzionamento dei telometri pag. 6 Vado a farmi la chemio e torno pag. 8

Una guerra da vincere pag. 9

Viaggio tra chi sostiene l'INT pag.10

Congresso per il Cancer Control a Cernobbio pag 11

L

segue a pag. 4

Proiettare nel futuro un grande passato e un autorevole presente

Assistenza domiciliare e cure palliativePiù servizi sul territorio per i malati oncologici

Per un grande gioco di squadra

Antonio Colombo

L

a nomina alla Presidenza della Fon-dazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, una delle più prestigiose isti-tuzioni che ha come finalità primaria il promuovere contemporaneamente prevenzione, cura e ricerca in campo oncologico, è, per me che vengo dal mondo delle imprese, un grande ono-re, ma anche una grande sfida. La necessaria, continua ricerca dell’ot-timizzazione delle risorse a disposizio-ne (in primo luogo umane, ma anche fi-nanziarie, tecnologiche ed immobiliari), per definizione limitate, si misura con la massimizzazione di un bene, la salute, che ha differenti criteri di valutazione, non sempre facilmente misurabili. Un primo criterio fa riferimento al nu-mero complessivo di prestazioni effet-tuate in un determinato periodo, che riguarda non solo la cura di una o più determinate patologie e complicanze, ma anche il più generale stato di be-nessere psico-fisico delle persone as-sistite. Un secondo criterio impone di valutare i benefici di medio-lungo pe-riodo, che lo sviluppo della ricerca può apportare, sia in termini di prevenzione, sia di innovazione delle cure, al benes-

a Giunta della Regione Lombardia, dal 2008, ha avviato su tutto il territo-rio regionale il percorso sperimentale di Ospedalizzazione Domiciliare Cure Pal-liative Oncologiche che rappresenta un ampliamento sostanziale dell’offerta di cure, da un decennio assicurata in ho-spice o nelle strutture ospedaliere di cure palliative. Dall’agosto 2009, sono state date ulteriori nuove autorizzazioni ed il servizio sperimentale, ad oggi, vede im-

pegnate complessivamente 32 Strutture Sanitarie, pubbliche e private accreditate, che coprono quasi tutto il territorio regio-nale. Il modello organizzativo prevede la segnalazione medica o richiesta sponta-nea alla ASL di riferimento a cui segue un colloquio di valutazione che fa scattare: l’attivazione del servizio entro 72 ore dal-la domanda; la definizione settimanale del piano di assistenza; la disponibilità/reperibilità del servizio 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno; la dispensazio-ne o ricettazione diretta dei farmaci ; la dispensazione diretta di ausili e presidi; l’esecuzione a domicilio di prestazioni come, per esempio, prelievi, paracente-si, trasfusioni; la definizione di canali pre-ferenziali di accesso a consulenze spe-cialistiche ospedaliere; il ricorso diretto a servizi diagnostici ospedalieri.Tutto ciò, con l’aiuto insostituibile delle Associazioni di Volontariato ed in stretto rapporto con i Medici di Medicina Gene-rale, viene assicurato dalla presenza di un’équipe multidisciplinare (medico, in-fermiere, psicologo, assistente sociale, etc) che integra le diverse competenze venendo incontro, con ancora maggior attenzione e adeguatezza, alle necessi-tà familiari e psicologiche del paziente oncologico. Luciano Bresciani Assessore alla Sanità della Regione Lombardia

In continua crescita la produzione scientifica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori(valore medio triennale dell’Impact Factor nel periodo 2003-2008)

l mandato che il Presidente della Regione Lombardia, On.Roberto Formigoni, ha voluto assegnarmi, nominandomi alla Direzione Generale della Fondazione IRCCS Istituto Na-zionale dei Tumori, è, per me, fonte di grande motivazione. Interpreto il mio incarico con la volontà di continuare a mantenere alto e, perché no, ulterior-mente elevare il prestigio di una delle più importanti strutture oncologiche del Paese e che gode di un grande credito a livello internazionale. E’, dunque, necessario migliorare l’at-

segue a pag. 9

IGerolamo Corno

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Fondazione IRCCS“Istituto Nazionale dei Tumori”

AAA Cercasi 16.000 donne per verificare la possibilità di prevenireil tumore alla mammella e malattie cardiovascolari

a Fondazione IRCCS Istituto Nazio- nale dei Tumori e l’Istituto Regina Elena di Roma, a cui si affiancherà in una fase successiva l’Istituto Europeo di Oncologia, hanno lanciato un progetto denominato Tevere che si prefigge di arruolare 16.000 donne sane, non affette da patologie oncologiche e car-diovascolari, per verificare l’efficacia preventiva di un vecchio farmaco anti-diabetico, la metformina, assieme ad una corretta alimentazione, nel contra-sto del cancro alla mammella e di malattie cardiache e ictus cerebrale.“Il primo obiettivo del progetto - spiega Franco Berrino, Direttore del Diparti-mento di Medicina Predittiva e per la Prevenzione della Fondazione INT - è di studiare l’effetto della metformina, che

verrà somministrata per 5 anni, sull’insor-genza dei tumori al seno. Lo studio sarà condotto con la collabo-razione di donne a più elevato rischio tumore per età (dovranno essere in menopausa, tra i 50 e i 74 anni) e pre-senza di componenti di sindrome metabolica, una condizione predispo-nente al diabete di tipo 2. Dovranno prendere quotidianamente due pillole, che per metà delle partecipanti, scelte in modo rigorosamente casuale, con-terranno metformina, e per metà saran-no senza farmaco (placebo)”. “Il secondo obiettivo dello studio – con-tinua Paola Muti, Direttore Scientifico dell’Istituto Regina Elena di Roma, – è di valutare l’effetto della metformina sulla insorgere di malattie cardiovascolari

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li studi DIANA (Dieta e Androgeni) condotti all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano con la collaborazione di cen-tinaia di donne (e di pazienti) volontarie, hanno dimostrato che la sindrome metabolica può regredire modificando la dieta. Anche l’esercizio fisico, influen-zando i livelli ormonali, riduce il rischio di ammalarsi e l’incidenza di recidive.Lo studio DIANA-1 (1997) ha dimo-strato, con la collaborazione di 104 signore milanesi in menopausa, sane, ma ad alto rischio perché avevano livelli alti di testosterone nel sangue, che una dieta basata sulla tradizione mediterranea e macrobiotica è in grado di migliorare significativamente il quadro ormonale e metabolico ad alto rischio di cancro al seno.Lo studio DIANA-2 (1999) ha confer-mato questi risultati con la collaborazio-

ne di 110 signore che erano già state operate di cancro al seno, mostrando anche che quelle che erano riuscite a ridurre i livelli ormonali a rischio hanno poi avuto meno recidive.Lo studio DIANA-3 (2003), con la colla-borazione di 90 ragazze seguite tutti i giorni per un anno, ha dimostrato la possibilità di ridurre alcuni parametri di rischio (la glicemia e il fattore di crescita insulinosimile di tipo 1) anche in età premenopausale. I risultati di questi studi hanno convinto la comunità scientifica della solidità dell’ipotesi che lo stile di vita condizioni significativamente non solo il rischio di ammalarsi di tumore alla mammella, ma anche il rischio di recidive, e quindi dell’opportunità di saggiare l’ipotesi in grandi studi sperimentali con la collabo-razione di migliaia di donne.

nelle donne, includendo in questa defi-nizione malattie cardiache e ictus cere-brale. Poiché la patologia cardiovasco-lare rappresenta la causa principale di morte nelle donne e poiché sia il tumo-re al seno e sia le malattie cardiova-scolari condividono nel diabete di tipo 2 un fattore di rischio importante, lo studio proposto include le malattie cardiovascolari come secondo obietti-vo di prevenzione. In questo caso, l’ipotesi di studio è che le donne a cui sarà somministrata metformina osser-veranno una minore frequenza di malattie cardiovascolari rispetto alle donne che faranno uso del placebo durante i cinque anni di conduzione dello studio”.

38.000 donne si ammalano ogni anno di carcinoma della mammella in Italia. Dieci anni fa, nel 1999, erano 34.000, nel 1989 erano 28.000, nel 1979 erano 18.000. L’aumento è in gran parte do-vuto all’aumento della speranza di vita della popolazione femminile, ma anche il rischio di ammalarsi sta ancora cre-scendo (www.tumori.net) . La mortalità invece diminuisce. Oggi muoiono di tumore al seno poco più di 7.000 donne all’anno, meno di quante ne morivano 30 anni fa, e la probabilità di guarigione continua ad aumentare, perché la diagnosi è sem-pre più precoce e le cure sempre più efficaci, ma i costi sono drammatici. Il costo di un caso di carcinoma mam-mario per il Servizio Sanitario Nazionale si aggira sui 40.000 Euro, che moltipli-cato per i 40.000 casi attesi nei pros-simi anni, corrisponde a un miliardo e mezzo di Euro all’anno.

Il tumore alla mammella

Tel. 02 2390 [email protected]

I precedenti studi DIANA

Possono aderire al Progetto Tevere donne: in menopausa da almeno 12 mesi, tra i 50 e i 74 anni con giro vita ≥ 85 cm

che non abbiano mai avuto tumori maligni (eccetto basaliomi cutanei), né carcinomi in situ della mammella che abbiano effettuato una mammografia in data non antecedente a 6 mesi dal momento in cui chiedono di entrare nel progetto che non soffrano di insufficienza renale, epatica o cardiaca

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NEWS DALL'INT

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no studio multidisciplinare, condot- to in collaborazione tra diverse Unita’ (Genomica Tumorale, Chemioterapia e Farmacologia antitumorale preclinica, Chirurgia Toracica, Statistica e Biometria) della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori e coordinato da Gabriella Sozzi, recentemente pubbli-cato sulla prestigiosa rivista scienti- fica Proceedings of the National Academy of Sciences of the U.S.A. (http://www.pnas.org), ha dimostrato che nei tumori polmonari esiste una sottopopolazione di cellule che possie-de caratteristiche di staminalità. Queste cellule sono identificabili per l’espressio-ne del marcatore CD133 ed hanno un potenziale di rigenerazione del tumore molto superiore rispetto alle altre cellule che compongono il tumore stesso. “Recenti ricerche – spiega Giulia Bertolini, la giovane ricercatrice responsabile dello studio – hanno evi-denziato come non tutte le cellule che compongono un tumore abbiano le stesse capacità tumorigeniche. Similmente a quanto accade nei tessu-ti normali dove specifiche cellule, le cellule staminali, grazie al loro alto potenziale rigenerativo sono responsa-bili del mantenimento dell’integrità e della funzione tessutale, cosi è stato ipotizzato che anche nei tumori esista una sottopopolazione di cellule con elevata capacità di mantenere ed even-tualmente riformare il tumore stesso”.Lo studio molecolare delle caratteristi-che delle cellule identificabili per l’espressione del marcatore CD133 ha evidenziato inoltre un particolare profilo di espressione genica che si avvicina a quello delle cellule staminali, con eleva-ta espressione di geni che ne favori-scono la sopravvivenza e l’autorinno-vamento. Le cellule CD133 positive esprimono inoltre alti livelli di geni coin-volti nell’eliminazione di sostanze estra-nee e nella mobilità, risultando quindi potenzialmente resistenti al trattamen-to coi farmaci tradizionali e coinvolte nei processi di disseminazione del tumore. Ad indicare come queste caratteristiche possano influenzare anche l’andamento clinico della patolo-gia tumorale polmonare, nello stesso studio si é inoltre osservato che la pre-senza di cellule CD133 positive é un indicatore di una prognosi sfavorevole in pazienti con tumore polmonare.

Identificate le cellule responsabili della malignità

del tumore polmonare

AgireNT

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Gabriella Sozzidell’Istituto dei tumori di Milano

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uesto studio – sostiene Gabriella Sozzi, Responsabile all’INT dell’Unità di Citogenetica molecolare – pone le basi per una analisi più razionale del-le cause dello scarso successo delle cure disponibili per il cancro polmona-re, che rappresenta oggi la principale causa di mortalità per tumore. Le ipotesi da cui siamo partiti sono sta-te confermate da studi su modelli che hanno utilizzato frammenti tumorali pre-levati da pazienti sottoposti a chirurgia per tumore polmonare. Il trattamento di questi tumori con un comune farma-co chemioterapico, benché in grado di ridurre la massa tumorale, é risul-tato inefficace nell’eliminare le cellule CD133 positive che potevano quindi dare nuovamente origine al tumore”. Lo studio è stato realizzato grazie alla stretta collaborazione tra le Unita’ di Genomica Tumorale e di Chemiotera-pia e Farmacologia antitumorale precli-nica del Dipartimento Sperimentale che ha permesso lo sviluppo di importanti modelli per studiare in vivo la risposta individuale dei tumori dei pazienti ai trattamenti farmacologici. Nell'aprile scorso Gabriella Sozzi era stata a San Diego, California, ospite dell'American Thoracic Society dove aveva illustrato un nuovo passo avanti condotto nel suo laboratorio, ricordan-do che la ricerca sui tumori polmonari era stata avviata già a partire dal 1990 e nel 1996 aveva portato ad indivi-duare le anomalie di un gene, presenti nell'80% dei casi di tumore al polmo-ne, denominato ‘FHIT’.

D: Una ricerca che, dunque, viene da lontano….

“Una nuova chance per battere il tumore al polmone”

R: “Sì, ma sono, normalmente, i tempi del-la ricerca. Il percorso è proseguito grazie a piccoli e importanti passi che hanno con-dotto a una nuova frontiera, decisamente spostata sulla medicina molecolare”.

D: Che ha consentito?R: “Di brevettare un test molecolare per diagnosi e prognosi del cancro polmo-nare. Si agisce sul sangue e in particola-re sul plasma dove quantifichiamo i livelli di Dna circolante. I pazienti con questo tumore hanno infatti valori di Dna 8 volte più alti di chi non soffre della patologia. Il Dna plasmatico si innalza negli stadi iniziali della malattia e consente di indi-viduare quelle forme di tumore più ag-gressive che potrebbero essere curate in modo più appropriato. Oltre al fatto che la possibilità di individuare e studia-re le cellule responsabili del manteni-mento del tumore apre ora la strada per lo studio di nuove terapie mirate seletti-vamente alla loro eliminazione”.

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DUE RICONOSCIMENTI ALL'INT: A misura di donnaBollino rosa anche nel 2009. Dieci ospedali a misura di donna. Sono dieci gli ospeda-li milanesi che hanno ottenuto tre ‘bollini rosa’, speciali riconoscimenti assegnati ai poli sanitari che offrono i migliori servizi mirati alle patologie delle donne. Il premio, promosso dall'Associazione Onda, è an-dato, a Milano, oltre che alla Fondazione Istituto Nazionale dei Tumori e alla Fonda-zone Policlinico Mangiagalli, alle Aziende Ospedaliere San Paolo, San Carlo, Sacco, Buzzi, Niguarda, Fatebenefratelli, al San Raffaele e all’ Istituto Europeo di Oncolo-gia. Una guida che riporta i poli d'eccellen-za sarà distribuita nelle 424 farmacie della provincia di Milano.

Per l’assistenza domiciliare La Joint Commission International, l'ente statunitense che accredita le strutture sa-nitarie e ne accerta la qualità, ha deciso di assegnare a sette ospedali milanesi la pri-ma certificazione europea di un percorso di cura per l'assistenza domiciliare ai pazienti oncologici terminali. I sette ospedali sono: Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, Istituti Clinici di Perfezionamento, Fatebenefratelli, Niguarda Cà Granda, San Carlo, San Paolo, Sacco. I riconoscimenti sono stati cosegnati durante una cerimonia dal Presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni e da quello della Joint Commission, Anne Ronney.

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Fondazione IRCCS“Istituto Nazionale dei Tumori”

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el 2007 Lancet Oncology aveva pubblicato uno studio coordinato dai ricercatori della Fondazione INT, in col-laborazione con i centri di Boston, Londra, Lione e Parigi, in cui veniva evidenziata la spiccata attività antitu-morale nei confronti di alcuni tumori delle parti molli (vedi box) di una mole-cola, la trabectedina, ricavata dall’asci-dia, un mollusco marino che vive nei Caraibi. Un nuovo studio, coordinato dall’Istitu-to di Ricerche Farmacologiche ‘Mario Negri’, a cui ha partecipato anche la Fondazione INT, ha ora dimostrato che il farmaco antitumorale a base di tra-bectedina, prodotto da un’azienda spagnola, funziona anche nel contra-sto del tumore alle ovaie ed, in partico-lare, sulle recidive. L’utilizzo terapeutico anche in questa

Un farmaco antitumorale, già individuato dai ricercatori INT, attivo anche per i tumori delle ovaie

N direzione ha ricevuto nei giorni scorsi l’autorizzazione da parte dell'Agenzia europea del farmaco (Emea).La trabectedina agisce legandosi al Dna e alterando l'espressione di alcuni geni importanti per lo sviluppo del tumore, che nel 40 per cento delle pazienti si riduce della metà e nelle altre arresta la sua crescita. Viene som-ministrata assieme a un altro chemiote-rapico – la antraciclina liposomiale – già usata per trattare le recidive. La nuova terapia non è risolutiva, ma ritarda di diversi mesi la ricomparsa della malattia rispetto all'antraciclina da sola. La trabectedina, inoltre, agisce in modo abbastanza selettivo sulle cellu-le malate, e questo fa sì che gli effetti collaterali siano modesti.

I sarcomi dei tessuti molli

I sarcomi dei tessuti molli nel-l’adulto sono forme tumorali che compaiono quando le cellule maligne si formano all’interno di un tessuto molle dell’organismo, indipendentemente dalla sede. Tali tessuti sono i muscoli, i tes-suti connettivi, i vasi sanguigni o linfatici, i nervi, i legamenti ed il tessuto adiposo. Solo la biopsia permette di scoprire di quale tipo di sarcoma si tratta e da quale tessuto ha avuto origine. Metà dei sarcomi si forma a li-vello degli arti superiori o inferio-ri, gli altri possono interessare il tronco, la testa, il collo gli organi interni o il retro peritoneo, ovve-ro la parte posteriore della cavità addominale ricca di tessuto adi-poso e connettivo

Gaia Roversi, ricercatrice presso l’unità di Genetica Medica, ha ri-cevuto la borsa di studio ‘Nastro Rosa Estée Lauder’ nell'ambito della campagna promossa dalla Lilt (Lega italiana per la lotta con-tro i tumori) per la prevenzione del tumore al seno. Su100 donne colpite dalla malat-tia il 5-10% ha una predisposizio-ne ereditaria ad ammalarsi. L'obiettivo è cercare di fare in modo che il destino di queste donne non sia segnato. Attraverso un lavoro di équipe, che consiste innanzitutto nella raccolta e analisi dei dati delle donne che arrivano in consulenza genetica con il sospetto di essere a rischio ereditario, sono stati finora raccol-ti i dati riguardanti quasi tremila famiglie. In particolare le ricerche mirano a definire stime di rischio di malattia personalizzate, identifica-zione dei fattori di rischio/protet-tivi, caratteristiche biologiche dei tumori ereditari, studio dei pos-sibili farmaci preventivi, risposta ai diversi chemioterapici, impatto psicologico e sociale dei test ge-netici predittivi.

Borsa di studio Lilt-Estée Lauder

a Gaia Roversi (INT) sere più generale della popolazione. Si tratta, in altre parole, di realizzare un non facile equilibrio tra esigenze diverse, ma altrettanto importanti, che chiama in cau-sa l’individuazione di priorità, l’organizzazione del lavoro e, non ultime, le singole, legittime aspettative, legate però da un comune obiettivo: fornire più salute.Tutto ciò assume ancor più grande rilievo perché la storia dell’Oncologia italiana si identifica spesso con la storia dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, oggi Fondazione. Alcune delle svolte epocali a livello mondiale, della lotta contro quello che è ancora il ‘male del secolo’, infatti, sono state, e tuttora sono, spesso segna-te da studi e da innovazioni terapeutiche di grande rilevanza messe a punto nei laboratori e nei reparti di Via Venezian.La proiezione nel futuro di un grande passato e di un autorevole presente, anche in campo internazionale, passa, in primo luogo, attraverso la costante ricerca della valorizzazione delle diverse professionalità e competenze che lavorano, con grande abnegazione, in Istituto, talvolta in difficili condizioni logistiche, e in molti casi, soprat-tutto nel campo della ricerca, anche di incertezza economica. Si tratta di problemi a cui l’Istituto, assieme alla Regione Lombardia, a partire dal progetto del nuovo polo pubblico di ricerca e cura che sorgerà a Vialba, ha cominciato a fornire soluzioni.Ma la sfida, a cui mi sento personalmente chiamato, assieme al Consiglio di Am-ministrazione, è il pieno dispiegamento delle potenzialità insite nello strumento giuridico della Fondazione. Uno strumento che può contribuire ad allentare le rigidità operative proprie delle istituzioni governate dal diritto amministrativo, a partire dalla lunghezza dei tempi che intercorrono tra l’assunzione e l’attuazione di una determinata decisione. Uno strumento che, oltre a consentire di valorizzare meglio i risultati dell’attività com-plessiva dell’Istituto anche in termini economici, può dare un grande impulso a ri-cercare un miglior rapporto di comunità con il territorio, a partire dalla relazione con il mondo del volontariato, dando così concretezza al concetto di sussidiarietà.Tutte le istituzioni, però, camminano sulle gambe, guidate dalla testa, degli uo-mini e delle donne che con vari ruoli e funzioni vi partecipano ed il loro successo dipende in ultima analisi dallo spirito di squadra che le anima. Alla cui intensità è, dunque, legato anche l’esito della nostra avventura collettiva.

Proiettare nel futuro un grande passato e un autorevole presente segue da pag. 1

Antonio Colombo Presidente

NEWS DALL'INT

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I giovani tornano a fumare l recente Congresso AIOM tenu-tosi a Milano è emerso un dato preoc-cupante. Nonostante i continui pro-gressi scientifici nella diagnosi precoce e nella cura, si registra un fallimento in chiave di prevenzione. Soprattutto tra i giovani ed in particolare per quanto riguarda il fumo. Campagne di infor-mazione a partire dalle scuole e divieto di fumo nei locali pubblici e sui posti di lavoro sembrano non funzionare. I maschi sono addirittura sorpassati in percentuale dalle giovani fumatrici. Po-chi anni fa era il contrario. I messaggi promozionali delle industrie del tabac-co sembrano avere la meglio su quelli preventivi.A Roberto Boffi, Pneumologo, Diret-tore del Centro Antifumo della Fonda-zione INT e autore con Donatella Ba-rus del manuale su come smettere di fumare ‘Spegnila!’ (Rizzoli Ed.) chiedia-

mo: che cosa non ha funzionato?"E' vero, in Italia, oggi purtroppo fuma almeno un milione e mezzo di ragazzi dai 15 ai 24 anni, e tre italiani su dieci hanno acceso la loro prima sigaretta quando ne avevano meno di 15. Si calcola che fumino circa quattro undi-cenni e quattordici tredicenni su cen-to. Nelle scuole superiori fuma il 33 per cento dei quindicenni e il 40 per cento degli studenti degli ultimi anni. In alcune scuole superiori i presidi hanno addirittura dovuto arrendersi a predisporre aree fumatori. Proprio in un momento in cui si moltiplicano e si divulgano sempre più le conoscenze scientifiche sui rischi per la salute cor-relati al fumo, attivo e passivo, assistia-mo ad una vera epidemia di tabagismo tra i giovanissimi e le giovanissime, la più ampia mai conosciuta nel mondo occidentale industrializzato, i cui dram-

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La Fondazione Giacinto Facchetti per lo studio e la cura dei tumori, diretta dal Prof. Emilio Bajetta, direttore di Oncologia Medica della fondazione INT, ha recentemente presentato ‘Metti il cancro in fuorigioco!’, il primo progetto mai realizzato in Italia per spiegare la prevenzione nelle scuole e sui campi di calcio, grazie all’Inter e al Comune di Milano. Una guida a vignette per smentire i luoghi comuni sugli stili di vita viene diffusa nelle scuole secondarie di secondo grado e negli Inter club, dove sono previsti incontri di sensibilizzazione. Inoltre ha realizzato un video contro le credenze più diffuse fra gli adolescenti in tema di tumori. Il 24 ottobre, in occasione di Inter-Catania, a San Siro si è tenuta una se-rata di sensibilizzazione sugli spalti.

Una guida a vignette della Fondazione Facchetti

I componenti degli organismi dirigenti della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori

Consiglio di AmministrazionePresidente: Antonio ColomboConsiglieri: Annamaria Bernardini De PaceAlberto GarocchioAlberto GuglielmoRobert MazzucconiFabio Minoli Rota Ornella Piloni

Direttore GeneraleGerolamo Corno

Direttore ScientificoMarco A. Pierotti

Direttore SanitarioFrancesco Reitano

Direttore AmministrativoGian Augusto Novelli

matici effetti e i danni si vedranno nel corso dei prossimi decenni."Che cosa occorre fare, oltre ad intensi-ficare quello che si sta già facendo?"Un giovane fumatore su tre vorreb-be smettere, ma non sa come fare. E appena ad uno su dieci è capitato nell’ultimo anno che il proprio medico gli suggerisse spontaneamente di dire basta alle sigarette. Se invece un pac-chetto di sigarette costasse almeno 5 euro, il 15 per cento dei ragazzi tra i 15 e i 24 anni smetterebbe di fumare e il 40 per cento ridurrebbe. Inoltre alla stragrande maggioranza degli adulti non è mai capitato purtroppo di vedere un tabaccaio che si rifiuta di vendere le sigarette ad un ragazzino o che gli chiede un documento per verificare che non abbia più di 16 anni."

Ambulatorio per i danni da fumo: dalle 11 alle 16 tel. 02.2390/2307 - 2461

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Fondazione IRCCS“Istituto Nazionale dei Tumori”

l 2008 ha visto il conseguimento di 2.250 punti di Impact Factor (erano stati 1.503 nel 2007 e 1.686 nel 2006), lo strumento con cui a livello internazio-nale si misura la qualità globale della produzione scientifica. Un dato che andrebbe però meglio misurato, visti i tempi di pubblicazione dei risultati delle ricerche sulle diverse riviste scientifiche, su una cadenza triennale, da cui meglio si evidenzia l’alto livello e la continuità della nostra ricerca. Nel triennio 2006-2008 la media è stata di 1.813 punti di Impact Factor contro i 1.583 del trien-nio 2005-2007.Il significativo balzo in avanti è stato ottenuto a fronte di una riduzione dei finanziamenti per la cosiddetta Ricerca Corrente (RC) finanziata dal Ministero della Salute ed alla crescita dei finanzia-menti privati e pubblici, aggiudicati in competizione con altri enti, passati nello stesso periodo da 6,85 a 8,64 milioni di euro (fig. 1). Gli studi clinici spontanei, cioè generati dai ricercatori dell’Istituto senza essere sponsorizzati dall’indu-stria farmaceutica, che misurano la capacità progettuale innovativa degli sperimentatori clinici di un Ente, sono inoltre passati dal 18 al 32% del totale degli studi attivati (fig. 2). Un ruolo imprescindibile nel sostegno alla ricerca della Fondazione INT è svolto da tanti soggetti privati, tra cui l’Airc, la Lilt, l’As-sociazione Bianca Garavaglia e la Fondazione Cariplo.Marco Pierotti, Direttore Scientifico della Fondazione, introducendo la ‘Giornata della Ricerca’, ha ricordato che, in passato: “L’Istituto Nazionale

dei Tumori ha prodotto cure innovative che hanno cambiato, a livello mondia-le, la cura ed il decorso di alcune tra le più importanti patologie tumorali (tra questi: il cancro della mammella ed i linfomi di Hodgkin) e che questo anco-ra continua con i ‘criteri di Milano’ per il trapianto di fegato, recentemente rivisti dall’équipe guidata dal dott. Vincenzo Mazzaferro e con un proto-collo terapeutico innovativo (‘Strategia di Milano’ ) per la cura del medullobla-stoma, un tumore dell’età pediatrica scarsamente curabile prima di questa innovazione. Fino a pochi anni fa la possibilità di guarigione era inferiore al 40%. Oggi grazie ad una tecnica radio-terapica originale unita ad una chemio-terapia intensiva modulata, la possibili-tà di guarigione è salita ad oltre il 70%, con un periodo di osservazione supe-riore agli 8 anni”.“Il nostro Istituto – ha aggiunto Pierotti – è stato tra i primi ad avere attuato, per

I risultati 2008 dell’attività scientifica della Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori

La missione: “Dal letto, al laboratorio, al letto”Nel 2008 conseguiti 2.250 punti di ‘Impact Factor’, che misura la qualità globale della produzione scientifica

I

ora a livello sperimentale su una forma di tumore gastrointestinale (GIST), un percorso innovativo multiprofessionale e multidimensionale, dove il profilo molecolare del tumore viene utilizzato per definire un bersaglio verso cui indi-rizzare molecole costruite ad hoc. E’ una sorta di circolo virtuoso cui par-tecipano chirurghi, anatomopatologi affiancati da biologi molecolari e struttu-ralisti assieme ad oncologi medici responsabili delle terapie. Un approccio che aggiunge una nuova dimensione a quello tradizionale: una simulazione computerizzata delle intera-zioni farmaco/bersaglio. Tutto ciò con-sentirà, in prospettiva, di disporre di un metodo di screening virtuale compute-rizzato con cui con metodiche proprie della Nanomedicina, selezionare il far-maco giusto, alla dose giusta per il paziente giusto che è l’obiettivo prima-rio della medicina personalizzata”.

La Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, a livello internazionale, oltre a partecipare a numerosi studi multicentrici, attualmente ha la responsabilità, con Marco Pierotti, della Presidenza dell’OECI, l’Or-ganizzazione degli Istituti Oncologici Europei, e parte-cipa, unico Centro italiano, al consorzio WIN, Consor-zio per lo sviluppo della medicina personalizzata per la cura dei tumori a cui partecipano Istituti europei, americani, canadesi e cinesi.

L’INT e la ricerca internazionale

Dr. Giovanni Beretta, Struttura Complessa di Chemio-terapia e farmacologia antitumorale preclinica (direttore, dr. Franco Zunino)

Dr.ssa Michela Casanova, Struttura Complessa di Pe-diatria (direttore, dr.ssa Maura Massimino)

Dr. Paolo Bossi, Struttura Semplice Trattamento Me-dico Tumori della Testa e del Collo (responsabile, dr.ssa Lisa Licitra)

Nel corso della 'Giornata della Ricerca' della Fondazione premiati 3 giovani ricercatori

FOCUS RICERCA

Studi clinici approvati 2006-2008

Competenze annuali dei finanziamenti dei progetti di ricerca

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Il Nobel per la medicina 2009 alla ricerca sui telomeri

Importanti risultati anche della ricerca INT sul funzionamento dei telomeri

lisabeth Blackburn, Carol Grei-der e Jack Szostak hanno ottenuto il Nobel per la medicina 2009 per le loro scoperte sui telomeri, cioè su quelle porzioni di Dna che stanno all'estremi-tà dei cromosomi. I tre scienziati hanno scoperto che i te-lomeri sono organizzati in sequenze di Dna semplici e ripetute e che l'enzima specializzato per la loro replicazione è la telomerasi. Quest'ultimo produce il Dna che forma i cromosomi: una se-quenza di informazione genetica che si ripete più e più volte senza controllare la produzione di nessuna proteina. E' una funzione importante, quella svolta da queste strutture, e la ricerca sulle possibili conseguenze è appena all'inizio, ma è già chiaro che riuscire a controllare la crescita di queste struttu-re non solo potrebbe essere importan-te per contrastare l'invecchiamento, ma potrebbe avere conseguenze im-portanti sia nella terapia dei tumori sia nell'uso delle cellule staminali.Si tratta di un campo di ricerca sul quale la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, è fortemente im-pegnata con importanti risultati. Un gruppo di suoi ricercatori, infatti, studiando il funzionamento dei telo-meri, ha scoperto che alcune proteine, legandosi ad altre, sono in grado di contrastare l’invecchiamento cellulare e lo sviluppo di tumori.“Questo lavoro – sostengono Dome-nico Delia e Giacomo Buscemi, due degli autori dello studio pubblicato su Current Biology – aggiunge un altro tassello al legame, ormai sempre più stretto, tra i danni al DNA, la risposta cellulare a questi danni e la senescen-za cellulare. Suggerisce, inoltre, nuovi modelli molecolari per eventi chiave nell’invecchiamento cellulare e nella senescenza indotta da oncogeni, che possono rappresentare una fonda-mentale barriera che viene imposta alla cellule precancerose. Barriera che, solo se viene inattivata, consente la progressione tumorale”.I ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori hanno dimostrato che per fare questo le proteine che ricoprono e proteggono i telomeri, e tra queste, in particolare, la proteina TRF2, sono

in grado di legare la proteina chinasi Chk2 e reprimerne l’attivazione ed in particolare di inibire la sua capacità di indurre senescenza cellulare. “La resistenza a suicidarsi (apopto-si) della cellula tumorale a seguito di danni al suo DNA – concludono i due ricercatori – è un po’ considerato il tal-lone di Achille delle terapie antineopla-stiche che agiscono attraverso questa via. Tuttavia l’approfondimento della conoscenza di questi meccanismi, come esemplificato da questo lavoro, potrebbe portare a nuove terapie che rovesciano queste proprietà della cel-lula tumorale facendole diventare il loro tallone di Achille”.

L’Associazione Lorenzo Perrone ha finanziato una borsa di studio dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Grazie al contributo dell’As-sociazione un giovane laureato la-vorerà presso l’Istituto nel 2010 e si occuperà dell’aggiornamento e dell’ampliamento di uno studio sul-la relazione tra leucemia infantile e traffico veicolare. Si tratta di uno studio pubblica-to dalla struttura di Epidemiologia dell’Istituto dei Tumori nel 2003 che ha messo in evidenza un significativo aumento del rischio di ammalarsi di leucemia per i bambini che risiedono vicino alle arterie di grande traffico. Il precedente studio analizzava, con il metodo caso – controllo, tutti i casi di leucemia infantile che si sono ve-rificati nell’area coperta dal Registro Tumori di Varese dal 1978 al 1997. Ora sarà possibile ampliare lo stu-dio prendendo in esame tutti nuovi casi che si sono verificati nella stes-sa area fino al 2006, ed estende-

Una borsa di studio sul rapporto traffico–leucemie

E

I progetti speciali finanziati con il 5‰ della dichiarazione dei redditi anno 2006 sono:

Il trattamento personalizzato dei sarcomi. Lo sviluppo in medicina nucleare di radiofarmaci per la diagnosi e per nuovi tratta- menti mirati sul tumore. Nuovi biomarcatori per rendere più mirate le cure del carcinoma della mammella. Un approccio multidisciplinare al carcinoma epatico. Unità integrata per lo sviluppo translazionale di nuovi farmaci e/o nuovi approcci terapeutici in tumori solidi.

Hanno lo scopo di valorizzare la progettualità del personale clinico-scientifico di INT. E’ stata data una precisa priorità a quei progetti altamente rilevanti in un contesto clinico. Infatti, i 5 progetti finanziati partono da una significativa domanda clinica o da un bisogno di nuova conoscenza, ma sempre legato ad un problema clinico, e sono articolati su durata pluriennale. I progetti pervenuti in risposta al Bando sono stati 21; tutti sottoposti alla valutazione di revisori, di fama internazionale, identificati sia nei 3 esperti esterni del Comitato Tecnico Scientifico della Fondazione (Prof. Riccardo Dal-la Favera, Herbert Irving Comprehensive Cancer Center Columbia University; Prof. Pier Mannuccio Mannucci, Università degli Studi, Milano; Prof. Gian Carlo Roviaro, Università degli Studi, Milano) sia tra i Direttori di comprehensive cancer center europei afferenti a OECI.

re così l’analisi del rischio ad un arco temporale di circa trent’anni.

AgireNT

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Fondazione IRCCS“Istituto Nazionale dei Tumori”

P

Vado a farmi la chemio e torno…La (bella e coraggiosa) storia di Paolino Crespi raccontata in un libro e sul suo blog

LIBRI

Dicembre 2008: La voglia di vincere: ..mi mancano solo 9 cicli di chemio e ... sul gradino più alto ci sarò io!

Finalmente riesco a scrivere qualche cosa, perché lì all'istituto non riuscivo ad entrare nel blog. Vi porto OTTIME notizie, perché dall'esame istologico risultano dati eccezionali. Più del 90% delle cellule tumorali, sono state an-nientate definitivamente. I dottori hanno detto che questo ri-sultato è un caso molto confortante. Ed è per questo che sono felicissimo, perché ora mi mancano solo 9 cicli di chemio e ... sul gradino più alto ci sarò io! Quest'anno però, probabilmente, dovrò passare il Natale e il Capodanno in ospedale ... uffi che pizza!!! …… In camera con me, questa volta ho co-nosciuto Francesco, un ragazzo di 11 anni, della provincia di Varese. Sfortu-nato come me, forse più di me, per-ché ammalato di un tumore benigno al cervello, che lo ha reso cieco 3 anni fa e adesso lo sta immobilizzando a letto senza parlare. Ho provato molta tristezza nel vederlo in quello stato per-ché soffriva.

Il successo del blog (Dicembre 2008)

Questa mattina, sveglia alle 7.00, per recarmi all'ospedale di Tradate dove mi

aspetta, con siringa, laccio emostatico e provette, Albertina, la mia infermiera preferita. Non è la prima volta che mi ‘buca’ per un prelievo di sangue per i soliti controlli ematici. Sono tornato a casa dove mi aspettava Francesca, mia cugina. In tarda mattinata ho fatto un'oretta di geografia con la prof. Bian-chi. Ma è nel pomeriggio che succede il fattaccio ... In effetti qualche giorno fa sono stato intervistato dalla mamma di un mio compagno, che fa la giorna-lista e scrive per diversi giornali. Varese News, un giornale online, ha pubbli-cato la mia storia. Improvvisamente il blog ha cominciato a brulicare come un formicaio. Il contavisite, impazzito, segnalava numeri a 2 cifre…….Mi è stato detto che il blog è carino ed è una buona idea che potrebbe essere utiliz-zata anche da altri ragazzi che hanno dei problemi come me. Mi godo con orgoglio questa giornata speciale.

Settembre 2009: L’uscita del libro e del ‘port’

Sono passati molti giorni dall'ultimo mio post ... mi sono capitate moltis-sime cose. Dopo l'uscita del libro, il 9 settembre, sono diventato ‘molto po-polare’. Hanno scritto di me su molti giornali: Oggi, Il Corriere della Sera, Varese News, La Prealpina, Repub-

blica, addirittura sono stato ricerca-to dal piccolo schermo. Sono stato contattato anche dal general Mana-ger, Antonello Riva del basket Veroli. L'impressione è che sono diventato, mio malgrado, una specie di celebri-tà ......... Sarà stata anche una coin-cidenza, ma il 9 di settembre è stato il giorno ricco di eventi: l'uscita del li-bro in tutte le librerie, l'uscita puntuale della rivista Oggi per la pubblicità e ... ‘l'uscita’ del port dal mio corpo. Eh si, quella mattina, del 9 settembre, neanche a farlo apposta io ero all'INT per un piccolo intervento chirurgico per estrarre quel corpo ‘contundente’ che mi ha accompagnato per un anno intero, il tempo necessario per le cure chemio-terapiche. Per un anno intero mi sono sempre domandato che diavoleria mi avesse-ro impiantato ed è per questo che ho preteso me la consegnassero al ter-mine dell'intervento. Un piccolo aggeggio di metallo con un tubetto bianco che vi risparmio di vedere ... Conserverò il mio port ge-losamente e consiglio a tutti di prova-re a giocare, i numeri scritti sul retro, al lotto ... naturalmente se qualcuno di voi dovesse vincere ... mi spetta il 50% dei diritti ... ahahah ...

aolo ha appena finito la seconda me-dia, nell’estate del 2008 è in campeg-gio con gli amici quando si accorge che qualcosa non va, il suo ginocchio sinistro è gonfio. Quando rientra a casa gli esami lo mettono di fronte all’ultima cosa che si sarebbe aspettato: ha un osteosarcoma… Cento casi all’anno in Italia: “Ma proprio a me?” Da quel momento cambia tutto: niente basket, niente computer (perché in ospedale non ci si può connettere), niente uscite con gli amici. Paolo capisce di dover mettere in campo una risorsa che non gli manca: un po’ di sfrontatezza; il co-raggio di affrontare la ‘sfiga’ tra impe-gni e distrazioni.Una lotta che Paolo decide di raccon-tare prima in un blog: http://ilpaolino.blog.tiscali.it e poi in un libro. Quattor-dici cicli di chemioterapia, quattro inter-venti chirurgici, sfilze di esami e terapie di riabilitazione sono narrati, da questo

http://ilpaolino.blog.tiscali.it/

quattordicenne costretto a maturare troppo in fretta, in presa diretta e con incredibile leggerezza di sguardo.La vita d’ospedale (le sveglie all’alba, i deprimenti menù prosciutto-purè), l’an-tidoto del gioco (le bische clandestine coi compagni di stanza, le sgommate in carrozzina, gli scherzi dei clown).

L’antidoto più potente, però, è la sua incredibile volontà di non lasciarsi so-praffare dalla malattia e non rinuncia-re mai ai propri sogni: vuole diventare un grande chef e lavorare sulle navi da crociera. Insieme alla capacità di anda-re incontro ai giorni con il sorriso sulle labbra.

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ante storie che ne compongono, incastrandosi, una sola di cui sono state scritte solo le prime pagine. E’ la grande storia dell’Istituto Tumori di Milano, oggi Fondazione, un fiore all’occhiello della medicina non solo italiana, nato dalla mente, dal cuore e dalla caparbietà di un protagonista della scena scientifica e politica come il Professor Pietro Bucalossi, che riunì attorno a sé un nucleo di giovani promettenti ed entusiasti che instau-rarono rapporti con i maggiori centri di studio mondiali ed ebbero il corag-gio e l’intelligenza di sperimentare, affrontando sfide sempre nuove.Tra questi il Dottor Gianni Bona- donna, che di questa grande storia ha tirato le fila con il libro da lui ideato, voluto, coordinato e realizzato ‘Una guerra da vincere’, presto in libreria per i tipi delle Edizioni Guerini ed Associati. Si tratta di un lavoro che si aggancia al passato per guardare al futuro. Vi hanno contribuito medici e stretti collaboratori di Bonadonna, come Pinuccia Valagussa, che ripercorrono esperienze personali e, soprattutto, fanno il punto sulle ultime frontiere della guerra al tumore.E’ un libro che sa unire al rigore scien-tifico anche risvolti umani e riflessioni

che vanno al di là degli aspetti stretta-mente medici. Gli autori, i protagonisti di ieri e di oggi delle battaglie contro il cancro com-battute in via Venezian, dimostrano di saperci fare pure con la penna. Dalle pagine affiorano episodi ora toccanti ora curiosi e, in particolare, le perso-ne: malati anzitutto, con le loro paure e le loro speranze. Un rapporto spes-so difficile ma che, sottolineano i medi-ci, non va affatto trascurato. Sono storie fatte di successi senza celebrazioni e di sconfitte senza abbattimento. La parola d’ordine non scritta dell’Istituto Tumori di Milano è: andare avanti, poiché dopo un tra-guardo ce n’è subito un altro e non ci si può fermare. Mentre si applicano le tecniche di oggi, nelle corsie e nei laboratori si studiano già quelle di domani in stretta collaborazione con centri di vari Paesi. Insieme a parti rievocative, il libro dà spazio, anzi il maggior spazio, all’evo-luzione delle tecniche chirurgiche ed operatorie, ai farmaci d’avanguardia, alle metodologie d’ispezione che si stanno facendo strada o sono ancora in embrione perché la sfida non ammette pause.

Una guerra da vincereLa storia dell’Oncologia raccontata dai protagonisti, di ieri e di oggi,

delle tante battaglie contro il cancro condotte in via Venezian, nel nuovo libro curato da Gianni Bonadonna

T

Giuseppe De Palo è stato un on-cologo vero. Voglio ricordarlo anzi-tutto così, ancor prima che come grande clinico, cioè come un me-dico che al suo lavoro ha sempre dedicato tutto se stesso, sacrifican-do anche il poco tempo libero per preparare lezioni, scrivere articoli e libri scientifici, partecipare a conve-gni a cui contribuire seriamente con i risultati dei nostri studi. Un entu-siasmo ed una passione che non aveva mai perso. De Palo fece parte del ristretto gruppo, con Gabriella Della Torre, microscopista elettronica, Franco Rilke e Silvana Pilotti, patologi, che per primo al mondo individuò al mi-

croscopio elettronico, le particelle virali definite di Papova virus nei nu-clei di cellule di condilomi, cioè le-sioni dovute al Papillomavirus, della cervice uterina. Una scoperta che, era il 1978, pro-iettò l’Istituto Nazionale Tumori di Milano al centro dell’interesse dei ricercatori internazionali e da cui sono poi partiti gli studi che hanno portato al Nobel il prof. Harald zur Hausen, con il quale l’Istituto man-tiene tuttora contatti. Il suo nome e il suo lavoro rimarranno nella nostra storia e nella vita di tante persone e famiglie.

Gianni Bonadonna

In ricordo di Giuseppe De Palo

tività gestionale e dare continuità agli inve-stimenti, potenziando ed alimentando così il felice connubio tra clinica e ricerca, che rappresenta uno dei pilastri portanti di que-sto storico Istituto. Tutto ciò nella prospet-tiva, esaltante, del trasferimento dell’Istituto nella 'Città della Salute e della Ricerca', il nuovo polo sanitario e scientifico che costi-tuirà una punta di diamante del panorama sanitario italiano e internazionale. E’ mia ferma intenzione interpretare queste responsabilità con il massimo impegno e con l’obiettivo primario di rafforzare, nei cir-cuiti clinici e gestionali di questa prestigiosa Fondazione, l’orgoglio e il senso di appar-tenenza che deriva dalla consapevolezza dell’eccellenza delle prestazioni sanitarie e degli eclatanti risultati di ricerca conseguiti e messi a disposizione dei nostri cittadini.L’Istituto Nazionale dei Tumori non è un Ospedale della Città di Milano o della sola Lombardia. Direi che esso travalica ogni limite geografico: è l’Istituto della gente, gente che qui soffre, ma spera e, sempre più spesso, guarisce. Ed è per questa gente che io e la mia dire-zione strategica, confortati e orientati dagli indirizzi del Presidente e del Consiglio di Amministrazione lavoreremo senza rispar-miarci, con il solo fine di migliorare la quali-tà, già alta, dell’assistenza resa ai pazienti. Per questo occorre una forte sinergia tra le attività di prevenzione, di cura e di ricer-ca, intrecciate, a loro volta, con le funzioni amministrative, tecnologiche e formative. La logica del 'miglioramento continuo', già fortemente radicata, deve impadronirsi di ogni settore e angolo dell’Istituto fino a costituire un patto di alleanza e di lealtà tra le varie professionalità. Penso, quindi, sia necessario favorire il 'pensiero collettivo' creando maggiore comprensione e colla-borazione tra i diversi ruoli dell’organizza-zione. In tal senso, la valorizzazione delle risorse umane diventa la priorità delle priorità. Cer-to gli aspetti da esplorare e le soluzioni da individuare, per continuare a svolgere un ruolo di avanguardia e di eccellenza, sono diverse, ( risorse professionali, economiche ed organizzative ) ma non partiamo sicu-ramente da zero. Negli 80 anni della sua storia l’Istituto Nazionale dei Tumori ha rag-giunto i suoi celebrati traguardi, sapendo sempre combinare tradizione ed innova-zione, aprendo così orizzonti e prospettive significative nella cura dei tumori. E’ quello che, assieme, dovremo continuare a fare, orgogliosi del passato, senza timori nell’af-frontare i cambiamenti del futuro.

Gerolamo Corno Direttore Generale

segue da pag. 1Per un grande gioco di squadra

AgireNT

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Fondazione IRCCS“Istituto Nazionale dei Tumori”

SALUTE DONNA nasce nel 1995 per inizaitiva della sua attuale Presidente Annamaria Mancuso ed ha sede presso l’Istituto Nazionale dei Tumori.L’Associazione opera non solo in Lombardia (con 11 ambulatori di prevenzione che effettuano visite senologiche ed esame della cute), ma anche in Piemonte, Lazio, Abruzzo, Calabria, Sicilia, Sardegna.SALUTE DONNA sostiene da sempre le finalità ed i progetti di ricerca scientifica dell’INT, con borse di studio e strumentazioni offerte negli anni ai dipartimenti di Senologia, Chirurgia Plastica, Radiologia, Chemioterapia, con l’organizzazione di convegni aperti alla popolazione ed al per-sonale sanitario sui temi di mag-giore interesse. L’Associazione sostiene, inoltre, il dipartimento di Epidemiologia con la convinzione che una cor-retta alimentazione possa aiuta-re a prevenire le recidive nelle donne operate al seno. At t raverso la L inea Verde SALUTE DONNA 800 223 295 collabora con la segreteria del PROGETTO DIANA per l’orga-nizzazione dei corsi di cucina naturale. La Linea Verde è inoltre attiva negli accompagnamenti e disbri-go pratiche per persone in diffi-coltà dell’hinterland milanese e di altre città italiane.Da ultimo attraverso il sito www.salutedonnaweb.it promuove la divulgazione degli ‘appuntamen-ti con la prevenzione, con il Prof. Franco Berrino’ che hanno luogo ogni primo mercoledì del mese in aula magna dell’Istituto Tumori.

SALUTE DONNA da 15 anni

a fianco dell’INT nella prevenzione

VIAGGIO TRA ChI SOSTIENE L'INT

www.salutedonnaweb.it

io figlio Giovanni è stato curato dal suo tumore cerebrale anche qui all’INT, dove ho portato la risonanza della sua ‘pallina’ – come la chiamava lui – ed ho ricevuto consulenza medica decisiva.A dir la verità, quando la Dottoressa Maura Massimino ha visto le imma-gini, di ‘palline’ accanto alla prima ce n’erano altre due, e ciò nonostante l’operazione e la radio, e qualche che-mio non proprio ben tollerata. Era l’ini-zio della ricaduta.Tengo caro nella mente il volto ras-sicurante della Dottoressa, e le sue parole ben scandite e decise, pur a commento di quella risonanza che a me pareva drammatica: “Ho visto tu-mori ben più grandi di questo. Mi dica invece COME STA suo figlio”.Quel che ho provato all’udire quelle pa-role è difficile da spiegare, in sostanza posso dire di aver toccato il cielo con un dito. Quel che importava era COME STAVA Gio – e lui stava benone –, era inverno, eravamo appena stati a sciare con il papà e la sua sorellina minore; quel che importava era che noi quella sua ‘pal-lina’, pur con qualche ‘briciola’ in più accanto, potevamo continuare a tenerla sotto controllo; quel che importava era che di cose, e di cure, da fare ce n’era-no ancora tante.E di cose, di cure, Giovanni ne ha poi effettivamente fatte tante: per sé, per noi sua famiglia ed amici; semplice-mente per l’amore più vero per la vita stessa, che ha sempre assaporato

pienamente, proprio perché è sempre stato abbastanza bene.Perché bene, di cancro, si può vivere, si può stare. Quel cielo che quel primo pomeriggio d’inverno avevo toccato con un dito è il luogo in cui Gio si trova ora, perché chi ci lascia lo fa solo fisi-camente.L’arcobaleno che ha disegnato pochis-simo prima di andarsene rappresen-ta quella Fiducia più autentica e pura che, grazie anche alla qualità delle cure somministrategli, non l’ ha mai abban-donato, non mi ha mai abbandonata, può non abbandonare mai ed essere

mantenuta viva a rafforzare l’opera incessante e valorosa dei nostri medici e dei nostri ricercatori. Perché se Gio ed altri bimbe e bimbi, e ragazze e ragazzi, hanno perso la guerra pur

vincendone tutte le battaglie, altri pos-sono vincerla anche per loro.Ed alcuni la vincono, anche benefician-do del progresso che la scienza medi-ca fa grazie alla ricerca…….

Francesca, mamma di Gio

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Il Fondo di Gio per la ricerca sui tumori cerebrali ONLUS Tel. 0403401927, 335225676, e-mail: [email protected] www.ilfondodigio.

Borsa di Studio sulle NanotecnologieAssociazione Bianca Garavaglia

L’Associazione Bianca Garavaglia indice un avviso pubblico per l'assegna-zione di una borsa di studio a un giovane laureato che desideri approfondire la sua preparazione in uno dei settori più innovativi dell'Oncologia Sperimen-tale, l’applicazione delle nanotecnologie nella ricerca oncologica, attraverso la formazione per un periodo minimo di 2 anni presso i Laboratori del prof. Mauro Ferrari, Direttore del Department of Nanomedicine, School of Me-dicine, The University of Texas Health Science Center a Houston, e di pro-seguire nella formazione e nell’applicazione dell’esperienza acquisita per un periodo di almeno altri 2 anni presso la Fondazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano. Info: www.abianca.org

Un bimbo durante

l'annuale Marcia di Gio

IL FONDO DI GIò

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Periodico della Fondazione IRCCS dell’Istituto Nazionale dei Tumori 20133 Milano, via Venezian 1tel. 02 23 90 24 86 http//[email protected] 4/09 - Periodicità trimestrale Autorizzazione Tribunale - N. 592 del 23.09.1998

Direttore responsabile: Antonio Colombo

Comitato di redazioneGerolamo Corno - Gian Augusto NovelliMarco A. Pierotti - Francesco Reitano

Coordinamento EditorialeEnrica Alessi - Roberto Mazza - Sergio Vicario

Segreteria di redazione: Katy Mennillo

Editore: Metafora srl Via Catania, 8 20133 Milano - tel. 02 71 04 00 91

Design: Cabrini Associati srl - Milano

Stampa Cattaneo Paolo Grafiche s.r.l. Oggiono - Lecco

Finito di stampare ottobre 2009

Fondazione IRCCS“Istituto Nazionale dei Tumori”

AgireINT

Dall'8 all'11 Novembre 2009, a Villa Erba - Cernobbio (CO)Terzo Congresso Mondiale per il Cancer Control (ICCC-3)

N ei prossimi anni l’Africa, l’Asia e il Sudamerica saranno interessati da una epidemia di nuovi casi di tumore: si sti-ma che nel 2020 il 70% di nuovi casi di tumore nel mondo insorgeranno nei paesi in via di sviluppo, in paesi dove non vi sono organizzazioni sanitarie capaci di confrontarsi con la malattia.Durante i 4 giorni a Cernobbio, dove è prevista la partecipazione di delegati di 70 Paesi, saranno affrontati con il con-tributo delle grandi organizzazioni in-ternazionali e di volontariato per la pro-mozione della salute, i più importanti temi per il controllo del cancro, come la prevenzione primaria, i programmi

Il congresso è organizzato dalla Fon-dazione IRCCS Istituto Nazionale dei Tumori, in collaborazione con la ca-nadese International Cancer Control Association (ICCA), il decisivo soste-gno delle Regione Lombardia ed il pa-trocinio del Ministero del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali, del Mi-nistero degli Esteri, della Commissione Europea e dell’Organizzazione Mon-diale della Sanità.

Si stima che nel mondo muoiano di cancro circa 8 milioni di persone l’anno. L’Organizzazione Mondiale della Sanità stima che alla fine del prossimo decennio insorgeranno nel mondo 16 milioni di nuovi casi e di cui il 70% nelle nazioni in via di sviluppo. Nel 2020, degli 8,8 milioni di nuovi casi, più di un milione oc-correranno nelle regioni dell’Africa sub-sahariana. La malattia oncologica e’ diventata un problema globale ed è una emer-genza nei Paesi in via di sviluppo. Nel continente africano la diffusione della malattia si presenta in modo drammatico per l’arretratezza eco-nomica e strutturale di molti paesi e perché i sistemi sanitari sono in-dirizzati alle storiche gravi malattie dell’area (malnutrizione, diarrea, malattie infettive). Per questa situa-zione in Africa il cancro si presenta

di screening, i processi organizzativi, la terapia del dolore e la gestione dei malati terminali, le linee guida di tipo clinico, e la modalità per la collabora-zione tra clinici, ricercatori, pazienti e volontari per la gestione della malattia e le sue sequele. In occasione del congresso è stata preparata una Monografia edita dalla rivista Tumori alla quale hanno parteci-pato decine di autori di 30 diversi paesi che offre uno spaccato delle attività di controllo della malattia nel mondo ai giorni nostri.Obiettivo principale del Congresso è la promozione di cooperazioni internazio-

nali ed intercontinentali per il controllo del cancro. Il logo del congresso ricor-da gli anelli delle Olimpiadi e i 5 colori dei 5 continenti. In particolare il congresso promuove-rà collaborazioni tra i paesi del Medio Oriente e del Mediterraneo, tra i paesi dell’America Centrale e del Sud Ame-rica, e sarà data grande enfasi per l’avvio di collaborazioni tra Europa ed Africa ed i delegati saranno invitati a firmare un appello ai leader politici dei due continenti perché il cancro sia in-cluso nella Agenda delle collaborazioni internazionali.

in forme avanzate e gravissime ormai sconosciute agli occidentali. Il cancro è una malattia frequente nelle età mature e avanzate. La po-sitiva diffusione della crescita eco-nomica ha offerto a molti paesi afri-cani un vita media oltre i 50 anni e purtroppo ciò comporta un maggior rischio di malattia. In Africa si stanno rapidamente diffondendo stili di vita a rischio: fumo, alcool, cattiva ali-mentazione, esposizione ambientale e professionale a sostanze cancero-gene. Gli studiosi prevedono che la collaborazione con i paesi africani sia indirizzata allo sviluppo di scuole oncologiche con attenzione alla for-mazione per la prevenzione primaria, allo sviluppo di reti di sorveglianza della epidemia attraverso la costitu-zione di registri tumori e allo sviluppo del controllo della malattia nella fase terminale.

Il cancro e l’Africa

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