Pollini mastro uscita maggio...si racconta Il Pollini Mensile di informazione on line...

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si racconta Il Pollini Mensile di informazione on line dell’Istituto Superiore “Ciro Pollini” di Mortara Anno 2 - Numero 5 Maggio 2017 Come hai incontrato Crac- co? Ho incontrato Cracco tramite mia mamma, ma ho potuto svolgere uno stage presso il suo ri- storante solo dopo aver passato una selezione. Mia mamma ha sempre creduto in me, nonostan- te io non fossi molto sicu- ra di farcela ad affrontare uno stage simile, lei mi ha convinto a provarci ed io la ringrazio per il suo soste- gno. Qualche docente ti ha aiuta- to in modo particolare? “Mi hanno aiutato e soste- nuto tutti però in modo particolare la professoressa di sala bar, Nadia Vecchi”. Quando si è svolto lo Sta- ge? “Lo stage si è svolto nel mese di Febbraio, dal 30 Gennaio al 28 Febbraio. Non è stata una sempli- ce attività di alternan- za scuola - lavoro ma un vero e proprio stage”. Quali mansioni hai svolto durante lo stage? “Durante lo stage mi sono occupata della sala sotto tutti gli aspetti: dall’acco- glienza all’assistenza ai tavoli, dalla preparazione al servizio vero e proprio”. Come ti sei trovata con Cracco? “Mi sono trovata molto bene, non è affatto come appare in televisione ma anzi è molto gentile, di- sponibile, simpatico”. Torneresti a lavorare con lui? “Sì, è stata un’esperien- za entusiasmante e molto formativa, e il mio lavoro è stato apprezzato infatti l’11 maggio che è un sa- bato, Cracco mi ha chiesto personalmente di tornare a lavorare per lui, non mi ha parlato di incarico a lungo termine però, dalla valuta- zione e dal modo in cui mi ha chiesto di tornare, credo di poter sperare in una col- laborazione”. Aurora Rappa allieva modello dello chef stellato Carlo Cracco Stefania Ursu e Nicole Callegarini INTERVISTA AD AURORA RAPPA Nella foto la giovane Aurora Rappa insieme allo chef patinato Carlo Cracco nel ristorante “Cracco in Milano”

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si raccontaIl PolliniMensile di informazione on line dell’Istituto Superiore“Ciro Pollini” di Mortara

Anno 2 - Numero 5Maggio 2017

Come hai incontrato Crac-co? Ho incontrato Cracco tramite mia mamma, ma ho potuto svolgere uno stage presso il suo ri-storante solo dopo aver passato una selezione.Mia mamma ha sempre creduto in me, nonostan-te io non fossi molto sicu-ra di farcela ad aff rontare uno stage simile, lei mi ha convinto a provarci ed io la ringrazio per il suo soste-gno.Qualche docente ti ha aiuta-to in modo particolare? “Mi hanno aiutato e soste-nuto tutti però in modo particolare la professoressa di sala bar, Nadia Vecchi”.Quando si è svolto lo Sta-ge?“Lo stage si è svolto nel mese di Febbraio, dal 30 Gennaio al 28 Febbraio.Non è stata una sempli-ce attività di alternan-za scuola - lavoro ma un vero e proprio stage”.

Quali mansioni hai svolto durante lo stage?“Durante lo stage mi sono occupata della sala sotto

tutti gli aspetti: dall’acco-glienza all’assistenza ai tavoli, dalla preparazione al servizio vero e proprio”.

Come ti sei trovata con Cracco?“Mi sono trovata molto bene, non è affatto come appare in televisione ma anzi è molto gentile, di-sponibile, simpatico”. Torneresti a lavorare con lui?“Sì, è stata un’esperien-za entusiasmante e molto formativa, e il mio lavoro è stato apprezzato infatti l’11 maggio che è un sa-bato, Cracco mi ha chiesto personalmente di tornare a lavorare per lui, non mi ha parlato di incarico a lungo termine però, dalla valuta-zione e dal modo in cui mi ha chiesto di tornare, credo di poter sperare in una col-laborazione”.

Aurora Rappa allieva modellodello chef stellato Carlo Cracco

Stefania Ursue Nicole Callegarini

INTERVISTA AD AURORA RAPPA

Nella foto la giovane Aurora Rappa insieme allo chef patinato Carlo Cracco nel ristorante “Cracco in Milano”

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Intervista alla professoressa di sala bar Nadia Vecchi

Quali sono le attività che ha proposto e perché? “Ho proposto le attività di working and exhibition flair, latte art e free pouring, perché sono attività inerenti al laboratorio di sala e anche perché i programmi mini-steriali previsti per le scuole alberghiere in alcuni ambiti sono sorpassati, quindi si cerca di integrarli con nuove attività di la-boratorio. Poi penso che sia divertente ve-dere la preparazione di un cocktail come se fosse un’esibizione, come ad esempio il lancio delle bottiglie, di grande impatto scenico, che è un’attività più in linea con le ultime tendenze del settore”.A quali classi le ha proposte? “Le ho proposte alle classi del corso sta-tale di sala bar, 3,4 e 5I, e alle due clas-si del corso regionale di sala bar, 2 e 3S, perché la struttura a disposizione, cioè il laboratorio di sala, non può ospitare più di un certo numero di persone. Al Polli-ni l’ho proposto al regionale di sala e a tutte le classi di sala. Queste attività non sono obbligatorie e questo permette agli studenti interessati di partecipare al-l’attività che più preferiscono. Anche se la partecipazione non era obbligatoria, c’è stato un grande numero di iscritti”. Da chi viene insegnata l’attività di working and exhibition flair?“Dato che a scuola non abbiamo tutte le at-trezzature per poter insegnare questo tipo di attività, il working and exhibition flair

viene insegnato da un esperto di una scuo-la specializzata, che dopo una spettacolare esibizione, insegna i rudimenti del flair e fa provare questa attività anche ai ragazzi”. Ci può spiegare brevemente come si svolgono queste attività?“Il free pouring è integrato nel working flair e exhibition flair. Il flair è pratica-mente una nuova moda di fare cocktail, è un bartending più moderno. Invece di fare il solito cocktail, apren-do la bottiglia e versando, si fa anche spettacolo ma-neggiando e facendo girare bottiglie, lo shaker e tutte le attrezzature che occor-rono. Quando ad esempio si prende la bottiglia e si versa in modo normale il contenuto, si sta at-tuando un flair utiliz-zando il free pouring. Il free pouring preve-de il versamento libe-ro degli ingredienti. Esistono anche dei dosatori, i metal pour, che sono praticamente dei tappini che si infi-lano nelle bottiglie e che ser-vono per dosare ad esempio 3cl di rhum senza dover aprire la bottiglia ogni volta e contare: grazie a questo strumento si dosa in modo giusto. Quando si prende la bottiglia e si versa il contenuto si sta attuando un working flair, mentre quando

si fanno roteare in un determinato modo le bottiglie, in modo proprio spettacolare, si sta attuando un exhibition flair. Ovvia-mente bisogna essere fantasiosi e molto allenati per poter realizzare questo tipo di acrobazie con la bottiglia; molti ragazzi al giorno d’oggi sono molto attratti da que-sto mondo. La latte art invece consiste semplicemen-te nella preparazione di bevande a base di caffè e latte, quindi di caffetteria, su cui poi si fanno dei disegni con il latte, o con il topping, ovvero qualche linea di cioccolato. Si monta il latte, si prepara il caffè e successivamente si versano en-trambi nella tazza in modo che fuoriesca la nostra latte art, cioè la nostra imma-gine, che può essere un leone, un cigno, una decorazione con i fiori ecc. Con la latte art si può prendere un cappuccio, non solo degustando il caffè e il latte, ma bevendo una piccola opera d’arte.” Che obiettivo vuole ottenere propo-nendo queste attività ai suoi studenti? “Prima di tutto vorrei che escano dalla scuola con un bagaglio culturale differente dai tempi in cui sono uscita io. Ho appre-so queste nozioni nel mondo del lavoro e quindi mi sono dovuta aggiornare fre-quentando dei corsi a mie spese, così vor-rei evitare ai miei studenti questo. I corsi al di fuori di questa scuola costano, anche quelli base. Quelli che ho proposto danno loro la possibilità di avere un attestato di partecipazione, di venire a conoscenza di nozioni e tecniche che non si trovano sul libro di testo. I miei studenti poi mi rin-

graziano e questo mi fa tornare a casa molto serena, quindi an-

che se sembro molto severa,

do comunque la priorità al

loro bagaglio for-mativo e alla loro crescita e loro lo

percepiscono” . Ha dei consigli

che vorrebbe dare ai suoi studenti?

“La vita è una e quin-di imparate il più possibile, come dice

un noto adagio “Im-para l’arte e mettila da

parte”, anche se lavo-rando non si metteranno

in atto le teciche di exhi-bition flair, o la latte art,

imparare queste cose serve perché nella vita tutto è utile, poi magari ci si appassio-na, si partecipa e si vincono competizio-ni… auguro sempre il meglio ai ragazzi e spero che superino l’insegnante!”

Pollini: tante attività nuove in sala bar con l’alberghieroA scuola di Exhibition flair e latte art

Valentina Amodioe Martina Girgis

➲ Gli studenti incuriositi da que-ste tecniche per la preparazione di bevande a base di caffè e latte

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EDITORELO.G.I.C.A. Multimedia scrl

Via Roma 35 - 27036 Mortara

Mensile di informazione on line dell’Istituto

Superiore “Ciro Pollini” di Mortara, supplemento

del settimanale L’Informatore Lomellino,

iscritto nel Registro dei giornali e periodici

del Tribunale di Vigevano al n° 17/51.

Progetto grafico a cura di Maria Beatrice Rossi

Anno 2 - Numero 5 Maggio 2017

Istituto Ciro PolliniVia Ospedale, 4 Mortara

0384/98176www.ciropollini.gov.it

si raccontaIl Pollini

Intervista alla professoressa Lucia Bongiorni

Che cosa significa CLIL? “CLIL è un acronimo che si-gnifica “Content languages integrated learning”, ovve-ro apprendimento integra-to di lingua e contenuto.È un progetto che dà la pos-sibilità di studiare una o più materie non linguistiche in lingua straniera. È una mo-dalità di apprendimento non obbligatoria per gli istituti professionali, ma che attuiamo ugualmente perché riteniamo fondamentale per i ragazzi del nostro istituto, che con ottima probabilità utilizze-ranno sul lavoro più idiomi.La denominazione del pro-getto varia a seconda del-la materia linguistica (Hi-story CLIL/ Histoire CLIL)”.Chi svolge il progetto?“Il progetto viene svolto dalle professoresse Lucia

Bongiorni (storia) e Luisa Sacchi (matematica), que-st’ultima coadiuvata dalla prof. Elena Cazzola (francese)Dove viene svolto il progetto?Il progetto viene svolto all’in-terno dell’istituto, nelle aule delle classi interessate, con gli strumenti messi a disposizione, come lavagne multimediali”.Quando viene svolto il pro-

getto?“Il progetto viene svolto du-rante le ore curricolari, con un modulo a quadrimestre”.Quali sono le classi coinvolte nel progetto?“Le classi coinvolte sono la 3^H e la 4^H dell’indirizzo al-berghiero”.Qual è lo scopo che vuole rag-giungere il progetto?

“Lo scopo del progetto è quello di invo-gliare i ragazzi a studiare le lingue stranie-re ed essere più sciolti nel loro uso. Con la me-todologia CLIL si ha la pos-sibilità di ap-

prendere contemporaneamen-te due materie. Da quest’anno il progetto mira a realizzare un blog di storia in inglese, in cui verranno inseriti degli articoli preparati dai ragazzi”.

Progetto Clil, quando le linguestraniere sono risorsa per il futuroPresto un blog di storia in inglese

A sinistra Luisa Sacchi di mate-matica insieme alla collega Elena Cazzo-la. In alto la professoressa di storia Lucia Bongiorni

PROGETTO CLIL 2017

“La buona scuola sottosopra”: tutto esaurito all’auditorium

Un auditorium gremitissimo di spettatori pronti per il nuo-vo spettacolo “La buona scuo-la sottosopra” realizzato dagli studenti del corso di teatro del Pollini. Venerdì 12 maggio alle 21 è andato in scena grazie al supporto dei docenti di riferi-mento ossia Ivana Timpanaro operatore teatrale, Fabrizia Serra referente del progetto e del coordinamento musicale e Silvia Omodeo Zorini. Il tutto è stato accompagnato da un

tocco di umorismo e di sarca-smo caratteristici della scuola italiana. I protagonisti della commedia, aiutati da Lorel-la Carisio responsabile delle coreografie: Gaia Marangon di 5 E, Matteo Mistretta di 5 D, Dario Stroppa 4 H, Beatrice Gaudio 2 E, Matteo Leone di 4 A, Jessica Pisano 5 E, Edoardo Bregantin ex alunno, Michael Baraldi 3 B, Najoua Boudarat 4 D, Antonio Marzano 2 H, Erika Zinno 2 E, Noemi Dosio

3 D, Matteo Traversa 4 I, Ga-briele Gagliardi 1 E, Francesca Pozzato 4 D, Giorgia Casera 2 E, Alessia Fonte 2 D, Gloria Di Domenico 2 E, Lisa Boni 4 D, Alice Vittori Agnello 1 D, Karim Lemhadi 3 H, Angelo Razzini 1 G, Laura De Nunzio 2 D, Diletta Trovato 4 E e Vito Bonnici 5 Q. “La buona scuola sottosopra” andrà in scena il 1 giugno al teatro Elfo Puccini di Milano, nell’ambito della rassegna Laiv Action.

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A cura di: Francesco Paolino, Alessandro Russo, Debora Fusetto e Martina Pelizzari

Stiamo ormai giungendo al ter-mine di questo anno scolastico: ultime interrogazioni, verifi-che, preparazione alla maturità e per alcuni anche l’esame per la patente di guida. Che stress!in effetti la parola stress de-riva dal latino “Strictus” cioè stretto, compresso, già nel 600 in Inghilterra veniva usato per indicare situazioni difficili.Oggi indica ogni forma di tensione fisica e mentale, sia positiva che negativa.A tal proposito abbiamo raccolto i pareri dei nostri compagni delle classi quintechiedendogli quali fossero i sintomi più comuni dello stress, per quanto riguarda quelli fisici ci hanno elenca-to: sensazione di nausea, più o meno bisogno di dormire, iperattività, perdita o aumento dell’appetito, male alla pancia, tachicardia, bocca secca ecc…Per quelli psicologici invece:

Confusione, paura della boc-ciatura, calo dell’attenzione, ir-ritabilità, nervosismo, autosva-lutazione e tanti altri…C’è chi però, andando completamente controcorrente, non prova al-cun tipo di ansia nei confronti dell’attesissimo esame della maturità perché vuole ottenere risultati in altri ambiti e vede l’esame di maturità come sem-plice passaggio per il futuro.Anche le reazioni per far fron-te allo stress sono risultate diverse fra i nostri intervistati, alcuni tendono ad essere più attivi perché il loro cervello cerca di concentrarsi su altro che non siano le preoccupazio-ni. Altri tendono ad essere più

pigri e per ultimo invece chi non riesce proprio a combat-terla, e tende a demoralizzarsi.Ma come renderci conto che siamo sotto stress? I futuri maturandi ci hanno spiegato che perdono note-volmente l’attenzione e no-nostante leggano e rileggano i libri di scuola gli sembra di non riuscire a comprendere e imparare nessun concetto.Inoltre si manifesta anche fa-cendoci dimenticare le azioni quotidiane che dobbiamo svol-gere perché occupa completa-mente la nostra testa. Per preparare i ragazzi alla maturità i professori orga-nizzano simulazioni, che a nostro parere sono un ottimo modo per preparare gli stu-denti, gli intervistati ci hanno però confessato che se han-no un risultato negativo, si sentono demoralizzati e non pronti ad affrontare l’esame.Non si dovrebbe però vedere l’ansia solamente come un osta-colo, ma anche come un tram-polino di lancio per tuffarsi in una piscina piena di impegni.E’ il caso quindi dell’ansia po-sitiva la quale ci permette di affrontare con forza fisica o psichica una presunta situa-zione di “pericolo”, la vocina nella nostra testa che spinge a metterci sui libri per la paura di essere bocciati. Dunque, è importante non per-dersi d’animo e valutare l’ansia positiva come un soffio di ven-to che spinge un corridore al traguardo.

Che

Quindi come possiamo fare per riuscire a stare più con-centrati sui libri in questo periodo di grande stress??Ecco a voi un cocktail che vi aiuterà a trovare l’energia neccessaria per affrontare al meglio l’ansia da maturità!!Fruit and tonic. Ingredienti: 40% succo di limone 40% arancia spremuta 20% acqua tonica Mezza fetta di limone Mezza fetta di mango. Preparazione: Questo cocktail si prepara di-rettamente in un bicchiere. Pri-ma di tutto occorre spremere le arance e i limoni, poi tagliare a fette il mango e gli agrumi. Suc-cessivamente si deve miscelare nel bicchiere alcuni cubetti di ghiaccio con il succo di limone e di arancia, per poi aggiungere la tonica. Decorare con mezza fetta di limone e di mango.

Ricetta ideata daGiacomo Rappa

Un cocktail per combattere

lo stress

May party: grandesuccesso fi rmatosocio - sanitarioGiovedì 4 maggio dalle 8 alle 13.30 si è svolto nella pa-lestra dell’istituto Pollini il May Party 17. L’evento, orga-nizzato dall’indi-rizzo socio - sani-tario insieme alla profesoressa Dani-la Monti, condensa

salienti aspetti del progetto educativo dello spirito che anima l’indirizzo. Il pomeriggio di venerdì 19 maggio vedrà gli studenti del biennio cimen-tarsi con la prima edizione del Black & White party.

Il saluto alle quinte: agli allievi è stata consegnata dalla preside Frojo una pergamena, un omaggio fl oreale, un augurio per il loro futuro accademico