Politiche e Strumenti Internazionalizzazione Francia e Germania

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    Ministerodello Sviluppo Economico

    Politichee strumenti per

    linternazionalizzazionein Francia e Germania

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    Il Tavolo dIniziativa per lattuazione dello Small Business Act stato insediato dal Ministro dello Sviluppo

    Economico, On. Claudio Scajola il 18 marzo 2009. I lavori sono stati articolati in 6 tavoli tematici, tra cui il Tavolo

    5 Politiche e strumenti per lInternazionalizzazione, coordinato dal Direttore Generale per le Politiche di In-ternazionalizzazione e Promozione degli Scambi, Pietro Celi. Da una delle proposte definite a conclusione dei

    lavori nasce il presente documento.

    Il volume stato realizzato dallIPI - Istituto per la Promozione Industriale, Centro di Competenza Internazionale,

    nellambito delle attivit di supporto ai lavori del Tavolo tematico 5.

    Il coordinamento dei contenuti del volume stato a cura del Ministero dello Sviluppo Economico, Dipartimento

    per lImpresa e lInternazionalizzazione - Direzione Generale per le Politiche di Internazionalizzazione e la Pro-

    mozione degli Scambi.

    Coordinamento

    Anna Maria Forte, Dirigente Strumenti finanziari allInternazionalizzazione, Dipartimento per lImpresa e lIn-

    ternazionalizzazione - Direzione Generale per le Politiche di Internazionalizzazione e la Promozione degli

    Scambi, Ministero dello Sviluppo Economico

    Redazione

    Maria Benedetta Francesconi, Responsabile internazionale

    Alberta Fumo, Sabina Picchioni

    IPI - Istituto per la Promozione Industriale

    Giuseppe Pace: Cap. 0 - 1. Italia - 1.1. Commercio estero e ruolo delle PMI in Italia;

    Sezione I - Francia - 1. Quadro economico e commercio estero

    Daniele Maddaloni: Cap. 0 - 1. Italia - 1.1. Commercio estero e ruolo delle PMI in Italia;

    Sezione II - Germania - 1. Quadro economico e commercio estero;

    Nucleo Esperti dellOsservatorio Economico, Ministero dello Sviluppo Economico

    Si ringraziano per i contributi:

    Alessandra Cancila, Ministero dello Sviluppo Economico

    Fabio Giorgio, Ministero dello Sviluppo Economico

    Riccardo Scarpulla, Ministero dello Sviluppo Economico

    Debora Capoccia, IPI - Istituto per la Promozione Industriale

    Pino Corrente, IPI - Istituto per la Promozione Industriale

    La pubblicazione consultabile sul sito Internet del Ministero dello Sviluppo Economico,

    Area Internazionalizzazione

    www.sviluppoeconomico.gov.it

    e dellIstituto per la Promozione Industriale

    www.ipi.it

    La pubblicazione stata redatta in base ai dati e alle informazioni disponibili

    al mese di luglio 2009

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    I

    PREFAZIONELUnione europea e gli Stati membri, ispirandosi alle buone pratiche nellambito della Carta eu-ropea delle piccole imprese e dando attuazione alle conclusioni del Consiglio europeo della pri-mavera 2006, hanno notevolmente migliorato il contesto normativo e gli interventi a favore dellePMI. Un processo continuato nel giugno 2008 con la pubblicazione dello "Small Business Act(SBA) con il quale il Consiglio europeo attribuisce priorit alla crescita delle PMI per il rafforza-mento della competitivit complessiva del sistema produttivo.

    Il riconoscimento dellimportante ruolo delle PMI e del loro fondamentale contributo alla crescitaeconomica e alla creazione di posti di lavoro, ha portato alla costituzione di un gruppo di lavorodellInternazionalizzazione nellambito dei Tavoli per le PMI che il Ministro Scajola, in attuazionedel SBA, ha attivato negli scorsi mesi per sostenere la crescita e la competitivit delle piccole emedie imprese e soprattutto facilitarne i percorsi, liberandole da vincoli burocratici e da oneri am-ministrativi.

    Le PMI costituiscono lossatura delleconomia europea contribuendo alla creazione di ricchezzae benessere ed interpretando le condizioni di mercato con flessibilit e capacit di adattamentomolto meglio delle imprese di grandi dimensioni.

    Per favorire la graduale uscita delleconomia europea dalla fase recessiva imprescindibile il

    contributo che le PMI potranno dare, grazie anche ad azioni di policy, a sostegno del nostro si-stema di impresa, efficaci e tempestive.

    Il 99% delle imprese europee sono PMI, il 92% ha meno di 9 addetti, le medie imprese rappre-sentano solo l'1% del totale.

    In Italia il ruolo delle PMI strategico pi che negli altri Paesi, in quanto contribuiscono per il70,9% alla formazione del PIL, occupano circa 12 milioni di persone (81,3% del totale).

    Sono circa 180 mila le PMI che esportano prodotti italiani, parte significativa di queste contribui-scono a diffondere e valorizzare la qualit del made in Italy.

    In questo contesto e in attuazione degli orientamenti comunitari, uno degli obiettivi da realizzare

    di risolvere le criticit strutturali che caratterizzano le PMI, attraverso politiche di sostegno al-linternazionalizzazione, per rafforzare la competitivit e per favorire i processi innovativi.

    In tal senso, il lavoro che viene presentato in questa sede nasce dallesigenza di individuare stru-menti e iniziative efficaci rispetto a obiettivi di internazionalizzazione e competitivit delle PMI,anche attraverso la metodologia del benchmarking.

    Il lavoro si propone di misurare e incrementare le performance delle imprese mediante il confrontocon altri Paesi europei, in particolare Germania e Francia, che alla luce dello SBA stanno elabo-rando strategie e interventi, sempre nellambito della normativa comunitaria in materia di aiuti diStato, volti allinternazionalizzazione e alla promozione commerciale.

    Nel progetto di lavoro previsto un allargamento dellindagine anche ai paesi extra europei, conlobiettivo di raccogliere informazioni importanti alla creazione di un quadro completo delle politi-

    che e degli interventi alle PMI nei loro approcci ai mercati esteri.

    Da una prima analisi dei dati risulta, a livello europeo, un quadro abbastanza omogeneo; gi neidocumenti programmatici, i Paesi membri hanno recepito un cambiamento di rotta nelle politichedi sostegno alle imprese, passando da interventi di tipo generalizzato, ossia caratterizzati dascarsa specializzazione e selettivit, a politiche maggiormente orientate verso il sostegno alla ri-cerca, sviluppo e innovazione e alla offerta e acquisizione di servizi reali alle imprese.

    La legge sviluppo, recentemente approvata dal Parlamento, attraverso la delega al Governo, con-tenuta nellarticolo 12, definisce il quadro di riferimento per la riforma degli Enti e degli strumentia supporto dellinternazionalizzazione delle imprese. unoccasione importante per una razio-nalizzazione dellintero sistema in funzione di pi ambiziosi obiettivi di competitivit.

    Dr. Giuseppe TripoliCapo del Dipartimento

    Dipartimento per l'impresa e l'internazionalizzazione

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    II

    SOMMARIO

    Premessa ...............................................................................................................................................V

    Capitolo 0................................................................................................................................................11. Italia.......................................................................................................................................................3

    1.1 Commercio estero e ruolo delle piccole e medie imprese in Italia....................................................3

    1.2 Sostegno pubblico allinternazionalizzazione....................................................................................5

    2. Francia ................................................................................................................................................11

    3. Germania ............................................................................................................................................17

    Sezione I.................................................................................................................................23

    Francia ....................................................................................................................................................25

    1.Quadro economico e commercio estero ...............................................................................................25

    1.1 Quadro macroeconomico...................................................................................................................25

    1.2 Principali settori produttivi ..................................................................................................................25

    1.3 Commercio estero..............................................................................................................................25

    1.4 Interscambio Italia - Francia...............................................................................................................29

    2. Quadro generale della politica di internazionalizzazione .....................................................................31

    2.1 Governance .......................................................................................................................................34

    2.2 Riepilogo dei programmi e degli obiettivi di internazionalizzazione .................................................36

    3. Programmi e modalit di attuazione ....................................................................................................39

    3.1 Ubifrance - Sviluppo Internazionale ...................................................................................................39

    3.1.1 SIDEX - Azioni di promozione individuali ........................................................................................39

    3.1.2 Label France - Azioni di promozione collettive................................................................................39

    3.1.3 P2C - Internazionalizzazione dei Poli di competitivit.....................................................................40

    3.1.4 V.I.E. - Volontariato Internazionale dImpresa ................................................................................40

    3.1.5 Dati e analisi ..................................................................................................................................41

    3.2 Garanzie COFACE a sostegno delle esportazioni .............................................................................41

    3.2.1 Assicurazione dei crediti allesportazione .......................................................................................41

    3.2.2 CAP e CAP+ - Complemento di assicurazione credito ...................................................................44

    3.2.3 Assicurazione-prospezione per la ricerca di nuovi mercati .............................................................44

    3.2.4 Assicurazione cauzione e prefinanziamento/rischio esportatore ....................................................45

    3.2.5 Assicurazione investimenti..............................................................................................................46

    3.2.6 Assicurazione cambi .......................................................................................................................47

    3.3 Oso International - Internazionalizzazione delle PMI.......................................................................47

    3.3.1 Garanzia e finanziamento per investimenti per le esportazioni ......................................................48

    3.3.2 Prestito per lExport (PPE) ..............................................................................................................48

    3.3.3 Garanzia delle cauzioni bancarie sui mercati export ......................................................................49

    3.3.4 Garanzia su finanziamenti specifici.................................................................................................49

    3.3.5 Prestiti per Contratti di Sviluppo Internazionale ..............................................................................49

    3.3.6 FASEP - Garanzia sugli apporti di capitale in una filiale estera ......................................................50

    3.3.7 Garanzia sui finanziamenti degli investimenti della filiale estera ....................................................50

    3.3.8 Partenariati e progetti tecnologici transnazionali ............................................................................50

    3.3.9 Sostegno informativo e servizi per i partenariati tecnologici ...........................................................51

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    III

    3.4 Agevolazioni fiscali - Ministero dellEconomia, Industria e Occupazione...........................................51

    3.4.1 Credito dimposta export .................................................................................................................51

    3.4.2 Esonero fiscale per le missioni volte allexport - cd. 120 giorni ....................................................52

    3.5 Dogane - Smaterializzazione delle procedure ...................................................................................52

    4. Riepilogo dellinsieme dei programmi e degli strumenti .......................................................................53

    4.1 Ubifrance - Sviluppo Internazionale ...................................................................................................534.2 Garanzie Coface a sostegno delle esportazioni ................................................................................54

    4.3 Oso International per linternazionalizzazione delle PMI .................................................................56

    4.4 Agevolazioni fiscali - Ministero dellEconomia, Industria e Occupazione...........................................57

    4.5 Dogane - Smaterializzazione delle procedure ...................................................................................57

    5.Commercio estero e risultati della politica di internazionalizzazione della Francia...............................59

    6.Considerazioni conclusive ....................................................................................................................63

    Sezione II................................................................................................................................65Germania ................................................................................................................................................67

    1.Quadro economico e commercio estero ...............................................................................................67

    1.1 Quadro macroeconomico...................................................................................................................67

    1.2 Principali settori produttivi ..................................................................................................................67

    1.3 Commercio estero..............................................................................................................................67

    1.4 Interscambio Italia - Germania...........................................................................................................70

    2.Il quadro generale della politica di internazionalizzazione ....................................................................73

    2.1 Governance .......................................................................................................................................75

    2.2 Riepilogo dei programmi e degli obiettivi di internazionalizzazione...................................................78

    3.Programmi e modalit di attuazione .....................................................................................................81

    3.1 BMWi e AUMA - Programma per le Fiere Internazionali (AMP).........................................................81

    3.1.1 AMP - Supporto alle imprese per la partecipazione alle fiere internazionali ...................................81

    3.1.2 German Pavillion.............................................................................................................................82

    3.2 Programmi BAFA per la promozione allestero ..................................................................................82

    3.2.1 Iniziativa Export Energie rinnovabili..............................................................................................82

    3.2.2 Iniziativa Export Efficienza energetica..........................................................................................83

    3.2.3 Promozione Marketing ....................................................................................................................83

    3.3 Camere di commercio tedesche allestero (AHK) - accompagnamento e consulenza.....................833.3.1 Servizi alle imprese.........................................................................................................................83

    3.4 Germany Trade and Invest - Informazione e Promozione .................................................................84

    3.4.1 e-Trade - Center .............................................................................................................................84

    3.4.2 Piattaforma iXPOS..........................................................................................................................85

    3.5 Euler Hermes Kreditversicherungs Aktiengesellschaft - Garanzie Hermes cover

    dei crediti alle esportazioni ................................................................................................................85

    3.5.1 Polizza Wholeturnover ("APG") e Polizza Wholeturnover Light ("APG light") .............................87

    3.5.2 Assicurazione del rischio di fabbricazione ......................................................................................88

    3.5.3 Assicurazione del Credito allAcquirente.........................................................................................88

    3.5.4 Assicurazione del Credito al Fornitore ............................................................................................88

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    V

    3.5.5 Assicurazione Rotativa del Credito Acquirente ...............................................................................88

    3.5.6 Assicurazione Rotativa del Credito Fornitore..................................................................................89

    3.5.7 Assicurazione per contratti di costruzione......................................................................................89

    3.5.8 Assicurazione Leasing ....................................................................................................................89

    3.5.9 Assicurazione quadro del credito ....................................................................................................90

    3.5.10 Garanzia di cartolarizzazione dei crediti .......................................................................................90

    3.5.11 Copertura del contratto obbligazionario ........................................................................................903.5.12 Garanzia Aerbus ...........................................................................................................................91

    3.5.13 Assicurazione Rischio Confisca ....................................................................................................91

    3.5.14 Contro - Garanzia .........................................................................................................................91

    3.5.15 Assicurazione contro il rischio di conferma del credito .................................................................92

    3.6 PricewaterhouseCoopers Aktiengesellschaft Wirtschaftsprfungs gesellschaft

    (PwC AG) - Garanzie per gli Investimenti esteri ...............................................................................92

    3.7 KfW Mittelstandsbank - finanziamenti per le PMI ..............................................................................93

    3.7.1 KfW Unternehmerkredit (Prestito imprenditoriale) ..........................................................................93

    3.7.2 KfW Unternehmerkapital - Capitale per Lavori e Investimenti ........................................................94

    3.8 High Tech Strategie............................................................................................................................953.8.1 Intec.net ..........................................................................................................................................96

    3.8.2 Kompetenznetze Deutschland - internazionalizzazione dei cluster ................................................96

    4. Riepilogo dellinsieme dei programmi e degli strumenti.......................................................................97

    4.1 AUMA e Ministero Economia e Tecnologia - Partecipazione a fiere internazionali ............................97

    4.2 BAFA - Promozione allestero ............................................................................................................97

    4.3 Camere di commercio tedesche allestero - Accompagnamento e consulenza ................................98

    4.4 German Trade and Invest - Informazione e promozione ...................................................................98

    4.5 Garanzie Hermes cover dei crediti alle esportazioni..........................................................................99

    4.6 Garanzie PricewaterhouseCoopers - Graranzie per gli investimenti esteri .....................................1024.7 KfW Mittelstandsbank - Finanziamenti per le PMI ...........................................................................103

    4.8 High Tech Strategie..........................................................................................................................103

    5. Commercio estero e risultati della politica di internazionalizzazione della Germania........................105

    6. Considerazioni conclusive .................................................................................................................109

    Bibliografia .........................................................................................................................................111

    Allegati.................................................................................................................................................115

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    V

    PREMESSA

    Lo studio Politiche per linternazionalizzazione a confronto: Francia e Germania il risultato diuna ricerca volta a conoscere le iniziative pi rilevanti dei due Paesi nel campo delle politiche diinternazionalizzazione a sostegno delle imprese, in particolare PMI, nel corso degli ultimi anni.

    Lidea nasce nel quadro del Tavolo diniziativa del Ministero dello Sviluppo Economico per la rea-lizzazione degli adempimenti previsti dallo Small Business Act1, insediato dal Ministro Scajola il18 marzo 2009; specificatamente nellambito del Tavolo tematico 5 Politiche e strumenti per lIn-ternazionalizzazione, coordinato dal Direttore Generale per le politiche di internazionalizzazionee promozione degli scambi, Pietro Celi.

    La panoramica sulle politiche di internazionalizzazione dei maggiori concorrenti europei dellItaliapu costituire un riferimento utile in termini di buone prassi cui possibile guardare e, ove ne ri-corrano le circostanze, ispirarsi in concreto da parte dei soggetti coinvolti attivamente nella defi-nizione della politica e degli strumenti di internazionalizzazione in Italia, con lobiettivo del rilanciodella presenza di imprese italiane allestero incluso nella recente Legge Sviluppo.

    Si scelto di avviare lanalisi in Paesi ove fosse rilevante limportanza strategica della dimensione

    internazionale; pur non volendo costruire paralleli virtuali tra politiche nazionali per linternazio-nalizzazione, emerge, tuttavia, la comune influenza degli orientamenti comunitari e del contestoregolatore europeo, in particolare in materia di aiuti di Stato, nella impostazione delle singole po-litiche e nella loro declinazione in strumenti di intervento.

    Allo stesso tempo, ogni Governo ha progettato strumenti a sostegno dellinternazionalizzazioneche tenessero conto delle potenzialit della struttura produttiva nazionale, coniugando la valoriz-zazione di questultima con il rafforzamento dei settori gi riconosciuti come trainanti per lexport,al fine di sostenere una stabile presenza imprenditoriale allestero.

    Lanalisi, condotta sulla base di fonti documentali, presenta il quadro macroeconomico e settorialedei Paesi e linterscambio con lItalia, per poi ricostruire il quadro delle politiche per linternazio-nalizzazione e del sistema di governance, fino a presentare nel dettaglio i singoli programmi e

    strumenti. I programmi e gli strumenti sono stati presentati anche in tabelle di sintesi, per una let-tura semplificata che consenta di evidenziare con maggiore immediatezza la rispondenza tra pro-grammi e obiettivi, i contenuti degli strumenti e, ove possibile, le risorse dedicate e i risultati pirecenti.

    Il lavoro stato ideato in modo da consentire eventuali aggiornamenti, a seconda dellevoluzionedei provvedimenti adottati in materia nei Paesi considerati, o anche approfondimenti, in relazionea strumenti specifici di particolare interesse per lItalia. Inoltre, il metodo di lavoro potr essereapplicato allesame di altre realt nazionali, europee ed extra-europee.

    1Comunicazione della Commissione al Consiglio, al Parlamento europeo, al Comitato delle Regioni, Pensare

    anzitutto in piccolo. Uno Small Business Act per lEuropa, COM (2008) 394 definitivo/2.

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    CAPITOLO 0

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    Politiche e strumenti per linternazionalizzazione in Francia e Germania

    CAPITOLO

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    1. ITALIA2

    1.1 Commercio estero e ruolo delle piccole e medie imprese in Italia

    Il sistema produttivo italiano si caratterizza, a differenza di quello degli altri Paesi industrializzati,per il numero elevato di imprese medio-piccole e piccole, fino alle microimprese con meno di dieci

    addetti.Nel corso del Novecento, in Italia il peso delle classi dimensionali delle imprese ha mostrato di-verse oscillazioni: infatti nel periodo compreso tra il 1927 e il 1991, la classe intermedia, 100-499addetti, impiega circa un quinto degli occupati manifatturieri, mentre il peso delle piccole impresescende di nove punti (dal 59,5% al 50,6%) e sale quello delle grandi (dal 19 al 31%). Il ventenniosuccessivo, caratterizzato da crisi e da forti ristrutturazioni dei gruppi di dimensione maggiore,con strategie di outsourcing e frammentazione societaria, vede invertirsi la tendenza: il peso deglioccupati nelle grandi imprese crolla dal 31 al 13% mentre specularmente cresce dal 51 al 68%quello delle piccole.

    Queste variazioni si legano a fenomeni che hanno investito in modo trasversale tutti i settori: lepressioni salariali sulla scia del boom degli anni Sessanta, le incertezze seguite alla prima crisi

    petrolifera del 1973, che spinsero le imprese medio-grandi in Europa a cercare maggiori forme diflessibilit. Negli anni Ottanta le grandi imprese italiane conoscono un periodo di rilancio di brevedurata, con aumento dei margini di profitto, crescita della produttivit, maggiore ricorso al creditoanche per il venir meno del massimale bancario sugli impieghi.

    Unattenzione particolare merita poi, nel caso del nostro Paese, il ruolo giocato dai distretti in-dustriali, cio linsieme dei sistemi produttivi locali e imprese a rete capaci di generare economiedi scala di sistema alternativi alle tradizionali economie di scala di impianto o impresa, tipiche deltradizionale modello fordista di organizzazione industriale.

    Il sistema dei distretti e delle imprese a rete messo alla prova dai cambiamenti delle dinamichedel commercio internazionale, che impongono il passaggio da strategie puramente di esportazionia strategie di insediamento e radicamento nei mercati di sbocco (accordi di distribuzione, reti di

    agenti e rappresentanti, filiali commerciali e di assistenza ai clienti, investimenti produttivi, avvi-cinamento alle fonti di conoscenza e di progresso tecnologico). Per quanto concerne la loro per-formance esportativa continua la fase di difficolt che li investe sin dalla fine del 2007: infatti ilprimo trimestre del 2009 si aperto con un calo profondo dei valori esportati (-20% circa).

    A livello settoriale, solo i distretti alimentari reggono, grazie al carattere meno ciclico della do-manda, spesso diretta a soddisfare bisogni primari e incomprimibili. Gli altri distretti registrano uncalo di fatturato estero compreso tra il -15% dei beni di consumo del sistema moda e il -30% deibeni intermedi del sistema moda.

    Limportanza delle PMI per il nostro sistema produttivo ribadita da un recente studio dellEurostat(2008): allinterno dellUnione europea a 27, lItalia presenta il numero pi elevato di PMI mentrein termini percentuali il nostro Paese in linea con Grecia, Spagna, Cipro e Portogallo (99,9%).

    Le nostre PMI producono un valore aggiunto di circa 420 miliardi di euro (alle spalle solo di Ger-mania e Regno Unito), impiegano oltre 12 milioni di persone (dietro solo la Germania) e concor-rono per oltre i due terzi alla formazione del prodotto interno lordo.

    Le imprese esportatrici sono circa 200.000 (5.800 quelle che hanno avviato direttamente attiviteconomiche allestero). Nel corso del 2008 il 93% degli esportatori costituito da imprese conmeno di 50 addetti e ha generato circa il 28% del valore delle esportazioni (in crescita rispetto al2007), mentre allaltro estremo poco pi di 2000 imprese con pi di 250 addetti forniscono il 44%del valore totale. comunque interessante notare che le imprese con 50-249 addetti (circa 11600nel 2007), hanno tendenzialmente accresciuto il proprio contributo alle esportazioni totali lungo ildecennio, arrivando al 28% nel 2007.

    3

    Politiche e strumenti per linternazionalizzazione in Francia e Germania

    CAPITOLO

    0

    2La presentazione del sistema italiano a cura dellOsservatorio economico del MSE.

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    La distribuzione per classi di fatturato esportato ancora pi polarizzata: circa l84% degli espor-tatori registra un fatturato esportato inferiore a 750.000 euro nel 2007, generando complessiva-mente non pi del 4% delle esportazioni totali, contro il 50% che origina da poco pi di 1.000esportatori nella classe di oltre 50 milioni di fatturato esportato e circa un terzo attribuibile agliesportatori delle classi tra 5 e 50 milioni.

    Al crescere delle dimensioni aziendali tende a crescere anche il numero di mercati serviti dallim-

    presa esportatrice. Le grandi imprese giocano un ruolo fondamentale nelle Americhe, nel MedioOriente e nellAfrica settentrionale; le microimprese (fino a 9 addetti), detengono quote di mercatodellexport superiori alla media nei confronti dei Paesi dellAfrica sub-sahariana e conservano unruolo piuttosto marginale sul mercato americano. Per quanto riguarda le imprese di medie dimen-sioni, invece, restano prioritari il mercato europeo e asiatico.

    In tema di internazionalizzazione produttiva, la maggior parte delle partecipate italiane allesteroha sede nellUnione europea: nellarea si concentra infatti oltre la met (52%) dei dipendenti euna quota di fatturato superiore al 65% del totale.

    Gli investimenti produttivi in uscita dallItalia sono in gran parte frutto delle scelte strategiche dellegrandi imprese, quelle con un numero di addetti superiore ai 250; le partecipate dai grandi inve-stitori rappresentavano nel 2007 il 73,4% dei dipendenti allestero e l87,1% del fatturato com-plessivo. Le imprese con un numero di addetti compreso tra 50 e 249 hanno tuttavia fattoregistrare la crescita pi sostenuta delle attivit dinvestimento produttivo allestero.

    Il peso delle micro (fino a 9 addetti) e piccole imprese investitrici (da 10 a 49 addetti) sul totaledelle partecipate allestero, si portato al 10,3% nel corso dellanno precedente. Va tuttavia ri-cordato che i dati sullinternazionalizzazione produttiva delle PMI richiedono una notevole cautela:le forme di internazionalizzazione leggere, come gli accordi di tipo commerciale e/o i progetti dicollaborazione, sono spesso preferite dalle imprese di minori dimensioni, poich comportano unamaggiore flessibilit e minori costi fissi per limpresa.

    Le multinazionali pi grandi sono state particolarmente attive nei Paesi europei non UE, con unaquota di addetti che passata tra il 2002 e il 2007 dal 72,3 al 78,5%. Il settore dei servizi si di-mostrato in questarea particolarmente attrattivo. Una quota rilevante delle partecipazioni si concentrata anche in alcuni settori tradizionali del made in Italy, quali labbigliamento e i prodottiin pelle; questi investimenti si caratterizzano per il fatto di rappresentare una quota di addetti dop-pia rispetto al fatturato. Sempre nella regione extra UE si concentra anche una buona parte dellepartecipate nel settore degli autoveicoli.

    Nellarea mediorientale e nei Paesi dellAfrica settentrionale, la quota delle multinazionali italianepi grandi passata, con riferimento al numero degli addetti, dal 49,6 al 63,2% del totale; ci avvenuto a scapito soprattutto degli investitori della classe intermedia.

    Di un certo rilievo anche le partecipazioni in alcuni dei tradizionali settori del made in Italy. InAmerica settentrionale, la dinamica pi favorevole ha riguardato gli investitori della classe inter-media. Le medie imprese italiane avevano nel 2002 un numero di succursali rappresentative del10,8% del totale degli addetti; questa quota salita al 17,9% nel 2007, a fronte di un piccolo gua-dagno delle piccole imprese e di una sensibile riduzione del peso dei grandi gruppi industriali. Ilcambio euro/dollaro pi favorevole potrebbe aver concorso allabbassamento della soglia di in-gresso nel mercato nordamericano, favorendo laccesso anche alle PMI italiane. Sensibilmenteal di sopra della media, sia relativamente agli addetti che al fatturato, le quote del settore alimen-tare, dei materiali per ledilizia, vetro e ceramica, della meccanica e dellelettronica. La composi-zione settoriale degli investimenti spiega buona parte dellimportanza relativa in questarea degliinvestitori della classe dimensionale intermedia. importante rilevare la significativa presenza diimprese di medie dimensioni in Asia orientale, regione in cui si concentra il 9,6% di tutte le attivititaliane allestero.

    Secondo gli ultimi dati ISTAT disponibili (2006), il contributo delle PMI italiane alle esportazionicomplessive si aggira intorno al 56%, valore che nel periodo 2003-2006 rimasto sostanzialmente

    stabile, ci alla luce del mutato scenario economico globale e sulla scia del crescente processodi frammentazione internazionale della produzione fornisce unulteriore conferma dellimportanzastrategica del sostegno pubblico ai processi di internazionalizzazione delle imprese.

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    1.2 Sostegno pubblico allinternazionalizzazione

    Il sostegno delle imprese che intendono estendere la loro presenza sul mercato internazionale oggi considerata largamente una priorit politico-istituzionale, soprattutto per limportanza che iprocessi di internazionalizzazione rivestono nella crescita economica nazionale.

    A livello centrale, gli strumenti a supporto dei processi di internazionalizzazione sono molteplici e

    sostengono tutte le fasi dellinternazionalizzazione, dalla valutazione dellidea imprenditoriale finoallimplementazione del progetto internazionale, anche nella forma pi complessa del radicamentoin loco.

    In Italia il Ministero dello Sviluppo Economico listituzione centrale responsabile delle po-litiche di internazionalizzazione delle imprese, curate dalla Direzione per le Politiche di Inter-nazionalizzazione e la Promozione degli Scambi.

    In tale contesto, la Direzione elabora la proposta delle Linee Direttrici triennali e di indirizzo dellaattivit degli Enti strumentali (ICE e Simest) che vengono emanate dal Ministro, in cui sono indi-viduati i mercati esteri di interesse per le aziende italiane, i settori nazionali prioritari e gli strumentida adottare nello scenario economico del momento.

    La Direzione inoltre realizza direttamente alcuni programmi ed iniziative sia in campo promozio-nale che di sostegno finanziario a favore delle aziende esportatrici che si internazionalizzano.

    Rientrano nella gestione diretta del Ministero i contributi finanziari a programmi promozionalipresentati da Enti, Istituzioni ed associazioni per la promozione delle esportazioni (L. 1083/54),da Consorzi export a carattere pluri-regionale (L. 83/89 e L. 394/81, art. 10), da Camere di com-mercio italiane allestero (L. 518/70 e L. 580/93) e Camere miste in Italia, nonch la gestione delProgetto Africa, Asia e Mediterraneo, regolato da apposita Convenzione stipulata con Confindu-stria Servizi innovativi, che prevede la concessione di contributi per la realizzazione di studi difattibilit per progetti di infrastrutturazione in tali aree.

    Inoltre, il Ministero gestisce, con il supporto operativo dellICE, il Fondo made in Italy, finalizzatoa finanziare campagne di promozione straordinaria a carattere settoriale a favore delle produzionimade in Italy.

    Sono invece oggetto di gestione indiretta, ma su linee di indirizzo del Ministero, gli accordi di pro-gramma con le Regioni, gli accordi di settori con le Associazione di categoria, lAccordo quadrocon ICE e CRUI, lAccordo con il sistema fieristico nazionale, lAccordo con Unioncamere e As-socamerestero. Tali accordi danno luogo a progetti promozionali cofinanziati al 50% nellambitodei fondi del Programma promozionale dellICE.

    In proposito, occorre ricordare che in seguito alla legge di riforma costituzionale n. 3/2001 sonostate attribuite alle Regioni due importanti competenze quali i rapporti internazionali e con lUE eil commercio estero. Sempre nellottica del decentramento delle funzioni amministrative centraliavviato con la cd. legge Bassanini, nonch a supporto delle nuove funzioni svolte direttamentedalle Regioni, va collocata la costituzione e il rafforzamento nel tempo degli SPRINT (SportelliRegionali per lInternazionalizzazione), strutture che tramite la pianificazione e il coordinamentodei vari attori locali, tendono di avvicinare alle imprese il sistema pubblico per linternazionaliz-zazione.

    Ricorrendo ad una semplificazione, si pu assumere che a livello centrale attualmente esistonoi seguenti operatori principali:

    ICE (Istituto nazionale per il Commercio Estero);SIMEST S.p.a. (Societ Italiana per le Imprese allEstero);SACE S.p.a. (Societ di assicurazione del commercio estero);CCIAA (Camere di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura);CCIE (Camere di Commercio Italiane allEstero).

    Prima di introdurre i singoli strumenti e servizi, nellambito della classificazione sopra menzionata,si rappresenta una mappa complessiva del sistema incentivante pubblico di livello centrale (leCamere di commercio sono considerate di livello territoriale).

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    Tab. 1 - Strumenti e servizi per linternazionalizzazione (livello di governo centrale)

    Fonte: elaborazioni Osservatorio Economico

    LIstituto nazionale per il Commercio Estero - ICE lente pubblico fondato3 per promuoverelo sviluppo degli scambi commerciali con altri Paesi, favorendo linternazionalizzazione delle im-prese italiane. Sotto il profilo organizzativo, listituto ha sede a Roma ma si compone di 17 ufficiin Italia e di una rete internazionale di 117 uffici e punti di corrispondenza4, in 87 Paesi.

    Il compito di promuovere, agevolare e sviluppare gli scambi commerciali dellItalia con gli altriPaesi del mondo viene svolto soprattutto con riguardo a imprese piccole e medie, curandone laproiezione ed il radicamento sui mercati esteri. Le attivit sono finanziate prevalentemente confondi pubblici, attraverso il Ministero dello Sviluppo Economico e, parzialmente, dalle impreseche ne utilizzano i servizi promozionali, di informazione e di assistenza e di formazione.

    Complessivamente, loperativit dellIstituto pu essere ricondotta a quattro raggruppamenti diattivit: organizzazione di eventi promozionali e collaborazione industriale, assistenza persona-lizzata alle imprese, informazione sui mercati esteri e attivit di formazione per linternazionaliz-zazione.

    ICE SIMEST SACE

    Servizi Informativi News commercio estero Guida al mercato

    Anteprima grandi progetti Gare internazionali Opportunit commerciali Schede prodotti Indagini di mercato Rapporti ICEServizi di assistenza Ricerca clienti esteri Ricerca partner esteri Sondaggi prodottiAttivit promozionali

    Partecipazione a fiere Azioni di mailing Vetrine webFormazione

    Corsi Master in commercio esteroAttrazione di investimenti esteri

    Servizi dinvestimento Partecipazione al capitale di

    imprese estere

    Gestione di fondi di venturecapitalAgevolazioni

    Finanziamenti agevolati perstudi di prefattibilit e

    assistenza tecnica Finanziamenti di programmi di

    investimento allestero Agevolazione dei crediti

    allesportazione

    Copertura del rischio di creditoper le aziende esportatrici

    Copertura dei rischi politici

    legati a investimenti allestero Copertura del rischio di

    escussione delle fideiussioni

    Garanzia su finanziamentibancari

    Garanzia su finanziamenti perlinternazionalizzazione di PMI

    Conferme di creditodocumentario

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    3Lattivit iniziata nel lontano 1926, ma stato oggetto di diverse modifiche legislative, ultima delle quali quellaattuata con la legge di riforma 68/97.4Avamposti operativi dislocati anche in aree remote ma di interesse strategico.

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    Tab. 2 - Esigenze aziendali e corrispondenti servizi erogati dallICE

    Fonte: elaborazioni Osservatorio Economico

    La Societ italiana per le imprese allestero - SIMEST S.p.a. una societ di diritto privato amaggioranza pubblica che promuove linternazionalizzazione delle imprese italiane mediante ser-vizi di assistenza e strumenti finanziari diversificati, allo scopo ultimo di valorizzare la capacitcompetitiva del sistema produttivo italiano, in gran parte costituito da piccole e medie imprese.

    La maggiore attenzione alle imprese minori, in particolare, si fonda sul presupposto che taliaziende non dispongono al loro interno di tutte le competenze necessarie per progettare e attuare

    forme di internazionalizzazione diverse dallesportazione.

    Tab.3 - Interventi Simest per fasi di sviluppo aziendale (coinvolgimento estero crescente)

    Fonte: elaborazioni Osservatorio Economico

    Esigenze dellazienda Servizi ICE

    Conoscere i mercati esteriElenco dei servizi informativi (digitali e cartacei) tra cui 500 prodottieditoriali, Guide-Paese, indagini di mercato personalizzate, sitoInternet

    Entrare nei mercati esteri

    Gamma di servizi di assistenza del capillare network italiano ed esteroche fin dalle fasi iniziali dellingresso nel mercato prescelto individua i partner pi idonei, evidenzia le strategie di inserimento piadeguate agli obiettivi dellimpresa, assicura unassistenza puntualenel corso delle trattative

    Promuovere prodotti e servizi nei mercatiesteri

    Partecipazione alle iniziative inserite nel-lannuale ProgrammaPromozionale, assistenza nellorganizzazione allestero di mostreautonome, conferenze stampa, convegni e campagne pubblicitarie inloco

    Sviluppare e consolidare i rapporti nei mercatiesteri

    Servizi di consulenza agli investitori, reperimento di fonti difinanziamento, assistenza contrattuale, assistenza per lapertura diuffici allestero e per il reperimento di personale locale, informazionicommerciali e riservate sui partner, supporto alla soluzione dellecontroversie

    Fasi di sviluppo dellazienda Interventi Simest

    a. Analisi mercati esteri finanziamento studi di fattibilit e assistenza tecnica

    b. Penetrazione commerciale extra UE finanziamento programmi di insediamento (extra UE)

    c. Esportazione beni strumentali

    Stabilizzazione tassi su finanziamenti per export di beni dinvestimento

    d. Ricerca opportunit di investimento business scouting e match making

    e. Investimenti in aziende estere

    partecipazione al capitale di societ estere fondi venture capital contributo in conto interesse su finanziamento della quota della

    azienda italiana

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    Come si evince dalla tabella, gli strumenti finanziari che la SIMEST S.p.a. gestisce si articolanosecondo una gamma che consente di accompagnare le imprese in tutte le principali fasi evolutivedei processi di internazionalizzazione e comprendono:

    la partecipazione societaria agli investimenti allestero delle imprese italiane;il finanziamento degli studi di fattibilit e dei programmi di formazione e assistenza tecnicaagli investimenti allestero;

    il finanziamento della realizzazione di strutture commerciali permanenti allestero;la stabilizzazione dei tassi di interesse a condizioni consensus nelle operazioni difinanziamento dei crediti export per le esportazioni di beni di investimento.

    Per iniziative di internazionalizzazione produttiva, in particolare, la SIMEST S.p.a. interviene at-traverso la ricerca di partner e di opportunit di investimento e lerogazione di servizi di assistenzae consulenza tecnico-finanziaria nella predisposizione del progetto e nella sua implementazione.

    A tali servizi si aggiunge lo strumento tecnico dellacquisizione di partecipazione al capitale di ri-schio della societ estera, anche con l'intervento associato dei fondi di venture capital del Mini-stero dello Sviluppo Economico. Tale intervento pu essere potenziato con il ricorso a contributiin conto interesse sull'eventuale finanziamento bancario della quota di capitale di rischio sotto-

    scritta dall'impresa italiana.Attraverso recenti provvedimenti legislativi sono stati avviati nuovi strumenti al momento in corsodi definizione e adozione. In particolare, si menziona un primo strumento di sostegno mirante afavorire laggregazione delle PMI attraverso una partecipazione finanziaria ad un progetto (fasedi start-up) sui mercati esteri; un secondo strumento, invece, preordinato alla crescita dimen-sionale delle PMI esportatrici, attraverso un finanziamento agevolato volto a rafforzare la loro so-lidit patrimoniale.

    La Societ di assicurazione del commercio estero - SACE S.p.a. una struttura privata5 acapitale pubblico6 che offre servizi assicurativi a favore dell'internazionalizzazione delle impreseitaliane svolgendo attivit di assicurazione, riassicurazione e garanzia dei rischi di carattere poli-tico, valutario e commerciale a cui sono esposte le imprese e le banche italiane nelle loro opera-

    zioni commerciali e di investimento in Paesi esteri.Oltre a prodotti tradizionali di copertura assicurativa lofferta di prodotti comprende anche garanziesu finanziamenti e su emissione di titoli e strumenti finanziari connessi al processo di internazio-nalizzazione delle imprese italiane. In virt del controllo totalitario di SACE BT S.p.a., assicuraanche i crediti a breve termine sul mercato italiano ed estero7. Si chiarisce che SACE S.p.a. operaa medio-lungo termine (con dilazioni di pagamento uguali o superiori ai 24 mesi) a prescinderedal Paese estero di destinazione, mentre per le operazioni a breve termine interviene a favore diquelle destinate a Paesi non OCSE8 e fuori dall'Unione europea. Attraverso SACE BT S.p.a.,opera anche sul mercato delle esportazioni a breve termine verso Paesi OCSE, un comparto dimolto valore e notevolmente dinamico dell'export che interessa in particolar modo le aziende dipiccole e medie dimensioni.

    Come nel caso della Simest, anche SACE S.p.a. ha come mission aziendale quella di accrescerela competitivit delle aziende italiane. Questo obiettivo perseguito concretamente sulla base ditre principali assunti operativi. Innanzitutto limprenditore deve potersi concentrare sul proprio pro-dotto, sulla sua commercializzazione e sulle condizioni di assistenza post-vendita trasferendo al-l'assicuratore SACE S.p.a. i rischi di mancato pagamento e altri rischi accessori non direttamenteconnessi al proprio core business e dedicare quindi tempo, energie e altre risorse a rendere lapropria offerta pi competitiva.

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    5 divenuta societ per azioni ad inizio 2004.6

    Il capitale sociale interamente detenuto dal Ministero dellEconomia e delle Finanze.7SACE BT S.p.a., inoltre, controlla Assicuratrice Edile (Assedile), compagnia assicurativa specializzata nel ramocauzione e nei rischi della costruzione.8Sono Paesi membri dellOCSE: Australia; Austria; Belgio; Canada; Repubblica ceca; Danimarca; Finlandia;Francia; Germania; Grecia; Ungheria; Islanda; Irlanda; Italia; Giappone; Corea del Sud; Lussemburgo; Messico;Paesi Bassi; Nuova Zelanda; Norvegia; Polonia; Portogallo; Repubblica Slovacca; Spagna; Svezia; Svizzera;Turchia; Regno Unito; Stati Uniti (www.oecd.org).

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    Con riguardo alle condizioni di finanziamento, l'esportatore ne pu migliorare i termini e le condi-zioni, con vantaggi per se stesso e per i propri clienti, quali la possibilit di smobilizzare pro-solutoil proprio credito e di concedere maggiori dilazioni di pagamento. Infine, rispetto allassunzionedel rischio, SACE S.p.a. assicura l'esportatore o l'investimento all'estero gestendone i rischi col-legati e garantisce il pagamento puntuale e completo della fornitura.

    Per quanto concerne lerogazione dei servizi, SACE S.p.a. ha adottato un modello commerciale

    che prevede tre tipologie di prodotti. La prima quella dei prodotti ad alta standardizzazione, cherispondono ad esigenze assicurative tradizionali di banche e imprese impegnate in attivit di ex-port. La seconda quella dei prodotti tailor made, ovvero prodotti complessi e su misura cheinterpretano esigenze pi evolute o specifiche del mercato (come nel caso di prodotti di finanzastrutturata o prodotti assicurativi ad integrazione di prodotti finanziari). La terza quella dei servizidi consulenza finalizzati a promuovere la penetrazione delle imprese italiane nei mercati esteripi difficili, dove la realizzazione di un progetto d'investimento richiede un supporto nella fase diindividuazione, valutazione e strutturazione delliniziativa.

    Le Camere di commercio italiane, quali strutture radicate sul territorio, hanno sviluppato unapropria specializzazione in termini di assistenza alle imprese, specialmente di piccola e mediadimensione, con particolare riferimento agli aspetti della contrattualistica, della fiscalit e degli

    adempimenti doganali. Secondo gli studi condotti da Unioncamere, il sistema camerale italianoinveste annualmente circa 80 milioni di euro per attivit di internazionalizzazione.

    Lapprofondimento di una cultura specialistica nellattivit di internazionalizzazione ha spinto leCamere anche a dotarsi di strutture organizzative adeguate: sono oggi 24 le aziende speciali chesi occupano sul territorio di questa materia, in ci delegate dalle Camere stesse.

    Le Camere di commercio e le loro articolazioni funzionali hanno anche aperto una rete di 47 traAntenne e desk allestero che svolgono funzioni di assistenza alle imprese dei territori di riferi-mento. Tali strutture sono normalmente collocate presso le Camere di commercio italiane al-lestero.

    Unioncamere ha promosso, a livello nazionale, politiche per rafforzare il carattere sistemico delleiniziative camerali nel pi generale contesto del Sistema-Paese. Tale carattere sistemico statoperseguito, innanzitutto, tramite la sottoscrizione di specifici Accordi di Programma con il Ministerodello Sviluppo Economico e con il Ministero degli Affari Esteri.

    A partire dal 2006 Unioncamere, dintesa con le strutture camerali pi rappresentative sul pianonazionale, ha promosso missioni nazionali di sistema con imprenditori al seguito. Tali missionihanno corrisposto lobiettivo, anche suggerito dal Ministero dello Sviluppo Economico, di proce-dere ad una concentrazione e razionalizzazione delle iniziative evitando una dispersione delle ri-sorse.

    Lorientamento sistemico delle Camere di commercio confermato, anche, dalla presenza ca-merale negli sportelli regionali per linternazionalizzazione. Gli sportelli regionali per linternazio-nalizzazione sono stati istituiti tramite convenzioni tra il Ministero dello Sviluppo Economico e lesingole regioni e vedono la partecipazione di ICE, SACE S.p.a., SIMEST S.p.a. e del sistema ca-merale.

    Le Camere di commercio italiane allestero sono organismi e associazioni privati composti daimprenditori nazionali e locali riconosciute dal Ministero e riunite nellAssocamerestero. Al mo-mento le Camere riconosciute sono 71 e, nei diversi Paesi in cui operano le Camere offrono unvalido supporto in tutte le attivit promozionali e di sostegno agli imprenditori italiani che possonocontare sullapprofondita conoscenza dei mercati e su una vasta rete di contatti con il mondo im-prenditoriale locale.

    Il Ministero ha anche rafforzato la collaborazione con le Camere di commercio italiane allesteropuntando a finanziare progetti preferenziali che rispondano alle priorit delle linee strategichedazione delineate da questo Ministero - ad esempio, vengono finanziati progetti relativi a settoriinnovativi quali le energie rinnovabili, e relativi alle tecnologie di punta, come laerospazio, e adiniziative di rete volte a valorizzare le business community italiane allestero.

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    2. FRANCIA

    Il principale mercato di sbocco dei prodotti francesi anche nel 2008 si conferma la Germania(60 miliardi di euro) seguita da Italia, Spagna, Regno Unito e Belgio. Le principali merci esportatesono: aeroplani e altri prodotti dellindustria spaziale autoveicoli, prodotti farmaceutici, prodottiraffinati derivati dal petrolio, parti di autoveicoli. Per quanto concerne le importazioni, la Germania

    ancora la principale fonte di approvvigionamento, seguita da Belgio, Italia, Spagna, Paesi Bassie Regno Unito. I principali prodotti importati sono petrolio, autoveicoli, velivoli e apparecchiaturespaziali, gas naturale.

    Nel 2008 il deficit commerciale si ampliato ulteriormente: sulla performance hanno inciso ne-gativamente la caduta delle esportazioni nel settore automobilistico e agroindustriale, mentre lex-port di aeromobili Airbus cresciuto di circa il 4% dopo la flessione registrata lanno precedente.

    Gli investimenti diretti esteri (IDE) in entrata in Francia sono passati dai 158 miliardi di dollari nel2007, ai 114 del 2008. In Europa diviene il primo Paese destinatario degli investimenti esteri, apari merito con Regno Unito: nel 2008, secondo il rapporto dellAgenzia Francese degli Investi-menti Internazionali (AFII), il Paese ha accolto il 20,5% degli IDE destinati allEuropa, migliorandole quote registrate negli anni precedenti.

    In Francia, la percentuale di piccole e medie imprese (pari a 2.274.299) sul totale delle imprese del 99,8% ed in linea con la media dellUnione europea, mentre in termini di forza lavoro im-piegata nel complesso e di valore aggiunto realizzato, la quota di PMI si colloca al di sotto dellamedia comunitaria. Esse sono attive principalmente nei segmenti del settore manifatturiero, ca-ratterizzati da un uso pi intensivo della forza lavoro. In termini di apertura produttiva versolestero, le PMI francesi rappresentano il 98% delle totale delle imprese esportatrici. La quota diPMI francesi coinvolte in forme di internazionalizzazione pi mature supera la media europea(9,9% delle PMI francesi percepisce redditi da filiali allestero e da joint venture, contro la mediaUE del 4,8%), mentre in termini di quote di input produttivi acquistati allestero, la Francia si collocaabbondantemente al di sotto della media comunitaria.

    Per quanto riguarda linterscambio Italia-Francia, nel 2008 la meccanica rimane il primo mega-

    comparto dellexport italiano, nonostante non goda pi della buona salute dimostrata nel 2007,con conseguente riduzione della quota di mercato; ottimi invece i segnali provenienti dal compartoagro-alimentare; si conferma la tendenza declinante nel settore della moda e dei prodotti elettricie elettronici. La maggior parte degli investimenti italiani in Francia si concentra sui settori di tipotradizionale che trovano nel mercato francese alcuni vantaggi, quali una diretta presenza sul mer-cato, il minor costo dellenergia, la presenza di mano dopera qualificata, oltre ad alcuni beneficifiscali.

    Il peggioramento della situazione del commercio estero nel 2008, principalmente per effetto dellacrisi mondiale e dellaumento della fattura energetica, ha portato alladozione da parte del Governofrancese di misure di natura straordinaria, in particolare per fronteggiare la carenza di liquiditdelle imprese (cfr. Allegato V). In Francia, tuttavia, diversamente da quanto accaduto nelle prin-cipali economie europee, in primis Germania e Regno Unito, la minore dimensione degli squilibri

    del settore privato e la debole dipendenza dalla domanda internazionale del settore manifatturieropotrebbero rendere meno pervasivi gli effetti della crisi economica mondiale.

    La politica di internazionalizzazione francese definita dal Ministero dellEconomia, dellIndu-stria e dellOccupazione.

    Con il decentramento amministrativo sono stati trasferiti ai Consigli regionali delle competenzeimportanti in materia di internazionalizzazione di impresa. Tuttavia il processo non ancora com-pletato e la politica di internazionalizzazione essenzialmente gestita a livello centrale.

    In risposta al deterioramento dei risultati del commercio estero nel 2007, il Governo francese haadottato, nel febbraio 2008, un progetto di riforma del commercio estero essenzialmente voltoal riordino dei soggetti incaricati della gestione dei programmi di internazionalizzazione e alla

    semplificazione delle procedure - sia di concessione di forme di sostegno che doganali -, al fine

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    9In particolare, la rete ACFI (Assembl des Chambres Franaises de Commerce et dIndustrie), e lUCCIFE(Union des Chambres de Commerce et dIndustrie Franaises ltranger)

    di rendere i dispositivi di sostegno alle imprese pi trasparenti, accessibili e visibili e reindirizzaregli sforzi verso le piccole e medie imprese (cfr. Sezione I, cap. 2).

    La razionalizzazione e integrazione dei soggetti pubblici incaricati della gestione dei pro-grammi di internazionalizzazione e il coordinamento dellazione pubblica con quella della rete ca-merale nazionale e allestero, con il riconoscimento a Ubifrance del ruolo centrale di promotoredello sviluppo internazionale delle imprese, stata operata trasferendo allAgenzia le Missioni

    Economiche allestero della Direzione Generale del Tesoro e della Politica Economica (DGTPE)del Ministero dellEconomia, e con laccordo di partenariato con la rete camerale9. Inoltre, alliniziodel 2009, con il progetto Equipe de France de lExport, il Governo ha fissato degli obiettivi pun-tuali da raggiungere entro il 2011 coinvolgendo, oltre a Ubifrance e alle reti delle Camere di com-mercio, anche Oso, agenzia per il sostegno delle PMI, Coface e i consulenti del commercioestero della Francia (CCEF). Centrale nel progetto la conferma della volont di sviluppo dellerisorse umane, sostenendo lattivit in azienda di personale dedicato allinternazionalizzazioneattraverso le misure di agevolazione fiscale e, soprattutto, lingresso di giovani qualificati attra-verso il programma V.I.E. (Volontariato Internazionale dImpresa), che ha gi registrato risultatisoddisfacenti in passato e per il quale fissato lobiettivo di 10.000 ingressi entro il 2011 (cfr. Se-zione I, par. 3.1.4 e par. 3.4.2).

    A completamento della riforma dellassetto istituzionale e per favorire lofferta francese in relazioneai contratti internazionali strategici, stata creata una Commissione interministeriale di so-stegno ai contratti internazionali (CIACI), che fornisce appoggio allofferta delle imprese fran-cesi in risposta ad appalti internazionali in settori cruciali per leconomia francese.

    Di pari passo con la riforma, sono stati adeguati gli strumenti finanziari e le altre forme di accom-pagnamento a sostegno dellinternazionalizzazione, per rendere le imprese pi competitive suimercati internazionali e collocare le PMI al centro delle politiche di internazionalizzazione.

    Unazione importante della nuova politica per linternazionalizzazione delle imprese riguarda ilcoinvolgimento dei grandi gruppi imprenditoriali nei processi di accompagnamento allestero dellePMI attraverso liniziativa Pacte PME International(cfr. Sezione I, cap. 2). Laccompagnamentoriguarda la messa a disposizione di mezzi e locali nonch la realizzazione di attivit sui mercati

    esteri nel corso delle quali i grandi gruppi portano le PMI fornitrici e partner. da rilevare che, al di l delle misure di informazione e promozione, le risorse finanziarie e glistrumenti sono maggiormente concentrati sullobiettivo sostegno finanziario e accesso al creditoattraverso le garanzie Coface che sono state semplificate e modernizzate. In particolare, sonostate modificate le procedure per lassicurazione-prospezione sui nuovi mercati a favore delleGiovani Imprese Innovative, nonch delle imprese con volumi di affari non elevati (cfr. Sezione I,par. 3.2), le quali sono state facilitate nellaccesso a questa forma di garanzia tanto che, nel primosemestre 2008, c stato un incremento delle richieste del 30%.

    Rispetto alla Coface, di interesse appare la nuova copertura per i crediti inter-imprese attraversole garanzie CAP e CAP+ (cfr. Sezione I, par. 3.2.2). Lo strumento favorisce prioritariamente lePMI nella catena della fornitura. In effetti, se in periodo di crisi i Governi si sono concentrati sul

    credito bancario alle imprese, dai dati Coface emerge che su 5 euro di crediti a breve, 1 euroviene dalle banche e 4 euro dalle imprese fornitrici. Lintervento mira, dunque, ad evitare leffettonegativo per il credito inter-imprese nei casi di fallimenti aziendali.

    Lattenzione dedicata allinnovazione delle PMI come fattore di internazionalizzazione, nel-lambito della politica francese, confermata dallazione di Oso, ente pubblico che ha per mis-sione il sostegno allinnovazione e alla crescita delle PMI.

    Il Fondo di garanzia Internazionale raggruppa gli strumenti per linternazionalizzazione delle PMI,ossia una serie di soluzioni di finanziamento e garanzia che consentono di realizzare gli inve-stimenti necessari per le esportazioni e la localizzazione all'estero. Il Contratto di Sviluppo In-ternazionale un innovativo strumento di finanziamento mezzanine, finalizzato al finanziamentodel capitale permanente delle imprese che intendono internazionalizzare (cfr. Sezione I, par.

    3.3.5).

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    Tra le misure di Oso compare anche il nuovo Prestito per lexport (PPE), promosso in colla-borazione con Ubifrance, per il capitale circolante e la copertura delle spese immateriali connessea progetti di investimento e localizzazione allestero (cfr. Sezione I, par. 3.3.2).

    Per il futuro, il Sottosegretario al commercio estero, Anne-Marie IDRAC ha stabilito tre priorit:non perdere nessuna opportunit di esportazione per ragioni legate al finanziamento delle im-prese; informare costantemente le imprese in un contesto di evoluzione economica scarsamente

    prevedibile; garantire laccesso delle imprese francesi ai mercati evitando ogni forma di protezio-nismo10.

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    10Communiqu de presse, Paris, le 6 fvrier 2009 , N 094 Les rsultats du commerce extrieur en 2008, di-sponibile sui siti www.exporter.gouv.fr e www.minefe.gouv.fr

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    Politiche e strumenti per linternazionalizzazione in Francia e Germania

    AgevolazionifiscaliMinisterodellEconomia,

    IndustriaeOccupazione

    Obiettividi

    internazionalizzazione

    Leage

    volazionifiscalisiconcentranosulsosteg

    noallosviluppodirisorseumaneperattiv

    itvolteallespansionesuimercatiesteri.

    Strumenti

    Descrizione

    Creditodimpostaexport

    Beneficiari:PMIcheassumonoundipendenteo

    unVolontarioInternazionalediImpresape

    rleattivitdedicateallesportazione.

    Creditodimpostaperspesediricercaclientifino

    a24mesida40.0

    00euro(80.0

    00sesitr

    attadiunassociazioneodiunGEIE).

    120giorni

    Beneficiari:PMI.Esonerodaicontributiperiredditipercepitinelcorsodellattivitdiricerca

    commercialerealizzataallestero.

    Dogane-Sma

    terializzazionedelleprocedure

    Obiettividi

    internazionalizzazione

    Obiettivodelliniziativazro-papierdouanierlasemplificazionedelleproceduredoganaliperfavorirelacompetitivitdegliesportatori.

    Strumenti

    Descrizione

    Smaterializzazione

    proceduredoganali

    Beneficiari:Imprese

    esportatrici.Progettipilota

    perlinformatizzazione

    della

    documen

    tazione

    deiTIR,

    la

    smaterializzazioned

    eicertificati

    doriginedeivinidelloChampagneversolAsiae

    deicertificativeterinarineicasidiimportinunportodigrandidimensioni.

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    3. GERMANIA

    La Germania il principale Paese esportatore su scala mondiale. La crisi economica internazio-nale ha fortemente colpito la Germania pi degli altri Paesi delleurozona, anche per via dellele-vato grado di apertura delleconomia tedesca. Le previsioni dellEconomist Intelligence Unit (EIU) 11

    indicano una marcata contrazione del Pil pari al 5,3% nel 2009 e una pi contenuta pari allo 0,9%

    nel 2010 (Cfr. anche Sezione II, capitolo 5).In questo quadro, si acceso il dibattito nazionale e internazionale circa la validit del modelloeconomico tedesco export-led, critiche che il Cancelliere Angela Merkel ha rigettato, affermandoche non ci sono alternative al modello tedesco e che la dipendenza dalle esportazioni ha reso laGermania la pi grande economia europea.

    I settori principali che compongono il Pil tedesco sono i servizi (69%) seguiti dallindustria(30,1%) e dallagricoltura (0,9%); i principali comparti produttivi sono meccanico, automobilistico,elettrico e elettronico.

    Sebbene nel quarto trimestre del 2008 le esportazioni abbiano subito un rallentamento (-6,2% inmedia) sulla scia del peggioramento delle condizioni economiche globali, il dato complessivosegna comunque un risultato positivo (+3,1%). Nel periodo 2003-2008 i settori con quote di espor-

    tazioni crescenti sono stati i prodotti chimici e farmaceutici, i prodotti petroliferi raffinati, metalli eprodotti in metallo e laggregato prodotti alimentari, bevande e tabacco; sostanzialmente stabilela quota di macchine e apparecchi meccanici, dei prodotti in gomma e plastica, mentre un marcatodeclino stato registrato dal comparto macchine e apparecchi elettrici e di precisione e dai mezzidi trasporto (vedi Sezione II, tabella 1).

    Gli investimenti diretti esteri in entrata, dopo aver toccato il picco di 58 miliardi di dollari Usanel 2006, sulla scia di un trend positivo iniziato verso la fine del decennio precedente in conse-guenza dei processi di liberalizzazione nelle telecomunicazioni e nellenergia, sono diminuiti finoa raggiungere la cifra di 25 miliardi di dollari nel 2008.

    Da un punto di vista dimensionale, in Germania vi sono 20 piccole e medie imprese (PMI) ogni1.000 abitanti (per un totale di 1.657.194), ossia allincirca la met della media europea, questasituazione dovuta al numero ridotto di microimprese rispetto agli altri Paesi UE. Inoltre il fatturatodelle PMI tedesche derivante dalle esportazioni inferiore rispetto alla media comunitaria (3,5%contro il 4,6%), come pure la quota di ricavi derivanti dalle filiali e dalle joint venture con partnerstranieri (1,8% contro una media dellarea euro del 4,8%).

    Il sistema di promozione allestero caratterizzato dal federalismo, che vede il Governo federalee gli Stati della Federazione (Lnder) attivi in materia di promozione delle imprese, in particolarePMI. Importante anche il ruolo degli attori privati che compartecipano alla realizzazione delleattivit, in particolare le Camere di commercio bilaterali tedesche allestero (AHKs). La respon-sabilit delle politiche di promozione del commercio estero e degli investimenti allestero risiedenel Ministero Federale dellEconomia e della Tecnologia (BMWi) che coordina i diversi attori,inclusi i Lnder e gli attori privati coinvolti.

    Per rilanciare il ruolo delle imprese tedesche sui mercati globali il Governo ha avviato nel 2003una politica per linternazionalizzazione denominata Weltweit Aktiv ("Active Worldwide"), fina-lizzata prioritariamente al miglioramento dei servizi e degli strumenti di sostegno alle imprese.

    Sotto il profilo dei servizi per la promozione e laccompagnamento delle imprese sui mercati in-ternazionali le attivit prioritarie sono quelle della Germany Trade & Invest e delle Camere di com-mercio allestero, nonch il programma governativo per le fiere internazionali.

    Listituzione della Germany Trade & Invest, come unica agenzia dedicata allattrazione degli in-vestimenti in Germania e alla promozione del commercio estero, finalizzata a coordinare e po-tenziare lazione del Governo sui mercati internazionali, aumentando in tal modo le opportunitdi affari delleconomia tedesca.

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    11giugno 2009

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    Da un punto di vista dei servizi offerti lAgenzia opera, tra laltro, attraverso articolati e ricchi stru-menti informatici quali il portale www.iXPOS.de, che fornisce alle imprese informazioni completesui mercati esteri e sui programmi pubblici per il finanziamento delle imprese, e la piattaformaper gli scambi commerciali www.e-trade-center.com (cfr. Sezione II, par. 3.4).

    Nella sua azione lAgenzia si coordina con le Camere di commercio allestero, istituzioni privateindipendenti che collaborano con la pubblica amministrazione rappresentando gli interessi delle

    imprese tedesche allestero. Le Camere sono il primo interlocutore allestero per le imprese efungono da tramite anche per le attivit della Germany Trade & Invest.

    La promozione del commercio estero avviene sulla base del Programma annuale per le FiereInternazionali del BMWi, gestito da AUMA, Associazione nazionale dellindustria delle fiere com-merciali. Unattenzione specifica data alle PMI, che vengono agevolate, sia singolarmente siase consorziate, e alle Giovani Imprese Innovative che attraverso un programma dedicato pos-sono promuovere prodotti o servizi nuovi sui mercati esteri (cfr. Sezione II, par. 3.1).

    Anche nel caso della Germania, le risorse finanziarie e gli strumenti sono maggiormente concen-trati sullobiettivo di internazionalizzazione sostegno finanziario e accesso al credito in particolareattraverso le garanzie Euler Hermes, gestite dal consorzio privato formato da Euler Hermes Kre-ditversicherungs e da PricewaterhouseCoopers, che forniscono rispettivamente garanzie pubbli-che al credito allesportazione e agli investimenti. Da uno studio del 2006 della Deutsche Bankemerge che leffetto moltiplicatore delle garanzie pubbliche, nel periodo 1991-2003, con rife-rimento alla copertura del rischio politico stato entro un raggio che va da 1,7 a 6 volte, ossiaper ogni unit addizionale di export garantito le esportazioni aumentano fino a 6 unit, ci attestalimportanza dellintervento pubblico attraverso le garanzie. Inoltre, i risultati annuali 2008 dellegaranzie Hermes dimostrano il favore delle imprese per questo tipo di strumenti (cfr. Sezione II,cap.5).

    Il Governo favorisce laccesso al credito delle PMI, anche attraverso la KfW Mittelstandsbank,che offre finanziamenti agevolati sia per gli investimenti sia per coprire il fabbisogno di capitalecircolante in tutto il ciclo di vita dellimpresa, ivi inclusa la fase di internazionalizzazione (cfr. Se-zione II, par. 4.7).

    Oltre alla strategia Weltweit Aktiv, interessante rilevare come linternazionalizzazione sia statainclusa come elemento orizzontale nelle strategie federali dedicate a innovazione, ricerca escienza, quali la High Tech Strategy e la Strategia per lInternazionalizzazione delle Ricerca edella Scienza, puntando sulle potenzialit tedesche sui mercati globali in termini di prodotti adelevato contenuto tecnologico. Il Governo riconosce inoltre limportanza dellapertura delle reti dicompetenza nazionali alla concorrenza internazionale e pertanto sostiene linternazionalizzazionedei cluster innovativi attraverso iniziative specifiche, quali la piattaforma KompetenznetzeDeutschland (cfr. Sezione II, par. 3.8.2).

    Per il futuro, il Governo prevede che i prodotti tedeschi manterranno competitivit internazionalesul prezzo per via della politica di moderazione salariale portata avanti negli ultimi anni, nonchsui prodotti ad alto contenuto tecnologico, grazie agli investimenti in R&S e innovazione delle im-

    prese.

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    SEZIONE1

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    FRANCIA

    1. QUADRO ECONOMICO E COMMERCIO ESTERO12

    1.1 Quadro macroeconomico

    Dopo una crescita media del Pil reale pari all1,7% nellultimo triennio, i riflessi della recessionemondiale causeranno una marcata contrazione delleconomia in Francia nel 2009 (secondo leprevisioni dellEconomist Intelligence Unit, EIU, il Pil reale per lanno in corso dovrebbe contrarsidel 3,5%); una graduale ripresa si avr a partire dal 2010 sulla scia del miglioramento del cicloeconomico globale. Sulla bassa performance peseranno linasprimento delle condizioni del creditoalle imprese, la fragile domanda estera, nonch un sensibile calo dellindice di fiducia da partedei consumatori. Tuttavia, la minore dimensione degli squilibri del settore privato e la debole di-pendenza dalla domanda internazionale del settore manifatturiero potrebbero rendere meno per-vasivi gli effetti della recessione, diversamente da quanto accaduto nelle principali economieeuropee, in primis Germania e Regno Unito.

    Per contrastare la fase recessiva, il Governo ha messo in campo un congruo pacchetto di inter-

    venti mirato soprattutto al sostegno al settore automobilistico e alle costruzioni, ed intervenutoproteggendo dal capitale estero le imprese nazionali operanti in settori strategici per leconomia.

    Per il 2009, lEIU prevede uninflazione media dello 0,3% destinata a risalire intorno allo 0,8% nel2010; i rischi della deflazione sono scongiurati dalla ripresa dei corsi petroliferi e delle materieprime.

    1.2 Principali settori produttivi

    In Francia, la composizione settoriale del valore aggiunto cos articolata: agricoltura 2,2%, in-dustria 20,3%, servizi 77,4% (CIA World Factbook 2008). Il Paese si conferma la prima potenzaagricola dellUE, la seconda a livello mondiale dopo gli Stati Uniti e destina ben il 70% dellexportdel settore verso i partner europei. Le attivit agricole sono fortemente sussidiate a livello nazio-

    nale e comunitario.

    Lindustria manifatturiera risulta sufficientemente diversificata ed sempre pi coinvolta nel pro-cesso di delocalizzazione internazionale della produzione. I settori industriali chiave sono: lau-tomobile, lelettronica, laerospaziale e il farmaceutico. Nel settore terziario opportunoricordare che il Paese figura tra le principali destinazioni turistiche con una media annuale di 75milioni di presenze.

    1.3 Commercio estero

    Lapprezzamento delleuro e la prolungata crescita del prezzo delle materie prime hanno com-portato una perdita di competitivit delle esportazioni francesi a partire dal 2002 (grafico 1). Tut-tavia, se da un lato gli effetti del rafforzamento della valuta sono risultati contenuti poich i tre

    principali partner commerciali appartengono allarea delleuro, dallaltro lato, la marcata interdi-pendenza economica con i Paesi della regione ne aumenta il rischio di contagio sugli shock asim-metrici.

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    12Il presente capitolo a cura dellOsservatorio economico del MSE.

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    Grafico 1. L'andamento degli scambi commerciali in Francia

    Fonte: Osservatorio Economico del Ministero dello Sviluppo Economico

    Nel 2008 il deficit commerciale si ampliato ulteriormente: sulla performance hanno inciso nega-tivamente la caduta delle esportazioni nel settore automobilistico (-12,6%) e agroindustriale, men-tre lexport di aeromobili Airbus cresciuto del 3,9% dopo la flessione registrata lanno precedente.

    Il principale mercato di sbocco dei prodotti francesi anche nel 2008 si conferma la Germania(60 miliardi di euro), seguita da Italia, Spagna, Regno Unito e Belgio. Le principali merci esportatesono: aeroplani e altri prodotti dellindustria spaziale, autoveicoli, prodotti farmaceutici,prodotti raffinati derivati dal petrolio, parti di autoveicoli. Nel periodo 2003-2008, le mercicon quote di esportazioni crescenti sono: prodotti agricoli, dell'allevamento e della pesca,prodotti petroliferi raffinati, chimici e farmaceutici, energia elettrica, gas e acqua. Penaliz-zante landamento delle quote per quanto riguarda i mezzi di trasporto e macchine e apparecchielettrici e di precisione (tabella 1).

    0

    50.000

    100.000

    150.000

    200.000

    250.000

    300.000

    350.000

    400.000

    450.000

    500.000

    1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008

    mln euro

    Export Francia Import Francia

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    Composizione dell'export francese per settori di attivit economica (valori percentuali)

    Settori ATECO 2003 2004 2005 2006 2007 2008

    Prodotti agricoli, dell'allevamento e della pesca 3,2 2,8 2,7 3,2 3,7 4,2

    Prodotti dell'industria estrattiva 0,3 0,3 0,5 0,7 0,8 0,9

    Prodotti dell'industria manufatturiera 95,3 94,8 94,5 93,6 93,7 92,2

    Prodotti alimentari,bevande e tabacco 8,5 8,1 8,1 9,9 11,3 11,4

    Prodotti tessili e dell'abbigliamento 3,6 3,3 3,2 3,7 4,1 3,8

    Tessiliemaglieria 2,0 1,8 1,6 1,8 1,9 1,6

    Abbigliamento 1,6 1,6 1,6 1,9 2,2 2,2

    Calzature e prodotti in pelle e cuoio 1,0 1,0 1,1 1,3 1,4 1,4

    Calzature 0,3 0,3 0,3 0,4 0,5 0,5

    Prodotti in legno e sughero(esclusiimobili) 0,5 0,6 0,6 0,7 0,5 0,4

    Prodotti in carta, stampa ed editoria 2,4 2,2 2,2 2,5 2,6 2,5

    Prodotti petroliferi raffinati 1,9 2,0 2,8 3,7 4,2 5,6

    Prodotti chimici e farmaceutici 15,1 15,6 16,2 20,0 21,1 21,0

    Prodotti in gomma e plastica 2,9 2,9 2,9 3,0 3,4 3,2

    Vetro, ceramica e materiali non metallici perl'edilizia

    1,4 1,4 1,3 1,5 1,5 1,4

    Metalli e prodotti in metallo(esclusimacchineeapparecchi)

    6,8 6,9 7,2 9,5 10,8 10,5

    Prodottidellametallurgia 4,7 5,0 5,1 7,2 8,1 7,9

    Prodottifinaliinmetallo 2,1 1,9 2,0 2,3 2,7 2,6

    Macchine e apparecchi meccanici 8,3 8,9 9,1 7,6 7,7 7,6

    Macchineutensili 0,4 0,7 0,8 1,0 0,7 0,7

    Altremacchineperimpieghispeciali 7,3 7,6 7,8 6,1 6,4 6,4

    Apparecchiperusodomestico(inclusiglielettrodomestici)

    0,6 0,5 0,5 0,6 0,6 0,5

    Macchine e apparecchi elettrici e di precisione 13,7 13,8 13,3 11,2 8,3 8,3

    Macchineperufficio,elaboratoriesistemiinformatici

    2,0 1,8 1,6 1,0 0,4 0,4

    Macchine,apparecchiematerialielettrici 4,1 4,1 3,9 3,6 3,9 3,9

    Prodottielettronicieper letelecomunicazioni 4,5 4,5 4,5 3,7 0,8 0,7

    Strumentimedicaliediprecisione 3,2 3,3 3,4 2,9 3,2 3,3

    Mezzi di trasporto 27,4 26,4 24,8 16,9 14,8 13,1

    Autoveicoli 10,1 10,6 9,9 10,6 11,2 9,4

    Partidiautoveicoli 4,1 3,9 3,8 4,7 1,7 1,5

    Altri manufatti 1,7 1,7 1,7 2,0 2,1 2,0

    Mobili 0,7 0,6 0,6 0,7 0,8 0,8

    Gioielleriaeoreficeria 0,3 0,3 0,3 0,4 0,5 0,5

    Energia elettrica,gas e acqua 0,8 1,7 1,9 1,9 1,5 2,3

    Altri prodotti n.c.a. 0,4 0,4 0,4 0,6 0,3 0,4

    Fonte: elaborazioni Osservatorio Economico su datiEurostat

    I datidel 2008sonoprovvisori

    Tabella 1. Composizione dell'export francese per settori di attivit economica (valori percentuali)

    Fonte elaborazioni Osservatorio Economico su dati Eurostat

    SEZIONE1

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    Per quanto concerne le importazioni, la Germania ancora la principale fonte di approvvigiona-mento, seguita da Belgio, Italia, Spagna, Paesi Bassi e Regno Unito. I principali prodotti importatisono: petrolio, autoveicoli, velivoli e apparecchiature spaziali, gas naturale.

    Gli investimenti diretti esteri (IDE) in entrata in Francia sono passati dai 158 miliardi di dollari nel2007, ai 114 del 2008. Tuttavia, in un contesto di crisi economica, il Paese sembra aver resistitomeglio di altri partner europei. In Europa, diviene il primo Paese destinatario degli investimenti

    esteri, a pari merito con Regno Unito: nel 2008, secondo il rapporto redatto dallAgenzia Francesedegli Investimenti Internazionali (AFII), il Paese ha accolto il 20,5% degli IDE destinati allEuropa,migliorando le quote registrate negli anni precedenti (14% nel 2006 e 19,6% nel 2007). Esclu-dendo quelli di natura prettamente finanziaria, il numero di nuovi progetti di investimento nel 2008giunge a 641, contro i 624 dellanno precedente: il risultato in termini di maggiore occupazione(32.000 nuovi posti), per inferiore a quello del 2007. LEuropa nel 2008 la fonte principale diorigine degli IDE, mentre gli Stati Uniti si confermano il principale Paese investitore, con unaquota di investimenti passata dal 16,7% del 2007 al 19,1% del 200813.

    La quota di nuovi posti di lavoro creati attraverso gli IDE nel settore manifatturiero, dopo un co-stante declino nel periodo 1995-2007, ha conosciuto una lieve ripresa nel 2008. Questa rinnovatavitalit pu essere spiegata dagli effetti dei processi di ristrutturazione che hanno coinvolto alcuni

    segmenti del settore manifatturiero, in particolare la lavorazione dei metalli, larredamento e i benidi consumo, i prodotti in vetro e ceramica. Un andamento negativo ha invece registrato la quotadi posti di lavoro creati dagli IDE nel settore dei servizi, passata dal 39,5% del 2007 al 31,4% del2008. Su questo dato ha inciso la marcata contrazione del settore dei trasporti e delle costruzioni.

    In Francia, il numero di piccole e medie imprese (PMI) sul totale in linea con la media dellUnioneeuropea, mentre in termini di forza lavoro impiegata nel complesso e di valore aggiunto realizzato,la quota di PMI, e delle micro imprese in particolare, si colloca al di sotto della media comunitaria(tabella 2). Esse sono attive principalmente nei segmenti del settore manifatturiero caratterizzatida un uso pi intensivo della forza lavoro (artigianato).

    Tabella 2. Le PMI in Francia: una visione di sintesi

    In termini di apertura produttiva verso lestero, gli ultimi dati disponibili indicano che la quota diPMI francesi coinvolte in forme di internazionalizzazione pi mature (mediante la costituzionedi joint venture o filiali) supera la media europea (9,9% contro il 4,8%), mentre in termini di quotedi input produttivi acquistati allestero, la Francia con il 6% si colloca abbondantemente al di sottodella media comunitaria (12%14). Questo risultato conferma la minore dipendenza dei grandi Paesidal commercio internazionale, sia perch sono pi ricchi di risorse materiali e immateriali, sia per-ch hanno maggiore possibilit di sfruttare le economie di scala interne. Ci contribuisce in partea spiegare la quota generalmente inferiore di input produttivi importati dalle stesse imprese na-zionali. I principali mercati di attrazione per lo sviluppo di forme di internazionalizzazione cosid-dette leggere (forme di partnership non equity) sono il Belgio, la Germania, lAsia e il NordAmerica.

    Numero di imprese Numero di persone occupate Valore aggiunto (milioni di Euro)

    Valore % Media UE-26 Valore % Media UE-24 Valore % Media UE-26

    Micro 2.103.795 92,3 91,8 3