POLITICA L'identità risorsa per lo sviluppo della Sardegna

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Mensile della Regione Sardegna per gli emigrati ANNO XXXVI / AGOSTO 2004 • N. 8 Spedizione in abbonamento postale - 45% - Art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Cagliari (tassa riscossa - taxe perçue) - Poste italiane tariffa pagata DCO/D.E./3139/02 del 25.03.2002 Manifestazione a Bergamo dedicata a Maria Carta Festa a Ballao per i 100 anni della nonnina emigrata pagg. 15 pag. 11 CULTURA ATTUALITA' pagine 5-6-7 POLITICA POLITICA POLITICA POLITICA POLITICA pagine 16 pagina 17 SPECIALE EMIGRAZIONE SPECIALE EMIGRAZIONE SPECIALE EMIGRAZIONE SPECIALE EMIGRAZIONE SPECIALE EMIGRAZIONE Avviata la XIII Legislatura del Consiglio regionale tra speranze e aspettative Impegno di Giacomo Spissu, eletto presidente dell'Assemblea, per rinsaldare il rapporto tra istituzioni e cittadini - Il dibattito sul programma della Giunta ha fatto emergere un clima nuovo - Le dichiarazioni del presidente Renato Soru - Invito alla collaborazione per vincere insieme le sfide delle riforme, delle difese dell'Autonomia e per lo sviluppo economico e sociale dell'isola L'identità risorsa per lo sviluppo della Sardegna I principi del Belgio tra i sardi di Charleroi A Parigi il primo incontro dell'assessore con gli emigrati SPECIALE EMIGRAZIONE SPECIALE EMIGRAZIONE SPECIALE EMIGRAZIONE SPECIALE EMIGRAZIONE SPECIALE EMIGRAZIONE UL UL UL UL ULTIM'ORA TIM'ORA TIM'ORA TIM'ORA TIM'ORA Riunito l'Ufficio di presidenza della Consulta - Approvato il programma per il 2004 - Annunciati tagli ai finanziamenti - Garantiti i mezzi per circoli e federazioni - Impegno dell'assessore Maddalena Salerno per difendere il ruolo dell'emigrazione sarda organizzata. pagina 12

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Mensile della Regione Sardegna per gli emigrati

ANNO XXXVI / AGOSTO 2004 • N. 8

Spedizione in abbonamento postale - 45% - Art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Cagliari(tassa riscossa - taxe perçue) - Poste italiane tariffa pagata DCO/D.E./3139/02 del 25.03.2002

Manifestazionea Bergamodedicata

a Maria Carta

Festa a Ballaoper i 100 annidella nonnina

emigratapagg. 15 pag. 11

CULTURA ATTUALITA'

pagine 5-6-7

◗ POLITICAPOLITICAPOLITICAPOLITICAPOLITICA

pagine 16pagina 17

◗ SPECIALE EMIGRAZIONESPECIALE EMIGRAZIONESPECIALE EMIGRAZIONESPECIALE EMIGRAZIONESPECIALE EMIGRAZIONE

Avviata la XIII Legislaturadel Consiglio regionale

tra speranze e aspettativeImpegno di Giacomo Spissu, eletto presidentedell'Assemblea, per rinsaldare il rapporto tra istituzionie cittadini - Il dibattito sul programma della Giuntaha fatto emergere un clima nuovo - Le dichiarazionidel presidente Renato Soru - Invito alla collaborazione per vincere insieme le sfide delleriforme, delle difese dell'Autonomia e per lo sviluppo economico e sociale dell'isola

L'identità risorsaper lo sviluppodella Sardegna

I principi del Belgiotra i sardi di Charleroi

A Parigi il primo incontrodell'assessore con gli emigrati

◗ SPECIALE EMIGRAZIONESPECIALE EMIGRAZIONESPECIALE EMIGRAZIONESPECIALE EMIGRAZIONESPECIALE EMIGRAZIONE◗ ULULULULULTIM'ORATIM'ORATIM'ORATIM'ORATIM'ORA

Riunito l'Ufficiodi presidenza della

Consulta - Approvato ilprogramma per il 2004

- Annunciati tagliai finanziamenti -

Garantiti i mezzi percircoli e federazioni -

Impegno dell'assessoreMaddalena Salerno

per difendere il ruolodell'emigrazione sarda

organizzata.

pagina 12

Lettere al Giornale2 • Agosto 2004

Il richiamodelle radiciCaro Messaggero Sardo,

mi chiamo Rosaria Origa, sononata a Dolianova (Cagliari) 64anni fa. Venuta in Belgio in va-canza nel 1958 ho subito cono-sciuto mio marito che era di Ol-bia. Ci siamo sposati dopo 6mesi. Mio marito adesso non c’èpiù, è morto 9 anni fa a causa diuna malattia incurabile. Avendolavorato per 30 anni in un nego-zio, sono pensionata e adesso miriposo. Il vostro giornale è comeun raggio di sole del mio Caglia-ri. Ho avuto quattro figli, tre fem-mine e un maschio. Le femmine,l’anno scorso, si sono volute tra-sferire definitivamente in Sarde-gna. Una a Olbia con il maritobelga e le altre due (una nubile el’altra con il marito olbiese e duebimbe) nella cittadina di Ber-chiddeddu di cui era originaria lafamiglia di mio marito. È unascelta che hanno fatto e, anche sedicono che è dura, hanno trovatolavoro anche se diverso da quel-lo che facevano qui. Dove abitoio è invece rimasto l’unico figliomaschio con la compagna e ilpiccolo Lorenzo, ma un giornonon lontano partirà anche lui. Mipuoi spiegare tu come si fa a esse-re nati in Belgio e pensare di fareun simile volo! Dio solo lo sa! Ioogni tanto vengo in Sardegna mami è difficile abituarmi alla men-talità gallurese, anche se è la Sar-degna. Vengo al sodo: vorrei chei miei figli ricevessero il giornale!

Rosaria Origa FerinaiuBelgio

Cara Rosaria,Lei si domanda come mai le

sue figlie abbiano scelto di af-frontare dei sacrifici per tornarein Sardegna, in Gallura. In real-tà, lei ha una forte “responsabi-lità”. È evidente che i suoi figlihanno assaporato fin da bambinila cultura dell’isola e hanno ali-mentato nel cuore un intenso le-game con la terra dei loro geni-tori e avi, al punto da farvi ritor-no. Hanno portato con sé gli af-fetti più cari e hanno deciso disfidare la sorte. Quanti genitoricome lei e suo marito hanno con-tribuito a far conoscere e amarela nostra isola? Ma quanto è for-te questo rapporto madre-figli-terra! La mamma, infatti, cheogni tanto viene in Sardegna, manon vuole tornarvi in modo defi-nitivo forse anche perché la vitacon l’amato marito l’ha trascor-sa in Belgio, non li lascia del tut-to soli. Li vuole seguire con ilgiornale. Stia tranquilla, abbia-mo registrato gli indirizzi e i suoifigli potranno condividere conlei la lettura del Messaggero.Cari auguri!

Abbonato denunciaancora disservizisu navi “Tirrenia”Caro Messaggero Sardo,

ho da poco compiuto 60 anni eda oltre 40 sono partito da Ortueri(Nuoro), dapprima per la Germa-nia. Successivamente sono rientra-to in Italia e tuttora vivo a Torinocon la famiglia. Almeno una voltaall’anno vengo in Sardegna; permia abitudine ho sempre privile-giato le navi Tirrenia, talvolta co-mode altre meno ma giustificandosempre la società e il personale,anche quando i disagi erano note-voli. Questo fino al 22 maggio2004 quando la Tirrenia ha oltre-passato ogni limite. In tale data horicevuto la notizia della scomparsadi mia madre e poiché non mi fupossibile trovare un passaggio inaereo (altra questione spiacevole,non essendo Torino inclusa nella

Il sentimento dell'appartenenza

Caro Prof. Melisabbiamo deciso di dedicare il riquadrato alla sua lettera perché ci ha colpito in modo particolare

la spontaneità del suo scritto e la straordinaria coincidenza tra le parole che lei usa e i sentimenti chelei rappresenta con le parole e i sentimenti che manifestano nelle loro lettere molti lettori del Mes-saggero Sardo. Sono lettere scritte con mano incerta, a testimonianza di una scarsa dimestichezza conla penna e con gli studi, ma con la stessa profondità d’animo e lo stesso amore per la Sardegna che leiha così mirabilmente espresso. A riprova che il sentimento di appartenenza è molto profondo e che lasardità è un valore sentito in modo speciale dai sardi fuori dall’Isola, a prescinde dalla loro condi-zione economica e culturale.

Caro Messaggero,anch’io da quasi 40 anni sono un emigrato sardo, orgoglioso di esserlo, anche se con me il buon Dio

è stato più misericordioso che con altri miei conterranei.Sono figlio di un muratore di Villasalto emigrato negli anni 60 (boom economico, i palazzi che cre-

scevano come funghi). Vivo a Genova, dove insegno Istituzioni dì Diritto Pubblico presso la Facoltàdi Economia dell’Ateneo Genovese, sono avvocato del Foro di Milano, con studi nella città meneghi-na e genovese (e dal mese di settembre 2004, anche a Settimo San Pietro: mi riprometto, almeno unavolta al mese, di essere presente nel mio borgo natio).

Sono nato, infatti, a Settimo San Pietro, piccolo centro alle porte di Cagliari, e dall’età di 6 anni sonostato costretto, mio malgrado, a lasciare la mia terra, della quale, con il passare degli anni, sento sem-pre più forte l’atavico richiamo.

Quando vado a trovare mia sorella e mio cognato (Zurru Giovanni di Pabillonis, anch’egli emigratoe residente a Genova), trovo sempre nella loro casa, IL MESSAGGERO SARDO ben esposto e non dirado, marito e moglie, discutono su qualche suo articolo.

Anch’io così ho cominciato a leggerlo e gustarlo pagina per pagina, trovando in esso un antico sa-pore che mi riporta alle mie origini agro-pastorali.

Mio nonno paterno (di Villasalto), commerciava bestiame tra Villasalto, Armungia e Ballao ai pri-mi del ’900.

Mio nonno materno (di Ussana) pascolava greggi di pecore (fino agli anni ’50), contemplando ine-narrabili cieli stellati sardi, non di rado, declamando versi della Divina Commedia.

Ecco il motivo della mia richiesta di ricevere il vostro mensile: trovare nel mensile qualcosa dellemie radici sarde, di cui vado fiero.

Grazie di cuore, amici della Sardegna, per quello che fate per il popolo sado emigrato.Ivan Melis

Via di Pino, 44 - 16138 Genova

continuità territoriale) ho acqui-stato un biglietto Tirrenia per lanave Bithia in partenza da Geno-va alle 20,30. Giunto al porto honotato che le persone, in attesa al-l’imbarco, discutevano animata-mente. Venni così informato chela partenza era stata posticipata di3-4 ore. La conseguenza fu che ar-rivai a destinazione con un graveritardo ovvero quando il feretro dimia madre era stato chiuso nellabara. Avevo successivamente ap-preso che la causa del ritardo del-la partenza della nave era stata ladecisione della Tirrenia di aspet-tare un esiguo gruppo di tifosi delCagliari-calcio che facevano rien-tro in Sardegna dopo la partita intrasferta della squadra a Genova,conclusasi intorno alle 22,30. Contutto il rispetto per i tifosi, per ilCagliari e per il calcio in generalenon posso giustificare un talecomportamento. Invio questa se-gnalazione con la speranza chetramite il Messaggero, la RegioneSardegna si adoperi affinché talisituazioni non si ripetano.

Michele BonuCorso Belgio, 90 - 10153 Torino

[email protected]

Caro Bonu,la ricostruzione dell’episodio che

l’ha vista protagonista-vittima delgrave disservizio è una testimo-nianza inequivocabile dei disagiche ancora si manifestano nel siste-ma dei trasporti della Sardegna edell’impossibilità da parte dei citta-dini di vedere tutelati i loro diritti.Le esprimiamo quindi la nostra so-lidarietà, unitamente alle condo-glianze per la perdita della suaamata mamma. Anche noi con lei ciuniamo al disappunto e all’insoffe-renza diffusa nei confronti di sceltee atti che compromettono non solola possibilità di poter svolgere libe-ramente le nostre azioni, ma anchel’immagine esterna della Sardegna.Cordialità.

Cerca spartiti di branifamosi del repertoriosardo classicoCaro Messaggero Sardo,

mi chiamo Innocenzo Petri evivo in Piemonte. È da tanto tem-

po che volevo scrivere al giorna-le per chiedere una cortesia. Es-sendo un musicista e trovandominell’impossibilità di trovare de-gli spartiti di brani come l’”AveMaria” di Maria Carta, “Nonpoto riposare”, “Sardegna mioprimo amore” e tanta bella musi-ca sarda chiedo per cortesia se inSardegna c’è qualche editoremusicale che possa accogliere lamia richiesta oppure, tramite ilvostro giornale, se mi potete met-tere in contatto con qualcuno.

Innocenzo PetriVia Roma, 26

Bandissero Torinese10020 Torino - 011-9407274

Caro Petri,innanzitutto chi scrive al Mes-

saggero Sardo non disturba mai,anzi è sempre gradito. Dobbiamodirle però che non ci risulta esi-stano editori musicali che effet-tuino vendita e spedizione dispartiti di canzoni sarde. Sicco-me però il mondo dell’emigrazio-ne è sempre molto più informatodi noi, ci appelliamo ai tanti ami-ci del giornale per poterla aiuta-re ad esaudire questo suo deside-rio. Buona musica!

Sport, turismo e musicadi MadauCaro Messaggero Sardo,

innanzitutto voglio rivolgerecalorosi auguri per la promozio-ne del Cagliari in serie A. “Zolasei grande!”. A proposito di turi-smo, vorrei dire che sarebbe op-portuno, per ridurre la disoccu-pazione giovanile, affidare la ge-stione delle spiagge a ragazzi chele curino, le tengano in ordine,offrendo la possibilità a chi lefrequenta di poter consumare unpanino e bere qualcosa di frescononché di disporre di servizi igie-nici, evitando però quei prezzi ti-pici del mese di agosto! Sono an-che un appassionato di musica equando trascorro le ferie in Sar-degna ho più volte chiesto alleemittenti radiofoniche locali dipoter ascoltare un brano che haper me un particolare significato.È la canzone di Franco Madau“Sa fabbric’e bidda”. Mi rivolgo a

voi con la speranza che il deside-rio di uno che ha lasciato la Sarde-gna nel 1967 venga esaudito.

Ireneo [email protected]

Caro Melis, abbiamo sintetizzato la sua

lettera principalmente per motividi spazio, ma anche perché moltidegli aspetti da lei evidenziati ri-guardavano la campagna eletto-rale e sarebbero ora risultati fuo-ri tempo. Le fa però onore la pas-sione civile e l’attenzione con cuisegue le vicende dell’isola. Anchese personalmente, durante il peri-odo di ferie, non ha potuto senti-re la canzone da lei richiesta, siacerto che il titolo e il cantautoresono molto apprezzati e le radio leutilizzano proprio perché – comelei scrive nella lettera – i Sarditengono vivi certi ricordi. La sa-lutiamo cordialmente.

“Vecchi” lettoriringraziano per giornaleCaro Messaggero Sardo,

vengo con queste poche righe aringraziavi per la sollecitudinecon cui ci metti al corrente degliavvenimenti della nostra terra.Ricevo il giornale ormai da tantianni, eppure ogni volta che arrivaè una novella gioia perché mentrene scorro le pagine mi sembra diessere sempre in Sardegna.

Giovanni Porcu32, Fbg de Gueydan - 13120 Gardonne

Caro Messaggero Sardo,come a un vecchio amico mi ri-

volgo di nuovo a te, come le altrevolte quando mi hai accontentatoseguendomi in Belgio e in Sarde-gna, perché ho di nuovo cambia-to indirizzo. Ora mi trovo a Posa-da e siccome non posso fare ameno di te vorrei riceverti anco-ra. Ti leggo sempre con piacereperché ci tieni informati e legatialla nostra terra. Piano piano ab-biamo capito che l’America cel’abbiamo qui e non oltre Oceano.

Per questo stiamo convergendole nostre idee e le nostre forze perfarci conoscere ed apprezzare dalmondo intero. Abbiamo tante ri-

sorse: carattere, cultura, genti-lezza e capacità al pari di altri.

Salvatore DeleddaII traversa Piazza Mereu, 6

08020 - Posada (Nuoro)

Cari Porcu e Deledda,grazie per le parole gentili.

Speriamo di essere sempre al-l’altezza delle esigenze dei nostrilettori. Abbiamo annotato la ri-chiesta di indagine sul cognomesegnalato dal sig. Deledda. Au-guri ad entrambi.

Lettrice sollecitaattenzione su problemioccupazioneCaro Messaggero Sardo,

mi chiamo Raimonda Murru evivo a San Fermo della Battaglia(Como). Sono emigrata da 31anni. Il mio paese natale è Ortue-ri (Nuoro). Sono una vostra let-trice e vi faccio i complimenti peril giornale perché fa piacere ave-re notizie della nostra terra che,purtroppo, abbiamo lasciato perlavorare. Io mi auguro che le pro-messe dei politici non restino soloparole. La Sardegna ha bisogno diposti di lavoro almeno per chi è ri-masto. Bisogna ricordare che chivive nei paesini lavora qualchemese all’anno in estate e ci sonogravi disagi per le famiglie. Nonbisogna pensare solo alla cittàperché la vita è dura per tanti. Hoconstatato che ancora oggi per vi-vere dignitosamente bisogna fug-gire dalla propria terra.

Raimonda MurruVia delle Bisacce, 1/A

22020 San Fermo della Battaglia(Como)

Cara Murru,la ringraziamo per le cortesi

parole rivolte alla Redazione.Abbiamo trascritto il nome e l’in-dirizzo del suo familiare che vivenella zona di Varese: riceverà alpiù presto il mensile. Compren-diamo e condividiamo le sue pre-occupazioni rispetto alla que-stione del lavoro e anche noi,come lei, auspichiamo che ven-gano fatti tutti gli sforzi necessa-ri per offrire opportunità di lavo-ro ai sardi sia dei piccoli centriche di quelli più popolati. Ricam-biamo cari saluti.

Emigrato da 40 annilamenta assenza notiziesu DolianovaCaro Messaggero Sardo,

sono un tuo assiduo lettore da30 anni e sono emigrato a Torinodal 1963. Mi chiamo AntoninoBoi sono nato a Dolianova (Ca-gliari) il 3 febbraio 1940 ora,pensionato, risiedo a Torino.Ogni volta che ricevo il giornalelo divoro immediatamente cer-cando notizie del mio paesed’origine, ma mai un solo rigo.Eppure Dolianova non è un pae-se sperduto in qualche montagnaimpervia, ma dista 20 chilometrida Cagliari. È un paese bellissi-mo, ricco di vigneti, oliveti, sor-genti d’acqua meravigliose conuna popolazione molto laboriosae piena di iniziative (almeno stan-do a quello che so io) ma dal Mes-saggero Sardo mai un rigo. Ma iocontinuo a sfogliare in cerca di no-tizie da farmi ricordare per qualcheistante l’emozione di qualcosa divita per il mio paese. Non prender-lo come un rimprovero perché lenotizie che vengono pubblicatesono altrettanto interessanti e miemozionano sempre!

Antonino BoiVia Barletta, 88 - Torino

Caro Boi,abbiamo inserito nel fascetta-

Lettere al GiornaleAgosto 2004 • 3

Le origini dei cognomiPer poter rispondere alle domande degli emigrati sull’origine dei loro cognomi, tra le altre fonti, attingiamo anche dal prezioso volume del prof. Massimo Pittau “I Cognomi della Sardegna - significato e origine di 5.000 cognomi”(Carlo Delfino Editore, Sassari 1990). Per chi fosse interessato questo è l’indirizzo della casa editrice: Carlo Delfino editore, Regione Li Cadduffi, 07100 Sassari.

MurtinuCaro Messaggero,

Vi sarei grato se mi faceste co-noscere l’origine ed il significatodel mio cognome, che per sentitodire potrebbe significae “mantodi cavallo”, ed inoltre approfittoper fare i complimenti per il gior-nale con la solidarietà di tutti iSardi nel Mondo.

Murtinu Elidio10155 Torino

Caro Murtinu,purtroppo nella sua missiva ha

dimenticato di ricordare il suoindirizzo, cosa che speriamo ri-corderà di inserire nelle sueprossime comunicazioni.

Per ciò che riguarda l’origineed il significato del suo cognome,quello che ha lei sentito dire cor-risponde effettivamente a verità,essendo l’origine dall’aggettivomurtinu, “sauro” detto del man-

to del cavallo, originario damurta “mirto”, derivato dal lati-no murta-myrta, radice di tutti icognomi assonanti tipo Murtas,Multinu, Multineddu etc.

Troviamo riferimenti al suocognome in buona parte dei Con-daghi, specie del nord Sardegna.

MarcedduCaro Messaggero,

mi permetto ancora una voltadi chiedere l’invio del mensile adalcuni miei parenti emigrati nelnord della Francia.

Mi permetto anche di doman-dare notizie riguardo l’originedel mio cognome.

Marceddu GiorgioVia Bandello, 33

15057 Tortona (AL)

Caro Marceddu,quando leggerà la risposta alla

sua domanda, probabilmente la

leggeranno anche i suoi parenti aiquali giungerà il giornale, ricor-dando anche che lo stesso potràessere consultato sul sito internetricordato in altra parte del giorna-le, e facendo presente che sul ca-nale satellitare di Videolina ognidomenica sera va in onda una tra-smissione a voi dedicata, a titolo“Messaggero Sardo”.

L’origine del suo cognome èrelativa al nome proprio “Mar-cello”, derivato dal latino eccle-siastico Marcellus.

GrommeCaro Messaggero,

un grazie grande per tutto quel-lo che mensilmente ci fate cono-scere e sapere sulla nostra terra,peraltro unica al mondo!

Il mio cognome, è possibileconoscerne le origini?

Gromme MartinoVia Rocco, 13 - Prarostino (To)

Caro Gromme,l’origine del suo cognome po-

trebbe essere riconducibile fon-damentalmente a due ceppi, po-tendo essere o la variante di co-gnome sardo Gorme, che corri-sponde al nome personale Cosi-mo, originario di Bitti (NU), de-rivante dallo spagnolo Cosme;oppure potrebbe originare dacognome propriamente italianooriginante dal sostantivo grom-ma “tartaro” con il plurale di fa-miglia.

LeccaCaro Messaggero,

oltre la comunicazione delnuovo indirizzo dove spedire ilmensile, datemi informazionicirca le origini del cognome del-la mia famiglia.

Lecca D’Urso GiuseppinaVia Pietro S. Bartoli, 1/9

00053 Civitavecchia (RM)

Cara Lecca,att ivato repentinamente i l

suo nuovo indirizzo, passia-mo alle informazioni circa ilcognome di famiglia.

L’origine potrebbe essereo catalana, da l lec “laico/ignorante” in i taliano tra-sformato in aggettivo leccu-a“debole, f iacco, ma anchestolto-a” usato verosimil-mente come soprannome; al-tra possibil i tà è la discen-denza da cognomi propria-mente i taliani originanti dalocalità diverse, della Ligu-ria nel territorio di Albengadove esiste Leca, luogo dovecompare nei testi antichi lo-cali casato aristocraticoLecca.

Oppure originario da fami-glia magnatizia Leca nativadi omonima località in Cor-sica.

rio l’indirizzo di suo fratello così –come lei sottolinea – potrà legge-re e commentare i contenuti delgiornale quando torna in Sarde-gna. Siamo consapevoli, e spessoci viene sottolineato dai lettori, delrapporto di affetto che lega chi èemigrato al suo paese d’origine.Dolianova, come gli altri 376 Co-muni dell’isola, senza contare lefrazioni, è una realtà ricca di sto-ria, monumenti architettonici (ri-cordiamo solo la bellissima Catte-drale di San Pantaleo, espressionedell’arte tardo-romanica in Sarde-gna, con l’affresco dell’Arbor Vi-tae), iniziative imprenditoriali eculturali. Proprio per valorizzare iterritori la Redazione ha predispo-sto un’apposita rubrica dedicataai centri dell’isola. Ci vuole pa-zienza. Vedrà che si parlerà anchedi Dolianova. Nell’attesa, ci fapiacere che lei apprezzi il lavoroproposto mensilmente e che siacosì partecipe. Le facciamo tantiauguri, per tutto.

Precisazione: il Goceanonon è una piccolaregione!Caro Messaggero Sardo,

intervengo con una sola annota-zione, riguardante “l’home page”del vostro interessante sito internetdel 22 aprile 2004 dedicata al mio enostro amato Goceano. Il Goceanonon è una piccola regione, neppureper dimensioni geografiche!!! In-sieme alla Barbagia e all’Ogliastraè l’unica vera regione dove si siaconservata la genuinità della sardi-tà, sia nella lingua che nella storia.Giovanni Maria Angioj, il verosimbolo della nostra lotta autono-mistica ed indipendentistica (nonsolo antifeudale ndr) è nato qui equi, dai Goceanini, più che da altri,ha avuto i maggiori e gli unici aiutidurante il suo dolorosissimo esilio aParigi: è morto per la Sardegna as-sieme ad altri suoi seguaci e martiribonesi e goceanini e sardi. Quantidi noi sardi sono capaci di fare que-sto oggi? Vi pregherei, quindi,quando si parla di Goceano, di rac-contarne più diffusamente la storia,la cultura e le tradizioni con mag-giore rispetto. Era originario delGoceano anche il ministro giolittia-no Francesco Cocco Ortu (nato aBenetutti). Un goceanino di madresiciliana, laureato alla Cattolica diMilano, ma residente ad Anela.

Gianraimondo FarinaVia Nuova, 23 - Anela

Caro Farina,la ringraziamo molto per la

puntualizzazione. Ha ragione: ilGoceano è una “grande” regio-ne. L’aggettivo utilizzato, tutta-via, non era teso a sminuirne ilruolo storico, geografico o cultu-rale. Cordialità.

Continuità territorialeanche da VeneziaCaro Messaggero Sardo,

mi chiamo Francesco Serra e ho40 anni. Sono originario di Sassa-ri e risiedo a Sequals, in provinciadi Pordenone da 22 anni. Il mioproblema più grave sono semprestati i collegamenti con la Sarde-gna, perché da questo angolod’Italia pare che nessuna compa-gnia aerea sia interessata a garan-tire un collegamento permanentee diretto con la nostra terra, anchese in Friuli e nel Veneto ci sonoparecchi Sardi. Nell’ultimo nu-mero del Messaggero ho letto laproposta di estendere la continui-tà ad altre città, fra le quali Napo-li e Bergamo. Ora mi chiedo, nonsarebbe auspicabile un collega-mento da Venezia? Servirebbetutto il Nord-Est e così non ci sa-rebbe bisogno di arrivare a Bolo-gna o a Bergamo. Mi meraviglia ilfatto che i Circoli del Friuli e delVeneto non intervengano!

Francesco SerraVia Facchina, 9 - Sequals

Caro Serra,concordiamo sulla considera-

zione che il problema più graveper chi vive fuori della Sardegnaè quello di poter fruire di un ser-vizio efficiente e a prezzi accessi-bili per spostarsi agevolmente. Èuna questione, però, che investel’intera comunità isolana. Il suoauspicio di allargare la continui-tà territoriale anche allo scalo diVenezia è quindi pienamentecondivisibile nell’ottica di mi-gliorare un provvedimento im-portante per tutti, specialmenteper gli emigrati. La ringraziamoper i complimenti.

L’olio sardo per lalampada della memoriadi AuschwitzCaro Messaggero Sardo,

sono da tanto tempo un tuo as-siduo lettore e questa volta vorreichiederti un favore. Nell’articolo“Dalla Sardegna l’olio...” diMassimo Carta, apparso nel Mes-

saggero, a pag. 19, del mese dimaggio, tra l’altro si parla di cir-ca 40 mila sardi morti nei campidi sterminio nazisti. Vorrei sape-re chi erano questi sventurati. Iopenso che la maggior parte fosse-ro dei prigionieri di guerra, anti-fascisti o altri gruppi di persegui-tati oppure esistevano in Sarde-gna delle comunità di Ebrei?Dunque questo è il favore che vichiedo. Può l’autore dell’artico-lo, il signor Carta o qualche altrodare precisazioni in merito?

Filippo DemontisLosenbucheler Str. 342857 - Remscheld

Germania

Caro Demontis,l’olio di Seneghe, che per il

2004 alimenterà la “Lampadadella Pace” nella Chiesa di SanGiuseppe di Oswiecim, è il primodonato da una comunità italianaalla Polonia. Ha, quindi, soprat-tutto, una valenza simbolica diunità dei popoli contro la guerrama, specialmente, di impegnoperché non si debbano mai ripe-tere gli orrori del Nazismo. An-che la Sardegna ha purtroppopagato un alto tributo alla ciecaviolenza. Vi hanno perso la vitasoprattutto come lei corretta-mente ricorda prigionieri diguerra, antifascisti, socialisti,anarchici. Nella nostra isola,esistevano anche comunità diEbrei, ma non è possibile indica-re quanti di loro e in che modo si-ano approdati nei luoghi di ster-minio. Non possiamo quindi perora offrirle informazioni di carat-tere storico. Ci impegniamo peròad approfondire l’argomento edeventualmente a realizzare un piùampio e documentato servizio.

Nuove abbonateal giornaleCaro Messaggero Sardo,

sono nata a Olbia il 15 gennaio1955 e sono emigrata in Belgio alseguito dei miei genitori moltianni fa. Il mio pavero babbo èmorto della malattia del minato-re (silicosi polmonare) 15 anniorsono. Nei giorni scorsi, facen-do visita ad un’altra famiglia sar-da, ho avuto l’occasione di im-battermi in una copia del vostrogiornale che ho trovato ricco dinotizie e assolutamente appassio-nante per me, rimasta sarda finoal midollo osseo, come credo sia

il caso della maggior parte deinostri corregionali. Volendo con-tinuare a tenermi informata sututto ciò che succede nella nostrabella isola, prego di predisporreaffinché anch’io possa ricevere ilmensile.

Francesca DesiniRue des Déportés, 2B6180 COURCELLES

(Belgio)

Caro Messaggero Sardo,sono una ragazza di 21 anni, mi

chiamo Daniela Porcedda e sononata a Karlsruhe da madre tede-sca e padre sardo. All’età di 2anni, mi trasferii con la famigliain Sardegna nel paese d’originedi mio padre, Guasila. Lo scorsoanno ho concluso gli studi nel-l’isola ottenendo il diploma dimaturità e, a novembre, decisi ditornare nella mia città natale incerca di una buona opportunità dilavoro. Ora abito da 5 mesi a Kar-lsruhe e attualmente sono impie-gata alla “Deutsche Post”. Nellastessa città abita da tempo anchemio fratello, Mario Porcedda,tramite il quale sono venuta a co-noscenza del giornale. Avrei pia-cere di riceverlo e vi sarei gratase lo inviaste alla mia famiglia inSardegna.

Daniela PorceddaEppinger Strasse, 19

76131 Karlsruhe(Germania)

Care Desini e Porcedda,abbiamo inserito i vostri nomi

nell’indirizzario e così come ri-chiesto riceverete al più presto ilgiornale. Cogliamo l’occasioneper esprimere apprezzamentoper la passione che esprimetenelle vostre lettere e per farvitanti cari auguri.

Lettore chiese informazioniper pubblicare volume poesieCaro Messaggero Sardo,

mi è stato regalato da un amicoun numero del vostro miticogiornale che mi ha subito incu-riosito ed interessato per la mol-titudine di temi trattati e delle in-formazioni che fornite alle perso-ne che si trovano fuori dalla no-stra terra natale e che sentononostalgia anche se è tanto avaracon i suoi laboriosi figli. Nono-stante tutto, vuoi per la dignitàvuoi per l’orgoglio sardo, noiemigrati le vogliamo bene più diprima in modo viscerale e con

tutte le cose legate a lei. Per que-sto, caro Messaggero chiedo cor-tesemente l’invio del giornale.Voglio infatti essere informatosui fatti e le novità della nostraterra. Essendo un appassionatoscrittore di poesie in rima e in lin-gua sarda vorrei inoltre saperecome posso fare e che spese devosostenere per la pubblicazione diun libro di poesie, conservando-ne i diritti d’autore. Voglio ancheprecisare che, se questa mia in-tenzione andrà a buon fine, lamaggior parte del ricavato verràdevoluto in beneficenza.

Francesco CorriasVia Don Bosco, 43 - 56127 PISA

Caro Corrias,abbiamo preso nota dei diver-

si indirizzi a cui sarà recapitatoil giornale come da lei richiesto.Per quanto riguarda la pubblica-zione della raccolta di poesie,tenga conto che fra le più fortitentazioni viene annoverataquella di dare alle stampe le pro-duzioni artistico-letterarie. Pro-prio perché le persone amanomoltissimo scrivere, è tanto diffi-cile trovare un editore che pub-blichi il volume a proprie spese elo valorizzi. La legge sul dirittod’autore prevede, oltre a una se-rie di norme a tutela di chi haideato e composto l’opera, ancheuno specifico “contratto di edi-zione”, in cui si definiscono lemodalità di rapporto tra autoreed editore e con il quale “l’auto-re concede a un editore l’eserci-zio del diritto di pubblicare perle stampe, per conto e a spesedell’editore l’opera dell’inge-gno”. Ciò avviene sulla base diun compenso corrisposto all’au-tore. Diverso invece il caso diuna pubblicazione a pagamento.In questo secondo caso a pagarele spese del libro è l’autore cherinuncia a qualunque compenso.Bisogna quindi stare molto at-tenti al tipo di contratto e se sivuole comunque dare alle stampeun libro chiedere un preventivo adiverse case editrici e farsi con-sigliare possibilmente da un av-vocato amico.

Si parla quindi di “contrattocon contributo alle spese di pub-blicazione”. Attenzione dunque eocchi aperti per evitare accordi-capestro che possono inciderepesantemente sull’economia in-dividuale!

Editoriale4 • Agosto 2004

SOMMARIO

IL MESSAGGERO SARDO. Mensile della Regione Sardegna per gli emigrati e le loro famiglieEdito dalla Cooperativa «Messaggero Sardo» s.r.l.Presidente Gianni De CandiaComitato di Direzione Gianni Massa (responsabile), Marco Aresu, Gianni De Candia, Ezio Pirastu, Luigi CoppolaRedazione e Amministrazione Via Barcellona, 2 - 09124 CagliariTel. 070/664214 - Fax 070/664742Registrazione del Tribunale di Cagliari n. 4212 dell'11-4-1969 - Iscritto al Registro Stampa n. 217Fotocomposizione, impaginazione, fotolitoPRESTAMPA - Via Nenni 133, tel. 070/883223 - 09045 Quartu S. Elena (CA)StampaOfficine Grafiche SOCIETÀ POLIGRAFICA SARDA di Ettore Gasperini Editore - Cagliari - Via della Pineta, 24/36 - Tel. 070/303777-78

EDITORIALE

Collegialità come metodoper realizzare il progetto4 di una Sardegna più moderna

POLITICA

Avviata la XIII Legislatura.Insediato il Consiglio5 regionaledi Gherardo Gherardini

Impegno del neo presidenteGiacomo Spissu per ricreareil rapporto tra istituzioni e cittadinidi Michele Mascia

Nel progetto di Renato Soru6 l'identità come risorsaper lo sviluppo della Sardegna

Dibattito dai toni pacaticon consensi e critiche7 sul programma della Giuntadi Michele Mascia

PRIMO PIANO

Nubi sull'industria8 delle vacanzedi Andrea Frailis

Maggior tutela delle costee pianificazione dello sviluppo9 urbanisticodi Alessandro Zorco

ECONOMIA

Allarme nel mondo pastoraleper il nuovo focolaio10 di “lingua blu” in Galluradi Matteo Vercelli

SPECIALE EMIGRAZIONE

Festeggiati a Ballaoi 100 anni della nonnina11 emigrata in Corsicadi Antonello De Candia

Impegno dell'assessoreper difendere il ruolo12 dell'emigrazione sardadi Gianni De Candia

Sono oltre 700 le famigliedei sardi che vivono13 a Grenobledi Antonello De Candia

In un volume le testimonianzedi 25 anni di attività culturaledel circolo “Il Nuraghe” di Fiorano14 Modenese

A Parigi il primo incontrodell'assessore del Lavoro16 con gli emigrati sardidi Gianni De Candia

Il principe ereditario del BelgioFilippo e Matilde in visita17 ai sardi del Circoli di Charleroidi Gino Zasso

CULTURA

Manifestazione a Bergamodedicata a Maria Carta a dieci15 anni dalla scomparsadi Giacomo Serreli

Interesse dell'Unesco18 per le “conche” della Galluradi Marco Aresu

Capoterra un balcone20 affacciato sul Golfo di Cagliaridi Salvatore Tola

Le origini medioevalidi Bassacutenadi Franco Fresi

Si rinnova a Sedilo32 l'antico rito dell'Ardiadi Pier Sandro Pillonca

MUSEI

La “cittadella” di Cagliari19 e i suoi grandi tesoridi Gianfranco Leccis

PARLIAMO DELLA SARDEGNA

Le eroiche gesta di Fausto Noce,21 aviatore di Olbiadi Eugenia Tognotti

“Sillabe al vento” dal Cilea Cagliari con nostalgia,le poesie di Agostino Castellidi Giovanni Mameli

PARLANDO IN POESIA

22 Vita di un uomo giustodi Salvatore Tola

SPORT

L'avventura del Cagliari30 in serie A comincia tra amarezzae delusione. Zola firma in extremisdi Andrea Frigo

Sangue sardo nellanazionale di karate

Anche la Sardegna31 con Trentin alle Olimpiadi di Atenedi Andrea Porcu

Spettacolo al Poettocon il beach volleydi Liliana Fornasier

RUBRICHE

23 SARDEGNA NOTIZIE

24 EMIGRAZIONE

IL MESSAGGERO SARDO viene inviato gratuitamente dalla Regione Sardegnaa tutti gli emigrati, in Italia e all'Estero e alle loro famiglie in Sardegna.

Richiedetelo a questo indirizzo: MESSAGGERO SARDOVia Barcellona, 2 - 09124 CAGLIARI - tel. 070.664214 - fax 070.664742e-mail: [email protected] - [email protected] web: www.ilmessaggerosardo.com

Collegialità come metodoper realizzare il progettodi una Sardegna più modernaI gravi e spesso drammatici problemi checondizionano la Sardegna e ne impediscono losviluppo sono stati al centro del dibattito che haaperto la XIII Legislatura del Consiglio regionale.Un dibattito scaturito dalle “dichiarazioni informali”del presidente della Regione che, essendo statoeletto direttamente dai cittadini non ha più bisognodi presentare un programma all’Assemblea perottenerne la fiducia. Un dibattito lungo e articolato,non privo di spunti polemici e di aspre critiche, mascevro delle sterili e vuote contrapposizioni delpassato. Un dibattito che ha segnato un salto diqualità nella vita politica e che fa ben sperare per ilproseguo della legislatura.Contrariamente a quanto avvenuto nelle passatelegislature in cui dovevano trascorrere molti mesiprima che gli schieramenti accantonassero i toni e itemi della campagna elettorale per calarsi nel ruolodi legislatori, l’elezione diretta del presidente e illargo margine con cui Soru ha vinto la contesaelettorale, hanno permesso di archiviare lecontrapposizioni e di calarsi subito nei rispettiviruoli di maggioranza e di minoranza per affrontare iproblemi concreti.E’ stato il leader del Centrodestra, Mauro Pili,intervenendo per ultimo nel dibattito a dire a chiarelettere che “il risultato elettorale è statoinequivocabile” e dare “un doveroso riconoscimentoa Soru di una vittoria netta”. “Gli auguri di buonlavoro sono d’obbligo ha detto Pili - ed io li formulocancellando qualsiasi risentimento, livore o rabbia.Abbiamo perso perché non siamo stati sempreall’altezza ed abbiamo pagato l’eredità diun’autonomia spesso e volentieri trascorsaall’insegna dell’instabilità politica; abbiamo ildovere di contribuire al governo dell’isola, comesentinelle dell’autonomia, ma senza preconcetti”. E i temi sul tavolo sono tanti e tutti di enormerilevanza. Dalle riforme istituzionali (per difenderelo Statuto e la specificità della Regione ed evitareche venga spazzata via l’ Autonomia), al rapportocon lo Stato (per una modifica della legge perl’elezione del Parlamento europeo che garantisca lapresenza a Strasburgo di rappresentanti dellaSardegna, ma anche per riaprire il confronto sulladistribuzione delle risorse economiche), dallemisure per il lavoro a quelle per la tuteladell’ambiente, dalle misure per il rilancioeconomico che punti su agricoltura artigianato eturismo ma soprattutto su ricerca e innovazione.Insomma le questioni sono tante e tutte di enormerilevanza sociale.E pur se molto critici per la vaghezza dei programmimolti rappresentanti della opposizione hannoapprezzato il tono e il respiro delle dichiarazionidi Soru.Il presidente del gruppo di Forza Italia, Giorgio LaSpisa, ha ribadito che il confronto sarà duro masempre rispettoso della dignità, della persona. Lenovità, gli obiettivi, le parole, le immagini, chehanno caratterizzato l’intervento del Presidente,come le dichiarazioni e le affermazioni fatte nelcorso di questa lunga campagna elettorale, “riapronoalla speranza”. Silvestro Ladu (Fortza Paris) ha giudicato“largamente condivisibili” i temi del lavoro,

ambiente, difesa del territorio, della valorizzazionedell’identità., ma ha rilevato che il programma è“assolutamente carente per ciò che riguarda leproposte, le indicazioni necessarie per risolverequesti problemi”.Pier Paolo Vargiu (I Riformatori), ha manifestatoapprezzamento per lo spirito e le citazioni (“chesono sostanza”) sul pensiero cattolico delpresidente. Un’etica quasi calvinista, che trasparedall’ansia del cambiamento, nonostante prevedibilidifficoltà. Ha lamentato che il programma propostoè “elettorale e non di governo”, perché non indicaobiettivi, scadenze, metodi per realizzarlo;mancano gli ingredienti principali per valutarlo edare un giudizio concreto.Anche per Mario Diana (AN) molte delle coseproposte sono condivisibili anche se altre non sonoconvincenti. “Lei ha un modo nuovo di proporsi –ha detto - ed è difficile non essere d’accordo con lesue idee, le sue proposte; il confronto in quest’aula,quindi, avverrà su come lei realizzerà i suoiprogrammi”. Non ci saranno, comunque,opposizioni preconcette, ma i temi e gli argomentiverranno affrontati con il necessario realismo.Il leader dell’UDC, Giorgio Oppi, esaminando leaffermazioni “più propriamente politiche” delPresidente, ha detto di riconoscersi in pieno neivalori della pace, del diritto al lavoro, nelsolidarismo cattolico, nelle parole di GiovanniPaolo II e di Papa Montini, che hanno caratterizzatola parte “carica di valori” delle comunicazioni diRenato Soru. Così come comunanza d’intenti vi èquando si afferma che Giunta, Consiglio,Amministrazione regionale sono diversi aspetti diuna unica realtà, che devono lavorare e collaborareintensamente. La “differenza” di visione deiproblemi invece Oppi l’ha sottolineata su alcuniaspetti delle note programmatiche perché“contengono alcuni errori, che non possiamoaccettare”.Al termine del confronto il presidente Soru eravisibilmente soddisfatto. Per lui il primo dibattitodavanti al Consiglio regionale, una sorta di“battesimo del fuoco” si era concluso positivamente.E ha ringraziato tutti per aver dato luogo a un“dibattito di tono elevato; nel corso del quale sonostati forniti spunti di grande interesse; che hapermesso un franco e sereno confronto tra tutte leforze politiche presenti in Consiglio”. Soru haribadito che non intende fare il “Governatore”, chenon vuole governare da solo, che la collegialità vuoleessere la regola a cui intende ispirarsi, che Giunta,Consiglio ed Amministrazione saranno chiamate adecisioni di grande importanza, ad attuare iniziativeessenziali per lo sviluppo della Sardegna”.La maggioranza esiste – ha dichiarato - ma nonvuole governare con la forza dei propri numeri. Cisaranno, quindi, confronti seri, serrati, forse anchelunghi e defatiganti “perché queste sono le regoledemocratiche” ed al termine di questo confronto,“la fatica della democrazia”, decideremo insieme,stabiliremo il percorso che seguiremo.Il ruolo del Consiglio – ha concluso - sarà esaltato,perché tutti saranno chiamati a dare il propriocontributo alla realizzazione del grande progetto direndere la Sardegna più moderna ed evoluta.

PoliticaAgosto 2004 • 5

Avviata la XIII Legislaturainsediato il Consiglio

regionale della Sardegna

Impegno di Giacomo Spissuper ricreare il rapporto

tra istituzioni e cittadini

Una seduta senza sussulti,quella di insediamentodel Consiglio regionale

della tredicesima Legislatura.Eppure dubbi e timori erano statiavanzati da più parti, dato chefino a poche ore prima dell’iniziomancava un chiaro accordo sulnome del Presidente dell’Assem-blea. Un intervento risolutivo delneo “governatore” Soru, con pre-cisi impegni per tutelare la digni-tà politica delle diverse compo-nenti della maggioranza, ha con-sentito di sbrogliare la matassa edi giungere all’elezione del dies-sino Giacomo Spissu. Un esitoche ha dato dimostrazione digrande compattezza del centrosi-nistra: 47 voti al consigliere desi-gnato dal Gruppo, 3 al suo com-pagno di partito Renato Cugini(più un “segnale” all’interno deiDs, che un dissenso verso Spis-su), cinque astensioni (due del-l’Uds e due del PSd’Az, oltre aquella dello stesso Spissu), tren-ta schede bianche dei consiglieridell’opposizione.

Giacomo Spissu, originario diGiave, è da considerarsi un sas-sarese a pieno titolo. Nato nel1950, ha svolto una intensa atti-vità politica come consiglierecomunale, assessore ed infineSindaco del capoluogo. Esponen-te di spicco, per lunghi anni, del-la Cgil, è stato eletto al Consiglioregionale nella scorsa legislatu-ra, nella quale è stato prima Vice-presidente dell’Assemblea e poicapogruppo dei Democratici disinistra. Laureato in pedagogia,opera con una propria società nelsettore della consulenza alle im-prese. Grande appassionato di

Il nuovo Presidente del Consiglio nel discorso di insediamento ha evidenziatola necessità di rispondere alle esigenze di rinnovamento e ha citato gli esempidi personaggi della cultura isolana del presente e del passato da Emilio Lussu

e Antonio Gramsci a Anselmo Contu, Mario Melis, Nereide Rudas

di Gherardo Gherardini

sport, è presidente della societàDinamo 2000, attiva nel campodell’avviamento dei giovani allapratica sportiva, soprattutto allapallacanestro.

Appena eletto, l’onorevoleSpissu ha convocato i giornalistiper una prima conferenza stampa

“a caldo”, nel corso della qualeha voluto lanciare un chiaro se-gnale: “Sarò un presidente di ga-ranzia – ha detto – per maggio-ranza ed opposizione. Rappre-sento un’istituzione con un pote-re elettorale tanto forte quantoquello del governatore, ma un

eventuale conflitto con lui deter-minerebbe una paralisi dell’atti-vità amministrativa”.

La prima seduta della Legisla-tura, svoltasi alla presenza di unnumerosissimo pubblico, si èaperta con un piccolo “scontroistituzionale” tra il presidenteprovvisorio, Pino Giorico, e Re-nato Soru, in merito alla procedu-ra del giuramento. Prima lo stes-so presidente Soru, chiamato agiurare come gli altri consiglieri,ha affermato “di avere già presta-to giuramento”, richiamando gliadempimenti eseguiti nel giornodel suo insediamento, il 26 giu-gno. Successivamente, dopo lapresentazione della Giunta, è sor-to il problema del giuramentodegli assessori.

Il presidente provvisorio ha rivol-to all’aula un breve, ma significati-vo messaggio, uscendo dall’opacaritualità di un semplice saluto.

“Il Consiglio – ha detto – dovràessere più efficiente ed efficace,

per far fronte alle mutate condi-zioni della politica ed al nuovoruolo delle Regioni. Le sue leggidovranno essere di facile accessoai cittadini, capaci di favorire losviluppo sociale ed economicodell’isola”.

Giorico ha poi passato in rasse-gna gli appuntamenti ai quali, asuo parere, non si potrà mancare:dal rafforzamento della speciali-tà alla valorizzazione delle capa-cità imprenditoriali dei sardi, inuna prospettiva di sviluppo rife-rita al mercato globale; dalla ri-vendicazione nei confronti delloStato delle “giuste deleghe e del-le risorse per attuarle” alla pro-mozione di una equilibrata politi-ca delle autonomie locali.

Ha poi richiamato un altro ap-puntamento che si compirà inquesta legislatura: l’uscita dellaSardegna dall’Obiettivo 1 del-l’Unione europea.

‘‘Dovremo gestire con atten-zione questa fase e trovare con laComunità un’intesa sul ruolodelle Regioni meridionali. Lachiave di volta sarà il riconosci-mento della nostra insularità, chenon è una condizione dello spiri-to o un’invenzione politica, mauna condizione strutturale, im-mutabile ed onerosa”.

Giorico ha poi sottolineato lanecessità di una modifica dellalegge elettorale “per essere rap-presentati in Europa, per far sen-tire la nostra voce e vedere rico-nosciuti i nostri diritti”. “Dobbia-mo liberarci – ha sostenuto conforza – dell’abbraccio fatale conla Sicilia, per l’evidente squili-brio fra la popolazione delle dueisole, che ci penalizza”.

di Michele Mascia

Un discorso sulla “libertàdel bisogno”, un riferi-mento chiaro a quanto ac-

cade al di fuori del “Palazzo ca-gliaritano della politica”, al di làdegli aspetti più strettamente as-sembleari: ruoli istituzionali, ri-forme, Autonomia. Il presidentedel Consiglio regionale, il diessi-no Giacomo Spissu, intervenen-do in Aula nel giorno del suo in-sediamento, ha spaziato a 360gradi, ma ha evidenziato, soprat-tutto, la necessità di ricreare ilrapporto con la cittadinanza, dirispondere alle esigenze di rinno-vamento. E per questo non ha ri-sparmiato le citazioni di perso-naggi della cultura isolana delpresente e del passato come Emi-lio Lussu, Antonio Gramsci, Ne-reide Rudas, Mario Melis, Ansel-mo Contu e altri.

“Bisogna essere consapevolidei problemi della nostra societàche deve essere maggiormentecoinvolta”. Per questo Spissu haparlato della povertà dilagante:“Cresce, aumenta il numero del-le persone e delle famiglie chevengono risucchiate ogni giornosotto la soglia minima di soddi-sfacimento di bisogni essenzialisenza che, contestualmente, cre-sca nelle Istituzioni la consape-volezza del fenomeno e l’esigen-za di fare di questo problema lafrontiera di qualunque battagliaper il cambiamento”. Di sicurooccorre portare avanti “una bat-taglia di civiltà, il punto centraledell’attività del Consiglio e dellaGiunta”. Si parte dalla scuola e ilriferimento è concreto: “Nellatessera degli emigrati sardi inPiemonte c’è una frase di Gram-sci che diceva che ‘dobbiamoistruirci, istruirci, istruirci’.

Penso che dobbiamo ripartireda lì, aumentare istruzione e co-noscenza. Siamo fra le Regioni inItalia con i più bassi livelli di

Un intervento del Presidente della Giunta Soru ha consentito di superare le difficoltàe di giungere all'elezione di Giacomo Spissu a presidente dell'Assemblea regionale

scolarità: è necessario e urgenterimuovere questo ostacolo chetutto frena, che tutto condizio-na”. L’esigenza di rinnovamento

passa attraverso una concezioneegualitaria, un’azione di governodel pubblico che non può favori-re la negazione dei diritti dichiunque o stimolare l’accusa dinon offrire a tutti le stesse oppor-tunità per raggiungere l’obiettivodi una vita migliore.

Le Istituzioni sono sarde inquanto vicine ai cittadini sardi. Ilpresidente del Consiglio ha rile-vato il ruolo fondamentale asse-gnato alle autonomie locali e so-ciali, aggiungendo che spetta al-l’Assemblea legislativa isolanala funzione di coordinamento peruna “Amministrazione pubblicadiffusa, moderna, democratica edefficiente”. Democrazia significapure rispetto dei principi paritaritra uomini e donne.

Le 14 rappresentanti femmini-li in Consiglio, “ancora poche”,sono comunque un record. Maperché non rimanga un fatto im-produttivo, Spissu si è impegna-to a riempire la scatola vuola del-la Consulta delle Elette a vari li-velli, istituita nel 2000 ma maiinsediata, priva del necessario re-golamento che la disciplini. Lamaggiore visione in “rosa” haanche portato l’unica donna del-

la minoranza di centrodestra,Claudia Lombardo di Forza Ita-lia, ad essere eletta vice-presi-dente del Consiglio.

“Compito ambizioso, ma ine-vitabile e non rinviabile” previo“attento esame di coscienza” di-venta, per Spissu, quello di “ri-fondare su basi moderne i princi-pi essenziali della nostra specia-lità e della nostra autonomia”.Quindi, un nuovo Statuto che siail frutto del lavoro delle migliorienergie e competenze della Sar-degna, che rafforzi il ruolo delleistituzioni isolane al suo interno,ma che guardi anche oltre ilmare: “La Regione dovrà ridefi-nire i suoi rapporti con lo Stato,l’Unione Europea, la realtà inter-nazionale” per superare lo stallodi un decentramento formalecontrastato da una “sostanzialeresistenza centralista”, di un’at-tribuzione di funzioni senza ri-sorse, di una perdita di operativi-tà. Non che la stessa Regione siaesente da colpe: “Per troppo tem-po si è omesso di esercitare tanteprerogative e attribuzioni di cuidisponeva”.

La via del cambiamento potràessere percorsa attraverso il dia-

logo, la convivenza civile, la co-struzione condivisa.

Un Consiglio regionale vistocome una sede di sperimentazio-ne politica, una sorta di “offici-na-laboratorio”, all’insegna del-l’equilibrio e dei rapporti corret-ti tra Governo e Assemblea, tramaggioranza e minoranza. Sicu-ramente è da superare la difficol-tà interpretativa di norme che sisono sovrapposte, che hanno raf-forzato i poteri della Giunta, mache hanno creato “lacune e sfasa-ture” sui rapporti tra Esecutivo eConsiglio.

Incertezze che, però, ha os-servato Spissu riferendosi allaformula del giuramento degliassessori, non possono essereviste come un conflitto tra i dueorgani.

Ciò che stride, ha suggerito, vasuperato attraverso il confronto“finchè non ci doteremo dei ne-cessari strumenti regolamentari”,opportuni correttivi e una prassiimprontata all’equilibrio.

Nel senso che il Consiglio re-gionale dovrà trasformarsi, di-ventando più estraneo all’ammi-nistrazione attiva e più forte nel-le sue funzioni di indirizzo gene-rale e strategico, oltrechè nel-l’esercizio del controllo sullaGiunta e sul sistema dei poteriche animano e regolano la socie-tà. Un arricchimento, comunque,e non un freno.

Un percorso che porti al raf-forzamento dell’identità: “Manon alla chiusura e l’isolamentoche ci condannerebbe alla mar-ginalità – ha spiegato il presi-dente adottando una definizionedella Rudas – Non un tentativoquasi ossessivo di ritorno miticoalle origini, in una nostalgia im-mobile, ma un’identità che sca-turisca come parte di un grandeprogetto collettivamente parte-cipato”.

Politica6 • Agosto 2004

Nel progetto di Renato Sorul'identità come risorsa

per lo sviluppo della SardegnaLe dichiarazioni programmatiche del presidente della Regione – Invito alla

collaborazione tra Giunta Consiglio e Amministrazione regionale per vincereinsieme le sfide delle riforme e della difesa dell’Autonomia - Ambiente, lavoro,

turismo, agricoltura al centro del programma

Il dibattito sulle dichiarazioniprogrammatiche del presiden-te della Regione Renato Soru

ha fatto registrare un clima nuo-vo in Consiglio regionale che faben sperare per un positivo avviodella XIII Legislatura.

Al termine del dibattito sulle“dichiarazioni spontanee”, repli-cando ai numerosi consiglieri in-tervenuti, è stato lo stesso Soru aesprimere apprezzamento per il“franco e sereno” confronto tratutte le forze politiche. Un dibat-tito costruttivo – ha detto - al ter-mine del quale le opposizionihanno fatto “una interessante,importante, apertura di credito”nei suoi confronti e della suaGiunta.

Il tema della collaborazione traConsiglio, Giunta e Amministra-zione regionale, tra maggioranzae opposizione per il bene dellaSardegna, era stato al centro delprimo intervento davanti all’As-semblea regionale. “Dal corpoelettorale – ha detto – abbiamoavuto una investitura, una grandeapertura di credito, e questa fidu-cia non deve essere assolutamen-te tradita”. Siamo aperti al con-fronto, specialmente con i menofortunati, con le associazioni cheoperano nel volontariato, nelmondo delle nuove povertà. Conquesti nuovi soggetti, ora che loStato abbandona molti suoi com-piti, dobbiamo necessariamentecollaborare. Perché tutti dobbia-mo lavorare col precipuo scopodi fare la Sardegna più ricca edunita. Il nostro unico obiettivo èquello di lavorare per il bene del-la Sardegna”.

Le dichiarazioniprogrammaticheIllustrando il suo programma digoverno (“Non dichiarazioniprogrammatiche, ma importanticomunicazioni all’Aula”), Soruha sottolineato come nella lungacampagna elettorale, era emersala necessità di un nuovo rapportocon i cittadini, di un diverso con-cetto “della rappresentatività”della classe politica. Abbiamopotuto osservare nuove forme dipartecipazione. I cittadini, che sistavano allontanando dalla poli-tica, “si sono trovati, ritrovati,confrontati; hanno scoperto valo-ri di riferimento, condivisi e con-divisibili”. La pace è stato il va-lore, forse, “più unificante”. Ildovere di ricercare la pace, dipromuovere e testimoniare lapace – ha sottolineato – è stato ilprimo, grande, tema sul quali cisi è trovati d’accordo”.

L’altro “grande tema” è statoquello dell’ambiente, “il giardinodi Dio”, un bene prezioso chenon si può consumare, ma chedeve essere conservato, tutelato,valorizzato, trasferito ai figli edai nipoti.

Soru si è poi soffermato sulproblema del lavoro, “un dirittoed un’esigenza di tutti”, che nondeve giungere “come un regalo”,non deve essere un “debito” neiconfronti di qualcuno. Le sceltepolitiche, se hanno come obietti-vo l’interesse collettivo, – haproseguito – non possono pre-scindere dalla solidarietà. “La si-tuazione della Sardegna, con isuoi 150 mila “senza lavoro”, im-pone, scelte nette, per dare occu-pazione e possibilità di lavorare atutti, per tutelare i diritti di tutti,per garantire scuola e cultura atutti.

Altro argomento centrale èstato la globalizzazione che avrà– ha detto il presidente della Re-gione – ripercussioni gravissimesull’agricoltura, sull’artigianato,su quel poco che resta del settore

industriale. L’imminente uscitadall’Obiettivo 1, inoltre, costrin-gerà la Sardegna a “bastare a sestessa, a consumare ciò che sapràprodurre”. L’allargamento dellaUe, una comunità di 400 milionidi cittadini, porterà ad una nuovarealtà. Una situazione nuova cheporterà all’integrazione dei mer-cati, ma anche ad un processo diomologazione delle culture, cherischia di portare “alla sparizionedelle caratteristiche culturali, tra-dizionali della società sarda”.

Un rischio che si deve evitare,puntando sulla conoscenza, sul-l’innovazione tecnologica, sullaricerca. La Sardegna è un’isola,

ma non lo è per l’innovazionetecnologica, in grado di favorireil superamento anche degli osta-coli e delle differenze naturali.

“La nostra risorsa – ha affer-mato Soru – è l’identità, che dob-biamo contrapporre alla globaliz-zazione”. L’identità culturale, ladifesa dei nostri valori, delle no-stre tradizioni, identità che vo-gliamo conservare e costruire, fa-vorendo la propensione al dialo-go ed al confronto. L’identità –ha aggiunto – non è solo un valo-re culturale, ma anche un grandevalore economico”.

Occorre un grande progetto perrilanciare l’agricoltura di qualità,potenziando il settore della tra-sformazione, perché la “qualitàsarda è fatta anche di cultura,arte, ambiente, di mille sapori, dimille diversità tipiche ed insosti-tuibili”.

Un progetto di cui sono parteintegrante l’ambiente ed il turi-smo (che “non può essere quellodella sola fascia costiera”, quellodi massa). Puntare sull’ambiente,sul turismo, è possibile, ma “ilsistema” deve portare al coinvol-gimento dell’agricoltura, dell’ar-tigianato, della industria, dei ser-vizi, perché il turismo, per esse-re trainante, non deve essere piùstagionale e limitato al sole ed almare, ma investire tutto il territo-rio isolano, valorizzandone tuttele sue nascoste e misteriose ric-chezze.

I problemi possono essere af-frontati e risolti quando si hannole opportune “conoscenze”,quando si ha un livello culturale

adeguato.Le sfide più significative,

quindi, sono quelle che riguarda-no il lavoro, l’ambiente, lo svi-luppo, la conoscenza e “l’inter-nazionalizzazione” della societàsarda.

Una sfida entusiasmante, quel-la contenuta nel programma del-l’esecutivo regionale, che perònon può essere vinta – ha sottoli-neato Soru – se non si “raggiun-ge una grande alleanza tra laGiunta, il Consiglio, l’Ammini-strazione regionale. Perché ilPresidente, da solo, non può farenulla”. Una alleanza che deveportare, pur nella netta divisionedei ruoli, a traguardi ambiziosi. IlConsiglio deve fare leggi, buone,di riforma, più numerose di quel-le del passato. La Giunta devegovernare, deve profondamenteriformare la pubblica ammini-strazione deve riordinare la strut-tura amministrativa rinnovandoenti e strutture.

Soru ha anche parlato di rifor-me istituzionali. Per evitare la“normalizzazione” che investe leregioni – ha detto - dobbiamo ri-vendicare un nuovo Statuto, unanuova autonomia, nuove risorsee competenze e su questa stradagarantendo nuova specialità e lariaffermazione del principio disussidiarietà.

Dobbiamo dare risposte con-crete al popolo sardo – ha ag-giunto – questo deve essere ilnostro unico, ed irrinunciabile,impegno”.

Soru ha concluso citando unamassima a cui intende ispirarsi“Quando sarò nessuno, sarò po-tente”. Sarò nessuno – ha aggiun-to – per dimostrare il valore delmio agire e cercherò di persegui-re solo e soltanto gli interessi deisardi. Partiremo dagli ultimi, dal-le esigenze di coloro che nonhanno e cercheremo quella legit-timazione che non è solo quellache ci viene dalle urne, ma quel-la che ci deriva dalla consapevo-lezza di aver fatto, giorno pergiorno, il nostro dovere. Questo èun impegno che cercherò di ono-rare, con grande coerenza. Bonutraballu a tottus; forza paris”.

La replicaNella replica Soru si è sofferma-to sul rapporto tra Consiglio,Giunta e struttura regionale perribadire che si dovrà operare conil coinvolgimento di tutti nell’in-teresse della Sardegna.

“Non sono io ad aver vinto –haribadito Renato Soru – i cittadinihanno scelto un programma, lacoalizione, il presidente che quelprogramma realizzeranno”. Lamaggioranza esiste, ma non vuo-le governare con la forza dei pro-pri numeri.

Ci saranno, quindi, confrontiseri, serrati, forse anche lunghi edefatiganti “perché queste sonole regole democratiche” ed al ter-mine di questo confronto, “la fa-

tica della democrazia”, decidere-mo insieme, stabiliremo il per-corso che seguiremo. Traccere-mo insieme il cammino che do-vremo fare per affermare i “valo-ri condivisi”, quelli che ci uni-scono, per affrontare quelle chesi stanno rivelando le vere emer-genze, sulle quali sarà chiamato adecidere questo Consiglio regio-nale, un’Assemblea composta daconsiglieri qualificati, da grandiintelligenze, da uomini di note-vole cultura, “un ottimo Consi-glio regionale” che saprà decide-re nel modo migliore.

Le emergenze, ha ricordatoRenato Soru, sono quelle delladifesa dell’Autonomia. Con unsemplice emendamento la Came-ra dei Deputati vuole “normaliz-zare” le regioni, cancellando spe-cificità e patrimoni ideali. “Dob-biamo reagire, scongiurare que-sto pericolo”.

Dobbiamo riavviare un serratoconfronto Stato-Regione, per tro-vare quelle risorse che molte al-tre Regioni hanno trovato, perimporre quel federalismo chiaroe trasparente che deve garantire,anche alla Sardegna, possibilitàdi crescita.

Ma dobbiamo anche fare inmodo che la Sardegna sia rappre-sentata in seno al Parlamento eu-ropeo, dove deve essere garanti-ta la presenza della nostra Regio-ne.

La Regione, quindi, sarà chia-mata a scelte non banali, a deci-sioni alle quali dovranno contri-buire tutti, scelte legate alle pos-sibilità di sviluppo, alla difesa evalorizzazione dell’ambiente.Questioni, ha ripetuto RenatoSoru, che non possono essere de-cise a “colpi di maggioranza” oper volontà del Presidente.

Sono stato eletto per fare gli in-teressi generali della società sar-da – ha detto – particolarismi esenso di rivalsa non fanno partedel mio patrimonio personale enon possono fare parte del patri-monio del Presidente della Sar-degna. Il presidente Soru ha con-fermato i suoi propositi, di darela “massima trasparenza” agliatti della Giunta che saranno im-mediatamente trasmessi al Con-siglio e diffusi tra la gente, ren-dendoli pubblici grazie alle piùmoderne tecnologie.

Concludendo la sua replica, ilpresidente della Regione ha vo-luto sgombrare il campo da unapreoccupazione: quella di deci-dere da solo, vanificando il prin-cipio della collegialità dell’ese-cutivo. Niente di più sbagliato, –ha assicurato – perché nessunopuò fare niente da solo, tantomeno il presidente della Regione.

“Ogni grande opera nasce daun sogno condiviso – ha detto –un sogno che porta ad un grandeprogetto, al quale partecipanosempre numerose persone. Deveessere, quindi, fortissimo il sensodella collegialità, perché altri-menti non si potranno realizzarei grandi progetti”.

In questa situazione, – ha con-cluso – il ruolo del Consiglio saràesaltato, perché tutti sarannochiamati a dare il proprio contri-buto alla realizzazione del gran-de progetto di rendere la Sarde-gna più moderna ed evoluta. Lacollegialità sarà, dunque, una ca-ratteristica della Giunta, del Con-siglio, della Amministrazionepubblica.

“Dopo aver partecipato a que-sto dibattito, lungo ed interessan-te – ha concluso – sono molto ot-timista. Questa XIII Legislaturasarà una buona legislatura, que-sto sarà un buon Consiglio, fare-mo tutti un buon lavoro”.

PoliticaAgosto 2004 • 7

Dibattito dai toni pacaticon consensi e critiche

sul programma della GiuntaIn tre giorni di sedute ci sono stati 57 interventi - Le comunicazioni del presidente dellaRegione, Renato Soru, hanno dato spunto per valutazioni generali e settoriali, per appro-

fondimenti e anche per qualche polemica - Il leader della minoranza Mauro Piliannuncia: “saremo sentinelle dell'Autonomia ma senza preconcetti”

Sono stati 57 gli interventi intre giorni di sedute. Le co-municazioni del presidente

della Regione, Renato Soru, han-no provocato consensi e critiche,hanno dato lo spunto per valuta-zioni generali e settoriali, per ap-profondimenti e anche per qual-che polemica. Prima fase di di-battito all’insegna dell’assesta-mento per alcune frasi “sopra lerighe” e per un po’ di evidenteemozione tra gli esordienti. Con-clusione all’insegna della ragio-nevolezza e dei toni pacati. Lamaggioranza di centrosinistra hacommentato positivamente ilprogramma di governo offrendosuggerimenti e sostegno per an-dare avanti nel segno del cambia-mento. L’opposizione di centro-destra ha punzecchiato e conte-stato, rivendicando il ruolo istitu-zionale di controllore ma respin-gendo le accuse di aver malgo-vernato l’isola negli ultimi cin-que anni.

Il leader della minoranza,Mauro Pili (FI), ha ritenuto “do-veroso” riconoscere la vittoria diSoru, annunciando di voler con-tribuire alle future scelte “comesentinelle dell’Autonomia, masenza preconcetti”. Sul program-ma, “nessun percorso preciso, si-lenzio sui tempi e sulle risorse” ela replica per le accuse generichee infondate, come quella suigruppi di potere (“lobbies con-servatrici”) che avrebbero frena-to le prospettive di sviluppo. Unsuggerimento Pili l’ha dato: farepressioni sulla Commissione Eu-ropea, negli ultimi mesi del man-dato del presidente Romano Pro-di, per ottenere risposte a comin-ciare dal riconoscimento dell’in-sularità.

Per Stefano Pinna (ProgettoSardegna), bisogna appellarsi al-l’intelligenza per creare un siste-ma di sviluppo basato sulla pro-grammazione, senza navigare avista, pensando ai risultati e sen-za farsi governare dalle leggi dimercato che da sole non possanorealizzare una società giusta. Po-sizione di attesa, quella di Pier-paolo Vargiu (Rifomratori), ben-chè il programma di Soru non in-dichi obiettivi, scadenze e i me-todi per ottenere i risultati. Var-giu ha ricordato tutti i progetti diriforma rimasti bloccati, soprat-tutto quello dell’Assemblea Co-stituente per riscrivere lo Statuto.

Giorgio La Spisa (FI) ha illu-strato i progetti innovativi già av-viati chiedendo a Soru di comple-tarli, come il metanodotto dal-l’Algeria e la valorizzazione delcarbone Sulcis, e di confrontarsicon l’opposizione che garantiràcorrettezza, ma senza fare sconti.Un no alle affermazioni generi-che è stato espresso da NicolaRassu (FI), sollecitando iniziati-ve strategiche per occupazione,piccole e medie imprese, agricol-

tura. A favore di un confrontoampio e aperto Giovanni BattistaOrrù (DS), ancor di più quando siparlerà di nuove regole.

Per Silvio Lai (DS), è una sfidada stagione costituente: la Sarde-gna deve risanare le casse, maanche rimettere in moto il siste-ma produttivo, ricreare la fiducianei cittadini, garantire il rispettodei diritti.

Non è più possibile, ha spiega-to Nazareno Pacifico (DS), delu-dere i più deboli, i 150mila pove-ri e i 30mila laureati in cerca dilavoro. Gli ultimi rappresentanola sfida più difficile, ha dettoVincenzo Floris (DS), accoglien-do i richiami della Chiesa e la ri-chiesta di iniziative concreteavanzata dai sindacati per limita-re le tensioni e il malessere socia-le. Onorio Petrini (FI) ha ricorda-to che tra gli ultimi ci sono i disa-bili, alle prese con problemispesso paradossali, aggravati sesi parla di persone anziane. Me-glio pensare subito al futuro, hadetto Franco Sergio Pisano (Ri-formatori) chiedendo a Soru dinon usare l’arma della vendettaperché non tutto nella passata le-gislatura è stato fatto male. Il pri-mato della politica che progetta,media e decide dopo aver esami-nato la realtà, compreso le esi-genze e approfondito le richiesteè stato rivendicato da MatteoSanna (AN): i partiti non posso-no essere messi da parte, vittimedi “invasioni di campo”. Un invi-to ad ascoltare la società, in spe-cial modo i piccoli comuni, è sta-to lanciato da Angela Corrias(DS): ci sono grandi tradizioni davalorizzare e “spetta a noi amal-gamarle in un unico grande pro-getto”.

Da non dimenticare il patrimo-nio culturale e l’identità, ha det-to Peppino Pirisi (DS) aprendo ilsuo intervento in sardo. È uncammino di sviluppo molto one-roso, ha spiegato Francesca Bar-racciu (Ds) riferendosi alle zoneinterne, condannate se non si in-vertirà la crescita del disagio so-

ciale bloccando il taglio drasticodei servizi.

Nel dibattito si è parlato deirapporti tra Giunta e Consiglio.Gerolamo Licandro (FI) ha dife-so il ruolo dell’Assemblea: “Evi-teremo che venga ridotta a unsemplice organo di periferia”.Siro Marrocu (DS), ammettendoche sarà una legislatura difficile,ha chiesto collegialità come ga-ranzia di successo. Paolo Manin-chedda (Progetto Sardegna) haricordato che il compito del Par-lamento sardo deve essere quellodi rappresentare gli interessi del-l’isola con leggi semplici e senzasegreti. Secondo Francesco San-na (Margherita), non ci sarannocontrapposizioni: esecutivo fortee legislativo forte collaborerannonel rispetto dei ruoli specifici.Tutto avverrà nella massima tra-sparenza, ha aggiunto Mario Bru-no (Progetto Sardegna), perché laGiunta governerà e il Consigliosvolgerà la sua alta funzione legi-slativa, di indirizzo e di control-lo. Il rapporto dovrà essere stret-to, ha detto Oscar Cherchi (Uds),perché le leggi si fanno in Aulaed è giusto che la Giunta investail Consiglio di questa responsabi-lità. L’assemblea, ha aggiuntoPasquale Onida (Fortza Paris),non deve “marcare” il Governo,ma fare buone leggi.

Antonio Biancu (Margherita)ha accennato alla valorizzazionedell’identità, strumento per scri-vere un nuovo Statuto di Autono-mia, moderno e capace di far“riaffermare la nostra specialitànon solo nei confronti dello Sta-to, ma anche dell’Unione Euro-pea”. L’obiettivo di rafforzare leRegioni, finora sconfitte dal cen-tralismo statale, è stato indicatoda Antonello Licheri (PRC), purammettendo che le stesse pocofanno per utilizzare i beneficidelle nuove competenze. Peppi-no Balia (SDI-SU) ha difeso ilruolo del Consiglio nel momentoin cui a Roma si rischia che auto-nomia e poteri speciali venganospazzati via.

La difesa del sentimento nazio-nalitario è stata fatta da MarioFloris (UDS), respingendo un fe-deralismo del nord che penalizzale reali autonomie. Le riformedovranno essere affrontate tuttiinsieme, ha spiegato Renato Cu-gini (DS): è un tema che va oltregli schieramenti, aperto al contri-buto di tutti.

Lo Statuto mostra dei limiti, hadetto Giuseppe Atzeri (PSD’AZ)chiedendo riforme non fatte “acolpi di maggioranza”, ma coin-volgendo le parti vive della so-cietà.

Una Carta costituzionale al-l’altezza dei tempi, per AttilioDedoni (Riformatori), va fatta alpiù presto. Secondo Paolo Pisu(PRC), la Sardegna deve contrat-tare con Roma respingendo la

“sciagurata ipotesi governativa”del federalismo. Stesso concettoper Silvio Cherchi (DS), contra-rio alla penalizzante cancellazio-ne delle specialità. L’Autonomiava rivista dalle fondamenta evi-tando la confusione, ha detto Be-niamino Scarpa (PSD’AZ).L’idea di una Sardegna Stato nel-l’Unione Europea, è stata illu-strata da Mondino Ibba (SDI-SU).

Sullo sviluppo, Mario Diana(AN) ha chiesto a Soru interven-ti per contrastare lo spopolamen-to: “La fuga dai piccoli centri èun fenomeno inarrestabile”. Ma-ria Grazia Caligaris (SDI-SU) hasollecitato un lavoro vero per tut-ti, perché non è pensabile che ilprecariato sia uno status tollera-to, e una scuola pubblica effi-ciente, non danneggiata da tagliindiscriminati. Per Sergio Marra-cini (AP-UDEUR) è fondamen-tale la formazione dei giovaniperché abbiano un futuro da pro-tagonisti. Ciriaco Davoli (PRC)ha lamentato il rischio chel’istruzione e la cultura diventinoun valore secondario: “Vale lapena ragionare sul fenomeno del-la dispersione scolastica”. Lucia-no Uras (PRC) ha chiesto indagi-ni accurate per capire la vera re-altà occupazionale dell’isola eagire per garantire il diritto al la-voro. Antonio Calledda (DS) hadetto che la straordinaria crisieconomica necessita di propostee di risposte. Tore Serra (PDCI)ha aggiunto che il 17% dei sardiè senza lavoro e che nessun Pae-se può crescere se manca un si-gnificativo tessuto industriale.

Le polemiche non sono manca-te quando si è parlato di Sanità.Giorgio Oppi (UDC), ex assesso-re, ha respinto le accuse di catti-va gestione, definendole infon-date, ingenerose e gratuite. Conuna dichiarazione giurata haescluso di aver avuto nel settoreinteressi personali o familiari.Oppi ha pure contrattaccato criti-cando l’assessore Nerina Dirin-din per aver imposto il silenzio aisuoi dipendenti con una lettera“quasi da antico regime”. Sullastessa linea Roberto Capelli(UDC), anche lui ex assessore:“Le prime scelte della nuovaGiunta sono discutibili, possonoessere il preludio alla chiusura dicentri sanitari.

La Sanità non deve essere ge-stita come un’azienda”. Conte-stata anche la decisione di nonistituire a Sassari il secondo polodel Centro Trapianti di fegato.

Se si deve riformare, ha spiega-to Gerolamo Licandro (FI), biso-gna puntare su una sanità omoge-nea e di livello, in grado di garan-tire a tutti i malati le stesse possi-bilità di guarigione.

Sergio Milia (FI) ha chiesto aSoru spiegazioni sull’annunciatalotta agli sprechi, perché non si

concilia con una convenzione sti-pulata dal Brotzu di Cagliari chemette a disposizione mezzi aereiprivati per le equipe mediche inarrivo da Torino, stranezze tolle-rare da un assessore (Dirindin)“guarda caso torinese”.

La nomina di una piemontese èstata criticata da Mariano Contu(FI) e da Antonello Liori (AN),mentre Antonello Addis (Mar-gherita) ha ricordato che i picco-li ospedali vanno difesi e defini-tivamente accettati senza la ri-corrente spada di Damocle di unaloro minacciata chiusura. Carme-lo Cachia (AP-UDEUR) ha ricor-dato il caso di Olbia, “paradisodei miliardari ma con struttureinsufficienti e obsolete”.

Il sostegno all’agricoltura èstato sollecitato da Luigi Cucca(Margherita) denunciando la ca-renza di manodopera extracomu-nitaria negli allevamenti per lequote restrittive della legge sul-l’immigrazione.

Per Alberto Sanna (DS) il voleressere competitivi in Europa im-pone la lotta all’indebitamentodelle aziende, stimato in 800 mi-lioni di euro, e l’adozione di ta-riffe accettabili per il trasportoche oggi impone un 20-25% dicosti aggiuntivi.

Peppuccio Fadda (PRC) ha ag-giunto che occorre rendere vivi-bili le campagne, senza trascura-re più la questione del riordinofondiario.

Di turismo, unito alla difesadell’ambiente, ha parlato ChiccoPorcu (Progetto Sardegna): “Nonpossiamo continuare a inseguireil mattone”. Gavino Cassano (Ri-formatori) ha chiesto “chiarez-za”.

Sull’integrazione tra mare emontagna si è soffermato Silve-stro Ladu (Fortza Paris), diffi-dando di un “fondamentalismo”ambientalista quando non va in-contro alle esigenze dei comuni.Polemico Ignazio Artizzu (AN)sulle presunte contraddizioni diSoru: proporrebbe il vincolo del-l’inedificabilità nei due chilome-tri dalla costa, ma nella sua villaa 30 metri dal mare sarebberostati abbattuti alberi di grandi di-mensioni. La bocciatura dei par-chi eolici non è piaciuta a NelloCappai (UDC) perché sono staterespinte le richieste di autorizza-zione presentate da 280 sindaci.

Infine, le accuse a Soru sul suopresunto conflitto d’interessi.Per Carlo Sanjust (FI) “è diffici-le credergli”, ad esempio intema di informatizzazione dellaRegione, fino a quando non ri-nuncerà alla cariche societariein Tiscali. Duro anche NanniMoro (AN): nell’e-governmentaccentra sulla sua persona unamateria che riguarda la suaazienda. Una situazione, ha con-cluso, che deve mettere in guar-dia l’opposizione.

di Michele Mascia

Primo Piano8 • Agosto 2004

Nubi di crisisull'industriadelle vacanzedi Andrea Frailis

TURISMO

ECONOMIA

Previsioni poco favorevoli per l'estate - Le difficoltàdei mercati internazionali si fanno sentire anche inSardegna - Positivo l'andamento nei primi cinque mesidell'anno ma a luglio le prenotazioni negli alberghi sono calate del 10% rispetto all'anno scorso e per agosto la situazione non sembramigliorare - In servizio sulla rotta Olbia-Civitavecchia la nuova nave trasghetto della Tirrenia “Nuraghes” lunga 214 metri - Può trasportare2.700 passeggeri e più di mille auto, navigando a una velocità di 30 nodi. È stata realizzata, in soli 15 mesi, e va ad aggiungersi a Bithia,Janas e Athara

Tassi bancari troppo elevatiper le imprese artigiane

Crescono in Sardegna gliaffidamenti bancari perle imprese artigiane, ma

i tassi di interesse sul creditosono ancora troppo alti rispet-to a quelli praticati nella Peni-sola. Emergono luci e ombredall’analisi di Artigiancreditosardo, il consorzio promossoda Confartigianato e CNA cheassocia sette consorzi fidi del-l’isola. In soli cinque anni, ilvolume degli affidamenti èquasi raddoppiato, passandodai 106 milioni di euro del1999 ai 201 milioni di euro del2003. Nell’ultimo quinquen-nio, si è normalizzata anche ladistribuzione tra le due linee dicredito del breve e medio elungo periodo con un 52% diaziende che ricorrono al finan-ziamento a breve contro il48% che sceglie, invece, unaffidamento di più lungo ter-mine.

L’indagine, condotta sulle3.800 imprese che aderisconoai confidi artigiani per un am-montare complessivo di affi-damenti garantiti per oltre 200milioni di euro, confermano ilBanco di Sardegna quale prin-cipale istituto di credito di rife-rimento. Le preferenze per ilBanco di Sardegna sono pari acirca il 50% degli associati, se-guito da Banca di Sassari 18%e Artigiancassa 11,4%.

Le difficoltà nell’accesso alcredito sono aggravate, so-prattutto, dagli alti tassi di in-teresse che collocano la Sarde-gna ben al di sopra della medianazionale (8,09% contro il5,7% nel breve termine e6,82% contro il 5% nel medioe lungo periodo).

Nonostante l’incrementoregistrano in questi ultimiquattro anni nel numero diimprese associate, il grado di

coinvolgimento delle aziendesarde nei consorzi fidi è fer-mo al 9%. Una penetrazioneancora troppo scarsa rispettoal 46% rilevato nel restod’Italia, con punte del 90% inBasilicata, 80% in Abruzzo,70% Veneto.

“Non è vero che le aziendeartigiane sono sottocapitaliz-zate – ha spiegato il presiden-te di Artigiancredito Giampie-ro Lecis – perché il nostro ca-pitale è dato proprio dalla ca-pacità di lavorare e fare impre-sa”. Al nuovo governo dellaRegione – ha sottolineato ilvice presidente Mario Cavada– chiediamo maggiore sensibi-lità nell’incentivare, anchecon sostegni finanziari, il set-tore fidi, esercitando pressionipolitiche sulle banche per age-volare l’accesso al credito del-le piccole e medie imprese ar-tigiane.

Non si preannuncia un’estatefelice per l’industria turisticain Sardegna.

Se gli arrivi e le presenze nellestrutture ricettive, nel periodo che vada gennaio ad Aprile di quest’annohanno, in qualche modo, fatto regi-strare incrementi, sono le prospetti-ve per i mesi “caldi” a lasciare pocotranquilli. Le prenotazioni negli al-berghi per luglio, infatti, sono calatedel 10% rispetto all‘anno scorso enelle previsioni per Agosto la situa-zione non sembra migliorare.

Le verifiche fatte dalla Federal-berghi “niente di scientifico” ha pre-cisato il presidente regionale GigiCrisponi, hanno evidenziato un cli-ma di generale scontentezza; tuttociò anche se la Sardegna dall’indagi-ne nazionale di Unioncamere sulleprenotazioni per i mesi estivi, risul-ta al secondo posto fra le regioni ita-liane, con il 62,6%, preceduta, ma dipoco, solo dalla Sicilia.

Secondo Gigi Crisponi si tratta didati troppo ottimistici, che non ter-rebbero conto della realtà effettiva; ilPresidente della Federalberghi sar-da, infatti, rileva una tendenza nega-tiva, indistintamente, in tutta l’Isola.

E le ragioni sono molteplici, etutte imputabili soprattutto a fattorieconomici, in primo piano, ovvia-mente, la crisi che ha investito nel-l’ultimo anno l‘Italia e non solo,perché il ciclo negativo ha condi-zionato anche austriaci e tedeschiche, in tempi ormai lontani, affolla-vano le spiagge sarde, per una va-canza che si estendeva anche al di làdei mesi di Luglio e Agosto.

La crisi dei mercati internazio-nali si fa sentire dunque, anche inSardegna.

E quanto il turismo sia un giocodi delicati equilibri lo dice anche loscarso afflusso di turisti dall’Inghil-terra, “dove il costo della guerra faora sentire tutto il suo peso” – hadetto Gigi Crisponi.

Ma il calo delle prenotazioni nonè solo questione di economia: “ne-gli ultimi tempi s’è fatto terrorismometeorologico – ha denunciato ilPresidente della Federalberghi:chissà quanti hanno preferito resta-re a casa propria per paura di appro-dare in una Sardegna bollente e in-vivibile. Le previsioni sull’estatecaldissima non hanno certo fattouna buona pubblicità”.

Certo le pessimistiche previsionipotrebbero essere smentite dai datidel “last minute” e dai ribassi dei“pacchetti albergo” ormai diffusicome veri saldi estivi, ma è certoche i ripetuti boom degli anni pas-sati sembrano davvero molto lonta-ni. Come detto l’industria turisticaisolana è andata bene nei primi 5

mesi dell’anno; la conferma vienedai dati diffusi dall’Ente Provincia-le per il Turismo di Cagliari che, inuna nota, segnala un aumento parial 2,50% negli arrivi e del 2,19%nelle presenze per quel che riguar-da tutte le strutture ricettive dellaprovincia, e cioè sia alberghiere cheextralberghiere. Nel dettaglio la sta-tistica rileva la diversità della rispo-sta tra italiani e stranieri; i primi, in-fatti, hanno fatto incrementare arri-vi (3,51%) e presenze (4,59%),mentre gli stranieri sono calati sianegli arrivi (-2,34%) che nelle pre-senze (-6.02%).

Ma anche l’EPT cagliaritano nonpuò negare che, per i mesi maggior-mente “interessanti” sotto il profiloturistico, le prospettive non sono in-coraggianti; nell’indagine previsio-nale realizzata dall’ente, infatti, sot-tolinea un calo delle prenotazionipari al 4,76% per il periodo che vada giugno a settembre. Un dato checontrasta con l’umore degli addettiai lavori; la stessa indagine, infatti,rileva che il 61% degli intervistatiritiene che la stagione estiva saràstabile o positiva, mentre il restante39% prevede un andamento negati-vo. Evidente, quindi, la fiducia ne-

gli arrivi dell’ultimo minuto.Certo mai come quest’anno gli

imprenditori turistici sardi si sonodati da fare per attirare la clientela;oltre ai nuovi voli di Ryan Air, in-fatti, da aprile e per tutta l‘estatefino a Settembre, Cagliari sarà col-legata con voli diretti per Madrid eBarcellona.

I voli sono effettuati due volte lasettimana, la domenica e il giovedì,a tariffe decisamente vantaggiose.

L’iniziativa è dell’AssociazioneRete Sarda, un’organizzazione cre-ata da Paolo Grasso cagliaritanoemigrato per 30 anni in Inghilterradove si è occupato di promozioneturistica spagnola, e che ha raccol-to attorno a sè alcuni imprenditoriisolani.

Presentando, a Cagliari, il nuovocollegamento Paolo Grasso ha det-to che il partner operativo è la com-pagnia “Thundertravel”, mentre ivoli saranno effettuati con aerei Fo-kker 100 da 108 posti, grazie all’ac-cordo con la GAE di Barcellona, iservizi a terra, invece, sono curatidella Sogaer a Elmas e della InterFlight in Spagna.

Le partenze avvengono da Elmasalle 11 per Madrid e alle 17.10 per

Barcellona, le tratte inverse alle14,05 dalla capitale spagnola perCagliari e alle 9 dalla città catalana.

“Non chiamateci compagnialow-cost” ha detto Grasso, ma cer-to le tariffe sono più che attraenti:da un minimo di 210 euro (tasse ae-roportuali escluse) andata e ritornoper Barcellona e 260 per Madrid inbassa stagione, ai 320 e 360 nel ri-chiestissimo agosto.

Ovviamente l’intenzione del-l’Associazione Rete Sarda è anchequella di portare flussi turistici spa-gnoli nel sud dell‘Isola, e a questoproposito sono stati creati appositi“pacchetti” comprensivi di soggior-no in albergo e tour culturali ed eno-gastronomici, così come i turistisardi potranno usufruire di interes-santi proposte per la Penisola Iberi-ca.

Prenotazioni, come per i voli, nel-le agenzie di viaggio.

Negli ultimi anni la Sardegna èdiventata una delle tappe più fre-quentate nel Mediterraneo dallenavi da crociera provenienti daScandinavia, Inghilterra e Germa-nia ma gli Spagnoli di recente han-no fatto registrare un notevole in-cremento, come dimostrano i dati di

previsione del traffico crocieristicodel porto di Cagliari, che per la sta-gione 2004, conta 49 scali, per untotale di di 49.300 passeggeri, lamaggior parte, proprio ispanici.

Nei giorni scorsi una nave da cro-ciera proveniente da Barcellona, haportato a Cagliari 1100 spagnoli.

Ad attendere gli Spagnoli che allaescursione libera hanno preferitoquella guidata, c’erano 12 pullmandi aziende sarde preventivamentecontattate dal tour operator; uniconeo le condizioni del Molo Sabau-do Esterno, dove la grande navespagnola ha approdato, ma prestogli scenari dovrebbero migliorare,come ha confermato Nino Granara,Presidente dell’Autorità Portuale diCagliari.

Infine da rilevare l’entrata in ser-vizio di una nuova nave traghettodella Tirrenia, appena uscita dallostabilimento della Fincantieri diCastellamare di Stabia; si tratta del-la “Nuraghes” che ha una stazza dicirca 40mila tonnellate, è lunga 214metri e può trasportare 2.700 pas-seggeri e più di mille auto, navigan-do a una velocità di 30 nodi.

È stata realizzata, in soli 15 mesi,e va ad aggiungersi a Bithia, Janase Athara che, in soli 3 anni, hannocambiato il volto nella flotta Tirre-nia, oggi con un età media di ap-pena 3 anni e mezzo.

“Nuraghes” è entrata in eser-cizio ai primi di luglio sulla trat-ta Olbia/C.Vecchia. A febbraiodel prossimo anno arriverà la“Sherden, gemella della ”Nura-ghes”, in fase di allestimentonello stesso cantiere campano.L’allestimento del traghetto, ri-sponde agli stessi elevati stan-dard delle navi da crociera : ca-bine eleganti e confortevoli, dueristoranti (di cui uno self-servi-ce), un salone delle feste con pistada ballo, bar, negozi, cinema, saleper lettura, gioco delle carte e vi-deogiochi.

Con il rinnovamento ormai av-viato della sua flotta, Tirrenia ri-sponde alla sfida della concorren-za privata, mettendo in gioco an-che un‘agguerrita politica tariffa-ria che ha (tra le altre iniziative)compresso lo spazio riservato al-l‘alta stagione, riducendo, di fattoil costo per l’utenza. L’ammini-stratore delegato di Tirrenia,Franco Pecorini, parlando con igiornalisti, non ha nascosto il mo-mento di difficoltà che vive l‘in-dustria delle vacanze, parlandodella necessità che gli operatoriisolani comincino a pensare a in-terventi che rendano la Sardegna“meno cara” e quindi più compe-titiva sul mercato mondiale.

Primo PianoAgosto 2004 • 9

Maggior tutela delle costee pianificazione

dello sviluppo urbanisticodi Alessandro Zorco

ECONOMIA

Lo ha confermato il presidente della Regione Renato Soru al convegno annualedell'Istituto nazionale per l'Urbanistica - Le strategie della nuova Giunta in materiaurbanistica illustrate insieme agli assessori della Programmazione e dell'Ambiente -

Ribadita la necessità di rivedere la politica turistica con l'obiettivo di rendere laSardegna un prodotto unico e non omologabile ad altre località - Ecco perché la

fascia protetta di 300 metri va “difesa e eventualmente ampliata”

Osservatorio industriale:troppe imprese sarde

con bilanci in passivo

Nel periodo compreso fra il’94 e il 2001 la metà delleimprese del sistema indu-

striale sardo ha chiuso il propriobilancio in perdita, con l’ecce-zione dell’99, facendo registrarerisultati d’esercizio negativi,passati dai -33 ai -44 milioni dieuro. Tutto ciò ha inciso forte-mente sulla capacità di investirein innovazione e ricerca e ha resole imprese sempre più dipenden-ti dal finanziamento da parte diterzi, facendo incrementare laquota di valore aggiunto destina-to al pagamento dei debiti e, dun-que, sottratto agli utili.

Le passività correnti rappre-sentano il 78% circa di quellecomplessive, denotando un siste-ma sbilanciato verso il ricorso alcredito a breve termine, dunquepiù costoso. È quanto emerso dal-la presentazione, a Cagliari, del-l’“Indagine economica e finanzia-ria sulle imprese e i settori indu-striali della Sardegna”, conden-sata in due volumi e curata dal-l’Osservatorio industriale regio-

nale.Nonostante le evidenti diffi-

coltà del sistema industriale sar-do, l’analisi della dinamica dellaliquidità ha rilevato l’importantecapacità delle imprese di genera-re flussi di cassa positivi pari acirca 130 milioni di euro, dimo-strando, dunque, che seppure ilsistema non genera utili è in gra-do di mettere in circolazione ri-sorse anche se queste vengonoreimmesse solo in parte nel cir-cuito produttivo.

L’indagine strutturale dell’os-servatorio industriale, che ha ri-guardato 13.703 aziende, rivelaun’evidente polverizzazione del-l’offerta regionale. Il 65%delleditte sono individuali, il 19,7% ècostituito da società di persone eil 14,6% da società di capitale ecooperative a responsabilità li-mitata. L’analisi sui bilanci è sta-ta limitata a un paniere di 726 so-cietà di capitale e società coope-rative a responsabilità limitata(per le quali esiste l’obbligo dideposito presso il Registro delle

Imprese), attive dal ’94 al 2001,nel comparto estrattivo e mani-fatturiero, che secondo le stimedell’Istat per il 2001 rappresenta-no il 32,1% del valore aggiuntodell’industria sarda.

Dall’analisi dei dati emerge unsistema Sardegna caratterizzatoda imprese che vedono crescerecostantemente ricavi e valore ag-giunto, mostrano una buona li-quidità che consente la solvibili-tà con i fornitori, ma sono segna-te da una redditività troppo debo-le e da una cronica mancanza disupporto da parte del capitale dirischio. Per ogni euro investito ditasca dall’imprenditore ce nesono mediamente altri 2,7 cheprovengono dalle banche. Questidebiti sono per due terzi a brevetermine rendendo evidente comele esposizioni passive delleaziende siano sbilanciate verso leforme di indebitamento più co-stose. Questo limite è conferma-to anche dallo studio settorialeche conferma valori troppo alti diindebitamento a breve termine.

Maggiore tutela delle co-ste, stop alla realizzazio-ne selvaggia di parchi

eolici e, soprattutto, una pianifi-cazione che disciplini dettaglia-tamente lo sviluppo urbanisticodella Sardegna. Con un palettoinsormontabile: il limite di edifi-cabilità di 300 metri dal mare do-vrà rimanere inalterato o, se pos-sibile, ampliato. Già in campagnaelettorale il neo presidente dellaRegione, Renato Soru aveva in-dicato l’ambiente come una tra leprincipali priorità del suo gover-no. Lo ha confermato nei giorniscorsi quando, intervenendo alconvegno annuale dell’Istitutonazionale per l’Urbanistica (Inu),ha illustrato insieme agli assesso-ri Francesco Pigliaru (Program-mazione) e Tonino Dessì (Am-biente) le strategie della nuovaGiunta in materia urbanistica.

Nel convegno, dal titolo “Nuo-ve forme di sviluppo costiero:obiettivi e regole”, Soru ha sotto-lineato la necessità di rivedere lapolitica turistica con l’obiettivodi rendere la Sardegna un prodot-to turistico unico e non omologa-bile ad altre località. Ecco perché- secondo il presidente – il terri-torio deve essere tutelato e la fa-scia protetta di 300 metri «difesae eventualmente ampliata». An-che se, ovviamente, il discorsodella salvaguardia non riguardasolo le coste, ma anche le zoneinterne. «Dobbiamo valorizzare– ha evidenziato Soru – nuoveforme di sviluppo basate non piùsul consumo del territorio masulla qualità degli interventi».

Il primo passo – come detto –sarà quella pianificazione chenell’Isola manca da alcuni anni,da quando cioè il Tar del Lazioha annullato i Piani paesistici ter-ritoriali. «È indispensabile ap-provare un piano urbanistico re-gionale transitorio in attesa del-l’approvazione dei nuovi piani»,ha spiegato Soru, evidenziandola necessità di coordinare meglioi vari settori della pubblica am-ministrazione. La programma-zione dei trasporti, insomma, nonpuò continuare a ignorare le te-matiche urbanistiche, così come ipiani urbanistici non possono tra-lasciare i problemi connessi aitrasporti e al dissesto idrogeolo-gico.

È necessario dunque un coordi-namento che oggi – secondo ilpresidente della Giunta – è possi-bile. Innanzitutto per un motivopolitico-istituzionale («Per laprima volta la responsabilità digoverno è stata data in modo di-retto, unitario e condiviso»), maanche per fattori tecnici. «Dispo-niamo di una tecnologia – ha det-to Soru – che ci permetterà di co-municare con tutti gli enti».

Anche l’assessore all’Ambien-te Tonino Dessì ha detto di pun-tare su una gestione collegialedei temi ambientali. «Ambiente eurbanistica non possono esseregestiti da un solo assessorato macomportano un approccio multi-

disciplinare che deve coinvolge-re gran parte della Giunta – haspiegato –. L’ambiente deve es-sere considerato un valore chedeve guidare tutto il programmadi governo». Secondo FrancescoPigliaru lo sviluppo dell’Isola

dovrà essere ecosostenibile. «Ènecessario – ha detto l’assessorealla Programmazione – pianifica-re in base a informazioni sul ter-ritorio e a dati scientifici sullacapacità di carico delle risorsenaturali in modo da evitare il ri-

schio di rovinarle con interventiirreversibili».

A questo proposito, uno deipunti salienti della politica am-bientale di Soru è il rifiuto del-l’eolico selvaggio. Contrario allaproduzione industriale di energiaeolica ma favorevole alle fonti dienergia rinnovabile ad uso fami-liare, il governatore ha messo inchiaro che «i campi eolici per laproduzione industriale non sonocompatibili con il paesaggio del-la Sardegna e con il tipo di svi-luppo che immaginiamo per lanostra Isola».

Un drastico cambio di rotta,dunque, rispetto alla Giunta pre-cedente che ha dato all’eolicouno spazio molto ampio. Lo hafatto notare l’ex consigliere re-gionale Emanuele Sanna (Ds),presidente del neonato Comitatosardo del paesaggio, che – in unalettera-appello a Soru – denunciacome negli anni scorsi, in assen-za di un piano energetico, il Con-siglio regionale abbia adottatouna serie di provvedimenti che«hanno aperto la strada a unamassiccia installazione di im-pianti industriali per la produzio-ne di energia eolica in tutta l’Iso-la».

Stando a un documento ufficia-le trasmesso lo scorso febbraiodall’assessorato all’Ambiente alConsiglio regionale, tra luglio2001 e aprile 2003 sono state pre-sentate al servizio regionalecompetente (Sivea) istanze per larealizzazione di 2.814 torri eoli-che per un totale di 3.765 me-gawatt: ben 88 siti in tutta l’Iso-la. In pratica – secondo Sanna –se tutti i progetti andassero inporto la Sardegna si troverebbead avere la più alta concentrazio-ne di torri eoliche al mondo: unaogni 8 chilometri quadrati (perfare un paragone, la Germaniache oggi è il paese più eolizzatodel pianeta ne ha una ogni 23 chi-lometri quadrati). «Il Comitatosardo per il paesaggio non nasceper combattere l’eolico ma è in-condizionatamente a sostegno diun programma serio per lo sfrut-tamento delle energie alternativedel vento, del sole, delle biomas-se e dell’acqua», precisa Sanna,ribadendo però che la Sardegnanon può diventare una “cavia del-l’eolico selvaggio e deturpante”.«Gli atti della Giunta precedentee le autorizzazioni – concludel’appello – devono essere sotto-posti a una rapida verifica: incaso contrario c’è il rischio diuna compromissione irreversibi-le del paesaggio storico naturaledella nostra isola che comporte-rebbe anche danni molto rilevantiper le attività produttive più im-portanti delle nostre comunitàlocali».

Politica & Economia10 • Agosto 2004

INTERNETla Sardegna nel Web

Una nuova rubrica dedicata alle informazioni sull'Isolareperibili in Internet

a cura di Andrea Mameli

Ricerche raffinate

Abbiamo vistocome si può cercarenel web grazie ai “mo-tori”. Ora ci soffer-miamo su alcune tec-niche che permettonodi raffinare la ricercae ripartiamo dal-

l’esempio della scorsa puntata. Supponiamo di volere individua-re siti web contenenti le tre parole: circoli dei Sardi. Immettendolecosì come sono il motore Google fornisce circa 3.400 risultati. Mase la frase viene inserita fra virgolette il numero di pagine webtrovate scende a 320. Cosa è successo? Nel primo caso Google hacercato siti web in cui le tre parole sono presenti indipendente-mente le une dalle altre. Nel secondo è stata cercata la frase esat-ta. Per restringere la ricerca si possono imporre limitazioni lingui-stiche (es. cercare solo siti in inglese). Consigliabile evitare pa-role troppo generiche o molto presenti nel web come Internet,computer, ecc. O la stessa parola Sardegna (Google fornisce ol-

tre 3 milioni e 400 mila risultati, 12.500 invece conwww.trovatore.it), da sempre tra le 10 più cercate in Italia. Se adesempio cerchiamo qualcosa di specifico è meglio aggiungere ter-mini appropriati. Ad esempio se cerchiamo lavoro sarà bene inse-rire più voci, come: bandi concorsi occupazione selezione, ed unsettore specifico, per non stare a spulciare centinaia di migliaia dipagine web.

E se desideriamo segnalare un nostro sito? Facilissimo. Bastacercare nel sito motore la sezione “Aggiunta/Aggiornamento di unURL” (nel caso di Google) o “Proponi un sito” (Yahoo) o “Ag-giungi un sito” (Altavista) e seguire le istruzioni. Altro problemaè la posizione occupata nella lista dei risultati. Lo analizzeremoin seguito.

La Sardegna in 40 lingue

Il sito www.isolasarda.comwww.isolasarda.comwww.isolasarda.comwww.isolasarda.comwww.isolasarda.com costituisce un esempio di quel che sipuò fare grazie al web, con fantasia e buona volontà. Il servizio,attivo dal giugno del 1997, fornisce informazioni sulle localitàdell’isola, itinerari turistici, sagre, spedizione di cartoline virtua-li, il tutto grazie a collaborazioni gratuite, locali e internazionali,a cui si deve il costante aggiornamento dei contenuti (testi e im-magini) e le traduzioni. “Isola Sarda – si legge nel sito – è gestitodall’Associazione Culturale Ciberterra ed ha tra i suoi scopi la dif-fusione della cultura sarda in tutti i suoi aspetti, nonché l’attiva-zione di un punto di contatto fra i sardi residenti ed i tanto nostriemigrati”

Una galleria vir-tualeUn sito per raccontare lapropria storia. E per mo-strare le proprie opere. Èl’idea di FortunatoAgus: nato a Cagliarinel 1948, inizia a dipin-gere a 14 anni. A 16espone per la prima vol-ta a Roma, a Firenze e inSardegna. AbbandonaUssana ventenne allavolta del Belgio, dovetuttora risiede e lavora.La sua pittura adotta co-lori caldi e trae ispira-zione dalla Sardegna edalla sua esperienza per-sonale (nella foto: “Lastanza dell’emigrato”):http://membres.lycos.fr/fortunatoagus/

Allarme nel mondo pastoraleper un nuovo focolaio

di “lingua blu” in Galluradi Matteo Vercelli

Si chiama “sierotipo 9” ilnuovo incubo nel mondodella pastorizia. L’allarme

arriva dalla Gallura, ma è ribal-zato anche da alcuni Comunidel Sassarese e del Nuorese: unnuovo ceppo di lingua blu sa-rebbe stato individuato in que-st’area geografica della Sarde-gna, con conseguente bloccodella movimentazione dei cam-pi ovini e bovini, in attesa delleanalisi dell’Asl. Così per 21Comuni nel nord isola la qua-rantena provoca due duri colpiall’economia: il blocco del mer-cato soprattutto dei vitelli e unaprobabile nuova campagna divaccinazione.

Il problema resta sempre lazanzara di tre millimetri “culi-coides imicola”, che da quattroanni ha scatenato diversi foco-lai di blue tongue, essendo por-tatrice di 24 tipi di virus. Lapaura, scattata con i controlli suun vitello della zona tra Monti eTelti, è che si possa trattare delsierotipo 9, novità per la Sarde-gna, ceppo della febbre catarra-le virulento.

Le associazioni isolane degliallevatori si sono già fatte sen-tire con la richiesta di una nuo-va campagna per la lotta all’in-setto vettore. Da oltre Oceano(Sud Africa, Stati Uniti) arriva-no infatti le conferme chel’azione di vaccinazione ha di-stolto dalla lotta al virus, checontinua a manifestarsi. Dun-que la strada maestra suggerita

Manifatture restituite dopo 300 anniall'Università di Sassari

Dopo trecento anni il com-plesso demaniale cheospitava a Sassari la ma-

nifattura dei tabacchi è tornatoall’università.

Il passaggio di consegne è sta-to ufficializzato nel corso di unalunga cerimonia che si è conclu-sa poco dopo le 13 ed a cui han-no partecipato, oltre alle più altecariche accademiche della città,il sindaco Nanni Campus, il nuo-

vo assessore regionale alla Pub-blica Istruzione Elisabetta Piliaed il vicesegretario generale delQuirinale Carmela De Caro Bo-nella.

Lo stabile dal 1716 era pro-prietà dello Stato che confiscòall’ateneo cittadino, creato nelCinquecento, una parte del “col-legio” per adibirla a manifatturadi sali e tabacchi.

L’edificio è adiacente all’uni-

versità e verrà ora utilizzato permanifestazioni culturali curatedall’ateneo.

“Una giornata storica”, ha det-to il rettore Alessandro Maida,che ha firmato tra le lacrime gliatti del passaggio di proprietà.“Gran parte del merito della riac-quisizione dell’edificio va al pre-sidente della Repubblica – ha ag-giunto – che ha col suo interven-to accelerato l’iter burocratico”.

al nuovo assessore regionalealla Sanità, Nerina Dirindin, èquella di incrementare i fondidestinati alla ricerca per debel-lare l’insetto vettore. Una pri-ma risposta dell’assessoratonon si è fatta attendere: la Re-gione ha fornito, gratuitamente,un nuovo farmaco per combat-tere la lingua blu.

Si tratta di un medicinale abase di deltametrina, antiparas-sitario (contro mosche, zecche,pidocchi) che dovrebbe contra-stare anche il culicoides imico-la. Una conseguenza di un’au-torizzazione dell’ex assessoredella Sanità Roberto Capelli,datata 13 maggio, a combatterel’epidemia con prodotti repel-lenti nelle specie ovini e capri-ni. Fu inoltre autorizzata unaspesa di 1.170.000 euro.

Ora il farmaco è stato messo adisposizione della Regione alleaziende sanitarie che lo potran-no girare, su prescrizione deiveterinari, agli stessi allevatoriper somministrarlo ai campi in-fetti. Una campagna di lotta almorbo iniziata a metà luglio.

Il nuovo allarme è coincisocon l’ingresso della nuovaGiunta regionale, e con l’inse-diamento dell’assessore Dirin-din, che ha provveduto subito aconvocare un vertice con le as-sociazioni interessate. Sul tavo-lo i problemi di sempre legatialla lingua blu (che ha già fattocontare circa 660 mila ovini ecaprini morti o abbattuti), con isierotipo 2, 4 e 16. Ora il nuovonumero, il 9, con l’attesa spa-smodica di conoscere l’esitodei testi fatti, dal centro nazio-nale per la blue tongue di Tera-mo, sui campioni di sangue pre-levati dai due vitelli galluresi,colpiti, sembrerebbe, dal nuovovirus. Dalla riduzione non èemerso nulla di eclatante, ancheperché l’assessore deve avere iltempo tecnico per aggiornarsi.Positiva è, comunque, la volon-tà della Dirindin nell’iniziare alavorare subito con le organiz-zazioni di categoria.

Da parte di Coldiretti, Cia eConfagricoltura arriva la nuovadenuncia: oltre ai capi morti oabbattuti, il mondo dell’alleva-mento deve fare i conti con ilblocco dei capi, che da quattroanni impedisce l’esportazionedi 150 mila vitelli. Un girod’affari vitale per gli allevatori,che hanno dovuto combattereanche con le multe per le quotelatte, per una cifra di 3,5 milio-ni di euro.

Le richieste delle associazio-ni si muovono su due direttrici.La prima è quella sanitaria. Ènecessario, secondo le sigle, di-stribuire il più possibile il di-sinfestante Butox, per tenerelontano l’insetto vettore dagliovili.

Un primo intervento tampo-ne, a cui deve seguire una cam-pagna di vaccinazione, che ren-da immuni i capi da ogni tipo disierotipo presente in Sardegna,e una continua ricerca per de-bellare il più rapidamente pos-sibile la zanzara portatrice delvirus della lingua blu.

La seconda direttrice che leassociazioni di categoria hannoproposto all’assessore alla Sa-nità, è quella dei risarcimenti.Si deve subito far fronte alledifficoltà economiche degli alle-vatori con dei rimborsi per gliovini e i caprini abbattuti o mor-ti, per i danni della mancata mo-vimentazione e per le conseguen-ze negative delle vaccinazioni.Sono bloccati tra Roma e Bruxel-les circa 45 milioni di euro desti-nati a queste finalità. Per il mon-do dell’allevamento sardo è giun-ta l’ora di cambiare prospettiva,per evitare il collasso di un setto-re fondamentale per l’economiadella nostra isola.

Avviati a Cagliari i lavoriper la metropolitana

Dopo anni di inutili attese hanno finalmente preso avvio i lavoriper la realizzazione della linea metropolitana sulla tratta delle Fer-rovie della Sardegna che collegherà Cagliari (Piazza Repubblica) aMonserrato.

L’intervento durerà poco più di due anni e sarà realizzato dall’im-presa Fabiani di Bergamo.

La stazione di Piazza Repubblica è stata chiusa e verrà completa-mente trasformata e, per alcuni mesi, la circolazione dei treni sarà in-terrotta lungo la città.

Il servizio di trasporto sarà comunque garantito con corse sosti-tutive in autobus, secondo un percorso che risulta, per quanto pos-sibile, coincidente con il tracciato ferroviario.

I nuovi orari e una planimetria con il percorso della linea au-tomobilistica sono esposti sui mezzi, nelle fermate e nelle sta-zioni aziendali, nonchè nel sito www.ferroviesardegna.it.

Per ulteriori informazioni, i viaggiatori possono chiamare il nu-mero verde aziendale 800 460 220.

Speciale EmigrazioneAgosto 2004 � 11

Festeggiati a Ballaoi 100 anni della nonnina

emigrata in CorsicaLa straordinaria vicenda umana di Cornelia Deplano, emigrata nel 1950 e rientrata nel paese natio

dopo oltre cinquanta anni per festeggiare il secolo di vita - Seguì il marito costretto a lasciare il Gerreiin cerca di lavoro - Ha avuto sette figli (5 viventi) 14 nipoti e 13 pronipoti - Accompagnata dalla figlia

minore Domenica con la quale vive a Sartene - Lucidissima e felice per la calorosa accoglienza - “È ilpiù bel giorno della mia vita” ha detto al momento del taglio della torta - Il ritorno a Ballao è stato ilregalo richiesto ai familiari per il compleanno - È arrivata anche la benedizione apostolica del Papa

Giovanni Paolo II - È la prima centenaria del paese

servizi dell'inviato Antonello De Candia

C�era una volta ...le storiecominciavano tutte così.Ma ci sono storie che non

sai da dove iniziare per raccon-tarle, anche se apparentementesono semplici come quella diCornelia Deplano, una delle tan-tissime donne sarde costrette alasciare il suo paese per seguire ilmarito in cerca di lavoro e di con-dizioni di vita migliori per tiraresu una famiglia numerosa.

Siamo negli anni �50, nell�im-mediato dopoguerra, e in Sarde-gna, e nel Gerrei in particolare, nonc�è di che vivere.

E così Antonio Loi, di San Vito,è costretto a far le valigie e ad emi-grare, con la moglie e i sette figliancora in tenera età (Domenica, lapiù piccola, ha appena tre anni!).Destinazione la Corsica, dove la fa-migliola si stabilisce a Sartene, aduna ottantina di chilometri da Ajac-cio.

Ci sono oltre 50 anni di mezzo,tra quei giorni tristi e angoscianti, el�atmosfera di festa e di gioia cheinvece si respirava domenica 18luglio a Ballao, dove questa storiaappunto è cominciata e dove haavuto un epilogo, un evento che peril piccolo paese del Gerrei, che nonconta neppure mille abitanti (esatta-mente 971 all�ultimo censimento) èconsiderato �storico�.

Cornelia Deplano, infatti, è torna-ta a festeggiare i cento anni nel suopaese natio, accolta dalla popola-zione e da amici e parenti e dal sin-daco, Romolo Pilia, con fasciatricolore.�La signora Cornelia � af-ferma senza esitazioni � è la prima�centenaria� di Ballao, a memoriad�uomo. Un traguardo mai raggiun-to da nessuno, finora, anche se inpaese si contano una decina di ultranovantenni, con a capo una �vec-chietta� di 97 anni, che si spera pos-sa raggiungere il secolo di vitacome la signora Cornelia, che perquesto motivo abbiamo voluto fe-steggiare in maniera ufficiale�.

Gli anziani del paese conferma-no: �nessuno a Ballao è campatocento anni!�.

La storia, o meglio la cronaca, co-mincia, dunque, dalla fine, con lagrande festa che la comunità di Bal-lao ha preparato per accogliere lasua �nonnina� rientrata dalla Corsi-ca e accompagnata da quella figliache aveva tre anni quando lasciò laSardegna (e che oggi tutti chiamanoalla francese �Dominique�, anch�es-sa felice ed emozionata) e da unostuolo di nipoti.

�È un miracolo che mi ha fattoPadre Pio�, dice trattenendo le la-crime dall�emozione, DomenicaLoi, che è accompagnata dal mari-to, Gaspare Musso, originario di LaMaddalena, e dai suoi tre figli, ilminore dei quali, Antonio, che por-ta il nome del nonno, deceduto nel

lontano 1970, sospinge la carrozzi-na della nonna, arzilla e lucida,pronta a rispondere ai saluti e aicomplimenti di tutti. Da restaredavvero sbalorditi.

�Il più bel giornodella mia vita�Quando le chiedo se ricorda quandosia partita, signora Cornelia non esi-ta a rispondermi: �l�11 gennaio del1950. Poi sono tornata a Ballao nel1952, quando è morta mia madre.Da allora non ero più tornata nelmio paese natale. Volevo tornarci, eoggi che mi hanno fatto questo re-galo è il più bel giorno della miavita. Sono molto felice�

� Mamma ha sempre mantenutola sua indipendenza � dice Domini-que � e solo da 5 anni vive pratica-mente con noi. Quando le ho chie-sto che regalo avesse gradito per isuoi cent�anni, mi ha risposto subi-to decisa �vorrei tornare al mio pa-ese, a Ballao� e così abbiamo tasta-to la situazione con alcuni parenti, ilsindaco e il parroco ed è stato pos-sibile fare questa festa. Ripeto è unagrazia di Padre Pio che mi riempiedi gioia!�.

Antonio, che parla un italiano conmarcato accento francese, aggiun-

ge: �a noi nipoti nonna Cornelia ciparlava sempre di questo Ballao e ioscherzando gli dicevo �quandocompirai cent�anni ti porteremo altuo paese�. E,cosa da non crederci -dice sorridendo - ma così è stato�.

Quando la signora Cornelia, ele-gantemente vestita e con una bellacollana di perle al collo, arriva sulsagrato della Chiesa dedicata a San-ta Maria Maddalena (la patrona diBallao), nel piazzale antistante s�ègià radunata una folla di persone in-curiosite di vedere la �nonnina�,che viene accolta con un prolunga-to applauso. E lei risponde con unbel sorriso e con un �grazie, grazie�accompagnato dal saluto dellamano.

È un momento di grande intensi-tà emotiva, soprattutto per la figliaDomenica che l�accompagna e cheringrazia tutti, per questa calorosaaccoglienza. E mentre alcune don-ne, anziane e giovani, si avvicinanoper stringerle la mano o fare una te-nera carezza alla signora Cornelia,lei, Dominique si rivolge alla madree le canta la tradizionale canzonecorsa �U RITORNU�, con una voceche lascia di stucco gli astanti (dicein sintesi la canzone: �finalmente,grazie a Dio, rivedo il camposanto

del mio paese, che ho lasciato unamattina di aprile, quel camposantodove dormono i miei che dopo tan-ta pena sono morti quasi soli perchéero lontano. Silenzio vengo a cerca-re di nuovo e il canto degli uccelli epoi rifaccio i passi che feci quandopartii�) .

La benedizionedel PapaPoi il parroco, don Fabrizio Pibiri,ha invitato tutti in chiesa per la mes-sa del ringraziamento, una messasolenne, cantata, cui ha assistito ungran numero di fedeli. Nella breveomelia, il sacerdote ha sottolineatoil valore della vita che ci da Dio.�Certo la signora Cornelia è bene-detta dal Signore che le ha conces-so una vita così lunga - ha detto donPibiri - una vita di chissà quali espe-rienze e quali sofferenze, ma co-munque la vita è grazia, perché ognigiorno che chiudiamo gli occhi eogni giorno che li apriamo dobbia-mo dire grazie al Signore�.

Prima di concludere con l�augu-rio di una vita ancora lunga in senoalla sua famiglia numerosa, don Pi-biri ha colto tutti di sorpresa leggen-do un messaggio inviato dal Papa,Giovanni Paolo II, che ha impartitola benedizione apostolica da esten-dere a familiari parenti e congiuntidella �centenaria� sui quali � dice-va il testo del messaggio papale �invocava la protezione di MariaVergine.

È seguita, sempre tra lo stuporedella comunità religiosa di Ballao,la lettura di un telegramma della Se-greteria di Stato del Vaticano, a fir-ma del cardinale Antonio Sodano,che esprimeva parole di ammirazio-ne e di augurio per la festeggiata.Un applauso scrosciante ha rotto ilsilenzio che si era fatto in chiesa allanotizia del messaggio papale.

In un crescendo di partecipazio-ne e di emozioni la messa si è con-clusa con i fedeli che intonavanol�Ave Maria in sardo, mentre Domi-

nique Loi si è esibita ancora cantan-do il Salve Regina in corso. Ladonna ha poi rivolto commossa ungrande ringraziamento a tutta la po-polazione, al sindaco, al parroco�per l�onore che ci avete fatto, a miamadre e a tutta la famiglia, e ringra-zio Padre Pio � ha concluso - che miha fatto questo miracolo�.

Una torta di pannae tanto �Champagne�La �festa� è poi continuata nellagrande piazza della Biblioteca, sulretro del Palazzo del Municipio,dove il sindaco Romolo Pilia haconsegnato alla signora CorneliaDeplano una targa ricordo ed ha of-ferto un rinfresco a tutta la popola-zione.Ovviamente non poteva mancare latradizionale torta, che la � nonnina�ha simbolicamente tagliato e subitogustato, allegra e compiaciuta, enient�affatto infastidita dai flashche immortalavano il fatidico mo-mento.

A portare lo �champagne� ci hapensato il marito di Dominique,Gaspare Musso.

Quando gli chiedo di dove sia, ri-sponde secco: di La Maddalena. Emi racconta la storia, ugualmentestraordinaria dell�incontro con suamoglie.�Ero andato in Corsica unasettimana in vacanza � mi dice � e aSartene ho conosciuto Dominique elì mi sono fermato. Ho messo suuna impresa che ora seguono i mieifigli�.

�Nonna Cornelia � racconta �l�abbiamo già festeggiata a Sarteneil 15 luglio, giorno prima del com-pleanno, che cade il 16 (è nata infat-ti il 16 luglio del 1904) per poter poivenire qui a Ballao dove abbiamotrovato ospitalità presso vecchi pa-renti di mia moglie�.

Per l�occasione sono venuti ami-ci anche dal nuorese. Ma si è avver-tita l�assenza degli altri 4 figli dellasignora Cornelia, Piero che vive adAjaccio; Franco, che vive anch�egliin Corsica, a Fìgari; mentre le duesorelle di Dominique, Orsola e Ma-riuccia, abitano rispettivamente aBologna e a Modena.

Il gruppo folk di San Basilio siè esibito fino a tarda notte coin-volgendo in canti e balli la popo-lazione.

Per Ballao è stata sicuramenteuna giornata indimenticabile,così come per �nonna Cornelia�che ha voluto essere presentefino alla fine dei festeggiamenti.

�Prevedendo una giornata fati-cosa e ricca di emozioni � ha con-fidato la figlia Dominique � ave-vo detto a mamma che doveva ri-posarsi un po� dopo pranzo, malei non ne aveva voluto sentire ela sua risposta era stata secca:�macché riposo! mica sono ve-nuta qui per riposare!�.

Speciale Emigrazione12 • Agosto 2004

Impegno dell'assessoreper difendere il ruolodi circoli e federazioni

servizi e foto dell'inviato Gianni De Candia

Riunione d'urgenza dell'Ufficio di presidenza della Consulta convocata da MaddalenaSalerno per definire i progetti da attuare nel 2004 e fissare i criteri per la suddivisione

dei fondi - Annunciati taglia ai finanziamenti garantite le risorse per ilfunzionamento dei circoli - All'incontro invitati anche i presidenti delle Federazioni -

“Non farò niente senza il vostro coinvolgimento e la vostra collaborazione”

ULTIM'ORARiunione d’urgenza dell’Uf-ficio di presidenza dellaConsulta per definire i pro-

getti da attuare nel 2004 e defini-re i criteri per la suddivisone deifondi. L’ha convocata il 30 lu-glio, a ridosso delle vacanze, l’assessore del Lavoro, MaddalenaSalerno che per la prima presa dicontatto ufficiale con i rappre-sentanti dell’emigrazione sardaorganizzata ha invitato anche ipresidenti delle Federazioni deicircoli.

All’incontro con l’ assessore econ il suo staff (hanno partecipa-to il Capo di Gabinetto, MarioCadinu, il Direttore generale Ro-berto Neroni, il Direttore del Ser-vizio Emigrazione Marco Ghia-ni, la responsabile dell’Unità or-ganizzativa di Emigrazione Im-migrazione Anna Cao, il segreta-rio della Consulta Francesco Pit-zanti e il funzionario Carlo Pud-du) sono intervenuti il vicepresi-dente vicario della Consulta epresidente della Federazionesvizzera, Domenico Scala, il vi-cepresidente della Consulta epresidente della FASI, ToninoMulas, Antonio Giua presidentedella Faes, Vittorio Vargiu dell’Argentina. E con loro i presiden-ti delle Federazioni del BelgioEfisio Etzi, della Francia France-sco Laconi, dell’Olanda MarioAgus, e il vicepresidente dellaGermania, Gianni Manca, e il vi-cepresidente della Faes PinoDessì.

L’assessore si è scusata per itempi stretti che l’ hanno costret-ta a convocare l’Ufficio di presi-denza per definire il programmaannuale 2004. Ha ricordato di es-sersi insediata da poche settima-ne e ha espresso rammarico pernon aver potuto riunire la Con-sulta. Ha dato atto al predecesso-re della sensibilità dimostrata dirinviare l’ approvazione del Pia-no triennale per non prevaricarela nuova Consulta che dovrà es-sere costituita entro settembre.Nell’ultima riunione, a maggio,la Consulta aveva approvato lelinee del programma 2004 dele-gando all’Ufficio di presidenza ilcompito di procedere alla riparti-zione delle somme e alla defini-zione dei criteri. Al termine del-la riunione, che si è protratta perdiverse ore e che è stata caratte-rizzata da un clima costruttivo epropositivo, è stato messo a pun-to uno schema che tiene contoanche dei tagli di bilancio che laGiunta intende fare per colmare –come ha annunciato l’ assessoreSalerno – un grosso buco nel set-tore della sanità.

Il saluto dell’AssessoreIl tema dell’emigrazione – hadetto Maddalena Salerno intro-ducendo i lavori – è uno dei piùimportanti di quelli affidati all’assessorato del Lavoro. E’ untema che mi coinvolge. Io credoche queste tematiche vadano af-frontate con una sensibilità nuo-va, coinvolgendo anche compe-tenze e capacità diverse. Quellodell’emigrazione è un mondocomplesso e difficile – ha prose-guito – e per questo mi metto inposizione d’ascolto. Voglio co-noscer da voi le problematichedelle comunità sarde sparse nelmondo. Ognuno di voi rappre-senta necessità, bisogni e realtàdiverse che necessitano rispostedifferenti e adeguate. A Parigi –ha ricordato – ho avuto il primocontatto con questo mondo e hoascoltato con attenzione i proble-mi di quel paese.

In questo assessorato – ha sog-giunto l’ assessore Salerno – èsempre stato fatto un lavoro im-

portante per gli emigrati ma nonsempre si è riusciti a dare rispo-ste a tutte le vostre esigenze.

Oggi in Sardegna abbiamo di-versi problemi. La Giunta – haprecisato – si pone come obietti-vo il rinnovamento del modo digovernare e del modo di rappor-tarsi a tutti quei problemi. Nondobbiamo deludere la fiducia chei sardi hanno riposto in questacoalizione. Non possiamo per-metterci arretramenti ma dobbia-mo recuperare il passo con il re-sto del Paese e con l’Europa. Lanostra specificità – ha detto Mad-dalena Salerno – non è sinonimodi arretratezza e di marginalità,ma lo strumento con cui afferma-re la nostra centralità nel Medi-terraneo e nel mondo. In questascommessa – ha sottolineato – unruolo importante lo deve svolge-re anche il mondo dell’emigra-zione. Non partiamo da zero – haproseguito l’ assessore – sonostate fatte cose importanti. Nes-sun’altra regione ha una leggeper l’ emigrazione come quelladella Sardegna

L’assessore ha quindi ricorda-to che la globalizzazione ha sìaspetti negativi per le realtàloca.li, ma offre anche opportu-nità che vanno sfruttate. “Voi –ha detto - rappresentate i valoridella nostra specificità culturale,economica e sociale”.

Maddalena Salerno ha ribaditoche è sua intenzione porsi in po-sizione d’ascolto per migliorareil rapporto esistente tra la Regio-

ne e i suoi emigrati e ha auspica-to una “collaborazione costrutti-va per risolvere insieme i proble-mi di voi emigrati e, insieme,quelli della Sardegna”.

E’ quindi entrata nel vivo delproblema annunciando che laGiunta deve affrontare grossiproblemi di bilancio. La situazio-ne è disastrosa. C’è un buco nel-la Sanità che deve essere sanato.Per questo ci saranno tagli inogni assessorato, anche in quellodel Lavoro. “I tagli – ha sottoli-neato – non sono neutri. Hannorisvolti politici ma anche e so-prattutto economici e sociali” e l’assessorato del Lavoro deve af-frontare problematiche di assolu-to rilievo sociale. “Farò di tutto –ha detto l’ assessore – perché lerichieste di sacrifici fatta all’ as-sessorato del Lavoro non intac-chi alcune azioni politiche e alcu-ni settori. Non possono prendereimpegni ma posso garantire per-ché venga assicurato il contribu-to per la sopravvivenza dei circo-li e delle Federazioni”. Qualchesacrificio, invece, dovrà esserefatto sui “progetti regionali” ra-zionalizzando gli interventi. Haanche prospettato la possibilità,almeno per i circoli che si trova-no nei paesi dell’ Unione Euro-pea, di attivare altre risorse e perquesto ha chiesto la collaborazio-ne propositiva dei dirigenti diquei circoli e di quelle federazio-ni. In questo modo si potrà pre-stare un’attenzione particolare aicircoli extraeuropei. Ha quindi

indicato che sono 41 i “progettiregionali” presentati e ha invita-to l’Ufficio di presidenza e i pre-sidenti delle Federazioni a indi-care le priorità e i criteri con cuidefinire quelli da finanziare.

Il confrontoE’ stato Efisio Etzi il primo a in-tervenire, manifestando perples-sità per l’annuncio dei tagli, e ri-cordando che da quei fondi di-pende la sopravvivenza dei circo-li e quindi della rete di contattiche la Sardegna si è creata nelmondo. Etzi ha indicato comepriorità il finanziamento del con-gresso della Federazione che do-vrebbe tenersi a fine novembre.

Antonio Giua, dopo aver rivol-to un augurio di buon lavoro al-l’assessore a nome di tutte le as-sociazione di tutela, ha illustratoil ruolo della Faes e delle asso-ciazioni.

Mario Agus, ha fatto una brevepanoramica informativa sui sardiin Olanda (12 mila) organizzatiin sei circoli. Ha fatto un reso-conto sull’attività svolta, sottoli-neando il salto di qualità, nelleiniziative. “C’è voglia di fare” haconcluso.

“Condivido l’auspicio che que-sta sia una legislatura di speran-za – ha detto Tonino Mulas – eche sia di avanzamento anche peril mondo dell’emigrazione”. An-che Mulas ha sottolineato la pre-occupazione per i tagli annuncia-ti. Innovazione, progettualità ecultura – ha detto – si devono mi-surare su un tessuto di solidarie-tà che esiste da 30 anni. Si devetener conto della storia. Ha ricor-dato che i fondi per l’emigrazio-ne sono rimasti immutati, in va-lore assoluto, senza mai essereadeguati, da 20 anni mentre sisono quintuplicati i circoli, esono cresciute le iniziative per lapromozione della Sardegna.

Vittorio Vargiu ha descritto inmodo accorato la situazione Ar-gentina. Ci sono sardi che muoio-no di fame. La Regione sarda hadato un contributo importante.

Ma non basta dare le medicineuna volta e poi basta. Chiedo lasolidarietà ai presidenti delle Fe-derazioni perché si tenga contodella realtà argentina e chiedoche venga rifinanziato l’inter-vento.

Domenico Scala, dopo aver ri-volto all’ assessore gli auguridella federazione di tutti i circolidella Svizzera, ha ricordato diessere il decano della Consulta incui è presente dal momento del-l’istituzione. Ha sollecitato chevangano rinforzati i rapporti traRegione e Federazioni e ha postol’ accento su alcune azioni cheprima venivano finanziate e rea-lizzate e che da alcuni anni sonostate sospese. In particolare hasegnalato la drammatica situa-zione di chi non ha i mezzi per farrientrare in Sardegna la salma delcongiunto. Ha concluso auspi-cando che “il rapporto di colle-gialità e scambio di tra assessoree rappresentanti degli emigratiduri nel tempo e si consolidi”.

Francesco Laconi si è detto de-moralizzato e preoccupato per itagli. I circoli sono allo stremo incaso di riduzione dei contributi,che servono a pagare il fitto,molti potrebbero chiudere. “Midomando: siamo utili? io credo disì – ha risposto Laconi – credoche possiamo svolgere una fun-zione importante per lo sviluppodella Sardegna, ma per far ciòoccorre che i circoli siano valo-rizzati”.

Anche Gianni Manca, che hasostituito il presidente TelemacoBandone, impossibilitato a parte-cipare alla riunione, ha manife-stato preoccupazione per i tagli eha chiesto interventi per aiutarele famiglie bisognose nelle speseper il rientro delle salme.

Impegnoalla collaborazioneI problemi sono tanti – ha dettol’assessore rispondendo ai variquesiti – ma vanno affrontati inmodo qualitativamente diversorispetto al passato. Ho già spie-gato che c’è un problema di bi-lancio ma credo di poter dire checi sono i presupposti per poter di-fendere i finanziamenti per lespese di funzionamento dei cir-coli, e anche per i “progetti re-gionali”. I circoli sono cresciu-ti per numero e per funzioni equindi bisognerà rivedere anchela norma che ne regola le finali-tà. Così come bisogna ripensarealla Consulta perché così come èora, fatta solo di rappresentantidegli emigrati, sa tanto di ghetto.Occorre ampliare la composizio-ne e aprirla ai rappresentanti delmondo produttivo.

L’assessore ha quindi ricor-date che il mondo dell’emigra-zione richiede risposte diversea problemi diversi, salvaguar-dando la funzione di solidarietàsociale.

L’assessore Salerno ha poifatto un cenno al partenariato.Un progetto complesso come lainternazionalizzazione delleimprese sarde – ha detto – ri-chiede competenze e professio-nalità adeguate. “Le cose – hasottolineato – non possono es-sere fatte senza il coinvolgi-mento del mondo dell’ emigra-zione. Tutti insieme – ha con-cluso – dobbiamo fare un saltodi qualità. Per realizzare i pro-getti occorre programmare equindi necessita la conoscenzae la definizione del target e del-le priorità. Non farò niente – haconcluso Maddalena Salerno –senza il vostro coinvolgimentoe la vostra collaborazione”.

Speciale EmigrazioneAgosto 2004 • 13

Sono oltre 700le famiglie di sardi

che vivono a GrenobleSi sono trasferite qui in Francia alla fine degli anni ’50 in parte per lavorare nelle miniere dellaMatthesina, altri in agricoltura o nell'edilizia - La comunità sarda è comunque ben integrata e

molto unita - Il circolo “Sardinia” è il polo di aggregazione - Ha festeggiato i 25 anni di attivitàcon una grande manifestazione culturale

servizi dell'inviato Antonello De Candia

La Sardegna sulla pelleUn giovane sardo di terza generazione sin è fatto tatuare l'Isola sulla spalla

C’è chi la Sardegna la porta nel cuore e chi anche sulla pelle! Yoann Nurra, un ra-gazzone di 21 anni, nato a S. Martin d’Heres, a pochi chilometri da Grenoble, la Sar-degna se l’è fatta tatuare in modo indelebile sulla spalla sinistra.

Più che un tatuaggio è un marchio DOC, di origine controllata: sì, perché ci tiene afar sapere che è sardo.

I l circolo di Grenoble, “Asso-ciazione regionale sarda Sar-dinia” ha compiuto quest’an-

no 25 anni di attività. La sede èubicata in Avenue Beauder 4, edè costituita da un enorme salone,tappezzato di bandiere e giganto-grafie della Sardegna, librerie,oggetti di artigianato e quant’al-tro può ricordare l’Isola (“è qui –spiega Mina Puddu, Presidentedel Circolo - che si tengono le as-semblee dei soci le riunioni con-viviali e le varie manifestazioniperiodiche, con conferenze e di-battiti sui temi della cultura sar-da. Di solito ci riuniamo tutti imartedì e poi durante la settima-na a seconda delle circostanze edelle occasioni”); una cucina at-trezzata (“abbiamo un forno dovesiamo in grado di cucinare con-temporaneamente due ‘procced-dus’ – dice Renato Todde, che fada cicerone – certo non è comearrostirlo in campagna, ma è buo-no lo stesso”); un ufficio dotatodi due computer (“ci siamo co-struiti anche un nostro sito Inter-net – dice con orgoglio MinaPuddu - e siamo collegati diret-tamente con altri Circoli e Fede-razioni”); ci sono quindi i servi-zi, ed un baretto (“ma solo ad usointerno – ci tengono a precisare idue interlocutori – niente vendi-ta di alcolici e niente mescita, quinon si viene per bere, per questoc’è un bar di fronte al circolo”) eun sottopiano molto spazioso che

viene utilizzato come dispensa ecome deposito di materiale.

La sede del circolo si aprequindi su un ampio giardino in-terno che consente anche riunio-ni all’aperto quando il tempo, ov-viamente, è buono.

Nato nel 1981 (presidente Ma-ria Onnis ) il circolo di Grenobleha subito una temporanea chiusu-ra, a metà degli anni ’90, poi ha

riaperto nel 1996 con alla presi-denza di Mina Puddu, che que-st’anno è stata riconfermata allaguida della comunità sarda per ilprossimo triennio.

Vice Presidente è un’altra don-na, Doloretta Cadeddu, segreta-rio Renato Todde, tesoriere, IvoPorcheddu e segretaria aggiuntaDelfina Contini.

Il numero dei soci iscritti è di

oltre 250, mentre sono 750 circai Sardi iscritti all’AIRE (il regi-stro degli italiani residenti al-l’Estero). Come spiega la profes-soressa Anna Maria Bianchi, do-cente di storia all’Università diGrenoble e preziosa collaboratri-ce del circolo “Sardinia” comeinterprete, “l’emigrazione sardanel circondario di Grenoble è fa-cile da censire: sono circa 700 le

famiglie sarde che si sono trasfe-rite qui in Francia alla fine deglianni ’50. I Sardi sono venuti quiin parte per lavorare nelle minie-re della Matthesina, molti in agri-coltura e altri come muratori osemplici manovali. La Comunitàsarda – spiega ancora la profes-soressa Bianchi - è comunqueben integrata e, a differenza dialtre, è molto unita. L’attività delcircolo e le manifestazioni cultu-rali in fase di svolgimento a Gre-noble in queste settimane ne sonola testimonianza più eloquente.Anche i rapporti con l’ammini-strazione sono ottimi, se cosìnon fosse, quando mai avrebberoavuto in concessione gratuita leprestigiose sale del museo. Cisono altri enti e associazioni inlista da anni. E questo in granparte è merito del circolo sardo edella sua presidente.” Tra i piùattivi del Circolo c’è sicuramen-te Renato Todde, segretario tuttofare, in Francia da 38 anni.“Sonooriginario di Tiana – ricorda - esono emigrato nel 1965”. Sonosposato, padre di tre figli e, daqualche tempo anche nonno. An-cora due anni – dice con un sospi-ro – e vado in pensione. Cosìavrò più tempo da dedicare al ni-potino e al circolo”. Una cosa citiene a ricordare: “ Sono nipotedi ‘ziu Antonio Todde, l’uomopiù vecchio della Sardegna, mor-to a 113 anni”. Di buon auspicioper sé e per il nipotino.

Un sardo diterza genera-zione.

Pienamenteintegrato inFrancia (congli amici è ve-nuto ad assiste-re alla “Festadella Musica,nella piazzaprincipale diGrenoble) ma non ha voluto mancare una visita allo stand sardo con i nonni (che hannofatto spesa “di cose buone nostrane”, formaggi, salsicce e pasta). Invitato non esita asbottonarsi la camicia e scoprire la spalla per mostrare il tatuaggio della Sardegna.

“ Miei nonni e mio padre la Sardegna la portano nel cuore – spiega - io anche sullapelle, così quando mi chiedono cos’è quello strano tatuaggio, rispondo: la mia terra, laterra dei miei nonni e di mio padre, l’isola di Sardegna”.

I nonni seguono la scena sorridenti. Giovanni Nurra , che è originario di Bono, oggiha 83 anni portati bene.

Emigrò in Francia nel lontano 1958. “Sono ormai 46 anni qui. Quando emigrai – ri-corda - avevo 37 anni, facevo il contadino, ero sposato e con un figlio di 6 anni, il pa-dre di Yann, Nicola, ma non bastava per tirare su la famiglia, e così sono venuto qui alavorare in fonderia”.

Oggi è sereno con la sua compagna di vita, nonna Pasca Pudda, anche lei di Bono, chelo tiene a braccetto, e che guarda il nipote (un gigante al suo cospetto) con occhi felici.

Felice anche di farsi fotografare per il Messaggero Sardo.

Speciale Emigrazione14 • Agosto 2004

FIORANO MODENESE

In un volume le testimonianzedi 25 anni di attività

culturale de “Il Nuraghe”

U n volume raccoglie le testi-monianze dell’impegno perla cultura del circolo

sardo“Il Nuraghe” di Fiorano Mo-denese. Il volume, a cura di MarioLedda e Alberto Venturi, realizzatoda “Il Bulino, edizioni d’arte”, è sta-to presentato prima in Sardegna, aBurgos, e una settimana dopo a Fio-rano, nel corso di una manifestazio-ne per festeggiare la ricorrenza del-la fondazione del circolo. Il volumesi intitola “Culture in Circolo a Fio-rano Modenese, Il Nuraghe, 25 annidi attività”.

Alla presentazione del volume aBurgos sono interventuti, tra gli al-tri, i sindaci di Fiorano, EgidioPagani, di Maranello GiancarloBertacchini, di Ittireddu AntonioDeledda, di Bultei, Andrea Fenu,ipresidenti delle Comunità Monta-ne del Monte Acuto e del Gocea-no e il presidente della Fasi, Toni-no Mulas. A fare gli onori di casail sindaco diBurgos, Pino Tiloccae il presidente del circolo “Il Nu-raghe” Mario Ledda. La presen-tazione a Fiorano, alla presenzadei sindaci di Fiorano e Maranel-lo e di Burgos, si è tenuta una set-timana dopo, a fine maggio, nel-l’ampio e accogliente cortile delcircolo.

Il Circolo Nuraghe festeggia ilventicinquesimo anniversario dellafondazione e come presidente – hascritto Mario Ledda nella prefazione– sento la responsabilità di valorizza-re adeguatamente una ricorrenzacosì importante per riflettere sui ri-sultati ottenuti e per comprendere seesiste un ruolo per i prossimi anni.

Non è facile dare una risposta enemmeno è possibile individuare al-tre esperienze da assumere a model-lo, perché il percorso che abbiamosvolto è originale e irripetibile.

Infatti non siamo mai stati un cir-colo di emigrati, inteso come gruppodi persone che si incontrano per mu-tuo soccorso e per superare la solitu-dine, ricreando un microcosmo pro-tetto contro la marginalità della pro-pria condizione. Anche se incontrar-si, “stare insieme” e “fase insieme” èstata e continua ad essere una baseportante della nostra aggregazione.

La cultura sarda non è stata un“bene rifugio”, ma un patrimonio dainvestire sia per dare continuità alnostro passato, evitando che l’emi-grazione divenga una ferita ancorapiù profonda, sia per contribuire allacrescita e allo sviluppo di tutta laComunità che ci ha accolto e anchedi quella che abbiamo lasciato.

Già il convegno “Genti in movi-mento” nel 1990 aveva confermatola maturità raggiunta dal Nuraghe,proponendo un innovativo concettodi cultura regionale, non soltantoobiettivo dell’attività, ma agoràdove incontrare e fare dialogare lediverse culture, dove le istituzioniconvergono per gemellarsi, dove

giunge il primo ministro non per vi-sitare i Sardi ma i Fioranesi, dove ri-flettere sulle nuove migrazioni,dove comunicare i dialetti, dovemostrare l’arte. Tutto questo è sta-to possibile non abbandonando lenostre origini, ma poggiando su diesse. Non avremmo potuto riusci-re senza essere sardi e senza col-tivare continuamente il nostro es-sere sardi. Dopo venticinque anniabbiamo però raggiunto la terzagenerazione; oggi crescono i figlidei figli di quei primi emigrati aFiorano, a Maranello e nel distret-to ceramico e i punti di riferimentofamiliari possono diventare un nonpiù comprensibile bagaglio del pas-sato. Ciò che per noi è stato un pa-trimonio, direi, “vestito addosso”,deve essere oggi insegnato, spiega-to, valorizzato per essere riscopertocon il rischio di trasformare la no-stra regionalità in una dotta accade-mia che approfondisce le letteratu-re, le scienze e le arti, senza recupe-rare le emozioni, i valori, le speran-ze che costituiscono la ricchezzapiù nascosta ma più profonda delNuraghe e che sono il collante del-la nostra socialità. L’ospitalità nonè una serie di gesti, ma un valoreconseguente a un’idea della vita,degli altri e della Comunità che nes-suna scuola potrà insegnare, ma cheil Circolo è in grado di testimonia-re e di trasmettere.

Se anche in futuro potremo conta-re sulle forze di questi primi venti-cinque anni, sono sicuro che riusci-remo a svolgere ancora il nostro ruo-lo in favore della nostra Comunità edei nostri iscritti. È infatti innegabi-le che gli straordinari risultati ottenu-ti sono da condividere con le ammi-nistrazioni di Fiorano, di Maranelloe del distretto ceramico, con la Pro-vincia di Modena e con la RegioneEmilia Romagna, con la RegioneSardegna, con i Comuni di Bultei,Burgos, Ittireddu, Ozieri, con le Co-munità montane del Goceano e delMonte Acuto, con la FASI. Abbia-mo avuto il privilegio di ottenere lacollaborazione delle istituzioni edelle persone chiamate a dirigerle.

Vorrei ricordarne quattro, perchénon sono più tra noi, e perché rappre-sentano la straordinaria ricchezza diumanità, competenza, entusiasmoche ci hanno arricchito.

Il presidente della Regione Sarde-gna Mario Melis che ci ha onoratodella sua amicizia e non ha volutomancare a fornire un contributo perla buona riuscita di questa pubblica-zione. Il sindaco di Maranello Eva-risto Scaramelli è l’emblema di unaclasse politica, forgiatasi durante laResistenza, cresciuta con i principidi giustizia, equità sociale, pari op-portunità che hanno consentito diguidare la propria Comunità in peri-odi di grande cambiamento.

Il nostro socio Angelo Corazza,modenese di origine e mentalità, checi ha aiutato prima come dipendentecomunale e poi come pensionatomettendo in gioco non solo la profes-sionalità e la competenza, ma tutto sestesso come sempre ha fatto per tuttii Fioranesi.

Il nostro socio Franco Paddeu,presidente del Circolo, al quale ab-biamo dedicato la sala delle esposi-zioni e delle conferenze. È stato unprotagonista, senza volere apparirein prima pagina, come tanti altricomponenti del Circolo, desiderosodi svolgere un ruolo non solo per iconterranei ma per la sua nuova Co-munità in qualità di consigliere co-munale di Fiorano.

Il circolo ha tanti amici da ringra-ziare, persone che hanno messo a di-sposizione se stesse prima ancorache il proprio ruolo e ringraziarne al-cune vorrebbe dire dimenticarne al-tre. Un particolare ringraziamentovoglio rivolgere ai Soci che neglianni hanno avuto responsabilità ne-gli organi direttivi del circolo, maanche a tutti quei soci che con umil-tà e senza voler apparire hanno resopossibile questa esperienza associa-tiva e l’hanno resa visibile all’ester-no. Ritengo inoltre doveroso ringra-ziare il sindaco di Maranello Gian-carlo Bertacchini per l’attenzione eper la stima sempre dimostrata al cir-colo Nuraghe e il sindaco di FioranoEgidio Pagani, che ha contribuitoalla nascita del Nuraghe.

Nelle foto: a lato, il pubbliconel circolo di Fioranodurante la presentazionedel volume; la presentazionenel circolo da destraMario Ledda, Vanni Fadda,Beppe Manni, EgidioPagani, sindaco di Fiorano,Pino Tilocca, sindacodi Burgos, GiancarloBertacchini, sindaco diMaranello, Alberto Venturi.Sopra: la copertina delvolume; la presentazione aBurgos: da destra CarloBertacchini, Mario Ledda,Lorenzo Soro, presidentedella Comunità Montanadel Goceano, Pino Tilocca,Marisa Mazzone, presidentedella Comunità Montana delMonte Acuto, Egidio Pagani

CulturaAgosto 2004 • 15

Manifestazione a Bergamodedicata a Maria Carta

a dieci anni dalla scomparsaLa grande cantante sarda, autentica ambasciatrice nel mondo dei canti della tradizione isolana,

ricordata su iniziativa della Fondazione intitolata all'artista, che ha sede nel suo paese natale, Siligo,e del circolo dei sardi di Bergamo - Un omaggio all'indimenticabile voce della tradizione sarda -Momento culminante il concerto nel cuore della Città Alta, in piazza Vecchia, che ha consentito

anche un gemellaggio tra le espressioni etnomusicali dell'Isola e la polivocalità bergamasca

di Giacomo Serreli

Nuova testimonianzasul rito de “s'accabadora”

Un’altra testimonianzasul rito de “S’accabbadora”, dopo quella di

Giovanni Arcai, emigrato aBrescia, ci giunge dalla profes-soressa Maria Melis Madrigali,socia dell’Associazione Cultu-rale Sardi in Toscana. In unanota, inviataci dal Presidentedell’ACSIT Erminio Zara, laprof.ssa Madrigali ricorda unantico rito in uso ad Aritzo chearricchisce quanto detto nel libro“Eutanasia ante litteram in Sar-degna. Sa Femina Accabadora”di Alessandro Bucarelli a CarloLubrano recensito da EugeniaTognotti per “Il Messaggero

Sardo” di agosto-settembre.Nel mio libro “Cara Barbagia

sul filo della memoria”, pub-blicato nel settembre del 2000,c’è – scrive Maria Malis Ma-drigali -il racconto “Sa Boga-dora”. Ancora oggi dopo mi-gliaia di anni ad Aritzo usiamola frase “t’inde ao de boga” (“tisoffoco ti prendo per il collo) aricordo de “Sa Bogadora”. Quiin Aritzo se n’e’ persa la me-moria, ma negli stazzi dellaGallura – precisa l’autrice nelracconto – pare che questa tri-ste cerimonia fosse praticatafino a poco tempo fa. Una don-na nerboruta veniva chiamata

per assolvere il terribile compi-to: mettere fine ai giorni di unvecchio che non riusciva adesalare l’ultimo respiro. Sa Bo-gadora veniva chiamata dai pa-renti, e questa virago assolvevaal suo compito, gratuitamente.Si avvicinava al vecchio cherespirava regolarmente e con lemani smisurate lo stringevaalla gola soffocandolo, poi sen-za l’ombra di uno scrupolo,come se fosse la cosa piu’ natu-rale di questo mondo, se ne tor-nava a casa convinta di aver as-solto ad un compito necessarioper la sopravvivenza del restodell’umanità.

CULTURA

Bergamo ha ricordato MariaCarta, la grande cantantesarda, autentica ambascia-

trice nel Mondo dei canti dellatradizione isolana, di cui, il pros-simo settembre, ricorre il decen-nale della scomparsa.

Su iniziatva della Fondazioneistituita due anni fa ed intitolataall’artista, che ha sede nel suopaese natale, Siligo, e del circo-lo dei Sardi di Bergamo, intitola-to proprio a Maria Carta, la cittàlombarda ha ospitato il 3 luglioun omaggio alla indimenticabilevoce della tradizione sarda.

Un evento fortemente volutodal circolo dei Sardi presiedutoda Mario Pomesano che contatrecento iscritti, tra cui numero-sissimi bergamaschi e che ha vi-sto l’impegno dell’intera comu-nità sarda della città lombardastimolata da Gavino Maieli, sili-ghese o Giovanni Mele, origina-rio di Bolotana.

Momento culminante della ma-nifestazione è stato il concertotenutosi nel cuore della CittàAlta, in piazza Vecchia, consen-tendo anche un gemellaggio trale nostre espressioni etnomusica-li e la polivocalità bergamasca.

Concerto da subito aperto dal-l’esibizione del gruppo folk alle-stito dal circolo A.M.I.S. “EmilioLussu” di Cinisello Balsamo.

Il gruppo di ballo, nato quattroanni fa, si è esibito in una “pre-sentada”, quindi nella caratteri-stica coreografia de “sa cruxi” ein un classico ballo tondo.

Ogni componente i gruppi in-dossava il costume del suo paesedi origine, offrendo cosi un esal-tante policromia sul palco, dovead accompagnare i ballerinic’erano anche quattro strumenti-sti: Luciano Porcu di Domusno-vas (trunfa), Redento Loddo diLotzorai (flauto dolce), il fratel-lo Edoardo (armonica) e France-sco Canu di Mamoiada (armoni-ca).

Tale evento, dopo un po’, haassunto i contorni di un interes-sante confronto ravvicinato.

A salire sul palco infatti anchedue gruppi polifonici, quello lo-cale del Ducato di Piazza Ponti-da, che celebra i suoi ottant’annidi vita, con Maurizio Bellini allapianola e il coro Idica di Clusone.

Quest’ultimo ha impressionatoperchè accanto al prevedibile re-pertorio di canti della montagna edella regione lombarda ha inseri-to anche una riuscita elaborazio-ne di un classico del patrimoniosardo “No potho reposare”.

Un primo excursus su alcunicanti tradizionali sardi, inseren-dovi oltre all’inno “CunservetDeus su re”, anche filastroccheper bambini e trallallera campi-

danesi, l’ha offerto EmanueleGarau accompagnato alla chitar-ra da Marco Lutzu.

Entrambi gli artisti sono impe-gnati da tempo in un lavoro diricerca e studio sul patrimonioisolano che ha portato Garau apubblicare alcuni importanti vo-lumi sul ballo sardo, il duru duru,il repertorio religioso ed una bio-grafia su Marai Carta; il secondo,con studi di etnomusicologia aLa Sapienza di Roma, ad aggiu-dicarsi anche una borsa di studiopromossa dall’università di Ca-gliari su iniziativa della Fonda-zione Maria Carta.

La più espressiva forma vocaleisolana, quella del tenore, è statafatta rivivere dal gruppo Muralesdi Orgosolo composto da Mauri-zio Bassu (contra), Franco Corrias(oghe), Cosimo Mureddu (bassu)e Salvatore Musina (mesu oghe).

In due distinti momenti ha pro-posto delicati omaggi alla cittàbargamasca (“Saludu”) , muttosin ricordo di Maria Carta, i sonet-ti “No sies isciau” e “Sera deistiu”, per chiudere con un mixche comprendeva anche estrattida “Procurade de moderare, ba-rones sa tirannia”.

Di grande presa l’esibizionedi Andrea Parodi.

Il cantante accompagnato allachitarra da Gianluca Corona, hadapprima ricordato la figura diMaria Carta, ambasciatrice dellacultura sarda nel mondo, ripropo-nendo la sua versione dello “Sta-bat mater”; quindi ha eseguito“La maza”, un brano del cubanoSilvio Rodriguez che ama canta-re da alcuni anni nei suoi concer-ti live.

Bergamo gli ha poi offertol’opportunità di presentare un

brano inedito frutto della rinno-vata collaborazione con GinoMarielli dei Tazenda.

Ha poi chiuso la sua esibizionefacendo salire sul palco Enea Ca-bra, un giovane bergamasco nonvedente appassionato di musica ecanti sardi.

Con lui ha così intonato “Nan-neddu meu” tra l’entusiasmo del-la folla che ha sottolineato concaldi applausi la singolare per-formance.

Frenetici ritmi da ballo li han-no poi proposti dapprima i Furiase quindi gli Argia.

Il primo è il trio composto daOrlandso Mascia alle launeddas,Paolo Zicca alla chitarra e orga-netto e Bruno Camedda alla fisar-monica; sulle loro musiche han-no ballato ancora i componentidel gruppo folk di Cinisello Bal-samo.

Al termine di una vera e pro-pria maratona musicale, protrat-tasi per oltre quattro ore, i Furiashanno poi nuovamente raggiuntoil palco mentre si esibiva il quin-tetto degli Argia con AlbertoBalia alla chitarra e voce, EnricoFrongia alla voce ed altri curiosicongegni sonori, Massimo Perraalla fisarmonica e darbuka, FabioBellia al basso e Andre Ruggerilalla batteria. Anche gli Argiahanno proposto alcuni dei branipiù significativi del loro reperto-rio a partire dalla bellissima “La-rere bombo” introdotta dai versidel Montanaru.

È finita così venti minuti dopola mezzanotte, l’entusiasmantekermess musicale che in piazzaVecchia ha richiamato non soloemigrati sardi.

Particolarmente gradite infattile esibizioni da parte dei berga-maschi che hanno potuto ancheapprezzare alcuni prodotti tipicidell’enogastronomia isolana,esposti sotto un gazebo allestitosu iniziativa della Pro Loco diBolotana.

Nel pomeriggio la figura diMaria Carta era stata ricordatadurante un convegno tenutosinella accogliente sala Agazzidella associazione artigiani diBergamo in via Torretta 12.

Erano intervenuti il sindaco diSiligo Gianni Rassu e ToninoMulas, presidente della FASI,che hanno sottolineato il ruoloimprescindibile di Maria Carta esul suo profilo artistico e umano,il figlio della cantante DavidMancini, giunto da Roma e parti-colarmente commosso per questoomaggio alla madre.

Le principali tappe della suaevoluzione artistica le aveva poiillustrate Emanuele Garau, auto-re come detto di un libro biogra-fico su Maria Carta, Momenti diemozione quando la cantante si ècome materializzata nella sala at-traverso le immagini raccoltedall’estensore di queste righe; inun filmato di una ventina di mi-nuti Maria Carta è apparsa ese-guendo alcuni suoi motivi piu ce-lebri compreso “Deus ti salvetMaria”, proponendo anche alcu-ne sue riflessioni sul ruolo dellacultura musicale sarda, sull’atti-vità da lei svolta e sui motivi chela spinsero anche nella parte fina-le della sua carriera a voler can-tare in italiano.

Un piccolo capriccio, per cosidire, perdonabile considerandol’illuminante e importantissimaparabola artistica della cantanteche Siligo celebrerà ora a settem-bre con l’inaugurazione del mu-seo in paese e l’effettuazione del-la seconda edizione del premio alei intitolato.

Speciale Emigrazione16 • Agosto 2004

A Parigi il primo incontrodell'assessore del Lavoro

con gli emigrati sardiMaddalena Salerno ha colto l'occasione dell'inaugurazione di una mostra-vetrinadella cultura e dell'arte sarde, in una galleria di Place de Vosges, per una visita al

circolo "Domosarda" e per il primo approccio diretto con il mondo dell'emigrazione– Ha sollecitato proposte per costruire progetti da realizzare insieme – Il presidente

Costantino Falchi ha illustrato la condizione dei sardi in Francia

servizi e foto dell'inviato Gianni De Candia

Nella sede del circolo di Pa-rigi si è svolto anche l’incontro tra l’assessore Mad-

dalena Salerno, il direttore genera-le Roberto Neroni e il direttore delServizio Emigrazione dell’ assesso-rato del Lavoro con i manager coin-volti nel progetto di partenariato.

Alla riunione, che è servita perfare il punto sulla situazione, han-no partecipato i manager CarlaBoi, per la Francia, Gianluca Espaper la Gran Bretagna, AlbertoMario Delogu per il Canada,Frank Marras per l’ Olanda, Va-lentina Pinna per il Belgio e Do-menico Canu per la Germania.All’incontro hanno assistito ancheLuciana Marongiu e MarcellaMura, che in assessorato seguonole pratiche del partenariato e Cor-rado Monteverde che ha realizza-to la banca dati.

I manager hanno esposto le va-

rie problematiche emerse nellaloro esperienza, hanno indicatole difficoltà incontrate e avanza-to proposte e suggerimenti.

L’ assessore Salerno ha presonota e ha ribadito che per il suc-cesso dell’iniziativa di interna-

zionalizzazione delle aziendesarde è indispensabile coinvol-gere enti e organismi rappresen-tativi del mondo produttivo sar-do. E ha insistito molto su unpunto: la necessità di coordinarele azioni e gli interventi.

Da sx: Carla Boi, Domenico Canu, Gianluca Espa, Valentina Pinna,Corrado Monteverde, Alberto Mario Delogu e Frank Marras

Vertice con i manager del partenariato

È avvenuto a Parigi, luogo incui si sono consumati inpassato tanti avvenimenti

significativi della storia del-l’emigrazione sarda organizzata,il primo contatto tra il nuovo as-sessore del Lavoro, MaddalenaSalerno, e i rappresentanti deisardi fuori dall’Isola. L’occasio-ne della visita a Parigi, a fine lu-glio, è stata l’inaugurazione diuna prestigiosa mostra-vetrinadella cultura e dell’arte sarda, inuna galleria della Place de Vo-sges, nel cuore del Marais. Lamostra (alla quale dedicheremoun apposito servizio nel prossi-mo numero del Messaggero) hafatto da cornice alla presentazio-ne delle migliori produzioni sar-de nell’ambito del progetto dipartenariato per favorire la inter-nazionalizzazione delle impreseisolane.

L’assessore Salerno – in caricada meno di un mese – ha volutocogliere l’opportunità per incon-trare il presidente CostantinoFalchi e alcuni dirigenti del cir-colo “Domosarda” di Parigi, peravere il primo approccio direttocon il mondo dell’emigrazione.

All’incontro hanno partecipatoanche il Direttore generale del-l’assessorato Roberto Neroni, e ilDirettore del Servizio Emigra-zione, Marco Ghiani.

La signora Salerno ha solleci-tato “proposte concrete” e ha su-bito precisato che “non sono ve-nuta a fare promesse”. “Sonoconvinta che gli emigrati sianouna risorsa – ha detto introducen-do l’incontro nella sede del circo-lo – una risorsa che va valorizza-ta e utilizzata. Per far ciò – haproseguito – ritengo si debba co-struire un rapporto diverso dalpassato perché ci sia una ricadu-ta per la Sardegna ma anche per-ché si valorizzino gli emigrati neiluoghi dove risiedono”.

Per costruire insieme questonuovo rapporto – ha proseguito –occorre che ci sia uno scambio diinformazioni. “Vi invito – ha det-to l’assessore Salerno – a fareproposte concrete. Siete voi gliambasciatori della Sardegna nelmondo. C’è la necessità di unascolto diverso dal passato dellevostre proposte. Per fare azionidi qualità”.

L’assessore Salerno ha ribadi-to che occorre mettere a puntoprogetti concreti che abbiano ri-cadute concrete sia per gli emi-grati che per l’Isola e per fare ciòè necessario che siano coinvoltialtri soggetti anche in Sardegna.E si è impegnato a realizzare “in-terventi più qualificati e produtti-vi che in passato”.

Costantino Falchi – che era af-fiancato da Rosalino Mastio,Battista Solinas, Giuseppe Gui-so, Pietro Mele e Rosita Falchi -ha ringraziato l’ assessore per ilgrande onore di aver voluto sce-

gliere Parigi per il suo “battesi-mo” con l’ emigrazione. Falchiha anche avuto parole di apprez-zamento e di condivisione sui ri-lievi fatti dall’ assessore per ilpassato. Ha ricordato all’assesso-re che “la struttura dei circoli e leorganizzazioni degli emigratisardi all’ estero sono la cosa piùbella e importante fatta dalla Re-gione sarda. Nessun’altra regio-ne italiana – ha ribadito – ha que-ste strutture. L’appunto che sipuò muovere è che non sempre èstata capita l’importanza di que-sta organizzazione che non è sta-ta adeguatamente sfruttata.

Falchi, in particolare, ha la-mentato il mancato coinvolgi-mento dei circoli nei progetti delpartenariato. “Siamo stati dimen-ticati”, ha detto.

“No siamo ambasciatori – haproseguito – ma cerchiamo dirappresentare degnamente la Sar-degna. Il nostro impegno e il no-stro contributo per favorire la co-noscenza e lo sviluppo della Sar-degna c’è sempre stato. Voglia-mo essere coinvolti – ha conclu-

so – nell’ideare e nel realizzare iprogetti”.

Progettare insieme“Non faccio mai promesse – hasubito ribadito l’assessore – enon assumo impegni che nonsono in grado di mantenere, per-ché so quanto male faccia sentir-si tradire. Vengo da famiglia diemigrati, come tante famiglie inSardegna, e per questo che hoquesta sensibilità nei vostri con-fronti. Ripeto che non sono incondizioni di fare promesse.Sono in carica da meno di unmese in un assessorato moltocomplesso in cui si scaricanogravi tensioni sociali. Devo do-cumentarmi, conoscere i proble-mi. Sono certa che ci sarà un re-troterra di cose fatte e di propo-ste. Datemi il tempo di studiarle.Voglio fare progetti con voi, nonfar cadere dall’alto le scelte e ledecisioni. Non voglio scavalcar-vi. Voi siete i soggetti e doveteessere i protagonisti e non i com-primari. Vi chiedo un atto di fi-ducia”.

L’incontro si è presto trasfor-mato in uno scambio di pareri eproposte. Falchi ha chiesto “l’im-pegno a riconoscere che il mondodell’emigrazione esiste e ha unasua struttura” e ha lamentato chespesso in passato la Regione hascavalcato questo apparato di cir-coli e federazioni. “Anche nelprogetto di partenariato – ha det-to – siamo stati esclusi. Non èconcepibile che la Regione fac-cia una manifestazione a Parigi eche il circolo non sia coinvolto”.L’assessore è rimasta sconcerta-ta “veramente io sapevo diversa-mente”. (Il direttore del ServizioEmigrazione, Marco Ghiani, hachiarito che i dirigenti del circo-lo erano stati tempestivamenteinvitati all’iniziativa).

L’assessore ha colto lo spuntoper precisare le linee che intendeseguire in questo campo. “L’in-ternazionalizzazione delle azien-de sarde è cosa talmente com-plessa – ha detto – che non puòessere gestita dalla Regione odall’assessorato del Lavoro. Oc-corre il coinvolgimento di tutte lestrutture delegate, che abbiamocompetenza per poter promuo-vere le imprese sarde nel mondo.Per raggiungere gli obiettivi è ne-cessario coinvolgere i circoli chesono le nostre antenne nei varipaesi”.

Il Direttore Generale Neroni haricordato che gli emigrati e leloro strutture sono stati i primi afar conoscere la Sardegna e i suoiprodotti nel mondo. L’idea delpartenariato – ha precisato – na-sceva proprio da questa constata-zione e dalla volontà di coinvol-gere le comunità dei sardi fuoridall’isola perché favorissero ilprogetto di internazionalizzazio-ne delle imprese sarde, aprendo

loro nuovi mercati o favorendo laloro crescita con investimenti dicapitali.

Il Direttore del Servizio Emi-grazione ha ricordato che l’ as-sessorato aveva affidato la ge-stione del progetto alla Societàdel Parco Scientifico e Tecnolo-gico della Sardegna, che non hadato i risultati sperati tanto cheda circa un anno l’incarico è sta-to assunto direttamente dall’as-sessorato. “Questo – ha precisato– è il primo incontro da quandoc’è stato il cambio di gestione”.

I sardi in FranciaSollecitato dall’assessore Co-stantino Falchi ha fatto una rapi-da ma incisiva descrizione del-l’emigrazione sarda in Francia.Ha spiegato che in questo mo-mento si sta vivendo una situa-zione di grave crisi economica esociale con oltre due milioni didisoccupati e sei milioni di emar-ginati, con tensioni locali e confenomeni di razzismo allarmante.“I sardi – ha precisato – sono trai più colpiti dalla crisi”. Per capi-re la situazione – ha spiegato -bisogna tener conto che la Fran-cia si puo’ dividere idealmente indue dall’alto in basso: a Ovest lasituazione economica dal Nordindustriale al Sud agricolo è buo-na, non si sono disoccupati, manon ci sono neppure emigrati. Lamaggior parte dei sardi è concen-trata a Est, nella zona mineraria,da Lille a Valenciennes, daDouai e Sedan, da Famek a Fare-bersviller, da Bruay Sur Escaut, aBehren Les Forbach, da Monde-lange a Le Creusot la situazione èdrammatica perché l’industria èscomparsa e le miniere sonochiuse. In tutte queste zone,come dimostra il numero dei cir-coli, la presenza di sardi è moltoalta. Chi non era in pensione è di-soccupato. Il dramma vero è del-le seconde generazioni che nonhanno un’adeguata preparazioneper reinserirsi nel mondo produt-tivo. Falchi ha poi completato ilquadro con le altre zone in cui piùelevata è la presenza di sardi, daLione a Grenoble, per poi soffer-marsi sulla zona di Parigi. Al cir-colo sono iscritte circa 2000 fa-miglie ma il 95 per cento vivefuori dalla città nella periferia.

“Per poter programmare gli in-terventi – ha detto la signora Sa-lerno – occorre conoscere daticerti. È indispensabile un’anagra-fe. Uno dei nostri impegni – haconcluso – potrebbe essere quellodi un progetto per conoscere la re-altà dell’emigrazione sarda”.

Ghiani ha annunciato che unostramento utile per realizzare ilcensimento potrà essere il porta-le dell’ assessorato che oltre adare informazioni ai sardi nelmondo potrà essere impiegatoanche per acquisire informazionisulle diverse realtà

Speciale EmigrazioneAgosto 2004 • 17

L'erede al trono e la bellissima consorte sono stati accolti con calore dalla comunità sarda – L'incontrovoluto da Anna Maria Sechi dinamica presidente del circolo – Una poesia in limba per ricordare

l'avvenimento – Giornalisti esclusi, ammesso solo il Messaggero Sardo

BELGIO

Il principe Filippo e Matildeal circolo di Charleroi

per incontrare gli emigrati sardi

Se li vedi, li conosci e ci par-li, ti rendi conto perché inBelgio la monarchia sarà

eterna. Il principe ereditario Fi-lippo e la bellissima consorteMatilde sono arrivati con qualchemezzoretta di ritardo, ma al cir-colo “Quattro mori” sono arriva-ti. Volevano conoscere la realtàdegli immigrati sardi, e hannoavuto, con dovizia di particolari,tutte le spiegazioni che desidera-vano. Il circolo - 1.800 iscritti,400 dei quali a pieno titolo, gli al-tri “laici”- li ha accolti come siconviene. La dinamica e efficien-te presidente, Anna Maria Sechi– professione podologa, radici aPerfugas, moglie di un minatoredi Marcinelle, da più di cin-quant’anni in Belgio – ha limita-to gli inviti: solo un centinaio,per evitare caos. Giornalisti tas-sativamente esclusi, eccezionfatta per l’inviato del “Messagge-ro”. Il circolo di Chatelineau,cinque chilometri da Charleroi,proprietà del Comune, grandeparcheggio antistante, è ampio econfortevole: quattro vasti vanicon poster della Sardegna in tut-te le pareti, arredamento di buo-na classe. Eppure è diventato in-sufficiente, per alloggiare lagrande massa di prodotti che,mensilmente, arrivano dalla Sar-degna.

All’esterno, a debita distanzadall’ingresso del circolo, non sicontano le Mercedes e le Bmwposteggiate, simboli di un benes-sere ritrovato, dopo la paurosacrisi del comparto minerario,che, dagli anni Cinquanta in poi,aveva attirato tanti italiani.

Filippo e Matilde arrivano alle14.30 (l’invito della Sechi era perle 13.30, ma, per questioni di or-dine e di etichetta, aveva barato)e scatenano una messe di applau-si: lei alta, bionda, avvenente,giacca rossa in lino, jeans e scar-pe da ginnastica, lui ugualmenteaitante, giacca di renna, pantalo-ni beige, camicia celeste slaccia-ta. A lei porgono dei fiori, chegradisce. Poi qualcuno mette loroal collo due collari (porta cellula-re o portachiavi) con la ripetutascritta Sardegna. I principi sem-brano non gradire e, poco dopo,con naturale nonchalance, se lisfilano e li affidano alle pocosimpatiche e eccessivamente vi-gili body-guard.

Alla inconsueta cerimoniasono presenti il presidente dellaFederazione dei circoli in Belgio,Efisio Etzi, i presidenti del circo-lo di Bruxelles, Martino Mastinu,di quello di Mons, Ottavio Soddue di quello di La Louviere Silva-na Serra, il console italiano Giu-lio Picheca, il sindaco di Charle-roi, Jacques Van Gompel con ilsuo vice Leon Casaert e il primocittadino di Chatelet, DominiqueBranders Reiner, una bionda av-venente e tutt’altro che astemia.

Comincia la visita: i reali si

servizi dell'inviato Gino Zasso

soffermano con attenzione adogni quadro: lei accarezza condolcezza il capo di tanti bambini,lui, monopolizzato dalla signoraGavina Piras, in Belgio da più di50 anni, si sofferma a lungo da-vanti a una cartina turistica dellaSardegna e chiede lumi, oltrechésulla Costa Smeralda, sull’AgaKhan e su mister Barrack, suS’Archittu, la stupenda spiaggiadella costa occidentale, dove dicedi aver trascorso una bellissimavacanza da scapolo e dove spera

di tornare al più presto con laconsorte, che in Sardegna non c’èmai stata.

Si soffermano, con classe rega-le, davanti al buffet. Lui chiedeun cappuccino, lei un caffè lun-go, e, dalla tavola imbandita, as-saggiano i dolcetti sardi. Il prin-cipe sceglie un pirichittu, la mo-glie una tiricca: sorridendo laprincipessa annuisce in segno dialto gradimento e ne porta unpezzetto alla bocca del maritoperché lo assaggi. Poi in alto icalici e brindisi con vino brut,naturalmente sardo. Con mada-me Sechi cicerone perfetto, guar-dano con grande interesse la mo-stra di pannelli che rappresentano,con crudo realismo, varie fasi del-la “guerra del carbone”. I principifanno numerose domande, comese ignorassero molti avvenimentiche pure hanno segnato la vita delloro Paese. «È la nostra storia, maè anche la storia del Belgio»,commenta la presidente del circo-lo, e loro concordano.

Successivamente i presenti sidispongono in circolo, al centrodel quale due giovani, la ragazza,Sabrina Atzori con il costume diQuartucciu, il partner, AlessandroD’Angelo, con quello di Samu-gheo, si esibiscono in uno spetta-colare ballo a tre passi.

I reali sono letteralmente entu-siasti e non distolgono neancheper un attimo lo sguardo da queipiedi che si muovono con tantamaestria.

Dopo il balletto l’ufficialità.Filippo e Matilde firmano il regi-stro degli ospiti, poi ricevono latessera di soci onorari del circo-lo e due volumi d’arte, dono del-l’assessore regionale del LavoroMaddalena Salerno: “Sardegna,1896 chilometri di coste” di An-tonio Franco Fadda, edizioniCoesar, e “Sardegna, il coloredelle stagioni”, fotografie di Pie-tro Pes, testi di Antonio Roma-gnino, Carlo Delfino editore.

Anna Maria Sechi indirizza

loro un saluto a nome di tutta lacomunità. «Monseigneur, mada-me, monsieur le représentant del’ambassadeur d’Italie, monsieurle consul général, madame lebourgmestre de la ville de Chate-let, monsieur le bourgmestre dela ville Charleroi, mesdames,messieurs, chers membres etamis. Oggi è per noi un giornoeccezionale e bellissimo - esodi-sce la presidente - Signore, si-gnora, la vostra presenza qui cionora, è un privilegio per tutti isardi di Charleroi, ma anche pertutti i sardi del Belgio, il cui nu-mero, tenendo conto della terza edella quarta generazione, si sti-ma, in più o meno 35mila. Lamaggior parte di noi è qui daglianni Cinquanta, e abbiamo vissu-to la “guerra del carbone”, un pe-riodo difficile della nostra vita,(l’emigrazione, il lavoro nellaminiera), e non è stato facile vi-vere per i nostri parenti e per noistessi.

Siamo cresciuti fra tutte questedifficoltà e gli anni del carbonehanno segnato la nostra vita: Lefoto che vedete in questa salasono la testimonianza dei nostriprimi anni in Belgio, noi abbia-mo voluto farne una documenta-

zione per poter meglio racconta-re la nostra storia alle giovanigenerazioni.

«La comunità sarda – ha prose-guito la presidente - è ben inte-grata e ben organizzata: abbiamodiverse associazioni – Bruxelles,Genk, Liegi, La Louviere, Monse Charleroi – che formano unaFederazione che coordina le di-verse attività socio-culturali eserve da trait d’union con l’am-ministrazione regionale dellaSardegna. Le nostre associazionisopravvivono grazie ai sussidiche ci arrivano dalla RegioneSardegna: è un aiuto preziosissi-mo, che ci permette di coprireparzialmente le spese logistiche edi funzionamento. La nostra as-sociazione “Quattro mori” contacirca 1.800 membri di tutte le na-zionalità e, fra le nostre attivitàpiù importanti cito la partecipa-zione, i qualità di ospiti d’onore,al “Salone delle vacanze e deltempo libero”, che si è tenuto aCharleroi nello scorso febbraio.Inoltre da oltre quattro anni im-portiamo, direttamente dai pro-duttori, generi alimentari tipica-mente sardi, che vendiamo aimembri del nostro circolo allostesso prezzo praticato in Sarde-gna. L’obiettivo perseguito nonsono i soldi, ma la possibilità diunire ancora di più la Sardegna eil Belgio. Perché, malgrado sia-mo qui da numerosi anni, ci man-ca il sole di Sardegna. Ma tengoanche a dire che quando ritornia-mo in Sardegna per due o tre set-timane è la buona pioggia belgache ci manca.

«Monseigneur, madame – è laconclusione - merci d’être avecnous. Nous sommes tres hereuxde vous recevoir. Bien venus par-mi les sardes, bien venus àChâtelineau».

Poi, da una pergamena checonsegna, legge una poesia inlimba:

«A su prinzipe Philippe e a saprinzipessa Mathilde de su Bel-giu / sa nostra umile riverenzia /pro aere oe in cust’ora/ cun s’in-soro nobile presenzia / onoraducusta sarda dimora. /Sos ben’en-nidos zezis tra nois / in su circulusardu de Charleroi. / Bos diatDeus su donu divinu / chi bos il-luminet su caminu / Nostra si-gnora bos siat de guida / in d’ognidie de sa vida».

I reali non capiscono una paro-la e si guardano perplessi, maquando Anna Maria Sechi tradu-ce i versi in un perfetto francese,sorridono felici.

La festa è finita. Stringendodecine e decine di mani, Filippo eMatilde del Belgio, tra applausiscroscianti salgono sulla “Cry-sler grand voyager” e, precedutie seguiti dagli uomini della sicu-rezza, si avviano alla reggia.

E prima di varcare il cancellodi uscita salutano ancora una col-ta con un gesto della mano.

Pino Cerami e il sindaco di Charleroi

Gonario Murru, Efisio Etzi, Pino Cerami e Natalino Carzedda La presidente del circolo Anna Maria Sechi con la principessa Matilde

cultura18 • Agosto 2004

Interesse dell'Unescoper le “conche”

della GalluraPremiato l'impegno del pittore Francesco Aramu che da oltre 12 anni è impegnato alla

“scoperta” delle prime dimore dell'uomo gallurese - Un libro e numerose mostre inItalia e all'Estero - Il segretario generale del Dipartimento ISOLE, dell'organizzazioneinternazionale, Pier Giovanni d'Ajala, in un intervista ribadisce la volontà di voler

tutelare queste affascinanti architetture spontanee granitiche

Un libro di Mauro Maxiasull'origine dei dialetti

sassarese e gallurese

ATTUALITÀ

di Marco Aresu

Durante la presentazione, aLuogosanto, del nuovo li-bro di Mauro Maxia, il

giovane perfughese già moltonoto per i suoi scritti sulla Sarde-gna, che definirei oltre che belli,“necessari”, qualcuno, riferendo-si a Massimo Pittau che illustraval’opera, ha detto:

«Mauro Maxia è uno di quelliche hanno avuto la grazia di esse-re scoperti e sostenuti da quel co-losso dai piedi di ossidiana e dalcervello d’oro (cui in molto han-no attinto e attingono senza im-poverirlo), che è il professor Pit-tau. Una grazia che se uno, anchese meritevole come Maxia, nonha la fortuna di ottenere rischia dirimanere nell’ombra». Un rico-noscimento dovuto all’illustrepresentatore.

Un vanto per il giovane scritto-re che, se non fosse emerso nonavrebbe potuto dare alla Sarde-gna, o almeno a una parte di essa,un prezioso strumento di studiocome questo di cui si tratta: Tra

Sardo e Corso. Studi sui dialettidel Nord Sardegna, edito dallasassarese Magnum Edizioni e dapoco in vetrina. E come altri cheMaxia ha dato alle stampe in que-sti ultimi anni.

Tra i più noti: Il nome di luo-go dell’Anglona e della bassavalle del Coghinas, La diocesi diAmpurias, studio storico-ono-mastico sull’insediamento uma-no medioevale, Studi storici suidialetti della Sardegna setten-trionale.

Mauro Maxia, che da semprelavora nella scuola, è uno squisi-to linguista che insegna attual-

mente, come docente a contratto,lingua sarda all’Università diSassari (ha insegnato tale disci-plina anche all’Università di Ca-gl iari ).

«I dialetti sassarese e gallurese- scrive nella premessa -, la varie-tà “settentrionale” del logudore-se e le parlate alloglotte dell’An-glona (Castelsardo e Sedini) rap-presentano una zona ancora inombra della linguistica romanzasulla quale le opinioni degli stu-diosi non sono concordi. Ciò di-pende, principalmente dal man-cato chiarimento della loro origi-ne».

al corso di Sartèna”, riteneva diformazione relativamente recen-te. Lo spopolamento di gran par-te della Gallura e, di riflesso, laproduzione di un minor numerodi documenti che, quando esisto-no, sono in gran parte frammen-tari, impediscono di affrontare laquestione con la necessaria sicu-rezza.

Tuttavia gli elementi di cui sidispone appaiono sufficienti persostenere la vigenza di questo dia-letto già intorno alla metà delQuattrocento». Scoperta, questa,di cui Maxia può andar fiero, con-tro chi affermava fino a qualcheanno fa che il gallurese sarebbenato ai primi del Settecento. Fieroperché non improvvisa. Perchétrova e cita documenti. Perché sa“dedurre” usando le armi propriedel la r i cerca scientifica.

Il libro, che consta di otto capi-toli, ha caratteri nitidi che con-sentono una lettura facile indi-spensabile per una fruttuosa con-sultazione.

Ecco, tutto l’ordito del libro hacome assunto lo sforzo ordinato epuntuale per gettare un po’ diluce, o almeno diradarne l’om-bra, sull’origine di questi dialet-ti. E i risultati non mancano. Neciteremo solo uno, anche per nontogliere al lettore il gusto di sco-prirli leggendo con attenzione le188 pagine del libro. «Apparen-temente», scrive ancora Maxia,dopo aver accennato al logudore-se settentrionale e alla genesi deldialetto sassarese, «meno com-plesso sembrerebbe il discorsorelativo al gallurese che Wagner,indicandolo come “molto vicino

Le cavità galluresi, le con-che, dominano l’arte diFrancesco Aramu, pittore

78enne nativo di La Maddalenada decenni residente a Milano,autore di un bel libro: “Raqama.Disegni del tempo nel granito”,con dipinti e scritti dello stessoAramu, di Wally Paris e AngelaAntona, con foto di GiovanniRicci. Un viaggio fra i segni la-sciati dal tempo in milioni dianni fra i graniti della Gallura.Le conche, come ha spiegatoParis, non sono le caverne terri-fiche rammentate dalle leggendedel mondo medievale mediterra-neo: esse appaiono siti di sogno,nei quali si gode lo spettacolodel cielo infinito garantendo unaprotezione da quanto vi è al-l’aperto.

L’impegno di oltre 12 anniteso alla “scoperta” delle primedimore dell’uomo gallurese è di-ventato un libro ma anche unaMostra che, quasi itinerante, èproposta dalle Amministrazionidelle maggiori città italiane(l’ultima su Raqama, vocaboloche significa traccia-segno, ilmese scorso a Finale Ligure confoto, disegni e dipinti di Aramu)ed estere. Lo stesso Unesco, tra-mite il segretario generale delDipartimento Isole, Pier Gio-vanni d’Ajala del quale Aramuha raccolto una intervista, hapreso a cuore la difesa di questeaffascinanti architetture sponta-nee granitiche. Aramu ha pre-sentato trentenne la prima perso-nale a Milano dove ricevettel’Ambrogino d’oro esponendo

poi le sue opere in tante città ita-liane e straniere (da Roma a Pa-rigi, da New York a Monaco).

Di recente vi è stato l’incontrodi Aramu, accompagnato dal suoamico dott. Massimo Citro, aParigi con il segretario generaleper il Progetto isole (Insula-In-ternational Scientific Councilfor Islands Development), PierGiovanni d’Ayala, conosciutodall’artista a Chalki, minuscolaisola del Dodecanneso, dove sitrovava per studiare i Kifi (leprime abitazioni). L’esponentedell’Unesco ha mostrato interes-se per le “Conche” per cui Ara-mu ha ritenuto che “potesse inqualche modo essere lui la per-

sona adatta per riuscire ad otte-nere dall’Unesco la tutela da metanto auspicata delle Conche su-perstiti annoverandole nel Patri-monio dell’Umanità”, e l’incon-tro è stata anche una opportuni-tà per fargli una “intervista”,con diverse domande fra le qua-li anche alcune sulla Sardegna esulla “scoperta” delle conche.

Avete programmi per l’im-mediato e per il futuro che ri-guardino la Sardegna?

“Fra i vari programmi delleenergie rinnovabili – ha rispostoD’Ajala ad Aramu – coordinia-mo una azione che concerne tut-te le piccole isole europee, per laquale coopera anche la Sardegna

attraverso l’arcipelago dellaMaddalena. L’Ente incaricato facapo a Giovanni Rassu, diretto-re del “Punto Energia di Sassa-ri”. La Sardegna non è una pic-cola isola naturalmente, il chenon toglie che Insula collaboricon le sue autorità regionali. LaSardegna è una isola grande main quanto tale ha una sua storia.

La sua economia è sempre statasviluppata sulle risorse del terri-torio interno (pastorizia, mine-rali etc.). Il sardo non è stato maimarinaio, la pesca era tradizio-nalmente praticata negli stagni,era lagunare e non di alto mare.Cosa che ha rinforzato la pro-pensione verso l’interno è il fat-to che la Sardegna è stata sottodiversi conquistatori”.

Che cosa pensi della mia“scoperta” (le Conche), primedimore dell’uomo in Gallura?

“Le forme perenni di pietracon caratteristiche eccezionali –ha detto D’Ajala ad Aramu –hanno sempre attirato l’uomoperché suggeriscono una sacra-lità soprattutto all’uomo preisto-rico legato all’integrazione an-che spirituale con il territorio ecosì divengono tombe, luoghi diculto e abitazioni. Le Case delleFate (Domus de Janas) eranotombe”.

Fra le proposte, infine, anchela possibilità di coinvolgerel’Unesco per la tutela e difesa diquesto patrimonio recuperato eannoverarlo fra quelli definitiPatrimonio dell’Umanità ancheattravesro la richiesta da parte dicanali “competenti” quali adesempio la Regione.Da six. Massimo Citro, Francesco Aramu e Giovanni D'Ayala

di Franco Fresi

MuseiAgosto 2004 • 19

La Cittadella di Cagliarie i suoi grandi tesori

Il complesso Cittadella dei Musei è stato realizzato, fra la metà degli anni ’50 e la finedegli anni ’70, su progetto degli architetti Cecchini e Pietro Gazzola, sulla struttura

dell'antico forte e arsenale piemontese che era stato costruito su precedenti operedifensive iniziate dai pisani e proseguite poi in più riprese dagli spagnoli - Ospita il

Museo Nazionale Archeologico, tra i più importanti d'Italia - la Pinacoteca Nazionale,la Collezione d'arte siamese “Stefano Cardu” e la Collezione delle Cere anatomiche di

Clemente Susini - È in allestimento anche un'esposizione etnografica

VISITA AI MUSEI DELLA SARDEGNA

In Sardegna c’è un ragguarde-vole numero di musei di variotipo, forse addirittura troppi

tenendo anche conto del fattoche, per molti aspetti, tutta l’Iso-la è un museo. Per ora vediamoun po’ i musei veri e propri. Ini-zieremo citando prima i più im-portanti, attualmente, e cioèquelli di Cagliari e Sassari.

A Cagliari esiste una Cittadel-la dove vi sono alcuni musei lacui competenza è suddivisa travari enti: i Ministeri dei BeniCulturali e Ambientali e dellaPubblica Istruzione (Universi-tà), la Regione, il Comune diCagliari. Sono il Museo Nazio-nale Archeologico, la Pinacote-ca Nazionale, la Collezioned’arte Siamese Stefano Cardu ela Collezione delle Cere anato-miche di Clemente Susini. È inallestimento anche un’esposi-zione etnografica.

Il complesso della Cittadella èstato realizzato, fra la metà deglianni ’50 e la fine degli anni ’70,su progetto degli architetti Libe-ro Cecchini e Pietro Gazzola,sulla struttura dell’antico forte earsenale piemontese che era sta-to costruito su precedenti operedifensive iniziate dai Pisani eproseguite poi in più riprese da-gli Spagnoli. Con un felice inse-rimento di materiali modernicome il cemento armato, il vetroed i profilati metallici, è sortauna splendida opera sia per la si-stemazione degli ambienti cheper la posizione panoramica.Notevole anche la sistemazioneinterna del giardino con essenzetipiche della Sardegna. Da varipunti si vedono splendide vistepanoramiche della città e dellazona circostante. Si trova nellaparte più alta del Castello, l’an-tico quartiere di Cagliari, ed ètutta in pendio.

Si entra dalla piazzetta Arse-nale dove si arriva passando sot-to i tre porticati che danno dauna parte sul viale Buoncammi-no, la porta Cristina, da un’altra

sul quartiere di Castello e dal-l’altro verso il Terrapieno. Sipassa accanto alla torre di SanPancrazio, una delle torri pisaneche sorgono sui principali acces-si al quartiere. Ora ve n’è soloun’altra, quella dell’Elefante,che si trova nei pressi del Palaz-zo dell’Università e sovrasta lapiazza Yenne. La terza, quelladell’Aquila, non esiste più an-che se c’è ancora la porta, vicinoal Bastione di San Remy. La tor-re dell’Elefante, così come le al-tre torri pisane, è quadrata conun lato, quello interno, aperto:venivano costruite così per favo-rire i movimenti difensivi ed ilrifornimento dei materiali. Sipuò visitarla e dai vari piani siammira uno spettacolare pano-rama.

Si passa per il bellissimo por-tale di ingresso dell’antico Arse-nale e si entra in un vasto spiaz-zo, dove appunto si trovano mol-te piante caratteristiche dellaSardegna, con le varie stradinedi accesso, per lo più a gradini,ma con una corsia per il passag-gio a scivolo. Attorno vi sono gliedifici che in passato erano adi-biti a caserme, depositi e stalle.Nel principale, di fronte a sini-stra, si trova il Museo Archeo-logico Nazionale, dipendentedalla Soprintendenza Archeolo-gica di Cagliari e Oristano, chesi sviluppa su diversi piani: alpiano terreno è ottimamente si-stemata un’esposizione di nu-merosi reperti che offre un qua-dro complessivo ed esaurientesulla preistoria e storia dellaSardegna, dal Neolitico Anticoall’Alto Medioevo. È basato sucinque filoni relativi ai periodiprenuragico, nuragico, fenicio-punico, romano e, infine, dellatarda età romana e alto medieva-le fino all’VIII sec. d.C. I trepiani superiori sono dedicati a

temi specifici di varie zone del-la Sardegna Meridonale: Caglia-ri, il Sarrabus-Gerrei, la Mar-milla, la Trexenta, il Campidanoed il Sulcis Iglesiente mentre ilquarto è dedicato all’Oristanese.Pannelli in lingua italiana illu-strano molto bene e con chiarez-za gli aspetti storici e culturali.

La Sardegna ha un ecceziona-le patrimonio archeologico, noninferiore a quello di altre zonedel mondo, forse più conosciute.Nel Museo, infatti, è di straordi-naria importanza la sezione prei-storica, con parecchi esemplaridei famosi bronzetti nuragici ealtre opere di quell’epoca: cera-miche dei vari periodi culturali,statuette della Madre Mediterra-nea e Venerette, parti delle sta-tue dei guerrieri in arenaria rin-venute a Monte Prama, nel Si-nis, zona di Oristano, armi estrumenti in ossidiana, pietra eosso, bronzo e ferro, e vari orna-menti. Anche la sezione fenicio-punica, è molto importante conreperti provenienti da varie loca-lità, come la collana di Olbia,scarabei e monili vari in metallipreziosi. Interessanti i reperti re-lativi della presenza romana nel-l’Isola (statue, ceramiche, vetri,gioielli, monete, sarcofagi) equelli del periodo alto medievale(monili e corredi funebri).

La visita prosegue con la Pina-coteca che si trova nello stessocomplesso ma con altro ingres-so: occorre riprendere e salire lestradine di accesso e arrivare do-v’erano le stalle dell’Arsenale,un ambiente che è stato sistema-to molto bene. Nella PinacotecaNazionale, che dipende dallaSoprintendenza ai Beni cultura-li e Ambientali, è conservata unacollezione di splendidi «reta-bli» di autori catalani e sardi del’400 e ’500 tra cui il “retablodell’Annunciazione” di Joan

Mates, il “retablo di San Ber-nardino” di Joan Figueras eRafael Thomas, il “retablo dellaVisitazione” di Juan Barcelo, il“retablo della Porziuncola” delMaestro di Castelsardo, il “reta-blo del Giudizio Universale” delMaestro di Olzai, il “retablo disant’Eligio” del Maestro diSanluri, poi parti di retabli deisardi Lorenzo, Pietro e MicheleCavaro, Antioco Mainas.

Retablo significa “dietro il ta-volo”, il tavolo dell’altare nellechiese, e, infatti, erano semprecollocati in quel punto. Sonodelle opere molto belle e interes-santi, tipiche della cultura iberi-ca, che non si trovano in altre re-gioni italiane (anche se ve nesono di simili, note come paled’altare). In Sardegna ve nesono parecchi in chiese di alcu-ne zone: se ne trovano nel NordSardegna (famosi i retabli di Ar-dara, di Perfugas, di Ozieri), sene trovano ad Iglesias, nellaMarmilla, in molti paesi attornoa Cagliari. Consistono in ungrande pannello di legno, suddi-viso in vari scomparti, uno prin-cipale al centro, altri sui fianchi,sopra, una serie chiamata pre-della sotto, con magnifiche cor-nici dorate. Le tavole, general-mente in legno anche se in se-guito furono dipinte su tela,sono di soggetto religioso, dedi-cati, per esempio, ad un Santo ea momenti della sua vita. Quasitutti sono stati restaurati moltobene e hanno un notevole inte-resse artistico e storico. Come siè detto i primi a eseguirli sonostati pittori catalani, ma succes-sivamente vi furono molti auto-ri sardi, i cagliaritani dellaScuola di Stampace, con la fami-glia Cavaro, Antioco Mainas ealtri. Di alcuni non si conosce ilnome e sono chiamati “ Maestrodi …. ” col nome della localitàdove si trovano i suoi dipinti maultimamente si sta cercando diidentificarli.

Nella Pinacoteca vi sono altreopere di considerevole impor-tanza per la storia della pitturasarda, una bella acquamarina delXII sec. e pregevoli collezioni diceramiche medievali, epigrafi elapidi, gioielli, tessuti, mobili,cestinerie e armi sarde, che ven-gono esposti in mostre periodi-che.

A fianco, in un’altra costru-zione, è in allestimento il Museodel Costume e delle tradizionipopolari sarde, a cura della Re-gione e dell’Istituto Etnograficodi Nuoro. Vicino c’è il Museod’arte siamese Stefano Cardudedicato ad una pregevole colle-

zione di ceramiche, oggetti vari,armi, raccolte alla fine del ’800dal Capitano Stefano Cardu, unmarinaio cagliaritano, durantelunghi soggiorni nel Siam maanche in Giappone (lavori inavorio e raccolta di spade di sa-murai), Cina (monete e porcella-ne Ming), Birmania, Laos, Indo-nesia, e donata al Comune di Ca-gliari.

Ci si avvia verso l’uscita,scendendo le stradine, e si trovaprima una bella costruzione ap-partenente all’Università degliStudi: vi si trova tra l’altro laScuola di Studi Sardi, che faparte del Dipartimento di Scien-ze archeologiche e storico arti-stiche, dove è conservata unacollezione di ceramiche di variaepoca, dalla metà del III millen-nio alla fine del II sec. d.C., rac-colte dal tenore Evan Gorga, invarie regioni e suddivisa a scopodidattico tra varie Facoltà italia-ne.

Prima dell’uscita, in un altroedificio c’è un bellissimo vastolocale, in parte appoggiato allecarceri spagnole, con una straor-dinaria parete a vista ed un altrostraordinario balcone panorami-co, dove si tengono frequente-mente convegni e mostre tempo-ranee su vari temi. Vi si trovaanche la Collezione di cereanatomiche di Clemente Susini:contiene una serie di cere di va-rie parti del corpo umano ese-guite a Firenze dal 1801 al 1805dal Susini su commissione delviceré Carlo Felice su calchi direperti anatomici preparati dalprof. Francesco Antonio Boi diOlzai (NU). Di raccolte simili neesistono altre due, più ampie,nei Musei della Specola di Fi-renze e dello Josephinum diVienna.

La Cittadella (070/675.7627)è aperta tutti i giorni ma i Museihanno diversi orari: l’Archeolo-gico (tel. 070/655911) 9-19, laPinacoteca (070/670157) 8,30-13,30/14,30-19,30. La Collezio-ne Siamese (tel. 070/651888)orario invernale 9-13/15,30-19,30 estivo 9-13/16-20 chiusoil lunedì, ingresso a pagamento.E’ aperta nei giorni feriali orario9-13 16-19 la Collezione EvanGorga (070/675.7623). La Col-lezione di Cere (070/675.7627)orario 9-13/16,30-19 chiuso do-menica sera e lunedì. In linea dimassima tutti sono chiusi il 1°gennaio, il 1° maggio, il 25 di-cembre.

L’ingresso è a pagamento(salvo giovani e anziani), nellaPinacoteca si vende il bigliettounico anche per il Museo.

di Gianfranco Leccis

Cominciamo da questonumero a pubblicareuna guida dei museidella Sardegna, dai piùgrandi e conosciutia quelli più piccoli eparticolari - Un percorsoper conoscere meglioil nostro passato piùlontano ma anche quellopiù recente

Paesi di Sardegna20 • Agosto 2004

Un balcone affacciatosul golfo di Cagliari

di Salvatore Tola

CAPOTERRA

BASSACUTENA

Ha origini medioevali anchese esiste solo da cento anni

di Franco Fresi

La sua posizione è molto bella, posto in pendio e baciato come è dal solea poca distanza dalle rive del mare – L’attuale abitato non è molto antico, visto che venne

fondato nel 1655 dal feudatario locale e non possiede perciò monumenti d’interesseper antichità o pregi architettonici – I luoghi di maggiore attrazione sono sparsi nel territorio.

Prima c'era solo uno stazzo punto d'appoggio per i carbonai lucchesi e toscani

Secondo tziu Pascali Cucci-ari Frasconi, scomparso dapoco a 111 anni, ai tempi

d’oggi avere un secolo d’età nonvuol dire sempre essere vecchi.Figuriamoci un paese: se ha cen-t’anni di vita è addirittura giova-nissimo. È il caso di Bassacutena,un borgo ridente sulla statale133,Tempio Palau (km 32 daTempio; 14 da Palau.)

Il suo è un nome strano, che,secondo lo studioso tempieseGiulio Cossu, può avere origineromana, bassolatina o medioeva-le. L’ablativo latino cute, dal no-minativo cutis, si può tradurre“superficie”, “suolo”. Bassacute-na, vorrebbe dire quindi “terrapianeggiante”. Ma siccome a queltempo il paese non esisteva essopuò aver ereditato quello del sito.

Di certo si sa soltanto che le fer-tili terre dove oggi c’è Bassacute-na, appartennero nel Medioevo aisignori della Curatoria di Balaia-na, la cui sede si pensa sia statanella Villa di Luogosanto. E inparticolare, più tardi, ai tempiesiMisorro, ricchissimi e, alcuni,senza troppi scrupoli.

Altra cosa certa è che fino aiprimi del Novecento al posto delpaese c’era lo stazzo di Lu Barrac-coni, punto di ammasso del carbo-ne prodotto dalle carbonaie che,con l’aiuto dei tagliaboschi luc-chesi, e toscani in genere, carbo-nizzarono e incenerirono sconfi-nati boschi di querce. In Gallurac’è sempre stato qualcuno cheviene a portarci via per pochi sol-di i doni più importanti destinatida madre natura all’incauta popo-lazione locale. Ora questa tristesorte riguarda, soprattutto qui, lesontuose serre di granito: uno deipiù grandi scempi ecologici pre-senti nella nostra isola ha stravol-to qui l’equilibrio e l’immaginedel territorio.

Lo stesso Giuseppe Garibaldi,che in questi posti era di casa (abi-le pranoterapeuta e infallibile cac-ciatore, pare che non avesse ugua-li, tra le tante sue doti, nell’impor-re le mani a chi ne avesse bisogno,soprattutto se persone giovani e digentil sesso), conosceva bene, fragli altri stazzi che frequentava,

come quelli di Camporotondo e diCucuruzzu, i cui proprietari, gliScampuddu Pilosu, erano legati alui da amicizia fraterna, anchequello di Lu Baracconi.

E fu in buona parte merito suo,in qualità di parlamentare (era sta-to eletto deputato nel collegioTempio-Ozieri, 1867-1870 ), se,

quando nel 1870 lo Stato italianodecise di costruire la strada Tem-pio-Palau, la diramazione perSanta Teresa di Gallura partì pro-prio da Lu Barracconi, per passa-re da Cucuruzzu, e non dal PonteLiscia. Anche adesso quel trattodi strada si chiama “La strada diGaribaldi”.

Proprio allo svincolo per SantaTeresa fu allora eretta la casa can-toniera: la prima nuova costruzio-ne della futura Bassacutena.

La seconda casa fu quella diCosimo Grimaldi, singolare figu-ra di imprenditore, che costituì ilsecondo (il primo era quello dellostazzo di Lu Barracconi) nucleofamigliare del nascente villaggio.Fu un fatto importante perché ilpaese ebbe così le su basi.

Attivo e intraprendente CosimoGrimaldi, si occupava del tra-sporto postale e dei passeggeri invari punti della provincia di Sas-sari.

Con la costruzione della nuovastrada Sassari- Tempio e di quel-la Tempio-Palau, Grimaldi esteseil servizio di diligenze (trainate dacavalli) in Gallura. La stazione diservizio e per il cambio dei caval-li fu installata proprio nella casacantoniera.

Fra i tanti episodi legati a quei

viaggi interminabili nelle pur co-mode carrozze che disponevanodi prima, seconda e terza classe,uno merita di essere ricordato:nelle ripide salite della zona di LuSfussatu quando i cavalli minac-ciavano di arrendersi per la fatica,i passeggeri della terza classe ave-vano l’obbligo di scendere e dispingere la carrozza per tratti distrada a volte molto lunghi.

Nel 1908 i cavalli furono sosti-tuiti dalle automobili. Il pugno dicase che cominciava a chiamarsiBassacutena crebbe d’importan-za, lentamente ma ininterrotta-mente, anche perché i Grimaldi,che continuarono ad abitarvi perdecenni, si dedicarono ai mulini acarbone e ad acqua per la macina-zione del frumento.

Uno di questi mulini, operantesul rio d’Azzana già nell’Ottocen-to, fu distrutto dalla piena causatada un’alluvione che invase l’inte-ra Gallura nel 1890, ancora oggiricordata come “La caddhàta di luNovanta”.

Il mugnaio, la moglie e uncliente furono vittime di quellasciagura.

Così, via via, Bassacutena con-tinuò il suo iter di crescita comu-ne a molti giovani paesi che oggisi trovano “nel fiore degli anni”.Nel 1918 ebbe il suo ufficio posta-le; negli anni Venti le scuole ele-mentari; nel 1931 la sua chiesa;alla fine dei Cinquanta le scuoleMedie; nel 1952 la scuola mater-na.

Oggi Bassacutena, che appar-tiene ancora al Comune di Tem-pio, vive quasi di suo: è diventa-ta una cellula lavorativa che pro-mette un sicuro avvenire.

Attività agricole e imprendi-toriali caratterizzano il lavorodei bassacutinesi, gente di vivaintelligenza e di integerrimi co-stumi.

Capoterra, il grosso centro(quasi 20.000 abitanti) aovest di Cagliari, è stato

segnalato in questi ultimi annidagli organi di informazione per-ché danneggiato, in occasione dinubifragi, dalle acque che si pre-cipitano dalle vicine alture versola piana sottostante.La sua posizione è in effetti mol-to bella, posto in pendio e bacia-to come è dal sole a poca distan-za dalle rive del golfo; e auguria-mo che possa riprendere a goder-ne in pieno, quando si sarà trova-to il modo di deviare gli eccessidelle piogge.

L’attuale abitato non è moltoantico, visto che venne fondatonel 1655 dal feudatario locale; enon possiede perciò monumentid’interesse per antichità o pregiarchitettonici; i luoghi di mag-giore attrazione sono sparsi nelterri torio.

Uno lo si trova scendendo sinoal mare, in una zona fitta di abi-tazioni, riunite in villaggi turisti-ci e balneari, e di coltivazioni checomprendono orti, serre, olivi epalme, e tanti tanti fiori che siaffacciano da aiuole, giardini eterrazzi. Tra questi insediamentic’è anche Torre degli Ulivi, che èfacile individuare, una volta im-boccata la strada costiera versoSarroch, dopo Frutti d’Oro: è di-viso in due da un viale rettilineoche ha al centro appunto un fila-re di ulivi; da una parte e dall’al-tra le villette, circondate da por-zioni di verde.

La torre che dà il nome alla lo-calità, e che in origine si chiama-va Su Loi, è in fondo al viale, af-facciata sul mare da un piccolopoggio e circondata anch’essa di

piante di ulivo, che non è cosausuale vedere così vicino allariva. Costruita con il materialelitico disponibile nella zona, igrossi ciottoli di granito rosa ar-rotondati dalle acque del mare edei fiumi, ha forma di tronco dicono e comprende all’interno unasola sala, coperta da una volta acupola; al di sopra c’è la consue-ta terrazza per i servizi di sorve-glianza e segnalazione, alla qua-le non si accede, come capita ilpiù delle volte, con una scala in-terna al muro perimetrale ma at-traverso un foro nel soffitto nelquale veniva evidentemente fattapassare una scala posticcia di le-gno o di corda. Se venisse restau-rata potrebbe essere sfruttatacome punto panoramico: affac-ciata sul golfo, offre una grandevista sulla città, i dintorni, il re-troterra.

Risulta dai documenti che que-

sta torre fu tra le prime ad esserecostruite, nel Cinquecento: fugrazie anche alla sua protezioneche il villaggio di Capoterrapoté farsi lentamente grande epopoloso.

Per raggiungere l’altra meta,che è dalla parte opposta, bisognadal paese raggiungere la borgataresidenziale di Poggio dei Pini; eattraversarla seguendo percorsitra il verde che salendo sulle pen-dici della collina ampliano gra-datamente la vista sul golfo degliAngeli.

Numerose le indicazioni per ilmonumento che dobbiamo rag -giungere, la chiesetta campestredi Santa Barbara: si continua sinoalle ultime case e poi oltre, in unpercorso a fondo naturale tra lamacchia che, in un chilometro emezzo di salita panoramicissima,conduce alla valletta dove sorgel’antico santuario, circondato da

alcune case di villeggiatura dellaborghesia cagliaritana.

Ci troviamo così, a pochi mi-nuti d’auto dal paese e a non piùdi venti da Cagliari, in un luogodi perfetta pace e solitudine. Lachiesa, posta a un lato del grandespiazzo nel quale si fa sosta, èpreceduta da un porticato oltre ilquale si scorge l’ingresso, in unaparete laterale evidentementemolto più antica nella quale sonoscavate un grande numero di cop-pel le.

Come rivela una targa in mar-mo che vi stava affissa un tempo,e che è stata studiata in occasio-ne dell’ultimo restauro, nel 1986,la costruzione risale al 1281, periniziativa del monaco pisanoGallo che, proprio mentre si tro-vava in condizione pressoché dieremita in questa località, vennechiamato alla carica di arcivesco-vo di Cagliari.

Sin dal periodo dell’influenzabizantina in Sardegna questo luo-go era stato scelto per il soggior-no da un gruppo di religiosi se-guaci di San Basilio; in seguitosubentrarono i francescani che,come spiega Emanuele Atzori inun suo bel libro su Capoterra, nefecero una grancia, ossia una co-munità religiosa con una dipen-denza di terre coltivate; ne feceparte, tra gli altri, il padre Toma-so Polla, che per recare confortoagli abitanti del paese, rimastisenza curato, contrasse una ma-lattia che lo condusse a morte: èin corso la causa per la sua cano-nizzazione.

Ai primi dell’Ottocento alcunefamiglie cagliaritane, prendendol’esempio da quella di EnricoDevoto, ingegnere minerario,scelsero la località per le loro va-canze, e fecero erigere le abita-zioni che fanno corona, comecumbessias di lusso, intorno allachiesetta.

Dal piccolo villaggio un sen-tiero impervio tra graniti e cespu-gli conduce ad una fonte, protet-ta da una doppia struttura in pie-tra che fa pensare al pozzo sacronuragico: si chiama Sa Scabitza-ta perché la leggenda vuole chesia sgorgata nel punto in cui lasanta venne decapitata.

Una credenza popolare univer-salmente rispettata prescrive achi vuole bere di costruire primauna piccola croce con due stec-chi, e depositarla all’interno delsacello: altrimenti, si dice, po-trebbe incorrere in una brutta ca-duta; un’idea nata forse in consi-derazione delle asperità che si in-contrano nel breve percorso diandata e ritorno.

Parliamo della SardegnaAgosto 2004 • 21

Le eroiche gestadi Fausto Noce

aviatore di Olbiadi Eugenia Tognotti

Ben pochi olbiesi conosco-no la storia dello sfortuna-to aviere sardo, conosciuto

a livello nazionale per le sueeroiche gesta durante e subitodopo la prima guerra mondialeFausto Noce, che, ottant’anni fa,ha dato il suo nome al “campo”conosciuto con questo nome, unavasta pianura di circa 19 ettari,compresa tra i due “canali” SanNicola e Zozzò e ormai compre-sa all’interno delll’abitato e sededi diversi impianti sportivi e uncampo di calcio.

L’area, entroterra dell’anticoPorto Romano, era un temposommersa dall’acqua dello sta-gno “Salinedde”, sfruttato forsein altri tempi per estrarne il sale.Le sue esalazioni, non proprioprofumate, colpivano i viaggia-tori di passaggio e gli osservato-ri: “L’aria – scrive padre VittorioAngius alla voce Terranova delDizionario del Casalis – sentesiinsalubre nelle stagioni calde el’olfatto è spesso offeso dallapuzza che emettono i fanghi neridell’intimo seno a maestro-tra-montana del paese”.

Alle distese d’acqua e alle poz-ze che si asciugavano lentamen-te passato il periodo delle piogge,era legata la presenza della mala-ria che affliggeva la popolazione.In un opuscolo su Terranovascritto nel 1930, un insegnanteforestiero, Giulio Lorrai De Mur-tas, direttore delle Scuole ele-mentari, scrive che molti, para-frasando il nome Pausania, lachiamavano “pacu sana”, forseper esorcizzare, con lo scherzo,quel flagello che risparmiava benpochi terranovesi. Per cercare dicombattere la malaria e di elimi-nare le zanzare vettrici, un igieni-sta dell’Università di Sassari,Claudio Fermi, vi condusse unesperimento di bonifica che de-scrisse in un libro pubblicato nel1917 “Due città sarde con i ri-spettivi dintorni (Terranova Pau-sania ed Alghero) liberate com-pletamente dagli anofeli e dallamalaria primitiva”. Quando il

Grande guerra, installò un campod’aviazione per atterraggi di for-tuna. La sua intitolazione a Fau-sto Noce risale al 21 giugno1921, quando nel corso di unasolenne cerimonia, di cui parla-rono anche alcuni grandi giorna-li nazionali , gli fu attribuito ilnome dell’”Asso sardo” del-l’aviazione, come intitolò il suopezzo “Il Giornale d’Italia” del29 giugno 1921.

Ma chi era Fausto Noce, mortoa soli 24 anni, ma con un percor-so di vita che avrebbe onorato uncinquantenne? E perché Olbiaimpose il suo nome al Campo?Fausto Noce, infatti, non era ter-ranovese. Non era neppure gallu-rese, pur essendo nato il 25 di-cembre del 1896 a Tempio Pau-sania , dove suo padre era geome-tra al catasto di quella città. Lafamiglia però era d’origine por-totorrese.

Quando era scoppiata la guer-ra, Fausto Noce non aveva nep-pure vent’anni: a 19 entra nell’ar-ma dei bersaglieri e nel 1916 ènella Brigata Catanzaro comesottotenente.

Dopo essere stato ferito sulCarso, soffrì per il lungo periodod’inattività. Così nel 1918, se-guendo un sogno che coltivavada ragazzo, entrò nell’aviazione.Nei documenti dell’aeronautica ècitato tra coloro che si erano di-stinti per alcune pericolose atti-vità (osservazione, ricognizionetattica, fotografia aerea, osserva-zione sugli effetti dei tiri d’arti-glieria e correzione degli stessi):

“Fra le altre specialità della“nuova arma”, oltre alla caccia,ricordiamo la ricognizione velo-ce attuata dal capitano pilota Ar-mando Giua di Alghero, distinto-si in alcune azioni a Bosco Cap-puccio, dal tenente Fausto Nocedi Portotorres, dal tenente Canes-sa di Cagliari e dal tenente PietroPiras di Sassari, ferito e decora-to”.

Finita la guerra, e dopo una pa-rentesi in Tripolitania, il giovaneaviatore (Squadriglia apparecchiSVA) è incaricato, nell’estate del1920, di una pericolosa missionein Albania, che si era ribellata alprotettorato dell’Italia e chiede-va l’indipendenza e il ritiro deisoldati che avevano occupato ilpaese. Salvatosi dall’incidenteaereo del luglio del 1920 e sfug-gito miracolosamente ai pericolidi quell’incandescente area sul-l’Adriatico, perirà in una sciagu-ra aerea il 5 ottobre di quellostesso anno.

L’incidente in cui resta uccisonon avvenne a Terranova (comeerroneamente è stato scritto) manei pressi di Varese: il coraggio-so tenente era impegnato in unvolo di collaudo di un nuovo ae-reo BR 9020 con motore Fiat,750 cavalli.

La morte del giovane avieresardo (aveva 24 anni) suscitòun’enorme impressione in tuttaSardegna, balzata in quegli anniagli onori della cronaca per lostraordinario valore mostrato inguerra dai “valorosi fanti” dellaleggendaria Brigata Sassari.

L’intitolazione del Campo al-l’aviatore sardo, perito in un inci-dente di volo, compiendo il suodovere, fu un “riconoscimento”atteso . Alla solenne cerimonia ,di cui dà conto “La Nuova Sarde-gna”, partecipano, oltre alle piùalte autorità civili e militari, irappresentanti del comune diPorto Torres: ma in quel dopo-guerra di grandi speranze di ri-scatto i campanili restavano nel-l’ombra e Fausto Noce era soloun sardo che si era fatto onore.

Una raccolta di liriche scritte negli ultimi anni dall'avvocato-poeta cagliaritano

“Sillabe al vento”dal Cile a Cagliari con nostalgia

le poesie di Agostino Castellidi Giovanni Mameli

Tra i tanti detti latini che ancoraoggi hanno un fondo di verità,ce n’è uno del poeta Orazio che

recita Carmina non dant panem. Intutto il mondo e anche in Sardegna, ipoeti per vivere esercitano una pro-fessione più redditizia di quanto nonlo sia il lavoro letterario (ammessoche quest’ultimo consenta di guada-gnare qualcosa). I poeti isolani fannoi medici, gli insegnanti, i magistrati,gli impiegati. Sicuramente la catego-ria professionale più “forte” è quelladegli avvocati. Il maggiore poeta sar-do di tutti i tempi, Sebastiano Satta,era un principe del Foro nuorese. E trai contemporanei vanno ricordati al-meno tre nomi sicuri, quelli di Ange-lo Mundula, Agostino Castelli e Pie-tro Muggianu.

Nel ricco filone degli uomini di leg-ge che scrivono versi l’unico caglia-ritano, con profonde radici nel capo-luogo dell’isola, è l’autore della re-cente raccolta di poesie dal titolo “Sil-labe nel vento” (Zonza Editori). Inquesto libro Àgostino Castelli ha con-densato i temi più importanti di unabiografia, come la sua, che occorreconoscere per capire i retroscena e lemotivazioni segrete di un lavoro let-terario dagli esiti sorprendenti. Nato aCagliari nel 1930, all’età di nove anniha lasciato l’isola per trasferirsi con igenitori in Cile. Ha compiuto gli stu-di a Santiago, dove ha frequentato lafacoltà di giurispridenza. Prima d’ini-ziare a fare l’avvocato, si è dedicato algiornalismo, impegnandosi nel sin-daqato cileno dei minatori.

Nel 1953 lascia Santiago per far

rientro a Cagliari. Qua si dedica con-temporaneamente a due attività, quel-la di procuratore legale e di militantedel partito radicale e poi socialista.Come amministratore, è stato per trelegislature consigliere comunale e as-sessore. Oggi esercita la professionedi avvocato e scrive su quotidiani eperiodici, con una particolare predile-zione per un versante letterario, comequello della poesia, che è senz’altrouno dei più impegnativi. Il frutto del-la sua operosità è rappresentato da trelibri: “Cile patria straniera”.

“Dalla Sardegna un canto per ilCile”, “Sillabe nel vento”.

Se è vero che il legame tra la vita diun autore e le sue poesie è molto for-te, nel caso di Agostino Castelli que-sto rapporto è quasi necessario. Neisuoi versi non ha molto risalto l’in-venzione o la trascrizione di storielontane nel tempo e nello spazio. Egliattinge sempre a un ricco patrimoniodi esperienze biografiche e culturaliche vengono trasfigurate in un lin-

guaggio al tempo stesso lineare e ri-cercato. I cui destinatari sono lettoriche vogliono entrare subito in sinto-nia con l’autore, lasciandosi coinvol-gere da contenuti di largo respiro piùche da giochi verbali eleganti e di dif-ficile interpretazione.

Come dice lo stesso titolo, le primedue raccolte di poesie di Castelli han-no per argomento il Cile (definito“patria straniera”) e in particolare glieventi drammatici culminati nel col-po di stato di Augusto Pinochet e nel-la dittatura da lui instaurata in questopaese. Ai testi brevi, l’autore preferi-sce un andamento poematico dall’in-tonazione distesa. In sintonia con ana-loghe esperienze letterarie dei mag-giori poeti dell’America latina (primofra tutti Pablo Neruda). Ma ci sonoanche echi della lirica spagnola nove-centesca (con una predilezione sotter-ranea per Federico Garcia Lorca).

Non è il solo poeta sardo ad aversubito il fascino esercitato da autori diversi in lingua castigliana. Ma a diffe-

renza degli altri, Castelli in Cile c’èveramente vissuto, ha visto il mondodi cui ha parlato. Le sue parole hannoun senso più profondo perché raffigu-rano uomini e luoghi che ha frequen-tato. Il nome che ricorre con maggioreinsistenza (e la sua immagine è nellacopertina del “canto per il Cile”) èquello di Salvator Allende, la cui ecoarriva anche in Sardegna dopo la suamorte. Di lui scrive Castelli: “Compa-gno Allende, / compagno Presidente, /da un’isola lontana / e tormentata /dove nasce il ginepro / ed il maestrale,/ ti mando un asfodelo / arso di sole, /un giglio azzurro / colto a Tuvixeddu /e la mia voce nuova / e ritrovata.”

In questa parte del canto c’è comeun parallelismo tra la vita dei disere-dati cileni e sardi. La condizione diquesti ultimi (pastori, contadini, mi-natori, emigrati) non riguarda solo ilpresente, ma ha radici antiche. Fruttodi dominazioni straniere che si sonosuccedute nell’isola e di un’arretra-tezza economica che la società indu-

striale non ha cancellato. L’unicaarma di riscatto resta la lotta politicache in Allende ha uno dei suoi simbo-li. È visto come tale ovunque nel mon-do ci sia sopraffazione e povertà (daSan Paolo a Detroit, da Montreal a To-kio). Queste e altre città del mondosono elencate in una parte del lungocomponimento di Castelli, che prendelo spunto dal golpe cileno per estende-re il suo discorso “politico” in favoredel riscatto degli ultimi della terra.

Invece la recente raccolta di poesie,uscita nel 2001 col titolo “Sillabe nelvento” e un’ampia prefazione di Le-andro Muoni, affronta argomenti di-versi. Alle vis polemica del canto peril Cile subentra un ventaglio di tema-tiche sulla vita privata dell’uomo Ca-stelli. La prima parte del libro contie-ne poesie d’amore. La donna è vistacome fonte di fascinazione e di fanta-sie piacevoli: ma è anche un rifugioche consente di isolarsi dagli affannidella vita di tutti i giorni. Quanto allasua essenza, ha qualcosa di fiabesco esensuale allo stesso tempo. Ed è ancheun modo per recuperare il passato at-traverso ricordi inebrianti. Non a casola prima poesia suona: “Forse tu noncomprendi / ma ti guardo negli occhi /e un’estate lontana / si sprigiona / nelsangue”. Le donne di cui parla Castel-li in queste poesie sono tante e unasola. Si avverte come la presenza diuna femminilità senza spazio e tempo,unica e universale nelle sue diversemanifestazioni. Anche in questi versi èevidente il richiamo a una scuola poe-tica realistica e onirica di chiara matri-ce iberica e latinoamericana.

prof. Fermi condusse il suo espe-rimento, nel 1916, la bonificadello stagno Salinedde, in basead una legge votata nel 1903, era

un fatto compiuto. In quella vastaarea sottratta all’acqua e alle for-se disordinate della natura,l’Aviazione militare, dopo la

Parlando in Poesia22 � Agosto 2004

a cura di Salvatore TolaGaspare Mele è una nostra vecchiaconoscenza: le sue poesie compaio-no in questa pagina sin dal luglio

del 1980: composizioni brevi e dense disignificati, scorrevoli e mosse spesso dauna punta polemica; e spesso accompa-gnate da lettere affettuose, non prive diqualche interessante osservazione, comequando ci scriveva: «In Sardigna semustottu poetas, naschet in nois sardos sa fan-tasia de poetare, de cantare mancari a su�entu, ma de narrer su chi su coro suggerit,su chi sa mente nos dat, su chi sa limbanarat».

Egli è rimasto sempre fedele a questa�fantasia de poetare�, e lo è ancora oggi,quando può vantare la bella età di 93 anni:quando lo abbiamo incontrato di persona,nel corso della presentazione di un roman-zo a Orotelli � dove è nato e ha trascorsoquasi tutta la vita � il suo contributo allamanifestazione è stata la lettura di unacomposizione in versi. La sua vena è anco-ra così viva e vitale che egli di recente hascritto e pubblicato un �romanzu in otta-das�: in 363 strofe ha raccontato la storiadi Giovanni Battista Selenu, un personag-gio � non sappiamo quanto vero, quantoinventato � che egli ci presenta per dimo-strare come, se siamo guidati da buoni in-tenti, possiamo superare le prove peggioridella vita e ritrovare anche tra le difficoltàla strada della giustizia e della compren-sione. La storia riferisce infatti che Gio-vanni Battista si era accorto che un certotziu Vissente si era comportato male ver-so di lui, e stava andando ad aggredirlo;per fortuna una figlia dell�uomo, Lucia, siinterpone per mettere pace, e ne nasconoamore e matrimonio: «E gai � commentazio Gaspare �, pro intercessione de santuFrantziscu, inue b�aiat capitande unu mas-sacru est torrada sa pache».

Selenu era pronto a scegliere la giustastrada perché aveva incontrato un uomoche gli sapeva dare i giusti suggerimenti;scegliamo perciò dal poemetto i versi neiquali sino concentrati questi suoi precettidi vita. E, dato che l�intento del libro è so-prattutto morale, completiamo la paginacon poesie � sempre molto abbondanti �nelle quali altri lettori si soffermano a ri-flettere su quali siano i comportamenti divita da scegliere, e quali da rifiutare.

Chi fosse interessato al libro di zio Ga-spare Mele (Sa vida de Juanne Battista Se-lenu, 70 pagine, senza indicazione di prez-zo), può rivolgersi direttamente a lui: Cor-so Vittorio 24, 08020 Orotelli (Nuoro), te-lefono 0784.79809.

SAS RACCUMANDAS DE TZIU GIUSTINUDeus, pro pensare una mentenos at dadu, pro amare unu coro.Nos at dotadu de virtude e decoropro cunfortare sa misera zente.Custos cuncettos tenemos presente:amare su prossimu est tesoro.T�illuminat sa vida chi preferissi su coro a sos poveros aberis.

No t�incantet sa richesa terrenao delitzias de sa vida mundana.Rispetta che tua sa cosa anzena,osserva sa dottrina cristiana.Cunsola sos chi viven in pena,oppressos dae s�ingordigia umana.Cando daes pane a su famiduDeus est de te aggradessidu!

Inue b�at dirgrassia o malasorte,daelis unu azudu, una manu.Inue repentina intrat sa morte,juchelis su cunfortu cristianu.Inue bi at briga e odiu fortepacifica cun amore soveranu.Inue b�at rancore e disamistadejuchelis de Deu sa serenidade.

Gaspare Mele

S�ISPOSU DE MARIASa prima die de maju fatto festapro onorare s�isposu de Maria,su chi ada allevadu su Messia,e beneittu cun sa manu dresta,su chi l�at guidadu in sa forestatimende de Erode sa mania,su chi l�at fattu de babbu fidele,su chi l�at giamadu Emanuele.

Giuseppe, pone frenu a sos fragellos,ponelos de acordu cussos paggios,arrejonalos tue, cussos saggios,faghe torrare sos momentos bellos,ca, tantu, no bi torran sos Remaggios,ca s�an bendidu finas sos camellos,si torran como, chi nos ana istima,si che leant su chi dadu an a prima.

Giuseppino Virdis

IL NOSTRO MONDOChe è quel ch�io vedo,che è quel ch�io sentoor qui tutt�attornoove poso lo sguardo?

Io vedo le spadeio sento le trombe:il rosso del sanguesul colle, sul pianosi spande.Io vedo chi langue,io sento chi invoca,io vedo chi tendepietosa la mano.È il mondoche l�uomos�è fatto:il mondo malatoche sempre rovinapiù verso la china.

Antonio Salis

AI SIGNORI DELLA TERRACome brilla il lampo nel temporale chetuona abbondante,il vostro splendore fa gran chiasso e finisceall�istante.Cosa vi resterà di queste grandezzepompose?un sepolcro funebre, i vostri nomi, unmazzo di rose.Là si annullano le sarabande, i titolimagnifici,questi poteri usurpati, questi intrighipolitici.Dov�è finito il loro splendore? Si è perso:coloro che incantavano con orgogliol�universohanno reso il loro soffio, i signori della terranon hanno più lo scettro, non fanno più laguerra.

Franco Crapiz

SOS PUNTOS DE SA PATENTEAutistas fachide bos coraggiu,como e� sa sententzia arrivada:in su senadu jà l�ana aprovadae dae oe sedes in disaggiu.

E cando bos ponides in viaggiurispettade su codice de s�istrada,sa patente bos benit retiradasi perdides sos puntos de vantaggiu!

Custa est una cosa bene fata,bi cheret unu pacu �e disciplina;autistas siades prus prudentes!

Ma l�istat bene pro carchi piratachi affegadu e drogadu camina�causende mortes e incidentes.

E cussa e� sa legge de Mosé:mortu su caddu caminat a pé.

Micheli Morittu

NO A SU FOGUNo a su fogu caru tzittadinusardu, continentale o de ue sese;si pones fogu ti brugias sos pese,non faghes male solu a su ighinu.

Da chi brugiadu as flora e terrinusolu chigina e nieddu ider tesee poi, si bi crese o no bi crese,t�as decrettadu orribile destinu.

Prima ch�azzendas cussu fogaronefrimmadi in unu chercu chentenariu,in s�umbra bella iscrie poesias,

faghe �e Sardigna unu bellu diariue proa �e civiltade onestu diaso brugias in s�inferru che a Nerone.

Mario Pala

DROGA E CORRUTZIONEMa s�intennet sonare sa campanae sa zente s�est post�in malumore,sunu in disagiu sos pastoresca non poden benner petza e lana;de sa droga falada nd�est sa granae at coinvoltu mannos e minorese cun sa droga sa corrutzione at coinvoltu tottu sa natzione.

Ma debellare custa delinquentziae ogn�atera forma criminalesenza criccare ne chie ne cale,ma custa est zente de mala cussentzia,e chie est de sa droga in dipendentziamai nd�at a sanare de custu malee l�at a portare attumba attumbatottu sa vida, finas a sa tumba.

Frantziscu Ledda

LA CICALA E LA FRUMMICULA«Pal piaceri abriti la iannachi di fami socu murendi,vi dumandu una proa manna:la limosina vi socu chirendi».

«Undi erati candu eru sgubbendi,senza riposu notti e dì?»«Notti e dì eru baddhendi,cantendi e pinsendi a ridì».

«Datu chi vi piaci a baddhàsenza pinsà a lu dumani,pal me vi ni pudeti andà,vi ci bocu come un cani.Eu un piattu di ricattuvi lu pudia dà dibbatama, riflittendi a lu fattu,seti propriu una malassultata».

Franca Sechi Erranti �Mazzittoni�

LE TENACI FORMICUZZEChi porta un chicco d�avenae chi una pagliuzza,è un lavoro a catenache fanno in quella viuzza

con tanto accanimento,per portarle alla dimoradel loro accampamentodove altre lavorano ancora.

Ma l�uomo infastiditoa distruggerle si apprestae di veleni ben fornitol�intero campo appesta,

e nella sua grande ignoranzanon pensa che l�anno appressotorneranno con baldanzanumerose più d�adesso.

Costantino Mele

A TUTTI GLI EMIGRATI SARDIQuando fai una cattiva azione,forse ti credi quasi soddisfatto.Qualcuno ti grida: «Mascalzone»,

qualche altro grida: «Scellerato»,qualcuno sussurra: «È un sardo»,solo perché in Sardegna è nato.

Se gli scritti di Deledda guardo,gli atti eroici di molti antenati,un timido consiglio azzardo:

prima di compiere un misfattosappi che tutti san generalizzaree tutto il popolo sardo onoratoviene deriso, a te paragonato.

Antonio Selis

MAI UN�ORASun barant�annos chi promintu m�asade cale siat modu �e tribagliare,ma ogni die, prima �e comintzare,nas sempere: «Oe nono, b�ando crasa».Gai sese arrivadu a t�imbetzaree mai un�ora tribagliadu asa:si sos sardos che a tie fini in tottunemos nuraghes aiat connottu.

Serafino Putzolu

UN PAESE IMMAGINARIOEsiste una strana nazionedove i corrotti detengono il potere,dove è un mare di corruzione,corrotti son ministri e alte sfere;chi ruba poco finisce in prigione,chi ruba molto lo fanno cavaliere.Ladri e corrotti sono rispettatie gli onesti derisi e tartassati.

Giovanni Palmas

SOS MALEDUCADOSPrus che prepotente est su maleducadu,de gestu est cafone e de faeddu,ca su male li naschet dae piseddu.Dae zente bona benit dispretzadu

prite s�est de su galateo disgregadu,ca rajonat senza de cherveddu.Medas tipos sunu propriu istranos,ca no atzettana consizos de antzianos.

In analogia, feminas ispudoradas,cun sigaretta atzesa e telefoninu,praticana ambientes ue girat droga,

mostrana indifferentes imbiligu e sinu,dae televisivu esempiu guidadasfaghene ischire ch�est moderna moda.

Tiberio Vacca

CLARAIl perdono accordato,l�ira taciuta,l�amore mai negato,ti danno la fierezzadi un totem,in questo lembo d�Africadove le fonti goccianoe i campi ardono,sotto un cieloche non promette grazia;ed io, paganamente,adoro le pieghe amaredel tuo volto solenne.

Angela Furcas

Vita di unuomo giustoVita di unuomo giusto

Sardegna NotizieAgosto 2004 � 23

Sulle orme di Nivolastudenti in Barbagiada Giappone e USA

Il presidente Sorurivendica alla Regione

i beni dell'Asinara

Acquistata all'asta dallo Statol'isola di Santa Maria

Campagna di promozionedel servizio volontariodi “Sardegna Solidale”

Orani, Nuoro, Oliena e Dorga-li sono le tappe del tour compiu-to in Sardegna da trenta studentiprovenienti dalle migliori uni-versità giapponesi, in particolareTokio e Hokkaido, e dall�Istitutod�Arte Clinton di New York. Lapresenza della delegazione stu-dentesca è inserita in un�espe-rienza di scambio internazionalepromossa dalla Camera di Com-mercio di Nuoro in collaborazio-ne con le amministrazioni comu-nali interessate, la FondazioneNivola e la Fondazione Banco diSardegna. L�iniziativa ha, comefilo conduttore, l�artista di OraniCostantino Nivola, molto cono-

sciuto negli Stati Uniti e in Giap-pone. Per i giovani studenti è sta-to un viaggio alla scoperta dellesue radici e della sua cultura.Non a caso uno dei docenti coin-volti nel progetto è proprio unfamoso scultore giapponese, KanYasuda, che conobbe Nivola nel-lo studio Angeli di Pietrasanta.

Il progetto, ha spiegato l�archi-tetto Anna Caterina Piras che loha cooordinato, ha stabilito che iragazzi venissero ospitati dallefamiglie di Orani. Al mattino era-no impegnati in lezioni di arte estoria dell�architettura locale,lingua, letteratura e poesia tradi-zionale sarda; nel pomeriggio

hanno partecipato a workshop te-orico-pratici nei laboratori arti-gianali per ferro battuto, cerami-ca, lavorazione della pietra maanche laboratori dolciari, panifi-ci cimentandosi perfino nel balloe nella cucina tradizionale. Il tut-to accompagnato da escursioni evisite ai musei più importanti.

�L�obiettivo � ha sottolineatoil presidente della Camera diCommercio Romolo Posano � ècreare un ponte fra il cuore dellaBarbagia, gli Stati Uniti e ilGiappone aprendo nuovi mercatituristici ed economici con eleva-te potenzialità di crescita nel lun-go periodo�.

Promossa dal Centro di Servi-zio per il Volontariato �SardegnaSolidale�, è partita nei giorniscorsi la campagna �Dono, dun-que sono. Scegli di essere un vo-lontario!�, un�iniziativa regiona-le di sensibilizzazione alla cultu-ra della solidarietà. Nei Comunicapoluogo di provincia di Ca-gliari, Oristano, Nuoro, Olbia eSassari sono stati affissi cartello-ni pubblicitari di sei metri per tre

con le immagini dei vignettistiBruno D�Alfonso e Dino Manet-ta per interpretare il valore dellagratuità e mirati alla diffusionedella cultura del dono. Altri ma-nifesti di minori dimensioni sonostati affissi ai muri di tutti i Co-muni della Sardegna.

Oltre ai Comuni, l�iniziativa hacoinvolto le parrocchie e le asso-ciazioni della Sardegna con loscopo di raggiungere ogni ango-

lo dell�isola per invitare i cittadi-ni a dedicare una parte del pro-prio tempo libero a favore dei piùbisognosi.

La campagna di Sardegna Soli-dale ha previsto anche la pubbli-cazione di un numero speciale de�L�Isola che c�è�, foglio di colle-gamento dei volontari, con unaserie di vignette che interpretanouna serie di frasi sulla culturadella solidarietà.

La decisione di acquistare, per640 mila euro, i cento ettari del-l�isola di Santa Maria, nell�arci-pelago di La Maddalena, battutiall�asta dopo una lunga vicendagiudiziaria, è stata ufficializzatanei giorni scorsi dal ministerodell�Ambiente. La decisione èstata comunicata con una letterainviata al presidente del tribuna-le di Tempio Pausania, France-

sco Mazzaroppi, e a quello del-l�Ente parco di La Maddalena,Gian Franco Cualbu.

Lo Stato acquisirà i terreni e licederà in comodato all�Ente par-co che si occuperà della manu-tenzione.

I cento ettari dell�isola di San-ta Maria erano stati pignoratidopo il fallimento della societàmilanese �Tartarughe country

Aperto a Cagliariil consolato

della Lituania

club� che ne deteneva la proprietà.Ad aggiudicarsi l�asta falli-

mentare era stata la società im-mobiliare Leam srl di Treviso. Lavicenda aveva suscitato le prote-ste delle associazioni ambientali-ste per il timore che l�isola, sep-pur tutelata da vincoli di inedifi-cabilità assoluta, potesse diven-tare oggetto di operazioni specu-lative.

L�assegnazione totale delle aree e dei beni dell�Isola del-l�Asinara ancora in possesso dello Stato, ma destinati a rientra-re nel demanio regionale sulla base di quanto sancito dalle nor-me contenute nello Statuto sardo, verrà sollecitata dal presi-dente della Regione Renato Soru che ha deciso di sollecitare unincontro col ministro competente.

�Riteniamo che un bene prezioso, un�area naturalistica diinestimabile valore - ha chiarito il presidente della Regione �non debba essere destinato a fini diversi da quelli stabiliti dal-le popolazioni locali e dalle amministrazioni che le rappresen-tano.

Percorreremo quindi tutte le strade più opportune per rag-giungere questi obiettivi in piena sintonia con le comunità lo-cali.

Non intendiamo recedere da questo principio generale che -ha aggiunto Soru - deriva, al di là delle questioni burocraticheo in osservanza di non meglio specificati �usi governativi�, daldiritto sacrosanto della collettività di disporre dei propri benie del proprio territorio in piena autonomia, senza interferenzeo imposizioni da parte dello Stato né, tanto meno, dei diparti-menti penitenziari romani.

Alla presenza dell�ambascia-tore Edminas Bagdonas e deldirettore del Ministero lituanoVaidotas Verba, è stato inau-gurato nei giorni scorsi a Ca-gliari il consolato onorario del-la Lituania.

Dopo l�ingresso ufficialecome stato membro nell�Unio-ne Europea, la Lituania fa,quindi, il suo debutto anche inSardegna.

Il Consolato onorario di Ca-gliari diventerà il punto di rife-rimento per i cittadini dellaRepubblica baltica nell�isolaper quel che riguarda i rappor-ti economici, sociali e cultura-li.

Importante arteria di colle-gamento tra la Russia e l�Euro-pa, la Lituania conta oggi unapopolazione di 3,5 milioni diabitanti.

La sua economia vanta unmaggior sviluppo rispetto al-l�Ungheria, Repubblica Ceca ePolonia. Il prodotto internolordo, nel 2003, è aumentatodel 9% e si prevede un ulterio-re incremento di almeno altri 6punti percentuali nel 2004.

Negli ultimi anni la Lituaniaè diventata la mèta privilegia-ta per gli investitori stranieripuntando, soprattutto, sugliscambi commerciali con glistati membri tra i quali l�Italiacon la quale ha chiuso, nel-l�ultimo anno, accordi finan-ziari per oltre 600 milioni dieuro.

�La Sardegna � ha spiegatol�ambasciatore lituano durantela cerimonia di inaugurazione -rappresenta un paese strategicoper lo sviluppo di importantiinziative sia nel settore agro-alimentare sia in quello turisti-co�.

A luglio e per tutto il mese diagosto, un collegamento aereosettimanale unirà Cagliari aVilnius, principale città lituanadotata di un aeroporto interna-zionale a pochi minuti dal cen-tro della città.

�Uno dei nostri obiett ivi �ha spiegato il Console per laSardegna Massimo Cugusi � èquello di avvicinare ancheculturalmente i due paesi fa-vorendo gemellaggi tra le co-munità locali lituane e sarde�.

“Sardinian cult” rassegnadi prodotti tipici sardi

in Costa Smeralda

�Sardinian Cult� è il tema diuna rassegna di prodotti alimen-tari, artistici e artigianali isolani

protagonisti in CostaSmeralda di una manife-stazione promozionaleorganizzata a luglio daSardegna Resort, Con-sorzio Costa Smeralda,assessorato regionaledell�Agricoltura e coor-dinata dall�enogastro-nomo Angelo Concas.Nella passeggiata delcentro turistico di PortoCervo sono stati allesti-ti gazebo con prodottitipici, nella piazza cen-trale opere e performan-ce degli artisti sardi Pi-nuccio Sciola e AngeloFarris e di artigiani sele-zionati dall�ISOLA,l�istituto per la valoriz-zazione dell�artigianatolocale.

Al Porto Vecchio i tu-risti hanno potuto visi-tare un vero e propriomercato.

All�hotel Cervo, infine, è statoospitato il trofeo culinario �I pri-

mi in Sardegna�, con otto chef ingara in rappresentanza delle pro-vince sarde e di Carloforte. Larassegna, che ha fatto registrareun eccezionale afflusso di pub-blico, si è conclusa con la presen-tazione del libro �Frutti tropicalimaturati in Sardegna�, curata daAngelo Farris.

Emigrazione24 � Agosto 2004

PIENZA

Successo alla mostradel pittore sassarese

Daniele Montis

ARGENTINA

I Quattro Morisventolano

alla fine del mondo

La bandiera sarda con i Quattro Mori sventola nel lembo piùestremo del Sudamerica. La fotografia è stata scattata da Ce-cilia Meridda davanti al faro, nel canale di Beagle alla finedella Terra del Fuoco, dove l�Oceano Pacifico e l�Oceano At-lantico si incontrano. È la prima volta, ci segnala Cesare Me-ridda, della Federazione dei Circoli sardi in Argentina, che ilvessillo della Sardegna viene issato in questa zona che rappre-senta il confine del mondo. La foto è stata scattata in occasio-ne della mostra internazionale di pittori sardi nella Terra delFuoco, a Ushuaia, in Patagonia, a due passi da Capo Horn.

È rimasta aperta due settimanacon grande successo di pubblicola mostra di incisioni del maestroDaniele Montis, di Sassari, daltitolo �Pienza, città ideale, sospe-sa tra cielo e terra�, inauguratadomenica 11 luglio nella salaesposizioni del Palazzo Piccolo-mini, dal Sindaco Marco delCiondolo, alla presenza del Pre-sidente del Consiglio provincialeGianni Resti, dopo una dotta dis-sertazione della dottoressa Elisa-betta Pozzetti.

La mostra, frutto di due anni diintenso lavoro del pittore sassare-se, presenta una interpretazionepersonalissima, ma non arbitraria,della città di Pio II e del messag-gio religioso e politico che ilPapa, fine letterato e artista, lasciòall�umanità intera con la realizza-zione del suo più ambito: una cit-tà ideale a misura di uomo.

Montis, innamorato dalla ma-gia e dal fascino di Pienza, hapresentato tre grandi incisionidedicate alla città: �La Piazza�(dedicata a Pio II) �Il Giardino�

(nel Palazzo Piccolomini), �laPasseggiata� (sulla Val d�Orcia),accompagnandole da altrettantitesti poetici che aiutano la leggi-bilità e la comprensione delleopere. Oltre a Pienza nella mo-stra, è palesemente viva e palpa-bile la presenza del poeta MarioLuzi, che con il verso solare�Luce tra le sue mura ariosaPienza� composto anni fa perl�artista pientino Mario Biagiotti,fa da guida alla mostra.

Il catalogo, edito da Carlo Del-fino, contiene una affettuosa e

ammirata testimonianza di MarioLuzi, importanti testi critici diFranco Patruno, Fabio Pellegrini,Elisabetta Pozzetti, Mario Spec-chio, ed una delicata testimo-nianza di Annamaria Murdoccache ricorda i silenti incontri pien-tini di Luzi e del compianto DonFernaldo Flori.

La mostra, patrocinata dal Co-mune di Pienza, dalla Pro-Locodi Pienza e dal Comune di Sassa-ri, verrà proposta sia nelle cittàpromotrici che in altre città d�Ita-lia.

Sos Campaniles(Currentina)Desulo, 22 Maggio 1986

Desulu Amore meu, Idda miaDesulu Idda mia, amore meuSenza sos Campaniles ti cheriaCausa de onzi male e onzi anneuCausa e odiosa gelosia.

Pro su campanilismu ostil�e feuS�isprecat economica energiaSi occhit s�allegria su regreuSi occhit sa cuncordia s�armoniaS�ingrandit e s�aggravat onzi neu.

Campanile nde bastat un�ebiaDesulu. Si de tottus es s�impreu.

Duncas a terra custos CampanilesSi cherimus aberu progredireChe omines modernos e civiles.

Ma progussu bisorizat aunireSas forzas sanas de sa idda intreaPro mezorare su nostru avvenire.

Si tottus semus de una idea Unidosbei podimus resessire.

Tottu unidos cun sa volontadeMa senza antiga trivias tribalesLassend�a parte sas rivalidadesTottus devimus essere ugualesSenza diversidade nè prettesaEliminende, non griende males.

Desulu nde as tantas de richesasUnidos l�as podimus isfruttare.

Amus tantu a ofrire a s�istranziae nos devimus faghere apprezzareCun tanta gentilesa e cortesiaSenza diversas campanas soriare.

Santeddu

TREVISO

Si rinnova la tradizionedel raduno dei desulesidelle province venete

Come previsto, nella città di Tre-viso, nella Trattoria �Rosa Peonia�di Michele Marcis, si è svolto il ter-zo raduno dei desulesi residenti nel-le province venete. Questo nostroannuale incontro è stato benedettosin dall�inizio da una splendidagiornata di sole. A partire dalle ore10.00 gli arrivi si seguivano unodopo l�altro, e per me, minorato del-la vista, riusciva difficile poter de-scrivere l�espressione dei volti diciascuno. Saluti, abbracci e intensacommozione nelle parole di tutti,grande gioia. Alcuni dei partecipan-ti non si vedevano da oltre 20 anni.Un gruppetto è giunto dalla Lom-bardia, mentre si scambiavano iconvenevoli lo stereo inondava lasala di melodie tradizionali di De-sulo. Parata di balli sardi, balli desu-lesi e di molti altri comuni del cen-tro Sardegna. Le presenze rispettoai raduni precedenti si sono raddop-piate. Le eleganti signore e il brio digiovani fanciulle, hanno conferitoal raduno un�atmosfera grandiosada grande occasione. Grande suc-cesso, molto soddisfatti e commos-si gli organizzatori: Michele Mar-cis, Marco Zanda e Pinotto Arangi-no.

Michele è anche proprietario del�Rosa Peonia� con sua moglie, lagentile signora Daniela, entrambicuochi di classe, con passione emolto entusiasmo hanno dato il me-glio delle loro esperienze, alternan-do piatti della gustosa cucina vene-ta, con le specialità preparate daMichele a base di agnello e porchet-to. Da Desulo per l�occasione, sonogiunti i prodotti tipici: pane, for-maggi, prosciutto, dolci ed altro. Èstato, tra l�altro, fatto presente chetutti gli uomini desulesi qui residen-ti, hanno sposato donne venete, lastessa cosa hanno fatto le donne de-sulesi, anche loro hanno trovato unmarito veneto. Che dire del famosodetto �Donne e buoi...�?

Durante il pranzo ci siamostretti in un caloroso abbraccio at-torno ad un nome: DESULO, men-

tre nella sala si diffondevano i versidelle poesie del nostro amato poetaMontanaru, cantati magistralmentedai nostri cori polifonici maschile efemminile. Durante una pausa delpranzo, nella mia veste di più anzia-no, mi sono sentito in dovere di ri-volgere parole di saluto e di ringra-ziamento a tutti i convenuti. Un sen-tito quanto giusto ringraziamentol�ho rivolto ai mezzi di informazio-ne che molto gentilmente hannodato spazio all�incontro. Un graziespeciale è andato all�Emittente TVVideolina e uno particolare allagentile signora Ambra Pintore cheper prima ha parlato di questo no-stro raduno, durante il molto segui-to programma di Sardegna Canta.Tantissime grazie al giornale�Unione Sarda�, che del nostro in-contro ha parlato a livello locale, edinfine mille grazie al MessaggeroSardo, che da alcuni anni porta lanotizia dei nostri raduni ai Desulesisparsi per il Mondo.

Ai presenti ho ricordato il motivoche ha spinto ciascuno di noi a la-sciare il paese. Desulo non si è vo-luto liberare di noi, e nessuno di noiè fuggito dal paese. In quel partico-lare momento in paese era difficiletrovare un lavoro stabile e sicuro. Itempi e le possibilità erano comequelle raccontate da Maria Giac-cobbe nel suo diario di una maestri-na. Questo è il vero motivo che haportato tanti giovani a lasciarespontaneamente la terra natia e par-

tire con il cuore spezzato all�avven-tura, in cerca di trovare altrove mi-gliori condizioni di vita.

Ognuno di noi ha una storia a sé.Tutti siamo partiti con la classicavaligetta di cartone, pochi indu-menti e altre piccole cose, il restan-te spazio pieno di speranze. Io ho la-sciato Desulo nel 1951, ma con noinon abbiamo portato solo la valigiae le speranze, ma altri importanti

valori che trovano un posto perma-nente nel profondo dei nostri cuorie della nostra mente, e che riguarda-no ciò che a Desulo abbiamo lascia-to: i nostri affetti più cari, parentivivi e morti, la nostra gente, le no-stre montagne, i nostri fiumi, le fon-tane, le feste, il profumo e i coloridella nostra campagna, e gli annipiù belli e spensierati della nostrainfanzia e della nostra gioventù.

Oggi con orgoglio possiamo dire diesserci realizzati. Tutti hanno unlavoro sicuro, casa, belle famiglie,alcuni come me sono pensionati.Nel nostro gruppo sono rappresen-tate varie categorie di lavoratori:operai specializzati, impiegati, im-prenditori, farmaciste, studentesseuniversitarie, esponenti delle forzedell�ordine, un sottufficiale del-l�esercito in pensione, un ristorato-re ed un autotrasportatore; nessundisoccupato. La festa è continuataper tutto il pomeriggio tra canti eballi alla desulese, aiutandoci ognitanto con prelibati assaggini di ga-stronomia nostrana, torrone e dol-cetti, accompagnati da calici dibuon vino. Io stesso mi sono esibi-to nel cantare mottetti all�anticamaniera desulese. Sono felice dipoter affermare che il raduno è benriuscito in ogni particolare. La gio-ia e l�allegria sono salite alle stelle,al grido di Forza Cagliari promossoin Serie A. Nel corso della giornatasono arrivate molte telefonate da la-voratori desulesi residenti in Italia eall�Estero; in particolare molto gra-dita una dal Canada da Angelo Flo-ris di Ovolaccio, emigrato dal pae-se da oltre 50 anni, che si è moltocomplimentato per queste nostreiniziative. Siamo orgogliosi anchedi essere riusciti a compattare ungruppo così ben affiatato che per ri-cordare Desulo ci siamo impegnatia ritrovarci almeno una volta all�an-no. Nuove iniziative sono in cantie-re. Credo che siamo gli unici emi-granti desulesi ad aver una simileorganizzazione.

Termino ricordando che tra noi ela terra natia � Desulo, il cordoneombelicale non si è mai spezzato.

Da me personalmente, dagli or-ganizzatori del raduno e da tutti iDesulesi residenti nel Veneto, unabbraccio cordiale e un saluto caroa Desulo e a tutta la cittadinanza,esteso a tutti gli emigrati desulesiovunque essi si trovino. Con tantanostalgia e sincero affetto.

Giovanni Gioi

FRANCIA

Nuova sededel Circolo“Gennargentu”di Folschviller

Nuova sede del Circolo sardo�Gennargentu� di Folschviller,in Francia.

I nuovi locali sono ubicati alcivico 6 di rue Usson de Poitou.Il trasferimento è stato deciso dalDirettivo del sodalizio presiedu-to da Antonio Ibba.

Per contatti telefonici Tel.03.87893207 (03.87893207); Fax.03.87892416 (03.87892416).

EmigrazioneAgosto 2004 � 25

“Una donna di carbone”romanzo di Bruno Rombi

presentato alla Sarda Tellus

Manifestazione culturalesulla narrativa sarda

al circolo “Sa Rundine”

VERCELLI

GENOVA

Vercelli è una cittadina dipianura del Piemonteorientale nota, a chi si in-

teressa di agricoltura, come lacapitale europea del riso e, ad al-tri, per le nebbie invernali e lezanzare estive, fenomeni questiche col mutare del clima e inizia-tive ad hoc, anno dopo anno, ten-dono ad attenuarsi.

Capoluogo di provincia, Ver-celli è sede arcivescovile e im-portante polo univer sitario. Cit-tà devota al suo patrono S. Euse-bio di Cagliari, è ricca di duemusei i quali custodiscono opereche vanno dai reperti archeologi-ci di origine romana ai dipinti diGaudenzio Ferrari e alla pinaco-teca del museo Borgogna. Ver-celli è altresì nota a studiosi e ri-cercatori per il tesoro del Duomoe la biblioteca capitolare che rac-chiudono oggetti e manoscrittidal secolo X in poi, tra cui il fa-moso Vercelli Book in antica lin-gua anglosassone. Il gioiello ar-chitettonico della città è la basi-lica cistercense di S. Andrea delXII secolo.

Vercelli, peraltro, è una cittàmoderna e per la sua posizionegeografica offre opportunità noncomuni per gli spostamenti perlavoro o altro in quanto è inseritatra i più importanti collegamentiautostradali e ferroviari nazionalie internazionali che la fanno sen-tire più vicina alle grandi città delNord e all�Europa. Si pensi soloche dista dall�aeroporto di Mal-pensa circa 60 Km.

Vercelli, avuti presenti i tempiche corrono, è soprattutto unacittà a misura d�uomo, senza par-ticolari problemi di criminalità,con una centro storico antico rin-novato di recente e cinta da lun-ghi viali alberati che, per buonaparte dell�anno, offrono possibi-lità di passeggio a piedi o in bici-cletta, agli adulti, ai vecchi e aibambini.

Ora, in questa realtà che abbia-mo rappresentato in estrema sin-tesi, a partire dal secondo Dopo-guerra hanno trovato lavoro nel

privato o nel pubblico im-piego alcune centinaia dicittadini nativi della Sar-degna. Circa dieci anni fa,per iniziativa dei Sardiemigrati che hanno sentitopiù di altri il bisogno di te-nere sempre stretto e vivoil legame con la propriaterra e di adoperarsi perfarne conoscere la storia,l�arte e la cultura, è statacostituita un�Associazioneculturale denominata �Sarundine� che attualmenteconta circa 150 soci.

Col tempo �Sa rundine�organizzando manifesta-zioni di interesse storico eculturale, con la partecipa-zione di qualificati oratorisardi, si è imposta all�at-tenzione della pubblicaopinione locale catturan-done gratificanti consensi, sim-patia e amicizia.

Tutto questo per lasciare im-maginare l�ambiente che ha ac-colto la manifestazione organiz-zata insieme alla FASI e con lacompartecipazione dell�Assesso-rato alla cultura del Comune diVercelli; oratore ufficiale il gior-nalista Tonino Oppes, Capo re-dattore del TG3 di Cagliari, cheha parlato de �I paesi dell�internoe la narrativa popolare sarda�.

Alla presenza del Sindaco e del-l�Assessore alla cultura del Co-mune di Vercelli e di una plateanumerosa colta ed attenta,

il presi-

dente dell�Associazione DinoMusa ha portato il saluto del suosodalizio cui ha fatto seguitoquello del Cav. Filippo Soggiu,Presidente onorario della FASI.Infine il giornalista GiampaoloPorcu, addetto stampa de �Sa run-dine�, ha aperto i lavori dando laparola al dottor Oppes.

Egli ha voluto incentrare la suaconferenza sull�importanza dellamemoria, soprattutto della memo-ria che il tempo tende a cancella-re perchè spariscono poco allavolta coloro che avevano il com-pito di tramandare oralmente i ri-cordi del passato, cioé gli anziani.

Le nuove generazioni sembra-no non aver tempo di fermarsi,ricordare e raccontare. Ecco per-ciò l�importanza del recuperodella cultura del passato ancheattraverso i miti e le favole, eccola necessità dello scrivere, delfermare concretamente i tesoridella memoria storica perché nonvadano dispersi definitivamentecon la scomparsa dei centri piùpiccoli, soprattutto di quelli del-l�interno, più soggetti all�abban-dono da parte dei giovani.

Oppes, a questo proposito, haricordato il caso di Villanovafor-ru, un piccolo paese di poco più

di 700 abitanti, che si è mantenu-to vivo proprio attraverso il ricu-pero culturale, avvenuto con lacreazione di un museo che attiraturisti, curiosi e studiosi in ogniperiodo dell�anno.

L�oratore ha concluso il suo in-tervento con la lettura di un rac-conto �Il tesoro delle fate� trattodal suo libro �PARISTORIAS-Miti e racconti della Sardegna�che presenta un vecchio narratoredel paese di Giave il quale invita-va i bambini ad avvicinarsi e adascoltare la leggenda di un tesoronascosto, protetto dalle fate e daimostri e quindi irraggiungibile; lastoria impauriva e nello stessotempo affascinava i bambini chenon accettavano il finale lasciatoin sospeso dalla saggezza del vec-chio e desideravano in cuor lorodiventare grandi per sfidare le ja-nas e conquistare il tesoro.

La conferenza, a lungo applau-dita, si è poi ulteriormente arric-chita con le risposte alle moltedomande sulla lingua e sui costu-mi della Sardegna e, con una notadi amichevole provocazione daparte dell�Assessore alla culturasull�antica rivalità tra Sassari eCagliari, questione risolta consimpatiche battute e una comune,riconosciuta identità sarda traTonino Oppes di Sassari e Giam-paolo Porcu di Cagliari.

Gli intervenuti alla manifesta-zione sono poi usciti nel chiostroadiacente alla sala del convegnoper ammirare una serie di splen-dide fotografie (proprietà FASI),illustrate dal Cav. Soggiu. Esseriproducono gli stagni e i canaliche circondano Cagliari, Quartue le zone circostanti, le vecchiesaline e gli uccelli che popolanol�area e che la rendono un�oasifaunistica interessantissima e vi-brante di colori: dal rosa intensodei fenicotteri al rosso brillantedel becco del pollo sultano, dagliaironi cinerini e dalle garzette(molto comuni nelle risaie delVercellese) all�avocetta dal lun-go becco alla Cirano.

Giampaolo Porcu

Presso la Sala Conferenze del-la Sarda Tellus di Genova(via San Luca, 6) domenica 6

giugno 2004, davanti a un folto edattento pubblico è stato presentatodalla prof.ssa Rosa Elisa Giangoia,il romanzo Una donna di carbone(Ed. Condaghes, Cagliari, 2004) diBruno Rombi, ultima fatica lettera-ria dell�autore sardo residente daanni a Genova.

Dopo l�introduzione del presi-dente della Sarda Tellus, Cav. Vir-gilio Mazzei, che ha sottolineatoalcuni aspetti del romanzo la pro-fessoressa Giangoia ha affermatoche il libro di Bruno Rombi è unbell�esempio di romanzo che rin-nova la tradizionale struttura nar-rativa eterodiegetica onniscientecon l�utilizzo delle esperienze delmonologo interiore e delle consa-pevolezze che sono state fornitedalla psicanalisi.

È un romanzo � ha aggiunto �che prende spunto da una situazio-ne reale, da un episodio di cronacache con il tempo è già diventatostoria, per raccontare una vicendaricca di implicazioni sociali, eco-nomiche, civili e culturali per unfine ben preciso, di ampio valoreumano.

Il punto di partenza è la dramma-tica situazione venutasi a creare aCarbonia nell�immediato Dopo-guerra, in seguito alla dismissionedelle miniere di carbone, rimessein uso durante l�autarchia del peri-odo fascista, e ora non più compe-titive sul mercato europeo. Il ro-

manzo inizia con movimenti dipiazza dei minatori durante unosciopero nel �48. In questo diffici-le frangente muore un operaio, Ba-chisio.

Così la vicenda del macrocosmodi Carbonia viene vista dall�autoreattraverso il microcosmo della re-altà familiare di questo giovaneche, morendo, lascia nella desola-ta disperazione Gianna, la moglie

in attesa di un figlio.Ad infrangersi èuna coppia, unitadall�amore, che stavivendo l�attesadella nascita di unbimbo, segno disperanza e di fidu-cia nel futuro.

La macchina nar-rativa di questo ro-manzo si mettequindi in moto, hasottoli neato Gian-goia, contrariamen-

te alle più consolidate tecnichenarratologiche, con una morte, cheinfrange anche la vita di Gianna, laquale deve faticosamente ritrovareuna sua ragione esistenziale e fati-cosamente ricomporre il suo smar-rimento, recuperando la sua auten-tica dimensione umana. Ma i capi-toli iniziali si soffermano sull�epi-sodio del funerale di Bachisio, chevede protagonista un sacerdote co-

raggioso, don Vito, pronto a cele-brare il funerale religioso all�ope-raio morto per generosità e fiducianei suoi ideali, dietro il cui carrofunebre l�Ave Maria si intrecciacon Bandiera Rossa, superando innome degli autentici valori cristia-ni e umani, quelle barriere e con-trapposizioni ideologiche che tan-to segnarono la vita in Italia in que-gli anni.

Lentamente e tortuosamente ri-prende poi la vita di Gianna, ama-reggiata dapprima dalla perdita delfiglio tanto atteso, poi sostenutadalla solidarietà dei compagni diBachisio, solo apparentemente di-sinteressati, ma che ben presto, an-che per l�insita debolezza dellacondizione femminile in quel con-testo socio economico, la usano ela sfruttano. Lei quindi deve passa-re attraverso vicende dolorose eumilianti per ritrovarsi alla finesola, abbandonata da tutti, in unacittà che vive dell�allontanamento

dei lavoratori dalle miniere ormaichiuse per cercare lavoro altrove.E così questa �donna di carbone�,la cui vita cioè era stata fortemen-te condizionata dal carbone dellasua terra, diventa significativa me-tafora della Sardegna, di quest�iso-la sfruttata e abbandonata, che permolto tempo ha faticosamente cer-cato la sua strada nel contesto na-zionale.

Tutto questo è narrato da BrunoRombi � ha concluso l�oratrice �con uno stile originalmente inven-tivo, sovente intarsiato da sintagmialtamente lirici dotati di significa-tive ed efficaci valenze espressive,soprattutto con frequenti fughe nelmondo del recupero memoriale edell�onirico, in cui gli elementidella natura e del paesaggio assu-mono un posto di particolare rilie-vo. Il registro della memoria equello de] sogno acquistano inquesto romanzo una funzione di ri-scatto, alleggerimento e quasi pu-rificazione dei riferimenti alleesperienze sessuali che nella dina-mica narrativa si ripetono con unavoluta insistenza.

Sappiamo che questa storia è ve-nuta lentamente incontro all�auto-re e che l�ha impegnato a con i suoipersonaggi e le sue vicende, a cuiaveva già dato vita in un testo tea-trale. È stata una storia in cui l�au-tore ha dovuto individuare con pre-cisione la dimensione del narrareuscendo da sé, facendosi coinvol-gere, per il fine, in questo caso, ditestimoniare e denunciare.

Emigrazione26 � Agosto 2004

FRANCIA

Concerto di Elena Leddanel centro storico

delle miniere di Lewarde

Presentato alla Sarda Tellusun libro sulle leggende

nuove e antiche di Alghero

Applaudito concerto di ElenaLedda all�auditorium del CentroStorico delle Miniere di Lewar-de. Accompagnata dalla cantanteSimonetta Soro e dai musicistiMauro Palmas, mandolino e Sil-vano Lobina, basso, l�artista haproposto al folto pubblico i branipiù significativi tratti dal disco�Maru Mannu� ispirato dalle piùantiche tradizioni musicali dellaSardegna.

La manifestazione è stata orga-nizzata dal circolo �Sardaigne�di Douai in Francia, presiedutoda Giovanni Caria, in collabora-zione con il Consolato di Italia el�Istituto Culturale Italiano diLilla nonché il Centro Storicodelle Miniere di Lewarde. ElenaLedda e il suo gruppo � ci hascritto il Presidente del CircoloGiovanni Caria � hanno offertoun momento di grande emozioneinterpretando le canzoni con pas-sione. I numerosi sardi e francesipresenti hanno applaudito a lun-go e si sono complimentati congli artisti in occasione del ricevi-mento caratterizzato da prodotti

sardi e calabresi.Il concerto ha inaugurato le ini-

ziative del Centro Storico in ono-re delle comunità immigrate nel-la regione Nord/Pas-de-Calaisper lavorare nelle miniere di car-bone dal XIX al XX secolo: inprevalenza italiani, polacchi, bel-gi e maghrebini. Una mostra inti-tolata �Ahmed, Wladislaw, Da-rio... tous gueules noires�, propo-

sta al pubblico da maggio a di-cembre di quest�anno, ricordal�insediamento delle diverse mi-grazioni con fotografie, oggettidella vita quotidiana, i riti reli-giosi, le attività sportive, le pub-blicazioni in lingua materna econ documenti delle associazionisocio-culturali. Il mese di dicem-bre sarà dedicato all�Italia con laproiezione del film �Dejà s�en-vole la fleur maigre� di P. Meyered uno spettacolo di musica tra-dizionale sarda.

Il Presidente del Circolo �Sar-daigne� ha ringraziato, per il suc-cesso ottenuto dalla manifesta-zione il Direttore del Centro Sto-rico Andrè Dubuc ed i suoi colla-boratori Delphine Montagne,Karine Sprimont e EmmanuelReyes; la Direttrice dell�IstitutoCulturale Italiano di Lilla, AnnaMondavio; il Console d�Italia,Carmela Gragnani ed i soci delCircolo Natalina Usai, Suzanne eDario Pilia, Giovanna Piras, JosèCaria, Andreina Coghe, Graziel-la Madau, Giovanna Caria e Feli-cia Caria.

MILANO

GENOVA

Il libro �Antigues i noves ron-dalles de l�Alguer� (Antiche enuove leggende di Alghero) diVittorio Guillot, edito per i tipidell�editore Sole della cittadinacatalana, è stato presentato dalleprofessoresse Lina Aresu e IdaComiglia in un incontro cultura-le svoltosi nel salone di rappre-sentanza del Circolo �Sarda Tel-lus� di Genova. L�opera, che rac-coglie numerose antiche e nuoveleggende algheresi, che l�autoresenti� raccontare da bambino oche, come dice, si è totalmenteinventato, tende non solo a tra-smettere i valori della cultura lo-

cale, ma anche a ribadire la ne-cessità di mantenere viva e valo-rizzare l�idioma della cittadina,ricca di storia e di tradizioni checondivide integrandole con quel-le della Sardegna.

Il libro � ha scritto VirgilioMazzei, Presidente della �SardaTellus� � è di facile lettura e dapiacevolezza a leggerlo perchéalcune delle leggende raccontateriportano il lettore, sardo e non, arivivere la giovinezza quando at-torno al focolare in ogni casa del-la Sardegna antica si raccontava-no le favole. Le belle Rondallesdi Guillot hanno suscitato le rie-

vocazioni catalane di Lina Are-su; lo splendore architettonico diAlghero, una delle sette città re-gie di Sardegna; la filosofia delmaiorchino Raimondo Lullo,pensatore tra i massimi del Me-dio Evo; il romanzo cavallerescocatalano di Tirante il Bianco.

Dopo aver esaminato le leg-gende in programma, Lina Aresuha accennato ad un�altra opera diGuillot �Il Debito�, un dialogopieno di pathos e vibrante di te-matiche attuali.

Ida Comiglia ha dato, in geno-vese, una brillante lettura del te-sto di Guillot.

Scade il 30 settembreil termine del concorso

di Poesia sardaIl Centro Sociale Culturale Sardo di Milano ha bandito l�8° Con-

corso internazionale di Poesia Sarda. Il termine per presentare leopere è stato prorogato al 30 settembre (la scadenza, prevista peril 31 agosto).

Il premio è diviso in tre sezioni:- Sezione 1 riservata ai poeti sardi non residenti;- Sezione 2 riservata ai poeti di lingua sarda residenti nell�Isola;- Sezione 3 riservata agli autori di testi in lingua sarda musicati.La giuria è presieduta da Giulio Paulis.Per ulteriori informazione rivolgersi al CSCS via Ugo Foscolo 3 -

20121 Milano - tel. 02.8690220

CESANO BOSCONE

Rinnovato il direttivodell'Associazione Sarda

Donatori di SangueNuovo Direttivo all�Associa-

zione Sarda Donatori di San-gue ASDS � FIDAS di CesanoBoscone nell�hinterland mila-nese. Presieduto da Luigi Loi,il Direttivo è composto da Ma-rio Legnazzi, Vicepresidente;Giuseppe Serrara, Cassiere;Marisa Mascia, Segretaria; Lo-renzo Desiderio, Leandro Por-ceddu e Maria Sanna, Consi-glieri.

A far parte dei Revisori deiConti sono stati chiamati Bru-na Landis, Presidente; Raffael-la D�Allovo e Silvia D�Allovo,Componenti.

I nuovi Dirigenti dell�Asso-ciazione hanno confermatol�impegno assunto dal prece-dente Direttivo per l�organiz-zazione, il prossimo 10 ottobredi un dibattito sulla procrea-zione medicalmente assistita.Alla tavola rotonda, oltre aiDirigenti della FederazioneItaliana Associazioni Donatoridi Sangue (FIDAS), sono statiinvitati medici, magistrati,giornalisti e rappresentantidelle Associazioni di talasse-mici ed emofilici oltre agliesponenti della Giunta Comu-nale.

VENTIMIGLIA

Si è svolta anche quest�anno aVentimiglia, in Liguria la settimamostra dei disegni e delle poesiedegli allievi delle Scuole Mediecittadine sul tema �La Sardegna,come la vedi�. La manifestazioneè stata inserita nell�ambito dellasettimana della cultura ed ha ri-scosso ampi consensi da parte distudenti, docenti e genitori.

È dal 1998 che il Circolo cultu-rale �Grazia Deledda�, presiedu-

to da Ambrogio Porcheddu orga-nizza, su idea del ConsigliereEduardo Raneri la mostra dei la-vori più originali effettuati daglialunni delle Scuole Medie. Col-locati in pannelli curati da MarcoMurtas, gli elaborati degli stu-denti hanno attirato l�attenzionedei visitatori nei locali del presti-gioso Forte dell�Annunziata chesi affaccia sul porto di Ventimi-glia.

Disegni e poesiededicati alla Sardegna

EmigrazioneAgosto 2004 � 27

PAVIA

Alghero e i suoi coralliin vetrina nelle saledell'Ateneo pavese

I sardi in Friuli-Venezia Giuliaonorano i fanti della “Sassari”

UDINE ARGENTINA

La Sardegna alla mostra“Los Grandes y sus Raíces”organizzata a Buenos AiresI numerosi Sardi residenti in

Friuli Venezia Giulia (circa 1000a Udine, 4-5.000 nell�intera Re-gione), da quando nel 1976 costi-tuirono l�Associazione dei Sardi,hanno sempre sentito come lorodovere primario quello di onora-re la memoria dei Caduti dellaBrigata Sassari, che nella GrandeGuerra in numero di 13.602 han-no bagnato col loro sangue ognizolla di queste terre.

Il Friuli, situato tra l�Altopianodi Asiago e il Carso, i due principa-li teatri di guerra in cui operaronoi nostri soldati è un Museo viventedi testimonianze di eventi che han-no visto protagonisti i nostri padri.La memoria e l�ammirazione negliabitanti del posto è ancora viva enon manca occasione in cui le Au-torità celebrino il ricordo dei �pic-coli Sardi della Brigata Sassari�,che unici sfilavano ancora inqua-drati da Caporetto al Piave, quandotutti gli altri soldati erano dispersio sbandati.

Il Presidente del Circolo diUdine Giorgio Mannu, ha orga-nizzato recentemente una visitacon due Pullman ad Asiago, doveil Sindaco ha accolto i Sardi inMunicipio rivolgendo loro paro-le commosse e riconoscenti e si èquindi recato con tutti i Sardi ac-compagnati dalla bandiera deiQuattro Mori a rendere omaggioal monumento ai Caduti dellaBrigata Sassari.

La giornata si è conclusa con lavisita al Sacrario e ai luoghi deiSette Comuni, dove si sono svol-te molte memorabili battagliedella Brigata Sassari e dove mol-tissimi Sardi sono morti.

Il Circolo di Udine non vienemeno al dovere di rendere omag-

gio ogni anno a un Cippo allaBrigata Sassari sito in localitàAzzida, frazione di San Pietro alNatisone eretto nel 1987 dai Sar-di del Friuli.

Si tratta di un masso scopertoin mezzo al bosco in cui è benleggibile la scritta «Qui attendò ilpiù bel battaglione del mondo151º Fanteria 3º Battaglione -Brigata Sassari».

Numerose sono le testimoman-ze riscontrate nei libri da AlfredoGraziani al Generale Motzo in

Più di 6.000 persone hanno vi-sitato la mostra �Los Grandes ysus Raíces� che si è tenuta nelCentro Comunale di Esposizionidi Buenos Aires i giorni 12 e 13di Giugno.

La Fiera è stata organizzata nel-l�ambito del �Programma de Co-lectividades� de la Secretaría deJefatura de Gabinete del Governodella Cittá Autónoma di BuenosAires, per rendere omaggio a �LosGrandes y a sus raíces�.

La mostra, il cui ricavato è an-dato a totale beneficio della Casadel Teatro e della Fundación Fa-valoro, è stata realizzata con lacooperazione di quaranta paesi.Nel trascorso delle due giornatesono state realizzate più di 80 at-tività culturali, per far conoscerestoria, tradizioni, produzione let-teraria e dell� artigianato, dimo-strazioni gastronomiche e di dol-ci tradizionali dei diversi Paesirappresentati. Complessivamentesono stati aperti 150 stands.

Per l�Italia hanno risposto al-l�invito cinque associazioni inrappresentanza della Campania(Asociación Cultural y Recreati-

va Montemarenese), del Trenti-noo a cura del Circulo Trentino,della Calabria, della Liguria e del-la Sardegna il cui stand è stato al-lestito e curato dai responsabili delprogramma radiofonico �Sardegnanel Cuore�. Il sabato è stata pre-sentata la preparazione de �Is Mal-loreddos� e la domenica �Sas sea-das�. Il pubblico ha anche potutoacquistare una gran varietà di �dol-ci tipici sardi� di elaborazione ar-tigianale: amaretti, pabasinos, pa-stizos, tilicas e gatou di mandorlepirichitos, e seadas e il delizioso�pane �e latte�, pane elaborato conlatte e strutto.

Nello spazio dedicato alla cul-tura e all� artigianato sardo sonostati esposti oggetti di ceramica esughero e riproduzioni di pitturedi una antica collezione (1876) dipaesaggi e costumi antichi. Inol-tre sono stati distribuiti centinaiadi copie del libro �DestinacionSardegna�, in lingua spagnolaforniti dal ENIT.

Nel corso delle due giornate sisono svolti spettacoli artistici emusicali.

Teresa Fantasia

Dal 4 al 6 giugno, a Pavia, nel-le Aule del �400 e di Disegno del-l�Università, il Circolo culturalesardo �Logudoro�, presieduto daGesuino Piga, ha organizzatouna rassegna su �Alghero e i suoicoralli�, che ha proposto mostre,conferenze, proiezioni, narrazio-ni sulla rinomata città turisticadel Nord Sardegna di cui sononote le origini catalane e le tradi-zioni nella lavorazione dei metal-li nobili e del corallo.

La manifestazione, promossain collaborazione con il Comunedi Alghero, la Regione Sarda(Assessorato del Lavoro), laFASI, l�Università, la Provinciae il Comune di Pavia, ha intesofar conoscere ai cittadini pavesila realtà storico-culturale di Al-ghero, le attrattive turistiche e lerisorse economiche del suo terri-torio, le particolarità tecniche edi lavorazione del corallo (l�ororosso) e le realizzazioni artisti-che dei maestri orafi.

Nel pomeriggio di venerdì 4 giu-gno è stata inaugurata la mostra�Joies de Alguer� (gioielli di Al-ghero, con le più significative pro-duzioni artigianali e artistiche in oroe in corallo), già presentata congrande successo ad Alghero e aBarcellona e che verrà propostaprossimamente a Palma di Maiorca.

Numerose e qualificate le au-torità pavesi che hanno rispostoall�invito del �Logudoro� e dellacittà di Alghero (rappresentatadall�assessore allo Sviluppo eco-nomico e alle attività produttive,

Franco Simula). Sono intervenu-ti, tra gli altri, il sindaco di PaviaAlbergati, il prefetto Gorgoglio-ne, gli assessori provinciali Re-nata Crotti e Lorenzo Demartini,la vice del Rettore dell�Universi-tà Paola Vita Finzi; il presidentedella Camera di CommercioMossi, personalità della politica,della cultura e del mondo produt-tivo oltre a numerosi docentidell�Università, e al presidentedella comunità ellenica di Pavia,Spyros Mollas. Per la FASI è in-tervenuto il presidente onorarioFilippo Soggiu.

La preziosa esposizione è sta-ta illustrata ai visitatori da duedocenti della scuola media �Al-ghero 2� ( Paola Delrio, PaolaRondello) e da un docente del-l�Istituto d�Arte �F. Costantino�di Alghero (Efisio Niolu).

Nella serata, nell�Aula del�400, il trio �Tiligugu� (compo-sto da Antonio Luiu, MarianoPiras, Paolo Sanna) non ha solo

proposto canzoni della tradizio-ne algherese-catalana ma ha an-che eseguito gustose �gobbu-las� in sassarese, canzoni in lo-

dichiarata molto interessata astabilire dei contatti con glioperatori della provincia di Pa-via attivi nei settori vitivinico-lo e orafo. Sono seguite degu-stazioni a base di prodotti tipicialgheresi.

Nella serata si è tenuta unapresentazione della catalanità diAlghero con proiezioni di imma-gini della città. E� seguita unaappassionante narrazione su Al-ghero, nel contesto della storiasarda, di e con Gianluca Medas,accompagnato con la chitarra daMarco Lutzu mentre scorrevanosullo schermo le immagini sele-zionate da Daniela Meloni.

Domenica mattina, nella basi-lica di San Pietro in Ciel d�Oro,dopo la messa, è stata organizza-ta una visita guidata ai tesoridella chiesa, in cui riposano lespoglie di sant�Agostino arriva-te attorno al 720 dalla Sardegna,e una illustrazione del monu-mento funerario (custodito nellacripta della basilica) dedicato alSanto dallo scultore sardo Pi-nuccio Sciola.

Nel pomeriggio, nell�Aula del�400, è stato proiettato un docu-mentario sulla pesca del corallorealizzato dall�esperto RobertoBarbieri.

Conclusione in musica conl�esibizione dei ballerini di ungruppo folk, quello del circolosardo �Amedeo Nazzari� di Ba-reggio-Cornaredo, guidato dalpresidente Franco Saddi.

Paolo Pulina

gudorese e in italiano. (Il nomedel gruppo, �Tiligugu�, ricordaquello del geco, cioè di una spe-cie di lucertola che vive sottoterra e che, secondo una leggen-da, se dovesse venir fuori, di-venterebbe un mostro. �Anchenoi sardi - vuol comunicare ilgruppo - vorremmo venir fuoriperò come mostri buoni, positi-vi�).

Nella mattina di sabato, nel-l�Aula del �400, il funzionariodell�assessorato alla cultura delComune di Alghero, Pier LuigiAlvau, ha riepilogato i fatti sa-lienti della storia della città ca-talana soprattutto a vantaggiodegli esponenti del mondo poli-tico ed economico-produttivodella città e della provincia diPavia convenuti per un incontrotecnico, in cui la delegazione al-gherese ha promosso ovviamen-te le potenzialità turistiche e itesori produttivi della città sar-da ma, nello stesso tempo, si è

cui si ricorda comela Brigata fu richia-mata nei giorni im-mediatamente pre-cedenti il Ferrago-sto del 1917 dal-l�Altopiano diAsiago all�Altopia-no della Bainsizza.

I soldati viaggia-rono in treno fino aCividale e da qui inmarcia si trasferiro-no a Azzida, distan-te circa 8 km., dovesi attendarono.

Riferisce Alfredo Graziani nelsuo libro sulla Brigata Sassariche furono incaricati alcuni fantidi scolpire con le proprie baio-nette su un masso la frase cheancora oggi leggiamo.

Il 2 giugno una folta delegazio-ne di Sardi del Circolo di Udine,guidata dal presidente Mannu, hareso omaggio al Cippo insiemeagli Alpini di Azzida, di Civida-le e al Sindaco di San Pietro alNatisone. Carmelo Spiga

Emigrazione28 � Agosto 2004

Le comunità si raccontanoincontro-dibattito

al circolo "Grazia Deledda"

Gemellaggio radiofonico tra la emittente BBSI

e Radio Stella di Tortolì

LA SPEZIA

Intensa attivitàdel circolo sardo

TREVISO

Solidarietà senza confiniuna "casa di Sardegna"

ad Amelia RodriguezLa solidarietà dei Sardi si

spinge fino al Brasile per realiz-zare ad Amelia Rodriguez una�casa di Sardegna�.

Nel paese dello Stato di Bahiasarà realizzata entro dicembreuna struttura con un centro po-livalente didattico e socio-cul-turale con laboratori e spazi de-stinati alla formazione profes-sionale di 50 famiglie dellazona.

Il progetto di cooperazioneinternazionale �Solidarietà sen-za confini� promosso dall�asso-ciazione �Amici di Sardegna� efinanziata con 12.000 euro dal-la presidenza della Giunta re-gionale, mira a incentivare ilcommercio ecosolidale e il turi-smo sostenibile nel piccolo bor-go nel nord-est del Brasile.

Interessante iniziativa del Cir-colo sardo �Grazia Deledda� diLa Spezia. In collaborazione conil Centro culturale �L�Incontro�e l�Assessorato alla Cooperazio-ne Internazionale della città li-gure ha organizzato un pubblicodibattito sul tema �Le Comunitàsi raccontano�.

La manifestazione ha consen-tito l�incontro delle diverse co-munità di emigrati presenti nelterritorio provinciale che, attra-verso testimonianze, hanno for-nito suggerimenti per una mi-gliore integrazione con la popo-lazione che le ospita. L�obietti-vo è quello di creare le basi peruna stabilità sociale ed economi-ca indispensabile per una convi-venza pacifica in una societàmultietnica. La cultura � è statosottolineato nel corso del salutoda Daniele Murgia, Presidentedel �Grazia Deledda�, il Circolo

nato 18 anni fa dalla comunitàdegli emigrati sardi a La Spezia� è uno strumento di importanzastraordinaria, lontano da conce-zioni elitarie o chiuse, che favo-risce l�inclusione e la giustiziasociale, l�integrazione e il dialo-go tra i popoli, la democratizza-zione e i diritti umani.

Coordinati da Costanzo Paz-zona del �Grazia Deledda�, han-no partecipato al dibattito Ser-gio Frigo, giornalista del �Gaz-zettino di Venezia� e Direttoredel mensile sugli emigrati italia-ni all�estero �Cittadini Dapper-tutto�; gli avvocati Elena Quar-tero e Massimo Auditore, consu-lenti di normative italiane e comu-nitarie sull�emigrazione; Mas-simo Carosi, Assessore Comuna-le alla cooperazione internaziona-le; Giovanni Carroni, scrittore eattore della compagnia �Bochete-atro� di Nuoro ed i rappresentan-

ti delle Comunità senegalese, al-banese, latino-americana e arabapresenti nel territorio della pro-vincia di La Spezia.

A conclusione del dibattito alquale hanno assistito, nei localidel Centro Allende, alcune cen-tinaia di persone, è stato offertoun buffet di cucina internaziona-le con alcuni prodotti tipici del-la Sardegna.

Successivamente la compa-gnia �Bocheteatro� ha rappre-sentato lo spettacolo in linguaitaliana �Emigranti� di Slawo-mir Mrozek. Una storia di soli-tudine, emarginazione, differen-ze e riflessioni che fanno alcuniemigrati nel tentativo di risolve-re i problemi sorti dall�incontro-scontro delle diverse culture.Per la regia di Maria Magliettahanno partecipato, quali attoriprotagonisti Coco Leonardi eGiovanni Carroni.

ALESSANDRIA

Una bella giornata i festa quel-la vissuta domenica 18 luglio adAlessandria, dove oltre 50 perso-ne provenienti da Jerzu e Paesi li-mitrofi hanno fatto tappa in città,accolti dall'entusiasmo della co-munità sarda del Circolo Cultura-le "Su Nuraghe". Ad attenderli ilvice presidente della FASI, Sera-fino Vanni Lai, e il presidente delcircolo Tonino Sanna. Prima delpranzo è stata realizzata per la pri-ma volta una diretta contempora-nea con la trasmissione "Sardegnamio primo amore", conddotta daElvira Lecca su radio BBSI e Giu-lio Mameli con Armonias, su Ra-dio Stella di Tortolì.

Dalla Sardegna collegamenti emusica e dagli studi di RadioBBSI di Alessandria il program-ma condotto da Stefano Venneri,con il coinvolgimento di Elvira

Nel gennaio scorso, 85 annidopo la fine della Grande Guer-ra, a Vittorio Veneto, ha avutoluogo l�inaugurazione di unmonumento dedicato ai Cava-lieri di Vittorio Veneto.

Alla cerimonia � ha comuni-cato Dario Dessì dell�Associa-zione amicizia sarda nella mar-ca trevigiana (Treviso) al Mes-sagero Sardo � erano presenti ilGonfalone di Vittorio Veneto,fregiato di Medaglia d�Oro as-sieme a quelli di Firenze e diCagliari per il coraggio dellepopolazioni civili durante il se-condo conflitto mondiale, ilgen. Mauro Moscatelli, 32/oComandante della Brigata Sas-sari e attuale Comandante dellaDivisione Mantova.

Al Colonnello Lorenzo Ca-deddu, nominato di recente Pre-sidente del Centro Studi Stori-co-Militari sulla Grande Guer-ra, è stato affidato il compito dispiegare i motivi di questi rico-noscimenti.

Il 31 gennaio coincide conl�86/o anniversario della Batta-glia dei Tre Monti sull�Altipia-no di Asiago e con la festa dicorpo della Brigata Sassari.Quella battaglia, combattuta evinta dai Fanti della Sassari, su-scitò entusiasmo fra i Vicentinie gli Italiani tutti; dopo i giornitristi di Caporetto costituiva, in-fatti, il primo segnale di riscos-sa da parte dell�Esercito Italia-no. Fra le iniziative dell�Asso-ciazione il 14 febbraio, giornodegli innamorati, al Teatro San-t�Anna a Treviso è stato orga-nizzato lo spettacolo �MeglioSardi che mai�, di Geppi Cuc-ciari nata a Macomer e residen-te a Milano dove si è laureata edove è diventata una affermatacabarettista.

Ad applaudire Geppi anche lozio Francesco Antonio Dore,vice Presidente dell�Associa-zione.

Sempre in febbraio, nell�am-bito dei ludi carnascialeschi inpiazza dei Signori si è esibito ilGruppo di ballo di Osilo. Men-tre un altro incontro vi è stato il21 e 22 febbraio del TrevisoCagliari Club, in occasione del-la partita Treviso-Cagliari.

Al termine grandi feste diCarnevale nei locali dell�Asso-ciazione a Treviso e l�altra or-ganizzata dai coniugi Claudio ePina Cau nel ristorante QuattroMori a Lugo di Vicenza. Infinel�8 marzo nei locali dell�Asso-ciazione ha avuto luogo la cele-brazione della Giornata dellaDonna ed il 15 marzo vi è statal�escursione del gruppo storico�La Grande Guerra� nei luoghidove caddero tanti soldati conla visita al Sacrario Militare delMontello, dove fra i 9.325 Ca-duti riposano tanti sardi.

E quindi a Casa Serena dovedue delle tre lapidi murate cita-no: Capitano Eligio Porcu diQuartu Sant�Elena Medagliad�Oro 16-6-1918; Qui tenerod�anni ma ardito di spirito, stre-nuamente combattendo alla te-sta dei suoi fanti, gloriosamen-te cadeva il tenente Mario Car-boni di Sassari il 16 giugno1918.

Poco distante all�incrociodella strada di arroccamentocon la presa 10, per anni dopo lafine della guerra un cartellocontinua a gridare il grido dellafanteria sarda: �Qui manchet innois s�animu/Qui languat su va-lore/Pro forza o pro terrore/Nonhappas suspettu, o Re�, strofadel vecchio inno di guerra dellaBrigata.

BRASILE

�Così molti giovani di Bahia�,ha detto Roberto Copparoni,coordinatore del progetto, illu-strando l�iniziativa, �avranno lapossibilità di veder remuneratoil proprio lavoro e di vivere inmodo dignitoso�.

Il progetto che coinvolge laprefettura di Bahia, l�organiz-zazione non governativa �Ami-gos da Bahia�, associazionimissionarie e di volontariato,prevede anche l�invio entro set-tembre di un container con ma-teriali e attrezzi da lavoro dona-ti per le attività del centro. Laraccolta continuerà tutta l�esta-te.

L�associazione �Amici diSardegna� mette a disposizionei numeri 070-651884 e 320-3827525.

Lecca, Serafino Vanni Lai, delgiornalista di Radio Stella NinoMelis, del presidente dell'Asso-ciazione Industriale di Nuoro,

Attilio Piras. Jerzu è la cittadinadove è nata Elvira Lecca che èstata accolta con calore dai suoipaesani in visita al circolo.

EmigrazioneAgosto 2004 � 29

Intitolato a Maria Cartail circolo dei sardi

Riconosciamoci: riflessionidi un'emigrata in Australia

MELBOURNE

Sotgia elettopresidente

ROVERETO

Cinquant�anni fa occorrevaancora alzarsi in piedi peraccendere e spegnere le

poche televisioni esistenti, gliascensori funzionavano con unamonetina da 5 lire, si lavoravatutta la vita presso la stessa dittae si poteva fumare sui mezzi pub-blici, si andava in vacanza unavolta all�anno (e nemmeno tuttigli anni) e si trascorreva Ferrago-sto nella spiaggia piu� vicina, inogni famiglia vi erano almenodue bambini e questi venivanoaccuditi dalla madre che di pro-fessione faceva la casalinga, e ilNatale era obbligatorio trascor-rerlo a casa dei nonni senza com-promessi, né altre alternative.Nessuno si sognerebbe di mette-re in discussione i mutamenti so-ciali ed economici degli ultimidecenni, eppure, come per magia,l�orologio del tempo si sposta in-variabilmente indietro di 50 anniquando si parla dell�emigrazioneitaliana all�estero, e di quella sar-da in particolare.

In questo caso persiste tenacelo stereotipo dell�emigrato (sar-do e non solo) approdato all�este-ro perché spinto dalla necessitàdi un lavoro, trapiantato in paesiinospitali dagli usi incomprensi-bili, inseritosi gradualmente inun nuovo contesto sociale ma no-stalgicamente ancorato alla vitadella sua terra d�origine rimastaidentica, nella sua testa, a quelladi tanti anni fa. Secondo tale ste-reotipo, infatti, l�emigrante èmolto spesso ignorante dei cam-biamenti culturali, politici edeconomici che contraddistinguo-no il presente dell�Italia e dellesue regioni. Una visione di que-sto tipo se generalizzata rischiadi mortifica da un lato i traguardiraggiunti dagli emigrati nei pae-si ospitanti e dall�altro di ignora-re completamente la nuova tipo-logia dell�emigrazione italiana esarda degli ultimi decenni, tipo-logia che, se analizzata nelle suemotivazioni, puo� aiutare a forni-

re un�utile chiave di lettura deidisagi sociali nazionali contem-poranei. E tra questi, per esem-pio, i motivi per cui un giovanelaureato ritiene indispensabileabbandonare la propria città o ilproprio paese per poter persegui-re un determinato stile di vita emagari determinati obbiettiviprofessionali.

Da qualche decennio a questaparte chi lascia la Sardegna incerca di lavoro all�estero non èprevalentemente solo il pastore ol�operaio in fuga da un paese fan-tasma ma una persona istruita, avolte persino laureata, che hainutilmente cercato in patria unlavoro adeguato alle propriecompetenze o una qualche spe-cializzazione universitaria. Com-piere infatti, per esempio, un dot-torato di ricerca negli atenei na-zionali risulta per un giovane lau-reato praticamente impossibile edunque sempre piu� spesso co-stretto ad �emigrare� all�esteroin cerca di istituzioni straniere(parecchie) disposte a mettere asua disposizione strumenti di ri-cerca, assegni di sudio, scambiinterdisciplinari e opportunità dilavoro specilizzato quali formedi �investimento� in conoscenza.

Questo nuovo tipo di emigratoa volte rinuncia a casa ad un inca-rico di lavoro precario, privo disbocchi e poco soddisfacente peri propri obiettivi di vita, e arrivanel paese ospitante con in manoun curriculum e nozioni basilaridella lingua straniera. Quindi ini-zia un processo di formazione

che nella maggior parte dei casisfociera� nel raggiungimento diuna posizione professionale ade-guata alle proprie capacità. Fini-rà per stabilirsi nella sua nuovapatria quasi senza accorgersene,come se fosse la cosa piu� natura-le di questo mondo.

Capita infine che tale decisionevenga presa anche �per amore� diun compagno o di una compagnadi vita non italiani, dimenticandoforse di aver aperto il proprio cuo-re ad un�esistenza straniera per-ché in qualche modo ci si era già�preparati� a questo tipo di scelta.

Vedete dunque quanto sia piu��sofisticata� oggi la decisione diemigrare rispetto ad una volta?

Oggi l�emigrazione è spesso,non una scelta obbligata, ma unasoluzione che nasce da un males-sere anzitutto sociale che diven-ta malessere economico solo diriflesso. È quasi la ricerca diqualcosa di più pulito, giusto edefficiente che si spera di trovarein un paese diverso dal proprio,confermando il detto che l�erbadel vicino �deve� essere semprepiù verde. Insomma, oggi l�emi-grazione è molto più psicologicae sempre meno fisiologica, ancheperché obbliga sempre di meno ascegliere una direzione unica, ununico percorso di non ritorno,aprendo altresì tante possibilistrade e non ultima quella di unfacile ritorno a casa.

In particolare il giovane emi-grato della Sardegna, a propositodei motivi che lo spingono ad ab-bandonare la sua isola, mette in-

sieme malesseri tipicamente re-gionali a stati di crisi più diffusa-mente italiani: la poca fiducianello sviluppo della Sardegnaunita a quella per la mancanzagenerale di sbocchi per il futuro,l�assenza di una moderna classedirigente locale con il dilagare dinepotismi e corruzioni a livellonazionale, l�inefficacia quasi as-soluta della burocrazia e dei ser-vizi regionali con il caos nel qua-le versano tante strutture pubbli-che universitarie, economiche eospedaliere italiane, e non ultimoun provincialismo diffuso in tan-ti aspetti della società (non solosarda) falsamente scambiato perdifesa delle tradizioni regionali edei suoi valori tipici. Cosa fa al-lora questo emigrato una volta la-sciata la Sardegna? Si attrezza,come hanno fatto e continuano afare coloro che partono con ilsolo patrimonio delle braccia,dell�intelligenza e della volontà,per vivere nel mondo e usa leproprie forze, le proprie capacitàper competere in esso. Per esem-pio, per quanto riguarda l�Au-stralia, prende parte attiva allavita multiculturale locale, cerca etrova lavori e scopre con sorpre-sa che le sue idee (non solo la suacultura) vengono apprezzate perquello che sono, per la loro capa-cita� di innovare e contribuireallo sviluppo del paese che loospita. Partecipa inoltre alle oc-casioni di incontro offerte dalleistituzioni diplomatiche e conso-lari italiane, e qui scopre tanti al-tri connazionali (e corregionali) a

lui rassomiglianti, emigrati a lorovolta per motivi simili i quali, perevitare le incrostazioni sentimen-tali che la parola emigrato portacon se�, preferiscono magari auto-definirsi �viaggiatori�. Quasi tut-ti si tengono aggiornati su quantoaccade nella terra d�origine, os-servano la Sardegna e l�Italia dalontano, da un punto di vista ester-no (e dall�Australia riescono addi-rittura a farlo vivendo in una sta-gione metereologica opposta)usufruendo dei servizi telematicima anche dei media in lingua ita-liana presenti sul territorio.

Ecco dunque che l�immaginedel nuovo emigrato con il com-puter portatile si sovrappone aquella dell�emigrato partito conla valigia di cartone, così comequella di una vecchia Fiat 500sfuma in quella di una modernapiccola Lancia Y. È una sovrap-posizione, un completamento,non una contrapposizione stilescontro generazionale, perché indefinitiva il desiderio di miglio-rare se stessi e di riflesso la pro-pria comunitaà d�origine e� sem-pre lo stesso. È la nostra storia, lastoria di una regione e di una na-zione che non esporta piu� solovaligie di cartone, muscoli e ca-rattere, ma anche conoscenze,sensibilita� e idee che possono aloro volta trasformarsi in pro-prietà immobiliari, commerciglobali e in rete, investimentiazionari. Riconoscere dunque larealtà di questo nuovo modo diemigrare, �riconoscersi� tra sardiche vivono sull�isola e quelli chehanno deciso di risiedere fuori diessa, significa rispettare le reci-proche scelte e professionalità erappresenta un punto di partenza,un dovere, non solo per continua-re a definirci �figli della Sarde-gna� ma anche perché la nostraisola possa davvero modenizzar-si senza perdere la propria identi-tà ed aprirsi alle nuove sfide chel�attendono nel mondo.

Cristina Marras

Da circa quattro anni si ècostituito a Rovereto ilCircolo Culturale Ricrea-

tivo Sardo - Maria Carta. Natodall�iniziativa di pochi amiciprovenienti da vari paesi dellaSardegna (trasferiti in Trentinoper motivi di lavoro e qui feli-cemente accasati) che periodi-camente si incontravano conl�intenzione di mantenere vivoil legame tra conterranei unitisia da rapporti di amicizia chedall�esigenza di mitigare la no-stalgia della propria terra, con-ta a tutt�oggi più di 150 iscrittitra soci e simpatizzanti.

Dall�esperienza iniziale in unpiccolo locale, grazie all�inizia-tiva del presidente GiovanniSotgia, il Circolo può vantareora un�ampia sede, che i socistessi hanno provveduto a riat-tare ed arredare, composta di:cucina, servizi, ufficio, un pic-colo magazzino, un angolo bared una sala da pranzo di circa40 posti.

Qui si possono gustare perio-dicamente cene tipiche sarde,ma anche ritrovarsi per la bri-scola del sabato, per l�aperitivodella domenica mattina o sem-plicemente per fare quattrochiacchere nel proprio dialetto,ricordando i bei tempi giovani-li e le tradizioni dell�amata ter-ra d�origine.

Sono molte inoltre le manife-stazioni organizzate in questiquattro anni, per avvicinare laSardegna alla regione che ciospita e nella quale tutti si sen-

tono perfettamente accolti e in-tegrati; tra queste ricordiamosoprattutto la festa annuale digiugno, che si svolge all�aperto,nel Piazzale della Pace, e cheunisce i canti ed i balli tradizio-nali alle pietanze tipiche, pre-

parate con maestria da alcunidei più solerti soci. Si tengapresente che il tutto è affidatoalla buona volontà ed alla gran-de operosità e generosità deisuoi componenti.

Tra le iniziative culturali

rammentiamo le interessanticonferenze tenute dalla profes-soressa Maria Antonietta Ma-rongiu, sulla storia e le tradizio-ni della Sardegna (il Carnevale,i Nuraghi, i Templari, ecc.), al-cune mostre di artisti sardi e

locali, una gita in Sardegna, ecc.Per l�anno in corso sono in can-tiere nuove idee, oltre alle pro-poste degli anni scorsi che ver-ranno ripetute, tra cui un concor-so di poesia dialettale e forseuna piccola recita nei due dialet-ti, a dimostrazione che tutto ilmondo è paese e che quando par-la il cuore c�è sempre il modo dicomprendersi e di solidarizzare,perché è soprattutto questo loscopo del Circolo.

Il circolo culturale ricreati-vo sardo �Maria Carta� diRovereto, è stato recente-mente riconosciuto dallaFASI, la federazione delleassociazioni sarde in Italia. Ilcircolo �Maria Carta�, di re-cente costituzione ha nomi-nato i suoi organi statutari.Presidente è stato eletto Gio-vanni Sotgia, vicepresidenteAntonello Fadda, segretarioGiampietro Mameli, cassiereCesare Parini. Il consigliodirettivo è composto inoltredai consiglieri Quintino Por-cu (responsabile della sede),Salvatore Attori, VirgilioCanè, Salvatore Campus,Giovanni Ledda, AugustoMameli, Patrizio Marongiu,Emanuele Manconi, SantinoPala e Antonio Casti.

Sport30 � Agosto 2004

L'avventura del Cagliarinella serie A comincia

tra amarezza e delusioneL'addio a Reja l'allenatore della promozione e le tensioni con Zola che non è partito

con la squadra per il ritiro hanno creato sconcerto tra i tifosi

di Andrea Frigo

Il Cagliari è di nuovo in serieA, dopo quattro anni, ma gliaddii all�allenatore Edy Reja

prima e al calciatore più amato,Gianfranco Zola, poi, hanno tra-sformato i sentimenti di gioia efelicità dei tifosi in amarezza eprofonda delusione per un futuroche da radioso appare adesso as-sai incerto. Il Cagliari è partito il25 luglio per il ritiro precampio-nato in quel di Asiago, in Veneto,dove resterà sino a Ferragosto (laseconda parte del ritiro si terrà,invece, a Fiuggi, nel Lazio, dal18 agosto al 3 settembre). Ma èpartito senza sentire il calore deitifosi, che hanno ignorato sia ilraduno di Assemini che la par-tenza, all�aeroporto di Elmas.Nessuno si è presentato per salu-tare i propri beniamini all�avviodella nuova stagione calcistica. IlCentro di Coordinamento dei Ca-gliari Club ha preferito disertarel�appuntamento per protesta,convocando invece un�assem-blea straordinaria in cui sui è di-scusso del caso Zola. Gli ultras,dal canto loro, hanno prima snob-bato il raduno, per poi presentar-si, il giorno dopo, ad Assemini,dove un gruppetto ha contestatovivacemente la società.

Passi per l�allenatore, l�ennesi-mo cambio di panchina a cui ilpresidente Massimo Cellino ci haabituati da tempo. Ma non con-fermare, trattando in quel modo,il più grande calciatore sardo ditutti i tempi, colui che compien-do una vera e propria scelta divita aveva rinunciato, l�annoscorso, alle sterline del Chelseaper tornare nella sua terra e gio-care in serie B, be�, questo, per itifosi, è stata un�onta insopporta-bile. E vien difficile pensare chesi tratti esclusivamente di unaquestione economica. Per i tifosisardi sparsi in tutto il mondo, nonè facile capire per quale stranomotivo una società, dopo il cam-pionato trionfale culminato conla promozione in erei A, abbiadeciso di �scaricare� prima l�al-lenatore e poi il suo giocatore-simbolo. Nel caso di Zola, pocoimporta la sua carta d�identità.Perché i suoi 38 anni, portati allagrande, non possono costituireun ostacolo, soprattutto se com-parati alla più giovane età di tan-ti altri suoi colleghi che con ilpallone tra i piedi sanno combi-nare poco. E così si è passati dal-la festa per la promozione allafesta� a Zola. Già perché al ca-pitano è stato organizzato un gio-chino che non è andato giù, nonsolo a tutti i sostentoriori rosso-

blu, ma anche allo stesso Zola; ilquale, sentitosi messo da parte, èuscito alla scoperto per manife-stare, nel corso di una conferen-za stampa, tutta la sua delusionee la sua amarezza per come è sta-to trattato dalla società. �Ho let-to e sentito tante cose sul mio fu-turo, ma la verità è una sola: iovoglio giocare un altro anno e lovoglio fare con il Cagliari. Maprima di tutto è bene che il Ca-gliari e il suo presidente sappianochi è Zola. Il giorno che smette-rò, fra uno o due anni chissà, sof-frirò tantissimo, però ora vogliogiocare sapendo che la personaZola viene rispettata. Il Cagliarideve sapere con chi ha a che fare,mi piacerebbe restare ma la gen-te deve sapere che lo faccio solo

per il Cagliari, per i tifosi, perchéamo giocare a pallone. Sono unapersona corretta e onesta. La miafamiglia vuole continuare a vive-re in Sardegna, ma non voglioviolentarmi come persona. Eppu-re l�anno scorso ho fatto delle ri-nunce importanti per venire aCagliari, sono passato dallaChampions League alla serie Bper buttarmi in questa avventurache poi si è conclusa trionfal-mente. È stato un campionatobellissimo, abbiamo risvegliatol�entusiasmo della gente: siamopassati dalle seimila persone diTempio alle 22 mila del San-t�Elia. Credo di avere dato unamano importante al Cagliari epensavo di meritare una conside-razione diversa�.

la presentazione del nuovo alle-natore Daniele Arrigoni. Il quale,dal canto suo, ha invece ribadito,nel giorno del raduno, la sua pro-fonda ammirazione per Zola. �Midispiace che non sia qui con noi,ma spero di averlo a disposizionepresto. So che ci sono ancora deimargini e mi auguro che alla finesi possa trovare un accordo. Io ilmio parere tecnico l�ho espresso,un parere favorevole e il presi-dente lo sa. D�altronde, chi nonvorrebbe uno come Zola?�. Già,chi non lo vorrebbe? Risposta fa-cile facile: il Cagliari.

Senza l�ex attaccante della Na-zionale, sono 24 i giocatori a

disposizione di Arrigoni parti-ti per il ritiro di Asiago, compre-si sei giovani ed il terzo portiere.Un organico, in pratica, di soli 17giocatori, ancora incompleto inattesa degli ultimi colpi di merca-to. Il Cagliari dovrebbe chiude-re con l�Empoli per il passaggioin rossoblu di Cribari, Grella eBelleri. Due difensori e un cen-trocampista che andrebbero amigliorare in qualità e quantitàun organico � secondo molti os-servatori � non da serie A. So-prattutto in difesa, reparto che sela dovrà vedere con attaccanti delcalibro di Shevchenko, Totti,Adriano. Un reparto che, rispettoall�anno scorso, ha Modesto eFesta in meno. �In difesa siamopochini � ammette Arrigoni � elo sa anche la società, ma ci sonoancora tanti giorni prima dell�ini-zio del campionato e sono fidu-cioso�.

Gli unici due volti nuovi, nelritiro in Veneto, sono il portieregreco Theofanis Katergiannakis(classe 1974, dodicesimo dellanazionale campione d�Europa,proveniente dall�OlympiakosAtene) e il mediano MassimoGobbi, classe 1982, lo scorsoanno a Treviso, dove ha totaliz-zato 44 presenze e due reti.

L�obiettivo di una neo promos-sa non può che essere la salvezza.�Il nostro traguardo principale èrestare in serie A, ma sono sicu-ro che potremo toglierci qualchesoddisfazione in più. Sarà uncampionato spezzato in due par-ti, sappiamo di non poter compe-tere con le grandi ma ci faremorispettare. L�anno scorso il Ca-gliari era la squadra più forte delcampionato, con un grande attac-co. A settembre sarà tutto diver-so, ma possiamo fare bene anchein serie A. Il modulo? Insisteròcon il 4-3-3, questa squadra sem-bra avercelo nel Dna, non vedoperché dovrei cambiare�.

Questa la �rosa� del Cagliari peril campionato di serie A 2004/05.Portieri: Davide Capello (1984),Gennaro Iezzo (1973),Theofanis Katergiannakis (1974).Difensori: Alessandro Agostini(1979), Diego Lopez (1974),Simone Loria (1976), Roberto Mal-tagliati (1969), Davide Moi (1985),Francesco Pisano (1986), RoccoSabato (1982).Centrocampisti: Nelson Abeijon(1973), Marcello Albino (1971),Massimo Brambilla (1973), Danie-le Conti (1979), Loris Delnevo(1975), Simone Farci (1985), Ric-cardo Gavioli (1983), MassimoGobbi (1982).Attaccanti: Alberto Aramu (1985),Rolando Bianchi (1982), GiacomoDemartis (1983), Mauro Esposito(1979), Antonio Langella (1977),David Suazo (1979).

La “rosa”rossoblù

Dopo il breve incontro, a PortoRotondo, tra Zola e Cellino, av-venuto la notte prima dell�annun-ciata conferenza stampa, più nul-la. Una volta rotta la trattativa, leparti non si sono più incontrate ea questo punto la speranza di ve-dere ancora il fuoriclasse di Olie-na con la maglia rossoblu nume-ro 10 sono davvero poche. �Iosono convinto di poter dare anco-ra molto, voglio giocare da prota-gonista. Non voglio essere la ci-liegina sulla torta ma parte inte-grante della torta�. Così Zola harisposto alle �discusse� dichiara-zioni di Cellino in occasione del-

CALCIO

Sangue sardo nella nazionalejuniores di karate. Narj Piras, genitore orgolese, ha

vinto nel kumite due campionatiitaliani e un secondo posto.

Ora lo attendono i mondiali inGermania ad ottobre. Il fratelloGiordano, 13 anni, ha vinto icampionati italiani di combatti-mento Us Acli a Fiuggi (2004)dopo aver conquistato vari ori alivello regionale.

Narj e Giordano sono figli di Do-menico Piras, di Orgosolo, che vivee lavora a Roma. Da vari anni sonopraticanti di arti marziali. Cinturemarroni di karate stile-wado ryunella palestra del maestro Sergio DiFolco w.k.a. (F.E.S.I.K.)

Dopo numerosi successi a li-vello regionale e interregionale,nel 2003 Narj ha vinto i campio-nati italiani juniores a Bordighe-ra (categoria meno 55 kg), haquindi conquistato l’argento agliitaliani 2004 a Paderno del Grap-pa e oro a Fiuggi nella categoria

meno 65 kg della U.S. ACLI.Convocato nella nazionale italia-na juniores ad ottobre partirà perla Germania per disputare i cam-pionati mondiali.

Giordano, descritto come un ti-pico guerriero sardo, grintoso,

ARTI MARZIALI

Sangue sardonella nazionale

di karate

temerario e fulmineo, ha vintocampionati regionali, interregio-nali e italiani a Fiuggi combat-tendo contro avversari di stazzasuperiore.

Il tamburino sardo riempied’orgoglio i cuori dei suoi com-pagni di palestra dei quali è ma-scotte inseparabile e fedele. Latecnica di combattimento (kumi-te) dei due fratelli è profonda-mente diversa, sia per carattere,per velocità, per tempismo discelta tecnico-sportiva e perstruttura fisica.

Ognuno ha fatto suo lo stru-mento adattandolo e forgiandoloin base alle proprie caratteristi-che fisiche: grande lavoro di bu-sto e di gambe per Narj, anticipomicidiale e tecnico da parte diGiordano.

Il padre è orgoglioso dei risul-tati ottenuti dai due atleti che haeducato alla lealtà e al rispettodell’avversario nella vittoria enella sconfitta.

ULTIM'ORA / Dopo un lungo tira e molla Gianfranco Zola hatrovato un accordo con il presidente del Cagliari e a fine luglioha raggiunto i compagni di squadra nel ritiro di Asiago

SportAgosto 2004 � 31

Anche la Sardegnaalle Olimpiadi di Atene

L'alfiere sardo sarà Nicola Trentin nel salto in lungo – L'atleta di Iglesias è riuscito aconquistare la qualificazione coronando un sogno

di Andrea Porcu

BEACH VOLLEY

Spettacolo al Poettocon le ragazze "azzurre"

Sicuramente belle, parecchiobe l l e , m a anche moltobrave. Le più brave al mon-

do. Le migliori giocatrici di bea-ch volley, lo sport che d�estateimpazza sulle spiagge di tutto ilmondo, hanno dato spettacolo alPoetto in occasione del torneo in-ternazionale �Challenger IndesitCup�, organizzato da Rcs EventSport - Gazzetta dello Sport, conil patrocinio del Comune di Ca-gliari. La manifestazione ha por-tato sulla spiaggia dei Centomi-la ventiquattro delle più forticoppie del mondo (si gioca duecontro due) tra cui alcune chesaranno in lizza anche alle Olim-piadi di Atene.Come quella sudafricana Nai-doo-Willand, quella bulgara del-le sorelle Yanchulova (Lina eTetia) e il tandem azzurro forma-to da Daniela Gattelli e LucillaPerrotta. Le due italiane, vecchieconoscenze del pubblico caglia-ritano per aver giocato al Poettodue finali scudetto, erano le gran-di favorite ma un malore capita-to alla Gattelli (un calo di zuc-cheri per il gran caldo) le ha pe-nalizzate. Sono ugualmente sali-te sul podio ma �solo� al terzoposto.

Lappuntamento con le qua-lificazioni è il 24 agosto adAtene.

Nome: Nicola Trentin, 30 anni,iglesiente.

Disciplina: Atletica Leggera.Specialità:Salto in lungo. Trentinè l’unico atleta sardo che gareg-gerà nella più importante vetrinamondiale dello sport: le Olimpi-adi.

Questa edizione torna là dove ècominciata l’avventura dei gio-chi olimpici, Atene, capitale del-la Grecia.

Per il saltatore iglesiente, unaoccasione più unica che rara perdimostrare il suo valore davanti amilioni di spettatori, consideran-do il seguito televisivo della ker-messe sportiva.

Trentin ha faticato, lottato, maalla fine ce l’ha fatta.

Il sogno olimpico diventa real-tà.

E gli appassionati sardi di atle-tica leggera, ma non solo, punta-no tutte le carte su questo atletache ha partecipato a due mondia-li e a varie manifestazioni inter-nazionali, ma senza mai eccelle-re. Anzi sono state di più le delu-sioni. Ora il momento più attesoper Nicola Trentin.

“Mi mancherà sicuramentel’esperienza – racconta l’igle-siente – Se non mi fossi infortu-nato nel 2000, quasi certamentequesta sarebbe stata la mia se-conda olimpiade e invece sarà laprima.

L’Olimpiade è qualcosa di par-ticolare. In fondo il vero proble-ma è sapersi gestire nel periodoprecedente la gara, vivendo nelmiglior modo l’attesa”. NicolaTrentin vanta un personale di 8metri e 20 e quest’anno (fino aluglio) ha saltato 8.16 a Casal delMarmo (campionati societari as-soluti) e poi 8.10 a Firenze allefinali nazionali individuali.

L’atleta che veste la magliadelle Fiamme Azzurre, farà il ra-duno a Formia. “Per la gara diAtene è difficile fare pronostici,ma spero di arrivarci in buonacondizione e riuscire a saltarebene”.

Ma Trentin cosa si aspetta ve-ramente da questa Olimpiade?

“Ripeto non voglio fare prono-stici perché ora sono intorno al20º posto della classifica mon-diale. Nella prova del 24 agosto

per qualificarsi servirà saltarelontano per entrare nei primi do-dici che si giocheranno la finaledel 26”. L’uomo volante sardodovrà arrivare ad Atene partico-larmente concentrato, sicuro del-le sue possibilità, per centrareuna storica qualificazione. In-somma ci vorrà un Trentin più re-sponsabile e determinato, diquello visto all’opera nei mon-

diali francesi. Testa e cuore da unlato, gambe dall’altro. Il più vol-te campione italiano della specia-lità, sa di valere qualcosa e nono-stante l’agguerrita concorrenza,il traguardo della finale è alla suaportata.

Tra i suoi tifosi più acerrimi,non poteva che esserci il padreVittorio, che è anche il suo alle-natore. “Portare un atleta alle

Olimpiadi è il sogno di tutti i tec-nici, se questo poi è tuo figlio èinevitabile che la felicità siagrandissima In bocca al lupo aNicola Trentin. Un sardo in fina-le nel salto in lungo, sarebbe perla Sardegna sportiva, “come vo-lare in alto.”

Ma tra i protagonisti, almeno sispera, dell’Olimpiade greca, cisarà anche un atleta che sardonon è, ma di adozione si.

Stiamo parlando di Yang Mm,42 anni di Shangay.

Il fortissimo giocatore asiaticodi tennistavolo, ha vinto due scu-detti con la Marcozzi Cagliari nel1990 e 92 e uno con l’Alfaterna,formazione campana. “Il mio so-gno è conquistare una medagliaad Atene- sottolinea il popolare”Yango”come viene chiamato aCagliari – e dedicarla alla miaterra adottiva, quella che mi haaccolto sedici anni fa, quando nel1988 approdai per la prima voltanel capoluogo per giocare nellaMarcozzi”.

Yang Min con passaporto ita-liano si è qualificato per i Giochinel singolare, ma giocherà ancheil doppio assieme ad un’altravecchia conoscenza del pongi-smo sardo, Massimiliano Mon-dello, caso strano, anche lui exMarcozzi.

Le doti tecniche di “Yango”sono indiscutibili.

Pongista di vecchia scuola ci-nese dall’impugnatura della rac-chetta a penna e dalla schiaccia-ta veloce e potente. Un aspettoche ha sempre fatto la differenzasia nel nostro campionato, sia inquelli in terra straniera.

Yang ha contribuito in mododeterminante alla conquista dei

due scudetti della Marcozzi, fa-cendo vedere colpi di classe egiocate di assoluto livello spetta-colare. Un esempio per tutti quel-li che vi hanno giocato assieme.

Da sette anni il grande pongistaasiatico si è trasferito in Francia,precisamente a Montpellier edallo scorso anno è passato al-l’Anvers.

Ma Yang Mm non ha mai ab-bandonato la Sardegna. Continuaa fare la spola tra la Francia el’isola. Vive con la moglie Yu e ilfiglio di sette anni Giagi ad El-mas.

“Il mio sogno – dice Yang – èindossare nuovamente la magliadella Marcozzi, con la quale vo-glio chiudere la carriera di gioca-tore per iniziare quella di allena-tore”. Vango sa che l’affetto e lastima dei suoi afecionados sardi,assieme alle grandi doti tecniche,lo spingeranno dove vuole lui,magari alla finale del singolaredei giochi olimpici. La Sardegnagli ha aperto le porte verso il suc-cesso, lui ha saputo conquistarsicon merito gli onori della crona-ca, anche oltre Tirreno, ed orapromette battaglia per un oroolimpico, da dedicare all”’ ama-ta Sardegna”.

I sogni non costano nulla, machissà che tra quattro anni, alleprossime olimpiadi, la magliaazzurra non sorrida ad una delleatlete più sorprendenti della” no-stra atletica”.

Il suo nome è Maria AuroraSalvano, è algherese, ma tessera-ta con il Cus Sassari. Recente-mente ha disputato la finale del-la staffetta 4x100 ai mondiali ju-niores di Grosseto, assieme aGiulia Arcioni, Claudia Pacini eMichela Ardessi.

La Salvagno ha vinto già di tut-to in Sardegna e fuori sulla brevedistanza, oltre che in staffetta,confermandosi una delle più bel-le realtà del movimento dell’atle-tica sarda. Riesce a coniugare losport con lo studio con molta se-renità e non è escluso che qual-che società della penisola chel’ha già adocchiata, possa offrir-le la possibilità di affermarsi ul-teriormente oltre i confini dellaSardegna.

Lei non dice nulla, ma i nostritalenti spesso sono dovuti andarefuori per fare atletica, ma soprat-tutto per avere un opportunità dilavoro.

Il Challenger, che aveva un mon-tepremi di ben 35 mila dollari, èstato vinto a sorpresa dalle cana-desi Marie Andrè Lessard e Sa-rah Maxwell che hanno battutonella finalissima le favorite (egiovanissime: appena 21 anni)brasiliane Antunes Rocha - Sal-gado Rufino. Tra le altre italiane,particolarmente seguite le provedi Laura Bruschini e AnnamariaSolazzi, che pochi giorni primadi presentarsi a Cagliari hannoinanellato il quinto scudetto con-secutivo. Coppia affiatatissima,occupa l�undicesimo posto nellaclassifica mondiale ma a Caglia-ri per la prima volta in nove anni(durante i quali, oltre ai titoli ita-liani, hanno collezionato tre tito-

li europei e un quinto posto alleOlimpiadi di Sydney) non si sonoesibite insieme. Hanno fatto cop-pia con due giovani talenti (Gio-ia Cicola e Diletta Lunardi) pertrasmetter loro tutti i segreti delbeach pensando a Pechino 2008.Non più giovanissime (la Bru-schini ha 36 anni, la Solazzi unodi più) hanno deciso, di comuneaccordo con l�allenatore dellanazionale Dionisio Lequaglie,che è arrivato il momento di farcrescere le più giovani e solo se-parandosi potevano fare in modoche questo progetto desse i suoifrutti.Il torneo come sempre haofferto grande spettacolo ancheper la presenza di alcuni ospiti dirichiamo: Alberto Tomba, che si

è anche esibito sotto rete (�Dasempre gioco a beach�, ha di-chiarato l�ex campionissimo del-lo sci) e il fuoriclasse cubanoJoel Despaigne, che è stato unodei giocatori di pallavolo più for-ti al mondo. E la loro presenza hacontribuito a riempire le tribuneallestite alla sesta fermata.�Non avevamo dubbi sulla rispo-sta di Cagliari�, hanno commen-tato gli organizzatori; �il capo-luogo isolano è ormai entrato neicircuiti internazionali ed è perquesto che abbiamo varato unprogramma triennale che prevedeil Challenger femminile anche perla prossima estate e culminerà nel2006 con un World Tour vero eproprio�.

La città ovviamente non aspettaaltro, anche perchè ormai da anni(ben cinque) è diventata teatro dimanifestazioni di altissimo livel-lo. Nel 1999 ha ospitato il Chal-lenger maschile, l�anno dopo unatappa del World Tour femminile(alla quale avevano partecipatoanche la Lessard e la Maxwell) enelle ultime due estati la finale delcampionato italiano, sempre fem-minile. E ogni volta si è registra-to il tutto esaurito. La finalissimadel Challenger, nonostante il for-te vento di maestrale, è stata se-guita da oltre 2500 persone, as-siepate sulle tribune del campocentrale.Attorno al quale sono stati alle-stiti altri cinque campi e un vil-laggio che ha offerto una serie dimanifestazioni collaterali (com-presi canti e balli) per la gioia deibagnanti che si sono trattenutisulla spiaggia sino a tarda sera.�Cagliari ci porta bene�, hannocommentato le canadesi vincitri-ci della manifestazione, �e laSardegna è un vero gioiello. Par-tiamo con il ricordo nel cuore deimaccheroni e del mare trasparen-te di Costa Rei.Un paradiso che ha pochi egualial mondo�.

ATLETICA

di Liliana Fornasier

Sagre & Feste32 � Agosto 2004

Via Barcellona 2 - 09124 Cagliarie-mail: [email protected] http:\\www.ilmessaggerosardo.regione.sardegna.it

VIDEOLINA SUL SATELLITE

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Per ricordarela battaglia

di Ponte MilvioOgni anno, il 6 e 7 luglio, si corre a Sedilo l�Ardia di San Co-

stantino. Cento cavalieri affrontano un percorso difficilissimo,disseminato di saliscendi, passaggi angusti, curve ad angolo ret-to. Una corsa nata, secondo la tradizione, per rievocare la vitto-ria di Costantino su Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio nel312 d.C, un anno prima dell�editto di Milano che restituì libertàdi culto ai cristiani.

Da secoli questa festa rappresenta un appuntamento irrinuncia-bile per i sedilesi e per tutti i sardi.

Ogni anno il parroco del paese nomina un capocorsa, Sa PrimaPandela, al quale è affidato il compito di portare con onore ilvessillo di San Costantino. Al suo fianco altri due cavalieri, saspandeleddas. Ognuno di loro sceglie una scorta, formando così unterzetto di cavalieri, armati di bastone, che dovranno impedire algruppo degli inseguitori di avvicinarsi alle tre bandiere. Farsi su-perare in corsa rappresenterebbe un disonore per il capocorsa e, sim-bolicamente, una sconfitta per la fede cristiana.

Il nome Ardia deriva dal sardo bardiare (proteggere, fare laguardia, vegliare in armi). Secondo gli studiosi, stava ad indicarein origine non la corsa, ma il gruppo dei cavalieri che nell�antichi-tà costituiva il corpo di guardia di San Costantino, il cui culto è sta-to diffuso in Sardegna dai monaci basiliani in epoca bizantina.

Si rinnova a Sedilol'antico rito dell'Ardiadi San Costantino

di Pier Sandro Pillonca

Ogni anno, il 6 e 7 luglio, oltre al santo la comunità celebra se stessatrasformando il santuario di Santu Antinu nel teatro della balentìa, dell’onore, edell’appartenenza - Gli spari dei fucilieri annunciano l’arrivo della processione -Uomini e donne, vecchi e bambini formano un muro multicolore nell’anfiteatronaturale di Monte Isei - Ci sono i sedilesi, quelli che vivono in paese, e gliemigrati che ogni anno rientrano per assistere alla festa ci sono i fedeli, arrivatida tutta la Sardegna per rendere omaggio al santo guerriero, ma sugli spalti siintravedono anche capelli biondi e occhi a mandorla a conferma della dimensione internazionale dell’avvenimento - Sono decine di migliaia che per oreaspettano impazienti di assistere all’ennesima prova di fede e coraggio dei cavalieri -

Gli spari dei fucilieri an-nunciano l�arrivo dellaprocessione nel santuario

di San Costantino. Migliaia di tu-risti, da ore, aspettano impazien-ti di assistere all�ennesima provadi fede e coraggio dei cavalieridell�Ardia. Uomini e donne, vec-chi e bambini formano un muromulticolore nell�anfiteatro natu-rale di Monte Isei. Ci sono i sedi-lesi, quelli che vivono in paese, egli emigrati che ogni anno rien-trano per assistere alla festa. Cisono naturalmente i fedeli, arri-vati da tutta la Sardegna per ren-dere omaggio al santo guerriero,ma sugli spalti si intravedono an-che capelli biondi e occhi a man-dorla: la conferma, se ancora cene fosse bisogno, della dimensio-ne internazionale dell�Ardia diSan Costantino. Alcuni impugna-no macchine fotografiche con te-leobiettivo, altri invece si accon-tentano di un binocolo. Il caldo sifa sentire, ma nessuno si lamenta.Ogni anno è così, una corsa sen-za sole o polvere è un evento ra-rissimo da queste parti, quasi uncattivo presagio per i sedilesi.

Ora gli spari si fanno più inten-si. Sos catzadores, colonna sono-ra e servizio d�ordine della festa,faranno esplodere diecimila car-tucce caricate a salve. Colpi difucile per indirizzare i cavallilungo il percorso e garantire cosìl�incolumità di cavalieri e spetta-tori. Gli spari si confondono conle note della banda musicale diMacomer: è il segnale che il mo-mento è arrivato. Ancora pochiattimi e sos bardieris affronte-ranno al galoppo la discesa da SuFrontigheddu.

Le sagome dei cavalli si deli-neano sulla collina, fanno dasfondo alla piccola croce in ba-salto. Sa prima pandela, Salvato-re Atzas, riceve la benedizionedal parroco, al suo fianco le altredue bandiere, Francesco Lam-preu e Pier Giuseppe Spada, die-tro le scorte, sas iscortas, Co-stantino Atzas, Antonio Carta eMarco Spada, i tre fedeli guar-diani armati di bastone, cheavranno il compito di tenere abada gli inseguitori. La buonariuscita dell�Ardia, dicono gliesperti cavalieri sedilesi, dipendein gran parte da loro, dalla capa-

cità di respingere gli assalti e dineutralizzare i tentativi di sor-passo.

Migliaia di sguardi si concen-trano sul capocorsa. Sa primapandela, fiera sul suo destriero,impugna nella mano destra il ves-sillo del Santo. Il giorno sognatoper tutta la vita è finalmente arri-

vato. Oggi toccherà a lui rappre-sentare la comunità nell�atto col-lettivo di fede verso Costantino ilGrande, l�imperatore che restituìlibertà di culto ai cristiani.

Salvatore quest�anno ha tocca-to le 57 primavere, età insolitaper pensare di affrontare a caval-lo le insidie e i pericoli dell�Ar-

dia. Non per lui: c�è un voto dasciogliere, una promissa da ono-rare. Non può lasciarsi sfuggirel�occasione: l�attesa è duratatroppo a lungo e il �debito� ver-so San Costantino deve esseresaldato. Quest�inverno, quandoDon Agostino Carboni gli haconferito l�incarico ufficiale diprima pandela, gli è sembrato ditoccare il cielo con un dito. Quelsacerdote, che vede allontanarsia cavallo dopo la benedizione, gliha fatto davvero un grande onore.Adesso dovrà dimostrare di avermeritato la sua fiducia.

Dentro e fuori il santuario, in-tanto, madri, mogli e fidanzaterivolgono al santo le loro suppli-che. Il pericolo nell�Ardia è sem-pre in agguato, solo la fede inquesti interminabili istanti puòaiutare a vincere l�ansia. Ma nonc�è tempo per avere paura. Loscatto è improvviso, un colpo disperone e via, giù verso l�arco diSan Costantino. Anela, la caval-la grigia di 8 anni scelta da Salva-tore, è puntuale come un orologiosvizzero. Scende leggera da SuFrontigheddu, assecondando ilsuo cavaliere. Tante altre volteha affrontato il percorso senzatradire. Salvatore può cavalcaresicuro nella sua fuga verso la vit-toria, nella rievocazione dellabattaglia vinta da Costantino suMassenzio nel 312 a Ponte Mil-vio: il trionfo della cristianità sulpaganesimo. Dietro di lui Fran-cesco Lampreu e Pier GiuseppeSpada, poi gli inseguitori, i paga-ni. Il gruppo viene giù da SuFrontigheddu compatto, comeuna slavina che si stacca dallamontagna. Sono attimi di fortis-

sima intensità emotiva: le pre-ghiere e le suppliche si confon-dono con le urla di incitamento. Icavalli entrano nell�arco, lo su-perano senza danni, e affrontanodecisi la risalita verso il santua-rio.

Non c�è tempo per gioire, subi-to arriva la notizia di una caduta:Costantino Atzas, scorta dellaprima bandiera, è stato sbalzatoda cavallo. E� ferito, niente digrave per fortuna ma non potràassolvere il compito che gli erastato affidato. L�Ardia deve co-munque andare avanti. Qui perònon vale la regola dello showmust go on. A Sedilo c�è di più:non sono ammesse interruzioniin una rappresentazione sacra.Ogni anno, il 6 e 7 Luglio, oltre alsanto la comunità celebra se stes-sa trasformando il santuario diSantu Antinu nel teatro della ba-lentìa, dell�onore, e dell�apparte-nenza.

Davanti alla difficoltà Salvato-re Atzas mette in mostra le suegrandi doti di cavaliere: nono-stante la preoccupazione per ilnipote, mantiene la calma e por-ta a termine, senza pecche, la suaArdia.

Alla fine sono migliaia le manida stringere. Paesani e istranzossi complimentano. Lui, uomo dipoche parole e di lunghi silenzi,sorride. E� il segno che tutto è an-dato per il meglio. Salvatore At-zas da oggi entra nella galleriaufficiale dei grandi cavalieri se-dilesi. Il suo nome sarà scolpitoin modo indelebile nella memo-ria collettiva: prima bandiera peruna volta, prima bandiera persempre.