Pomilla, R. Iscrizioni Di Marmo. 2006

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    serite le iscrizioni con tarsie in marmo serpentino verde,

    nonch le decorazioni floreali che si intercalano ai varigrafemi, con tarsie in marmo porfido rosso, finalizzato

    sia alla riconfigurazione delle iscrizioni, deteriorate e

    lacunose, sia alla realizzazione di nuovi supporti espo-

    sitivi necessari ai fini di una diversa collocazione del-

    lopera per rendere possibile non solo una migliore let-

    tura e fruizione , ma anche per valorizzarne la portata

    storica.

    Lintervento condotto dal Laboratorio di restauro di ma-

    teriali inorganici del Centro, assume particolare rile-

    vanza in quanto consente di applicare nuove metodolo-

    gie scientifiche, in un campo che fino a poco tempo fa

    era affidato allapprezzamento soggettivo dellopera-

    tore. Nel caso in oggetto ci si avvalsi della Colorime-tria, una tecnica che trova applicazione sempre pi dif-

    fusa nel settore dei beni culturali e che consente di stu-

    diare le caratteristiche cromatiche dei materiali origi-

    nali. Lutilizzo di questo metodo mette loperatore nelle

    condizioni di svolgere unanalisi precisa della composi-

    zione dei colori che sono stati utilizzati dallartista e

    controllarne contemporaneamente lalterazione e il de-

    grado causati dallo scorrere del tempo, per poter com-

    piere le scelte pi opportune per lintervento di restauro.

    Le iscrizioni e i racemi decorativi mancanti, sono

    stati riconfigurati con la tecnica della scagliola fioren-

    tina, secondo la quale le sagome rilevate dagli alloggia-menti lacunosi sono state utilizzate per il taglio delle

    Tra gli interventi di re-

    stauro condotti dal

    CRPRsi inserisce quello

    sulle lastre marmoree a

    caratteri Naskhi, appar-

    tenenti alla Galleria Re-

    gionale della Sicilia di

    Palazzo Abatellis. Le la-

    stre, recanti uniscrizione

    ara-ba risalente al XII se-colo, sono costituite da

    soli tre frammenti, dei

    quali due erano inseriti,

    come piano di seduta in

    due panche in calce-

    struzzo, sotto il portico

    dellatrio daccesso, se-

    condo il progetto di mu-

    sealizzazione eseguito ne-

    gli anni cinquanta dallar-

    chitetto Carlo Scarpa, mentre lelemento pi piccolo era

    custodito presso i magazzini del Museo. Per quanto ri-guarda la provenienza, abbiamo notizie che ci vengono,

    fra gli altri, da studiosi come M. Amari (che per primo

    cur la traduzione delliscrizione), G.Bellafiore e

    J.Johns. Secondo le loro ricostruzioni, le lastre sono il

    prodotto di manovalanze islamiche fatimite altamente

    specializzate provenienti dalle regioni nord-africane, at-

    tive in Sicilia anche durante il regno dei Normanni. Dei

    tre frammenti marmorei che ci sono pervenuti sappiamo

    che il pi piccolo stato ritrovato nei magazzini della

    Galleria Regionale di Palazzo Abatellis, mentre per

    quanto riguarda gli altri due pi grandi, quello denomi-

    nato lastra A era custodito nel magazzino della Cap-

    pella Palatina di Palermo e nel 1863 fu donato da Vitto-rio Emanuele al Real Museo (attualmente museo ar-

    cheologico regionale A.Salinas) , invece il frammento

    denominato lastra B stato rinvenuto erratico nel

    1892 nella muratura delle pareti delle scale di accesso

    alla cripta della Cappella Palatina di Palermo. Da que-

    ste informazioni, unitamente a studi condotti sul Pa-

    lazzo Reale di Palermo e sulle lastre del Palazzo Reale

    di Messina, nelle quali sono state rilevate iscrizioni del

    tutto simili, gli studiosi sono giunti alla conclusione che

    le tre lastre costituivano la cornice decorativa di una o

    pi porte del Palazzo Reale di Palermo.

    Lintervento sulle lastre, costituite da marmo biancoproconneso con venature grigie, nel quale sono state in-

    ISCRIZIONI DI MARMORossella Pomilla

    INTERVENTO di RICONFIGURAZIONE SULLE

    LASTRE NASKHI di PALAZZO ABATELLIS

    LABORIANDO

    CRPR/InForma - rivista semestrale del Centro Regionale Progettazioe e Restauro - N.1 - Anno 2006

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    tarsie, su piastre realizzate in malta colorata in pasta a

    finto marmo, preparate in precedenza utilizzando i dati

    ottenuti con lapplicazione della tecnica colorimetrica.

    Infine i supporti espositivi progettati come un leggio,

    sono stati realizzati in acciaio inossidabile con mani-

    glioni laterali telescopici che ne facilitano i trasferi-

    menti: questo sistema ha lo scopo di collocare voluta-

    mente le lastre su un piano inclinato, per favorire una li-

    bera interpretazione da parte del visitatore, tenendo

    conto che non stato ancora accertato con sicurezza il

    corretto verso di collocazione originaria delle iscrizioni,

    poich una sembra essere parte di un architrave (quindi

    in orizzontale), laltra invece di uno stipite di porta

    (quindi in verticale).La scelta della libera interpretazione

    ci sembrata quella pi rispettosa sia nei confronti del-

    lopera e del suo significato intrinseco, sia nei riguardidei sui potenziali interlocutori, i quali se vogliono pos-

    sono coglierne la semantica senza intermediazioni falsi-

    ficanti.