Politica Piero Lucisano1

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    Riflessioni sulla politica

    (Piero Lucisano)Sono mesi che i responsabili della branca Rover Scolte mi hanno chiesto di scrivere una traccia diriflessioni sul tema della politica e ormai mancano pochi giorni alla scadenza e con una certariluttanza mi accingo a scrivere.

    un argomento appassionante e al tempo stesso doloroso sul quale ho avuto negli anni ideediverse che credo possano essere ricollegate tutte al tentativo di essere coerente con gli ideali scoute quanto andavo imparando e, poich nonostante ormai una certa et non mi stanco di imparare,ritengo di avere ancora delle idee provvisorie.

    A chi legge questo testo chiedo di cercare di comprenderle e di confrontarle con la suaesperienza, cercare i punti di contatto e le differenze, e comprendere le ragioni dei punti di contattoe delle differenze. A volte potranno essere differenze di punto di vista.

    La realt infatti differente secondo il punto di vista. Questo argomento bene espresso dauna canzone dei Bee Gees intitolataPrimo maggio:

    When I was small, and Christmas trees were tall,we used to love while others used to play.Don't ask me why, but time has passed us by,someone else moved in from far away.Now we are tall, and Christmas trees are small,and you don't ask the time of day.

    Gli alberi di natale appaiono diversi se si grandi o piccoli e anche la vita diversa aseconda del punto di vista. Ho avuto la fortuna di osservare dalle pendici e dalla cima dellamontagna e tii chiedo di essere preparato a guardare il mondo dallal to e dal basso, dal centro di unamanifestazione e dalla tua scrivania, da dove si decide e da dove si subiscono le decisioni.

    Cerca ancora di comprendere che il mondo appare diverso a seconda di come ci si sente: alcuni giorni stai bene e tutto ti sembra possibile, altri giorni ti senti addosso il peso della tristezza esembra che nulla sia possibile. Cos ogni giorno, a seconda degli stati danimo , il mondo appare

    diverso e a ciascuno spetta di capire quale il suo posto e quale senso dare alle cose che fa e allecose in cui crede.

    Il disaccordo con Baden Powell Ma ora bisogna cominciare a ragionare di politica e vorrei iniziare con i miei trentanni di conflittocon Baden Powell su questo argomento.Nei mitici anni Settanta, quando cominciavo ad affacciarmi alla politica, il sentimento prevalentetra i giovani era quello di una grande voglia di cambiare il mondo. Credevamo che fosse possibilerealizzare il cambiamento attraverso una nuova politica. Il mondo che avevamo di fronte era pienodi ingiustizie e di brutture. A noi non piaceva, non piacevano i compromessi, non piaceva la politicatradizionale. Sentivamo di essere diversi e cercavamo di essere diversi attraverso i vestiti, i capellilunghi, leskimo. I Rokes cantavano Se noi non siamo come voi: vediamo un mondo vecchio checi sta crollando addosso ormai..., e la pioggia che va Il mondo ormai sta cambiando e cambierdi pi, ma non vedete nel cielo quelle macchie di azzurro e di blu.

    In realt la nostra presa di coscienza era dovuta in parte ad un grande lavoro degli adulti, allaricostruzione del paese dopo la guerra e il fascismo, al boom economico, alcentrosinistra cheaveva avviato una grande stagione di riforme, al coraggio di Papa Giovanni e dei padri conciliari.

    Ma a noi sembrava poco, dal nostro punto di vista si vedevano solo errori e orrori. La lorosociet, basata sulla libert, continuava a massacrare bambini in Vietnam, a sfruttare gli operai, abocciare i figli dei poveri, a incentivare il perbenismo e il consumo. Guccini scriveva per i Nomadiche nel mondo che ci veniva proposto Dio morto: questa mia generazione ormai non crede, in ciche spesso han mascherato con la fede, nei miti eterni della patria o dell' eroe perch venuto ormaiil momento di negare tutto ci che falsit, le fedi fatte di abitudine e paura, una politica che solofar carriera, il perbenismo interessato, la dignit fatta di vuoto, l' ipocrisia di chi sta sempre con laragione e mai col torto.

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    tempo. Parlare di confini, eredit, mi sembrava veramente privo di senso. Oggi sono contento diaverlo fatto, ma i motivi di allora mi fanno sorridere.

    Eravamo estremisti con noi stessi e con gli altri, perch la fede ci chiedeva di andare oltre laragione. B.-P. ci irrideva con un disegno di una altalena:

    Fortunatamente- diceva- per la nazione, a met strada tra gli estremisti c un gran numero dipersone di buon senso, che anche se non alzano la voce, pensano posatamente per loro conto; operaisensati, datori di lavoro pieni di umanit, benefattori dedicatisi alla causa pubblica, in altri termini ungruppo di cittadini disposti a giocare un gioco leale, pronti a una reciproca tolleranza per il bene ditutti.

    Per me quei cittadini erano quelli che avevano fatto mancare il loro coraggio a quel Maggio acui mi sarebbe piaciuto tanto partecipare.

    La politica ci avvolgeva, segnava le nostre discussioni in clan, in comunit capi, lespiegazioni forti e semplici di Carlo Marx, il comitato di quartiere, la messa in discussione di unmodello di studio e di cultura ripetitivi, lasezione il partito, le lotte per i diritti, lincontro tra ilretroterra cattolico e il marxismo, Aldo Moro e Luigi Berlinguer.

    La politica era lotta e cera da impegnarsi e cerano dei nemici. Quando ci sono nemici nonsi scherza e i compagni di strada hanno sempre ragione. Cos era difficile capire perch Pasolini, che avevamo considerato dei nostri, si schierasse con i celerini di Valle Giulia.

    Avete facce di figli di pap.Vi odio come odio i vostri pap.Buona razza non mente.Avete lo stesso occhio cattivo.Siete pavidi, incerti, disperati(benissimo!) ma sapete anche come essereprepotenti, ricattatori, sicuri e sfacciati:prerogative piccolo-borghesi, cari.Quando ieri a Valle Giulia avete fatto a bottecoi poliziotti,io simpatizzavo coi poliziotti.Perch i poliziotti sono figli di poveri.

    La storia siamo noi Gli anni passano lo spirito di cambiamento fa luogo, prima alla confusione, poi agli anni di piombo.Rimaneva il senso dellimpegno, rimaneva la direzione, ma il clima era diverso. Muoiono i miti,con Che Guevara, con il segretario di Stato Vaticano che richiama allordine il cardinal Poletti.

    Lestremismo assume una carica aggressiva inaccettabile, il conservatorismo altrettantoaggressivo. Stato e BR uccidono per affermarsi. Molti fuggono nel disimpegno. Diventa difficileessere impegnati anche per noi scout. Ma lassociazione rimane una guida forte, ci aiuta a sceglieree mantenere la barra del timone. Scopriamo di essere parte di una maggioranza che cerca disuperare lodio e di costruir e. Bisogna rimboccarsi le maniche in nome degli stessi fini, ma con una

    maggiore attenzione ai contesti e ai mezzi e con maggiore pragmatismo. Finiscono gli anni dellostudio, inizia il precariato, la ricerca di unidentit lavorativa, la vita indipendente , la famiglia.La politica supera le ideologie, i capelli si accorciano e i problemi pratici crescono. Ma la

    tensione allimpegno politico rimane. C politica in associazione, politica nel consiglio pastorale, politica nei luoghi di lavoro, c gente da convincere e da vincere. Se leducazione politica cgente da educare come vogliamo noi, c gente da convertire, c da aiutare le persone a capire ,quello che noi avevamo capito: i giovani irrequieti, gli adulti benpensanti, il viceparroco un porozzo che non conosce bene le scritture, i politici superficiali che pensano che i problemi sirisolvano con le leggi.

    In questo grande gioco lo scautismo ci aveva insegnato a sentirci responsabili di tutto e ditutti, a farci avanti. Avevamo imparato a organizzare, a parlare con gli altri, avevamo imparato, facendo le legature, la differenza tra le soluzioni concrete e le chiacchiere. Eravamo una sorta diavanguardia del mondo cattolico, aperti al nuovo e fedeli ai principi, E la gente ci accettava.

    La politica era diventata dovere, non pi entusiasmo. Bisognava fare la nostra parte,

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    sacrificando qualche volta anche famiglia e affetti. Questi sacrifici portavano a una certa durezzanei confronti di chi aveva diversi tempi e modi per impegnarsi. Il senso di appartenenza portava acercare le distanze dagli altri gruppi di persone impegnate anche quando i percorsi erano moltosimili.

    Ho vissuto tanti ruoli diversi dentro e fuori dellassociazione. Per molto tempo ho continuatoa cercare di affermare le mie idee, che ovviamente ritenevo buone e giuste. Ho faticato ad accettareche il Consiglio generale bocciasse la mia candidatura a Presidente dellassociazione. Credo che gliavversari temessero il mio eccesso di convinzione.

    Poi mi capitato di fare il consulente di un sindaco, poi per cinque anni lAssessoreregionale, poi ancora il prorettore della Sapienza.

    Da queste attivit ho ricavato il senso della precariet della nostra esperienza. Durante ilperiodo del governo regionale mi sono reso conto di tante cose.La prima che il potere un pouna rappresentazione. Entrato nella stanza dei bottoni ti accorgi che non sono collegati a nulla, chele cose vanno e dipendono da troppe altre cose che diverse dalla tua volont. Puoi anche cercare diessere integerrimo,ma ci deluder in primo luogo i tuoi sostenitori. Ora che governiamo noi, siaspettano un sostegno amichevole per le cose indubitabilmente buone che aspirano a fare con ilsostegno del tuo ruolo pubblico. Se in quel periodo, e ne sono convinto, ho fatto cose buone, devoringraziare soprattutto Piero Badaloni che mi ha consentito di lavorare onestamente accettando disubire anche i rimbalzi di questo agire politicamente sprovveduto.

    Mi colp dal primo giorno il fatto che la nomina contenesse accanto al titolo di assessore unammonimento in latino: pro tempore. Tu non sei assessore, ma, per qualche tempo, sei incaricatodi farlo. Tutta la nostra vita pro tempore e facciamo una certa fatica a capirlo. difficile accettareche, non solo noi come persone siamo pro tempore, ma anche le cose che facciamo. Salomone nelQoelt, mentre considerava le cose giuste che era riuscito a realizzare, si chiedeva: Che cosa far ilsuccessore del re? e si rispondeva Ci che sempre stato fatto.

    La politica vissuta in una giunta regionale, in un consiglio regionale, porta a demitizzare illuoghi della democrazia e i rappresentanti dei cittadini. Se B.-P. aveva avuto modo di avvicinarsi aqueste persone prese solo dai loro affari personali, forse nel suo libro era stato fin troppo misurato,perch di ciarlatani ne ho incontrati molti. Ovviamente non mancavano le persone per bene, ma conil tempo diventava evidente che ci fosse nel sistema qualcosa che finiva per influenzare tutti coloroche assumevano ruoli di potere.

    La politica chiede di scegliere e di mediare tra interessi diversi. Da un punto di vista elevatosi vedono molte cose, alcune belle, altre brutte. Non dato di decidere tra bene e male, la maggiorparte delle volte si sceglie tra mali diversi. Spesso si impotenti di fronte a situazioni che non sivorrebbero vedere: famiglie messe per strada, catastrofi naturali, malati senza cure, servizidegradati... Le prime volte stai molto male, poi ti abitui, ti desensibilizzi. Se sei intelligente soffricome un cane, per fortuna molti non lo sono e dunque si convincono che la loro ultima idea scema, pur che li porti sui giornali, una gran bella verit. Ho capito che il potere logora. Non solo nei

    luoghi ufficiali della politica. Logora quando dirigi un corso di laurea e cominci ad abituarti al fattoche qualche collega faccia prepotenze agli studenti normale, quando ti trovi a dire che non puoifarci nulla.

    difficile comprendere quanto sia limitato ci che possiamo fare da un ruolo di leadership,un capo intelligente deve fare i conti con il limite e con il senso di impotenza. Il fatto che il mondodi cui facciamo parte sia per natura diverso da come lo vorremmo difficile da digerire. Cihanno anche spiegato che il fatto di volerlo diverso peccato. Ilgiusto soffre, linnocente siammala, il debole soccombe, ma voler porre rimedio a tutto questo insieme la ragione della nostraesistenza e un pericoloso delirio i cui esiti rischiano di essere peggiori dei mali che si combattono.In questo c una grand e continuit tra la politica e la nostra esperienza educativa.

    Frankenstein educatore Ho trovato illuminante il libro di un pedagogista francese Philippe Mierieu, anche lui, recentemente

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    alle prese con responsabilit politiche. Il libroFrankenstein Educatoreutilizza come metaforadelleducazione il racconto di Mary Shelley per sostenere che leducazione deve uscire dallideadella fabbricazione delluomo secondo un piano, un progetto pedagogico, una visioneantropologica. La storia in parte nota, ma spesso deformata da una lettura fumettistica horror, dicui il film di Kenneth Branagh con Robert de Niro fornisce una versione pi simile nello spirito alsenso del romanzo. Victor Frankenstein, figlio di un influente uomo politico, studia medicina a

    Ginevra, E, suggestionato dai suoi studi, cerca di usare le sue conoscenze per dare vita a unacreatura capace di superare i limiti delluomo cos com. Lo fa utilizzando parti di corpi umani eelettricit. Il suo esperimento riesce, ma il ricercatore deluso, la creatura non come si aspettava,tenta di liberarsene, spera che sia morta. Ma la creatura non muore, si rifugia nella foresta accanto auna famiglia di rifugiati. La creatura cresce buona, pur restando nascosta si rende utile alla famiglia.La piccola della famiglia e il vecchio nonno cieco lo accettano. Impara a leggere. Ma la fineimprovvisa del rapporto con questa famiglia e la scoperta del diario del dottor Frankenstein dalquale scopre di essere stato rifiutato dal suo creatore, danno vita al mostro.

    Il problema delleducatore, O del genitore che vuole il bene dei suoi ragazzi, di ritenereche il bene sia proprio quello che ritiene lui. Non diversamente il politico che pensa di volerraggiungere il bene del popolo. Il genitore, leducatore, il politico anche se non lo ammettono,

    pensano di capire pi del figlio, delleducando e del cittadino e che per il suo bene debbonoeducarlo, formarlo, piegarlo.

    Anche quel Dio che aveva fatto luomo a Sua immagine non riesce a trattenersi dallatentazione, nel renderlo infinitamente libero, di porgli una condizione di rispetto della Sua volont: Sei libero di fare ci che vuoi, a patto di fare ci che dico io. E quando ti disobbedisco, poich tiassomiglio, tu mi scacci, mi rendi prigioniero della tua delusione, mi rendi cattivo.

    Ma come resistere alla tentazione di indicare agli altri la strada giusta? Troppo spesso cisentiamo di poter dire che cosa dovrebbe essere la strada, se non giusta, ragionevole. E ci rendiamoconto di quanto ci sia odioso solo quando altri pretendono di indicare a noi la strada giusta.

    Non c una strada giusta per tutti. Ognuno ha la sua. Politica e educazione hanno il compitodi fare in modo che tante diversit non solo possano convivere, ma ciascuna esprimersi portandoricchezza alle altre. Per questo politica e educazione sono discipline empiriche che chiedono ascoltoe osservazione, curiosit e spirito di avventura e non teorie, modelli, ideologie, religioni. Bisognacomprendere il mondo e le persone, e sospendere per un momento quella che la folliacontemporanea di valutare e misurare tutto. Comprendere richiede qualcosa di pi di conoscere,richiede di entrare in sintonia con laltro, vedere dal suo punto di vista, mettere tra parentesi ilproprio.

    A questo lo scautismo ci chiede di essere preparati e ci da occasione di prepararci. Ci aiuta asperimentare il bello di vivere nella stessa tenda, di scoprire di poter essere utili e di poter essereaiutati, di scoprire una natura che come , e che per come va rispettata. Ci insegna a diventarecapaci per essere utili e ciascuno a diventarlo in qualcosa di complementare alle abilit degli altri.

    Larte di costruire muri a secco. Conosci il video dei Pink Floyd Another brick in the wall. Non vogliamo diventare un altromattone nel muro. Non vogliamo essere tutti mattoni uguali, tutti normalizzati. Per questolinsegnante frustrato sbeffeggia il ragazzino che scrive poesie. Educazione e politica assomigliano allarte di costruire muri a secco. Bisogna osservare bene illuogo, poi le pietre, una per una, e trovare ad ogni pietra il posto giusto, sceglierle secondo lediversit che le tengono assieme. Non c bisogno di malta o cemento, perch ogni pietra aderisceallaltra in modo naturale. Capita che sia necessario smussarne qualcuna, ma labilit nel vederedove la protuberanza di una combacia con la cavit dellaltra. I muri a secco resistono meglio alle

    intemperie perch non vi si oppongono in modo rigido, lasciano filtrare lacqua.

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    Di quelli che vogliono aggiustare il mondo e dei rimedi del nipote di Bertoldo. Nei momenti di incertezza proliferano quelli che propongono rimedi universali, come lameritocrazia e la foto con premio allo studente dellanno, il bastone e la carota del nostro attualeministro del MIUR, il cinque in condotta della precedente ministra. Chiacchiere da bar dello sportche diventano leggi. Nei momenti di incertezza predomina la smania della regolamentazione ditutto, c he poi laltra faccia della medaglia della mancanza di fiducia. La nostra legge veramentealternativa, si basa sulla fiducia e chiede a ciascuno solo di fare del proprio meglio. Per far crescere le persone non occorre cercare di impedir loro di fare errori, se non si fanno errorinon si cresce, bisogna Avere fiducia nel fatto che imparino dagli errori. Le regole imposte finisconoper essere rimedi peggiori del male.Merita ricordare, a questo proposito, lultimo racconto del ciclo di Bertoldo, aggiunto nel 1620 daun monaco compositore, Adriano Banchieri. Bertoldo secondo il racconto un contadino rozzo, mafurbo che viene chiamato alla corte di Alboino come consigliere e rappresenta la differenza tralintelligenza contadina e quella cortigiana. Sia il figlio Bertoldino, sia il nipote Cacasenno ingiovent mostravano segni di particolare stramberia che poi sono venuti meno in et adulta. In

    particolare, nel racconto mi ha colpito lepisodio in cui Cacasenno di un danno ne produce due. Ora ,Cacasenno aveva un campo seminato che per, per la sua posizione, veniva usato come passaggiodagli abitanti del paese. Cacasenno, infuriato per il danno subito, si affrett a mettere al centro delsentiero spine e rovi per impedire il transito. Cos la gente, per aggirare lostacolo, passava ora adestra ora a sinistra dei rovi, raddoppiando il danno sul terreno del nostro ancora non furbissimogiovanotto.

    Il regno dei cieli. il titolo originale di un recente film di Ridley Scott, che in Italia stato presentato con il titolo Lecrociate. Si tratta di unopera ambiziosa sul rapporto tra impegn o politico e salvezza personale, untema caro al regista e che viene riproposto anche nel finale del suo film su Robin Hood. Il

    protagonista Baliano di Ibelin fa il maniscalco in un villaggio sperduto. Forzato dagli eventi, v ieneconsacrato cavaliere e portato a Gerusalemme dove mostra subito capacit di governo e militari eassume un ruolo politico importante. Per proseguire la sua azione ed evitare il pericolo della salitaal potere di un cavaliere palesemente farabutto e la probabile guerra con Saladino, gli viene chiestodi venire meno al suo codice di onore. Baliano rifiuta. Poi assume nuovamente un ruolo politico persalvare la popolazione di Gerusalemme dal disastro provocato dalluomo che si era rifiutato diuccidere. Nel finale del film troviamo di nuovo il protagonista nella sua bottega di maniscalconegarsi a Riccardo Cuor di Leone che era cerca del cavaliere che tanto si era fatto onore aGerusalemme.Come Baliano bisogna essere preparati e rendersi disponibili alla politica, ma farlo solo finchquesto ci consente di rimanere fedeli a noi stessi. Se non salviamo noi stessi non saremo di nessunautilit agli altri. Per questo ritengo che dobbiamo essere pronti a servire e pronti al lasciare.La politica non pu essere fatta per troppo tempo perch dopo un poco anche se si ha una storia deltutto onorevole si tende a perdere il senso della realt. Il potere corrompe, fa perdere il senso dellecose, fa perdere la capacit di ascoltare le persone, circonda di cortigiani e fa perdere gli amicicapaci dicontraddire. Il potere chiede compromessi ora per un motivo, ora per laltro e quando lo siesercita non si pu che farne, ma a forza di farli si rischia di perdere la visione che ci ha portati aguidare gli altri e insieme la fiducia degli altri.

    Ne consegue che la politica non possa essere un mestiere da fare per troppo tempo. Hosempre creduto che anche educare non possa essere fatto per troppo tempo senza rischiare di

    perdere la meraviglia e cadere nella routine. Io, io sono il maniscalco risponde Ba liano a RiccardoCuor di Leone. Ne consegue che bisogna saper fare qualcosa prima di fare politica e riprendere afarla dopo aver fatto politica. Se non si hanno alternative come si pu resistere alla corruzione? Lacorruzione comincia con poco.

    Cos oggia sessantanni rileggo con gusto i consigli del vecchio capo, fin troppo facile

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    riconoscere le sue descrizioni dei rischi che comporta avvicinarsi alla politica come sprovveduti, delfascino dei leader e del potere, delle promesse di ideali portate avanti solo per ragioni di successopersonale, dei predicatori con aerei personali e conti in banche estere. Il capo per non concludevail suo testo con il rifiuto della politica, con quella delusione che porta oggi la maggior parte dellepersone a disinteressarsi e una minoranza a gesti dimostrativi altrettanto privi di speranza.

    Il capo conclude indicando nellauto -educazione il modo di superare questo scoglio per

    continuare a guidare la propria canoa sempre controcorrente.Ora attenzione B.-P. precisa che ci che occorre non unistruzione progredita, mauneducazione della mente e dellanima.

    Da studente a studioso Studiare vuol dire nella sua etimologia latina essere appassionati di qualche cosa. Essere unostudioso non una cosa solo di testa: la studiosit nella testa e nel cuore. Il cammino dellostudioso al tempo stesso la ricerca di un fine, di un fine nobile al quale dedicare la propriaesistenza, di un fine tale da meritare di spendere per esso le proprie giornate, tale da riempire ognigiornata del suo significato. La studiosit coincide, a mio parere, con lidea di autoeducazione chepropone B.-P.

    Si tratta di decidere della propria vita, del senso di ci che si fa e che si . Decidere unacosa importante e per qualche verso non c modo d i essere aiutati. Sei ad un passaggio crucialedella tua vita. Puoi restare tutta la vita a fare diligentemente quello che ti viene indicato di fare, adascoltare risposte a domande che non hai mai fatto, ad aspirare a fare il dottore, lavvocato,larchit etto, come magari vorrebbero i tuoi genitori, oppure puoi prendere le redini in mano escegliere di essere studioso.

    Scegliere segna, dunque, una rottura con linfanzia e ladolescenza, una rottura con lascuola, una rottura con la dipendenza, una rottura con la tradizionale vita da studente. Scegliere vuoldire restituire dignit al presente che non va vissuto solo in funzione del futuro, ma che per esserevissuto pienamente richiede una visione.

    La passione per la conoscenza non infatti solo esperienza individuale essa fatta diincontri con altre persone, la conoscenza si costruisce insieme in un collettivo che chiamiamocomunit scientifica. proprio dalla passione dei giovani studiosi che si raccolgono intorno agrandi maestri e a centri di ricerca che nel medioevo nascono le universit, tanto guidate daglistudenti che la stessa funzione di rettore era affidata a uno studente e non a un docente.

    Certi professori pensano che per essere studioso bisogna sapere molte cose, che bisogna fareuna lunga gavetta, che solo dopo tante notti di studio possibile apprezzare la luce. Ma laconoscenza risiede in chi apprende, nelle sue domande e nella sua capacit di costruire risposte, laluce nella ricerca della luce, nel domandare, nel pretendere la luce.

    La costruzione della conoscenza uno strano mestiere. La conoscenza esiste solo in quanto

    trasmessa e appresa. Se conoscessi tutto ci che c da conoscere sulla terra e non fossi in grado dicomunicarlo a nessuno sarei solo un povero pazzo.Non ti fare impressionare dunque da quelli che ti dicono che non sei abbastanza preparato

    per scegliere, si impara facendo e il tuo sapere di non sapere un punto di partenza per una grandeavventura. Cos in questa conversazione io potr fornire solo alcune tracce, indicare alcuni segni,star a te interpretarli, a partire dalla tua esperienza. Qui diamo solo semi sta a voi farli crescere.

    Tommaso Campanella d una interessante definizione dello studioso che parte dallo scartarei comportamenti che dalla studiosit si allontanano:

    Chi pensa di avere facilmente trovato quello che si pu raggiungere solo con infinita fatica insipiente. () Altri asseriscono di poter trasformare il mercurio in oro, altri promettonomiracoli per mezzo della negromanzia e di credenze stravaganti come se si trattasse di scienzevere. Il vizio connesso alla loro curiosit la vanit.Alcuni vogliono conoscere per conoscere e questi sono viziosi; altri vogliono conoscere peressere conosciuti e questi sono ambiziosi; altri per far guadagno, e questi sono avari; altriinfine per diventar migliori, e questi sono studiosi.

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    I fini e i mezzi. Dewey propone come scopo delleducazione la libert dellintelligenza. Lui la pensava come noi sulvalore educativo dei banchi in fila e sui modelli tradizionali di educazione e ha passato la vita apropugnare una scuola attiva. Ma quando deve fare una sintesi allora parla di libertdellintelligenza. Questa libert si costruisce a partire dallesperienza cercando di imparare acomprendere e a valutare. In particolare utile al nostro ragionamento sulla politica esaminare ilrapporto che lega i fini ai mezzi e il modo in cui questo rapporto impatta nella nostra esperienza lacostruzione di propositi. Mezzi e fini dice Dewey sono della stessa natura e in un rapporto dicostante continuit fra loro. Se voglio costruire una tenda sopraelevata, i materiali necessari sarannoper me prima fini da raggiungere e poi mezzi per costruire la tenda, ma la stessa tenda una voltacostruita, diventer mezzo per vivere notti scomode come piace a noi. La costruzione della tendasar parte del gusto di quelle notti che non sarebbero le stesse se fossimo andati in un campeggio eavessimo trovato le tende gi montate. Il valore del risultato non solo nel risultato, anche nelmodo con cui lo raggiungiamo. Questo ha a che vedere con la politica perch richiede che i mezzisiano coerenti con i fini. Ma ha a che vedere anche con la comprensione e le scelte. A volte capita didesiderare delle cose, di sognare un viaggio, una bella moto. Per parafrasare Dewey se i desiderifossero cavalli tutti i giovani della mia generazione andrebbero in Harley Davidson. Ma quando daldesiderio si passa a un piano di azione e si prendono in considerazione i mezzi necessari perraggiungerlo, solo allora si formula un proposito e si decide se vale la pena raggiungere quel fine.Se per fare la pace bisogna bombardare scuole, quella pace non vale la pena. Non c nulla chevalga la pena di rinunciare alla nostra fedelt al senso di lealt e di onore. Se impareremo achiederci come intendiamo raggiungere i nostri fini e a chiedere a chi ci propone fini di spiegarecome intende raggiungerli, allora avremo raggiunto la libert dellintelligenza.

    Libri e letture Ho detto sopra che i viaggi, le letture, lo studio della natura fanno tutti parte dellautoeducazione

    B.-P. ( La strada verso il successo, pp. 163-165).I libri ci consentono di arricchire la nostra esperienza con quella di altri uomini che prima di noihanno vissuto, sentito, scoperto, ragionato e provato emozioni. Se il modo in cui ti hanno propostodi leggere ti ha allontanato da questa esperienza, allora cerca di trovare il tuo modo per riavvicinartialla lettura. Anche il cinema, internet, Youtube, sono strumenti importanti per condividereesperienze e aprire i propri orizzonti. Ogni volta che ti avvicini alla lettura o a un video cerca difarlo con rispetto, con attenzione, con lo stesso stile con cui si osserva la natura. Trova unaposizione comoda, preparati da bere, spegni il cellulare.Quando leggi, leggi e non sfogliare. E seleggendo studi, cio cerchi nella tua mente il significato di quello che leggi questo rimane in te pi alungo, e sar per te la cosa pi utile. Se leggi con lintenzione di ricordare, ricorderai certamente!(ibidem, p.164). Qualunque cosa tu faccia non solo per te, tutto quello che impari ti aiuter aessere utile agli altri, anche quando leggi cose che apparentemente non hanno un risvolto pratico eriguardano solo il modo di sentire di altri. Se leggi pensando a come puoi raccontare quello che haicompreso allora leggi con generosit verso i tuoi amici, leggi per condividere.Cito ancora B.-P. Leggere senza prospettive davanti agli occhi non serve a niente.

    Voglio girare il mondo anche se la gente ride bene equilibrare una conoscenza letteraria con una conoscenza del mondo, degli uomini, dellecose. Viaggiare un passo avanti in questa direzione; tuttavia un uomo che sia osservatore ed abbiaanimo comprensivo pu acquistare tanta conoscenza dei suoi simili in una passeggiata di un miglioquanta un uomo disattento se ne procurerebbe in un giro di mille miglia. Se siamo esploratori e non geografi (vedi il piccolo principe) allora ci compete esplorare e viaggiare importante ci aiuta a uscire dal chiuso, comprendere che esistono soluzioni diverse da quelle cheabbiamo sempre praticato. Viaggiare non solo guardare monumenti incontrare persone. Quando

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    ero esploratore il mio assistente mi chiese di portare i suoi pellegrini Euporediesi (di Ivrea) chevenivano in pellegrinaggio a Roma a fare un giro alle baracche dellacquedotto Felice, voleva chevedessero Roma e dopo San Pietro e San Giovanni guidai il Pullman fino alla via Appia, scesero epasseggiammo tra le baracche di lamiera dove vivevano i poveri di Roma e dove Don Silvio insedia a rotelle viveva con loro per condividere la loro situazione, dove don Roberto Sardelliscriveva con loroScuola 725. Viaggiare vuol dire visitare un carcere, un centro di accoglienza per

    emigrati. Abbiamo imparato che si pu viaggiare con poco, a volta bisogna capire che non cniente di cos urgente da impedirci di viaggiare, di andare anche allestero. Anche se uno non ha la possibilit di andare allestero, c sempre moltissimo da vedere nelproprio paese, e si possono scoprire molti aspetti della vita viaggiando in bicicletta, o persino apiedi. Nella tua stessa citt o nei dintorni, se non puoi andare pi lontano, vi sono certo dei segnidellantica storia del luogo e gente le cui esperienze sono meritevoli di essere apprese. Un viaggiodi questo tipo se fatto collintenzione di osservare e di scoprire tutto quello che puoi riguardo agliuomini e alle cose, ti far fare un passo avanti di grandissimo valore lungo il cammino della tuaautoeducazione. Osservare, ascoltare, annusare, toccare, gustare. Usa tutti i tuoi sensi per ampliare la tuacomprensione delle persone e delle cose, come hai imparato facendo lesploratore e ricorda che chi

    ha il privilegio di scoprire cose nuove ha sempre il compito di aiutare coloro che non riescono.

    Impara a raccontare e a esprimere B.-P. raccomanda di curare lespressione dei propri pensieri e delle proprie idee con discorsi, inversi e in prosa o ancora con la pittura e la scultura e ancora aggiungerei con fotografie o filmini.Saper esprimere bene se stessi una delle doti migliori che possa vere un uomo. Cerca di scoprireil tuo modo di comunicare, ciascuno ne ha almeno uno. Comunicando a volte si comprendonomeglio le cose che si sono viste e ascoltate, perch quando comunichiamo e cerchiamo di far capirele nostre idee agli altri gli altri ci aiutano a riflettere riflettendo come uno specchio ci che diciamo.B.-P. raccomanda in questa sezione di non lasciarsi tentare dagli estremismi prima di avere vistoun po il mondo. In effetti, forte la tentazione di giudicare il mondo. Noi comprendiamo il mondoa partire da schemi che abbiamo nella nostra testa. A volte questi schemi sono un po rigidi e cispingono a giudicare prima di comprendere. Quando osserviamo la natura ci troviamo di fronte aepisodi che suscitano emozioni forti, ad esempio, pu sembrarci crudele un animale che sbrana unaltro animale. Cos ci sembra immorale vedere un bambino che lavora in un paese in via disviluppo. Bisogna esercitarsi per comprendere prima di giudicare. Un riscossore di tasse, unaprostituta, possono essere i migliori apostoli.Pirsig in un libro che vi consiglio di leggere Lo zen e larte della manutenzione della motocicletta spiega che per aggiustare le cose o farne la manutenzione il punto di partenza entrare in sintoniacon esse,tenerci: Se davvero non te ne importa niente non ti accorgi nemmeno che c qualche

    cosa di sbagliato. Non ti viene neanche in mente. Il solo fatto di dire che c qualcosa di sbagliatosignifica che ci tieni (Pirsig, p.165).Ma se la comprensione richiede di tenerci alle cose, di amarle bisogna imparare a controllare ilrapporto tra le cose, le persone e le nostre idee. Questa storiella di Brecht aiuta a capire il problema:Che fa, - fu chiesto al signor K., -quando ama una persona? Me ne faccio unidea rispose ilsignor K., e faccio in modo che le assomigli Chi? Lidea? No disse il signor K. la persona. Bisogna che le idee siano al servizio delle persone e non le persone al servizio delle idee. Nonbisogna avere un progetto per i ragazzi da educare, ma amare i ragazzi per come sono e attraversoquesta comprensione aiutarli a fare emergere la loro percentuale di buono. Questo sembra pidifficile quando lo applichiamo alla societ, ma sono convinto che dobbiamo amare la gente percome e aiutarla a fare emergere il buono che porta con s e non piegarla a un progetto di riforma o

    rivoluzione pensato a tavolino.

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    Le leggi Quando una societ raggiunge un certo accordo sulle cose che sembrano pi giuste, le trasforma inregole. Quando una comunit scientifica ritiene di avere trovato relazioni forti tra fenomeniosservati formula delle leggi. Leggi scientifiche e leggi sociali hanno un valore regolativo e sono darispettare fino a prova contraria. Bisogna imparare a obbedire alle leggi e bisogna lottare percambiarle quando ci rendiamo conto che hanno fatto il loro tempo. Ogni nuova scoperta nasce dallarottura di un equilibrio precedente. Spesso le leggi sociali fotografano un equilibrio nei rapporti diforza, spesso difendono i pi forti, ma altrettanto spesso hanno proprio la funzione di aiutare i pideboli. Il nostro paese ha una grande Costituzione, che non sempre stata rispettata e alla quale nonsempre stata data attuazione. Lo scout sa obbedire, ma sa che lobbedienza non sempre unavirt. Bisogna comprendere le ragioni delle leggi e non fermarsi a una loro lettura superficiale eanche capire che non con le regole che si governa una comunit. Bisogna avere e saper dare allepersone una visione.

    Ascolta molto e parla poco

    B.-P. introduce questo argomento con il racconto della storia di un re, Prempeh abituato a dire tuttoci che pensava senza riflettere sul possibile effetto delle proprie parole. Quando questo re cap cheera necessario adottare una diversa linea di condotta si mise una noce in bocca per evitare di direcose di cui dopo avrebbe potuto pentirsi. Ascoltare, ascoltare molto, ascoltare senza la pretesa disapere gi cosa gli altri diranno, ma cercando di capire le loro ragioni. Lo scout nellimmaginario un uomo di poche parole e che ascoltato perch quando parla, parla come si dice a ragionveduta. I Cuc e i ciarlatani spesso parlano molto, hanno dichiarazioni da fare su tutto, pensanoche limportante sia essere prese nti sui giornali, nelle radio e nelle televisioni e per questo sonopronti a parlare di qualsiasi cosa. difficile imparare a parlare solo di cose che si conoscono bene.Spesso fatico a dire no quando un giornalista ti chiama per fare un commento su un argomentoeducativo. Non ho studiato abbastanza largomento Ma lei un pedagogista S, ma sono

    esperto solo in poche cose, se vuole le parlo di quelle. Chi parla di tutto spesso si contraddice, lafortuna di questi ciarlatani che la gente non ha memoria. Servono persone capaci di memoria,capaci di comprendere le contraddizioni. Il silenzio un esercizio faticoso, viviamo circondati dalrumore e dalla fretta. In silenzio si impara a distinguere tra i suoni che ci circondano quelli chehanno pi o meno da dire.La fretta e lurgenza vengono continuamente invocate per assumere decisioni che nonresisterebbero ad una analisi pi seria. Se non si fa oggi questa legge, domani potrebbe esseretroppo tardi. La crisi una scusa a cui si ricorre spesso per fare approvare leggi mai lette danessuno, salvo poi doverle cambiare perch non funzionano e salvo poi scoprire che per applicarlesi impiegano mesi e anni e che dunque cera tutto il tempo per riflettere. Non bisogna cadere nellatrappola della fretta. Non c fretta di finire un pasto, mangia lentamente. Non c fretta di finire glistudi. Non c fretta di cambiare il mondo. Non c nessun luogo verso il quale bisogna correre earrivare primi.

    Il servizio Essere preparati per essere utili un po il sen so di tutto il nostro discorso, per essere utili a se stessie per essere utili agli altri che il miglior modo di essere utili a se stessi. Per avere successo nellavita e cio per essere felici.Il servizio non include soltanto le piccole buone azioni di cortesia e di gentilezza nei confrontidegli altri; sono cose belle e buone queste; che ogni scout compie ogni giorno; ma io intendo perservizio qualche cosa di pi nobile e impegnativo il servizio come cittadino del tuo paese (pag.171).Non si tratta solo di impegnarsi nella gestione degli affari pubblici, ma di cercare di essere uno sucui tutti possono contare, un cittadino servizievole dello Stato, un solido mattone della costruzionecomune. Noi ricordiamo, siamo per i muri a secco, e dunque no n dobbiamo essere un mattone

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    convergente, ma coltivare le nostre particolarit e cercare di essere parte di un muro cercando quellepersone che ci completano e insieme alle quali possiamo esercitare la massima resistenza. Oggimolti indicano che il destinodella collettivit legato allessere pi competitivi, mentre noisappiamo che collaborare meglio di competere. Oggi molti indicano che la crescita continuadelleconomia lunica soluzione per il paese. Noi sappiamo che la crescita incontrollata di c elluleha effetti deleteri e porta alla morte dellorganismo e che dunque alla salute dellorganismo che

    bisogna dare attenzione. Ognuno pu farlo dal tipo di contributo che ha scoperto pu dare allasociet. In realt stavo scrivendo dal tipo di lavoroche pu fare, poi ho avuto un po di scrupoli datoche lattuale congiuntura impedisce a molti giovani di trovare nel lavoro una realizzazione e unluogo di identit. Nella Didach che una sorta di libretto di Mao per le prime comunit cristiane,si diceChi giunge tra di voi sia accolto come il Signore, si fermi alcuni giorni, poi lavori, perch senon lavora un falso fratello. Quando hai visto dove puoi renderti utile, secondo le tue doti particolari, buttati dentro e datti dafare, proprio come faresti per far vincere la tua squadra in una partita di calcio spiega B. -P. ungiocatore deve avere doti individuali e metterle al servizio della sua squadra.Ci sono poi quelli che vengono chiamati a dirigere la squadra e ad allenare i giocatori. Se sonovecchi giocatori meglio. Troppo spesso quelli che allenano hanno solo studiato la teoria e nonhanno mai corso davvero, non studiare da allenatore, gioca e impara ad allenare.

    Tempi bui I consigli di B.-P. a questo punto diventano pi concreti. Riguardano il suo Paese i suoi punti diforza e di debolezza e il modo di aiutarlo impegnandosi da cittadini, mantenendo uno sguardo alladimensione internazionale. Per questo sarebbe importante conoscere la storia del nostro paese, lastoria antica fatta di conquiste e dominazione, quella poi di terre divise e dominate, di terre chedevono ricchezza e cultura al passaggio di altri popoli, longobardi, goti, normanni, arabi, tedeschi,francesi, spagnoli. Un paese in cui la Chiesa ha pagato il pi alto tributo al potere temporale. Eancora un paese che ha cercato e voluto unidentit nazionale, che si lasciato irretire dal fascismoe che si riscattato con la resistenza. Un paese che ha visto emigrare per fame verso il Belgio, laFrancia, La Germania, lArgentina, gli Stati Uniti, lAustralia tanti cittadini e che oggi fatica adaccogliere chi viene qui nelle condizioni dei nostri nonni. Un paese che ha visto una coraggiosaricostruzione e ha costruito una democrazia parlamentare, ma che oggi fatica, sono tempi bui.Una canzone che ha segnato il mio cammino da rover diceva Non maledire questo nostro tempo,non invidiare chi nascer domani, chi potr vivere in un mondo migliore, senza sporcarsi lanima ele mani. A volte ci viene da dire che stiamo vivendo tempi bu i e se i tempi fossero migliori sarebbepi facile impegnarsi. Poi guardo indietro e penso agli anni del terrorismo, e prima alla guerra eprima al fascismo e al nazismo, e prima a quella grande carneficina che fu la prima guerramondiale, e alle guerre per lunit nazionale e prima. Non maledire questo nostro tempo, fai del tuo

    meglio. di moda lamentarsi dei tempi, alcuni dicono che i nostri siano tempi bui, o forse i tempisono sempre gli stessi. Per questo bisogna comprendere pi che valutare e sperare checomprendendo potremo a nostra volta essere compresi. Eppure lo sappiamo:anche lodio contro la bassezza stravolge i lineamenti,anche la rabbia per lingiustizia fa la voce roca. Oh, noi noi che volevamo preparare le basi per la gentilezza,non abbiamo potuto noi stessi essere gentili.

    Voi invece, quando sar venuto il momentoChe luomo sia un aiuto per luomo pensate a noicon indulgenza (B. Brecht Ai posteri, inPoesie di Svendborg)

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    Non stare a guardareLe istituzioni sono importanti, sono importanti i partiti, sono importanti i sindacati. Bisogna evitareil qualunquismo del tutti sono uguali, bisogna partecipare, sentirsi parte, prendere parte. Daprorettore agli studenti ho visto troppi giovani venire in universit per le lezioni e per gli esamicome si va al bar si paga e si consuma. Pochi erano i ragazzi che partecipavano seriamente, spessosi trattava dei pi estremisti, dei collettivi, gli altri non andavano neanche a votare. Ho avuto conquesti ragazzi, dibattiti accesi, qualche scontro, ma erano vivi. Non rinunciare a prendere parte. Da

    bravo scout bisogna prendere parte per la vedova e per lorfano, come i vecchi cavalieri. E se questotempo ride dei cavalieri e si preoccupa solo dello spread importante che ci sia qualcuno che puanche aiutare a sanare il bilancio, ma lo fa stando dalla parte dei poveri. Chi non sta con nessuno al servizio del pi forte.C' una responsabilit a chi esercita la politica nelle istituzioni e nelle forze politiche che non puessere sottovalutata. L'esercizio della politica in mano ai ricchi ed ai potenti lo strumento con ilquale si garantisce di accrescere la ricchezza ed il potere dei pochi; allo stesso tempo l'eserciziodella politica lo strumento che i poveri e le classi subalterne hanno a disposizione per modificarele "strutture del potere" e per usare una terminologia religiosa le "strutture del peccato", percombattere la violenza, loppressione, lo sfruttamento e le inaccettabili disuguaglianze oggi presenti nel mondo. Credo che i giovani, ma anche gli adulti, debbano avere consapevolezza di questaresponsabilit.

    Non essere flessibileDa qualche anno mi occupo di aiutare i laureati a trovare lavoro. Nei libretti che girano si spiegache al colloquio di lavoro se si fanno domande sui diritti, sulla paga e sulle ferie si da una cattivaimpressione. Il sistema vi vuole flessibili, piegati. Vi vuole merce sul mercato del lavoro, capitaleumano, risorse immateriali. Ho cercato di usare parole diverse. Non uso mercato del lavoro, i mieilaureati non sono merce. Non sono flessibili, ma polivalenti, capaci di fare di tutto dalle fotocopie ailavori pi qualificati. Un tempo si diceva che una buon educatore doveva drizzare la schiena ai suoi

    allievi. Luomo non nato con la schiena dritta, ci ha mes so migliaia di anni ad acquisire la posturaeretta. Un tempo le plebi erano allopra chine senza ideali in cui sperar e non avevano il coraggiodi guardare in faccia il padrone. Non sottovalutiamo la strada che stata fatta e non accettiamo ditornare indietro. Il lavoro c, e rimane un diritto dovere di ciascuno, lorganizzazione che sbagliata. Anche le risorse ci sono, ma sono divise male e spesso gestite peggio.

    La politica tutto la politica non niente La nostra vita si svolge in un contesto sociale, dunque qualunque nostro comportamento assume inqualche modo una valenza politica. Essere un buon cittadino una scelta politica. Fare bene ilproprio lavoro politica. Sappiamo che molto e che non basta. Sappiamo che educare un luogoprivilegiato della politica perch solo una comunit profondamente educata potr fare un usointelligente della democrazia. Gi perch non basta che tutti siano daccordo perch una cosa siagiusta, n basta che una cosa sia giusta per mettere tutti daccordo. Per questo anche la dimensionepolitica pur importante non pu assumere una valenza totale. Bisogna coltivare i nostri hobbyes, lanostra famiglia, le nostre passioni e cercare un equilibrio. In fondo fare i capi parte della nostraesperienza. Un buon capo per sa quando il momento di lasciare il suo ruolo. Alcuni non riesconoa lasciare e si sentono indispensabili, dicono di non avere ricambio. Un buon capo provvede al suoricambio e se non ha ricambio allora non riuscito a fare bene il capo. Ci saranno momenti in cuipotremo essere chiamati a giocare un ruolo pubblico e lo potremo giocare bene solo se riusciremo agiocarlo con il distacco, preparando altri a svolgerlo meglio di noi, sapendo che in ogni momentopossiamo tornare con dignit al nostro lavoro, senza per questo sentirci sconfitti o amareggiati. Sipu continuare a remare controcorrente e avanzare con fiducia.Guida tu stesso la tua canoa.