Livorno e i suoi monumenti PON 2018-2019

VA Campana

1 trekking urbano : Livorno s’è desta! 2 passeggiata lungomare 3 Villa Mimbelli 4 Villa Fabbricotti 5 trekking urbano centro città 6 Santuario di Montenero

Partendo dalla scuola Campana percorriamo circa 4 km incontrando nomi di strade, lapidi, monumenti legati al Risorgimento. In via Pera angolo via Mastacchi troviamo il nuovo Cimitero degli Inglesi, quello più antico è rimasto in via Verdi, largo Donegani. In via Mastacchi ci sono altri due Cimiteri quello olandese alemanno e quello greco ortodosso.

Proseguiamo fino a piazza XI Maggio dove possiamo vedere la porta San Marco , decorata da un leone alato e da bassorilievi che rappresentano il commercio e la guerra.

Particolare di Porta San Marco dove sono scolpiti a bassorilievo I simboli del commercio: corde, sartie, ancore, sacchi, vele, cornucopie piene di monete.

Particolari della Porta San Marco

Il dieci e l'undici maggio 1849 a porta San Marco i Livornesi si difesero dagli Austriaci, guidati dal generale D'Aspre mandati a restaurare il dominio dei Lorena. La piazza di fronte alla porta è stata chiamata piazza XI maggio in ricordo di questo evento. Sulla parete della porta ci sono anche tre lapidi in marmo. Nel mezzo, c'è il busto di Enrico Bartelloni, popolano protagonista e organizzatore della resistenza contro gli Austriaci. Si narra che Bartelloni, detto il Gatto, non volle piegare la testa davanti all'invasore e prima di venire fucilato all'interno della Fortezza Vecchia dal plotone d'esecuzione austriaco, gridò: “Viva l'Italia”. Nel basamento di marmo sotto il busto sono incise le parole: “A/ E. BARTELLONI/ ANIMATORE E MARTIRE/ DELLA DIFESA DI LIVORNO”. IL 10 E 11 MAGGIO 1848”.

Porta San Marco

Di fronte alla piazza c’è la scuola Micheli, è una delle scuole più antiche

di Livorno, disegnata dall’architetto Angiolo

Badaloni, lo stesso architetto che ha

disegnato il Mercato di Livorno. Nel cortile della

scuola c’è una locomotiva.

Proseguendo per via Solferino, una bellissima e ampia strada , dalla quale si vedono i bastioni della Fortezza Nuova, incontriamo una lapide che ricorda che Giuseppe Garibaldi è stato qui, ospitato dalla famiglia Marchi

arriviamo sul Pontino, quartiere che si affaccia su un ampio specchio d’acqua , che lambisce la Fortezza Nuova.

Questo quartiere possiamo percorrerlo a livello stradale o a livello dell’acqua , dove si affacciano le cantine, e dove sono attraccate le imbarcazioni.

Stiamo lavorando

Il monumento a Giuseppe Garibaldi è stato realizzato dallo scultore Augusto Rivalta. La statua è stata inaugurata nel 1889. Il monumento è composto da un semplice basamento in granito rosa decorato a motivi neoclassici, opera di Angiolo Badaloni, che reca incisa la scritta A/ GIUSEPPE GARIBALDI/ LIVORNO/ 1889 sul quale poggia la statua del condottiero a figura intera, vestito alla maniera di Garibaldi, pantaloni, camicia, fazzoletto al collo, berretto in testa e grande poncho sulle spalle. Garibaldi ha una gamba piegata, protesa nel vuoto, pronto per partire. IL volto è austero e sereno, incorniciato da barba e baffi, con lo sguardo verso il mare. Secondo la tradizione popolare i Livornesi chiamavano questa statua l’Arrotino per via della posizione dell'eroe, che ricorda, appunto, quella degli artigiani mentre affilano i coltelli

Curiosità : a Livorno c’è un piatto famoso che si chiama l’inno di Garibaldi è fatto con il lesso del brodo avanzato, patate e pomodoro. Si chiama così perché è rosso come la camicia di Garibaldi e le camicie dei Garibaldini.

Work in progress

Passeggiata lungomare

Nell’800 Livorno perde sempre più la sua caratteristica di, grande emporio del Mediterraneo e diventa una meta della villeggiatura. Attratti dal clima mite e dall’aria di mare, molti regnanti, nobili, artisti vengono in villeggiatura a Livorno. Nel 1835 viene ampliata la strada litoranea e nascono molte ville, residence, alberghi

La terrazza Mascagni viene realizzata nel 1925, sorge sulla spianata dei Cavalleggeri Alla fine dell’800 qui sorgeva un grande parco dei divertimenti, l’Eden, con pista di pattinaggio, ruota belvedere, giostre, spettacoli. In questa area nascono molti stabilimenti balneari, dallo Scoglio della Regina, che deve il suo nome a Maria Luisa d’ Etruria, che veniva qua a fare i suoi bagni fino ai Bagni Pancaldi

La villeggiatura nell’800 era completamente diversa da adesso come ci racconta, nel suo diario, la giovane ragazza pisana Maddalena Curini, venuta a Livorno nel 1848 . Le ragazze passeggiavano completamente vestite con guanti ed ombrellini, attente a non abbronzarsi, perché la loro pelle doveva rimanere sempre diafana, si immergevano nell’acqua marina direttamente dalle loro cabine lontane da occhi indiscreti con costumi che in lana che le coprivano completamente.

• La bellissima villa a due passi dal mare fu realizzata dall’architetto Vincenzo Micheli, per Francesco Mimbelli, mercante di grano e sua moglie Enrichetta Rodocanachi. Dal 1994 ospita il Museo civico Giovanni Fattori. Il pian terreno è composto da una serie di salotti decorati tra i quali il salottino da fumo di ispirazione orientale caratterizzato da stucchi dorati, caratteri arabi indecifrabili.

Una scala ornata da putti in ceramica vetriata ci accompagna al primo piano, dove si trova l’elegante sala da ballo.

La pinacoteca è composta da una ricca collezione di opere di Giovanni Fattori, tra le quali le famose grandi tele dedicate alle guerre d’Indipendenza, i paesaggi maremmani.

Pietro Mascagni al pianoforte

ritratto da Vittorio Corcos

Vi è anche un paesaggio dipinto da Amedeo

Modigliani.

Gita a Montenero

Montenero è una collina che si affaccia sul mare, a circa 6 km dal centro di Livorno, è possibile salire a Montenero con una funicolare, che parte da piazza delle Carrozze, in questo modo possiamo ammirare un paesaggio molto suggestivo. Si chiama Montenero per la colorazione scura che le conferisce la macchia mediterranea fitta e nera fatta di corbezzoli, rovi di more, pini marittimi, querce, allori.

A Montenero con la funicolare

Montenero : approfondimento scientifico Il corbezzolo è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle ericaceae

E’ diffuso nei paesi del Mediterraneo occidentale e sulle coste meridionali dell’Irlanda. I frutti sono chiamati corbezzole

Data la sua posizione a picco sul mare e l’aria salubre e asciutta è sempre stato un luogo di villeggiatura, in passato per gli aristocratici, come ci racconta Goldoni nelle Smanie di villeggiatura. In epoca più recente era divenuta una meta per le ottobrate, gite fuori porta che a Livorno erano per lo più fatte dalle donne, e venivano chiamate ribotte.

Santuario di Montenero, la galleria degli ex voto

Di fianco all’ingresso del Santuario c’è la galleria degli ex voto, piccoli quadri che raffigurano le grazie della Madonna.

Attraverso questi piccolo quadri possiamo vedere la vita di tanti anni fa, le vecchie case, I vecchi mestieri, le carrozze.

Il Santuario è composto da un ingresso, il nartece dove sono raffigurati i miracoli della Madonna di Montenero e la storia del ritrovamento del quadro. Sembra che un pastore dell’Ardenza il 15 maggio del 1345 abbia trovato il quadro della Madonna vicino al rio Ardenza, dove ora sorge la Chiesa dell’Apparizione, e lo ha portato sulla sommità di Montenero.La navata della Chiesa ospita nell’altare principale, il quadro della Madonna di Montenero. Di fianco vi sono una serie di altari , tra questi quello dedicato a San Giovanni Gualberto, fondatore dell’ordine dei Vallombrosani, i frati che reggono il Santuario.

La Madonna di

Montenero

Trekking urbano nel centro di Livorno

Partendo dal ponte di marmo che conduce al porto mediceo , chiamato ponte dei sospiri in ricordo delle difficoltà della vita dei pescatori, possiamo ammirare, il pamiglione con i tanti pescherecci, la Fortezza Vecchia con i suoi bastioni che si tuffano nel mare. Arrivati al Monumento dei Quattro Mori, ammiriamo le figure bronzee realizzate dallo scultore PietroTacca

Curiosità : vi è un punto da cui si vedono contemporaneamente i 4 nasi dei mori

• Prima di immergerci nella lunga direttrice della via Grande, già via Ferdinanda, possiamo ammirare in piazza Colonnella le fontane opera di Pietro Tacca . Un vero omaggio al mare ai suoi frutti e alle creature marine. In realtà queste fontane, sono una seconda fusione, quelle originali si trovano a Firenze in piazza SS. Annunziata.

Percorrendo via Grande arriviamo in piazza Grande dove sorge il Duomo di Livorno dedicato a San Francesco e il palazzo Grande. Sul lato nord della piazza è ancora visibile l’antico portico del Pieroni con un colonnato di marmo bianco. Prima della Seconda guerra mondiale i quattro lati di piazza Grande erano arricchiti da un porticato come questo, ma Livorno ha subito gravissimi danni e distruzione a causa dei bombardamenti. Anche la stessa piazza era molto più vasta, il Palazzo Grande è stato inserito dopo i lavori per la ricostruzione della città.

Curiosità: le colonne sulle quali poggiano i busti dei Medici alla villa Fabbricotti sono state ricavate dagli antichi portici distrutti, in parte, dai bombardamenti

In piazza Grande è visibile un’edicola dedicata alla Madonna di Montenero che ricorda il maremoto del 27 gennaio del 1742 e il voto dei Livornesi, che si impegnarono di posticipare il Carnevale e offrire ogni anno alla Madonna la cera per alimentare la lampada votiva che si trova sull’altare maggiore del Santuario di Montenero.

Ogni anno i vigili del fuoco portano una corona di fiori all’edicola della Madonna di Montenero

Proseguendo lungo la direttrice protetti dai moderni portici incontriamo piazza Guerrazzi che ospita la statua di Francesco Domenico Guerrazzi, e il Cisternino di città, opera di Pasquale Poccianti e la statua di Giovanni Fattori, grande pittore capostipite della corrente dei Macchiaioli, nato a pochi metri da qua in via della Coroncina.

• Arriviamo in piazza della Repubblica, la piazza ponte più grande d’Europa. Questa piazza ha avuto vari nomi piazza dei Granduchi, piazza Carlo Alberto, piazza della Repubblica, ma per i Livornesi è sempre stata il Voltone, perché in effetti è una grande volta che sovrasta il Fosso Reale ed unisce la vecchia e la nuova Livorno dopo l’abbattimento dei vecchi bastioni medicei. Da questa grande piazza ponte possiamo ammirare la Fortezza Nuova, il quartiere del Pontino, la via de Larderel, la via Grande fino al porto. Disegnata dall’ingegnere Bettarini, ha una forma elissoidale, circondata da lampioni, panchine in marmo e colonnotti. Nella vastità della piazza risaltano le statue dei Granduchi, sul lato sud Ferdinando III, opera di Francesco Pozzi e sul lato Nord Leopoldo II. In realtà la statua di Leopoldo II è una copia di quella originale di Paolo Emilio Demi, poiché il 6 maggio 1849 pochi giorni prima dell’invasione austriaca, un gruppo di cittadini la prese a martellate , fu quindi tolta dalla sua collocazione e solo nel 1958 posta in piazza XX Settembre. La copia è opera dello scultore Emilio Santarelli. Entrambi i Granduchi sono vestiti alla maniera degli antichi romani.

A destra della piazza percorrendo via Mentana arriviamo in

piazza Venti Settembre, una piazza rettangolare ornata da un

filare di alberi, che termina con la Chiesa di San Benedetto, in

questa Chiesa Pietro Mascagni suonava l’organo.

Al centro della piazza vi è la scultura originale del Granduca

Leopoldo II, quella scolpita da Paolo Emilio Demi.

Note: Questa scultura è stata restaurata da poco, ma il

basamento è già stato imbrattato

Curiosità: Leopoldo II i Livornesi lo chiamavano Canapone per

il colore dei suoi capelli giallo paglia.

Villa Fabbricotti

• La villa Fabbricotti si estende da viale della Libertà a via Roma , è un bel parco urbano dove è possibile riposare, godere del fresco di una grande varietà di alberi: pini, lecci, magnolie, eucalipti, cedri, platani. All’interno della villa vi è la biblioteca comunale di Livorno e la biblioteca dei ragazzi.

• Disegnata da Vincenzo Micheli per Bernardo Fabbricotti, un commerciante di marmi. Nel tempo il parco è divenuto un pantheon, infatti ospita dei livornesi illustri , molti realizzati su commissione di associazioni culturali.

Nel parco vi sono anche due bellissime sculture di Luigi Brizzolara, che, originariamente erano nel giardino di Villa Attias. Queste sono Leda e il cigno e la Suonatrice di lira.

Osservazioni: Leda e il cigno è stata imbrattata con vernice spray

Questo è un tipo di danno gravissimo perché il marmo è poroso e la vernice penetra all’interno

L’interno della villa ha una bellissima scala in marmo, pareti e soffitti decorati. Al primo piano si può ammirare la scultura di Paolo Emilio Demi: la madre educatrice.

I busti dei Livornesi illustri sono tutti in bronzo e poggiano su un basamento di travertino.

Tra questi: Gino Romiti, Giovanni Lomi, Alfredo Jeri, Mario Borgiotti, Luigi Servolini, Alessandro Tedeschi, Giuseppe Emanuele Modigliani, Giosuè Carducci, Renato Natali, Ilio Barontini, Adriano Lemmi, Giovanni Bartolena. Inoltre vi è una statua di marmo di Pietro Mascagni, dello scultore russo Todorov, di Corridi che aveva una distilleria allo Stillo.

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Livornesi illustri nel parco di villa Fabbricotti

Il busto in marmo di Pietro Mascagni.

Lo scultore Todorov rappresenta Mascagni anziano con la bacchetta in mano come un direttore d’orchestra .

• Questa scultura in marmo è all’ingresso della Biblioteca dei ragazzi, rappresenta un bambino sul seggiolone e un cane.

• Scultore Paolo Emilio Demi

Per me il Pon è stato bello perché ho imparato cose nuove su Livorno e abbiamo approfondito i nomi delle vie di Livorno e i suoi monumenti, abbiamo capito l’importanza e il passato della nostra città, abbiamo capito che non bisogna sciupare le statue perché sono un ricordo della nostra città .