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NUMERO 31 – MaggiO 2013 NOTIZIE PRINCIPALI DISABILI: DAITA (CGIL), BENE GRASSO, ORA RISORSE PER POLITICHE INCLUSIVE Pag. 21 CGIL: ''BENE GRASSO, ORA RISORSE PER POLITICA INCLUSIVA'' Pag. 21 CGIL: “OK GUERRA SU CONFERENZA NAZIONALE, SEGNA CAMBLI LINEA Pag. 49 1 ALTRE NOTIZIE WELFARE: DA PAG. 5 SCUOLA: DA PAG. 19 LAVORO: DA PAG. 20 EUROPA: DA PAG. 28 VARIE: DA PAG. 32 DAL TERRITORIO DA PAG. 50 POLiTiCHE PER LE DiSaBiLiTÀ NEWS PERiODiCO TELEMaTiCO a CURa DELL'UFFiCiO POLiTiCHE PER LE DiSaBiLiTÀ CgiL CORSO D'iTaLia, 25 00198 ROMa E-MaiL [email protected] EVENTI SPECIALI COORDOWN CAMPANIA CORSO DI FORMAZIONE PER GENITORI (20 APRILE E 4 MAGGIO 2013) FAND FAND DAY (15 MAGGIO 2013) IV CONFERENZA SULLE POLITICHE DELLE DISABILITÀ BOLOGNA 5 - 6 LUGLIO 2013

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NUMERO 31 – MaggiO 2013

NOTIZIE PRINCIPALI

DISABILI: DAITA (CGIL), BENE GRASSO, ORA RISORSE PER POLITICHE INCLUSIVE Pag. 21

CGIL: ''BENE GRASSO, ORA RISORSE PER POLITICA INCLUSIVA'' Pag. 21

CGIL: “OK GUERRA SU CONFERENZA NAZIONALE, SEGNA CAMBLI LINEAPag. 49

1

ALTRE NOTIZIE

WELFARE: DA PAG. 5

SCUOLA: DA PAG. 19

LAVORO: DA PAG. 20

EUROPA: DA PAG. 28

VARIE: DA PAG. 32

DAL TERRITORIO DA PAG. 50

POLiTiCHE PER LE DiSaBiLiTÀ NEWS

PERiODiCO TELEMaTiCO a CURa DELL'UFFiCiO

POLiTiCHE PER LE DiSaBiLiTÀ CgiL

CORSO D'iTaLia, 25

00198 ROMa

E-MaiL [email protected]

EVENTI SPECIALI

COORDOWN CAMPANIA

CORSO DI FORMAZIONE PER GENITORI

(20 APRILE E 4 MAGGIO 2013)

FAND

FAND DAY (15 MAGGIO 2013)

IV CONFERENZA SULLE POLITICHE DELLE DISABILITÀ

BOLOGNA 5 - 6 LUGLIO 2013

INDICE

WELFARE PAGINA

DISABILI STRANIERI, NO ALLA DISCRIMINAZIONE 5

TUTTI I SOTTO SEGRETARI DEL SOCIALE6

POLITICHE SOCIALI, CECILIA GUERRA RESTA AL MINISTERO DEL WELFARE: PER LEI LA NOMINA A VICEMINISTRO

7

PASSEGGERI CON DISABILITÀ: SERVIZIO MULTIMEDIALE DELL’ENAC 8

SALUTE MENTALE: UNA PROPOSTA DI LEGGE POPOLARE "PER SUPERARE LA 180" 9

CRISI E DISABILITÀ: IN FAMIGLIA CRESCONO LE SPESE, CALANO LE ENTRATE 10

TRASFORMATA IN "VOUCHER" L'INDENNITÀ D'ACCOMPAGNAMENTO? L'IDEA DI GUERRA

11

CRISI E DISABILITÀ, IN FAMIGLIA CRESCONO LE SPESE E CALANO LE ENTRATE. "ECCO I NOSTRI CONTI"

12

MAGGIORAZIONI SOCIALI AGLI INVALIDI: PROPOSTA DI LEGGE 13

DISABILI, POLITICHE AL BIVIO 15

WELFARE SOCIALE: I NUMERI DEL DECLINO 16

ANMIC: "PRIORITÀ ALLE PROPOSTE DI LEGGE SULLA DISABILITÀ". APPELLO AI PARLAMENTARI

17

SCUOLA PAGINA

I BES TAGLIERANNO IL SOSTEGNO?19

LAVORO PAGINA

JOB DISABILI TORNA IN RETE E DIVENTA 2.0. L'IDEATORE: "AIUTIAMO L'INCONTRO FRA DOMANDA E OFFERTA"

20

DISABILI: DAITA (CGIL), BENE GRASSO, ORA RISORSE PER POLITICHE INCLUSIVE 21

CGIL: ''BENE GRASSO, ORA RISORSE PER POLITICA INCLUSIVA'' 21

TORNINO NELLE AGENDE PARLAMENTARI I DIRITTI DEI DISABILI 22

2

A BREVE LA CONFERENZA NAZIONALE SULLA DISABILITÀ: DOVRÀ VALIDARE IL PIANO D'AZIONE

23

CONTO ALLA ROVESCIA PER L'ASSEGNAZIONE DEL 2° DIVERSITY&INCLUSION AWARD

24

DISCRIMINAZIONI PER DISABILITÀ – CORTE DI GIUSTIZIA, SENTENZA 11 APRILE 2013, HK DANMARK

25

EUROPA PAGINA

ONU, EMERGENZE: L'IMPEGNO DI CBM PER INCLUDERE LE PERSONE DISABILI NELLA GESTIONE DEI RISCHI

28

EUROPEAN DISABILITY FORUM AD ATENE: “CHIEDIAMO UNA VIA SOCIALE PER USCIRE DALLA CRISI”

30

CITTÀ ACCESSIBILI D’EUROPA: CI SARÀ SPAZIO PER L’ITALIA? 31

VARIE PAGINA

CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO, CON SILVESTRI L'APPLAUSO DELLA PIAZZA IN LINGUA DEI SEGNI

32

LA MEMORIA DEI NON VEDENTI 32

“I FANTASTICI 15”: LA PRIMA REDAZIONE GIORNALISTICA DI RAGAZZI CON AUTISMO

33

TOMMASO DANIELE GUIDA ALLA CONOSCENZA DELLA NUOVA BANCONOTA DA 5 EURO

34

L’APPROCCIO BIOETICO ALLE PERSONE CON DISABILITÀ 35

SETTANTA PERSONE DOWN E CAREGIVERS A ROMA DA DIECI PAESI EUROPEI 36

GIROLAMO DIGILIO È IL NUOVO PRESIDENTE DELL'UNASAM 37

OMOSESSUALITÀ, BISESSUALITÀ E DISABILITÀ: QUALCOSA CAMBIA? 38

FAND DAY, LE POLITICHE PER I DISABILI “SONO AD UN BIVIO” 39

CARCERE, CHI SONO E COME VIVONO I 240 DETENUTI DISABILI IN ITALIA 40

LEDHA, FRANCO BOMPREZZI ELETTO NUOVO PRESIDENTE 42

LA FAND: "SIAMO IN EMERGENZA, SERVONO INTERVENTI IMMEDIATI PER LE PERSONE DISABILI"

43

SORDI ITALIANI E FRANCESI IN MARCIA DA PARIGI A MILANO PER LA LINGUA DEI SEGNI

44

NUOVA DIREZIONE PER LA UILDM 45

3

IN ARRIVO IL BUSTONE INPS 46

A BOLOGNA IL 5 E 6 LUGLIO LA QUARTA CONFERENZA NAZIONALE SULLE POLITICHE DELLA DISABILITÀ

47

GUERRA: "PRESTO IN CDM IL PIANO D'AZIONE SULLA DISABILITÀ" 48

CGIL, OK GUERRA SU CONFERENZA NAZIONALE, SEGNA CAMBIO LINEA 49

NOTIZIE DAL TERRITORIO PAGINA

VENETO, I SERVIZI DOMICILIARI PER NON AUTOSUFFICIENTI E DISABILI ENTRANO NEI LEA

50

RIMINI, IN RIVIERA LA PRIMA SPIAGGIA “AUTISMO FRIENDLY” 51

DIRITTI NEGATI: IN PIAZZA, A PESCARA, DA TUTTO L’ABRUZZO 52

PIEMONTE: COLLOCAMENTO MIRATO A RISCHIO 53

STORIA DI LUNGAGGINI E DECISIONISMO A SENSO UNICO54

SICILIA: TANTO LAVORO DA FARE, MA LE PREMESSE SONO POSITIVE 55

LEA AGGIUNTIVI, LA CGIL VENETO CONTRO LA DELIBERA DELLA REGIONE 56

TOSCANA: 2,8 MILIONI PER L’ASSISTENZA DOMICILIARE AI MALATI DI SLA 57

PIEMONTE: RIPARTIRANNO I PROGETTI DI COLLOCAMENTO MIRATO 58

DISABILITÀ: DIRITTO DI CITTADINANZA IN SICILIA 59

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WELFARE

DISABILI STRANIERI, NO ALLA DISCRIMINAZIONE

La Corte Costituzionale: le prestazioni assistenziali vanno garantite anche senza carta di soggiorno di lungo periodo

MILANO - Indennità di accompagnamento e pensione di inabilità vanno garantite anche ai cittadini stranieri con gravi disabilità che soggiornano legalmente nel nostro Paese: un diritto che non può essere subordinato al possesso della carta di soggiorno di lungo periodo. Lo ha ribadito una sentenza della Corte Costituzionale, la n. 40, dichiarando illegittima la legge n. 388 del 23 dicembre 2000 nella parte in cui subordina l’erogazione delle prestazioni al requisito della titolarità della carta di soggiorno.

DUE RICORSI - A sollevare la questione di legittimità erano stati i Tribunali di Urbino e Cuneo. Al primo si era rivolto un cittadino straniero al quale l’Inps aveva negato l’indennità di accompagnamento per il figlio, pur essendoci i requisiti sanitari, perché il ragazzo era privo della carta di soggiorno di lungo periodo. Al Tribunale di Cuneo, invece, aveva fatto ricorso un altro cittadino di un Paese non comunitario: la Commissione medica lo aveva riconosciuto invalido con totale e permanente inabilità lavorativa e impossibilitato a muoversi senza l’aiuto di un accompagnatore, ma l’Inps aveva respinto le domande per ottenere la pensione di inabilità civile e l’indennità di accompagnamento, in quanto privo dello stato di lungosoggiornante.

PARI DIRITTI - La Corte Costituzionale ha accolto le loro richieste pronunciandosi con una sentenza unica. «Richiamando anche la Convenzione europea dei diritti dell’uomo, la Corte ha ribadito che persone con disabilità di Paesi non comunitari non possono essere discriminate in base alla loro cittadinanza - commenta l’avvocato Angelo Marra, coautore del volume "Disability studies" -. Al pari dei cittadini italiani, coloro che soggiornano nel nostro Paese, anche se privi della carta di soggiorno di lungo periodo, hanno diritto ad accedere a prestazioni come pensione di inabilità e indennità di accompagnamento. La prima spetta a chi ha una invalidità totale e permanente del 100% e non supera determinati limiti di reddito personali - chiarisce l’avvocato -, la seconda a chi, oltre ad essere invalido al 100%, è impossibilitato a compiere gli atti quotidiani della vita, per cui ha bisogno di un'assistenza continua».

EFFETTI PER TUTTI - Già in passato la Corte si era pronunciata definendo «manifestamente irragionevole» subordinare l’attribuzione di prestazioni assistenziali, che presuppongono uno stato di invalidità e disabilità, al possesso della carta di soggiorno di lungo periodo. «Per ottenere il suo rilascio, però, occorre avere un determinato reddito - fa notare Marra -. Al contrario, per accedere a una prestazione come la pensione di inabilità non bisogna superare una soglia minima. La sentenza della Corte, come tutte le altre sentenze emesse da quest’organo - chiarisce l’avvocato - ha efficacia erga omnes, cioè è valida per tutti i cittadini». Maria Giovanna Faiella

(1 maggio 2013, modificato il 2 maggio 2013)

Fonte: CorriereDellaSera.it

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TUTTI I SOTTO SEGRETARI DEL SOCIALE

Nominati ieri sera i 40 sottosegretari del Governo Letta.

Accelerata di Enrico Letta. Ieri sera il Consiglio dei Ministri ha formalizzato le nomine di sottosegretari e i viceministri, attese in un primo momento per domenica. Molti i sottosegretari in uscita riconfermati. Moltissimi quelli che provengono dal sociale. Eccoli:

Cecilia Guerra è confermata al ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, promossa anzi a viceministro. Gli altri sottosegretari di Enrico Giovannini saranno Jole Santelli (Pdl) e l’economista Carlo Dell’Aringa, fresco eletto nelle liste Pd. Una riconferma anche all’Istruzione, Università e Ricerca, dove resta Marco Rossi Doria, già sottosegretario del Governo Monti, per cui nei giorni scorsi in molti si erano spesi chiedendo una riconferma. Seguirà la scuola, l’università e la ricerca insieme a Gabriele Toccafondi (Pdl, noto al non profit per la sua recente battaglia contro l’Imu al non profit) e a Gianluca Galletti (Udc). Direttamente dal non profit arriva il sottosegretario ai Beni, Attività culturali e turismo, la neoeletta Ilaria Borletti Buitoni (Scelta Civica), che lavorerà con Simonetta Giordani (una tecnica, renziana doc, responsabile dei rapporti istituzionali nazionali e internazionali e della CSR di Autostrade per l’Italia). Un solo sottosegretario alla Salute, Paolo Fadda (Pd). Interessante anche il “quartetto” che lavorerà agli Affari Esteri, con tre viceministri e un sottosegretario. Il sottosegretario è Mario Giro, neo-eletto in Scelta Civica, già responsabile delle Relazioni internazionali della Comunità di San’Egidio. I viceministri sono Marta Dassù (riconfermata, era sottosegretario con Monti), Lapo Pistelli (Pd) e Bruno Archi (Pdl, già cconsigliere diplomatico di Silvio Berlusconi). Allo Sviluppo Economico ci saranno i viceministri Carlo Calenda (Scelta Civica) e Antonio Catricalà (già sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei ministri del Governo Monti e Presidente Onorario dell'Associazione ItaliaCamp), Simona Vicari (Pdl) e Claudio De Vincenti (collaboratore di LaVoce.info, già sottosegretario del Governo Monti).

La delega al servizio civile è stata invece affidata al ministro della Gioventù Josefa Idem. Per ora a capo dell'Ufficio nazionale rimane in carica l'attuale reggente, il capo dipartimento Paola Paduano.

Gli altri sottosegretari sono all’Economia e Finanze Stefano Fassina (Pd, Viceministro), Luigi Casero (Pdl, Viceministro), Pierpaolo Baretta (Pd) e Alberto Giorgetti (Pdl). Alla Giustizia, con Annamaria Cancellieri lavoreranno Giuseppe Beretta (Pd) e Cosimo Ferri (segretario generale di Magistratura Indipendente). All’Interno vanno Filippo Bubbico (Pd, Viceministro, già tra i saggi di Napolitano), Domenico Manzione e Giampiero Bocci (Pd). Alla Difesa, sotto il Ministro Mario Mauro, lavoreranno Roberta Pinotti (Pd) e Gioacchino Alfano (Pdl). Alle Infrastrutture e Trasporti vanno Vincenzo De Luca (Viceministro), Erasmo De Angelis (attuale presidente di Publiacqua) e Rocco Girlanda. Alle Politiche Agricole Forestali e Alimentari Maurizio Martina, Giuseppe Castiglione e Marco Flavio Cirillo.

Alla Presidenza del Consiglio ci sono Giovanni Legnini (Editoria e Attuazione Programma), Sesa Amici (Rapporti con il Parlamento e coordinamento attività di Governo), Sabrina De Camillis (Rapporti con il Parlamento e coord. attività Governo), Walter Ferrazza (Affari Regionali e Autonomie), Micaela Biancofiore (Pari Opportunità) e Gianfranco Miccichè (Pubblica Amministrazione e Semplificazione).

(3 maggio 2013)

Fonte: Vita.it

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POLITICHE SOCIALI, CECILIA GUERRA RESTA AL MINISTERO DEL WELFARE: PER LEI LA NOMINA A VICEMINISTRO

Completata la squadra di governo: continuità al ministero del Lavoro e delle Politiche sociali con la conferma dell'ex sottosegretario del governo Monti, uno dei punti di riferimento più importanti per le associazioni delle persone con disabilità. La non autosufficienza indicata fra gli interventi più urgenti

ROMA - L'interlocutore principale non cambia. Il Consiglio dei ministri ha approvato la lista dei viceministri e dei sottosegretari del governo Letta e al Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, il dicastero con il quale il mondo della disabilità ha maggiori relazioni, è arrivata la conferma della persona che fino a pochi giorni fa aveva ricoperto l'incarico di sottosegretario. Maria Cecilia Guerra resta nel governo, d'ora in poi da viceministro e non più solo da sottosegretario. Nell'anno e mezzo di governo Monti è stata lei il punto di riferimento per tutto il mondo del terzo settore: costanti i rapporti fra il suo ufficio e le associazioni delle persone con disabilità. La squadra del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, guidata dal ministro Enrico Giovannini, è poi completata da due sottosegretari: Jole Santelli (Pdl) e Carlo Dell'Aringa (Pd).

Appena tre giorni fa, prima dunque della sua nomina a viceministro, la senatrice Guerra aveva spiegato le principali urgenze che, a suo parere, il governo di Enrico Letta si trova davanti e le urgenze da perseguire. Ammortizzatori sociali, prima di tutto, e poi la povertà, ad esempio estendendo la sperimentazione della social card a un numero più ampio di soggetti. Insieme a queste, la non autosufficienza, in cui gli interventi non sono garantiti a tutti e non sono articolati in relazione al bisogno, e - diceva - "spesso, per mancanza di servizi, le persone vengono sanitarizzate inutilmente con un aumento della spesa collettiva e una diminuzione del loro benessere". Queste tre aree, spiegava Guerra, "sono tutte urgenti".

Al di là di questi provvedimenti specifici, poi, Guerra ricordava la necessità di interventi più strutturali. "Ogni anno - affermava - si discute per capire come finanziare i fondi sociali, mentre bisognerebbe rendere strutturale il finanziamento per le politiche sociali così come avviene per la sanità. E definire i livelli essenziali dei servizi". E sul nuovo Isee aggiungeva che "è un intervento urgente, tenerlo fermo sarebbe sbagliato perché è lo strumento che ci permette di decidere in base a criteri di equità chi ha accesso ai servizi e con quali tariffe". Ma sui tempi non si sbilanciava.

Tra i punti del programma che riteneva più importanti, la senatrice indicava "la consapevolezza che il nostro è un welfare povero di servizi, perché ci sono i trasferimenti monetari ma non i servizi e spesso si finisce per scaricare sulle donne oneri insostenibili". Intervenire in questo senso, quindi, avrebbe un duplice effetto: "Il possibile rilancio dell'occupazione femminile e garantire le pari opportunità". Oltre a questo, l'intervento sugli ammortizzatori sociali, strumenti categoriali che non sono estesi a tutte le forme di lavoro, e povertà, "con una grande attenzione soprattutto alle famiglie con figli: ricordiamoci che in Italia un bambino su 4 vive in una famiglia povera". Un target, quello delle famiglie con bambini, che coincide tra l'altro con quello destinatario della social card, il provvedimento promosso durante il Governo Monti che è ormai in dirittura d'arrivo. "Il decreto è stato emanato il 10 aprile - spiega Guerra - ora è il turno dei Comuni che devono selezionare i nuclei familiari destinatari e poi partirà la sperimentazione".

(3 maggio 2013)

Fonte: SuperAbile.it

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PASSEGGERI CON DISABILITÀ: SERVIZIO MULTIMEDIALE DELL’ENAC

Una nuova applicazione multimediale (App) è stata attivata gratuitamente dall’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), per fornire informazioni – in modo diretto ed efficace, con l’utilizzo di uno degli strumenti più utilizzati dalla moderna comunicazione – sulle varie tutele e diritti che spettano ai passeggeri con disabilità o a ridotta mobilità

Presentata in anteprima il 3 dicembre scorso, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone con Disabilità, è ora scaricabile da tutti – sulle piattaforme Apple, Android e Windows Phone – una nuova applicazione multimediale (App) attivata gratuitamente dall’ENAC (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile), e disponibile in italiano, inglese, francese e spagnolo, per fornire una serie di informazioni pratiche sull’utilizzo del mezzo aereo da parte dei passeggeri con disabilità o a ridotta mobilità.

L’iniziativa rientra nel quadro di quelle realizzate dall’ENAC nell’ambito del Regolamento Europeo CE 1107/06, che disciplina i diritti delle persone con disabilità nel trasporto aereo, norma della quale l’Ente è stato designato dallo Stato Italiano a garantire la corretta applicazione a livello nazionale.

In particolare, si può dire che i contenuti della nuova applicazione costituiscano una guida multimediale – che ricorre cioè a uno degli strumenti più utilizzati nella comunicazione moderna – in grado di fornire informazioni dirette ed efficaci, sulle varie tutele e diritti che spettano ai passeggeri a ridotta mobilità.

Un servizio, quindi, certamente degno di essere utilizzato dalle persone direttamente interessate, anche per testarne le varie parti e suggerirne eventuali miglioramenti. (S.B.)

(10 maggio 2013)

Fonte: Superando.it

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SALUTE MENTALE: UNA PROPOSTA DI LEGGE POPOLARE "PER SUPERARE LA 180"

L'associazione "Le parole ritrovate" lancia un'iniziativa popolare cui è stato dato il nome di "181": un testo di legge presentato come "fuori dagli schemi", in cui "speranza e fiducia sono le parole-chiave". I proponenti: "Bisogna far partecipare utenti e familiari ai servizi di salute mentale e garantire buone cure in tutta Italia". E sono pronti a raccogliere 50mila firme con lo slogan "Tutti pazzi per la 181"

ROMA - Una proposta di legge di iniziativa popolare per valorizzare la partecipazione attiva di utenti, familiari, operatori e cittadini nei servizi di salute mentale e per garantire buone cure in tutta Italia. E' la "legge 181" presentata ufficialmente oggi a Roma. A scrivere il testo è stata l'associazione "Le parole ritrovate", che è pronta a raccogliere le 50.000 firme necessarie in tutta Italia con il motto "Tutti pazzi per la 181".

Perché sarebbe necessaria, oggi, una legge 181 lo spiega Renzo De Stefani, referente nazionale dell'associazione e direttore Dipartimento di salute mentale di Trento: "A 35 anni di distanza dalla legge 180 si può dire che in alcune zone d'Italia molto è stato fatto per garantire cure dignitose a chi soffre di malattie mentali -. Questo, però, non è avvenuto dappertutto, proprio per l'assenza di direttive precise a livello nazionale. La 180 ha portato alla grande conquista della chiusura dei manicomi, ma è rimasta incompiuta proprio perché non era nata per indicare le cose da fare nel quotidiano della salute mentale e non è stata seguita da atti che andassero in questa direzione. Ecco perché oggi arriva questa proposta di legge 181, con l'obiettivo di dare gambe alla 180 e, quindi, andare verso una buona salute mentale in tutta Italia".

Il testo della legge è "originale e fuori dagli schemi". Un concentrato di "buone pratiche ed esperienze concrete virtuose - prosegue De Stefani - che vengono messe a disposizione della salute mentale italiana affinché da Bolzano a Palermo tutti i pazienti dei Servizi possano avere cure uguali e dignitose".

I pilastri sono "parole-chiave come fiducia e speranza", ma "soprattutto si sottolinea la necessità di rendere i servizi di salute mentale luoghi "accoglienti e colorati". E basterebbe poco per renderli tali: poltroncine colorate, quadri alle pareti, foto e disegni. Queste cose li renderebbero posti migliori nei quali tutti possano sentirsi meglio" dice De Stefani. "Un aspetto innovativo introdotto dalla legge sono gli Ufe, ovvero Utenti familiari esperti. Si parte dal presupposto che, oltre al sapere degli operatori, sia indispensabile il sapere esperienziale di utenti e familiari, che possono mettere al servizio degli altri le loro esperienze vissute in prima persona. Insomma, si parla di luoghi accoglienti e caldi, utenti e familiari al centro, apertura alla cittadinanza, reinserimento nella società attraverso il lavoro, indipendenza nell'abitare. Concetti che possono sembrare astratti ed utopici, ma che in diverse zone d'Italia sono diventati realtà grazie alla perseveranza e alla concretezza di operatori, familiari e semplici cittadini. Un vero e proprio modello che si traduce in una parola: fareassieme". (ep)

(13 maggio 2013)

Fonte: SuperAbile.it

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CRISI E DISABILITÀ: IN FAMIGLIA CRESCONO LE SPESE, CALANO LE ENTRATE

La testimonianza di Marina Cometto, madre di una donna gravemente disabile: “assegno di cura ridotto da 400 a 312 euro, 50 euro al mese di farmaci e 307 euro di rate mensili per il furgoncino. Ci stanno togliendo tutti i diritti conquistati”

ROMA - La crisi pesa su tutti, ma se in casa c’è la disabilità è ancora più facile che i conti diventino rossi. Lo sa bene Marina Cometto, mamma di tre figli, tra cui Claudia 40 anni, colpita da una grave malattia rara: assistere a tempo pieno la figlia è stata la scelta di Marina. Una scelta che, anche dal punto di vista economico, non è sempre facile. “Noi siamo una famiglia monoreddito – racconta Marina Mio marito è pensionato, io ho perso il diritto alla pensione, perché ho lasciato il lavoro 40 anni fa, dopo la nascita di Claudia''. L’ondata della crisi si è quindi abbattuta con forza particolare sulla casa di Marina e di tante famiglie come la sua: ''I continui tagli hanno influito non poco sulle nostre possibilità di acquisto e sul nostro reddito. Nel giugno 2012 il comune di Torino ha deciso di conteggiare come reddito, per la partecipazione alla spesa da parte degli utenti-pazienti, anche l’indennità d’accompagnamento, riconoscendo una franchigia di 616 euro: per cui, tutto ciò che supera questa cifra è stato conteggiato come quota sociale da pagare. Insomma, se fino ad allora mi venivano versate mensilmente 400 euro come assegno di cura familiare, dal giugno 2012 la cifra è scesa a 312 euro. Quindi, oltre 1.000 euro in meno incassate ogni anno''.

Insieme alla riduzione dell’assegno familiare, c’è stata l’introduzione dell’Imu: “Abbiamo pagato 450 euro”, riferisce Marina. Poi ci sono le spese per i farmaci: “alcuni di questi, utilissimi per la patologia di Claudia, non ci vengono forniti, pur essendo necessari per la sua salute: ci costano circa 50 euro al mese. In totale, nell’ultimo anno abbiamo subito una diminuzione del reddito di circa 2.000 euro: forse una piccola cifra per tanti, ma per noi una cifra importante”.

Ci sono però altre spese e altri costi che, negli ultimi tempi, sono aumentati: “Ora, per esempio, ci hanno diminuito il numero dei pannoloni che ci vengono rimborsati: Claudia usa quelli a massimo assorbimento, che costano il doppio dei normali.

Secondo la Asl, dovrei cambiarla solo 2 volte al giorno: impensabile. Quindi pagheremo noi anche una parte di pannolini: non sembra, ma è una bella spesa... Nel 2011, poi, abbiamo dovuto acquistare il furgoncino per trasportare Claudia con la sua carrozzina: lo consideriamo indispensabile, per avere almeno un po’ di libertà nella mobilità. Ci costa 307 euro al mese. Insomma, per noi famiglie disabili tutto è più difficile: ci stanno togliendo tutti i diritti e tutto quanto è costato anni e anni di lotta di tante famiglie che hanno messo impegno e determinazione per far emergere le necessità che hanno i nostri cari. Ci vogliono rimettere ai margini della società, senza diritti , forse sperano che si tolga il disturbo presto...”. (cl)

(14 maggio 2013)

Fonte: RedattoreSociale.it

10

TRASFORMATA IN "VOUCHER" L'INDENNITÀ D'ACCOMPAGNAMENTO? L'IDEA DI GUERRA

Il viceministro al Welfare: "E' una delle misure allo studio, nell’ottica di un miglioramento dell’intervento''. Il modello è un programma alla tedesca: presa in carico, valutazione socio-sanitaria e indirizzo alle cure

ROMA – Una “voucherizzazione” dell’indennità di accompagnamento, per migliorare l’intervento dedicato alle persone non autosufficienti e valorizzare anche il lavoro di cura informale. È questa una delle misure allo studio del ministero del Lavoro e delle politiche sociali. Lo ha detto la viceministra al Lavoro e alle politiche sociali, Maria Cecilia Guerra a margine della presentazione oggi a Roma della ricerca sui servizi alla persona, realizzata dal Censis e dall’Ismu per il ministero. “Stiamo lavorando a una strutturazione per tappe di un programma di welfare universale. E nell’ottica di un miglioramento dell’intervento, che sia più funzionale e non escluda il lavoro formale e informale, penso anche a una voucherizzazione dell’indennità di accompagnamento”. Guerra ha spiegato di avere in mente un programma alla tedesca, che prevede la presa in carico del soggetto, la valutazione del suo bisogno socio/sanitario e l’ indirizzo verso le cure e il sostegno di cui necessita. E in questa prospettiva, per quanto riguarda la non autosufficienza, tra gli strumenti potrebbero esserci anche i voucher per le famiglie.

“Oggi se c’è una critica che si può fare all’indennità di accompagnamento è che non permette di vincolare l’uso al bisogno – sottolinea la viceministra - . Nell’ottica di un miglioramento dell’intervento, pensiamo a un programma che, tenendo saldo il diritto soggettivo, non escluda il lavoro informale. Ci sono persone che restano a casa per accudire i propri cari anche per periodi lunghi – spiega- con un questo sistema potrebbero evitare di perdere i contributi in quel lasso di tempo”. In pratica l’attuale indennità di accompagnamento potrebbe essere trasformata in un sistema per pagare le forme di assistenza, non regolamentate da un regolare contratto di lavoro, garantendo i contributi a cui fornisce la prestazione.

“Il problema delle politiche di welfare è che sono politiche ‘cenerentola’: troppo frammentate, in alcuni casi virtuose, ma senza una reale strutturazione. Quando le risorse si esauriscono il programma messo in campo è destinato a dissolversi – aggiunge -.Non c’è un pensiero generale, come nel campo della non autosufficienza, dove è necessario arrivare a un finanziamento strutturato. Ma bisogna soprattutto identificare il bisogno e fare in modo che gli strumenti siano incardinati sui livelli essenziali delle prestazioni”. Questa frammentazione, per la viceministra, dà luogo anche a “uno spreco enorme perché i singoli progetti non sono valorizzati e portati a sistema”.

Un’altra questione centrale è quella dell’occupazione femminile: “è un tema che ho molto a cuore perché il tasso di inattività delle donne è ormai troppo elevato – aggiunge - . Bisogna cominciare a pensare a come strutturare il sostegno al lavoro domestico e di cura: un elemento fondamentale per far fare al paese un passo in avanti rispetto alla differenza di genere. Il lavoro di cura è oggi per il 70 per cento sulle spalle delle donne – continua Guerra – Una cifra altissima rispetto agli altri paesi sviluppati. Ed è un tema che sta diventando emergenziale nell’ambito dell’evoluzione della struttura familiare”. (ec)

(14 maggio 2013)

Fonte: RedattoreSociale.it

11

CRISI E DISABILITÀ, IN FAMIGLIA CRESCONO LE SPESE E CALANO LE ENTRATE. "ECCO I NOSTRI CONTI"

Secondo uno studio pilota, è scientificamente provato che esista una stretta correlazione tra povertà e disabilità. La testimonianza di Marina Cometto, madre di una donna gravemente disabile: "Assegno di cura ridotto da 400 a 312 euro, 50 euro al mese di farmaci e 307 euro di rate mensili per il furgoncino. Ci stanno togliendo tutti i diritti conquistati"

ROMA - La crisi pesa su tutti, ma se in casa c'è la disabilità è ancora più facile che i conti diventino rossi. Lo sa bene Marina Cometto, mamma di tre figli, tra cui Claudia 40 anni, colpita da una grave malattia rara: assistere a tempo pieno la figlia è stata la scelta di Marina. Una scelta che, anche dal punto di vista economico, non è sempre facile. "Noi siamo una famiglia monoreddito - racconta Marina Mio marito è pensionato, io ho perso il diritto alla pensione, perché ho lasciato il lavoro 40 anni fa, dopo la nascita di Claudia''. L'ondata della crisi si è quindi abbattuta con forza particolare sulla casa di Marina e di tante famiglie come la sua: ''I continui tagli hanno influito non poco sulle nostre possibilità di acquisto e sul nostro reddito. Nel giugno 2012 il comune di Torino ha deciso di conteggiare come reddito, per la partecipazione alla spesa da parte degli utenti-pazienti, anche l'indennità d'accompagnamento, riconoscendo una franchigia di 616 euro: per cui, tutto ciò che supera questa cifra è stato conteggiato come quota sociale da pagare. Insomma, se fino ad allora mi venivano versate mensilmente 400 euro come assegno di cura familiare, dal giugno 2012 la cifra è scesa a 312 euro. Quindi, oltre 1.000 euro in meno incassate ogni anno''.

Insieme alla riduzione dell'assegno familiare, c'è stata l'introduzione dell'Imu: "Abbiamo pagato 450 euro", riferisce Marina. Poi ci sono le spese per i farmaci: "alcuni di questi, utilissimi per la patologia di Claudia, non ci vengono forniti, pur essendo necessari per la sua salute: ci costano circa 50 euro al mese. In totale, nell'ultimo anno abbiamo subito una diminuzione del reddito di circa 2.000 euro: forse una piccola cifra per tanti, ma per noi una cifra importante".

Ci sono però altre spese e altri costi che, negli ultimi tempi, sono aumentati: "Ora, per esempio, ci hanno diminuito il numero dei pannoloni che ci vengono rimborsati: Claudia usa quelli a massimo assorbimento, che costano il doppio dei normali.

Secondo la Asl, dovrei cambiarla solo 2 volte al giorno: impensabile. Quindi pagheremo noi anche una parte di pannolini: non sembra, ma è una bella spesa... Nel 2011, poi, abbiamo dovuto acquistare il furgoncino per trasportare Claudia con la sua carrozzina: lo consideriamo indispensabile, per avere almeno un po' di libertà nella mobilità. Ci costa 307 euro al mese. Insomma, per noi famiglie disabili tutto è più difficile: ci stanno togliendo tutti i diritti e tutto quanto è costato anni e anni di lotta di tante famiglie che hanno messo impegno e determinazione per far emergere le necessità che hanno i nostri cari. Ci vogliono rimettere ai margini della società, senza diritti , forse sperano che si tolga il disturbo presto...". (cl)

(16 maggio 2013)

Fonte:SuperAbile.it

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MAGGIORAZIONI SOCIALI AGLI INVALIDI: PROPOSTA DI LEGGE

La Legge 28 dicembre 2001, n. 448 ha previsto (articolo 38) che a decorrere dal 1 gennaio 2002 siano incrementate le maggiorazioni sociali sulle pensioni fino a “garantire un reddito proprio pari a 516,46 euro al mese per tredici mensilità”. L'intento originario era quello di garantire un "trattamento minimo" a tutti gli anziani.

L’aumento viene riconosciuto alle persone con più di settanta anni, ma viene esteso anche agli invalidi civili totali, ai ciechi civili, ai sordi con più di sessanta anni. Restavano esclusi dall’aumento gli invalidi civili parziali e tutti gli invalidi di età inferiore ai 60 anni. Per poter ottenere l’aumento sono comunque previsti dei limiti reddituali diversi a seconda che il beneficiario sia o meno coniugato. Oggi (2013) il limite reddituale per il pensionato “solo”, invalido o cieco o sordo - di età compresa fra i 60 e i 65 anni – è pari a 8.214,31 euro. Se coniugato il limite per il diritto alle maggiorazioni sociali è pari a 13.964,21 euro. Un meccanismo particolare prevede che, la maggiorazione venga corrisposta in modo proporzionalmente ridotto (fino ad azzerarsi) nel caso si superi il limite reddituale.

In forza della norma del 2001 abbiamo oggi la seguente situazione:

Pensioni 18-60 Maggiorazioni 60-65 Totale massimo 60/65

Invalidi parziali Assegno: 275,87

Limite reddituale:

4.738,63 (solo personale)

Maggiorazione: 0

Limite reddituale: -

631,87

Invalidi totali e ciechi parziali

Pensione: 275,87

Limite reddituale:

16.127,30 (solo personale)

Maggiorazione: 356,00

Limite reddituale:

8.214,31(personale)

13.964,21 (coniugale)

631,87

Ciechi totali Pensione: 298,33

Limite reddituale:

16.127,30 (solo personale)

Maggiorazione: 333,54

Limite reddituale:

8.214,31(personale)

13.964,21 (coniugale)

631,87

Sordi Pensione: 275,87

Limite reddituale:

16.127,30 (solo personale)

Maggiorazione: 356,00

Limite reddituale:

8.214,31(personale)

631,87

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13.964,21 (coniugale)

Dalla tabella emerge con chiarezza una doppia disparità di trattamento: la prima riguarda l’esclusione degli invalidi parziali (anche se in assenza di redditi) dai benefici della norma; la seconda è l’esclusione di tutti i pensionati (invalidi, ciechi, sordi) dalle maggiorazioni sociali nel caso la loro età sia inferiore ai 60 anni, anche nel caso versino in gravi difficoltà economiche.

L’evidente disparità fu evidenziata da più parti già all’indomani dell’approvazione della Legge finanziaria per il 2002 (la Legge 448/2001, appunto).

Nella scorsa legislatura fu depositata alla Camera una proposta di legge di iniziativa popolare accompagnata da quasi 300mila firme raccolte. La proposta venne registrata con il numero 1539, il 24 luglio 2008. E lì rimase per l’intera legislatura senza che nemmeno venisse assegnata, in sede referente, ad alcuna Commissione.

La sostanza della proposta è riassumibile in due punti:

• l’estensione delle maggiorazioni, appurati i limiti reddituali già previsti dal Legislatore, anche agli invalidi civili parziali;

• l’estensione delle stesse maggiorazioni anche agli invalidi di età inferiore ai 60 anni.

Con l’avvio della nuova legislatura, in forza di una precisa norma, essendo la proposta di legge di origine popolare è stata nuovamente iscritta agli Atti della Camera (n. 1), ma la novità più rilevante è che nella seduta pomeridiana n. 13 del 7 maggio 2013 la proposta di legge è stata assegnata alla XII Commissione permanente (Affari sociali) in sede referente questa dovrà assumere anche i pareri della I Commissione (Affari costituzionali) della V (Bilancio), e della XI (Lavoro).

Inizia quindi l’iter parlamentare che si intuisce non sarà affatto agevole.

A margine va annotato che la platea dei potenziali beneficiari della norma in discussione è relativamente piuttosto limitata dagli stretti limiti reddituali tanto da farla considerare più un intervento di sostegno al reddito (o meglio di contrasto all’indigenza) che non una misura propriamente rivolta alla disabilità.

Un elemento invece molto critico è rappresentato dalla copertura economica prevista dal terzo articolo. Esso prevede che per l’attuazione della norma si riduca lo stanziamento previsto “all'articolo 1, comma 1264, della legge 27 dicembre 2006, n. 296”.

Trattasi del Fondo nazionale per la non autosufficienza per il quale è previsto dall’ultima Legge di stabilità (L. 228/2012) uno stanziamento per il 2013 già piuttosto risicato (275 milioni) e, peraltro, già oggetto di decreto di riparto. Per il 2014 non è previsto, al momento, alcuno stanziamento.

Si tratterà certamente di un aspetto molto controverso in sede di discussione, anche perchè la relazione che accompagna la proposta di legge non reca sufficienti elementi conoscitivi utili a comprendere il numero dei potenziali beneficiari e, conseguentemente, l'entità della spesa.

Carlo Giacobini

(21 maggio 2013)

Fonte: Handylex

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DISABILI, POLITICHE AL BIVIO

L’associazione Fand: «Servono interventi immediati ma anche strutturali». Il viceministro Guerra: «Presto la Conferenza nazionale sulla disabilità»

MILANO - Politiche per la disabilità al bivio. Servono provvedimenti immediati per le persone con disabilità e le loro famiglie, anche alla luce della crisi economica in corso. Il grido d’allarme è stato lanciato in occasione del Fand Day, organizzato da Fand, Federazione che raggruppa diverse associazioni di persone con disabilità. «Chiediamo che le risorse finanziarie destinate alla disabilità siano finalizzate e spese bene – dice il presidente della Fand, Giovanni Pagano – . Il primo passo è quello di incrementare, nei limiti delle risorse disponibili, le pensioni e le indennità di accompagnamento, oggi distanti dai minimi previsti per legge».

APPELLO AI PARLAMENTARI - Le associazioni hanno inviato nei giorni scorsi una lettera a tutti i parlamentari eletti. Tra le principali richieste avanzate: politiche di formazione professionale e incentivi per favorire l’inserimento delle persone con disabilità nel mondo del lavoro; attenzione al riconoscimento della lingua italiana dei segni e ai bisogni, anche a scuola, dei ragazzi con disabilità sensoriale e intellettiva; sostegno economico alle famiglie e aumento delle prestazioni economiche per le persone invalide per servizio; revisione delle tabelle d’invalidità.

RIFORMA ISEE - Oltre al documento, la Fand ha presentato anche un ordine del giorno sulla riforma dell’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente), cioè quell’indicatore reddituale utilizzato per la concessione di prestazioni assistenziali agevolate. «Abbiamo ottenuto che le indennità non fossero assoggettate al reddito, ora chiediamo al governo che la riforma dell’Isee, attualmente ferma alla Conferenza delle regioni, sia ripensata – dice Tommaso Daniele, presidente dell’Unione italiana ciechi – . In particolare, chiediamo che le indennità siano escluse dal calcolo del reddito e che siano aumentate le franchigie». Oltre a misure di emergenza, le associazioni chiedono una riforma strutturale del settore assistenziale.

CONFERENZA NAZIONALE - Al Fand Day Maria Cecilia Guerra, viceministro del Lavoro e delle politiche sociali, si è impegnata a organizzare al più presto la Conferenza nazionale sulla disabilità, già in programma a febbraio scorso ma rimandata a causa della crisi di governo. Secondo Guerra: «Va completato il piano d’azione - avviato col governo Monti - previsto dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità». Il Piano dovrà poi essere approvato dal Consiglio dei ministri. Quanto alla riorganizzazione dei modelli di welfare per le persone più fragili, secondo il viceministro lo Stato non può negare il sostegno ai più deboli e va rivisto anche il «Fondo per la non autosufficienza drasticamente decurtato negli ultimi anni».

Maria Giovanna Faiella

(21 maggio 2013)

Fonte: CorriereDellaSera.it

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WELFARE SOCIALE: I NUMERI DEL DECLINO

Se avete un anziano non autosufficiente in famiglia, organizzatevi da soli. Idem se avete un bambino in età da nido, o un figlio disabile o un parente che è in povertà. La famiglia, in Italia è sempre stata il principale sostegno in situazioni del genere, ma dalla metà degli anni '90 una nuova consapevolezza aveva generato la crescita del welfare sociale, cioè quell'insieme di interventi pubblici dedicati alle persone con ridotta autonomia o in condizione di povertà. Molto ci sarebbe ancora da fare in un settore che rimane la cenerentola del welfare italiano e non ha recuperato il forte ritardo rispetto al resto d'Europa. E proprio ora che ce ne sarebbe ancora più bisogno, assistiamo al suo declino. Lo dicono i numeri.

Sono pari al 20% le famiglie di bambini ammessi all'asilo nido, che rinunciano perché non sono in grado di pagare la retta; sono solo il 4,1% le persone con almeno 65 anni che ricevono l'assistenza domiciliare integrata; sono pari allo 0% i diritti ai servizi di welfare sociale garantiti nel nostro Paese; è pari al -75% la distanza tra la spesa pubblica media contro la povertà dell'Europa e quella italiana; è pari al -92% le riduzioni dei fondi per le politiche sociali attuati tra il 2008 e il 2014. E, infine sono solo 2 i Paesi dell'Europa a 15 che non hanno realizzato alcune delle riforme nazionali sul welfare sociale (Italia e Grecia).

(27 maggio 2013)

Fonte:Il Sole24ore

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ANMIC: "PRIORITÀ ALLE PROPOSTE DI LEGGE SULLA DISABILITÀ". APPELLO AI PARLAMENTARI

Sono diverse quelle su cui devono pronunciarsi le Camere. Pagano (presidente Anmic): “Serve impegno trasversale di tutti”, in particolare di chi proviene “dalle fila del non profit e conosce l’entità del disagio sociale dei cittadini con disabilità"

ROMA - Riflettori puntati dell’Anmic sui lavori del Parlamento. In questo primo scorcio della XVII legislatura sono state infatti presentate alla Camera dei Deputati e ora assegnate alla XII Commissione Affari sociali numerose proposte di legge che interessano il mondo della disabilità. In attesa della loro calendarizzazione e discussione, “Anmic si è adoperata affinché l’esame delle iniziative legislative promosse possa avvenire in tempi rapidi, chiedendo inoltre al presidente della Commissione Affari sociali, Pierpaolo Vargiu, di essere ascoltati in audizione in occasione dell’esame dei provvedimenti – dice l’organizzazione in una nota - al fine di offrire il proprio contributo tecnico di conoscenze ed esperienza sui problemi in discussione. Ma ritiene altresì importante appellarsi all’impegno sociale e civile dei nuovi parlamentari affinché l’esame dei provvedimenti sulla disabilità non si areni, come in passato, nelle secche del disinteresse della politica”. “Occorre dunque fare presto, – sottolinea il presidente Anmic Giovanni Pagano –, discutere ed arrivare ad approvare le proposte di legge in favore dei disabili all’esame della Camera dei Deputati sarà la nostra priorità. Avremo però bisogno dell’impegno trasversale di tutti i nuovi parlamentari, in particolare di coloro che provengono dalle fila del non profit e che conoscono l’entità del disagio sociale dei cittadini con disabilità”.

Tra i molteplici disegni di legge all’esame, Anmic ritiene di particolare rilevanza alcuni provvedimenti che toccano due aspetti fondamentali: la disabilità grave nelle sue varie manifestazioni e l’inadeguatezza delle prestazioni economiche assistenziali. In particolare, la Commissione Affari sociali della Camera è stata chiamata a riesaminare il disegno di legge di iniziativa popolare patrocinato dall’Anmic nel 2008 e depositato alla Camera dei Deputati con oltre 300.000 firme raccolte per iniziativa dell’Associazione. Si tratta di un provvedimento finalizzato ad estendere la maggiorazione delle pensioni di invalidità civile al 100%, oggi prevista a determinate condizioni economiche solo per gli ultrasessantenni, anche ai soggetti compresi nella fascia di età 18/60 anni. In tal modo si equiparerebbero finalmente le pensioni degli invalidi civili totali alle pensioni minime Inps.

Questi gli altri provvedimenti che l’associazione segue con attenzione: la proposta di legge interpretativa dell’articolo 14- septies del decreto legge 30/12/1979 n. 663 convertito nella legge n. 33/80 (Atto camera n. 538/2013), in materia di calcolo del limite di reddito per le pensioni degli invalidi civili totali 100% da riferirsi solo a quello del beneficiario e non anche del coniuge; la prroposta di legge per l’attribuzione dell’indennità di accompagnamento ai malati oncologici durante il periodo delle cure chemioterapiche e radioterapiche (Atto Camera n. 471/2013). Si tratta di un disegno di legge che mira a far riconoscere tale beneficio solo per il fatto di essere sottoposti a cicli di cure chemioterapiche e radioterapiche indipendentemente dall’accertamento dell’impossibilità di deambulare senza l’aiuto permanente di un accompagnatore o dal non essere in grado di compiere gli atti quotidiani della vita senza un’assistenza continua; la proposta di legge avente all’oggetto l’istituzione di un fondo per il sostegno delle persone con disabilità grave (Atto Camera n. 142/2013).

Si tratta di un provvedimento che tende a tutelare in modo specifico i soggetti con disabilità grave intellettiva, disabilità grave neuromotoria, handicap gravissimo attraverso il sostegno economico del nucleo familiare del soggetto disabile grave, la fornitura di ausili tecnologicamente avanzati, l’adozione di un protocollo personalizzato di presa in carico del soggetto disabile grave, l’adeguato sostegno psicologico e informativo dello stesso e della sua famiglia; la proposta di legge relativa alle persone affette da sindrome da talidomide (Atto Camera n. 263/2013). Il disegno di legge

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prevede il riconoscimento dell’indennizzo di cui alla legge 24 dicembre 2007 n. 244 ai soggetti affetti da sindrome da talidomide nelle forme dell’amelia, dell’eminelia della focomelia e della micromelia nati negli anni dal 1958 al 1966; la proposta di legge recante norme per la prevenzione, la cura e la riabilitazione delle persone affette da autismo e per l’assistenza delle loro famiglie (Atto Camera n. 143/2013).

(29 maggio 2013)

Fonte: RedattoreSociale.it

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SCUOLA

I BES TAGLIERANNO IL SOSTEGNO?

di Sara De Carli

Si scalda il clima sui BES-bisogni educativi speciali. Sul web i BES sono diventati "bisogna eliminare il sostegno". L'allarme è fondato? Due esperti dicono «no»

«Non ne parla nessuno. Ma per il prossimo anno scolastico c’è il rischio concreto di un drastico taglio agli insegnanti di sostegno. L’ultima eredita del ministro Profumo»: è questo l’incipit allarmante di un articolo che sta girando come una trottola sul web, provocando una valanga di commenti e reazioni. L’ho visto segnalato per la prima volta domenica da Cesare Moreno, lunedì l’ha commentato Dario Ianes: tanto per dire come sia arrivato a figure-simbolo della battaglia italiana per l’inclusione scolastica.

L’articolo mette sotto accusa i BES, introdotti dalla direttiva “Strumenti di intervento per gli alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica” , del 27 dicembre 2012. L’articolo chiude dicendo che «i genitori a volte sono restii e denunciare l’handicap, quelle problematiche che rientrano nei disturbi specifici dell’apprendimento quali dislessia, disgrafia, discalculia. Sarà gioco facile assecondarli. Far gravare sul collegio dei docenti questi problemi e ridurre la necessità degli insegnanti di sostegno. Continuare a togliere, anche posti di lavoro, dichiarando il contrario».

La preoccupazione in rete gira. Tant’è che i BES-bisogni educativi speciali si è tramutato (non si sa quanto ironicamente) in acronimo di “Bisogna Eliminare il Sostegno”.

Ma l’allarme è fondato? La risposta è netta sia per Moreno sia per Ianes: no. Su Facebook il maestro di strada che ha inventato Change e che continua a combattere la dispersione scolastica con un team rinnovato e ringiovanito di "maestri di strada" scrive che «Che i BES implicano il taglio al sostegno a me non sembra possibile e del resto lo stesso articolo non presenta alcuna argomentazione in proposito. I motivi di preoccupazione per me sono l’opposto, e cioé che l'etichetta BES invece di servire a sviluppare una didattica più attenta finisca per sancire delle 'impossibilità' tranquillizzanti. Ho linkato l'articolo proprio per evidenziare che in queste condizioni, quando una direttiva come questa genera interpretazioni del tutto opposte e perentorie da parte di persone abbastanza qualificate, significa che qualsiasi mossa è sbagliata se non si svelenisce l'aria».

Per Ianes «molti nella scuola come altrove amano il complottismo e le dietrologie, ma in questo caso non vedo alcuna intenzione di tagliare il sostegno». L’analisi di Ianes, anche in questo caso approfondita e condivisa su Facebook, dice che «un pregio della circolare è la valorizzazione pedagogica e didattica del consiglio di classe, che è chiamato a programmare una didattica strutturalmente più inclusiva e non solo a redigere quattro righe di PDP come adempimento fastidioso da passare al GLI che le passerà burocraticamente nel PAI. La sfida è molto impegnativa, ma è ora che sia data una spinta ad una corresponsabilizzazione vera e piena del consiglio di classe intero, senza deleghe al sostegno, come purtroppo accade spesso nei casi di disabilità».

(22 maggio 2013)

Fonte: Vita.it

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LAVORO

JOB DISABILI TORNA IN RETE E DIVENTA 2.0. L'IDEATORE: "AIUTIAMO L'INCONTRO FRA DOMANDA E OFFERTA"

Agenzia Lavoro Disabili diventa un vero e proprio portale, accessibile e volto a garantire con maggior efficacia l'incontro tra domanda e offerta di lavoro per persone con disabilità. E' Job Disabili: nuova veste grafica e accessibilità a 360 gradi. Daniele Regolo (ideatore del progetto): "Obiettivo, raggiungere il limbo di chi non viene mai chiamato"

ROMA - Un'intervista che lascia intendere un percorso ad ostacoli, ma fascinoso e affascinante nella sfida: dare alle persone con disabilità una piattaforma all'interno della quale orientarsi e orientare per trovare il posto di lavoro più vicino alle proprie esigenze fisiche e personali. Dopo il lancio del nuovo Job Disabili, trasformazione del più vecchio progetto "Agenzia Lavoro Disabili", Daniele Regolo, l'imprenditore non udente di Macerata, spiega a SuperAbile.it il percorso fin qui fatto e le aspettative per il futuro. Già premiato nel 2012 nell'ambito dell'Italian round della Global Social Venture Competition (Gsvc), premio internazionale ideato dalla Università di Berkeley per sviluppare idee imprenditoriali a forte rilevanza sociale e basso impatto ambientale, Job Disabili guarda al futuro con umiltà ma anche con ambizione. "La cosa più difficile - ha infatti spiegato Daniele Regolo - è stato garantire l'accessibilità del sito. La Legge Stanca, benché avanzata, non è applicata a pieno. Mancano buoni esempi cui affidarsi. La prima esperienza di Job Disabili non era pienamente accessibile. Mesi di lavoro per la seconda versione ci dicono quanto sia difficile l'accessibilità. Il punto di un buon sito non è la grafica, ma il suo funzionamento. La strada è questa: lo scopo infatti è quello di aiutare veramente l'incontro tra domanda e offerta di lavoro". "In termini di aspettative - ha poi continuato -, ci muoviamo dalla nostra prima esperienza: oltre 2.900 contatti di candidature personali e 70 aziende accreditate. L'aspettativa è quella di superare l'idea di un sito che sostituisca un Ufficio di collocamento:; vogliamo che Job Disabili diventi un punto di riferimento. Anche per il collocamento. Raggiungere, cioè, il limbo di chi non viene mai chiamato".

Ma cos'è Job Disabili e perché si arriva ad un'idea del genere è quello che ci ha sempre reso curiosi di questo progetto. "Job Disabili - ha spiegato Regolo - sintetizza tutte le mie esperienze fallimentari in tema di lavoro. Questo progetto ha dato sostanza a tutti i miei fallimenti: lavoravo in Asl a tempo indeterminato. Burocrazia, disinteresse, superficialità mi hanno collocato allo sportello. Io, non udente, allo sportello? Mi sono licenziato. La prima scelta adulta della mia vita. Sono diventato facilitatore e questo desidero essere. Job Disabili vuole facilitare appunto la vita di chi, a prescindere dalla disabilità, ha voglia di mettersi in gioco. Da disabile so quanto è difficile lavorare e farlo in ufficio, sia esso pubblico o privato: regole e procedure non aiutano a inserirsi".

"Nasciamo - ha poi concluso il giovane imprenditore marchigiano - con un finanziamento europeo. Oggi siamo una Srl. La squadra è in ampliamento, ma tutto funzionerà come un incubatore: i migliori professionisti con disabilità si adopereranno con noi per arrivare ad un obiettivo comune. Ovvero, insistere sulla qualità delle persone in quanto tali. Come del resto dice la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità: il cambio di visione è esemplare. E' l'ambiente a rendere le persone disabili. Aiutiamo dunque l'ambiente, in questo caso di lavoro, ad essere più accogliente e disponibile". (eb)

(7 maggio 2013)

Fonte: SuperAbile.it

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DISABILI: DAITA (CGIL), BENE GRASSO, ORA RISORSE PER POLITICHE INCLUSIVE

Roma, 9 maggio - “Un richiamo giusto e assolutamente condivisibile, che deve dare seguito a fatti e azioni concrete, a partire dallo stanziamento di risorse adeguate per favorire quel processo di inclusione dei disabili nella vita quotidiana che la crisi e le passate e scellerate politiche hanno reso sempre più difficile”. E' quanto afferma la responsabile nazionale dell'Ufficio politiche disabilità della Cgil Nazionale, Nina Daita, in merito alle parole pronunciate oggi dal presidente del Senato, Pietro Grasso, all'incontro con l'Associazione italiana persone down.

“Ringraziamo - prosegue la dirigente sindacale - il presidente del Senato a nome di tutte le lavoratrici e i lavoratori disabili che rappresentiamo: le sue parole rappresentano l'avvio della ricostruzione di un clima decisamente diverso da quello degli ultimi anni”. Parole però, aggiunge Daita, “che devono dare seguito ad azioni, a partire dal fatto che già nella prossima manovra ci siano congrue risorse economiche sui temi del lavoro a favore dei disabili che registrano livelli di occupazione decisamente bassi”.

Così come, continua, “bisogna intervenire sul fondo per l'inclusione dei lavoratori disabili la cui soppressione è stata un atto inqualificabile, innervato di un cinismo estremo. Una ferita da sanare al più presto perché alle persone con disabilità venga riconosciuto pienamente il loro insostituibile diritto di essere pienamente cittadini, protagonisti - conclude Daita - della costruzione del bene comune”.

(09 maggio 2013)

Fonte: Ufficio Stampa CGIL Nazionale

CGIL: ''BENE GRASSO, ORA RISORSE PER POLITICA INCLUSIVA''

Roma - "Un richiamo giusto e assolutamente condivisibile, che deve dare seguito a fatti e azioni concrete, a partire dallo stanziamento di risorse adeguate per favorire quel processo di inclusione dei disabili nella vita quotidiana che la crisi e le passate e scellerate politiche hanno reso sempre piu' difficile". E' quanto afferma la responsabile nazionale dell'Ufficio politiche disabilita' della Cgil Nazionale, Nina Daita, in merito alle parole pronunciate oggi dal presidente del Senato, Pietro Grasso, all'incontro con l'Associazione italiana persone down.

"Ringraziamo- prosegue la dirigente sindacale- il presidente del Senato a nome di tutte le lavoratrici e i lavoratori disabili che rappresentiamo: le sue parole rappresentano l'avvio della ricostruzione di un clima decisamente diverso da quello degli ultimi anni". Parole pero', aggiunge Daita, "che devono dare seguito ad azioni, a partire dal fatto che gia' nella prossima manovra ci siano congrue risorse economiche sui temi del lavoro a favore dei disabili che registrano livelli di occupazione decisamente bassi". Cosi' come, continua, "bisogna intervenire sul fondo per l'inclusione dei lavoratori disabili la cui soppressione e' stata un atto inqualificabile, innervato di un cinismo estremo. Una ferita da sanare al piu' presto perche' alle persone con disabilita' venga riconosciuto pienamente il loro insostituibile diritto di essere pienamente cittadini, protagonisti- conclude Daita- della costruzione del bene comune".

(09 maggio 2013)

Fonte: Agenzia DIRE

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TORNINO NELLE AGENDE PARLAMENTARI I DIRITTI DEI DISABILI

A dirlo – ed è un fatto decisamente degno di nota – è stato il presidente del Senato Grasso, durante l’incontro con le delegazioni di persone Down, provenienti da tutta Europa, nell’àmbito del Progetto “Think different Think Europe”, la cui prima tappa è in svolgimento a Roma. Plauso per le dichiarazioni di Grasso arriva anche dalla CGIL, che ora chiede però azioni concrete e risorse adeguate

Sempre nell’àmbito della prima tappa di Roma del Progetto Think different Think Europe, di cui ci stiamo occupando in questi giorni – evento di cui è capofila l’AIPD (Associazione Italiana Persone Down), che vede la partecipazione di ben settanta persone con sindrome di Down e caregiver, provenienti da dieci Paesi dell’Unione Europea – le varie delegazioni sono state ricevute a Palazzo Madama dal presidente del Senato Pietro Grasso, dopo avere avuto l’opportunità di visitare la prestigiosa sede istituzionale, di partecipare a una simulazione di voto e a una sorta di “gioco a quiz” sulla conoscenza dell’Unione Europea, dei suoi organismi e della sua politica. «Le attività che vi vedono coinvolti – ha dichiarato per l’occasione Grasso – hanno l’obiettivo di vedere accrescere il vostro sapere e la consapevolezza di essere cittadini d’Europa, con un bagaglio di potenzialità preziose per la società e che la società deve garantire nel diritto di espressione. È quindi nostro dovere, dovere delle Istituzioni, dare spazio alla vostra voce, alle vostre istanze e alle vostre esigenze». «Purtroppo – ha proseguito il Presidente del Senato – la risposta del mondo politico tarda ad arrivare. Non sempre, infatti, le istituzioni si sono dimostrate sensibili e capaci di valorizzare le persone con sindrome di Down». «Il mio auspicio – ha concluso – è che le Assemblee Parlamentari mettano nelle proprie agende il tema dei diritti delle persone con disabilità, per la loro promozione e il loro riconoscimento in ogni forma. Voi siete qui in rappresentanza di tutti i ragazzi con disabilità che non possono usufruire di questa occasione. Siate coscienti di quanto il vostro apporto e contributo sia prezioso e necessario. Le vostre idee, la possibilità di affermarle attraverso il diritto di voto, sono importanti». «È proprio sul tema del rendere effettivamente possibile l’esercizio del diritto di voto – ha dichiarato dal canto suo Anna Contardi, coordinatrice nazionale dell’AIPD – offrendo percorsi educativi e programmi comprensibili, che l’AIPD si sta battendo da anni e siamo particolarmente contenti della presenza del Presidente oggi, segno tangibile di una nuova attenzione delle Istituzioni e del riconoscimento della presenza delle persone con disabilità, cittadini tra i cittadini».

«Quello del Presidente del Senato – commenta Nina Daita, responsabile nazionale dell’Ufficio Politiche Disabilità della CGIL, allargando il “fronte” a tutte le persone con disabilità – è certamente un richiamo giusto e assolutamente condivisibile, che dovrà però dare seguito a fatti e azioni concrete, a partire dallo stanziamento di risorse adeguate per favorire quel processo di inclusione delle persone con disabilità nella vita quotidiana, che la crisi e le passate e scellerate politiche hanno reso sempre più difficile». «Ringraziamo quindi Pietro Grasso – aggiunge Daita – a nome di tutte le lavoratrici e i lavoratori con disabilità che rappresentiamo: le sue parole, infatti, rappresentano l’avvio della ricostruzione di un clima decisamente diverso da quello degli ultimi anni. Le sue parole, naturalmente, dovranno dare seguito ad azioni, a partire dal fatto che già nella prossima manovra vi siano congrue risorse economiche sui temi del lavoro a favore dei disabili che registrano livelli di occupazione a dir poco bassi». «E bisogna anche intervenire – conclude l’esponente sindacale – sul Fondo per l’Inclusione dei Lavoratori Disabili la cui soppressione è stata un atto inqualificabile, innervato di un cinismo estremo. Una ferita da sanare al più presto perché alle persone con disabilità venga riconosciuto pienamente il loro insostituibile diritto di essere pienamente cittadini, protagonisti della costruzione del bene comune». (S.B.)

(09 maggio 2013)

Fonte: Superando.it

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A BREVE LA CONFERENZA NAZIONALE SULLA DISABILITÀ: DOVRÀ VALIDARE IL PIANO D'AZIONE

La viceministra al Lavoro e alle Politiche Sociali, Cecilia Guerra, partecipa al Fand Day 2013 e si impegna a continuare il confronto con le associazioni avviato nella scorsa legislatura, ipotizzando di organizzare a breve la Conferenza nazionale prevista dalla Convenzione Onu. Pagano (Fand): "Le associazioni partecipino ai tavoli di lavoro"

ROMA - Associazioni e istituzioni devono lavorare insieme nell'interesse delle persone con disabilità: un primo appuntamento potrebbe essere la Conferenza nazionale sulla disabilità che la viceministra al Welfare Guerra si è impegnata a organizzarla al più presto. "Nell'esperienza condotta insieme finora - ha detto parlando alle associazioni della Fand nel corso del Fand Day 2013, tradizionale appuntamento nell'auditorium dell'Inail - ho maturato la convinzione che si possa fare un passo avanti solo con il confronto con le associazioni e le federazioni: un confronto a volte aspro, ma sempre all'insegna del rispetto e della condivisione di valori. Il mondo della disabilità è il primo mondo di cui la politica si dimentica: per questo credo che dobbiamo innanzitutto portare avanti il Piano d'azione avviato nella scorsa legislatura, che contiene una ricognizione dei diritti già riconosciuti: salute, lavoro, scuola, mobilità ecc. Uno dei miei primi impegni - ha assicurato - sarà quello di organizzare al più presto la Conferenza nazionale sulla disabilità, prevista dalla Convenzione Onu, che doveva svolgersi a febbraio ma che è stata rimandata a causa della crisi di governo. Avremo così la validazione del Piano e potremo procedere alla approvazione da parte del Consiglio dei ministri. Abbiamo difeso cose importanti - ha concluso Guerra - ma spero che ora possiamo andare oltre la difesa e il presidio: non sarà facile, a causa degli stretti vincoli familiari, ma personalmente sarò molto presente perché questo possa realizzarsi".

"La presenza di tutti i presidenti - aveva in precedenza affermato il presidente dell'Anmic e della stessa Fand, Giovanni Pagano - è segno di unità di intenti e condivisione di obiettivi, al di là delle differenze che distinguono le nostre sette associazioni". "Politiche per i disabili al bivio" è stato il tema scelto per l'incontro di quest'anno: e proprio la partecipazione attiva alla politica del Paese è una delle richieste emerse dai diversi interventi, insieme a un maggiore impegno economico nei confronti delle famiglie con disabilità. "Chiediamo che le risorse finanziarie destinate alla disabilità siano finalizzate e spese bene - ha detto Pagano - L'Anmic ha presentato una proposta di legge di iniziativa popolare alcuni anni fa: oggi chiediamo di essere auditi in commissione, per portare la nostra esperienza e la nostra conoscenza. Chiediamo quindi che le associazioni siedano al tavolo delle istituzioni, per portare avanti le istanze delle famiglie che rappresentano". (cl)

(15 maggio 2013)

Fonte:SuperAbile.it

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CONTO ALLA ROVESCIA PER L'ASSEGNAZIONE DEL 2° DIVERSITY&INCLUSION AWARD

di Carmen Morrone

Torna a Milano il Career Forum Diversitalavoro - giunto alla sua 11^ edizione - che si terrà il 5 giugno dalle 10 alle 16. In visita una delegazione del ministero del Lavoro svedese per introdurre anche nel Paese scandinavo un progetto ispirato a Diversitalavoro.

Diversitalavoro è un career forum unico nel suo genere che dal 2007 ha come obiettivo quello di favorire l’incontro tra le persone con disabilità, appartenenti alle categorie protette, di origine straniera e transgender e le aziende che offrono opportunità di lavoro. Il forum si terrà alla Banca Popolare di Milano (ingresso via San Paolo 12, Sala delle Colonne).

Le imprese che, al momento, hanno confermato la loro adesione: A2A, ABB, Allianz, Agusta Westland, Allianz, Apple, Arval, Gruppo BNP Paribas, Banca Popolare di Milano, BNL Gruppo BNP Paribas, Bosch, Danone, Edison, EMC2, Eni, Ernst & Young, Henkel, H3G, Hilti, JT International Italia, IBM, Intesa Sanpaolo, L’Oréal, Mazars, Mapei, Michelin Italiana, Mondelez International, Pirelli, Reale Mutua Assicurazioni, Roche, Terna, TXT E-Solutions. L’elenco delle aziende aderenti è in continuo aggiornamento.

In occasione dell’edizione milanese 2013 del Career Forum, verrà consegnato il Diversity&Inclusion Award alle imprese che nel 2012 hanno concluso l’inserimento nella propria azienda di persone incontrate durante Diversitalavoro. Dalla sua istituzione - avvenuta nel 2012 - il Premio è stato assegnato a 7 imprese: ABB, Allianz, Banca Popolare di Milano, IBM, Intesa Sanpaolo, Michelin Italia, Roche.

Mercoledì alla kermesse parteciperà anche una nutrita delegazione di Arbetsförmedlingen – agenzia governativa svedese impegnata nel favorire l’occupazione, con oltre 320 uffici e 12.000 dipendenti – raggiungerà Milano per proseguire lo studio della best practice Diversitalavoro e per introdurla anche nel proprio territorio.L’Agenzia intende organizzare la prima edizione svedese di Diversitalavoro a Stoccolma in autunno.

CHI E' Diversitalavoro è un progetto promosso da UNAR (Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale), Fondazione Sodalitas, People e Fondazione Adecco per le Pari Opportunità. Tre volte all’anno le aziende partecipanti al progetto hanno l’opportunità di incontrare i candidati selezionati in base ai profili richiesti. Diversitalavoro nel 2013 è arrivato per la prima volta a Napoli (28 febbraio) ed oltre a Milano sarà anche a Roma (26 novembre).

(30 maggio 2013)

Fonte: Vita.it

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EUROPA

ONU, EMERGENZE: L'IMPEGNO DI CBM PER INCLUDERE LE PERSONE DISABILI NELLA GESTIONE DEI RISCHI

Presentati a Ginevra 11 casi esemplari di gestione delle emergenze con la partecipazione attiva delle persone con disabilità, attraverso i piani di risposta alle calamità. L'Oms: oggi i disabili sono un miliardo, circa il 15% della popolazione mondiale

ROMA - Le persone con disabilità sono spesso trascurate nel ciclo di gestione delle catastrofi, in particolar modo durante le operazioni di soccorso. Ancora non vengono considerate come attori importanti nella prevenzione delle calamità, nonostante siano i primi e i più esposti tanto alle calamità quanto ai conflitti. Da questa considerazione l'impegno di Cbm Italia onlus (ong che si prefigge di sconfiggere le forme evitabili di cecità e di disabilità fisica e mentale nei Paesi più poveri del mondo) per "una gestione delle emergenze che riesca a mettere in sicurezza le persone e ridurre la vulnerabilità di quelle più esposte a disastri quali le alluvioni, i sismi o i cicloni". Grazie ai Piani di riduzione dei rischi (Drr), promossi dai governi locali e dagli organismi internazionali, i pericoli possono essere ridotti e soprattutto può essere rafforzata la capacità della comunità di reagire alle calamità. Il tema è stato affrontato nei giorni scorsi a Ginevra alla conferenza "Global Platform for Disaster Risk Reduction", a cui Cbm ha partecipato.

Oggi le persone con disabilità sono un miliardo, circa il 15% dell'intera popolazione mondiale (dati Oms 2011). La Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità - articoli 11 e 32 - evidenzia che le persone con disabilità devono beneficiare e partecipare alle operazioni di soccorso ed essere soggetti attivi nella definizione di strategie per la riduzione del rischio catastrofi. A Ginevra è stata presentata una pubblicazione che presenta 11 casi rappresentativi di gestione delle emergenze con la partecipazione attiva delle persone con disabilità, attraverso i piani di risposta alle calamità. Grazie a queste testimonianze, è stato ribaltato lo stereotipo delle persone con disabilità come vittime inermi ed è stato invece dimostrato che possono essere soggetti efficaci nel cambiare questo sistema di esclusione. Le loro voci sono state introdotte per dimostrare che, con il sostegno dei governi e delle organizzazioni umanitarie, l'inclusione è possibile.

Tra i casi presentati, quello che ha coinvolto, in Kenya, Nairobi e il territorio circostante: un progetto di riabilitazione su base comunitaria ha assistito 73.406 persone con disabilità fisica e 1.246 persone con disabilità uditiva, mentre 1.688 persone hanno beneficiato dei servizi per l'avvio di microimprese, avviamento al lavoro e microcredito individuale o per gruppi. Altro caso significativo quello della Tanzania, dove a Dar es Salaam e territorio limitrofo l'ospedale ha condotto 82.589 visite per problemi alla vista sia presso l'ospedale che tramite unità mobili oftalmiche, 4.832 operazioni oftalmiche (di cui 3.596 di cataratta) e sono stati somministrati 375 trattamenti con antibiotici. Sono stati distribuiti 14.600 paia di occhiali e 80 ausili alla vista per ipovedenti; 12.022 persone sono state sottoposte a visite ortopediche sia presso l'ospedale che tramite unità mobili, sono stati distribuiti 727 protesi, ortesi ortopediche ed altri ausili alla mobilità. Un totale di 2.393 persone, di cui il 99% bambini, hanno beneficiato di sessioni di fisioterapia, manipolazioni per il piede torto ed altre terapie ortopediche. Inoltre, 2.627 persone sono state indirizzate verso altri centri specializzati. In totale, 767 persone con disabilità hanno beneficiato di corsi speciali, tra cui linguaggio dei segni e sensibilizzazioni sui diritti del bambino. Inoltre, 1.326 genitori e familiari sono stati formati su tematiche relative alla disabilità. Non basta: sono state coinvolte 373 persone nei gruppi di auto-aiuto, 4.276 persone hanno beneficiato di assistenza (intervento precoce, orientamento e mobilità, terapia occupazionale, formazione a genitori e familiari di persone con disabilità, ecc.), 45 persone con disabilità hanno ricevuto supporto per

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l'avvio di una microimpresa e 69 persone hanno beneficiato di formazione professionale. Importante l'aspetto formativo: sono stati formati 28 operatori di riabilitazione, 6 oftalmologi e 2 infermiere di oftalmologia. In Uganda, nella periferia di Kampala, nel 2011 sono seguiti 382 bambini disabili con corsi speciali di Braille ed abaco-cubaritmo e corsi regolari scolastici di lettura e matematica; formazione scolastica primaria e materiali sono stati offerti a 157 bambini con disabilità uditiva e 8 con disabilità multipla, formazione pre-scolare a 30 bambini con disabilità uditiva.

"Le persone con disabilità non sono ancora considerate come membri attivi durante le emergenze - ha detto a Ginevra Valerie Scherrer, responsabile di Cbm per le emergenze -: questa pubblicazione spiega come le organizzazioni internazionali e i governi possono includere concretamente le persone con disabilità nei loro progetti, per non lasciare nessuno indietro". (ep)

(27 maggio 2013)

Fonte: SuperAbile.it

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EUROPEAN DISABILITY FORUM AD ATENE: “CHIEDIAMO UNA VIA SOCIALE PER USCIRE DALLA CRISI”

L’assemblea generale chiusa ieri in Grecia si è concentrata sulla situazione delle persone con disabilità e la crisi. Ribadito come “La crisi non dovrebbe portare via le conquiste che abbiamo fatto in questi anni”

ROMA – E’ stata concentrata sulla situazione delle persone con disabilità e la crisi, l’assemblea generale annuale dell’European disabillity forum tenutasi fino a ieri ad Atene. Due giornate in cui centinaia di rappresentanti di organizzazioni affiliate di tutta l’Unione hanno anche parlato dell’attuazione della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità e rinnovato gi organi sociali del Forum con la rielezione di Yannis Vardakastanis come presidente (del muovo comitato esecutivo fanno parte anche Gunta Anca dal Consiglio nazionale lettone e Donata Vivanti di Autism Europe come vicepresidenti, Rodolfo Cattani dell'Unione europea dei ciechi come segretario e Pat Clarke della Federazione irlandese dei disabili come tesoriere).

Le proposte per uscire dalla crisi. Il movimento dei disabili ad Atene ha focalizzato sulla “dimensione sociale” dell'Unione chiamando i leader europei ad un “piano strategico per uscire dalla crisi e rilanciare la crescita e l'inclusione sociale per le persone con disabilità”, perché “la partecipazione dei cittadini è la base essenziale della democrazia e di uno sviluppo sostenibile della società”. In particolare, queste le proposte: la revisione e lo sviluppo di nuove strumenti di politica con particolare attenzione alle persone con disabilità, investimenti a lungo termine per misure sociali di partecipazione e di vita indipendente come ad esempio la casa, la salute, l'educazione e l'occupazione; effettuare investimenti sull’accessibilità, le infrastrutture e i servizi, progettare l’ambiente in modo che possa agevolare la creazione di nuovi posti di lavoro e aumentare la crescita economica. Ancora, lo sviluppo di programmi nazionali di riforma nell'ambito della politica e proposte legislative per l'inclusione delle persone con disabilità nel lavoro, l'istruzione e “la loro piena partecipazione alla società come cittadini su base di uguaglianza”, coinvolgendo le organizzazioni di persone con disabilità nel processo di sviluppo di programmi nazionali di riforma. L’assemblea ha anche rivolto raccomandazioni specifiche ai singoli Paesi per il miglioramento della situazione delle persone con disabilità: l’assegnazione di finanziamenti sufficienti per le attuali sfide sociali e dei diritti umani, assicurare che il bilancio dell'Ue non produrrà ulteriori barriere per le persone con disabilità.

Il presidente del movimento, Yannis Vardakastanis, ha ricordato che “in tutti questi anni il movimento dei disabili europei ha goduto di grandi conquiste che hanno aperto la strada verso un epoca migliore per le persone con disabilità. Oggi, in tempi di crisi, la sfida è più grande che mai. Anche quando la crisi è finita, le ripercussioni saranno ancora con noi per molti anni. L’Europa deve garantire che i diritti fondamentali delle persone con disabilità siano protetti, e un modo sociale per uscire dalla crisi si trova. La crisi non dovrebbe portare via le conquiste che abbiamo fatto in questi anni. E il movimento dei disabili è qui unito e con una sola voce per ricordare ai leader europei – ha concluso citando la Convenzione Onu per i diritti dei disabili - che nulla può essere deciso su di noi senza di noi”.

(27 maggio 2013)

Fonte: RedattoreSociale.it

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CITTÀ ACCESSIBILI D’EUROPA: CI SARÀ SPAZIO PER L’ITALIA?

È lecito – purtroppo – dubitarne, alla luce dei precedenti risultati dell’“Access City Award”, riconoscimento assegnato dalla Commissione Europea alle città più accessibili del continente, che negli anni scorsi non ha mai riguardato i centri urbani del nostro Paese, nemmeno per menzioni o riconoscimenti speciali. La quarta edizione del Premio è stata lanciata nei giorni scorsi da Viviane Reding, vicepresidente della Commissione Europea

«Invito le città di tutta Europa a partecipare e a condividere idee per rendere la vita urbana più accessibile a tutti. Se avete profuso energie e impegno per migliorare l’accessibilità, la vostra città può diventare un esempio e una fonte di ispirazione per altri. Continuiamo a lavorare assieme per rendere più facile la vita dei cittadini dell’Unione Europea». Con queste parole, nei giorni scorsi, Viviane Reding, vicepresidente della Commissione Europea e Commissario per la Giustizia, i Diritti Fondamentali e la Cittadinanza, ha lanciato la quarta edizione dell’Access City Award, riconoscimento annuale destinato alle città con almeno 50.000 abitanti, che maggiormente si impegnano per fornire un ambiente accessibile a tutti e, in particolar modo alle persone con disabilità e agli anziani. L’accessibilità, del resto, è uno dei pilastri della S trategia dell’Unione Europea sulla Disabilità 2010-2020, che mira a creare un’Europa senza barriere per tutti, un continente che – va sempre ricordato – annovera oggi circa 80 milioni di cittadini con disabilità, destinati sempre più a crescere, alla luce del progressivo invecchiamento della popolazione. E far sì che tutti abbiano accesso ai trasporti, agli spazi e ai servizi pubblici, alle tecnologie, è una vera e propria sfida, per l’Unione Europea, le cui Istituzioni sono pienamente consapevoli – in linea con la Convenzione ONU sui Diritti delle persone con Disabilità – che fornire accessibilità comporta pure vantaggi economici e sociali e contribuisce alla sostenibilità e all’inclusione nelle aree urbane. La selezione su cui si articolerà il concorso avverrà anche quest’anno in due fasi, con un primo passaggio nazionale, seguita da quello finale a livello europeo, ove una giuria formata da esperti in materia di accessibilità – tra cui alcuni rappresentanti dell’EDF (European Disability Forum) – sceglierà tra i candidati nazionali un massimo di quattro finalisti che parteciperanno alla cerimonia di premiazione a Bruxelles, coincidente con la conferenza per la Giornata Europea delle Persone con Disabilità, il 3 e 4 dicembre. Tra i criteri che verranno presi in considerazione, vi saranno la coerenza e la sistematicità nell’attuare azioni rivolte all’accessibilità di beni, servizi e infrastrutture. Le varie candidature, perciò (ammesse entro il 20 settembre), saranno esaminate alla luce del rispettivo approccio integrato all’interno di quattro aree fondamentali: Architettura e spazi pubblici; Trasporti e relative infrastrutture; Informazione, comunicazione e nuove tecnologie; Strutture e servizi pubblici. La giuria, inoltre, presterà particolare attenzione all’impatto di misure riguardanti l’accessibilità sulla vita quotidiana delle persone con disabilità e sulle città nel loro insieme, tenendo conto della qualità e della sostenibilità dei risultati ottenuti. I centri urbani dovranno infine dimostrare il coinvolgimento attivo delle persone con disabilità e delle organizzazioni che le rappresentano nella pianificazione e nell’attuazione delle politiche di accessibilità. Uno sguardo agli anni passati, in conclusione, ovvero alle prime tre edizioni del Premio, dalle quali, purtroppo, risultano del tutto assenti le città del nostro Paese, come avevamo già avuto modo di rilevare qualche tempo fa. Infatti, dopo l’avvio nel 2010, quando l’Access City Award andò alla città spagnola di Ávila, successivamente la vittoria è stata assegnata a Salisburgo (Austria) e a Berlino (Germania). Lo scorso anno, inoltre, le altre due finaliste sono state Nantes (Francia) e Stoccolma (Svezia), con riconoscimenti speciali a Pamplona (Spagna), per l’architettura e gli spazi pubblici, Gdynia (Polonia) per i trasporti e le relative infrastrutture, Bilbao (Spagna) per l’informazione e la comunicazione – incluse le nuove tecnologie – e Tallaght (Irlanda) per le strutture e i servizi pubblici. Sarà quest’anno la volta buona, per una città italiana, almeno per ottenere una menzione? (S.B.)

(28 maggio 2013)

Fonte: Superando.it

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VARIE

CONCERTO DEL PRIMO MAGGIO, CON SILVESTRI L'APPLAUSO DELLA PIAZZA IN LINGUA DEI SEGNI

Con l'artista sul palco ragazzi di Radio Kaos. Da piazza San Giovanni "l'applauso più grande che sia mai stato fatto nella lingua italiana dei segni"

ROMA - Tanti e soddisfatti i commenti di chi, udente e non, ha scritto in rete dopo l'esibizione di ieri sera di Daniele Silvestri al concerto del Primo Maggio, da piazza san Giovanni a Roma. Durante l'interpretazione del brano che ha portato anche a San Remo, "A bocca chiusa", con lui sul palco c'erano ragazzi di Radio Kaos, la prima radio ideata e realizzata da non udenti. Sono stati loro, insieme all'interprete Lis che dall'Ariston accompagna l'artista, a interpretare la canzone nella lingua italiana dei segni. Alla fine dell'esibizione, Silvestri rivolgendosi al pubblico ha invitato a chiudere solo per un attimo gli ombrelli per applaudire tutti, braccia alzate e mani in movimento, nel linguaggio dei segni, per "l'applauso in Lis più grande che sia mai stato fatto". Silvestri ha concluso con secondo invito: "Andate a firmare la petizione per rendere la Lis qualcosa di ufficiale. Il nostro Paese è indietro anche in questo. Si tratta di un piccolo passo che rende tante persone non più isolate".

(2 maggio 2013)

Fonte: SuperAbile.it

LA MEMORIA DEI NON VEDENTI Le persone affette da cecità sin dalla nascita hanno una capacità mnemonica migliore degli altri. E' quanto conclude uno studio condotto in Inghilterra e pubblicato nel Journal of Behavioral Brain Research.

Le persone affette da cecità sin dalla nascita hanno una capacità mnemonica migliore degli altri. E' quanto conclude uno studio condotto in Inghilterra e pubblicato nel Journal of Behavioral Brain Research, che ha coinvolto persone con cecità congenita, quelle colpite da quest'infermità col passare degli anni e persone con normali capacità visive. il primo step del test consisteva nel sottoporle all'ascolto di una serie di parole semanticamente collegate l'una all'altra, facenti capo a un vocabolo-chiave. Successivamente, è stato chiesto loro di ricordare le parole. I risultati hanno provato che i partecipanti senza problemi di vista ricordavano un numero inferiore di termini rispetto agli altri due gruppi, specialmente rispetto al primo. In più, con una percentuale maggiore di errori. I non vedenti, invece, hanno dimostrato di aver memorizzato molti più vocaboli, così come la parola chiave. La maggior plasticità cerebrale di coloro affetti da questa forma di disabilità spiega performance più soddisfacenti nelle capacità di memorizzazione.

(2 maggio 2013)

Fonte: SuperAbile.it

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“I FANTASTICI 15”: LA PRIMA REDAZIONE GIORNALISTICA DI RAGAZZI CON AUTISMO

Progetto pilota del Centro autismo di Marzana (Verona). L'ambizione è diventare un magazine con distribuzione nazionale in abbonamento. Il 10 maggio presentazione alla stampa

ROMA - Un punto di vista non consueto, per “far conoscere e far capire”. E’ quello proposto da “I fantastici 15”, un giornale “atipico”, che “non rispetta le regole redazionali, ma è lasciato alla libera scelta dei redattori” che saranno tutti ragazzi con autismo. L’idea è della Ulss 20 di Verona, in particolare del Centro autismo di Marzana (Neuropsichiatria infantile di Verona) diretto dal professor Maurizio Brighenti con la dottoressa Anna Franco. “La comunicazione si conferma essere una funzione fondamentale nella vita di ogni essere umano e si può esprimere attraverso un 'giornale' cartaceo, attraverso l’abilità di scrittura e quella iconografica”, si legge nel progetto, esperimento apripista nel suo genere in Italia avviato da qualche mese. I redattori coinvolti nell’iniziativa sono innanzitutto preadolescenti (anni 11-14) e adolescenti (15-18) con autismo. Saranno liberi di esprimersi attraverso un loro linguaggio e di scegliere i contenuti a loro più cari e congeniali” viene spiegato. “Sarà previsto un affiancamento di figure professionali per facilitare il compimento di tali obiettivi”. Così, “accanto alla redazione, composta esclusivamente da ragazzi con disturbi dello spettro autistico, sarà costituito un comitato editoriale composto da operatori e professionisti con il compito di coadiuvare la redazione assicurandole la massima autonomia e autorevolezza nella stesura del giornale e di farsi garante che, dal punto di vista economico-finanziario, tutte le risorse siano esclusivamente destinate alle finalità previste dal progetto”.

Comunicare agli altri i propri pensieri ottiene alcuni importanti risultati nei soggetti con autismo, viene spiegato dal Centro autismo veronese: primo fra tutti, quello di “sviluppare una auto-consapevolezza dei processi comunicativi in una relazione tra i pari e con il mondo esterno”. La redazione si incontrerà tutte le settimane il lunedì dalle 17.45 alle 19.00 presso il Centro di ricerca, diagnosi, cura per l’autismo di Verona.

Spiega Toti Naspri, giornalista professionista e direttore responsabile della nuova testata: “Il progetto ha l'ambizione, trovando le risorse necessarie, di diventare un magazine con distribuzione nazionale in abbonamento”. Intanto il 10 maggio il progetto dei “Fantastici 15” sarà presentato alla stampa con una conferenza che si terrà presso il Centro autismo di Verona. E tra qualche giorno sarà visitabile il pdf del giornale dal sito http://www.doctorhome.eu/.

(02 maggio 2013)

Fonte: RedattoreSociale.it

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TOMMASO DANIELE GUIDA ALLA CONOSCENZA DELLA NUOVA BANCONOTA DA 5 EURO

di Carmen Morrone

Il presidente dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti spiega le caratteristiche di accessibilità e racconta l'apporto alla nuova emissione da parte dell'Unione Europea Ciechi

«Ciò che più ci interessa sottolineare è che, anche nell’emissione della seconda serie dei biglietti in euro, si è tenuto conto delle nostre speciali esigenze. Un lavoro che è stato portato avanti dalla European Blind Union – EBU», considera Tommaso Daniele, presidente dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti.

«Il partenariato con l'Unione Europea Ciechi, che rappresenta 7 milioni di non vedenti e di ipovedenti in Europa, è stato lungo e fruttuoso. La progettazione grafica delle nuove banconote e monete, che si avvale delle caratteristiche di autentificazione più avanzate, prende in considerazione le particolari esigenze dei non vedenti e degli ipovedenti. L'utile input fornito dall'EBU si è basato sul principio che "buone caratteristiche di progettazione per i minorati della vista significano una buona progettazione per tutti», aggiunge Daniele.

Rispetto alla prima serie, la banconota da 5 euro presenta novità interessanti: per gli ipovedenti il valore è stato realizzato in carattere ingrandito, per i non vendenti, sul bordo del foglio ci sono trattini a lisca di pesce, realizzati in rilievo.

In particolare, Tommaso Daniele spiega le caratteristiche di accessibilità. «Per facilitare gli ipovedenti, sul fronte delle banconote, le cifre, che indicano il valore in euro dei biglietti, sono state realizzate a dimensioni ingrandite. Inoltre i biglietti di taglio vicino come i 10 e i 20 euro, hanno colori contrastanti. I 5 euro sono grigi, i 10 euro rossi e i 20 euro blu».

«Per agevolare i non vedenti, le banconote avranno dimensioni diverse, a seconda del taglio. Recano marcate a rilievo le cifre che ne indicano il valore. Come ulteriore ausilio, lungo i bordi delle banconote sono impressi, in tutti i tagli della seconda serie, degli elementi a rilievo, percepibili al tatto».

(2 maggio 2013)

Fonte: Vita.it

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L’APPROCCIO BIOETICO ALLE PERSONE CON DISABILITÀ

Si chiama così, e arriva dalla Repubblica di San Marino, il primo documento al mondo approvato da un Comitato Nazionale di Bioetica, costruito sui principi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, tramite un approccio bioetico radicato sui diritti umani, che sposta totalmente il baricentro dalla disabilità in sé alla persona con disabilità

Si era già distinta, all’inizio del 2008 (come si può vedere dall’elenco pubblicato in calce), per avere ratificato, tra i primi, la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità e il Protocollo Opzionale di quest’ultima. Ora la Repubblica di San Marino risulta anche come il primo Stato al mondo il cui Comitato Nazionale di Bioetica abbia prodotto un documento denominato L’approccio-bioetico alle persone con disabilità. Presentato ufficialmente nei giorni scorsi e già anticipato in precedenza al 5° Simposio Internazionale di Bioetica dell’Università di Strasburgo, l’importante testo si compone di una premessa, di nove capitoli, di un glossario con bibliografia e di alcuni allegati, caratterizzandosi per l’esplicitazione e l’esemplificazione dei principi della Convenzione ONU, attraverso l’analisi di casi concreti di violazione dei diritti umani delle persone con disabilità, spaziando su temi come i test prenatali e la consulenza genetica, l’eutanasia, i nati prematuri, il consenso informato, il rispetto della vita privata e della sessualità, la qualità della vita e molto altro ancora. «Nell’aprile 2011, a poche sedute dal suo insediamento, il Comitato Sammarinese di Bioetica (CSB) ha deliberato di intraprendere una organica riflessione sul tema della disabilità, argomento di particolare complessità e delicatezza». Si apre così la presentazione del documento, firmata da Luisa Maria Borgia, vicepresidente del Comitato Sammarinese di Bioetica, che prosegue scrivendo: «Tale scelta è stata dettata dalla constatazione che la disabilità è stata finora poco presente nel panorama bioetico mondiale, in particolare nei documenti dei numerosi Comitati Nazionali di Bioetica, e dalla consapevolezza che l’attuale contesto internazionale necessiti di una approfondita valutazione, a poco più di sei anni dall’approvazione della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. […] Consapevole del grande valore culturale e bioetico della Convenzione ONU, il CSB ha deciso di produrre un documento che affrontasse il tema della disabilità proprio a partire da tale Carta, elaborando la propria riflessione e argomentazione intorno ai principi in essa stabiliti, principi che hanno ispirato anche le modalità di lavoro e la struttura stessa del documento». «Desidero innanzitutto evidenziare -prosegue Borgia – l’impostazione innovativa del documento, il cui approccio bioetico si radica nei diritti umani, superando ogni altra impostazione precedente basata sui modelli assistenziali o medico-riabilitativi e spostando il baricentro dalla disabilità in sé alla persona con disabilità, la cui dignità umana viene riconosciuta in quanto soggetto titolare di diritti umani. Il titolo del documento sintetizza efficacemente questa impostazione. Una seconda caratteristica del documento consiste nello sforzo compiuto dal CSB di esplicitare ed esemplificare i princìpi della Convenzione attraverso l’illustrazione di casi concreti al fine di rendere più fruibile la riflessione al lettore, assolvendo così a uno dei mandati cui il Comitato Sammarinese di Bioetica tiene particolarmente: la promozione di una corretta informazione e sensibilizzazione dell’opinione pubblica su tematiche bioetiche, nell’ambito della promozione dei diritti della persona umana». «Infine – conclude Borgia -, è doveroso sottolineare come nella stessa stesura del documento il CSB ha ottemperato alla prescrizione della Convenzione ONU a tutti gli Stati Parti di operare in stretta consultazione e di coinvolgere attivamente le persone con disabilità attraverso le loro organizzazioni rappresentative (art. 4 – Obblighi generali). Pertanto il gruppo di lavoro è stato coordinato dalla scrivente in sinergia con il dottor Giampiero Griffo, esperto esterno del CSB e membro del Consiglio Mondiale di Disabled People’s International [grassetti nostri nelle citazioni, N.d.R.]».

(3 maggio 2013)

Fonte: Superando.it

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SETTANTA PERSONE DOWN E CAREGIVERS A ROMA DA DIECI PAESI EUROPEI

Quattro giorni, dal 7 al 10 maggio, per i partecipanti al progetto europeo “Think different Think Europe”: affrontati i temi della partecipazione politica e della consapevolezza. Fra gli appuntamenti anche l’incontro con Pietro Grasso

ROMA – Dieci delegazioni di persone con sindrome di Down e altre disabilità intellettive provenienti da dieci paesi europei a confronto per quattro giorni a Roma sul tema della cittadinanza europei e dei diritti ad essa collegati. Si chiama “Think different Think Europe” il progetto europeo è la prima tappa di un'iniziativa finanziata dalla Comunità Europea nell'ambito di Europe for Citizens: dal 7 al 10 maggio si affronteranno i temi della partecipazione politica e della consapevolezza delle proprie opinioni, oltre al modo di poterle esercitare attraverso il diritto di voto e la conoscenza dell’Europa come istituzione. Capofila dell’evento è l’Aipd, l’associazione italiana persone down.

Nella capitale sono attese oltre 70 persone fra disabili e caregivers: dieci i paesi coinvolti. Sono Croazia, Francia, Irlanda, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Romania, Spagna, Ucraina e Ungheria. Diverse le tappe della quattro giorni: i partecipanti ascolteranno le testimonianze di quattro persone con sindrome di Down che in Italia, Irlanda, Spagna e Ucraina hanno già fatto esperienza di partecipazione politica e da questo incontro prenderanno il via i lavori. Momenti significativi saranno la realizzazione presso Radio Vaticana di dieci interviste per le redazioni delle lingue dei partecipanti, l’incontro con i rappresentanti della sede del Parlamento europeo a Roma, e l’incontro con il Presidente del Senato della Repubblica, Pietro Grasso, a Palazzo Madama.

L’attività delle varie giornate sarà scandita da un fitto programma di confronti, realizzati attraverso quiz e giochi a tema, che permetteranno di superare le difficoltà linguistiche e di momenti di discussione, con l’aiuto di traduttori che accompagnano le varie delegazioni. Alla fine dei 4 giorni di lavori i partecipanti esprimeranno i loro desideri e i loro bisogni rispetto a quanto l’Europa può fare per loro. Tale sintesi sarà presentata al rappresentante del programma europeo Europe for Citizens e sarà materiale di confronto nella seconda fase del progetto Think different, Think Europe, che si terrà a Parigi nel mese di novembre con i leader delle principali associazioni europee per la sindrome di Down.

(06 maggio 2013)

Fonte: RedattoreSociale.it

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GIROLAMO DIGILIO È IL NUOVO PRESIDENTE DELL'UNASAM

Sarà lui a guidare le associazioni dei familiari che lottano contro la discriminazione delle persone che vivono l'esperienza della sofferenza mentale. L'Unasam ha inviato una lettera aperta a Laura Boldrini, denunciando lo stato dei servizi di salute mentale in Italia

ROMA - L'Unasam (Unione nazionale delle associazioni per la salute mentale) ha un nuovo presidente: si chiama Girolamo Digilio, è medico, docente e primario di clinica pediatrica dell'Università "La Sapienza" di Roma. Già vicepresidente dell'Unasam, è stato eletto per acclamazione dall'assemblea straordinaria e dal consiglio direttivo, che ha nominato Antonella Barbagallo nuova vicepresidente e confermato Giancarlo Castagnoli segretario tesoriere. "Prosegue l'impegno delle associazioni dei familiari che lottano contro la discriminazione delle persone che vivono l'esperienza della sofferenza mentale - scrive in una nota l'Unasam - Obbiettivo principale è il riconoscimento alle persone della propria dignità, libertà, e del diritto a guarire e vivere come tutti nella società".

Nei giorni scorsi, l'unione ha inviato una lettera alla presidente della Camera dei Deputati Laura Boldrini., denunciando lo stato dei servizi di salute mentale in Italia e "la costante violazione dei diritti umani delle persone che vivono l'esperienza della sofferenza mentale e invita il mondo della politica a considerare la salute mentale come bene primario da tutelare".

(6 maggio 2013)

Fonte: SuperAbile.it

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OMOSESSUALITÀ, BISESSUALITÀ E DISABILITÀ: QUALCOSA CAMBIA?

È quanto si propone di verificare, con una nuova ricerca, la stessa équipe che nel 2007 aveva condotto un’indagine analoga, rimasta purtroppo l’unica del genere nel nostro Paese. Il questionario anonimo on-line, strumento dello studio, si rivolge questa volta non solo alle persone gay, lesbiche e bisessuali con disabilità, ma anche ai professionisti che le assistono. Lo si può compilare entro il 19 maggio

Avevamo dato ampio spazio, a suo tempo, all’interessante ricerca coordinata da Arcigay, in occasione del 2007, Anno Europeo delle Pari Opportunità per Tutti, con la collaborazione del Centro Bolognese di Terapia della Famiglia e del Centro Documentazione Handicap del capoluogo emiliano. Si trattava dell’indagine intitolata Abili di cuore. Omo-disabilità: quale rapporto tra omosessualità e disabilità?, che aveva raccolto la storia di vita di venticinque persone gay e lesbiche con disabilità in undici Regioni italiane. «Purtroppo – come sottolinea la psicoterapeuta Priscilla Berardi, una delle promotrici di quell’iniziativa – finora si è trattato anche dell’unica ricerca del genere nel nostro Paese e quindi si rende quanto meno necessario, a distanza di sei anni, cercare di capire se la situazione è cambiata e se le persone gay, lesbiche e bisessuali con disabilità fisiche e/o sensoriali vivano tuttora una doppia negazione».

È nata dunque da questa volontà la nuova ricerca – coordinata da un’équipe comprendente oltre a Berardi, anche l’educatrice Ambra Guarnieri e il sociologo Raffaele Lelleri – che questa volta, allo scopo di fotografare tale realtà a tutto tondo, ha deciso di rivolgersi non solo alle persone gay, lesbiche e bisessuali con disabilità, ma anche ai professionisti (operatori sanitari, assistenziali, educativi o del benessere psicologico), che quotidianamente assistono e aiutano le persone con disabilità stesse. «A loro – spiegano Guarnieri e Lelleri – desideriamo chiedere quale approccio abbiano nei confronti delle sessualità e quali strumenti ritengano necessari per sostenere i propri pazienti e assistiti».

Strumento dello studio è un questionario anonimo on-line, che tutti gli interessati possono compilare (in circa venti minuti) entro il 19 maggio. I risultati dell’indagine, poi, verranno presentati il 5 e 6 giugno al convegno intitolato Per una disabilità sostenibile, organizzato a Napoli dall’Università Federico II. (S.B.)

(09 maggio 2013)

Fonte: Superando.it

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FAND DAY, LE POLITICHE PER I DISABILI “SONO AD UN BIVIO”

Tradizionale appuntamento per le associazioni aderenti alla Fand che si riuniscono a Roma il prossimo 15 maggio per confrontarsi sulle proposte adatte a scongiurare i “crescenti rischi di esclusione sociale”

ROMA – Una mattinata per discutere insieme sulle possibili soluzioni da attuare per affrontare le crescenti difficoltà vissute dai disabili in questi tempi di recessione economica e crisi del Welfare: il prossimo 15 maggio la Fand (Federazione tra le associazioni nazionali delle persone con disabilità) riunisce i quadri centrali e periferici delle sue sette associazioni aderenti, che complessivamente danno rappresentanza a oltre quattro milioni di persone con disabilità: invalidi civili, del lavoro o per servizio; ma anche cittadini affetti da cecità o sordità, o disabili psichici. Appuntamento all’Auditorium dell’Inail a Roma, in piazzale Pastore, dalle ore nove: in avvio l’intervento del presidente Fand, Giovanni Pagano.

E’ il Fand Day 2013, anche quest’anno organizzato per permettere il confronto fra le diverse realtà che compongono il variegato mondo della disabilità, con l’obiettivo di convergere su obiettivi comuni: “Le attuali politiche sociali e sanitarie – si legge in una nota - già sottofinanziate e progressivamente tagliate dalla crisi e dalla spending review, non riescono a garantire pari opportunità e diritti di cittadinanza: lo Stato si disimpegna ogni giorno di più nell’assicurare assistenza, istruzione, servizi sociali”. “Il rischio – continua - di smantellare il tradizionale Welfare State senza essere riusciti prima a costruire validi modelli alternativi sul territorio diventa concreto, così come concreto diviene, come conseguenza, il rischio di ricacciare i cittadini disabili e anziani non autosufficienti verso l’esclusione o la ghettizzazione sociale”.

“Le associazioni dei disabili aderenti alla Fand, nel sollecitare l’attenzione dell’opinione pubblica e del nuovo Governo su questi temi fondamentali per la coesione sociale del Paese, hanno invitato a partecipare alla propria Giornata nazionale i ministri ed i rappresentanti delle Istituzioni nazionali competenti in materia, nonché parlamentari e autorità degli enti locali”. Alla Fand aderiscono Anglat, Anmic, Anmil, Arpa, Ens, Uici e Unms.

(09 maggio 2013)

Fonte: RedattoreSociale.it

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CARCERE, CHI SONO E COME VIVONO I 240 DETENUTI DISABILI IN ITALIA

Ricerca di Catia Ferrieri (Università Perugia) sulle condizioni dei detenuti disabili e dei reparti che li accolgono. Solo 10 regioni rispondono al questionario (14 istituti in tutto. 210 i detenuti disabili in Italia. Solo in Liguria un’attività lavorativa

ROMA – Sono 210 i detenuti disabili presenti negli istituti penitenziari italiani: 84 quelli che ha potuto prendere in esame la ricerca condotta da Catia Ferrieri per l’Università degli studi di Perugia, in collaborazione con l’ufficio Detenuti e Trattamento del provveditorato regionale dell’Amministrazione Penitenziaria. Dei 416 istituti penitenziari italiani, infatti, solo 14 hanno risposto al questionario, inviato dalla ricercatrice a tutte le regioni (precisamente alle agli assessorati regionali alla sanità delle regioni a statuto ordinario e, previa autorizzazione del Dipartimento dell'Amministrazione penitenziaria, ai direttori delle case circondariali e di reclusione nelle regioni a statuto speciale). 84 i detenuti disabili rilevati in queste strutture: su questi si è quindi concentrata la ricerca, che riguarda sia la presa in carico da parte delle Asl di competenza, sia la compatibilità delle sezioni e reparti detentivi che ospitano detenuti disabili con le norme sull'abbattimento delle barriere architettoniche.

“Una ricerca molto faticosa – ci spiega Catia Ferrieri – nonostante la grande disponibilità delle amministrazioni, che però hanno tempi di risposta molto lunghi e non sempre disponevano dei dati che servivano alla mia indagine. Tante amministrazioni poi non hanno risposto, quindi i dati sono parziali, perché non riguardano la totalità delle regioni italiane, ma solo le 10 che hanno risposto al questionario: precisamente, Umbria, Piemonte, Liguria, Calabria, Campania, Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Valle d’Aosta, Lombardia e Veneto”. Di seguito, i principali dati (aggiornati a luglio 2012) emersi dalla ricerca.

Le presenze. La regione con il maggior numero di detenuti disabili è la Liguria, con 44 presenze tra la casa circondariale di Genova (40) e quella di Sanremo (4). Seguono la Calabria - con 19 presenze tra Castrovillari e Reggio Calabria e la Campania, con 7 detenuti disabili.

Sesso, età, stato civile. Il 79,3% dei detenuti disabili è di sesso maschile. Il 35,7% ha un età compresa tra i 40-50 anni, il 20,2% tra i 50-60 anni, il 15,4% tra i 30 e i 40, il 5,9% ha più di 70 anni. Il 40,4% è celibe, mentre il 41,6% è coniugato, il 7,1% è separato o divorziato. Circa la metà dei detenuti disabili ha figli

Cittadinanza, istruzione, formazione. I detenuti disabili sono in gran parte italiani (92,8%), circa la metà ha un diploma di scuola media inferiore, il 21,4% ha la licenza elementare, il 14,2% è diplomato alla scuola superiore, il 7,14% è laureato. Il 61,9% non ha seguito corsi di formazione né prima dell'ingresso nell'istituto penitenziario, né durante l'attuale detenzione.

Tipologia di detenzione e di reparto. Il 51,1% dei detenuti disabili monitorati è sottoposto ad esecuzione penale, mentre il 27,3% è in custodia cautelare. Per il 19% il dato non è conosciuto. Il 47,6% dei detenuti disabili monitorati è attualmente assegnato a reparti ordinari, a fronte del 14,2% assegnati a reparti per disabili.

Tipologia di disabilità. Il 79,7% dei detenuti è affetto da una disabilità fisica, mentre l'11,9% ha una disabilità sia fisica che psichica. Per il 3,5% il dato non è conosciuto. Il 19% dei soggetti ha una disabilità legata a una patologia immunitaria, il17,8% è affetto da problemi legati all'apparato cardiocircolatorio, il 17,8%, ha una disabilità legata all'apparato nervoso centrale.

Indennità e lavoro. Circa il 50% dei detenuti usufruisce attualmente di una indennità di disabilità erogata dall’Inps o da altri enti, mentre il 38% non ne usufruisce. Per quanto riguarda il lavoro, il 96,4% dei detenuti disabili monitorati non è inserito in una attività all'interno dell'istituto penitenziario. Un esempio isolato e positivo è quello della Casa Circondariale di Reggio Calabria, dove i detenuti disabili sono inseriti nell'attività di lavanderia e di lavoro all'esterno dell'istituto.

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Accessibilità. Il 55,9% dei detenuti disabili è ospitato in sezioni o reparti detentivi con ridotte barriere architettoniche, mentre il 44% in reparti o sezioni aventi barriere architettoniche. Il 42,8% dei detenuti disabili monitorati utilizza ausili per la deambulazione, mentre il 57,1% non ne utilizza. Tra gli ausili, prevalgono la sedia a ruote (16,6%) e i bastoni canadesi (11,9%).

Pena espiata e pena residua. La pena espiata più lunga è di 28 anni, mentre la più breve è di 8 giorni. La pena espiata più lunga è di 19 anni, la più breve è di 16 giorni.

(09 maggio 2013)

Fonte: RedattoreSociale.it

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LEDHA, FRANCO BOMPREZZI ELETTO NUOVO PRESIDENTE

La Lega per i diritti delle persone con disabilità ha eletto il nuovo Consiglio direttivo e i nuovi dirigenti: Maria Villa Allegri sarà vicepresidente, nel ruolo di tesoriere arriva Luisella Bosisio Fazzi. Il nuovo presidente Bomprezzi: “Cercheremo di far

MILANO – Il giornalista Franco Bomprezzi è il nuovo presidente di Ledha, la Lega per i diritti delle persone con disabilità: lo ha eletto l’assemblea chiamata a rinnovare il Consiglio direttivo, che rimarrà in carica per i prossimi tre anni. “Ledha - commenta il neo-presidente - è il luogo privilegiato, per storia, competenze, diffusione territoriale, profondità e saldezza della rete associativa, che unisce associazioni da sempre impegnate nella difesa dei diritti delle persone con disabilità, nello spirito inclusivo della Convenzione Onu. È perciò per me una grande responsabilità guidare Ledha in un momento sociale e politico complesso e difficile, nel quale le famiglie, le persone, le associazioni, si vedono costrette a una quotidiana battaglia per garantire i diritti essenziali e per mantenere viva la cultura del welfare e dei servizi necessari a rendere pieno di significato il termine inclusione".

L'assemblea, che si è svolta venerdì 3 maggio presso la sede di via Livigno a Milano, ha eletto i membri del nuovo Consiglio direttivo, che guiderà la federazione per i prossimi tre anni. Un Consiglio profondamente rinnovato rispetto a quello precedente, con un ricambio di sei dei nove componenti. E con ben cinque persone al primo mandato in senso assoluto. È stato poi il Consiglio direttivo ad eleggere, come previsto dallo Statuto, i nuovi dirigenti. Franco Bomprezzi è il nuovo Presidente di Ledha, sarà affiancato nei suoi compiti e funzioni da Maria Villa Allegri in qualità di Vicepresidente e da Luisella Bosisio Fazzi nel ruolo di Tesoriere. Completano la squadra del Consiglio Direttivo: Antonio Bianchi, Maria Corsi, Armando De Salvatore, Alessandro Manfredi, Maria Assunta Peluso, Fabio Pirastu.

“So di poter contare su uno staff di competenze di eccellente livello, che ha permesso a Ledha di diventare un punto di riferimento non solo per le famiglie e le associazioni delle persone con disabilità, ma anche per le istituzioni, gli enti locali, la Regione Lombardia, il Forum del terzo settore, il mondo della comunicazione giornalistica - aggiunge Franco Bomprezzi -. Ci sarà molto da fare, e mi conforta poter fare affidamento su un Consiglio Direttivo dalle forti motivazioni e di notevole esperienza, anche nei suoi componenti di prima nomina. Cercheremo, tutti insieme, di fare ancor più grande questa Casa dei Diritti". Infine un ringraziamento "con affetto, amicizia e grande stima" per il presidente uscente Fulvio Santagostini che lascia il direttivo di Ledha e la presidenza "dopo anni nei quali ha svolto in maniera difficilmente eguagliabile un compito eccellente sia organizzativo che di contenuti e di crescita progettuale" conclude Franco Bomprezzi.

(15 maggio 2013)

Fonte: RedattoreSociale.it

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LA FAND: "SIAMO IN EMERGENZA, SERVONO INTERVENTI IMMEDIATI PER LE PERSONE DISABILI"

Le sette associazioni hanno partecipato, con i loro presidenti, alla terza edizione del Fand Day: sostegno economico e potenziamento dei servizi le priorità principali. Le richieste in una lettera inviata a tutti i parlamentari: c'è anche la riforma strutturale del settore assistenziale che porti ad una "pacificazione sociale dopo anni di demonizzazione della disabilità"

ROMA - Unità, comunione d'intenti e obiettivi condivisi: queste le parole d'ordine che sono risuonate durante il Fand Day 2013, che si è svolto stamattina presso la sede centrale dell'Inail, a Roma. Non mancava nessuno dei presidenti delle sette associazioni della Federazione, che complessivamente rappresentano oltre 4 milioni di persone con disabilità: Giovanni Pagano (presidente Anmic e presidente Fand), Tommaso Daniele (presidente Uici), Alessandro Bucci (Unms), Giuseppe Petrucci (Ens), Sabina Savagnone (Arpa), Roberto Romeo (Anglat), Franco Bettoni (Anmil).

Al centro della discussione, le condizioni socio-economiche delle persone con disabilità e delle loro famiglie, anche alla luce della crisi economica in corso e della nuova stagione politica che si è aperta. In un contesto simile, le associazioni chiedono da un lato interventi di tipo "emergenziale", quindi provvedimenti immediati di sostegno del redito e delle famiglie: incrementi delle pensioni, assegni e indennità di accompagnamento, il cui importo è attualmente ben distante dai minimi pensionistici previsti dalle leggi vigenti.

Accanto alle misure emergenziali, le associazioni chiedono però una riforma strutturale del settore assistenziale, quindi un ripensamento dell'intero sistema, a partire da una "pacificazione sociale, dopo anni di demonizzazione indiscriminata e strumentale del mondo della disabilità", come denunciano le associazioni in una nota.

Concretamente, le richieste avanzate dalle associazioni, sintetizzate in una lettera inviata nei giorni scorsi a tutti i parlamentari eletti:

• - inserimento lavorativo, attraverso politiche di formazione professionale e incentivi per le assunzioni;

• - sostegno scolastico, con particolare attenzione al riconoscimento della lingua italiana dei segni e ai bisogni dei ragazzi con disabilità sensoriale e intellettiva

• - sostegno economico alle famiglie e incremento delle prestazioni economiche per le persone disabili e invalide per servizio

• - superamento delle barriere architettoniche e sostegno alla mobilità, con particolare attenzione ai sistemi di concessione e rinnovo delle patenti

• - potenziamento e ottimizzazione dei servizi e revisione delle tabelle d'invalidità, nonché riconsiderazione del grado di menomazione indennizzabile per i lavoratori infortunati;

• - piena rappresentanza delle associazioni di categoria nelle istituzioni di riferimento

Richieste quindi diversificate, ma accomunate da un intento e un obiettivo comune: la partecipazione attiva delle persone disabili e delle loro famiglie alla vita politica e sociale del paese e un coinvolgimento delle loro rappresentanze nei tavoli istituzionali di riferimento. (cl)

(15 maggio 2013)

Fonte:SuperAbile.it

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SORDI ITALIANI E FRANCESI IN MARCIA DA PARIGI A MILANO PER LA LINGUA DEI SEGNI

"Il secolo Sordo in marcia": non udenti francesi e italiani uniti in una marcia di 950 chilometri, che dal 18 maggio al 28 giugno unirà le due sponde delle Alpi per chiedere il riconoscimento ufficiale della Lingua dei segni

MILANO - Farsi sentire, anche da chi non comprende e non riconosce la loro lingua. È lo scopo dei non udenti francesi e italiani, uniti in una marcia di 950 chilometri, che dal 18 maggio al 28 giugno unirà le due sponde delle Alpi, per chiedere il riconoscimento ufficiale della Lingua dei segni. Si chiama "Il secolo Sordo in marcia": da Parigi a Milano, con tappa a Lione, Torino, Vercelli e Novara. L'idea nasce da Oss2007, l'associazione francese per la difesa e promozione della Lingua dei segni e della cultura dei sordi, che in Italia ha trovato nell'Ente nazionale per la protezione e l'assistenza dei sordi (Ens) di Milano un partner per l'iniziativa. Francia e Italia, infatti, sono accomunate dall'assenza della lingua dei segni nel programma scolastico, ancora oggi. Non è un caso che la meta finale del percorso sia il capoluogo lombardo. Qui nel 1880 c'è stato il primo congresso che ha bandito la lingua dei segni dalle scuole. E da allora nulla è cambiato, ribadiscono gli organizzatori: "Il congresso di Milano del 1880 ha creato delle pratiche educative disumane, privando i bambini dell'uso della loro lingua", ha detto il 18 maggio ai media francesi Patrick Belissen, presidente di Oss2007. All'Ens spetta il compiti di accogliere i sette marciatori non udenti e i due accompagnatori a Milano. Si parte il 27 giugno, con un convegno sulla lingua dei segni e il volantinaggio a tappeto in piazza san Marco. Il 28 ai marciatori transalpini si aggiungeranno anche gli italiani, per completare insieme il percorso da via san Marco fino a Palazzo Marino, dove dalle 19 in Sala Alessi, ci sarà una conferenza stampa (il Comune ha dato il patrocinio gratuito all'iniziativa). Tutta la città sarà poi un palco a cielo aperto per flash mob e performance teatrali, sempre sul tema della possibilità d'espressione per i non udenti. Il tragitto cittadino della marcia, passerà per via Torino, il luogo dove nel 1880 si è svolto il Congresso di Milano.

In rete, i partecipanti alla marcia seguono un diario quotidiano. Al termine di ogni tappa su www.oss2007.org pubblicano un video in cui raccontano, con la lingua dei segni, com'è andata la giornata. Al momento, i marciatori sono a Ouanne, piccolo comune della Borgogna. Il gruppo transalpino già cinque anni fa aveva organizzato uno sciopero della fame per ottenere il riconoscimento della lingua dei segni. Ma nulla è cambiato, almeno finora. (lb)

(28 maggio 2013)

Fonte: RedattoreSociale.it

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NUOVA DIREZIONE PER LA UILDM

Eletto il nuovo direttivo nazionale, che resterà in carica fino al 2016. Tra loro verrà scelto il nuovo presidente, che succederà ad Alberto Fontana

L’Assemblea Nazionale dei Delegati UILDM ha eletto a Lignano la nuova Direzione Nazionale dell’Associazione, che per i prossimi tre anni (2013-2016) risulterà essere composta da nove Consiglieri. La direzione nominerà il Presidente in occasione della prima riunione, come pure il Vicepresidente, il Segretario e il Tesoriere e conferiranno le deleghe relative alle molte attività, impegni e rapporti curati dai massimi rappresentanti UILDM a livello interno (sezioni) ed esterno (istituzioni, enti, organizzazioni nazionali e internazionali).

I Consiglieri Nazionali UILDM eletti sono: Matteo Falvo (già nella direzione precendente, dove era responsabile nazionale per il Servizio Civile UILDM), Carlo Fiori (già referente per la Raccolta Fondi e la Giornata Nazionale UILDM), Francesco Lombardo (anche lui nella direzione uscente), Maria Macrì (già con delega ai rapporti con MIUR), Roberto Maggi (già responsabile Scientifico della Uildm), Anna Mannara (new entry dalla Campania), Enzo Marcheschi (già vicepresidente e responsabile Rapporti con le Sezioni), Luigi Querini (nuovo ingresso da Pordenone) e Antonella Vigna (già tesoriere).

Sempre per il triennio 2013-2016, il Collegio dei Probiviri UILDM sarà invece composto da: Roberto Alvisi, Massimo Focacci e Liana Garini.

(28 maggio 2013)

Fonte: Vita.it

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IN ARRIVO IL BUSTONE INPS

Con il messaggio n. 8761 l'Inps ha comunicato che stanno per essere spediti i "bustoni" contenenti i modelli per le richieste di dichiarazione reddituale per i titolari pensione legati al reddito e quelli relativi ai titolari di prestazioni assistenziali.

Il bustone conterrà, una serie di documenti tra cui il modello Red che viene inviato ai pensionati Inps ed ex Enpals e conterrà le indicazioni per coloro che sono tenuti a compilare la dichiarazione e per le modalità di restituzione del modello. La restituzione deve avvenire entro il 31 luglio.

A coloro le cui pensioni sono assoggettate alla trattenuta per lavoro autonomo verrà inviato il modello 503AUT. La dichiarazione riguarderà i redditi consuntivi del 2012 e presuntivi del 2013 e dovrà essere resa entro il 30 settembre p.v..

Per le prestazioni assistenziali verrà invece chiesta la dichiarazione per attestare la permanenza dei requisiti di ricovero gratuito e della mancanza di attività lavorativa. Queste ultime dovranno esser restituite entro il 30 giugno.

(30 maggio 2013)

Fonte:INCA.it

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A BOLOGNA IL 5 E 6 LUGLIO LA QUARTA CONFERENZA NAZIONALE SULLE POLITICHE DELLA DISABILITÀ

A distanza di quattro anni dall'edizione di Torino 2009, si terranno alla Fiera di Bologna gli Stati generali della disabilità. Istituzioni e associazioni si confronteranno su come realizzare concretamente il Piano d'azione biennale approvato a febbraio dall'Osservatorio e atteso entro un mese in Consiglio dei Ministri

ROMA - L'appuntamento è fissato per la prima settimana di luglio: venerdì 5 e sabato 6 luglio la città di Bologna ospiterà la quarta Conferenza nazionale sulla disabilità, evento che - fra istituzioni e associazioni - chiama a raccolta l'intero universo della disabilità nazionale. Un momento importante di confronto e di sintesi, che si ripete a distanza di quasi quattro anni dal precedente, e che sarà incentrato soprattutto sui contenuti e sulle modalità per rendere concreto il primo Programma di azione recentemente approvato dall'Osservatorio nazionale e che dovrebbe ricevere il via libera del Consiglio dei Ministri proprio nei giorni immediatamente precedenti all'appuntamento di Bologna.

E' questa, perlomeno, l'intenzione della viceministra al Lavoro e Politiche sociali, Cecilia Guerra, che intervenendo alla presentazione del Rapporto Unicef sulla condizione dell'infanzia nel mondo, quest'anno dedicato in particolare ai bambini con disabilità, auspica che il Piano d'azione italiano sulla disabilità non resti "lettera morta": "Con il ministro Giovannini - ha affermato - pensiamo di portarlo in Consiglio dei Ministri abbastanza presto, perché vorremmo arrivare alla Conferenza con il Piano già approvato". Il documento, previsto dalla Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità, ha respiro biennale ed individua le aree prioritarie verso cui indirizzare azioni e interventi per la promozione e la tutela dei diritti delle persone disabili. Approvato dall'Osservatorio nazionale lo scorso 12 febbraio, dopo il passaggio in Consiglio dei ministri e in Conferenza unificata, sarà poi adottato con decreto del Presidente della Repubblica.

La Conferenza nazionale si terrà nei locali della Fiera di Bologna, luogo facilmente raggiungibile con tutti i mezzi di trasporto e che al contempo assicura la piena accessibilità di tutte le strutture. L'organizzazione dell'evento è tuttora in corso, con il ministero del Welfare impegnato a definire nel dettaglio il programma: nella sua redazione dovrebbe essere seguito lo stesso schema già usato nel precedente incontro svoltosi a Torino nell'ottobre 2009. Ci sarà dunque un'apertura in assemblea plenaria, un ulteriore momento di confronto in singoli gruppi di lavoro tematici (a Torino furono sette) e un ritorno in plenaria per le conclusioni. Scontata la presenza della viceministra Guerra, dovrebbe essere della partita anche il ministro del Lavoro Giovannini: più in generale, visto anche il precedente di Torino 2009 (quando il ministro del Welfare Sacconi fu presente solo con un videomessaggio e il sottosegretario Roccella fu l'unico esponente governativo presente) l'idea è quella di coinvolgere nel dibattito e nel confronto ministri, viceministri e sottosegretari anche di altri ministeri, a partire dall'Istruzione passando per la Salute, le Pari Opportunità, le Infrastrutture e Trasporti, e via dicendo. I costi per l'organizzazione della Conferenza, secondo quanto definito da un apposito protocollo fra il ministero del Welfare e il comune di Bologna, sono a carico del Fondo nazionale per le politiche sociali. (ska)

(30 maggio 2013)

Fonte: Superabile.it

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GUERRA: "PRESTO IN CDM IL PIANO D'AZIONE SULLA DISABILITÀ"

La viceministra alle Politiche sociali: “Con il ministro Giovannini pensiamo di portarlo in Consiglio dei ministri presto, perché vorremmo arrivare alla Conferenza nazionale sulla disabilità, che si terrà il 5 e 6 luglio, col piano già approvato”

ROMA – Il piano di azione sulla disabilità è pronto ed è stato approvato dall’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità del ministero del Welfare. Ora attende solo il lasciapassare da parte del Governo: un’approvazione, che potrebbe arrivare in tempi rapidi, entro un mese. Lo ha detto la viceministra del ministero del Lavoro e delle politiche sociali Maria Cecilia Guerra, intervenendo oggi a Roma alla presentazione del rapporto Unicef 2013.

“Con Fish e Fand abbiamo portato avanti un percorso partecipato per arrivare a un piano d’azione sulla disabilità. Ora questo processo, grazie al lavoro dell’Osservatorio, è stato completato e approvato. E vorrei che non restasse lettera morta – sottolinea Guerra -. Con il ministro Giovannini pensiamo di portarlo in Consiglio dei ministri abbastanza presto, perché vorremmo arrivare alla Conferenza nazionale sulla disabilità, che si terrà il 5 e 6 luglio, col piano già approvato”.

La viceministra, spiega inoltre, che il piano era già pronto da mesi ma si è deciso di aspettare per portarlo all’approvazione del governo che se ne dovrà fare carico. “Una volta approvato dal governo – aggiunge Guerra - viene portato in conferenza unificata, perché le azioni indicate nel piano coinvolgono tutti i livelli di governo, non solo quello centrale”. Sono sei le aree in cui è diviso il piano e vanno dal lavoro alla salute fino all’abbattimento delle barriere architettoniche.

"È un piano strutturato – continua - non è una dichiarazione di intenti. E si fonda sulla ricognizione del quadro legislativo”. Nel documento non si parla risorse ma la viceministra ammette che anche questo è un aspetto su cui confrontarsi, perché ci sono azioni che richiedono anche uno stanziamento di fondi.

Commentando, invece, i dati del rapporto Unicef (vedi lanci precedenti) Guerra ha ricordato che “la disabilità nei bambini è più atroce nell'esclusioe ma ha anche più possibilità di intervento. A cominciare dalla giusta rivendicazione di poter accedere all’istruzione”. “È importante investire sulla scuola –aggiunge – perché è il primo potente mezzo di integrazione o meglio inclusione”. (ec)

(30 maggio 2013)

Fonte: RedattoreSociale.it

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CGIL, OK GUERRA SU CONFERENZA NAZIONALE, SEGNA CAMBIO LINEA

“Un appuntamento di straordinaria importanza e che segna una decisa inversione di tendenza rispetto ad atteggiamenti passati, e scelte politiche conseguenti, segnati da un vergognoso accanimento contro le persone con disabilità”. Così la responsabile dell'Ufficio politiche disabilità della Cgil Nazionale, Nina Daita, saluta l'annuncio del viceministro al Lavoro e alle Politiche sociali, Cecilia Guerra, della quarta conferenza nazionale sulle politiche della disabilità, in programma a Bologna il 5 e il 6 luglio

Per la dirigente sindacale dovrà essere “un momento centrale perché strettamente legato al varo, anche questo annunciato dal viceministro Guerra, del piano d'azione sulle disabilità, che ci auguriamo sia approvato al più presto dal Consiglio dei ministri” Un piano, quest'ultimo, “atteso, e frutto di un vero e partecipato confronto con le tante realtà che animano e rappresentano il mondo della disabilità, che avrà bisogno non solo di una sostegno politico, ma anche di un adeguato stanziamento di risorse per favorire quel processo di inclusione dei disabili nella vita quotidiana che la crisi, e le passate e scellerate politiche, hanno reso sempre più difficile”, conclude Daita.

(31 maggio 2013)

Fonte: CGIL.it

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NOTIZIE DAL TERRITORIO

VENETO, I SERVIZI DOMICILIARI PER NON AUTOSUFFICIENTI E DISABILI ENTRANO NEI LEA

Il governatore Zaia: “Inserire queste voci nei Lea rende certo il diritto alla loro esigibilità, contenendo nello stesso tempo la spesa”. L’assessore Sernagiotto: “Una rivoluzione culturale”

VENEZIA – “Una rivoluzione culturale”: così l’assessore alle Politiche sociali della regione Veneto, Remo Sernagiotto, definisce il provvedimento di giunta che destina, in pratica per la prima volta in Italia, tutto il comparto delle prestazioni e dei servizi domiciliari nel settore sociosanitario (non autosufficienza e disabilità) ai livelli essenziali di assistenza. Il provvedimento, che sarà ora trasmesso al consiglio regionale per avere il parere della competente commissione consiliare, nasce su proposta del governatore Luca Zaia, di concerto con l’assessore alla sanità Luca Coletto.

La delibera istituisce di fatto l’impegnativa di cura domiciliare con cui, dal 1° luglio 2013, saranno unificati nelle Aziende Ullss gli interventi dell’ambito socio-sanitario in un unico paniere della domiciliarità, che sarà strutturato in cinque categorie: basso, medio, alto bisogno assistenziale, grave disabilità psichica e intellettiva e grave disabilità fisico-motoria. Le impegnative potranno essere erogate sotto forma di contributo economico o di servizi. Nell’ambito dei Lea sono stanziati oltre 94,5 milioni di euro mentre negli extra Lea l’importo è di poco meno di 7 milioni. Il governatore Zaia sottolinea l’importanza di avere “un paniere unico di servizi per la domiciliarità che semplificherà senza dubbio il ricorso ai servizi e alle prestazioni da parte delle persone non autosufficienti e disabili e delle loro famiglie. Anche in questo campo il Veneto apre la pista in Italia, l’inserimento di queste voci nei livelli essenziali di assistenza rende certo il diritto alla loro esigibilità, contenendo nello stesso tempo la spesa: un risultato non di poco conto in questa fase”.

“Fino a ieri – precisa Sernagiotto - con il fondo sanitario della sanità non si potevano erogare contributi o prestazioni a un non autosufficiente che stava in casa, ma li si potevano attribuire solo se stava in una casa di riposo o in un altro contenitore sociosanitario. Da oggi in poi, invece, il fondo sanitario sarà utilizzato anche per la domiciliarità. È una notizia fondamentale, per la quale ho lavorato in questi anni al fine di una migliore assistenza, una buona vita per queste persone mantenendole nel loro ambiente e del miglior sostegno sociosanitario alla persone non autosufficienti e alle loro famiglie”. Per Sernagiotto il potenziamento della domiciliarità, in questi tempi di crisi, “è indispensabile perché più sostenibile economicamente, costando circa un terzo in meno della residenzialità”. (Gig)

(03 maggio 2013)

Fonte: RedattoreSociale.it

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RIMINI, IN RIVIERA LA PRIMA SPIAGGIA “AUTISMO FRIENDLY”

Bagnini, albergatori, autisti formati per interagire con persone autistiche e Gps per ritrovare quelle che si perdono. È il progetto dell’associazione Rimini Autismo. Fantaguzzi: “Ricreare al mare una rete sociale perché la vacanza sia davvero tale”

RIMINI – Rendere le spiagge ‘amiche’ delle persone autistiche, e delle loro famiglie. È l’obiettivo di “Autismo friendly beach”, progetto promosso da Rimini Autismo onlus, associazione di genitori di persone autistiche. Forte dell’esperienza del 2012 con il parco “Italia in miniatura”, i cui operatori sono stati formati per interagire con bambini e ragazzi autistici, la onlus ha deciso di proporre per l’estate 2013 la stessa formazione anche a bagnini e albergatori di Rimini per realizzare una spiaggia, e una località di vacanza, davvero accessibili per queste persone. “Sono circa 500 mila le persone autistiche in Italia – racconta Enrico Maria Fantaguzzi, presidente di Rimini Autismo onlus – quindi, se contiamo anche le famiglie, stiamo parlando di circa 1,5 milioni di persone che, raramente, vanno in vacanza”. La difficoltà per questi nuclei familiari sta, soprattutto, nella mancanza nei luoghi di villeggiatura della stessa rete sociale che li aiuta e affianca nel luogo in cui risiedono. “A casa hanno amici, parenti, educatori – continua – mentre in vacanza non trovano lo stesso ambiente favorevole ai propri figli. Obiettivo del nostro progetto è proprio quello di ricreare al mare una rete sociale che renda la vacanze di queste famiglie davvero tale”. L’iniziativa di Rimini Autismo prevede 4 incontri di formazione (a partire dal 9 maggio) per i bagnini e gli albergatori che hanno aderito al progetto. E, come racconta il presidente, c’è l’idea di estenderla anche agli autisti dei mezzi pubblici e ai vigili urbani. L’obiettivo è fare in modo che siano in grado di interagire e rapportarsi con le persone autistiche e sappiano indicare alle famiglie centri clinici in caso di bisogno. “Come genitori vogliamo dare ai nostri figli una chance di essere accolti con un sorriso e non con la paura dell’ignoto che caratterizza, in genere, gli approcci alle persone autistiche – spiega Fantaguzzi – La loro è una disabilità ‘invisibile’ che non fa scattare nell’altro la stessa attenzione che scatterebbe, ad esempio, di fronte a una persona su sedia a ruote in difficoltà, anzi, spesso, il loro comportamento viene scambiato per maleducazione e se ne incolpano i genitori. Ecco perché – continua – stiamo cercando di creare un ambiente dove questo non accada”. Grazie al logo “Autismo friendly beach” (che troveranno sulle magliette dei bagnini o negli alberghi) le famiglie potranno riconoscere i luoghi accessibili e amici. Il Gps per non perdersi. Sfruttando il wi-fi presente sulla spiaggia di Rimini (dotata da quest’anno di fibra ottica), Rimini Autismo ha pensato anche di realizzare delle targhettine che permettano attraverso il Gps e uno smartphone di localizzare i bambini o i ragazzi che si sono persi o si sono allontanati dalla famiglia. “Sono targhette molto piccole che possono essere cucite al costume o inserite in un braccialetto – afferma Fantaguzzi – ed è possibile fissare un raggio di azione, superato il quale i genitori vengono avvisati con una telefonata che il figlio si è allontanato”. In programma c’è anche un percorso formativo per 20 ragazzi autistici che, la prossima estate, potranno cimentarsi nei lavori sulla spiaggia, affiancando i bagnini per alcuni servizi, come la pulizia della spiaggia o la messa in ordine di lettini e ombrelloni. Attiva dal 2004, l’associazione Rimini Autismo ha aperto 3 anni fa il centro estivo “Villa del bianco” a Misano Adriatico che ogni anno accoglie una quindicina di persone. “Spesso durante il periodo estivo i bambini autistici perdono gran parte delle competenze acquisite durante l’anno perché nei centri estivi non ci sono le condizioni adatte a loro o educatori adeguatamente formati – conclude Fantaguzzi – Villa del bianco è un centro altamente specializzato, in cui abbiamo creato una situazione adatta a loro: poco rumorosa, con poche distrazioni, senza colori alle pareti perché potrebbero dare fastidio e con educatori specializzati in rapporto 1 a 1 con gli ospiti”. In poco tempo, il centro è diventato un vero punto di riferimento. (lp)

(08 maggio 2013)

Fonte: RedattoreSociale.it

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DIRITTI NEGATI: IN PIAZZA, A PESCARA, DA TUTTO L’ABRUZZO

Con “parole d’ordine” come «Basta tagli alle spese sociali, basta con le politiche di smantellamento dello Stato Sociale!», le persone con disabilità, gli anziani non autosufficienti, i pensionati, le associazioni delle famiglie, i lavoratori e le lavoratrici della cooperazione sociale arriveranno da tutto l’Abruzzo, giovedì 16 maggio a Pescara, per una manifestazione di protesta.

«Basta tagli alle spese sociali, basta con le politiche di smantellamento dello Stato Sociale!»: con queste “parole d’ordine”, le persone con disabilità, gli anziani non autosufficienti, i pensionati, le associazioni delle famiglie, i lavoratori e le lavoratrici della cooperazione sociale arriveranno da tutto l’Abruzzo, giovedì 16 maggio in Piazza Italia a Pescara, per una manifestazione di protesta che convergerà poi verso il Palazzo della Giunta Regionale di Via Bovio.

«I tagli del Governo – si legge nel comunicato emesso congiuntamente dai promotori dell’iniziativa -, il debito di circa 25 milioni di euro della Regione Abruzzo verso gli Ambiti Sociali, oltre alla riduzione del 30% delle risorse del Fondo Sociale Regionale per i Piani di Zona, stanno letteralmente distruggendo il Terzo Settore e abbandonando al loro destino migliaia di persone anziani, minori e disabili. È necessario quindi cambiare rotta, con la Regione e gli Enti Locali che devono adottare misure, ordinarie e straordinarie, per contenere e contrastare il crescente disagio e l’impoverimento delle famiglie».

Tra le richieste più urgenti, vengono sottolineati in particolare «il pagamento in tempi certi delle somme stanziate e rendicontate dai Comuni e dagli Enti d’Ambito per il 2011 e per il 2012; l’estensione e il potenziamento dei servizi di riabilitazione; il rifinanziamento del servizio di assistenza psico-educativa; lo stanziamento di risorse adeguate per la non autosufficienza e per un’effettiva azione di inclusione e integrazione sociale; l’attivazione del finanziamento della Legge sulla Vita Indipendente [approvata nel novembre 2012, dopo anni di battaglie da parte delle persone con disabilità, N.d.R.]; il ripristino dei fondi sulla Legge Nazionale 13/89 per l’abbattimento delle barriere architettoniche; l’applicazione della Legge Regionale 1/08 per il rispetto delle norme sulle barriere architettoniche nei lavori pubblici».

Insieme alla CGIL di Pescara, allo SPI-CGIL Regionale (Sindacato Pensionati Italiano) e alla Funzione Pubblica CGIL, a promuovere la manifestazione sono state le Associazioni Abbattiamo le Barriere, ANMIC Pescara (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi Civili), Carrozzine Determinate Abruzzo, Cosma, Diversuguali, Futuro, Movimento per la Vita Indipendente Abruzzo, Percorsi, SottoSopra e UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare). (S.B.)

(14 maggio 2013)

Fonte: Superando.it

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PIEMONTE: COLLOCAMENTO MIRATO A RISCHIO

Strumento che permette alle persone con disabilità complessa di arrivare a un lavoro, il collocamento mirato è a rischio in Piemonte, dove la Regione non ha ancora deliberato i criteri di accesso e di ripartizione del Fondo Regionale Disabili, scaduto il 31 dicembre 2012. Per questo il Gruppo Genitori per il Diritto al Lavoro delle Persone con Handicap Intellettivo ha indetto una manifestazione per il 16 maggio a Torino

Parla chiaro la Legge 68/99 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili), che all’articolo 2, a proposito del collocamento mirato, lo definisce come «quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione».

Si tratta di una norma che come spesso denunciamo anche da queste pagine, risulta essere – purtroppo – una delle meno applicate (e rispettate) del nostro Paese, in àmbito di disabilità. Una situazione “acuta”, tuttavia, è ora in corso in Piemonte, questione sollevata dal Gruppo Genitori per il Diritto al Lavoro delle Persone con Handicap Intellettivo, aderente al Coordinamento Sanità e assistenza fra i Movimenti di Base, e nato a suo tempo per rappresentare le famiglie delle persone con handicap intellettivo, che da anni attendono un lavoro per il proprio figlio.

«A fine giugno – si legge infatti in una nota del Gruppo – scadrà la proroga concessa dalla Regione Piemonte per portare a termine i progetti di collocamento mirato, unico strumento per permettere alle persone con disabilità complessa di poter avere qualche speranza di essere collocate al lavoro, e nonostante i continui solleciti da parte delle associazioni di tutela delle persone con disabilità, dei sindacati, degli enti di supporto al collocamento mirato e delle famiglie, l’Assessorato al Lavoro e alla Formazione Professionale della Regione Piemonte non ha ancora deliberato i criteri di accesso e di ripartizione del Fondo Regionale Disabili, scaduto il 31 dicembre 2012».

«Centinaia di persone con disabilità – prosegue il comunicato – soprattutto intellettiva e psichiatrica, rischiano di non vedere attivati i progetti di collocamento mirato, per verificarne l’occupabilità e permettere alle aziende, attraverso i tirocini, di sperimentarne le reali capacità. Chiediamo quindi la convocazione urgente delle parti sociali a cui sottoporre lo schema di delibera che dovrà essere approvata con urgenza e prevedere il passaggio immediato dei fondi all’Agenzia Piemonte Lavoro, titolare dell’erogazione dei fondi stessi alle Province».

(14 maggio 2013)

Fonte: Superando.it

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STORIA DI LUNGAGGINI E DECISIONISMO A SENSO UNICO

di Gruppo Solidarietà e Associazione Il Mosaico

A raccontarla sono due organizzazioni marchigiane e riguarda la realizzazione di un Centro Diurno per persone con disabilità a Jesi (Ancona), ove il Comune è “impegnato” (?) dal 2006 a trovare la sede giusta, una storia che ben dimostra come il massimo decisionismo possibile – quando si intravede il risparmio – diventi flebile attenzione, quando invece si deve operare per migliorare la qualità di un servizio

È certamente sin troppo lunga la storia riguardante la realizzazione del Centro Diurno (CSER) per persone con disabilità a Jesi (Ancona), in sostituzione dell’attuale Centro Diurno Maschiamonte, che opera – a causa dell’inadeguatezza strutturale – con un’autorizzazione provvisoria, ai sensi della Legge Regionale delle Marche 20/02.

È infatti dal lontano 2006 che il Comune è “impegnato” (?) a trovare una nuova sede. Inizialmente si era ipotizzata una struttura (che dovrà diventare la sede della nuova comunità per persone con autismo), la quale però, data l’ubicazione, non aveva trovato parere favorevole da parte delle associazioni. Successivamente (2007), il Comune si era orientato a realizzare il CSER al piano terra dell’Ostello Villa Borgognoni, ma nemmeno questa volta – nonostante il parere positivo delle associazioni – il progetto si è realizzato. Quindi, nel 2008, l’Amministrazione Municipale ha comunicato di avere scelto come sede l’area ex CRT, indicando anche il costo di realizzazione (250.000 euro). Poi un lungo silenzio.

Due anni dopo (2010), si è venuto a sapere che il finanziamento previsto per il trasferimento del Centro Diurno Maschiamonte sarebbe stato destinato al rifacimento dell’impianto di illuminazione alla ZIPA [Zone Imprenditoriali Provincia di Ancona, N.d.R.]. Alla richiesta di chiarimento delle associazioni (26 novembre 2010), l’allora Assessore ai Lavori Pubblici affermò che «il Maschiamonte si sarebbe trasferito nel nuovo Centro nel 2011», con l’assicurazione che l’intervento sarebbe stato «una delle priorità nel piano delle opere pubbliche del prossimo anno», prevedendo «un investimento di 350.000 euro».

In realtà, nemmeno nel 2011 successe nulla, tanto che il consigliere comunale Claudio Fratesi presentò un’interrogazione in tal senso, alla quale si rispose con l’assicurazione che «entro l’estate del 2012, i lavori sarebbero stati terminati». Ebbene, ora è alle porte l’estate del 2013 e del nuovo Centro ancora non vi è traccia. L’Amministrazione ha assicurato che vuole fare al più presto (ad iniziare), ma se anche si cominciasse domani stesso, non si avrà il Centro se non prima della fine del 2014. Intanto, però, si è deciso, nonostante l’inadeguatezza dell’attuale Centro, che si può chiudere quello di Monsano e trasferirvi parte degli utenti, insieme a nuovi ingressi. Un decisionismo, questo, palesemente a senso unico. Massima velocità, cioè, quando si intravede il risparmio, flebile attenzione quando si deve operare per migliorare la qualità di un servizio. E se nessuna giustificazione può essere addotta per il ritardo della realizzazione, dopo la decisione di spostare al “vecchio Maschiamonte”, gli utenti di Monsano, ogni giorno di ulteriore ritardo nella consegna del nuovo Centro risulta di intollerabile gravità.

Dal 2006 ad oggi si sono succedute tre Amministrazioni Comunali. In molti dovrebbero spiegare – e sarebbe davvero un bella azione – perché ancora oggi non ci sia il nuovo Maschiamonte. L’auspicio, quindi, è non solo che lo si faccia in fretta, ma che – dato che di tempo per studiare ce n’è stato abbastanza – lo si faccia bene.

(14 maggio 2013)

Fonte: Superando.it

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SICILIA: TANTO LAVORO DA FARE, MA LE PREMESSE SONO POSITIVE

Questa l’opinione espressa dall’ANFFAS Sicilia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), dopo l’incontro dei giorni scorsi con la coordinatrice del Dipartimento Famiglia e Politiche Sociali dell’Assessorato Regionale alla Famiglia, alle Politiche Sociali e al Lavoro, la quale ha dato tra l’altro anche la disponibilità ad aprire un tavolo tecnico con l’Associazione

Sono commenti improntati alla fiducia, quelli dell’ANFFAS Sicilia (Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale), dopo l’incontro avvenuto nei giorni scorsi con Maria Antonietta Bullara, coordinatrice del Dipartimento Famiglia e Politiche Sociali dell’Assessorato Regionale alla Famiglia, alle Politiche Sociali e al Lavoro. Sembra infatti, ad esempio, che quelle “Linee Guida” proposte qualche mese fa dall’Associazione, vera e propria “piattaforma programmatica sul sociale” (se ne legga ampiamente anche nel nostro giornale), siano state giudicate con favore dai tecnici del Dipartimento e che possano presto essere prese in considerazione anche dalla Giunta Regionale, in vista di un successivo Decreto attuativo.

«Tra i temi della discussione – spiega Giuseppe Giardina, presidente dell’ANFFAS Sicilia -, abbiamo rappresentato che si impone l’esigenza di una reale integrazione tra i bisogni assistenziali, sociali e sanitari, nella tutela della salute e della qualità di vita delle persone con disabilità. Un’integrazione che vada oltre il semplice accorpamento dei due Assessorati – Salute e Famiglia – e quindi dell’unitarietà della funzione dirigenziale e di quella amministrativa di un Assessorato unico. Per la nostra Associazione, infatti, integrazione è porre al “centro la persona”, con le sue aspettative, le esigenze e i bisogni, dal momento che solo attraverso una corretta presa in carico, esercitata nella sua unicità, unitarietà e globalità, ed espletata attraverso le Unità di Valutazione Multidimensionali e la definizione della progettazione individualizzata (articolo 14 della Legge Nazionale 328/00), si riuscirà a contrapporre all’attuale frammentarietà degli interventi e all’uso inefficiente delle risorse, azioni appropriate, con un’altrettanto appropriata allocazione delle risorse umane e economiche, di fronte all’ineludibile contrazione di queste ultime».

«Abbiamo inoltre fatto rilevare – continua il presidente dell’ANFFAS siciliana – che la nostra Regione è già dotata di un ottimo Piano Triennale a favore delle Persone con Disabilità, definito tramite un Decreto Presidenziale del gennaio 2006, provvedimento che, pur essendo pienamente efficace, resta disatteso nella prassi e nei contenuti. E ancora, abbiamo sollevato la delicata questione dei criteri di selezione dei soggetti legittimati a erogare i servizi per conto dell’Ente Pubblico, ovvero, in altre parole, “sistema di accreditamento vs. gare di appalto e gli altri istituti”, rilevando la necessità di una revisione della disciplina giuridica che impone anche per i servizi sociali e sanitari le regole dei “Contratti Pubblici”, come pure l’esigenza di strategie efficaci affinché, nel rispetto dei princìpi di sussidiarietà, si possa esercitare un effettivo potere sostitutivo nei confronti dell’ Ente/Organo che non ottemperi alle proprie funzioni in campo sociale e sanitario».

Disponibilità da parte della dirigente Bullara, infine – anche alla presenza di Rosario Asta, segretario particolare dell’assessore Bonafede – è stata data rispetto all’apertura di un tavolo tecnico con i componenti dell’ANFFAS Nazionale e di quella siciliana, per far sì, come sottolinea Giardina, «che si possano sviluppare percorsi integrati e sinergie indispensabili alla presa in carico della persona con disabilità e della sua famiglia». (S.B.)

(27 maggio 2013)

Fonte: Superando.it

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LEA AGGIUNTIVI, LA CGIL VENETO CONTRO LA DELIBERA DELLA REGIONE

Il sindacato critica la proposta di revisione dell'assessore Sernagiotto: "Anziché ampliare il diritto all’assistenza, si complica la vita alle persone e non si garantiscono le risorse necessarie a coprire i bisogni”

VENEZIA - Lea aggiuntivi? No, “solo forti disagi burocratici ai danni di persone disabili e non autosufficienti e alle loro famiglie”. Sono parole di Spi Cgil e Fp Cgil, contro la proposta di revisione dei Lea presentata dall’assessore alle Politiche sociali Remo Sernagiotto La riforma, annunciata dalla regione come una “rivoluzione culturale”, rappresenta per la Cgil in realtà “solo un diverso e più complicato utilizzo di una parte di risorse già da tempo utilizzate per finanziare gli extra Lea rivolti a persone disabili e non autosufficienti”. Anziché ampliare il diritto all’assistenza con più risorse e più servizi, “si complica la vita alle persone e non si garantiscono le risorse necessarie a coprire i bisogni. Il rischio concreto è che queste persone vengano lasciate sempre più sole”. Secondo i calcoli della Cgil, la delibera regionale prevede un netto calo di risorse: 12.177.233 euro rispetto al fabbisogno storico nel 2013 e 44.766.243 nel 2014.

Il sindacato ricorda a Sernagiotto che “i Lea sono diritti esigibili, non è possibile mettere i requisiti dell’Isee per accedervi”. E incalza: “Riformare la domiciliarità e investire sulla territorialità significa investire risorse e strumenti per garantire i bisogni di assistenza delle persone nel loro domicilio. Servono finanziamenti sicuri e consolidati nel tempo, servono professionisti che vadano a domicilio, serve la presa in carico del paziente con un piano individuale di assistenza”. Questo provvedimento “non garantisce niente di tutto ciò, i finanziamenti non sono sufficienti e si introducono tanti e tali complicanze burocratiche che rischiano di non produrre quei benefici necessari per aumentare la qualità della vita alle persone disabili e non autosufficienti”.

(27 maggio 2013)

Fonte: RedattoreSociale.

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TOSCANA: 2,8 MILIONI PER L’ASSISTENZA DOMICILIARE AI MALATI DI SLA

E’ quanto ha messo a disposizione la regione per il secondo semestre 2013-primo semestre 2014. In Toscana i malati di Sla sono oltre 400. "Si punta alla permanenza nel contesto familiare"

FIRENZE - 2,8 milioni per l’assistenza domiciliare per i pazienti affetti da Sla, la Sclerosi laterale amiotrofica. E’ quanto ha messo a disposizione la regione Toscana per il secondo semestre 2013-primo semestre 2014. Per l’assessore alla sanità Luigi Marroni “il modello promosso dalla regione per dare assistenza alle persone affette da Sla, nella fase avanzata della malattia, o da altre gravi patologie neurovegetative che si trovino in condizione di non autosufficienza punta sulla permanenza dei pazienti nel proprio contesto familiare. La cifra messa a disposizione della regione servirà per erogare l’assegno di cura per l’assistenza domiciliare, che può essere prestata sia da operatori che hanno con la persona affetta dalla malattia un rapporto di tipo non familiare che da familiari”. In Toscana si calcola una presenza di casi di persone affette da Sla che oscilla tra le 420 e la 450 unità. Di queste è rilevata una media annua di circa 160 persone che, per condizione di bisogno clinico/funzionale, rientrano nei criteri definiti per l’accesso all’assegno di cura per l’assistenza domiciliare di 1.500 euro al mese.

(27 maggio 2013)

Fonte: RedattoreSociale.it

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PIEMONTE: RIPARTIRANNO I PROGETTI DI COLLOCAMENTO MIRATO

La Regione, infatti, ha deciso una nuova proroga e stanziato ulteriori fondi, per portare a termine i progetti di collocamento mirato, unico strumento che può permettere alle persone con disabilità complessa di accedere al mondo del lavoro. Ancora incerta, per altro, resta la situazione rispetto alla definizione dei nuovi criteri riguardanti il Fondo Regionale Disabili

«A fine giugno – aveva denunciato nelle scorse settimane a Torino il Gruppo Genitori per il Diritto al Lavoro delle Persone con Handicap Intellettivo - scadrà la proroga concessa dalla Regione Piemonte per portare a termine i progetti di collocamento mirato, unico strumento per permettere alle persone con disabilità complessa di poter avere qualche speranza di essere collocate al lavoro, e nonostante i continui solleciti da parte delle associazioni di tutela delle persone con disabilità, dei sindacati, degli enti di supporto al collocamento mirato e delle famiglie, l’Assessorato al Lavoro e alla Formazione Professionale della Regione Piemonte non ha ancora deliberato i criteri di accesso e di ripartizione del Fondo Regionale Disabili, scaduto il 31 dicembre 2012».

Il collocamento mirato, lo ricordiamo, viene definito dall’articolo 2 della Legge 68/99 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili), come «quella serie di strumenti tecnici e di supporto che permettono di valutare adeguatamente le persone con disabilità nelle loro capacità lavorative e di inserirle nel posto adatto, attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi quotidiani di lavoro e di relazione».

Il Gruppo da cui era partita la denuncia, dunque – aderente al Coordinamento Sanità e Assistenza fra i Movimenti di Base, e nato a suo tempo per rappresentare le famiglie delle persone con handicap intellettivo, che da anni attendono un lavoro per il proprio figlio – aveva annunciato una manifestazione di protesta, di fronte all’Assessorato al Lavoro della Regione Piemonte, come avevamo riferito anche nel nostro giornale.

Almeno una trentina, quindi, sono stati i genitori e i rappresentanti di diverse associazioni di tutela della disabilità, che hanno partecipato all’iniziativa e una delegazione di essi è stata ricevuta da Giuliana Fenu, dirigente del Settore Fasce Deboli dell’Assessorato Regionale, che ha informato della decisione di una nuova proroga dell’attuale programmazione, sino alla fine dell’anno, con l’aggiunta di un finanziamento di 3 milioni e mezzo di euro. La buona notizia è perciò che i progetti di collocamento mirato potranno ripartire al più presto.

«Per quanto riguarda invece la delibera sui nuovi criteri – spiega Emanuela Buffa, coordinatrice del Gruppo Genitori – la funzionaria è stata piuttosto vaga, adducendo il ritardo alla delicatezza della materia che si inserisce nel più ampio riordino dei servizi di collocamento e del mercato del lavoro e che coinvolge più soggetti che devono trovare un accordo. La speranza è che ciò possa avvenire entro l’estate».

«Da parte nostra – conclude Buffa – oltre a chiedere di essere consultati sulla parte che riguarda il funzionamento del Fondo Regionale Disabili, prima che la delibera venga licenziata per l’approvazione del Consiglio Regionale, saremo impegnati, insieme alle altre associazioni che ci stanno sostenendo, a monitorare la situazione e ad intervenire come sempre, per tutelare il diritto al lavoro delle persone con disabilità». (S.B.)

(28 maggio 2013)

Fonte: Superando.it

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DISABILITÀ: DIRITTO DI CITTADINANZA IN SICILIA

Questo il titolo dell’incontro organizzato per il 31 maggio a Vittoria (Ragusa) dal Mo.V.I.S. (Movimento Vita Indipendente Sicilia), giovane ONLUS che si batte per i diritti delle persone con disabilità, guardando in particolare all’abbattimento delle barriere, al lavoro, alla riabilitazione, al diritto alle cure e all’approvazione anche nell’Isola di una legge per la Vita Indipendente

Vita Indipendente, riabilitazione, barriere architettoniche e servizi sociosanitari: questi i temi al centro dell’incontro denominato Disabilità: diritto di cittadinanza in Sicilia, promosso per venerdì 31 maggio a Vittoria, in provincia di Ragusa (Chiostro del Convento dei Frati Minori, ore 18), dal Mo.V.I.S. (Movimento Vita Indipendente Sicilia), con il patrocinio del Comune locale e dell’Azienda Sanitaria Provinciale.

«Con questa iniziativa – spiegano gli organizzatori – ci poniamo l’obiettivo di far nascere un confronto diretto con i responsabili delle aziende pubbliche, che parteciperanno insieme ad alcuni importanti esponenti politici, oltreché con le associazioni che si occupano di disabilità e con la comunità cittadina che, sul tema del diritto all’integrazione sociale, riveste un ruolo fondamentale».

Nato recentemente, con sede proprio a Vittoria, il MoVIS è un’associazione che si batte per i diritti delle persone con disabilità, guardando in particolare all’abbattimento delle barriere architettoniche, all’inserimento lavorativo e all’approvazione anche in Sicilia di una legge per la Vita Indipendente, passando per la riabilitazione e il diritto alle cure.

Da segnalare anche che la prima delle due sessioni in cui sarà diviso l’incontro – concluso da un rinfresco offerto da un’azienda sensibile ai temi della disabilità – verrà moderato dal vicepresidente dell’Associazione Parent Project, Luca Genovese, che collabora attivamente con la Mo.V.I.S. (S.B.)

(28 maggio 2013)

Fonte: Superando.it

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Rassegna stampa realizzata daUfficio Politiche per le Disabilità – CGIL Nazionale

A cura di Valerio SerinoTel.: 068476514

E-mail: [email protected]

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